Alberto Zamboni 805.0-312.l Padova DUE ETIMOLOGIE VENETE ED ISTRIANE l. VENETO B(R)USICIO Un isolato dialetto del Medio Agordino (La Valle, BL) attesta per 'ginepro' (Juniperus eommunis L., d'altronde compattamente designato come dzene(i)ver, deneore) il termine bozičo che richiama il busicio dato gia per l'area bellunese dal Soravia (1877, 108). II Pellegrini (1964, 28 enota 51) ne riscontra il perfetto corri­spondente del Veneto orientale buzfčo documentato al p. 356 (S. Stino di Livenza) dali' AIS 599 e l'accosta senz'altro al padovano (in realta piuttosto veneziano di ter­raferma) brusiehio (eh = [č) !) segnalato dal Patriarchi (1821, ma I'ed. 1775) e che si giustificherebbe con l'intrusione di 'bruciare' dal noto usodi bruciare le bacche del­la pianta per suffumigi, cfr. il ted. regionale Feuerbaum (su cui Marzell 2/1972, 1091) e anche il tipo brusln dell'alta Val di Sole (Pedrotti-Bertoldi 1931, 206s.). Si osservi che anche il grande repertorio poliglotta del Nemnich (3/1794, 267) da espli­citamente brusiehio per Venezia. Sul tipo e sull'etimo il Pellegrini ritorna piu avanti (1982, 185) riassumendo la bibliografia precedente e aggiungendo documentazioni dall' ASLEF: boffčal p. 172 (Chions, PN) e ancora nel friulano occidentale (in pra­tica sempre nella zona di confine col veneto) sbrodicio, sbradicio a Budoia (Appi­Sanson 1970, 28); e, quando al problema etimologico, rinviando ancora al solandro brusln -che rientra propriamente nella terminologia deli' 'erica' -e alle osserva­zioni in proposito di Hubschmid (1968, 329-33) ma tenendo ferma la conclusione che *brus j are 'bruciare' sia soltanto una sovrapposizione paretimologica su una base preromana mal identificabile (*bo s -, *bo si c 1 u -) , sovrapposizione gene­rata dalle note credenze ed usanze legat~ al ginepro (su cui cfr. anche Rolland 11/1967, 241 e Marzell 2/1972, 1080, 1086: Reekholder, Rokkraut ecc.). Su fatti del genere ho richiamato l'attenzione io pure nella nota sul lat.juniperus (1987-88, 75s. enote 5, 6), a partire dalla chiosa isidoriana (Orig. 17, 7, 35: iuniperus Graeee (ossia col rinvio apyr) dieta, sive quod ab amp/o in angustumfinit, ut ignis, sive quod eon­eeptum diu teneat ignem) e soprattutto per quanto concerne i collegamenti magico­sacrali che confermano l'attitudine dei suffumigi fatti col legno del ginepro ad allon­tanare le streghe e i cattivi spiriti e la rinomanza di questa pianta come aromatica, vermifuga, drastica e succedanea di legni piu nobili come l'incenso (in particolare per quanto riguarda la specie J. sabina L.). Da questo punto di vista non ci sono dunque difficolta ad intuire una sovrapposizione culturale di 'bruciare' all'interno di un tipo che di per se resta oscuro: d'altra parte una formazione da *brus j are con il suffisso -lc(u)lu (unico antecendente possibile di ven. -ičo: Rohlfs 1969, § 1044) parrebbe strana anche per ragioni linguistiche interne poiche in questi casi la base di derivazione e piuttosto un nome (cfr. it. eavieehio, lentieehia). C'e da osser­ vare inoltre che di fronte ad un'unica variante con Id/ le altre forme mostrano Iz/ sibilante sonora, fatto significativo per l'area veneta marginale e per l'amfizona veneto-friulana interessate dal tipo che sono caratterizzate dalla presenza delle inter­dentali /8, d/ e non di rado quindi dagli scambi tra le continue del tipo /z -ct (d)/ e simili (nel caso presente facilitati dall'intrusione motivatrice del ven. brusar). Con cio si potrebbe ipotizzare dunque una base etimologica che non contenga una conti­nua /s, z/ ma piuttosto Id/ e in tal caso non sarebbe difficile indiziare un tipo affine al friul. bedec m. 'stecco, fuscello', ant. bedeca. f. (Udine, sec. XIV; bedechia, 1425), bedecie f. 'rami inutili della vite che vengono potati' che rinvierei senz'altro (nonostante i dubbi del Pellegrini in DESF 1, 196) allo slov. bo d-, cfr. bosti 'pungere'. II significato di 'stecco, fuscello, brocco' si conviene infatti al ginepro che e cosi connotato nelle fonti antiche e recenti (cfr. il bell. rustega cioe 'pungente, spinosa'; ted. Dexenstaude, Stechbaum, Nemmnich 3/1794, 267; Merzell 2/1972, 1092). Soccorrono qui in ogni caso vari raffronti sloveni (dal Pleteršnik l, 38): bo­dec 'ago' e 'arrestabue (Ononis spinosa L.)', bodek 'ago (di conifere)', 'spazzola', bodčec 'paliuro', bodčica 'letto di aghi di conifere', bode' 'arrestabue' ma soprat­tutto con vocalismo lil bodic 'Murex tenuispina', bodica 'ago, aculeo', bodič 'ago (di conifere)', 'carlina (Carlina acaulis L.)' e 'Xanthium spinosum ', bodičje 'id.' e 'agrifoglio (Ilex aquifolium L.)', bodika 'id.', tutte piante evidentemente spinose o ruvide. Si aggiunga qui anche il er. bodelj 'sorta di cardo (Dipsacus silvestris L.)', bodilica 'cirsio', bocka 'Xanthium', bodalj 'cardo', cfr. bodlja 'spina'; e con voca­Iismo /a/ bad-, badalj 'spina', badelj 'cardo'; pol bodlak 'cardo' ecc. (ERHSJ 1, 19ls.). Dunque bodič, bodic sembrano un'ottima base etimologica del veneto mar­ginale busicio e varianti anche se non sono del tutto chiare le trafile che dallo slavo hanno portato questa base in una sede relativamente lontana. 2. ISTRIANO PIMPIGNO Nel suo profilo storico-etimologico della latinita istriana la Cerasuolo Pertusi (in stampa) include tra le voci istriane prevenete pimpigno 'la punta in pietra sopra il secondo coperto (quello conico) della casita', pimpign61 'la pietra che tiene uni­to il tetto delle casite' (confermato dal Rosamani), pimpilfn 'la pietra finale della casita', voci isolate la cui spiegazione partirebbe da un campanll (o campa(g)nol) con dissimilazione (?) regressiva a distanza /k -p/ > /p -p/ e successiva metatesi per quanto riguarda pimpilfn (< *pimpinfl): il semantismo avrebbe un facile ris­contro nel triestino ant. trullo 'campanile' (propriamente 'costruzione conica'). Si tratta di un termine che deve la sua conservazione ad una particolarita architettonica propria delle costruzioni rustiche istriane ma non certo privo di raf­fronti nel resto della Romania: il REW 6422 *p er pa n ni um 'pietra a piombo' da infatti fr .ant. pierre perpaigne, fr. parpaing (da cui sic. parpafiu e sp. perpiafio), surselv. parpaun, engad. partaun; il Fare aggiunge sic. purpafiu, parpafiu 'regolo' e cita dal Parlangeli il salent. purpitagnu 'muro sottile tra due vani, grossa pietra squadrata da costruzione', che vorrebbe un *perpedaneu (cfr. pedaneus, REW 6343); il terzo volume del VS conferma ora ampiamente pappagnu, parpagnu 'regolo', a-pparpagnu 'a piombo', 'perfettamente parallelo (di muro)' ecc. (comunque un normannismo). Molto materiale in piu si ottiene dal FEW 8, 258s. che propone sotto un ricostruito *perpetaneus 'ininterrotto' il fr. ant. (1291) perpein 'senso di lunghezza (di una pietra da costruzione)', fr. parpain (1339) 'pietra messa in taglio' e nume­rosi riscontri dialettali; parpeing (1606) 'pietra di sostegno', 'fila di pietre'; pierre de perpagne (1460), parpaigne (1578) ecc., con derivati del tipo fr. med. par­pignel, parpignot (Fiandre, 1456, 1510) 'pietra posta dietro il focolare' ecc.: se­condo il FEW questa famiglia si lega senza dubbio a quella dello sp. perpiaflo 'pietra passante (in un muro)' e dell'italiano merid. (salentino) perpitagnu 'parapetto di pietra del balcone', 'pietra squadrata da costruzione', Otranto perpetagno, Taranto purpitagno 'muro sottile tra due vani' e piu in la dell'alto engad. partaun 'architrave', Bergiin parpaun, surselv. id. 'barriera' e gli etimi proposti in un primo tempo (*perpannium da pannus; *perpedlineus) dovrebbero cedere all 'intuizione di Alessio (RLiR 17, 192) che parte dal lat. perpes, etis 'ininterrotto, collegato' donde appunto *p er petane u s . II Corominas (DCELC 3, 748-50; 4, 1062s.) sottolinea la specificita srchitettonica dello sp. perpiaflo (primariamente aggettivo associato ad arco: 1506, Palencia; 1552, Vil­lalpando ), forse forma dialettale aragonese o leonese col trattamento locale di /e/ (il portoghese perpianho sarebbe a sua volta castiglianismo o leonesismo ), riproponen­do dubitativamente un etimo lat. tardo p er pen d i um 'equilibrio, posizione a piombo' (cfr. perpendfcitlum 'filo a piombo') a suo tempo gia proposto con vari argomenti da G. Paris: da scartare sarebbe invece, per carenza di fondamento semantico, la proposta *perpedaneu di Tuttle (RRQ 7, 351) e Malkiel (AGI 36, 68­72) che pure si adatterebbe bene soprattutto agli esempi salentini (dove Iti intervo­calico efacilmente prodotto di strengthening fonologico ossia di una regola antileni­tiva: cfr. nitu, pete ecc.). Le corrispondenze catalane perpany (Maiorca), perpeny (Minorca), ant. (1435, Valencia) perpeany parlerebbero comunque in favore di quest'ultimo: e infatti il Corominas (DECLIC 6, 508) conferma l'ipotesi classifi­cando sotto peu piede' queste voci nel senso primitivo di 'pietra, elemento strut­turale che va da un lato all'altro'. Le forme istriane, che entrano di diritto in que­sta costellazione, non si giustificano direttamente da quest'etimo ma richiedereb­bero semmai una retroformazione di pimpigno dal derivato pimpign61 (lil tonico della forma semplice non einfatti spiegabile altrimenti): e in ogni caso, sia per fone­tica che per semantica, troverebbero la migliore collocazione esattamente sotto per­pendium o ancor megli o sotto *p e r pen d i are , come esiti deverbali ( che ad ecce­zione della variante valenciana darebbero ragione dell'intera famiglia romanza). Nota: sigle ed abbreviazioni bibliografiche sono quelle generalmente in uso. Per il resto cfr. Appi­Sanson 1970 = E. e R. Appi -U. Sanson, Aggiunte af 'Nuovo Pirana'. Vocabofario friulano -Zona di Budoia. Udine, 1970; Cerasuolo Pertusi = M.R. Cerasuolo Pertusi, II contributo defl'etimofogia per la storia deffa neofatinita istriana, in corso di stampa; Hubschmid 1968 = J. Hubschmid, Bezeichnungenfiir Erika und andere Striiucher, Gestriipp und Auswiichse, Vox Ro­manica 2712, 319-59; Marzell = H. Marzell, Worterbuch der deutschen Pffanzennamen, Leipzig 1942ss.; Nemnich = P.A. Nemnich, Affgemeines Polyglotten -Lexikon der Naturgeschichte, Hamburg 1793ss.; Patriarchi 1821 = G. Patriarchi, Vocabofario veneziano e padovano, co' ter­mini e modi corrispondenti toscani, Padova; Pedrotti-Bertoldi 1931 = G. Pedrotti e V. Bertoldi, Nomi dialettali del/e piante indigene del Trentino e del/a Ladinia Dolomitica, Trento; Pellegrini 1964 = G.B. Pellegrini, Introduzione a G.B. Rossi, Flora popolare agordina, Firenze; Pellegrini 1982 = G.B. Pellegrini e A. Zamboni, Flora popolarefriulana, Udine; Rohlfs 1969 =G. Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti. III, Sintassi eformazione delle parole, Torino; Rolland = E. Rolland, Flore populaire de la France, Paris 1877-1911; Soravia 1877 = P. Soravia, Tecnologia botanico-forestale della provincia di Bellu no, Belluno; VS = Vocabolario si­ciliano, promosso da G. Piccitto. Catania-Palermo, 1977ss.; Zamboni 1987-88 = A. Zamboni, Lat. iuniperus: note specijiche e riflessioni generali sul contatto latino-germanico. Incontri lingui­stici 12, 73-89. Povzetek BENEŠKA IN ISTRSKA ETIMOLOGIJA Išče se. etimologija za ben. b(r)usicio (Juniperus communis); ker se beseda v podobni glasovni podo­bi pojavlja tudi v vzhodni Benečiji, se avtor nagiba k mnenju, da je morda vendar treba upoštevati slo­vensko podstavo bod-. Pri tem navaja številne primere iz Pleteršnika: hodec, bodek, bodeŽ, bodič. -Istrsko predbeneško pimpigno dokazuje arhitekturno svojskost istrske hiše. Verjetni vir je lat. perpeto­neus (perpes 'nepretrgan'), cf. lat. perp~ndium in *perpendi'llre.