ESCE AE SABATO LOTTIAMO PER LA FRATELLANZA ITALO - SLAVA E PER IL RISPETTO DEL TRATTATO DI PACE La nostra Lotta ORGANO DELL' U. A. I. S. DEL CIRCONDARIO ISTRIANO TERRITORIO DI TRIESTE DIREZIONE . REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE: Via Battuti 301 CAPODISTRIA, Tel. 70. • In 3“ e 4a pag. LA RELAZIONE COMPLETA DEL COMP. BABIC ABBONAMENTI: Zona B: anno Jugi. 1.440.—, semestre jugl. 730,—, trimestre lugl. 390.—. — Zona A: anno L. 2.880,—, semestre L. 1.500,—,. trimestre !.. 780.—. — JUGOSLAVIA: anno din. 480.—, semestre din. 250.—, trimestre din. 130.—, ., ANNO I. — N.o 1 — UN NUMERO JUGL. 7.-DIN. 2.-L. 15.- SABATO, 4 SETTEMBRE 1948 Non era possìbile che il circon- dall’Amministrazione militare del- dario dell’lstria dee Territorio di Trieste potesse rimanere a’neo-ra per l’innaiui privo di un suo giornale. Già da parecchio tempo se ne era avvertita la necessità. Questa è addirittura diventata impellente con il progressivo potenziarsi delle attività della sua popolazione nei rami più svariati, Era ovvio che altri giornali.' stampati fuori de: circondario non potessero far fronte a questa esigenza, per quanta- buona volontà, comprensione e perizia ci méttessero nel porre in rilievo i momenti più importanti della vita politica, sqciale, economica e culturale ohe qui si svolge. La lotta di liberazione nazionale combattuta eroicamente dal nostro popolo ha dato- ad esso, fra le altre, una conquista che è della maxima importanza per tutto il suo futuro sviluppo, cioè 1 poteri popolari. Per comprendere l’importanza di una tale conquista basta pensare che un paese può essere dotato di tutte le ricchezze nadirali che la natura può offrire all’uomo, senza essere in grado di sollevare le sue masse lavoratrici dalla fame e dalla miseria; e ciò perchè quella classe che lo domina non è in grado di potenziare tutte le at-' tività nell’interesse della società. Dall’altra vi può essere un paese che ad esempio è stato distrutto completamente da una guerra tremenda, che si riprende in brevissimo tempo, porta la produzione ad un livello mai visto nella sua storia, e tutto ciò perchè la vita produttiva non è più manovrata nell’interesse di alcuni ma* gnati, proprietari terrieri ecc.; ma bensì nell’interesse di tutta la collettività. Sono cioè i lavoratori stessi che esercitano 11 potere, ed essi si servono di questo contro gli sfruttatori, gli affamatoti, gli speculatori onde produrre meglio, organizzare meglio là produzione; fare in una parola meglio di aue] che non hanno tatto loro, quando erano al potere. Noi certamente non possiamo concepire 1 poteri popolari nel nostro circondarlo senza l’appoggio costante e l’aiuto fraterno che ci è stato sempre fornito MiiiiiiimnniiiiiiiiiiiiiiiiimMiiiiiiiiuiuHiiiiiiiiii I MARTIRI SONO TRA NOI Diciotto anni fa, cadevano sotto i: piombo dei sicari fascisti i quattro martiri: Bidovec, Miloš, Valenčič e Marussič. Essi sono l’esercito jugoslavo, non possiamo cioè concepirli senza il carattere profondamente democratico di quell’Armata. Ciò che il nostro popolo ha conquistato nella lotta di liberazione è riuscito a mantenerlo grazie a questo fatto. Quanto ciò risponda al vero basta riflettere che la conquista fondamentale del popolo nella zona A amministrata dalle truppe anglo-americane, i poteri popolari, non ha , potuto essere conservata proprio perchè quell’esercito non è un esercito del popolo dati 1 fini cui esso serve. Esso è l’esercito che è chiamato a difendere gli interessi, dei magnati della finanza e dell’industria. Il Governo militare anglo-americano non ha lasciato che il popolo godesse delle conquiste della lotta di liberazione e non poteva lasciarlo per il semplice fatto che esso rappresentava non gli interessi dei lavoratori, ma bensì quelli dell’imperialismo angloamericano sul piano internazionale e della vecchia classe conservatrice e ceazionaria sul piano locale. LA RISOLUZIONE CONCLUSIVA Là Conferenza del P. C. del co fra il PCJ ed 11 Partito bcl-Territorio di Trieste che ha scevico dell’Unione Sovietica avuto luogo il 29 agosto 1948, ed in special modo il materia-ha accettato previa relazione le del V. Congresso del PCJ politica e relativa discussione, onde coonscere l'essenza del le seguenti dissidio ed approfondire le lo- n*» t >4 » 1.1 > To nozioni ideologiche; Decisioni. 6 ESPRIME la convinzione 1. La Conferenza approva che questo dissidio ideologico integralmente la linea politica verrà risolto néll’interesse dei-tenuta dal OC dopo la pubbli- ia verità e del movimento coesione della risoluzione del- munista Internazionale. E’ MORTO ZDANOV LA CONFERENZA DEL P. C. DEL T. di T. AD ISOLA CONTINUEREMO A LOTTARE COME NEL PASSATO l pax nlsti in merito alla situazione nel PCJ; 2, niera pili asari sionista di viđali e del suo gruppo che si propone lo seo 7. INVITA tutti 1 membri dì stringersi ?n questo difficile a) CONDANNA nella ma- memento ancor maggiormente i pid «sura l’attività fra- nt?rno al loja Comitato Cen- Unta, di condurre una lotta Con la morte del comp. Zdanov il movimento comunista e quello democratico mondiale hanno perduto un combattente impareggiabile. Fedele agli insegnamenti dei grandi maestri dei lavoratori Lenin e Stalin, ed animato dalia più pura dedizione rivoluzionaria, egli ha consacrato tutta la sua vita, alla causa del pro.eta-riato e dei lavoratori di tutto il mondo. iiiitmtniiiimiMiiiiU 1111111111111(1* mocratiche del Territorio di docisa contro i frazionisti, gli Trieste a smascherare Viđali po — sfruttando la risoluzione °PP”tunisti di tutti i colori, i e tutti i disgregatori dell’unità traditori del movimento _ rivo- del nostro movimento demo-luzionario nel Territorio di cratico e continuare sotto la *rieate a diLCOntÌn4UK-,Va lfl; Provata guida del Partito Cota sulla linea stabilita dal munista k, lotta aliena da dell’U. I. — di condurre il no stro Partito e tutto 11 movimento democratico sulle posizioni del peggiore degli opporr _ ... . , __ „„ delta“!«6 esse iuta KtSna* del"'TeHftoriTd^Triesta nel- compromessi contro Hmporia- rii «ea« wri le 1,a^0sto dell° *»™* ann°- Per hsmo p8r la vittorla del5a ve' condizioni6]per un “passaggio 1 diritti democratici del popolo ra democrazia nel Territorio anerte fu dizioni S bestino, seguendo cosi lo tra- di Trieste. Condanna dei frazionisti e dei congresso illegale di Viđali - La Jugoslavia marcia verso il socialismo -1 dissidi ideologici verranno risolti - Lotta decisa contro i traditori sulla linea stabilita dal congresso costitutivo Poi nella discussione Interviene ! vimento popolare che non vuol il comp. Galimberti il quale fra sapere più del parlamentarismo, della sua annessione all’Italia; b) la campagna denigratrice contro la Jugoslavia democratica ed 11 potere popolare nella zona B, che viene condotta dal gruppo frazionista dl Viđali sulla stessa linea ideila campagna dell’imperi aliamo Internazionale e del CLN delta reazione locata. 3. PROCLAMA il cosiddetto congresso dei frazionisti di Viđali come illegale e come tale definisce tutta la loro attività futura; 4. a) CONSTATA che la risoluzione dell’U. I. ò stata la causa ed il movente principale delta rottura dell’unità del Partito e di tutto il movimento democratico del Territorio di Trieste, perchè ha dato la W __________ ___________ possibilità al frazionisti, agli morti attestando davanti al mon- , opportunisti di tutti i colori, aperto su posizioni revisioni- ... ste nei confronti di Trieste e d,zloni rivoluzionarle del no- stro erpico Partito; 8. INVITA tutte le masse de- Morte al fascismo I Libertà ai popoli! Domenica 29 agosto ha avuto luogo al teatro «Arrigoni» di Iso. la La conferenza del PC TT alla presenza di 200 delegati della Zona A e di 150 delegati delia Zona B. La sala era stata addobbata in maniera semplice; Le bandiere rosse e quelle stellate pendevano al fianchi di' paleoscnico. Sullo sfondo rosso del medesimo erano posti i ritratti dei grandi maestri del proletariato Marx, Engels, Lenin, Stalin e quelli del dirigenti del popolo lavoratore jugoslavo e Italiano Tito e Togliatti. In mezzo ai ritratti spiccava- una grande falce e martello. Ali’ingiro sui muri della sala sì scorgevano dele grandi scritte come: «La teoria Rivoluzionaria non è dogma ma una guida per l'azione» — «Il Frazionismo nel Partito è un’agenzia dell’imperialismo», scritte che bollavano a fluoco i nuovi traditori del popolo lavoratore triestino. Alle ore 9.40 il cornp. Maule apre la conferenza. Dopo l’ele- zione della presidenza il comp. Ukmar in nome d-; questa prende la parola. Egli spiega come ta j bero'moUe^cose. ^milTergò- fnrortva cttat.a r>nntrr\r>ota 1 _ l’altro dice: I trozkisti hanno imposto aä Partito una discussione generale sulla mozione Vldaii dimenticando nel frattempo che i compagni dei Comitati di fabbrica venivano gettati sul lastrico, dlm.nticando la lotta per tt rispetto dei trattati di pace. Essi hanno attaccato quella direzione che in tre ann; di dura lotta ci ha portati .di vittoria in vittoria. Coloro che vogliono liquidare la fratellanza italo-slava e le nostre organizzazioni di massa sul loro llb Ilo non parlano di fratellanza italo-slava ma d; pacifica convivenza con la quale otterreb conferenza sia stata convocata per dare un chiaro orientamento al Movimento Democratico del nostro Territorio, necessità impellente specie dopo il Congresso Illegale, demagogico, pieno di calunnie dei frazionisti di Viđali. Indi viene fissato l’ordine del giorno. Accolto da applausi, ha la parola il comp. Babk il quale nella sua relazione politica analizza profondamene! la situazione venutasi a creare in seguito alla Risoluzione dell’Ufficio informazioni nelle file del Movimento Democratico del nostro territorio. Alla fine sul Relazione il comp. Babic viene salorosamente applaudito. Prende successivamente La- parola il comp. Maule il quale nella sua relazione sviluppa in maniera concisa U problema organizzativo del Partito. ; menti gli offre pure «Voce Libera»; da ciò si"può credere che la loro linea è la negazione della lotta che abbiamo finora sostenuto contro l’imperialismo. Il loro fine è quello di dare Trieste alla Italia di De Gasperi ciò che non lo permetteremo mal. Dobbiamo fare opera di chiarificazione fra 1 nostri compagni per portarli nuovamente nella lotta contro Fimiperialismo »appoggiati dàlia Jugoslavia di Tito.» In seguito 11 comp. Mrateh tiene il referato mettendo In rilievo le Intenzi ni del gruppo Viđali e la loro azione ne! confronti delle organizzazioni di massa. Interviene - nella discussione il comp. Srečko il quale dice fra l’altro: «Noi abbiamo più tipi di fronti pcpoìari. In Jugoslavia il fronte popolare significa abbandono delle coalizioni, significa largo mo- ai nazionalisti ed al dichiarati nemici di classe, di rompere il movimento rivoluzionario triestino nell’Interesse esclusivo dell’imperialismo a della reazione locale; b) che le affermazioni della risoluzione dell’U. I. non rine nazionale e somale i". quale spondono all« «al« situazione ha in buona parte realizzato le nel pcj e nemmeno aHa 9itua-aspirazioni dei caduti di Baso- ZÌQne ne, suo c0mples90 nel-vizza. Questi sono gli eroi del la Jugoslavia, la quale marcia nostro popolo che da tanti anni decisamente verso il sociali-ormai combatte una battaglia smo; giusta, conseguentemente rivolu- i 5. INVITA 1 membri del do che il nostro popolo non poteva vivere in un regime di oppressione e che esso combatteva per la sua libertà. L’eredità progressiva che essi hanno lasciato è stata fatta propria dal nostro glorioso movimento di liberazio- : SCIMMIA /k ,®ISQ!M®I GERMANIA*. ANNO ZERO — Questa è la razione ufficiale per una settimana di una fa-4 miglia composta di 5 persone. Essa consiste in 250 grammi di pane, di 100 grammi di zionaria neìrTnteresse suo e del Partito k*stùdìare*tuÌto*il ma-j miele, di 125 grammi di pesce secco, di 140 grammi di grassi, di 2500 grammi di patate, movimento democratico interna- teriale che si riferisce alla di 25 grammi di marmellata, di 30 grammi di surrogati di caffi e tè, di 250 grammi di eionale. questione del dissidio ideologi- ! cereali secchi, di 150 grammi di formaggio e infine mezzo chilogrammo di verdura fresca. I; portavoce dei circoli italiani più reazionàri e fascisti, il «Messaggero Veneto», si sta accanendo nuovamente contro le scuole slovene. Approfittando di una situazione di particolare disagio e di incertezza e servendosi dell’aiuto insperato che in questa è simili campagne gli viene offerto più o meno coscientemente dalla cricca nazional-comuni-sta. capeggiata da Viđali, esso parte '-ancia in resta contro e purtroppo ridotte conquiste della lotta di liberazione della popolazione slovena nel nostro territorio. Qualificare l’azione condotta dai circolori reazionari italiani contro le scuole slovene, come fascista è veramente troppo poco. Si rifletta soltanto alla lunga opera snazionalizzatrice condotta dal fascismo ai danni della popolazione slovena. Gli attacchi violenti sferrati dai fascismo contro la popolazione slovena non hanno sortito alcun effetto. Gli sloveni hanno conservato tenacemente e la propria lingua, nonché costumi, cultura propria ecc. IL CONGRESSO DELLA PROVOCAZIONE Dopo che vari articoli avevano messo, già prima del Congresso, molto bene in vista. U carattere provocatorio dello stesso, sard utile vedere più da vicino in cosa consiste principalmente la provocazione. Scorrendo la Risoluzione conclusiva del Congresso «azionai. comunista possiamo a prima vista constatale co»me essa sia pregna di uno spirito profondamente demagogico che ricorda molto da vicino risoluzioni consimili di movimenti frazionisti comparsi nella storia del movimento rivoluzionario internazionale: al neocostituito Partito -manca soltanto l’cvpellativo di antifrazUrnìsta per autoquaUficarrsi. Da tendenziosità non è da meno deila demagogia specie quando si vorrebbe insinuare che le porte del partito sono rimaste finora chiuse «agli quando andiamo a vedere quali sono i «principali compiti che si presentano da questo momento all'attenzione del partito» possiamo constatale che la provocazione non lenta neppure di nascondersi e vorrebbe avere una portata che sorpassa di gran lunga i limiti dell'esiguo, sìa pur importante, ambito di Trieste, per investire fattori ben più importanti e c,oè il PCJ e la nuova va Jugoslavia in genere. Difattl, il secondo compito, per ordine di importanza, fra la decina ere il Partito naz.onal-comunista si è prefisso, sarebbe: «procedere ad una investigazione generale sui fatti e sulle circostanze che hanno determinato, o comunque predisposto, la perdita di vari compagni, in parttcolar modo dirigenti di primo piano dei Partito, durante la lotta illegale e lega lei- operai, ai lavoratori coscienti e j Non può sfuggire all’attenzione il combattivi, ai contadini, poveri, fatto che dietro alla frase «in agli elementi progressisti onesti» | particolar modo dirigenti di pvi-trimanendo invece aperte per 1 j mo piano del Partito» si nascon-conta-i'.ni ricchi, per i nazionali- ! da il tentativo di dar corpo ad sti mascherati, per i disonesti ed una delle più orribili calunnie che la reazione triestina ha sempre lanciato all'indirizzo del 'movimento democratico triestino e cioè che «devono essere stati gli slavi d'accordo con la polizia segreta tedesca a far sparire Risoni, Frausin ed altri». In altri termini si tenta di far credere che già dal lontano 1943 «gli slavi, nelle loro pazza sete^ii efìpcnsio-o per fw sparire altri elementi sospetti. Certamente maggiore offesa alla classe operaia triestina e a tutta la popolazione democratica non potè. va . ven'r fatta tentando di far credere che a guidarla in questi lunghi anni della storia mgilio-re di Trieste sia stato un Partito di nazionalisti e di kulak. Tutto cip appare già in un rapido esame della risoluzione. Peri ne» abbiano agito i genuini rappresentanti del comuniSmo internazionalista per potersi poi più facilmente camuffare da comunisti e tentare la conquista di Trieste. Ma non solo Ciò. E’ più che chiaro che organizzare d’accordo con la Polizia degli occupatoci, la sparizione del dirigenti genuini del comuniSmo triestino non può significare altro che vero e proprio crimine e quindi criminali della peggior specie sono coloro che hanno ciò fatto e naturalmente gli ispiratori. Non è nessun mistero per alcuno che la lotta contro l’occupa-tore nazista è stata condotta, nella regione Girila e a Trieste, specialmente dopo il 1943, dial movimento democratico, di quésta regione e città, sotto la guida del P. C. J. Con ciò i veri criminali, degni di Hitler e Mussolini, sono i dirigenti del P. C. J. i quali hanno ispirato la sparizione dei genuini rappresentanti del ComuniSmo triestino per realizzare più facilmente l’espansione verso Trieste. Inoltre «estendere l’investigazione al periodo della lòtta legalé ed illegale» significa, che i Yappresentatni, anzi gli agenti, Specialmente in questa azione si deve distinguere il carattere provocatorio del movimento na-ztonal-comunista capeggiato da Viđali, il quale, approfitta della risoluzione dell’Ufficio d’informazioni sulla situazione in seno al P. C. J. per poter gettare. il discredito non soltanto sul P. C. J. ma sul movimento comunista internazionale che, ha generato dal proprio seno un partito, quello jugoslavo e la sua «appendice» triestina, guidato , da capi capaci di qualsiasi crimine. Con ciò il tentativo di gettare ombra sul movimento democratico In generale accostandolo al fascismo che di questi metodi, imputati «agli slavi», sì è .largamente servito. Ciò costituisce indubbiamente uno degli aspetti più perfidi e pericolosi di tutta la provocazione inscenata a Trieste da Viđali e dai suoi agenti dopo la pubblicazione della risoluzione dell’Ufficio di Informazioni. Il tentativo di fair credere che da anni una delle principali cure «degli slavi e dei loro agenti a Trieste» era quella di far sparire gl’internazionalisti ha pure per obiettivo di snaturare la lotta di liberazione nostra facendola Apparire come una azione non dissimile da movimenti di brigantàggio e ciò in piena armonia con gli sforzi che fanno gli imperialisti e la. reazione internazionale dì individuare Ogni movimento di liberazione dei popoli oppressi come un atto di brigantaggio cui reprimetre con ogni mezzo. Chi non sa per l’appunto che propriamente la guerra di liberazione dei dei movimenti del genere? E chi d’altro cantò non distingue che incriminare tale movimento, o comunque i suoi capi, può, come minimo, discreditarlo e togliergli Ht suo contenuto profondamente democratico, progressivo e rivoluzionario? Infatti la provocazione è indirizzata in questo senso e rivela, considerandola anche da questo lato, ancor più gli obiettivi molto ampi che essa si propone. Certamente che accanto a tuttocìò non si deve dimenticare nè trascurare che essa tende, sul piano locale, ad intensificare l’opera di denigrazione nei confronti dei popoli jugoslavi e della loro lotta dì liberazione nonché dei suoi capi, tende a d.screditare ed a liquidare il trascorso periodo rivoluzionario in cui le masse popolari triestine sono riuscite, dapprima a conquistare il potere e poj, con l’occupazione, s. lottare vigorosamente e valorosamente contro gl’imperiati sii, tende a discrediatre quel partito e quei dirigenti che hanno diretto questa lotta. Quali obiettivi si propongano I nazional-comunisti sul piano lo- cale è Cosa ormài di dominio popoli oppressi come un atto di I pubblico che non richiede alcun brigantaggio da reprimere con particolare commento, ma non ogni mezzo.. Chi non sa per lo ! sarà mie sottolineare che le vel-appunto che propriamente la j leità revisioniste non si fermano . pcria’.ìsmo e contro la pace e la guerra di liberazione dei popoli a Trieste e al Territorio Liberò i democrazia. LE SCUOLE SLOVENE scioeiiìisiia Giù significa che questa realtà nazionale a Trieste e- nel suo Territorio non può essere cancellata da nessuna furia, da nessun provvedimento poliziesco e nemmeno con le baionette. Calcare oggi la «tessa strada seguitq, dal .fascismo non significa in sostanza altro che potenziare agli estremi limiti la volontà della popolazione slovena di questo territorio di difendere la sua individualità nazionale. Sarà bene però rilevare, a questo punto che sotto il termine di individualità nazionale non si debba intendere soltanto la libertà di espressione delle forme esteriori della nazionalità, ma bensì anche la possibilità pratica per un dato popolo di svolgere indisturbato ed in Condizioni favorevoli tutte le sue attività, comprese quelle di carattere economico. I circoli reazionari di Trieste che si appoggiano all’agonizzante imperiali-amo italiano vogliono invece soffocare in questa zona qualsiasi segno che testimoni l’esistenza di una altra nazionalità proprio per rafforzare le loro posizioni economiche e politiche dominanti per far di Trieste la base di una futura aggressione contro la Jugoslavia democratica. A questi signori non è servita minimamente una tremenda lezione storica. Non ii ha smosso il pianto delle donne italiane i cui figli, mariti e fratelli sono stati mandati a morire sui campi 'di battaglia nella Jugoslavia, nell’Unione Sovietica é altrove. Essi si sono intestarditi e vogliono ripetere ancora una volta quanto ha tostato già tante lacrime e tanto sangue. E’ necessario che'a poco à poco penetri in tutti la convinzione-che i rapport; etnici nei territori a nazionalità mista hanno da essere regolati sulla base del libero sviluppo delle energie dì ogni popolo. Quantunque là stolta abbia fornito già molte lezioni. gli oppressori delle nazionalità; bisogna purtroppo insistere ancora tenacemente che ‘.e snazionalizzazioni violente sono ^täte ormai superate dato il progressivo elevarsi delia coscienza Sociale e nazionale delle masse popolari. Una cultura nazionale (che poi non è possibile senza il suo relativo fondamento, economico e sqciale) non si puù difendere coi provvedimenti che si esigono da un governo militare, da un • provveditorato agli studi, e nemmeno con le baionette. Una cultura nazionale può conservarsi, rafforzarsi, svilupparsi, avere forza di penetrazione presso gii altri popoli soltanto quando il popool che ne è il portatore ha in sè energie economiche. sociali, politiche, ideologiche che ne facciano fattore positivo e rivoluzionario neila storia dell’umanità. jugoslavi è stata il prototipo, la , di Trieste ma vanno ben più in forma più completa e compiuta là,, sulla linea della reazione trie- stina, italiana ed internazionale, la quale «non può dimenticare l fratelli palesi, fiumani e tutti gli altri». Difatti Viđali non ha dimenticato questi «fratelli» ed ha cercato immediatamente con essi contatto, per vedere se era possibile organizzare, con essi, Sa lotta contro il potere popolare. Soltanto che ì «fratelli» disposti a questo non sono e non potevano essere gli operai, i lavoratori, gli elementi onesti in genere ma soltanto i nostalgici di un ordinamento sociale che è ormai definitivamente scomparo s e non troverà mai più la via del ritorno e Viđali- ha trovato al suo fianco, come era naturale enon poteva esser diversamente, tutti i traditori, i sabotatori ed t kulak. ' Le macchinazioni provocatorie di Vi dali e dei suoi agenti assumono così un carattere internazionale e sì inquadrano compieta-mente nel vasto piano di provocazioni dei guerrafondai, di tutti coloro che vorrebbero rive elevi menti di liberazione hanno riu-re i Trattati di Pace, che vorrebbero far cancellare quanto t mossilo, a far entrare nei trattati di pace; e ciò nell’interesse dell’im- significa che le masse richiedono dal Partito che le guidi II che rispecchia la profonda metamorfosi subite dalle masse con la ion» profonda poUtlzzazfone. Possiamo ben affermare che In nessuna parte d’Europa troveremo un fronte così avanzato nello sviluppo come in Jugoslavia. In queste situazioni il P.J. dovette andare profondamente nel Fronte Popolare e ci può essere stato il caso di essersi trovato privo di quadri sufficienti. In Italia invece Il fronte popolare ha un significato diverso, esso rappresenta una coalizione più o meno larga dei vari Partiti sorta per la necessità delle elezioni e della lotta parlamentare.» Successivamente prende la parola Buie, il quale rileva come noi avevamo commesso l’errore di non valutare giustamente il banditismo politico che si nascondeva, nell’azione antirivoluzionaria di Viđali.e dei suol seguaci. Terminato l’intervento del cojnp. Buie ha la parola il comp. Gino. Nella sua relazione viene fatta _ l’analisi della situazione della zona B alla, luce degl; adier-ni avvenimenti è trattata col prendere in esame diversi fattori i quali danno un quadro esatto della situazione e dei successi raggiunti eoi potere popolare appoggiato dalla Jugoslavia di Tito. •Intervengono nella discussione altri compagni. Così notiamo l’intervento del comp. Vojmfr. sulla situazione creatasi nei Sindacati dove è stata portata la lottura dai frazionisti. Di questa relazione daremo un riassunto dettagliato nel nostro prossimo numero. Seguono I compagni Vojo Godina. La compagna Zenfilin, Il comp. Medlzza il quale analizza la situazione dei Sindacati nella Zona B. Poi prende La parola il comp. Laurenti il quale dice fra l’altro: «Specie per noi della Zona B la Risoluzione 'dell’Ufficio informazioni è . risultata un’assioma Certi non l’hanno neppure letta e non si sono scomodati di analizzare se c’erano dei controsensi. Spetci alimente a noi che siamo in slatto contatto con la Jugoslavia la quale ci da tutti gli aiuti possibili per risolvere 1 nostri problemi ci è riuscita in-comprenslblle.» Ed ancora: «Noi ci siamo sempre preoccupati di colpire gli elementi ricchi i quali sono i primi in tu testa a lottare condro i poteri popolari. Si siamo rivolti alla Jugoslavia perchè venissero a darci il loro consiglio per rafforzare t nostri Poteri popolari e la nostra lotta contro l’imperialismo. Questi ci hanno richiamato sulla necessità della lotta contro i kulak nelle campagne, dicendo di accelerare i tempi; 11 che significa eh? in Jugoslavia si acceleravano i tempi nella,lòtta contro I kulak. Le loro parole sono sempre state quele di lotta a fondo contro l’imperialismo non ascoltando le lamentele, ma sradicando 1 nemici che l’imperiai ismó cerca di infiltrare nelle nostre file.» E più oltre; «Vorrei che quelli di Trieste andassero in Jugoslavia, vorrei ringraziare Loredana Burifnl la quale mentre stava abbandonan-I do la battaglia. contro i professori »del CLN mi permise recandomi in Jugoslavia per.risolvere il problema delle cultura Italiana derivato dalla scarsità de; quadri, poter parlare coi compagni Italiani residenti, colà. Questi tratteggiando Là situazione esistente nel Paese si meravigliarono della maniera in cui era stata redatta la Risolu-zicne dell’Ufficio d’informazioni la qual:- ebbe alla base un effetto producente. Così. Il nostro popolo lavoratore accettò l’appello lanciato dal CC PCJ e non c’è persona onesta che non sia d’accordo col CC e non appoggi incondizionatamente l’opera di' Tito.» Verso la fine' ‘del suo intervento il comp. LaurentI afferma decisamente: «Tutto ciò dimostra che la Jugoslavia sì trova saldamente alla vìa del Socialismo.» Terminata l’esposizione del 9omp. Laurenti molti compagni che si erano anunciati per la discussone hanno rinunciato a prendere la parola data l’ora tarda. Alla fine è stata proposta dal compagno Babic una Risoluzione ch_ parole la fedeltà al Partito bolscevico, elTUnione Sovietica ed a Stalin. Ha chiacchierato inoltre dell’unità internazionale che sarebbe stata spezzata dalla Jugoslavia, ha parlato dell’anti-sovietismo del Partito jugoslavo e dei suoi agenti nel nostro Partito, consacrando a tale riguardo la parte principale della sua relazione a bassissimi e vili attacchi a singoli membri della direzione del nostro Partito, unitamente a calunnie, menzogne, insinuazioni, pur di insozzare agli occhi delle masse i combattenti conseguenti contro l’imperialismo. Il marxismo-leninismo diviene nella bocca di Viđali una semplice frase di cui egli si serve per manovrare; lo addatta alle accuse che egli pronuncia sul conto dei migliori membri di Partito che non concordano con la sua linea liquidatrice. Accusando gli altri di nazionalismo egli cerca effettivamente di nascondere 1: suo nazionalismo, il quale, peirò in (ondo, traspare quando oltre ad altro piagnucola che fino a ieri abbiamo troppo lodato il PCJ e torppo poco quello italiano. E’ giunto fino al punto di accusarci di essere noi gli agenti dell’imperialismo anglo-americano per nascondere con questa accusa la sua agenzia americana. Parlare della critica e dall’autocritica senza che ivi siano argomenti concreti, è privo di senso. In quanto poi Viđali si sia 'lasciato andare ad argomentazioni su una democrazia nel Partito, sull’autoiniziativa, sui metodi del deapotismo turco che fino a ieri avrebbero regnato nel Partito ece., tutto ciò contraria nettamente con quel che egli effettivamente fa. Peggiore terrorismo e dispotismo turco, antidemocraticità come essa si esprime nel modo di procedere di Viđali, non è dato di trovare altrove. Lo stesso congresso è stato organizzato secondò i metodi del peggiore terrorismo turco. Tutte le sue parole sulla critica e suH’autocritipa sono perciò delle semplici frasi. Tutta la relazione che avrebbe dovuto' trattare le questioni sulla base di un certa posizione di principio casca invece molto in basso sul piano della calunnia senza principiò, dèlia deformazione dei fatti, delle insinuazioni, fratellanza italo-slava, non si chiarisce però come questa unità verrà conservata, la dove dall’altra parte essa stessa viene spezzata, come anche viene spezzata nel quadro dell’Osvobodilna Fronta con la creazione di una nuova organizzazione. Nulla di concreto non vi si trova. Tutto è detto invero in bella forma, ma dopo aver letto rimani là dove ieri e riconosci che questo sono frasi vuote, che contengono numerosissime contraddizioni. Tale è stato ii] cosiddetto compagno di Viđali, il congresso delle chiacchiere, altisonanti, della lotta senza principi e delle contraddizioni, il peggiore che si sia avuto da quando a Trieste esiste il movimento operaio. Ciò del resto è negli scopi di Viđali: nulla di concreto, tutto compreso in dichiarazioni, perchè la lotta concreta per la difesa del Trattato di Pace per la democratizzazione della nostra vita pubblica, per migliori condizioni e-conomiche della nostra popolazione, la ricerca del modo come mobilitare ile masse più larghe sulla base di queste questioni concrete eoe. tutto ciò per Viđali non è necessario perchè contrasta con i suoi scopi nascesti tendenti a portare Trieste in braccio all’Italia di De Gasperi. E se in fine diamo uno sguardo al neoletto CC di Viđali, scorgiamo in esso la personificazione della sua linea di una linea che non è proprio a un partito comunista rivoluzionarlo. Nel CC di Viđali siedono gli oppor- tunisti di iutti i colori, in genere elementi che in maggioranza non hanno provato la lotta di liberazione nazionale, elementi che fino all’ultimo giorno si sono nascosti nelle loro case rifiutando qualsiasi collaborazione quando li si invitava ad un’attività Illegale, elementi ohe non si sono mai trovati sulla linea del Partito, ma sempre in opposizione, elementi che erano abituati a chiacchierare .per delle ore senza riuscir a dire qualcosa di sostanziale ed infine elementi come Enrico Malalan che fino a poco fa aveva mentenuto le migliori relazioni con Cok, che egli considerava come un uomo a posto (a noi rimproverano poi di esserci trovati sula linea di Vesel e di Agneletto) un uomo che immediatamente dopo la pubblicazione della risoluzione deli’UI aveva dichiarato di preferire la vista dei carabinieri a quella dei «drusi» ed infine alla testa di tutto ciò l’agente americano Viđali. Veramente fatte alcune eccezioni di persone forse in buona fede, Viđali non ha potuto scegliersi una compagnia migliore, degna di Cui e della sua criminale ariana politica. Non è poi strano se gli inglesi invitano i rappresentanti del Fronte d’indipendenza a mettersi a fianco di Vidall ed appoggiare così la sua posizione. Non sappranno che cosa i rappresentanti del fronte dell’indipendenza abbiano risposto a questa fichi est a degli inglesi). La nostra posizione nei confronti della risoluzione dell'U. L In una tale situazione, compagni, si 'riunisce la conferenza o-dierna. Potremo parlare ancora metodi più su ciò che fa Viđali ed il suo gruppo frazionista e che chiaramente dimostra il carattere controrivoluzionario, nazionalista e disgregatore di questo gruppo. Contro di esso è necessaria la lotta più aspra. Una tale analisi penso sia stata necessaria oggi, per lo meno nelle sue linee essenziali di principio, in quanto di ciò si è già scritto e parlato molto. Ora si pone davanti a noi la questione quale deve essere la nostra linea sia in rapporto alla risoluzione dell’UI, sia nei confronti della lotta concreta nel Territorio di Trieste. Ognuno certamente si è posta in questo momento la questione quale dove essere la nostra linea nei confronti della risoluzione dell’UI. Se da principio abbiamo sostenuto il punto di 'Vista che in tali questioni non ci si dveva pronunciare nè pro nè contro, ciò è avvenuto non perchè non avessimo una propria posizione, ma perchè assumendo in quel momento una qualsiasi posizione si sarebbe giunti a quelle conseguenze che prevedevamo e dove di fatto, sta- siamo convinti fermamente che la Jugoslavia marcia oggi rapidamente verso il socialismo guidata dall’attuale direzione del PCJ, che essa non potrà finire mai nel campo imperialista (come i suoi critici desiderebbero forse per giustificare le loro posizioni). Essa rappresenta invece e rappresenterà per l’Unione Sovietica l’appoggio più formidabile nella lottai contro l’imperialismo, come lo dimostra quotidianamente la sua politica interna ed estera (processi degli ustascia, dei cetnici, dei belogardisti e degli spioni anglo-americani, la Conferenza danubiana, l’azione comune con l’Unione Sovietica davanti al Consiglio di sicurezza nella questione di Trieste ecc.). Ancor meno poi possiamo credere all’affermazione che la Jugoslavia conduce una politica antisovietica e che essa respinge l’aiuto di questa e degli altri paesi a democrazia popolare nella costruzione del socialismo. La Jugoslavia non ha spezzato l’unità del fronte socialista come vorrebbero dimostrarlo i suoi critici, perchè semplicemente non può fare ciò, perchè non è possibile eliminarla semplicemente da questo fronte per mo arrivati. Noi ritenevamo in- mezzo di una qualsiasi afferma-fatti che la risoluzione dell’UI zionq. La logica storico politica può costituire la questione fondamentale della lotta politica quotidiana. Volevamo evitare di zionalismo a pro dei loro fini disonesti e controrivo.uziona-ri. Noi dobbiamo riorganizzare il nostro Partito nella zona A e metterlo in grado di sostenere con successo la lotta contro tutti i suoi nemici sulla base della linea rivoluzionaria stabilita dal Congresso costitutivo del PC del TLT. La linea fondamentale di questo congresso è assolutamente giusta. Ogni partito ha le sue manchevolezze e cosi è anche nel" nostro. Queste deficienze noi le dobbiamo correggere ogni giorno, ma non dobbiamo permettere che I nemici del Partito sfruttino queste per liquidarlo. La lotta per l’unità del Partito deve essere la parola d’ordiine fondamentale nella lotta contro i liquidatori di questa unità. La unità di tutte le organizzazioni di massa ed in primo luogo della UAIS -deve essere ugualmente una nostra parola d’ordine fondamentale. Dobbiamo rafforzare la fratellanza italo-slava nelle organizzazioni di massa considerandola come il fondamento di ogni lotta per i diritti democratici del nostro popolo. Dobbiamo rafforzare l’unità della zona A e B e non permettererai nemici di questa unità di liquidare cop la stessa parola d’ordine l’unità del movimento democratico nella zona B. E’ nostra linea fonda-mentale la difesa del Trattato di Pace e la soluzione definitiva di tutte le questioni relative al Territorio di Trieste.. Le prospettive del movimento democratico di Trieste sono grandi. Lo statuto permanente del Territorio di Trieste da ampie possibilità al movimento democratico di affermare la sua forza e conseguire successi decisivi nell’interesse della popolazione del Territorio di Trieste. Nella zona B dobbiamo conservare come fino ad ora l’unità di tutto il movimento democratico, rafforzarla ulteriormente, rafforzare e migliorare il nostro potere popolare. In questa lotta dobbiamo in primo luogo appoggiarci alla nuova Jugoslavia democratica che marcia decisamente verso il socialismo e che ci . può offrire un rilevante aiuto come l’ha fatto finora nella nostra lotta quotidiana, nonché alle forze democratiche dellTtalia. In questa lotta dobbiamo stare decisamente sulla linea del movimento democratico intemazionale guidato dall’Unione, Sovietica. Una tale lotta può essere però diretta soltanto da un partito di quadri del tipo di quello di Lenin e Stalin, il quale combatte conseguentemente per la purezza della sua linea rivoluzionaria contro tutti gli opportunisti e frazionisti, ed i rimanenti nemici del Partito. Un Partito di quadri legato attraverso le organizzazioni di massa con le masse popolari più larghe costituisce la maggiore garanzia che esso saprà assolvere ai suoi doveri rivoluzionari. Siamo convinti che il nostro Partito saprà opporsi, come l’ha fatto fino a ieri, con successo a tutte le difficoltà, che le saprà superare e combattere conseguentemente per i diritti del nostro popolo non perdendo di- vista la sua meta finale. Il nostro Partito deve essere legato con il movimento comunista e con quello democratico mondiale con l’azione e con la lotta concrèta. Il nostro Partito assolverà in questa maniera con la sua azione e nella massima misura i suoi doveri internazionalisti. Viva il Partito Comunista del Territorio di Trieste combattente sulle posizioni ‘conseguentemente rivoluzionarie della lotta contro l’imperialismo. non lo permette perchè la Jugoslavia sta tanto all’interno quanto all’esterno sa-dam-ente sulle giungere a ciò per conservare posizioni del socialismo: Qual- I voluzionario e continuare la nostra lotta sulla linea tracciata da 1 Congresso costituito dei che di tutte queste accuse e di tutta questa campagna contro la Jugoslavia e cosa si nasconde in PC del TLT, l’unica giusta e ' definitiva dietro a tutto ciò? In possibile nelle nostre condizioni. ! questo moménto ci interessa che Una tale posizione non è però j cosa è vero e che cosa non lo è, più possibile perchè essa non risponde ormai alla situazione attuale. Noi sosteniamo le posizioni della verità. 11 marxism o-non è un dogma, noi non possiamo accettare come verità alcuna cosa se di essa non siamo convinti, specialmente poi quando constatiamo ohe alcune affermazioni assolutamente non