ORGANO DELL' UNIONE ANTIFASCISTA ITALO-SLAVA PER 1L C1RCONDARIO DELL' ISTRIA IN QUESTQ NUMERO FOTHETE LE6GERE: I. pagina: a) Assembiee generali dei njenabrl del TUAIS b) «Lurida prosa?» c) La risposta di Dekani a «Demi okracija» II. pagina: I I !j"°. a) La cooperativa di Crasizza app lica il nuovo sistema b) Tram, autobus o liilovia a Pira no? c) Coime Portorose si prepara ad accogliere i turisti III. pagina: , j. » . j Y1J0 a) Esami di catechismo — di B. Nušič b) Problemi del nuovo stato libi co IV. pagina: ¡ J ¡ ; ! H ' Notizie sportive Direzione - Redazione - Ammin. Via Samtorio 26 - Capodistri.a telT 170 ÄMMÖ ¥ m 225 Gapodfctria, Lunedi, Ik gennaio 1952 5 Din. - 15 LIBE ABBONAMENTI: T. L. T. Zona Jugoislava e nella R. F. P. J. Anno din. 250.— sem. din 130.— ASSEMBLEE GENERALI DEI MEMBRI DELL'UAIS S TERMINÉ HELL9 AGGGRDO PER LA GOLLABORAZWNE EGONOMIO A GON GU STATI GNITI peí* garantiré il benessere e la pace Le dichiarazioni del nuovo ambcsciatore della R, F. P. J. a Roma, V. Velebit, sulla necessitá di sviluppare i rapporti economici e culturali fra I1 Italia e la Jugoslavia II 10 dicembre 1950 é stato indub. biamente una grande data per il nostro popolo lavoratore. Con entusiasmo i nostri cittadini in quel giorno hanno eletto gli 'organi üiri. genti delta loro massima organizza-zione política, del fronte popolare. L’UAIS — sorta dalla Lotta popolare di liberazione quale organiz-zazione unitaria delle nostre masse lavoratrici — con le elezioni del dicembre si é rafforzata sotto ogni aspettot dando anche in questa oc-casione un altro colpo alie mene re. azionarie delle agenzie irredentiste e cominformiste italiane e di Trieste, portando nuovo impulso e prospet. tive all’attivitá delle organizzazioni di base per la realizzazione costante del programma del Fronte. La partecipazione della stragran. de maggioranza della nostra popo-lazione alie elezioni é stata un’altra espressione della loro volontd di intensificare in ogni settore la lotta per il socialismo, di rafforzare con. tinuamente la fratellanza e l’unio-ne dei nostri lavoratori delle diver. se nazionalitá, di consolidare ulteriormente tutte le conquiste della lotta, riaffermando ancora una vol-ta in modo innegabile la loro decisione di vivere nella patria dei lavoratori, nella Jugoslavia socialista. Con il nuovo anuo la nostra or-ganizzazione si trova di fronte alia preparazione delle assembiee gene, rali annuali dei membri del fronte, attraverso le quali verranno eletti nello stesso tempo gli organi diri-genti delle org anizzazioni di base. Le assembiee generali dei membri delVUAIS che si terranno tra poco, hanno una grande importanza per lo sviluppo generóle della vita della nostra organizzazione, per il suo rafforzamento organizzativo e per l’httivitá futura. Esse rappresenla. no il bilancio di un armo di lavoro, di esperienze, di successi e di de-ficenze, bilancio che deve essere oggetto di discusioni, di critica e di autocrítica da parte dei membri del Fronte. Queste elezioni degli organi di base hanno un grande significato per l’ulteriore rafforzamento delVunitd morale e política delle nostre mas. se, per l’intensificazione della lotta per il socialismo contro tutti i ne-mici e per l’approfondimento della democrazia popolare. Esse, per il loro carattere —- espresso attraver. so le assembiee generali dei propri membri — hanno anche un profon. do significato per l’ulteriore svilup. po democrático delle forme di lavoro perció alia loro preparazione deve essere dedicata una cura partí, colare non solo dagli organi diri-génti della base, ma puré da tutti i membri del fronte. ■1 preparativa devono svolgersi in. tensificando specialmente l’attivitá alia base in tutti i sensi. Necessitá intensificare il lavoro di spiegazione alie masse dei problemi politici at. tuali internazionali ed interni che particolarmente in questi ultimi tempi sono ricchi di nuovi avveni-mcnti e successi delle forze demo-cratiche. Queste, oriéntate dalla política di pace, e di indipendenza della. nuova Jugoslavia, si sono visi-bilmente rafforzate smascherando le mire aggressive dell’Unione Soviética'e le manovre delle altre forze oscurantiste ed hanno ottenuto significan vi successi nella sálvaguar. dio del libero sviluppo dei piccoli PQpoli e della loro indipendenza. Le forze irredentiste e reazionarie ita. liane, le loro agenzie di Trieste continuarlo nella loro fdlsa propaganda e nelle loro provocazioni alimentando lo sciovinismo, e tentando, attraverso i loro agenti qui da no i, di portare malcontento tra le masse, di' passivizzarle e di portarle su una falsa strada in cerca di avver.ture. Questi elementi nemúfi e la propaganda irredentista in genere, non potendo far leva sui motivi economici date le nostre decisive vittorie in- questo campo, in ogni settore — sia nei villaggi che nelle cittá indirizzano la loro azione deleleria specialmente verso lo sciovinismo italiano, tentando di alimentare, sotto vari aspetti, l’odio naziondle. In questo. attivitá si sono uniti, sot. to Vinsegna del clericalismo reazio-nario e del CLN, anche i cominfo-i. rnisti, con alia testa Vidali e tutte le altre congreghe reazionarie. I nostri successi in ogni campo nello sviluppo della produzione, nel rafforzamento del cooperativismo, nef commercio, nell’approvvigiono.. mentó della popolazione, nello svi. luppo sociale e cultúrale dei nostri lavoratori di tutte le nazionalitá con piena paritá di diriti, nel rafforzamento democrático del nostro Potere e della sua decentralizzazione (con il passaggio delle aziende eco. nomiche e della produzione nelle ma ni dei produttori diretti), nel potenzíamenfo della nostra. economía e nello sviluppo della vita pub-blicá, attraverso la realizzazione dei piani economici e di investi-mento — costituiscono fatti indi-scutibili che non solo demoliscono i castelli • artificiosi e bugiardi del-l’irredentismo italiano e testimonia ano le vittorie concrete dei nostri lavoratori sulla strada . del socialismo, ma che rappresentano anche l’orgoglio per ogni nostro cittadino. Lo sviluppo dell’edificazione socialista pone continuamente di fronte a tutti i nostri lavoratori grandi compiti in ogni campo della vita ecbnomico-sociale, nella produzione, nel commercio, nell’attivitá comu-nale e del turismo, nel miglioramen-to e sviluppo delle comunicazioni, nonché nell’ulteriore trasformazio. ne socialista della campagna. Per questa trasformazione sia 'le co-operative agricole di produzione che quelle di tipo generale, col nuovo anno económico e con le loro assembiee annuali, hanno di fronte grandi compiti pes Vinlroduzione delle nuove forme di lavoro nelle cooperative di produzione, per la ricerca di nuovi rami economici e produttivi nelle cooperative generali, orientando la propria attivitá in genere sulla base del torna, conto económico e del rendimento. II fronte popolare, sia nei villaggi che nelle cittá, deve intensifitare la propria attivitá per illustrate questi importanti problemi alie masse, acciocché i membri dell’UAIS partecipino direttamente o indiret-iamente ( con discussioni, aiuto, consigli ) alla loro soluzione. L’attivitá per la preparazione delle assembiee generali deve essere indirizzata in questo senso, aumentando cosí l’apporto diretio del fronte alia soluzione di questi importanti problemi, aumentando in questo modo il suo .prestigio ed il suo molo di organizzazione umani. taria delle nostre masse lavoratrici. Le or g anizzazioni di base dell’U-AIS devono svolgere opera attiva di chiarificazione ai propri membri per quanto riguarda le prospettive sulla futura formazione dei comita. ti popolari comunali sulla base della comune, comitati che abbracceran. no una unitá económica e territoriale corrispondente alio sviluppo di ogni centro del nostro paese. I Co-mitati popolari comunali che giá funzionano in altre regioni del nostro paese, porteranno un grande contributo alio sviluppo della de-mocratizzazione del nostro potere e alia lotta contro la burocrazia, Tutta una serie di altri problemi si trova di fronte alie nostre orga-nizzazioni di base delVUAIS per la preparazione piú accurata delle nostre assembiee generali, e non solo per le or g anizzazioni di base ma per tutti i nostri membri. La soluzione di tutti questi problemi puó essere realizzata attraverso riunio-ni ben preparate e con discussioni generali di tutti i membri. Le or-ganizzazioni di base e tutti i membri delVUAIS devono dedicare cura particolare alia scelta dei propri fu. turi dirigenti — che potranno .essere i piú costanti ed attivi — collegando la regolazione finale del pagamento delle quote e tutti gli altri problemi di carattere organizzativo interno. E’ da prevedere che gli elementi reazionari nemici ed i loro padroni di Roma e di Trieste continueranno la loro campagna bugiarda alio scopo di creare confusioni e di pas. sivizzare i nostri cittadini. I membri dell’UAIS devono essere vigili e smascherare ogni voce nemica as. sieme a chi la diffonde, allontanan. do dalle proprie file qualche singólo elemento infiltratosi alio scopo di svolgere la sua azione deleteria, nell’interno. Prepariamoci con la massima se. rietà alia tenuta delle assembiee generali dei membri del fronte, con la.certezza che la nostra organizza. zione antifascista jará un altro pas-so decisivo nel suo rafforzamento interno, indirizzando ulteriormente tutti i propri membri nella lotta per la soluzione dei compiti futuri cl\e il nostro sviluppo e, l’edificazio. ne socialista ci pongono di fronte. La itir-annia delilo spa-zio, pur-trup: po, non ci ha consentit« di i-ntrat-tenerci nel precedente articolo au un’altra delle cara-tteri-stiche saJiem. ti di don Giorgio Beari, alliais Bekar, ossia sul suo aspetto físico, aspetto che, malte volite, come toein ni sa, rivela, cppure tradisce l’interno di una persona, cioè il suo animo. Una (luminosa prava di questa re-alta è data anche dal nostro sog. getto. Infafcti don Bekar si presenta ros. so di -caipelli e- perciô coin «un dia-vc¿o rpe-r cápete», come Guana un detto popolare. Inoltre egli è strehico d’occ-hi quiradi «iloseo1», come dicono isia i tri-estáni che i friulani mella loro. teirmimoAogia. In tal modo una palesa patente di. autentica cana-.glia viene oonferüta a dan Bekar, oltre che dalle .sue malefaitte, anche dalle .sue cara'tteristiche índividuaili. E giá che -siamo in argcmento di ricnegati, di tradütori, di delator! sará béirae che ila .stóriia Iramandi ai pester i ánche i nami ed il ricordo degli alitri due ohieri-ci, poi divenu. ¡ti ’sacerdoti, che hátelo áotto-scri.tto e si »ono aisisofcia.ti a don Bekar helila calunñia comitro 11 loro vesoovo mens. Fogar é cioè i nemi di don Fragiacomo e di don Minatori, alias Knafelc. Come tutti i nostiri lettoiri pesseno fesitimomiiaire, in cgn,i nostra denuncia, rl'lietvo cd aocenno alie ma.. iefaitte sia del vescovo San tin come di altri membri del • clero 'alto e basso, ci siamo .toen guardati anche ■da un solo riferimento alia réligio-ne- caittoliica, al suo culto, ai suoi dogmi, ai suoi mist er i, eec. La ragidne di questa nostra di-screzicinie, anzi di questo nostro šlS. soluto silemiz'io in materia, appare e-vidente a -chi tenga conto che per un vero- de-macraitáCo lia reüig torne rappreisenita u¡ná face end a pri-vaita. -L’8 c. m. -é stato íirmato a Belgrado un acco-rdo sulla colla-borazione económica fra la R. F. P. J. e gli U. S. A. L’accordo in parola é un’espres-sione -delia política seguita d-al nostro Governo per raggiungere la col-laboraz-ione económica internazionale, base per un ibenes^ere generale e per la pace, ¡n armonía con i principi di ug-uaglianza e recipro-citá es-pressi dalla Carta dell’-OiNiU. I due governi firmatari hanno cosí riaffer-mato il desiderio di instaurare dei rápporti -piü stretti fra i paesi euro-pei e di sviluppare il loro potenziale económico, uniche garanzie per l’indipendemza, l’integritä dei paesi, la liberta, i diritti fondamentali del-Tindividuo e le istituzioni democra-tiche, nonché n Bekar e -gli ailtr.i csmerati dei «Cc-vo di via Ca-vana» d,i Trieste, ,s-ervir3i di un ilinguag-gio e friassr.io triviale, scoirretto e grossolain-o al massüno cointro la Chiesa, la reli-gione ed i4 suoi a-tti di culto. Pr-O'va ne sia che Beniito Mussolini —- dal quai'e- mons, Santin ha ri-■ervuto una me-dagl.ia d’oro, il titolo di .-grande- iilfficia-ls -e l'alto «apprez. -zamento prima ccme ve-sicovo di Fi. ume .poi dti Tri-gis-tei» e le .cul (edi, cerne atobismo visto, vemivano ca,n. -tate in rima da don Bckair — per o-tte-nere qu-el-l-e qualifich-e ed atitri. ■buti scriveva, (firmandosi «Vero Ere.ticoi»), corne seigue s-ul se-titima-•nale «La Lima» di Oneglia: «Ogni anno, all’epoca in cui il buon Gesù olquanto întorpiditp sta per risvegliarsi. e risorgere, i preti cosèrivono tutti i bambini e li con. ducono aile sacre balaustre per com-piervi la più solenne delle cerimp-nie: la comunlone. Il bambino non ci capisce niente: è troppo irrifles, sivo per penctrare nel simbolo e non si domarda neppure perché la sua anima debba essere purifîcata coll’inghiottire una particola fari- esso per l’ese-cuzione della clausole dell’accordo e sulla loro esecuzione, da concordarsi reciprocamente. iL’accordo, ehe avrà valore fino al 30 giugno 1955, impegna infine i due Governi a -d'are grande puibiblicità agi! scopi ed ai progressi raggiunti. I due Governi si sono a-ccordati pure di estendere i pr.ivilegi e le -im-m-unità previste per il ris-pettivo personale diplomático, anche a quel -personale che verra -destínato reciprocamente all’esecuzione -delTaccordo. Quest’accordo, che p-uô venir mo-dificato ed int-egrato in qualunque momento per comune decisione dei-due governi e cheL per determinate condition!, puô perd-ere a-nc-he la sua valid-ità, sarà registrato presso la Segreteria generale -delle -N. U. I Governi délia G. B., Francia e -degli U. S. A. hanno reso -nota al Governo -délia R. F. P. J. la decisione di versare 25 -milioni di doilari quale acconto degli aiuti per il primo semestre diell’a. c. Questa somma verra impiegata dal Governo Federale per l’acquisto delle raaterie prime strettamente necessarie aU’in-d-ustria. L’ammontare comples-sivo -degli aiuti p.er il corrente anno verra reso noto tra breve. II nuo-vo ambasciatore della R. F. P. J. a Rotmy, dr. Vladimir Velebit, ed il dr. Vilfan Jože. nominate ambasciatore a New Delhi, hanno -dato il 10 c. m, un ricevimento al quale hanno. partecipato i rappresentanti -del corno diplomático aecreditato presso il Governo Federale e nurae-rosi giornalisti. . In taie occasione il com-p. Vele-bit si è detto particolarm-ente soddisfat-to del suo nuovo compito ed ha di-chiarato di sperare nelle possibilité di uina soluzione favorevole dei problemi attualmente in sospeso fra ITtalia e la Jugoslavia. Nel corso della sua tntervista. con-cessa al icorrispondentè dell’A. N. S. A. a Belgrado, egli ha espresso la speranza e-d il desideri.o di uni mi- * il Tra gl-i avvenimenti più importanti della tras-corsa settimana è in-diuibbia-mente ra-p-provazione da parte del Comitato .politico dell’assemblea generale deU’-ONU, del rapporto preséntate dalla commissione per le misure collettive. costf^uita nel qua-dro del piano detto «ôer un’azio-ne comune in favore della • pace», già approvato nel novembre del 1950 durante la precedente sess-ione. Il rapporto prevede la costitu-zione da parte del paesi membri deU’OINU di contingent! militari speciali che in caso di aggressione dovrebbero venir posti a disposi-zione delle Nazioni Unite. Sono previste Inoltre sanzion.i poli-tiche, economiche e finanziarie con-tro Taggressore. Aile proposte della commissione per le .misure collettive. il ministro soviético Vis-hinsky ha contrapposto un progetto di risoluzio-ne con il quale l’assemblea era in-vitata a c-hiedere riunioni periodi-che del Consigli o di Sicurezza, ove ci as-cu,n,o dei m-emto-ri sarebibe rappre-sen-tato dal suo Ministro degli Esteri, nacea ... II bambino che ha mangia-to Cristo é orm.ai considéralo come una pécora della mandra. «Ed ora noi vogliamo porre una •questiope elegante ai teologi, ai preti, ai credenti: Come spiegate il falto che non ostante la prima e le successive comuvioni, un uomo puó diventare miscred'ente, erético, aleo e, peggio ancora, malfatlore? Eppure Cristo é entrato in lui, lo ha deterso dalle sozze scorie del pec-cato, lo ha fatto degno della destra di Dio nel giorpo in cui le trombe dell’Apocalisse raduneranno l’uma. nitá nella valle di Josaphat. Voi ri. spondete: Dopo la comunione ha nuevamente peccato. Ed io ribatto: Ma come ha potuto peccare se ave. va il figlio di Dio in Corpo? Delle due l’una; o Cristo é sempre presente e l’uomo non pud peccare, o Cristo ha . .. evacuato e allora é un cibo che passa per il canale degli alimenti comuni. Bestemmia, eresia, mist ero! «Se poi la comunione é una specie di lisciva per le macchie faite e non per quelle da fare, aliara é meglio espitare Gesú qunndo si é vicini a prepare e fare in una sola volta il bucato di iutta la vita ... Sacrilegio ... sacrilegio! «Commedia! Bottega! agregi pipi-strélli! : ■ .«Tutto il vostrn armeniario, sard géttato nella sp zzatura e se voi — costretti al lavoro — ci mi-naccerete dell’al di lá, vi risponde-remo allegramente: II vostro para, diso ci fa paura, il vostro inferno ci fa ridere.» Un’altra volta, -seagliandosi contro i caíttolici, i quali, in norns della li. glioramento dei reciproci rapporti fra i due stati confinanti. «I nostri due paesi - ha detto - so.no da secoli vicini e tali lo rimarranno ancora per secoli. Questa é una realtá in-confutabile, sulla quale .necessitá edificare rapporti di buon vicinato». II ccmp. Velebit ha poi manifesta-to la volontá. del nostro Governo di risolvere, prima possibile. le attuali controversie e di intensificare parti-colarmente gli scambi commerciali. «L’iltalia e la Jugoslavia — ha affer-mato — hanno economie che si com-pletanó a vicen-da ed é da sperare che il volume degli scambi aumenti.» lEgUj si é detto convinto ohe presto si potra -giungere puré ad una inte.n-sificazione dei rapporti culturali e scientifici fra i due paesi. che sono stati molto trascurati. «Reputo molto importante — egli (ha dichiarato — far conoscere al popolo italiano la realtá sul .nostro paese e d’altro canto conosco l’interessamento dei nostri arbisti e dei nostri scienziati per la cultura italiana.» —o—i II comp-, Rankovió Aleksandar, Ministro degli Interni e miembro del politb-iro dei C. C. del P. C. J.. -parlando alia Conferenza delle organiz-zazioni del -P. C. J. dell’U. D. B. (Organii di sicurezza della Stato), ha esortato -i membri di dette organiz-zazioni aH'autocritica. sottolineando come la critica e l’autocritica siano un mezzo potente nella lotta per un -giusto lavo-ro. ill com-p. Ran-kovi-6 ha ¡messo in particolare rilievo come il lavoro deH’U. D. B. non consista sol-tanto nelTintervento contro le attivitá del nemico, ma d-eve contemporáneamente essere indirizzato alia tutela della legalitá ed alia diifesa dei diritti di ogni singólo cittadino, mostrando la necessitá di conformare Tat-tivitá dei membri dell’U. D. B. alie disposiZiioni dc-lla legge, —o— II tribu-nale .di Belgrado, ha con-dannato il 10 c. mi. gli imputati Ser-zentifi Vojslav, Serzent-id Dragica. Mi- per l’esa-me delle misure atte ad eliminare l’attuale tensione li.nternazlo-nale. Per oltre una settima-na la -commis-slone política -ha discusso sulle due tesi. Vis-hinsky nel sostenere la sua, si è richiamato ad un articolo della Carta deU’ONU, ma è evidente che diietro questo paravento legale si -na-sconúe in effetti il desiderio dell’Unione societica di mantenere il privilegio del diritto di veto, con 11 quale puó bloccare nel Co.nsiglio di Siou-rezza qualun-que azione. Due delle accuse pr-incipali rivolte da Vishinsky al progetto della com-missicne seno queste: la determinazio-ne della qualif-ica di aggressore è as-solutamente genérica, e in secondo luogo i reparti militari posti a dispo- religfcso nelle scuple, Musscilini .s-ciri. Veva: «í cattolici invocano la liberta... di uccidera la liberta. Chiedono che lo Stato li auterizzi ad avvelenare coll’insegnamento cristiano i figli del popolo . . . Dobbiamo riconoscere che le falangi cattoliche mancano di pudore, non d’audacia. Ma la vostra parabola é ormai compiuta, o micro, bi neri, esiziali al genere umano quanto i microbi della tubercolosi. La storia vi condanna. Non parla-teci di cristianesimo: La vecchia nenia non ci commuove piú. Noi siamo decisamente anticristiani e consideriamo il cristianesimo come l’immortale stigmata d’obbrobrio dell’umanitá. Ncin curan-te di que-sita prosa ere. tica e peiggio; Pió XI. «il papa d-e-lla comciliazioniet» ha aippo-sto. la propria firma — col sigiillo deBle «sacire chiaMi di Pieteo» '— a-ocainto a qu-el. la del compilatere di quelite; prosa, in calce a.i Pa-tti deJ Lateirano, a- v.a!ila¡n-do con tale atto «la ecntinuL tá -del fascismo nel secoli futuri,». Questo -fatlo compiro-va nel modo piú evidente ccme ps-r il P-apa e per il Vaticano nuila impertí e si-gnifichi la ©pasa piü -tr.ivia.le, sco-r-re-tta e grcssolana comitro- la Chie.sa, cantío íl suo culi'io, «catiro i suoi d-0'gmi e ccntiro -butto- il cristiánesi-mo,' quaindo l’au-to-re della s.tessa é g-eine-rciso verso la Sed-e Apostol'ica de-i -miiicini eist-cirti a;l ¡popolo, ccme appunto si, é dim,estrato M.ussoliini. Hulla di síraibó- quindi 'Se «Vita Nueva», orgaao di A. -C. di mons. Ssmtiin, -ipro-cila-ma -di «non a-ve-r m-ai préstate, oreochio alia lurida proisa de '«La N,ostra Lotta.» lia quale si é peirmessa di metiere in evide-nza questa ire-altá, ossia c-he m Vaticano s.i adora, il dio Mammona sul cui altare non figura, iné figurera offer-ta nostra alcuna. hajlovií Ljubo, Lalovifc Dragomir, Milka^iíina - Sa-kic e SrdanoviÉ Mi-tar, rispettivamente a 15. 1-U, 9. 8 e 7 an-ni di carcere duro per attivitá cominformista. Vojislav Srzentic, ex vicepresidente della -Com'missione económica del Governo Federale. arréstate a meta dell’anno scorso, incifcava gli altri: imputati a svolgere attivitá nociva alio Stato ed al ¡Governo con. l’inten-zione d-i sovvertire l’ordine Interno e se'rvire interessi stranieri. I rappresentainti delle societá di nav-iga,zione fluviale sul Danubio del-l’Austria, Germama occid). e della R. F. P. J„ dalla loro conferenza, ohe ha luogo anualmente per la prima volta dopo la guerra a Belgrado, han-no invitato tutte le societá ¡nteressate a partecipare alia convenzione sulla collaborazione reciproca per la navi-gazione sui Danubio', st-ipulata alia conferenza stessa. La popolazione di Dečani - venuta a sapere c!he «Demokracija», orga.no dalla Teazi-one alo-vena di Triaste, si é scagliata contro -1-a loro borg-a. ta, pire-sentando un -quadro artata-m-e.n-ce -deformato -sulla situazione loca!?. in prcse-cuzione della oampagnia di calunnie imita-mente alia starqpa -reazlanaria e fascista di Trieste e- d-elT-Italia, cantro il nostro pateire ipsipoilare . ci ha invi alo una 1-e.tt'Eira firmaba- da un. centinate di peiisone, dailiai qu'al-e s-tnalciamo paesi -piú nlotovo-li. «Le falsitá dei vili calunniatori, hanno- creiato in noi un senso dd ri-volta, non tanto per. , n-dare con sizione dell’-OiNiU posso-no essere l.m-piegati dalla maggioranza dell’assem-blea per ¡ntervenire negli affari interni -di determinan paesi. Sia l’una c l’alt-ra aceusa sono assolutamente infondate, ed1 é significativo il fatto che tali acc-use vengano .smentite dal-l’awenuto inserimento nel piano ac-cettato -dalla precedente sessione del-l’assemblea generale dell’ONU, d-i due emendam-enti proposti dalla delega-zione di un piccolo paese socialista: la- Jugoslavia. II primo emen-damento é quello preséntalo -con la mozione detta «dei d-overi -degli Stati in caso di ostili-tá» e che obbliga qüalsiasi paese im-peg-nato, con o contro la sua volontá, nelle ostilitá, a proclamarsi entro 24 ore, dairi.nizio -delle stesse, pronto a sospendere tutte le operaziomi Militan a patto che l’avversario o gli avversari si comport-i-no, alia stessa atregua. Il secondo emendamiento ve-nne .il-lustrato dal Ministro degli Esteri Kardelj, con queste parole: «Noi ri-toniamio che si -debba inanzitutto precisare che l’-impiego delle forze ármate poste a disposizione deH’ON-U puó essere preso in considerazione soltanto come mi-sura repressiva control una, aggressione assodata, e non puó essere sfruttato per l’.ingerenza nelle lotte polit-i.che interne di questo o di quel paese.» Queste parole hanno confermato il principio che ha sempre guid-ato la Jugoslavia nei co,n-sessi -internaziónali e cioé quello della salvaguardia del diritto di ogni popolo alia propria in-dipenden-za e all’autodecisione, e nello stesso tempo hanno di-mostrato il grande in-teresse della Jugoslavia stessa -per la creazione di un sistema Inter,nazio-nale, ohe Sia -una effe-ttiva garanzia di sicurezza per tutte le na-zioni del mondo. Gli stessi problemi sono stati oggetto dei receñid colloqui tra Chur-'Chill e Truman, la prima parte dei quali -si é conclusa il 9. c. m. II comunícate diramato al termine dell’in-co-ntro coníerma che non v.i é nulla di nuovo nelle prospettive della collaborazione an-glo-americana dopo l’in-contro tra i due uomini di stato. Alcuni problem-i sono stati rinviati, e ¡per altri é stata semplicemente con-fermata l’attuale política. Tuttavia in Gran Bretagna si affer.ma ohe il suc-cesso della missione di Churchill deve- essere misurato sul piano delle conseguenze a piü o meno luin.ga sca--d'en-za. In definitiva il primo ministro inglese deve aver esercitato una certa pressione su Trumao, ricordando a quest’ultim-o ohe se il -riarmo americano é doidlici volte piü forte del riarmo inglese, pur tuttavia seniza la comiun.itá britanmica e -se-niza I’Europa, gli Stati Uniti si troverehbero completamente assediati sul loro continente da un mondo in parte ostile e í-n parte Indifferente, Le dimissioni di De Nicola II senatore De Nicola, ha rassegnato le sue dimissioni dalla carica di presidente della camera dei Senatori, senza giustificatre in alcun modo la sua improvvisa decisione. L’avvenímento la suscitato i piü disparati commenti in Italia ed ha scllevato molto interesse anche al-l’estero. Vari sono i punti di vista sulle ragioni che avrebbero determínalo la decisione delFeimine-nte giuri-sta, m-a tiutte riflettono pareri sogget-tivi. La piü attendibile pare invece essere stata la sua avversione, giá día lungo riscontrata, pdl’invadenza demccristiana. Si ritiene iníatti che il gesto di De Nicola potrebbe determinare una crisi anche ai Parlamento, visti i tantativi della D. C. di fare del Senato una seconda copia della Camera dei deputati, ove i democri* stiani si avvalgono di un meccanismo di maggioranza che rende impossibile l’affermarsi anche delle piü serie ini-ziative che cozzino contro gli interessi particolari del partito di De Gasperi. -Non é possibilei per 11 momento, prevedere gli sviiuppi degli avvenimenti; comunque, al di sopra di ogni commento e previsione, sta il latto che; la vita política italiana é trava-giiata da una profonda crisi interna, crisi che si riflette sulle condizioni sociaíi dei popolo e della nazione intera e che matura giorno per gi- essi a pol-emi-che, quianto per far conoscetre ,ai ,-nioatr.i fiiateilli al di la d-el coinfin-e, in qua-nto níe esrsta-no al loro iseguito, -la realtá sulla sítua^ zio-ne -d-a noi. «Dopo la vittoriosa Lotta di Liberazione Nazionale — alia quale ben 105 nostri compagni hanno partecipato con le armi in mano, men-tre tutti gli altri hanno dato il loro aiuto — per la prima volta 50 nostri ragazzi frequentano la scuola elementare slovena, 85 la scuola ottennale e 50 il ginnasio superiore. Oggi abbiamo nel paese una cooperativa con 205 membri ed un camión. 11 potere popolare ci ha dato una bella strada asfaltata, che ci collega a Capodistria ed alia co-struzione della quale molti di noi hanno dato il loro contributo. Ora stiamo erigendo una moderna «Ca. sa del Cooperatore» quasi ultimata. Nella sua sala, giá ora, possiamo organizzare rappresentazioni cultu. rali e cinematografiche slovene. Mai, nel nostro villaggiot abbiamo avuto il «ginnasio sloveno». Ora, precisamente il Potere popolare — dai signori dalla «Demokracij.a» calunniato — ci dará nel corso di quesi(o,nno l’ed.ificio tóel ginnasio sloveno, per il quale saranno in-vestiti 20 milioni di din. Nessuno di noi ha piú debiti. Dalla Rifbrma Agraria abbiamo ri. cpvuto 26 ha. di térra. Oggi non ci ano piú quei signori che un tempo anno messo in roviv.a parecchi dei mktri agricoltori. L ■ nostra cooperativa, durante lo - rso anno, ha realizzato circa 430.000 din di guadagno netto. Sotto Vitalia del fascismo tutto cid ron esisteva, regnavano soltanto miseria, terrore ed oppressione na. zionale. Un típico esempio ci viene dato da Furlanic Agostino, da Deca-ni n. 62, che nell’annata scorsa ha prodotto 22 hl. di vino, 1.500 kg. di patate, 150 kg. di granoturco, possi-ede tre capi di bestiame, pollame, ecc. Per tutto ció, nel 1951 ha pagato 14.300 din. di imposte, vendendo, a tale scopo, 4 hl ettolitri di vino, mentre al tempo delVItalia, sullo stesso appezzamento di ierra, pro-diiceva dai 5 ai 7 hl. di vino, pagando 100 lire di imposte, il che significaría vendere tutto il vino prodotto. Questa la siluazione reale del nostro villaggio. Accanto a ció, oggi, noi sappiamo bene dove vanno gli importi da noi pagati per le imposte. Nel nostro circondario costruia-mo ed abbiamo eos’.mito tanti o bi. ettivi, quanti sia Vitalia del fascismo che l’Auslria non hanno co-struito in 50 anm. Riteniamo ció dimostri chiaramenté la falsitá di quanto ha scritto «Demolcracija» sul canto nostro. ... I signori attórno a «Demo-kracija», volenti o nolenli, debbono rendersi conto del fatto che noi siamo per il potere popolare e per la Jugoslavia socialista.» LE PERSECDZIONÍ degli Sloveni in Italia Le autoritá scolastiche di Gorizia hanno deciso la chiusura della scuola slovena di Cormons proseguendo nella loro opera snazionalizzatrice fra gli Sloveni vi enti ¡n Italia. Un’altro episodio il quale dimostra le persecuzioni di cui sono fatti oggetto gli Sloveni in Italia é rappre-sentato dalla morte deil'operaio Ernesto Pelicon, da Ma-line nella Be-necia slovena, morte awenuta dopo il suo rilascio dalla caserma dei cara-binieri di Atlimis dove vénhe trát-tenuto, senza motivo per 24 ore. II procuratore generale d¡ Udiné. ’ pur essendo in possesso del reíérto medico, procrastina il comunicato sui rl-sultati dell’inchiesta succeduta al fatto. Evidentemente si vuol far passare sotto silenzio anche questo sópruso. iiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiíániiiiiiiiMiiiiiiiiiiii.iiiiiiifiiiiiiiimiiliiiiÁiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiHiIiiiiiimiiii.....i.i.......... RISPONDENDO ALLE «PERLE» DEL «COVO DI VIA CAYANA» 33 Lurida prosa'? Ebbcne q-uesta dis-cirazione e questo sttenzio i«œ,no fatto si che i no. berta, xetíla-mavano TiiMegnamenito I MEZZI PER BEPBIMERE L AB8RESSI0ME L’ Ass&mbiea deli O. N. U. approva il rapporto della Commissione per le misure collettive -L'azione conseguente della delegazione Jugo-slava - / risultati del viaggio di Churchill in America Dekani risponde a "Demokracija" / * LA COOPERATIVA AGRICOLA,, SL0B0DA“ 01CRASIZZA ti laño II tllinii prevediva feb sna allivilà filma Dai pendii de-i colle sul Quale sta appoliaiáta Grisigniana, - cavalcioni dei declivi che si stendono giü. giü seno alia valle del Quieta e nella valle stessa, iiposa sotto la nebbia i.nvernale* 1 la térra, spezzettata e in-terrotta dai -possedimenti privati. che é d¡ propriefá della cooperativa «Slo-boda» di Crasizza.. Terra f'ertile, adatta a tutte le col-ture che possono prosperare sotto il nostro clima: sui colli íanno bella mostra i filar! di viti, duecentomila ira turto, e che ai cooperatori danno il 35% del loro ¡reddito. Tra le vigne spiccano i ¡boschetti di piccole quer-cie c i re onda,ti da prati, ora di un cupo colore grigiastro, ma in cui, nel verde della giornate autunnali. pascóla pigro ¡1 bestiame cooperativi-stico, fonte di ricchezza anch’esso per 1 cooperatori. Fra queste vigne, prati e ibosohi, varianti «Sai grigiore, al mero e al rossó ¡ruga toe dei quer-ceti, fa strano contrasto il verde cupo degli olivi. rDisseminati un pó ¡dappertutto, ai limitari dei terra-piani e sui declivi delle colline, essi sembrado gli unid con un segno di vita, vigili guardie della natura addormentata. Fra le tahte cifre della contabilitá ¡cooperativistlca. gli olivi hanno, anche loro, un totale rappreseintato da una cifra: ü! 15% del nostro reddito. Viene infine la valle, questa inesáuiriibile fonte di ¡benessere dove i secoli ¡hanno acca-vallato strati e strati di ¡fertile ¡humus e «Jove il igirano cresce rigoglioso e gli ortaggi grossi e copiosi fauno .bella mostra, quando nelle| altr¡ partí il contadino s’appres'ta appena a se-minarii. Scartabellando le scartoffie degli uffici della cooperativa situati nella rossa casa cantoniera di San Giovanni cerchiamo la voce ortaggi. Fatti i debiti calcoli, oi ¡risulta che questi rappresentano appena 1' 5% del reddito complessivo della cooperativa. La mfra é piccola non perché la coltivaziíone degli ortaggi non sia per se redditizia, ma perché, sino a di ora, la direzione della cooperativa non ha allargato la produzione, quantunque potesse ritrarre útil,i mag-gióri di quelii ottenuti con la col-livázione dei cereali ” e delle aitre colture che ora rappresentano il 15% dai reddito gíobale della cooperativa. La térra ¡é fertile, i cooperatori so- n.ct, anche ora mentre essa ¡r.iposa, indaffara-i in-tutta quela. gamma numerosa di piccoli lavorí, ele ¡deveno essere effettuati durante l’inverno perché la primavera non li trovi in disor,diñe e il bestiame floscio e mal curato. Ma a tutta questa operositá dei vari metr.br: non corrisponde uin’análogo! lavoro della direzione del-la cooperativa. Essa darme, come la natura. E d¡i fronte a essa sta 1’enorme compito €■ peí Si preparano le reti Ä Pirano s' insegna ad amare il more Nel setiembre dell’anno scorso si apriva a Pirano la «Scuola dei pe-scatori». Ventidue giovani dai 16 ai 20 annf venivano accolti .nelle aule del moderno edificio che sorge in riva al mare, Provenivano, essi. dai piü diversi luogihi del T. L. T. e della Ju.goslavia, da piccoli paesi o da sperdute camnagné. Molti non ave-vano mai visto il mare; uno era ¡del tutto analfabeta. II compito della scuola si presen-tava cosí sotto un .diUiplice asipetto: istruire questi giovani in senso pedagógico e in senso marinaro. Istru-zicne marinara significa, oltre al lato técnico, infondere l’amore per il mare, una passione tutta speciale. Ed é piü difficile di ¡q.uanto non pos-sa sembrare. In ¡questo caso poi le difficoltá erano ancora maggiori, se si considera che s,i doveva agiré su elementi giá formati ad un dato sistema ¡di vita e ¡d’ambiente Infatti non tutto filava perfetta-mente dapprima; gli allievi ¡portava-no ancora intensi i segn¡ di un’esi-stenza troppo sciolta, sfrenata, L’esu-beranza giovainile, ¡quale,osa come una tumultuosa improvvisaizione, mal si adattava ai íreni della disciplina e dell’ordine. Poi la nuova strada ven-ne imboccata, é proprio il. caso di NEL DISTRETTO DI CAPODISTRIA L EVOLUZIDNE BEL CHOPE Le nuove funzioni delle cooperative di tipo generale. Nécessita includere i soci neW amministrazicne Con il ¡nuovo ordinamen.to dell’eco-nomia ¡nel ¡nostro distretto, anche il cooperativismo ha dovuto addattarsi al nuovo sistema económico e per-ció riorganizzare il proprio movi-¡mento. Il cooperativismo ¡áovrá d’ora in-nanzi occuparsi in prevalenza della produzione, ¡non trascurando; pero il commercio. Le cooperative agricole, senza distinzione alcuna, dcvrsbbero non soltanto dare impulso ai ¡nuovi frutteti, vigneti. alTalievanteinto del bestiame, alveari, ecc. ¡ma essere d’esempio pratico nel miglioramento di questi rami dell’agricoltura. Esse dovranno essere organizzate in modo di non avere ¡un fine a se stes-se, ma per serviré a tutti i soci. La loro economía deve essere organiz-zata e condctta .in modo tale che le cooperative siano in grado di man-tenersi e di svilupparsi con ¡ pro-pri mezzi. II loro lavoro dovrá essere incrementato con mezzi agro-tecnici e meccanici, introducendo nuovi sistemi di lavoro, usando mezzi e macchine moderne. L’Istituto per lTncremento dall’a-gricoltura deve prestare tutto l’aiuto teórico, con. le istruzioni, analisi dei lerreni, servizio fitopatologico, con-s:gli ecc. La Federazione delle cooperative, da parle sita, deve pure aiutare le cooperative in diversi medo, impar-tendo loro istruzioni pratiche. con-sigU facendo le rev.isioni ccntabili, ecc. Económicamente deve aiutare le cooperative con le proprie aziende* produttive e artigiane e regolando Tespcrtazione ¡dei predotti agricoli e l’im.portazione dei prodotti necessari alia agricoltura. ¡Incítre, lavorando al-cuni prodotti agricoli e ¡preparandoli per lo smercio, si aprirarmo maggio-ri, possibilitá del loro collocamento. La Federazione deve¡ pure ¡disciplinare il cLsnimercio ¡cooperativistico che íinora ha avuto moite tendenze all’anarchia. Le cooperative devono diventare indipendenti económicamente e fi-nanzjariamente. Devono liberarsi dai vincoli rappresentati dai ¡debiti. che, seppure necessari, mai sono econo-micemente sani e raccomandabili, co-stituehcto sempre un grávame mate-riale e ¡morale. I ¡nuovi compiti richiedono una piü larga .colla,boraziome ¡dei soci perché i Consigli d’amiministrazione non sa-ranno ¡p¡iü in grado di svoigere da soli tutto il lavoro nelle cooperative che risulta piü oomplesso. Non é giusto che tale lavoro sia aff.idato a u¡n numero .ristretto di soci. mentre, la magigior parte di essi non é ai ¡corrente di ció che avviene nella icooiper^tiva. Necessitá convocare piü ¡spesso le riunioni dei soci e discutere non sol-tanto i problemi economici ineíenti alia cooperativa, ma anohe quelii ¡generali, per poterne trarre Tind'irizzo nelTattivitá futura della cooperativa. Sara pure necessar.io eleg.gere diverse commissioni alie quali affidare la soluzione di diversi problemi, anche d’interesse generale, in modo che la vita económica del paese di- penda dalle decisión! di tali commissioni e dalle ¡deliberazioni delle ri-u/nioni di massa. 1 •La cooperativa risulterá ¡cosí il perno económico del villaggio e la base per la trasfonmazione socialista, abbracciando tutti gli interessi eco-nemici cihe saranno ¡diretti da tutta la popoiazione. La pcpolazione dovrá essere -con-sapevole che la cooperativa rappresenta e .tutela gli interessi di tutta la popoiazione e ¡non dei singoli ,in-.dividui i .quali .dovranno subordinare: i propri interessi a quelii collettivi. dirlo, a gonfie vele. L’amore per ¡1 mare, che presuppone appunto disciplina, tenacia e sacrificio, aveva trionfato. La «Scuola dei pescatori» comprende u¡n único corso per metá teórico e per metá pratico. Quello attu-ale si concluderá nel luglio. Per la parte teórica si hanno le seguenti ma.terie d’insegnamento: biología, geografía, matemática, ling.ua. lavoro marinarOi organiazazáon.e della ¡pesca ed i basilari elementi della ¡ña-viga, zione. Impartiscono le lezioni 9 insegnanti ¡del vicino Istituto Náutico. Invece che in -un’aula. l’insegna-mento pratico viene tenuto sullo «Iscnzo». Non aliu.diamo al noto fi-ume, ¡bensi al natante di 50 tonn. a disposizione della scuola. I giovani vi si imbarcano e per tre - quattro giorni fauno vita di ¡bordo assieme ad alcuini marina! dalla lunga esp.e-rienza. La «cocia», la lunga rete ¡che lo «Isonzo» con la potenza dei suoi 180 cavalli si trascina dietro, seguita a rastrellare i! mare ¡fino a quando non sí torna alia ¡base. Questo ¡d’iin,-verno. D’estate, ¡con diverse piccole barche si tende i! «saocaleva» a! pe-sce azzurro. Qualunque sia la stagione, ad ogni modo, il lavoro di questi giovani é ricco d¡i una sua poesía rude e serena. Oíg.ni ¡giiorno che viene porta ai calendario del tempo una nota nuová, ora l’incresparsi dell’onde, ora una ibandiera di nuvole. In questo mestiere, antico come l’eternitá, nulla é mai vecchio. Non é vecchio neppure il rim-¡brotto che Tinsegnante «lupo di mares schiáceia fra i denti, mentre, con un gesto significativo, miinaceia i suoi ragazzi. E neppure i racconti di fatti straordlinari avvenuti in mari lontani, che nei momenti di riposo .prendeno a ¡uscire spontainei da una vecchia bocea grinizosa. Sono racconti, quas.i leggende. ¡che nella sera di veglia si accompaginano al fumo ¡delle pipe. Li conosciamo tutti, anche noi che non sismo .marina! né pescatori; ma sul mare. abbiamo det-to, il vecchio é sempre nuovo. Gli allievi, ¡divisi per metá, si al-temano ogni 15 giorni dalla scuola al mare. D¡1, ritomo dalla nav.igazi-one, vendono il ¡pescato alie diverse cocperative del luo.go. Col ricavato concorrono alie spese di manuten-zi.one delT«IsoríZo» e alia sostituzione delle retí ed altri arnesi andati fuori uso. La vita déla scuola, che oífre a questi giovani una ¡buona mensa e ben tenute camerate, é arricohita da una biblioteca di circa 2000 volumi e da piü di. una attivitá sportiva. Le ore di «libera uscita» le variano poi con spettacoli cinematograíici. con, iballi, alie volte con teatro. A corso terminato, ogni allievo, in¡ pesseso dei suo bravo ¡diploma, a-vrá il proprio posto nelle cooperative pescatori. Qiui lo atten.de una espe-rienza di lavoro coliettivo al quale lo s¡ prepara sin ü’ora. G. R. Lunedi 7 CQrr. si é sviluppato un incendio nei camfmino della fabbrica >:Stil«. Sul l.uogo sono accocsj alcuni componen!,i la ¡S. ,S. «Medusa» che si sono proidigati con afonegazione onde localizzare l’incendio1, che ri-schiava di prendere proponzioni piü vaste a causa di alcuni oggetti fuori uso depositati nella soffitta e ch’erano stati giá intaiccatj ,dal fúó-co. Sul luego é giunto anche una squadra di pompieri e Vincendio é stato rápidamente d,omato. I dan,n¡ subiti sono imputabili piü all’acqua degli idranti dei pompieri che alTinceindiO stesso. * In vari paesi del distretto di Capodistria si é manifiestata la peste aviaria. Gli organi competenti hanno disposto immédiate misure per impediré la diffiusioine di .qiuesta temibile malattia che fa- strage di pennuti, enviando ¡nelle localitá colpite dei vete-rinari per le cure preventive. Gli abitanti dei paesi ¡di Decani e Borst non si sono alten,uti alie prescrizioni emanate al ri,guardo e perció lamen-tamo la perdita di tutti i gallinacei. * ' Durante una riunione di massa délié maestranze del conservificio Árri-goni di Isola d’Istria, gli operai han-no smascherato ed escluso dai loro¡ coliettivo tale Carlin j Giovanni, il quale collabora con gli agenti del iC, L. ¡N. Non vi é mai sitccesso di farvi il ptopftto di. una magnifica serafa da trascorreré ad un veglionissimo, preannunciato da tanto di cartello-ne, e poi, quando entrate nella sala indicata dai manifestó, trovarla sbarrata e avvolta nel buio? A me si! La colpa pero non e degli orga-nizzatori, ma della 'mía disattenzio. ne o, meglio, da quella invasione di manifesti, preannuncianti ballí, mostré, svendite e rappresentazioni teatrali che, se gli Affari comunali non si decidóno a far togliere, tra-sformerá la nostra via Santorio in un vero e proprio Arlecchino. Dato il periodo di Carnevale, si puó pgzientare, ma dopo il 26 feb-" 'bralo no. Intanto clii, al pari mió, ha sempre la testa fra le nuvole "e I’antipatía per le date, con-tinuerá ad a.ndare a Teatro quando il bailo é alia Medusa e viceversa. Forlunqtamente Capodistria non é poi, tanto grande, se no . . . quanti chilometri! «Perché la «Stil» non âpre il proprio bagno al pubblico per qualche ora di un’altro giorno della settima_ na,, cosí anch’io che, al pomeriggio del sabato lavoro, potrei fare un bel bagno-»? Questa la domanda che mi ponevo un piovoso sabato di sera, quando, uscito dalla tipografía, . mi avviavo calmo, calmo su per la Callegaria. II mió pensiero era concentrato tutto li al bagno. Sentivo 1 il mió corpa, insaponato, guizzdre sotto gli scrosci caldi e rL posanti della dcccia. Ap-riti cielo! La doccia venue in quel momento, fredda, agghiacciante, ma dai bas-so. Penetrava spruzzando sotto i risvolti dei pantaloni e le míe scar. pe, un po larghe, s’.erano trasfor-maie all’interno in una miniatura delle Niagara. Per un attimo pensai alla falla di Occhiohello, ma fu un lampo del pensiero. Ero invece giunto sul piazzale della Loggia, artísticamente costellato da tanti piccoli laghetti. Guardai prima le mié scarpe e strano! pensai, a un’isola, poi il mío sguardo segui. la lunga sagoma del campanile alla ricercd del riflettore. Buio pesto! Ma che ci sta a fare lassù quel coso che udovrebbe.» aluminare il piazzale della Loggia? Parodiando l’Achille delle trasmissioni umoristiche_ della RAI, un moceioso, che aveva seguí, to la scenetta, mi abbordó con la faccia piü tosta immaginabile: «Che, lo fa questo bagno!» Era il colmo della mia gioia. A proposito di buio, il «club del. la Radiofonía e degli scacchisti», alias nuovo Triglav, io lo chiamerei il faro della notte. No, non per i moscerini che attira nelle ore se- rali, ma per il semplice motivo che, con la sua sfarzosa üluminazione, sembra un faro nel buio, quasi pesto Sella Riva e della Via Armata Jugoslava. lo sogno questo albergo nello sfondo di una illuminazione stradale al neón, e con gli effluvii musicali irradiantisi da un’orche-strina situata in quell’angolo del risiorante, ora djpperatamente vuo. to. * Ora tarda della notte. Le calli di Capodistria, strette e deserte, con i chiaroscuri fantasmagorici, stagliati dalla luna, vi trasportano nel passato, all’epoca delle «denon. tié secrete», degli agguati col pu-gnale, dei trabocchetti. Mentre ve te andate deambulando a caso con questi pensieri, dovete ammettere mmm Il taro c’é ma non si vede .. cha un po di pelle d’oca ce l’avete e che ad ogni momento vi aspettate qualche «bravo» rinchiuso nel suo tabarro ñero che vi salta addcsso con il suo:' «Difenditi o vil marrano»! oppure qualche vorágine aper. la di trabocchetto. D’un frailo vi senlite mancare il terreno sotto i piedi. I capelli vi si rizzano, diven-tate pallido: e il trabocchetto! Questo é il vostro pensiero. Ma invece non é altro che un lastro no malmesso che v’ha falto scuotere e inorridire. I gatti continwano a rin-- corrersi, mentre voi siete li sul lastrone (e ce ne sono parecchi di tali lastroni a Capodistria) con un sospiro di sollievo. Con poca fatica si potrebbe eliminare questa specie di trabocchetti che rischiano di di. ventare per davvero. mu.....................................................................................................................................i..............un...i....i.......mi............mu.......................... PhpHI 'm m m m mmm. COME PORTOROSE SI PREPARA ad accogliere i turisti Giornata piovigglmosa. II cielo nu-voloso, reso ancor piü triste da una ¡nebibiolina persistente, pešava coime una cappa ¡di piombo. In si,mile veste c¡ ha accolto Portorose, centro turístico fra i piü beili della costa istria-na. Tale ambiente- di «bassa pressio-ne», unito alia visione poco vivace della ¡natura nel suo letargo iinver-nale e ad una serie di cose, coserte e coserelline, ¡di cui vi verremo man mano raccontando, hanno senza dub-bio infinito sulla nostra disposizione d’an.imo per cui potremo, forse, non presentare un quadro completo ed obiettivo della ri,dente localitá bal-neare. Non ce ¡ne vorranmo i nostri lettori, ma una simile giornataccia ha certamente imfluito sul nostro sistema nervoso, giá di per sé stesso eccitabile e reso ancor piü tale dai cigolio e dai fracasso delle preisto-riche vettttre tramviarie della linea Pirano—S. Lucia, nel loro intermitiente e terribilmente regolare passag-gio per Portorose. CIO’ CHE SI PREPARA Nebbia, dunque e pioggia, ma non tale da impedirci di ¡notare súbito che a Portorose si lavora. Prima ad attrarre la nostra attemzione é stata l’imipal’catura del frontes1,pizio del «Palače Hotel» ove giá ei apiparve lá nuova scritta al ¡neón, che abbe il potere di distrarci dall’evitare le numeróse e svariate pozzamghere, che ci c os t ring e van o a dei salti da cer-•biatto per non fare dei «fang’hi» in-opportuni. Entrammo nel parco. Da un camión alcuni operai stavano sca-ricando vari materiali destinan ai nuovi locali in allestimento. II ¡diret-tore dell’albergo ci informó, infatti, che 1 vani finora occupati dai bagno termale, verramno ¡trasformati, con opportune modifiche, in ¡nuove stan-zs di soggiorno, che, in numero ¡di 20, accresceramno notevolmente la capacita attuale, giá consistente in 360 letti. Tut'toció permetterá senza •dubbio ,un incremento ■dell’a.fflusso dei turisti, anche stranieri. Comunque, vi diremo, se non altro ,per dóvere di cronaca, che ¡<¡’é qualcuno a Portorose, il quale sostiene l’inopportuni-, tá dell'elimina,zione dei bagni ter-¡mali al «Palace», di. cui in ipassato molti ¡usuffüivano. Non intendiamo polemizzare sulle oppartunitá. Ció di-mostra pero che a Portorose ci si preoccupa di preparare le cose per benino e si lavora álacremente p,er offrire agli ospiti ogni comfort. Quest’ainno, a diíferenza dei pre-cedenti, Portorose potra sfruttare al massimo la sua attrezzatura, esclusi naturalmente ¡quegli edifici che ancora servono alie istituzioni pubbli-che ivi esistenti e ¡per .11 cui trasfe-rimento ci sono grandi ¡difficoltá ¡nel trovare nuovi locali in aitre parti del nostro Circondario, ma che sará ne-cessario risolvere se vogliamo ridare a Portorose il suo vero carattere di centro turístico. Bastí pensare che per i lavori di riaddattamento e di ri-modernamento del «Palace Hotel» so-no, sta:i stanziati 20 milioni di din, e che aitre notevoli somme vanno a favore del restauro delTalbergo «Par-tizan», dell’«Helios» e delia «Villa Helios», per comprendere che si fan-no cose veramente in grande stile, tali da rendere ai tudisti un soggiorno veramente piacevole a quanto mai comodo. Abbandoniamo il «Palace» immersi in queste considerazioni. Giá ci par d¡ vederlo b;.ancheg.giare fra il verde del suo parco sotto : raggi del sole estivo, giá lo vediamo sfolgo-rante, ammantato nei rifiessi delle sue mille lucí nelle placide onde marine e nelle miriadi di ste''e in ¡una serena nott» di luna, al te? i •<* di luglio . . . quando una delie solite poz-zang.here ci riporta netla nebbia dei-la giornata uggiosa. CIO’ CHE A PORTOROSE MANCA Attemdiamo freddolosi i’autobus per far ritomo a casa. (Buigia pletosa! Stiamo alten,dendo, invece ansiosamente la nostra macclina, che. ohissá se — pensiamo — poverina, riuscirá a ¡ritomare incólume da Buie, con quel maledetti fren!, yerlfícati ner lumghi mesi all’officina ¡di Semeidella^ e ri-verificati qualche giorno fa). Per ammazzare il tempo ci avventuriamo ¡nelle vie collaterali alia strada ¡principale e cosí — pensando alla sorte della nostra automobile e del nostro compagno che con essa viagigiava in, quel momento per le strade del búlese — riusiciiamio a ¡constatare che forse era meglio non averia con ¡noi qui, tanto non avremmo ¡proprio saputo do-ve metterla. II posto riservato al p.ar-chegg.io, ¡infatti, ira tirant, autobus, automcibili ed altri automezzi che i¡n quel momento si trovavano a Portorose era al completo. E, mono male che a Portorose- ¡non si fa mércalo, altrimenti dove si sarebtaero potuti sistemare i carr¡ e gil altri mezzi .di trasporto? Ció in pieno invernó! Al solo pensiero di quel che sará il mo-vimento trasporti in piena stagione turística, un brivido di freddo per-corse le nostre mem.bra. Ci decidemmo p-erció di continuare la passegfciata. A caso ci accorgem-Kio che ,ci dolevano i garretti. Ne capimmo il motivo allorché ¡consta-tammo, senza , fatica invero, che la via somigliava piuttosto al letto di un torrente che non ad un fondo stradale. Quasi maled¡¡m¡m.c| l’aoqua cag.io.ne ¡di tanto rovlnio, ma poi «i ripensammo su ed argui-mmo che essa;, Taoqua, ¡non ci aveva alcuina colpa e che,, al suo ¡posto, noi avremmo fatto lo stesso. Infatti. è ¡noto ¡che, con la pioggia, l’acqua, scende, s’in.grossa a guisa di torrente l-uingo i ripidi pendii delle colline e che, trovando .i canali laterali della strada ostruiti, ¡deve per for-za di cose cercare una via ¡per la sua .discesa, in-vadendo la strada e trascinando con sé pietrisco, térra, sabbia ed ogni sorta di detriti che sempre abbon-dano, depositando! i quindi alia sua . . ¡foce, vale a ¡diré nei canali ¡di scolo posti a valle, ostruendo anche quelii, e rimanendo essa stessa sanea altra via verso il Vicino mare per il sol-lazzo ¡dei ragazzini e di .certi autisti ed anohe per la delizia di ¡noi pe-doni, costretti a fare f¡requenti bagni fuori stagione. Esattamente come avreibbero fatto tutti al suo posto! ¡Come anche lo sta íacendo quella terra rossa, ammuicchi.ata ai latí della strada ai bordi del campo da tennis, che. perdurando il maltempo, finirá nel recinto del vicino bagno a mescolarsi con la sa.bbia marina, con quale delizia del bagnanti ognu-no püó immaiginarselo e con quale disperto del campo día tennis mede-simo, il quale attende ansiosamente dii essere riattivato, comie l’attande anche il molo d’nttracco al portic-ciolo, idanneggiato .durante Taita marea del novembre scorso e che non! ha voglia alcuna di aspettarne un’altra. CIO’CHE A PORTOROSE E’DI TROPPO Si dice comuneme-nte che il troppo ¡guasta. Portorose, ancth’essoi, ha qualcosa che é ¡d¡i troppo. Innanizitutto le tabelle. Tabelle da'ppertutto. ad ogni angolo, sui pali teleíonici, lungo i vial! e le strade, messe li null’al-tro che per complicare le cose (a parte quelle indispensaibili del traf-fico stradale). In un solo tratto di 20 m¡. circa, fuori dell’abitato, prima dell’imibocco della curva sulla strada proveniente día S. Lucia ne abbiamo contate sei, dielle quali almeno 4' so-no a nostro parère di troppo e per evidenti rruotiv|i¡. A leggere quelle tabelle sembra che tutto, a Portorose sia vietato, girare in costume ¡da bagno, pescare, ¡gettare imimondi-zie (forse per questo motivo ne ao-biamo viste un ¡po dappertutto, anche dietro qualche tabella) sostare con la macohina, il passag.gio dei pedoni in ¡determ.inati pumti . . . Immagini-amoci il povero turista .capitato nuovo a Portorose: egli dovrebbe dedicare il suo ,tempo piü a, leggere t-utte quelle tabelle che a svagarsi e risto-rare le sue forze. Senza poi voler considerare le multe che dovrebbe ¡pagare! Vi è .poi un’altra categoría di' tabelle e táfoeiUiine, quelle ¡di certi ne-,gozi e irivendite, -che non appaiono certameinte attraenti per il loro as-¡petto sbiadíto e deteriorato. C’é, in-somma, a Portorose una serie ds tante piccole cose che — ad esempio, le latte a-rrugiginife sparse qua e là. i mucchi di materiali di rifiuto, le er-bacce ne¡ parchi (si aspetta forse che incominicino a riverdire per estirp-arle?), quella scritta luminosa, deteriorata ormai per le intemperie subite, del «29. novembre» posta sulla Casa del Popolo (non sarehbe meglio levarla e conservarla ¡per il prossimo anno e non aspettare che si rovini ancor piü?), — sommate a quelle prima esposte, igiuastereb.bero tremiendameinte il p¡ácere del sogigior-no a Portorose. anche in piena giornata ¡di sole primaverile. Eliminarle è il compito un pó di tutti gli abitanti di Portorose, poiché sono essi i maggiormente interessati, dato ohe, .daH’aíflusso o m¡e¡no dei turisti, dli-^pendie se la loro localitá potra avere delle buone font i di guadagno ed uno dei principali mezzi per l’ele-vamento dello standard di vita. Al lavoro, dunque, compagni ¡di Portorose, per il vostro interesse! nonché per la costituzione del fondo di amimortamento sino ad allora ine-sistente. Alia fine dello scorso anno e ¡per il periodo ,dal 1 agosto rutile ¡netto dell’azienda era di circa 2OO.G0O dinari, dei quali il 10 % é an.dato a favore dei 27 dipendenti, mentre il fondo di am.mprtamento as-sommava a 1:.400.000 dinari. Questo quanto riguarda la questione íinan-ziaria. Venlamo ora a quella dei materiali e delle macchine. Queste sopo considérate tutt’ora in buono stato e non. soggette a r.iparazioni che ¡non siano da considerarsi correnti. La-vori d’i.nvestimento sono invece necessari nella’sostituzione di due chilometri di binari che sono in con-dlzicni disastrose e la cui tortuositá provoca ii rumore stridente caratte-ristico ,del tramvai piranese, L’ac-quisto dei due chilometri di binario e i! loro implanto comporterebbe per Tazienda una spesa di circa 6 milioni 'di dinari, cifra che essa non potrebbe coprire con i propri fondi, ma visto che Tazienda non é in pas-sívo, riteniamo ¡non incontri ,difficoltá ad ottenere un crédito a largo respiro. Vediamo ora ¡coime si presenta il ventilato progetto degli autobús. Per impiantare il servizio automo-bilistico é previsto l’acquisto d¡i 5 autobús con una spesa di circa 60 milioni di lire. Inoltre necessi-terá impiantare un’off.icina completa per le riparazioni, le rettifiche ecc. con una ulteriore spesa dii circa 10 milioni di lire che, aggiunti al costo degli autoibusi, al cambio legale rappresenterebibero complessivamente un importo di 3,3.600.000 ,dl dinari. ¡L’unico motivo per il quale é sorta l’idea di eliminare il tramvai, é rappresentato dai suo rumore assor-dante e dai conseguenti disturbi che esso arreca agl¡ abitanti delle case sitúate ai ¡margini del suo percorso, con particolare ri.guar.do ai turisti alio,ggiati negli alberghi di Portorose. II motivo é reale, ma esso potrebbe essere ¡in gran parte eliminato con, la citata sostituzione dei binari. Al-l'obiezione che ii tramvai é ormai un mezzo antiquato di trasporto cha' in tutte le cittá si cerca ¡d'i sostituir-lo con il filobús, si p¡uó rispondere che ció vale appunto per le cittá con, un, grande trafficoi, mentre per una localitá come Pirano e Portorose, almeno per una e piü decine di an¡n¡, un tanto non rappresenta un problema di urgente soluzione. Noi aggiun-gererno che, forse, il variopinto tramvai piranese conferisce alie due lo-calitá un tono quasi pittoresco che nulla toglie alia loro ¡bellezza natu-rale. A ¡pro del tram.va'i aggiungere-mo la sua notevoie capiemza, la possibilitá di trasportare colli senza ag-giungere vagoni speciali e la sua grande economicitá. La sostituzione ¡de,j binari ne aum¡entereibbe poi le velocitá e, di conseguemza!, anche il rendimiento. A pro ¡deU’autobus si puó diré che esso rappresenta ¡un mezzo moderno e veloce d¡ locomozione e con un rumore relativamente inferiore a quel-lo del tramvai. Inoltre, con la linea automobilistica, si ¡potrebbe ,collegare anche Sicciole, cosa che andrebbe a beneficio degli operai che si recano al lavoro in quelle1 ¡miniere e della popoiazione delle localitá cir-costanti. Ma valubiamo ora ¡i latí ne-gativi. In primo luogo la spesa che sarebbe dii 26.600.000 d;i ¡dinari supe-riore a quella della sostituzione dei binari tramviari, poi Vammortizza-zione. Questa é prevista per un periodo di 5 an.ni', vale a dire ogni anno dovrebbero essere ammortizzati Circa 6 milioni di dinari che, aggiunti alie aitre spese, particolarme-n-te quelle dei car.buranti, darehberO Timmancabile risultato di un aumento sul biiglietto di percorso, aumento che porterebibe a una ¡diiminuzione delle persone che usufruiscono del mezzo, particolarmente dei contadini che, oltre a questo, .non usufruireb-toero del carico dei propri colli sul-Tautobús. Infine e ¡tutti lo sappia-mo, Trautoibus é un ¡mezzo ¡di locomozione un pó incerto1. La corrente e-lettrica una volta impiantata resta li, qualunque siano gli eventi. mentre gli autobús vanno soggetti alia mancan,za di carburanti e a guasti piü frequenti. II loro meccaniismo, piü c.ompiicato di quello dei tramvai:, ricihiedie frequenti sostituzioni di pezzi, talvolta difficilmente trovabili e, ¡infine, riparazioni piü Iunghe. So-no1 cose semplici', alia portata di tutti, ma che devono essere prese in con-siderazione quando si esamina il destino del tramvai piranese. Lo spazio e la mancanza di ¡d¡ati conicreti, non ci ¡permettono di trat-teggiare un’altra ¡idea ohe viene ven-tilata, quella del filobús. Di essa possiamo solo dire che le spese di impianto sarebbero un poco superio-ri a quelle dielTautoibus, pero, i¡n compenso, ¡1 filobús avrebbe un periodo molto piü lungo ¡di ammortizzazione, minor costo della ¡forza motrice e minor ¡bisog.no di riparazioni, fra l’altro, anche meno costóse. In definitiva!, valutati i pro e f contro, ¡noi siamo propensi per l’at-tuale pittoresco tramvai ¡piranese. Adi ogni modo, il nostro ¡giudiizio non deve essere un ver¡detto. Questo lo ¡dovranno daré gli elettori ¡piranesi che dovrebbero sopportare le spese di ogni decisión« presa. A facilitarli in questo, noi potremmo ospitare nelle nostre colonne ogni proposta sensata e documentata al riguardo. M. B. PENNUTI CHE PRENDONO IL VOLO II ¡contadino Drus¡kovic Antonio ¡da Triibano, ,ha laméntalo ¡u¡n furto di 20 galline ¡che si sono. . . involate in occasione delle feste di Capodanno. Lá D. P. indaga. Nei pressi di Cortina, in ¡un ¡campo di .proprietá ¡del contadino Fra-giacomo Mario di Pirano, ignoti so-no penetrati, mediante scasso, in u:na¡ baracoa nel quale ¡si trovava u,n suo aratro e lo hanno asportato. II ¡dan-no ¡del derutoato ammonta a circa 25.000 dinari. E S A ni I DI CATECHISMO Branislav Nušič Montre andayo esamtnando la dottrina cristianad s¡ svegliô in me urna particolare simpatía per il pagane-simo. Il motivo di questo fenómeno deye pro'oaWltnente risiedere inel fat-to che il nosiro catechista. durante le ore di religion«, ici bastonava in un modo cosí poco cristiano che ancor oggi. Qu ando trovo in chiesa e sentó predicare sulla misericordia cristiana, . mi vien da guardarmi da tutte le parti, spinto da un istintivo tirnore di sentirmi sbattere sulla ca-poccia la patera del. pope o il turi-bolo del diácono. E’questa una prova di piü che le impressioni della prima gioivineizza lase ¡ano nell’animo tracce profonde. Ricordo, per esampio, i guai in cuii mi caociarono Miaría e Maddalena. A cagicne di quest’ultima, di Maddalena, fui costretto. una mattina a to-gliermi le broche davanti a tutta la classe, sdraiarmi a pancia |n giú sul banco e subiré .dodici ver.gate sul. . . corpo nudo. Beh, c’erano anche dei personaggi che non ml procurayano troppi grat-tacapi. Adamo ed Eva m¡ erano. tanto per citare un caso, assai siimpa-tici. Forsé ¡per la mia ingenuitá, ma fors’anche perche il primo paccato di uina donna è. in genere, una cosa simpática forte. Comunque, montre Adamo ed Eva avevano tutta la mia simpatia, la loro prole mi fece pas» sare dei br.utti quarti d’ora. II notoi dúo «Caimo ed Abele» mi procuró rre solenmi bastonature. Una volta perché dissi ohe Abele aveva uceisoi Cai.no, la seconda perché dissi che Cai-no ed Abele erano stati due apo-stoli, e la terza, non ricordo bene, ma mi semtora di aver detto ohe Ca-ino aveva veinduto Abele a dei mer-canti egiziani per trenta monete d’ar-gento. Agli esami di giugmo, é naturale, ci fu da sbellicarsi dalle risa. II pro-fessore, presidente della oomimissione esamiinatrice, si teoeva il ventre ¡con le mani e andava dicendomi: «Ma va un ipô a farti friggere figliuolo; son anni che ¡non rido cosí di gusto». Invece l’esaminatore, alias il catechl-stat per ben. tre volte strinse i pugni e fece per precipitarmtsi addosso, a fu solo la sol’ènnità della circostanza che lo trattenne dal farlo. Mi parve co-mumque di sentirlo siibilare tra i. denti delle irriverenti considerazioni nei riguardi ide¡ miei congiunti. Come suocede agli esami. ingaróu-gliatomi una prima volta, mon mi ci ritrovai biO. Cosí, ad esempio, quan-do i! catechista mi cihiese di Adlamo ed Eva, nei tentativo ¡di tirarmi fuori dai gua¡ con questi due personaggi a me simpatici, ccminciai cosí: Adamo ed- Eva furono 1 primi- uomini . . . i primi uomini . . . Adamo era il .primo nomo ed Eva la -prima donna ed’ essi, come primi uomini, vivevano nei paradiso terrestre. Essi ví vive-vano essai bene, ma un, giorno Adamo morse Eva . . . morse Eva, e per questo il signore iddio gli frantumó una costóla. E continuai su questo tomd con gran seddisfazione del presidente. II cate-chista tentó reiteratameinte di farmi smettere, ma 11 presidente mi inco-raggiava a proseguiré dicendo al catechista: — Ma lasciatelo dire, vi prego, perché almeno c¡ facciamo una bella risata. E io sistema! cosí i dodici apostoli nell’arca di Noe; di Sodomía e Go-morra dissi che erano stati due sacri templi nei quali Gesti aveva predi-cato con suocesso 11 suo ¡precetto: «Amia il .prossimo tuo come te stes-so»: di Cristo dissi anche che aveva trascorso 40 giorni nei ventre di una 11 monumento a Tartini a Pirano teatro ii Capoúistrie si GDSlitüirebbe i! taima italiane iSi apprende che il C. I. C. di Ca-pcid'stria sia ailestendo la rappre-sentazione de «La giaran di Piran-dello. Anche se quest’opera non é fra ie maggiori del grande dramma-turgo siciliano, essa possiede tutta-via varia ricchezza di motivi uma-ni, e la scelta va senz’altro lodata. Con la messa in scena de «La gi-arai:, ci informa,no, la filodrammatl-ca del C. I. C. porrebbe la prima pietra per la costituzione del «Dram-ma italiano» del Teatro del Popolo. Capodistria avrebbe cosí un teatro di prosa del quale si avverte la man-canza. Da tempo, infatti, una sí mí le iniziativa é negli auspici di tutta la cittadinanza. balena, preparandosi a predicare la propria dottrina; de¡ dieci comanda-menti dissi che Giuda li aveva ven-duti sul monte Ararat; e per finiré, alia doman da che cosa me sapessi di Pilato, risposi che Pilato era figlio di Mosé, che aveva procréalo abbon-dantissima prole e che si era poi lavato le mani. Confesso che ancora oggi non ca-pisco cosa ci fosse di tanto comico in tutte quelle mie risposte e come mai avevo suscitato l’irresistibile ila-riíá del presidente della commissione. La dottrina cristiana era per me allora — come lo é tutt’oggi per un gran numero di Cristian! — una mi-scellanea ¡d¡ strane ed increditoili fa-..vole e non vedo quai grande percato sia stato ,1’averle iinganbugliate come ho fatto ¡io. Non vedo cioé che cosa ne sa di piii sul conto del cristiane-simo chi racconta tutte quelle stori-elle nell’ordine in cui sono segnate nei libro d.i testo. Ma, a dire il vero, il mostro cate-chista non si limitava ai racconti bibli'Ci; egli amava anche addentrarsi neU’esseniza della dottrina di Cristo, e propri.o a cagione d¡i questa essenza poco mancó che non ci faicesse fuori tutti fino all’iulttoo. Egli ci illustra-va in lungo q j-n largo i ¡precetti della dottrina di Cristo. Noi seguivamo con grande intéressé le sue lezioni. cioé^ osservavamo con estrema attenzione ogmi movimento delle sue mani te-mendone gli sganascioni. L’ora seguente, naturale, ci inter-rogava per stabilire quanto eravamo stati attenti .durante Tora precedente. — Quai’ è 11 primo precetto della dottrina di Cristo? — ehiade il signor catechista al propríetario dei primi occhi che incontra col suo sguardo. II peccatore s¡ alza in piedi e. pietri-ficato, tace., , ¡1 — Quai’ è il primo precetto della dottrina di Cristo, grullo che non sei, altro? — ripetè sdegnato il catechista, e già cominciano a prudergli le palme delle mani. E poiché 1’alunno insiste nella sua campagna del silenzio. ¡1 catechista sbraita: — La misericordia! — e semza misericordia alcuna gli appioppa un! ceífane sulla testa, cosí forte che dagli occhi del poverimo sgorgava súbito un tonrentello di lucciconi. II catechista sceglie una n.uova vit-tima: — Dimmi un pó tu, quai’ ë il secondo precetto della dottrina di Cristo? — II secando peccatore si gratta sotto l’orecchio e, guardando di sottecchi, cerca di indovinare dial movimento della mano del catechista da quale parte gli piomiberá addosso il secondo precetto della dottrina cristiana. — L’amore per ¡1 prossimo, soma-rone! — urla il catechista. memtre il peccatore si p;alpa .il naso per ve-dere.se l’amore per il prossimo non sia tinto di rosso. Va da sé che anche il terzo alumno, interrogato, tace. Non sa il terzo precetto della diotbrina cristana. — L,a carita, razza di pidocchio'so, come ne ho io per te! — s’imfuria il catechista e tira al peccatore le orecchie in modo che serobra essersi attaccato a un paio di bretelle. HULLA DI NUOVO S0TTÛ IL SOLE STRÄDE ASFALTATE E MÄCCH1NE volanti presso i popoli antichi Erone inventore del tachimetro e di un ap-parecchio automático ■ L'antichissima técnica bellica dei cinesi - Le bombe al mapalm» !,(, Tic' WM v, li , te m :ÈsàMv :::: séIIÉ PARTICOiLARE DELLA SALA MONTAGGIO ALLa «RADE KONČAR» Q ---------- ------------------------- La cronaca dei nostri giorni. chi-amata a registrare le ¡conquiste sem-pre pió numeróse e decisive della s-cienza e della técnica, abibcnda di espressioni che, tutto considerato, potremmo 'definiré almeno un poco avventate. -Si parla di «sensazionali invenzioni1», «balzi nei futuro», «stra-ordinarie realiizzazioni del nostro tempoi» ma non molt.i sanho che tali «invenzioni» non sono. in realtá. che «riscoperte» pórtate alia luce dal-l’inarrestabíle marcia del progresso. Cominciando dalle micidiali armi della guerra moderna, vediamo come la famosa «bomiba al napalm» e. prima d’essa, i vari mezzi ince-ndiari posti in uso soltanto con 11 primo conllitto mondiale, abbiano av-uto origine addirittura tremila anni fa nei lontano oriente ed abbiano ca-e-g-iunto la loro epoca d’oro neU'u-ndi-cesimo secolo, quando Kung Ming, con spaventosi proiettili incendiari a cui va il nome di «fulmini della terra», stermiinô letteralmente i tarta-ri invasori. Tornati sulla scena nei 1002, col nome dj «ifuochi di Mu», i. terribili aggeggi servirono a G.ing Song per distruggere i nemici della sua dinastia (vennero allora per la prima volta usati grossi tubi che lanciavano le pâlie di fuoco sino a 700 =: 800 passi), montre, corne «fuo-chi grec!», arsero nei campi crociati, lanciati'i dalle mura ottomane; gli ar-tificieri arabi conoscevano i! segreto per farli dilagare in un mare di- TERRE DELLE QUALI 7 PROBLEMï CHE ATTENDONO IL NUOVO STATO LIBICO LA BARGA DEL SENUSSO IN UN MARE D'INCOGNITE SÍ parís L'autocrazia sofíoca l’opposizione - Salutati come liberator!, gli inglesi si sono ___________resi ostili le popolazionî - La tutela dele Nazionî Unite non deve cessare Il nuovo Stato Ubico — ¡¡orto, co. me noto, il 24 dicembre ultimo scóy-so con i suoi 1.800.000 km quadrati e oltre un milione 150 mila abitanti, appartiene alla lista delle terre po_ co popolate e più arretrate. La maggicr parte della popolazione abita il litorale e le oasi dell’inter_ no. Il resto è formato di beduini che vivono allô stato nomade. Economi. cimente, la nuova nazione non potra vivere senza l’aiuto estero. La terra coltivabile è appena il 6 della sua superfice totale, ed anche questa frazione puà accogliere solo colture adatte aile grandi siccità. Non esistono ricchezze minerarie. Il regime fascista italiano aveva fatto ben poco nei campo económi- ca. In molti casi si era limítalo a cacciare gli indigeni dalle terre più fartili per accogliervi i propri co-lonízzastoH. Ma anche questi tirava-no avanti alia meglio grazie agli aiuti del governo. Con la guerra, che ha opéralo vaste distruzioni, 'la situaziona si e fatia ancora piu precaria. E’ previsto un hilando statale con un déficit di due millo, ni di dollari l’anno. Passera moho, tempo prima che lo Stato líbico, se avrà una saggla amministrazione, giunga a dar vita ad una sana eco. nomia. In queste condizioni la Libia non potra rinunciare al capitule brilan. nico, ma neppure liberarsi dalVinfluenza inglése, pagando cosí un tributo político non indifferente. Un aiuto coñsiderevole il nuovo Stato potrd:züceverlo da parte delle Na-zioni Unite.-Finara VO.N.U. tene-va la Libia sotío ü suo protettorato. . II fatto che questa ah'qia acquistato la propria indipendenza non significa affatto che la tutela inter-naziono.le debba cessare. Una Commissione dell’O. N. U. sia stendendo ‘dei piani per concre-tizzare un aiuto in base ad impiego di capitali esteri. Tuttdvia, é irhpor. tante sottolinearlo, i primi passi nello sviluppo económico della Libia sono strettamente legati alio svilúftpó político. Due sono le priniipali correnti politiche. La prima é filobritanni-ca e fa capo all’Emiro e al Governo; l’áltra é nettamente antibritan. nica, filo egizíana, e si raccoglie nelle Federazione nazionale Cire-naica e nei Congresso 'nazionale Tripolitano. In mezzo a molti dissidi e dissa-pori politici regionali, l’Emiro fin IL CI COME AV Trovare! gusto a parlare idii eerti aspetti della cultura e deU’arte mo-• derna non é difficile. E’raro invece che questi aspetti c¡ strappino una risata veramente di cuore. II libro di María Prolo, «Storia del cinema muto italiano», é in tal senso una ra-ritá. In esso le tragieomiche vicende del cinema muto in Italia sono espo-ste lungo un arco che va dalle sue origini al 1918 i che ad ogni tratto ci rivela fatti e figure sconosciuti, ¡non si sa foene se di pertimenza della storia del costume o di quella d,el-l’arte, ma comunque molto interes-santi. Tanto ¡per commciare, agli inizi il film era di genere feminile: si dice-va filma. Fra le piü spiccate carat-teristiche pareva avesse qüella di «offendere» le persone cosidette serie. Un giornale ¡di Firenze ai primi tentativi dei cinema muto aveva in-detto un referendum ira gli serittori italiani col quale s,i ripro-metteva di .eonoscere se essi fossero propensi o meno a scrivere dei soggetti per la settima arte. Un commediografo di cui ci sfugge il notne cosí rispóse: — La domanda m¡ offende. Sono un gentil-uorao, signor direttore —. Non Basta: lo scrittore Luciano Zuccoli, un tipo che sfornava romanzi con un ritmo impressionante, sollecitó una legge che vietasse la riduzione cinematográfica di opera letterarie, «per ri-sparmiarci lo sconcio di veder personaggi dalla intramontabile grandezza ridotti a funzioni mimlche e a delle smorfie.» L’unico scrittore italiano che veni-va indiieato come un a-ppassionato del cinematógrafo era D’Annunzio. Ma in realtá egli intascó solo delle forti serene di denaro per dei soggetti che promise di scrivere ma che neppure imcomlnció. In quanto a «Cabiria», che fu il piü sensazionale film italiano dell’epcca, egli dichiaró pub-blicamente di esserne l’autore. Poi si sepipe che .il soggetto era del re-gista Giovannl Pastrone e che D’Ain-nunizio aveva ottenuto di farlo figurare come suo dietro versameinto di 80 mila lire. > Ma iquesto é ¡nienie. .11 cammlno del cinema muto italiano é costellato dalle situazion.i piü comiche a quelle piü strane. II libro della Pholo 6i dice che esso ha ini-zio .nei 1904 a Torino, per opera del fotógrafo Arturo Ambrosio trasformatosi in produttore cinematográfico. II método di lavoro era del tutto artigiano, e ddfatti. le case cinematografiche successiva-mente sorte si chiamarono per un .bel pezzo «manifatture di pellicoie». A quel tempo i primi local! di proie-zione erano appema meglio delle cantine. Di solito non si dava inizio alia proiezione se non erano presentí almeno trenta spettatorí. Venivano addirittura consegnati ogni tanto dei p.remi ..di frequenza ai piü assidui. Non era neppure difficile sentiré gli operatori urlare i titoli e le didasea-lie dalle cabine di proiezione. Piü tardii, dopo 11 1920, verra di .moda in-stallare in sala orchestre per il commenta musicale. Il problema più préoccupante era risolvere la fissità délia proiezione, in mancanza della quale le imma-gini sembravano in preda aile convulsion!. Le «pellicoie che ballano» do-vevano essere i’i.ncubo de! puibbli-co, dal .momento che nei cinematografi apparvero cartelli cosi concepiti: «In Leggete e diffondete LHM8YM LOYYñ questo • locale i personaggi non si scuotono». Una casa di produzione, la «Itaia-Film», senti il ibisegno di adot-tare sulla sua marca di fabbrica il termine «Fixité». In quest’aria di avventura nacque la prima rivista di cimema, A rileg-gere ,i commenti adesso si ¡rischia di crepare dal ridere. Abbastanza corniche erano anche le rególe cui dove-vano sottostare gli attori. Cordicelle legate a dei paletti o rigthe tracciate col gesso indicavano il «campo» dal quale l’interprete no.n .ddveva sconfi-nare. Solo verso 11 1913 cominciarono ad essere usati il carrello e le car-rellate. I primi film ebbero una durata di tre quart! d’ora, cioè circa 300 metri. . Poi, con «La caduta di Troia» che è dlel 1910, lumga 600 metri, si iniziô nei mondo la corsa a! lungometrag-,gio. Per il film franeese «Histoire .du mond» (la storia del mondo) venue annuciato che la proiezione sareb-be durata otto giorni e che ü prezzo di ¡ngresso avrebbe compreso i pasti, il letto, il- bagno e ü barbiere. Fc-tunatamente non era che una trovata Le tragicomiche e pa-radossali vicende del cinema italiano spas-sosameníe svelate da nn libro di Maria Prolo pufoblicitaria, e la lunghezza delle pellicoie si arrestó intorno agli 800 metri. Eccezionalmente il film «Cabiria» toccó i 4500 metri. L’attore piü populare dell’epoca fu Emilio Gihionei,, che creó con «Za la mort» ¡un personaggio truce e famoso. La prima attrice fu . . . Alberto Colla truccato da donna. Gió. perché nessuna donna si segnava di miettersi di fronte a quel «coso del diavolo», come era definita la maicchina da presa. Ma poi prese pied,e il .divísimo e si ebbero grand! attrici, quali Lydia Borelli, Miaría Carmi. Francesca ¡Bertini. II .genere dei films d’allora, la Prolo racconta, andava dal comico-acro-■batico a quello amoroso, da quello d’att.razione all’emoizionante. Emozio-nahte dové essere 'una pellicola otte-¡nuta dalla riduzione dello «Inferno» di Dante Alighieri. Dono i! 1912 in-fine si linizia l’epctca d’oro del cine-mo muto italiano. I colossi «Gli ul-tim¡ giorni di Pom.pei», «Marcantonio e Cieoipatra» e «Quo vadis?» sono de-stinati a stupire ed incantare miíior.i di spettatori; e, agigiungiamo noi. a ccncludere un periodo che é insieme pretenzioso, bañale, spleimdido é buffo: il periodo del cinema comm avventura. Giovanni Ruggerii. dal tempo della guerra si era assicu-rato l’appoggio inglese alle sue a-spirazioni sulla Cirenaica. Riuscito ad ottenerne il governo, si e poi impadronito dei potere esercitan-dolo nei sistema autocraiico proprio dei Medio Oriente. Il fascino personale, assieme dl prestigio politico e religioso ereditato dal padre, gli ha spianato la via. L’Emiro sceglie i Ministri e i Consiglieri fra i famigliari ed ami. ci, senza teuer conto della volontä popolare. Ad essi vengono conces-si monopoli economici: l’esclusivi-tä.nelle vendita dei prodotti agri-coli, nella raccolta dei rdsiduati bellici, nella gerenza degli autot;ra. sporti. Tutto ciö non fa che accrc-scere l’ostilitä della popolazione verso le tribü senussite, dalle quali l’Emiro proviene. L’unica opposizione di qualche. ri. lievo e rappresentata dalla Federa. zione Nazionale, ma le si rende continuamente la vita difficile con ogni mezzo possibile. Durante una manifestazione avvenuta a Bengasi nei 1951, il deputato dell’opposizio. ne Mustafa Ben Amor fu arrestato e quindi ccndannato a 3 #anni di carcere. Diversi circoli della Fede. razione Nazionale sono stati chiusi con la forza, i capi sono tenuti sotto sorveglianza e la polizia di tanto in tanto dichiara Io «stato d’asse-dio». La stampa d’opposizione e vieta. ta, cos i anche le manifestäzioni operaie. Il fatto che la Gran Bre-tagna abbia portato l’Emiro al potere e lo circondi. anzi dei suoi fun. zionari, fa si che la popolazione, che una volta aveva accolto gli in. glesi come liberatori, le sia decisa-mente ostile. La permanenza delle truppe britanniche dopo la dichia-razione di indipendenza del nuovo Stato, assume agli occhi dei citta-dini questo significato: l’Emiro so-stenuto da baionette straniere. Nell’altra regione della Libia, la Tripolitania, la situazione é diversa. Nella meta del ’51 alcuni poteri sono passaii al Governo Regionale Tripolitano, il quale si muove su una base piu larga e collettiva. L’a. utocrazia e il dispotismo qui sono minori, anche perché sono presentí dellle Commissioni delle Nazioni Unite. Comunque, anche in ^tfpolttania gli inglesi non sono ben visti. La propaganda egizíana di rivela frut-tuosa’ e viene di continuo esercitata tramite il Congresso Nazionale del quale é capo Besis Bej Saadavi. Un problema a parte nei futuro della Libia é rappresentato dalle minórame nazionali. In. questo Stato vivono circa 45 mila italiani, dei quali 22 mila solo a Trípoli; forti S'ino puré i gruppi di Malta, greci ed ebrei. Fra le altre, la mi-noranza italiana é quella che piü preoccupa. Gli italiani conservano ancora notevoli posizioni economi. che e non sembrano, nonostantc tutto, disposti a dimenticare che negli anni addietro loro erano i padroni. Come si vede, si presentano per la risoluzione problemi vari: politici, economici, culturali. Dal modo come essi saranno affrontati dipen. derá il futuro del nuovo Stato. DALLA HITLERJUGEND territoriale“ Un cittadino della Germania orientale che si fosse addormentatoai tempi delnaHismo,sveg;ian-dosi ora direbbe che continua la solita s!oria Supponiiamo che nei 1936 un citta-dino tedesco abitante il massiccio montagnoso di I-Iarz, compreso nella zona di occupazione russa, si sia co-ricato per dormiré 16 anni. Al suo risveglio, nei 1952, egli apprende dai vicini il cainlbiamento avvenuto. Il terzo Reich hitleriano è crollato la sua città natale è occupata dai russi e una «Repubblica .democrática te-desca» è nata. Ma, pur essendo cambíate le parole d’ordine e le uniformi, al postro uo-mo sembrerà che tutto sia corne prima. S¡ darà un’ccchiata attorno e si accorgerà di certi giovani molto simili alie S.S. ¡che' conosceva, con le stes-se facce, la stessa uniforme nera e la stessa aria truce. Mia essi po-rtano il nome di «millzia popolare;». La Ge- IL RAGAZZO KEKEC NEL FILM OMONIMO PRIQIONIERO Dl BEDANEC stapo non esiste più, tuttavia si è formata una nuova associazior.e: la «sicureiza territoriale.» Il mostro uomo apprende che se questa organiz-zazione lo denuncia corne «nemico dei popolo», egli sarà arrestato. ,poi tor-turato fino a quando non si ricono-scerà colpevole di un crimine, imtna-ginario, che gli viene imputato. Esattamente corne ai bei vecchi temipii, il poveretto si ritroverà al cafiè del paese per ascoltare il programma radio obbligatorio. Ed a lui sembrerà di sentire le stesse voci di una volta pronunciare gli stessi slogans: «I più grandi amici dei popolo ... i più grand! pensatori di tutti i tempi . . .» ecc. Per .passare dal régime nazista a ¡quello russo si è trattato semplice-•meote, egli pensera, di una questio-ne di slogans e di cap!,. Ci sono vo-luti G anni di minacce. di persecu-zioni, di pressioni perché i Te-deschi, che fureno liberati d’u.na dit-tatura, ne acquistassero un’altra. Comunque, ora come ora il nostro uomo si accorgereibbe che nella Ger-mania orientale ci sono .un mucchio di movimenti che si autodeiinisco.no Indinen dent i. ma che in realtá cfobe-discono ciecamente al verbo russo. Cosí i Partigiani della Pacei, in Lega d’amicizia russo-tedesca. * sindacati, le organizzazioni femminili e della gio-ventü, l’Associazione delle vittime del nazismo. Si accorgerà anche che ogni cittadino della zona Est della Ger-mania che non aderisee a uno di questi ragrgruppamenti diviene automáticamente sospetto. Ma sopratutto lo colpirà il fatto che le uniformi, le .maree militari e i canti guerrier! attraggono la gio-, ventii — volente — o no — come ai temipi .del nazismo. Allcra dirá: «E’ la stessa storia.» :M. F, str.u'ggitore o farli esplodere con potenza inaudita. Tutti sanno che gli esplosivi era-no noti a¡ cinesi secoli prima della loro «invenzione» europea; ma pochi conoscono il «cannone a polvere» progettato da Walter de Milimete 309 anni prima che Huygens a Parigi e Papin a Maribor costruissero i loro primitivi «motori a polvera». E 303 anni prima che James Wat realiz-zasse la macchina a vapore. Leonardo da Vi-nci disegnó un «cannone % vapore» la cui invenzione egli stesso fa risal-ire ad Archimede! La «palla di Erone» che, a circa duemila anni dalla sua invenzione, funziona ancora come ottimo mezzo didattico, non fu il solo prodottó della íertile mente dell’alessandrino. 11 tassametro ed i distributori auto-matici sono dovuti a lui, il .primo sotto il nome ,dl¡. «odómetro» (una cassetta in cui un ingegnoso sistema di ruóte dentate e cosidette «viti senza fine)) misurava i ¡giri di una ruota, riportandoli fino a tre cifre), ed i secondi sotto forma di macchi-nette che, dietro introduzione di una moneta, íornivano un getta di acqua profumata. | Erone costrui meravigliosi .giocat-■toli destinati ad incantare i vislta-tori de! templi: uccelli che cantava-no, buoi che bevevano, figure che si muovevano in ogni senso. tutti basati sulla pressione dell’aria, sul vapore e suil’aria compressa. A luí si .deb-bono altresi ascr.ivere (seppure in forma lógicamente primitiva) i lan-ciafiamme, gli orologi ad acqua, gli organi, i torchi ele.bilancead acqua. Molti studiosi dei continenti som-mersi, credono di poter affermare, su elementi di una certa fondatezza che non .possiamo qui esporre. che gli Atlantidi possedevano macehine volanti aliméntate da una forza dif-fusa (chiamata per convenzione «trill») e Che essi conoscevano il .segreto della disintegrazione atómica. Possediamo, in proposito, notizie trcppo vaghe per poter convalidare tali asserizioni, ma dobbiamo notare che gli antichi sacerdoti egizi sape-vaino inidub.biamiente cosa fosse l’ura-nio e che adoperavano materiale ra-dioattivo a difesa de!, loro segreti e delle tomfoe dei tfaraoni; sem-bra, infatti, provato che le misterlose morti de¡ violatori dei sareofaghi eg'izi siano dovute ad emanazioni ra. dioattive, e proprio in questi giorni la scienza dará il suo ¡certo responso in proposito. Tomando al favoloso continente a cui ato-biamo acceinnato. J. Mac Do-nald), un giorrial'ista statunitense che sulla base di antichichissimi diocu-m-enti indo=tibetain:i avrebbe rico-struito in parte l’esistenza di Atlan-tide, afferma. tra l’altro, .che le stra-de di quelle cittá apparivano per-fettamente asfáltate, non solo, ma erano fiancheggiate da condutture d’acqpa fredda e calda che. ogni tan-ti passi, offrivano al viandante un comfort che neppure le nostre piü moderne metrópoli sono in grado di assicurare. Se ció corrisponda al vero, noin si sa, né puó essere per ora confermato o smentito. Certo, le asserzioni di McDonald posano su ibasi piü serie di quanto sia ¡dato a prima vista sup-porre: l’iuribainis-tica dei nostri tempi (con tutti i settor.i tecnici ad essa coninessi) ¡non fa ehe seguiré tracce amtichissime, quando non giunge anch’essa a . . . riscoprire criteri vecchi di secoli. ,Le cittá inika ed atzte'ke. nell’America céntrale, possedevano vere e proprie retí idriehe. con derivazioni per ogni casa. Anche a Creta, d’al-trende, esistevano tubature perfette, ed il palazzo di re Minosse era per-sino fornito di ritirate con zampilli dl'acq.ua! II sistema di cloache romane ancora intatto, 'Ultimato ai tempi di Catone, mostra la prima applicazione ¡della «Cfhiave di volta», e i-imane ancor cggi insuiperato persino dai piü perfetti impiainti similar.i delle gran--di cittá. Anche raoquedotto di Colonia, costruito dai Romani nell’80 d. C. é único nei suo genere. Fa'n-bricato in cemento e calcestruzzo, esso offre ancor oggi una -resistenza di 110 Hog. per centímetro quadrato. La preparazione del cemento armato, in cui i Romani eccellevano, ven-ne dimen.ticata e fu «riscoperta» solo verso la fine del secolo scorso. La strada nazionale assira dell’8. secolo a. C„ riportata alia luce da Layard, parte dalle rovirie di Nihive e mantiene una larghezza costante di 12 metri. Essa é selciata in basalto, come lo sono altre antichis-sime strade assire e .babiloinesi. Se la «riscoperta» di questo sistema non si fece attendere come quella del calcestruzzo, va tuttavia nof.ato che Rema conobbe le strade selciate solamente nei 174 a. C. ed Augusta nei 1.410 d. C.! \ L’asfalto era conosciutd in tempi assai remoti; la capitale sumerica Ur eb.be asfáltate le sue vie ben quattromila anni prima di Cristo; gli antichi .popoli americani, toenché lo ¡preparassero secondo criteri ancor piü razionali, non ló usavano, pero, per le arterie di ccmunicazi-ce, che preferivano impeccabilmente lastricate. E-bbene. una delle prime strade asfáltate d’Europa fu la Colonia— Berlino, costruita con il . . . nuevo método appena ¡nei 1812! L’urban.istica moderna non va cer-tamente svalutata: essa ha ccrnpiuto un grande cammino: dobbiamo pero rendare un doveroso omaggio ai suoi lontanissimi precursori che. con i primitiv.i e scarsi mezzi a loro di-sposi.zione, sepipero com.piere imira-coli che trovano la loro maggiore espressione negli incantevoli giar-dini pensili tí! Babilonia e nelle im-superate cittá—g.iardino che costei-larono l’America céntrale con il piü rigoglioso íiorire di quella super.ba civlitá. H. H, LA DECIMA GIORNATA DEL CAMPIONATO CALCISTICO DEL CIRCONDARIO Arrigoni e Pirano consolidano la loro posizione H Partizan si porta al terzo ponto ATTIVITi DEM TECM[CA POPOLflRE A CflPODISÎBIA LE MIGLIORI SEZ10NI SONO IL VELOCLOB E LAUTOMOTOCLUB Oltre 520 sono i membri della T.P. nella nostra città Meritata affermazione degli ospiti PIRAN0 - BUIE 4-1 BUIE: B-orto-liri, Mileinko-, Bone-t-tfe Kerovicà, Ljubič, Bortolm II, Vaiscotto, Piancllu. Zeîiinik, P-oitleca, Mihel jevic. PIRANO: Dapretito, Pitacco, Jurič ič, Dudinift, K-eri-e,* Bonifacio, Razzia, Ta-gliiaipi-etra, Santo-marco, Stifnao, Crisman, ARBITRO: Cravagna. yïitoria- sànza dubb-io meriitaita pîjr,.i. ' che, pur esse-ndo vMfÛ 'di ■ cinqiue titolari, sono stati superior! di gran lprag-a ai loro av-versari. ¿I B-uie, pur perdendo. ha dimos-tïiato «nia farte comihattività, e spirito sportivo-. Se i suoi attac-canlti -ncin av-eisiae-ro -meisso f.uori con trpppo precipi,ta;zi-one al-cu-ni prezio-si, patío,hi, come pure en rigore, if ¡risuïtalio avrelbbe potuto e-ssere moiiid dívie-r-so-, La squadra c’è, manca salamonte ,.ii ¡poco -d’assiem-e e la prlparaiione teonèiea-. Quando sa. t ranino ieliminaU qusisti due inco.n-V"j:ôen:ti, R Bule, man solamente cederá id, aferi ií fan aliño rosso di cofe-a de’,la -cliassifica, ma potra ambire ùémetèében, ipiiù -elevate.. II Pirano ha igiocato me} primo terppq a isíavore di vento, ció homo, stainte è passa,! o in vamiaggio per primo -al ,17’ per mérito di Razza. On- minuto ¡doipo, su -aizsborpe di con- t.ropiedp, -la- mezza destra del B-uie, Sm&a ímfñeiddi I risult-atii: id-ella 10. .giornata del campiohato di calcio del Circonda-rúf, deiUTaíria hanno rispe! rato pie. .naihé’hté i proinóstlici d'e-M vílgília. Non uno infatti, dei risultati suo-ná a sóftprejaa? I capóllsta >di Iso-la hanno tróvate) ;a i,'mago un'osso duro, duro pero sc'lámeiáte per 45 minuti, Nella se-ecsida ripreisa -gli fsolámí passava. no Oe-cíisamicinte aH’attacco e riu-sexvand a'violare due vólte la rete avve'-rsairia, aggiiüdioando.Bi casi pu. re i diue punti e cahsoil-i-dando ulte-riorm&iii'.'S ,1a loro posizi-oihe iin clas-silicá che apiparé ormai secura. Sa. rá' cosí IT,sala che rapprssemtera' Í1 nóstyá" Circo(hd'ar.io, nal prossimo campíómato deilla I loga delta RPS. Ugua-1 so-ri-e, deg-liL. u-ma-ghesi, . é toocat-.á p;sré . .qü’und'Lc.i di- Buie, che ha, íxycbmtxatás ¡su-l. proprio. campo la' Í€Óüb'4e''*Qopfeflíías 41 Pirana- Gli Lindíci di Iíe/rié son,o passati a vele spiegírfe-'-é SE-rrza appanenti difficol. tai conferrhartdhs: c-cme- da riostra seeonci-a squadra per 'v-alor,e, Dovre. m-o.a Ipro.imf-MfcU *e k campionato non si. QCincliudera con un. m-oin-ol-oigo dei, ragaizzi di Corbaitti, perché so-n v."no 'Jimostra-to di esse-re ih úe"íi?. . .ve. per cui t)os-siám;> aisp:ttarci preve pasiílye in l'uliúro. II Verteneglio, partito con la da. vore d:,-l pronostico, non ha «figúralo aftal'lp nc‘i confronti del Par- Pianella, vemiva atlerrata in anea da KeriS. Rige,ríe sátiro santo, che pero Zeilimik calciava fucxri, con gran disappun't-o degli Sportivi local!. , A! 35’ Siimiao riscáveva un calcio di punizione. 'Ciailciando :,n rete bai. ese. Al 43’, V&scátto ' conicludeva un’az'ianie d'i itinea, cálcici.tdo impa, rabíSmente -in -roto-. Ncila rip>esa, i] Piraino press a va qua'sl ednein llámente ,-sotto la porta DV-yersariia e rea-lizzava- ailtre due retí per mérito di Razza ail 28’ e al 35’. Poi gli atíacoanti buáesi s.i ripren. devano e:, peir poico, non riusciva-no a- .segnaaie cotn VaGcotto, il quaie, solo dimamizi al pó'r&fe, mianidava a-He siteille un precioso. pallóme. II segnale di chiusura veideva um’em-nesimo aftncco p'rar.r-se. Encéllente d’arbiitraggio. Alquanto rumoroso il pubblico, che, per il suO' campa,nilismo, man. ca di obiiettilvítá. S. A. 1 RSSULÏâTi PARTIZAN — VERTENEGLIO 3 : 0 BUIE PIRANO 1 : 4 STRI .GNANO — S. ROSSA 1 : 0 UMAGO — ISOLA 1 : 3 SALINE — AURORA 1 : 1 CITTANOVA — MEDUSA 0 : 2 * LA CLASSIFIGA Isola punti 18, Pirano 16, Partizan 13, Umago 12, Meidusia 9, Stru-gnano 9, Sallin-e 8, Aiurora 7, Verte, neglio 4, Stella Rossa 4, Buie 2, Gittanova 1. Partizan - Verteneglio 3-0 (0-0) Le formalziomi: PARTIZAN: Cuk, Ladeinaro, PeškuMn, Bertok, Vado-ver, Antončič, Klasinc, Jelačič, La. meničič,- Saeain/aic, Kajdarovič. VERTENEGLIO: Saín I,, Spis, Bernardb, Míil-ló, Barnaba, Betto-ceiMi, Moittioa-1., Mottica II., Guesdo, Saín II. Piresientanidoisi il Verteneglio con imtora idi ritardo- isul previsto, la partiita hla iiriz-io alie- 15. Gli ospiti gialiloerosisl ipantono a tutta ve-locita portarado il gi-aco nieliFarea avversa-ria. Si ha Timpressione che il Verteneglio sfoggii una certa superior!, ta, ma la cosa dura appema una diecina di minuti, quimdi da ambo - le pariti sembra ai' facc-ia a chi mano concluda. 22 persone in campo che gira-no >a vuelto d tetribuiando pedalte co-me per -caso': questa l’-inrmagme del primo tampo, che si conclude ,a iiieiti irtvioKate. Da seignalaire 'un’-accaisiahé id’oro- per M Partizan jhigenuamente sciupata da Kajda-revič. Malla' riipiresa,' i bianco-céresti del Partizan loominciamo trovare un ac. cor da mininio .ñuscando ad imba-stire quialiche buona> aiziane. A coronamento di una quesite, ail 20, Jelačič SiEgna il primo punto dalla gior. nata. II ghiaocio, se puó dire, é .rattp; l’unidiici ospitant-e si fa piü agg.ries.sivo segnando ancora al ’26 £,d opera idi Kajdarevič. Poco prima dal fischio finale deiH’arbitro un’aizioine alquanto confusa porta a tre neti il battino del Pantizain. Nal complesiso la giornata é ap-panfia griga; non sóloi scadein-te dal litio"' 'técnico,- toa anche da qu'ello-lág'óaiistico. 5 palci d’alnigolo' iper il Partizan e 4 per il Verteneglio. Arbitro Lanzar. Meduse -OifSaa0¥a 2-Ö MEDUSA: Deponte, ßtradii, Santin, Depang'her1-» Turčinovii, Sabadin II, Orlati II. Bussani. Sabadin III. Valenti, Vascotto. CITTANOVA: 'Scrigmar, Zulič. Scro-p,etta, Uabaz, Sain I, Sain II, Giustin-Èifl. Sain ÏII, Urbaz II, Pavat, Scro-petta II. ARBITRO: Grio. Partitá invero infelice quella di Cittanova. Le due squadre non hanno dimostra-to alciinchè di .gioco. ad eccezione di alcuni giocatori del Medusa e precisamente la linea mediana e le due mezze ali. Come al solito, al Medusa manca il tiro a rete, per cui il passivo del Cittanova avrefobe potuto essere ben maggiore (se gli at-taccanti capodistriani nella ripresa avessero dosato maggiormente i loro tiri a rete. Del cittanova, nulla, o quasi. ,da dire. La squadra non va. setobene melle sue file ci siano degli elementi che, curati, ipotrebtoero1 -far molto, aiutandola ad uscire dalle brutte acque in cui si trova. Nel corso della partita! si è visto il solito comportamiento scorretto da parte, sia dei giocatori del Medusa che dei cittanovesi verso tl dlirettore di gara, che, a dire il vero, ha di-retto la partita in modo egregio. L’i'nlzio ha visto il Medusa attac-care continuamente, pero gli uomini di punta non hanno saputo sfruttare le occasion! loro offertesi. L’unica, rete 'del tempo è stata segnata al 32’ un OpoooBj, -atenb n ‘ir uipeqes eip pallone respinto dal palo, a portiere battutoi, non ha avuto difficoltà a se-gnare. Nella ripresa. si è visto, di tanto in tanto», qualohe barlume di gioco dei cittanovesi, c,he, con maggiore precisione di tiro, avrebbero potuto segnare. La seconda ed ultima rete della giornata è stata ottenuta da Sabadin HII, che, riceyutq un bel Isola - Umago 3-1 (1-1) Depo una stB®©ra®Jë: clilessa gli Umaghesi cedono alia distanza Marcatori: al 20” Srečkovi' torete) per l’Umago, al 44” Delise per Isola nel I tempo — Al 3’ Depase ed al 20’ Russignan del II tempo per Isola. Angoli 10 a 3 a favore dell’Isola. Le squadre: Umagp — Novacco, l.en'ardvzzi, Sreckovič, Doz, Zac-chigna, Sodomacco, Hornjič, Giraldi, Canciani, Lenarduzzi II. ISOLA: Moscolin, Corbatto, Car. boni, Pugliese, Dagri, Milloch, Delise, BenveTMii, Bernardi, Depase, Russignan. Gomáis di Iga’a dcimenica ad U-tnago per -l'a- veinuta dei campiomi iisèlaiür, (;gi!i iraca: tuti alfieri délia rnaisisiima icataspri-a) eid inoo'r'ag’gia-meniti, a non finiré -a' -favore degli sícrUmaiti umag-heisi, reduci dalla mmexitaita isiconfitia ipr-eceidenté sul campo cE/podistrian-o. La squadha di- Zaro- (asseinle o:ggi causa lia -dolo,ros a pendit a della pr~ipr,ia figlia, -alio, 'straizlo paternó detla cul perdi.ta oi uniamo comimon-si assieme a tutti gli sparitvi) e di a it.ri icirementi di primo piano, ri-m. pinzzati dai giovani, pur handicap, pata forte mente, ha- sa.puto tener alto il proprio wessiiiio su quel cam. e le .squadre che irnë. iríimtmi da [izan, carcho .se, aib fiar . ben tre pn ove sc.ranno ran reti costi'.üiyzaa i' 'boFin 5 dei ija- ri-úsciranno ad use' droni di cçsa. Crn u.n f • * • ) ¿•.ira. sccnfi-tte. difes,i lurdici di Ver r. f!i( potfq’ E’ s:"A : quista c cnççi i Tu ni -ur!« .... C; Ù 5 a a i O. ha s- ddisfa-.t:.- il no. a- X’r- -jt).rr-.j,-. .ri. oec-"'" t-t-fosi cd ba i i¡ Modus:)-, in natía ripr- i :.'i, o c»n. lo qua bita ts-Snicha datc u - Ci-,ta,nava ,a co-nq uistarsi i qii-ali Ivr.an.o nrai-’us clue puati che lo himno p mato nel. le pfnv. posizioni ci.-'ia claasific:,', PEilato dei piü. Pe,aso in . m estra -del gio.vaa-i, i o nei'ía io-í.ta le piü .riposte energie, in special, modo i! sorprendente Russignan, uno Campionato italiano di calcio ira f p GonseGüüve Illa, Tíieslina rnsnire il Legli 'si riprenl a ¡orino I RISÜLTATI: Bologna — Udíñese 2:0 Ccmo — Lucchese 1:1 Intérnazionale — Padova 4:0 I.ricio,— Spal 4:1 Napoli — Florentina 2:1 Juventus — Novara 4:1 Palermo— Milan 1:1 Pro Patria — Sampdoria 3:2 Lcgnano — Torino 1:0 Triestina — Atalanta 3:1 LA CLASSIFICA Juventps punti 28, Milan 24, Internationale 21, Palermo e Lazio 20, Spät 19, Napoli e Novara 18, Pro Pa-til'ti 17, Sampdoria e Padova 16, Florentina, Údinése, Atalanta e Bologna lfi; Torino e Triestina 14, Luc-chosa 12, Como 11, Legnano 3. La Trieistina, ha., conseguito la sua terza -vitl-cria conseicutiva contro un’Ataliáimia,'ichie rare volle 6 uscita scaafitta dal campo di Vafmaura. Grazie laiqucsti fre isucoassi,. hTrie-siiipa. si trpva ora in pasizicing, piü raasicurair.ite pc.r„ l'Javyénlré, che- sa. ia iSfip’aJitTP TiCÖ-eo, se in squadra Tiuscóra a m-haeineps -Í» prssente t'^nüta. di ¿leca : Da grc.r.'de soxprssia é ve,ñuta da Torino, dovip ia squadra lo cato si irciv.aya antc-la deüfa -'Glassifics. Xi L-gnaho-,, noa'ßämd-rii' per vimto,' ha gebtäto' nelfii conitiusa tutte le sue energve cd é riuscito a segnare una rete, che doveva essere poi decisiva agii eiffetti deil risuitato-: Infatti mtfgra. do il disparato finale, él Torino non ó ri'UBcit'O' a r.iimanfare- ¡lo svcintaggio e.d ha- devut-o il cam- po. mogic' mcigio, .mon-tre- gli avver-sari ai davam a zcenc- di ipdpseri-vilbále; •en-tus-Vlsmo. Che si-a questa il 'primo scisriEil'C di rietcosa del py rente pavero della serie A? La Juvantus, passata da gran si- gnora in quril di Novara ha a'umen. tat'0 di uniailtro punto il vzintaiggio sul dóreitto anita#äibista, il Mika, ■il quale non ha ,saputo and,ar oltre il paregigio a Palermo-. Amnov.azzi si .stara mordendp- ancora le iabbra per aver 'slhagliato mejdomalmente M rigore al 30’ dolía ripresa rigore iche avrab.be .pcirtato la sua squadra «Ha- vitforià'., Ccimunque il Pailermó hi è pi:è;raamanile meirita-to il pa-reg-g'o gr,a:z!'.a laJla intelligente impasta, z.icine de,La sua partita, ;ed .alifi grande .giomata di Bullemt, il m;-gliogle idei vcintidue atîeti in Campo. Fiadle'cil tire al'previsto- la vit-to-■ría deliTnte'm.azLcinaïe centro- un Padova- abúlico "ad irriconoseibile, che ha idavuto incassare la bellezza di quaittro polloni.' Simiile a quelio di Mtlano il risuMato -di Roma, dove la Lazio :si è impoista aiüitóirevolmen. te r-d üína; S.prl fuíFaltro- che áll’ai. t-ezza 'dni paito che occupa in das. 'Sifféai Pure TUdin-eše è rienltr.ata da Bologna ccm 1-e- pive- mieil -säpob. Llincontro', ira le parenti pavere Ccmo — Lu'ccihiese' Si è c.cihal-uso con um telompnico veridetto di parita, veridrittö che ha lasciato inšo,didiiSfat-te tutte, e due. -le contendeinti, data la lloro precaria si.'iuazácspg in classi. f.i'Ca. Prev.i'Sti i rimanemti du-e rJsw’.tati. I'i Napoli è initoirfinialto' alla vi.titori.ai alle speae della Florentina, che pe. •rô meritavia una m-igliore sorte per Ja sua bella e coragigiosa preva. La Sampdoria ha abótuato ormai i propri tifeisi ,a degi’.i alti e br.ssi incr-edibili, e la sua scoinifititig a Bu. Lo .Arsiizio .prixeirá sigili archivi 6en. za storia. Una gi-crnaita, la 17., favorevole ai pa.dro,ni di casa. Le un,iche a farsi '■rei&lmemt-e empre in -trasfer-ta- sono state la prima e l’ulitima in classi-fioa: la Juventus ed il Lsgnano. P. fra i ma'iglior.i in campo e giocatore di isicuro avvemine, autore della piü baila rete idéill’incointro. Bene puré la squadra in ibloiccp!, che iega sem. pre m a g n i fie ame nt e -e> isi impone al r'spstfo delgli láwiens-ari e tifosi. Dal carato loro »11 atleti. um-aghe-si, 'Sciño staiti 'generoisaimeii'te ammi. revoli ed ;i'n cer.ti momenti (vedi iniizia) leig'g'ermeinte superiori agli svversari, favoriti pero dal campo e. dal vento h* proprio vanfaggio. Durante tale fase sono riuseiti a cortarsi i-n vantaggio con la compli. cita del por.tiore iisolano, tradito dal terreno sdruccioilevoile. Mella ripresa, ,ad inviersi.one di campo, 1.a maiggjolr -classe isolma si é imposta- nettamente e prova ne siano gli inmumerevoli cailci d’an-goilo in loro favo-re. pressione che, a coronamento di azioni pregevcili, conidoitte dai .te-c-riiici avanti isolani, é stata concreiata ccin la segnatura di altre id-ue -reiti che sanzionavano lá vitioria me'ritata e inldiscussa dei migllioiri. La brev-e cronaca g'iá data el mo. stra un priim-o 'tempo, dominato dai ragaizzi di Z-airo. domináo ,che non ha -dato frutiti fino al 44, quando, bu calcio d’-ango-lo, Alvise, con astuto colpo di teísta, mebt-sva a -rete la ■palii’a deil paragigio-, av-endo- gli u-maghesi al 20 sagnaito in prepr-a rete con uin tiro- lalilungato del bravo Sreekovic, che liil pcmti-ere Mois-colin par-ava, ma non riusoiva a trattene. re e, causa i'l terreno sdmoci-olevole, sul isuss-egiuente alanici-o man riusci-va a- f-eirmare. N-eilIa ripr/eisa, -l’-assedi-o- delFa-rea umag-hese é isltaito presisocché cois tan. te -ed inte'rroltto-, a brievi. int-eirval-i su azioni di «mtro-piede, -aizion-i che, fn piü idi u-n’occa-sio¡ne, mettevano gli 'umaighteisi in po-s-izione favore-vo-l-e, im-a con -eis.i-to .-neigáSv-o par la sca-r-sa- inciaivilta degli svanti, man. tre gli iisoil-aini segnavano- -due retí, e cíaé Ja sec-o.nída. tiirait-a da Depa.se dalla bandierina e maindaita- diret-liam-ente dicltro le apal-te deil custo.de umaigheae ie -la it-eirza; a coronamento di -una límpida azi-orne di linaa, e conclusa dail magnifico. Rurisignan, con un tiro potente dal limite sinistro deill’are.a. . La fiiM-e ha- tro,v,ato i ventidu-e a-tleti pro-tes! .atacara mello sforza per su.perarsi, ed ha- sanziona.to- la vi-t-toriai dei piü fojrti. U.n appunto poco simpático dob-biamo- irivolgere a- ce-rti tifo-si (non umia-ghe-si) che, -ignorcindo le piü e. lementar.i inazi-oni c-ailaiistiche, ha-nno dato ispeittaic-oilo -di seáriso B.enso -spar'tiivoi. iSipeiria-mo -che ció nen si ri-pe-ta iin awemire.. Ha arbitra-to com precilsiolnei ed imparzialilá — Ja-nowski Dado. AMO Ha vinto la volontá tuno - Stella Rossa 1-0 S-TRUGNA-NO: Gregorio. Musizza, Benivenut'i, Vascotto, -Boiogna, Degras-s-i, Carboni, Felluga, -Dagri, Zaro e Giorgini. STELLA ROSSA: Jurissevic. Cla-ric, Berto-k. Motic, iStor, Cararo, De-g rassi, Colomb i-n, BalcJassin. Rodic e Caro. MARCATORI: Zaro al 10’ del II. tempo. Lo iStrugnano parte col vento a sfavorc, ma non riesce a m.anteners-i ali’attacco per quasi tutto il pr-imo tempo che é d¡ -netta prevaler,,za della squadra. marro-ne di Ancarano. La Stella Rossa domina i! campo m-a, con il suo gioco inconcludente, non r-iesce a realizzare. Lo Strugna-no, invece, benc-hé avesse il vento a sfavore e giocasse per 20 minuti del primo tempo con 10 giocatori in se-,güito ali’infortunio di Vascotto, mette in continuo pericolo ia porta di. Jurissevic con fughe poco frequentl, ma efficaci. Un pó la sorte e un pó la anancanza di técnica dei suoi giocatori, non gli permettono -di -portarsi in vantaggio giá nel -pr-imo tempo. Un fortissimo tiro di Zaro va, diffatti, a finiré sui palo -destro -della porta. Alcuni -minuti dopo è Dagri a mancare un tiro, passatogl-i a.l piede da Giorgini. Gli ancarenesi si sono visti soffiare un’occasione única -dal bravo Mus'iziza c-hei, dietro a Gregorič, ormai rassegnato a raccogliere II pallone in rete, lo ha rím-andato in campo proprio dalla fatale linea. Il II. tem-po era d-i appannaggio dello Strugnano. A momenti, tre quarti del suo campo -erano letteral-mente vuoti, men-tre nel quarto della Stella Rossa si svolgeva la m-isc-hia. Una di queste fruttava una rete, che1 a molti è parsa regolare, ¡nvece a noj è se-m-brato che il pallone sia sta-to -portato via dalle mani del por-tiera a terra, e messo in rete. iLa stessa impressione l’ha avut.a l’anbi-tro che ,ha annullato -il punto. La rete della vittoria -è stata realizzata da Zaro al 10, del II. tempo, su pas-saggio" di -Carboni. Verso la fine d-elia ripresa, è di nuo-vo la Stella Rossa a passare al-l’attacéo e a mettere in pericolo la porta Strugnanese. Ini questa fase Gre-goric riesce a parare un tiro raso-térra di Caro, proprio sulla linea della porta. A coniclusione. è stata -una partttai priva d-i valore técnico, ma molto comibattuta, sp-ecialmente per quanto riguarda la Strugnano -nel cu-i ra-nghi si sono -particolarmente d-istinti Ben-venuti, Carbon,i e Zaro. Della -Stella Rossa i piü brav-i sono stati: il portière Jurissevic e ;gli attaccanti Co-lambin e -Baldiassin. Impartiale e p-rivo dï -grandi -pec-che l’arbitraggio di Plaino. p-assaggio di Valenti, co-n un tiro sec-co, a me-zza altezza, a destra del portiere, t)a -çtiiuso ia segnatura. Una -nota stonata:' la manca-nza assolât a della segnatura del cam-po. T. Saille - Aurora I-l SALINE: Bartoie. Pe-tronio, Fon. da, C-amic, Bernard!, Saivestrini, Izzo, Premuzzi, .»Petro-rrio II, Vi-do-nis, Pfote-n/i. AURORA: Dobri-g-na, Ma-rsi, Pe-riini, Faiveinito-, Mele, Vattov-ami, Pac. chietto, N-orbiedo, Gri-o, Zet.to, De-rin. Arbitro: Divo. Gnand-e (la altteisa dei tif-os-i del Saline1 -per l’irrco'n-tro ©he op-pom-eva la loro -squaidr-a all’URÜci deill’Aurora di Caipoidistria; aittesa c-h-e in eff-etiti non è anda*.a -deilus-a. 'Ottenere un par-eiggio e-ontro un’Aurora che qu. aiBituiniqiuie -n-om s-ia -nielil-e- miglio-ri conldiizioini di forma, v-uol dir molto. Tsnito piü per ill faitto -che oapo-dis-toia-ni hamn-o ot-tenuto la 1-oro ugi-ca re-te -su rigore, -anche s.e merita-to. Pair-eiggiio-, equ-o, d-unque, che, a nostro avvis-o, -h-a- -pr-eimiato atmbe-due lé squadre. Qu-alch-e nota di cr-oinac-a. I-nizio ve-loc© tdai parte delTAuro. r-a -che -si 'porta min-a-cciasa Biotito 1-a rete dell Saline, i cut difenso-ri reisp-ing-ono -brava-m-ente. Anzi, su aaion-e di" contropiede, Petronio a-vr.elbbe potuto segnare, m-a il suo tiro precipitoB-o è an-dato fuori. Si hanno ipoi -al-cu-n-e pla-stiehe pa-rate del -porti-e-re del -Saline. .Con azioni alterne e c-oin -un iïiuitla di fatito, si conclude i-l primo tempo. Nella ripresa, ail 5 minuto, ,si ha i-l rigore isopra men-zioniato, c-ausa-to da -eviden/t-e failiio di mano in area, da parte dii due giocaitori d-el Saline. Rig-ore- che vi-eme ireiallzzato da Zetto. Imm-ediata r-e-aizio-nie d-e-i padroni di casa, i quialii,, ©1 10 mi-nuto, ■ri.staibiliSQOino le di-stanze- per m-e-rifo -di Pienuzzi, ill qu-ale conclude positivamente urna azioine individu, ale. Poi aizio-ni -alterne -sino alla fine. Migliorii: in -ca-mpo-: F-avento e Zetto pair l’Aur-ora, Baint-o-le, Pieruzzi, Salveatrini e Debemardi pe.r il Sa. line. D. Saucée- . . . nel massim-o campionato calc-i. stico- fxa-ncese il migli-Or c-annoni-ere è loi sved-e-se -Guninar Anderason. giocatore della «Marseille»? Ander, îison in 20 incont-ri ha se-gnato 16 reti. Il sec-ondo posto- meóla gra-dua-toria è occupa-to, da Strap-pe del «Liil’ja» e. -De Harder -del «Bordeaux» con 15 reti cada-uno. . . . dopo l’incontro calcisiico in-ternazionale «Anderlecht — Stella Rossa di Belgrado, il critico belga Max Well ha portato in auge il __mediano sinistro Djajic, qualifi-candólo «uno dei migliori medianil che ha visto ed.o.l quede si dovreb-be assegnaire il premio «Oscar» (destínalo ai migliori attori cine-m,atografici) per lo sveltacolo dato nell’inconiro con la squadra belga? \ . * . . . quesit’a-nno verrá tenu+a. in Ju. gosiaiy-ia una, gara tin¡ternaziq.nale di -regolarita, .autoimobitistica deno-minata «raid dejiFAd-riatico;»? II tra-guardo- -Sara- -a -Sarajevo e, la parteniza awe.rra da Trieste. I partecipan-tt, (cl’.tre 300 de,i quali proverranno dr.Testero)- seguiranno il- seg.uente pei-comso-: Trieste Ab. bazia - Zaga-bria — Sarajevo, per colero i quali pr-avéng-ono- ded’oeoi-dente. II per-cor,so balcánico .verrá . éfíeituat-E) su:l tratt-o Ateos .— Skcp-*1 je — Sarajevo. A Capod-istria la técnica popolare conta le seguenti sezion-i: il circolo automotaciclistico, il, Velo.club e ü circolo -fotoamatori. Dipendono diret-tamente -dal comitato cittadino di Ca-podistria: :a sezione fotoamatori di Dečani, il circolo di Bertocchi, quel-1q dellá souola agraria di S. Canzia-no, il circolo della casa dello študente italiano cittadi-na. quell.o del mobilificio- STIL ed altri con un complesso di 520 soei. * Fra le sezioni piü attive è da -clas-sificarsi ¡il Veloclub che quest’anno ha organizzato 8 regate veliche. I soci del veloclub dispongo-no di 12 imbarcazion-i tra yole e beccacini, di cutí 7 sono -di proprietá dei sin-goli -membri. Il Veloclub, per poter svil-uppare maggiormente la sua ?tti-vità, nécessita di u-na offici-na attrez-zata per la costruzione di altre im-barcazioni e -di una sede sociale. A quanto apprendiamo, in breve esso r.i--ceverà i locali ad-atti. Fra -i migliori so-ci -del clu-b' va menizionato Zueca Giovanni, -i-nstancabile dirigente ed organizzatore. Intensa è Tattlvità svolta dal circolo au-tomoto, Nell’ultimo anno so-no stati organizzati -nell’ambito di questo circolo idue corsi per autisti cui -han-no partecipato oltre una ses-santi-na di giova-ni, 37 dei quali han-no ottenuto la patente di abilitazio--ne. II circolo ha organizzato pure 3 gare m-otaciclistiche interhazio-nali che -ha-nno avuto un vasto successo di -partecipanti é di puibblico. Alcuini membri del circolo, di pro-pria inizia-tiva, hanno riparato una auto fuori uso -che orà serve loro da autoscuo-la. Fra eostoro -merita citare il gio-vane Filistun iLionello. Una lodevole ,e pratica tniiziativa dei membri' -del circolo è stata quella ■üeirapertui-a di una officina mecca-nica in cui i soCi possono approfondira le loro cogmizioni pratiche. rea-lizza-ndo nei contempo i mezzj, tinan-ziari necess-arí alFulteriore attivitá. CAMPIONATO DISTRITTÜALE I RISULTATI Jadran — Pirano B 2:0 (0:0) Isola B- — Aurora -B 4:1, (3:0) M-edusa B — Stella Rossa B 4:1 Olimip-ia — Brani-k 4:1 LA CLASSIFICA Jadran, Olimpia, Isola B e -Médusa B punti 2, Pirano B„ Aurora B, Stella Rcssa B e -Branik 0. Domenica ha avuto inizio -il -campionato di calcio dei D.istretto di Cap-odistria, che ha visto la vittoria della Jadran di De-can-j a S. Lucia nei -ccnfronti dei P-irano B. delTIsola B sul!Aurora B, della seconda squadra dei Médusa contro ia Stella Rossa e dell’Olimpia di Pobegni a Šmarje. Tre delle quattro -partite sono ter-minate con il punteggio di 4:1. Dai risültati delta prima giornata fanno spicco le vtttorie dell’Olimpia e dei Ja-dra-n, ottenute in trasferta su carripi rttenuti ptutto-sto scorbutici. Jadran - Piranu B 24 PIRANO B: Fornasaro.' Gellini. Da-pretto, Desardo, Muiesan. Benedetti, Giraldi, Tamaro. Fragiacomo, Muiesan U, Petronio. JAD-RAiN: Stamačič, Bolčič, Bértok, Zupin, Caligarič, GregoriS, Gregorič IÏJ Obad, Nedeljkovič, Gregorič III, Prašnikar. ARBtTRO: -Sabadin. Sceso in campo, sefcbeme col vento in favore. 1’undici del Jadran non è pervenuto nel primo tempo alia segnatura, per quanto fosse stato sem-pre nelia metà campo avversaria. Cio sta per la so-stenuta -difesa piranese, sia perché gli avanti del Jadran si trovavano costa-ntemente in fuori gioco. Nella ripresa. il Pirano, pur dimo-strando maggior cdm-batttvità. ha do-vuto p-iegare il capo. subendo due reti ad opera di Obad che ha coro-nato una a-zione dl llmea -dello Jadran e di Nedeljkovič 11 quale ha sfruttato una papera della difesa avversaria. Única scusante della sco-nfitta p-ira-ne-se é la mancamza di amalgama fra i (Vari reparti e il poco mordente del-l’attacco. Per la Jad-ra-n i migliori: Bolcic, Caligaric e Obad. S. Medusa B - Síella Rossa B1-4 MEDUSA B: Cer-niv.'aiïi, Remaní. Zueca. Cariai, Orlati, Goiabae, D-o-i-la- Valle, Michel!, Auber, Perovel, Burli-mi. * STELLA ROSSA B: Beir-tok, A-n- gcllini, ApoiliDni-ó-, Za-ne-il-a II, Rasmia I, Cc'cton-oic, Cccianci-c II, Za-pella III, Gra-vina. ARBITRO: Eie-r. Partii'?, regalare nella quaie -i. .ca. priát.tTiap-isíinén ha-nno avuto iaJcu-r:a cüfficr.V.à ó- batiere i debeli av-vc-.'-’ari, che ma-ra:a,no de-1 gio-co di íljiij:CEi3. La .squnira mr-toem si è pre-s-a-aiaia, cea una formatione qua-dr;i a. -che d-ará moto filo'da 1er-oar-a, «file elM-re -e -che initebde pais-■vr:cea añla c-ca-c-go-eia -supz'rioTÓ. L. Li mtlierth rábida daht Isola 1 - üarora 1 4-1 Partita vivace, con netto pred-o-mi-nic degl-i isolani. - quali partivano I-n favore di vento e riu-scivano a segnare nel primo- tempo ¡ben 3 reti. — .Vientre nella ripresa l’Aurora segnava per prima il punto della bandiera, un’altra rete delTIsola chiudeva la segnatura. Gli isolant, ha-nno dimostrato un complesso omogeneo. Senza tema di smentitc, possiamo dire che questa squadra fará molta, strada. L’Aurora, ha deluso. ma. data !a formazione presentatasi in campo, non si poteva attendere una affermazione positiva. S, Il circolo riceverá iu breve un’altra auto con la -quale i giovani, che giá hanno co-nseguito ti patentino. po-tranno perfezionarsi nella -guida degli autoveicoli. \ Non altrettanto si puó dire det ci-r-colo fotoamatori di Decani che. pur. avendone le possibilitá ed i mezzi, dopo un freve periodo attivo. è ca-d-uto nella inerzia assoluta causa il disi-nteressamentio -dei dirigenti. Uguale è la aituazione del circolo fotoamatori di Capodistria. Piü atti-vi sono gli altri circoli. Nella nostra città esistono maggio--rii possibilitá di sviluppo della técnica popolare. I .giovani dimostrano il loro entusiasmo per tutto ció che è progresiso, dinamismo e novitá. Perché non dare loro la possibilitá di perfezionars«, d-¡ elevare le loro co-gnizioni tec-niehe? La risposta ai dirigenti -del -comitato cittadino, della T. iP. i quali sinora non hanno dato prova soddisfacente deila loro volontá di risolvere tutti i problemi che ostácolano ;il lavoro di questa organisa,zione di massa. Mecessitano qui alcune considera-z'ioini. Esisto-no le Piü lar,ghe possi,b-i-litá d-i allargare la técnica popolare melle scuole. néi collettivi di lavoro. Perché non chiedere l’aiuto delle or-.ganizzazionii di -massa e degli inse-gnanti? Specialm-e-nte fra la -gioventü italiana della cittadi-na, la -creazione d¡ sezioni di rad-ioamatort, di voio-velegg'iatort, di aeromodellisti incon-t-rerebtae il massimo favore. Ed allora acc-ingiamooi al lavoro organizza-tivo per assolvere -gli ¡mpegni morali che comp-etono alia Técnica del po-polo. A. A. Gli EJSsi delil’automcibtli'ismo itailia. rio: Taruífi, Vif-loiresi e Ascari p-ar. t-eciperiain-n-o aid rana ararle di maraiife-st-E.®i-cini motorisit-iche' i-n A-r.g-ein-tina. I tre correranr.o per la «Ferrar-i». I FULMINI DELLA Commissione técnica Visti i referti artitrali. la com-mis-sio-ne técnica dell’U. C. -E.- F. omo-loga le se-guenti partite valevoli per il cam-pionato circondario -deH’Istria 1951/52. PARTITE GIOCATE IL 6. 1. (952 -Stella Rossa — Medusa 0-2 Isola — Cittanova 2-0 per forfait Pirano — -Strugnano 7-0 Verteneglio — Buie 1-7 Aurora — Uma-go i-n via di accertame-nto Partiza-n — Saline in via idi accertaimento Co-municazioni: Visto l’esposto -dél C. IS. -Strugnano, la partita Aurora — St-nugna-no disputata il 2. 12. 1951 viene -i-nviata a data da destinarsi per procedura irregolare. Si richiama il C. S. Verteneglio per inteimpéranzé ina-mm-issibili -nello svolgimento di gare -di campionato. Al C. S. Verteneglio viene respinta la ric-hiesta idi ri-nvio della partita Saline — Verteneglio ¡per recidivitá nella stessa manca-nza. awer tendo che, in icaso di una te-rza main-canza, sará pro-posta per Tespulsione dal campio-nato. La societá-ouó ricorrere alia commissione d’ap-pell-o. Si richiama il C. S. Cittanova. Si richiama il (C. S, Uma-go. Il C. S. Buie viene av-vertito -che, per un’altra mancata prese-ntazione alie -gare di campionato, verra estro-messo -dallo stesso. II reclamo presentato dal C. S. Umago, riguardo alia partita Aurora — Umago, é in vía -di accertam-enti. II reclamo presentato dal C. S. Partiza-ri, Hguardo alia partita Par-tizan — Saline, é i-n via di accer-tamenti. Punizioni: Stor Lu-igi -della Stella Rossa, squalificato una gior-nata (13. 1. 1952) per rudez-ze -verso -un avver-sário nella partita Stella Rossa — Aurora, -giocata il 16. 12. 1951. Calenda Carmelo: C. S. Aurora, una giornata -di sq-ualif-ica (13. 1. 1952) per offese al igiudi.ee ,di gara -nella partita Stella -Rossa - Aurora giocata il 16. 12. 1951. Saín Mario: C. -S. Cittanova-, u-na giornata d-i. squalifica (13. 1. 1952) per offese al giuid-ice di gara, par-tita Cittanova — Aurora giocata ti 30. 12. 1951. Contento Ferruccio: C. S. Pirano, 1952) -per offese al igiuid-i-ce d-i gara, una .giornata di sq-ualifica (13. I. partita Medusa — Pirano. giocata il 30. 12. 1-951. D&preito Vittorio: C. S. Pirana, due gior-nate -di squalifica fino al 20. 1. 1)952 per aver i-ntemionalme-nte colpito un avversario nella partita Pirano — Strug.na-no. giocata il 6. 1, 19,52. Zaro Marino: C. -S. -Strug,na-n-o, -una giornata di sq-ualifica (13. 1. 1952) per aver reagito ne-lla -partita P,ira-no — -Striuginano, giocata jl 6. 1. 52. -KJoslo-vic Narciso, Bernardis Umberto e Mottica Giouseppe del C. S. Verteneglio una giornata di squalt-fica (13. 1. 52) -per aver abbando-nato il; térre-no- di -gi-ocoj -nella partita Verteneglio — Buie giocata il 6. l. 1952. Ammcniziom: Tagliapietra Darlo e Dudine Livio del C. S. Pirano. am-monizione solemne partita Ml-dusa — Pirano-. Ko-cjančič Renato e Zanella Remato del c. S. Stella Rossa. a-mmonizione , solemne- per gio-co scorretto, partita -Stella Rossa — Medusa. Radio trasmissioni Notizi-ario: og-ni giorno alie ore 6.15 (la domienica, alie ore 7.-15), 12.30, 19,45, 23.00. Probl-emi d’attualità: ogni giorno (salvo la domenica) alie ore 13.15. Música del mattino: ogni giorno alie ore 6 e 6.30 (la- domenica alie ore 7.00 e 7.(30). Música per la buona notte: ogni g-iorno alie ore -23.10. —o— Lunedi 14. 1. 1952 ore 12.00 — Composizioni di Richard -Strauss 1-2.45 — Canzonette 20.00 — Suo-na l’or-cihestra Durium 20.15 — Commento di Giorgio Bordon 20.25 — Notti -na-poletane nella mus-ica 20.45 — Le vie della s-ciemza Martedli 15. 1. 1¡952 ore 11.30 — L’angolo dei ragazzi 12.45 — W. A. Mozart: Concerto in Mi bemolle maggiore n. 482 20.00 — Giacomo Puccini «Tosca» opera -in, 3 a,tti Mercoledi 16. 1. 1952 ore 12.00 — Música da camera italiana -.. - ; 12.45 — Música per voi 20.00 — Música rítmica 20.15 — Conversazione fid attualità Giovedi 17. 1. 1952 ore 1,1.30 — L’angolo dei ragazzi 12.00 — Dalle operette di Franz von. Supp-e 12.45 — -Cantano solisti celebri ,20.45 — Il oopolo al mtcrofono 21.30 — Vita juigoslava Venerdi 18. 1. 1952 ore 12.00 — Concerto di mnezzogiorno 12.45 — Suona 1’orchestra della Radio Trieste — zona jugo-slava d-iretta -da Ruggero Crisman 20.15 — Dal mo-ndo del lavoro 21.00 — Il nostro scenario Sabato 19. 1. 1952 ore 12.00— Canta il soprano Slavica Batistuta 1.2.45 — Suo-namo orchestre conosciute 20.15 — Panorami -cultural-! 20.30 — Čajkovski! Serenata per l’orchestra d’archi on. 48 Domenica 20. 1. 1952 ore 10.00 —- V-arietà musicale 10.30 — iSuona l’orchestra della Radio Trieste — zona jugosla-va — diretta da Ru-ggero Cris-m-ain - . , 11.00 — La -donna 11.30 — Il teatro dei piccoli 1-2.45 — Musica -per voi 14.50 — Dalle pubiblicazian* ita-liane -in Jugoslavia 15.00 — Per ognuno qualcosa 21.00 — Notizie sportive 21.15 — Il romanzo alla radio: «-La -bella estate» 22.00 — Tra microon-i e antenne m Smarrimenti Benvenuti Vüma, da Iisdla, vía Tamiasro Mro. 6, ha smarrito' i! gior. no 9 c. m. al tpoirto di -Capodistria un orofogi-o da ipols-o-, II ri-nve'nitore é preigato -di restituí rio, vens-o aideguata ri-compensa, al cítalo inidirizzo, Burolo Jolanda, da Burolo, di Car-sette. (distretto di Buie) ha smarrito i’ti c. m. il suol 'portafoglio contenente .10 mila l-ire e 3.500 diñar,i. 11 rinvenitore é pregato restituiré il de-naro al seguente inidirizzo: Rico,bo-n Elsa via del Tintore 4. Capodistria. COMUN ICATO L’azienda Pesca «Istria», con sede ad Isola, b in liquidazione. Per-cio la sua direzione avverte tutti i ereditori e debitori di regolare con la stessa le rispettive posizioni entro il 25 corr. m. Trascorso tale termine, non sará accolta alcur.a richiesta ed altro. La Direzione Direttore responsabile CLEMENTE SABATI Stampato pressa lo stabil, t.l «JADRAN» Capodistrlt Pubblicazione autorizza