ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno VII. — N° 346 Redazione e Amministrazione: CAPODISTRIA Via Santorlo 26 - tei. 128 CCOHOUUSTI fl COHQKESSO E’ la prima volta che la nostra zona ospita um Congresso a carattere nazionale. Tale manifestazione assume un’importanza che supera il valor« intrinseco del Congresso stesso, per assurgere a simbolo della raggiunta unità di questo estremo lembo di terra jugoslava con la propria patria socialista. Questo è il motivo per cui il convegno portorosino è vicino alla nostra gente, non solo perchè si svolge tra di noi, ma anche moralmente. D’altro lato sarebbe errato trascurare anche il valore pratico che il Congresso degli economisti della R.F.P.J. avrà per l’economia nazionale e di conseguenza anche per l'economia della nostra zona, la quale, oltre a beneficiare dei risultati diretti che conseguirà il Congresso, potrà utilizzare, con conferenze, dibattiti, ecc. l’esperienza non indifferente dei migliori economisti jugoslavi. La materia che verrà trattata e-sula dai ristretti limiti di un’organizzazione professionale ed avrà ì suoi riflessi su tutta l’economia nazionale. Al primo punto dell’ordina del giorno figura l’analisi critica dell’organizzazione delle imprese jugoslave. E’ questo un argomento di massimo interesse, non per la limitata cerchia di uomini che del-l’economia fanno la propria profes-sione, ma per i più larghi strati dei lavoratori. Al Congresso tale materia verrà trattata con argomenti scientifici e posta su basi scientifiche, dato che queste mancano nell’organizzazione interna delle nostre aziende. E poiché i lavoratori sono oggi alla direzione delle proprie aziende, e le amministrano, dovrebbero essere a conoscenza di tutte le questioni inerenti l’organizzazio-ne interna aziendale. La situazione sul mercato economico finanziario, dopo la liberalizzazione dell’economia, presenta una serie di complessi problemi che saranno analizzati dagli economisti a Portorose allo scopo di trovare le misure atte a risolverli. Non è un segreto quanto grave sia il problema degli alloggi in tatta la Nazione e particolarmente nelle città. La rapida industrializzazione ha generato un notevole afflusso della popolazione agricola nei centri urbani, parecchi devastati dalle operazioni belliche, e, sebbene la costruzione di quartieri d’abitazione abbia avuto un ritmo sempre più rapido, essa non ha ancora corrispo- sto alle necessità impellenti e nemmeno al ritmo con il quale aumenta la popolazione cittadina. Poiché anche la questione degli alloggi è un argomento che verrà discusso al Congresso di Portorose, è sperabile che allo stesso vengano trovate, se non le misure atte a risolverlo, almeno quelle che potranno alleviarlo. L’ultimo problema che sarà dibattuto al Congresso è quello riguardante ' problemi economici della comune. E’ una questione suscettibile di vasta portata poiché, analizzando i problemi economici che sono alla base di ogni suddivisione amministrativa, gli economisti jugoslavi potrebbero trovare una via di soluzione alla dibattu-usina, ’.questione iaen\enjtita territoriale e della suddivisione territoriale delle comuni, oltre a indicare le misure economiche da intraprendersi per conseguire quella che dovrebbe essere la base della comune, cioè la sua autonomia economica e finanziaria e, di conseguenza, la sua autonomia amministrativa. Come si vede, i compiti che attendono gli economisti jugoslavi al loro Congresso sono e difficili e d'importanza non comune. Perciò il nostro benvenuto è congiunto a un fervido e sincero augurio di fruttuoso lavoro a beneficio della nostra economia per una sempre maggiore affermazione del socialismo nel nostro paese. UN DISCORSO DEL COMP. EDVARD KARDELJ jSÜI COMPITI DELLA COMUNE LA COMUNE INDIRIZZERÀ’ LO SVILUPPO DELLA NOSTRA ECONOMIA ——ara——— i ■ mi n«—^— I diritti e gli obblighi delle unità comunali aumenteranno con [’ampliamento del loro territorio IL PROGRAMMA DEI LAVORI Secondo quanto preannunciato dal Comitato organizzativo del Congresso degli Economisti della R.F.PJ., durante i lavori del Congresso medesimo verranno trattati i seguenti argomenti ; a) Problemi del nostro mercato; b) Analisi critica della situazione nelle aziende economiche ; c) Problemi delle costruzioni di alloggi. d ) Problemi dell’elevamento professionale nell’economìa. I lavori inizieranno a Porto-rose nella mattinata di giovedì, 13 c. m. La fine delia scorsa satit 'mania po-flilttea è stata intensa quanto altre mai, registrando tutta una serie di lawenilmenti di .notevolle importanza. A Zagabria ha avuto luogo venerdì, nella sede idei Sabor croato, il IV. Plenum del OC della organizzazione della gioventù Jugoslav va. Presiedeva io stesso presidente deirorganizzazione, compagno M'ili-jan NeariiAé, ed erano presentii numerasi membri idei OC della Lega dei oomunilsitli. . .Nella relazione, tenuta dalia compagna Milka Sèepanovic, venivano acutamente esaminati i campiti a cui è chiamata la gioventù, con particolare riguardo! alRauto-amministr.aizioine operaia nell’economia e alia lotta contro le tendenze conservatrici e burocratiche. Iniziatasi la discussione, si sono avuti numerosi interventi sui problemi più diversi d6ll'o.rgantezazio.ne della gioventù. Occorre .ancora segnalare che, sempre venerdì, si sono iniziate a Belgrado le conversazioni greco-ju-igosiave par gli scambi economici dell’anno in corso. Nel 1953 l’dimpor--to delle merci, scambiate nei due sensi, ammantò a 11.600.000 dollari, ,e quest'anno sarà portato intorno ai 15 milioni. Ma di gran lunga più importante è l’inteirvenito dei compagno Kardelj alil’assemlblm della Conferenza permanente delle città e dei comuni cittadini a Spalato. II compagno Edvard Kardelj ha traicoilaito le linee sulle quali dovrebbe avvenire Tedifteazoine delle comuni. Eccole qui per sommi capi; «L’autoamministrazione dei di-istretti, carne è sitata Impostata da moli, è effettivamente Da vila che cerca di portarci alla comune, come l’ab-biamo immaginata. Ma noi non passiamo percorrere questa via in una notte. Il risultato non dipende soltanto dalia nastra volontà-•soggettiva, ma , sopratutto dalle nostre possibilità materiali, dai mezzi materiali; e questa è stata anche la ragione per cui nella legge costituzionale e in tutte le misura [successive ci siamo soffermati sui distretti come esponenti dell’edifi-cazlone della comune. «A mio parere, dobbiamo procedere gradualmente, passo passo. Questo è un proiceisso parallelo che, «©crescerà fattuale unità municipale. trasformandola. :n comune e ac- llodierno distretto che effettivamente, in linea estrema, significherà un’assoei.azione superiore, un’unificazione superiore di tali. comuni. «A me sembra che Ila nastra futura comune comprenderà in effetti un centro eoancm-co e tutto quello che gravita verso questo centro: una città con il vasto circondario legato a questo centro . . . In questo caso muteranno pure il sfanno noi .avevamo da introdurre cambiamenti sostanziali in tutto il nostro sistema economico. Questo anno noi abbiamo aumentato notevolmente i diritti e gli obblighi della comune e sarebbe troppo rischioso accingerci nello stesso tempo con tutte le forze alla prospettata edificazione dei cornimi. Però, 10 sono d'accordo con i partecipanti alla discussione che sia giunto già 11 tempo di cominciare a risolvere anche questa questione. «Significa che occorre continuare ad aumentare i diritti e gli obblighi della comune, nella direzione ideU’ampiiiamento di questi comuni nel senso che essi siano una cornice territoriale ideila nostra comune futura e contemporaneamente occorre pensare anche lalllaimplia-manto idei distretti e alla fusione delle città e dei distretti in questo senso, per creare unità maggiori ©he saranno in grado, di coordinare Fedificazione a Fattività di bali comuni. Io penso ohe con la soluzione di queste questioni, risolveremo parallelamente anche @M attuali problemi controversi fra i distretti e Ile città che non si sentono sempre bene maillambito dei distretti». Passando a parlare dei problemi deirordine cittadino, il compagno Kardelj si è così espresso : «Noi ora prepariamo a Belgrado uno schema di .legge sUlla Milizia popolare. Lo scopo di questa legge è di legare la Milizia popolare ben più saldamente che finoira ai comitati cittadini . . . Anche l’organizzazione interna della Mii zia popolare verrà ad essere mutata e ciò .in modo che queisfultima potrà essere più strettamente coffitegat» con i comitati popolari». Il compagno Kardelj ha trattato inoltre degli strumenti del piano sociale e del toro influsso, sullo sviluppo economico.. Politica e strategia sulle rive del Lemano GRANDI ASSENTI i popoli asiatici PELLEGRINAGGI ROMANI Nessuno avrebbe potuto credere che il colloquio col ministro Fracassi avrebbe preso una piega così incredibile. Era da aspettarsi che il governo italiano gli avesse ordinato, di fare 0 possibile per eliminare le divergenze tra gli uomini politici romani e quelli triestini, però nessuno poteva prevedere che risultasse l’esponente di una politica in contrasto ancora maggiore coi desideri triestini. Si allude, naturalmente, ai desideri degli irredentisti, che però negli ultimi tempi avevano dimostrato una certa obiettività nel riconoscere le ragioni della crisi generale triestina, incominciando da quella economica. Tale crisi venne denunciata a Roma, sopratutto dai democristiani, chiedendo aiuti e criticando l’operato dei funzionari italiani, ritenuti responsabili del mare di guai in cui sta navigando Trieste. Gli irredentisti triestini hanno compreso che la crisi si fa sempre più allarmante, così da non consentire che venga falsata la verità con l'aggiunta delle promesse per l’avvenire di rose a fiori, come praticato sinora. Roma, invece, rimane indifferente alle lamentele di Trieste ed ordina ai suoi funzionari, special-mente a Vitelli, di frenare ^irruenza» deeli irredentisti triestini. Circa 20 giorni fa, un messaggio di Sceiba a Vitelli gli precisava che doveva considerarsi come prefetto di una qualsiasi città italiana e che doveva adottare le disposizioni, da lui ritenute opportune, per la migliore attuazione della politica romana. Gli irredentisti, e tra loro il segretario della D. C. triestina Romano, saputo di questa lettera, si precipitarono a Roma per convincere Sceiba a recedere dal punto di vista di ignorare le «aspirazioni» triestine, significando nel contempo che il perdurare della crisi creava le condizioni Intervista di Tito al «New York Times» In una intervista concessa ai direttore europeo del «New York Times» il Maresciallo Tito ha dichiarato, riguardo al problema di Trieste, di non nutrire più speranze molto ottimistiche per la sua soluzione visto l’atteggiamento dei circoli ufficiali italiani verso tale questione, atteggiamento basato sulla dichiarazione dell’8 ottobre, che non rappresenterebbe non solo alcuna soluzione definitiva ma nemmeno una soluzione. Il Maresciallo Tito ha precisato che nel caso di una delimitazione definitiva dei confini, a Capodistria verrebbe costruito un porto collegato con la ferrovia al retroterra per dare possibilità di vita economica afte popolazioni delia zona. per la capitolazione automatica della politica irredentista a Trieste. Sceiba rispose con garbo, ma energicamente, che Roma era a conoscenza della crisi e che «i rappresentanti triestini erano i meno indicati a chiedere aiuti perchè venga eliminata». Così, indiretamente, incolpava gli stessi irredentisti. Ad ogni modo, per non lasciarli colla bocca troppo amara, aggiunse che avrebbe studiato la questione e cercato di risolverla. Romano e compagni tornarono a Trieste convinti che Sceiba era un «realista» e che avrebbe adottato misure immediate. 'Sceiba dichiarò anche che,, in seguito, avrebbe esaminato la situazione politico-economica triestina insieme ai rappresentanti locali, il che prima quasi mai succedeva. Il primo provvedimento è venuto fuori dalla riunione tra Fracassi ed i triestini, tra i quali: Romano, Lonza e Geppi, tenuta 8 giorni fa. Fracassi impostò il problema come segue: i rappresentanti dei partiti irredentisti devono disciplinatamente e senza inutili reclami seguire la linea politica del governo romano. I partiti irredentisti triestini non sono autonomi, ma legati alle direzioni centrali di Roma, devono perciò considerarsi alla stregua delle organizzazioni provinciali in Italia. In effetti, il rappresentante italiano a Trieste è lui, Fracassi, che unico, farà da intermediario, quando un problema lo richieda, tra gli irredentisti ed il governo romano. Ciò significa che Sceiba ha ordinato ai propri rappresentanti di dare un altro giro di vite agli ingenui desideri degli irredentisti triestini. Secondo Sceiba, la politica per Trieste deve farla Ron-, e non i triestini. Questa riunione obbligò i dirigenti irredentisti triestini ad una nuova maratona a Roma per dichiarare chiaro e tondo a Sceiba che simili tradimenti non potevano essere digeriti dai caporioni locali. Costoro si portarono dietro anche l’oratore ufficiale, Giacomo Bologna sperando che una calda perorazione avrebbe scosso le fondamenta su cui Sceiba basa la sua politica per Trieste. Il risultato? Niente di niente. Sceiba promise nuovamente che avrebbe tenuto conto dei bisogni triestini e che avrebbe persino aperto presso la Presidenza del governo un Ufficio «per le questioni triestine». Romano e soci si illusero di aver ottenuto oualcosa. I giorni seguenti attesero inutilmente che la stampa italiana riportasse la notizia sull’apertura di quest’ufficio. L’unico a riferirla fu il «Giornale di Trieste». A Romano giunse da Roma un foglio in cui si faceva presente che la divulgazione di tale notizia «non era stata da alcuno ammessa» e che dovrà perciò essere interrogato, a norma delle prescrizioni disciplinari del partito, da un membro delle direzione centrale. Ecco l’epopea dell’irredentismo triestino! Due giorni fa si trovava a Trieste anche il vice-presidente Scal-faro e, dalle prime indiscrezioni, appare che pure lui fosse incaricato di disciplinare le relazioni tra Trieste e Roma, togliendo ai triestini' qualsiasi iniziativa. La situazione sta dunque così! Gli irrédentisti triestini, che negli anni passati fecero il possibile perchè venissero accelerati i tempi per l’annessione all’Italia, sono oggi «bruciati». Il governo romano li ignora completamente.Ed i funzionari italiani a Trieste sono gli unici che,” nonostante la loro incompetenza sui problemi triestini, vengono ascoltati dal governo romano. Logicamente, questo stato di cose non fa che peggiorare la crisi economica e, con essa, la crisi morale della città. L’orizzonte è davvero rosèo! • EDVARD KARDELJ proprio carattere i distretti. Essi si .,svilupperanno maggiormente in un argano che coordinerà l’attività delle comuni, ma particolarmente cùllegherà le comuni meno sviluppate con quelle più sviluppate, ne coordinerà l’attività e trasferirà i mezzi, casa che in quesito caso sarà malto più facile in iquanto anche le comuni più sviluppate saranno interessate iad aiutare lo svilup-, po di quelle meno sviluppate poiché in prospettiva ciò significherà praticamente diiminuiziione degli o-neri anche per le comuni più sviluppate. Lo scorso anno, quando abbiamo avuto a Maribor l’ultima riunione, ho parlato con alcuni compagni delie piccale città e delle città con d ritti particolari. Presso di essi si notava la tendenza a sviluppare Ulteriormente questi diritti particolari delle città separata-mente dal circondario. Io penso che questa sia una tappa superata. La cosa non consisto, a mio parere, nel crnsolìdare questa rittà con diritti pirticolari, bensì nell editici re gradualmente nuovi comuni. Significa non soltanto queste città come tali, ma anche cotti tutto il circondario che gravita verso di loro . . . «Nel nostro sistema, ne!!,., nostre misure economiche noi non abbiamo finora tenuto conto particolare dello sviluppo dei* comuni, nel senso che è stato esposto qui. Non perchè saremmo contrari a tale sviluppo .dei comuni, bensì perchè ritengo che non bisogna porre all’or-diine dal giorno in una volta troppi compiti ’ in quanto nessuno di essi verrebbe risalto coirne occorre. Que- La conferenza di Ginevra è passata al secondo punto dell’ordine del giorno (ouestione indocinese) senza aver concluso nulla di concreto sul problema coreano. Fra le due questioni, che rappresentano poi un unico problema, si è inserita la caduta della fortezza di Dien Bien Phu. Avvenimento atteso e scontato, ma che tuttavia non mancherà di influenzare i lavori della conferenza. Anzi non mancherà di influenzarli proprio perchè le opposte fazioni avevano già regolato i ruolini di marcia delle loro prese di posizione e delle loro manovre. Da settimane era evidente ormai-che il crollo di Dien Bien Phu era solo questione di tempo e di opportunità per la delegazione sovietica che a Ginevra (e da Ginevra) dirige la politica e la strategia dei suoi amici, ridotti al rango di satelliti. Evidente almeno quanto il fatto che Foster Dulles aveva lasciato in fretta Ginevra per dirigere da Washington le «reazioni» statunitensi alla caduta della fortezza francese. E, sopratutto, per dirigere queste reazioni ad immediato contatto con Eisenhower ed il partito repubblicano per evitare discordanze che denunciassero divergenze nella politica americana proprio quando Washington doveva cogliere la palla al balzò per reclamare da Parigi e da Londra una piena unità nella politica che, sempre in America, si è convenuto debba essere chiamata «fronte unico di difesa dell’Asia sud orientale contro il pericolo comunista». Nome da crociata comune per designare l’estrema salvaguardia di interessi non comuni nè alla Francia nè, tanto meno, alla Gran Bretagna. Così, mentre a Ginevra (facendosi forte della vittoria militare delle forze di liberazione) si profila una maggiore intransigenza diplomatica e manovriera di Molotov, da Washington è subito ingaggiata la cam- UNA DOVEROSA RIPARAZIONE «Nell’anniversario di Piazzale Loreto i soliti si sono ritrovati nella Chiesa di Sant’Antonio Nuovo a Trieste dove due preti hanno celebrato la Messa per Mussolini. Nel-centro della Chiesa era stato eretto un catafalco ricoperto dal tricolore. Il solenne rito venne accompagnato dalle note della «Leggenda del Pjave» armonizzate in sordina dalle sacre canne dell’organo. La coreografia era completata da camicie nere, saluto romano e teste da morto con ossa incrociate. Poi, in numerosa e compatta schiera, le balde camicie nere sono salite fino al Parco della Rimembranza per il saluto di rito, ovviamente a braccio teso e con l’immancabile «a noi», davanti alla lapide dei caduti per le mete da Dio assegnate allltalia». (Dai giornali del 26 aprile u. s.). A (Inerenza di tutte le città dello stivalone, che meno hanno sofferto le dure conseguenze della malvagità, della ferocia e della schiavitù fascista, la «italianissima e martoriata» Trieste del vescovo Santin, del sindaco Bartoli e del trombone del littorio, Rino Alessi può iscrìvere nell’albo d’oro del suo irredentismo una simile manifestazione di amor patrio. Ora mons. Grego, parroco di S. Antonio Nuovo, che nel novembre scorso — quando la sua Chiesa, trasformata in fortilizio dai «balilla, pupille della risorta Italia», venne invasa e profanata dai «sanguinari sgherri» della Polizia Civile — elevò furenti proteste, sollevando lo sdegno del mondo cattolico contro i sacrileghi profanatori, ora mons. Grego può ritenersi pago dei risultati ottenuti poiché con le solenni onoranze tributate all’uomo della Provvidenza lo scorso 25 aprile nel suo tempio, questo è stato mondato dalla profanazione. Che poi la Chiesa di S. Antonio Nuovo durante «le . storiche giornate di sangue» del novembre fosse in realtà il fortilizio dei «combattenti per la italianità sacra di Trieste» lo comprova un recente provvedimento del governo di Roma che ufficialmente riconosce ed attribuisce le qualifiche di «combattenti per la causa nazionale», con le conseguenti pensioni e provvidenze, ai balilla che si servirono di quel fortilizio. Non diverso, a questo proposito, è apparso l'atteggiamento di quel giudice inglese del G. M. A. che per «scrupolo df coscienza» ha rifiutato di procedere nei confronti dei «balilla» stanati dalla Chiesa fortilizio. Trascurando tanti altri fatti ed episodi che caratterizzano il clima di Trieste dal giugno 1945 ad oggi, merita ricordato che nel febbraio 1947 vennero arrestati e tradotti davanti la Corte una ventina di ex combattenti '•-'artigiani i quali si erano permessi di indossare le loro lacere divise per onorare, in un pomerìggio domenicale, le tombe dei compagni caduti. Allora sul tavolo di un’altro r,!udice inglese figurarono come «corpo di reato» le divise dei partipianì, e chi le aveva indossate venne severamente punito, senza che nessun giudice del G.M.A. si facesse schermo di «scrupoli» per la condanna di chi fino a due anni prima aveva combattuto al proprio fianco contro lo stesso nemico. NUOVO SANTO «Terminato il suo discorso stette un attimo in profondo silenzio — il confessore fissava gli occhi davanti a sè, senza più vedere nello spasimo della sua divina missione l’eccezionale penitente — e poi soggiunse con voce ferma dove la congenita autorità si fondeva ad un imperiosi bisogno: «ho peccato, allora assolvetemi». L’uomo di Dio abbassò lo sguardo e vide Mussolini con il capo reverentemente chinato sul petto e gli occhi leggermente socchiusi, in atto di preghiera. La mano consacrata si alzò a benedire mentre la voce che tanti Viatici aveva dato sui campi di Albania, di Francia, di Russia e d’Italia (e su quelli di Jugoslavia, nessuno P n.d.r.) pronunciava la sacra formula dell’assoluzione ...» (Dalle recenti rivelazioni del conte Vanni Teodoram, nipote di Mussolini»), Tutto lascia credere che la pubblicazioni di questo squarcio inedito e commovente della vita di Mussolini, sia il preludio dell’apertura della causa della sua beatificazione. Del resto il culto per la sua persona, per le sue opere, per le sue virtù in grado «eroico», è talmente diffuso, sopratutta nelle alte sfere ecclesiastiche e della Azione Cattolica italiana — nei cui ranghi i cardinali Piazza e Pizzardo e l’ex seniore della milizia, Gedda di recente hanno fatto il repulisti di chi non praticava quel culto — da apparire avvio il promovimento di quella causa. Le voci dei ministri di Dio, che hanno dato tante migliaia di Viatici sui tanti campi di battaglia voluti dall’immortale fondatore dell’impero di Giuda, possono testificare su quante di quelle migliaia di labbra, esalanti l’ultimo respiro, è spuntata la invocazione di chi li aveva condannati alla morte per la sua follia sanguinaria. La somma di queste invocazioni, unita ai miracoli da lui compiuti sia in vita che dopo morto col far si che ci fossero e ci siano delle persone credenti in lui e nella sua causa, è più che sufficiente per ricavarne il santo venerato, prima e dopo morto, da coloro che della sua opera hanno ritratto e ritraggono benefici. pagna che dovrebbe strappare il consenso francese ed ingleseg&lla costituzione del blocco per l’Asia sud orientale tanto vagheggiato (benché arenato due volte in meno di un mese) da Foster Dulles. L’aver scelto il momento psicologicamente più adatto (cioè la vigilia immediata delle discusioni sull’Indocina) per ordinare l’assalto finale a Dien Bien Phu ha certo dato alcuni vantaggi iniziali a Molotov per i suoi mencanteggiamenti diplomatici nei corridoi della conferenza, però non è detto che tali vantaggi iniziali possano concretizzarsi in modo definitivo. Londra è troppo smaliziata, e troppo interessata alle vicende dell’Asia orientale, per lasciarsi prendere dalla dialettica di Molotov fino ad una aperta divergenza insanabile con la politica asiatica di Washington che, se non altro, può essere ritenuta dal Foreign Office un ottimo spauracchio per Mosca. Parigi, dal canto suo, si sente troppo punta nel suo orgoglio dalla batosta militare per vendere a Molotov, a prezzo di fallimento quello che Mosca cerca di acquistare a Ginevra, trattando dei problemi asiatici. Naturalmente non si tratta dell’indipendenza dell’Indocina — che la Francia, salvando la faccia, è disposta a non negare —-ma di una cosa molto più concreta per Mosca, ossia la non ratifica da parte francese dell’accordo per la GED. E’ significativo che da parte della stampa cominformista internazionale la caduta di Dien Bien Phu sia stata subito considerata come un ulteriore intralcio proprio a tale ratifica. Come si vede, il sangue di Bien Bien Phu si è trasformato con rapidità in inchiostro ed in argomenti di mercato politico. Però se il guanto di velluto di Mosca troverà ben calcolate resistenze a Londra e irritate reazioni a Parigi, non è detto che nelle due capitali faccia maggiore breccia la «crociata» orchestrata da Washington. L’Inghilterra ha troppo lunga esperienza delle cose d’Asia per imbarcarsi in un’avventura che, sotto il manto della libertà occidentale da difendersi in Asia, mira in sostanza a soffocare le aspirazioni di libertà e di indipendenza che sono alla base delle attuali sommosse asiatiche. La convenienza economica dei commerci e dei traffici che ha già consi-giato la Gran Bretagna nella sua politica verso l’India e la Cina; non può non consigliarla nello stesso senso anche Der l’Asia sùd Orientale. E sarà probabilmente questo realismo britannico ad annacquare le velleità di Dulles. D’altra parte Parigi —• alle belle parole di Washington, agli interessati, e misurati aiuti del Pentagono, ed alle americane esaltazioni del-1’«eroismo» di Dien Bien Phu — tontrappone la realtà che si è fatta strada anche in Francia; realtà che ha dimostrato che, vittoriosa in compagnia o sconfitta da sola, alla Francia altro non resta che abbandonare l’Indocina. Ed a Parigi può essere di poca consolazione l’abbandonarla al tandem Bao Day —- USA piuttosto che a quello Ho Chi Minh — URSS. Ed è così che la caduta di Dien Bien Phu, militarmente poco importante, assume un valore grandissimo nella partita tra Mosca e Washington. Partita che ha altri partner secondari ed alla quale assiste, non insensibile, l’Asia. La vera Asia. I veri interessati: i popoli asiatici i quali dai giocatori e dai partner dei giocatori, esigono che posta del gioco non divenga la libertà e l’indipendenza dell’Asia. In fondo, gli pseudo ideologi ed i mercanti dell’alta politica intemazionale dovranno tenerne conto poiché, in ultima a-nalisi. saranno proprio i popoli asiatici a decidere della loro libertà. Come stanno facendo da anni con la lotta contro ogni forma di colonialismo che non può essere nè arrestata nè appagata da una libertà imposta da interessi stranieri o da una indipendenza mercanteggiata da stranieri interessati alla servitù diretta od indiretta dell’Asia e dei popoli ★ MARTEDÌ’, 11 MAGGIO 1954 Prezzo 10 din — 20 lire ABBONAMENTI: TXi.T. Zona Jugoslava e K.F.PJ.: annuo din. 420, semestrale din. 220, trimestrale din, 110 Spedizione in c.e.p. ★ 7 GIORNI Parallelismo La pol itica confusionaria dèi Governo iraniano sulle attuali questioni europee, iin particolare i suoi intrighi perchè il Batto dlamicizia grecor-turoo-jugoslavo non si trasformi in alleanza, hia meritato negli ùltimi tempi .le lodi e gii incitamenti del Cremlino. La «Pravda» — e, per ohi sa cosa questo .nome significhi agii occhi del mondo, il tutto sarà molto chiaro — ha pubblicato a 6 c. m. uin articolo nel quale si rilevano, con simpatia e soddilsfaizilane, gii sfarzi fatti da Roma .per creare diversivi alla creaizione dell’aillemza nei Balcani e l’opposizione dell Governo italiano alla CED. Analizzando giustamente 10 tendenze di Roma .all'egemonismo nei Balcani, te «Pravda» invita apertamente l’Italia e entrare, nel «clan» sovietico. Si legge infatti nell'articolo in parola: «Nella CED i generali italiani non avrebbero, alcun poterle»).;-,, «-sempre più si fa strada in Italia la convinzione che te proposte sovietiche per la creazione del sistema difensivo europeo renderebbero possibile all’Italia di occupare il pasto ohe te spetta e dì partecipare all’esame e alila soluzione dei problemi che riguardano tutta l’Europa (in particolare Trieste, i Balcani, il Mediterraneo — N. d. r.). La politica amtijugotSIavia diel Governo di Roma e il parallelismo esistente fra te tendenze egemoni-stiehe tradizionali verso i Balcani Celila toro pdlältiqa imperialista hanno congiunto Mosca e Roma su una stessa posizione. Risulterà evidente pertanto il pericolo che tali© potette» rappresenta non solo per il nostro Paese, ma per la comunità dei popoli e dei paesi cui sta a cuore la causa della pace nell mondo. Dal dire el fare Dopo ben cinque infruttuose riunioni il Consiglio di sicurezza ha deciso finalmente di sottoporre alla discussione generale in seno al-l’ONU le proteste .di Israele e della Giordania. E’ una decisione che, comunque, non è una soluzione e molta strada è da percorrere per arrivarvi. Le posizioni di ambo le parti si possono riassumere in una sola par rola: rigidità. Forse più da parte delia Giordania. Questo il quadro generale della situazione in quel settore. C’è tuttavia un’elemento, forse non tanto appariscente e non nuovo, ma per questo non meno importante che si inserisce nella situaz.one. iSi tratta dell’appoggio dato dal delegato sovietico alla posizione dei paesi arabi contro Israele. ili Cremlino spera indubbiamente di aumentare .in tal modo la su» influenza fra il mondo arabo, in agitazione non troppo favorevole airOccidiemte, per 'trarre evidenti vantaggi alla sua politica di penetrazione nel settore del Medio oriento, uma dejte direttrici tradizionali deli’imperiaiismo zarista delia Grande Russia. E’ certo anche che tate politim intrigante trova un terreno abbastanza facile. Citeremo a proposito Ka .risoluzione approvata dal Parlamento giordano, nella quale si esprime un ringraziamento alia presa di posizione di Visoinski in seno ai Consiglio di Sicurezza e Ite dichiarazioni fatte ad Annam dal ministro degli esteri giordano che così si è espresso: «Un solo voto di Vi-iscinski vate più dell’aiuto degli USA e delia Gran Bretagna assieme.» Da tutto questo complesso di cose sorge la domanda se TONU sarà in grado di .affrontare efficacemente la soluzione del problema palestinese. In ogni caso la parola decisiva deve spettare ai paesi direttamente interessati, ma non è certo ancora se così sarà. Per risolvere la contraversia, ohe da anni avvelena i rapporti fra i paesi del Medio Oriente e non solo di questa parte dal mondo, ci vogliono ben altri mezzi. Le sole belle parole non basteranno, poiché dal dime al fare c’è di mezzo ... la buona volontà e l’inteniZione di risolvere pacificamente i .problemi ancora in sospeso fra i popoli. Lontano dagli intrighi e dalie ostilità preconcette. Vittoria democratica Era previsto che te elezioni turche si canCliudesisero nuovamente -con una Vittoria democratica. Non era invece nelle previsioni una vittoria tanto larga -del Partito di Mendares. -Con T-affermazione alla elezioni dèlia settimana scorsa, il Partito democratico turco, ohe è al potere dal 1950, ha migliorato notevolmente la propria postetene d’avanguardia nella vita politica turca, strappando mandati parlamentari -persino al diretto rivale, il Partito naztondLrepulbblteiano. La situazione al parlamento di Ankara, quando fra giorni si riunirà, Sarà la ser guente: 504 mandati saranno occupati dai democratici, 31 dai na-zional-repiulbbitoani, 5 dai nazionalisti (movimento «Milet») e 1 dagli indipendenti. L’Assemblea precedente presentava il quadro seguente: 409 democratici, 52 repubblicani, 2 nazionalisti, 18 indipendenti e 6 contadini. In seguito alla strepitosa affermazione idei suo partito, è certo che Adman Menderes rimarrà alla carica di Primo ministro e Dje-lal Bayiar conserverà ila Presidenza dèlia Repubblica turca. Negli ambienti turistici è cessato il disagio Gii spiacevoli «scherzi» della Dir, per le Entrate Se il tempo non fa ilbirbone... Imposte i ripetizione è Primavera istriana Scrivendo qualche mese fa sul nostro turismo abbiamo fatto, attenendoci ai dati allora in possesso, dei pronostici piuttosto neri sull’afflusso dei turisti negli alberghi della nostra zona nel corso della stagione dinanzi alla quale ci troviamo. Tali pronostici rimangono immutati pei quanto riguarda i turisti nazionali e per quanto riflette gli alberghi della costa umaghese. Diversa si presenta la situazione per gli alberghi di Capodistria, Pirano e Portorose che possiedono già vantaggiosi contratti con le maggiori agenzie turistiche estere, contratti che significano un quasi esaurito nei mesi di piena, sempre che il tempo «radio-attivizzato» non faccia il birbone, che allora son disdette. Comunque, qualche gocciolona del grosso pentolone turistico è già caduta nelle capaci casse degli al-b .ghi portorosini, i quali, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, durante le giornate pasquali, hanno' registrato un afflusso di circa 260 turisti austriaci e tedeschi che hanno soggiornato per circa tre giorni. Di questi, 110 erano membri del collettivo del grande quotidiano viennese «Wiener Zeitung» con i famigliali e il loro soggiorno ha rappresentato per Portorose e per il «Palace» Hotel un capitale netto, che di ritorno a Vienna, si sono sbizzarriti a descrivere sul loro giornale (quasi una pagina) le bellezze di Portorose, accompagnando i «reportages» con dovizia di fotografie. Hanno contribuito in questo modo UN PROBLEMA DELL’AGRICOLTURA BUIESE LA PROPRIETÀ' SPEZZETTATA a far si che gli uffici viaggio viennesi hanno impegnato per tutta la stagione turistica i 120 letti messi a loro disposizione nel Palace. Oltre dei turisti pasquali, Porto-rose è stata successivamente meta di altri due gruppi di turisti austriaci, mentre venerdì, con autobus proveniente direttamente da Stoccolma, è giunto il primo gruppo di 30 turisti svedesi che si alterneranno al «Palace» sino al 5 ottobre, ciascun gruppo per 10 giorni. Gruppi di 40 turisti olandesi si alterneranno invece a incominciare dal 13 maggio, soggiornando ciascuno 5 giorni. L’agenzia svizzera «Hotel Pian» ha riservato dal 15 giugno in poi 40 letti nello stesso albergo. La direzione del «Palace» ha inoltre contatti con la «Dalmatia» di Monaco, con la «Adria», la «Cuoni» e la «Danzes Laibacher» di Zurigo, con la londinese «Cook» e con la «Baunfeindt» di Norimberga che invieranno di volta in volta i propri turisti a Portorose. Oltre a questi ingaggiati nella maggior parte dal «Palace», gruppi olandesi, comprendenti 45 persone, hanno fatto le prenotazioni all’ azienda alberghiera «Hotel Central» dove s’alterneranno per tutta la stagione. Negli alberghi di questa azienda i primi gruppi di turisti austriaci giungeranno verso la fine del mese corrente. Al 15 luglio anche gli alberghi della «Central» dovrebbero registrare il completo con l’arrivo di grossi gruppi di studenti esteri e degli invalidi jugoslavi. Il cespite turistico maggiore sia in una che nell’altra azienda sarà però dato non tanto dai turisti organizzati dalle varie agenzie, ma da quelli individuali, le cui prenotazioni sono già giunte numerose sia alla direzione del «Palace» che del «Cen- L’aumento della/-produzione agricola è una impellente necessità per ogni agricoltore in primo luogo perchè ciò torna a suo vantaggio, ma anche perchè, in caso contrario, non possiamo pretendere di poter elevare ulteriormente il tenore di vita della popolazione, cosa questa che costituisce una delle nostre cure più costanti. Tale obiettivo però è raggiungibile soltanto se i nostri agricoltori cer- CiùnacUetée ISOLA Si registrano i seguenti decessi: Hrvatin ved. Fičur Anna, casalinga di anni 79; Grbec Jože, agricoltore, di anni 65 e Zerbo Antonio, assistito di anni 77. E’ nato Pellizzaro Franco Marino, di Salvino e Radanié Stefania. PIRANO E’ nato Petronio Valter, di Remigio e Ribec Lidia. E’ deceduta Dodič n. Grižonić Anna, casalinga, di anni 71. BUIE Sono nati: Zigante Srdjan, di Maria; Brajko Angelo, di Giovanni c Brajko Antica; Berlengi Vanja, di Ivan e Ferie Katica; Sirotić Sonja, di Giovanni e Kleva Rosalia; Gervar Srdjan, di Sime e Depolo Nerina; Jelič Boris, di Ante e di Morović Carmela; Antonac Vlasta, di Lino e Bibalo Amalia; Gašperini Giuseppe, di Massimiliano e Pištan Maria; Pi-puka Gina, di Giuseppe e Perin Maria; Zubin n. m. di Virgilio e Da-majzes Sonja. VERTENEGLIO Sono nati: Doc Maria di Giovanni e Bartolić Antonia; Cappellari Fiorella, di Antonio e Barbier Pina; Grabar. Brunella, di Aldo e Hrabat Majda: Bonetti Romano, di Mario e Danelon Iolanda. Decessi: Ciguj n. Burolo Antonia, casalinga di 88 anni e Bemardis n. Valentič Marina di anni 79, casalinga- CAPODISTRIA Matrimoni: Pegan Franc, meccanico, di anni 31 con Behin Anna, istitutrice, di anni 27. Decessi: Grdina Matteo, agricoltore, di anni 74; Danielut Giuseppe, operaio, di anni 51. Nascite: Potokar Silvano, di Giorgio e Cergol Olga; Lusina Danilo, di Stanislav e Kotar Pavla; Žerjal Borut, di Augusto e Žigan Jolanda; Čok Sonja, di Miroljub e Dilna Antonia; Fontanot Ivana, di Vittorio e Starc Zora; Gregorič Irena, di Oscar e Obad Maria; Rrmac Mario Drago, di Mario e Sabadin Aurelia; Apollonio Fabio, di Bruno e Novel Antonia; Babič Zvonko, di Vinko e Gulič Antonia; Vuk Milan, di Giovanni e Kodrin Maria; Bratina S. N. di Lidia; Jakomin Zvezda, di Zvezda. Dall’ospedale La solita sfilza di disgrazie registrate all’ospedale isolano: il sedicenne Titonel Benito di Bassania è caduto dalla motocicletta fratturandosi la tibia destra; Debemardi Antonio, quarantaduenne di Ravne, cadendo, si è fratturato il malleolo esterno della gamba sinistra; il quarantaseienne Žerjal Carlo di Sežana si è ferito alla gamba sinistra, riportando pure la frattura del perone sinistro; la 76.nne Carboni Ida, cadendo per le scale, si è fratturata i malleoli della gamba destra; la 68.enne Benvenuti Antonia, di Pirano si è fratturata la potella destra e l’ottava costola del lato sinistro. olieranno di adottare nella coltivazione della terra quelle misure e di introdurre quei metodi che, conquiste dell’agricoltura moderna, costituiscono la prassi unica, utile al raggiungimento del fine preposto. Vogliamo oggi trattare in relazione a quanto detto, un aspetto del problema: la struttura delle superaci coltivate, che nei metodi della moderna agricoltura riveste grande importanza. Prenderemo ad esempio quella del distretto di Buie. Una statistica, condotta in quella zona nel 1950, ci indica esaurienti m nte come nel Buiese la proprietà agricole siano piccole e sparse, ciò che non è affatto consolante ai fini del nostro esame. Ancor peggio, si nota la tendenza all’ulteriore spezzettamento delle proprietà esistenti, il che significa, in pratica, un ulteriore passo indietro rispetto alla per nulla soddisfacente situazione in tale campo. Dai dati rilevati si constata infatti che, ad esempio, le superaci coltivate da 2 a 5 ha., in proporzione al numero delle famiglie - (unità economiche) che da esse traggono i mezzi di sostentamento comprendono il 30,43% del totale delle superfici coltivate del distretto. La stessa proporzione applicata alle proprietà da 0 a 2 ha. risulta il 9,25%, Ciò significa che il 62,85% della popolazione dedita all’agricoltura nel Buiese è costituito da piccoli proprietari. E, come già detto, tale categoria tende ad aumentare, detto in altre parole, a impoverire in proporzione diretta. Ora, siccome la teoria e la prassi dell’agricoltura, moderna ci dimostrano che lo spezzettamento della suoerfice coltivabile costituisce l’ostacolo più grave ad una maggiore ~ ’ù intensa produzione — attua- Abbiamo voluto trattare questo argomento sopratutto per contribuire a illuminare i nostri agricoltori sulla necessittà di cercare la via dei moderni metodi di lavorazione della terra. Comunque, di questo argomento e di altri ancora avremo occasione di parlare in seguito sopratutto per quanto riguarda il modo migliore e i mezzi per raggiungere tale scopo. Modo e mezzi che già si fanno strada nelle nostre campagne e che promettono effettivamente di divenire il toccasana per il miglioramento della nostra economia agricola. Pescatori pescati Al largo di Stmgnano gli organi della Difesa costiera hanno fermato i motopescherecci «Rapido» e «Verbena», sorpresi a pescare illegalmente nelle acque territoriali della nostra zona. Gli equipaggi dei due motopescherecci i-scritti al Compartimento Marittimo di Trieste sono composti in gran parte da ex pescatori isolani, di quei pescatori che, quando risiedevano nella nostra zona, affermavano che il pesce era introvabile nelle nostre acque per cui si doveva pescare nella zona A. trai». Da notare che fra questi prenotati si trovano parecchie personalità del mondo diplomatico europeo, come, ad esempio, gli ambasciatori svedese e danese presso il Governo di Budapest che soggiorneranno al «Palace» assieme alle proprie famiglie. Portorose intanto si prepara ala-cr mente per accogliere i primi gruDDi più compatti di turisti. Il parco sulla piazza è stato rinnovato, mentre i bagni attendono solo il bel sole con i sandolini dipinti a fresco sulla spiaggia. La casa del popolo riceve gli ultimi ritocchi e per domani dovrebbe essere completamente terminata l’opera di restauro, dato che nella stessa si svolgerà il Congresso degli economisti della RPFT. La strada centrale è stata recentemente riparata, però riteniamo che tale riparazione dovrebbe essere fatta almeno sino ai Cantieri Boris Kidrič poiché specialmente nel primo tratto, essa, anche quest’anno mostra, oltre ai rimanenti, anche i buchi scavati dall’Acquedotto e che su quel tratto stradale sono diventati una tradizione: giungono a primavera, come le rondini. Come abbiamo già accennato all’inizio di quest’articolo, la situazione si presenta piuttosto nera per quanto riguarda il turismo umaghese: esistono attualmente solo 6 prenotazioni! Gli organi turistici hanno nominato troppo tardi il direttore all’azienda alberghiera «Jadran» e tardi è stata costituita l’azienda «Turist» di modo che appena ora, il ran-presentante di questa azienda si trova all’estero per svolgere la necessaria onera di propaganda e d’ingaggio dei turisti. Non nascondiamo i nostri timori sulle sue probabilità di successo noichè gran parte dei turisti hanno già deciso la loro destinazione. Certamente al numero di sei ospiti non si rimarrà, però il risultato sarebbe stato molto più vistoso se i passi fosero stati più tempestivi. Gli organi turistici del distretto di Buie dovrebbero comprendere che le aziende turistiche vanno conservate, almeno nel loro embrione, anche durante la stagione morta, affinchè non succedano inconvenienti del genere e affinchè anche durante l’inverno vengano curati e guardati tutti gli impianti turistici i quali a Umago, come abbiamo potuto notare in una recente visita, si presentano alquanto abbandonati, appunto, perchè durante l’inverno l’azienda non aveva una direzione che potesse curarsi della loro regolare manutenzione. L'Assemblea della Federazione Cooperative di Capodistria Riconfermato l'indirizzo produttive del movimento cooperativistico Sabato scorso ha avuto luogo a Capodisbria ^assemblea della Federazione distrettualte d’attività cooperativistiche. Il coan tiato d’am-miinisbrazione ha esordito con u-na relazione che presentava un superbo bilancio di lavoro. Solo l’attività organizzativa, non diretta-mente legata alila produzione, ci dà par il 1953 queste cifre; 14 riunioni ordinarie, 10 conferenze fra i presidenti delle cooperative, una 'consultazione distrettuale di 69 oli-vicultori, una conferenza e una mostra distrettuale zootecnica, 83 conferenze sempre frequentatissime nelle varie zone. bile questa soltanto su grandi complessi terrieri — ci sarà facile comprendere anche a quale danno ben maggiore si vada incontro con un’ulteriore spezzettamento delle proprietà. Non staremo qui a dimostrare — sarebbe superfluo — come queste piccole economie individuali non riescano a produrre — per la natura del terreno e anche per la loro notevole arretratezza — nemmeno quanto potrebbe bastare ai bisogni famigliari. Ciò, a prescindere dalla mancanza assoluta di apporto al nostro mercato. Durante l’anno scorno la Federazione ha preso una serie di provvedimenti con i quali ha tentato di spostare il centro di gravità deli proprio lavoro al rinnovo dell’economia rurale e airorganizzazione della produzione agricola. Che sia riuscita nel suo intento, almeno in parte, non c’è dubbio. L’aumentata produzione del 1953, rispetto agli altri anni, è la più chiara conferma. Tuttavia molte cose restano da fare. Questo apparirà evidente se si tiene conto che la modesta entità delle singole economie agricole (di solito Approvato il bilancio comunale di Umag a SPLENDERANNO LE LUCI sul Lungomare di Punta In tanno alle 2—3 ha di terra) impedisce uno sviluppo a largo raggio dei sistemi più moderni di colti-vaz one. E’ noto, inoltre, che il 95% di tutta la superficie fondiaria appartiene al settore privato, ed ora che il Piano sociale prevede la concessione di crediti a questo settore, le cooperative agricole sono chiamate a regolare, in vista di imo sviluppo generale, l’assegnazione dei finanziamenti. In efetti, già nello scorso anno le cooperative hanno costituito 15 sezioni di credito e risparmio, che si sono rilevate più attive delle altre 58 sezioni per l’incremento cte-|l!ag(ri tratta. Da parte di Enti pubblici e dei privati, si riscontra una notevole differenza tra i conti di questi e quelli figuranti presso la predetta Amministrazione in quanto concerne le imposte e gli altri oneri tributari. Quali le cause di queste differenze? Il meno che si posa dire, è che gli addetti a quella amministrazione non hanno organizzato, nel modo più razionale l’evidenza delle imposte e degli altri tributi riscossi, cosa questa molto grave poiché, in modo speciale per i contribuenti rurali, la perdita di un documento comporta un nuovo versamento, in quanto presso la direzione dell’Ufficio in argomento non valgono ragioni. Si possono citare fatti concreti: La locale Cooperativa scaricatori portuali si è vista arrivare una ingiunzione per pagamenti di imposte già da lungo tempo effettuati. Il responsabile finanziario de «La nostra lotta» si è visto arrivare un invito per essere interrogato ■ su un presunto mancato versamento di imposte, mentre una notevole parte eli esse era già stata effettuata ancor prima della revisione amministrativa. Questi fatti dimostrano la leggerezza con la quale vengono trattate le pratiche riguardanti le entrate del nostro distretto, leggerezza che crea un profondo malcontento nei contribuenti, in quanto essi sono indotti, a rigor di logica, a ritenere che i dirigenti della predetta Amministrazione si preoccupano solamente di conteggiare gli interessi e di infliggere penalità ai trasgressori, o presunti tali. A questo punto sorge spontanea la domanda: E’ consentito prendere visione dei provvedimenti adottati nei confronti dei responsabili di detta Amministrazione per gli errori che essi compiono nei confronti di Enti pubblici e privati cittadini? Questo per tranquilizzare la pub-blica opinione, in quanto è notorio che gli Enti ed i privati vengono tassati con molto zelo e'solerzia non appena si profila una minima infrazione di natura finanziaria, nei loro rapporti con l’Amministrazione per le entrate. Ci siamo permessi formulare tale domanda in quanto riteniamo che ina oani caso una branchia tanto delicata come l’Amministrazione entrate, dovrebbe affidarsi a persone che assolvano il loro compito con precisione e diligenza pei evitare gli inconvenienti derivanti da un imperfetto funzionamento. MONETE METALLICHE DA 10 E 20 DINARI Il Comitato amministrativo della Banca iNazioniale della RFPJ ha approvato Ha decisione relativa all’emissióne di monete metalliche di 10 e 20 dinari. La proposta sarà presentata al Consiglio esecutivo federale. Le monete, coniate in alluminio, sarebbero messe in circo-laziane verso la metà dell’anno. PREPARATIVI PER IL FESTIVAL GIOVANILE Nei distretti di Buie e Capodi-stria fervono i preparativi per il Festival della gioventù della Croazia e della Slovenia, che si svolgerà dal 13 al 20 giugno prossimo In seno al Comitato coordinatore sono state costituite diverse commiss'ani per i preparativi tecnici RIUNIONE DELL’UNIONE SOCIALISTA A CAPODISTRIA La sena di mercoledì, 12 corr nel ridotto del Teatro del popolo di Capodistriia, si svolgerà l’assemblea annuale deH’organizz azione della I.. Base. deil’Unicne socialista. SPEDIZIONI PESCHERECCE PER TURISTI Lìaizienda peschereccia «Ribič» di Pirano organizzerà nei corso della prossima estate alcune spedizioni pescherecci© per turisti. Probabile itinerario di queste spedizioni saranno le isole del Quamero e quelle della Dalmazia centrate. Negli ambienti turistici, particolarmente in quelli svizzeri e svedes!, regna un vivo interesse per queste escursioni peschereccie. GITE A LARGO RAGGIO DELLA «TURIST» DI UMAGO La neocostituita azienda turistica di Umago «Turist» si è già distinta neU’organizzazione di una serie di gite a largo e breve raggio che hanno ottenuto ottimo successo e una larga partec'pazione da parte della popolazione del distretto di Buie. L'ultima gita è stata quella di domenica a Zagabria per la partita tra le rappresentative del Belgio e della Jugoslavia. INVESTIMENTI ALLA «MIRNA» DI ROVIGNO Al conservificio «Mima» di Rovi gno sono stati stanziati questo anno 52 milioni e mezzo di dinari1 per il rinnovo degli impianti e per D Z r a z a v lož a a Slovenije n b ISTITUTO EDITORIALE della SLOVENIA Cura le edizioni di scrittori e poeti sloveni, le opere di classici mondiali, riviste, vocabolari, testi scolastici, partiture musicali, materiale didattico, ecc. LJUBLJANA Mestni trg 26 Se avete occasione di venire a Lubiana, non mancate di fare una visita alla nostra ricca collezione di libri, sopratutto alle edizioni dei classici sloveni. Ci raccomandiamo per visite c ordinazioni. aumentare la dotazione di mezz: meccanici. Urna somma uguale verrà stanziata allo stesso scopo anche nel bilancio del prossimo anno. H conservificio ha inoltre asse gnaito tre milioni di dinari alla cooperativa pescatori «Remigio De vescovi» che li utilizzerà per l’ac-qUisito di due motobarche a sacca-leva, che serviranno per l’incremento delila pesca. L’ERCOLE DI VIGNARIA Nežić Antonio di Vignaria, in quel di Grisignana, non l’abbiamo visto. Ma, a giudicare dagli atti del tr bundle di Buie, dinanzi al quale è comparso, si potrebbe considerarlo una specie di emulo del mitologico gigante poiché un giorno, dinanzi aita propria stalla, venne a diverbio con un certo Mau-rovió Armando e con la di lui mo-(o|lfe G!i[ovafrina, Diail)ile| parole si venne ai fatti, e il novello Ercole, con una lampada a petrolio, che teneva in una mano, mise fuori combattimento l’Armanđo e con l’altra sferrò un sonorissimo pugno alil’ocohio di Giovanna e in modo tale da farla rientrare immediatamente nel novero delle ga. garelle hollywoodiane, che imitano l’occhio pesto di Zsa Zsa Gabor. I giudici non si sonoi però commossi dinanzi alla sua erculea forza e lo hanno condannato a un mese con la condizionale, al pagamento dette spese processuali e al risarcimento dei danni ai due Maurović. IL FERRUCCIO. DISPETTOSO Djurdjević Ferruccio di Momo, certamente ce l’aveva con la sua ccmpaesana Paulìé Nives’ poiché un g orno, dinanzi a un pubblico abbastanza numeroso, te difese e lo mostrò cose che non si passi ino iscrivere, ma clhe certamente al Tribunale di Buie, dove la Nives si è rivolta, avranno fatto ridere giudici e giurati, i quali, però, u-gualmente lo hanno condannato, per offesa, a 10 giorni di carcere, al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni alla Paulić nella misura di 2.100 dinari. SVEJK SOLDA TO di Jaroslav Hasek Durante la guerra, i medici militari si davano un gran da lare per scacciare dai simulatali lo spiritello del sabotaggio e per farli ritornare in seno aH’esertìjto. Si erano sperimentati vari metodi di cura, con diversi gradi, e ad essi venivano sottoposti gl’inldivi-dui sospetti di esser simulatori, comunque lo fossero: tisici, reumatici, malati di fegato, di tifo, di diabete di polmonite e d’altri mali ancora. Svejk, per l’appunto, dal carcere del regg imento fu mandato all’ospedale proprio in mezzo ai pusillanimi e simulatori. — Ne ho abbastanza ! — diceva il suo vicino di letto che era tornato allora dalla «sala d'operazione», dove già per la seconda volta aveva subito la lavanda gastrica. Era uno ohe fingeva di essere mio-pe. — Domani vado al reggimento! — dice un altro alla sua sinistra, che simulava di essere sordo come una campana e aveva appena fatto un enteroclisma. Su di un letto accanto alla porta, stava morendo un tisico, avvolto nel lenzuolo bagnato d’acqua fredda. — E’ già il terzo in questa settimana — osservò il suo v cino di destra. — E tu che cos'hai? — Reumatismi! — rispose serio Svejk: gli fece eco una risata generale. Rfse anche il tisico moribondo, ohe simulava la tubercolosi. — Non venire in mezzo a noi con un caso di reumatismo, — ammonì un grassone: — i reumatismi valgono qui meno di un callo ; io sono anemico, mi manca mezzo stomaco, ho cinque costole rotte e nessuno mi crede. Poco tempo fa c’è stato un sordomuto. Per quindici giorni, ogni mezz’ora, l'hanno avvolto in un lenzuolo bagnato, ogni giorno gli hanno fatto il clistere e la lavanda gastrica. Tutti i medici erano persuasi che ormai l’avesse vn-ta e che sarebbero stati costretti, a mandarlo a casa, quando un dottore gli prescrisse un vomitativo. In fondo, l’avrebbe potuto anche sopportare, ma proprio gli mancò il coraggio. «Non posso, disse, continuare a fare il sordo-muto, mi è tornato l’udito e la parola». Tutti i malati lo consigliarono di non mollare, ma egli s’ostinò e annunciò che ormai udiva e parlava come gli altri. Il mattino seguente alla visita medica si dichiarò guarito. — Io conosco uno spazzacamino di Brenov — osservò uno dei pazienti — ohe ti fa venire per dieci corone un febbrone da saltare dalla finestra. — Quesito è niente, — disse un altro, — a Vrsovice c’è una levatrice ohe per venti corone ti sloga un piede così bene, che resti storpio per tutta la vita. — A me m’ha slogato una gamba per sole cinque corone — si udì dire da una voce che veniva dalla fila di letti presso la finestra. — Si, per cinque corone e tre birre. S’aw’cina intanto l’ora della visita pomeridiana. Il medico militare, il dottor Grünstem, andava di letto in letto seguito dall’ufficiale sanitario con una cartella d’appunti. — Macuna? — Presente! — Enteroclisma ed asp rina! — Pokomy? — Presente! — Lavanda gastrica e chinino- — Kovarik? — Presente! — Lavanda gastrica e chinino! E così uno dopo l’altro, meccanicamente e senza pietà, i ricoverati ricevevano la loro cura. —Svejk? — Presente! I dottor Grünstein squadrò il nuovo arrivato. — Cos’hai? — Un reumatismo ! II dottor Grünstein, dopo un certo tempo di pratica medica, era diventato un pò ironico ; era del resto un sistema assai più efficace di altri. — Ah, un reumatismo! — disse a Svejk, — hai un gran brutto malte. E’ proprio una bella combinazione prendersi un reumatismo in tempo di guerra, quando bisogna andare a fare il militare. Sono sicuro che ti dispiace immensamente. — Signorsì, s'gnar maggiore, mi dispiace immensamente. — Tutta la notte non puoi dormire, non è vero? Eh, i reumatismi sano un male assai pericoloso e grave. Noi qui abbiamo una discreta esperienza in fatto di reumatismi. Dieta totale e altri sistemi brevettati danno dei risultati assai soddisfacenti. Tu qui guarirai prima ohe ai bagni di Piestany. Correrai poi al fronte tanto veloce che leverai dietro di te delle nuvolette di polvere. E, rivolto al sottufficiale sanitario, disse: — Scrivete: Svejk, dieta assoluta, due volte al giorno lavanda gastrica, una volta al giorno enteroclisma. In seguito vedremo. Intanto conducetelo nella sala operatoria. Lavategli per 'bene lo stomaco in modo da fargli invocare tutti i santi, perchè lo liberino e lo guari- scano del suo reumatismo. — Signor maggiore — s’udì una tim da voce dal letto accanto alla finestra — io mi sento guarito, stanotte ho constatato che l’asma mi è passata. — Come ti hiami? —Kovarik! Devo fare l’enteroclt-sma! — Bene, l’enteroclisma lo fa,-rai lo stesso come viatico! —• decise il doittor Grünste n. E così ognuno s’ebbe l’onesta porzione che gli era stata assegnata ; e mentre qualcuno cercava di corrompere con promesse o con minacce gli esecutori dell’ordine (dicendo loro che si sarebbe .arruolato volontario nel corpo di sanità e che potevano un giorno capitargli sotto le manD, Svejk mantenne un contegno dignitoso e oinico. — Non mi risparmiare! — diceva aH’imfermiere che gli somministrava l’enteroclisma — ricordati la consegna. Se qui ci fosse tuo padre, o il tuo stesso fratello, fà loro il clistere senza batter ciglio. Pensa che su questo clistere poggia la potenza dell’Austria, e la vittoria è nostra ! Nel silenzio dei monasteri della Fraska Gora Balza dalle vecchie mura l’a-rte antica della Serbia (nostro servizio) A proposito del grande successo ottenuto all’estero dalla mostra retrospettiva degli affreschi jugoslavi (mostra che viaggerà dalla Germania al Belgio, alla Svizzera e in Scandinavia) avremo modo più volte, nel corso di quest’anno, di leggere giudizi ed opinioni sul valore storico ed artistico dell’arte medio-evale serba. In questa occasione ci pare opportuno e interessante dare uno sguardo ad un particolare settore di quest’arte antica, agli affreschi rimasti sulle mura dei monasteri della Pruska Gora, alTarte figurativa serba in Vojvodina. Il 1690, Tanno della grande trasmigrazione dei serbi dalle regioni del sud verso il nord, oltre la Sava e il Danubio, segna l’inizio dell'arte serba in Vojvodina. Già prima di questa data si hanno tuttavia manifestazioni della pittura serba in questa regione. A quanto si leg-gé in documenti scritti del tredicesimo secolo, già in quel tempo si notano trasmigrazioni di diecine di migliata dì persone che a ondate passano dalle regioni subdanubiane verso le fertili pianure della Vojvo-d ma. Sono i contadini serbi, guidati dqi loro preti ortodossi, che abbandonano le proprie case e terre nel meridione fuggendo davanti al nemico, passano Sava e Danubio e occupano le distese del Banata, Bačka, Baranja e Srem, il piano estremo della Painnomia. I resti della cultura di quel tempo, sopravvissuti a guerre e distruzioni, partano dell’antica arte serba — ed è arte affine a quella dei vecchi maestri medioevali. Fra queste vestigia ci sono gli affreschi sulle vecchie mura dei monasteri di Fruiška Gora La Fruška GoTa fu il centro dal quale uscirono 1 primi iconografi e le prime icone. Dopo la trasmigrazione del 1690, sotto il patriarca Arsanije C amojevie, la pittura serba — vojvoidiana intraprende un cammino separato. La Vojvodina, centro di raccolta dei profughi, loro esilio e nuova patria, assume il ruolo, nel giorni più duri della soggezione serba al potere turco, di scuola e custode della cultura serba fino ai giorni migliori, quando la Serbia, con i primi successi del movimento di liberazione del 1804 e 1815, prenderà a rinnovare e rinvigorire la sua tradizione culturale nazionale. Sarà allora proprio 1’«intelligenza» della Vojvodina a dare il proprio aiuto, passando nella libera Serbia per porsi alla testa delle istituzioni culturali ed artistiche. Con l’illanguidirsi della tradizione bizantina nella pittura vojvo- giana (che scompare del tutto alla fine del diciottesimo secolo, si mettono in risalto i pittori Cristoforo Zeferović (affreschi del monastero dl Bočan — 1737), Gioacchino Markovič (1740—1750), Ambrogio Jankovič (nato nel 1731). Del Markovič sono particolarmente importanti le composizionli di scene storiche, che sano le prime del genere nella pittura serba e jugoslava dèi periodo nuovo. Egli dipinse inoltre icone, ritratti e nature morte. Ambrogio Jankovič ha lasciato invece i suoi affreschi sulle mura del monastero di Rakovac e sono i migliori del tempo. Egli è pure autore di una battaglia nella pianura del Kossovo esistente presso il monastero di Brdn;k. G. S. (Nostro servizio particolare) Kumrovec — maggio. La Lotta di Liberazione dei popoli jugoslavi ha creato molte leggende. Perchè la storia stessa scritta in quei quattro anni di rivoluzione con imprese ed eroismi leggendari ha brani di sapore favoloso, e molti eroi, ricordati nei canti dei guslari, sono passati nel repertorio popolare soffusi dall’alone della leggenda. Questa meravigliosa storia, leggendaria non poteva risparmiare l’eroe numero uno della rivoluzione: il suo organizzatore e capo, il Maresciallo Tito. Il giornalista Sulzberger scriveva il. 5 dicembre 1943 nel «New York Times»: Sidla personalità di Tito esistono varie versioni ... Secondo una, finora sono esistiti tre Tito. Appena uno muore, l’altro prende il suo nome, mantenendo così una specie di immortabilità come l’ombra fenice ... Secondo un altro racconto, Tito sarebbe Kosta Nadj ... Altri affermano che Tito sia Moša Pi-jade, comunista serbo. Il giornale cattolico «Catolió Herald» su suggerimento del Vaticano pubblicò che la parola di Tito è la sigla di «Terra internazionale, terroristica organizzazione». All’estero si diceva che Tito non esiste, che la parola è un simbolo. Si diceva questo per odio, per impotenza. E Tito era uno solo, viveva, lottava, col popolo, alla testa del popolo. E solo il nostro popolo seppe credere in lui e nel suo nome. E solo il nostro popolo seppe creare canti e liriche che hanno il sapore di leggenda, sì, ma di una leggenda che ha fatto la storia. Quelli sulla figura di Tito sono piuttosto poemi lirici leggendari. Nei canti, il suo volto si confonde spesso con le rievocazioni Kraljeviciane. E anche l'«Avanti» nazoriano ci porta in una atmosfera che ha sapore di leggenda. «Tito è un uomo così semplice, così reale e nello stesso tempo così grande, straordinario, geniale che a pensarci la mente ha pause di stupore». Mi diceva così il. giovane maestro della scuola elementare di Kumrovec che durante la visita al luogo mi fece da cicerone. elio è il paesaggio dello Zagorje, specialmente a primavera, quando sui colli boscosi ci incantano le distese azzurre, e sotto spaziano le distese dei campi verdi e fioriti. Questo è lo Zagorie che ha dato i natali a Mattia Gubec e a Tito! Questo è lo Zagorje dove scoppiò la grande rivolta dei contadini nel medioevo, e do- Yvonnc Mitchell fa nel film la madre del piccolo Pirečnik SILENZIO, SI GIRAI Una casa cinematografica inglese sta realizzando in Slovenia un film sulla famosa vicenda del piccolo Ivan Pirečnik, il bimbo conteso (Dal nostro corrispondente) Škofja Loka, maggio Non è trascorso un anno da quan-> un sensazionale fatto scosse l’Eu-spa : la sorbe del piccolo Ivan Pečnik. Alla cosa si interessò anche Tim-■esario Mihael Truman, e ora un ruppe delTómpresa cinemaitogra-oa «Ealing Studios Limited» di anidra sta girando in Jugoslavia ma parte del film «Cuori divisi» rhe divided hearts). A Kitabuehl i Austria sono stati già preparati li esterni, in Germania quelli restivi alla vita del piccolo Ivan lei film Vank) e infine a Škofja aka quelli relativi alla vita della imiglia Pirečnik (nel film: Slavil priifta della guerra e durante iccupaziane. Solamente gli inter-i verranno preparati a Londra, atonalmente, il caso Pirečnik e iato semplificato e rielaborato, ma i sostanza è tuttavia rimasta. Già prima ohe il gruppo giunges-s in Slovenia, il regista di film, hartes Crichton aveva cercato la scalìtà che corrispondesse nel mi-liore dei modi allo scenario. Si de-ise per Škofja Loka, tipica locai1 -l slovena, sita su una collinetta isparsa di vecchie case, con la sua ittà vecchia, strade strette e ripi-e, gradinate e il fiume Sara, škola Loka è circondata da meravi-liose oatane montuose con carat-ìr i stiche sulle cime. Il gruppo ha sede a Lubiana, do-e la «Triglav—film» gli porge aiu-a in uomini e materiale. Ma eccoci sulla piazza di Škofja oka. Una lunga fila di donne con ambini stavano attendendo. Mera-Igliato guardai lì accanito una tacila: «Sala’di lettura». «Quanto ama la lettura questa genite!» pensai. Ma ben presto mi accorsi che ncn attendevano i libri, erano delle comparse per una delle scene che si dovevano girare in quel giorno. Casi la piazza di Škofja Loka ritornò peir alcuni giorni al passato, allToocupazione. Su un grande edificio sta scritto «Reihs bank», e sul «comando tedesco» sventala la bandiera dalla croce uncinata, mentre sulla casa in cui sarà allestita la «latteria» è stata esposta la scritta «Milch ausgabe nur bis 9 uhr». Le comparse assumono i toro pasti, e tra di esse «aspetta» anche YvOnne Mito-cheli, Sonja Slavko (quella ohe nel film sarà la mamma di Pirečnik). Tiene in braccio il piccolo ancora in fasce, e neU’alltra mano ha un recipiente per il latte. Le attrezzature e la camera sono pronte. Il regista accomoda le donne, le dispone a seconda dei tipi. Tutte ten" \j-ij gcno in mano recipienti o bottiglie per il latte, donne vecchie, giovani bambini. Ecco il segnale. Si gira. Accanto alia fitta passa un soldato tedesco, dal gruppo si stacca Sonja (Yvonne Mitchell) che inchinandosi gli dice in lingua slovena piena di sarcasmo: «Buon giorno, s gnor caporale !i». Egli si volta e prosegue la sua strada, mentre le oltre donne fanno risate. Ma le cose andrebbero troppo presto, e chissà come si presenterebbe il film se ogni scena venisse ripresa una sola volta. Così Yvonne non pronuncia bene le parole slovene, le comparse non hanno fatto un sorriso naturale, debbono venir disposte altri? menti, e regolare anche altre piccolezze. E la scena si riprende due c nque e se occorre anohe più volte. Non è importante solo la camera, cento e cento altre piccolezze hanno un’altrettanto importante ruolo. Il Maresciallo Tito nella sua casa nativa di Kumrovec nello Zagorje croato “Joža, è più bello ora questo nostro paese,, Cosi dicono i contadini del variopinto Zagorje ogni volta che il Maresciallo Tito ritorna al paese pieno di ricordi E presente pure lo stesso producente Michael Truman, mentre colui ohe lavora più di tutti è il regista Crichton che sempre cerca, aggiusta e dà direttive. Vero tipo d’inglese, con T opipa in bocca. Mi ha detto di essere veramente soddisfatto dei lavori in Slovenia, ha imparato a voler bene alla nostra gente e al nostro paese e gli dispiace di non saper parlare lo sloveno, il che gli ostacola il lavoro con il personale subalterno. A Škofja Loka c’è pure Otto Heller, il direttore fotografico, di origine cecoslovacca. Ho parlato con lui in un vero «esperanto». Egli conosce infatti varie lingue, perciò ci siamo ben capiti. E’ da 40 anni che lavora nel film, e già prima della guerra mondiale aveva iniziato la propria carriera cinematografica a Praga col film muto. Ha lavorato in Germania, Francia e America, mentre ora si trova in Inghilterra. L’artista principale è Yvonne Mitchell (Sonja), la vera madre di Vanko. Elia è Tunica a parlare alcune parole di sloveno. Dice di essere soddisfatta della sua parte. Sta studiando la nastra gente per poter meglio interpretare la vera madre slovena. Yvonne M tchtìll è la consorte di un giornalista del Suday Evpress di landra. Quando le ho fabto vedere il nostro giornale, ha cominciato a leg-Titaliano e mi ha pregato di invi ärgerte poiché conosce discretamente glielo ita. Inghilterra. E’ già tard,!. La luna rischiara la notte. Le cose vengono risposte negli automezzi e si ritorna a Lubiana. Al film un «Good Luck»! Navil ve scoppiò la rivoluzione, come in tutto il Paese, nel 1941 sotto la guida di Tito. Ricordano i vecchi combattenti le prime azioni nella vallata di Krapina, in quel di Zlatar e Klanjec, Predgrad e Ivanjec. Questo Zagorje, vide nel 1941, a Lug e Poznano-vac, i primi sepolcri partigiani. E ricorda gli attacchi ai presidi nemici di Stubica e del Brdovečko podgor-je. Poi i gruppi d’assalto diventano plotoni, compagnie, battaglioni, per -formare nel 1944 la Brigata d’assalto dello Zagorej. Quest’anno — dieci anni, da allora! E lo Zagorje fa doppia festa in questa primavera, per Tito e per la sua brigata. Ho la fortuna di rivedere questa regione, i suoi campi, i suoi contadini, i villaggi, le cittadine. Molte località non mi sono nuove. L’anno scorso con lo zaino e il mitra l’ho attraversato: alle manovre della nostra Armata. ccomi a Kumrovec. Qui è nato Tito, il 25 maggio del 1892, da padre croato e madre slovena, contadini. La casa natale, sulla strada, è semplice, uguale a tutte le altre: un pianoterra, alcune finestrelle, una porta a due battenti e un’orticello cinto da palizzata. Era un giorno di maggio, pochi giorni dopo la disfatta nazista, all’indomani della vittoria. Lo Zagorje trionfava nella veste policroma dei suoi prati, dei suoi frutteti, dei campi in fiore. Sulla strada, accanto alla casa dal tetto stinto sorretto do travi di legno, davanti alla soglia che porta un numero pirografato —-1860, sostarono alcune automobili. Un uomo, in divisa di Maresciallo, precedendo con passo sicuro ì suoi accompagnatori, avanzò verso lo porta. Non chiese nulla a nessuno. Aprì i battenti, entrò. Fissò le vecchie mura del corridoio, il suolo di terra battuta, quindi penetrò nella stanza a destra, l’abitazione dei Broz. Nella prima stanza era tutto come una volta: un letto di ferro dalle alte spalliere, un lungo tavolo, una stufa. Tornano presto i ricordi nella casa che accolse una nidiata di bimbi, dove corse la fanciullezza, E quel fornello dove si cuoceva il pane, il pane che non bastava pei tutti. La gente accorre dal villaggio, presso la casa accanto alla strada, la strada che taglia la Sutla. E corrono i vecchi, le donne, i bambini, tutti i contadini. —• E’ giunto Joža! —- loža è quii Poi scendono anche dai lontani sentieri i contadini dello Zagorje, nei loro costumi popolari, per venire a far festa al loro compaesano, all’eroe tornato. Quanti ricordi in ogni volto, in ogni parola, in ogni oggetto: la pietra per macinare il grano, in cucina, la lampada a petrolio, la trave dove si appendeva la carne affumicata ... Una volta il ragazzo cercando di afferrare di nascosto un pezzo di lardo tirò tutto giù; accorse la mamma ... La mammal Ecco, è ancora qui la rocca su cui filava matasse di lana per far calze ai suoi bambini ... Tito riconosce tutti i più anziani: «Stefe, Lojzek, Alekša, come state?» Negli occhi dei vecchi compagni brillano le lagrime. Afferrano la mano di Tito, lo abbracciano, lo guardano. E’ lui, il buon loža. Ricordi, quando si andava a scuola, al tempo di Cecco Beppe? E i pesci si pescavano nel Sutla? Tito lascia la casa. Fuori, circondato dai suoi contadini, guarda in giro il villaggio che è rimasto sempre lo stesso, con la medesima scuola, il vecchio ponte sulla stradaj la collina con la baita... Solo i bimbi sono cresciuti. Questo, nel 1945. Tornano i ricordi. E ricordano i vecchi contadini di Kumrovec. Stefano Pepek, un uomo che ha passato da poco anche lui i 60 anni rievoca il maggio del 1942. Stefe e Fran vanno a Zagabria, con una diecina di carri carichi di fieno. Bisogna vendere per mangiare. Le strade della città sono affollate di militari: tedeschi, ustascia. Fino sera il fieno è venduto. 1 due contadini entrano in un’osteria di Ilica. Riempiono i bicchieri. Stefe sussurra all’orecchio dell’amico: — Frane, hai visto? — Ho visto. — Non è questo il nostro Joža Broz? Davanti all’osteria, affisso ad un palo telegrafico è un manifesto: la taglia per Tito. «Chi acciuffa Josip Broz—Tito sarà premiato con 100.000 marchi d’oro ...» e la fotografia. Lasciano presto l’osteria e tornano a Kumrovec. Anche al villaggio si sa. 1 giornali hanno riportato la foto con la taglia. Nel pomeriggio gli aerei hanno lanciato migliaia di simili manifestini. Pepek non riesce a prender sonno. Con Joža è cresciuto, si è trastullato, ha guidato gli animali al pascolo; erano ragazzi quando accendevano i falò per arrostire alle brade spighe di granoturco e patate ... Poi giocavano e facevano «la guerra» con i pastorelli sloveni d’oltre confine... A scuola anche sono stati insie-me, nella stessa classe che ha la fi- ’ nostra verso il cortile ... — 100.000 marchi d’oro, per il capo dei partigiani! Mai più lo prenderanno. LI ultima volta, prima della rivoluzione, Tito fu nel suo vilaagio nativo all’inizio del 1941. Spesso vi aveva fatto ritorno, di sfuggita, anche negli anni precedenti, dopo gli anni di galera. Ricordano, i suoi più stretti conoscenti e compaesani, i suoi rapidi passaggi, qualche volta solo, spesso in una piccola automobile nera, ora con gli occhiali, ora senza. Si tratteneva poco. E dopo di lui, sempre, giungevano i gendarmi... Nella casa di zia Anna Javoršuk, la sorella di sua madre (morta nel 1951 in tarda età, era chiamata «la madre dei partigiani») spesso si riunivano Tito ed i suoi collaboratori, Kardelj, Kidrič, Leskovšek ... All’inizio del 1941 il nipote abbracciò la zia dicendole: «Ora non ci ve- • dremo sarà tutto migliore ...» Tito partiva per iniziare la rivoluzione. Oggi, a rivoluzione compiuta, mentre s iedifica il socialismo, i contadini del villaggio di Kumrovec si accorgono che veramente «tutto è migliore». Ogni anno che passa fa mutare la fisionomia anche al paese nativo di Tito. Non ci sono più t baroni Ožegović a succhiare il sangue dei contadini ed a imporre la pena della «morsa»; i giovani non emigrano più per il mondo in cerca di pane. Non ci sono i vecchi gendarmi a perseguitare i «sospetti» e gli ustascia ad impiccare i «rossi». Ma guardate lassù, sul colle, quanto è bello il nuovo moderno albergo «Kumrovec». E là, nella piana, coinè sorta la Casa di cultura, il cinematografo, il Ginnasio ... Anche la Sutla, che sapeva uscire dagli argini a primavera per inondare quel po’ di terra dei contadini, viene domata. Quando Tito torna, la gente gli si fa incontro e Alojz, Alekša, Pepek, Fran ... con orgoglio gli dicono: «Joža, guarda com’è più bello questo nostro paese. E lo dobbiamo a te». G. Scotti . % mSk m ■ % • .vxifX- In questi giorni è stato assegnato; In America il premio Pulitzer por la letteratura, che conta uno dei primi premiati in Thornton Wilder, che l’ebbe in seguito ancora due volte stabilendo un primato ancora imbattuto. Nella foto, lo scrittore Wilder LE LEGA DEI COMUNISTI E LA LIBERTA' DI CREAZIONE ARTISTICA AI terzo Congresso della Lega dei comunisti della Serbia si è discusso tra l’altro della libertà di creazione artistica e scientifica. La concezione secondo cui ili Partito comunista non è né può essere il supremo ed unico arbitro nei problemi dell’arte e della scienza ha sempre fatto distinguere — special-mente se si considera lo sviluppo degli avvenimenti dal 1948 in qua — il partito jugoslavo da quelli cominformisti. NeiTatmosfera delle vivaci discussioni che hanno seguito Tesarne del caso Djilas, la Lega dei comunisti ha riconfermato l’idea che nella lotta contro il burocratismo si è affievolita quella influenza anitisociaTsta dell'Occidente e le concezioni piccolo-borghesi Perciò era indispensabile definire che cosa si intendesse concretamente per tate lotta e con quali mezzi essa dovesse essere condotta. La risposta è sitata molto concreta. Al terzo Congresso della Lega idei comunisti della Serbia è sta-to sottolineato che per lotta ideo-loigica-poliitioa dei comunisti nel campo deU’arte e della cultura si intende esclusivamente un’azione per il contenuto politico e morale delle opere artistiche e scientifiche Ossia si ritiene sostanziale se in tali opere sia contenuto quelTele-mento morale e umano in genero che è parte integrante di ogni vera arte e scienza e se in esse si incitano o demoralizzano gli sforzi per Tedificazone della società socialista, indipendentemente • dalle forme artistiche in cui tali opere si presentano. In tale modo, sembra siano state contemporaneamente criticate anche le tendenze a fare della Lega dei comunisti un arbitro nei problemi ohe riguardano la critica professionale, artistica e scientifica. Tale critica è stata interpretata dagli osservatori politici al Congresso come una risposta a coloro che alTestero hanno cercato di presentare negli ultimi tempi la politica della Lega dei comunisti in campo culturate-artistico come un ritorno agli ormai superati sistemi burocratici soviètici. Alcuni delegati al Congresso hanno criticato te forme astratte di e-spxessione di certi pittori e letterati jugoslavi e la scarsa presenza di temi popolari in alcune opere musicali. Il discorso di Edvard Kardelj è stato una risposta indiretta a tali critiche. Edvard Kardelj ha sostenuto non soltanto te tesi di un atteggiamento tollerante verso le forme di creazione artistica, ma ha detto che in questo senso bisogna essere più decisi e più liberi di quanto lo si sia stati finora. Kardelj ha osservato inoltre che il decadentismo in campo artistico può trovar espressione non soltanto nel-Tarte estratta, ma anche presso quella le cui opere portano la firma del realismo e ohe perciò bisogna essere molto cauti in tema di giud zi e critiche. Egli ha auspicato un più alto grado di preparazione intellettuale dei membri della Lega dei comunisti e la creazione di opere artistiche ohe proveng no dalla realtà socialista jugoslava. Sarà quindi molto interessante seguire in futuro Tapplicaz’one pratica di questi principi generali formulati al Congresso. In ogni caso — da quanto si deduce dalle conclusioni apportiate — ci si può attendere che la Lega dei comunisti si opporrà decisamente, come finora, anche in avvenire a tutte le tendenze ad assicurare con mezzi amministrativi l’influenza dei comunisti nel campo ideologicoe culturale. E’ opinione generale che gli sforzi culturali ed artistici jugoslavi saranno caratterizzati anche in futuro dai metodi e dai mezzi democratici nella lotta dei comunisti per il contenuto socialista delle opere artistiche. C’ENTRA PERSINO L’EX RE FARUK PEZZI sbarra GROSSI in Italia sottosegretari. Nell’udienza del 4 corrente sono risuonati nell’aula i nomi di Giulio Bru-sadelli, Mario Dell’Acqua, Ernesto Riva e De Angeli-Frua, Fantomatiche flotte cariche di stracci, polvere d’novo, scorze di china, corna di bue, cera carnauba e . . . trebbie messicane hanno fruttato 13 miliardi di lire Il g. 15 marzo u. s. proprio non incoraggiate, talvolta, mi di ministri ed ex ministri nei giorni in cui l’opinione dalla estrema facilità con cui che devono essere interrogati pubblica italiana seguiva con venivano concesse licenze dal Tribunale, figurano finora vivissimo interesse e profondo d’importazione per le merci quelli di De Gasperi, Fanfani disgusto i clamorosi colpi di più impensate e meno utiliz- e La Malfa, oltre alcuni di scena del processo Muto pei zabili dall’economia italiana il «caso Montesi» — che met- in quantitativi enormi. Licen-tevano a nudo le orgie di Ca- ze, ad esempio, per due mi pocotta e il clima di corru- lioni di dollari di stracci di zione imperante a Roma nel- seta; licenze per cinque mile alte sfere di ambo i pote- lioni e trecentomila dollari di ossia dei magnati industriali ri, dove gli avventurieri del polvere di uova nel solo 1950 cotonieri dell’Italia settentrio-calibro di Montagna possono (nel, ’49 si erano importati 60 naie, i quali dovrebbero depiù dei ministri in carica e mila dollari di polvere d’uovo porre sull’uso dei dollari prodove sui figli dei ministri stes- e nel ’51, 92 mila dollari) tan- venienti dalle operazioni vasi pendono formali accuse dei to da coprire tutte le strade lutarie fittizie. Un difensore delitti più infamanti — si è d’Italia di polvere d’uovo. E ha chiesto la citazione addiiniziato il processo «monstre» le «trebbie messicane»? E la rittura dell’ex re d’Egitto, Fa-nel quale figurano ben 149 «scorza di china»? La scorza imputati. di china è, per sua natura, Essi devono rispondere di leggerissima; se si fosse imuna complicata serie di truf- portata nella quantità indica-fe e di infrazioni valutarie, ta nelle licenze di importa-rappresentate in una cifra che zione, non sarebbe bastato pei sale a circa 20 milioni di dol- un solo viaggio il doppio del lari, corrispondenti a quasi 13 tonnellaggio mercantile ame-miliardi di lire italiane. L’im- ricano, inglese ed italiano Riputazione più comune è di sieme. concorso in truffa pluriaggra- La scelta delle merci avve-vata, per aver indotto in er- njva fra quelle che, essendo rore l’Ufficio cambi con false meno conosciute e di minoi dichiarazioni ed esibizione di consumo, appaiono le più ido-documenti falsi, cagionando nee e non provocare proteste così allo Stato un rilevante da parte di industriali inte-danno patrimoniale e produ- tessati nelle effettive impor-cendo per sè un ingiusto pro- tazioni. La «febbre del dollaro» provocata dallo scoppio della guerra di Corea invase persone ed ambienti; si scivolò da parecchi nel campo dell’illecito valutario e dell’ille- ruk, amico personale di un imputato. A. d’U. Colpo d’occhio ai padiglioni della I. Mostra jugoslava del vino a Lubiana IN MARGINE ALLA I. MOSTRA JUGOSLAVA DEI VINI TIPICI A_ LA VITICOLTURA NEI TEMPI e le prospettive della nostra produzione vinicola Scompariranno presto gli occhia LENTI 1NVIS1BII E OCCHI NERI? I nostri nipoti rideranno, guardane nei musei quei ridicoli cerchi cjj oggi portiamo sul naso Se è vero che qualche voi- ma lacrimazione in ta un pa.o di occhiali renda danza, ma senza alcun E interessante un volto di donna, donandole un tono di smaliziata furbizia, è ben velo anche (e questo nella maggioranza dei casi) ohe dei bailissimi volti femminili vengono letteralmente «massacrati!» da questo posticcio indispensabile. Con il progressivo indebolimento della vista, al quale l’umanità è condannata, per sto da non trascurare sop, l’abuso di luce artificiale, è tutto per chi può trarre ^ andato di pari passo il per- no ' fezicnamento nella fabbricazione delle lenti ed il miglioramento estetico dei fusti. Il concetto base però èr--masto fino a ieri lo stesso: due vetri ottici racchiusi in due cerchi, e due stanghette che -------------- Si agganciano all’orecchio. Dai pesanti sostegni, in ma-LU BIAN A teriia ossea, di un tempo si è -------------- gradualmente arrivati sino alle eleganti montature in plicarseme solamente una -, sott Te filo metallico dorato, l’occhio difettoso, lasciar so di noia. Poi, nel giro pochi secondi rocchio g datlterà perfettamente ^ focale della lente come quella fosse la sua pot?r. visiva naturale. Molto importante è il to Che queste applicar sono perfettamente inveii) poiché lo spessore delle ie, è minimo. E’ un fattore | dall’uso degli occh^ comuni, come ad esempio: attori. Si sa inoltre che mi te persone soffrono dì J bolezaa ad un occhio, men: l’altro è ancora perfetto. ( storo dovevano ricorrete l’uso di occhiali che dia n parte avevano una lente dall’altra un semplice vet: Oggi, grazie alle move a contatto, essi potranno fitto, consistente nella ottenuta disponibilità di dollari al cambio ufficiale, col conseguente lucro fra l’equivalente in lire versato alle banche ed ___________ __________ ___________ il prezzo dei dollari medesimi cito penale. C’era, a spingere, al mercato libero. ....... la differenza fra il prezzo del dollaro ufficiale e del dollaro libero, che giunse in certi momenti addirittura a 130 punti (leggi lire) per dollaro. Si vuole che certi titolari di licenze siano giunti a «lucrare» perfino 20 punti (o lire) pei dollaro, il resto del lucro essendo andato diviso fra i componenti le menzionate «catene». Si vuole anche — il calcolo è stato compiuto da es-A seguito della prima de- perii — che l’insieme delle nuncia fatta nel novembre somme «lucrate» abbia rag- C’è, in sostanza, chi — dopo avere alla meglio costituita una società — riuscì a procurarsi licenze d'importazione: chi ne produsse di false o ne falsificò; chi produsse alterazioni in documenti, come polizze di carico o bolle doganali. La Ilolla Marna Le tecniche. dei vari fabbricanti hanno, dunque, teso •tutte ad un unico scopo; quello di Tendere- il meno appariscente possibile questo suppellettile, Ci scino stati nel corso del tempo, a dire il vero, dei periodi di eccentrismo estetico durante i quali è divenuto «elegante» il deturparsi la faccia con d-ei mastodontici occhiali di -tartaruga, e tutto per darsi una aria di sapientoni. Ma ai-la fine ha sempre prevalso il buon gusto e tutti i .fabbricanti sono (nostro servizio economiche jugoslave e stra- stati la dimostrazione della quali venivano regolati i do- no e dell’olio, mentre ad essi dovuti ritornare allo studu LUBIANA, maggio — niere. Fra gli ospiti sono stati qualità raggiunta dalla produ- veri dei viticoltori coloni ver- va anche il merito di aver per la min'mizaazione delle Crandi «reclames» sui giorna- notati i compagni Edvard zione nazionale dei vini tipici so i proprietari terrieri, sia scoperto il torchio die, oggi, montature. Ultimamente un li, manifesti e striscioni per le Kardelj e Aleksander Ranko- per approfondire gli attuali per la coltivazione dei vigne- è ancora in uso fra i piccoli grande paaso su questa via è vie, nei trams, sui treni invi- vie, mentre alla cerimonia scambi commerciali in questo ti, come per la vendemmia e produttori. stato fatto grazie alle mar lavano il pubblico alla I: Mo- inaugurale hanno assistito, fra campo e allargarli ulterior- il commercio del vino. Ciò II salone centrale, sistemato ferie plastiche. Esse, com la stra dei vini jugoslavi, tenu- gli altri, il governatore della mente. L’obiettivo è stato pie rende un’idea dell’importanza nell’edificio della Filarmonica oro trasparenza ed elasticità, tasi in questa città dal 24 Garinzia austriaca, sig. Wede- namente raggiunto. La me- della viticoltura nell’econo- slovena, offriva una visione hanno permesso di ottenere aprile scorso al 2 c. m. su ini- nig, il sindaco di Celovec, stra è stata un indice esplici- mia del feudalesimo e dello panoramica della produzione dei risultati veramente sor- ziativa della Camera del com- sig. Graf, e numerosi esperti to degli sforzi compiuti dai sfruttamento dei ^viticoltori vinicola nazionale (chea 500 prendati per bellezza ed eco- mercio della R. P. Slovenia, enologici francesi, germanici, nostri produttori per l’eleva- coloni da parte della oligar- tipi di vino), suddivisa per nomia. Su quest-a strada si E’ stata questa la prima inglesi e austriaci. mento quantitativo e qualità- chia feudale. singole repubbliche. Qui in ora, forse, destinati a oom.ti- manifestazione del genere in La mostra era suddivisa in tivo del prodotto, ciò che ha La peronospera e le altra appositi «stands» si può an- nuare per secoli, coin il sem- 1 bero Ral tro. Oggi inoltre, con Ravvi to dell c marna a rilievo, La vite è giunta a noi dal vicino Oriente - Plinio il Vecchio lodava la bontà dei vini carsici - La Francia, con 50 milioni e 500 mila hi, è la piu grande produttrice di vini del mondo -La nostra attuale produzione ammonta a circa 6 milioni dì ettolitri. iq-n si sommersero timbri fai giunto una somma valutabile Jugoslavia ad avere un carat- due parti: la prima stretta- permesso un favorevole piaz- malattie della vite provocare- che assaggiare il dolce net- plioe càmbio di materiali, se s o falsificati timbri auten- a chea 700 milioni di lire che tere il più largamente rappre- mente scientifica e l’altra ma- zamento sui mercati vinicoli no verso la fine del secolo tare. non fosse venuta fuori all'im- • documenti falsi carte i 149 imputati si sarebbero sentativ0 della produzione na- nifestativa. La sua caratteri- intemazionali. Così la mostra scorso, una vera catastrofe e Grandi grafici, appesi alle prowiso un^nvenztane deisti-intestate di ditte mai esistite divisi naturalmente chi po- ziona*e & vini tìPici- Per tale stica principale era costituita ha potuto offrire anche la fu necessario perciò rinnovare pareti, indicavano l’ammonta- nata a rivoluzionare quanto Non esistevano neDDure certe diissimo (l’aggio consueto) e motivo ha destato larghissimo dalla partecipazione dei pro- prospettiva dell’ulteriore svi- completamente i vigneti e le re della produzione vinicola è stato faltlto fino ad oggi, navi che dovevano essere in chi moltissimo interesse, non solo all interno, dutton organizzatisi m ass >- luppo dell’esportazione vini- specie di viti. mondiale. Al primo posto si infatti in questo nuovo ti- mvitrazinne nè esistevano c; u nr„^ctn ma anche all’estero. La mo-, dazioni vinicole, dei grandi cola, semprechè sia attuata Di questo periodo possiamo trova la Francia con oltre 50 pc> di occhiali la montatura “ - ’ — ■ r Prevede che il p stra £ stata visitata, infatti, da produttori del settore sociali- l’auspicata modernizzazione dire che_esso fu il tempo del- milioni e 500 mila hi, al se- è scomparsa tc certi carichi. Erano navi fan- ne, che sj svolge af palazzo tasma, erano carichi fantasma, di Giustizia nella stessa aula per lo più. Documenti di ogni barocco-babilonese, che per 3 genere, bolli, marchi, licenze lustri ospitò il tribunale speed ogni scartoffia relativa al ciale fascista, durerà tre me-presunto traffico, per mesi e sj. Gli imputati sono difesi da mesi, diedero per certa e rea- una ottantina di avvocati le la presenza sull Atlantico, comprendenti alcuni fra i più di una gigantesca flotta mer- celebri nomi forensi italiani, cantile indaffarata a portare Grossi calibri sta e cooperativistico, e delle della nostra viticoltura un pubblico oltremodo numeroso ed entusiasta, dalle mag- aziende vinicole esportatrici, giori personalità politiche ed Suo scopo e importanza sono Sui nostri schermi merci in Italia. Tale flotta e-ra stata creata dalla fantasia di certi importatori che nulla imoortavano. Di reale c’era solo la differenza concreta fra il prezzo dei dollari a prezzo ufficiale ed a prezzo libero, Come vuole il costume in Italia, sul banco degli imputati non figurano i maggiori responsabili, cioè coloro che differenza che, ai tempi caldi maggiormente hanno lucrato , , _ r>/rn I 11 I oAirn trotti no Info. della guerra di Corea, giunse a decine di lire per dollaro; c’erano le grosse provvigioni, c’era altro ancora. Gran parte delle licenze rilasciate dall’Ufficio dei cambi riguarda strane merci. I documenti parlano di migliaia e migliaia di tonnellate di polvere d’uovo, di scorze di china, di cervello di buie in scatola, di coma di bue, di olio lubrificante per orologi (meglio definito «olio di piede di bue» il cui consumo massimo in Italia non supera mezzo chilogrammo annuo, mentre il solo imputato Zanon possede- JL BUON SOLDATO BUMM Piton svedese con il comico Niills Pappe, Inga Landge, Douglas Hage, Ake Jensen, Ludlde Juberg, Julia Caesar e Gutmnair Bjamstramd. Fabian Bumm era capostazione al paese natale di Tra- ragaizza. Innamorato cotto, Bumm perde ogni senso di puntualità ed esattezza, .indiando così incontro ad un mondo di guai, che sarebbe troppo lungo elencare, ma che vi faranno senza dubbio! s)ljoircj:(re dallle risa. Bumm. ne ha sopportate un Sarà bene perciò che, in relazione a quanto visto alla Mostra, riandiamo un pò indietro noi tempo per conoscere la storia della viticoltura e della lavorazione dei vini in genere. La specie di vite, oggi in uso in Jugoslavia, è sorta dalla combinazione di due ti- le grandi riforme e del diffondersi rapido della tecnica, i cui benefici effetti si fecero sentire anche nella viticoltu- ★ Interessante è conoscere mala. Il padrone .assoluto mondo, :stoo a Chè non con- ti in varie parti d’Europarco- /Ahlini« c«ii va xrifiO Pra. 1.01710110 OTTO. in -- ~ 1 _ con l’illecito traffico valutario. Ed anche in questo processo (poiché quanto succede ugjja, sua vita era l’orotogio, duce jq treno del suo, amore, nelle aule giudiziarie a Trie- perchè era questo a decide- setto forma della bella A- ste —- quando si giudicano gli re ^ laivaro del capostazione. gnese anta, fermata presta-affiliati alla Lega Nazionale Egli considerava come oroio- b jita’ oppure «i giovani esuberanti» gi0 pUre u cuore umano, il del Viale e di Via Cavana — qualle tlik-faca sino a che suc- fa scuola in Italia) gli impu- cede qualche malanno agli tati si presentano come «buo- ingranaggi. Il capostaz onei scomparsa tatalimente e le condo l’Italia con 45 milioni [enti (che, naturalmente, non e 465 mila hi. Seguono possono sostenersi idia sole) l’URSS con 8 milioni di hi, vengono introdotte sotto le gli USA con oltre 6 milioni, palpebre .a contatto dell’oc-la Jugoslavia con circa 6 mi- ohio. lioni, la Germania occid. con e’ ben naturale che la no™ 0ltre ® milioni, eco. Nelle ve- -tja;®, al primo momento, su-anche i recipienti che veniva- trme dei salone centrale era- gci^ nblUuomo un leggera no usati dei nostri avi nella no esposte anche le rmbblica- genso repulsione Sembre-. manipolazione dei vini. La zioni di enologia, dalle più relbbe: Maitti> che qUesti ve_ mostra di Lubiana non ha vecchie alle più recenti. tri( den]tro le palpebre, ★ provochino un enorms fasti- All’esterno della Filarmoni- dio e che rappresenltiino un ca si ergevano i padiglioni pericolo non indifferente delle maggiori aziende vini- per rocchio. Tutti questi, pe-icuu, uuiE «.mio dui r : , ,. , . . . . cole slovene, croate, serbe e rò, scino concetti sbagl iati e nelì’Erzegovina. Fos- macedoni. Fra esse la «Sio- solo una prova potrà convin- venija Vino» di Lubiana, la cere l’inldivilduo sulla bontà trascurato di offrire pi che tuttora crescono allo s§uardo Panoramico in tale stato selvatico nei boschi lun- camP°- Abbiamo potuto cosi go il corso del Danubio e dei amrm^are> ben conservate in suoi affluenti, come anche sul vetrine, anfore, see- Miopia, olio Un esempio di cornei attrici abbiano saputo Li bi.to ulti!’zzare le lenti; oontialtto, ci è fornito dalla notissima Mima Lo; E’ djnfajtbi risapu|x) eli l’attrice .aveva dovuto i questi ultimi tempi at bandom,are il «set» per i pegg iorare dello sua m, pia. Oggi, grazie al mi: vo ritrovata, essia ha p; buto ritornare sullo schei mo senza deturp are il si bel volto con un antiestì r eo paio d’occhiali. Ste ai registi, quest© lenti, in vece dii peggiorare, mi gliorano di molto la li centezza e la bellezza gli occhi. Da oggi le a;-trici faranno a gara per diventare miopi! Carso e sili di viti sono stati rinyenu- . lo sposalizio. MACAO Non lontano dia Hong— me anche nei pressi di Radi-boj in Bosnia. La coltura della vite e la relativa lavorazione del vino sono state adottate dai nostri avi su esempio dei coltivatori dell’Asia minore, della Grecia del passato. Su uno dei recipienti, usati per l’esportazione del vino dall’Italia settentrionale in Slovenia, si legge questa curiosa frase: «Misli Brate Kakoch Ess Piti Da se tr , V, . ingranaggi, ri capasi j“* “"“s „ Hell’Ttnlin OnP«tn fi, l’ir,; m patrioti, che sarebbero n- deve naturalmente essere Kong sì trova l’ex colonia X,,Qta„ T, corsi al trucco dei benestare puntualissimo. Bumm ;lo era portoghese Macao, meglio co-u-ii" -------------------—; ... . nosciuta colme la Monte Car- lo orientale. In questa strana isola, -valori di molti milioni, in oro e brillliainiti pregiati, passano di maino in mano attraverso i tavoli dei- rilasciati dalle organizzazioni gialo ailPesagerazone. Mai statali per gli scambi con 1 e- nessun tremo ha dovuto la-stero, per importare in Italia mentare il più piccolo ritar-merci pregiate e materie pri- d0 a Tinaia. La sua puntata-me, celandole dietro le voci era protvenbualle, itamto ßha fantastiche di cera carnauba, • (vompiaesiaai'i coinitrolliajvaiio i va una licenza per importarne cnni m cavallo, radica ai no- pjopri orologi secondo le va- le molte case di a^a-rdo, il . -1 . \ 1. . A - OQ TXATIOro unirò r, nnnmlln n T Tv,»-. 80 quintali), di crine di cavallo. Strani carichi quelli della «flotta fantasma». Se questa flotta fosse veramente arrivata in porto con le sue stranissime «merci fantasma» — come chiunque può dedurre ce, polvere d’uovo e cervello di bue in salamoia». Già dalle prime udienze qualcuno degli imputati comparsi ha affermato d’essere pronto e disposto a fare rivelazioni gravi e compromettenti sulla re rie abitudini di Bumm. Questa sua ossessione per la pumltualità non potè venir interrotta neppure sotto le armi, dove è capitato in modo alquanto strano. Per cui tenutario era il noto Vin-c-enit Hdoran. Fra gii altri, capitano un fiorino a Macao pure tre nuove persone: Nik Cochran,fuggito daJl’Ameriica causa uno scandalo, la cantante Giulia - l’Italia avrebbe avuto poi- sponsabilità e la connivenza fare ^e ad mrn mgazza Bent(m e’d u c0mm6SBO V1, vere d’uovo e crini di cavallo dl ^iretton e funzionari ban- da poco conoscnutla, sa veste La lebbre del dollari Le azioni criminose, spesso a catena, furono agevolate, se cari, nonché dell’Amministra- da militare e cade così in ma. zione statale. Fra gli imputati no al burbero sergente, Ber- _ .. ,. " figura un certo Filippo Tuz- glund. Malgrado la severità m maie zo, cognato di un capo-di visione del Ministero del Commercio estero, che in un anno ottenne ben 340 licenze di importazione. Fra i no- zio della nostra viticoltura. La vite, come coltura, apparve per la prima volta in quella parte dell’antica Tracia che è oggi la Macedonia. I coloni greci di Siracusa portarono la coltura della vite attorno al 385 a. Cr. sulle isole di Issos (Vis). Pharos (Hvar), Korkyra (Korčula) e a Tetragurion (Trogir). Da queste piccole colonie greche la viticoltura s’allargò lungo la costa adri-atica, dalla Dalmazia al Montenegro, e all’interno nell’Er-zegovina. In quel periodo la viticoltura era molto diffusa in Italia. Plinio, il Vecchio, menziona fra il 23 e il 29 a. Cr. la viticoltura nelle regioni litora- di quest’ultimo, Bumm tre- “TT*« Ia traversiate: da ------------------ vò piacevole pure Ila vita 5?njdl'a‘ La cosa insospettì see neee dej Garso. Ecco come la militare sino a quando il de- He,Ioran> che Pfjfe Pcr sua prosa celebra il vino del un’agenlte segreto delia poli- — istino coillpì pure lui, sotto forma di una belila e giovane Timavo: «JULIA AUGUSTA ziia ameriteama venuto appo- LXXXII ANNOS PUCINO sua a Macao per arrestarlo, vino RETTULIT ACCEP-essendo lui imputato, di orni- xOS NON ALIO USA GI-c.ldiio e furto di gioiellili. Giu- GNITUR IN SINU ADRI-Ba viene ingaggiata come xiCI MARIS NON PROCU-cantante ,m un bar di Helo- la TIMAVI FONTE SAXO ran, mentre a Nik viene con- COLLE, MARITIMO AD-EtigBato di piamjSre. Questi FLATU PAUCOS COQUEN-paro, mnaimorato di Giulia, XE AMPHORAS » ìpt T dee de, malgrado He minac- NiUS. Hist. Natur'. Lih ce, tli restare a Macao. Il XIV. ________ Cap. 8, 6). commesso viaggiatore Tram- Plinio, dunque, afferma che boi, dei quale nessuno sospet- quest0 vino era uno dei mi. tava, era m effetti il poPzio- giiori dell>era antica e che to Braljian, mandato a Macao, avrebbe avuto persino proper tentare di catturare He- prietà medicinali. Oggi si ri- loran. Ap,profittiando dei sospetti caduti su Nik, questi propone la Heloran un importante affare in gioielli dia trattare a Hong—Kong. Sen- tiene che quel vino sia stato, appunto, il precursore dell’odierno terràno carsico. Molti scrittori di quell’epoca ricordano poi i vini della Panonia, za sospetti, Heloran accetta, ed è un fatto che Ia viticol.’ ma si porta .seco, pure Nik» tura si sviluppò pure grazie par liquidarlo. Approfittan- all’uso che si faceva del vino do dell aiuto di Meggfe, ge- durante le funzioni religiose Iosa di Giulia, Nik (riesce ad cristiane, evitare ili controllo di Helo- L’occupazione turca dell’at-ran e fuggire, inseguito da- tuale territorio jugoslavo eb-gli uomini della banda. In- be un effetto negativo sulla viticoltura poiché è noto che la religione dell’Islam proibisce ai fedeli l’uso del vino. Si seguimento ed incontro, con il vero poliziotto, il quale rimane vitt'ma, all posto di PROTESTE di viticoltori francesi 120.000 viticoltori della regione occiaentate uei Pirenei si sono riuniti a Perpignano per protestare contro la politica fiscale del governo. La legisla-eione fiscale, attualmente in vigore in Francia, favorisce infatti gli intermediari in commercio a danno dei produttori, mentre le prescrizioni sul commercio dei vini sembrano fatte apposta per intral-siare il regolare movimento del vino sul mercato interno, causando così altri danni ai viticoltori. Alla riunione hanno presenziato anche numerosi deputati, sinttaci e sonsigFeri municipali della regione del Flirinei, che hanno unito le loro proteste a quelle della categoria direttamente interrf »ata. it Fretet-to di Perpignano ha ricevuto in udienza una delegazione che gli ha e-sposto le istanze dei viticoltori della provincia. In segno di solidarietà con i dimostranti, 98 smdaci della provincia di Perpignano e numerosi consiglièri mumc-pain. nanno rassegnato le dimissioni. Queste proteste indica-no il pericolo che si ripeta anche quest’anno il grande sciopero delio scorso anno, durante n quale i vit'coltori dei Piri-nei avevano organizzato posti di controllo e persino barricate!, per non permettere ai grossi commercianti di entravi. XTT ed il campito da portare a ' e n ... termine. Assieme a Giulia, 55^***°., nelfla vltl# (v- ' >:S. 4 S**.V y */■ m k '-'v ii « -> .r a »Äste ■ .. . ” < - * Yalcich, il giovane ciclista polcse, sta allenandosi per le prossime prove. E’ infatti quasi certa la sua partecipaz one al giro della Macedonia e ad altre gare non meno impegnative CAMPIONATO DI CALCIO SLOVENO GIRONE OCCIDENTALE I RISULTATI Krim — Branik 10:9 Železničar — Piran 4:1 Domžale - — Jesenice 4:1 Postojna - — Aurora 2:1 Slovan — Odred B 3:3 LA CLASSIFICA Aurora 13 8 1 4 30:15 17 Slovan 13 6 5 2 22:22 17 Piran 13 7 2 4 28:16 16 Železničar 13 6 4 3 31:20 16 Krim 13 6 3 4 38:20 15 Postojna 13 7 1 5 29:19 15 Branik 14 6 1 7 24:29 13 Jesenice 14 3 1 10 21:40 7 Domžale 14 1 2 11 13:47 4 Odred B 15 6 6 3 41:23 18 Ha avuto inizio ad Atene la riu-n one dell Consiglio Esecutivo del Comitato Olimpico Intemazionale. Gli argomenti più interessanti che figurano ito diilscussiome concernono le. Olimpiadi del 1956 a Melbourne e la situazione venutasi a creare in seguito alla ìmposs bilità di poter effettuare, per il periodo di quarantena vigente in Australia, le gare equestri. La riunione si è aperta sabato, alle ore 9,30. Sano previste due riunioni quotidiane anche nei giorni seguenti. La cerimonia ufficiale di apertura è avvenuta alile ore 18.45 nell’antico teatro greco di Erode Attico, ai piedi deli’Acropoili. Oggi, alle 18,30, avverrà lo scoprimento, della colonna eretta a commemora* zione delle Olimpiadi di Atene del 1900, le prime dei Giochi Olimpie: Moderni, è alle 19 una esibizione di giinniaste svedesi. I delegati verranno ricevuti al Tennis Club di Atene, ed un ricevimento awirà pure luogo mercoledì a'l Palazzo Comunale, seguito àlle 20 dia una cena ufficiane al Tennis Club. Alle 22, nella sala del Liceo Ellenico, vi sarà una manifestazione di danze tipiche nazionali, e il giorno se-gilemte, giovedì, alle 18,30, i membri -del C. I. O. verranno ricevuti a Nella scala delila graduatoria, dopo gli incontri dii domenica, si è avuto saio uno spostamento minimo; la Hildroellektra ha superato 1’Altoona ed ili Naprijed. In tal modo la lotta per la retrocessione appare più avvincente che. mai e maggiormente imp reviidito itti i risultati delle prossime contese. Soltanto THidroelektra ha fatto un notevole passo in avanti, guadagnando i due punti in palio, poiché gli ha attenuti fuori casa contro quel ■Naprijed Che pure è in lotta accesa per non retrocedere. Dall Canto isuo l’Albana ha fatto un passo indietro, po'chè ha rimesso Finterà posta in palio in casa, contro un Crikvenica che, certamente, non è una compagine irresistibile e ohe, quando esce dalle mura casalinghe, perde parecchie delle sue qualità migl iori. Un altro risultato, degno dii rilievo, ottenuto da una squadra dii coda, è quello del Boirac, che ha costretto al pareggio uno (Scoglio Olivi lan- ciato a piena andatura. Questa volta però i palesi non hanno sar puta spuntarla, pur guadagnando un punto, poiché il loro immediato inseguitore, lo Jedinstvo, è stato piegato per 3 a 2 ad Abbazia da una squadra che sembra si stia lentamente riprendendo. La battuta d’arresto dello Jedinstvo ha facilitato anche la marcia delFOriemt il quale si è avvicinato maggiormente al secondo posto, RISULTATI Mladost — 3 Maggio 3:0 Orient - - Rudar 8:0 Abbazia — Jedinstvo 3:2 Naprijed — Hidroelektra 2:3 Torpedo — Nehaj 3:0 Albo na - — Crkvenica 0:4 Borac — - Scoglio Olivi— 1:1 SCORCI DI STORIA SPORTIVA CELEBRI CALCI DI RIGORE - PORTIERI FENOMENO - ANIMO INDISTRUTTIBILE dopo aver battuto in modo clamoroso par ben 8 a 0 Tundioi dei minatori. Anche la Torpedo ha colto una chiara vittoria a Fiume sul Nehaj ed in tal modo non ha perso contatto con le squadre' in testa, rimanendo sempre in lizza per la seconda poltrona, avendo da disputare ancora un ricupero che potrà migliorare la sua posizione ed il suo punteggio. A sua volta, la Mttadast ha avuto facile gioco sul fanalino di coda, 3 Maggio che è ritornato a casa piegato per 3 a 0. Anche se la eiiassiif öa non ha subito mutamenti degni di rilievo, tuttavia il passo in avanti, compiuto dallo Scoglio Olivi, pone questa compagine quasi al sicuro da passibili tranelli. Infatti, mancano ancora solamente quattro partite per la conclusione del campionato, e quindi un vantaggio di oinque punti può ritenersi quasi scuramente incolmabile. A meno che i polesi non facciano tutta una serie di passi falsi. Il che è perlomeno improbabile. BELGRADO, aprile — Il calcio di rigore, comporta, cento volte su cento, il gol. Quando viene tirato come si deve, non si può trattenere il pallone che viaggia ad una velocità spaventosa. E non c’è portiere che possa pairare un calcio di rigore tirato in modo ortodosso. Ma pure, lo stesso, il calcio di rigore non significa sempre una rete. Basita 'trn piccoso errore effettuato da Chi calcia il pallone perchè il rigore venga parato. E co lui che è chiamato a tirare' il rigore e colui che ha il compito' di pararlo sono sempre molto eccitati e si trovano in ima situazione psicologica particolare. Per questo gli alienatari predicamo ai propri giocatori di essere indifferenti all’incarico che devono portare a termine ed assolutamente calmi. Un maestro nel parare i calci di rigare in Jugoslavia fu Franjo Glazer, che attualmente funge allenatore. E questa sua fama venne convalidata in un incontro giocato a Bucarest, tra il B.S.K., la squadra cui apparteneva Glazar, e la Romania. L’arbitro romeno Radule-sko, che dirigeva l’incontro, concesse due calci di rigore che Glazar parò brillantemente. I belgradesi conducevano per 2 a 1, quando inaspettatamente l’arbitro decretò un terzo calcio di rigore. S’era al 42' dei secondo tempo e non c’era stata 'alcuna infrazione al regolamento. Il calcio di rigore venne tirato e Glazar lo parò facilmente. L’al-bitro però fece cenno di ripetere il tiro. E per la seconda volta il pallone terminò tra le braccia di Glazar. Altro cenno e per la terza vòlta il’arbiitro volle far ripetere ili rigore. Ma questa volta i calciatori belgradesi si opposero. Nacque una specie di mischia in area, nella quale si fece luce Glazar, che'cominciò ad urlare come un matto : «Lasciate che tirino questo r'gore. Parerò ancora». E fu vero. Il pallone, calciato fortemente, stava andando verso l’angolo alto dalla porta quando Glazar lo intercettò con la mano e riusci a trattenerlo proprio sulla linea bianca fatale. HITREC BATTE ZAMORA A proposito di portieri è noto che lo spagnolo Zamora fu uno dei più grandi portièri di tutti i tempi. Aveva l’agilità idei gatto, lo scatto di una scinmia ed una mano di ferro. Orbene, egli giunse con una squadra spagnola denominata rappresentativa di Madrid a Zagabria. Di fronte a Zamora si trovava la rappresentativa zagabresa, della quale faceva parte uno degli allora migliori attaccanti non solo della Jugoslavia ma anche d’Europa: Hiltrec. 11 binomio Ziamora— Hitrec e il fatto ohe quella partita sarebbe stata la pTima giocata in notturna richiamò una follia per quei tempi immensa. 18 mila spettatori, sul campo del’attuade Zà-greb. Fu una partita indimenticabile. Zamora parò l’impossibile come se le sue mani fossero state magiche. Ma tuttavia due volte dovette chinarsi verso il fondo della rete per raccogliere i polloni oadicdiaiti da Hitrec. In tal modo gli zagabresi vinsero per 2 a 1. Abbandonando il terreno di gioco, il grande Z amara Stese ambe le mani ito una cordiale stretta verso Hitrec, il suo vero vincitore. INCONTRO SENZA PUBBLICO Prima della seconda guerra mondiale, nel 1936, il B.S.K. venne invitato a Parigi per fungere da alle^ natore alla squadra nazionale francese che si stava preparando per un incontro con la Cecoslovacchia. L’incìohtro venne, leflftìttujito allo stado Golombes a porte compieta-mente chiuse. Unico spettatore fu il commissario tecnico francese Gaston Barreau. Vinse la partita la nazionale francese per 3 a 1. Complessivamente vennero disputati due tempi di 30 minuti l’uno. Gaston Barreau, prima dell’incontro, aveva pregato i calciatori belgradesi di giocare veloci, di evitare gli scontri con gli avversari, affinchè questi non finissero infortunati. Finanziariamente L’incontro venne trattato alla stessa misura di un qualsiasi incontro intemazionale. Questa fu Tunica partita intemazionale del B.S.K. giocata a stadio completamente vuoto. IL PIANTO DI KRAGIC Dieci anni prima della guerra Vlado Kragic fu una delle migliori forze dettl’Hajdiuk. Non solo era portiere di grandi qualità, ma anche terz’no capace, dotato di un tiro poderoso con ambedue i piedi. Però era anche impetuoso e bizzarro. Fu colsi che un giorno per un nonnulla di discussione avuta con i propri funzionari dtìll’Hajduk, parti per Zagabria e si annunciò per giocare con una formazione di quella città, che nello stesso tempo era una dettile squadre rivalli deil’Haj-duk. Quando i tifasi zagabresi dett-l’Hajduk vennero a sapere che Kragic era a Zagabria e che voleva abbandonare l’Hajduk lo andarono a prendere di sera dove allog-g ava e lo 'portarono in una piccola osteria dalmata. All’inizio Kragic non ne voleva assolutamente sapere di ritornare a Spalato. Ma i tifosi cominciarono a intenerirlo: «Ma come vuoi lasciare Spaiato, il nostro Mariijan. Come vuoi deludere migliaia di tifosi spalati- ni che credono in te?» Insamma tanto fecero che Kragic cambiò la sua decisione, non solo, ma cominciò a piangere come un bambino. «Non parlatemi più. Vado via, torno a Spalato!» «Ma adesso non c’è treno!» «Non importa, andrò a piedi». E così l’indomani Kragic parti per la sua Spalato, ma non «a piedi1» come aveva detto, ma in seconda classe, come un signore, cbè i tifasi spalatini gli avevamo voluto pagare il biglietto dèi ritorno. Già la domenica dopo Kragic giocava nelle file deU’Hajduk e proprio a Zagabria contro quella stessa squadra, della quale egli avrebbe voluto far parte. O. R. LEGA INTEGEPUBBLICANA DI CALCIO SLOVENO-CROATA Ancora una giornata a formato ridotto in questa Lega Interrepub-blioania. Infatti solamente quattro incontri sono stati disputati sui cinque possibili, quattro incontri, però, coi quali è stato probabilmente deciso tutto il campionato. A Zagabria il Metalac ha piegato nettamente il Segesta per 5 a 0, portandosi in -tali modo a quota 24. Ora la sua immediata insegulitrice, la Tekstilac, non è riuscita a spuntarla 'nell’incontro 'dii Fiume contro la Quamero per cui è rimasta a quota 20, però con una partita giocata in più rispetto ai suoi rivali zagabresi. I quali dovendo disputare 'ancora solo cinque g ornate, dovrebbero, proprio per la sconfitta subita domenica dal Tekstilac a Fiume, dormire sonni tranquilli. Ad ogni modo la vittoria, ottenuta sulla seconda in classifica dia parte della Quamero, è venuta a consolidare la pas iz 'one in classifica idei fiumani, i. quatti hanno abbandonato il terzultimo posto in graduatoria superando, par quan- to riguarda il quoziente reti, il Klad var e il Segesta. E’ certo che la Quamero in questo ultimo periodo ha cominciato' a funzionare a pieno motore perciò dovrebbe in seguito risollevarsi ancora nella graduatoria generale. Pure la Lokomotiva ha coito domenica una strepitosa vittoria, battendo nettamento lo Split, uno dei candidati alila seconda poltrona, con un secco 4 a 1. E’ una promessa questo risultato? Vedremo nelle prossime partite quanto i ferrovieri fiumani sapranno ancora fare. L’ultimo incontro ha visto la sconfitta vistosa; del Korotan, battuto per 8 a 2 dia una straordinariamente prolifica Sloboda. Vecchioni in gara Avviate le trattavive per la conclusione di un confronto — che si giocherebbe il 18 giugno a Losanna —- tra gli ex-campioni d’Italia e di Svizzera. Tra gli italiani giocherebbero Meazza, Ferrari, Rava, Fonti, Depetrini, Piola, Olivieri ed altri notissimi nazionali in un tempo. RISULTATI I. GIORNATA «Coppa Maresciallo T to» Stil — Isola 4:3 Strugnano — Aurora B 3:1 Branik-Sal’ne — Pirano B 3:9 (P. f.) t CLASSIFICA i Strugnano 1 1 0 0 3:1 2 Stil 1 1 0 0 4:2 2 Branik 1 1 0 0 3:0 2 Isola 1 0 0 1 2:1 0 Aurora B 10011:3 0 Saline Pirano B 1 0 0 1 0:3 0 Classificati per le semifinali Stil, Strugnano, Branik. Di nuovo campione Mitri folleggia Solomons ha lasciato Roma. Ha sorriso, a Oiiampino, a tutti coloro che sono andati a salutalo, ed erano in moliti, ma i’1 serio parlottare con Levi Della Viidia ha fatto supporre che tra le rose romane non fosse mancata la solita spina, li fatto è che c’è stata tempesta ieri, miei suo 'appartamento al Grand Hotel dove, per un «Martini» d’addio, erano convenuti, fra gli altri, Tiberio Mitri ed il suo menager Proietti. Pare che le trattative che que-st’ult mo non ha esitato ad imbastire con tutti gii organizzatori che si sono mostrati interessati al neocampione d’Europa, abbiano allarmato Solomons. A conclusione del colloquio veniva fuori la data del 1° giugno, nella quale Mitri combatterà a Londra contro, si è detto', Sullivan, ma si ha ragione di credere Hazell. La tempesta si placava, ma solo in superficie, perchè le trattative di Proietti con un organizzatore che vorrebbe Mitri a Tr poli in occasione della Settimana Turistica innervosiva nuovamente Solomons circa la data. Altra conclusione : Mitri combatterà a Tripoli contro Barthéiémy (ma si fa anche il nome dii qualche «vottomteraso» pugile francese), il 16 giugno, dopo il match con Sullivan o con Hazell. La prima eliminatoria per la «Coppa Tito» DENSO DI SORPRESE questo torneo a sei Con l'astensione del Pirano via libera ol Branik Giunto od Afono VERSO LA CONCLUSIONE NELLA SOTTOLEGA FIUMANA il C. 0,1. CON LO STACCO DI 5 PUNTI LO SCOGLIO OLIVI E' TRANQUILLO La Quarnero sembra sistemare la sua posizione in classifico Il Torneo ad eliminazione per la Coppa «Maresciallo Tito», non poteva (salvo il forfait concesso dal Pirano B al Branik) cominciare con sorprese maggiori di quelle avute domenica sui vari terreni di gioco. La maggiore è stato l’incontro di Šmarje che ha visto il modesto Branik qualificato alle semifinali per la rinuncia di quel Saline Pirano B che, già in partenza, era dato come sicuro vincitore. Ma la sorpresa più clamorosa è scaturita dall’incontro Stil—Isola in cui i padroni di casa, con una condotta di gara veramente superba, riuscivano ad imporsi nei tempi supplementari con un netto vantaggio. Non meno sorprendente è stato l’incontro che opponeva le due squadre dello Strugnano e dell’Aurora B, essendo quest’ultima scesa in campo ben decisa di portarsi a casa l’intera posta mentre doveva a malincuore cedere il passo ai padroni di casa, quasi esclusivamente a causa del cattivo stato di forma del proprio portiere. Infatti, chiuso il primo tempo in vantaggio, gli amorini erano già sicuri di entrare nelle semifinali, mentre i due gol di Rus-signan facevano pendere le sorti in favore degli avversari. Sulle tre squadre classificate per le semifinali, è difficile, fare un pronostico poiché a nostro avviso, si equivalgono (salvo il modesto Branik). Perciò non si può designare fin d’ora la squadra vincitrice. Certamente la battaglia più dura sarà fra lo Strugnano e la Stil, che, se in giornata di grazia, saprà farsi valere di fronte al temibile avversario. M. P. STRUGNANO — AURORA B 3:1 (0:1) Dopo aver tenuto per tutto il primo tempo le redini dell’incontro nelle proprie mani, e dopo aver chiuso in vantaggio i primi 45’, l’Aurora ha dovuto suo malgrado, uscire dal campo di Strugnano con le pive nel sacco. Ambedue le squadre hanno mancato però delle facili occasioni e possono mettere in parità sulla bilancia due pali e una traversa, colpiti nella seconda parte dell’incontro. Gli aurorini hanno avuto però un portiere in forma scadente che dava prima modo agli avversari di pareggiare, lasciandosi sfuggire banalmente un pallone che Carboni mandava in rete. Galvanizzati da questo successo, i padroni di casa partivano all’attacco e si portavano in vantaggio per merito di Russi-gnan. Egli, infatti, chiudeva la serie delle reti al 35’, calciando debolmente dal limite dell’area. Quest’ultima marcatura lasciava compieta-mente costernati i giocatori capo-distriani che non riuscivano a realizzare nulla sino alla conclusione del-1 incontro. Con questa vittoria lo Strugnano si è classificato per le semifinali della «Coppa Tito». O. O. ★ STILL — ISOLA 4:2 (2:2) Da una partita piena di tecnica, di volontà e tenacia, è uscito uno di quelli incontri caratteristici in cui alla fine hanno sempre la meglio i più volonterosi anche se meno tecnici, come dimostrato dall’incontro di domenica fra le squadre Stil— Isola. L’Isola, che ha dovuto lasciare le penne a Capodistria di contro ad una Stil, meno tecnica ma più volonterosa, deve dire soltanto «mea culpa». Forse gli ospiti avevano sot * 29 tovalutato l’avversario ma questi per niente intimorito anziché chiudersi in una tattica guardinga ha preferito dare aperta battaglia, pur conscio della propria inferiorità tecnica, ma sicuro di una volontà, che alla fine ha dato il giusto premio della vittoria. Arrivata come si vuol dire, col contagoccie dopo 30’ di supplemento ai 90’ regolari di gioco, la vittoria è stata meritata al cento per cento, anche se in certi momenti dell’incontro questa pareva volesse sfuggirle di mano. Un elogio in blocco ed un augurio di buona continuazione ai ragazzi di Veselin, che oggi più che mai hanno dimostrato di essere una compagine pericolosa per le altre due vincitrici dell’ineontro di Strugnano e Šmarje. Inizia risola con approcci accademici, ed in breve si porta in area avversaria recando però solamente scompiglio e timore nella difesa della Stil. Gli ospitanti visto passare il primo momento di sgomento senza alcun pericolo per la loro rete, riorganizzavano ben presto le file e davano aperta battaglia, bassando il loro gioco sull’anticipo e sulla decisione, scompigliando così le azioni degli ospiti. Dal canto loro gli ospiti si facevano più guardinghi. Gruber cominciava a impostare azioni basate sul tocco diretto e sulla velocità della palla. Grazie a ciò gli ospiti si portavano minacciosi in area avversaria procurando grattacapi al bravo Vatovec, che grazie ai molti suoi interventi ( e per la verità ai molti errori degli attaccanti isolani) riusciva per 38 minuti a tenere inviolata la propria rete. Ma al 38, dopo una bella azione, iniziata da Gruber e condotta a termine con un trasversone al centro di Bacci, che imbeccava Depase, questi non aveva molta difficoltà ad abbattere Vatovec. Non era trascorso un minuto che i padroni di casa mettevano le sorti in parità con un passaggio svelto da Bertok a Gregorič 1, allungo sulla sinistra a Gregorič II e pala in rete. Nella ripresa gli ospiti partivano lanciati ed al 10’ in una azione del quintetto attaccante Ulci-grai con un preciso colpo di testa portava nuovamente in vantaggio la propria squadra. Punti sul vivo i padroni di casa cominciarono a premere in area avversaria, e dopo azioni alterne riuscivano a concludere al 38’ con un bel tiro di Hočevar. Chiusi i 90’ regolamentari, comin- ' ciavano i tempi supplementari. Da questo punto cominciava lo sfacelo dell’Isola, che per peggiorare ancor più le sorti aveva operato nella squadra dei cambiamenti veramente inutile e sballati. Si vedeva così concludere il primo tempo supplementare con un’altra rete della jStil. Nel secondo tempo supplementare lutto sarebbe proceduto pianamente se al 10’ Gregorič non avesse commesso un errore grossolano. Infatti dopo aver bravamente risolto una difficile situazione davanti alla propria porta, nella rimessa non si sa per quale ragione dava la palla a Bertok, che appostato al limite dell’area, non aveva nessuna difficoltà a segnare la quarta rete capodistriana. Ecco le formazioni delle squadre: STIL: Vatovec, Križmančič, Au-ber, Volčič, Hočevar, Benčič, Bertok, Gregorič I, Gregorič II, Zucca e Pa-skulin. ISOLA: Gregorič, Depase H Bacci, Vascotto, Degrassi, Grube). Ulci-grai, Benvenuti, Žaro, De; ase I, Bacci II. ARBITRO: Mazzucato. Una tappa nella storia deir atletica leggera IL MIGLIO DI BANNISTER Un primato mondiale basato sullo studio dell' organismo Roger Gilbert Bannister è nato il 29 marzo 1929. E’ studente dell’ultimo anno di medicina e intende specializzarsi lin neurologia. Ha svolto interessanti studi di filosofia e sulla respirazione delFatleta, e diversa pubblicazioni mediche hanno riportato i suoi scritti sul problema dell’efficienza atletica. E’ alto 1.88 e pesa kg. 71,20. Ha circa 50 pulsazioni al minuto in stato di riposo. Ha iniziato a gareggiare per l’Achilles Club, e corse il suo primo miglio durante l’incontro Oxford-Cambridge del 1947. Si allena normalmente per tre giorni alla settimana, fra le 5 e le 6 del pomeriggio, in sedute di tre quarti d’ora ciascuna. Trovò risonanza internazionale nel 1949. Ecco i suoi migliori tempi di anno in anno: 1949: 880 yarde in l’52”7; 1950: 800 metri in l’50”7 (3° ai campionati europei di Bruxelles); miglio in 4T0”; 1951: 880 yarde in l’52”9; 1500 metri in 3’48”4; miglio in 4’7”8; 1952: 880 yarde in l’51”5; 1500 metri in 3’46” (4° alle Olimpiadi di. Helsinki) ; miglio in*4’10”6; 1953: 800 metri in l’50”7; 1500 metri in 3’44”8 (passaggio sul miglio); ‘miglio in 4’2”. Ed ecco a confronto i passaggi intermedi delle tre maggiori prestazioni ottenute sul miglio dal campione inglese: Bannister 1953 58”3 = 4’03”6 Bannister 1953 60”2 ~ 4’02” Bannister 1954 58”9 = 3’59”4 Roger Bannister è dunque partito, per realizzare la sbalorditiva impresa, dallo «studio» effettuato lo scorso anno sulla classica distanza, e particolarmente su quel miglio corso in 4’2” (e che non venne considerato come primato britannico perchè realizzato in una riunione non annunciata in precedenza). Mantenendo auasi inalterato — rispetto al ’53 — i’ ritmo dele due frazioni intermedie' di 440 yarde. Bannister ha forzato nel tratto iniziale (che solamente Hägg e Andersson corsero in tempi migliori) e soprattutto nel finale (equivalente solo alla capacità di accelerazione dimostrata dall’americano Santee.) E assai più sostenuto, rispetto ad Hägg 1945, il ritmo della seconda frazione. Valgono del resto a dimostrarlo i passaggi intermedi degli altri mag- giori milers: Hägg 1945 . . 59”9 = 4’01”3 Andersson 1944 62” — 4’01”6 Hägg 1944 . . 62”6 = 4’02” Landy 1953 . . 61”8 = 4’02” Landy 1952 . . 59”1 == 4’02”1 Andersson 1954 60”6 - 4’02”2 Santee 1953 . . 58”9 = 4’02”4 Landy 1954 . . 60”3 - 4’02”4 Andersson 1943 58”6 = 4’02”6 Landy 1954 . . 61”6 - 4’02”6 Reiff 1952 . . 60”5 = 4’02”8 Landy 1953 . . 61”8 = 4’02”8 Santte non venne crono cetra to ai 1500 metri.Bannister passò i 1500 in 3’43”, cioè in un tempo pari al primato mondiale di Hägg, Strand c Lueg. Da questo punto il termine . della gara (metri 109,35), Bannister impiegò 16”4, Andersson nel ’43 e Reiff nel ’52 segnarono 15”2 nel' tratto finale, ma in gare di ben diverso respiro. Come è noto, durante il record fatto registrare da Gunder Iliigg il 17 luglio 1945 all’Idrottspark di Maino, in una gara con Arne Andersson, due cronometri fermarono le lancette sul 4T”3 e il terzo sul 4T”2. II tenroo venne pertanto arrotondato al quinto di secondo, per cui il precedente primato ufficiale sul miglio (metri 1609,35) fu omologato in 4T”4. La classifica assoluta dei milers è ogfri la seguente: 3’59”4 Bannister (G. B.) 1954 4’01”4 Hägg (Svezia) 1954