.^JTtU. i>f w ^___________-J-lZ"!' ANNO II N. 6 - —--------- 1 PÜBBLiCI'Ri (prezzi per mm d'altezza, larghezza 1 coloima): commerciali L. 1.50 — finanzian, legall, cronaca L. 2.50 — Concessionarla escluslva UNIONE PUBBLICITA ITALIANA S. A. LUBIANA, Via Selenburg n. 1 — Tel. 24 83 DIKEZIONE - REDAZIONE: LUBIANA, CASA DEL PASCIO — Tel. 26 58 ABBONAMENTI: Annuo L. 25 — Semestrale L. 13 — Sostenltore L. lOOO Spedizione m abbonamento postale II" Gruppo — UN NUMERO CENT. 60 Sole che tramonterä Da un anno I'ltalia si Irovn in guerra contro gli Siati Unili d'America. Da un anno Poosevelt e i suoi accoHl: piCi o meno sinistri, come e il caso di quel Wilkie un tempo suo anlagonista alle elezioni presidenziali, passa di sorpresa in sorpresa, specie per la lesisienza e poten-za delle armi del popolo itci-iiano. Nello slesso giorno in cui li-coiie I'anniversaiio della nostra entrata in guerra contro yli Stati Uniti d'America (11 dicembre) unaltra data non meno importante per la sto-ria d'ltalia ricorre: e quella della nostra sdegnosa uscita dalla Societa delle Nazioni. L'uno e I'altro atto musso-liniano, se pure uniti dal Destino in un'amica data, hanno ita loro una certa relazione che.^non pud sluggire a chi pensa in buona fede. Gli Stati Uniti con il loro pazzo Wilson avevano volu-to, dopo la guerra 1914118. dare alle Nazioni del mondo una certa legalitä alia loro efiettiva schiavitu e attraver-so i principi giuridici del nuovo diritto internazionale coniato per I'occasione avevano stabilito la sudditanza mondiale a quell'ibrido orga-nismo che prese il nome di Societa delle Nazioni. Sono stati gli Stati Uniti che avevano partorito e accorciato il mostro e che al momenta opportuno se ne stettero die-tro la finestra a guardare quanta succedesse sulle rive del laga elvetico, lasciando agli inglesi la cura di dami-nare il vacia infantile dei rappresentanti degli Stati aderenti. Dal vocia pero un giorno si levo una voce maschia; e «un possente basta», detto in lingua italiana, iece zittire tutti e a nulla valsero le proteste sia pure seguite da mi-naccie ailamatorie. A distanza di quattro anni il sadico successore del pazzo si ebbe la guerra che me-ritava e che aveva lui stesso preparata da incasciente qua! e senza pensare alle canse-guenze e alle lagrime delle madri americane alle quali aveva promessa, per carpire il voto, che i Icra iigli non avrebbero conosciuto gli or-rori della guerra. Oggi, dopo gli ingloriosi sbarchi nelle colonie del suo stesso alleato e in quelle del-I'Africa Settentrionale iran-cese, Roosevelt si permette dire che i soldati americani non vedona tramontare il sole. II novella Carlo V non si accarge che al di la del Pa-ciJico e deU'Atlantico si leva un sole: e il Sol Levante del Tenno che brucerü insieme ai riilessi della Scure Litto-lia e della Svastica Nazional-rocialista le sue ali di avvol tola imperialista. E pensare che ancora di lanto in tanta da lui stesso e dal villana baronetto si le-vano ipocrite grida di liberta per i popoli piu a meno poveri di spirito. L'avvoltoio imperialista tro vera certamente la pallottola che troncherä il suo volo, fa-cendolo precipitare nel bara-l.o della nullita che merila. Nai lo giuriamo e con no! lo giurono tutti i popoli che vogliono ritrovare nella nostra Vittoria la pace con giu-stizia. Roma e Berlina, la romanila e il germanesimo, daranno a colpa mortale alia traco-tanza piratesca degli imperi e degli imperialisti anglo-sassoni. Noi crediama in questo e con questo nostra credo vin-ceremo! P. I Consiglieri Nazionali si stringono attorno al Duce durante il Suo formidabile discorso alia Camera dei Fasci e delle Corporazioni IFAH fiLIA Forse nessun movimento, nessuna dottrina da venti secoli a questa parte aveva posto ed impostato il problema dei rapporti tra la societa 8 la famiglia, tra la fa-miglia e lo Stato, cosi chia-ramente e nitidamente come il Fascismo. Dalla premessa che nulla puö essere contro lo Stato od al di fuori dello Stato, il Fascismo passa in rassegna lutte le umane estrinsecazio-ni della vita, nei suoi movi-menti di affetto e di bisogno, nelle sue espressioni dello spirito e della materia. Di materia e di spirito s'in-forma la famiglia, cellula prima dello Stato, di quello Stato che abbiamo visto essere la sintesi del movimento economico e del momen-lo spirituale della Nazione.. Pietra angolare insomma, perche anch'essa, su un piano di minori proporzioni, ri-specchia questo motivo di vita racchiudendo nel suo cerchio un complesso inscin-dibile di affetti, di speranze, di desideri e di bisogni in una gerarchia di valori che si coordinano in moto naturale quando vi sia una legge che Ii guida. Questa legge suprema I'ha dettata nell'alba del suo sor-gere la vita e I'uomo l'attuö nel concetto patriarcale della famiglia che resse la legge di tutti i popoli all'alba della civilta. Poi man mano che i confini della terra si allar-gavano per le nuove con-quiste, per quei moti naturali dei popoli che per af-fermarsi sentivano il bisogno di unirsi, dalla famiglia si passö alia gente e dalla gente alia Nazione, per spin-ta spontanea. Ma nel moto sempre piu incerti diventavano i confini delle competenze e sempre pill le passioni umane prendevano il sopravvento, i freni si allentavano qua e la, dove minore era la forza di resistenza; dove la passio-ne meno era moderata dalla rso|ione, si tentö di spezza-re I'equilibrio naturalmente creato e un processo razio-cinante subentrö, animö la passione anche dove la ra-gione parlava in nome solo della scienza o con piu fal-lace espressione del vero. E vi fu chi vide allora nella famiglia soltanto il lega-me dell'interesse, della co-modita della vita collettiva, di una mutua garanzia tra i componenti l'unitä; vi fu chi vide nella famiglia la ragio-ne della propria potenza e voile la famiglia come la riserva di energie umane per lo Stato. Riserva, si noti bene, di energie, cioe uno strumento dello Stato, non come una pietra della costi-tuzione dello Stato. Vi fu chi vide nella famiglia il mezzo di una affermazione di classe, un'arma insomma che avesse un peso anziehe un taglio, una massa da con-tiobilanciare al diritto. II Fascismo ha, nel suo cammino, tutte esaminate queste posizioni, le ha supe-rate, chiarite: ne ha scartato quanto vi era di conlingente, di passionale, ha esaminato quanto nella famiglia era spirito, amore, intelligenza, quanto era interesse, conven-zione anche, Tha sfrondata degli attributi che ogni se-colo ed ogni dottrina le avevano imposto e I'ha plasma-ta alia luce della sua dottrina. Essa dice: «II fascista ac-cetta, ama la vita, ignora e ritiene vile il suicidio; com-prende la vita come dovere, elevazione, conquista: la vita che deve essere alta e piena: vissuta per se ma so-prattutto per gli altri, vicini 0 lontani, presenti e futuri. «La politica demografica del regime e la conseguenza di queste premesse.» Ecco perche il Fascismo, rispettando la santita del-I'istituto familiare, prima pietra, abbiamo detto, dello Stato e della Nazione, divide nettamente i cömpiti della famiglia e dello Stato. Rispet-ta anche qui I'iniziativa del singolo, della famiglia: non crede, il Fascismo, nella «fa-miglia-tipo» perche, come per ogni atto della storia, sa che il cammino dei popoli si realizza attraverso la com-posizione delle disuguaglian-ze beneiiche e feconde che sono nell'interno suo, diffe-renze e disuguaglianze quale la concezione della famiglia, ad esempio, univoca nella razza collettivamente esaminata, diversa nella estrinsecazione delle singole unita, puö consentire. Ma questa che e una real-tä storica, e come tale pro-dotto dell'uomo, puö essere modellata, guidata, sorretta verso i suoi fini: ripetiamo 1 suoi fini che, come abbiamo visto, sono stati segnati il giorno stesso che I'uomo apparve sulla terra e che sono i fini stessi dello Stato nel pill ampio cerchio della Nazione e del popolo. Crea-re cioe un tutto armonico che sia garanzia di continui-tä, non solo, ma di progres-so per il genere umano. Ecco pertanto il Fascismo riconoscere il diritto alia famiglia, e piu che il diritto anzi il dovere, di infondere alia creatura che si apre alia vita il primo soffio della sua personalita che e fatto, forse anche inconsapevolmente, di tradizione familiare a sua volta concretatasi in un va-glio.di secoli attraverso una seJezione di natura e di vo-lonta, mentre avoca a se il perfezionamento second") un piano organico e potremmo pure dire scientifico di questa personalita. Una creazione cioe di co-scienza del proprio essere prima e del proprio dovere poi, un ins trad are su un piano scientificamente, storica-mente studiato I'energia del corpo e della mente perche l'uno e I'altra non divaghino, ma soprattutto non si disper-dano nella ripetizione di quelle esperienze che la razza e la gente hanno com-piuto nei secoli. II mondo cammina veloce; il Fascismo, respingendo I'ab-bracciamento universale di un uomo naturalmente buono o cattivo, guarda vigilante ogni uomo negli occhi e sa come per sua natura, per un dono di natura che e un dono di vita, ognuno vorreb-be rifare la «sua» esperien-za senza curarsi dell'espe-rienza altrui. Ecco in sintesi delineati i cömpiti degli uni e degli altri, della famiglia e dello Stato, entrambi fattori della personalita del cittadino, in due campi distinti, nel lavo-ro di perfezionamento il se-condo, in un campo piu pro-priamente formativo la prima, l'uno e I'altra tesi verso il fine supremo del potenzia-mento della Nazione. Evi tare ogni spreco di ener-gia; fare che ognuno lavori al proprio posto e nel proprio settore, che nel caso in esame e il piii delicato e sen-sibile perche tocca di ciascu-no le vene ed il cuore: ecco il compito che persegue con tenacia il Fascismo. Gian luigi GaMi ORIZZONTI IIMIIIIIMIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIII Sono state dette tante cose sul fattore «tempo» ; promosso generale dagli an}]fl<^sasso-ni, furono essi a dichiararselo alleato, sapendo di possederc dietro di se le risorse iiiesaii-i-ibili di sterminati territori in tutto il mondo. • In questa guerra, procla-mata appunto la gtierra dei t iittotenenti contro i nulla-tanenti, poteva sembrare, co-.-ne certamente seinbrö al sig. Chamberlain al momento ini-ziale, che a lungo andare, ((uando si fosse avUto il tempo di mobilitare tHtte le ri-sorse deirimperö e quando, diventando grave il pericolo. si fosse mobilitatä anche la plutocrazia giudaica — americana, le ix>tenze dell'Asse avrebbero dovuto peri re d'inedia. Non teiuiero in giusto conto, gli anglosassoni, i fattori puramente militari: vogliamo dire che, ispirati come sono sempre stati dalla mental itji finanziaria e mercantile dei giudei, essi non. pensarono che gli eserciti dell'Asse, con fulminee vittorie, avrebbero potato dominare Tintera Europa, assicurandosi cosi la produzione indispensabile per la continuazione della guerra ; e non pensarono alia guerra dei sottomarini. Non saremo noi, comun-que, a fai'e conti di questo P^süiadi,..fiduäa I partigiani sono a carta oltre che di viveri anche di denaro. In fatto di danari si accontentano di poco: il grande movimento liberatare vuole venti miliani e a questa praposita ha lanciata un prestita per i ganzi. II prestito e garantito da S. N. O. O. (vattelapesca cosa vual dire) e la garanzia e assunta dopo la liberazio-ne della Slovenia. II prestito frutta I'interesse del 5 % e gli interessi sono esenti da qualsiasi imposta presen te e futura. La sottoscrizione incomin-cia da lire cento che possono essere aumentate a volontä. II prestito verra rimborsa-to dopo tre mesi dalla solila liberazione. II prestito non e trasferibi-le e si rimborsa anche agli eredi. 11 commento a tutto do ci sembra buffo tanta e buffa I'ingenuita dei partigiani che pensano ancora di travare tanti ganzi quanto san ne-cessari tanti biglietti da cento lire per fare venti miliani. Per la garanzia, I'interesse, I'aumento delle quote, il rimborsa e la trasferibilita si Sana incaricati i saldati ita-liani di compiere le opera^ ziani a casa di chi I'ha lan-ciato, dei questuanti, dei mutuanti e dei lora eredi. Piu fiducia di cost... * tHCCt aenere, mancandocene ogni IKtösibilitä. Vi sono iinix)nde-rabili che sfuggono ai piu '^raivdi strateghi: figui-arsi se ci metteremo ora noi a dilettarci in una materia tan-to superiore alle nostre forze. Ma qualche constatazione che ha per base dati di fatto concreti potremo farla; ed eccone una di una certa sua particolare eloquenza. Se il tempo e dalla parte (legli Anglosassoni, quale bi-sogno essi Hanno di mettersi in pericolose avventure prima che, per lore medesima dichiarazione, sia a punto la produKione bellica ameiü-vcana? Se si 6 sicuri che I'asse-diato cederä per fame o per niancanza di ai-mi e muni-zioni 0 di non so cos'altro, l)erchš muovere, con decisio-ne prematura, aU'assalto del-la fortezza eiiropea? Se i niari sono chiusi al-I'Asse e liberi agli Anglosas--soni, di che preoccuparsi ed a che scopo mandare a mori-re la balda nonche negroide 4?ioventü americana, cosi poco disposta a battei*si, forse an-cor meno della gioventu in-glese? Per noi questo dare I'as-aalto all'assediato ha tutto il sense di un proposito dispe-rato. Significa che non si •giudica piü sufficiente il ge- che gli accaparratori siano una pericolosissima piovra sul libero suolo americano. Altre peggiori notizie appren-deremo, sul conto dell'Ame-rica, perche, dove imperano gli ebrei, e la legge del gua-dagno che prevale non quelle del patriottismo, e perche non immaginano gli Američani quanti e quail imponde-rabili verranne a scompagi-nare 1 loro calcoli. Noi non ci pronunciamo iuttavia. Abbiamo detto «pare» e «pare». Un fatto pero e owio: che la presunzione americana, grazie pure al tarlo giudaico, avra scacco matto sul terreno della real-tä. Secondo le buone regole dell'aritmetica quattro equat-tro fanno otto; ma quando si mette di mezzo il diavolo dell'imprevisto possono ac-cadere tante e poi tante cose da sgomentare anche il cal-colatore piü provetto e sma-liziato; donde il proverbio: . «Non dire quattro se non le hai nel sacco.» I E' anzi accertato che il I <'Caso» provvede invariabil-mente a punire i presuntuosi. Gli Američani vogliono trat-lare i problemi della guerra come quelli del commercio o dell'industria nei quali si ritengono padreterni, ma se ne accorgeranno! Del resto, proprio nel cam-po puramente commerciale e hnanziario essi hanno cono-sciuto nel 1929 una tale ca-lastrofica crisi, un tale falli-mento, da provocare un'epi-demia suicida in tutta la re-pubblica stellata. Sono coraggiosi, gli Američani; essi si lanciano a ca-pofitto nelle piü azzardate speculazioni, usi, come sono, a nuotare nell'oro. Ma se ne accorgeranno! Quest'idea di venirci a fare la guerra in Europa, sarä la speculazione i piü suicida di tutte. I A. i. L'internazionarzzazione delle colonie e le odierne fendenze inglesi Una delle principali cause determinanti della conflagra-, zione che insanguinö I'Euro-nerale «tempo», ma si sente p^ (j^l 1914 al 1918 e di quel-bisogno di un vero e proprio jj^ che attuahnente sconvolge generale che affretti i tempi jj mondo e il problema della •e cerchi di far cadere I'asse-diato prima che si esauriscji I'assediante. Noi non ne sappiamo nien-te: 0 Š la Russia che sta per ripartizione delle materie prime fra i vari Stati in lizza. Di tali materie prime essi hanno bisogno per assicurare la propria esistenza, per far crollare da un lato e bisogna lavorare la propria industria, fare presto a soccorrerla col secondo fronte; oppure gli affondamenti continuano a superare paurosamente le costruzioni e bisogna fare presto, prima ch% manchino le navi necessarie per corre-re in soccorso degli alleati; I» neirOceano Pacifico e nel-rOceano Indiano stanno per verificarsi awenimenti som-mamente gravosi e bisogna fare presto a sbarazzarsi del-I'Europa: e certo che sono gli altri ora ad avere fretta. Gli Anglosassoni hanno mandato in congedo il generale «tempo»: non valeva «niente»; adesso vedremo che Cosa vorranno i generali veri, i generali americani, quelli che hanno fretta. In verita anche il cervello ciel signor Roosevelt non e in grado di dominare tutti gli elementi dai quali dipendono le decisioni della guerra. Egli si awedrä quanto :prima che ne quello suo, ne -gli altri sommi cervelli del-iUnione — per quanto giu-daici — avranno potuto ab-■bracciare tutti, ma proprio lutti i fattori da cui dipende la Vittoria. Paurose falle si ütanno aprendo nella babe-iica organizzazione americana: falle improvvise, lacime impreviste, sincopi del sistema. Pare che il carbone man-chi per le Industrie perche i richiami alle armi hanno tol-ta la mano d'opera alle miniere; pare che manchi pure la benzina per la deficienza dei trasporti dai luoghi di produzione; ne gli Stati Uniti posseggono fabbriche di benzina sintetica; pare che la gomma, perduti i mercati di jjrovenienza, si vada assoti-gliando in modo preoccupan-te; pare che un grave caos si stia determinando nei ser-vizi per gli approvvigiqna-menti, almeno questo asse-risce il Capo del commercio dU'ingrosso americano; pare che manchino — sempre a causa della guerra — brac-cia e raacchine all'agricoltu-ra fortcmente meccanizzata; pare che la necessita di ri-fornire il Nord Africa pro-vochi sottrazioni di naviglio per altri indispensabili rifor-pimenti alia metropoli; pare per aumentare il benessere della massa popolare che essi organizzano, in una parola per vivere. Mentre alcuni Stati partecipano lai-gamente ai beni della Terra, altri in-vece non vi sono ammessi che per una minima parte, con la conseguenza che il livello di vita della loro massa popolare e inferiore a quello dei primi. E noto, ad esempio, che il tenore di vita del popolo ita-liano, a parita di condizioni di produttivita lavorativa, e un terzo di quello del popolo francese e un quinto di quello del popolo inglese: cio sign if ica che, mentre un lavo-ratore inglese guadagna 100, uno francese, egualmente ca-pace, percepisce 60 per la sua attivita, mentre uno ita-liano deve contentarsi appe-na di 20! Qual' e la causa di questa enorme ed ingiusta disparita? 6 facile rispondere: I'inglese e il francese, a differenza dell'italiano, dispongono di grandi possibilita di rifornir-si a buon mercato di materie prime, di un'attrezzatura commerciale e industriale che e stata creata attraverso se-coli di sfruttamento di ricchi territori coloniali, alle cui ri-sorse essi soli hanno potuto finora attingere, con esclu-sione di tutti gli altri. Ra-gioni storiche, e situazioni contingenti, che qui sarebbe lungo enumerare, hanno per-messo la formazione di pri-vilegi economico-sociali, che oggi non hanno piü alcuna ragione d'essere, di fronte al diritto che dev'essere ricono-sciuto ad ogni persona e ad ogni popolo di lavorare e di progredire, ed aimientare il suo benessei-e con il proprio lavoro. Per abbattere gli ingiusti privilegi e ristabilire I'equi-librio economico fra i popoli, molti oggi, come nella prima guerra mondiale, pensano che un mezzo idoneo e possibile sarebbe la inteniazionalizza-zione delle colonie: cio signi-ficherebbe che tutti potrebbe-ro attingere alle risorse d i materie prime dei territori coloniali, tutti potrebbero esplicarvi la loro attivitu commerciale e industriale a perfetta parita di condizioni, e senza alcuna restrizione da parte degli attuali detentori della sovranita su quei territori. Naturalmente internazio-nalizzare le colonie impliche-rebbe la rinunzia alia sovranita su di esse da pai*te degli Stati che attuahnente la de-tengono: i territori coloniali passerebbero sotto Tamrnini-strazione di un organismo supemazionale, che dovrebbe curame lo sviluppo, favorire il progresso delle popolazioni indigene e garantire la «porta aperta» e la perfetta parita di diritti a tutti quelli che sono in grado di svolger-vi la loro attivita, che vogliono vendervi 1 loro prodotti e trame materie prime per i loro bisogni. Non sono poche ne lievi le difficolta che un simile progetto di intemazionalizzazio-ne incontra per I'attuazione pratica neH'odierno momente storico: esso attuahnente puo essere qualificato persi-no un'utopia, un'aspirazione irrealizzabile, e I'esperienza recente della Societa delle Nazioni puo insegnare molto in proposito. Percio prossi-mamente si accennera alle attuali possibilita di risolu-zione del problema coloniale su basi concrete, secondo le idee propugnate dal Fascismo e dal Nazionalsocialismo. Qui occorre notare come I'egoismo inglese non vuol sentire nemmeno parlare di internazionalizzazione delle colonie, per non lasciarsi sfuggire la preda fortunosa-mente conquistata nei secoli scorsi. La gretta mentalita con-servatrice di alcuni circoli britannici e dimostrata dal modo con cui essi continuano a considerare il problema coloniale. Due correnti, in netto contrasto, si disputano il campo: una, di minoranza, filosovietica, partigiana di profonde riforme sociali; I'altra, di maggioranza, net-tamente conservatrice, che, pur ammettendo I'opportuni-tä di curarsi del benessere dei popoli coloniali, quando passa sul terreno delle rea-lizzazioni pratiche, manifesta tutto il suo gretto ed inuma-no egoismo. Tali conservatori perento-riamente affei-mano che la sovranita sui popoli coloniali dev'essere conservata ad ogni costo dagli attuali Stati colonizzatori, senza accenna-i-e, neppure lontanamente, a quegli ideali di liberta di tutti i popoli indicati nella Carta dell'Atlantico come motivi ispiratori della lotta anglo-americana contro le Potenze del Tripartito. Nella stampa inglese che discute tali problemi si nota pertanto la negazione netta di una qualsiasi internazionalizzazione dei territori coloniali: tale negazione e la caratteristica dei dibattiti sul-I'argomento, compresi quelli parlamentari, II partito laburista, a ten-denze filo-sovietiche, propu-gna invece una radicale ri-forma della politica coloniale, nel senso di migliorare la condizione dei popoli coloniali e di ammettere tutti a benefi-ciare delle risorse di materie prime dei territori coloniali: ma I'imperialismo britan-nico non disama ed alia Camera dei Comuni e stato net-tamente dichiarato che I'ln-ghilterra non intende rinun-ciare ai suoi possedimenti coloniali, ne affidarne Tanimi-nistrazione a qualsiasi organismo interaazionale. Per ra-gioni di opportunita, per non rinunciare a qualsiasi terri-torio e per evitare ogni forma di organizzazione inter-nazionale delle colonie, la prevalente tendenza generale sostiene che gradualmente le colonie devono ricevere uno statuto analogo a quello dei Dominii, cioe essere elevate alia dignitä di organism! quasi sovrani neH'ambito della comunita imperiale britan-nica. Alio scopo di evitare I'in-tromissione di terzi nell'im-pero coloniale britannico, e stato discusso un progetto di ripai'tizione di esso in diverse zone geografiche, quali una zona asiatica, una africana, una atlantica, una delle Indie Orientali ed una delle Indie Occidentali, ognuna delle quali sarebbe amministrata e sviluppata secondo il suo gra- do di cultura e le sue parti-colari condizioni. Si tratta in sostanza di progetti per conservare e per estendere il dominio mon^lifi-le britannico, con esclusione di ogni altro popolo, che nonostante le sue capacita di lavoro dovrebbe unicamente continuare a servire agli sco-pi dell'imperialismo inglese. Ed appunto questa guerra decidera se il mondo dovra restare ancora sotto gli arti-gli britannici, owero se po-trä godere di un'era di pace e di tranquillita, dando ad ogni popolo la possibilita di sviluppare le sue capacita di lavoro e di pai-tecipare libe-ramente ai beni di questa terra, al di fuori di ogni fe-roce privilegio e di ogni sfruttamento da parte degli Inglesi, i quali ormai non hanno piü alcun titolo di me-rito per dominare il mondo da essi angariato ed insan-guinato; essi si fondano unicamente sullo «statu quo», che, essendo a loro favorevo-le, si sforzano di mantenere ad ogni costo, ma non po-tranno resistere a lungo alle pressioni che i popoli del Tripartito, giovani e ricchi di uomini e di energie vital i, esercitano suirimi)ero britannico per metterne gli im-mensi tesori a disiX)sizione di tutta I'umanita. Edi RASSSGlNA a ^^^alma&la «Gli Italiani di Dalmazia sono i piü puri, i piü santi degli Italiani. Sono gli eletti del popolo italiano. Per essi la razza non. fe un fatto et-nico; 6 un sentimento, 6 una devota, gelosa, Intrepida re-ligiione che ha avuto i suoi martiri. Noi adoriamo gli Italiani di Dalmazia perchfe sono stati e sono i piü fedeli al richiamo delle voci eteme e insopprimibili della nostra Stirpe» (Mussolini — II Popolo d'Italia — 13 novembre 1920). Con queste parole, sante per noi dalmatl, Ezio Maria Graj apre la sua pubblicazio-ne su «La Dalmazia», edita dairistituto Geograflco De Agostini. II camerata Graj in queste brevi pagine docimienta ed esalta l'italianitä di tutta la Dalmazia, affermando che I'Italia non poteva restaxe mutilata di quella terra la quale, oltre ad averle dato imperator! e santd, costitui il baluardo pdü fedele contro il dilagare dei barbari e, con-servando nei monumenti e nell'animo della sua gente il sentimento della romanitä, rimase sempre ahtesignana d'italianitä nei Balcani. «In nessuna terra, infatti, del nosti'o complesso nazionale, ritalianitä si puö rintraccia-re come in Dalmazia, identi-ficata per due millenni, senza inten-uzioni e senza infütra-zioni, con quello che 6 il fon-damento insostituibile del no-stro primato: la romanitä. ' L'autore ci ricorda le va-rie drammatiche vicende che hanno ti-avagliato questa mar-toriata terra. Ci riporta al glorioso periodo della Repub-blica Venezlana, al quale 6 legata la storia dei Dalmatl, il cui grande attaccamento verso la Serenissima, impose loro di combattere anche quando i gonfaloni di San Marco vennero ammainati a Venezia. E quando pure i Dalmatl di Perasto furono co-stretti a seppellire la loro bandiera, pronunclaxono il sacro giuramento «Ti con nu, nu con ti». II legame fra i Dalmati e Venezia rimase impeilturo. La Dalmazia fu sempre il focolaio dell'irre-dentismo italiano e I'Austria invano volle soffocame l'ar-dore, popolandola di genti slave. Allori furono raccolti da uomini di mediocre in-gegno, ma che avevano l'u-unico merito di essere slavi: merito non trascurabile per i govemanbi austrlaci i quali «Prima linea», unico gior- | nale italiano e fascista del- : la nuova provincia italiana, j invita tutti i camerati a j cotlaborare sulle sue colon- : ne, inviando articoli, dise- | gni, fotografie e corrispon- : ■ denze di guerra. j : «Prima linea» non accet- | : ta la collaborazione di in- : • tellettualoidi in cerca di : : fama che non poträ mai • • dar loro, ma pubblicherä : ; soltanto pagine di fede e | j di cristallina chiarezza fa- • • scista. : I Bersaglieri in Corsica potevano infatti servirsi di tali uomini per negare l'ita-lianitä della Dalmazia. La pubbllcazione di Ezdo Maria Graj si awale inoltre di ua originale e bellissimo documentariofotc^afico: me-daglioni degli imperator! romani nati in Dalmazia, del martü-e Tommaso Gulli assassinate a Spalato dalla pleba-glia Serba, dell'ultimo eroe dell'italianissima Ragusa Med. d'oro dell'attuale guerra, Lui-gi Missoni. Soprattutto belle ed interessant! le fotografie delle principali cittä dalmate, dove ammiriamo ! monumenti che dai piü antichi tempi ad oggi documentano in espressivo linguaggio Titallanitä di questa Santa terra. I vecchi vessilli, disseppel-liti il giorno in cui le nostre truppe entrarono nelle italia-niissime cittä dalmate, sono tornat! a sventolare ormai per sempre accanto al sacro tri-colore d'Italia. I martiri e gli eroi dalmati sono stati vendi-cati: i grandi dalmati hanno visto realizzato finalniente ü loro sogno e da Tommaseo a Balamonti a Salvi a Ziliotto, veglieranno sempre sulle loro antiche cittä che da Z ara a Spalato, da Ragusa a Traü a Sebenico a Curzola sono un solo monumento d'italianitä e dalla madre Italia non po-tranno mai piü dlvldersl. Ernesio Capurso La poesia di Giovanni Bertacchi Vittima di un male nervoso che ha minato la sua esi-stenza fino a farlo soccom-bere, Giovanni Bertacchi e morto pochi giomi or sono in una clinica italiana. La nostra letteratura perde un greinde poeta, le cui poesie appaiono in tutte le anto-logie e le cui liriche hanno ricevuto un apprezzamento, dalla critica, abbastanza ri-marchevole. Giovanni Bertacchi, il poeta delle piccole e delle gran-di cose, e stato uno scrittore molto fecondo; infatti stam-pava il primo manipolo di liriche nel 1888, ancora študente di liceo, col modesto titolo di «Versi» e con lo pseudonimo di «Ovidius». Fin da quelle prime pagine vi sentite in comunione con I'anima di un poeta; e I'au-tore, sebbene non possieda ancora il magistero del verso e della strofa, giä prean-nuncia, nel suo sereno eclet-tismo, quella futura libertä di pensiero e di forma che allontanerä il suo animo da ogni völgaritä, dal verismo tanto di moda in quei giorni, da vuoti sentimentalismi ar-cadici, e gli fara amare cosi fortemente la patria e la terra da renderlo il poeta amoroso dell'una e I'ardente devoto dell'altra. Animo vigile, spirito sen-sibilissimo ad ogni impres-sione del mondo esteriore, «un'arpa che un soffio anima — come disse Pascoli par-lando di Leopardi — la lastra che un raggio dipinge», egli sa tradurre in linguaggio nuovo ed armonioso i suoni, le voci, i palpiti e le profon-de malie della natura, le sel-v€ cupe, i laghi fantastici, le flore selvaggie, i pascoli so-lilari, i placidi tramonti, per giungere al culto della terra e dire: «Noi toccheTem(^ la gloria se tratterem con umile devo- zion la terra se avrem I'ardire di scendere dalla regione ideata verso la grande obliata.» Giovanni Bertacchi e prin-cipalmente il poeta della natura. Mentre egli erra per luoghi lontani e stranieri, i paesaggi natural! con i loro silenzi e le loro armonie gli ritmano senza posa dinanzi alia mente: «ora sono gli in-canti della neve, ora I'am-piezza serena dei pascoli alpini, talvolta I'infinita solen-nitä delle uniformi pianure, tal'altra ancora la cerula immensita del mare; sempre egli si sente unito alia natura, a cui ritorna con eb-brezza profonda, a cui sospi-ra, lontano, con un affetto cosi vivo che diviene per-fino tenero». (Martinazzoli, «La lirica di G. Bertacchi», pag. 9.) Ed un'altra affermazione si puo fare — sul piano sentimentale — e cioe che I'amo-re di Bertacchi verso la natura e sereno, soave, puro. Al poeta, senza dubbio, ri-pugna I'amore sensuale, e sarebbero affatto incompren-sibili in lui le parole che G. De Maupassant, di Mout-Oriol, fa dire a Paolo Bre-tigny: «A me, o Signore — egli diceva — sembra di essere aperto; e tutto entra in me, tutto mi at-traversa, mi fa piangere, digrignare i denti. Sentite: quand' io guardo quella Costa la di fronte, quella gran linea verde, quel popolo d'al-beri che ascende la monta-g'na, ho tutto il bosco negli occhi, esso mi penetra, mi invade, scorre nel mio sguar-do e mi pare anche di man-giarlo, che mi riempia il ventre, divento un bosco io stesso.» Quale diversity fra il brano citato e ciö che Bertacchi dice alia Cascata del Pianazzo: Non so: vorrei che in te I'es- ser mio rivivesse soffuso un solo istante: vorrei la gioia di sentirmi anch' io teco un gigante. II suo canto, effetto spon-taneo della sua natura, e I'espressione di un affetto sincero, ardente, umano. Non e reminiscenza scolastica di altri poeti, ma personale ri-cordo; non sgorga vivo, potente se non dalle cose che ha vissute e dalla realta, anche se triste. La sua vi-sione poetica fluisce col verso spontaneamente, genuina, rompendo in sinfonie ampie ed intense, che glorificano la natura e la bellezza. €. E. Orientamenti della musica contemporanea italiana Passato 11 violento furore polemico, suscitato dalle nuo-ve estietiche e dalle nuove tecniche musicali, che sgor-garono all'inizio del secolo con impeto inaudito, si puö notare giä in Italia presso tutti i musicisti una maggio-re chiarezza di intenti e di aspirazioni. In tutti 6 Tamcre sincero dell'arte e il desiderio di raggiungere alte realizza-zioni, rivelatrici di quel mondo interiore che 6 proprio del nostro tempo e che attende di essere incarnato in opere grand!. Dopo i focosi anni in cui si vagheggiö la conquista di una nuova libertä formale, con I'atonalismo, il politonalismo, la dodecafonia, dopo che le forme tradizionali sono state distrutte e la libertä iUimita-ta ha creato una quasi anar-chia, si risente oggi il biso-gno di un ritomo alia forma, non ancora realizzato con ca-ratteri definiti, ma «in fieri», a cui tutti gli artisti col loro lavoro solitario cercano di apportare un contributo: que-sta forma, che va maturando-si lentamente, incamatrice della nuova sensibilitä, non 6 n6 poträ essere il preclso ri-calco di quelle prodotte nel secoli precedent!, ma una creazione vitale. Quel sentimento, che al principio del secolo era stato scacciato dalle composizioni modeme, in cui gli autori, fossero o no seguaci dell'og-gettivismo, volevano tradurre semplici fantasmi sonori o echi di lontane metafisiche, riaffiora adesso, ricantando attraverso pallidi fiori di melodie, carezzato nelle armonie piü delicate. Sgorga cosi la modema cantabilitä, di-versa dalla tradizionale, in cui da una gemma melodica iniziale si diramano libere amplificazioni sonore, anti-strofiche, senza riprese obbli-gate, tenute unite da un nu-cleo ideale, promanato da una interiore musicalitä. Si tratta quasi di un ideale tematismo, meno definito ed evidente del leitmotiv di wagneriana memoria, capace di tradurre una atmosfera vaga e seducente, ricca di mutevoli sfumature. Anche le teorie di un ato-nalismo e di un politonalismo programmatico in Italia sono state si puö dire ormai su-perate. Questi nuovi element! tec-nici, Che nei moment! polemic! dell'inizio del secolo im-perversavano, usat! con esa-sperante e volontaria conti-nuitä, rimast! quasi sempre materia sonora, senza quel vivo afflato di spiritualitä proprio dell'opera d'arte, appaiono ora qua e lä timida-mente, affiorando in sognant! espressioni trepide e inquiete. Anche gl! autori, che rappre-sentavano le corrent! piü ri-voluzionarie, come Casella e Malipiero, hanno ora maggio-ri aspirazioni di interioritä; si riallacciano, nella loro ispi-razione, a secoli grand! del passato. (Malipiero risente della tendenza seicentesca, con anima moderna, mentre Pizzetti invece 6 attratto dal nostalgico richiamo delle melodic gregoriane.) Nelle opere di Alfano pulsa una vasta onda di cantabilitä, esuberante e ricca, e in quasi tutti gli autori, soprat-tutto fra ! giovani, si rinvie-ne la traccia di direzioni nuove. Si sente il bisogno di crea-re qualche cosa di grande, d! vero, di sincero: d! lasciare un poco in disparte la ricer-ca tecnica e la teoria che inaridlsce e di cui purtroppo molte opere contemporanee sono state soltanto I'applica-zione pratica. Sorpassate tutte le correnti, aventi ormai piü che altro un valore storico, sbarazzata la via e segnati gli inizii delle nuove aspirazioni, si attendono le prossi-me vaste realizzazioni arti-stiche, apportatrici di un nuovo verbo. E. Barelli Co onfesso a priori che non co-nosco la novella di Puskin da cui Castellani ha tratto il soKgetto per questo suo primo film: e quest'ifpic-ranza non mi permette di proce-dere a paragoni, rivalutazioni conclusion! critiche scaturite dal-I'accostamento. sul piano esami-nativo, dell'originale e della ridu-zione cinematografica, il che senza dubbio gioverebbe all'esattezza del giudizio, influendo sulla »ua: formulazione. parte I'appunto fondamentale che si potrebbe muovere a Castellani di essere ricorso a un soggetto desunto da un'opera conce-pita per la lettura e non per la visione, sacrificando cosi la mera-vigliosa novita di una trama esclu-sivamente cinematografica all'in-certo di una riduzione irta di pe-ricoli per la complessita dell'in-treccio e I'intima contraddizione dei personaggi, la prima notazione che s'impone e quella riferentesi ad una certa elasticita psicologi-ca, per non dire illogicita che la regia, non so se appositamente o involontariamente, invece di atte-nuare ha accentuato, con risultati Un colpo di pištola Trasportando quest'ibridismo psi-fologico, che ha determinato il procedimento affannoso, innaturale e quasi grottesco della vicenda — che non si awia per sapiente graduazione alia sua soluzione drammatica ma la raggiunge asmaticamente — sul piano interpretative. riscontriamo gli stessi difetti o meglio le identiche defor-mazioni d'impostazione. Dire che la recitazione degli attori di «Un colpo di pištola» c'indispone e for-se troppo, ma che non ci awince e innegabile. Quella protagonista che vorrebbe rendere la figura di un'intelligente civetta e non riesce a parere che una ragazzina in vena di stucchevolissime pose, quel maggiore che spasima cupamente per i suoi vezzi, mettendo a soq-quadro la sua vita austera e ligia airimperativo militare, quell'uffi-cialetto sfarfalleggiante che sputa disinvolto noccioli di ciliegia di ■•■■■■•■■■I Una scena di «Un colpo di pištola» Lu.^ Film, regia di Renato Castellani piuttosto sconcertanti. Naturalmente e possibile, anzi probabilis-simo che Puskin abbia iniettato nei personaggi della sua novella una buona dose di cosidetta psico-logia slava, frase abusata con cui si vuole giustificare di solito un sistema spirituale indulgente a complicazioni, discprdanza e illogicita difficilmente riscontrabili in altre compagini razziali. Ma anche se ciö fosse, e non dubito che nella novella sia stato magistralmen-te orchestrato, non e ancora com-prensibile il ritegno del regista a smussare alcune asperita della vicenda sentimentale, nell'intento di adeguarla all'impostazione latina, o diciamo meglio mediterranea che si riscontra nella condotta generale del lavoro. 4; chiara infatti la preoccupazione di Castellani di operare una semplificazione psico-logica, probabilmente in vista della refrattarietä del nostro pubbli-co ad immedesimarsi in vicende sentimentalmente lontane dal suo modo di vita, pur mantenendo inal-terata I'aderenza ambientale; in conseguenza di ciö si sarebbe imposta una maggiore audacia tra-spositiva che invece risulta defi-ciente, con conseguenze di sbilan-cio per I'architettura generale dell'opera. fronte alia canna di una rivoltel-la non riescono a persuaderci del-I'inevitabilita dei loro moventi sentimental i e della logicita del loro processo risolutivo. Ž stato detto da qualche critico estetizzante che il film di Castellani e una stupen-da succesBione di quadri tecnica-mente perfetti, un album di ma-gnifiche litografie. Se il giudizio non e esatto dal punto di vista di una valutazione esclusivamente cinematografica, lo sarebbe forse se applicato nella valutazione stret-tamente psicologica del film. In esso riscontriamo infatti una suc-cessione di posizioni sentimentali senza che nessuna di esse venga giustificata da una precedente preparazione emotiva, dimodoche ne risulta un tessuto framnienta-rio, staccato, povero d'interesse umano. Gli attori, dal canto loro, non fanno alcun sforzo pel- dissi-pare quest'impressione che invece s'accentua di scena in scena, por-tandoci a quel finale imprevisto nella sua soluzione ottimistica non autorizzata. Tra la recitazione in-sopportabilmente leziosa della Noriš (I'atmosfera ottocentesca, in-vocata da alcuni a sostegno di quest'interpretazione, non basta a giustificare un'insufficienza di penetrazione psicologica da parte della protagonista), quella troppo disinvolta e un poco forzata di Centa e quella inconsistente di Rubi D'Alma, Tunica che mantie-ne una certa consistenza e un discreto stile cinematografico e la recitazione di Giachetti, come al solito contenuta, calma e potente. Gli si puö rimproverare forse un'eccessiva dose di staticitä che cristallizza il personaggio in una maschera decilfrabile a prima vista: ma bisogna pure riconoscere che soltanto in grazia di questa immobilita fisionomica e di questa freddezza, recitativa 11 suo personaggio si regge e raggiunge un minimo di verosimiglianza. Al fondo di queste annotazioni spicciole, che superficialmente possono parere del tutto negative, ritengo opportune far invece risal-tare la loro iniportanza relativa di fronte all'esame complessivo dell'opera. Questa relativitä e ad-ditata soprattutto dalla validita del film dal punto di vista essen-zialmente cinematografico, su cui la critica e unanimemente concorde. Credo che non sia ne azzardata ne difficile I'affemiazione che «Un colpo di pistola> e il migliorefilm, dal punto di vista tecnico, che TItalia abbia prodotto in questi Ultimi, anni. Ma la perfezione tecnica, veramente amm i rabile, non e Tunica meraviglia del lavoro. La cosa che piü impressiona in Castellani e quel suo piglio regi-stico giä cosi maturo ed autore-vole, quella padronanza della macchina, quel gusto sottile dei par-ticolari, quelTesattezza nel taglio delle inquadrature: in una parola la sua arte personalissima ed esclusivamente cinematografica. Per una volta almeno la grande parola non e sciupata e tantome-no usata con indulgenza. Baste-rebbero alcune inquadrature — ad esempio quella pastosamente lirica della strada di Kiew alTalba con quel muro grigio che si stac-ca da destra ad arginare il movi-mento progressive della nebbia, determinande il taglio delTinqua-•dratura in due atmosfere liriche distinte, armonizzate per in-quadrare Tincisione delTabito nero della Noris —basterebbe la sola sequenza della colazione sul prato, con quelTimpasto pittorico e quella sincronia di mevimenti che ani-merebbero il quadro anche senza Tausilio del sonore (scena che non ci fa rimpiangere Timpiege del colore, il che h una magnifica vit-teria del languente bianco enero), per creare la fama di un regista, con Tinstaurazione di un nuovo stile. E trapelato dai giornali che a Venezia «Un colpo di' piste-la» e stato fischiato. La Noris ha pianto lacrime non di glicerina e Castellani s'e amareg-giate le vacanze. Eppure quest'oc-coglienza ufficiale si risolve, arti-sticamente, in un «niente di fat-to». In fondo queste nostro caro pubblico, che per sembrare troppo intelligente certe volte fa la figura delle sciecco, e lo stesso che urlava e faceva del pugilato di sala alle prime di Pirandello, lo stesso che ha minacciato di far cadere fragorosamente «Piccola cittä», lo stesso che gridava cru-cifige a Blasetti. Ma poi ci ripensa e si pente, come ha fatto con voi, Castellani. Minia Aniossi Ma (flasUna Hlaüca ŠIJANEC e'liTROST al terzo concerto sinfonico popolare II terzo coucerto sinfonico popolare, organizzato dalla Glasbena Matica in collaborazione con Tlstituto di Cultura Italiana, ha presentato un program-ma quanto mai eclettico che, in ardito panorama musicale, spa-ziava da Rossini a Dvorak a Lajovic, passando per il filtro magico di Grieg. Dopo r rossiniano, reso con la solita accuratezza non disgiunta da uno slancio appassionato li-beratosi nel tamoso crescendo, Ö stata la volta di Grieg, numero di centro della manife-stazione con il conosciutissimo Concerto per pianoforte e orchestra Op. 16. Non so che cosa, in questo concerto, sia piü ammirevole: se la pittura sinfonica, precisa eppure irreale, cristallina e al tempo stesso evanescente, o la vena sentimentale vibrante di una passionalitä pensosa. Questa pensositäj caratteristica di tutta I'opera di Grieg, ä il pre- supposto sentimentale ed anche musicalc deUa sua arte, in quanto non palesa sola-mente Tangolo prismatico da cui deve essere considerato il suo sistema spirituale. ma crea il punto di i'usione neces-sario alTamalgama delle sue esperienze ;nusicali, che si tra?-formano in tal modo da impulsi individuali in elaborazioni sin-foniche inirabihiiente coordinate. Nel Concerto Op. 16 il pre-supposto cerebrale §tenuto lontano dall'impostazione generale e soltanto si rivela in certe se-quenze monolojihistiche serritc e fredde, in cui lampeggia Tumana volontä di tutto spiegare e ridurre a geometria di pensiero. Ma il resto della com-|)osizione, daH'Allpgro niolto nioderato aU'Allegro moderafo niolto p marcato spazia nel dima della leggenda: irreale, con improvvisi geli e subitanee morbidezze, tessuto nordico sfiorato qua e lü da accenni di mediterranee intemperanze. Ma, TAdafjio presenta una fusione tra spontaneitä e rielaborazio-, ne intellettuale cosi completa e perfetta, raggiunge un'essen-zialitä tale da non perniettere piü notazioni critiche: si puö soltanto accogliere con il reli-gioso stupore del non iniziato dl fronte all'arcano. Šijanec ha avuto nel pianista Anton Trost un coUabo-ratore d'eccezione. Questo solista, che e considerato il mi-gliore pianista sloveno, ha con-ferniato la siiii eocezionale fama in un'inlei pretazioiie me-morabile. Raraniente ho udito un tocc,o cosi nitido, iireciso e pure indulgente a quelle morbidezze d'espressione che soltanto un pianistka di razza puö concedersi senza il tiniore di cadere nelTabbandono oleogra-fico. Trost fe un aristocratico della tastiera: scoprivo la siia signorilitä di nota in nota. di atteggiamento in atteggiamento, persino in quelle pause abban-donate durante il canto dell'or-chestra, persino in quei collo-qui niuti con il pianoforte in cui saggiava la sua energia per lo scatto successivo. La magia virtiiosistica uon ha guastato in Uli ne la spontaneitä ne la coni-inozione personale; egli perma-ne partecipe del godimento interiore suscitato dalla musica di cui si rende interprete e divulgatore. Di qui quel distac-co che none freddezza, quell'ab-bandono che non e passionalitä, (liiella signorilitä che non 6 posa: in una parola la sua classe. Lajovic si e assunto la re-s|)ousabilita di disperdere I'atmosfera magica creata da Grieg; e ci k riuscito. riportandoci con il suo «.\das;'o» su un juano logicaniente umano, in cui I'in-Ireccio melodico fe visibile e le passion i ma reale e conseguenti. Kiconosciamo a (|uesto brano sinfonico i)assione e tecnica in-geniosamente fusi, ma gli rim-proveriamo un'insufficienza nella conclusione sinfonica, che cosi si presenta inadcguata a jiaragone della logicita delle sequenze introduttive. srracile di fronte alTarchitetturn sonora e quasi niassiccia della prinui parte delTAdagio. La stessa accusa, sebbene in tono piü blando, si potrebbe muovere a Dvorak che con il poema sinfonico «La strega» ci ha dato un'interessante pagina impressionistica, priva pero di un'adeguata ossatura melodica che eoncentri' e direi coaguli le impressioni in un nucleo fondamentale di sostegno. Effi-cace pero rimane quel crescendo finale che, se non riesce ad agghiacciarci di spavento — come pare fosse intenzione del-I'autore — con quelle cupe ri-sonanze degli ottoni e gli stri-dori degli archi, raggiunge perö una drammaticitä notevole, resa ottimamente daH'orcliestra. Šijanec ha concluso la sua esibizione direttoriale con due note Danzo slave sempre di Dvorak, che hanno riportato nella sala la festevolezza delle emozioni musicali a buon mer-cato, sul ritmo delle facili melodie danubiane. Non nascondo che dopo un'au-dizione di Grieg e difficile gu-stare con serena dimenticanza musiche lontane dal suo stile. R anche lunedi sera qualcosa era rimasto inipigliato nell'aria, forse il velo di una valchiria scandinava che neppure gli ap-plausi frenetici a Dvorak sono riusciti a mettere in fuga. •••II ••• •••■■■ ••• ::::::: ::: ••••— — lili •••••• GRANATIERI SARDEGMA f>RESEIMTE! II cielo plumbeo, invernaie della cittä di Lubiana nel po-meriggio del 5 dicembre: qualcosa anche nella natura ave-va il griglore della cenere e rumiditä del pianto. L'accompagnamento fune-bre, nell'austera cerimonia mllitare, 6 sembrato im rito: nello stesso sommesso ansare dei tre autocarrl carichl delle quattordici salme, fe sembrato quasi dl rludire una eco lontana della battaglia cruen-ta che ha vlsto cadere gli scomparsl. L'appello fasclsta ha con-fermato tra noi la loro pre-senza indlmenticabile. Dinan-zi alle salme ed alla bandiera della Dlvislone «Cacciatorl delle Alpi», dinanzi alle auto-ritä ed alle rappresentanze armate, 11 Magglore, ad uno ad uno, ha chiamato i soldati nemico da uomo fatto belva nella ferocia naturale e nel-rodio Inestinguibile — la fa-scinosa meraviglia come di una giornata memorabile ed eroica. Ricordiamo i morti innanzi tutto. Dal sottotenente Luzzi che con i suol due capisqua-dra e con tutta la squadra mitraglieri si immola su una quota pur di non arretrare di un passo e muore pugna-lato sulla sua arma personalmente azionata fino all'ul-timo istante di vita, al sottotenente Mazzonl, aiutante maggiore del Battaglione che, volontario nello stabilire un difficile collegamento, si espo-ne alle raffiche mortali delle armi automatiche nemiche; dal sottotenente Proto che cade alia testa della sua com-pagnia in un generoso tenta- migliori del suo battaglione tivo di contrattacco, al grana- che non erano piü. Dietro al tiere Scaggiante che si sacri- Comandante tutti gli ufficiaU fica sulla porta di una casa e tutti i granatieri del II Bat- pur di permettere ai feriti ri- taglione Complementi, del fuglativisi di tentar di sfug- Battaglione gloriosamente in gire al brigantesco desiderio lutto, hanno presentato le ar- di preda dell'avversario ir- mi e volto l'estremo saluto ai rompente, tutti hanno inciso, fratelli d'arme. nell'ammirazione di noi che Sottotenente Proto Pasquale siamo rimasti, un ricordo glo- Sottotenente Mazzoni Lulgi rioso. Sottotenente Luzzi Luxio. C'era, nel primo autocarro che recava le salme dei tre Ufficiali giovanissimi, la bandiera tricolore e c'erano tan- E pol tutti i feriti che hanno riportato sulIe cami il cru-do segno del sacrificio: un sergente universitario primo fra tutti che, comandato di ti flori: venivano, sommessa- recare l'ordine di rlpiegamen- mente, come di lontano, dal-la musica militare le note della leggenda del Piave. E plan piano gli autocarri si so-no mossi, verso 11 cimitero dei to dal sottotenente Luzzi, in-curante del tremendo fuoco nemico, raggiunge ugualmen-te la quota; appreso i vi come l'iintera squadra mitrag'lieri, soldati d'Italia: dopo il primo con in testa l'ufficiale, si fos- il secondo... Caporalmaggiore Grimandi Guido, Caporalmaggiore Refaldi Achille, Caporale Giovanniello Vin-cenzo, Granatiere Amazzlni Ck)r-rado, Granatiere Barolo Angelo... Irrigiditi suU'attenti abbia-mo salutato le salme. Sotto gli elmetti immobili i visi dei granatieri che vicino a quei morti hanno combattuto e che quel morti harmo veduto morire, sembravano scolpiti nella roccia, fattl duri nel dolore dei frateUl perduti, nella volontä disperata e certa di odio e di vendetta per gli as-sassini. Nella voce del Coman-dante che chiamava ancora una volta — l'ultima — quei suoi soldati migliori, la com-mozione si univa al fermo proposito di dovferli vendica-re: si faceva, la voce, dura anch'essa, cosl come quei morti l'avevano udita nell'at-timo del comando obbedito fino all'estremo respiro. Granatiere Bacchian Giovanni, Granatiere Mazzoli Eugenio, Granatiere Ansaloni Er-manno, Granatiere Trovö Vittorio, Granatiere Scaggiante Angelo, Granatiere De Longhi Pie-tro. Nei vivi che con quei morti accanto hanno combattuto per un attimo 6 stato il rim-pianto di non aver saputo anch'essi egualmente morire. Nel II Battaglione Complementi del II Reggünento Granatieri di Sardegna il combat-timento di Bušinja Vas del giorno 28 novembre ha segnato, insieme al profondo cordo-glio, l'orgoglio di una meri-tata gloria. Combattlmento duro ma che ä stato per tutti — contro un nemico tre volte superiore di numero e for-temente armato, contro un se immolata sul posto senza arretrare di un passo, sempre sotto l'intenso fuoco e ranto-lante per la gola trapassata, ripercorre l'tntero chilometro fino a cadere esausto ai piedi del suo maggiore per recargli le ultime novitä apprese e, col petto bagnato del suo stesso sangue e nella certezza di morire. gU dice la sua gioia per aver potuto compiere in-teramente il suo dovere. Ed altri ancora: un sottotenente che nel tentativo di ricuperare un granatiere fe-rito cade egli stesso con una gamba crivellata; un altro sergente universitario che sotto lo stesso fuoco, a sua volta, riesce a raggiungere e tra-sportare l'ufficiale; un granatiere che, caduto un mulo portamunizioni, incurante del fuoco del nemico che non vuol vedersi sfuggir la preda, si reca a sganciare ed in piü corse a recuperare le cassette; due portaferiti che si pro-digano sfidando in campo aperto ogni mira delle armi avversarie. Nel combattimento di Bušinja Vas del giomo 28 novembre, ove 11 II Battaglione Complementi si 6 battuto, pur nel suo organico ridotto, come un sol uomo, 1 Granatieri di Sardegna hanno riconferma-to le fiere tradMoni delle vec-chie guardie di Casa Savoia Che su tutti i campi, da Perugia all'Assietta, da Cosseria alia Grande Guerra, hanno sempre recato lo slancio delle magnifiche fanterle d'Italia. Contro un nemico crudele e feroce, inumano nella lotta e che non perdona, conoscitore profondo del terreno e trin-cerato dietro i metodi di una guerriglia fluida e vigliacca Che sa di agguato e di imbo-scata, i Granatieri di Sardegna — ancora una volta come sempre — hanno combattuto nella certezza della Vittoria e per il bene piü grande della Patria. Ancora una volta — come sempre — immacolato 6 stato ser.bato 11 candore de-gli alamari. Granatieri di Sardegna del II Battaglione Complementi, gloriosamente caduti nel fatto d'arme di Bušinja Vas, in terra di Slovenia ora terra d'Italia: presen te! S. len. tnzo Caialdi Sempre pronti aUa ricerca del nemico d'»- cap. Masg. Ciariantini Alberto Guerriglia comunista TENENTE PINO MARIZZA: PRESENTE! Resterete per noi e per tutti Rimarrete che mal; la ha suscitato pagnia che con noi piu vivo vostra scomparsa in tutta la com-vi amava il piü profondo cordoglio. Tenente Marizza, vi abbiamo sempre nel cuore. All'alba tragica del 22 set-tembre, in testa ai vostri fanti, avete immolato la vostra giova-ne esistenza per la santa causa che giustamente stiamo com-battendo. I briganti comunisti che ci hanno attaccati hanno avuto la lezione che si meritavano. Noi, fanti deir«Isonzo>, abbia-nio giurato di vendicare voi e tutti i caduti del 23° Fanteria. Nei nostri cuori una sola vo-lontä esiste: odio sempre piü forte contro questi assassini, briganti, senza Dio. Vostra madre dolorante ma fiera si e votata al culto del vostro ricordo, e noi pure, che vi abbiamo sempre sentito no-stro sin dai giorni lieti di Go-rizia e vi abbiamo seguito coni fede. Quando la diana suonava la nostra ora, voi stesso ci avete radunati nella selva dei colli Calschi per farci conoscere con brevi ma fiduciose parole che ritalia era scesa in campo contro la Jugoslavia. Compatti attorno a voi, vi abbiamo seguito sul camjio del-l'onore. Con voi abbiamo iniziato la travolgente avanzata dell'XI Corpo d'Armata. In comune abbiamo diviso sofferenze, privazioni e disasi. i fanti dalla cravatta azzurra del 23° Fanteria un ricordo sa-cro ed imperituro. Ora, al cimitero di Guerra di C... riposate e vegliate per noi, che amaste e guidaste. No, non siete lontano, ma, siete rimasto come una volta il nostro amato comandante. Con voi marceremo sempre piü oltre, per il raggiungimen-to della Vittoria, che sarä im-mancabilmente nostra. Rivolgendo a voi ed ai glo-riosi caduti il nostro reverente omaggio giuriamo ancora? vi vendicheremo. Tenente Pino Marizza: sente! lanie Rosa Fioravan^i pre- Zona d'operazioni ... 21 novembre: ore 8 del mattino. II gelo della notte si e condensato sulla terra in brina sottile. I genieri sono giä pronti per l'azione di rastrellamento. Lo sguardo, l'aspetto virile dicono quanta fierezza, qmnto coraggio sia nei loi-o animi; una volta ancora il nemico fuggirä dinanzi al va-lore delle armi e della volon-ta di vittoria fasciste. La marcia verso i monti s'inizia, ordinata e silenziosa. Avanti a tutti procede il gio-vane comandante, un tenente pieno d'ardire. Attraversano indisturbati alcuni paesi; risalgono i monti, poi si dividono in pattu-glie: al comxindo di quella di centro si pone lo stesso tenente. Tutti sono pronti: nervi tesi e volonta decise alla ricerca del nemico. Sono ormai ben distanti dal presidio di partenza. I cuori trepidano, non cono-scono che un desiderio: in-contrarsi e misurarsi con i ribelli. I genieri si dirigono alla loro volta. Avanzano cauti e silenziosi sperando che la fortuna sia loro propizia. E questa infatti non Ii inganna. Sulla strada, nei pressi delle prime case, la pattuglia centrale scorge un carro scor-tato da uomini armati. II tenente comanda di pren-dere le posizioni di combattimento; le mitraglie e le al-tre armi automatiche sono messe nelle posizioni conve-nienti per l'impiego. I partigiani intanto si av-vicinano. Una donna e fra loro. I fanti del genio aspetta-no che il nemico venga sotto il tiro delle loro armi. Intanto il carro scortato e giunto al punto giusto e Varia si riempie dei canti della mi-traglia e degli spari dei mo-schetti. Un ribelle e colpito; alza le spalle, si piega sulle ginoc-chia, cade mentre gli altri fuggono abbandonando il carro ed ogni altra cosa che ostacoli il rapide ritiro. Rifiigiatisi in alcune abi-tazioni, continuano pero a ri-spondere al fuoco degli attac-canti. Una vera battaglia inco-mincia: dura dalle 11 alle IJf-, i genieri lottano senza tre-gua, sempre con uguale im-peto, non concedendo respiro al nemico che persiste nel celarsi nell'interno delle case. Le piccole unitä operanti non mollano; avanzano stri-sciando sul terreno con l'in-tento di accerchiare i rifu-gi di resistenza dei ribelli. Questi perö hanno intuito il pericolo cui vanno incontro e, senza attendere oltre, si danno alla fuga. Sono ormad tutti brevetta-ti nella fuga, i partigiani; e un primato che non vogliono perdere a nessun costo e II vento si fa piu forte, il cielo grigio. Ad un tratto raffiche di mitraglie e spari di fudleria giungono alle spalle dei ripieganti, ma non destano meraviglia; anzi sono quMsi attese, ben conoscendo il modo di procedere e di at-taccare dei ribelli. Con rapiditä fulminea i fanti del genio sono nuova-mente a terra; le bocche däU e armi rivolte al nemico: il ftioco riapre indiavolato. Un breve intenso combattimento ed il nemico fugge per la seconda volta. Ripren-dono il cammino sempre cauti, sempre pronti. Infatti kb partita non e del tutto chiu-sa. Dopo il tentativo alle spalle, i »partigiani operano una manovra di accerchia-mento. Le pattuglie ripiegan^ ti sono riattaccate alle spalle e parzialmente di fronte. I fanti, in un baleno si di-spongono nel nuovo ordine imposto dal combattimento, seguendo i comandi del tenente. E rispondono siibito all'attacco con fuoco nutrito e deciso. Le mosse da parte del nemico di accerchiarli in quel passo obbligato, ove giä altri soldati d'Italia lottarono, non approdano a nulla. Finalmente, dopo lungo e quando capita loro Voccasio- \ vano sparare, i partigiani ri- Un capobanda dei partigiani catturato ne non se la lasciano sfug-gire. Nella fuga, precipitosa e senza speranza, questi cam-pioni della corsa lasciano quattro morti. L'avanzata delle pattuglie rastrellanti continua fino al paese. Qui penetrano nelle case, facen-dovi prigioniere due donne e catturando vario bottino bei-lico. Dei ribelli piü nessuna traccia. Poco dopo le f lamme avvi-luppano le ex-dimore dei partigiani. Fumo e nebbia rendono Varia irrespirabile. I genieri contemplano lo strano spettacolo. La voce del tenente Ii distoglie ordi-nando il ritomo. Portano con loro il carro abbandonato pieno di viveri e quanto hanno catturato, oltre le pngioniere. Per un poco la marcia procede indisturbata. Di tanto in tanto Qualche passante, che per la paura si stringe nelle spalle affret-tando il passo, spezza la monotonia della solitudine. tornano in quei boschi fit-tissimi ed inesplorati, dove si Celano come per paura del sole. Sulla strada che porta al presidio le pattuglie si sono riunite formando un'unica colonna. Tornano tutti, con i volti segnati dalla fatica md sorridenti, mentre nell'aria si eleva tin canto di vittoria- Cap.le Tursi Cataldo 12. Assislenza sanitaria. La Fiat ha nella organizzazione sanitaria della sua Mutua Operai 18 Poli-amliulatori e Anibulatori (a Torino e in altre citlA) nei quali prestane servizio medici generic! e specialisti (oltre quelli addetti alle cure domi-ciliari). ostetriche. infenniere. 11 Poliambulatorio Fiat i" Torino ö reputato tra i pi" completi e moderni nel campo aziendiile, non solo in Ilalia. ma anche in Europa. II di-pendente Fiat e il suo tami-liare, trovano nell'Ambula-lorio I'assistenza piü specia-lizzatn, medica e chirurgica, in gabinetli provvisti di tul" i mezzi della scienza. ^Ve^ Vasci in Tpincea II prima annuale delta G. /. L. di Lubiana II Comandante Federale in un'ampia relazione illustra I'attivita di un anno L'Alto Commissario e le oltre Autorita presenti die cerimonie Domeoaica 6 corrente si so-no svolte le manifestazloni in programma per la ricorrenza del primo annuale della G. I. L. di Lubiana. Nella matti-aata al Teatro dell'Opera, gremlto dalla numerosa mas-^ äegü. organizzati ed alia presenza dell'Ecc. I'Alto Commissario Grazioli, del Gen. Ruggeri, del Podestä, del Questore e di altre Autori-tä, U Segretario Federale, iiella sua qualitä di Comandante Federale, ha fatto un'interessairte relazione delle origlnl e dello sviluppo della G. I. L.L. in questo suo primo anno di vita: 1 dati da lul riportati provano esau-nientemente quale sia stata la tenace volontä del dirigenti i quail sono riusclti, oltre che ad inquadrare una massa ri-levante, a realizzare con am-mirevoli risultati tutte le prowldenze che la G.I.L.L. l>romuove in favore dei suoi organizzati. La relazione ha infatti esaurientemente corri-sposto alia premessa, attra-verso I'esposlzlone delle atti-vitä assistenziali, ginnlco-sportive, culturali ed organiz-zative svlluppate dalla G.I. L. L. La refezione scolastica 6 stata organizzata nell'anno decorso in tutte le scuole della provincia, con la parteci-pazlotne erliomialiera di 614P alimnl. H 6 gennaio dell'an-no XXo si fe svolta la Befana del Duce con la distritouzione di 11.418 pacchi-dono: durante il periodo estivo sono state organizzate due colonic cui hanno partecipato 200 organizzati. Alio scopo di coor-dinare tutta Tattivitä assi-stenziale che veniva svolta nei confront! della popolazio-ne giovanUe, 6 stato istituito il Patronato Scolastico 11 quale va prowedendo ad una va-ata opera assistenziale attra-verso il funzionamento di sei dopoHscuola, di un ricotvero per bambini ed un educatorio t'ederale, che con il primo gennaio accogUerä 100 ragaz--zi della provincia, privi di as-•■^istenza familiare. Centinaia di ragazzi inoltre hanno be-neficiato di una vasta assi-^jtenza sanitaria. Alia G.I.L.L. e stato ora completamente demandato rinsegnamento deU'educazio-ne fisica: essa vi provvede attraverso il proprio personale impartendo complessiva-mente 427 ore settimanali di lezioni. L'attivitä sportiva 6 stata pai'ticolarmente cui'ata. Un camipeggio sciistico 6 stato effettuato a Rakelc; corsi di nuoto e tomei di calcio, di palla a volo e pallacanestro si sono svolti nel corso del-I'anno con la partecipazione entuslasta dei giovanl. Una squadra ginnastica di Giova-ni Italiane ha partecipato inoltre al concorso nazionale di Montecatini, ottenendo una luslnghiera affemiazioffie. fi stata allestita, nella sede del Comando Federale, una sala cinematografica della capacity di 500 spettatori e sono stati approntati inoltre due teatri delle marionette, di cui uno mobile, per gU spettacoli in provincia. Una rappresen-tanza di 20 organizzati del capoluogo ha partecipato alle manifestazioni cultural! della Gioventü Europea svol-tesi a Firenze. L'«Ordi!ne del giorno» ed il «Manifesto murale GILL», pubblicazioni pe-riodiche del Comando Federate, hanno contribuito a far conoscere la vita, dell'orga-nizzazione giovanUe nel suoi molteplici aspetti: con rini-ziö del nuovo anno, viene an-che pubblicato il giomale qudndicinale «Gioventü Lubia-nese». Le forae giovaniii del capoluogo sono attualmente inquadrate in due coorti di Pic-coie Italiane, una coorte di Giovane Italiane, due batta-glionä Balilla, un battaglione Avanguardisti. Nella provincia funzionano regolannente 28 Comandi Federal! della G. I. L. L. con una forza coni-plessiva di 6032 organizzati. Con la celebrazione del Ven-tennale, presente I'Alto Commissario, il Comando Federate concludeva l'attivitä del-I'anno XX» dando dimostra-zione, in ima magnifica adu-nata, dell'efficienza raggiunta. Infiaie il Segretario Federate ha rivolto il suo elogio al Vice Comandante ed ai suoi collaborator! che in un anno di attivitä hanno dato alia GIL di Lubiana la pro-va migliore. delle possibilitä organizzative che gli uomini del Fascismo possledono, per-chč educati nella scuola del dovere e del sacrificio. E fra i sacrifici il Comando Federate di Lubiana puö annoverare quelio dei due giovanetti sloven! Pregelj c Mario e Bra-jer Antonio che donarono la loro vita cadendo colpiti dal bieco odio comunista, che vede nella nascente e diremo quasi matura attivitä della GIL di Lubiana uno dei piii forti colpi Che il Fascismo ha dato al Comunismo. Al termine della relazione del Segretario Federate, che e stata seguita col piü vivo Interesse da tutti i presenti, si 6 avuta la benedizione del labaro che č stato poi conse-gnato al Comando Federate della GILL; madrina la ca-merata De Vecchi, Fiducia-ria dei Fasci Femminlll e ma-di-e di un valoroso caduto neH'attuale guerra. Si sono quindi awioendati sul palco gli organizzati per ricevere le croci al merito, e ! cadett! ai quali sono stati consegnati i brevetti conseguiti nel corso frequentato in questa estate a Roma. Le Autoritä si sono quindi recate al centro d'economia domestica dove sono state ri-cevute dalla Ispettrice Federate e dalle sue collaboratrici. Una Piccola Italiana ha of-ferto fiori all'Alto Commissario ed espresso la gratitudine, anche a nome delle sue com-pagne, per I'opera svolta in loro favore dalla fiorente IsU-tuzione. Le autoritä hanno quindi vlsitato i vari reparti, dove hanno potuto osservare ed ammirare il grado di ad-destramento raggiunto dalle Giovani Italiane, sotto I'amo-revole cura delle loro dirigenti. Dopo aver visltato un primo reparto dove le organizza-te accudlvano al confeziona-mento dl Indumenti invemali per i combattenti, le Autoritä si sono intrattenute nell'am-pio salone dove un gi-uppo dl Giovani Italiane ha eseguito interessant! danze ritmlche e un breve saggio dl fisarmoni-che, Che sono stati molto ap-plauditi: particolarmente ap-prezzato 6 stato anche 11 reparto della cucina e dei re-fettori. Ha avuto termine la serle di manifestazioni con I'lnau-gurazione del campo d! patti-naggio, dove 6 stato fatto con solennitä I'alza bandiera. II Vice Segretario Federate tiene rapporto ai Gerarchi del Fascio di Lubiana D'ordine del Federate assente, nel pomeriggio del giomo 9 corrente il Vice Federate Capurso ha tenuto rapporto ai Gerarchi del Fascio di Lubiana impartendo disposizioni per il nuovo periodo invemale. Celebrazione di Galileo Galilei nel ierzo cente-ndrio Je IIa sua motie Oggi. alle ore 18 il prof. Bartolomeo CaM della R. University di Lubiana terrä una conferenza su Galileo Galilei alia Sede dell'Istituto di Cultura ItEiliana (Piazza Napoleone 6/1). I soci dell'Istituto sono in-vitati a parteciparvi. IN PROVINCIA S. Maria di Polje Ii giorno 7 corrente si e svolta la cerimonia inaugurate per I'inizio della refezione scolastica della GILL, d! cui beneficiano 170 bambini, alun-ni di questa scuola popolare. Erano presenti: il Comandante Comunale, llspettrice della GILL, il Comandante del Presidio di Vevče ed altre, Autorita. Sono state espresse parole di compiacimento per i con-fort! e le comoditä che pre-sentano i refettori, messi del tutto a nuovo. Dopo brevi parole del Comandante Comunale, rivolte ai bambini, il Parroco ha im-partito la benedizione alia mensa. Nello stesso giorno e stato inaugurate U refettorio del-I'E. C. A. che assiste 55 bambini bisognosi dell'asilo d'in-fanzia. S. Barbara a Longafico Anche a Longatico i genie-ri e gli artiglieri del Presidio militare hanno voluto ce-lebrare sotennemente la festa deH'anna. Nello spiazzo del Comando si erano schierate tutte le rappresentanze del R. Eserci-to ed una dei Vigil! del fuoco dell'87o Coi*po provinciate che, dopo aver reso gli onori militari al Comandante della Zona, Generate Carlo Ghe, hanno salutato la bandiera che saliva sul nuovo pennone. Quindi ü Colonnello d'Arti-glieria De Carol!, dopo aver rivolto un riverente pensiero all'eroico artigliere Amedeo d'Aosta ed a tutti i camerati Che su tutti i fronti hanno offerto la loro vita per la grandezza dellltalia fascista, ha invitato ! genieri e gli ax-tiglieri a perseverare nella diutuma lotta con quell'eroi-co spirito di sacrificio e con queirincrollabile fede che Ii ha sempre animati e che gui-derä fino alia sicura Vittoria* £; stata quindi celebrata ima Messa al campo durante la quale il Cappellano ha ri-cordato lo stoicismo e la fede deUa Santa Protettrice. Col saluto al Re e al Duce, ordinato dal Generate Ghe, ha avuto inizio e termine la cerimonia militare. Fra le massime autoritä' presenti abbiamo notato, oltre il Generale Ghe, il Commissario del Distretto cav. Rosin, il ColonneUo d'Arti-glieria De Carol!, il Colonnel-' lo del Genio Rossi, i Colon-nelli della G. A. F. Testani e Mantovani, il Segretario politico Cecch! e molti Ufficiali superioil ed inreriori del Presidio. In giomata la compagnia di riviste del Dopolavoro aziendale Romsa di Fiimie ha rappresentato per le truppe del Presidio due spettacoli nel teatrlno militare. Teafrino GILL a Rakek II giorno 1» dicembre, nel teatro di Ralsek, il locate Comando Comunale deUa GILL ha organizzato uno spettaco-lo marionettistico per gli organizzati del Comune. La Compagnia del Comando Federate ha presentato la commedia «Giovanni e Margherita», cui hanno assistlto cinquecento ragazzi. Alia fine deUo spettacolo lamiglie ed organizzati hanno esternato il loro plauso per la bella iniziativa. Tesseramento A. XXI Auche per I'anno XXI ver-rä prorogata la vallditä della tessera dell'anno XIX me-diante I'apposizione di una. marca di contrassegno. Le quote delle tessere son» fissate nelle seguenti misure: Fasci di Combattimento L. 15, Associazioni Fasciste L. 4.—, Fasci Femmlnili L. 15.—, Massaie rurali L. 1,50, Ope-raie e Lavoranti a domicilio L. 2,50. Per le tessere dei Fasci di Combattimento e dei Fasci Femmlnili i fascist! devono corrispondere inoltre una ali-quota fissa del 4°/oo sulle re-tribuzioni lorde annuali, non soggette al pagamento di con-tributi sindacali. Per I'esenzione dl tale con-tributo i fascist! e le fasciste dovranno produrre in visione le ricevute dei pagamenti de-gli Ultimi contributi sindacali. Per I'applicazione del 4 «/oo dovranno inoltre produrre un documento ufficiale compro-vante la retribuzione tassa-bile. N3l capoluogo^ Per ii rinnovo delle tessere i fascist! e le fasciste dovranno presentarsi a! Servizi Am-ministrativi Federal! — Uffi-cio Tesseramento — a partire dal giomo 14 corrente dalle ore 10,30 alle ore 12. II tesseramento deUe Associazioni fasciste sara invece fatto presse le rispettlve Associazioni. In provincia 1 fascist! consegneranno la quota di rinnovo e le tessere ai Segretari dei Fasci e dei Centri i quali ne cureranno I'inoltro ai Servizi Ammini-strativi Federal! — Ufficio Tesseramento — come da norme inviate a parte. Agevolazioni d militari per il periodo di emergenza Sono dispensati dall'obbligo del rinnovo della tessera tutti gli iscritti richiamati alle armi, che trovansi dislocati nei territori della Slovenia. I fascisti non ancora abbo-nati a «.prima linrn» possono vcrsare la quota di abbona-mento durante le operazioni di rinnovo della tessera. Celebrazioni del I annuale della G. I. L. L.: L'Alto Commissario e le altre Autorita assistono alia cerimonia nel Teatro lirico — Gli organizzati ascoltauo la parola del Comandante Federate — II labaro viene portato in testa alio schieramento degli organizzati PER I COMBATTENTI CONCORSO ^anasUu Classifica generale dopo i ri-sultati della 9" glornata: Punti Cap.le Magg. Perotti Emidlo P. M. 46.......29 S. Ten. Fuoco Francesco F. M. 110...... C. M. Pugllesl Ugo P. M. 46...... Cap.le M. Benvenuti Waltei P. M. 46...... Cent. Serrettl Leopoldo P. M. 46...... Gen. Zlgllotto Liiigl P. M. 110...... Serg. Bemini Giustino P. M. 46...... Conf. Pizzldaz Valentino P. M. 110...... Cap.le Stradolini Odero P. M. 46...... Conf. Trevlsan Adelchi P. M. 110...... Cap.le M. Casatl Francesco P. M. 46...... Serg. Revoloni Vittorio P. M. 46...... Vcsq, Bernini Vitaliano P. M. 46...... C. M. D'Altobrando Angelo P. M. 46....... Cap.le Pez Giovanni P. M. 46...... Serg. Ramondelli Umberto P. M. 46...... Serg. Sanfilippo Ignazio P. M. 59...... Gen. Tramontana Silvio P. M. 110...... C. M. Dalla Libera Giuseppe P. M. 110...... Cap.le M. Di Cosimo Umberto P. M. 46...... Vcsq. Berti Osvaldo P. M. Lubiana .... Sold. Cicerone Ende P. M. 110...... Cap.le Frattale Mario P. M. 110...... Cap.le Schiavon Ugo P. M. 110...... Cap.le Frasi Palmiro P. M. 46...... Soldato Ferri Paolo P. M. 59...... Soldato Olmeda Claudio P. M. Lubiana .... Fante Italiano Emanuele P. M. 110...... Cap.le Di Stasio Gaetano P. M. 46...... Carab. Paoletti Onofrio P. M. 46...... Gen. Rizzi Gustavo P. M. 110...... Conf. Silenzi Stanislao P. M. 110...... Soldato Sommacal Giovann P. M. 46...... Soldato Barone Umberto P. M. 110...... Cap.le Berardl Primo P. M. 110...... Cap.le Donato Nicola P. M. 110...... Gen. Lanzonl Glno P. M. 46...... Cai-ab. Ortelli Antimo P. M. 46...... Soldato Rubboli Alberto P. M. 153...... Gen. Savio Primo P. M. Lubiana ... Art. Taverna Giuseppe P. M. 46...... Gen. Goldonl Imes P. M. 110 ...... Soldato Brandl Franco P. M. 46...... Gen. Fontana Mario P. M. 110...... Gen. Galleranl Paolo P. M. 110...... Serg. Gussetti G. Batta P. M. 46..... Gen. Plcciali Giuseppe P. M. 46...... Art. Basso Mirco P. M. 46..... S. Tenente Bei Giulio P. M. 59..... Gen. Ferrari Renato P. M, 110..... Fante Lionzo Angelo P. M. 59..... Soldato Luppi Aquilino P. M. 59..... Maresc. Manetti Luigi P. M. 46..... Gen. Mlnella Angelo P. M. 110..... Cap.le M. Fabbrucci Vase P. M. 100...... Cap.le Mt^g. Pisani Guido P. M. Lubiana .... Cap.le SabodelU Luigi P. M. 110...... Cap.le Berneccoll Giusto P. M. 46...... Punti 26 24 22 22 22 21 21 21 21 20 20 19 19 19 19 19 19 18 18 17 17 17 17 16 16 16 15 15 15 15 15 15 14 14 14 14 14 14 14 14 13 12 12 12 12 12 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 10 Fin. Daidone Giuseppe P. M. Rakek..... Gen. De Angelis Cesare P. M. 110...... Soldato Dionigi Elio P. M. 46...... Serg. M. Munari Domenico P. M. 46...... Soldato Poiesl Giovanni Cap.le Magg. Ciioghi Ezio P. M. 59...... P. M. 110...... Gen. Paulini Firminio P. M. 110...... Cap.le Magg. Remi Remigio P. M. 110...... Art. Cioffi Alfonso P. M. 46...... Art. Saluzzo Rocco P. M. 46...... Art. Tagliasacchi Mirni P. M. 46...... Serg. Varponi Bruno P. M. 46...... C. N. Barberi Giuseppe P. M. 59...... Art. Bovo Virginio P. M. 46...... Art. Cola Armando P. M. 46...... Cap.le Corradini Benito P. M. 59...... C. N. Cometti Serafino P. M. 46....... Cap.le Pinchi Renato P. M. 100...... Gen. Badiali Ismeno P. M. 110...... C. M. Bastianuto Gino P. M. 59...... Art. Bellotto Gino P. M. 46...... Soldato Bonozzi Tino P. M. 100...... Cap.le Cavazzana Maggior P. M. 59...... Gen. De Luca Alfredo P. M. 59 ...... Cap.le M. De Metri Alfideo P. M. 110...... Art. Di Pasquale Flaviano P. M. 46..... Art. Paolorossi Giuseppe P. M. 46...... Mar. Parmigiani Giuseppe P. M. 100...... G. F. Rettore Umberto P. M. Rakek..... Art. Tosato Bruno P. M. 46...... Art. Testolin Lino P. M. 46...... Serg. M. Umana Antonino P. M. 46...... Gen. Berger Aristide P. M. 59...... Cap.le M. Calcaterra Bruno P. M. 46...... Cap.le Dalla Costa Iginio P. M. 46..... Cap.le De Munari Gino P. M. 110...... Soldato Galasso Pasqualino P. M. 110...... Gen. Gaudenz! Giovanni P. M. 110...... Soldato Puebli Giuseppe P. M. 59...... Serg. M. Sciotti Vittorino P. M. 46...... Aut. Ballante Dante P. M. 110...... Soldato Buttitto Gaetano P. M. 110...... Serg. M. Campolmi Cesare P. M. 46...... Art. Cesetti Nicola P. M. 46...... Gen. Ciccocioppi Pasquale P. M. 46...... Fante Doro Dino P. M. 59...... Serg. M. Fomaciari Tullio P. M. 46...... Tenente Gelati Ivanlioe P. M. 59...... Gen. Maiorana Giuseppe P. M. 46...... Cap.le Paoletta Leonardo P. M. 110...... Cap.le M. Cautero Espedito P. M. 110...... Conf. Congiusti Nicola P. M. 110...... Serg. De Simone Antonio P. M. 46...... Soldato Del Mese Giorgio P. M. 59...... Vcsq. Micor Maggio P. M. 110...... Cap.le Minari Mario P. M. 59...... C. M. Mauri Emilio P. M. 59...... Fante Mazzara Rosilino P. M. 59...... Cap.le Magg. Modalo Carlo P. M. 110 .... \ . Gen. Ortalda Giovanni P. M. 100 ...... Fante Salandin Pederico P. M. 59...... 10 10 10 10 8 I'lintl Soldato Sartori Aldo P. M. 110.......4 Art. Tomei Tommaso P. M. 59.......4 Carab. Torrisi Antonino P. M. 46.......4 Vcsq. Bagnato Michele P. M. 46.......3 Sold. Bai-accani Artemisio P. M. 59.......3 Cap.le Basanisi Antonio P. M. 110.......3 Gen. Cavalcoli Giusto P. M. 46.......3 Inf. Dalla Mura Michele P. M. 110.......3 Gen. Gardini Ivo P. M. 100...... . 3 Brigadiere Lucini Sisto P. M. 46.......3 Fin. Monaco Ettore P. M. 59.......3 Fin. Marangoni William P. M. 46.......3 Soldato Minocchieri Rodolfo P. M. 100.......3 Carab. Pagnani Giorgio P. M. 46.......3 Fante Raffaele Vladimiro P. M. 59.......3 Art. Vettorato Adelmo P. M. 46.......3 Gen. Vittadello Armando P. M. 46.......3 Cap.le Angelotti Giuseppe P. M. 59.......2 Gen. Biasiolo Gino P. M. 46.......2 Fante Fioravanti Rosa P. M. 59.......2 Soldato Gobessi Diego P. M. 46.......2 Soldato Lei Riccardo P. M. 59.......2 Cap.le Martineiii Nicola P. M. 46.......2 Soldato Medeotti Elvio P. M. 46.......2 C. N. Melchiorri Galileo P. M. 46.......2 Cap.le Magg. Feris Ugo P. M. 59.......1 Soldato Finiti Fernando P. M. 100.......1 Cap.le Gerla Mario P. M. 100.......1 Soldato Silvestri Aldo P. M. 46.......1 Iscrizione di combattenti dei-I'attuaie guerra al Partito fi consentito ai combattenti dell'attuale guerra, dislo-cati in zona di operazioni, dl inoltrare domanda, anche tramite 1 propri familiaii, alia Federazione Fasci di Combattimento competente per provincia, allegando un ceirtificato che attesti I'attua-le presenza alle armi e la data dalla quale il richieden-te si trova in zona di operazioni. Per ogni singolo caso de-ciderä la Federazione Fasci-sta predetta. Corrispondenza coi militari Carabiniere Bignami Angelo P. M. 46. Non e possibile ottenerf? il ripristino del sussidio a fa-vore di tua madre, wrc'-e le condizionl finanziarie -l:ila tua famiglia non risultano disagiate come stabilis-in la legge in materia di snsiidi. ftafna tiMa SETTIMANALE DELLA FEDERAZIOHE DEI FASCI COMBATTIMEKTO DI LUBIANA DIrettoro respontafailo LUIGI PIETRANTONIO Tipogrnfin »Merkur« S. A. Lublnna HÖMAHO LE CARTE DA GIUOCO Dl FAMA M O N D I A I E GRANDE ALBERGO „UNION" lubiana - Kililožičeva c. 1 Preminoiite -Alber. o di pri-miss^mo ordine con servizio inappuntabile - Caffe dotato di c^ni omodita di pnmo ordine - Ristorante rinomato, con cuc na squisitissima -Vini scelti - Categoria extra B.TERPm Negozio d i FRUTTA. AGRUMI, ORTAGLIE Lubiana - Galleria Grattaclelo tel. 44-47 Filiale: Miklošičeva 18 «SNACCHIATORE» il miglior liqiiido per togliere le macchie dai vostri vestiti e da tutte le altre stolfe. «HAMMONIA» «NOVOFIX» «NOVOLUCIDO» il miglior liquido per In pulitura del pavinienti, parihetti, ecc. 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