j ANNO Vili. Capodistria, 1 Marzo 1874. ^ / fi N. 5. LA PROVINCIA giornale degli interessi civili, economici, amministrativi DELL'ISTRIA, ed organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Atti ufficiali della Società agraria istriana. Notizie e documenti per la conoscenza delle cose istriane. Abusi di pubblici Magistrati. Abusi da parte di pubblici Magistrati ne avvennero, pur troppo, in tutti i tempi. La Storia, giudice supremo ed universale, deve tenerne conto, perchè gli abusi dei Magistrati screditano « rendono invisi i Governi, sono causa di popolari mali, umori e peggio, e influiscono sinistramente sugli interessi, sul carattere, sulla moralità delle popola-lioni. Le tradizioni istriane accusano gravemente i Veneti Podestà. La storia, informata su documenti non dubbii, ridurrà al giusto valore le accuse. Abusi ne avvennero, ma furono abusi d'individui, non di tutta la classe, e il Governo, comunemente, non mancò di reprimerli e di mantener vive le leggi dello Srato e i diritti del popolo. L'Archivio dei Prari è ricco anche in ciò di documenti e di prove. Ed ecco oggi appunto un gruppo di documenti i quali provano abusi e prepotenze veramente enormi di un Podestà e Capitanio di Capodistria, ma provano insieme l'energica calma della città che non s'accasciò, o per brevi istanti, non diede in escandescenze, sibbene con vero coraggio civile portò i reclami al suo Principe; e provano l'ammirabile prontezza colla quale il Senato apri sui fatti denunziati rigorosissima inchiesta. Cotesti documenti sono tutti nel Senato Mar filza nella qual filza ■ siste pure altro Atto dal quale risulta che l'Avogador Valier trova vasi di fatto in Capodistria il dì 28 Agosto del 1620. — Più in là per ora n<>n sono riescito. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Sulle risultanze della inchiesta ritornerò un altro dì, se mi verrà fatto di scaturire il processo, che non è facile, o (ciò che più giova sperare) un Atto qualunque che ne le sveli. Venezia, Gennaio 1874. Tomaso Luciani. Copia tratta dal Libro di Consegli della Città di Capodistria segnato lettera V esistente nel Olficio del Sindacato a carte 189 tergo. Adi 26 Luglio 1620. Congregato il Spettabile Consiglio di questa Città a suon di campana et voce preconia nell' ordinaria sala del palazzo, nel quale, compresa la persona dell' Illustrissimo signor Podestà et Capitanio, intervennero Conseglieri n. 138, dove fu posta la parte che segue. s E noto ad ognuno il danno et afflitioni che sotto il Reggimento dell'Illustrissimo signor Bernardo Ma-lipiero ha sentito questa Città di Capodistria nostra Patria, con diminutione di privileggi, et gratie ch'essa gode per benignità del Serenissimo nostro Prencipe, così in materia delle condanne, solo sostegno di questa povera Communità, havendo sua signoria Illustrissima parte di quelle convertite in suo uso particolare, come nelle comprede de' tormenti fatte a questo Fontico, per haversi voluto interessare in esse, con proprio utile, et con danno et pregiudieio di essi Communità et Fontico, et de' poveri habitanti, oltre molti altri aggravii patiti, et medesimamente le parole proferite contra li Sindici rappresentanti questa Communità, et anco contra la quiete et pace de'Cittadini seminando divisione; onde dovendosi ricorrere a'benignissimi piedi di sua Serenità per esser sollevati et ricever giustitia con reintegratione di detti luoghi publici. L' anderà parte posta per li signori Vicenzo Bar-babianca et Francesco Borissi Giudici, et per li signori Lucio del Bello dottor Sindico et Gio. Battista Za-rotti Vice Sindico, ad esponer li sopradetti aggravii come meglio ad essi Ambasciatori pareva, con salario de Lire 7 al giorno per cadauno. La qual ballottata ha havuto in favor balle n. 83, contro 51, non sincere 4, però fu presa. Fabricius Tarsius Canceliarius Sindicatus etc. etc. subscripsi. Serenissimo Prencipe Essendo stati eletti nel Consiglio di questa Magnifica Città per suoi Ambasciatori li signori Ottavian Gavardo et Gabriel Grisoni per dover comparere a' piedi di Vostra Serenità ad esponerle alcuni loro gravami, come nella Parte presa hoggi nel detto loro Consiglio, ho voluto accompaguarli con le presenti, acciò si degni conforme al solito della sua benignità prestarli grata audienza, et concederli presta ispeditione. Gratie. De Capodistria li 26 Luglio 1620. Marin Barbaro Podestà et Capitanio. Serenissimo Prencipe La fedelissima città di Capodistria che sotto questa santissima Repubblica ha goduto sempre somma quiete e singolare libertà conforme alla pia mente della Serenità Vostra, ha incontrato ultimamente nel Reggimento dell'Illustrissimo Signor Bernardo Malipiero effetti tanto diversi dalla sua aspettatione, et accidenti cosi contrarii alla benigna intentione di Lei, et dell'Eccellenze Vostre Illustrissime, che non si può dire fusse giamai governata con pace, ma piena di tumultuose sollevationi, non libera, ma così priva d'ogni libertà in tutto il corso del Reggimento di Sua Signoria II-lustrissma, che '1 discorrer li Cittadini la sua opinione nelle publiche deliberationi era prohibito, et il ricercar la restitutione dei denari publici convertiti in proprio uso, era acerbamente minacciato; per lo che convenne quella povera città dopo tante afflittioni soggiacer anco a questa eh'è nel privato, et nel publico è riuscita di certo la maggiore. Il povero Fontico solo refuggio del miserabile populo di Capodistria ha patito et sente ancora gravissimo pregiudicio per li appalti et mercati di tormenti fatti a parte dall'Illustrissimo Malipiero, nelli quali havendo procurato di civanzare sempre quanto più poteva per utile suo, et a danno notabile di esso povero Fontico; poneva li tormenti or una lira, et or più e meno per stare di più del accordato senza riguardo del disavautaggio che pativa il medesimo Fontico, nel quale si convenivano vender nondimeno le farine a prezzo minore del costo, et si perdeva quello che dall' istesso nostro Rettore con poca carità era in suo proprio uso convertito. Nè li bastò il pregiudicare a quel povero luoco con attioni così pregiudiciali, che ancora nelli pagamenti che si facevano di moneta corrente voleva sempre Sua Signoria Illustrissima ingerirsi, ot ritenere ai Mercanti il aggio delle monete di due, tre, o quatro per cento con mala soddisfattione dei venditori et par-ticolar disavantaggio del medesimo Fontico, a cui solo doveva aspettare utile tale, com'è stato osservato da tutti li altri Illustrissimi Rettori, perchè li mercanti per causa di quell'insolita impositione facevano pagar sempre li formenti a prezzo tanto maggiore. Nè qui : cessano li pregiudicii et danni notabili ael corso del suo Reggimento da quel povero publico, poiché aspettando tutte le condanne pecuniarie a quella Comunità in virtù della benigna concessione della Serenità Vostra per parte dell'eccellentissimo Senato, replicata dall'Eccellentissimo Signor Marco Loredano Proveditor Inquisitor Generale nella Provincia dell' Istria con le quali in conformità degli ordini di sua Eccellenza si sogliono pagare li salariati, et far altre spese ordinarie et necessarie per servicio di quella città come si osservò sempre da ogni altro nostro Illustrissimo Rettore fin al Reggimento di esso Illustrissimo Malipiero, il qual sotto vani et inventati pretesti ha voluto anco levarci quel poco di privileggio che è rimasto all'istessa povera Comunità, dopo il libero dono che fece alla Serenità Vostra di tutte le sue entrate et dacii, convertindo Sua Signoria Illustrissima in uso suo la maggior parte di dette condanne che sono destinate per pagar le spese necessarie della refattione dei ponti et restauratione delle strade publiche di Capodistria; nè guardava per farsi esse condanne più proprie di astrenger summa-riamente di Rei senza segnatura o sentenza a pagar quella summa de denaro che più ad esso Illustrissimo pareva avanti che fossero rilasciati di pregione. Più volte dalli spettabili Sindici, et da altri Rappresentanti l'istessa Comunità con ogni debita riverenza è stata ricercata la restituttione delle medesime condanne per poter provedere con quelle ai publici bisogni, ma quel-l'Illustrissimo Signore invece di corrisponder con qualche amorevole maniera conforme al solito d'ogni Rappresentante la Serenità Vostra, usò parole così alterate et ingiuriose verso li medesimi Sindici col minacciarli nella vita et di esserli accerrimo persecutore, che dopo non si trovava più alcun Cittadino che ardisse di mantenere le ragioni della Comunità, nè meno che più ardisce intervenire nei colleggi et publiche deliberationi ; perchè a quelli che discorrendo la sua openione dissentivano dal parere di Sua Signoria Illustrissima, si dimostrava egli aperto inimico minacciando di gravemente risentirsi. Ónde con modo così fatto di governo haveva atterrit* in maniera et spaventato ogni uno della Città et li forestieri, che molti di già pensavano di abbandonar la propria patria, et li forestieri per le continue impositioni deviavano dal solito commercio, che è il mantenimento dei dacij della Serenità Vostra, et il nutrimento di quella povera Città, poiché non solo intimoriva ogn' uno coli' ordine insolito del suo governo facendosi Sua Signoria Illustrissima sempre stare nell'anticamera una guardia de vinticinque soldati Albanesi armati di arcobusi, che poi li caminavano avanti quando andava fuori di palazzo; che anco desideroso di coprire la multiplieità delle sue ingiuste operationi con qualche stravagante occasione, tentò ogni mezzo possibile per suo avantaggio, et procurò non rimirando al debito del suo carico, et alle leggi santissime di Vostra Serenità di suscitare ogni dissensione et sollevatione ora tra cittadino e cittadino, et altre volte fra cittadini et li po-pulari, come fece una volta che inanimì il populo a sollevarsi et tagliar a pezzi li cittadini, il quale si haveva di già eletto li caporioni ec capi di pat te per proseguire tumultuosamente l'intentione et desiderio del Rettore, et similmente poco avanti il fine del suo Reggimento nelle pubbliche audienze esclamando, invitò ancora il medesimo populo a sollevarsi, et amaz- zare tutti li cittadini, procurando con maniere tali, non la pace et la conservatane di quella povera città, ma la confusione et destruttione sua, non da Rettore et Padre, ma da partiale et inimico, offendendo in questo et in ogn' altro modo non solo quella che ritrovò all' ingresso del suo Reggimento languida ancora per le guerre passate, ma la pia mente della Serenità Vostra che tien solo mira alla quiete et consolatione de' suoi devotissimi sudditi. Nè si può tacere, che Sua Signoria Illustrissima in tutto il corso del suo Reggimento non tralasciò giammai di procurar sempre novi modi, et nove cause per aggravare la libertà et quiete di quella povera Città, poiché non vi era traffico eh' egli non si ingerisse, ne vi girava mercantia eh' egli non ne havesse parte; si crescevano e calavano di prezzo gli ogli quanto comportava l'avantaggio de' suoi interessi, et più vendeva un mercante che l'altro secondo li privileggi eh' egli concedeva. Non potevano li mercanti forestieri vender le loro mercantie se non ad arbitrio di Sua Signoria Illustrissima, et se trasgredivano punto dal suo gusto, perdevano le robe, li denari, et loro si ponevano pre-gioni, con estrema rovina deli negotii loro ; sicché da forestieri era fuggito totalmente il commercio, da Mercanti terrieri tralasciato il negocio, et li poveri sudditi della Serenità Vostra in questo modo havevano totalmente perduta l'antica libertade. Questi et molti altri aggravii che a suo tempo saranno noti alla Sublimità Vostra commovono di maniera quella sua fìdelissima Città et opprimono così gravemente quei suoi devotissimi sudditi, che hanno in diligenza espediti noi suoi Ambasciatori a'beniguissimi piedi della Serenità Vostra per esporle riverentemente questi importantissimi interessi, acciò che con il suo solito paterno affetto et benignità conceda a quella povera Comunità quella sollevatane di tanti pregiudicij et danni, et al povero Fontico quel ressarcimento di tanti agravij che stimerà per la somma sua carità et prudenza convenirsi per la conservatone di quei pu-blici luochi, che l'uno tiene sumministrata la Città delle spese necessarie et l'altro mantiene quel popolo di vitto ue' maggiori suoi bisogni. (Continua) Notizie varie registrate in ordine cronologico. 1459. 1° Zener. Ser Andrea di Ouatasy iutrò Console a Segna. La presenza di un Console veneto a Segna è indizio sicuro di relazioni commerciali tra Segna e Venezia. Difatti Agostino Valier proveditore di Veglia nella sua Relazione dei 30 novembre 1527 dice che fino a quell' anno Segna fornì alla casa dell' Arsenal grosse partite di remi, ma che passata sotto gli Arciduchi è probabile che questi interdiranno tale commercio ; però, soggiunge, che il Conte Stefano Frangipani, padrone di Sernovizza potrà somministrarne da 8 a 10 mila. E altro proveditore di Veglia, Maffeo Girardo, nella sua relazione 27 agosto 1554, dice, che aveva ottenuto da quel Bano a buoni patti la promessa di 5000 remi per 1' Arsenal, e 200 passi di legne per la Dominante. Osservo che il Console veneto a Segna nel 1459 era un Onatasy. Il lettore istriano sa che i Ionatasi furono in Pola, già nel secolo XIII, capi del partito popolare che cacciò armata mano i Sergi i tendenti al dominio assoluto della città. 1527. Anno di crudelissima peste che riduce Pola e tutta l'Istria in estrema calamità. (Relazione 29 Giugno 1583. di Maria Malipiero proveditore in Istria^ 1548 circa. Periscono per eccesso di freddo tutti gli oli vari sull' Isola di Veglia. — Anche nel territorio di Capodistria periscono, per la stessa cagione, moltissimi olivari. (Relazione 27 agosto 1554, di Maffeo Girardo proveditore di Veglia, e . . . 1554, di Domenico Grade-nigo Podestà e Capitanio di Capodistria) 1553. Anno fatale di peste a Capodistria ed a Muggia. 1556. Altro anno di peste a Capodistria. La popolazione di Capodistria, ridotta nel 1553 a 2300 abitanti, nel 1577 ne contò 4000, e nel 1581, 4250. (Relazioni dei Podestà e Capitani di Capodistria) 1554. L'Isola di Veglia spedisce annualmente 200 dei suoi Roncirfi (Cavalli di razza piccola) nelle Marche, a Roma ed a Napoli. (Relazione 27 agosto 1554, di Maffeo Girardo prove-ditore di Veglia) I5£j5. È ucciso in Portole il Podestà Bernardin Polani. Prende parte all'uccisione Prè Nadal da Padova che si rifuggia sopra territorio Arciducale. Il Vicedomino della Carniola offre di consegnarlo verso reciprocanza ; il Senato accetta. (V. Parte 27 maggio 1555, Senato Mar-Registro 33) 1581. Capodistria, territorio e distretto, conta in quest' anno 153,288 olivari dai quali si cavano un anno coli'altro 3000 orne di olio. (Relazione 1581 di Alessandro Zorzi Podestà e Capitanio di Capodistria) 1583. L'annuale medio prodotto dell' olio in Istria è calcolato a 16,000 orne. (Relazione 17 marzo 1583, di Alvise Morosini Podestà e Capitanio di Capodistria) 1614. La marchesia di Albona e Fianona è deliberata al pubblico incanto, dai proveditori o ufficiali alle Rasonvecchie in Rialto, a Domino Antonio Toiletti, per anni 5, verso l'annuo canone di ducati 100. Il nervo di detta marcliesia consiste nella decima degli animali, minuti e nel formento che pagano li sudditi sopra li animali bovini.. 1617. In Albona al soldo della magnifica Co munità, è medico l'Eccellente Giampaolo Apostoli. A Cherso è medico l'Eccellente Zuanne Gam- baro. 1619. Nel Senato Mar, Filza 223, inserta nel decreto 29 settembre 1619, esiste una pianta della città di Capodistria disegnata da Giacomo Fino, nella quale sono distintamente segnate le mura, le torri, le porte, i gruppi o isole di case, le chiese, i conventi, i monasteri e altri pubblici edificii; più le paludi, il mare vicino, i bacini dove potevano allora approdare e stazionare le Galere, il ponte, il castelleone ecc. La pianta è disegnata un pò grossolanamente, ma è fornita di scala e bussola. 1620. Nel Senato Mar, Filza 228, esiste altra pianta di Capodistria con scala e bussola, nella quale, ammessa ogni interna indicazione, sono però segnate con precisione mura, torri, porte, fondamenta, piata-forma, terrapieno, molo, ponte di pietra, Castelleone. Le porte segnate sono, marittima, di terra ferma, del soccorso, d'ogni santi, di S. Pietro, Bosidraga e Maggiore. — La pianta è sottoscritta da Battista Ruber-tino proto fortezze. 1700 circa. Il cavalier Orazio della famiglia Fino, nobile di Capodistria, è Gonsultor in Jure della Repubblica. (Studii Gen calorico-Araldici del Nob Cav. Toderini, Direttore dell' Archivio Gen. Ven. Ms.) Venezia, Febbraio 1874. Tomaso Luciani. BIBLIOGRAFIA Saggio d'una Geografia dell'Istria, compilato ad uso della studiosa gioventù da Bernardo Dr. Benussi. — Rovigno, Tipo-litog. Istriana di Antonio Coana, 1874. (di pag. 69 in 4.to) Il Prof. Bernardo Dr. Benussi, che in sul cadere del 1872 metteva in luce col titolo di: Saggio d' una Storia dell' Istria — dai primi tempi sino all' epoca della dominazione Romana — uno studio molto erudito su quel più antico ed oscuro periodo della nostra storia, ora, col titolo di : Saggio d' una Geografia dell' Istria — pubblica un compendio di geografia in forma del tutto piana e popolare. Nelle brevissime parole colle quali lo presenta al pubblico, 1' autore dichiara di avere in questo Saggio riunito quello, che si trova sparso in moltissime opere, per facilitare alla studiosa gioventù istriana la conoscenza della provincia : e rende grazie al sig. Carlo De Franceschi, segretario alla Giunta provinciale dell'Istria, il quale, conoscitore com'è delle cose nostre, gli fu largo di consiglio e d' aiuto. L' opera è divisa in due parti ; generale e speciale — la seconda delle quali é suddivisa in sette capitoli e si chiude con sette tavole ricche di numeri. La parte generale consta di un quadro geografico, forma, posizione, confini naturali e amministrativi, costa occidentale e orientale, interno e isole, e di un quadro storico, nel quale ultimo è detto distintamente quel di più che è possibile dire in sole quattro pagine di stampa. La parte speciale indica promontori, isole, mari, golfi, canali, valli, porti e rade (cap. I. Litorale), tratta la orografia, distinguendo il versante occidentale dell' Alpe Giulie ili tre regioni, — boreale o bacino — centrale o altipiano, — e meridionale o piano inclinato ; tratta la idrografia, fiumi, laghi, acque minerali: tocca brevemente la geognosia, e dà il quadro delle strade (Cap. II. Interno). — Dice in seguito delle — condizioni meteorologiche, venti, clima (Cap. III): sviluppa la etnografia (Cap. IV); dà la divisione politica, giudiziaria e amministrativa, — corpi elettorali, distretti politici e piudiziarii — comuni locali e cen-suarii (Cap. V) ; offre la corografia dei luoghi principali (Cap. VI) e per ultimo, sotto il titolo di coltura, dà notizie, dei quattro suoi rami o fattori — agricoltura e pastorizia, industria, commercio e istruzione (Cap. VII). Le tavole poi presentano — l'anagrafe del 31 Dicembre 1869, distretti, città, borgate, villaggi, case, popolazione, estensione in jugeri, miglia austriache e chilometri, animali domestici, arnie ecc. (Tav. I e II) — lo stato della marina mercantile austriaca alla fine del 1871. (Tav. III) il movimento nei porti austriaci durante il 1871 (Tav. IV) — lo stato e la frequentazione delle scuole nella Cisleitana durante 1' anno scolastico 1870-71 (Tav. V e VI) e lo stato e frequentazione delle scuole popolari dell' Istria nello stesso anno scolastico 1870-71 (Tav. VII). In conclusione è un compendio chiaro, succoso, corretto, ordinato, del meglio che è stato scritto in svariate occasioni dai più egregi nostri comprovinciali e connazionali (Kandier, Combi, De Franceschi, Luciani, Amati ecc. ecc.) sulla geografia, la orografia, la etnografia, la corografia, sù quanto in somma più importa conoscere per formarsi un giusto concetto dello stato del nostro paese. L'autore, troppo modesto, esprime la speranza che il suo lavoro sarà accetto ai giovani pei quali lo scrisse. Stia pur sicuro, che esso sarà, deve essere, accetto a quanti amano sinc 'ramente la nostra provincia. Esso infatti soddisfa a un bisogno, riempie un vuoto, e diffuso che sia in provincia e fuori, gioverà, speriamo, (anche per la sua brevità, e quindi facile acquisto e lettura) gioverà a far cessare la vergogna ed il danno di errori che furono ormai troppo ripetuti, perfino in Trattati di geografia, che acquistarono riputazione e nella Monarchia Austro-Ungarica e n«l Regno d'Italia. Quando, passando dinnanzi le vetrine del nostro Cernivani, ci siamo accorti, or son pochi giorni, di questa patria pubblicazione, abbiamo provato un senso di vera e legittima compiacenza, e auguriamo sinceramente all'Autore che sia presto messo nella necessità di farne una seconda edizione. Iu questa, siamo ben certi, egli saprà togliere anche quei piccoli nèi, che sono quasi a dire inevitabili in opere di questa natura. Ma giacché ci scappò dalla penna la parola nèi, noteremo che l'Associazione marittima Istriana, possiede attualmente non 4 ma 5 legni, i' ultimo dei quali ,,Pola„ di tonnellate 300; che oltre le lanterne indicate (Salvore, Promontore, Punta del dente, Capo-Compare, San Giovanni in Pelagr, Molo S. Teresa) ce n' è una alla Punta negra, un' altra sullo scoglio Ga- liola nel Quarnero, e qualche altra ancora: che Pedeua, come luogo, non può avere 380 case e 2072 abitanti, nè Fianona 272 case, e 1256 abitanti. Il trovare poi indicato il nome antico del Risano, (Formica) e dell'Arsa (Arsia) ci fa nascere il desiderio di vedere in una seconda edizione anche i nomi antichi della Recca, della Dragogna, del Quieto, che se non erriamo sono Timavo, Argaon, Ningon. Così pure le molte indicazioni di altezze, distanze, superfìcie ecc. indicate assai opportunamente in misure locali e della Monarchia, e metriche o decimali, ci fa nascere il desiderio di vedere indicata con precisione anche l'area del nostro Lago, unico in tutta la parte che diramo continentale dell' Istria. Lo stile della facciata del duomo di Capodistria non è gotico-bizantino, ma, invece, il piano inferiore archi acuto e lombardesco il piano superiore. L' aver fatto cenno dei dipinti che si ammirano nelle chiese e conventi di Capodistria, del Palma e del Carpaccio, degli antichi, del Pagliarini, tra i moderni, esigeva, pare a noi, che fossero ricordati "quel complesso di quadretti che vale un tesoro, tanto son belli „e veramente celestiali i volti della Madonna e del „Cristo, inspirati e gravi quelli dei santi, purissimo „il disegno, pastoso e soave il colorito......", intendiamo dire delle opere del Cima di Conegliano collocate nella magnifica ancona del Coro, nella chiesa del convento di S. Anna. E dei moderni meritava essere ricordato il bel dipinto del nostro Gianelli, S. Pietro e Paolo, nel nostro duomo. L'opera merita lode anche sotto 1' aspetto tipografico, perchè stampata in modo nitido e corretto: pure sono sfuggiti due errorj, che non tutti i lettori sapranno forse correggere. Caldara per Caldana pag. 45 e co licer per cancer pag. 55. Ma, ripetiamo, questi sono nei quasi a dire inevitabili e largamente compensati dal merito intrinseco e dalla utilità pratica dell'Opera, che raccomandiamo vivamente ai nostri comprovinciali ed amici, e che ci è arra sicura di successive patrie pubblicazioni da parte dell'egregio Autore. Il libro è in vendita presso il libraio G. Cernivani. La Redazione. Pubblichiamo con vero piacere anche il seguente articolo, di un nostro egregio concittadino sul pregie-vole lavoro del Dr. Benussi : Saggio di una geografia dell' Istria compilato ad uso della studiosa gioventù da. Bernardo Dr. Benussi. Rovigno, Coana, 1874. Siamo così poco abituati a veder qualcuno che si occupi delle cose nostre e ami rendere il pubblico partecipe delle risultanze de' suoi studi, siamo invece tanto avvezzi oramai alla trascuranza di tutti, e dei nostri comprovinciali più che d' ogni altro, che si vorrà senz' altro credere alla lieta sorpresa, da cui fummo colti, leggendo, giorni fa, nella vitrina di un libraio il titolo dell' opuscolo, sopra annunciato. E infatti cosa notoria che le publicazioni italiane, siano storiche o geografiche o statistiche, usano trattare di tutto, fuor che dell'Istria e delli interessi che vi si atten- gono, o, se ne parlano, sogliono essere infiorate di tanti e così grossi spropositi, che meglio sarebbe se non avessero parlato. E se si vogliono studi seri, maturi, completi sulle cose nostre, bisogna ricorrere alli stranieri, ai libri che escono dalle officine di Vienna. Ma sono libri scritti in tedesco, lingua che qui pochi conoscono, e inspirati bene spesso a concetti e a scopi che miiano più in là dell' interesse provinciale, libri a tesi, i quali perciò non si peritano di accomodare, occorrendo, i fatti alle preconcette opinioni dello scrittore. Per due ragioni, adunque, sono libri ai quali lo studioso di qui può difficilmente accostarsi; e tra il silenzio delli uni e li spropositi delli altri, che cosa gli rimane? È una confessione umiliante codesta; ma a che prò nascondere il vero ? Siamo in un periodo di prostrazione, di sterilità fisica e intellettuale; ogni forza vitale sembra venuta meno o attenuata o dispersa; i vecchi, quelli a cui solevamo guardare con fiducia e orgoglio, sono trapassati, oppure han mutato cielo, e i giovani, quelli in cui dovrebbero raccogliersi le nostre speranze, non si scorgono ancora. Triste verità. Perciò stimiamo debito di giustizia render tanto maggiori onoranze a que'pochi, che non si lasciano travolgere nellp scoraggiamento e nella apatia universale, che amano ancora i buoni studi e vi si rifugiano come in una cittadella inespugnabile alle delusioni della vita. Fra questi pochi è il Dr. Bernardo Benussi, al quale dobbiamo già un diligente Saggio della storia dell Istria dai primi tempi sino all' epoca della dominazione romana pubblicato nel 1872, e che ora ci ha sorpreso con quest'altro Saggio della geografìa del nostro paese. Tra i due lavori, il cui titolo indica la modestia dell' autore, corre però una differenza assai grande; perchè quanto dovette essere difficile, intralciato, pieno d'incertezze e di esitanze il primo, altrettanto ci pare sgombero di seri ostacoli il secondo. E la spiegazione è facile. Con ciò non intendiamo punto scemare il merito del Dr. Benussi ; al contrario, ci pare anzi che gli si debba riconoscenza non poca per aver egli, che è tanto da più, voluto occuparsi di proposito di questo argomento e colmare una lacuna, che pochi forse deploravano, ma che fu fin qui cagione precipua de' molti strafalcioni accreditati anche in opere di grido sul conto nostro. Noi non conosciamo infatti alcun libro, il quale discorra ordinatamente le condizioni geografiche dell' Istria, se ne togliamo i preziosi, ma incompleti studi della Porta Orientale ; per converso conosciamo molte opere di polso, come la Enciclopedia del Pomba e la Illustrazione del Lombardo-Veneto del Cantù, che ne parlano con molta ignoranza; senza dire di certe opere tedesche, come quelle del Czörnig e di altri ejusdem farinae, ove li errori non sono sempre casuali. Il Benussi ha dato titolo di Saggio al suo lavoro, e infatti esso è breve, conciso, riassuntivo; ma il disegno generale è molto più largo e comprensivo, e, opportunamente rimpolpato, questo scritto potrebbe esaurir la materia e diventar completo. Vi si tratta infatti di tutte le condizioni fìsiche, etnologiche, storiche, e statistiche della provincia, e fu buon pensiero quello di unirvi i dati dell' ultimo censimento. Parrà strano a chi non conosca le condizioni particolari del nostro paese, ma è tuttavia certo che anche questi innocenti studii possono essere non scevri di qualche pericolo ; il Dr. Benussi l'ha certamente veduto, nè vorremo fargli colpa di non averlo affrontato e di aver scivolato via sopra certi argomenti, che possono scottare le mani a chi li tratta. A chi scrive delle condizioni geografiche dell' Istria si presenta subito 1' alternativa : di qual Istria si deve parlare, dell'Istria naturale o di quella che è compresa nelle attuali circoscrizioni politiche ? La prima si allarga a occidente più in là del confine politico e si ristringe invece a oriente e a mezzodì ; la seconda per la stessa ragione abbraccia territorii, che non sono punto istriani e abbandona una non piccola zona di paese, che natura le aveva assegnate. Il Dr. Benussi s'è attenuto a questo secondo sistema, ha pigliato l'Istria come la determinano le circoscrizioni politiche, e quindi coi distretti liburnici di Castelnuovo e di Volosca e colle isole del Quarnero. Ciò avrebbe poca importanza, se non pregiudicasse la teoria del confine naturale da una parte e quella della popolazione dall'altra. Ma il lettore avvertito potrà facilmente correggere le induzioni necessariamente diverse dal vero, che questo sistema trae seco. Per ciò che riguarda la orografia, nella quale ci sembra che il Dr. Benussi abbia seguito le tracce della Porta Orientale, abbiamo notato alcune diversità colle risultanze, a cui venne il Prof. Marinelli nel suo recente lavoro sulle Alpi Carniche e Giulie (Udine, 1872). La etnologia e la etnografia sono due materie interessantissime per l'Istria, e la seconda specialmente può fornire argomento di molte e curiose indagini. Disgraziatamente però è, appunto questo uno dei capitoli più brevi nell' opera del Benussi ; egli ha seguito, pare, i dati ufficiali ed è con essi venuto a conclusioni, che noi non vorremmo accettare senza beneficio d'inventario. Sono invece pieni d'interesse e di giudiziose osservazioni i paragrafi che risguardano lo stato attuale dell' agricoltura, delle industrie, e del commercio. Quello sulle scuole merita la più seria attenzione, poiché chiarisce uno stato di cose deplorabile, che spiega molti e molti fenomeni sociali. La scuola elementare non è da noi frequentata che dal 37 per cento dei fanciulli in età di esservi inscritti, e in qualche circondario — quello di Pisino — questo medio già àb-bastanza basso scende al sette per cento. Per trovare condizioni simili bisogna ricorrere alla Basilicata, alle Calabrie e alla Sicilia, che è tutto dire. E chi ci sa dire quale sia il profitto che dalla scuola ricavano codesti 37 fanciulli, che sopra ogni cento la frequentano? Noi segnaliamo questi dati alle nostre rappresentanze provinciali, esse, che tanto hanno già fatto in prò della istruzione pubblica, e che non possono certo ignorarli, devono comprendere tutta la grave significazione che hanno e la necessità urgente di mettere riparo a tale vergognosa incuria dei parenti; giacché dice benissimo il Benussi, invertendo una proposizione celebre, che un popolo quanto meno sa, tanto meno può. Il Dr. Benussi ha dedicato il suo libro "alla studiosa gioventù« e fu gentile e patriottico pensiero, dacché i giovani avrebbero stretto dovere di indagare con amore le condizioni della loro patria, e adoperarsi a renderle meno tristi ; ma noi crediamo che esso non sarà inutile anche a molti adulti, in provincia e fuori, e vorremmo che chi imprende a parlare o scrivere dell' Istria, avesse prima letto questo opuscolo. Malgrado le lacune che vi abbiamo notato, esso potrebbe prevenire molti errori divenuti per taluno moneta corrente, quantunque sappiamo anche noi per lunga e dolorosa esperienza che non c' è sordo più sordo di quello che non vuol udire. i • • sì ' i T. Abbiamo ricevuto, l'almanacco dell'agricoltore pel 1874 pubblicato a cura del Consorzio Agrario Trentino e dedicato ai Soci del giornale, 1' Agricoltore. E un elegante volumetto, che contiene ottimi insegnamenti di pratiche agrarie, applicabili in base a prin-cipii di scienza, alle condizioni climatologiche ed economiche della Provincia per cui venne compilato. Anche il giornale Agrario di Rovereto ha pubblicato una Strenna per il 1874, ricca di buoni insegnamenti. Non è senza rammarico che noi facciamo cenno di tali pubblicazioni, pensando che nella nostra provincia ancora non si sia potuto unire le forze, che pure esistono, per dar vita ad un buon almanacco agrario ! NOTIZIE. Seduta 6 Gennajo della Giunta Provinciale, in Parenzo. — La Giunta approva il tenore del ricorso approntato in nome del comune di Decani contro la presa d'acqua delle sorgenti del Risano, sotto le condizioni portate dal relativo editto luogotenenziale, ed incarica uno dei propri impiegati della consegna a quella Deputazione comunale del ricorso stesso. Venne accordato pel 1874: Al comune locale di Pinguente l'add. del 50% al dazio consumo carni, spiriti e birra: al comune locale di Dollina il 50% al dazio consumo erariale birra e spiriti. Viene data notizia che S. M. con sovrana risoluzione, approvava la esazione delle addizionali chieste alle Podesterie rispettive : pel comune censuario d' I-sola, di Corte d'Isola, Veglia, Dobasnizza, Pola, Buje, Momiano, Umago, Pirano e Salvore. Viene accordato alla Podesteria di Pisino pel comune censuario di Pedena, il 50% sulle dirette, il 50% sul dazio consumo carni vino, bibite spiritose, birra; ed alla Podesteria di Capodistria: il 100% al dazio consumo carni e vino, il 150% alle bibite spiritose, di fior. 2 per ogni emero di birra al minuto. Sollevandosi il sig. Giorgio Zacchigna,'nominato a medico veterinario della città di Pola, dal posto sinora coperto di veterinario per l'Istria colla sede iu Pisino, gli viene espressa la soddisfazione della Giunta provinciale per gli utili e buoni servizi prestati. Viene presa notizia della comunicazione fatta, avere S. M. accordata l'istituzione pel Litorale del 7° comando provinciale di Gendarmeria, con la sede in Trieste, e coi comandi riparto di Trieste, Gorizia e Pisino. Vien presa per notizia la comunicazione fatta dal j. k Municipio di Dignano di copia del testamento del defunto A. C. col quale, pel caso di morte di suo figlio prima degli anni 20, destina il suo stabile di S. Rocco ed un capitale di 30,000 fiorini alla fondazione di un ospitale in Dignano, ed il rimanente della sua sostanza per l'istituzione di una scuola agraria. La Giunta Provinciale, nella sua seduta del 29 gennaio ha deliberato di presentare la seguente petizione all'Eccelso Consiglio dell'Impero: Nel progetto di bilancio per l'anno 1874 dei Regni e Paesi rappresentati in cotesto Eccelso Consiglio dell' Impero, che fu presentato all' Eccelso Consiglio dal Ministero per la costituzionale pertrattazione, ravvisasi per la prima volta, dacché è entrato in attività il nuovo organismo sulla sorveglianza scolastica, contemplata alla posta relativa del bilancio dell' i. r. Ministero della pubblica istruzione, 1' esistenza di una sóla Autorità scolastica provinciale, per Trieste, Gorizia Gradisca ed Istria ; e ciò a differenza dei bilanci degli anni precedenti, nei quali ha sempre figurato per ciascuno di questi tre Paesi della Corona una distinta Autorità scolastica provinciale, avente ognuna la sua sede nei paesi medesimi. Questo concentramento dell' azienda scolastica delle sunnominate tre provincie appresso 1' i. r. Luogotenenza di Trieste, fu però soltanto l'effetto di una disposizione unilaterale, presa dal sign, ministro dell'istruzione pubblica, il quale si valse di una dizione forse meno precisa del § 32 della legge provinciale 8 febbrajo 1869 sulla sorveglianza scolastica nel Margraviato d'Istria, per dare ad essa legge una interpretazione arbitraria: dimenticando nello stesso tempo che, in uno Stato costituzionale, il diritto ad interpretare autenticamente una legge non ispetta al potere esecutivo, ma solamente ai competenti fattori legislativi. Per questo motivo la Dieta provinciale del Margraviato d'Istria, nell'or chiusa sessione, ha deliberato anche la seguente Risoluzione : La Dieta provinciale: 1°. Non riconosce profittevole all'azienda scolastica della provincia, nè conforme alla legge, la disposizione rilasciata dall' imperiale governo, secondo la quale dovrebbe venire concentrata appresso 1' i. r. Luogotenenza di Trieste, la sede dell' ispettore scolastico provinciale, e del referente pegli oggetti economico-am-ministrativi delle scuole, 2°. Incarica perciò la Giunta provinciale di valersi di tutti i mezzi costituzionali, affinchè l'imperiale governo receda dalla presa suaccennata deliberazione, e sia quindi mantenuta presso l'Autorità scolastica provinciale per l'Istria, la sede dei suddetti Ispettore scolastico e del Referente economico provinciali. Rimpetto a questa emergenza codest' Eccelso consiglio dell'Impero riconoscerà quindi di leggieri che l'approvazione da parte sua della suddetta posta del bilancio andrebbe ad assumere, nel concreto caso, una particolare gravità; poiché venendosi con tale approvazione a sanzionare implicitamente da un fattore legislativo dell'Impero una disposizione presa dal Sig. Ministro dell'istruzione pubblica in oggetto di inter- pretazione ed esecuzione di una legge provinciale, la quale fu giudicata dalla Dieta del Margraviato d'Istria non conforme alla legge 8 febbrajo 1869 sulla sorveglianza scolastica, esso Eccelso Consiglio pregiudicherebbe anche con ciò il principio costituzionale della competenza di quell' unica corporazione legislativa che dalla legge fondamentale dello Stato è chiamata, in concorso del potere sovrano , a sciogliere nelle vie costituzionali l'insorto conflitto ; quando non si rendesse altrimenti possibile di comporlo già in via amministrativa come ha per iscopo il secondo punto della surriferita risoluzione. L'Eccelso Consiglio dell' Impero troverà poi nella sua saggezza, tanto maggiore motivo a non convalidare formalmente col suo voto il proposto cangiamento del bilancio dello Stato, inquanto chè non potrà non considerare anche che il Margraviato d'Istria, sebbene abbia con Trieste, Gorizia e Gradisca un Luogotenente comune, costituisce, ciò non per tanto, in forza della legge fondamentale dello Stato, per se solo un paese della Corona, ed ha però pieno ed incontestabile diritto ad avere una propria Autorità scolastica provinciale, non concentrata appresso 1' i. r. Luogotenenza di Trieste, o fusa con quella degli altri paesi autonomi, i quali per tradizione burocratica, che non ha più senso alcuno nei rapporti di diritto pubblico, vengono ancora appellati colla denominazione di Litorale Austro-Illirico, ma bensì risiedente e funzionante nel paese stesso mediante gli appositi organi, voluti dalla legislazione provinciale, e come la posseggono di fatto tutti gli altri regni e paesi rappresentati in codesto Eccelso Consiglio dell'Impero. Per le suesposte ragioni la Giunta provinciale del Margraviato d'Istria fa petizione a codest'Eccelso Consiglio dell' Impero, affinchè il medesimo voglia ristabilire nel bilancio dello Stato per l'anno corrente al titolo dell'uscita "Sorveglianza scolastica,, la om-messavi posta peli' esigenza speciale dell' i. r. Autorità scolastica prov. per l'Istria. Leggesi nel Tergesteo del 22 febbraio. Parecchi possidenti dell'Istria sono intenzionati di rivolgersi al Ministero, affinchè venga alquanto riformata la direzione del tracciato della ferrovia Divaccia - Pola. Essi vorrebbero che la linea, anziché passare al di là di Pinguente sopra gli sterili contrafforti alpini, traversasse al di qua di Pinguente la fertilissima valle del Quieto. Questo grande bacino naturale avrebbe infatti diritto a questa preferenza, perchè esso conta 44 comuni con 60,000 abitanti ed è ricco di boschi e di pascoli che potrebbero divenire assai pingui. Se la ferrata istriana prendesse questa direzione, sarebbe facile cosa di tracciare tosto o poi una laterale da S. Martino sotto Pinguente per Piemonte alla volta di Cittanova, che situata su magnifico porto naturale, esporterebbe i prodotti della vallata. Questi, oltre i famosi legnami di Montona ed i vini, sarebbero le animalie che in quelle pianure, meglio irrigate, troverebbero un' eccellente pastura, ed i prodotti d'un caseificio, utilissimo per Trieste. La valle del Quieto è ricca anche di carboni, che non si sfruttano più per la mancanza di strade e la lignite stessa potrebbe invece prendere la via del mare unitamente al vitriolo e all'allume di Sovignaco. ^f1" VARIETÀ. Il sovescio dei lupini per la concimazione delle terre sciolte e magre. (dal Bollettino della Stazione Chimico-Agraria di Roma). Noi crediamo di giovare a tutti i possessori di terreni magri, ripubblicando alcune delle considerazioni e deduzioni con cui l'egregio prof. F. Šestini, direttore d<41a stazione agraria di Koma, accompagna le risultanze delle analisi chimiche fatte, spiacenti solo di dover ommettere per brevità molte notizie e tabelle di cifre, che sarebbero da sole una dimostrazione. ......„Prima di tutto giova notare, come col sovescio dei lupini fioriti si può giungere a somministrare al terreno chilog. 133 di azoto per ettare; — quantità veramente considerevole, e che corrisponde a 26 tonnellate circa di buon concime di stalla, contenente (ciò che però è assai raro) il 5 per 100 di azoto. E qui cade in acconcio di richiamare l'attenzione dei coltivatori dell'agro romano sopra un fatto speciale. Essi hanno quasi ogni anno da lamentarsi senza alcun conforto dell'estrema aridità che soffrono le loro terre sciolte nella stagione estiva. Provino a sovesciare in quelle povere terre il lupino in erba, come certamente facevano i loro antichi progenitori, e vedranno che la grande quantità di sostanza organica, che per tal guisa verrà ad incorporarvisi, renderà il terreno più igroscopico, quindi più adatto a ritenere 1' acqua di cui s' imbeve quando piove, come anche ad assorbire l'umidità che nelle notti si depone sotto la forma di guazza e di rugiada ; e per conseguenza i loro campi saranno meno, ma molto meno soggetti ai danni della siccità. — E questa una facile e semplice prova che tutti possono fare; ed insistiamo nel raccomandarla, perchè con essa crediamo che tutti possano procurarsi la certezza che il sovescio fatto con lupino allo stato erbaceo vale ad un tempo, come eccellente concime, e come buon correttivo delle proprietà;fisiche delle terre coltivate. „Secondo le risultanze ottenute in Francia, un ettare di terreno riceverebbe per mezzo del lupino sovesciato in fiore chilog. 93x/8 di azoto; cioè s/4 soltanto della quantità da noi trovata; ma ciò, al certo, deve dipendere dal modo e dal tempo del sovescio. Se, infatti, si sotterra il lupino appena spuntati i suoi primi fiori, allora la pianta ancora tenera e tutta erbacea trovasi men provvista di azoto di quello che sarà poi quando avrà compiuta la sua fioritura. Le piante di lupino da noi analizzate, come sopra è detto, avevano anche dei frutti graniti, e per conseguenza noi dovevamo trovare nella intiera raccolta delle piante falciate più azoto di quello assegnato al sovescio di lupino dagli autori francesi che trattano di cose agronomiche. „Sarebbe ora da vedere, se convenisse meglio sovesciare il lupino appena comincia a fiorire oppure quando è intieramente fiorito e porta già qualche frutto granito. Nel primo caso si introdurrebbe nel terreno (questa è cosa certa) un pò meno d'azoto che nel secondo ; allora, cioè, bisognerebbe contare più su 931ji chilog. di azoto per ettare, che su 133 chilog. Per altro le piante, essendo ancora in istato erbaceo, si sotterrerebbero bene e con poca fatica, mentre, per lo contrario, quando esse cominciano ad avere frutti già ben formati, i loro steli sono in parte legnosi, e difficile e dispendioso riesce il sotterrarli. — Per parte nostra, quindi, siamo pronti ad appoggiare piuttosto la prima che la seconda maniera di sovesciare i lupini; anche perchè, se le piante erbacee facilmente e presto si scompongono, si unificano e sono in grado di correggere assai presto e bene le attitudini fisiche e meccaniche delle terre sciolte ; gli steli del lupino semi-legnosi, iu quella vece, stentano ad alterarsi, ed in qualche caso possono rendere più soffice il terreno di quello che non sia da per sè stesso. Aggiungiamo ancora che per avere i lupini teneri ed erbacei, potrebbe essere utile adoperare 120 e 150 chilog., invece che 100 chilog. di seme per ettare, imperocché la seminagione fitta non può dare piante eosì robuste come si sono avute nelle nostre esperienze. In Toscana si usa il seme di lupino per concime delle terre, e specialmente il Ridolfi ed il Cuppari, nomi di venerata memoria, fecero molto per estendere in quella regione l'uso di tale ingrasso efficacissimo per varie colture. Nel Pisano segnatamente qiiesta pratica, per i saggi consigli del secoudo, è quasi divenuta abituale, ed essa si è diffusa da qualche anno anche in Romagna, ove il cavaliere professore Giuseppe Ricca-Roselliiii caldamente la raccomandava, con notevole vantaggio della coltivazione del granturco e del riso, adoperandosi più comunemente i semi grossolanamente frantumati. Nel Pisano, come in altre parti della Toscana, si danno alla terra i semi di lupino leggermente torreffatti, ponendoli nel forno appena toltone il pane. — In generale i contadini che si valgono di tal maniera d'ingrasso, ne sono contentissimi, e ben volentieri la sostituiscono al letame di stalla........" F. Šestini. Ringraziamento. Il sottoscritto a nome di tutti i membri componenti le famiglie Pallina e Maraspiu, rende i più vivi ringraziamenti a tutte quelle persone che cortesem-nte assisterono all' Ufficio divino celebrato nella Chiesa Concattedrale in suffraggio dell'anima della defuuta nipote, e rispettiva figlia e sorella Francesca Mara-spin. Capodistria 24 febbraio 1874. G. Pallina. Errata-corrige. Neil' ultimo numero, vedi pag. 1413, ultima colonna, penultimo capoverso; invece di „rigare": rigore-, e, pag. 1416. seconda colonna, in fine ; invece di „ferir" : serir ; invece di „farmentar" : sarmentar ; e. pag. 1417. prima colonna, capoverso: Tutto serve alla storia ecc. ; invece di „vana" : varia.