Xa TuxUhci ¿oüa ORGANO BELIZ UNIONE ANTIFASCISTA ITALO-SLAVA PER a CKCONOARIO DELL' ISTRIA m m ssr 'ZÆ't y/Wf,........... « ■ ihaisfiñBÍ 'íM k ' 4 M t». Direzione - Kedazione - Ammia. Via Santorio 26 - Capodistria tel. 170 ANHO V. 1 lo. 239 Capodistria. Lunedi 21 aprile 1952 5 Din. - IB LIHE ABBONAMENTf’ T. i.. T. Zon» Juanriav» p nella R. F. P. J. Armo din. 250.— sem. din 130.— Sped, in c. c. postale. UN CUDRE ED UNA VOLUNTA IJMÄ SOLA VIA NUOVAMENTE 30.000 PERSONE, t IL FRONTE UNITARIO ANTIFASCISTA Mai più I’Italia a TRIESTE! La classe opérala sa trovare in ogni circostanza, per quanto siano intricate ia manifestazioni esteriori degli avvenimenti, la.giusta vía. La trova per istinto, per la coscienza della propria mansione storica. Per-iche gli interessi del proletariato esulano dalle macchinazioni politi-che e mirano soltanto alia realiz-zazione del fine superiore di una societá nuova, socialista. E’ impossibile ingannare a lungo — dunque —- la classe dei lavora-iori. Chi tenía di jarlo, o prima o poi, deve scontare il suo tradimen-to. Vengono i momenti decisivi, ed allora le parole, le doppie facce non servono piü. Solo chi é onestamente salle posizioni di lotta della classe opérala puó camminare avan,ti a testa alta, gli altri vengono spazzati via, stracciati. Un tale momento decisivo é scoc-cato da noi. Oggi si sta decidendo chi, di fronte alia classe operaia, puó camminare a testa alta. II lavo-ratore triestino, cosciente della portata di guando avviene attorno a luí, preoccupato delle trame che si stanno tessendo a suo danno, non e piü disposto a sopportare passiva-mente gli avvenimenti. Egli cominera sempre piü apertamente e sem-pre piü decisamente ad alzare la sua voce che condanna in primo luego il tradimento di quei dirigenti che per alcuni anni sono riusciti ad ingannarlo in nome di interessi superior!, estranei alia classe operaia e contrari alia causa della pace nel mondo. Oggi, quando si deve gio-care a carte scoperte il connubio dei cominformisti con le correnti piü reazionarie del neofascismo italiano é cosa troppo evidente perché lasci nell’indifferenza i lavoratori triesti-ni. Essi l’hanno detto chiaramente in mille circostanze che del capitalismo italiano a Trieste non voglio-no piü sentirne a parlare e ancor piü chiaramente con le armi in pugno hanno dimostrato di non volar sopportare il fascismo, che a Trieste non puó che essere la lógica conseguenza del primo. Gli operai comprendono molto be-ne quello che Vidali si sforza di nascondere ai loro occhi e cioé che la política cominformista, per ra-gioni ben comprensibili di carattere esterna, é in completa antitesi con gli interessi della classe operaia triestina. L’hanno compreso il 22 marzo, se prima erano ancor in dubbio. L’han- no compreso leggendo le dichiara-zioni di Vidali durante la sua turnee nelVItalia meridionale, l’hanno compreso chiaramente nelle ultime fíettirrume vedendo la 'mositruosd macchinazione messa in atto dalla stampa ufficiale cominformista che manifesta sempre piü sfacciatamen-te la política bifronte dei dirigenti cominformisti con le contraddizioni di principio fra la prima e la quar-ta pagina. Per i dirigenti cominformisti sará infruttuoso ogni tentativo di riabi-litazione agli occhi del proletariato triestina. Non serviranno piü le smentite e le giustificazioni di Vidali, né le calunnie di Pocecaj sulla. zona B, né i congressi né la cam-pagna elettorale. 11 proletariato triestino ha tróvalo la sua via. Quella dell’unitá della classe lavoratrice in lotta contro il capitalismo italiano e contro tutti gli intrighi cominformisti. Uni-tá, fronte antifascista di lotta per la realizzazione degli obiettivi che nell’odierna situazione sono raggi-ungibili: i&tituzione della confor-mazione statale triestina, indipen-dente, nella quale la /orza della classe lavoratrice imporrá dei rap-porti sociali e condizioni di' vita superiori. Questa meta é reale, rag-giungibile. E’ perra realizzata. La classe operaia triestina saprá trovare, nelle condizioni specifiche di lotta, le forme corrispondenti per il raggiungimento dei fini superiori dei suoi interessi di classe. Dalla vita di Trieste saranno estromessi. o prima o poi, tutti gli intriganti che in una o nell’dltra maniera ten-tano di assoggettare il movimento opéralo lócale per inconfessabili sco-pi politici estranei agli interessi dei lavoratori stessi. Ed in primo luogo sará proprio nelle organizzazioni sin-dacali che i lavoratori faranno pu-lizia dei dirigenti traditori. Queste constataziom emergono dall’analisi dell’odierna situazione a Trieste. Cosí la pensano i lavoratori, cosí faranno, piuttosto prima che poi. E 10 faranno tanto piü fácilmente perché sentono che in questa lotta go-dono del forte appoggio dello stato e dei popoli Jugoslavi che nella loro lotta per la propria indipen-denza impongono sempre piü decisamente nei rapporti internazionali 11 rispetto per l’indipendenza e la sovranitá di tutti i popoli e di tutti gli stati, grandi e piccoli, e quindi anche di quello Libero di Trieste. Basta col fascismo I Hanno gridato quattórdicimila Buiesi giovedl scorso UN ASPETTO DELLA MANIFESTAZIONE DI BUIE Nuov,anuente folla strar.ipainte nella piaizza dii Bute, diname! al palico, nelle vie adiiaicienti, sotto un mane omdeg-giainte ic'li ibandliere e id]¡ scritte. Dai paesi aesrappati alie colline d¡ Gri-siginana doive la terra é avara di doni, dalla dole i baize Kiel mom.ianese rieche di vino bueno, dai fertili de-cliv.í e jjianiuine della costa, dalle fab-briclie, dai camjpi, dalle 'ba-rche fen- deinti Toscunitá dalla notte sono gium-ti questd uomlini cudi dalle maní callase, dai' volt! aibbromzati dial solé, e giunta l’imipiegata imtaelletata e i’o-peraio In tota, per grillare dalla ipiaz-za di Buie ole iil fascismo non lo vo-gliamo piú me a Trieste né altrove e che si cess; coin la Comferenza di Lon,-dif'a e si toigano i priVilegi che Gitana, ha gliá a Trieste perché per gli imperialisti 1’appetito viren mangiando e dopa Trieste vorrebbaro e giá vo-g,liona Tlstria, la Dalmazia e «lepo forse vorranno 1’Uiini.a, la Daoia, la Macedoni.a, e che. so io, perché giá fuiono di Roma. ¡La, fcilla si agLa, uría, impreca, protesta, ¡minaccia perché il fascismo l’ha prcivató sulle proiprie spal,le e nom ne vuele più saperia mié di lui né dellTta-iih, doce sta ouovamenbe nisorgendo, portato dalla ventata di setoviftismo e inadantisimo e c’é. anche il párroco d; Mo-miano perché l’oppressione n,a-zcnale e lo sciovinismo, portato per-simo suglit altari da Santiin e dai suoi simili, non li puó proiprio inghior.iré. — Siamo stati da isiecoM ogigetto di cpipressione .nazionale, sociale e po>-Utica dello stramiero — echeggia mella ¡piazza la vece di Medica Eicmtaio * Porami Modesto di Grisigniain.a che lo aScalta, ripensa ai tre anni ,e mezzd passati nelle icarceri fasciste, smangia-to dalle ciimicí e dalla siporciziia, pensa alie basten,atore delile caimicie nere D'ezm.an e Bragabiianca, al peregrinare per la J'Ugosliatvia, TAustria, la $o e gíü s¡ sono venute a saperia cose veramente jnteressanti sulla sorte loro toe* cata. La maggioranza di essi, ormai in-servibili pedine nel gioco del C. L. N., sono ridotti a mendicare asilo pres-so parenti e conoscenti ed a vivere per ancora un pt> di tempo sui ri-sparmi, accantonati con le prebende ricevute dai C. L. N. durante l’eser-cizio della loro «missione» in zona B, per non rtidursi nelle condizioni di quelle cinque mabstre alloggiate tutte assieme in una stanza in via delle Zudecche, costrette a dormiré per térra su due materassi e morir d’inedia. Essi sono, ormai relitti ¿pila societa, senza prospettive. L’unico conforto che a ioro rimane é quello di recarsi agii arrivi dei piroscafi per calmare la loro nostalgia con la vista di volti conosciuti ... Qualche altro, piü fortunato invero, ha trovato il párente caritatevole che gli ha dato ospitalitü, come Degrassi Adriano, giü ínsegnante ad Isola, che fa «el pek» in via Madonna del Ma-re presso una sua congiunta. Molti avrebbero voluto tornare súbito, ma sono stati impediti nel loro intento, come é il caso della maestra Manzin, da Strugnano, e dei Vina binante d¡ educazione física presso il Liceo Ginnasio di Capodistria, De Carlj Bruno, cui sono stati tolti i documenti. Piü fortunato degli altri invece, forse l’unico piazzato, Corbatto Piero, ha trovato finalmente ció che fa per lui. Delle persone, venute in reda-zione a riferircelo, lo hanno visto pa-voneggiarsi in «jeep» ¡n compagnia di un noto agente del S. I. M. (ServilTó Informazioni Mil ¡tari), esule umaghe-se ed ex ufficiale della milizia. Si vis-de che il mestiere dello spioue gli é entrato nei sangue. Una persona ci ha detto anche che qualche insegnaníe, in procinto di rientrare a Capodistria é stato messo in guardina per qualche giorno e co-stretto a tare 1’ «esule a tutti i costil) per alfoliare il ridotto del Rossetti ed applrudiire Reclus Vascotto (il noto pgen'ts del C. L. iN., salito agli onori delle cronache giudiziarie durante il recente processo di Capodistria) ben pagato e pasciuto per invocare l’aiuto «di Dio, dei Governi e diegli uomini» per «salvar,':» l’Islria. Ma perché non i nocir tocia per intanto lui a daré il buon esempio, aiutando e salvando le prenrie vittime! Forse non servono piü? ... Zero in matemática Ncin sodidisfatto d'al titolo a quattro colonne diedicato igtovadi 17 alia <«ma-nifeptazione di isleñísimo panslavista)) — come viene ¡chiamato il gmandé co-miizio di CapodiistPi.a — ü «Gionnale di Trieste» tonna alia, cariica il giorno successivo con un’altra ant'iiooilessa. II «Giormale di Trieste» scopre che a «Capoidistria sano State Catite aífluire oon ogni meziza malte miigiliaia d¡ ,persone», cioé «Eiqua\d¡re dii aittivisti 'han-no battoto ,1a camipaigima iper. raicjmiOr lame i yilílliciii», mentre a Uimago ailtrl attívisti, «a bordo di autovettuirie ,e dii jeeps, hanno perco,rso in tungo e in largo la cittadlina, miihacciando di marte gli umaghesi che non fossero jnterveinuti alia maniifestazione indetta a Buie». 11 candido foglio concluide che sello in taili maído si: spiega «l’af-filuenza idi miasse mai regístrate finio-ra» (cosí é soritto). La cosa imipoirtante che il «Giornale» si 'proipoineva era quindi idimastrare che ,j 30 ml;la mian.ifestanti di Caipo-distri'a e di Buie enano stati costnetti a raociogltiersi con la forza. Pecicato che tanto brillante imipegno non convinca neseuno. Ce ne displace pe,r i si®nor:¡, del «Giiomnaile». Tutt,o quello che posslamo fare é ,di consiglianli a fraquentane un corso, magari serale, d¡ matemática elementare. II primo problema potrebhe esiser iquesto: per raiccogliere 30 milla persone con la forz;a quan,t¡ attívisti, ibilsogna úmpie-gare, considéralo che .la .lógica suS- g.erisce che per .riidluirlriei a miti con-siigili un «recalcitrante» acoorre almeno un attivista? * 1 , ; Bandiere dl sole, sin dai primo mattino, il 17 aprile a Capodistria. Aria di jesta e sapor di lotta prean-nunciavano Vimponenza della ma-nifestazione che doveva . svolgersi riel pomeriggio. Di bocea in bocea correva la voce: tutti in piazza, non uno manchi. All’appuntamento nessuno rolle maneare. In piazza c’era un nereg-giare di folla rumorosa e variopinta; sulla folla ancora bandiere, cartelli, scritte confuse ai canti, agli applau-si, alie musiche. Erano arrivati da tutti i villaggi dell’interno i contadini dalle scarpe polverose e dai volto rugato, dalle cittá e dalla localitá della costa gli operai ancor odoranti di fabbrica, i pescatori dai volto abbronzato, gli impiegati con la cartella ancora sot-to il braccio, gli študenti vivad e chiassosi, le mamme, i figli i padri ad anche la nonnina c’era, es sa che piú di ogni altro la sapeva raccon-tare lunga sulle angherie che atiera súbito per via dei fascisti, sulla jame, sui pomodori gettati a mare, sui carabinieri che erano venuti a prelevare suo figlio e suo marito, sulle piante dei piedi che aveva lo-gorato scalze sulla strada per portare il latte a Capodistria per un blanco ed un ñero, sull'incendio della sua casa di Šmarje ... Ce n’era una appartata che sembrara assen-te, assorta in profondi pensieri, il viso serio e muto. Pensava al figlio suo, morto, e si meravigliava come essa stessa sia poluta sopravvivere alio strazio. Migliaia di cuori, un battito solo, volontá, mille e mille sguardi tesi al podio, verso la bandiera, la stella rossa: «¡Wai piú Vitalia a Trieste!»; e mille voci: «Diamo la vita, Trieste no!». E l’eco dell’antica Loggia ripeteva il motto che si rinnovava ancora e sempre piú forte. Ed ancora le voci a gridare, gli sguardi a dire: «Abbiamo liberato Trieste, supremo difenderla!» e «25 anni di fascismo bastano!» e tutto ció che spontaneo sgorgava dall’animo e che caprina le parole di Parenzan Antonio che parlava a loro nome e di-ceva le stesse cose, diceva che di-fenderemo Trieste dai fascismo, che nessuno puó piú decidere senza di noi, senza il nostro paese,, che pen- sino piuttosto a daré al loro pópalo il pane ed il lavoro, che al tavo-lino verde di Londra ¡ non si puó decidere nulla e che la piantino e ci lascino in pace. II grande oratore era la massa: «Via le mani insanguindte dalla nostra terral», «Jugoslavia, Jugosla-via!», «Evviva il comvagno Tito!» scandivano, si ripetevano, si con-fondevano fra loro e si ricongiun-gevano in único applauso, in único motto scritto nell’aria solenne: «Sapremo difendere il postro, Val-trui non vogliamo!». E lo dicevano in sloveno e in italiano o un pó nel-l’una, un pó nell’altra lingua ed applaudivano ancora e sempre piü forte, anche, quando qualcuno non riusciva a capire bene la lingua dell’oratore, tanto si sapeva che era dei nostri e qualsiasi cosa dicesse andava bene, anche se l’avesse det-ta in arabo! Sempre applausi ed ancora ap-plausi, confusi alie bandiere, alia scritte e voci, migliaia di operai, contadini,' študenti, intellettuali, voci del popolo, quelli di Maresego e quelli di Sicciole con quelli di Pira-no, Isola e Capodistria, tutti per u-no e uno per tutti. Sguardi di fuoco e muscoli tesi, il braccio in alto nel saluto del pugno, qv.el pugno che giá abbatté la belva fascista e che ancor sospeso, pronto, se neces-sita, a riabbassarsi con violenza alia prima velleitá, monito ed invito alia difesa dai pericolo a tutti i popoli del mondo. La piazza era troppo piccola per tutti. Non ce ne stava piu uno nel qy,adrato e nemmeno ad un angoli-no, anche se tanto piccino appena da vedere. Anche quel campanile con la sua sporgenza sembrara di troppo, era di troppo e fortunato chi pote va approfittare di qualche finestra. Il piccolo študente col cartello in mano si agitana, con lui si agitana la mano callosa del lavoratore e quella piú esile dell’impiegato, del maestro, s’alzava la voce acuta della giovane canta dina e quella enérgica e metallica del pescatore a dire al mondo la nostra volontá: «Riu-niti in questa piazza, Sloveni, Ita-liani e Croati dichiariamo decusamente. che non riconosceremo iy ri- sultato di alcuna trattativa cui non partecipi la Jugoslavia, il nostro paese. Esigiamo che la conferenza tripartita ‘di Londra cessi immedia-tamenle e che vengano tolti all’Ita-Ha tutti i privilegi e le concessioni di cui essa gode attualmente a Trieste a vantaggio dei fascisti ed a danno della popolazione triestina. Noi richiediamo che vengano garantiti agli Sloveni in Italia ed a Trieste tutti i diritti *nazionali-, dulturali, sociali e economic!.» Co si ha detto al rriondo il nostro popolo. Ha detto chiaro che la sua volonta dere essere rispettata, che senza di esso nulla si potra conclu-dere, che chi volesse soltanto tenta-re di intaccare i suoi interessi vi-tali, trovera il pane per i suoi denti, anzi il piigno per la sua testa. B. A. Sviz'zera e la Francia per síuggire alie «amore,volto cure dolía gran timadme» che gli prometteva Ja eamiela a stiniisicie e pane © tonoidagilia, perché del fascismo non ne vioileiva sapere ¡n¡am-m'emo allo.ra e fágiurliamoci oggi che s’é .ingrassato, che sta bene ed é libero idi dire ció che vuele. — I migOiiori .nostri figli sono cadu-ti iper la liberta e su di essa s’alliun-g.ano oiggli le miaña raipiaci dai fascismo italiano. — vibra la voce d¡ Gomia« tra ,1'e case iper disperdersi sulla col-lina dove damina ill monumento alia fine delil’cippressioinie asotánate: il Gin-naslio croato. Muta,, palii'da ne¡ vestitl neri, col viso soícato di rughe Morgan iGtoviainna laiscralta. Non. ne sa malto dalla conferenza di Londra, sa sol-tanto che in qualohe parte vogliono che Vitalia ri,torni a Trieste e che i ■fascisti voigl'iono la zona B, Vlstria e la Itelimaizia.. E i fascisti le hanno. uic-ciso fl figlio. Non s’agjta, non protesta ma il siuo muto doleré é la protesta ipi.ü st,raziante dii una madre che non v¡uoil vedere il ritomo degli as-sassiini dai proprio figlio. — La nostra térra, le nostne case, ,i¡l frutto di sudori raggranellato con miille e mille fatiiohe' fimivaino all’in-,capto, preda ideiiViiingordiBia insaziaibil-lé dei signori. 'Questa é Vitalia, che la mostra gente ha conosciuto e che tale esiste anche oggi — aífemma Jukič Ivan — feo. Sotto la tribuna le mase elle dei fratelli Descovich di Bo-lara Si, rlinserraino, ¡i ipugni si alzamo, a miorte jl fascismo, ,per le lacrime del loro padre spairse a,l memento della confisca di tutto i,l leño aivere, can-tro gli uffieiali esaittaniali con M fase,io o lo sendo ero,ciato alVoiochliellIo, ©ridlan piü forte per 11 loro padre che ipieno idi rabibia ha dioivuto rima-inie:re~a cíasa perché ,g 93 ain,n,i é vec-chio e pieno /di acciacchi mentre a- v.reb'be voluta anche lui Emitíame ab-¡basso il fascismo, viva la riform.a a-graria, viva Tito e la, Jugotslavlia che gl/i hanno ridonato la terre e la casa e lo hanno reso felice negll ultimi "ainüm oelia sua vita. E grida Saiin'Gio-vann.i e (Ricihtar Antonio e Zaochiigna' Domienico e Vattcvec -e Pozecoo e m/¡-gliaia di altri ex coto,ni perché vo-gliono che la lapide che hanno messo, su quattro anini fa -proprio in questa piazza resti per sempre lá, muto testimonie di un pasisaío che n¡o,n riitor-nerá mai piü. E gridano quattccdicl ralla bcoche perché il vino, non é piú a t,renta. cen-tesimi ,ail litro, non c’é la battaglia del grano, le tabelle v'ietato parlare slaivo e le ta:sse che portava.no a,l se-questro e alia icohfiis'ca e tutto que-stoi »i chiama fascismo che alza oggi di nuovo la cresta e trama centro gilí opp,ressi e ,gli sfruttati di ieri. Gridano quattordicli mila bocche e ncm so-no solé; con, loro sono altri sadici millón,} e quelle di totta l’umanita pro-grcssisita del mondo. «Consi'deriamo che la Conferenza dii Londra rapipresenta un premio per gli aggmessori della passata guerra mon-diale e stimoilo al risorgere di ap-petjti imper i al,isti'c i verso gli altri paesi in'ei 'OimcoW ,irradien,tiisti e neo-fascisti de:ll igoverno ItaM.aino. «Dfccutere su Triaste senza la Jugo-savia significa diana uin. nuoivo e ;piü 'forte 'impulso alio sviluppo del fascismo in Italia che per la seconida volla nell’ultimo tranten>nio apipare cióme }il pioniere del fascismo in Europa» —- hanno scritto fra 1’á.l,tro i cfuattordlci mila Eli Goveirmi d'egli USA e 'della Gran Bretagna priima di ri-tornare alia solerte opera quotidiana. M. B. BELGRADO. — Randoph Churchill, figlio del Premier britannico e cor-rispendj nte del «Daily Telegraph», e giunto sabato scorso a-Belgrrdo, pro-voniente da Capodistria. LCNDRA. — La dejegazione triestina presentera alla Conferenza su Trieste un memoriale scritto in cui esporrà il punto d¡ vista dei partiti tíiimoicraíici t.íifisjTBi sui prob'ama del T. L. T. * RAHWAY (New Jersey). — 232 for-zati di quel penitcnziario si sono ri-beilati all’amministrazione carceraria e si trovano assergliati giá da S Storni in un’ala deU’cdificio. LING ANNO COMINFORMISTA I cominformisti triestini hanno inl-ziato la campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative dei 25 maggio con una riunione del loro co-mitato céntrale e la pubblicazione di un manifestó in cui riaffermano di essere per l’ap,plicazione del trattato di pace e cioé per la costituzione del TLT. Ancora una volta evidentemente vogliono ingannare l’elettorato pre-sentandosi sotto la maschera dell’in-dipendentismo, nel tentativo di sfrut-tare i sentimentí della popolazione triestina che ha dimostrato e sta di-mestrando di essere contro ogni pro-spettiva di ritomo dell’ltalia a Trieste. E’ peró diffíciie che il gioco pos-sa loro riuscire. Negli ultimi giornl infatti la collusione tra cominformisti, neo-fascisti é divenuta piü evidente che mai, sia in Italia che a Trieste. SulVnUnitü» del 25 marzo Berlin-gusr si dichiara per l’applicazione del trattato di pace e per la costituzione del TLT che «salvaguarderebbe l’ita-fianitá di Trieste e del suo territorio senza compromettere la soiddisfaziane delle postre aspirazioni nazionali». La domenica successiva sullo stesso gior-nale Paietta scriveva che «Vitalianitü 300 MILA DIMOSTRAMTI A BELGRADO, 200 MILA A ZAGABRIA E 120 MILA A LDBIAWA ABBASSO L' ASSE ROM A-MOSCA «Abbasso l’assie Rom¡a—^Mosca», «Ab-hiiamo Liberato Trieste e la sapremo dlifendere», «Non idlia.mo Trieste, la nostra airmata é forte», queste le frasi di circa 300 mila dimos,tramti a Belgrado, iunedi scorso. Mai le vie e te pialzze ideíila capitale hamno visto tanta folla entusiasta e tíecisa. E’sta-to uno spettacolo imdescriviibile. In quel memor ab i le g,ionio é apparsa in tutta la su,a imiponieraza la fermezza e la volontá dii tutto il pepolo di opiporsii ad ogni tentativo tíi mercan-tegg/iare alie spaille della Jugcslavia socialista. Gilí apiplaus} e le evazioni coiprivano le iparcte degli oratori. Mairtedi scorso é Etata la voí.ia- di Zagabrla. Oltre 200 rr.lila ipersane han-no affcflato all’iinverosimiile la ,picaza della Repuibbliíca. «Diamo la vita, Trieste no!», «Se bisogna salvare Trieste, compagno Tito, eociocil», sono state le r,¡aposte tíeii icittaidini della capitale della Croazia alte mito im-peirialistiche tíel Goveirinio di Roma. Ancona imiartieidi si Bomo aivutie d'ilmo-strazioni a Belgraidlo, Spalato, Flume, Tuzla, Osijek, Leslkavac, Koagiujevac, Bitolj, Gosbiva'r, NiS, Titograd. Melle igiomate di ¡Liumedi e marbedll citre un milione di persone ha proclámalo nuevamente al mondo: «Senza la Jugoslavia non c’é alcuna solucione!». A Luibiiana lie idliimosíiraalonii, .imi-ziatcsii luin.edll scorso, sono prasegiuite per tutta la setí,imiana, oulminainidio iin un imponente ammiaEsamiento sulla piaizza del Congre/sso, cui hanno par-teciipato oltre 110 milla persone, 11 ipnísidcnte idel Governo Stoiveno, comip. Miha Marinko, ha ipairliato alia folla ¡int'eirr'Oíto da frequenfi e 'Pro-Juingate ovaeioni. «Via le mani dalla n,cistra térra», «Morte aU’cdiato fasci-smio», «,Senza ,1a Jugos!,avia noin si puó deciderie mullía», igridaivano i ma-nifeataintil. Il» comp. Miha Mariinko ha iniziato 11 suo d.Sicoirso 'rilevanido come Lu-tliama sia lin agitaiziome giá da una settimana, al pairi di Zagijibria, Belgrado e d¡ tutte le iloicaDitá in ogni paute della federativa, per cípcirai al tentativo di 'ignorare i diritti del 'nostro paese ail.lia comferienza di Londra e per esigere la cessazione di essa. Dopo aven1 imiesso din evideniza come la política dei circo!! dirigenti dai GciVerno di Roma, dei ipai'':ílt!i po-li.tici ftaliiani — dai fascista ai com-liníorrrlisM e democristlani — iprosegua le tradiz’ioini delVírredantismo e del-l’imperiar.ismo italiano, il comp. Ma-triniko ha sottciameato come i nootri ipopoli, ,¡ quaili hainno 'esp/eS',imán,tato l’opipressione fascista, si sentano ln-digmati peo ,11 fatto che ¡gli oediden-talii abbiamo tanta riisuardli' ed atben-ziomi verso le rivendicazioinj, territo-Td a l i dellTtallia . Parlando suilla política ulei cominformisti lítaliaini, il ccimip. Marinko ha rilevato i’identitá di vedute de¡ pala, dini di Mosca coni i fascisti itali-ani, alio, acopo dii portare danno alia JuigoBlavla socialista. II coimip. Mi'Hai Maränikoi ha quindi afferimato che il ipopolo italiano non ha alcun interiease a seguiré ,¡ suoii di ri,senti, poiché eeisi lo hanno sempre conidlotto in .awienture pericolose contro gli altri popoli, ció che é di-mostrato dai poco impegno ohe ,i! sel-dato italiano ha sempre messo melle varié guerra d’aggressione in cui é stato trasciinato contro i suoi stessi Interesal ed! ¡in particolare nell’,ultima. Conicluidemdo il loomip. Miha Marin-kq ha diicihiairato: «La nostra rspi-n-izidne, espressa da! nostri, popoli, dai dirigenti sino all’,ultimo .cittaidtao, é quella dii conseir'ivarie ila ipaioé e dii cip-porsi a tutti coloro che osas-ero mi-nacoiare la inostra imdiipanidenz.al e la nostra sovranitá. Ció é stato ,proclámate chiaramente e ad alta voce in tutto il nostro paese nelie imiponanti manifesta'Ziicni,, Bn ,'quielsitie dliimostra-zioni dicihiiariiamo che non sopporte-remo ulteriori 'mercanteggiaimienti con i nostri interessi. Morte al fascismo, liberba al popolo di Trieste!» I manifest anti di Luibiana hanno apiprovato unia risoluzione nella quale chiedono ohe la conferenza di Londra cessi imimediatamientie, che a Trieste Sji ilntroiduca l’eguaglianiza dei diritti per gli sloveni, che ,si rcsti-tuisc.a agli sloveni la Trieste ed in Italia, d. :ben,[. loro toitii, dal 'fascismo e che si t'ichiami alVoirdine i tras-gresscrli.del trattato «3:1 ¡pace. Le tma-nifeistaaiomi siono iproeegiulte fino a tarda notte per le vie di Lubiana e seno continiuate aniche i giorni se-guenti. Aitre dimostraiicni si sono avute a' Titovo Užice, a Kiumanovo, a Zenica, cui hanno parteoiipato rispettivamiente 15 mila, 30 mill,a e 20 milal ipersone, a Cl upri a, ©cic. ■■ ! »‘t1 A Maribcir ed in aitre localita; della Slovenia,, del Litorale siloveno’ e ifiiellTstiria le d mostrazioni si s^no( pirctratte tper tiutlia la settlmana. :Par-| ticolarmente impomenti ©sise sono state a Maribor, «ve i parteci'panti eira-1 no 120 mila, a Pcia, a Flume, a Ro- ViigjnO. “i; di Trieste é nel cuore di tutti gli ita-Is».:». Nello stesso numero, il gior-nale cominformista definisce «vittime del terrorismo titista» i cinque cittadimi della nostra zona condannati dai tribunale militare deil’APJ a Ca-podistria per spionaggio a favore del CLN, orgünizzazione reazionaria questa che la stessa «Unitá» ha definito «strumento dei governo De Gasperi». Il fatto che al consiglio comunaie di Trieste si sia registrata una ccom. movente» unanimità in funzione anti-jugoslava dax cominformisti ai monar-chici e ai missïni, viene definito ctal-i’nUnità» un grande avvenixniento politico». «Trieste città italianiissima», «bisogna difendere l’onore nazionaie» «porre fine alie stragi nella zona B», questi ed altri gli slogans che dalla stamp,a di estrema désira si sono tra-sferiti cc-n disinvoltura six queïia cominformista. Noa per nulla l’Unità del 29 marzo, per sostenere la sua tesj del cosidetto «infame baratío», prende in prestito brani di giornali conte il «Messaggero Veneto», il «Gior-n'àte di Trieste» p persiino «Vita Nuova», organo deU’aziàne cattolica triestini. Per non parlare poi delle cro-nache apparse sulla stampa cominformista a proposito delle manifestazioni irredentiste, inscenate da pochi gruppi di študenti scalmanati, in ai-cune città d’Ita'lia. Cose da fare in-vidia a qualunque giomaletto reazio-narxo- Secondo l’Unità a queste manifestazioni avrebbero partecipato ex partigiani e democratici. Corné si spie-gano ¿llora episodi come quelli di Roma, dove i manifestanti hanno rot-to le vetrxne dell’Unità in via Quattro novembre e urlato sotto il Palazzo delia direzione cominformista in via delle Botteghe oscure? La veriíá è che glj ex partigiani e i democratici non hanno avuto nulia a che fare con !e dimostrazioni fasciste. Nci- l’atmosfera che queste creano alligna iî nazianallüsuo più cieco, io sciovinismo piü fanático e la classe operaia non solo perde terreno, ma ri-schia inevitabilmente di divenire essa stessa o-ggetto degli attacchi naziona-listi. E a determinare una tale atmosfera hanno contribuito notevolmente la siampa e i dirigenti, stalinisti. Ció è tanto più chiaro a Trieste, deve Vidali fa i’indipendeniista, mentre parlando a Bari dichiara che «bx-sogna» salvare la città italianissima, prima che diventi un cimilero di ita-liani». Nella città nella quale la ga'z-zarra fascista è più forte, Vidali la ignora semplicemente e tenta d¡ di-stogiiere l’attenzione délia classe lavoratrice dai pericolo dei fascismo, ur'ando a squarciagoia che si sta atinando il cosildetto infame baratío, che esiste solo nella sua testa, e che il nemico da battere è la Jugoslavia. Introducono in zona A l’antidempcra-tica legge degli apparentamenti, che tende a salvare le posizioni degli irredentista eid egli minimizza il fatto, una cosí evidente violazione delle clau-sole dei trattato di pace, dei quale tanto spesso chiede il rispetto, affer-mr(ndo sull’Unità che «la concessione della legge degli apparentamenti si risoîve in un paio di cadreghini in più per alcuni favoriti». Mentre la marea deH’antidemocrazia sale, gli stalinisti triestini si preoccupano soltanto di cercare affanocsamente al-leati, qualunque essi siano, centro la zona B. Presi nel vórtice delie loro contrad-dizioni, préoccupa,ti di apparire corne i soli tutori dei diritti nazionali dxü popolo italiano, più nazionalisti degli sciovinisti, più antijugoslavi del à re-azione irredentista, i cominformisti sono finiti inevitabilmente accanto ai fascisti dj nuovo e vecchio siampo. (Continua in II pagina) UN LATO DELLA PIAZZA TITO CAPODISTRIA LA DISCUSSIONE SUL PIANO SOCIALE compito d'importando e d' Nella viita eec-noimiica e política assume ciggi una posizione cl ¡ primo rucio la disctraione puib-bl-ica sul pro-getto del plano sociale del nostro cir-comidariio, disciussio-ne che dov-r-á dare a tale plano ¡l suo assetto definitivo e legale e che diovrà svolgersi in primo ¡luego nel icollattivi di lavoro la cu! p'¡c¡djuz!icine costituiisce la sua cel* lula - fonäamlentaile. Ti .piano propos-to, che nel suo insiera«' ra.ppresenta um a ¡npyitá assolu-ta nel’ sistema ddllal nos;ra pianif:-icäziome, nelle sue liinee .generali eff.et-tive temidis1 forsp piiü all mínimo che ai masgtnai, mg appuinto ¡peo questo non è esclusa la possi,bijità di apportarvii delle variazioni ¡nel ¡corso della discussions. Il Valore di queata ¡consiste nel va-£ili?¡"e serenamente e senza fini ¡partie o¡la rist i cl .gli indici ¡miiniiimi e ob-bligatori idella iproduizione. Ha percien-.tuale di aocumiuilaziome sociale, j’en-titá ¡dle1} fondi paighe, 1 ¡prez?,i dlet ¡pro-¡dottii, Ig dlistriibuzioin« del reddito na-zianale, ecc. aiffinché, id,al comiptesso de-lie diiscussioinil individualf¡ per o-gtn-i singólo collletitiiva ¡di lavoro, scatuir-i-scamo decision i ¡che autoordin-eranno gl¡ interessi di ogni singóla azi en da a quellili della col-lettivitá in generale. Rileviamo ció -pç-ichè ran-beposizio-ne -diegii interessi della propria aziien-¡da a quelli ¡della ¡coJilettiività è lun fenctoeno che ne.1 nuovo sistema di gestione, ¡non solo ha la posai,bilità di mia-nifesta-rsi, ma che s-otto una forma o J’altra, qua e là, già si manifesta. A nostro pariere, le proporzicini fondamental i (e coin proponzloni fo-nda-iBentali alluidiiaimo ail minimo dt sfrut-tamento -del ¡potenziale ipnodiuttiv-o, al fondo paghe ed alla aliquota dietl’ac-cum¡uilazi¡on¡e e dei ¡fomdii) soino mel -pregett-o de! piano sc,craie fissat-e in -misura -effettlvamente non -molto ¡m-pegnaitiva per ¡i nostril colí-ettivi co-sicchè ogni discussions tendente a portare tali prqpcirlzioni al diso¡tto di quanto previsto n-el ¡piano ¡non avreb-be alouna ¡base reale se mon convalídala, nom solo da precisi ¡calco-’,!, ma anche da con Vincenti argomentazioni. La -nostra aifíerimazioin-e SUIT entita .nom molto impegmativa del.le ¡prcipor-e-i-oni fcndam-entali vii'ene comprovata dalle prime reazlcmi al pia.no sociale degli amibienti economic! aziendali. Per no¡¡; il fondo « ,T aliquot a di aicc-u-mula-zio-n-e varano ¡bene, questo è il ¡parère gein-era-Ie -diei dirigenti; azienda-1 i. Sinoma dál n-essu-no ab-biamo sentito che il fornido paghe è -troppo alto per i’entiíá tí-ella produzione prevista e che la rispettiva aliq-uota per l’accu-.mulazione è tho-ppo -Passa, sebbene di qu-Eisti casi .certamente ne esistano. Ständo alie affermazi-oni di aleuni mo-stri -dirigenti azie-ndalj ogni discussio ne sul -piano sociale in questo modo si renídere.bbe superflua -poiché ef-íettivam-einte in molli casi le proportion! -previste dal piano sono reali — considérala l’attuale capacita, e la o¡r-¡ganiz.za¡z¡ic,ne prod-ottiva ¡delle nostre azien¡de — ma :¡n diversa casi tali af- LA PROTESTA fermazi-oni riv-ela-no le ¡tendienze partí-colari-stiche alie qua-li atotoiiamo acicein-na-to e che man if estaño la intima sod-diofazione pier le facilita che 11 piano dá di aissolvere gil otohliig-hii v-erso la collettivitá. Tale scdidiisfazione im ogni caso no¡n riiv.ela una -eoscianza socialista, poiche ogg.ii e dovere di tiltti i cit-tadini e di t-ut'íis ’le aziiende di ida¡re iil; loroi toas-simio contriibuto per ¡i-l benessere común e. II piano social,e prevede 11 reddito ¡nazicmale in 3 mi-Mardii e 500 mtlioní, ¡p-eró eisistoino possibLlitá ¡di elevare questa cifra e- ció equivamretbbe a¡d un aumento dello standard di vita sul previsto, - dlare-bbe modo di ef-fettuare al.tri investim¡enti, di creare altre o-¡pere oltre a quelle previste. La possibilitá di aumentare il red-dito nazionale é contenuta in mínima parte n¡e,i progetto del piano sociale stesso, nal ¡mentre la possibilitá mag-giiore esiiste, ¡calata o maniifesta, nelle azieimdie stesse. ¡In tutte. Non dobbia-mo dimenticare che la organizzaizione e la raziomaliazaizlone diel processo ¡pnoiduttivo sono preciedute, da un recente pasisato -non troipno -luslnghiero e dai quale non siamo tutt’ora .riusciti a Liberare,;, diel tutt-o n-omestante s‘a stet-o fatto negli Ultimi tempi un passo -notevole ,;-n questo senso. Proseguiré ulteriormente su ques: a -strada, eñee sccipi'tre ul-teriori possibilitá ¡per ra-zicna.lizzare -e , ceja-nizzare maglio .11 processo -produttivo. risparmiare le materi-e prime, ecic. questo d-i ¡eche essere -im linea di masslma Tlnidiriizzo da da-rc alia ¡diisicussiome sul piano sociale, Le riiiservie latent i nel-le aziende Leggete e diffondete LA NOSTRA LOTTA che vexrebbero ccsi liuce dovreb-beinoi trovare e!spres.vicni i,a un au-mtintc d'el’iS -p>rci^o-itz%'nii fciridiamientali dol piano soc-iale e nb-n ‘restare riserva «per ci2ni eve.nienzaw >neaie a-zian-tíe stesse. La d;'0cuse-ion¡e posta su ouesle basi e avente per 'P'U'nto di part.enza le -prc-por-zicni contenute nel 'piamo, -n-oin puó .•lógicamente ícasfc'.'TiafSl in -upa. dir.-scu¿ s ione »ccademi c a 41;. poefo i dlnigen- ; ti sTOnij.nistratm .e téenici. -Essá :_dev% : yene baíi piu"1 Targhe: ii conš igtio o-péraio, rüiniico sivitofi^zzat.o'-.a deci'der re in linea 'defiinitiya di tutto il col-lettf.ivo. La diiacusKiope. ;š-ulpiano* sociale potra . in q-uest^ttioidó real izza re : i su'cl !pii*:nc.iípáli; ccih^piíii: ' sviduip-pare la deimocraízia.;s6cia>li¿televare ,1a co--scien.za dei ilavcratÓri, mobilitarlii a ■nuorvi sforzi iper la realizzaizioine e” 1’aoimento diet reddito nazionaile, ri-cerca;r»e tutto quanto pu6 contribuiré a unai piiü ¡equa -e corrispomidente 'dlistri-ibuzione -del redldiito stesso, ed a mi-gliorare il funiziio.niaim.ento aziendale sutla base delila gestione oiperaia. B. M. Con numeróse barche i manifestantj sono affluiti a Capodistria PARLANO GLi ARCHIVI A¡ n.ro 2 ¡di Cable Tacto a Capodistria abita -un-a vecchia 72en,ne, Ce-Jestima Ghitter, ¡corn la fisiia: 32en¡ne Rosella. 72 ann-i so-no molti, specie peir questa donna stanca e matatic-cia, e in-essuno a,l mondo si sogwerebbe m,ai che essa possa lavorane. Nemme- Salgono i muri sotto la spinta del lavoro volontario ¡ Il ¡nas-tro di stra-da asfaltata, -che passa dinainizi .a -Crasiiza, è oggi og-geto d¿ attenziQne non s,o¡I° degli abi--ta-nti -di questa località ¡ma pure di que-lli idii .Bairedliine, ¡Loza-r-i, Terpebi-anche, ed altre ¡fraizioni, che .formaino-un comiplesso di circa 300 famiiiglie. Non e .la stra-da pero ad aturare questa a-tten-zicme ma ,1a gr.amde co-struzio-ne, sul lato destro -dalla -stessa, che .prende seimipre -pió forma e ¡con-si-stenza, fabbricata dalle opero-se maní dei muratori e canpentieri e di quanti acconrono, glornatmenté, a ¡prestare la¡ .lcir'o o-pera volontaria per acieelerare i lav-ori. L’adiifii-o ultimato sará iinfatt-i la casa oooperati-vistiica della zona che, su un va-sto territorio, rappresentará di centro económico e culturale dei cicintadini cihe qui vi-vono e -lavorano. Sara perianto in questo ambiente -che verir-anno con-v-oigliatii i prodotti. -délia coopérâti/via -dii proiduziione ed aaqui-stato quanto a-i contadi-n-i abbi-so®na e sana -qui, ¡jn-finie, c,he ¡essi e.le-verann-o il loro sapere, la loro cultura, in senso socialista, -trascurata ed -im-pedita dal ¡r-egi-me passato. Osservando la costruzione in atto, e dopo ¡un ¡sommar-io esa-me, ,si ¡puo ben d'ipe ¡che la casa cooperativistica sará un m-odlello di costr-uzione che soddi’sferá din. ¡pieno tanto la ¡prima che -1a seco ti da es-i¡ge.nza. E questo i contadini Thaimna iper-fettamente compreso ¡non con le ic-hiaccihieire, -ma con i íatiti: idla-I 12 -m-arzo aid oggi es.si ban-no Iníattl offert-o un con,tributo vo-lonita-r-io ,di 1346 ope, smia-ltite da 186 di -loro. L'edificio, ad un piano, forma un anigolo d|i 90 gradi nel, c-ui interno sono razic-nalmente distiriibuiti i vaini. A¡1 pianterreno, uno .accanto al’l’al-tro, avrainmo posto du,e negozi, uno della coperativa di produzione e l-’al-tro ¡dii ©e-neri aüimeintairt, un vasto ma-gazzino -per la conservazione delle imerci e, al centro, 11 cinema - teatro avente una -capacita di circa 300 po-sli a sedere. Su questa area tro-veran-io la loro sede anche gü ambieinti i'gieini-ci. -Nell’altra -parte della coistru-zione, sempre a-11 pianterreno, sará un moderno bar-ristapan:e, -con an-nessa cucina. A-I prim-o -piano, sopra i,l toar, verrá sistemato l’alloggio del custode, co-m-preniden-te due stanze, cuciina, s¡pa¡zza- cucina ed amtoienti igieniici. Nella parte -opposta vi sarà la sala d-i let-tura, l’apchivio, tre. uffioi e Tentrata per acoadere in gallépia del cinema-teatr-o. I lavoci -procedomo oaermente. Il tetto è -ccipertq ed, o-ra l’aWivrfà ë ri-vcilta alla sudidivisjonie, ed ultima-zio-ne, degli amibiënti inter-nl. ' , La casa cbopepâSfviBUW di Mate-radia è -ogig-ettci di moibiile-¡gara -ira i contaidmi d; Buruli, Cars-ett-e,. Monte Cucico, iMateliliic-i, Pizzudo . Superiore ■ed In.feri-ore, ¡Ciipr-iaini ¡e Giurizani, che si s-uEseiguon-o, o®n.i gioMd, b dape man forte alla tmanodopera tissa. Qui il 1-avorO vpitntario assum-e- un aispetto più organizzato. Tramite l’or-ga-nizzazicme dell’UAIS, che a. taie scopo ha nomioato u;na comimissione permanente, la mia-modlopera vo-ltmta-r,ra viene fcninita, a Tbtazlone, da tutti i viililasgi iriteressati, un giorno cia-scu-no. Con ques-to sistema i 4 miupatori ed i- due mancvali fi-ss-i vedoino gi-un-¡giere, og,ni imiaittiina, 8—-12 ¡persane che lavorano al lo-ro fiainco per 8 ore consecutive. Anzi, g-pazie a questo cor.si-deT'evole contritouto, essi ha-nno mo- II gruppo di studio degli insegnanti ita.lia-ni di Buie ¡composto da Nives Fusill’ii, Predcn-zani Anna, ApoHonio Luciana, Ziiuc Tulli-o, Marzari1 Francesco, Cernobori Ante, Be-ncic Alma, Cerm-ei Slavko, Loranzutti Anita, Fragiaccm-o Ni-gpa, Tul Laura, Puliti Iiiidia si e riunito a Mcmi-a-no -da dove ha i-n-viato una mozione di iprotesta cc-nLro cgn.i- eventuale decisione ¡della Conferenza id* Londra e nella quale si sti-gmatizza l’azi-on-e di un gruipipo di insagnan-tii ¡del -dilstretto di Caipo-idi,stria -ch-e ban-no atbitpariamente ab-bondona-to da ¡scu-ola e Tinsegnam-en-Ito. La mazi-cine ¡e -sta-ta ilmdiirlzzat-a aiiVamim-in'istraiziane Miilitiaire de l’A. P. J. Una coionna sfiia per ia via Verdi LE BRANCHIE ECONOMICHE DEL CIRCONDARIO: IL COMMERCIO Perché le difierenze esagerate deiprezzi Tenderize monopolistiche e speculative Nei preceidnfci1 artic-oli rigoardanti il commeiricii'o ¡del nostro Ci-rcon-dari-o -ci siamo iscffertniati solo su alcun-i a-apebti esteriori, p.iu aocessitoili al no-si'ro puibblico, a due botti piene d’acq-ua, ci indica il per-corso. Esso infat-ti comipie, -piü volte ai giorno, jl t-ragitto da Villa-nova a.lla casa icooperaliv¡Stica per scaricare, ■nelle ampie vasche, 11- liquido che serve a. paimmioil-liire i gra-ndi «pasto-ni» d¡ malta s'mo a iah-e. -l’occhio pratico deU’opersó», ili¡ g-iudica suffictente-mente flu-i-di. An-che qu-i’la manodopera fissa non é molta: 4 -muratori ed u¡n m-ano-vale che ri-esce a sc-pperire alie continué richieste di materiale sc-lo con l’aiuto di voilo-nterosi che o-gn-i -gionno ven-gono a ¡prestare -la loro opera sponta-inegmieinte. Giü in ¡p-a¡ese troviamo Severino — qu-i tutti is¡ eoneaocno -.per n-ome che giiuidiiCE.no sufifioiente a ¡distinguersi — respoinisabile dei .lavori- i-n corso. «Siamo un ¡pó inidiietro ¡con i ¡lavori rispetto Ciraziiza — .affenm-a — m-an-ca ancora ¡di ccpr'iire iinteram-ente il tetto, ma contiamo di, ¡portarllo a termine fra .una sett.iimana. Atotoiamio rippaso l’attiivitá il 20 marzo ed ora si la-vora, con, lena. Quest’ anino abtoiamo rócevuto 800.000 ¡diinarii per ig.li- ¡iinvesti-menti ed 1,000.000 di -crédito a tiuinga -scadieniza. ¡G,razie ¡questo ¡dena-ro, -oltre alia- def-iiniitiva ¡coipientura ideli tetto, iporteremo a- termine il -ciniema ed i -negozi. -Credo che, can lo staimziamento d¡ ancora 1,000.000 di ¡diinairii, ri'usci-re¡m,o a -comipiere tutto 11 ¡lavaro, escluso l’a¡rredamen¡t-o della casa- coo.pe-T'ativiistica.» Cois! an-che i cir-ca 750 abitanti di questa zona avran.no li loro centro eco-nomico e cultúrale da tanto -tempo desídeirato. NOTIZIE BREYI Il giorno 14 corr. sulila- sí-riada Isala —Piirano, -nelle vi:cina-n¡ze idella ¡cava di Isola, una ¡m-otociclet-ta, proveniente ida Pira-no ¡e gu-iídata ida Simdicic Stafa-no, residente a Trieste, i-n via Baissa -n. 7. ha investit© i-n piano De-grassi Ugo, residente a Isola i¡n via Pesano n. 14, produic-endcigli- fe-rite multipl-e al capo eid ai piedi. II Degra-ssi per -la gravita dell-e ferite riportate cessiava -d¡ viv-ere durante il suo trasporto aU’ospedaie di; Isola, montre i-l ¡compagino del Sindióic, Piz-izi Romano, n.ip-o-rtava, fer-ite di una certa ¡gravi-tá p¡er oui è stato -rico-ver ato all’ospeidale con' prognosi ri-sieirvata- La- -causa ¡dell’inc¡identé Va asicritta alio steisis-o 'S-iftdi-áié; -che g-uiid-ava- la motooiioletta - a ¡fortíssima ¡anida-t-ur a. U-na diisg,razia, analo-ga è a.vvenuta lo ¡stesso giorno sulla strada Capodistria,—T.niestie. II motocgr-rozziúo, giuidato da Coisbanizii Vi-n-ce-nzo, r-esj-,,. dente a Trieste iin Via Tesa n. 31, d¡ ritcirno a -casa da una gita traiscor-sa suil.le noG-tre coste, i-nvestiva, ¡nelle. vi'C-imanize deilla- casa eoopera-tivlstica di Bertocchii, ,1a venticinquenne Ben-tok E-lvira di paisisagigio sulla strada -aissi-em-e ail prioprio marito. II carroz-ziino colpiva la Beirtcik aille gam.be iscarav-eintaindoila a,li siu-olo. E’stata r¡-caverata ajil’-oispedale di Isola dav¡e le sono State nisicontriate ¡gravi f.er.ite miultiplie. alia testa ;in conseguenza delle quali dec-edeva nella serata stessa. i- ma la figiüa è im ¡grado di ¡guadagnarsi ¡la vita. C’e un certiíicaro medico che ¡parla ichiar-o: inaibile a¡l la-voro-. Infatíi fa la spola fra la- cas:a¡ e l’ospedale. Coime viivono queste due donne? Non hanmo niante -nieppure un Ion taño parente. Il ¡padre e marito, Costanti.no Chitter, ¡è miorto ne,l 1945. La vedova ha presentato ternipo ad-idie-tro una «doma-nda» allTstit-uto As-si-curazioni Soc i al i deirAmmin-iistra-ziome -Cireendaniale. Ha detto: il mio idefunto -mairito è stato aile dipenden-iz;e, corne InseSna-nte, del seminario ve-scoviil-e i-nterdiocesano di Capodistria dal 1. X. 1928 al 1945, data della sua morte. Nom so co:m,e -eig-lii si sia: tr*o-va-to con le assiçuraaioni Sioci.aii, non so se -paga-sse deii, ¡contriibuti ;per i-nva-liditâ, veciohiaia o siltro. lo sono una ipovera vec-chia e non ca-pisco corne vaidan-o queste cose. Coimumque, co-miunque veidete un pô se ho diritto alla pens.ioine di vedova. E quelli deilTstituto Assicurazioni si dan.no da fare per «vede-r-e». I-nfer-pellato -lTstituto ¡délia ppevidemza sociale italiano si viene a sapere che ¡non esis-te una pra-tica -Costantin-o Chiit-ter. Il prof. Ddmienico Venturini, an-ch’egli ex-iinsegnante del seminario, dichiara che nè lui -nè -¡ ¡suoi colleg-hi furo.no mai assieuiratji. Tanto mono — aggiunge — alla -chiusu-ra del seminario cl fiu data -una ¡qua-luinque liqui-da-zione. A questo punto il n-ostr-o Istituto Aisisicura-zioini pensa di iri'volgersj. di-petta,mente alla c-uria vescovile di Trieste. In -data- 23 fetobraio scrive: «Vi; preghia-mo -gentiilmeinte di comunica rei Ida quisindo e fino a quando il nomiinato fu prof,essore mel seminario a Capodistria. Quainte ore al giorno linseignava e quaie paga percepiva. Sê e presso quale «fondo» pen-si-oni era iis'critto pec l’i,nvalliidftâ,; vecchiaia e morte». Ec-c-o la riisiposta: «Curia ve-scov-ilie, Trieste, n. -prot. 145/1952. Con riferimiento alla V-oStra ir-ichiiesta dal 23 feb-braio 1952, Vi si r-icorda ch-e nella distruEion'e vandálica dei seminario idov-uta a c-oidesti Or-gan P-oipolari aindarono perduti tutti i doicumienti. Trieste, 7. ¡marzo.» Niente altro. E’ falso che I documentl -del seminario siano aindati -perduti. Quando, dopo la Li-beraaione, il pc-r-tinaio del seminario, che da vari snni ’•iceveva per la sua prestaiz-ione solo, o quasi,, vi-tto e .al-logigio, si rivolse al. tribuna-, -le popoilare -per far valore i prc-pri -diritti (anche peri quanto concierne le ass.icurszi.o-.ni social!) si seippe che i documenti -deilTstituto vesco-vil-e era-ino stati tras-portati a Trieste. Quindi -la .-riisiposta della C-uri.a -di-ce so-lamente a chiiarara-ente ¡che la s-tiessa se ne in-f.ischia che due donne — Tuna ma-lata gravemente e l’altra vecchia — si itrovino nella più ñera miseria, pa-tiscano la famie. Questa è carita cristiana. M.a¡ non vogliamo fare com-ment-i: i fatt-i sono di per se stessi elc-quenti. II nostro Istituto Assicurazioni prov-vederà ad asseginare la pensione alla vedova e un’altra alla figilia di Co-stantino Chitter — ¡la célérité con la quale è s-tata svo-lta la prat-i-ca gii fa cinore — e ia, questione sará chiusa. Tuttavia vogliamo dire quai cos’altro. A P-oirtorose vive un’altra donna,, la vedova -dj ice-rto -Ciotieir-le Gii-oivanmi. Es- -, sa è ancora -giova-ne, ¡puó ¡lavo,rare, e infatti lavo-ra. I suoi due figl-i- sono stati accolt-i — gratuitamente — in un co-llegio a Piramo. Iasomma n-on vive ma-le. Etoben-e, in quest,i -giorni i.l Mi-¡instero italiano della guer-ra le ha as-seignat-o ¡con -decreto una pensione -pensione dj, vedova — di- 26 rnila lire a.l mese o-ltre a-i conte-ggi-o degli a-r-re-trati di diversi a-nini. Coma ¡mai ¡tanta munificenza da parte di un Ministero italiano? Corto perché 11 s¡uo defunto marito era fascista, vo-lontario -della guerra di Spa-gna acicamto ai genera-le Franco, vo-lontario dell’aggressione -etiópica, ser-gente idall-e «camicie -n-ere», -bastonato-re ¡d'el ¡preprio -p¡adre che Si -ostin-ava a iparlar-e sloveno. • A-c-costiamo i due casi. E’ chiaro . . . ma no, ognun-o tragga le co-nclusioni che crede. 7i Wlackimdti di BM&ada B-0-.s-sa-draga per ch¡i -non l-o sa. c ii -ricn-e po-polare ipe-r eccellenza di Capodisifcria carattierisitico pe-r fe s-ue caW.i sl-retite, per lie ¡ruiinainiti case anitic-he e -il ¡m-oilei'ito miniuscolo nel qualis, plalcide come anatxottoli, le barchie- is,i cro¡g'iq-lano al solé. Ma non! é -di q-uiERto che voiglio parla-re. Bosisaidir-aga, come ognll -rióme, ha la pr-opri-a organizzazione di base della UAIS -e q-uieis-ta ha anche la -propria ¡sede, diisaid-orna a diñe il vero, con qiu-a-llche eediia Gg-a¡mgihera-ta, lia ipanea, iil tav-olc, e dove, d-ieci m¡e¡si fa daiva uina -ncita di colore e anche di orgoiglio (pe-r gli aisisociati un íbelTa-ppa'reichio -rEidio ricevuto in premio d'al ComitaJto Cittadino per -1-a loro iso.l-ert-e a-titrviiitá. Pe-ró vo-i non sa-peite cois-a vuo¡l dir.e a-ve-re un appairecc-hiio -raidiio .in casa. C’é la mamma che vuoü senti-re: «Quando ti v-eld¡o- piiceima il mío ouo-r fa- tic e tac,», perché, ali ibei tetn/pi lo can-tava ¡palpa; qiuielsti ivuol seniti-re il val-z,e.r di ¡Straiuiss e fe ¡cañí-ereinlzie s¡ui pollii e iSiU'l-le vita, ¡la figlia- ama i fanghi ¡e' il¡e camz-o¡n,i ¡nosltailigiicihie e se vi isalita T.iidiea di girare la radio q.uanldo siuo.n-a die'lilia- paiperina -che s’é -la-s-ciiolta, ¡imipiaperare perohé me a've.te le scait-olie pi-enie e perché volate sentiré- ii.1 noitiziairiio, -allora son stnilli della imo-pcíoisa di ¡ci-nque anni che noin ne -v.-uol sapere. Inspmma-, a casa la r.aidio é spelsso -ia piietra d-el-lo iscanidaskr, vi immá.ginate poi i-n una iba-s-e deli’UAIS ¡d-ove Te ma,mme. i ipapá, lis consorti diovetie- mo-Miipli-; carli co-me mínimo per d-ieci. Addio. uniltá e •l’lunitá del ¡popoll-o lia-voirato--re é uina dielíé basli pr-oigiraimmiatiche-deírUAiIS. Ma, par ifortuna, l’org-a-nlzzaiz-i-oinie d-i blase- -im Ipa-ro-la ha ¡un-a caisis-iieira che1 rils-ponldle- al- -noimie di K-ore-nteai iMaria, ¡d-oitaita idi ¡unía pro-diigiolsa-, ae-utai, ¡s-citltilie, di-remo m-a-oháarvé'lilicá seinisiihiilitá poliitica. Qu¡e-sto Mar. h i a v el ¡i ibíi'is-fediraigiaho-, pe.r sa'lvpire Tuiiiitá e il perfetto, acco.rdo tra i frontisti della propria base, cr-.n- ,grande intuito ccnicetpis.ee la idea ¡di ¡portarsi lia -radio .a caca e ben presto lia aftttuia. . Ccsi, ¡da die-ci meui, le sede deil-l’or-gj-am'zzaiziqme puó restañe aporta -ci-oé isien’-za- ch'iaive, meinitre La pace e r.unitá a Bo-ssaldraga reg-n-ano ' soivraine. I programmi per le celebrazioni del I. Maggio nel Capodistriano Il I. Magg-io, (esta tradizionale di tutti i lavora/tori nel mondo, verrá celébrate quest’anno, com-e nel passato, con grande solennitá in un clima di iotta per l’edificazione socialista, lotta per la pace nel mondo contro ie mire imperialistiche del risor-gente fascismo a Trieste e in Italia, lotta per il benessere e per la pro-sppritá, nei segno del rafforzamento delle conquiste della Lotta di Libera-zione Nazionale, deli’allargamento della democrazia socialista e delio svi-iuppo della nostra economía, affidata alia gestione della classe Iavoratrice, tramite i, consign degli opérai, nel segno delTunità e délia frateilanza dei nostri popoli. In tutti i collettivi dj lavoro ver-ranno organizzate solenni riunioni, mentpe nelle città e nei villaggi ver-ranno tenute accaidemie celebrative della grande festività e delTanniver-sario della costituzione dell’O. F. Alla vigilia del I, Maggio si ter-ranno riunioni, durante le quali ver-ranno premiatj ed elogiati i migiiori lavoratori dei singoii collettivi di lavoro. A tali riunioni verranno invi-tati i lavoratori di Trieste. Sulle ai-ture verranno accesi i tradizionali f uochi, Nella preparazione alla grande testa dei lavoratori, in ogni località e collettivo di lavoro verrá curato Tab-belli,mentó e Toddobbo delle case, delle vie, delle piazze e delle aziende . in modo da daré un volto veramente festoso e nelio stesso tempo solenne ai nostri abitati. , PROGRAMMI DEL 1. MAGGIO ore 5 — Sveglia in tutti i villaggi ,e città al suono delle bande; ore 8.39 — Concentrameto dei ma-uifestEinti da ogni località dei distret-to a Capodistria, rn località Campel Salara; or,e 9.30 — Partenza dal corteo da Campel Salara verso Capadistna. Dei corteo faranno parte circa 1509 combattenti della Lotta di liberazione nazionale, ufficiali e sottufficiali délia riserva in parata. ore 19 — Ammassamento in F Tito; ore 19-30 — Manifestazione in r Tito e discorsi di saluto; ore VZ — Programma culturale stadio «1. Maggio» con la parte zione di cori, musiche, gruppj fi ristici, ecc. Dono ii programma turale seguirá il tradizionale si ginnico; ore 16 — Gare motociclistche stadio «1. Maggio» e più tardi su] cuito Sem);della — Campel — ( distria. Alla sera svaghi popolari in iccaiità. Il 2 maggio gare motociclistici Portorose ed il 3 maggio avr luogo i festeggiamenti di cara locale, organizzati dalle organizz n¡ di m¡assa delle singóle città < calità in baise ai propri prograi Verranno organizzate variie gîte Buie e distretto, Nuova Gorlzia, slumia ecc. (Continuazione dalla I pagir Dopo di cio, quando il settim; stalinista triestino scrive che la dotta del Partito cominformista pare chiara, conseguente, energi serena, nettamenie differenziata ogni, altra», a,lIora il ioro tent di ingannare ia- pubblica opinio: tanto piu evidente. L’indipendentismo di Vi-daii non piu ingannare nessuno. In quest timi giorni j lavoratori di Trieste no avuto la possibilitik di fare nuova e importante esperienza comprendere il vero carattere -ioro attuale direzione stalinista. Se Togliatti a Roma e Vida Trieste intendono aiutare de Ga: e Bartoli neila vergognosa azion levatrici del fascismo, si accomo pure. Non si illudano pero di i associare a ioro la classe Iavorat La responsabilità dell'insegnante nella realizzazione degli scopi educativi La vocazione dell'insegnante è una vocazione sociale e perciô in questa vocazione devono essere concentrate tutte le caratteristiche più nobili, le più belle, le più nobili aspirazioni della nostra collettività mzmmm Articolo del doit. Miloš Žanko Ministro, Presidente del Consi-glio per l'Educazione della H. P, di Croazla In ques.t’aimmo seolaistico si nota ¡nenie lile dei lavoratori ciultunali, nenie Loro associaziomá, mai coilegi degli iimseigmami e mella. stamps) proleBsionaie •— pedagogía, unía taiisoussione più vivace, ¡comdotea con maggior seniso dii reispoinisatauitá ¡che nei passaito* sni ruioio, educativo ,e sui compita degli ¿njseignanti. Di parí pais'so con la discuss,tome di tali pro,blêmi, proisegiue — anche /se nan in modo del tulto sodldiisfa-cente —: una signliicailwa attivizzar ¡ziome di iun cospiiciuo. numero di la-voratori ciutaraii nel lavoro educativo sia scoiaisitico che extrasco-laistiico (inelTorgamizzaiziome del pio-nieri, dei boy-scootó, nai griuppi del /biologi, dei piiccoli ¡amanto. della, ¡na-tiuira, dei g/riuppi latterari e simili, meto’iasisolciaizione «I mastxi biimibi.» «x.l. Tale prooeisso temida ad eliminare con energía sempre ,piú cre-soente, anche se nom dell- tut to s,-stamiaticaimemte ,e ampliamente, le coniceaioni ad i metodi di irnsegma-menlto, non s/aieirutiifiic/i', ,ideiadiils(Sici) voigaro-miatariaiistici ed anltiiquati. Cid ,ohe hia oggi maggioir impo/r-itanza in questo prowess o di viva «voluziome di ona parité dei lavora-¡tori ¡auituralii verso una più giusta adiuc aziome soictiaiMlsta dalla nuova geimeraziame, ciô che dimositra come queis/to procasso ¡aibbia basi ¡salde e attime praspettive, è il fatto che esso ai ¡sviluppa ¡inltermamiemte, radicando»! iseimpre più proianidamenjte itra i lavoratori cutaraM, portato dalle forze più same e positive esi-stemti tra i lavoratori culitura'li stes- sd. Sarebbe stato, siufficiente senitire la idisciusisiiome diei lavoratori cuitiu-rali ato’assemlblea anmiuale dell’Asso-ciaiaioine maeatiri della R. P. di Croa-izia, le diisiQuasioinii e le cotnolusioni prese alle varie conifeiremize _ local!, basteirebbe comoisaere aliciumd dei molteplioi asempi di ajbnegazione dei lavoratori ciulturalli — ai quali è rifservato tanto poico spazio nella stampa quotidiaina, — per conosce-re il lavioratore culturale e tutte quelle earrentii positive melle quadd entra 'un numero sempre più grandie di apiparteneniti a questa benemérita categoría sociale. Riteingo perciô utile sbttolineaire i piunlti più icaratiteristioi di taie pro-cesso, quellii che comtribuiscomo al rafforzaimeimto del rucio dei davor,a-toird ¡culturan, nelTeduûazione e nella preparaizione dalla generaziome loro affidata, afiinchè diiventi co-s/tnuttore e dlifenisore del proprio passe socialista. In pirimo iuogo le oemtimaiia dii e-seimpi di fattivia abmetgazdome del lavoraitoni iculturaäi nella seiuola e fuori di «sisa, cii dimostrano che melle lloaro file si rafíorza sempre più La coscienza sul signifie,ato sociale, veramente popolare di qiuesita vocazione, sul collegamento orgánico di questa vocazione con gli iiniteressi diel proprio popolo. Adat-tandosi ale figure più esemplari ed aile luminiose trarii'Ziomi di quel maestri del popolo, e degli insegmam-iti in genere, ¡che banmo colLeigaito uel passai© il proprio lavoro e le proprie aspiraiziomi, ai movimemti di liibaraziome, aile lotte del proprio ¡popolo, aggi -— guarnido i noi&tri po-poli, mesrcè la propria lotita aroica so/tto lia guida de! PC e del, compagne Tito si sono mcamminati lungo il luminoso semtiaro dell’edi-ídcaaione dá una vita più felice mêla patria libera e socialista -— i lavoratori loulturali in numero sempre miaggiore e isempre più profon-ri ámente comnprenid¡omo che iil vero Signifie at o sociale e la giustiSioa-ziome- diella lloro ¡vo/cazione consiste Im uma sempre più intima unióme dei loro- sfomzi, conceiziomi ed aspi-xaedomi, corn gli isforzi eroioi, com Je aspiraiziomi generali e la lotta per la iMbertà del proprio popolo. Il ralffoinzamen/to della coscienza siuirinavitabiâe collegamanto della propria mamsione coin l’educaiziome degli aippart-enenti alla nuov-a ge-neraiziione mello spirito di quegli ideali, di quel moratle e di quelle aspirazioni che oggi i nositri popo-li — nella lotta per l’edificazione dd socialismo e la salvaguardia della propria indlipeindenza, tanto Chiaramente mamifastano ad ogni passo — questo è il primo e principale stimolo allô slanclo cr esc ente che isi xiscantra tira i lavoratori cultural!. Questa è amehe la causa delTimpostazione sempre più frequente laU’ordine1 dei giorno e in termini sempre ipiù précis! de'lla quesitáone riguardante le caratteri- istiohe politdcoemorali e social! dei lavoratore cultúrale. In relazioine a ció divemta sempre piñ aituaie, da ,un laito Teducaziome di un quaiuro inseignaute cihe — ¡per le sue quaUiifiche proj.essiiom¡a'li e peale siue ,ao/ti morali, paitniotoiche e so-,ciaii.i, swa in grado, di formare degli ¡uoinmi sviii'uppatá i¡n ogni semiso — ¡degli edluucatori e diueinsori aeila propria pauriia sociailista e d’aiitro Lato divemita iatí,|u¡aile l’espuíisionei dalue íi'Le diei lajvoiraitori ciuRuiraii di quei riisibretto numero di iinisegmainU, che non vo¡giliomo, procederé di parí pasao, icón propmo popoio e con i naami computi riichiesti dalla loro mainisione. I nemici della mostra liberta e indipemidemzia, tutti gii os/curantisti — dai traidlLtori cornnnlormisti agí i elemeniti rdnmegati del clero — odiarlo, la mostra Rivoluizione popolare e le sue emormi comquiate, impau-.riiti dal cammimo glorioso intfa-preso ¡dai mostra popoli sin dal 1941, atitacciamo, nelia loro ira impoteinte, anche la giovane geneiraaione. La pra&sii quotáidiana ioi dimostria come easii non scei'gamo i meizzi neil tentativo di ¡gattare tra i giovand i garmi velenosi del loro oscurantismo, dei loro oidlio, dello sciavini-smo, dellia íalsitá e del psssámiismo,, per «welemare quella coscienza pragiresaista giovianile, quelUo slan-cio patxiottico che costituisce unía potente forea ¡e garainzia per il mostró ascendente ciammino lumgo la vía diumimoisa ¡del socialismo. La rea-zíome isi stforza ¡con aooamimemito di inirangere icol siuo veleno di oscu-ramitisma e di odio ,tutti i mobili va-lori ,e le doti morali che caratteriz-ziano lia iganarazione di giovami; cre-sciiiuta ed educata mella Lotta po-poilare idi Lubeiraziione e nella rico-Sitruzione dei prapr,io paese. A questo punto bisoigma dire che la sc,uo-,1a, nel suo complesiso, nom sfrutta ,a isufiüaianza queste /tiradiziomi e moin tramainda oom, sufficiemte com-pletezza tali caratteiristiche mora-11 atoa gioiventú dai giorni nositri. Tale vemitata di oscurantismo nom viene riiervata, oppure viene trascu-rata solo día quegli imsegnanti che non camprendono di cairattere so-ciale derla propria vocazione e ¡la riducomo ad una mera mansiome bu-rocraticia. A talle oscurantismo non é disposto ad apponisi quei pugno dii insegnaut-i sorpassati che, viceversa, sorna promiti a mettersi al ser-vázio dieuda ¡reaizione trovandoisi es-sd stessii, eos,cientememte, sulie po-siziiomi dellia ideología retrograda. Neldo sites,so itempo i veri lavoriatori oulJItural!, osiservamdo queista tema-ce imsisitemiza reaziomaria tendente ad avvelenare la giaventü del no-stro paiese, .rispondono con ¡un ia-voro piü intenso e pomgono con sempre maiggior frequenza all’ox-dine ¡del giorno il problema: come stiimodare le potemti forze dei la-voratori culltural'i e le scuole in genere ad una sempre piü fruttuo-sa e sistemática opera di educazio-ne dei giavani, veramente degna dell proprio paese e dellle sue aspixa-zioni. NelTacquisiita coiscienza peí oui R lavoratore ¡cultúrale nom de-ve rimamere paissivo malla lotta contra i itentativd dii propagaziome ¡dietH’ascuramifcismo, conslsie puré uno ¡dei fattoiri che ha contribuito agli sforzi positivi dei laivoraitori ou'lturali in quest'anno scolastico. Sano dell páreme che dobibiamo individuare aliouni aLtri pumti deci-sivi, ¡che hanmo libarato le forze e dato ,um oriemamento piü concreto ai iavoiratori culiturali. L’idea che «d’eivoinuiziome ¡deba coscienza uma-ma non puó essere d/iretta da alouna misiuirla aimmiiinistratxva né assere pianinicata a scademze fisse», che ,«neul ©poca socialista l’apparato am-miniistrativo1 nom puó monopolizzare I’ideologia, seinza demo/iire contem-poranaamente i prinoipd della de-moiorazia isoiailallLsita,» che «aibbiiamo ¡il icompito di faoitiitare .con tutti i mazzi e sotto ogmi coinriiiaiome totti oolloix> ¡che loittamo onestamenite e ¡con abmeigazione per il rifiorixe del ¡nostro ¡paese isocialista, per il pro-gxedíre idella ¡scienza e della cultura mell nostro paese, per l’edu-oazione deillluoimo sacialasta, affóm-ché esprimano nell modo piü completo li propri isiforzi ed i propri im-tendiiimentii, affinché ¡con un libero sioamibio di idee, mell contrallo della ¡aitibuaziome pratica di singóle idee, itroviino quelite dniniumerevoLi, sva-■niiaitie forme fruttuose1 per l’ulteriore sviiliuppa» del nostro Insegmamemto, tato idee ¡e tali princdpi - s-ottoilineati al III plernum del CC del PCJ — hammo coinseguito 11 diritto di cit-tadimanza, eissi somo . stati abbrac-cíati dai lavoratori cuüituraili in tale miismra, che gdi lelememti e le ten-denjze, burocratiche diffáciimente possono avere il sopravanto &u di «asi. Le eispsriemze iniziali, comiseguite ,da un idiisiareto numero di Consii-gLi per la cultura dei comitati i»o-poiari e dal Comsi'glio della R. P. di Oroaizia,, comise¡ntomo che nella moisibra, política e meiraimministra-ziorne dedil,e scuole trowino aspres-¡sione l’iniziatdva e le asperilenze deii lavoratori e de,lie isitituaioni oultu-ralii,; le prime esperianze avuitasi dopo Taimipliamanito dal r-uoio e delie competeriize, dei cwllegi degli ins¡e-gnaniii ineMa dfcrezioine dalla scuola e neilia soluzioine- diella protblema-tica deill ’inseignamentó e dell’educa-zioine, le asperietmze e lo slancio, na'tli dadl’applicaziome pratica delila Lagge sulle scuole papolari — ema-nata come formidlaizione lagale delie vaste comceziomi aspresise al III Plernum dal CC dei PCJ — tutto ció e malti fatti amalo,ghi dimo-sbrano ,che isiamo sulla buoma sbrada, che i principi sui quali somo cositru-,iti ,i naatri ooosigli opera! si affer-mano, anche, inel campo della gestione dagli afilar,i scotaistici. Nuilla puó confermare l’esattezza deill’orieintame,nito dato dial III Ple-num dal CC idal PCJ piü di quanto lo confe,rima qiuasta svolta nella coscienza e nel lavoro di ¡un numero sempre maggiare di lavoratoiri cultural! In quei luoghi dove é mancaba Pampiezza ¡e la coscienza nel seguiré quasta istrada le cose stain-no piü male. Ció dá un inidirizzo a quei comisigli e CP che nom hammo coinseguito buoni risuiltati. Tutto ció costituisce un bilamcio positivo delia nuova evaluziome e del/le tenldemze nelile file dei lavora-.tord cud’turali islilla base ed im segui-¡to al III Plenum dal CC del PCJ. Q-ueste manifestaziomi positive a queisítli avve,nimemti che caratteriz- zano ¡Topera dei lavoraitori autoura-li in quesito ainno scolastico, richie-dono, alio ¡scopo di comseiguire dei risuiltati ancor maggiori, um chiari-memitO' ancor piü decisivo,, in primo luugo IDEOLOGICO E POLITICO su alwuine mamuieistaziomi e argomem-,ti, ¡con i quali gii alamenti reazio-' nari cercano di ostacolare l’orieinta-memito positivo, dei lavoratori ciul-turali'. Si traitta, ¡iin primo luogo, del tentativo di dmiduriizzare lo, sviluppo della democrazia socialista atoe fru-isitxe forme pairlamemitari, a qued liberalismo piccoáo borghese e otitre a ció di creare duiblhi ad apriire la diseñas,io¡me isugii acopi eiducaitivi del nostro ,iinseigmamento,j rlchia-mandosi ai dinititi democratici di libertó di coscienza sanciiti dalla Coatituziome. , Nom sorprende i! fatito che anche gli elemento reaizionari cercamo dá pescare quailcosa, che attraverso il largo 'uscio deli’ddiiicaiziome deila vita socialista democrática, paral-leiamante alie temidenze Progressive, cerca di farsi ¡atrada un anarchismo piccblo, borghese; che., alio sviiuppo dii comltemuitoi demoicratiico, su basi sacial'iiste, si cenca di frapponre il liberalismo piocoilo ibanghesie ed il parlamentarismo retorico. Somo queste 'ptamiiiieisbaiziomi .che aiccompagnano un procasiso samo, rna eisise somo tanto piü pericoiose se quasto procasso mon le ¡liquida suda propria atrada, senza inidietraggiare. Sano femome-ná che i miastri 'insegmainti progreis-sisti mom hamno compleibamemte in-(dividluaito e di comisegiuemza non hiamno itrovato un’emergica opposii-ziolne. E’ necessanio isottolimeare un tanto, poiché nel campo della cutara, nella lotta comltiro le mamlfesitazicxni e le temdemlze bUTocratico-ammini-strative (che mom somo State punto s,radícate,) si é Boggetti a soprava-lutare il pericolo proveniente da questa parte, merntre d’aitra- parte si suode trasicuirare e si lascia aporto Timgresso a malte mamifeistazio-mi dannasiisisime, che tro vano sor-gente neto’,anarchiismo piccoto borghese e neii ¡tentativa che la raazio-ne compie per creare il desorientamiento relativamente agiii scopi adiucativi e atoe basi ideoilogiche del nostro inisegnaimeinto, maischoramidasi dietro La costituzionalitá e la liberta garantita dalla Costitnzione. Queste tendanze, frutto di conce-Ziom suda demo/crazia iiberaiiisitioa, piiccoiio borghese nascondomo im se, pariaicoiarmenie ned campo deto’sn-segnameiiito, il perneólo da siioapiare ia noisuro insegnamemito, di osqurar-jie U rucio souiaie e ¡di mimarme le (jasa meorogicine siutte quali esso poggiia. Rercao nom é siuiiicieinte comuannare aunmimistratiivamemite e reitoriiicamemte, italt tendenize, ma bisoigma superarle ideouogaicameinite e smaisicherarle ideológicamente e po-lAui/oaimante proprio atibnaverso questo puoceisso (e nelTambito di un simia,e, processo adoperare anche le mesure ¡ammimáistraitove, quatora ios-saro necessarie). Ma per fax ció ¡bir sogna temer oositantemente presentí le Dais! lildeoiLogiiohe di tale pa-oicesso e ¡gu scopi ©aucatiivi ded noistro im-segnamento, la processo, di demo-cratizzazione netoe acuelle mom significa abbandomare né le basi ideo-logeche ne gli eoopi educaitivi del-1 'imsegmameinto, iormiulatá 'ailla III sassione plenaria del PGJ, non sigmi-fica libero sviiuppo ¡dei pregiudizi ieudiaii e la sositiituizioine degllí scopi eiducatdvi lumaniiisti e liberan con lo sicioyinismo e Toisaurain'tismo. II pio-pesso dii demoiorajlizziaeiionie melle sciuoiie aiginiíica, lilberazione delTini-Z'iaitáva dii mágiiaia di lavoratori cultuiradá progressisti aiffinché essi, attraverso la lotta lideoiogoca e lo scambio di espexienze e di idee s¡u basi socialiiste, forgino una potente arma ideológica nella lotita contro Toacurantismo ed i pregiudizi Non é un fatto caúsale che la rea-zione, icerchi di OiStaicaiare tale pro-oesso temendo queisto sviilluppo, presentándome la igriande forza trasfor-mativa che si nasicomde in un iavo-ro ¡educativo altivo dei lavoratori putaraili nade comdizáoini co¡ncrete asistenti neilia loibta per la trasíor-maziome económica, cultúrale e so-.ciale dellia patria; presente,n¡ck> che in quesito processo si trasfonma e si nobilita sempre piü la figura della rnaggiar parte dei lavoratori cultura,li, contemporáneamente alia scopenta della vera faocia di un gruppeitto di imcorregg.ibili inse-.gnanti asourantisto. In quasto larvorio si va dalle oscu-re minacce verso coiloro che piü m Anche le vie adiacenti la piazza Tito brullicaivano di gente L' unificazione diella Germania tra Occidente ed Oriente Dopo la manifestazione in piazza i parteclpanti per le vie di Capodistrla Presso i gowemi di Parigi, Ijon-dra e Washington é atitiualmente arlo sibudio Ttuüitima nota soviética aidila Germania comsegnaita il 9 aprile seanso da Viishimski ai rappre-semtanti dipiomatici oocidemitali a Mosca. Rispeibto a queilo del 10 marzo Tattuale documento diplomático si iimipeignano ned loro lavoro edu-oativo, sino ai .più svardati metodi phe servomo ad iinlluemizare i ten-teinmianti, dai rbemeivoii consd'gli» sino alia areiaiziome di «iteiorie1» e ni-chiiami alia libertà di coscienza ga-ramtita daila Coistituzione e cio si-_ gniificharebbe in aitre parole che, in. mome delta libertà di coscienza, g,li irusegnanti nom sono in doivere di attenersi mel proprio davoro allé, basi ideodogiche ed agli sicopi ©diuca-tivi dedTiinsegnamenito. E’ caratiteriisitiico — e nello stesso temxpo ci indica la fonte comune e yera di questo lavoro — che gii insegimamto che coiscientememte non si attenigono aile basi ideoloigiche e si appomgono agli scopi educativi deU’insegnameinito netoe varie parti délia Croazia, adoperamo perietta-mente gli stesisii arigomeniti per giu-stificare il proprio, modo, di agtre. Coisi ad esempio, d’ins'eg'namite de,l-Toltteinnale di Zagabria che introduce va apertamemite; nelilllinisegnia-mento elementi retogiosi, oppiure il professore del Gimmaisiio di Flume che cosiciemtememte insegna la biologi,a corn metodi antiscienititici ed idealisti ■— ia tiutiti quest! casi, qu-ando q.uesti lavoratori culituraii somo stati chiiamaitii ,a rdspomdere, si richiamavano alla Costituizione, che loro e gli elementi clericaili oon i quadi so.no -attdvamente coillegati, mettono in toaJüiO, spiegando arbitra-namente soio qiueii’articolo délia cosmuzione che parla dii libertà di coiscienza, dimeimticamdo tutte le aitre diispoisizroni. della Coistituzione ,e consider,a,ndoisii persino libari di orgianizzar.e la lotta comitiro tale regime costituziomale. Si tratta praiticiamanite di spinge-re su di una linea che considéra gli scopi educativi ed i compiti della geuola, la parte ediucaitova del lavoro deigii insegnanti come cosa della quaile si puô disoutere anche nella sua isos/tamiza, oppure, ï>er essere più asatti, come cosa nella quale llimsagmanlte mon ha mesisiun dovere e puô assiumere, ,in nome délia propria libertà di coscienza inidivddua-le, quaisiaisi posiiziome, senza com-„siderare, come e in quade iraipporto si travi tale coscienza verso la co-sciemza e le aspirazioni sociali. (Cont. in IV. Pag.) LA "PERLA,, MAGGIORE DEL «COVO DI VIA CAYANA» SANTIN - IL PASTORE DELL’ ANTICRISTO I lufninosi fari della italianità 99 (IV.) Il citato ¡episodio dello scoppio d’.ira ¡del vescovo Santin che, in paluda-ment¡ pointlificalii con mitria e pastora-le, incuteva terrore ai bamibini cresi-mandii sloveni col ¡rimproverarli perché non reoiitaviano ad alta voc,e il «Pater Noster.» nell’unica Magua ohe, secoinido lui. Dio assolta e parla ai «suoi serv.i». ossia in quella di Dante, ci richiama M ricordo dt un’altro ministro del culto, fanático cómplice del fascismo nella delittuosa opera di sna-zionalizzazione delle gentj slave delie mostré torre. C,i riferiamo ¡precisamente al padre Pasquale Valentini — aliara guardia-rio dei franicescamii del convento della Castagnevizza dii ¡Gorizia, me¡ sotter-ramei della cui chiesa giacciono le sal-mie di alcunii Borboni — ,il quaile, nell’ottobre del 1927, vollle ¡introdurre ,1a recita del rosario (¡diohiaratamente per «far diispetto ai preti slaivi») in lingua italiana. Li sorivente, che assisteva aU’espe-riimento, isbbe cosí Topportunitá di gustare iil fiasco solenne in cui si con-cluse la «geniales trovata delTinno-vatore inoappucciato, poiché le donne, interv,anule al rosario, ¡dopo uin momento di indecisión,e, tutte d’accordo ed a vooe piü spiegata del soiito, re-oitavano ¡la loro parte dn lingua latina, incuranti del fatto che il padre guardián,o perseverasse, puré lui in to- Un’aspetto della piazza Tito no piü elevato, con ,i siuoi «patera ed «ave» ¡nelTidioma dantesco. Per mieglio cara,tterizz,are questo íeinomeno di re-azione dalle ¡donne alia ridicola e maligna innaviazione del frate, siará be-ne precisare che la magigioranza delle stesse era di pura marca italiana. ’Abbiamo nitenuto soffermarci ad il-lustrare quiesti due episodi di idéntica natura, verifieatisi uno a Villa del Nevoso e l’altro a Gorizia, affinché risulti ben chi-aro ai lettori come fili zelatori e camplíci del fascismo, siul modello del vescovo Santin e del .padre Valentini, si,ano arrivati simo al-f’assurdo di pretendere quj da noi e nelle stesse ctiiese frequentate da solí sloveni, la recita delle preghiere ,in lingua italiana a difíerenza delila Italia, dove ¡n nessuna, r.ipetiamo in nes-suna, chiesa si praticava, né si pr¡a-tica un ¡tantq. E giá che abbiamo mominato padre Pasquale Valenitini, sari bene accan-nare ad um’altra «Prodezza» compiuta dallo stesso nella ciitata época. Rival,genidosi egilii dal pergamo della basiilica di Monte Santo ai combat-tenti fascisti ¡di Gorizia. pronunció frar si talmente raventi di odio contro ,¡1 principe arcivescavo Sedej, il cui u-nco torto era di essere sloveno per nasoita e sentimenti, da imdurre gil stessi a scemdere in clttá come una orda ¡di selvaggl. Penebrati nelTarcivescovado, questo venme sitercorato. ed alcuni, ii piü scal-mamati, salí,roño neil’ appart amento di moms. Sedej ohe venme insultato ¡nel rniodi piü ¡trivial!, ¡non mancando anche la tninaccia della vie di fatto da parte del ¡noto crimínale squadriata, M moneo Pompilio Candela. Alia «eroica» impresa contra l’ul-trasettuagenario arcivescovo, fece se-¡guito una valanga di tnozioni e di «vi.brate» ¡proteste da parte ¡dei com-(battentí e di tutte le organlzzazioni fasciste, reclamanti a gran voce e nei termini piü violento 1’alientan amento dello «arcislavo® Sedej. 11 pretesto per tutta quella ignobile gazzarra, scatenata da padre Valeriti-ni, veniva ricavato dal «grave ed ln-coocepiiblle» fatto che un ñipóte del- raroivescovq Sedej si era perm¡esso rivalgere aicune parole di saluto ¡in litngua slovenai, ¡nel cimitero ¡di San ¡Martiimo di Quisca nel Collio, alia salina ¡del párroco del luego che ivi ve-miva tumulata. L’oratore venne súbito arrestato « POi condannato al confino di ¡polizia per cinque a rali. Non ci fu allora vescovo alouino che elevasse la sua vooe in difesa o protesta per le ignobili offese, insulto e minacce di cui era stato ed ¡era og-¡getto ix vecchio arcivescovo Sedej ¡e ilo stesso Vaticano, «tanto sensibile a ¡tutto ció ¡che si iriferisce ¡alia integrii-tá morale e fisica dei vescovi, per la cui salvaguardia non si lascia imflu-erazare da patere alcuno», si guardó bene dallo spendere una sola parola in suo patrocinio e difesa^ E non poteva essere diversamente quando si cansideri che ti maggiore responsabile di quelle gesta criminali era un guardiana del francescani sce-si dalle ¡balze dal Trentino per eva¡n-gedizzare ¡le nostre ¡genti inel «crede-re, otobediire e combattere» del messia di Predappio, era un superiore di quei «íratí francescani» che, come abbiamo visto, i¡l prefetto Dompieri «oontrap-poneva ,a¡ preti». I f,rat¡ francescani iu argomento, giá preposti come «fari di Italianitá» alia guardia dei santuari di Monte Santo e della Castagnevizza, si con-traddistinsero, oltre che quali stru-miento ¡del fascismo, ¡anche per le goz-zoviglíe e perché, approflttando della posiziione di privilegio, f rodaron o ¡ili gover o f abbricando, a spese de¡ con-friibuenti italiani, le campane piü grandi del campamile. II padre Giuseppe della loro íami-glia ha lasciato particolari rlcordi sia a Gárgaro come a SaLcano poiché, mella primavera del 1931. ¡ ragazzi di quelle localitá che, per guadagnare qualche soldo battevano le balze del Monte Santo alia rlcerca di rottami ferros! residuati dalla guerra, erano oggetto di proposte turpí da parte di questo «luminoso faro della italiani-tá». Alia fine delTaprile del 1945 essi se ■me andarono, portando al seguito i1 quadro della Madonna che tanto ave-va fruttato loro. I lettori ci devono scusare la lunga digressione, fatta alio scopo di ¡Ilustrare quali ¡fossero le tinalitá della calata di questi francescani tridentini qui da noi, un núcleo dei quali si era appollaiato nel Santuario di Strugna-ma Quanido questi ultimi, non potendo ,piü svolgere j¡l loro mandato, se ne andarono, allora II vescovo Santin i-nondó jl mondo cattolico di pianti e la-memtazioni sulla disgraziata sorte di questi «religiosi italiani vittime delle íeroci pe¡rsecuzioni ¡delle autoritá tito-¡me della Zona B». Eid ¡oira ritorniamp a Fiume dove il vescovo Santin, scacoiando dai sacri tempi le ilinigue croata ¡e slovena, do-ve, inflerendo contro 11 clero di quelle du>e ¡nazionalitá e cbmtoattemdo ¡eroi-■camente «la battaglia del grano», si •era aoquiatato i grandi mérito per cui iil suo qrigano di Aziome Cattolica «Vi-ita Nuova» lo defimisee: «11 generoso «1 i tensor e degli oppressi e dei paveri, il «grande sacerdote» che, per la gloria di Dio e per jl bene dei suoi figli, tutto si prodiga e si dona, il Padre, 1’Angelo delle due diócesi». Ben diverse sono invece le parole che il vecchio sacerdote sloveno rivol-geva dal letto di morte al vescovo Santin: «Se continúate nella vostra o-pera delittuosa contro il clero ed il ¡popoio sloveno, ¡la condanna ¡inesora-¡bile di Dio vi colpirá». Se poi corrispondesse al vero quanto afíerma la citata «Vita Nuova», magnificando iil di lui operato di «generoso difensore degli oppressi e dei •paveri», di «Padre») ,e di «Angelo della diócesi» a Fiumie, mon si comprende perché moms. ¡Santin — che per le giá esposte ragioni non é e non puó essere vescovo di Trieste — non ripren-da li governo della sua diócesi, ossia di quella di Fiume, dove i croati «poveri ed oppressi» dal fascismo durante la sua permanenza in quella oit-tá «¡italianissima», certamente atteste-rebbero ogg¡ tutta la loro riconosoen-za e gratitudine a questo loro «generoso difensore». «Padre» ed «Angela». soviético contiene un solo elemento nuavo: queilo relativo al modo nel guale si dovreiblbe giungere alie ele-zioni pan-itedasche, qiuale premessa per Tumificazione della Germania. Mosca hia ¡riveduto Tatteggiamento assiunito a questo proposito durante la coníereniza dii Praga del 22 otto-br.e 1950. Allora venue proposta la costitiuzioine di un consiglio consultivo paritistico tra le diue reipuibbli-che tedeiscihe e ¡si laisiciavano i te-descfaii arlbiibri, ¡teoricaimante, di de-cidarfe delITuinlific,aziome del Loro pa-ase. NeU’ultima sua nota il governo soviético propone invece che la que-stione dello svolgimeniten di libere . elezioni pam-ítedasche venga diiscus-sa tra i governi deMe quatitro po-tenze di aocupaziome. Tutto q¡u>amlto¡ si puó dire a questo xproposito è che la propoista soviética è giunita con qualche mese di ritardo. Inifatti se la stesisa tesi di colüoqui quadriparititi fosse sitaita sosteniuita dal delegato soviético nello scorso dicemibre alia comm/issio-ne poiitica spéciale delTassemblea generale dell’QNU durante il diba¡t-tito sulla questione deto’,unificazione tedesca, oggi proibalbilmetnite il problema ¡della Ge rimara a nel suo coimplesso avreitabe dinanzi a se ben aitre possilbilitá di soliuziione. II dibaittito all’ONU si conclus,e con la cositituzione della commisstone intemaizioinale d’iimchiesta proposita dagli occidental! e che non viene ricomoseiiuta dai sowietici, men-tre venne reis/pinta, anche per l’op-posiiziane dei irus/si oltre che degli angllo-franico-americani, una risolu-zione svedeise ohe suggeriva appuin-to aille quattro potenze di ocoupa-zione «di oreare in tutta la Germania, mediante ¡coiloq/uii ed accordi reciproci e mediante coimsiuitazioni con rappresemitaoti del popolo te-deaco,, le ¡condiziani necessarie per 10 svolgimanto di Libere elezioni in tutto il paese». Se TUniione Soviética si fosse di-chiarata atoora a favore di talle ri-soluizione, è probabile che anche gii oceidemitali avretobero abibandonato la loro poisi'zdone ed oggi la via del-runjificaziome tedesca sareibbe piü facile. Al contrariio. nella situaakxne at-tua'le la questione è ¡sempre in uin vico!© cieco, im quanto Londra, Parigi e Washington sano impegmate dalle idecisioni dell’ONU e da queste non seimbrano disposite a rece-dare e da parte ¡siua Mosca non am-mette Tinigeremza ¡delle Naztoni Unité melle question! tedeische. Al di là del problema di impor-tainza capitale relativo alie elezioni parutedesohe, niell’atiteggiiamento del-l’Unione Soviética neii confronti della Germania vi è tanto quanto basta per rendare difficile agli ooci-dentalli di rifiiutare la disaussione con Mosca, pur essein/do convinti che le condiziomi .sovietiohe sono im-aocettabili e che, sul piano político generale, un’eventuale acco/rdo con l’Unione Soviética non potrebbe compensare la rinumeia ai progetti di unificazione militare deU’Europa oociidentale. In questa difficulté degli oocidentali è la ragione delle due ultime note russe, nelle quali sono imdubbiamente gli estremi di un tentativo di seduzione nei com-fronti dei tedeschi. Quali riperous-sioni passa avere tale tentativo lo si puó deisumere dal faitto che lo stesiso ¡leader social-democratico 0:1-lenhauer hia defiinito «interesante» la proposita russa di una conferen-za quadripartita, aggiungenido di ri-tanere che il rifiuto soviético di ammettere nella zoma russa della Germania la commissione di imchie-sta delTONU, non sia motivo suffi-cente per respingere le proposte russe. Significativo è anche il fatto che l’agenzia ufficiosa tedesca ispi-rata da! cancelliere Adenaiuer ab-bia commentato la consegna deli’ul-tima nota russa agli occidentali, invitando «i'l popolo tedesco a daré ancora una¡ volita prova di avere i nervi a posto». Adenauer è preoiociupato deilla pro-ispetrtiiva di elezioni pam-tedesche. Infatti se a- queste elezioni si giun-gesse, nella zona soviética cadreibbe 11 governo cominfiormista di Gro-tewohl, ma nella ¡reputabUca fedérale di Bonn con tutta protoabilita ca-dretobe anche il governo filo-americano di Adenaiuer e la Germania riunificaita avrebbe quasi sicura-memte un cancelliere social-demo-oratico. Non è escluso che una tale prospettiva sia vista di buon oc-chio¡ dai .sovietiici. Non per partdco-lari simpatie nei rigiuamdi dei social-democratici, ma per il ¡semplice fatto che questi con ogni probabilitá non proseguárebibero la jiolitica d:i integirazione europea di Adenaiuer, ■e se questa fosse giá in, aitto non la ■attuerebbero' con la stessa tenaeda del leader democristianoi. Al di là del paíticolare tedesco, la moissa soviética i>one in definitiva gli occidentali ¡di fronte ad un problema di reviisione di tutta la loro política di integirazione europea. E’ •d’altra parte una mossa suscettibi-.Te di fare una notevole presa sul popolo tedesco e in quanto tale de-Ve essere temuta in seria conside-razione. E’ quanto nelle cancellerie delle tre capital! oocidentali stanno facenldo. Renzo Franchi Un socialista tedesco contro I'irredentismo italiano Vent’ anni in città Turbe inneggiano Mi travavo in piazza della Sea-la, e quando seppi che si trattava di una manifestazione nazionalista, pensai súbito di allontanarmi. A parte il fatto che mi sentivo stan-chissimo, avendo persa due notti di sonno, e per nulla disposto a ve-nire sballottato dalla folla per qual-che ora, non condividevo la posi-zione dei dimostranti e reputavo quindi piü corretto, nel confronto degli ospiti, evitare spiacevoli ma-lintesi. Ma avevo fatto i conti senza i miei due accompagnatori, i quali, prendendomi a braccetto, si mostra-rono súbito decisi a non lasciarmi. Alia notizia della dimostrazione, si erano fatti d’un tratto tanto alle-gri e rumorosi da farmi creciere che stavo per assistere alio spettacolo piü ameno e divertente possibile. «Era ora! — disse uno di loro, ritiendo. — Vedrai quanta folla!» «Faremo un pó di baccano — ag-giunse l’altro, mescolando qualche parola tedesca. — Non te ne pen-tirai; forse andranno anche flavdn-ti ai consolati.» Credetti ¡clapprima che i miei amici (entrambi social-democratici) intendessero stigmatizzare cosí la coimpagna irredentista¡ portata a tali estremi e, benché trovassi dis-cutibile quella forma d’umorismo, sorrisi anch’io per compiacenza. Avevo dato una scorsa, il giorno precedente, alia stampa romana e milanese ed avevo notato come non solo i giornali fascisti — che in Italia abbondano sotto diverse eti-chette ■— ma gli stessi organi go-vernativi usassero un frasario che credevo tramontato da un pezzo. La stampa italiana fá uso degli stessi slogans, delle stesse afferma-zioni insensate e delle stesse mi-nacce di dieci — quindici anni or sono. E lo fa in maniera tanto gros-solana da essere urtante per l'intel-ligenza dei lettori. Non ho trovato, pur passando in rassegna molti giornali, una sola argomentazione sensata e con qualche pretesa di veri-dicitá, una sola confutazione lógica alie asserzioni contrastanti con il loro punto di vista. Avevo quindi ragione di atten-dermi che le persone di buon sen-so (non voglio parlare di intellet-tuali ad indirizzo progressista com’era nel cas o dei miei accompagnatori) si tenessero almeno lon-tani dalla demagogia a buon mércalo a cui giá tutti noi, purtroppo, siamo stati sacrifican con la stu-pida e bestiale guerra fascista. Conoscevo il temperamento espan-sivo e facile agli entusiasmi pro-prio alia maggior parte degli Ita-liani, ma ero assai lontano dal sup-porre che la sfrenata allegria dei miei amici tendesse a manifestare la loro adesione al triste genere di spettacolo che si andava preparando. Dovevo perd ricredermi pochi mi-nuti piü tardi, quando i miei accompagnatori cercarono di trascinar-mi in mezzo a un gruppo di stu-denti scalmanati (nessuno di costo-ro avrá avuto piü di vent’anni) agitana bandiere italiane e cartelli con scritte intimidatorie, che pre-cedeva un’altra folla, a dire il vero non troppo numerosa, tra cui scorsi anche due preti cattolici attorniati da alcuni ragazzi. I miei amici si abbandonarono súbito agli schiamazzi, ed io, senten-do quasi pesare su di me la ridico-laggine della situazione, di quella massa di giovani che sembraba in preda alie convulsioni, cercai di attraversare la sIrada. Ma ormai ero incuneato tra i dimostranti e mi toccd forzatamente seguirli sino alia piazza, dove contavo di sfruggire a qp.egli ossessi. Dopo aver gridato molte oscenitá all’indirizzo di altri governi (Francia ed Inghilterra vennero insúltate senza tregua), qualcuno intonb un canto fascista inneggiante alia conquista della Dalmazia, e le gri-da di «viva il duce» e di «Musso-lini, avevi ragione» partirono da una squadra di giovani tutti muniti di fazzoletti tricolori. Un altro gruppo li zitti, ribatten-do che se il fascismo non avesse trascinato Vitalia in guerra, questa non avrebbe perso ne Trieste né il resto, anzi, avrebbe avuto «molto di piü». Dovevano essere «comuni-sti», benché le loro argomentazioni lo fossero assai poco. Del resto, il discorso non verteva affatto sulla natura del fascismo, ma soltando sulla maniera piü adattcL ad otte-nere appunto «molto di pAü». A Mussolini, in poche parole, i giovani «comunisti» non rinfac.ciava-no altro che il fallimento dell’av-ventura! Le urla anti-fugoslave ed anti-inglesi accomunarono petó ben presto le due fazioni, ed ad intervalli, «viva il duce» non manco di echeg- ' giare, strillato a squarciagola, qua e lá tra la folla. Dopo aver gridato con gli altri a piü non posso, i miei amici social-democratici pensarono a me, e si volsero quasi contemporáneamente a chiedermi se la dimostrazione «non mi piacesse». Irritato, dissi loro chiaro e tondo quel che pensavo ed aggiunsi — quel che in condi-zioni normali non avrei fatto — alcuni apprezzamenti non troppo lusinghieri sul loro partito. Mi guardarono con immenso stu-pore. «Credevo che tu fossi amico dell’Italia», mi disse uno di loro. Rispos! che non identificavo l’ami-cizia con queste piazzate e che rite-nevo deplorevole la partecipazione di elementi .«socialisti» a \simile istigazione all’odio naziondle. «Noi vogliamo quel che é nostro — mi disse l’altro. ■— Non é un delitto volere quello che ci appar-tiene». Dissi che, seguendo la loro lógica, noi, socialdemocratici tedeschi, avremmo dovuto rivendicare l’Im-pero e le conquiste di Hitler. Mi risposero, in tutta serietá, che non si potevano ignorare «le aspi-razioni del popolo» e che anche «i comunisti» avevano dotíuto «adat-tarsi a queste esigenze». di študenti incoscienti al «Duce» sulle piazze Osservai che il «popolo» infero-cito tra le cui file mi trovavo contro la mia volontá, era piuttosto ben vestito e meglio nutrito e che, tra quella folla, non m’e r a dato s cor g,(ár e u)n stylo operado ! Mi richiamai ai disoccupati di Milano, a quegli altri, ben piü numerosa, che vivono in margine alia legislazione sul lavoro prestando la loro opera per poche centinaia di lire agli operai della periferia di cui avevo visto, di sfuggita, i misen tuguri, alie decine e decine di vagabondi che avevo dolorosamente osservato, la notte precedente, sdraiati sul pavimento della stazio-ne e persino sotto i portici delle vie centrali Chiesi loro se non si rendessero conto di fare il gioco degli affama-tori del popolo, della borghesia sfruttatrice del loro Paese e di alimentare la demagogia dei falsi pro-feti spingendo i diseredati a cadere nella loro rete di promesse fallad Non mi risposero, perché in quel momento un giovane študente stava amigando i presentí con parole che mai piü avrei creduto e desiderato sentiré dopo gli orrori del fascismo. I soliti giovani dai fazzoletti tricolori insorgevano continuamente ad interrompere ed applaudire con le loro escandescenze e le loro mi-nacce. Mi feci strada per use iré da quel viluppo d’odio urlante, ed ad ogni passo altre immagini si sovrappo-nevano alie facciate delle case, agli sbocchi delle vie. Dividí VAfrica, la Grecia la Russia, ricordai i cumuli di cadaveri di Katin e Belsen, i ragazzi — poco piü che adolescenti — partiti cantando quegli stessi inni che avevo or ora risentito e caduti falciati dalle mitragliatrici davanti a Bengasi. «La bandiera italiana deve sven-tolare di nuovo non solo su Trieste, ma su tutta ITstria e la Dalmazia!», si scalmanava l’oratore. La sua voce mi giunse lontana, sorda, eppu-re terribilmente vidna Un uomo dai capel U grigi e dalla giubba lacera macchiata di vernice, scosse il capo. «La z z ar o ni !» — gridá una dona. ■— Lazzaroni, ho perso mió padre e mió fratello in Africa!» «Sono sempre loro che gridano, ma poi se ne stanno a casa, riman-gono a scuola e negli uffici, loro. Ho perso tutti i miei, io!» Guardai le case ancora monche le pietre ammucchiate, i ruderi ne-ri, poi i miei occhi si posarono su quelli di chi mi stava davanti. Presi la mano di quella donna straniera, la strinsi tra le mié, forte, a sentiré ancora il calore del-l’umanitá. di MILANO «Basta guerra, signora — le dissi in italiano — Basta, basta per s empr e». (') Franz Schneider (') — in italiano otäH’omginiaLe. Nitrato e ammonico di calcio Le mostne coopenative harina riicevu-to in qniestiii lultimi anni dalla Slovenja ¡una motevole quaritiitá di un ¡conr oírme azotato, cihe prima non era in uso ¡da noi. Trattasi di kalkamnosalipeter (nitrato amimionieo * ¡calcio). Diamo in ¡breve alcuni consi,alj suW uso di questo prezioso condone. Il nitrato ammionico ¡di calcio (kal-kamnosalpeter) é un conicirne asaotato ¡che contiene il! 20.54 dl¡ azoto assimi-iabiille. ¡Di questa quaratitá la meta ai trova combinata nel ¡c,on,cime sotto forma mitnica cosicché é di pronto eí-fetto. Le piante asaieálano immedia-tamente questa parte deld’azoto, merlo stesso modo carme ¡viene assimilaio Tazoto del nitrato di calcio o del nitrato ,del ¡Cile. iL’altra meta tfazoto si trova sotto forma ammaniacaie (comía nel solíate ammiomico) e viene asistí-mil ata día ¡parte delle ¡piante lentamente. Le piante la tnasforma-no prima nella forma nítrica nel mentre una parte viene aissimiiata d'iretta-memte sotto forma ammoniacale. 11 ka-lkaminosalpeter ¡non imcrosta la térra e non c’é ¡pericolo di un eventuade dilavamentp della sostanza nutritiva. ¡L’aspetto esterno di ¡questo cancime é granulare e d|¡i colore vendiastro. Oltre 1’aizoto, esso ¡contiene ¡puré 11 33 % di calcio e ¡per questo é molto otile per í ¡nostri terreni che difettano di calcio. II kalkamnosalpeter é un concirme igrosoopiico cioé si unimiidisce se esposto all’aria. Non appena aporto, un saoco de,ve essere consumato quamto iprima. Questo concime ha aiv.uto grande suceesso neU’iestero. Viene usato per tirtte de codture, speci,almiemte per le sanchiate (patate, ¡grainoturco, eoc.) e per ¡gli artagigii. E’ oonsigl'iabile usarlo ¡niel ¡primo stadio di sviluinpo delle piante. S¡ adopera ¡nedle giomate ¡non urniide ¡e, possiibilimente, prima della pioggia. Se viene adaperato ¡prima della semina, de ve essere ínter rato con una lcggera erpiicatura. La quantítá da adoperare varia da 100—105 (ks. per iha di superficie. ¡L’uamo so llevó ¡la. testa dal gioir-nale, isovrappamsiBro Davaniti a luí si iimqiuactraiv'a la fineistra siu.Ua pialzza^ Era idi sera e c’ar¡a 'la n,efe-la ia. Trama, gente £ tacii li sotto nal-la piazza, ¡mellla ¡nelbfoia; e un rumore un brusio ¡che glungava aittiutito día toat&nlamzie d'ovialita e paireva una earniicie ai, sluod ipelnisierá, uno sfanido ¡a camim'enjtio di eissi. Il siuo ipeinlsieira, toi, si ilmimierg'eiva nellia nelbbia rumorosa, luí palombaro in uno scadamlclro di peinsiemi. Riitornó a spalainjcarsii il gionnale davaniti «¡Ce la meitterei ¡la mila firma » pensó «Ci mietfered come mi cMamo, quir», e Ibaitté con la palma del'lia mia¡nioi ssu un tiitolio cífee s¡uona-va ooisi: ¡«Viemt’aintíi mlelilla ciltta». Alcun'e siere addiefa-o Co>mie-'rnii-C’hi-amo s’era isbatlfeulto ,iin iun bar. La bo'ttigilia davanti e un bi:,adhiere tra ¡le mianli, ¡s’era ¡accanto che si amnoia-va. E’ ¡bnultto sentinsi solí in mezzo alia gente, alia música, al tintiinnio dei Ibiodhlieini, ma tamjt’é: capitia ohe ¡cti si lamnaia anche all’inferno. E cosí, ira uno isíbad'igiio e un altro, avamti per tortita la Eera¡. Ad un cierto punto, isá era meisso ¡a fane la icaráicaitiura, sulla scatola delle 'S.igarette, di. due itiipi che era-no idi fronite a lui. Fra i ghirigori aveva laori/tto delle friaBi, qiualcosa, chiissá Ipoi perché, noa certo senza alauna iratienziione, seiguendo il ca-pricc,io della noúa. Llultima siganet-tia della iscatola lo aveva avvertito obe era itandi e ¡che, in ognii caso, non averva isieimso star 11 a. sicoc¡ciiarsd. Se n’era ¡andato. Ora, in-el igiomale, aveva vis,to un raoco.nto che poiteva- essere anche il suo, lamamiasso che avesse voluto-usare gli scaralbocchi sulla scatola d,elle siigiareitte per scriverne uno. Sarivere era ,iü siuo meisltiere. L’au-tore del raccomto, gli pareva, se ne era servato. «Venit’amná nella, cittá»; ricordava di aver scaraíbaciaiato que-slte parole. Come-mi-ohiiamo si acciese- una si-gareitta. Canltinluava a domaindarsi se si ¡sarebhe isientito di firmare il raiacanito. 'Questo volev-a ¡diré che non siapeva diecideirsi se ¡essere d’a¡c-comdo o ¡no con l’ignato autore: «Apu>, aarto¡ uno pseudónimo. Oomiiniaió a chiedersi chi patesse essere ¡questo «Api,». II cameriere? Eoco, isi, uno scrittore Incógnito che spazza i tavoli la maititina a festa finita, e poi se ne vai a casa, con lia soaitóüa delle ¡sigiareittie di en cliente ibiizzanro. «Forse un ¡pó paizzo», a-v.rá pens¡ato¡. Scuotendo la testa, lo scrittoüe-caimieriere isii s¡ará ¡messo a sctriiviere .giiíi idi furia. Magiairi di lá, olitre la párete, la moglie e i figli dormiviaino, o isolo una vecehia madre pierna idii reiumaitiismi. Se no dhi ¡poiteva essere? La responsabilité dell'insegnante (Cent, dalla III. pa«.) in E’ superfluo dimoisibraire il carat-tere intimamenite soeiale della scuo-ia ed il slum isitratto icoMegamento con il caratiteire e le tendenz,e deilo svii-luppo soeiale. Dal punito di vista istmuititivo, la moatra societa, che e-difica, e propri'o perche eddfica il sacdiallismo, chiede che la sicuola oi-fra alia giovane1 generiazione una isitruzionie quanto piii solid® -— in base alia specie ed al graido della aouola. Lo isfnuttame,nto delle ric-rihetaze naturalii del noistroi paese rlcihiade uini’iindluHtria sviluppata, ¡e la piu moderna tecnica, la tecnica ridhiede uomind che conoiscono i process! naituralii ¡e le oonquiste della ¡teanica piu moderna; richiede uomind ¡capaici dd .trasfoirmare la naitura e metterla sempre piu al serviziio della socieita. Offline alia g,einiaraziianie della ¡coiginizioini soldde e una cultiura generale, una co.no.-soanza quanto piu profonda dei pr,o-cessi che avvemigono n'eila na/tur,a e nella ¡societa, questo e il dovere della souola, e ¡circa questo scopo isitrutitiivoi non vi e diisciussiane. Qua in primo luogo si mmaitici, da diletitanti. E’ nostra opinione che i program-mi della Radio preisi .ne-1 loro com-pleisso non si trbv.ino affatto in uno s-tato caitas'troíüco. BaiSteirebbe rime-diare a certe case — le a.b.bia-mo i-nldicaite — .perché il t.utto si muo-ves.se su un binario scdidiis.fac.ente. 0.accire.rahb.e, ad asemspio, far u.scire i radattori dell-e singóle rubriche dai comipartiimenti sitagno nei quali sembranio- chiiuisi, far.li inicontra-re su diisculslsioni aippa-ofonidite de.l proprió lavciro in modo, che si seamíhiasisero reciipr.ocatne.nlte le personal i esperi-enze e oritiche-. Ancora piü importante sareltobe invogliare i radatto-ri a prendere delle iniiziative per riuo-vi proigrammii e uscire cosí dagli s-ohemi attuali che sembraino tirati giü su un uniico-, imimiu-.tafoiie cill-chée. E questo maga.ri ai-traverso prerni, segnalazionii, ecc. Per finiré, sarablbe aug.urabile che gli aisícoitaifori stessi s-i me.t-te,s.sero in corris.poinde.nza con la Radio e ren-das.sero no.l¡i preferenze, pa.re.ri, sug-gerimemti. Fine 7 i Uaba duataie ALL' ALBA Questo racconto è uno dei più apprezzati del popolare scrittore e patriota sloveno. Esso c stato tradotto in più lingue, incontrando i favori della critica letteraria e dei lettori. D A DIVERSI AN.NI A QUEST A PARTE SONO NATI E LAVORANO IN AMERICA DIVERSI TEATRI DA CU.I CARATTERI.STICA E’ QUELL A DI AVER AB-OLITO LE QU.INTE E D’AVER LA SCENA CIRCQLA.RE, TUTTTNTORNO ALLA QUALE SI DISPONE IL PUBBLICO. QUESTO CHE RIPROiDUClAMO E’ IL «PENTHOUSE THEATER» DELL'UiN-IVERSITA* DI WASPIINGTON. I .nosítiri psBsi- ri,siuomairo.no soliita-,ri isul s-slíoiato. -La cittá era ancora i-mmersa nel -sonno,, somiglianite alia monte, prima diell’a-lba. La motte era magmifioa.: Lampra volta celeste rispíeme!etv-a di u-na -liuc-e sin-golare, che do maii avevo vilsto f.i-nora. Un chiairore sfrfeeritóS TtiJkrd, cjuasi al-Lucinánite, si ¡diifíondeva. sulla torra in geHoli raga!. C’n.rell--nlio og.ni contóiráió. Gli edifici si erge-vanio diotorino, grigi e confus i co-1-os.sd, mentiré lang-he ombre solea-vano la strada. T.uititio. ci siEimbravai ¿Dice e lir-an-ofuVío; isnlfanto- í-n fornido al cuo-ie si aigitaiva il it-iimoire- che qüieisjte ore aib-bialn-o -a paísisare tiroippo presto, che qu-alcoisa dii vo.ligare e violento venga -a solleiviaire com. la sua lorda. mano 1’arge/nte.a e túcente tela che na-scoindeva ai nosítiri occhi .1.a vita, d’o-gni giiorno-. AU’angolo. s.i riseihiarairo-no le vetrait-e d.el caffé. Ad un ta.volino roi.on.do- sitava se-duto -un vecchio calvo, vest-ito d.i un’abitO' ,elegante, ma isigiualcito- ed imibirat'tiato. Emano riconoscibili isiu di lu-i i isegni idii .una notte trascorsa in eufonía: ti eiuo volto .era pallido ed affcssaito. 11 estm-arâere: -son-me-cchiava appo'ggiato al bl.liar.do. Sedeimmo al tavolo. Dal -nostro animo-'iSco-mparve ailo-ra itiutto ció i . che lïelte -natura «mana v’ha idi¡™idfe,.s£iraiítato, di cornu-ne;, in e£BO shurivéraó-. una teñera comm,issrsa'icine. I sentimenti, che alla Yace del di dOrmono profe-nd-a-rnente wel .ouore, imperceitti.biU e acoinosicCluiti, isi risve.gli.siro.no conqui-atiando feufto il mositro esisere. I pen-sieri .chie I’-ucmo ¡rininega con ver-gogna nella Vita qiuot-idi-ana della strada., e .che osa proferiré eoltanto in sogino .con voice batbettante, as-sunearo .eapresBiioni miitide. Avevamo chiara la «.etisazione che questi sia-I no -i eoili isemt.iimenti gi-uisltificati, gli uti'ici panisiieri iragdoinevo-M. It ca.memieire- poirtô -un mucchio di gio.rnal-i. Nessuno di no.i aiv.evia vo-glia idi lagigere; io isfogliad, cosí a casa-cedo-, .una rdviisita miodema mol-to nota. Iln prima pagina scoalsd il nome .di .Maieteirl'inck. .Niull-a- -lésai, ma -alla isola .vista dell -nome di Ma.e-teïmiick il mio. cuore dette un -balzo. Nella penisola degli intrigbi (Togni genere e dei gnerriglieri più simbolici elle importanti TERRE DELLE i L’indipsndenza della Malesia MAll in gioco sulla carta del caucciù Con tutti i suoi sultani e le sue varie amminlstrozioni, con i governl Si PARLA © i parlamenti eîetti, con i consiglieri e gli amministratori stranieri, la Malesia è non una coîonia vera e propria, ma per la sua posizione di di---------pendenza della Gran Bretagna si differenzia molto poco dalle colonie Trenta gradi sopra zéro a- m-età iebibrai-o, -una umidiità cih-e s’adidém-isa in tre quanti delT-atmaisfeira e pénétra in lutte le stanlze; gili uomini, s-pesso semiinudi, daii mo,v.imenti atentati e svo.gd.iati. Queista. è Si-nga-pcire, porlto di esporltazioine dii due de.i più impor.tainiti prodoitti d-el-la Malesia — ded cauicciù e deldo zi-nco e cein-tiro militaire poldtdco. dei pos.se-'diiimenti bri-tannici in Asia. In pirecedenza la capitale delilï'n-dia, Delhi, servira da qiuar.tière principale del coimanidanite e d'egili amminiistr-a-tori poilitici d-el ter.rito- ITINERARI DELLA TERRA ISTRI AN A IL SACCO DICH T A HO VA FLORA VOLDINI, L’AUTRICE DEL ROMANZO «LA FIORE.NT-I.N A», INTERPRETERA’ SULLO SCHERMO LA PROPRIA OPERA' I 11 I programmai di Ra.dio Trieste zona jugoslaiva sono delila più svariata nêtiura e ss.rà quinidii ben-e dividerli per g.r.upipi, eisaliudenido, bemiinteso-, noti-ziari e comme,nti poiitici, che esulaino da quesfa nostra diisámina. Ne.l .grupipo che ohiaimareimo di ellieivazione poilitico-i.deolo.gica, la Radio segue e propaga la. conquista del lavciro. Diverse nuforiche tiraitta-no i nuovi piani e le mueve leggl, pomtamo £.1 micrófono la voce dei sirdacafi e- i p.rolblemi d.ei nostro colíetti-vi di llaivoro, commemorano e ricciridamo o a.ndhe indicana la lot-ta dei pmole-tsirialto per l’edifica-z-ichs scciaüsta. Nel compleeso, ció che lascia a desiidemare è solo la «ferma» e il «modo» di presentare le trasmisión!, che alie vo.l-te ris-ulta un pó sciatta e a-fretltata. Le due trasmissiioni s-etitámanali per le scuole o-ttennali so.no da in-cjiuide.rsi -nel gruppo pedagogico-ciu-l-turEÍ-ie-. Esse tralttamo. airgomenti con-nessi al pir-oigramma d,i insegnamen-to nel Circonda.rio, dando ai fanciul- 10 la poí.-iiibiMtá di appropriarsi di certi coMcetti megiio Che non dalla vo.ee deirinseginante. Bisogmerebbe che le scuole ne.l loro stesiso ínteres-so vi celibato oirá sisero piü di quanto non fase i a no attiualmemte. Ancora in questo gruppo sono- da incluid ere «L’amigólo- dei ragazzi» e 11 «Teatro dei piccol.i»; fia.be e ra.c-conti sceneggiati. Qui sii traita, an-zi.tutt’o -di concis-ce-re la psicollogia del fanci-ul’o., di sapere quale lato della sua fantasia, cotpisce, e d!i impostare le t.rasmiteioini in cons-egiuenza. E' proprio di questo, ci pare, che non si tiene canto, o méiglio lo si f-a in un modo nient’affattó felice. Psssando al giriuppo art-istico-cul-turalie, di-cÍ2imo súbito- che 1-e cose K.no be-n liu-n'gi dalll’a-ndare come dovrebbero. Consideriamo «Nost.ro sce-narici», cioé dramm-i e commedie: c.ió .che abbi-a.mo déitto circa il rapertcirio delta Compa-gnia di prosa deil Teatro vale alia lettera per «Noatro sioe-nalrioi». «Painoraimi oulturalti.» vogliono es-sere ad un tempo coimmemto ed in-formazione su opere e figure del-l’ar.te e deíba lie-literatura. Notata Taroeniza di qualBiaisi cemno su «avvenime.nti» cul t lirai i (mostré, conve,gni, dl'batititi) della R. P F. J. e di alitai paesii. Nom sarebbe male che a queista tirasmissiome - che è Sorge Cittanova d’Istria a setten-trione della foce del Quieto, presso il luogo ove esisteva la colonia romana di «Aemonia». Pittorescamen-ie fabbricata su una minuscola pe-nisoletta quasi rettangolare, a occidente e a mezzogiorno é rivolla al mare aperto, che le manda i suoi venti tiepidi, sicch'e grazie a questi e al debole soffio che vi ha la bora, nei Suoi orti megiio esposti e ripa-rati prosperano piante proprie di climi e cieli piü meridionali. Nel 1687, anno in cui era scop-piata di nuovo la guerra fra la Re-pubblica Veneta e il Sultana di Co-stantinopoli, Cittanova, decimata dalla malaria, contava, si e no, tre-cento abitanti. Mura diroccate, case in gran parte cadenti, perché da lungo tempo prive di inquilini. Tale stato di miseria estrema duró fino agli atbori del secóla scorso; tant’é vero che i nobili veneziani, regnando qua e la VAustria, seeglie' vano la nostra simpática cittadina come «luogo di confino» per le proprie mogli infedeli... Ma si aste-nevano poi, esse, da contatti... pec-caminosi? N E proprio il 10 maggio del 1687 il conte Sabini, signore di Daila, ebbe la malaugurata idea di ammo-gliare il proprio figlio Ruggero con la bellissima Clarina, dei conti Rigo. I convitati, fra i quali primeggia-va il podestá veneto del luogo (il vescovo era in giro per la cresima) erano appena ritornati dalla chiesa qwando nella via sottostante risuo-na il lerrificante grido: 1 turchi! 1 turchi! Contemporáneamente viene dal mare il cupo rombo d’una cannonata, alia quale altre ne se-guono a brevi intervalli. Mezz’ora hopo, 120 albanesi di Dulcigno, fra i mussulmani i più fanatici, sbarca-no al molo di Cittanova e in brev’o-ra sono nel palazzo del festino. Giu-sta una cronaca maligna, U guida un piranese rinnegato, certo Vatta bey ... Sono lordi di sangue per le carneficine giá compítate, e il loro aspstto é spaventevole. Fra urla di raccapriccio e rovinio di stoviglie infránte, i corsari abbrancano i ban-chettanti e li trascinano nelle loro fuste come ostaggi. Ma prima d’im-barcarsi gettano in mare le campa-ne del duomo, da loro rapíñate. Quel trágico avvenimento costó la liber-tà a 34 abitanti di Cittanova e al podestá veneto, subito, pero, riscatta-to della Serenissima. Sennonché una tradizione pretende che una qualche resistenza ci sia pur stata. Si narra, infatti, che un’animosa popolana, vedendo entrare furibon-do un pirata nella sua casa, lo uc-cidesse con lo spiedo di cucina. E mentre gli albanesi filavano rápidamente verso il sud, i cittano-vesi, ammassati sulle mura, udivano un sïion di compane in fondo al mare. > Alfredo Benc.ivenni ICROMCHE CÜLTUMLI DEL CIRCONDARIO | Come giá annunciato, la filodram-matica del Circolo italiana di cultura di Capodistria ha portato lu-nedi e mertedi scorso sulle scene del Teatro del Popoío i d,ue atti di Giacinto Gallina: «El moroso della nona». Ecco la vicenda. In casa Panstti, famiglia di umili pescatori veneziani, capita che la nonna dev’es-sere mandata in un ospizio perché non é possibile provvedere ulteriormente al suo sostentamento. lntan-to la ñipóte Marietta amoreggia con un coetáneo, Carletto, figlio di quel Bartolo Gavani che perde il proprio portafogli nella barca dei Panetti. Dall’intreccio di questi tre elemen-ti nascono su i due atti della commedia. Fa da sfondo e porta una nota di colore popolano la tradi-zionale regata di Venezia alia quale parlecipa Nane, fratello di Marietta. Il vecchio Bartolo, venendo a reclamare la restituzione del porta-foglio, scopre che la nonna é la donna che 50 anni prima egli avéilá amato e non poté sposare per Vop-posizione del proprio padre. (Luí era d’altra condizione sacíale che la ragazza, proprio come adesso lo é suo figlio in rapporto a Marietta). Memore di quanto allora egli abbia sofferto, iconsente che suo figliq sposi Marietta. Coronatosi cosí il sogno dei due giovani e restando inteso che la nonna si ritirerá con essi invece di andaré nell’ospizio, la commedia ha termine. La nonna ha avuto in Pinotta Venturini una magistrale interpre- te che ha riscosso l’ununime appro-vazione del pubblico. Geremia Deponte (Bartolo) ha giocato in maniera perfetta e convincente il proprio ruolo. Discreta la prestazione di Francesco Lanza (Momolo Panetti), soddisfacenti abbastanza — ma in tono minore — anche la Morí (Betina, moglie di Momolo) e il Giorgesi (Nane). I due fidanzati non hanno convinto. Ci semora che la scelta di questo lavoro non sia stata proprio felice: troppo «tritume», troppa suggestio-ne «deamicisiana» c’é lungo i due atti, e avremmo voluto che il registe Andrea Debovic lavorasse di forbici un pó di più. Ad esempio la scena nella quale Nane entra con la bandierina conquistata alia regata fa troppo «epopea pátriottarda», «retorica risorgimentale», cioé ac-quista un sapore di satira, di «sfot-titura» che discrédita tutto il resto. Lo spettacolo era stato preceduto dal monologo di Anton Cecov «Fa ■ male il tabacco!» eseguito — mate — da Sergio Romi. II pubblico, intemperante e canzonatorio, ha mo-. strato di non saper apprezzare la validitá del lavoro. Ma a-bbiamo troppo generalizzato: con «pubblico» intendiamo indican'e una ventina di giovani che qhignando e schiamaz-zando hanno creato un’atmosfera di stupida e fieraiola ilaritá. Ció che non comprendíanlo è l’impassibilitá del resto degli spettatori, guando sarebbe stato cosí facile prendere per il eolio i quattro ineducai moc-c¿osí e estrometterli dalla sala. rio del régna britam.ni.co ,in Oriente. Dopo la guerra, l’Indiia, da- colonia, diivenne un dominion, una. -repub-b'liica, parte integrante del Komon-wesilit. Ceyloin- -ric.0v.eva lo stesso or-dinameinto, mentre Burma si sepa-rava coimpllietam.ente daU’irnpero. L’al.to eommiiss-ario toritainnico per 3’Asia_si- è sistémalo a Sin.gapore, •ohe, assieme a Malaka e Penangon, .coisitit,udc.se la catena d-elile- tre colonie realli a. Malaia. La rimaneníe parte di ques-ta, che è la più stretta ■penisola in torra aaia-tica (fra il primo ed il se-ttimo grado a nord deirEquatore) è ccatit-uita dalla Malasia, .com tiu.fcti i sino-i sultan! e la sue ammiinintraziomi, -con i gover-ni ed i parlamernti efcttl, con i com,sigilen e g'li ammimistratari stranieri — .una terna c-he non è colonia nel vero -senso della- parola, ma che, per ,1a ,r.ua poisiizigiÜé di dipendenza, si diifferem-zia- aasai poico dalle colonie vere e praprie. ' - , II problema nazionale ed il caucciù La Mellieisiia. non ha ri.ceviuto ne-amche la mínima- parte di quanto il governo laborista delta Gran Bretagna h-a idiaito a fine guerra ad al-eiunii -Ell-tri eiuicií pcisBediimeinti. Se eh.iedeite i motivi, vi diiramno che ve me sono par-acchi. Ate.uni, dicono, in fciretve: è la gamma. Alitri aggiungo-no- cihe rauitoaimiministrazione e l’in-diperideinza della Malieisia -sono un problema tiroppo comtpiiicato, poiché in questo paese gli imidigemi non co.s-titiuüiscqmb la maggiiora-niza della po-pa.laiz.kme (a Simg-apore vi sono piü cihesi che malleisi e n-elLla pemiisola lo isite.sB.0, più il 10% d.i inldda-n'i ed un mimotr numero d.i ailltiri griuppi •naziomaíli). E sopratatto i cime.s.i -so-no económicamente mollto piü forti degli alte abitanti local!. Aocanto alll’enoirm-e aumento della praduizione sintética, la gomma di Malaia non ha. pensó, ma guadae gnato in valore: l’armaimento generale è sítalo aumentato e con ció la nécessité d.i lutte le mater-ie prime strategiche. Questo armamento si inquaídra appunto nella situazione política generale del dopoguerra nel manido, in cui la -Malesia non è che un miinusicolo, ma económicamente prezioisisB.i-mo deit-taglio. In Mal-alia 1a- loitta dura d-a tre a.n-ni e mezzo. Gli insointii, pochi, ma prctetti dellla g-iungla, sembra sismo orienitaiti a modo loro verso Pechi-no. L’URSS, nelle sue traismiasdan-i radio e nei coimmeinti dei giornali ccrolmformisti, li considera s.uoi par-tigiani. I ibritannici imipiegatno enor-mi fc.rze millitari per eliminare l’in-surre-zicne,. Le loro forze comtano circa 300 mila uomini, d-eli qiualli cir-ca 20 mila so.no militari inglesi, mentre uin numero piü grande è rapprase-n-taito dagli a,ppa¡nte:nenti alie forze- di poliizia di Malaia, rego-lairi eid irreigolari. Che ccis-a- ha indoitto i gueirriglieri a imiterrcimipare la tregua ed inizia-re; molto temipo depo la fine dalla guerra mondiale, le lotte a Malaia? Qual’é d’a.litra parte la causa per cui' ess-i, itn tre anni e mezzo, sono riimais-ti in coisi pochii da vivacchia-re senza spe,rareza d'i- v.imicere e sereza potar essere baittiuiti? Foir.se -una rispos.ta, per lo memo parzia-le, -si potre-blbe cit-teneire u.dein-do. il, pa-reire, spieisso coinltraiddiitorio, degli uomi-ni pollii'üici, dei comanda,nlti, dei cansiigliieni, dei raippresen-talniti d.ei gruippi nazionai'.i, dei la-voraitori eicc. Ma, eissi, sono imtrova-bili: i gic/r-nali sono pieni di noti-zie nuil-a morte di re Giorgio, di cui a.bbiamo udito parlare giá re,can-docici d-alraerc.porto in ciitítá, allor-ché su u*n piroiscafo ciñese nel porto di S-in-gaipore a/vavaimo visto a mezz’aist-a la ’ ban-diera ross-a dalle stalle gialíe a cinqiue punte. Tult-te le mis.ure sin-ora prese dalle a-uit-oœità britanni-che in Malesia, sia su.i proibtlemi di carattere- político (:n primo luogo rinldiipe-nidenza e l’auto aimministraziane delta Ma.le-sia), s-ia sui prc/blemi militari (di-fe,sa dagli attacchi dei giueir-riglie-ri, piü simb-olicí che importanti), ter-minaivan-o sempxe jin controversie fra i capi militari e poiifici. Quesiti non erano d’accordo sui metodi, né sugl-i Sicopi- dellla loro azione. Ció ha -aviuito- come conseguenza una- serie di dámiEsiioni fra i dirigent! della pclizia e de.llo spiona.ggiio-, poiché n-eaniche l’alto commissainio per l’A-sia, Me Donald, non è riuscito a compoiire le loro cointrovensie. L’ainno scorso iiL ccmmiss-ario per la Male,sla, Garni, fu uiccfeo men--tre si recava senza scorta al ripioso damenicale sui moniti fuoiri di Kuala Lumpur, sua sedie e capitale deilTUn-iome- maleaiain-a. Nel d-icem-bre 1951 la «Reuter» died-e n-otizia dalla prolbaibilMà che Tincarico venga alsau-nto dal gereeiralie Roiber.tsan, c-omainidain-te de-lle forze ibriitanniche nel Medio Oriente. Fraittanto alTini-z-io di gerenai-o veniva nominaito a comandante supremo, civile e militare, i-1 -gen. Te-mtpler, ex a-lito fun-zionairio de! servizio infarmaBionii, riteinuto -lr«iu-oimo di' poiîso-»: A.'Tuf" ■spelt.ta il compito, di cihiarire la si-tuaizibne e-d a taie s,copo, ha avuto manó iiiibeira. Temipile-r esperlmeinteirà ogni me.z- zo per pomre fine alie controversie interne dei icinooli nailitaird, de! se.r-viz-i-o infoinmazioini e della pótela peir po-ter pasisiaire- po! alTinlsitaiura-zione di urta- maigigior sioureaza, sia per le aultciri.tà britanniiche che par i suoi rappreiseretanti militari ed i su-ci uomini d’-affari. Egli -si è r.iu- f.iutaito di par!air.cii s.u-i suai propositi: ai g-iornallisiti alTaereoiporto di Lonldra ha deitto che era «.troppo presto per faire dalle dich-iaraizioni». Al suo airrivo a Singapore ed a Kuala Lumpur -non ha d-e-tto m-olto- -di più. Tufltawia, d.adile -sue dichiara-zionii per la sitaimipa, si ë potu-to trairre 1-a corecliuisione ohe la Gra-n Bretagina .concisce il deisiderio dei Malee.i di oft-elneire rindipendienza. II tempo mcist.re.ra quali e quainite riform-e ccropontarà l'aittività del genora.le T-emple.r, U quale ha di-churato Ohe, .ccmpito pr.inciipale in ■ Mal-cisia b rimasito quel-lo. di real-iz-zar-e l’autaniomia della Malesia, le cui riaciheaze aipipoffitano anniualmen-te un 'ultiille netto di mezzo miliar-do di sterline. . I’OBGIMIZZAZIOME “MOTAMARA,, i LE IANOVRE BEL HDFT1 II “Motamara,, organizzazione fanático - religiosa segue una política reazíonaría e non rappresenta alcuna forza positiva per il mondo mussulmano «Se un uomo di poca fiducia vi porta una notizia, accertatene bene la veridicitá, per evitare che in se-guito ad inesatta informazione, pos-siate danneggiare altre persone e dobbiate poi pentirvi di quello che avete fatto». Questo versetto del Corano é stato inviato in luogo di una langa risposta dal capo della comurfitá religiosa islamitica in Jugoslavia reis-ul-ulem HADZI IBRAHIM FEJC, ai partecipanti alia recente sessione della conferenza mondiale mussulmana di Karachi, in mérito ad mi isieimtii iniccmmens.u-■rataimeni'.ie -infeiii.ee .. . Ccisl faiae-va la is.ua aippariaioinie la s-oTita vita 'iin tutta la sua arudenz-a, co.n; la sua sozzura. L’o.ra isa,era idisl-Ia rivielazio-ne eirá finita per sempre-, come noti fosis-e- mai mata . .. lintíiugi'asvatmo aull-a sbrada, -il do-lora e la paura nelío -siguairdo. In q.uE-1 mcimsnta .paiasó a.ccanto a no-i una lung.a lilla .di uomini, -d;ai v.esti-ti lordi e eldriucciti, -i vcltii ossuti, cu.pi -e panlsi-erólsii, l,e maní -tozze a calióse. Dalle -loro, tute ie- dai loro gremtoíu'ii nrjEicichiUti di caíice si po-,te-va,no iric-claoisiceirfi, per -miurator-i che si irecaivan-o -a! lavoiro. Ci paisisarono acc-anit-ó' s,ií.iamzi-os-i- a paesi 1-u-nlghi od emeirigici. Neseu.no dli loro sembró d-arci bada; soíita-nto un vecchio- curvo >e ba.rlb-ui'.o, daU’aspertito- ruvido, ci di-eide uiToachia-ta, inlfinitame-nite spreigavole, -sputó a, latió e proseguí la sua atraída al sieguito dieglii al-tri .. . Non avevamo-11 cor-aggio d'i giuar-dEirci .niegli oicchi e di porgerei la mano .ma'lTaddiio. Ci ver.gogn-avamOj ¡ senteidoci immen,s£ime.n!te radicóla. UNA SCENA DEL FILM JUGOSLAVO «TRIESTE» PACUNA 8 «LA NOSTRALOTTA» LUNEDlI’ 21 aprile 1952 IX. giornata del girone di ritorno del campionato di calcio ciroondariàle TUTTO SECONDO IL PRONOSTICO Il Partizan scavalca FAufora portandosi al quarto posto in classiíica GIOVANI! Solo ün’iprevlslo Dopoi una ílomenica ü’infierruzione a nostro modo di vedere non del tutto giustificata, il campionato circonda-riale ha visto la nórmale ascesa delie stjuadre preferíte che hanno saputo imporsi sulle avversarie m.eno agguer-rite. Dopo l’esp-ulsicue dal campionato circondariale della compagine cittano-vense per scorretto comportamento sportivo, i’Isola ha guadagnato due puní: senza ba-tter ciglio e cosí sará d’ora in poi con tutte le sguadre che dovcvano ancora incontrarsi cota i citlanovensi. A Capo-diistria in una scialba par-tita ¡ medusani hanno saputo imporsi dj stretta misura su di una Stella Rossa técnicamente interiore ma ai cui uomini non manca il tattore vo-lontario. Gli aurorini sono andati in-vece a nerdere a Umago il che era in lin;:a definitiva previsto poiché gli agguerriti umaghesi e la loro speran-za, in seguito al breve’ colasso dei piranesi, era di portarisi al secondo posto in classiíica. Questi hanno desuso invece le loro speranze poiché ier¡ 1’hanno spuntata con ¡uin secco ed elevato punteggio sulla squadra strugnanese che si é lasciata un po demorailizzare día una rete segnatal verso la line del primo tempo, dopo avear per 40 minuti tenuto alto il suo prestigio e le forzp a paritá. A S. Bortolo i saiinaroli hanno per-so ma c¡ mancaiva poco perché rag-giungessero un, pareggio che al Salino avrebbe molto giovato. II risul-tato é andato invece a; tutto vantaggio del Partizan, suo diretto avversario, che. grazie ai idue punti mSatuiti a S. Bortolo, é riuscito a scavaicáre l'Aurora e a portdrsi a| duarto posto in classiíica. La maggiore sorpresa rabbiama avuta pero snl campo buie.se dove í iccalj sono riusciti a batiere i cugini yertehegliesi per un seoco uno a zero. BUBE ~ WERTEMEGLBO 1-® SORPRESE FRA CUGINI BUIE — V-ERTENEGLIO 1:0 (0:0). BUIE: Bointollin, Pavlov, Maaizin, Bometti, Vinkviič, Poizek, Cknadnr, Pot.lecca, PiainelLa, Neisio, Vascotto. VERTENEGLIO : Ferneitti, Ra-di-silovič, Berma,rdis, Stainmain, Petto-ceOÍ-i, S-piltiz, Gme-zd-a, Sam' I, Sain II, Millo., Bairmeibá. Maircaitori: Pianella al 15’ del II. terqpo. II Bule si è meriitaito- la vittoria e il risuitato lo dice, ma come par-títa nom è piaciiuta. ComPusa- da amito le ¡parti, e farse il Verteneglio avirebbe potato paireggiare, ise i suoi avamti foBsetro stati ¡piú atiento, ma tutti i (tira di Sain e Smilovic so.no finito -e forado, o ¡fir'a le gambe dei difemsori toiu-iasi, che si .sono sibrigati .egragi-asmienit-e daillle fotoait-e confuse e caotirifoe dei isqpraldeitti. Del Buie si .soino distinto Bonetti e Pianella, »utore della rete; in id-ifesa Manzin e yimévió siciuiri colpitori. Eioco la icronaca. Al fischio è il B.uie che attaiccai e impeigina súbito Feirraetti iche si salva in tuff o. Súbito dopo, u¡n! toraacio di Pettocelli saliva la rete, trig,oiré, isi grida dal puibibliico, ma il’anbiitrp non concede e il gioco piroiseigue can azioni al-teimajte da amibo lie parti e la fine deil tempo trava fe isiqiuadre su! ri-sultarto bianco. Fischiata la- iripres.a, PianelUa poir-ge a Vinkvié e qiuesti dà a Bonetti una pallila ¡dhle paireiva destinata nel saooo, una lil centro .ayiainitii del Buiie i-mdluigiía e l’azioine afuma peir poco. Lo steaso Pianella isi riffà poco1 dopo, isu aiziome icombliniata d,i linea. Benatti tira im' irete, Feirneltti para1, ma illa ipallDia igli baliza dial petto e Pianella linj coirisa mette in rete. Da queisito momento igili ainiimi si riscal-daño e il Vleritieineigilio isi riisveglia, mettenido in serie difficoltà la di- feisia del Buie, ma, come detto, par la troppa confusione dei suoi at-taocanti, noin irieis'ce a passare. Tre ainigo.lii CiO'nis eicrat ilvi contiro lil Buje non fainno cambiaire ill risiulitato. Scalmpato quaabo pericoilo, il Biuie si ripirenlde e fa partire Pi,amelia che da a Bimeitti, tiro, di quiesito ultimo o,lire. l,a •: ravers a. AiruMmo minuto il pareigigio piaireva cosa fatta, ma Sain, da poichi passi, mette a fon-do. Tiira Fernetti tta riimiessa, ma cinmai siaimo aigji isigoccioli e Lonizar da il fisichioi dl chiuisiura a questd partiata dai idue voOiti. OMOLOGAZIO'NX Vislti i refeirti arbitrali, a conam. telcmiioa deiilia FCCCI omoioga le se-gueinta partite velevoli per i cam-pionatli ciaillcio 1951/52. Partite del 6. 4. 1952 — Circondario Biuie — Sterugmaino' horn: diiisputa.ta. Pirano — Mediusa sospesa per aciceirltiamenti. Stella R — Iisolla rinviata. Aurora — Cittanova 2 — 0 per forfait Pantiizan — Umago 2 — 3 Vetrtemeglio — Saline 4 — 2 Zona distretio Capodistria 6. 4. 1952 St el, Rosisa B — Jadran 2 — 1 Mudels-a B — Iliirija 1 — 1 Isola B — Bmanik 6 — 0 Piirano B — Partiizairi 2 — 0 per, riniuniclia. Zona distretto Buie 6. 4. 1952. Umago B —: Maid. d. C. 1 — 1 iSalvoire — Matter,ada 2 — 2 Seghetto — S. Lorenzo 3 — 2 Biuie — Moimiano 1 — 2 Vertenagllio — Cittantxva B non riceivuto il refento airibitrale. PUN’IZIONl: Giurgeiviiic German-no, Mairuisic Bonifacio del C. S. Mo-anianp ammoniizione isolelnne per proteste aiH”arbitro partit,a Bute — Miomiamo. CAMPIONATO INGLESE Arsen,all — Strike 4:1; Aston Villa — West Bromipich 2:0; Blackpool — Manchester Uimited 2:2; Chelsea — Burnley 4:1; Derby — New,castle 1:3; HudicLers-fiielKJ — Charlton 1:0; Livierpool — Totetnihaimi 1:1; Manicihesber City — Bolllon 0:3; Portsimiouth — Preston 1:2. I HISULTATI Isola — Cittanova 2:0 p. f. Pirano — Strugr.ano 4:0 Partizan — SaliniE 4:3 Umago — Aurora 1:0 Médusa — Stella Rossa 1:0 Buie — verieneglio 1:0 LA CLASSIFICA Isola 37, Pirano 31, Umago 28, Partizan 23, Aurora 22, Strugnano 20, Saline 16, Médusa 1S, Verteneglio 13, Stella Rossa e Buie 10. Cittanova 5. CAMPÎONATO DISTRETTUALE Cittanova B — Buie 2:0 p. i. MatteracH — Seghetto 1:0 PARTIZAN B — ISOLA B 3:4 STELLA R. B — AVRORA B 2:1 Programma partite calcio, Circondario dcmenica 27. 4. 1952 — X giornata di ritorno Pirano — Buie, S. Lucia alie ore 15; Stella Rossa —1 Struanano, Amcarano allie ore 15; Micidusa — Giittanova, 2-0 per forfait; Isclla — Umago, Iscia; Aurora — Saline, Capodistria aile o-r>e 15.30; Verteneglio — ParM'zam, Verteneglio alie ore 15. PREPARATEVI PER IL SAGGIO GINNICO DEL I. MAGGIO! TÏRO A SEGNO 1 tiratori capodistriani viüoriosi sut piranesi PARTIZAN - SALINE 4-3 LÄ SFORTUN ATÄ PRO VÄ DEISÄLMRI -Strugnano 4-0 Dopo un primo tempo in parità di forze PIHANO: Segala, Conitemito, Bonifacio, EnneíStiini, Rcislsio, Sltimaz, Da-preittoi, Tiaglliapetra, iSanltoimairco, M'Uiiesam1, Razza. . Sr¡riUg!niain:o : Girctgoiráclh, Mueizza, Baniveniut.i, Vascotibo', Z>airo, I, Dagrt, Camboini, Zaro H, Felliuga:, Deigrasisii, Gioirigini. , Arbitro: Divo di Cajpoidiisrtiria. Marcatori: Miuiesain ai 43’ del I. tempo, Stimaz ail 18’ e 20’ del XI. tempo rom Dapretto al 30’. Al Piran» Sieimibra aibfbia gicvalt-o il piceola peiriodo di ferie palsquali peirche ie-rii ,1o aibibiam» visto di nu-ovo cogciere ¡l’allllioiro dfella vilttaria su d,i nimo Sirugnan i quaoto mal ággueinrita e che ha saiputo manite-nerisi a pié di paritá pelr quasi tuit-do il .priiimo- teimpo. Inultiili sano stati i tentaltivi delllaititaBco. di Santo-maneo che ogni velleitá pirainese CICLISMO ALLIEVI In occasiioine dei festeggiaimientá del I. rrcggio la SSS Profeter di Capo-distriia indice «d origanizza per do-mienjea 27. aprliie urna corsa ciiidistica riservata sü( ai'Ii'syii e moni t'Bsiserati. La ccrEÍa si svolgierá dad percorso Calpiodisitrja — Buiie — Piran,o¡ — Ca-póldlistriai per cotnipiIieESllivIt iklmi 59. La partienzai, che veirrá data nel préssi deifaJibergoi .Tnigilav. é flssata per le ore 10. Tutti i ciiclfiisitl della Pr.cCieter Sono preigiatj' di 'interveniiné. veniva Eitrcinicaita dalla biraiviai difesa ,di MuBizzai e Bemveinlultii. La neite šegnata ali 43’ da Muie-isan Ih® igeneiriaitb meffie fliie stirugma-ncisi iun’E('.moisfera del iiutito diveirsa, nom ceir.tameinte batitaigliera. Lo si vade išiufeito palMmizio- deli II. tempo qua;ndo ii Pirana si meltte In met,to pradominio. Qualtelhe piumtaita del-ilaiiitacoo istruignaneBe viene fac.i,l-memts olsitaicioiliaita daila difesa1 di Pirano dhe imatnida dil pallome a roiteare mella meta avvansaria. Al 18’ e Sti-maiz idhe parta ill vantaggio delia prcpiria isigusidira a idiue, meti e dopo due minuti iripate 41 pirodigio con uin magnificD tiiro che Gregorich e tcioatreitto ia malccoglieire aille spaille. Al ,30’ e Dalpreitito iche porta a 4 l’aib-Ibondante imesse di /reti ,rea’lizza:ta idafa isiqiuiajdra piraneisie. Al 40’ gli .attaciciamtii pirainetsi seignaino un’alitira pre-te ma iqiueisitia viene amniullilata d'ail-,1’ai hitro Divo per fuori igiaco, D. SALINE: Bartole, Petsronio, Fonda, Zamliek, Saiiv-asitaiinii, Petronila II, Girälldi, Dapretto, Bernardi, Vi-domiis, Piicci. PARTIZAN: Cuk, Paškullim, Cade-naro, Filipovič, Teisovič, Vatovec, Legjamac, Grozdanovič, Slaminko-,Vič, Jelačič, Mitrovič. ' Marcatoiri: ai 25’ Dapretto, al 30’ Gmadamovič, ,al 32’ Leigtjanac. Al 3’ del II tempo Legijamac, al 17’ Dapretto, al 29’ Bernardi, -ati 33’ Jelačič. Arbitro: Amo,de,o. lil Partizan, daciisio a riacattare la soonlfiltita sulbiita in casa dal Saline net giróme ¡dii anidiatia, é rílulsiciitio nel auo imitepto; gtraizie alie proidezze dei fiudi due miigiiori attaiccainti, Legja-naic e Jellalčič, i qiuali, ám virtü del loiro ubrtaicante duibliinig, hanno meisiso lo, sicompiiglio neillle retirovie aiweirsame, isegmando tire relti di eí-feitto irresistibite. I ragaizei del Saline, che a,l 3’ di giotío nel ,11 ■ tempo erano hanídicap-palti peir toe relti aid tuina, ©razie alta loro mcroillabiie geneiroisiltá, somo riusciti, verso la ¡mezzora, a raddriz-zare il riaulitato e portairsi in pairitá, manisanidoi per un soffio til siuocasisio, causa, I’incertezza di qiualliche alttac-cainlte. Di queislto ne ha appirofittato il Pialrtifcan chei ha pireisisato insi-Eteinitememte nell’atreia awatnsaria', ove i’ortitümo partiere del Saline ha a-vulto di iche farsi appiaiuidire s¡u i,n-terventi tempes,tivi, su tiri peírico-loisi, pairtiti dai pieidii degli ecate-¡nati aiweirsairi. Medusa-Stella Rossa 1-0 MEDUSA: Ceisnivaini, Strad!, San-tin, Bius-sani, Tuirciniovic, Cariinii, Sa-bíliin I, Giovaninini, Salbadim III, Cirlati, Nicheii. .STELLA ROSSA: JurJsevic, Zaro, Star, JcJzbec, Selekovic, Carrairo, Bertoik, Coiloa-níbiin, Baidassin, Poicic, DegraisEii. II Medusa siuIIXia' .stadiio di Capo-diisltriia é riiuiacóto, con un pó di fortuna, a pi-eigare la Sitelflía Rossa di LA 30. GIORNA TA DEL CM [8 verso le salvezza I RISULTATI FicircntiAa — Legnano 1:0 InierüEZiona’e — Lucchesj 4:3 Juventus — Torino 6:0 Atalanta — Lazio 2:1 Novara — Como- 3:2 Palermo — Napoli 1:1 Pro Pairia — Udinese 1:0 Satpipdoria — Bologna 2:1 Milan — Spal 2:1 Triestina — Padova 2:1 LA CLASSIFICA Juventus puntS 49, Milan 44, In-tcrnaz’onale 41, Fiorentina 34, Lazio 33, Spai, Napoli, Sampdoria e Nova.ry, 32, Pro Patria 31, Palermo 29, Bologna, Torino e Triestina 36, Ccmo e Udinese 25, Lucchess, Padova e Atalanta 24, Legnano 11. Lai cors-a alla, sa-lveiziza glioca ogni dcmenica dei; bnutti tiri alle equadre che vanno iper la -miaigigio-re. Le sq.ua-drie impegriaie Sn questa. lotita per ,la vita o la morte si toattono icoimie tanti ' lzcn-i dal pirinicipiiol alla fine pur di raiggraimellaie qu-aliche prezfoso ipuntir c;’,na . -cihB sdhitii'dla .l'WO le porte della salveeiza. le,ri, a farme le sipiese è stata1 la Laziio-, ¡sjuadra foirte, terni cam, ente a pesto, arisisa n-eil suo cornado quarto rosto, c-he h.a idcivutD con,os,cere gli Értiig.U dielTAtafianta, idlata ®ià per ccihdamnata. I bergaimiaBicihi, con la -au-trircdrofc. vi.lijcria .riporta-ta sulla Lazio, si sono r aorrab; nuoviamiente ii-n linea per la salveeza. Un proicinidiO soapiiro di solOliievo l’h-an-no: ernesso ,ieri pure i tifosi Hella Tries,tima ai trillo finale idel'I’arbitro, trillo «he samciva: ,1a sitrii-m.iinzita, m,a preaicsa vittoria sul-Paidova, ill -quale, m|B33o in ©imicioclh Io-' nel .pr,;imo -tamipo c-cin due rétif, ha ibeinitat-o d-i •.riimontare la svantasgi-o mella rtpresa, iiiusoen- dio-vi p-e-ro solo- ner -1-a mietà. Coimiumque, dlcpo -questa v-ittoria, ,1a posiizione délia Tr.ies.t.irî d, pur non assendo a-nioora-s-Icura, a!ato io stavioirev-o-le icailendanio, è oui ipiù tra-nqu-iflizzamte. Oon qual-c-he ipumto da cc-nquistarSii in trasf-e-r-ta, la Triestiina potirà saivarsi. Il -trio dii t-esta ha fatto- um s'imiul-taneo p-aisso .im avant!. iPerô -chi ha sciddi/sfa.tto è stata acte la Juventus, che ha aididir-ittu.ra maranaaliclaggiato -il Tienûmo, mantre- l’iint-ar ha -do-vut-o su-dlaire pareccihlio par ÿusposai ailla ib-a-t-t agiter a e dura a imori.re Luicichesie. Positiva, anche se Eitriimiinizita-, la v;it-tciri-a, -de-l Milain, -perché ott-enuta con-tio una Spal oh-e noni régala pun,t-i a nés su no. -La Ficiremtlinia, pur .ar/endo dovuto suidare ,1a- pr-cverbia-li sette -camiiicie, si è infi-ne taipoista al Leg-nano-, soaval-caiHâp -pure im classiifiioa la Laizio, s-con-fitta -im casa. Scabrcsa la si tu arienne de"iTUidrin-ese, la -qu-ale è uslei-ta siçomfiitta -dia 1 la j»r-tita disipiuitata a Bust-o A-rs-iBio. Sa-re-fcibe un vero peccato vader« retro--celi-ere i iriuiani, imieisisiisi -i.m lue» -n-el -géro-ne -di ainidaita. Non -men-o -p-erâco-i’PG.a delTUIdüm-ese -è la, pastel-orne dei Cerne, .¡;l aua-le ha tentato il tutto iper tutto a Ngva.ra; ima ha -idovut-o alla f finie abbàsslaire bamidier-a. ■S-cnza st-oria ,1a parriita ira le s-q-ua-c’: e dfi1 .TT.,e.ridiome, -che a Pa-ter-mip si sc-no divise salcmdn.’’c,rimonte la do-sta. îî Bo-loigma -non è sia-to -im grado d; cijtasc-la-pe la. unaricia -délia- Sam.p-donia, aggiriavando cc-s; liai ip-roipir-ia -po-sie-'c-ne. /f«» 30 giornata ila p-oBizi-ome i-n -coda alla cllEssvfi-ca n-o-n è :ancora cWi-ara. Otto sono le squadire che si! batt-omo per la, sriVv-eizza. -Per il imicimiemibo- Ata-lairi-a, Lucchesé e Paidioiva- sono le- più periliç’antl corne - p-roba-b-ii’li -retr-o'C'eiden-tij. Ai’.'l-a finie unainicano peirô anicora o-tto giomate e di so-riprese ip-otreimo ve-d-ere-e an-cora molt-e. Il ibuion laivoiro ßwoit-o dalla s-alda difesa satinase è sta-to- -firustait-o- al .33’, quand o, dall liimiiite deU’area, Jelačič meitteva impar,afoillmemte- a segno il palllliane id-eüa viibtoinia, por-itata a fime imaOigraiiio il diiispeirato isemrate id-eir bravi e sfortanlati sali-Inari. AMO Lettere di sportivi Riiceiviiiamo -e piulbitaliiichiia-mo: Oara «Nosíina Loit-tai». Allcumi niumeiri fa, isciniivievi im un artiicoil-o idalia- inetcieisisiiitá di aiccresce-re -l-o isv-ffiluptpo d-ellllo isport neil nostro ciinecinldamio. - - Adeisso mi riivolg-o ,a te par sia-,pere come é ipoissilbile che mella Ca- B-a delilo atiudlemte a Oapoid-isltria- non vi -sia meimmeino um igioicoi, ,c,u-i -si pos-Ecmio idieidiiicare igilli- Btiuidienti ne-lie are BSbareš A-lciuni m-eis-i fa albbiamo pr-o-pGlstod’afcqiUiiiSit-0' di um paHone peir il g-iioco ide! c-allloi-O' ma gii-ornii fa la nois-tna prepusta e staita rnapinta sanza alcunia- imicit-iivaizicine. Gl-i iscac-chi nel-la časa mori -eisiisitoin-o e a,llt,re!titianto non eisiiat-e oimibra idieliia- paill,avo!o. Un po di interessamemto da parite delliiia idir-eiziiane- delila oasia- ored-o che bast-eirelbibe ipe-rc/he igli sltadenti pois-Ban-o ibrasoonrere lie are libeire in iqu-eista .Satiisisiima s-vagio- -e cio e idljmoEfciato idal fabto che- la Časa ideT.-o atald-einit-e isllov-eino poissii-ede tuitti qiui£isti ireiqiuisiltii- in-ecessairi, c-ertamen-fje ipeirche -lia- lloro -direizioine ha idi-mos-lirato -piu initereisisie nel pro-cu-rarli. Un le-t-tore Al Poiiigoino -di itir-oi r.e-la Piaizzeit-la di Pirano si č sivoilito Mmcoinitro di tiirio -a is-egno tr-a, la -nalptpresenta-tiiv-a ipi-ramesie e. qiuieflila iciapodiistria-na. Pintam» -deilFiinicoinltro d presenti so-no isitia-ti Isiallutati diaii Icompa-gni Marchesich e -Renko. La isqiuadira f-eimmiiniilie catpadiistrda-n-a ha. vlimio ipeir fomf-ait poiche le avvers®ri.e piramesii no-n isii sono pre-sen.ta.te. NeCiFelsibiizione daita dalla Eiguaidira- d-i Capoidii-sitiria Bii e parti-ci::lrirmcir,i,e d-iisbihta Emillia De Ber-liaad-i -che h-a- irealiizz-aito 31 punti. -Neili.iniconitro- imiaisichiiii-e -la viitto-ria -e istat1» di aipip-ainn-aigigio deli capo-di-E-triarji clhe ¡haimno totalizzato ben 554 pu-nlti im icoinfuioinlto ali 404 realiz-zaitd idailla isguiadira -di Pirano. La viit-t-onia caipioldiisltiriiama- ie s-bata echiac-ciiaate g-r-aizie alFotbima preiparaziio-ne avuita- id-ai coimpoineinlti la, squ-ar dra dii Mamcheisich qiu-asi tiutti capa-ci iconoiscitari deli tiiro -a segn-o. I miiglioini delila ;siqadna. di Ca-poidiatria somo atalbi Bmadlič e iM-ainchesich che hanno- ttotaliizzdbo -ambediue, 63 punti; itoa i piranesi iaveoe sii sond fat-ti noitare Nutb-ak Anidirej -con 52 punti e Raldiv-o F-albio -con 58 p.uinfi. La acontfiitiba- pinanie-se e idovuita- al DUPLICE AFFERMAZIONE DELLA «F RO LETE R» A POLA Upnllonio e Brajnik vintiiori Buone prospettive dei nostri ciclisti per Sa «I. MAGGIO Amc-arano per u-no. a ¡zaro. L’allil;em-a-tdrie ideilla. atéis,sa, come al siollito, per mamcamza di quatbro tibo-lari, ha mei-Bo- in campo q.uatbro riis-erve e, sin daiiriinizii-o, eirá pravedibiil-e uiaa- dura lotea. Dopo ie prime- fo;at-tiuilie, s-eimiblrava adddiritbura -che la Sicilia Rcsisa- pcibeisse cairpire almeno un punto e, a diire il vera, fors-e- si mriT.itava anche la vittoria, iinfatt-i, ben qiuaittro- volt-e il pallóme é stato reisipirabo -dai pali ed áte retíante s,al-yáiío in exbremiis, a porti-e-re -batta-to, d-aii difensori mediusani. Entrambe le isqiuadre hatn eeirica-to - di dame tu,tito di s-e isteisis-e, penó, privé él ¡técnic-a- sia i’-uma -che l’altra-,, . coisiciihé d’i gioco si é visto toen poco o multe. AilTániizio- de,l I. teimpo la Stella Rclssa parte f-ointe -e pires,sa combimua-mente, tanto -ohe iíl Mediu-sa s-embra crdeire da un mo-m-einto alil’a-lt-ro. Gran coinifuGlane tira la d-ifeisa mie-dusana perché Falil-enatore ;de-l -Medusa é stato costretto a far gioicare TuircilrJo-vic in attaaco parché inidiis-pcisto-. Dopo, -tire-tata miniuiti di pr-as-sio-ne id-a parat-e -d-ellia Stella R-osisa, é Tui-cinovic che-pas-sa: al isod-ilto posto di cemtiroi mediano e la éáibuazion-e carab-i.a- ianmeidiataméipite. Infa-tti il M-etíluisa ipart-e .a’ll’aiítaioca e al 40’ é Sai/diin I, jehe, su ¡paislsaig'gio di Sa-badin- II.I, siEig-na -la rete- de-l-lia vit-tr.r.iia- da una ipiosizioine qiuasi i-mpos-si cále. II II. teimpo v-eld-e :i:l Medusa che aittacca forte -e si igji-cic'a per -una ven-tina di miniut-i solo, n-eila tmeitá campo della Stella -Rossa. Gli aititacca-nti da-1 Medusa hanno piü occasio-ni di s&g-naire, pero -manlca il soilito tiro a rete e -molte ocicaisioni soino sciu-paíe a poichi m-sitni idailla po-rt-a. Dcipo vehti m-i-nut/i- di gioco, la StejlLa -Rossa- isi- risveiglia e pa-ss-a al-rattac-co, -ma miute, piuó fare- perché 1-a ipqmtia di C-e-rnivaini é ritaita toan difeisa da Saiatim ;e- Sitiradi. In- una di q-ueislbe- ocicasiionii, a,l 26’ de! II; item-po, -al oeini.ro- alíitaoco Baldassin della Stella -R-ossa- si presenta ru-n-a magnifica ocic-aisione per porta-re- le squadlre al pareggio-; oilitrepassato Tur -imavic si trova solo a po-chi passi 'di Ceir-nivani, pero sb-aglia tiro e manida fuori. Neil re-ato del -tempo non é da se-gnalafre aileiumiché di importante e dl -seigmale dii idh-iusura, dato daHi’air-bjbro Janorvski, vede -vitt-oriosi i Medusani. T. .......||iiiiiiiiininuiiiiíniiiiiiuiiiiii|iiiiiiiiiiiiiniiiii:liiiiiiii SpMéwU 99Lo iiesfra loftla” il vos tro giornale i¡iiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!iiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii -Maligr-aldo- ila foirt-e e numerosa cb-alizíioin-e id-e-i ci-cHisti fiumainii, poileisi e tx-iestiini, i memlbxi -dei’l-a Prol-eter ha-n-no co-mpiiuibo luii’aiitria isiuperba i-mpireis-a, impomemfloBi di fo-rza sia ira i idüeitbaniti, -che ira -g-l-i alil-ievi, nella c-oirls-a di apertura Pola—Leñame-—-Pella. , Apoilio-niio E-ruino, icdni una oon-dotta di- ig-ama- dim t-eillllijg' s nit e ,e Ib-en-e Co-aidiiiuyiato- dal proprl-o -campag-n-o Brajnik, miMibante ne-l'te categoría inferioine, iSii - é imposto piu-re nel-l-a se-ccmda co-rsa. delila istaigiomie alia miaini-era liarte, d-iimcEitramdosi il p-iü c apace -td il meglio- preparato. II bravo -ciiciiihta id-i Sermino, atssieme al B'uo ideigmo .compagn-o- Brajnik, é SitaJtq per tuitta lia gara vigile e- si-curo d;i se s-tesiso, rimia-nendo- in ginuppo fino- alli'a salit-a di L-emm-e, do.ve termii-n-aiva -a; r-idasiso di Danieli, Calis i na -e Cok, iciliasisiiÉteatisi neiFciíid'-iine im veib-ta. Iffiziata ia di-s-oeisa.', pigiritijyanjQ a piemi pedali Apo-1-lc-nio, Bráj'nik, Lugili-o, Rinailldi e F-'átilluir, i qüali prendeivan-o in poiche peid-aiaite un ne-tto vamit-aggio, che in seiguiito aju-mieiratava ' .-gradlaitaimen-t-e per il fciribe ritmo impasto- in apeciai moldlo ida ApoXlio-nio, Brajnik ,e Lu-glii-o. Il quimbetto piroiced-eiva com-p-fJtlto me ihre mie-lle posázio-ni arretrate -sTniv-clliaivaino -Malttioehio, Zambel-lii e M-arceir, -teiniiamldo d-iispeiratámente di coilimaire -ill díBItalcc-o che li d-i-vi-id-eiva d-ai íngigiltiitvi. ’Magra figura íacey-amla tov-ece i favoriti Cok, Co-re-téi, Gcibbio i quail-i, tagiia-ti ormai dalla ioifitai per ila viteor», per-devano- coistaut-emeinit-e te-nreinio, iba-nlto da igiunger-e all- ’tr-agiuiaixido- con o-lt-re otip- mi-niuti dii diilsitiaicico dal v-inci-tore. -Tutti anmiaii Eli aiapeibt-aíviaaia una volalta -a cinque, m-a -i idiu-e istniatíi, sepipiu-re piú veil-cci -e peinció quasi siouiri idi affemmairsi, credev-aino op-pcirltiuino d-i bemba-re i’impiresa di fo-r--,za. A po-chii chil-ametoi idel itrag-uar-do par-i vano amibediu-e coime -sae-tte sotripre-nidenldo i compiagni di fuga. In poco tempo isi agigiiuidi-cava-mo u-n c-eint-iinaio di m-etri, -cih-e -eir-amp deci-sivi ag-ii leiffettii /dei-la vitarla fin-ale. A Polla, isiuil reótUimeo id’aírrivo pasito in-ei preiss-i idiete s-eid-e della Banca -Naziom-alile, -s-i preE-eintavainio ccis-i ii idlu-e meimlhri rie-li-a Prol-elt-eir e s-enza f-oirzair.e is-i cla-ssiiicavano Ap-ol-lomio- primo -e Braij-nik Secando, primo pe-ró idieülja caitag-orta -a’.ilievi. A di-eci is-eooin-dii -aiririv-ava II terze.tto d-egili staccElti, su-i qiuia.Ii Eii impone-va Liu-glio, seguito, ad una- macchloa d-a Rimiafidi cid- -a dlue da! tamaño Faitta-r. Stfi-acati' airriv-aiv-a-n-o tu/tt-i gfn al-tri, íira i quia-li Band-cl -e Miki-a.včič, piazzatisi isetti-mioi -eid -cl ltav-o'fra gil alliavi. Olbr-e ai Idlue- id-elia Broleter g-iá menizion-aitii e -dimostra-lisi indi-sicuti-biilmenite i migli-ori, mcritaino una parola -di elogio il ■capodist-iTie-no Lu-glio -ad ill ipir-amese Riñaiidi; i qíuaii sono statli ira i piü ist-tivi e coiSt-anti per i mi a la -gara-, faceimd-oisi sor-prémldere s’-oilo neil ibraitío fin-alie da quelle idlu-e fu-r-ie ßccr/en-a-te -che ris-pondano -a;i -nomil di Áptlilohiio e Brajn-ik, ai quali oggi nessuno era in g-rado di meSiiBibeir-e. Omesta la presitaiziom-e di Bande! e Miklavčič, i quali hiamno, llia- sodidilsfalzion-e di aviar preicediuto- sul traguardo i fa-veriti iCcireiüti, Go.bbo e Cok, i quali ha-rano daviuito- pagare lio scotto della isc-aaisa pir-epalraEio-nie. Comunique, v-aigüiate- J-e ipreisitaizionli idii i-eri,, pois-siaimd- aif-eirim-aire che- la inioisitra s-q-ua-dra -dei idil-ettairuti palrit-e comí ibiu-otne prclbaib-ilitá -di -suiccelsBio al,lp, ítradi-zi-oiniaile raoiüsia Zaigalbria—Bel-graido, che ;si disputa o,gn,i anuo- in occasions déte- fe-sita dei l-avoratari, il I. maggiia. Otiti-ma H’-o'rigainiEEaiZ'i'O'mie della S. S. Uilj-anik d-i Pola, che puo dirsi piü che ,s,oidldiBlf-altita isia per la forte pa-rt-eicipa-ziome dei ciclisti che della folia. L’ondim-e dii atnrivo: 1. APOLLOiNIO BRUNO, della S. S. Bnoil-etar id-i CapodiB-tria, che ha compiulto i km 75 dei pier-corso im 2 oir-e 9’45” a/läa- media ora-rii-a di km 34,615. 2. BRAJN-IK ORESTE, ,id-em, a uraa machina, primo idiegäi ailievi. 3. LU-GLIO GIAC-OlMO, iC. C. Tri-estimoi, ,a 10 iseieomidi. 4. Rin-aldli WaHt-er, iid-em, steiSEo te-mpo. 5. Faltbar Giuseppe, O. C. F-iiume, steisso t-e-mpo, seconido. idieigili aillievi, 6. Mialttiiladh-io Giius-eppe, Uij-anik Poila, a 7’05”, temzo- d'eg-la alli-evi. 7. ZamibeJIi Luigi, Fiiu-mie, ist-esis-o te-mpo, q-u-air-to alievi, 8. Smerci-ani OMvo, Filum-e, -st-elsis-o torap-o, q-uinto alli-Bvi, 9. Calle,inia Giiu-liio, Fiume, 10. Baris,! Garte, Ulijaimik, 11. Bande) Dtuiliio, Pirole,it-er, ¡seisito, allievi, 12. Mikil-aivcic iMireo, ProÄ-eiter, settimo aMievi, 13. Ook Milan,, -elcc. P. La ü, di ritorno del campionato jugoslavo Le quatiro grandi si portano al comando delie classifiche I RISULTATI I. Giroine. SteHj Rossa — Zagreb 3:0 Hajduk — Vardar 5:0 Sarajevo — BSK 2:1 II. Girc-ne Partizan — Lokomotiva 2:1 Dinamo : Vojvodina 1:0 Mačva — Rafaetnički' m LA CLASSIFICA I. Girqne Stella -Rossa e Hajduk punti 10, Vardar e Sarajevo 6, B-SK e Zagreb 5. II. Girone Dinamo punti 10, Partizan, Vojvodina e Lokomotiva 8, Habotni-öki 5, Mačva 3. -L;a. secioinida gli-or-nata -de! giróme d-i ritoirno',/ idloipio- la párente-si itiierna-ziOin-ale idielle mia-ggior-i squadr-e jugos-lave, ha, r-ippirt-atoi nu-ovam-en-t-e alia ribslta r.-e «-quattro grandii», che, Hopo una parteniza aliquant-o incert-a e mortificante, si -s-om-a ri-pr-ese bene nel coirso d-rtle u-ltiim-e giiornate, tainto da r po-pta-TSi i-n testa -alie -claBSliflohie dei rlnpettivi giron-i. La Stella Hess a é a.ndáta’ -a, -Zaga-briai a pnemidere-l -due -piuint-i, vin-ceinidq í.n incido nett-o e c-oinvinoante il’iimioon,-tro, tanto che s-eimibrai s!;a iirli grado di rfceitiere- -la ibir-iIDainltei -Hmlpriesai idieillo Sears,o- anino. L’untUci zagalbre-sie, in-fatti, iio-n é riusci-to ad cip-porei, a-i, ripe-tuti a-tUc¡ch¡ die.i naisáizzf -di M-itiC, i q-uali sano -riiiuBIciitl -a paisisare -p-er b-cin, tre v-cil-be scimza subiré nessu-n-a rete. i ■Piú netta e -co-nvincente ancora la vfctoria. dei- campilanii idlelH’Adriático, i quali hamno infidato ¡pen Ib-ein cinque vio-lt-e ila -r-ete idifesa dal portiiere Hel Va,rida-r, -che, «tapo -uin.a brilla-nte par-teneai, star ora paga,nidio lo scotto. L’-umidiici idal Sarajevo sii é ripreso 1-a rivinciiita, BiUl-lo BSK iper Timimeri-taita- Eic-oinfjfcta suib-iita m-ei girion-e -di Eíffltta a Bel’igra-dio. Oom quiasta vit-' tonta iil Sarajevo iha laffiquanto -migiio-r-a,t,o -la -prepria .poaiizione, mientr-e le squaidre idel BiS-K e ¡Zaigreib, a-bbinate i-n -čada atliia -claissiifiic-a,. bojío le piü m,iln®6ciate Harta retnoc-essiiomie. N-e/Ii ipriim-o girone la staaizione é p o-ran,ai chiara. La Stallai RoBisa ¡edl il Hajduk, icm, j quattro punto- dii v-arn-talgsi'o, soino -ie quasi isi-cure f-iin-aliste, che idovrain'n-0 batiera! oom ,le -p-riime due cteissific-ate dril is-e-eoinidío -glpoinie. -La Qiiniairrao -proiceda -c-oin ii ipile-dj di piiciTiibo, ma aiciuramian-be liier.i, in-ell-l’iniciciníisb -c-on, -la -Vioijivoidli-niai, é riiuací-ta ad rggtuaicarsí i -due punt; per il no-tito -deliia nuffia. Pe-ró i due punti c,i sono ed avram-no -il ipr-opnio peso, fo-rse deciiE-i-v-o, arta cihiiuisura dei iconti. Chi si é iripres-o i-,.i -mtadio variamente inaripettatio é ii Partizan, che, con una seiqu.e-nza di viittori-e, -é -riuscit-o a! r-i-iportansii a .riidoisso -dei priimiil ‘de,Ha cIiasQ’.fi-ca, tanto Ha far pensare, salvo le seropre peía •■¡ib ilt i sororese, aid una p-anide í male fra te quattro SquiaHre, che in tutto ill pieriodlo p-os-tbeHico domina-no la s-ceima calcistica Juig-oslaiva. D'C!m,-e,niic,a 11 Partizan sii é Tipnes® la riv-i-nicita. sulla Lo-komiotiva cihe, parti.ta di s-catt-o -eid uilitiimia eiqiuiaidlra aid ¿asepe fc-attiuta, ‘sta -(tenido oirá una, iprova di sqúlliiib-nio, Cih-e tnfluisce inegatlivámente sMíi-e sue ipiroibabilii-tá ,d!¡. una: affer-m azi ene finale. Iré Hlu-e -pareinti pcv-ere idep secomdo gíreme, Mačva -e RaibiotinlSki, s¡ sono’ diiVi'rae, da buone uiltiimis, ,¡ idu-e punti. Salvo iimlpreviiistlt idunqiuie, -Stella Rcitis-a, DtaEim.o,. H-aljlduik e -Partizan sá-rainmo te finaliste -d!¡ q-ues-te caimpio-nato ioecorciat-0-. Finale da fa-r vanire Tsicqiü-ci’im.a im, bocea a q-ualsiieai; ttf-oso di calcio. Mía icihi sará il vinniteire dlel ca-mipianato:? Arte finali la risposta. fabto- ,-clhe (i ooimpohenti -la s-q-uadira di Pilrainlo einamio t-uitlbl tixa-tori raci-mo-laitii lalkl-ai Bivelita me-i vari coilieiht-ivi d-i lavara -e aiptpema aUl’im-izio- d-eilla loira a'btiivitá. O. BREVI SPORT Fioreimzo Magni ha viinto ¡i-eri la Herma — N-apolj — Roma-, appr-of-itt-am-do di un’Inßi,-dente -oapitato -ai fran-c-e-se Roibic, priim,o ,iin iciltassiiifiica Hopo le -prím-e tre tapipe. Magufi è pasisaito in testa dopo la priimia fraiziioinie Helia itappa ia Terra-c-ina — Latina, riusicenido ad agigan-c i ainsi alla fuga oiriganiizzata Ha -Ox-kiens ¡e Kubiler, ohe finii-vano nell’or-din-e äa sein itappa. N-eillla siecoimda íra-zioime-, iil camipiiiom-e Stail-ilánio consaiida-v¡a 11 proprio vamta-ggio, vincendo -la t-appa, con 22” idi v-antagigio su Ok-ers, 38’’ su Robič e 50” su Ba-rtali. * Il camipi-ome sviazero Hugo Kobl-et ha viinto -da Homiiinato-re l’iulibiimia tappa1 Hel -giino Herta Ramainidia, sbaccamdo di .ofibr-e sei ¡miimuiti Fausto Coipp'i. La vittoria fitaalie nel giro è arrisa pero all’olandese Wa-gtimians, ¡ill qua-le ha saipuito difendersi idagili a:tacch¡ ¡del campl-cin-e svizE-ero e tierimliinare inidenme ü giro. . CHassifi-ca fiioaile: 1. Wagtimians — Oianda, .2. Hugo Kotolet — Svizze-ra, LEZIONE DI SL0VEM0 (Continua dalla III pagina) Imeti: ¡bom im,e,l, -bos Imel, ibo imel, bom imela, boš imela, bo imtela. La -m-oltlipili-caizion-e: 2 x 2 = ? Koliko je dvaikr-at dvie? Dvakrat -dve je štiri. Diva — krat = due volte. E par ri-■cordaire gli or-dlnaili: Ti tanii, dnuig-i, v tretji klopi, koliko- jte ¡šestkrat ipet? Mialli im-oiž ,-na puste sto-pi : »Šestkrat pet je trideset.« T-u, lagigii.ii, mei terizo banico, qua-nto fa sej pian cinque? L’oimetta ballea in piedi: «Sei per -cinque fa trentaj» LEZIONE X. I ipron-oimi possess-lvi: moj, a, e. Tvo-j, ,a, e. Njegov, a, oi ¡(se M ipossesisore è dii genene maisic-hil-e), -nje-n, a. o (se il -possessiore è di généré femm-iiniilie). sivqj, a, e, se il pos-s-esso si rifieriilsice al -sio-ggetto Htella proipos-izioine. ESERC-IZl-O: Mati -im Metka — La maimim-a e Metka. «Glie-j, Mettra» to je tvoj hranitaiik.» — -Guarida1, Motika, questo è ¡11 tuo salv-adainaio'.» «Moj h,ranil,nilki? hvala, imia-ma. Kaj' pa- Tonček» — i«® imiio salvadanaio? Graizie, imiamima. E Tonimo?» «T,u je njegov h-rai-iil-niiik.i» — «Qui c’-è -il suo salvad-a^ n-aii-o.» «Kaj ¡pa -bo z ide-narj-eim»? — L-ett: che samà -d-el denar-o? «Vieš, Metka, Tončku iboš ku,pil,a darilo za novo leto, on pa tebi.» «Sai, -Metka, com-■pr-erai a Tonimo -un- re-galo per 1’an-no muovo, -egili iinvec-e (lo -ccimipr-erà) a te.» Pri-m-a di -oaipcidamno Mettra ipiamge. La im,aimin;a chiiede: «Zakaj se ječe:, Metka?» — «Penché piangi, Metka?» «Oh, mia-mia, Tonlčeik imeče denar v mio-j hna-■n.ilniik in me v svojega ((pranome ri-f les-si-vo -.pos-sessivo),-» «Oh, maimima, Toin-im-o ¡giett.a il Henairo -nel mio isaliva--danaio e -nom n-el .suoj» Il-pr-oin-oime ¡pois-sessi.vo risponde ailila ¡doma-nHa: čigav, a, o = -d-i 'Chi? Smcirrimemi Kur-et Antonio, ab-itant-e a B-ertoc-chi 13, ha suraa-rrito -la cairt-a id’ide-nti-tà rllaBciatagli dal -CiP-C Bertocctoi, Detta carta nen -è piiù valida se -non rest-i-t-uita lasH’iimt-eisitatario'. * Saimdriiin Gi-aininiino, Capoidlstiria, P. Biaigii-o Giuirtano 14, ha- smarrito la ca-rta d'iiHemt-ità ;il 13. 4. 1952 pr-esso S. Marco. -Detta carta nom s,ara ipiù valida s-e ¡non nestitai-ta all’-iintestata^ ri o. * Riosa G-iovanmi, aibitante ,a, Caipo-distiria P-i-azza-le S. Pietro 8, dichiara non, valida la carta d’identità sestj-tuita a- Trieste anicora nel 1937. se Che’.le:-' Duilio da Isola, via Zurto-vi-C 3, idicihliara m-oin valida la carta d’iidanitità rdla'siciata- Haï! -C-PC Isola e sostituita à Tirlèst-e. * Auber Ssnto, ÿ|ia Carrpo Mauzio, Capo-diisitria-, dichiara ino-n valida la carta d’identità rilasciata dal CPC Ca-pcidiiatri.a- e Ha lu-i sestituita -a Trieste. * R-i-osa Umberto, via S. Naizarip 10, Csipodiistria, idi-ch-lara non valida lai prcipira cair.t,a dliidentità rii’as.ciata.gi'i dai CPC Capadiistria, e sostituitai a Trieste. Direttore responsable CLEMENTE SABATI Stampato presso lo stabil, tipograf. «JADRAN» Capodistria Pubblicazione autorizzata