\ SETTIMANALB DELL’UNIONE ANTI FASCISTI' A ITALO - SLAVA Anno I - N. 10 CAPODISTRIA, 16 dicembre 1945 ___________Prezzo Lire 4.— fóeicaéc» ite*# Fili! di n ila Éi Le provincie dell’Alta Italia La reazione, che aveva sino a ieri ostentata così tanta sicurezza di sè, in Italia, ha dovuto fare una frettolosa retro marcia. passano al Governo di Roma il trasferimento alla fine del mese esclusa la Regione Giulia e la provincia di Udine Si sa che la vita di un paese, nel periodo di guerra e in quello immediatamente seguente, viene a trovarsi in istato di a-normalità. Durante la guerra tutto lo sforzo dato alla produzione non è che quello del mantenimento delle forze armate in piena efficienza e per conseguenza la produzione occorrente per sopperire le esigenze di vita della popolazione viene a soffrire in modo incalcolabile. Questa deficienza produttiva porta inevitabilmente a dei fenomeni sociali quali la miseria, fame, corruzione, ecc. Non esamineremo qui tutti questi fenomeni sociali, bensì tratteremo solamente ciò che oggi assilla le menti di quasi tutti i cittadini, cioè la borsa nera. La borsa nera non è un fenomeno che accade in un de-ierminato paese specifico, bensì tn tutti quei paesi dove per le ragioni che abbiamo specificate più sopra, la produzione ha subito conseguenze restrittive. Se nelle officine e negli opifici non si producono più o per 10 meno in minima parte stoffe, stoviglie ecc. se i cittadini hanno dovuto lasciare i campi per andare a difendere in guerra le caste dei padroni dei grossi trust, se i mestieranti invece di riparare le macchine per la produzione, hanno dovuto riparare autoblinde, carri armati, camions ecc., tanto indispensabili per continuare la distruzione, è ovvio che sul mercato mancherà 11 pane, gli alimentari in genere e i manufatti. La produzione si restringe e le masse lavoratrici in genere devono subire le più terribili conseguenze. Lo stato, evidentemente, si interessa affinchè i generi di prima necessità vengano razionati e calmierati. La grande deficienza del bilancio statate derivata dal continuo rifornimento bellico costringe lo stato ad emettere sempre più grandi quantità di carta moneta. Questa emissione cartacea provoca l’inflazione in quanto vi esiste sul mercato meno merci in comparazione alla carta moneta emessa. Ciò produce la diminuzione del potere d’ acquisto della carta moneta che a noi ci si presenta sotto l’aspetto del rialzo dei prezzi. Con questo fenomeno spariscono quelle poche merci dalle vetrine dei negozi e per comperarle bisogna rivolgersi dal tipo speciale di commerciante, cioè dal borsanerista. 11 caffè a volte lo si trova nello sgabuzzino di qualche portinaio, le scarpe in qualche bar o trattoria, le sigarette molte volte dal barbiere ecc. Evidentemente questa gente non si dà a questo losco commercio per puro sport bensì per ricavarne un lauto e facile guadagno. Sarebbe però un grave errore considerare che borsaneristi siano esclusivamente detti individui che vendono diretta-mente al consumatore. Se essi vendono, significa che devono comperare. E dove? Dai fabbricanti, dai capitalisti in genere. Il mercato nero è innanzi tutto alla base, cioè dove vengono prodotte le merci. La stragrande maggioranza della popolazione che subisce le più terribili conseguenze della borsa nera, non si sforza per sapere quale sia la ragione della sua esistenza, ma si domanda sempre come e quando essa sparirà. Affinchè esso, mercato nero, possa scomparire bisogna risanare l’economia del paese in modo che le merci vengano a trovarsi sul mercato come nel periodo normale. Non esiste legge atta a sopprimerlo. 11 mercato nero se non lo si può sopprimere totalmente con nessuna legge, essendo il governo nelle mani del popolo lo può però limitare, perchè mentre da un lato si sforza il massimo possibile per ricostruire il paese, dall’ altro colpisce il mercato nero alla base. Gli speculatori vengono dichiarati come nemici del popolo e colpiti. / liberali dinnanzi all’ alternativa o di scendere a patti e abbandonare ogni tentativo di scindere l’unità e la forma del C. L. N., o di essere esclusi dal governo, hanno preferito la prima conclusione ; e così questa crisi aperta con tanto bellicismo di riscossa savoiarda e con un tentativo di riabilitare coloro che avevano regalato all’Italia un ventennio di ultì'acapitalismo e imperialismo fascista, si è chiusa con un tutto come prima. L’Italia continua così la sua marcia verso la Costituente, nella perfetta unità dei partiti del C. L. N., con V unico governo di cui oggi il popolo possa fidarsi, sicuro di non essere buttato nuovamente nelle braccia della parca in camicia nera, Rimane ai liberali e alla combriccola, crisaiolo reazionaria, la consolazione di aver per quindici giorni arrestato il lavoro dei veri uomini della ricostruzione e della libertà, mentre in un cantuccio del loro bilioso animo rimane forse la piccola speranza di meglio fare la prossima volta. Sempre che il popolo italiano voglia sopportare ancora la loro infettante presenza al Quirinale e al Viminale. Niea. Essendo il Governo popolare quello della stragrande maggioranza del popolo il quale ha tutto l’interesse di stroncare il mercato nero è ovvio che il popolo stesso deve interessarsi in modo speciale affinchè il mercato nero sparisca nel più breve tempo possibile. Da un lato il Governo popolare emette delle leggi le quali intralciano gli affari degli speculatori, dall’altro lato le masse popolari organizzano coopera- ROMA, 13 La Presidenza del Consiglio comunica : «Ieri mercoledì 12 dicembre l’Amm. Ellery Stone, Capo della Commissione Alleata, incontratosi con il Presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri Alcide de Gasperi, gli ha comunicato che il territorio italiano che si trova ora sotto la giurisdizione alleata, comprese le isole di Lampedusa, Linosa e Pantelleria, ma esclusa la Venezia Giulia e la provincia di Udine, verrà restituito all’amministrazione italiana approssimativamente alla fine di dicembre». La comunicazione rileva che gli Alleati mantengono l’amministrazione militare della provincia di Udine soltanto per esigenze militari e non perchè si tratti di territorio contestabile. Verranno ritirati gli ufficiali del Governo militare Alleato della zona da trasferirsi, restandovi soltanto un piccolo numero di ufficiali di collegamento della Commissione alleata per facilitare il passaggio dall’amministrazione alleata a quella italiana. Il Presidente del Consiglio ha preso conoscenza con molta soddisfazione di questo atto dei Governi alleati ed ha pregato l’Ammiraglio Stone di farsi interprete dei suoi sentimenti live, in modo da procurarsi ciò che il paese può dare in questo determinato periodo senza ricorrere agli speculatori, i quali non intendono così facilmente di rinunziare a questa loro facile e lucrosa fonte di guadagno. Le cooperative in questo periodo giuocano un ruolo importantissimo e il loro sempre maggior sviluppo avrà come conseguenza inevitabile la sempre maggior diminuzione e la scomparsa del mercato nero. presso l’Alto Comando ed i Governi alleati esprimendo la fiducia che la continua amichevole cooperazione delle autorità alleate in Italia aiuterà l’Italia a superare le dificoltà del momento presente. E’ superfluo rilevare l’importanza e la portata dell’ iniziativa alleata che, salvo le ragioni indicate, ripone sotto l’amministrazione italiana l’intero territorio nazionale. SGUARDO nel Ofiondo- ATENE - Il governo greco ha concesso un’ amnistia che verrà estesa a tutti i delitti politici commessi nel periodo che va dall’ occupazione tedesca al febbraio del corrente anno. BATAVIA - Il primo ministro dei nazionalisti indonesiani, Sutan Sja-hirr, ha dichiarato ieri ad una conferenza stampa, che le forze indonesiane si opporranno con le armi a qualsiasi tentativo britannico per sbarcare nuove truppe onde appoggiare il mantenimento della sovranità olandese a Giava. MADRID - Alla seduta dell’ 11 dicembre nel processo a carico di 39 anarchici e comunisti, che si stava svolgendo dinanzi al tribunale militare di Cadice, il pubblico ministero ha chiesto la pena di morte per cinque degli imputati e a pene detentive varianti dai 4 ai 30 anni per gli altri. L’imputazione è di attività sovversiva, cospirazione, incitamento alla ribellione ed assistenza ai «fuorilegge» . MOSCA - Si ritiene che per il 15 dicembre sarà completata la conduttura di gas naturale Saratov-Mosca lunga 845 chilometri. SIDNEY - Tutte le industrie della Nuova Galles del sud hanno chiuso ieri i battenti a causa delle severe restrizioni sull’ uso del gas e dell’ e-lettricità imposte dagli scioperi. SOFIA - Il Governo bulgaro ha riconosciuto il Governo Democratico Albanese ed ha deciso di riprendere con esso normali relazioni diplomatiche Fontano! ,t24a Brigata Italiana di L N.“ del l'amale della soa foedazlooe Suhor, Rusinja Vas, Dragonja Vas! Tre nomi, tre villaggi che i combattenti della Fontano! hanno continuato a ricordare e desiderare durante tutta la lotta, che ancor oggi ricordano e ne parlano con piacere. Erano finiti i giorni monotoni di Sinji Vrh dove il I battaglione con Giovanni, Vigna Orfeo, Cubie Narciso per istruttori, aveva passato il periodo di addestramento. La conca di Rožni Dol, con il suo ricordo di pioggia, di fango, con l’infermeria piena di scabbiosi e di febbricitanti, con buon Barmas-se, Corradino e Tigre con l’instancabile intendente «Rosso», che per rifornire di rape e di un po’ di carne il battaglione, stancava tre paia di cavalli, tanto era lontana la base dell’intendenza ; era una cosa lontana. Lontano era il ricordo della «haika» di Tribisce, nella notte, nel bosco fitto e nella tormenta di neve, con i piedi scalzi. Da Bušiva Luka era giunto il III battaglione, quello che aveva più sofferto e che aveva avuto più volte contatto con il nemico. Era giunto il IV glorioso battaglione con la sua magnifica compagnia d’«assalto», con i migliori combattenti, destinati a divenire i dirigenti della nuova Brigata : Roma, Quarantotto, Klapis, Sansone, Neri.... Il 20 dicembre 1944, Suhor, Businja Vas, Dragonja Vas e-rano in festa. Quel ridente an-goletto della Bela Kranja dove l’inverno era più mite, dove le bianche «zidanjce» splendevano ridenti fra i vigneti, là dove nacquero i primi gruppi dei partigiani sloveni, dove ebbero le prime vittorie e dove ebbero i primi paesi liberati, nacque la 24.a Brigata Italiana di L. N. «Fratelli FONTANOT». A questa festa, cosi come due anni prima si era unita per festeggiare la nascita della più gloriosa brigata slovena, la «Matia Gubec», si unì tutta la popolazione che guardava ai nostri combattenti con visibile entusiasmo, vedeva estendersi sempre più l’idea della fratellanza dei popoli, base della lotta di liberazione alla quale quelle popolazioni hanno apportato tanto contributo con il proprio sacrificio. Vedevano nei nostri garibaldini i veri italiani, i figli del difficile dei mesi passati, ma con una fiamma di fede negli occhi, finalmente armati, quasi tutti ben vestiti e calzati, si irrigidirono sull’ attenti, quando la musica del Comando Generale. della Slovenia suonò l’inno «Un Vessillo in alto sventola....», Spagna, il nostro Adriano-Gior gio Jaksetic. Poi sfilarono i battaglioni, in testa la banda, con i vessilli e le armi che i partigiani sloveni ci avevano date. Sfilava una briga ta nuova, ma non era una brigata di reclute, non era una mescolanza di uomini. Sotto il nome degli eroi Spartaco e Tibe rio Fon-tanot, figli del popolo lavoratore del Monfalconese, si erano inquadrati, uniti da una stessa fiamma i giovani proletari di Monfalcone, i contadini di Stru-gnano, gli studenti di Trieste, i soldati di quasi tutte le provincie d’Italia. Quello s esso spirito li univa ai fratellit sloveni con i quali si accingevano ad affrontare il comune nemico, li univa alla gloriosa Armata Rossa, agli eserciti alleati di tutto il mondo che combattevano per distruggere il fascismo oppressore. Il 26 dicembre la Fontanot raggiungeva la linea di combattimento sui monti Gorijanci. A fianco della brigata Matia Gubec i nostri garibaldini presero il primo contatto con il nemica e con il loro valore lavarono per sempre l’onta che il fascismo aveva gettata sul nostro popolo. ★ PONT A-^OT 24.a BRIGATA ITALIANA DI LIBERAZIONE NAZIONALE popolo, di quel popolo che come i popoli jugoslavi lottava ed aspirava alla libertà. Distinguevano bene questi italiani da quelli che poco lontano di 11 avevano distrutto il primo paese in questa lotta, il piccolo villaggio di Hrastije. Sul piazzale vicino alla chiesa di Suhor si formò il quadrato : ottocento giovani, dai volti ancor pallidi per la vita il nostro inno di battaglia. In alto sventolavano le bandiere di combattimento dei battaglioni con la stella rossa. Il commissario del VII Corpo, colonnello Hribar Janes, ora ministro della Slovenia, salutò per primo la nuova Brigata ; la salutarono i rappresentanti del Comando Generale, infine parlò a lungo ai giovani garibaldini un vecchio garibaldino di REVISIONE dell* armistizio italiano Si apprende a Washington da fonte attendibile, che il segretario di Stato americano Byrnes presenterà alla conferenza di Mosca un piano per la revisione delle condizioni di armistizio con l’Italia. Si ritiene che il progetto americano suggerisca delle proposte concrete per alcune modifiche che dovranno ricevere la sanzione ufficiale dei Tre Grandi. Il Governo inglese avrebbe già dato la sua approvazione di massima all’ invito americano, mentre Mosca non ha ancora risposto alla nota. Si ritiene che il punto cruciale della questione sia costituito dall’insistenza con cui la Russia reclama contemporaneamente la modifica degli armistizi stipulati con la Romania e la Bulgaria. Inoltre, la Russia chiede per la Romania e la Bulgaria il riconoscimento ufficiale, accordato a suo tempo all’ Italia. dei Tre Grandi a Mosca 15 dicembre Si incontrano oggi a Mosca i ministri degli esteri delle tre grandi nazioni unite. Il mondo ha appreso con sollievo la notizia dell’incontro, che porterà certamente a una ancor maggiore chiarificazione e a una sempre più perfetta linea d’in tenti, le tre maggiori potenze vincitrici di questa guerra. Gli argomenti che i tre ministri dovranno trattare saranno molti, ma certamente tutte le difficoltà e le divergenze di vedute saranno appianate, a sarà aperta cosi quella via alla conferenza di tutte le Nazioni Unite, che dovrà dare al mondo un definitivo assetto collocandolo sulla strada di una vera e giusta pace. Uno degli argomenti più delicati sarà quello dell’energia atomica e non è da escludersi che verrà trattato l’argomento di chiamare anche le potenze minori al suo controllo. I tre ministri prenderanno poi in e-same le proposte per la' conferenza della pace ed è anche molto probabile che vengano discusse le questioni circa l’armistizio con l’Italia. Ad ogni modo è certo che qualsiasi accordo preliminare su qualcuno dei problemi internazionali spianerà la strada al successo dell’organizzazione delle Nazioni Unite. I ministri saranno assistiti da un numero elevato di tecnici e di consiglieri dei rispettivi paesi e ciò dimostra che gli argomenti che saranno trattati saranno numerosi ed ampi. Il mondo guarda perciò con sicurezza a Mosca sicuro che un altro gran passo sarà fatto sulla via della pace. II ministro degli esteri ame- ricano Byrnes, ha annunziato, prima di partire alla volta di Mosca, che la conferenza durerà due settimane circa, e che una nuova conferenza fra imi nistri degli esteri sarà tenuta a Washington nel marzo prossimo. Il ministro ha quindi messo in rilievo che tanto la conferenza di Mosca come quella del marzo prossimo a Washington, erano previste dagli accordi conclusi a Yalta fra Stalin, Roosevelt e Churchill. Nica. Al Governo Federale della Jugoslavia - Maresciallo Tito Noi donne del Distretto di Capodistria riunite in seduta plenaria per la seconda volta Vi inviamo i nostri calorosi saluti e congratulazioni in occasione della decorazione coll’ ordine ineriti per la patria di prima classe. Sia ciò un segno tangibile per il riconoscimento delle Vostre sovrumane fatihce e sforzi sopportate nei giorni più terribili dei nostri popoli durante la lotta di liberazione. Anche ciò è andato a carico dei partigiani [oni!« M grof. imi Venerdì 8 dicembre è giunto tra noi, calorosamente accolto, il compagno prof. Regent. Il caro compagno ha tenuto una conferenza alla Casa del Popolo, gremita di compagni e compagne accorsi per ascoltare la sua parola di compagno provato. Egli ha iniziato col fare un ampio giro d’orizzonte sulla situazione nel mondo e in Europa in particolare, ha tracciato con ampie argomentazioni ed esempi la lotta accanita che la reazione fa in molte nazioni e particolarmente in Italia, allo spirito di rinascita e alla sete di giustizia del popolo. Ha posto quindi in risalto l’alto grado democratico popolare raggiunto dalla Repubblica Democratica Popolare Jugoslava, la cooperazione e la fratellanza dei popoli in essa uniti, che nel potere popolare hanno trovato la vera espressione del popolo, la volontà del popolo verso una sempre migliore affermazione dei diritti di libertà e giustizia. L’oratore ha concluso con l’invito a tutti i compagni e alle compagne di collaborare sempre più col potere popolare, ricordando quello che oggi succede in Italia, e che l’Italia stessa avrà il più grande aiuto da una nuova terra Giuliana, libera, democratica, popolare. Il compagno Regent che alla fine della sua conferenza è sta to accolto con un prolungato applauso ha risposto a diverse domande di compagni che chiedevano schiarimenti su dati punti e ha dato assicurazione di occuparsi di alcune richieste fattegli Infine il compagno Regent ha annunciato che presto sarà nuovamente tra noi. toni sei i ÉÈiìiÉa a Strugnano Con l’istituzióne, della Sezione Partigiani Giuliani a Strugnano e con la collaborazione del corpo degli insegnanti della scuola politico amministrativa la vita culturale del paese si è ridestata. Alla sera, la Casa del Popolo si trasforma in sala di lettura e di conferenze. alle quali partecipa tutta la popolazione. Particolarmente attivi sono i giovani Già da tempo hanno organizzato il loro gruppo culturale e il giorno 29 novembre davanti a una grande massa di spettatori hanno debuttato con una rappresentazione filodràmmatica. Hanno presentato il dramma «Eroi del bosco», tratto dalle vicende della vita par-tigiana, che ha commosso il pubblico, che ha voluto tributare con caldi applausi il riconoscimento verso i giovani attori. Particolarmente si sono distinti per l’organizzazione e per l’esecuzione i compagni Bosic Mario, segretario dell’ associazione partigiani ; la compagna Ervina So-sich che dirigeva il gruppo filodrammatico, i compagni Carletto Petronio e Giulio Glassi. Elargizione prò „Istria Nuova" Un gruppo di compagni per dimostrare la loro grati!,Udine al compagno Kreiger per la sua visita a Pirano ha elargito la somma di Lire 335 (trececento-trentacinque) prò «Istria Nuova». Al Comitato centrale D. A. per il litorale sloveno Tutte le Donne Antifasciste del distretto di Capodistria, riunite in seduta plenaria per la seconda volta, inviano il loro caloroso saluto al Comitato centrale delle Donne Antifasciste del litorale sloveno. Noi donne che al tempo della lotta partigiana abbiamo cooperato all’ annientamento del fascismo, sentiamo oggi pure il bisogno e ci crediamo in dovere di collaborare nella nuova federativa popolare e democratica repubblica di Tito. Parecchi delitti dei nazifascisti sono andati a carico dei partigiani. Sono state pubblicate delle fotografie sulle riviste e giornali, che falsamente dimostravano al popolo sloveno ed italiano, i delitti commessi da loro stessi. L’ingiustizia ci feriva ma eravamo costretti a tacere ed appena oggi possiamo dire a tutto il mondo la verità. Nel mese di novembre dell’anno 1943, sono stata testimone di quattro inumani delitti della «Feldpolizei» germanica. Losice presso Vipacco, fu occupata dalle truppe hitleriane e fra l'altro anche la casa parrocchiale. 11 parroco con bel garbo cercò di convincerli, che la casa parrocchiale era piccola, appena sufficente ai servizi di parrocchia, consigliandoli di occupare la scuola. Ma i tedeschi 1’ assalirono come belve cominciando a batterlo. Poi lo condussero a Vipacco nella casa nativa di mia madre, dove per caso mi trovavo anch'io e lo chiusero in cantina. Il martire Francesco Graberna da Unza pregò, che gli si desse dell’acqua, e mia zia, con il permesso della polizia gliela portò, ma fu colpita quando riconobbe nella vittima insanguinata il parroco di Lisice. La sera quando arrivò il comandante, ordinò di batterlo nuovamente. Dalla cantina si sentirono dei colpi e delle grida disperate. I bambini spaventati gridavano e piangevano, mentre ai grandi si stringeva il cuore PIRANO „29 novembre" Compagni e compagne ricordate ! Questa data scrivetela nel cuore e nella mente. E’ scomparsa una monarchia ed è sorta una. repubblica. Una repubblica giovane (e povera diranno taluni) ebbene compagni sia ; povera è vero ma libera, libera da ogni legame di schiavitù, ed allora non è più povera. Un popolo forte sano, volonteroso, libero renderà questa novella repubblica ricca, molto più ricca di quando al posto di essa esisteva una monarchia, quando un Re incosciente tirava i fili come fa il burattinaio nel suo teatro di marionette. Non è più un Re che conduce i destini di una nazione; è un popolo che dirige l’avvenire di una novella Repubblica. „Ventinove Novembre". Ricordiamolo tutti, e porgiamo gli auguri a questa repubblica, al suo popolo e sopratutto al suo condottiero e che esso sia di esempio e di guida ai popoli ancora oppressi. Solenne messa per i Caduti della libertà Il giorno 11 dicembre nel Duomo di Pirano è stata celebrata una Messa solenne per onorare i caduti della libertà, organizzata dalle Donne Antifasciste della Regione Giulia. Vi presero parte una rappresentanza della Marina Jugoslava, la rappresentanza delia Guardia Popolare, la rappresentanza della G. A. R. G., una rappresentanza dell’Azione Cattolica, tutti gli scolari delle Scuole inferiori e superiori con i loro rispettivi maestri e professori e i direttori di dette scuole. La Santa Messa è stata celebrata dal molto reverendo Canonico Fonda ed è stata cantata dal coro femminile dell’Azione Cattolica. Le donne antifasciste di Pirano hanno voluto in questo modo onorare tutti i caduti di questa terribile guerra. Lionella Tro»t. non potendo aiutare l’infelice. Finimmo con il rinchiuderci nelle stanze superiori, tappandoci le orecchie e vegliando tutta la notte. Nello stesso giorno vennero condotti nella cantina ancora tre uomini provenienti da Novo Mesto, i quali erano sulla strada del ritorno alle loro case dal Piemonte, dove erano stati internati. Ma la polizia li aveva arrestati a Col, e tutti gonfi ed insanguinati dai colpi ricevuti, condotti a Vipacco. Le ore degli infelici erano contate. 11 giorno seguente alle ore otto del mattino, condussero il parroco sfinito dalle percosse ricevute sino ad Aidussina, dove più tardi lo trovarono morto i paesani. Dopo aver commesso il delitto, ritornarono impetuosamente a prendere ancora le altre tre vittime. Delle quali uno per quanto risulta dai documenti, era padre di numerosa famiglia, fucilandoli a venti passi dietro le case dell’ abitato. La popolazione di Vipacco si chinò sugli infelici confrafelli, e dopo averli identificati provvide alla loro sepoltura. Ma le belve nazifasciste non contente di questo nuovo esa-crabile delitto nei confronti di questo parroco addebitarono questo orribile crimine quale opera dei partigiani. Ciò si può leggere nella «Domenica del Corriere» del 12-12-1943. La G. A. R. G. si prepara a far passare migliori Feste di Natale e Capodanno ai bambini poveri della città Aiutare la gioventù povera! Ecco un punto che fino dalla formazione della nuova GARG i giovani si sono impegnali di fare. Ora difatti dimostriamo di saper mantenere le promesse. In una riunione dei vari gruppi si è deliberato, come lavoro da svolgere durante il mese di dicembre, di raccogliere fondi, indumenti ed altri oggetti, per far passare, in quanto sta nelle nostre possibilità, un lieto Natale e Capodanno a quei bimbi le cui famiglie si trovano in disagiate condizioni. Dopo tale deliberazione tutta la gioventù organizzata si è messa all’ o-pera. Le compagne Ciliana Be-rani e Lucia Castro subito si sono interessate presso 1’ ospedale, 1’ asilo, le scuole elementari e complementari per sapere il nome dei bimbi bisognosi; dal censimento fatto fino ad ora risultano in tutto 150 bambini veramente poveri. Le giovani stanno ora alacremente confezionando guantini, calzoncini, scarpette di panno, ed il lavoro iniziato con tanto entusiasmo credo darà ottimi risultati. Fino ad ora si sono distinte sul lavoro le compagne Ciliana Be-rani, che ha già portato a termine due paia di guantini, Castro Lucia, due paia di calzoncini e Maria Beneddi un paio di guantini. Valido aiuto hanno dato le compagne della GARG Giorgina Langher che ha fatto un vestitino completo e Maria Bonifacio, la consorte di un nostro compagno, con il confezionamento di due paia di scarpette di panno. I giovani il giorno di S. Nicolò hanno organizzato un ballo nella Casa del Popolo, con un abbastanza numeroso intervento di amanti della danza. A metà della festa il compagno Maraschi n Giorgio (Lero) ha spiegato a quale scopo si è fatto quel trattenimento ed ha lanciato un appello ai cittadini per aiutare questa opera umanitaria. Fino ad ora hanno risposto aU’appello ii Partito Comunista che ha donato 1145 lire, poi la Compagnia portuale con 1000 lire ed alcuni compagni del III Battaglione con una elargizione di 218 lire. Lido Vallani. 1 proposito di cnio raloile della ladlo rlaodestina Venezia molla Io, Zar otti Libero da Pirano, il giorno 28-11-1945 ho ascoltato una trasmissione della radio clandestina Venezia Giulia, e tra T altro un accenno alla miniera di Siedale (Pirano) e la falsa notizia che il disastro è stato provocato dai ge nieri che dominano questa miniera e dall’ incompetenza delle autorità jugoslave, che vi sono state molte vittime tra gli operai minatori in seguito all’innondazione, salite a 1500. E’ evidente la falsità delle notizie di questa famosa radio, poiché non solo non corrisponde affatto al vero la morte di 1500 operai, ma nessuno dei minatori si è graffiato un dito in seguito all’ innondazione della miniera. Sarebbe bene che chi trasmette queste fandonie, si incordasse che nella miniera di Siedale non hanno mai lavorato 1500 operai, neanche quando la miniera era in piena efficenza. Il massimo di mano d’opera raggiunto fu di 300 operai. Debbo poi anche smentire categoricamente la notizia che nell’Istria vengono commessi dei saccheggi e delle rapine da parte del popolo. Io ho un’osteria, e per trovare del vino debbo girare molto, e pur essendo italiano, nessuno mi ha mai insultato nè derubato, ma bensì sono stato cortesemente accolto in ogni luogo, sia da parte degli sloveni che d- gli italiani residenti nell’ Istria. Perciò io voglio rispondere alle bugiarde affermazioni di questa vergognosa radio che diffama questa nostra Istria, finalmente tornata in pace; e smentisco anche la diffamazione che i contadini si rifiutano di prendere la moneta jugoslava di occupazione. Io come oste compero il vino dai contadini istriani e pago il vino con moneta di occupazione jugoslava, valga l’esempio del pagamento che ho effettuato il 27-11-1945 al contadino Bonin Giuseppe residente a Nosedo N. 226, della somma di lire 14.500 tutta in moneta di occupazione jugoslava. Con ciò voglio sperare che i soprannominati diffamatori abbiano capito. firmato Baratti Lihem. ISOLA Pranzo di Natale L’Ente Comunale di Assistenza del Comitato Cittadino di L. N. ha proposto di allestire un Pranzo di Natale per i numerosi poveri del Comune. In tale occasione fa vivo appello alla cittadinanza di voler concorrere nell’aiutare in qualche modo i nostri poveri. 0-gnuuo perciò, secondo le proprie possibilità, è invitato a dare il suo contributo alla Commissione incaricata di raccogliere le elargizioni in denaro o di generi in natura. Certi che tutti vorranno rispondere all’invito, allietando cosi il Primo Natale celebrato nella serenità della pace, ogni buon cittadino quindi si senta in dovere di aiutare 1’ EGA per rendere più cenfortevoli le Feste Natalizie ai bimbi poveri. comp. Neva Cronache del Distretto I nostri eroi Pino Tommasi La letteratura partigiani slovena La Jugoslavia di oggi non è la Jugoslavia monarchica di ieri. Il popolo stesso ha guidato c diretto la lotta di liberazione, il popolo stesso ha combattuto mentre i monarchici fuggivano ed ha formato la democrazia vera. La lotta ha richiesto energie immense, il numero di caduti, i danni subiti sono la conferma migliore. Il popolo ha dovuto lottare contro due nemici, contro I’ occupatore straniero e contro i traditori interni che con loro si unirono. I popoli della Jugo-goslavia hanno compreso profondamente i! significato della lotta. Verificato si è quasi un miracolo. Nei boschi, dove si raggrupavano i partigiani non si svilupparono soltanto focolari della lotta contro Tarmate nemiche. Nel territorio liberato dai partigiani, non si formava soltanto il nuovo potere statale. Contemporaneamente a tutto ciò ha preso forma inconsciamente una forza creativa artistica, è sorta una nuova cuitura. Nulla di casuale in lutto ciò. Non si può creare un’ opera artistica o culturale per ordini superiori, può sorgere soltanto da un vero, sentito bisogno interiore, li fatto, che durante la lotta cruenta abbiano potuto essere erede opere culturali dimostra forse più ogni altro, quanto prefondamente fu sentito nell’ anima dei popoli jugoslavi la lotta di liberazione. La cultura è una necessità profonda per T nomo, è uno dei beni maggiori della società umana. Il sistema borghese chiude alle grandi masse popolari T accesso anche a questi beni, come gii chiude !a vita per una vera giustizia sociale. Le doti naturali delia creazione artistica sono rari. La vecchia società fu la causa, che per generazioni e generazioni molte energie artistiche sane fra il popolo siano state trascurate. Semplicemente non ha voluto offrire agli individui di talento possibilità di sviluppo. La lotta di liberazione in Jugoslavia si basava sui popolo stesso, perciò ha radicalmente cambiato anche queste condizioni. In questo sta la chiave dei perchè durante ia lotta stessa la ietleratura abbia avuto uno sviluppo si forte. La lotta ha mobilitato tutte ìe forze creatrici de! popolo, perciò ha liberato pure tutte le energie delle nazione artistica. Finché durante la lotta si è trovato del tempo per la creazione di poesie, composizioni musicali nuove, opere di pittura ecc. Quale è il frutto della letteratura slovena durante la lotta ? (Continua) Leggete, diffondete, collaborate e sottoscrivete per „L’ISTRIA NUOVA" il nostro giornale Libertà di stampa dovrebbe significare che si può dire ia verità, difendere con la stampa i proprii diritti, criticare gli errori e le ingiustizie subite per rimuoverie e migliorare. Così intendeva la libertà di stampa il redattore del giornale sloveno «Primorski Dnevnik--. Con prove di fatto, con dati e nomi voile smascherare certi elementi collaborazionisti che fuggiti in tempo, si sono rifugiati a Trieste, ove si credono più a! sicuro. Fatte le dovute riverenze ed inchini agli alleati, che perso- Sono ormai sette mesi che la guerra mondiale è finita 11 vento di distruzione e di tragedia, 1’ ondata di sangue e di martirio ha finito di spazzare T Europa, ma quale è ora ia differenza tra la vecchia Europa dei 1940 e l’Europa nuova uscita da tanto dolore, da tante rovine! I popoìi di questa tanto martoriata parte, del globo, siano essi grandi e piccoli, sono caduti, a uno a uno nell’immane incendio; incendio che ha però bruciato tante scorie e tante zavorre spazzando dalla faccia della terra i criminali, i banditi, gli inciti, i venduti a ogni sorta di cricche guerrafondaie. li nuovo soffio di primavera di vita, ha affermato il principio deila giusiizia, dei lavoro, delia pace e deila fratellanza fra i popoli. Barriere e barricate costruite nei secoli dagli inleressi di caste monarchiche, da nazionalismi isterici di bellicosi caporioni che sfruttavano le debolezze dei popoli per servire ìa loro tavola di semp.re più grandi piatti di infausta gloria, sono cadute dinanzi alla cruda realtà di tutti i popoli, ugualmente sfruttati e buttati nei secoli in massacri e rovine, che stillando mano a mano il loro sangue ha riempito d’oro le casse dei mercanti ladri, dei capitalisti sfruttatori, e poste su tante smidollate teste, corone ancora gocciolami del sangue di milioni di uomini caduti perle ambizioni e i privilegi di pochi. Ma ormai i popoli usciti, da questa ultima prova che ha su- lo non so dove vada a finire T Italia. So solo dove vuole arrivare ii popolo italiano : quei popolo cosciente, quel popolo lavoratore che mai ha accettato il governo fascista, che sempre si è opposto con tutte le sue forze all’odiato occupatore nazista. Purtroppo oggi in Italia nalmente non ii conoscevano o ii credevano povere vittime innocenti, si sono procurati la loro benevolenza e posti direttivi nella scuola slovena. Vigile, battagliero e conseguente come durante la lotta il «Primorski» li smascherò. Gli fu imposto di ritrattare gii arti coli, non potè perchè avrebbe dovuto mentire. E fu sospeso. Bella libertà. Se si usasse ia stessa maniera con certi altri giornali e giornaluncoii, quante volte dovrebbero essere sospesi e soppressi ? Al coraggioso confratello sloveno il nostro augurio che tosto riprenda il suo compito, con ugnale coraggio, sempre con il motto: Morte al fascismo! Libertà al popoli ! perato di gran lunga ìe più inumane tragedie deila storia, sollevano ii loro sguardo e alzano il loro cuore verso una nuova volontà di vita, di pace, di lavoro, di giustizia. La cruda realtà di un avvenire infinitamente peggiore delle rovine passate, sta come prospettiva a chi vorrà ancora continuare nel cammino che ha portato il mondo alla guerra testé finim. I popoli che insieme hanno sofferto, lottato e versato il loro migliore sangue si vogliono tendere finalmente la mano. Cadono finalmente i falsi dei di razze privilegiate! Cadono i manovratori dei fili degii infausti imperialismi che cercano di spingere popoli contro popoli nella prospettiva di un migliore domani ! Un domani migliore vi sarà solo con la fratellanza dei popoli tutti, con l’unione del meglio di questi popoli, cioè di coloro che sempre, in tutti i tempi e luoghi, hanno lavorato, sofferto e lottato, per fini che poi portavano sempre ai loro sfruttamento metodico e alla miseria. Un soffio di vita pervade il mondo, ovunque i popoli si uniscono, uniscono la loro fede, i[ loro lavoro, le loro speranze, sicuri che nella fratellanza e nella lotta contro i nemici comuni, perveranno finalmente a quella vera pace e prosperità, che solo co! lavoro e ia fratellanza fra tutti i popoli dei mondo, il mondo potrà finalmente avere. Nfica la situazione è grave : ritornano alla ribalta ie vecchie forze reazionarie, quelle forze che crearono il fascismo, gli apersero la strada al potere e Io appoggiarono incondizionatamente a! suo governo. Oggi, queste forze reazionari gracchiano con la loro ipocrita voce che in Ricorre in questi giorni il quarto anniversario de! martirio di cinque antifascisti. Il tribunale speciale era venuto per la seconda volta a Trieste per scegliere altri cinque giovani vittime. Fra questi spicca la figura di Pino Tommasi. Giovane studente universitario, figlio unico, avrebbe potuto godere la vita e vivere a suo agio. Ma altro fu il suo ideale! Studente, scendeva tra gli operai, tra i contadini e fu loro sempre vero compagno. Ricco, non volle servirsi del denaro per i proprii comodi, ma aiutò, sostenne i bisognosi. E sempre e ovunque, con l’esempio e con la parola affascinante dimostrò i propri ideali, giustizia sociale, fratellanza fra i popoli, liberi da ogni nazionalismo. Propagò già allora la fratellanza e continuamente ci dava 1’ esempio. Lo si vedeva tra gli operai di S. Giacomo come tra gli studenti del centro, tra i contadini del Carso, come tra i contadini e operai di altre provincie. Per Lui non esistevano barriere nazionaliste. Ma mentre più avevamo bisogno del suo aiuto, del suo esempio, fu arrestato e condotto al Coroneo, processato e condannato a morte. Fiero fu il suo contegno durante il suo processo, tanto fiero e superbo che destò T ammira- Italia non c’è abbastanza democrazia, che non c’ è abbastanza libertà di stampa ed intanto intrigano con una sfacciala impudenza. Sollevano voci di una pretesa mossa, da parte dei proletari, di conquistare ii potere con ia forza, mentre loro sabotano il governo di coalizione, e promuovono crisi governative ritardando così le eiezioni per la costituente, unica soluzione «pacifica» verso una democrazia progressiva. In questo sporco lavoro, la reazione itaiiana è ampiamente appoggiata da certi circoli stranieri. Ma il popolo italiano queste cose le sa : sa che la via verso la libertà, verso l’autogoverno popolare è ancora dura, che si deve ancora percorrerla con immani sacrifici, ma è anche consapevole che i suoi sforzi saranno coronati da un sicuro successo, consapevolissimo che nessuna forza sarà capace di arrestare l’impeto travolgente delle masse popolari.Con questo credo egli mira ai Potere Popolare. Ecco dove vuole arrivare il popolo italiano. Morte al fascismo Libertà ai popoli ! ». T. zione del presidente del tribunale e dei gerarconi fascisti. Non cercò scuse, non chiese grazie, confessò apertamente le proprie idee. Al tribunale e alla marmaglia che vi assisteva frenetica, dopo la sentenza, mostrò il pugno chiuso. Sereno trascorse le ultime ore nella cella, rincuorando i compagni. Nella mirabile lettera alla sposa si dolse soltanto di non poter fare di meglio e di più. Nei pressi di Opicina suggellò col sangue, assieme ai quattro compagni, una vita breve, ma operosa e luminosa. La sua vita, ii suo sacrificio, fu di sprone ai giovani che Lo conobbero e seguirono il suo suo esempio entrando nelle formazioni partigiane, per lottare per gli stessi ideali di libertà e di fratellanza tra i popoli. Un compagno Linea sindacale di lotta In questo momento preciso la reazione europea nascosta dal manto di democrazia tenta di passare all’ offensiva contro le conquiste proletarie e contro il loro strumento di lotta : l’unità sindacale. Il metodo di lotta del neo-fascismo è — metodo vecchio ma sempre aggiornato — l’insinuazione nei confronti delle organizzazioni sindacali per tentare di svuotarle, di fronte alle masse lavoratrici, del loro contenuto classista, non tralasciando neanche attacchi personali contro i loro dirigenti, per gettare attraverso ad essi sfiducia sulle organizzazioni di difesa e di lotta del proletariato. Di questo piano generale neo-fasci sta d’Europa fanno parte le calunnie, mosse oggi,alla nostra confedarazione regionale dei Sindacati Unici della Zona A., d’essere cioè al servizio della politica delio Stato Jugoslavo. Questo metodo di lotta, del capitalismo italiano nei riguardi delle organizzazioni di difesa e di lotta del proletariato della Regione Giulia, per scindere, servendosi del pregiudizio nazionale, le forze dei lavoratori e batterle meglio separatamente, non è affatto nuovo nella storia del movimento operaio della nostra Regione. Già prima della guerra imperialistica del 1914-18 T imperialismo italiano, questo imperialismo straccione, come 1’ ha battezzato Lenin, tacciava le nostre organizzazioni sindacali Continua in IV pag. Vento di fratellanza Dove vuole aprivare il popolo italiano Da Buchenwald a Sverin Salvo gli avvenimenti più salienii, ii resto di questa marcia assume davanti a me contorni indefiniti, pieni di tristezza in una sudicia atmosfera di delitto. La mia memoria non può connettere tutto questo complesso di fatti in ordine cronoiogico. Mi ricordo che partimmo dal campo in una notte di pioggia satura di lampi delle artiglierie e dai rombi di aereoplani. Fummo divisi in due gruppi di 800 detenuti, circa. Uno di questi gruppi si sperse nella notte e non si seppe più del suo destino se non voci discordi. Noi prendemmo la via di Stoiberg con un vasetto di carne di 800 grammi e un pane di 1500 grammi. Lungo il primo percorso delia strada lasciammo già !e nostre tracce con i corpi di coloro che non potevano più camminare e che l’ultimo SS che ci scortava aveva il miserabile compito di bruciargli !e cervella. Spesso donne e uomini che stavano sulle soglie delle case, ai nostro passaggio piangevano vinti dalla pietà che suscitava questa nostra macraba processione funeraria. La razione dei pane e delia carne erano ben presto esaurite. La fame, le malattie, ia pioggia dirotta ed ii piombo dei nostri aguzzini mietevano vittime e vittime. Alla periferia delle città di Bernberg, Kaibe, e nelle boscaglie di Mag-demburg le sanguinose tracce di questa tragedia diventavano sempre più numerose. A notte inoltrata si entrava nei boschi per riposare. Cerca -vamo allora di richiare quei sonno che ironia non veniva mai. Le ossa erano rotte dalia fatica e dallo stillare dei-!’ acqua, i stimoli delia fame erano atroci. Quella misera coperta, anchessa inzuppata dal-1’ acqua, era un fardello inutile che molto spesso diventava il sudario di coloro che si addormentavano per sempre. Le luci dell’ alba non erano ancora sorte che già si riprendeva la marcia mentre molti non si alzavano più. I loro occhi vitrei guardavano inutilmente quel cielo plumbeo eh’essi avranno implorato sino allo spasimo, aiuto, salvezza, pietà, poiché fra noi non esisteva niente di umano se non l'istinto primordiale del-l’uomo che vuole vivere ad ogni costo. Ed è per questo istinto primordiale che durante la notte accadevano scene rac-capricianti di delitto; naturalmente inconcepibili in istato ragionante ma logicamente pos- sibili quando ogni stato di civiltà era scomparso sotto la legge ferrea dell’ auroconservazione individuale. Sei o sette detenuti associati si scagliavano su i più deboli ed isolati e a colpi di bastoni e gli accoppavano per rubargli le coperte o qualche patata cruda raccolta miracolosamente lungo il percorso. Intanto gli SS presi forse dalla paura di qualche rivolta tiravano ferocemente su quel groviglio, provocando lamenti di feriti, urli, di terrore e risa d’ ebeti che si sperdevano sinistramente nei silenzio mortale di quelle boscaglie; le sole testimoni di questo diabolico catalogo di brutture umane. Ho ancora la sensazione viva e presente di queste scene che hanno caratterizzato questa marcia attraverso 600 chilometri, ma esse sono così complesse ed inqualificabili che nessuna parola potrebbe esprimerle che pallida- mente. Esse sfuggono alla mia possibilità di illustrarle non solo per la loro intensa confusione, ma principalmente per Io stato comatoso in cui si trovava il nostro sistema celebrale e nervoso. Forse servendomi di qualche metafora allegorica delle scene del" inferno di Dante o delle diaboliche scene del Faust di Goethe darebbero una figurazione vicina, delle nostre sofferenze materiali. Ho detto sofferenze materiali perchè escludo che un briciolo di volontà cosciente sussistesse, essa era già da lungo tempo scomparsa sotto la marea inverosimile di brutture. Solo la volontà del sistema cellulare, se cosi posso esprimermi, ci reggeva come «robot» meccanici privi di ogni principio, spirituale. ( Continua) MINORACI AMENTO La famiglia Vatovac ringrazia sentitamente il coro di Berlocchi, a bada di Pobeghi, il Comitato di Sermino, le Organiz zazioni giovanili per i fiori, e tutti quelli che hanno preso parte ai funerali del loro indimenticabile 15.12.1945. Famiglia Vato vac Berlocchi SU GERII DIFENSORI DEIt POPOItO di essere al servizio della politica della monarchia austro-ungarica, e nel dopoguerra, tutti lo ricordano, la Confederazione Generale del Lavoro, questo eroico organismo di lotta del proletariato italiano, veniva tacciata dall’ imperialismo fascista italiano di essere al servizio della Russia bolscevica. Malgrado tutto ciò il proletariato Giuliano non ha mai perduto la fiducia nelle sue organizzazioni sindacali, con grande dispetto della reazione italiana. Veicolo di questa campagna dei neo-fascisti europei si sono fatti, qui da noi, i Sindacati Giuliani con i quali noi abbiamo tentato di venire ad una fusione per ovviare la scissione, anche attraverso la formazione di commissioni paritetiche che però ci siamo accorti, facevano il gioco della reazione. Però questa, sentendosi qui da noi debole, tentava di porci su una linea di pacificazione nei riguardi dei Sindacati Giuliani e con ciò non faceva altro che valorizzare i S. G. stessi in quanto le masse potevano credere che se trattiamo con essi significa che hanno un certo seguito non indifferente ; ciò che in realtà non è. Riusciti vani tutti i nostri tentativi di fusione per la cattiva volontà dei Sindacati scissionisti e smascherati in pieno di fronte alle grandi masse dei lavoratori della Regione Giulia, diciamo il nostro basta ! Nessuna tregua tra i lavoratori ed i loro avversari : i Sindacati Giuliani, ma una lotta decisa e risoluta. Non difensiva, bensì offensiva ! Questa è la linea sindacale dei Sindacati Unici, di quel sindacato che appog-g ato dalla massa lavoratrice, stretta intorno ad esso ha un bilancio attivo non indifferente che va dal premio di liberazione alla ultima contingenza ed alle trattative salariali con il G.M.A., che continuano. E ciò è dovuto sopratutto ai Comitati di fabbrica che si sono fatti i veri interpreti degli interessi dei lavoratori e non a organismi statali e parastatali, governativi ecc. ; ciò dimostra ancora e sempre ormai, la maturità della classe operaia che è chiamata a prendere nelle proprie mani il proprio destino. Ma ciò è possibile solo con 1’ unità sindacale non su la linea dei Sindacati Giuliani scissionisti, ma su la linea del movimento sindacale dei Sindacati Unici che è l’organismo che ha creato le condizioni più favorevoli per unire gli operai italiani e sloveni di tutto il territorio con 1’ autonomia dei S. U. (Indipendenza dei nostri sindacati sia da quelli Judoslavi sia da quelli italiani) ciò non vuol dire che non possiamo essere legati con il movimento sindacale di altri paesi La costituzione dell’ Internazionale Sinda cale di Parigi ne è l’esempio più chiaro. Questo però non hanno fatto e non fanno i Sindacati Giuliani che si autodefiniscono Sindacati Italiani ! Noi non ci defininiamo nè sindacati italiani nè tampoco sindacati jugoslavi, no ! Noi siamo sindacati del lavoratori cioè di tutti i lavoratori, italiani e sloveni e lottiamo contro il capitalismo e la sua creatura il fascismo. Questa è la nostra linea classista rivoluzionaria : intendiamoci ! Il Sindacato non è un Partito, ma la lotta sindacale è la lotta di classe per eccellenza e ogni lotta di classe è lotta politica. Questa linea classista ha sempre trionfato nei movimenti sindacali in tutti i paesi, in tutti i congressi sindacali internazionali. Il sindacato è l’organizzazione di fronte unico delle masse lavoratrici e perciò incanalato su direttive classiste. L’unità sindacale di tutti i paesi del mondo è basata sull’indipendenza dai partiti politici; c perciò si parla di apoliticità ; ma stiamo molto attenti questa parola che serve alla borghesia per tentare di debilitare il movimento sindacale cercando di ridurlo - come è avvenuto in questi giorni in Francia, nelle intenzioni - e fortunatamente solo in questo, di De Gaule -ad una semplice organizzazione di ordinaria amministrazione cioè di piccole risoluzioncelle, di vertenza tra datori di lavoro e operai. Ma il sindacato si occupa e deve occuparsi pure e sopratutto degli ieteressi generali della classe operaia e delle grandi masse lavoratrici, interessi che sono forzatamente di carattere politico. Da questa via la borghesia reazionaria vorebbe sviare i Sindacati. Non è mai riuscita e non ci riuscirà ora certamente. In quanto i Sindacati Giuliani, noi non diciamo affatto che tutti i loro aderenti nella quasi totalità impiegati, sono o fascisti o reazionari, no! Ma noi affermiamo e lo proviamo con argomenti solidi e concreti che essi i Sindacati Giuliani per il fatto di essere sorti nel tei reno della scissione dell’ unita sindacale, indipendentemente della coscienza o meno dei loro aderenti, fanno obiettivanente il gioco della reazione e come organismo scissionista li combattiamo. Ora questi sindacati scissionisti per meglio svolgere il loro compito di approfondire la frattura tra i lavoratori si sono appropriati spudoratemente del glorioso nome di «Camera del Lavoro» intendono con ciò abbindolare i lavoratori stessi. Ma nessuna demagogia riuscirà a spezzare la unità di lotta del proletariato e dei lavoratori della Regione Giulia. I lavoratori giuliani non si lasciano ingannare. Essi hanno già smascherato i Sindacati scissionisti al servizio della reazione imperialista italiana, contro la quale lottano con tutte le loro forze, di sposti a qualsiasi sacrificio pur di vincerla. Si ! Le reazione neo-fascista italiana e internazionale cadrà sotto il peso della marcia cadenzata dei battaglioni di ferro del proletariato uniti e compatti intorno alla rossa bandiera della lotta di classe. Telaci Lettiera da Isola ai compagni e compagne deli’ V. N. i. S. Compagni e compagne, voi avete il frutto di una grande vittoria, il Potere Popolare. Dovete perciò saperlo custodire e coltivare ; questo è un frutto dei nostri eroi partigiani che hanno saputo affrontare una guerra contro un forte nemico che si considerava potente, e che adoperava contro di loro le più malvage macchine infernali. Essi sebbene laceri, scalzi e spesse volte affamati, riuscirono a sconfiggerlo ; pensate dunque ai loro patimenti, che devono essere stati terribili e, portate o compagni, sempre nel cuore questi eroici figli del popolo die diedero la loro vita per la nostra salvezza. A voi non si domanda di sacrificare la vita, come hanno fatto loro, per voi è più facile lavorare, aiutare il fronte Popolare che è tutto a vosti o interesse. Compagni e compagne, vada un pensiero a quelle mamme e a quelle spose, che hanno dato i loro figli per il bene de! popolo ; e un pensiero d’ affetto anche a quei «mutilati» che sono negli ospedali. Dunque uniamoci, poiché uniti porteremo la corona della vittoria ai nostri eroi partigiani caduti per la libertà dei popoli. Vergyillo Menis NOZZE Venerdì 15 Dicembre in Capodistria la gentile signorina Quirina Romani ha offerto la sua mono di sposa al compa gno Romolo Zecchini. Ài novelli sposi i compagni del distretto di Capodistria augurano felicità e ogni bene. Capodistria, 4-12-1945 Nel settembre 1944 il Signor Bani Giacomo da Capodistria si recava nei paesi vicini a prendere collegamento con i parti-giani. Il signor Bani Giacomo conosceva bene il comp. Vrh e parlò con lui della questione. Risultato ne fù che un paio di giorni dopo il signor Bani si trovò di fronte ad un rappresentante dei partigiani ; volendo andare per le corte mise subito in campo le sue proposte. Assolutamente bisogna strettamente collaborare assieme, disse, perchè sino adesso Noi non abbiamo avuto nessun contatto con Voi e questo è male, si deve agire uniti se si vuol giungere alla meta prefissa. Ma appena senti le richieste dei partigiani avrebbe rimangiato volentieri le parole poco prima dette, perchè loro non potevano mandare la loro gente in bosco, si doveva aspettare il momento opportuno, se li si mandava allora, i loro figli sarebbero andati incontro ad un «inutile spargimento di sangue». Non potevano loro fornire denaro e viveri ai partigiani perchè i loro fondi erano vuoti. Ma allora cosa volete ? Gli domandò il partigiano 11 Sig. Bani allora se ne andò, constatando che per battere i tedeschi ed i fascisti bisognava rinunciare alla bella vita di citta, al cinema, alla radio, agli abbondanti pasti e così via. E aspettò il momento Dalla Sezione per il commercio e 1’ alimentazione, presso il Comitato di L N. Distribuzione generi alimentari 1 consumatori dei dintorni preleveranno nei prossimi giorni presso i propri negozianti con le tessere ordinarie del mese di dicembre i seguenti generi : farina da pane 9 kg oppure frumento 10 kg e farina gialla 500 gr. con tutti i tagliandini per pane o farina. Tutti i consumatori nelle città e nei dintorni preleveranno : Piselli 1.50 kg, con tutti i tagliandini di generi da minestra, Riso 500 gr, solo i bambini da 0-5 e 4-9 anni con i tagl. 102 e 202. Latte condensato : 1 scatola per i bambini da 0-5 e 4-9 anni, tagl. 105-205. Formaggio : 100 gr. per i giovani da 10-18 anni tagl. 502 (Il formaggio si può prelevare solamente negli spacci autorizzati). Tutti gli altri generi in base alle tessere ordinarie potranno essere prelevati dai consumatori, nei negozi dove si sono rispettivamente prenotati. Supplementi Lattanti : preleveranno con la tessera di supplemento del mese di ottobre