Domen. lžiebbr. 1950 HHKS IH- la nostra lotta DEU' U. A. I. S. DEL Cl R CONO ARIO I STRIANO - TERRITORIO DI TRIESTE T SLAVI, HANNO LOTTATO ASSIEME A! LORO COMPAGNI Dl TRIESTE’DURANTE LA LOTTA Dl LIBERAZIONE. ANCHE OGGI Sl TROVANO AL LORO FIANCO DIREZíONE — REDAZIONE — AMMINISTRAZION® Riva Castelleone 2 — CAPODISTRIA, telet. 170 ABBONAMENTI: Zona B e Jugoslavia anno: Din. 180, semestre Din. 80, trimestre Din. 50 — Zona A: anno L. 1400, semestre L. 740, trimestre L. 380. Spedizione irt abbonamento postale DINAR! 3. — LIRE 15. Conto corr. nella Banca Istriana LA PIATT AFORMA RASSEGNA DEGLI ULTIMI TRE GIORNI d e 1T o d i o Ancor prima deH?inüzio dell’at-tuale scdopero dea dipendenti del-1’in.dustria di Trieste ed in previ-sione di esso, si é costituito un comitato di sostegno agü scáope-rantd. Tale comitato, composto da provati combattenti per i diritti delia el as se operaia, si é messo súbito a'll’opera e, ben sapendo attra-verso le esperienze del passato, quanto valga, oltre ogni dichiara-zione platónica di soiidarietá, l’ai-uto concreto — fatto di denaro e di viveri — ha iniziatol la raceol-ta dei mezzi, tanto a Trieste quanto neUa zona juigosüava del TLT-Dappertutto la raccdLta ha avuto un grande stlccesso. Ieri; poi sono giunti a Trieste i primi contigenti degli aiuti raccolti nella zona istrd-ana, dove ii lavoratori hanno accol-to con entusiasmo l’imziativa. Nella serata di venerdi il comitato di sostegno ha messo i mezzi raccolti a disposizione dei comitato dello sciopero. Ben presto peró é risul-tato evidente (e quanto affermato nel oomunicato n. 11 e negli scriitti della pagina del Veneto delia «Uni-tá» io dimostrano ciliar ámente) che i comitato delio sciiopero, non solo avrebbe riíiutato il gesto di soli-darietá dei lavoratori istriani, ma che addü-ittura avrebbe condanna-to queU'iniziativa! Ci troviamo davanti ai un fatto incredibüe ed inaudito. Da una parte miigliaia di famigiie che ne-cessitano di tutto perché i capi-famiglia non possono provvedervi, dali’altra un’attegiamento disuma-no e calcolatore di dirigenti sinda-cali che particularmente con questo atto hanno dimostrato di perseguiré finí speculativi che nulia hanno in comune con gli interessi reaii dei lavoratori án lotta. Ancora una volita é diventato palese che i dirigenti cominfarmisti dei S. U. si trovano nettamente sulla piattaforma di quellá carne-rali, i quaii, a ioro volta, ripetono le posizioni sedoviniste e naziiona-liste della reazione triestina, di quella classe cioé che oggi ostina-tamente si rifiüta di riconoscere ai lavoratori i loro diritti. Questi dirigenti hanno fatto proprie le parole della reazione italiana intorno alia situazione nella zona B ed in Jugoslavia (che poi sono 10 stesse che la reazione e l’imperialismo lanciano nei confronti dell’URSS e degli altri stati a democrazia po-polare). Non a caso la «Unitá» si appella al «Corriere della Sera» per dimostrare che nella zona B ed in Jugoslavia esiste la fame, il terrore, ecc. per giungere alia con-clusione che gli aiuti afferti dalla zona B sono stati estortá con la violenza. Essendo a conoscenza deH’entusiasmo che l’azione di rac-colta ha suscítalo in mezzo alia po-polazione istriana e prevedendo che in breve lasso di tempo gli aiuti sarebbero arrivati a Trieste, hanno preparato giá in preceden-za (ad essi maestri nell’i. -entare e falsificare ció non e stato difficl-le) una sporca vignetta, raffigu-rante miláti della difesa popolare che spogiiano della «povera gente». Mai come in questa occasione é diventata quasi toccabile con mano la colilusione fra la reazione ed i cominformlismo triestino ed italiano. Neil’intenzione dei dirigenti questo sciopero aveva la comune piattaforma che si chiama: odio contro la giusta lotta che i popoli iugoslavi ed il nostro conducono per la propria liberta ed indipen-denza, per il benessere, per la fra-tellanza fra i popoli. Agiré come si é agito, significa sputare su uO popólo intero, disprezzare i suoi at-testati di soiidarietá, deridere il pezzo di pane che esso oitr« » chi, specie in questo momento, ne ha pió bisogno di luí. C’é un ’altro aspetto della cuestione da rimarcare. Si rifiutano in sostanza gli aiuti della zona B e si solleoitano queD; dalll’Italia, croé da un paese dove ín questi giorno, a Padova, per essere precisó, si svolge «la marci» della fame»! Ironía delle insolubfli contraddizloni in cui il cominformismq si caccia per poter sostenere,' contro ogna e-videnza, una posizione che non ha pulla a che vedere con l'onesta e operaia e del fronte democrático neppure con il buon esenso. Dove tullo ció conduce? A! raf‘ forzamento deU’unitá della classe peraia e del fronte democrático lor-se? No certamente! Tutta questa ignobile campagna che vorrebbe convincere i lavoratori di Trieste a rifiutare quanto ad essi offrono i loro compagni della zona B, si propone lo scopo di scavare un fosso ancora piü profondo tra gli italiani e gli slavi della nostra re-gione.e quel che é peggio, di intro-durre nella class’e lavoratrice triestina di nazionalitá italiana il funesto germe del nazionalismo contro il quale con si grande succesSo Ci siamo battuti nel corso degli ul- timi anni. Tutto si fa insomma. per erigere in queste partí un muro che non possa essere superato, tutto sulla linea del peggior bellici-smo Imperialista cul fa tanto placeré che in ognl parte del mondo ci siamo attrlti ira 1 popoli e tanto pió nella nostra regione che si trova ai confini dei paesi che co-struiscono il socialismo. Dove sta la veritá di quanto av-viene da alcuni glomi nel nostro territorio? Chi ó che manovra per finí speculativi intomo alia grande ed eroica lotta che i lavoratori stanno sbstenendo per la loro esl-stenza? La veritá indubbiamente non sta dalla parte di quel dirigenti dello sciopero che oggi rifiutano gli aiuti dei lavoratori istria-ní. Basta riflettere al fatto che, ap-pena dopo dieci giomi di sciopero, essi si sono decisí a costltuíre un comitato di soiidarietá che dovrá occupais! dell’azione di soccorso a-gli scioperanti. Segno questo che essi non si sono, fino ad oggi, préoccupât! di questi aspetti della lotta perché ad essi non stanno a cuore gli interessi dei lavoratori. Essi hanno dimostrato di perseguiré fini speculativi e solo di fronte all’a-cutizzars'i déla vertenza e per non rímanere completamente in coda, hanno costituito un’organismo che dia una vernice pió vigorosa al-l'insieme dell’azione. Intanto peró, giá in partenza, hanno qualificato come illegali altre iniziative (leggl quelle del comitato di sostegno) quelle che ormai durano giá da tanti giorni e che hanno sortito ef-fetti palpabili, quasi volessero che si prendano provvedimenti poizie-schi contro di esse. Tutto l’andamento dello sciopero ha dimostrato con evidenza che i dirigenti camerall e dei SU hanno impostato l'azione su una piattaforma s'quisitamente politica e sciovi-nista. Dimostra inoltre che, sotto la spinta dei lavoratori coscienti, (Continua in IV. pagina) Prosegjue io sciopero GLI ALTRI AVVENIMENTI Evidentemente si é voluto fare un esperimento di fronte unco tra le due organizzazioni sindacali di Trieste e l’esame dei risultati porta a quelite conclusión i che qonfer-mano la prassi del: sindacalSsmn olassista, secando la quale non si potra mai raggiungere alcun van-taggio concreto per la classe lavoratrice attraverso i compromessi can Vimperialismo o ¡con i suoi agenti, anche se mascherati da sin-dacaliisti. E vediamo di «epilogare gli av-venimenti di questi ultimi tre gior-ni e presentar!! quali sono, in modo che ciascuno possa farsi le proprie considerazioni e trarre i do-vuti insegnamenti. Intanto constatiamo che, appena dapo otto giorni di sciopero del-l’industria e sei degli autafilotram-viari, i lavoratori portuali inter-vengooio nell’agitazione con ii ri-fiuto di prestazioni fuori oraxio; dopo nove giorni, gli esercizi pub-blici hanno u¡na giornata di mezzo lutito per l’aistensione dal lavoro, temporánea e parziale, da parte dei dipendenti; contemporáneamente 1 dipendenti dalle putbbliche am-minisitrazioni scioperano per un paio d’ore. Tütte le mattine, dele-gázioni di scioperant, di donne e fli cittadini in genere si recano a protestare per l’atteggiamento intransigente! degli industriali e per l'assenteismo delle autoritá, presso l’ufficio del lavoro ed altre ammi-nistrazioni, ottenendo soltanto va-ghe promesse di nessun valore pratico. Moliti commeniti tra la popola-ziane, ha sollevato 1’affissione dei tnanifesti recanti le téstate origi-tiali di bUste paga con il isalario Carrisposto dai CRDA agü óperai. Purtroppo peró, II favore dell’opi- nione pubblica non ó sufficiente a rimuovere gli industriali dal loro atteggiamento negativo; senzá contare che la poüzia si é affrettata ad intervenire, strappandoli sotto gli occhi stessi degli scioperanti, infischiandosi delle critiche e delle proteste. Anche i commercianti periferici hanno voluto dimostrare la loro simpatía agli scioperanti, chiuden-do volontariamente i loro esercizi per alcune ore, in questi ultimi giorni. Come é noto, la riunione di venerdi notte tra i dirigenti sindacali e le rappresentanze padronali non ha sortito alcun esito positivo. Infatti, dopo nove ore di discussio-ni, le trafctative furono interrotte in quanto i dirigenti lo sciopero non avevano accettato le proposte de-gli industriali e qusst’ultimi avevano respinte le proposte dei primi. II giorno seguente ha luogo nella sede della Camera del Lavoro, in quanto la piazza Goldoni viene rifiutata dalí e autoritá, un cornizio indetto dal Comitato dello sciopero nel quale prendono la parola Ra-dich, ed altri. Radich fá la relacione delle trat-tative intercorse tra i rappresen-tanti degli industriali ed il Comitato delilo sciopero. Si apprende casi che gli industriali offrono 2000 iire a titolo di regalía e 14.— lire giornaliere per otto mesi e cioé sino a quando la questione non venga risolta anche in Italia, In caso di soluzione negativa le 14 — iCoa: 'iv* 2 IV. pagina) IL COMITATO DI SOSTEGNO ALLO SCIOPERO PRONTO AD INVIARE LA PRIMA ALIQUOTA DI AIUTI I dirigenti sindacali spronati dagli scioperanti della Ga slini AL COMITATO DELLO SCIOPERO tramite CAMERA del LAVORO e SINDA-CATI UNICI TRIESTE MOZIONE Questo Comitato sindacale, sen-tito il parère del maggior numero dei dipendenti della Gasliní che è stato possibile interpellare sull’an-damento dello sciopero in atto, si é fatto un concetto che l'ha portato alia decisione di: SPRONARE in modo deciso 11 Comitato di cui nell’indirizzo, servendosí delle organizzazioni sindacali, a far leva su tutti «li organizzatí per l’imme-diata estensione dello sciopero in forma totale ad oltranza. INVITA tutti i lavoratori del Territorio a solidarízzare con i dipendenti del-l’industría per raggiungere 11 magro obiettlvo prefisso e ció in modo particolare perché appare evidente che la classe padronale, piü ehe per ragioni di sostanza, si sia irrigidita per ragioni di principio. DEPLORA che ai concetti suesposti non siano giunti i dirigenti dello sciopero con almeno due (2) giorni di anticipo sulla nostra determinazione. Se la presente fosse diretta ad altri enti, il Comitato sindacale si sarebbe dilungato a spiegare la situazione dei lavoratori in isciope-ro, ma trattandosi di organizzazio-ni sindacali la ritiene ovvia. Recriminiamo ancora che i dirigenti dello sciopero giochino com dei mezzi di nessuna eflicacia, non tenendo conto che oggi è il nono NOTIZIE DA TUTTO IL MONDO WASHINGTON — William Green e Philip Myrrey, rispettivamen-te presidente della AFL e della CIO hanno chiesto ieri a Truman di intervenire nel Medio Oriente per porre fine all’invio di armi. I leaders sindacali accusano la Gran-bretagna di inviare armi ai paesi del Medio Oriente e s'i dichiarano convínti che l’obiettivo di questa politica è una seconda guerra da parte delle Nazioni Arabe contro lo Stato d’Israele. (9) giorno di sciopero e che rag-giungendo l’obiettivo prefisso, ci voranno molti mesi per sanare il danno patito, trascurando anche il fatto che nessuna azione è stata in-trapresa per opporsi agli aumenti dei generi di prima nécessité, aumenti verificatisi in questa occasione. Il COM. SIND. della «Gasliní» (Seguono le firme Quanto sia stata necessaria l’azione di i sprone al comitato dello sciopero lo dimostra chiaramente la mozione di cui sopra. Risulta ancora che fino ad oggi il comitato dello sciopero anzicché trascinwre è stato trascinato e che la classe operaia esige con decisione che nell’impostazione e nella direzio-ne deVa lotta si tenga conto inan-zi tutto degli interessi dei lavoratori e di non quelli della specultazio-ne politica. * * * * 5 * * * * * il II sottoscrito comitato di sostegno agli scioperanti dell’industria di Trieste, come é noto, si é fatto tra l’altro promotore di una rac-colta di denaro e di viveri in favo-re degli scioperanti. 11 Comitato sottoscritto, per raggiungere i mas-simi risultati, ha sugerita la co-stituzione di un análogo Comitato per la zona B del Territorio di Trieste. La raccolta iniziata alcuni giorni fa contemporáneamente neile due zone del Territorio di Trieste, ha dato giá, alia data odierná, risultati positivi tali da mettere II sottoscritto Comitato in condizioni di poter porre a disposizione degli scioperanti un discreto numero di quintali di viveri ed una determinara cifra di denaro. Per unánime decisione dei due Comltati di sostegno agli scioperanti, (quello dello zona A e quello della zona B) é stato deciso che i viveri ed il denaro, a partite, siano di voita in volta rimessi a codéalo Comitato Direttivo dello sciopero per la relativa distribuzione. A tale scopo si informa che saba-to 11 c. m., presumibilmente entro la mattlna o comunque nelle prime ore del pomeriggio, rappresen-tanti del sottoscritto Comitato met-teranno a disposizione del Comitato direttivo dello sciopero viveri e denaro nelle misure e per l’ammon-tare che qui di seguito elenchiamo. 1) quintali zuccbero ISO 2) quintali grassi - suini 100 3) quintali fariña grano e di gra-noturco 200 4) quintali pesco conservato 100 5) Lit. 250.000 (duecentocinquanta-mila) Per una sollecita e buona riusci-ta della consegna si invita codesto Comitato a delegare propri rappre-sentanti, segnalandone i rispettivi nominativi, per la presa in sonsegna dei viveri e dello denaro ed informare il sottoscritto telefónicamente sul posto nel quale si dovrá ef-fettuare la consegna, tenendo conto della quantitá e della quanta della merce. 11 sottoscritto Comitato resta in atiesa di un sollecito riscontro. II Comitato di sostegno agli scioperanti dell’industria Lo sviluppo del Potere Popolare e della sua economía, quale risultati della lotta di classe, conse-guentemente condotta dalle nostre masse lavoratri-oi sotto la giusta guida del nostro Partito comunista nonchè il rápido sviluppo dell’eco-nomia socialista nella Jugoslavia di Tito, creano le condizioni necessa-rie per il passaggio alT economía pianificata e, con questa, al pió rápido sviluppo degli elementi socialisti ed alla sempre maggiore limitazione degli elementi capitali-stici nel postro Circondario. L’economia pianificata, quale so-stanziale mutamento nella nostra attivitá económica, richiede la mas-sima attivizzazione di tutte le forze produttive. 11 che significa l’eiimi-nazione definitiva del per icol o della disoccupazione e deH’impoverimen-to dei nostri lavoratori. Significa non solo ció, ma anche il massimo sfruttamento delle capacitó produttive previsto nell’economia pianificata, che tende aU’aumento della produzione in generale e che presenta ai nostri lavoratori la pro-¿pettiva dei progressivo benessere. Sul ■ terreno político, la pianifica-zione deli’ economía ed il corri-spondente sviluppo deg'li elementi socialistki, rappresentano un ulte-riore consolidamento delle conquiste democratiche délia nostra po-polazione lavoratrice conserva vivo riore allontanamento dei pericolo dei ritorno al passato di schlavitù e di miseria, di cui la nostra po-polazione lavoratrice conserva vive il triste ricordo. La coscienza di classe, che il nostro Partito comunista ha sviilup-pato tra le masse lavoratrici già al tempo delda lotta dl Jiiberazione, 9 F E B B R Al O 1921 IL "LAVORATORE., Il giorno 9 febbraio sono passati ventinove anni da quel giorno in cui le squadre fasciste hanno di-strutto ed incendiato la redazione e la tipografía de «Il Lav orator en. Questo vandalismo è stato opéralo perché «Il Lavoralore» era uno ft re nu o difensore dei diritti della classe operaia di Trieste ed impla-cabile nemico della reazione che appunto allora stava affermandosi mediante il terrore fascista. Piü iardi «II Lav crotoren i ancora uscito per essere poi ancora una volta soppresso. Con la lotta di Uberazione questo giornale è diventato il porta-bandiera delle masse lavoratrici a democratiche di Trieste e della regione. Esso si è battuto sulla linea della difesa degli interessi delle masse lavoratrici e nell’interesse di tutto il movimento democrático nel mondo. La sua voce ha L’OPERA DEL COMITATO Dl SOSTEGNO PRO SCIOPERANTI ITrr-H Hit Ul'ÜISWWBWWigSJIB WIWSR'-.J!' ■ l.HUgt.rWfcWftgmJB Vimssa Generosa gara di offerte da parte della popolazione democrática - Lo si ando di tangibile soiidarietá dei lavoratori del Circondario istriano LONDRA — Nella cronaca delle «Informazioni confidenziali», riser-vata ale notizie non ufficiali, il «Daily Graphic» scrive che «Re Fa-ruk ha respinto la richiesta personale di Bevin di riaprire il Canale di Suez alle pétrolière britanniche». 11 giornale aggiunge che «il bloc-co arabo ad Israele provoca alla Granbretagna una perdita annuale di 60 milioni di dollari dato il fatto che le raffinerie petrolifere di Haifa sono ridotte aU’inattività». Oltre 250 mila lire sono rápidamente pervenute al Comitato di Sostegno per mezzo di volontarie sot-toscrizioni. Le offerte dei lavoratori del Circondario Istriano hanno permesso di mettere assíeme un primo contin- gente di generi alimentan e di conforto che s'i esprime in questi quan- titativi: 10 mila kg di grassi — 20 mila kg di fariña di granoturco — 5 mila kg di pesce conservato — 1000 kg di marmellata — e 2 mila kg di sigarette. Dopo laboriose pratiche il Co- mitato di Sostegno é riuscito ad ottenere nella serata di venerdi il necessario permesso di importazio-ne in Zona A da parte del GM, il quale peró l’ha negato per quanto riguarda le sigarette. Poiché la raccolta continua e con-tinüano le generóse offerte dei la-voratori istriani, un secondo contingente é stato rápidamente costituito. Giá ieri mattina la VUJA aveva dato il permesso di esporta-zione in Zona A per questa secon-da partita, ma purtroppo non si é potuto ottenere uguale sollecitudine da parte del GM, per cui é giacen-te in Zona B e potra giungere a Trieste non appena il GM avrá dato il riulla osta. Tale contingente si compone di 100 q.li di grassi suini — 100 q.li di zucchero e 150 q.li di fariña. A cura del Domitato di Sostegno il primo di tali contingente, giá a Trieste, é stato posto immediats- mente a disposizione del Comitato dello Sciopero, accompagnato da una lettera, A questo punto va segnalato che mentre i dirigenti dello sciopero ac-cusavano ricezione della lettera stessa, essi si astenevano assoluta-mente di menzionare il contingente di viveri, evitando eos! di pronunciara per l’accettazione o meno del-l’offerta. Senza risultato rimaneva-no puré le ripetute sollecitazioni del Comitato di Sostegno intese ad ottenere un evasione in tal senso, preoccupato di aiutare urgentemente e tangibilmente i lavoratori in lotta, le cui condizioni dovi-ebbero consigliare ai dirigenti una pronta distribuzione del ricevuto. Tra le varié offerte pervenute al Comitato di Sostegno, va segna-iata quella dei membri della Filíale Sindacale del Teatro Sloveno, i quali riunitisi in assemblea, vota-rono una mozione di completa so-lidarietá morale e sindacale con i lavoratori in s'ciopero, condannando nel contempo la Speculazíone politica e la tattica opportunistica adot-tata dalle due organizzazioni sindacali nel condurre l’agitazione. 1 singoli membri hanno sottoscritto per un totale di Lire mila, mentre la filíale ha erogato 10 mila lire dal proprio fondo. Inoltre sará de-voluto pro scioperanti il ricavato netto di due rappresentazioni. Non meno significativo appare il gesto della fed. SU Culturali, la quale, a prescindere dalle sottoscri- zioni dei singoli aderenti, ha devo-luto al Comitato di Sostegno pro scioperanti la Somma di Lire 20 mila. Che cosa si fa intanto in Italia? Oltre a commoventi espresskni di sclidarietà, si sono avute s no ad ora anché delle promesse di a-morevole interessamento ed assicu-rav.ioni che si sta studiando le possibilité; di concreto, nulia. In quanto ai dirigenti camerali e dei SU, dopo ben 11 giorni di sciopero, appena ora stanno cercando di far qualche cosa che rassomigli a quanto è stato giá fatto cosí pron. tamente dal Comitato di Sostegno. — O — ...e rimane crumiro Abbiamo ricevuto una lettera a-nonima, probabilmente scritta da Vidali, «guardante una notizia pub-blicata nel nostro ultimo numero in mérito all’opera di crumiraggio che viene svolta da un membro del CC dei SU Giuseppe Bubnich. Nella lettera si cerca di trovare una scappatoia per giustiflcare il suddetto pseudo sindacalista. Siamo Invece informati che sul posto di lavoro, precisamente alia ricostru-enda chiesa di via Rosetti, molti o-perai edili sono in isciopero e che il Bubnich fa parte della squadra che viceversa se ne infischia dello sciopero. mobilitato tutti gli onesti nella lotta contro il fascismo e poi contro gli assalti del neofascismo, della reazione e dell’imperialismo. La risoluzione dell’UI ha signi-ficato purtroppo anche la liquida-zione, a piü o meno breve sca-denza) del giornale della classe lavoratrice. La politica cominfor-mista, introdotta nel movimiento democrático e rivoluzionaria di Trieste, ha voluto fare piazza patita di tutte le tradizioni rivolu-zionarie del nostro popolo. Il passato diventava «passato vergogno-so» e «vergognoso» era quindi anche il giornale che in quel passato :ji eirá battuto ccmseguentemente. Si doveva perció liquidarlo per poter accingergi, liberati da una presenza incomoda, al lavoro di re-visione, ad un’attivitá sciovinista, traditrice degli interessi fondamen-tali della classe lavoratrice. Perció i cominfarmisti inscenarono una vergognosa campagna di stampa e di propaganda per convincere i lavoratori che erano i «titini» a vo-lere la morte de «II Lavoratore». Intanto si brigava per far solleci-tamente sospendere le pubblieazio-ni. Cosí é: anche avvenuto. «II La-voratore» i stato sostituito ccm ultra stampa che non si era «com-promessa» durante la lotta di Uberazione e poi nelle lotte per una vera e giusta pace nella nostra regione. Oggi de «II Lavoratore» rimane solo il ricordo nei cuori dei lavo-rStÓfi. Que’Sto ricordo peró é vivo in quanto ad essi parla di vitto-riose lotte negli anni passati. Rimane anche la certezza che quanto é accaduto non sará impedimento ad una nuova affermazione. — O — Nella Ciña libera WASHINGTON — 11 governo de-gli Stati Dniti ha protéstate presso il governo nazioñalista ciñese contro i «deliberati» attacchi aerei dell’aviazione nazionalista ciñese contro gli edifici appartenenti agli americani di Sciangai. L’agenzia «Ciña Libera» informa che il comitato militare di controllo a Cantón ha impartito l’ordine che vieta la circolazione delle valute estere, ivi compresa la valuta di Hongkong. La circolazione delle banconoote in uso a Hongkong ces-sa nella cittá della provincia di Kwantung. La sola moneta légale in Ciña, sono le banconote emesse dalla Banca del popolo cines'e. Una delegazione della colonia straniera di Sciangai, rappresentan-te i cittadini di 17 paesi tra cui la Francia e la Granbretagna, si é rí-volta alie Nazioni Unite per chie-der loro di intervenire affinché sia posto un termine ai bombardamen-ti aerei della cittá da parte dei na-zionalisti cinesi. per cui esse sono scese in lotta armata contro l’occupatore e contro i propri nemici interni, ha svilup-pato, con il consolidamento dei Potere popolare e col potenziamento della sua economía, lo spirito di sacrificio e l’iniziativa dei nostri lavoratori, Tutto ció é dimostrato dalla capacité creativa delle nostre masse lavoratrici e che si esprime dalle reaiizzazioni ottenute nei campo deld’ecomomia, specie nel 1949. I nüovi rapporti íntrodotti nel lavoro, che hanno creato a centinaia i lavoratori d’assalto, gli innova-tori ed a centinaia i normisti, lo sviluppo del lavoro volontario, la costruzione delle Case cooperativi-■stiche, l’aíílusso dei contadini nelle cooperativo di produzione agricale, sono il frutto di questa capacitó creativa delle nostre masse lavara-trici. Capacité creativa, che viene vieppiú raíforzata dalla compren-sione nelle masse lavoratrici che il Potere Popolare é realmente il potere della classe operaia e dei suoi alleati. Per le constatazioiú ed i íatti suesposti, l’inlziatiya del Partito Comunista nella zona B dei TLT per l’applicazione del piano económico 1950, rappresenta una nalu-rí-le conseguenza dei successi otté-nuti dal Partito alia testa delle masse lavoratrici nella sua giusta lotta Nel contempo rappresenta la necessitá per ü nuovo maggiore sviluppo delle nostre masse lavoratrici sulla via del progres so. Per questo il piano 1950 é stato entusiásticamente decretato dai rappre-sentanti popolari alia IX. sessione ordinaria; dell’ Assemblea Popolar« circondariale. Con lo stesso entusiasmo é stato saiutato da tutti i col-lettivi di lavoro, La decentralizzazione dei lavoro degli organi del Potere Popolare aumentando le competenze dei suoi organismi di base ,1a partecipazio-ne attiva e diretta di un sempr« maggior numero di lavoratori all* decisioni del Potere popolare, par-tecipazione indispensabile per la saluziane dei nuovi e compilessi com-piti che comporta il piano económico é il risultato che il piano dá per il rafforzamento della democrazia popolare. Oltre a ció, la va-stitá del lavoro e la necessitá del-l’impiego di tutte le forze lavora-tive, raffarzano in grande mlsura la capacité organizzativa delle masse nella propria lotta per la democrazia ed il benessere. Questi risultati si possono avere solamente Iá, dove il Partito Comunista guida conseguentemente, sulla base deí veri principi del marxismo-leninismo, i lavoratori nella lotta di classe per la creazione di una so-cietá nuova socialista. Questi risultati si possono ottenere solamente quando i lavoratori esperimentano e septeno, nella propria prática quotidiana di essere guidati su una giusta strada. E’ significativo come ció si rea-lizzi nella tanta malí amata zona B e proprio nel momento in cui nella ¡fórje A Sumentano spaventosamente la disoccupazione e la deilinquenza. Ed é ancor piü significativo come la reazione imperialista, cui fanno coda i local i cominformisti, sia co-stretta a mobüitare tutti i mezzi propagandistiei ed altri per ingan.-nare i lavoratori triestini sul presunto terrore nella zana B. Ad essi non rimane aitra difesa che il sistema delle grandí menzogne, giá usato a prcáusione dagíi ideologi del fascismo. Significativo é poi il fatto che, tanto Ja reazione quanto i local! cominformisti, dove hon rlescono con l’inganno e le calunnie sul terrore in zona B, ricorrano alio spauracchio del ritorno all’ Italia per intimorire i deboli, che rab-brividíscoTIO SI Sois peTTSlerr?. Intanto, malgrado la rabbiosa e falsa propaganda, malgrado le mi-nacce, i lavoratori della zona B, guidati dal Fartito Comunista, si accingono alia realízzazione del piano, che é stato l’oggetto della IV. Conferenza del P. C. nel circondario dell’Istria. La IV. Conferenza del Partito, con l'analisi della situazione poli-tica ed organizzativa e con l’ele-zione libera e segreta della diri-genza, ha preparato il Partito onde assicurare ai lavoratori della zona B, con la realizzazione del piano económico ,una nuays vRtoria nella lotta per il rafforzamento della democrazia popolare, per il loro benessere. Perció la IV. Conferenza del Par-tito nel Circondario dell’Istria rappresenta una tappa importante nesl-la vita del Partito Comunista del TLT e nello stesso tempo una tappa importante nel tammino delle masse lavoratrici che, sotto la sua guida, stanno iniziando con il pian« económico 1950 la strada che porta al socialismo- Gino I LAVORATORI DEL CIRCONDARIO PER GLI SCIOPERANTI QDASIUN MILIONE Dl DINARI E TONNELLATE DI Ï1YERI dati dalla popolazione per aiutare il proletariato triestino CAPODISTRIA A Capodistria le vie e le piazze suonano degli appelli délia radio cittadina che invitano i lavoratori ad aiutare la classe operaia di Trieste. Continuamente la radio annun-cia le somme devolute che sempre aumentano. Soltanto nelle grandi occasioni si era vista una cos'i grande animazione ed entusiasmo. La popolazione vive delle ore intense e sente veramente come non mai il suo attaccamento alla lotta che si svolge a Trieste. Tutte le ditte e le filiali sindacali danno il loro contributo. Ci limiteremo a dare soltanto alcuni dati più eloquenti: La filiale dei dipendenti le cooperative di consumo ha dato 8.500 di-nari. La filiale del Comitato distrettuale dei lavoratori culturali dina-ri 1.200. I dipendenti di Radio Capodistria dinari 4.170. La filiale sindacale delTEdilit ha devoluto 17.000 dinari. I dipendenti délia «Lipa» e délia s'artoria degli inva-lidi si sono impegnati di devolvere giomalmente, con decorrenza dal 6 gennaio, l’importo corrisponden-te ad un'ora di lavoro. Anche i com-pagni lavoratori dell’Autotrasporti Adria daranno l’importo corrispon-dente a 216 ore di lavoro. ISOLA Continuando nella competizione di chi dará più ore volontarie pro scioperanti, il giorno 9 febbraio, la brigata di lavoro No. 6, détentrice délia bandierina transitoria, délia l'abbrica ex Ampelea ha lanciato una sfida alla brigata No. 6 délia fabbrica Arrigoni impegnandosi di dare 25 ore volontarie per ogni componente la brigata. Negli impegni individuali la com-pagna Olenic Anna deU’ex Ampelea supera tutto il collettivo con 25 ore pro scioperanti. In tutta Isola e dintorni intanto continua la raccolta di fondi e di viveri che di ora in ora vanno sem- Fino alie ore 12 di ieri sabato, 11 febbraio, i lavoratori del Circonda-rio hanno versato nei centri di raccolta 895.000 dinari — 8.040 kg di patate — 19.975 kg di farina bianca 14.116 kg di grassi — 7.635 kg di marmellata — 8.058 kg di pesce conservato — 4.092 kg di sigarette. pre più aumentando. Mentre gli o-perai delle fabbriche danno ore ed ore di lavoro la popolazione agrícola porta nei centri di raccolta commestibili e prodotti agricoli. Diamo le cifre delle somme di qualche azienda cittadina di Isola e delle filiali pervenute ai centri di raccolta: La direzione dell’ex Ampelea ha devoluto la somma di dinari 20.000 La filiale délia stessa fabbrica dinari 4000, gli opérai e gli impegati délia fabbrica hanno voluto dare la somma di 6230 dinari. All’Arri-goni la direzione, a nome del collettivo di lavoro, ha dato 20.000 dinari e la filiale sindacale 7000. Anche la filiale dell’Ospedale ha dato la somma di 4.350 dinari. Il Comitato Popolare Cittadino 2.291 dinari e gli opérai dell’impresa costru-zioni hanno deciso di dare l’importo di denaro equivalente a 58 ore di lavoro. La filiale sindacale délia dit-ta «Riba» ha dato 12.600 dinari. PIRANO Nei quadro delia vasta azione che in questi giorni si sta svolgendo nei Circondario, anche a Pirano è stato costituito un comitato d'azione per la raccolta di aiuti pro scioperanti di Trieste. II comitato è composto di sei membri rappresentanti il Partito Comunista e le organizza-zioni di massa. In tutte le maggiori fabbriche e collettivi di lavoro sono state tenu-te delle riunioni di mas'sa durante le quali i lavoratori hanno sotto-scritto delle somme di denaro e deciso di dare delle ore lavorative il cui equivalente in denaro andrà al fondo pro scioperanti. Diamo ora qui di seguito i no-minativi dei collettivi di lavoro le cui maestranze hanno dato aiuti concreti: Filiale Saline di Pirano: ore di lavoro equivalenti a 12.000 dinari. I lavoratori si sono oltre a ció impegnati di dare altre ore volontarie di lavoro. Filiale Cantieri Piranes'i: 1 ora di lavoro per operaio per tutta la durata dello sciopero. Giornalmen-te verranno dati cosí 4500 dinari. Filiale Salvetti: sottoscrizione di 2000 dinari. Filiale Abbigliamento: sottoscrizione di 2170 dinari. Filiale Pescatori: sottoscrizione di 2000 dinari. II rione di Centro città íinora ha raccolto 1115 dinari. Mancano peró i dati degli altri rioni le cui cifre aumentano continuamente poiché la popolazione tutta é decisa ad aiutare i fratelli lavoratori di Trieste in lotta per i loro più elementa-ri diritti. BUIE Anche nella cittadina di Buie si svolge una vera gara tra gli opérai, impiegati e contadini nei rac-cogliere viveri e denari per gli scioperanti. Da parte di vari Enti, cooperative e dipendenti dei vari uffici sono stati raccolte varie somme di denaro per un importo com-plessivo di circa 60.000 dinari. Somma pero che va aumentando di ora in ora. Ad Umago gli opérai délia fabbrica locale conserviera hanno dato 5060 dinari e si sono impegnati di fare 227 ore di lavoro volon-tario il cui importo di denaro andró al centro di raccolta pro scio-peranti. La cooperativa di produ-zione agrícola locale ha dato un vi-tello ed una grande quantité di vi-veri. Anche le cooperative agricole di produzione di Seghetto e di Sal-vore hanno dato cias'cuna un vi-tello, I pescatori di Salvore si sono impegnati di fare una pescata in fa_ vore degli scioperanti di Trieste. In tutto il Circondario vengono segnalati molti casi di donne che effettuano compere di commestibili recandoli direttamente ai magazzini di raccolta. II comitato di sostegno pro scio-peranti ha richiesto ed ottenuto daH’Amministrazione militare del-l’Armata Jugoslava il permess'o ne-cessario per l’esportazione a Trieste di circa 10.000 kg di grassi, 5.000 kg di zucchero, 5.000 di pesce in sea-tola, 10.000 kg di marmelata, 20.000 * I Dimostrazione di coscienza II piano económico annuale prevede ,tra l’altro, l’elettrificazione del nostro retróterra lavoro questo che richiede materiale adatto, come ad esempio i piloni che dobbiamo importarli dalla Jugoslavia e precisamente da Hoce pressö Maribor. Dato che nella vicina Jugoslavia i lavoratori sono impegnati nell’ese-cuzione del piano quinquennale e prodigano tutte le loro forze per la sua realizzazione, derivava la impossibilité di fornirci il predetto materiale in tempo utile causa ap-punto la mancanza di mano d’ope-ra sentita anche nella vicina Jugoslavia. Tenuto conto di questa si-tuazione l’impresa di Hoce chiese aiuto alia mano dopera del circon-dario. All’appello hanno subito ri-sposto dieci opérai della impresa BOR di Capodistria, che si sono as-sunti l’impegno di effettuare il lavoro occorrente per la provvista di detto materiale, pariendo volonta-ri per la Jugoslavia. Essi e cioé: Giovannini Santo, Marši Paolo, Bordon Giovanni, Norbedo Ottavio, Medizza Mario, Rodella Augusto, Skorovic Martino, Deros'si Nevio, Delise Cario, Vascotto Sergio e Ca-valli Albino hanno effettuato dal 24 gennaio scorso al 3 febbraio corr. il seguente lavoro; 220 ore per lo sgombero della neve e hanno preparato 850 pâli corrispondenti a 120 m cubi trasportandoli anche sul posto , di lavoro. Tutto questo lavoro è stato compiuto in soli 10 giorni, cosicché ogni lavoratore ha effettuato 22 ore per lo sgombero della nevé, ha preparato, trasportado e pulíto 85 pâli, cioé 12 m cubi di légno, ,il che supera nolevolmen-t* la norma prefissa. Prova ne sia la lettera di elogio che la impresa di Hoce ha fatto pervenire in questi glomi alia BOR: «II sindacato dei lavoratori ed impiegati íerro-Viari della Jugoslavia —* Impresa per l’impregnazione del legno di Hoce presse Maribor — rivolge a tutti i compagni lavoratori un elogio per lo spirito di sacrificio e la disciplina dimostrati. Nonostante le condizioni atmosferiche avverse, essi hanno compiuto il proprio do-vere, portando a termine i compiti ricevuti ed hanno superato anche la norma prefissa». In una seconda lettera pervenuta alia direzione della BOR dalla impresa di Hoce si legge: «A nome della direzione dell’impresa per la Impregnazione del legno ed a nome della filiale sindacale Vi ringrazia-mo per l’aiuto datoci inviando i vo-stri lavoratori per contribuiré alia realizzazione del socialismo. In par-ticolar modo ringraziamo i vostri lavoratori, che hanno dimostrato volonté di lavorare e con cié ci han-no alleviato i già grandi compiti che. abbiamo per la realizzazione del nostro piano. Gli opérai della zona B del TLT hanno dimosrato con il proprio lavoro e la propria coscienza che viviamo unit! in un único sistema socialista. Con ció vo-gliamo dare il pieno riconoscimen-to ai vostri lavoratori e ringraziar-li». I due documenti comprovano al-l’evidenza che i nostri lavoratori so-no coscienti di cooperare efficaee-mente alia costruzione del socialismo. Essi hanno lavorato con slan-cio senza badare a difficoltá ed a dis'agi poiché volevano assolvere l’impegno assunto e con ció strin-gere ancor più i legami coi lavora-tori Jugoslavi. Significativo il fatto che la maggioranza di questi o-perai è di Capodistria ció che di-mostra come i nostri lavoratori af-fratellati sanno per chi lavorano. Essi lasciano che i resti dello scio-vinismo ed i traditori della classe operaia s'foghino il loro malanimo sbraitando sul «terrore che régna nella zona B». H comp. Kardelj a suo tempo disse: «I cani abbaiano, la carovana avanza». kg di fariña di frumento e di gra-noturco e 2.000 kg di sigarette. In pari tempo é stata inoltrata una richiesta al Governo Militare Al-leato tendente ad ottenere la neces-s'aria autorizzazione per l’esporta-zione a Trieste di tali generi. Questi esempi dimostrano ancora una volta, quali siano le premure della popolazione del Circondario per i lavoratori di Trieste in lotta, per il diritto di maggiori possibili-ta di vita messo in pericolo dall’of-fensiva dei capitalisti triestini e dal. Topera anticlassista degli attuali dirigenti cominformisti dei SU in connubio coi dirigenti padronali della Camera del Lavoro. LE DONNE DARANNO il loro appoggio al piano Le donne antifasciste del Distret-to di Capodistria riunitesi il giorno 2 febbraio 1950 alie ore 10 nella sala del Teatro «Ristori» di Capodistria, nei IV. Plénum dell’UDAIS, dopo aver discusso ampiamente il piano económico annuale 1950 e vista la nécessité degli impegni presi in seno alio stesso, per un mi-gliore avvenire del popolo lavoratore del nostro Circondario, han-no deliberato di accettarlo entusiásticamente promettendo di dare tutto il loro appoggio e collabora-zione per la portata a termine, con buoni successi del piano stess'o. Svilu¡ppare gli elementi socialisti significa eliminare la speculazione La chiusura della campagna olearia a Buie Domenita scorsa ha avuto luogo a Buie, nei local! del nuovo albergo Jadran, la chiusura dalla campagna olearia di Buie. Erano presenti le maestranze della cooperativa agrícola lócale ed il perso- nale dell’oleificio. II compagno Romano, a nome del Fronte Popolare, ha rivolto brevi parole di saluto agli operai esortandoli a continuare sulla strada intrapresa, onde realizzare gli impegni previsti dal piano annuale. In seguito il comp. Dambrosi F'ietro, pres. della cooperativa, ha ringraziiato con alcune frasi di elogio le maestranze, che con attaceamento e spirito emula-tivo: ci sono prodígate per la mi-gliore riuscita del lavoro. Ha premíalo quindi i migláori operai che rispondono ai nonti di Piuca An-dreino, Piuca Giovanni, Milos Pie-tro, Moratto Antonio, ■ Barbo Am-brogio, Bonetti Davide ed altri. E’ seguita una coiazione offerta dalla cooperativa a tutti i dipendenti. Nei corso della campagna olearia, che duró dal 30 novembre al 3 febbraio 1950, vennero spremuti altre 3.700- q. di olive, oon una resa media di Kg. 17 di olia per ogni 100 Kg. di olive. Questo é un suc-cesso che piuó rendere orgogliosi i dipendenti dell’oleificio lócale. Bonetti Romano Caratteristica dominante del nostro piano económico annuale è lo sviluppo degli elementi socialisti ed è parallelamente la progressiva li-mitazione degli elementi speculato-ri e capitalistici. Ció è chiaro e rispecchia null’al-tro che il risultato della più con-seguente linea clas'sista, propria del Potere Popolare, quale emanazio-ne diretta della classe operaia e dei suoi alleati, sorta nella lotta contro lo sfruttamento e l’oppres-sione di classe. Questa realtá invoglia tutti i nostri lavoratori a contribuiré sempre più efficacemente, ognuno se-condo le proprie possibilité e capacité alia realizzazione dei compiti previs'ti nei piano stesso. I nostri lavoratori sanno che solamente cosí curano gli interessi della colettivité. Molti di coloro che fino ad ora, o per scarsa maturité política o per timoré di fronte alie intimidazioni dei circoli reazionari, si sono tenuti in disparte, hanno compreso che il loro posto è nella produzione al fianco di tutti gli o-nesti nei lavoro per il benessere , coiiettivo. I nostri lavoratori d’as-salto, gli innovatori, i superatori delle norme sono la chiara dimo-strazione che il popolo lavoratore ha inirapreso con grande spirito rivo-luzionario e con la massima decisione la strada che conduce al socialismo. Anche molti operai che ancora lavorano nella zona A, hanno e-spresso apertamente il desiderio di essere inclusi nella produzione nel-na nostra zona e di voler rinuncia-re ben volentieri al lavoro sírut-tato dai capitalisti di Trieste, perché da noi essi intravvedono la possibilité di una esistenza tranquilla ed assicurata senza ii pericolo in-combente delia disoccupazione e della miseria, con la coscienza che il loro lavoro s'aré una parte attiva In una almostera di inten i delegati presenti approvano il piano di lavoro orfiTha a9vutomiuoCgo “ sía LA pR¡^A RIUNIONE DEI CONSIGU CITT. DI CAPODISTRIA ED ISOLA soprastante la Loggia, la I. riunio-ne del Consiglio Cittadino di Capodistria. Partecipavano alia riunio-ne, in qualité di ospiti, il Presidente del Comitato Popolare Distret-tuale di Capodistria ed altri rappresentanti le organizzazioni di massa. I delegati erano 85. Ha aperto la riunione il comp. Pozzetto, presidente del CP Cittadino, il quale ha salutato i consiglieri presenti. II compagno Corsi porta il saluto del Comitato Popolare Distrettuale ai consiglieri presenti, indi, con brevi parole, augura loro di svol-gere un proficuo lavoro. Viene poi approvato l’ordine del giorno e Ja compagna Elia, segretaria dei CP Cittadino, legge la relazione sui compiti dei consiglieri. II comp. Maraspin fá un elenco delle opere previste dal piano per la cittadina di Capodistria, che de-sta il massimo interessamento dei consiglieri i quali si sus'seguono nelle proposte per la migliore realizzazione delle opere. Tra i princi-pali lavori previsti per la citté di Capodistria vengono enumerati i seguenti: 1. riparazione dell’acquedotto, riparazione ed asfaltatura strade; 2. canalizzazione; 3. ricostruzione di edifici per alloggi operai; 4. costruzione del mercato coper to e pescheria; 5. costruzione della stazione per autocorriere; 6. ultimazione dei lavori del campo sportivo. Oltre a questi lavori, nell’ambi-to cittadino, il Comitato Popolare Distrettuale eseguiré nella citté vari lavori i cui principali obiettivi sono: 1. riparazione della fabbrica STIL e costruzione di un magazzino. 2. costruzione fabbrica essiccazio-ne carni; 3. costruzione fabbrica di acque gassbse; 4. continuazione dei lavori della grande scuola elementare Italiana e slovena e del cantinone Vino; 5. ultimazione del garage di Se-medella; 6. riparazione di edifici scolaitici; 7. ultimazione dell’albergo; 8. costruzione di due blocchi di case per alloggi; 9. costruzione della infermeria veterinaria; 0. lavori vari. Dalla relazione e dalle discussio-ni é sorta pure la necessité di mi-gliorare la rete di approvvigiona-mento, per cui sono State proposte le seguenti opere: ipertura di 4 macellerie, „ 1 drogheria, „ 1 negozio írutta e verdura, ,, 1 salumeria, ,, 1 rivendita generi alimentan, „ 1 trattoria, „ 1 pasticceria, „ 1 gelateria, „ I calzoleria, „ 1 ristorante per píonie-ri, ,, 1 negozio vendita og-getti per bambini, „ 1 fabbrica giocattoli, „ í albergo cittadino, „ 1 fabbrica acque gass., ,, 1 saione da barbiere, „ 1 sartoria femminile, ., 1 falegnameria, „ 1 lavandería e stireria. Le conclusioni prese hanno susci-tato gli applausi di tutti gli inter-venuti. Negli interventi che sono stati nu. merosi ed interessanti ha preso la parola per primo il compagno Bor-risi, il quale dopo una breve pre-messa, tratta del problema ospeda-liero. Egli chiede la piena coopera-zione per la definitiva sistemazio-ne dell’ospedaie di Capodistria. In seguito il compagno Bonin Ettore tratta il problema dell’illuminazio-ne cittadina che é insufficienle. II compagno Gava Virgilio, seguito dal compagno Grio Nazario, propone la costruzione di un bagno pub-blico data l’impellente neces'sité per l’igiene pubblica. Per risolvere questo problema viene nominata u-na commissione, formata dai seguenti compagni: Suplina Mario, Gava Virgilio, Sandrin Gina, Zucconi Antonio e Curet Umberto. Tale com. missione ha il compito di stduiare e di fare le proposte concrete per la costruzione di questo bagno. Interviene nella discussione il compagno Pobega che tratta dell’urgente pro- blema della riparazione delle strade. Intervengono vari consiglieri i quali propongono la mobilitazio ne del lavoro volontario per realiz-zare più presto questi obiettivi. Se-guono il compagno Sabadin ed il compagno Grio che trattano sulla necessité di migliorare il servizio della nettezza urbana e della costruzione di uno stallaggio all’ester-no della citté. II compagno Perini tratta sull'urgente problema della riparazione di case alloggi operai. Altri consiglieri si soffermano su questo problema e viene proposta una commiss'ione che avré il compito di elaborare il programma e d’urgenza, a seconda dei casi prov-vedere alia riparazione delle case operaie. Detta commissione è costi-tuita dai seguenti compagni: Fonta-not Nazario, Perini Giovanni, Perini Giordano, Steffé Arturo, Antonio Zucconi, Marsic Gina, Zueca Giovanni, Braini Renato e Parovel Erminio. Detta commissione si é messa ¡inmediatamente all’opera. II compagno Borrisi tratta poi dell’ur-genza della costituzione di un posto di pronto s'occorso e della con-cessione della casa Manzoni per l’al-largamento dell’ospedale di Capodistria. La compagna Bonivento propone quindi l’adozione di misure atte alia conservazione della stori-ca fontana di piazza del Ponte. Conclusa la discussione, i consiglieri approvano entusiásticamente il piano económico e le misure per risolvere i problemi trattati nell’o-dierna riunione. Al termine dei lavori il compagno Maraspin, dopo aver ringraziato i consiglieri per la fattiva collabo-razione, gli incita a dare tutte le loro forze per la realizzazione del piano. REALIZZARE IL PIANO ECONOMICO prima del termine stabilito In una atmosfera di entus'iasmo e di interessamento dei delegati presenti si è svolta il 9 corr. mese la riunione del consiglio cittadino di Isola. Nella grande sala dell’Ampelea, addobbata con bandiere e scritte inneggianti al Potere Popolare ed' ai consigli cittadini, s’i è tenuta la prima riunione del consiglio cittadino di Isola. Dopo la proposta dell’ordine del giorno, il comp. segretario del Comitato Popolare Cittadino, Bernic Libero, tratta dei compiti del consiglio cittadino, la cui istituzione per il largo numéro dei componen- j ti, dimostra la vera democraticité del nostro Potere. Nei breve sguar-do aile deficenze del piano 1949 il comp. fa appello ai delegati rappresentanti la vera espressione del Potere Popolare, di collaborare strettamente col CPC perché solo cosi si potranno eliminare eventuali deficenze nei piano del 1950. Alla relazione, seguita con grande interesse da tutti i consiglieri sono seguite varie proposte per la migliore realizzazione dei lavori previsti. Degna di nota la proposta di realizzare il piano col contributo del lavoro volontario per ultimarlo prima del termine stabilito, allô scopo di impiegare il tempo rima-.nente ed i fondi risparmiati per I altre opere di pubblica utilité. Il piano per il 1950 comprende le ¡seguenti opere: fl. Riparazione rete idrica con nuo-ve condutture; 2. asfaltatura strade e riparazione delle s'tesse; Í 3. costruzione della strada Barré I Isola; 4. completare la canalizzazione nel-; la cittadina; 5. costruzione di quattro nuove case operaie; 6. adattamento case per alloggi o-perai; 7. costruzione di una nuova lavandería; 8. adattamento della casa del Pioniere; 9. adattamento dell’asilo. Nella discussione sul piano ven-ne proposto dai delegati di portare la conduttura dell’acqua anche nella via Bes'enghi. Dopo una viva ed ampia discussione, sono stati approvatl tutti i punti del piano dalla totalité dei presenti. Un compagno, discutendo sul ter-zo punto dei piano, ha detto fra l’altro: «Il fascismo da anni ci pro-metteva la costruzione della strada Isola - Barré, ed era logico che non poteva mantenere la promessa, perché il denaro stesso lo spendevano i vari gerarchi e podesté; ma oggi invece il Potere Popolare diretto dal popolo lavoratore non promette, ma fè». Un altro compagno, che ha rice-vuto un grande applauso da parte degli astanti, ha propos'to che i fondi stanziati per la realizzazione del punto 7 del piano, che prevede la costruzione di una nuova lavandería, vengano invece spesi per ia costruzione di apposite cisterne per l’acqua nelle localité del settore di Isola, per dare la possibilité ai contadini di avéré l’acqua che spesso viene a mancare, e riparare invece la lavandería già esistente. Accettato all’unanimité il piano per il 1950 si è passati al piano del primo trimestre che prevede entro il 30 marzo la realizzazione dei seguenti obbiettivi: 1. Ricostruzione edifici per alloggi operai; 2. costruzione di 500 metri della strada Isola - Barré; 3. Ultimazione dei lavori della prima casa operaia; 4. canalizzazione per la lunghezza di 500 metri. Nuovamente vennero discussi tutti i punti suaccennati con vivo interessamento dei delegati, per i quali la tendenza principale era quella di usare nei modo migliore i fondi che il Potere Popolare ha stanziato per l’anno 1950. Accettato all’unanimité il piano per il I. trimestre, si è sViluppata la discussione per la riparazione delle case ed alloggi operai prevista in tale periodo, affinchè ab-biano un alloggio in primo luogo le famiglie costrette a vivere in a-bitazioni malsane. Si è passati eo-si all’elezione di una commissione che avré il compito di constatare quali delle case avranno bis'ogno di una immediata riparazione. La commissione risultô composta dai seguenti compagni: Norbedo Giovanni, Menis Augusto, Jurissevich Antonio, Delise Carlo, Jerman Ernesto, Vascotto Francesco, Bosich Carlo, Depase Valeria, Piciur Romano. Dopo che tutti i delegati si sono impegnati ad una collabora-zione più ntretta con il CPC, si è deciso che nella riunione di massa di martedi prossimo 14 c. m., a cui saré invitata tutta la popolazione verrá reso noto tutto quello che è stato approvato dal consiglio cittadino. Si è pure fissata la prossi-ma riunione del consiglio stesso che avré luogo fra un mese. Con Timpegno da parte della totalité dei delegati, di contribuiré con li lavoro volontario alia riuscita del piano, si è chiusa in una atmosfera di entus'iasmo la I. riunione del Consiglio Cittadino di Isola. ed un contributo efficace alia causa comune del socialismo, senza tener naturalmente conto del fatto che il lavoro nella nostra zona ri-sparmieré a questi operai i sacri-fici dei lunghi viaggi e degli stra-pazzi ai quali sono ora sottoposti per raggiungere i posti di lavoro. Naturalmente da questo ne conseguirá un altro beneficio e cioé il diminuito affollamento dei mez-zi di trasporto ed ai posti di blocco. La nostra popolazione laboriosa che guarda con simpatía e ritrae i benefici dello sviluppo delle co-operative agricole di produzione, dell’utiüté del controllo e della partecipazione diretta dei lavora-tori nella produzione, in cui l’ini-ziativa del singólo puó svilupparsi al massimo, abbracciando tutte le categorie di lavoratori, artigiani, e piccoli produttori, si infervora lógicamente sempre piü nella lotta contro la speculazione e contro i resti della borghesia sfruttatrice. — O — Entro quest’anno Ospo avrá la casa del popolo Gli organizzati del Fronte Po-pojare di Ospo stanno »asiduamente iavorando d’assaito per il rin-novamenta ed ailargamento della Oggi domenica, 12 febbraio i lavo-raíori democratici di Capodistria sono ínvitati in piazza Brollo alie ore 7,30 per recarsi al LAVORO VOLONTARIO lócale Casa dei FapoLo. Questa opera dovrá essere compiuta entro il corrente anno, cosí i democratici po*raimo riuuirsi nella loro casa ed esplicare ivi la loro futura at-tivité política e cultúrale. Sebbene quasi isoiati dai resto del circondario, causa la mancanza di vie di coinunicazione, gli abi-tanti di Ospo lavorano di buona lena per la realizzazione dei programara económico annuale. Essi non mancano al lavoro volontario essendasi impegnati di portare a termine la Caisa del Popolo, la strada iré i due posti di bdocco delila RFPJ e della zona A, le strade del paese nonché di migliorare Ja. conduttura idrica. Giá nei mese; di dicembre dello scorso anno 68 persone avevano effettuato 564 ore lavorative volontarie scavando 104 m cubi di térra e preparando 6 m. cubi di sabbia per la Casa del Popolo. Durante ili mese di gennaio l’attivita lavo-rativa subi una deflessione data l’inclemenza del tempo. Furtuttavia vennero eseguite 237 ore lavorative da 28 compagni. Questo esempio di lavoro e di volonté deve' essere seguito dalla popolazione dei settori circonvicini che ha mag-gior.i possibiilité per realizzare il piano. L. i = a = A PIRANO SI PREPARA la tratta del cefali X pescatori della cooperativa di Pirano si stanno preparando per la prossima tratta di cefali che verré effettuata nei golfo di Portorose. Mentre gli equipaggi apprestano le saccaleve le donne sulla riva, presso la grande rete della tratta, lavorano di ago. E’ tutto un fervore di lavoro per l’avvenimento che daré alia nostra popolazione lavora-trice tonnellate di pesce fresco. Oltre a tutto questo lavoro, i pescatori di Pirano si danno da fare per la preparazione del grande e tradizionale veglione che avré luogo l’ultima domenica di camevale, ed al quale é invltata tutta la popolazione dellé cittadina. RADIO TRIESTE Zona jugoslava del TLT Lunghezza ÏKonda ni. 240 Domenica 12 febbraio ore 9,30 Per gli agricoltori 13.15 Música a piacere 20,vO Commento politico 21.00 II nostro scenario 22.00 Rassegna sportiva Lunedi 13 febbraio ore 20,00 La voce dei giovani — nel mondo della scienza 22.00 La vita dei popoli Jugosl. Martedi 14 febbraio ore 13,45 Panorami culturali 17.30 Attualité politiche Mercoledi 15 febbraio ore 18,00 Col nostro popolo Giovedi 16 febbraio 20.15 Follie d’inverno (rivista) ore 13,45 Per voi donne 17.30 Attualité politiche 22,00Viaggi attraverso la Jugoslavia socialista Venerdi Í7 febbraio ore 17,30 Attualité politiche 18.00 Rassegna sportiva 19,45 Problemi sindacali di B. Petronio 20,40 Orizzonti 1950 Sabato 18 febbraio ore 13,45 Rassegna económica 18.15 II mondo dei piccoli . UN MARTIRE DELLA SCIENZA SUL ROGO QUANDO LA CAPACITA’ BRUCIANDO GIORDANO BRUNO sostituisce la mancanza di mezzi GU INQUISITORI NON DISTRUSSERO.LE SUE VERITA' Cosí rispondeva ai suai torturatori: «Tutti i ghiacciai del Caucaso non sono in grado di spegnere il fuoco del mio cuore” grandiasità schiacciante: il suo uni- Sergío e loško lavorando con volonté contribuiscono alia realizHasione del piano annuale Giordano Bruno nacque nel 1548 in Italia, nella ciittadina di Nota, nei pressi di Napoli. Ancora ragaz-zo, egli venne aííidato per l’istru-ziona ai frati domenicani. In quel tempo, accanto alie université, i monasteri erano gii unioi istituti dove si poteva conseguiré una fouo-nai cultura. Tenuto conto della si-tuazione di allora ció era perfet-tamente naturale: la sottomessa maggioranza del popolo era analfabeta, non c’erano quasi né libri né scuole, ad eccezione della Bib-bia e del Vangelo. La chiesa cat-tolica proibiva ai iaici perfino di ‘leggere e di discutere la Sacra Scrrttura. II sacerdote doveva naturalmente saper leggere. I pre-ti si occupavano anzi m quell’e-poca anche di affari civili: doveva-no tenere i libri contabili il co-pialettere, registrare gli avvemi-menti che si veriíicavano. I libri, specie quelli scritti a mano, erano allora molto costosi e potevano es-sere acquisbati saltante dai ricchi, e i monasteri erano molto ricchi. Non fu strano perció che Bruno trovaisse nel monastero dei vecchi manoscr.itti nei quali venivano es-pasti i pensieri e le opere degli antichi filosofi e scriittori greoi. Egli incominció gia nel niona-stero a combatiere tenacemente le opinión! cristallizzate e invecchia-te del medio evo, l’ignoranza spi-rjtuiale del clero, la cieca sotto-missione alia dottrina di Axiistotile. Qutvi egli scrisse alcune commedie nelle quali derideva dette opinioni e nelle quali urtava perfinq nei dogmi deba chiesa. Appena ordinato sacerdote, Bruno dovette abbandonaxe il monastero, perché i suoi preposti non soffrivano il suo spirito libérale. Andó a Rorqa nella speranza di trovare appoggio e comprensiuae tra gli uommi della corte papale. Ma le sue speranze rimasero de-luse. Nel tiinore di venir pracla-mato erético, egli fuggi nell’Italia settentrionale, dove vi era pió liberté di pensiero. L’Italia settentrionale era il pae-se delle grandi e potenti eitté com-merclali. Per la borghesia commer-eiale la scienza era materia di interesse, essendo essa il mezzo di sviluppo delle forze di produ-zione naturali, 1’arnia ideológica nella lotta contro ii feudalesimo. La borghesia favoriva perció la scienza. Essa era piñ tollerante verso le nuove idee, pur non po-tendo naturalmente prendere posi-zione contro Ja chiesa con una ne-gazione aperta della religione. In tal modo neLl’Italia, settentrionale accarrevano quanti si erano atti-rati lo edegno della chiesa cattoli-ca nei sud o negli altri paesi d’Europa. Nell’Italia meridionale i’influen-za della borghesia diminuiva in- ■ vece paralleslameute al decadere del commercio che suhiva gravi colpi. La perdita delle regioni delia Lombardia e della Sicilia nella guerra con la Spagna, e la cessa-zione del commercio con i paesi oriental! dopo la presa di Costan-tínopoU da parte dei Turchi, ave-vano tolto al capitale commerciale i mercati interna e quelli esteri. In tali condiizíoni l’importanza del-Tagric altura e con essa l’importan-za dei monasteri latifondisti e dei aignori feudali ebbe vieppiü ad ac-crescenai. Ancor piü aumentó la forza del clero cattolico estrenuamente intollerante. Prima dalla scoperta del tele-secólo, Bruno giungeva a'la con-olusione che l’universo ó infinito. Nella sua opera «Sull’infinito del-l’universo e dei mondi» egli affer-mava che le stelle sono altrettanti sed! e che esse somigliano a dei punti di deoole -ciliar ore unies-mente a causa della loro lontananza «íí. nospro Sole è soltanto una delle innumerevoli stelle — dictva Bruno — e non il centro del mondo.» Bruno non sostava a quaste conclusion!, ma sviluppava ulteriormente le sue veduite e giungeva alla conclusione che fra la Terra e il resto del mondo non ci sono differenze sostanziali. Egli aîfer-mava che in tutto l’universo vi-gono le stesse leggi fisiche che valgono sulla Terra e che è impos-sibile che la Terra — essendo essa soltanto uno dei pianeti — sia Túnico luogo dove asista la vita e dove vivano degli esseri ra.gione-voli. Bruno epresse per primo il parère che intorno al Sole giras-sero in realtà più pianeti di quanti se ne conoscassero ai suo tempo; la scienza ebbe più tardi a con-fermare le sue vedute. «Intorno aile stelle — secondo la sua opinio-ne — ruotano pure dei pianeti e almeno una parte di essi dovrebbe essere abitata. Siccome nell’uni-vergo infinito esistono innumerevoli stelle, cio significa che anche pianeti abitati da esseri ragione-voli ce ne devono essere in nu-lero infinito.» Le idee di Bruno erano di una verso non poteva in alcun modo rientrare nal quadro delle conce-zioni ecclesiastiche del mondo, secondo le quali la Terra e il genere umano assumevano una posizione spéciale e centrale. Tali idee non potevano essere toilierate neanche nellTtalia settentrionale. Bruno dovette perció met-tersi in salvo dal furore e dalT n-dignazione del clero e dovette fug-gire nuovamente. Egli erró per lun-go tempo a Ginevra, Tolasa, Pa-rigi, Londra, Praga, ma in ness.un luogo potó sentirsi al sicuro. Abbiamo già rilevato l’intolle-ranza délia chiesa cattolica. Si de-ve ancora recordare che, nella lot-ta contro Tinfluenza e Tautoritá illimitata1 del papa e della chiesa cattolica, la borghesia in alcuni paesi aveva rotto si i ponti con il cattolicesimo, ma non con la religione. Nell’Inghilterra e nei paesi tedeschi, rinunciando alia religione cattolica, essa aveva assunto al-tre forme di religione e di culto, ma manifestava ;> sua volts aíre-tanta estreñía intoUeranza conti-o tutto quanto stesse in appos'izione con la nuóva religione, i suoi in-teressi e i suoi bisogni pratici. I nemici del cattolicesimo, Lwtero e Melantone, si erano abbattuti su Copernico ancor prima dello stesso clero cattolico. Come avrebbero potuto conciliarsi con Tinsegna-mento, ancora più liberale e rivo-luzionario di Bruno?! Affaticato da una viita difficile e randagia, Bruno cedette perciù aile esortazioni dei suai faisi amici e nel 1592 ritornô in Italia. Egli cad-de subito nelle mani delTinquisr zione veneziana, la podizia spiri-tuale della chiesa cattolica, che vi-gilava attentamente sul,la purezza délia religione cattolica. Quindi venne arrestato dagli inquisitori romani. Trascorse sette anni in carcexe, dove incessantemente lo qricji'tatron'o a ritrattare pubbiica-mente le sue vedute filosofiche e scientifiche. Brrmo perô rimase fermo sulle sue vedute e non cedette ad adeuna intimidazione. Ai suoi torturatori egli rispondeva: «Tutti i ghiacciai ded Caucaso non sono in grado di spegnere il fuoco dei mio tuore.» Persuadendosi infine che nessuna forza al mondo avrebbe spinto il Bruno a ritrattare le sue verità scientifiche, gli inquisitori lo con-dannarono a morte corne eretico. Essi decisero di eseguire la con-danna «con elemenza » e senza «spargimento di sangue bruciando-lo vivo sul rogo. Ascoltando coraggiosamente la sentenza, Bruno disse ai suoi car-nefici: «Voi mi cwmmicate la sentenza con più paura di quanta non ne senta io.» Il 16 febbraio 1600 Bruno venne bruciato vivo dinanzi a una massa enorme di popolo. La pena orr.i-bile venne eseguita sulla Piazza dei Fiori di Roma. L’odio de! capi della chiesa non si spense perd nemmeno dopo ia morte dei martire. Uno dei suoi nemici giurati, il cardinale Chaup-pe ebbe a scrivere di lui: «Egli e stato arso ed è morto di una morte indegna e ora penso che sarà giunto in quegli «altri mondi» da lui imrnaginati.» Gli inquisitori distruissero sul rogo Giordano Bruno corne uomo, ma non poterono distruggere le nuove e ardite vedute, dalle quali alitava da varità. Il governo italiano favoriace e stimola Temigrazione dei propri cittadini in qualsiasi parte del mondo pur di disfarsene e non do-ver curarsi più di loro. A taie sco-po è stato creato un appasito isti-tuto. — La Direzione Generale per TEmigrazione, organo gover-nativo, che si intéressa di questo indegno mercato dei propri cittadini. Essa Direzione ha preparato un certo piano secondo le cui prévision! nei prossimi tre anni 400 mila itaiiami dovxebbero essere inviati nelil’Argentina! Alcnni sono - già andati, spinti dalle miserrime condizioni di vita nella Madrepatria. E scrivono male, di laggiù. Infatti nassuno o po-chi sono quelli che ara s’avven-turano e casi «cattavi italiani» sono i 400 mila infelici che non vogiliio-no cascare nel tranello governati-vo. Salari poverissimi, estrema carestía di alloggi, assistenza sociale misera a prospettive per la vec-chiaia disper aie. Qltre a queisto il pesos, maneta locale, non quotato aile borse in-ternazionali, (per il commercio All’Ampelea di Isola un capan-none è adibito a officina mecca-nica. L’ occhio riceve la sensa zione di un’ offieina non tanto moderna, nè completamente attrez-zata. L’insieme dei macchinari e degli attrezzi offre un quadro piut-tosto modesto. Modesti sono anche gli uomini che qui lavorano. Si di-rebbe che da quest’ambiente non possono uscire che dei lavoretti di secundaria importanza. Invece non è cosi. «Proprio questi giorni abbiamo riparato il trattore della coopera- tiva di Fuce», ci spiega il capo of-ficina. «Corne, voi riparate anche motor!?». chiediamo noi un pô mera-vigliati. «Già, questo è U trentaduesimo in ordine di numéro negli Ultimi nove mesi». Vedendo la nostra espressione fatta di ammiraz.one e meraviglia; il capo officina continua a darci tutte le informazionï, senza che noi gliele chiediamo, col fare proprio del lavoratore per il quale i risultati del suo lavoro costituis-cono a ragione motivo di orgogüo. «Negli Ultimi nove mesi del 1949 abbiamo fafcto 522 iavori, di cut 220 revision! generali dei motori più svariaiti: motori di barche, au-tomobili, camion, malini, trebbia- estero Perón, il dittatore argentino usa solo îmoneta del padrone nord-americano) e perció i famigliari dell’ emigrato restaño a casa in una angosciosa ed inutile attesa di mezzi per sfamarsi. L’emigrante che arriva in Argentina perde la continuità dei fon-di pensione e vecchiaia e perció il fondo comincia appena da quelia data, perdendo tutto il già versato in Italia. Duplice vantaggio per il governo reazionario italiano: dis-farsi d’un importuno ed incaissare senza dover restituiré i suoi fond! social!. L’emigrato invece resta con pochi anni di fondi versati e perció non puô contare sul proprio so-stentamento nella vecchiaia dopo tanti anni di continuo lavoro. Ma T8 per cento deve versarlo fin dal primo giorno dei suo sogigiorno e dei suo lavoro nei nuovo paese che lo sfrutta. D’altxa parte il suo paese di origine non gli rlconosce gli anni di lavoro spesi nelTArgentina, poichè taie clausola non fun-ziona dato che non esiste. Ne con-segue che anche se rientrasse in pàtria dopo trascorsi moiti anni trici. Abbiamo poi riparato 69 blocchi di niotore con revisione dei cilindri, per un valore di 5,850.000 dinari. Moiti di questi lavori si fa-cevano prima a Trieste e si paga-vano milioni di metrolire. Noi cal-coliamo che almeno 10 milioni di metrolire si sarebbero pagati in questo periodo per alcuni di questi lavori, se l’intelligenza, la te-nacia e la dedizione al lavoro deí nostri operai non -avessero con ai-cune piccole innovazioni, messo in grado la nostra officina di eseguire certi lavori. Vedete ii quel mo-tore Dodge: a Trieste avevano chie-sto per la sua rettifica 300.000 lire, mentre no! lo abbiamo rettificato con una »pesa che non raggiunge nemmeno i due terzi di questa soturna, calcolando, si capisce, in lire.» Passando fra meccanismi, che per noi costituiscono una cosa vista piü volte, ma mai compresa nel suo funzionamento ,il simpático oompagno ci spiega: «Questo ó un cilindro di motore statoiie di muii-no a cui ó stato cambiato il pisto-ne». Poi ancora: «Questo ó un blocco di motore 8 V, di cui ó sta-ta fatta la reviiskme». Egli ci spiega ancora come procedevano le singóle fas’i di questo difficile lavoro, che veniva effettuato a Trieste fino a che i nostri operai non introdussero delle innovazioni che permettono ora di fare queste ri-parazioni nella nostra zona. Nel corso della spiegazione egli ci fa vedere le difficodta incontrate per fare certi lavori di particolare precisione. «Questo Tha fatto Joško» sentiamo dire ogni tanto, opptlre: «Questo l’ha fatto Sergio».Molte volte poi sentiamo: «Questo 1’ha fatto Joško e Sergio». Noi, incurio-siti, vogliamo conoscere questi o-perai. «Joško ó li al tornio, ó tornito-re». Noi guardiamo, ma Joško non c’é, non lo si vede. «Dev’essere curvo sotto la mac-china, le ó tanto affezionato.» «E Sergio?» «Sergio ó qui dietro, ó meccani-co.» Ma nemmeno Sergio si vede. «Sergio!» chiama il nostro inter-locutore, e un ragazzone bruno si alza dietro la sua macchina, con le mani unte di grasso e con in mano una piastra d’acciaio con otto grossi buchi, ad asse leggermente convergente a V. «Con Taiuto di questa piastra si ó potuto riparare quel motore 8 V di cui vi parla.vo prima», continua il capo officina, «l’hann fatta Sergio e Joško». Prevenendo la nostra curiositá giornalistica, Sergio ci espone in breve la sua biografía. «Sono triestkio, lavoravo come ap-prendista allTndustria triestina di prodotti scientifici; poi questa ó fallita e mi son trovato senza lavoro. Sono venuto a Capodistria e lavorando per il proprio e per l’al-trui paese ó condannato alia miseria ed aU’accatonaggio. Ma esistono ben altre macchina-zioni fra i governi, e tutte a sea-pito dei miseri che vanno in cerca di lavoro. Per esempio questa. II governo argentino ó debitare verso Tltalia di 306 milioni di pesos e per pagarii propone ai governo italiano di affidare terre per un valore equivalente ai colonizzatori italiiani 'che volessero lavorarla in proprio. La térra resta dunque in Argentina e quel che conta di piü il frutto di questa térra ricavato dai sudori e dalle fatiche dei lavo-ratori italiani verrebbe acquistato dal governo argentino a prezzi da esso dettati, II debito sarebbe dun-(Coníinua in IV. pagina) sono stato subito assunto all’offi-cina meccanica deli’Adria. Ora mi trovo qui all’Adria di Isola da pa-reochi mesi». «Come ti sentí», gli domandiamo noi. «Molto bene, perchó trovo sod-disfazione nel lavoro e, quello che più conta, mi senti, sicuro neila mia occupazione, in quanto vedo che il lavoro non verrà mai a mancare, sicchè non ho più da tern ere la disoccupazlone.» Le parole di questo proletario, improntate a riconoscenza verso il Potere Popo.are che gli ha assicu-rato il lavoro e con esso ii pane, si capitalista, per i quali chiedere pensiero alie decine di migliaia di disoccupati che a Trieste attende-no il lavoro come un’el°rnoáina per poter afamare se stessi e le pro-prie famáglie, ai milioni di riisoc-cupati in Italia e negli altri pae-s capitalisti, per i quali chiedere lavoro vuol dire correre il rischi» di venire freddati dal piotnbo délia polizia. Ci incamminiamo verso la torni« di Josko. «E’ un partigian- HeJ 1943» el spiega il nostro accompagnatore. «Ha combattuto sul Carso, nelle file della 18.ma brigata Bazoviška, per Liberare ]a sua Trieste. E’ stato congedato dall’Armata Jugosla-va il I dicembre 1946, ma naturalmente per lui, partigiano, a Trieste non e’era lavoro. Da allora la-vora sempre nella nostra officina. E’ stato prociamato già due volte lavoratore d’assalto e questi giorni è stato proposto la terza volta per questo ámbito titolo. Inoltre ha ricevuto più volte premi in da-naro. Per la sua competenza pro-fessionale e per l’attaccamento al Lavoro è stato promosso a cap-ore-pai-to. Come taie, usa un solo rap-porto verso gli operai: quello del-l’esempio e dell’aiuto fraterno.» Avvicinatici al tornio, Joško non ci guarda nemmeno, e noi ricevia-mo la sensazione di disturbarlo. Osserva attentamente un cilindro stretto nelle morse della sua macchina, manovra certe manovelie, misura col calibro — ma tutto questo in gran fretta. Noi non possiamo far altro che guardare ed aspettare che intç~^ompa da solo il lavoro; è troppo assorto, perché noi possiamo deciderci a chiedergli qualcosa. Cogliamo un momento che ci sembra opportuno e do chiamiamo fuori per fotogra-farlo, Egli si rifiuta. «E’ tua do-vere», gli diciamo. «Mio dovere è layorare». E incontriamo molta fatioa per poterlo convincere a farsi fotogra-fare. Finalmente ci riesce, perô non solo, ma in compagnia di Sergio. Questo solletica la nostra ambizio-ne di giornalisti: presentare ai no-strii lettori — un bel reportage — Joško e Sergio! L’uno slove-no, l’altro italiano. L’uno tornito-re, l’altro meccanico. Simbolo di fratellanza dei nostri lavoratori, esempio di dedizione al lavoro ed alla causa dei progresso. «Bravi ragazzi», diciamo al nostro accompagnatore prima di au-darcene. «SI», risponde egli, «ma non sono i soli; bravo è anche Mikae, che fra l’altro ha riparato le pompette dell’iniettore, bravo è Adamič, ed altri áncora.» Ce ne andiamo, con negli oochi la figura tímida e paliiduceia di Joško e quelia viva e bonaria di Sergio. Modesta è l’officina deli’Adria, modesti sono i obérai. Ma sono proprio gîî itomini modesti e taciturna questi che fanno le grandi opere. Essi realizzeranno il piano económico. Un fantasma percorre I'Europa ... e le vecchie famiglie chiudono le finestre, puntellano le porte, e il padre corre di nascosto aile hanche e il polso gli si ferma alla Borsa, e di notte sogna roghi, con mandrie che bruciano, e invece di grani, fiamme, invece di chicchi, scintille, casse, casse di ferro piene di favltle. Dove sei? Dove sei? Ci inseguono con spari. 1 Oh! I contadini passano calpestando il nostro sangue. Che è questo? Chludlamo, chiudiamo subito le frontière. Eccolo che veloce avanza col vento di est dalle rosse steppe della fame. Non odano la sua voce gii operai, non penetri il suo šibilo nelle iabbriche, non scorgano la sua falce ritta gli uomini dei campi. Fermatelo. Perchó salta i mari, percorrendo tutta la geografía, perché si nasconde nei le stive delle navl e parla ai fuochisti e li trae fuligginosi in coperta, e fa che l’odio e la miseria si sollevlno e insorgano le ciurme. Chiudete, chludete le carceri! La sua voce si schianterà contro i mûri. Che è questo? Noi invece lo seguiamo, lo facciamo scendere dal vento di est che lo porta, gli domandiamo delle rosse steppe, della pace e del trionfo, presentándolo al padrone della fabbrica, 10 insediamo alla tavola dei contadino povero, facendolo capo di scioperi e manifestazioni, facendolo parlare con soldatl e marinai; e veda negli uffici 1 pîccoli implegati e alzl gridando il pugno nei parlamenti dell’oro e del sangue. Un fantasma percorre l’Europa, 11 mondo. Noi lo chiamiamo compagno. RAFAEL ALBERTI EMIGRAZIONE: SPECULAZIONE VERGOGNOSA L’indegno mercato bolla d' infamia il governo democristiano MunjHiMMituiuujnHtitiiitHiitnutHiiHiMUHUiiuimiiHiiwitniMimnuuHtuiHiiiiiuuMttttuiutiiutMiuutiitiinitiiiitMWtiMNUUiiiinuHiuHuiuiutinMMuiiniiiitniuiuumtiMtiiiiitiiiiiiPiiiMiMiiiiiiiMiiiiiiiMHnuiniMiMiiuiiHniMiiiiiiiHuiiHiuiMiiiiniHiiiHiiiiiiniiiiiiiiiHiiiiiiiniuiuiiiiMiiiniiiiiiiiinuiiMHiiMiiiiiiiiiiniiniii^ ................................................................................................................ LE SFIDE Appena partiti gli inyitati, mio padre si lasció cadere in un seggio-lone e si abbandonó agli scoppi di un’allegria pantagruélica. Mai, dopo la morte di mia madre, lo avevo u-dito ridere cosí di cuore. — Scommetto che il dottor Ham-merfield non ha ancor mai afróntate nulla di simile nella sua vita, — disse fra due accessi di risa. :— La cortesía delle controversie ec-clesiastiche! Hai osservato ch’egli ha cominciato come un agnello ---piarlo di Everhard — per mutarsi ad un tratto in un leone ruggente? E’ uno spirito magníficamente disci-plinato. Sarebbe stato un dotto di prima classe se la sua energía fos-s'e stata oríentata in questo senso. Ho io bisogno di confessare che Ernesto Everhard mi interessava profondamente, non solo per ció che aveva detto e per il modo in cui lo aveva detto, ma per se stesso, come uomo, Non ne avevo mai incontrato di simili, e per questo, sup-pongo, nonostante i miei ventiquat-tro anni semati, non ero ancora maritata. In ogni caso, dovetti confes'-sarmi ch’egli mi piaceva, e che la mia simpatía si basava su altro che sull’intelligenza da lui mostrata nella discussione. A dispetto dei suoi muscoli, del suo petto da boxeur, egli mi faceva l’effetto di un ragazzo candido. Sotto il suo trave-stimento di fanfarone intellettuale indovinavo uno spirito delicato e sensibile. Le sue impressioni mi e-rano trasmesse per vie che io posso Unicamente chiamare le míe in-tuizioni femminili. Nel suo appello squillante c’era qualche cosa che m’aveva toccato il cuore. Credevo di udirlo ancora e desideravo di udirlo un’altra volta. Mi sarebbe piaciuto rivedere nei suoi occhi quel lampo di alle-gria che smentiva l'impas’sibile se-rietá del suo volto. Altri sentimenti, vaghi ma più profondi, si agita-vano in me. Già quasi lo amavo. Tuttavia ,se non lo avessi mai ri-veduto, suppongo che quei sentimenti imprecisi sarebbero svaniti e che l’avrei abbastanza fácilmente dimenticato. Ma non era mio destino quello di non rivederlo più. L’interesse che da poco tempo mio padre provava per la sociología, e i pranzi ch’egli dava regolarmente, estludevano questa éventualité. Papá non era un sociologo: la sua spécialité scienti-fica era la fisica, e le sue ricerche in questo ramo erano State fruttuo-se. Ma, dopo» la morte di mia madre, il lavoro non poté colmare il vuoto lasciato da questa. Si occupé di filosofía con un interesse dappri-ma debole, poi crescente di giorno in giorno; fu trascinato versó l’eco-nomia política e la scienza sociale, e poichè possedeva un vivace sentimenta délia giustizia non tardó ad appassionarsi per il raddrizzamento dei torti. Notai con piacere gli ini-zi di un rinascente interesse per la vita, senza dubitare dei luogo ia cui la nostra sarebbe stata condot-ta. Egli, con Tentusiasmo di un a-dolescente, s’immerse a testa bassa nelle sue nuove ricerche, senza curarsi di sapere dove metterebbero capo. Avvezzo da lunga data al laboratorio, fece della sua sala da pranzo un laboratorio sociale. Vi si trova-vano riunite persone di ogni genere e condizione, dotti, uomini politici, banehieri, commercianti, professo-ri, capi operai, s’ocialigti e anarchi-ci. Li spingeva a díscutere fra loro, poi analizzava le loro idee sulla vita e sulla societé. Egli aveva fatto conoscenza con Ernesto poco tempo prima della «sera dei predicatori». Partiti i con-vitati, mi raccontó come l’avesse incontrato. Una sera, in una strada, egli si era fermato per ascoltare un uomo che, salito sopra una vecchia cass'a, discorreva ad un gruppo di operai. Era Ernesto. Moho apprez-zato nei consigli del partito socialista, egli era considérate come uno dei suoi capi, e riconosciuto come capo tra i filosofi del socialismo. Possedendo il dono di presentare in linguaggio semuüce e chiaro i problemi pió astratti. questo educa-tore nato non c rede‘/a di umiliarsi salendo su di una vecchia cassa per spiegare Tec-.iuomia política ai lavoratort. Mio padre si fermó ad ascoltar-lo, si interessó al suo discorso, die-de convegno all’oratore e fatta la sua conoscenza lo invitó al pranzo dei reverendi. Poi mi comunicó alcune informazioni che aveva potuto raccogliere s'ul suo conto. Ernesto era figlio di operai, sebbene di-scendesse da una vecchia famiglia, stabilita da oltre duecento anni in America (1). In etá di dieci anni era andato a lavorare in una mani-fattura e piñ tardi aveva imparato il mestiere del maniscalco. Era un autodidatta; aveva studiato da solo il francese ed il tedesco; a quell’e-poca guadagnava stentatamente la sua vita traducendo opere scientifiche e filosofiche per una modesta casa di edizioni s'ocialiste di Chicago. A quel salario si aggiungevano alcuni diritti d’aulore sulla ristret-ta vendita delle opere sue proprie. Ecco quanto appresi sul suo conto prima di coricarmi; restai tangamente sveglia, ascoltahdo con la memoria il suono della sua voce. Ebbi paura dei miei pensieri. Egli somigliava cosi poco agli uomini della mia classe, mi sembrava cosi estraneo, e cosi forte! La sua padronanza di sé mi af-íascinava e mi atterriva ad un tempo, e la mia fantasía vagabondava talmente che mi sorpresi a pensare a lui come ad un innamorato e ad un marito. Avevo sempre udito dire che la forza nell’uomo è un’at-trativa irresistibile per le donne; ma quello era troppo forte. No, no! gridai, è impossibile, è assurdo. E Tindomani, svegliandomi, s'coprii in me il desiderio di rivederlo, di assistera alia sua vittoria in una nuo-va discussione, di vibrare ancora al suo tono battagliero, di ammirar- 10 in tutta la sua sicurezza e la sua forza, mentre metteva in pezzi lal-bagia di quelia gente e ne scoteva 11 pensiero, fuori dai soliti pregiu-dizi. Che importava la sua spavala-deria? Secondo le sue stesse parole, essa era un espediente destínate a produrre effetti. Inoltre, essa era bella da vedere, eccitante come un inizio di battaglia. Passarono moiti giorni, che io im-piegai nel leggere i libri di Ernesto, prestatimi da mio padre. La sua parola scritta era come il suo pensiero parlato, chiara e convincente. La sua semplicitá assoluta vi persuadeva anche quando dubita-vate ancora. Egli aveva il dono della lucidité. La sua esposizione del soggetto era perfetta. Tuttavia, nonostante il suo stile, molte cose mi spiacevano. Egli attribuiva troppá importanza a queila che chiamava la lotta di classe, all’antagonismo fra ii capitale ed il lavoro, al conflitto degli interessi. Papé mi raccontó ridendo l’ap-prezzamento del dottor Hammer-field su Ernesto, «un botolo insolente», col quale riñutava d’incon-trarsi di nuovo. Invece, il vescovo Morehouse aveva preso interesse a Ernesto, e desiderava vivamente un nuovo incontro. «Un giovanotto forte», egli aveva dichiarato, « vivo, molto vivo; ma é troppo sicuro di sé». Ernesto ritornó un pomeriggio con mio padre. II vescovo Morehouse era giá arrivato, e stavamo prendendo il thé sotto la veranda. Devo dire che la prolungata presenza di Ernesto a Berkeley si spiegava col fatto ch’egli seguiva corsi speciali di biología all’Université, ed anche perché lavorava molto ad una nuo-va opera intitolata: «Filosofía e ri-voluzione» (2). Quando Ernesto entró, la veranda sembró improvvisamente diventata piü piccola. Non giá perché egli fos'se straordinariamente alto — mi-surava cinque piedi e nove pollici — ma perché egli sembrava irradiare un’atmosfera di grandezza. Fermandosi per salutarmi, manifestó una leggera esitazione, in strano disaccordo coi suoi occhi arditi e con la sua stretta di mano; questa era ferma e sicura, i suoi occhi non lo erano meno, ma questa volta sembravano conteneré una do-manda, mentre egli mi guarda va, come il primo giorno, un pó troppo a lungo. — Ho letto la vostra «Filosofía delle classi lavoratrici», gli dissi, e vidi i suoi occhi brillare di soddis-fazione. — Naturalmente, rispóse, voi a-vete tenuto conto dell’uditorio al quale la conferenza era rivolta. — Si, ed é su questo punto che vi voglio combatiere. — Anch’io, disse il vescovo More-hous'e, ho una disputa da sbrigare con voi. alzó le spalle con buon umore e A questa doppia sfida, Ernesto accettó una tazza di thé. II vescovo s’inchinó per cedermi la precedenza. — Voi foméntate l’odio delle classi, io dissi a Ernesto. Trovo che è un errore e un delitto il far appello a tutto ció che vi è di me-schino e di brutale nelia classe o-peraia. L’odio di classe è antisociale e, mi sembra, antisocialista. 1 2 (1) A quell’epoca la distinzione ira persone nate in paese o venute di fuori era nettamente e gelosa-mente stabilita. (2) Questo libro cintinuó ad essere stampato segretamente durante i tre secoli del Tallone di ferro. Esistono molte copie delle sue diverse edizioni alia Biblioteca na-zionaie di Ardls. mll DLL rAKlll U LUM UN 1ST A ITALIANO INUTIL! ACROBAZIE DIALiTTICHE evidenti contraddizioni - Incoerenze demoîitrici Col perdurare ed inasprirsi dello sciopero degli addetti aXVindustria, la classe opérala triestina sviluppa e perfeziona ulteriormente le sue esperienze. Ai fini della ricostru-zione dei sindacati classisti della zona A del Territorio di Trieste, l’esperienza di questi giorni sará certamente positiva. In un articolo di cap-ocronaca in-titolato «Trieste giudica», il comin-formismo triestino da una ulteriore dim o ¡¡trazume della sua profonda degenerazione ideológica della sua definitiva diserzione dal campo della teoría e della tattica rivoluzio-naria nell’impostare e nel condur-re la lotta dei lavoratori. In que-sto articolo trattante dello sciopero in atto dei lavoratori dell’indu-stria l’analisi che attr averso es so si fa dello sciopero dei lavoratori dell’industria e dei relativi atteg-giamenti rispetto ad esso degli uo-mini e degli istituti al servizio della classe dominante e veramente un capolavoro di opportunismo e revisionismo di cui ancora non si ebbe uguate. Mentre si sottolinea che Vattuale lotta deve essere portata alia vit-toria per impediré l’intisichimento della maggioranza della popolazio-ne proletaria, per sottrarre miglia-ia di candidati al sanatorio, per alimentare i bambini stremati ed affamati e tene re in piedi i lavoratori si fa appello proprio a coloro che ne sono ¡a causa. Non solo, ma a flanco della denuncia su lie condizioii di vita pie-tose ed insostenibili dei lavoratori di Trieste, e al rilievo del traco-tante cinismo dei capitalisti, dello ' spietato regime della maledetta cricca di speculatori, di grossi af-faristi, di gaudenti di San Remo, del casino di Venezia e di servito-ri di lauta greppia si pongono in risalto le miserabili sessanta lire giornáliere richieste per risanare il tanto male su denunciato. E non basta; per sollevare il proletariato triestino da queste tre-mende situazioni ci si rivolge proprio agli organi del Governo Militare Aileato, al presidente di zona (prefetto), agli uomini di De Ga-speri, al vescovo Santin, ai rappre-sentanti cioé di quella classe che poco prima si aveva demagógicamente condannata e resa responsa-bile di tanta miseria. II principóle giornale del Partito Comunista Italiano, che dovrebbe educare il proletariato ad una co-sciente lotta di classe chiede Valuto per la causa degli scioperanti agli ami ci e sostenitori di De Gasperi e di Scelba, a quelli che fauno «interrompre dal fischietto la circolazione stradale affinché seo-razzino i dominatori», come dice Uliiisse, e specialmente si rivolgono a quel vescovo Santn che, coeren-te alie sue funzioni e agli Ínteres-si che rappresenta proprio in queste settimane, perdurante l’agita-zione degli addetti all’industria, scomunica e fa scomunicare la stampa di sinistra e i comunisti. dirigenti delle organizzazioni sinda-cali classiste e le organizzazioni de-mocratiche, i poteri popolari e la democrazia popolare, l’Uunione Soviética e il mondo socialista. E proprio sull’«Unit à» che il giorno precedente riportava come documento di accusa squarci di let-tere e dichiarazioni riguardanti gli el&gi del duce, a monsignor Santin vescovo di Fiume. Questi contordmenti, contraddizioni e capitolazioni dalle posizioni di principio ckissista indicano quale travisamento della do tirina socia- lista sia venuto negli uomini e nello posizionî dei Cominform e quanto sia grande il distaeco armai raggiunto dalle giuste posizioni di classe da parte dei dirigenti cominformisti triestini. Nello sviluppare una simile tattica, derivata dalie posizioni tocca-te dalla deviazione, dai prinicipi della scienza socialista i cominformisti non si preoccupano delle con-seguenze della hotta dei lavoratori, non si preoccupano della funzione della classe operaia ai tempi d’og-gi, non tengono conto delle parti-colari condizioni in cui si svolge la lotta dei lavoratori triestini, della lotta dei lavoratori triestini, delle caratteristiche della situazione triestina, dei problemi del Territorio di Trieste, dei rapport! di classe e rispettive situazioni politiche delle due zone; per essi vale un solo principio: la mancanza di ogni principio in servizio dellm política antisocialista dell’attuale dirigenza dello stato soviético. L’appello agli esponent; della classe avversa, di quella che edifica e sostiene la propria struttu-ra statale proprio sulle basi della potente grande industria, contenuto nell’articolo in esame rivela un al-tro aspetto della speculazione co-minformista ed irredentista effet-tuata con la proclamazione dello sciopero in corso e che i lavoratori stanno smascherando e liquidando, dimostra cioé l’avvenuto in-serimento della política del Cominform a Trieste nel, quadro e sulla base degli interessi della borghe-sia e del neoimperialismo italiano. Tutto questo per ordine di Mosca, tutto ció per avversione e a dispet-to dei popoli jugoslavi e del loro governo colpevoli di aver preso suh serio, fatto proprii e mess¿ in atto gli insegnamenti di Lenin. In relazione alia lotta dei lavoratori dell’industria per uscire dalle attuali condizioni di miseria, questa ulteriore conferma deU’av-venuta sottomissione dei cosiddetti comunisti di Vidali alie ideológie e alia política borghese deve ser-vire ai lavoratori di sprone nella ■battaglia che stanno conducendo per riprendere nehle proprie man i gli interessi fondamentali della propria classe, dopo aver condannata e ripudiata la ormai tanto negativa linea política del Cominform. B. P. „Voci che circolano" Prosegue lo sciopero (Continuazione dalia I. pagina) lire giornáliere verrebbero ad essere considérate un prestito e perció avrebbero dovuto essere restituite. Di contro il Comitato dello sciopero chiede 400 a titolo di regatea e 60.— lire giornáliere sino alia risoluzione del problema in Italia. Alia fine del periodo, in caso di risoluzione negativa per la classe operaia, si sarebbero presi degli ac-cordi. Tale proposta non viene presa in considerazione da parte dei rappresentanti degli industriali. Tra tanto fumo e poco arrosto, assume particolare importanza pra-tica e morale Tintervento concreto dei lavoratori della Zona B e della cittad.inanza democrática, in appog-gio agli scioperanti. Si tratta dei risuitati ottenuti dal Comitato di Sostegno con l’appog-gio delle organizzazioni democratl-che ad esso aderenti. Infatti dopo ii disbrigo di pratiche tutt’adtro che soliecite con il G. M., nella se-rata di venerdi si é avuto finalmente il permesiso di trasportare nella Zona A quanto era stato of-ferto dai lavoratori del Circonda-rio istriano ai compagni triestini in lotta. Di questa solidar ietá che si esprime in fatti concreti, parlia-mo in altra parte del giornale. Tra tanto fumo e poco arrosto, assume particolare importanza pra-tica e morale l’intervento concreto dei lavoratori della Zona B e della cittad'inanza democrática, in appog-gio agli scioperanti. Si tratta dei ri»-ul,tati ottenuti dal Comitato ai Sostegno con Tap-poggio delle organizzazioni demo-cratiche ad esso aderenti. Infatti dopo il disbrigo di pratiche tut-t’altro che sol'lecite con ail G. M., nella serata di venerdi si é avuto finalmente il permesso di trasportare nella Zona A quanto era stato offerto dai lavoratori del Cir-condario istriano ai compagni triestini in¡ lotta. Di questa solidarietá che si esprime in fatti concretó, ne parliamo in altra parte del giornale. Anche nella mattinata di ieri un migliaio scioperanti convengono in piazza Goldoni, si portano quin-di al Conisiglio di Zona a soilicita-re l’iintervento delle autoritá per una sollecita e favorevole risolu-zione della vertenza. La polizia — molto numerosa é dntervenuta a sgomberare la piazza Unitá, rimitandosi pod a control-lare i manifestante durante ii ri-torno. Giova ripetere che M vergogno-so atteggiamento degli industriali non fa ohe accrescere la compattez-za e la decisione degli scioperanti, i quali premono sempre piü sui dirigenti sindacali onde indumlti ad affrettare i tempi con l’adozione di mi'sure piü energiche. (Continuazione dalla I. pagina) essi hanno dovuto, in parte, rive-dere le proprie posizioni, adattan-dole a quelle della stragrande maggioranza dei lavoratori. Dimostra ¡noltre che essi si sono appropria-ti delle parole d’ordine e delle ini-ziative altrui, non certamente perché convinti dell’intrinseca bontá di quelle, ma perché pressati dalle . ircos'tanze. Come ogni cosa a questo mondo, cosí anche ■ gli scioperi aanno una loro lógica interna. Questa lógica forzá i dirigenti .anche quando essi non lo vogliono, a con-iormare, fino a certi limiti, la loro azione alie condizioni obblettive, agli interessi obiettivi dei lavoratori e ció perché uno sciopero non é una passeggiata, ma una cosa molió“ seria, piü seria di quel che pro-babilmente hanno calcolato molti degli attuali dirigenti. 'Saranno precisamente queste leggi interne che íorzeranno la mano a chi s'i é ri-promesso di pescare nel torbido e che chiariranno in maniera decisiva le rispettive posizioni, nell’in-teresse dei lavoratori, innanzitutto. I lavoratori délia Zona «B» che con il Potere Popolare e con il piano economico, indipendentemen-te dalla volonté degli ex padroni alla Cosulic e Santin, costruiscono il pçoprio migliore avenire. Essi sono coscienti del proprio passato di sfruttamento ed opprèssione, e coscienti delle prospettive di lavoro e benessere a cui si trovano di from te oggl che si governano da soli. Perciô più che mai comprendono la situazione in cui devono dibat-tersi i lavoratori della Zona «A» costretti al peggiore oppressione pa-dronale. I dati statistici sull’aumento della corruzione della prostituzione, della criminalità e della disoccupazione nella Zona «A», richiama l’attenzio-ne dei nostri lavoratori molto più Che l’enorme campagna di calun- , nie dei circoli néofasciste, reazio-nari e degli agente cominformisti, circa il «terrore» e la «miseria» in Zona «B». L’evidente tradimento della classe operaiâ e di tutti gli onesti lavoratori Triestini da parte dei va-ri capitolardi, alla Juraga e Radie, quali marionette di Vidali, che, con sempre minor pudore dimostrano il loro concubinaggio con i dirigent! della Camera del Lavoro, cioè con gli agenti di Cosulic, préoccupa, non solo i lavoratori triestini, ma pure i lavoratori della Zona «B» che vedono trasformarsi la città di Trieste, da centro rivoluzionario, in centro di provocazioni impérialiste. E più che naturale perciô lo slancio con cui i lavoratori della zona «B» hanno organizzato le raccolte di viveri e denaro per dare ai lavoratori triestini In sciopero, non solo parole di incoraggiamento, ma ai-ti concrete. Del resto i lavoratori della zona «B», educati nello spiri-to socialista, hanno già dimostrato nel passato — quando le condizioni eeonomiche erano più dure — la loro solidarietà classista ai lavoratori triestini in lotta contro il co-mune nemico di classe. Tanto più possono dare oggi gli opérai della zona «B» il loro valido aiuto, oggi le loro posizioni eeonomiche e politiche si sono notevolmente miglio-rate. Difatti in tutta la zona «B» si susseguono le azioni di raccolta a cui partecipano gli opérai i conta-dini e gli impiegati di ogni collet-tivo di lavoro e le centinaia di quintali di viveri raccolti fino ad or,a come pure le centinaia di mi-gliaia di dinari, dimostrano la corn, prensione dei lavoratori délia Zona «B» la lorcr volonté e la loro decisione nell’appoggiare la lotta dei lavorataori triestini. Intanto perô gli ipocriti membri del comitato dello sciopero, in parte servi di Cos'ulic ed in parte a-genti del cominform, nel loro co- muicato No. 11 non risparmiano la Vigliaccheria, parlando di «Voc: che circolano in mérito ad una racco ia di aiuti che andrebbero comprendo i titistí in zona «B» parlando di «sottrazione compiuta da autoritá alia popolazione bisognevole». E’ fino i acreditóle a conceptee quali cose faceta Inventare la rab-bia ad elemente senza serupoli né principa, che si accOrgano come il proletariato triestino stia metiendo in chiaro il loro tradimento, Hanno un bel parlare di popolazione bisognevole e terrorlzzata della zona B per sminuíre l’impor-tanza degli aiuti e nascondere agli operar triestini la reaie possibllitá e le reali conquiste dei lavoratori della zona B. I fatti dimostrano che gli aiuti, che sono ingente, van-no agli operar di Trieste in lotta c,ontro la classe padronale e ció dimostra chiaramente quale sia lo co-scienza dei lavoratori della zona B ed il contenuto classista del Potere Pop alare che ha acconsentito ed aPpoggiato l’iniziativa dei lavoratori. Nel'lo stesso tempo l’appello di questi signori al signor Palutan, ai signor Bartoli ed al Vescovo fascista Santin affinché intervengano a favore degli scioperanti, fatto suil-1 «Unitá», come puré le considera-zioni circa i compite del GMA, dimostrando la loro coscienza «classista» ed il contenuto del loro lavoro. E’ evidente in tutto questo ia linea di opporturnismo e di compro-messo, del comitato dello sciopero con i nemici di classe, e nello stesso tempo a proposito di privare i lavoratori della zona A del concretó aiuti da parte dei lavoratori della zona B per indeboüre la loro resistenza nella lotta per i propri dteitti. Da quanto sopra, é piü che giu-stificato id fatto che i lavoratori della zona B, oltre agli aiuti mate-riali, inviino ai lavoratori della zona A il caldo appello di appoggia-re il Comitato per la ricostruzlone del Sindacato classista che, composto dai rappresentanti piü conse* «4 guenti del proletariato Triestino, ricondurrá le masse lavoratrici di Trieste sulla ginsta via per la díte i propri Interessi aU’altezza delle loro glorióse tradizioni. — O — LA VERWOLF...» BOLZANO La situazione nel-Alto Adige diviene sempre piü tesa in seguito allantagonismo esi-stente fra i gruppi etnici tedesco ed italiano. E’ stata registrata una i ipresa delle attivitá del movimen-to clandestino «Verwolf» che súbito dopo la fine della guerra aveva perpétrate numerosi atti di terrorismo. Ieri un giornale italiano di Bolzano é stato minacciato di essere «dinamitato» qualora non ees-sétsse la sua campagna in favore del-1 Italia. D altra parte diverse perso-naiitá della regione appartenente al gruppo étnico italiano hanno ri-cevuto delle minacce di morte. EMIGRAZIONE (Continuazione dalla III. pagina) que spento senza che ,i 'lavoratori ne avassere il mínimo vantaggio. Oltre a questo il terreno di che trattasi é incalta e perció dovrebbe per prima cosa essere portato a la cultura a spese di chi deve lavorarlo e questo grávame sarebbe ugualmente addossato alie spalle deJl’agricoltore italiano em'igrato. E poi l’inventario? Questo significa portare la propria ricchezza pr.ivata in un paese straniero e sprecare tutte le proprie fafiche per godere poi una vecchiaia di. . . fame. Questo é la dura real.tá di quel paese dove ii governo cura gli af-fari persónate di poetó gruppi privilegíate che tengono le reditó di tutto l’apparato statale che spara sui lavoratori delle fabbriche, uc-cide i cantadini che reclamano la térra e manda verso la fame e la morte i propri figü per speculare sulle loro vite e sulle vite dei loro famigliari pur di trame qualche utile. Ma il sangue di popolo, il san-gue di spose e bambini non potrá rimanere invendicato. SCACCHi Vittorie jugosiave in Svezia Il campione jugoslavo di scacchi, Svetozar Gligoric, ha giuocato nel corso della sua tournée in Svezia, due partite simuttaneamente ed ha vinto un torneo al quale hanno parteoipato i migliori maestri sve-desi. - ATLETICA LEGGERA I 400 METRI PIANI IN UNA RASSEGNA ATI RA VERSO I TEMPI Un tempo i 400 metri non si- cor-eva come una corsa di velocitá, na bensi come una corsa di mezzo-ondo. Generalmente la tattica era [uella di partiré lentamelnte, sem-ire con l’occhio vigile sugli avver-ari e di coprire in questo modo 50 o 300 metri, per scattare in se-uito al momento propizio. Questa laniera di correré il percorso in ne tempi distinti, si spiegava par-ialmente per il fatto che le par-enze avevano luogo in linea, e di omseguenza i corridori si trovava-iO nelle medesime condizioni dei íezzofqndisti: piazzarsi bene dopo a partenza, seguiré oppure impor-e il traino e lanciare l’offensiva 1 momento opportuno. Questa tattica tendeva natural-íente alla vittoria e non al pri-lato, perció aveva il grave difet-s di non portare i competitori ai empi record. Ora se la cqrsa dei 400 m é col-acata tra le corse veloci, ció puó ssere perché il primo tempo di 46” el primatista mondiale HARBIG, rova bene che si tratta di una orsa in cui la velocitá giuoca il uolo principale, poiché questa cor-i é una di velocitá prolungata, 'Chiede dall’atleta come qualitá rincipali la velocitá e la resi-enza. Ed é partendo da questi due fat->ri principaíi che, per mettersi in ice su questa distanza, bisogna es-:re capaci di correre i 200 metri i meno di 23” ed i 300 metri in eno di 36”. Se questi minimi do-3 alcune sedute d’aüenamento, □n possono essere raggiunti, é meto rinunciare a questa spécialité ;lettca e cercare il successo altro-í, dove meglio potranno figura-: le proprie attitudini. In questa xrsa, la più estenuante e faticosa ira atlética dopo la maratona, é olto considerevole lo sfor o che richiede dal cuore, poiché si atta di portarlo da 70—76 pulsa-oni nórmate alia cifra di 120—130. uesto cambio di cadenza cardia-i, non deve farsi che molto pro-'essivamente, ed a ció si puó arri-ire solo quando la respirazione guirá una progressione parallela. Basta guardare l’arrivo di una corsa dei 400 metri per convincersi i corridori «mancano d’aria». Essi invano elevano la testa, aprono la bocea, aljzano spalle e braccia. Che fare dunque per impediré questa asfissia? Si deve contrallare e dirigere la repirazione ritmándola su due fálcate per l’espirazione e due fálcate per l’inspirazione. Quest’ultima si fa da se stessa, poiché i polmoni vuoti sentono naturalmente il bi-sogno di riempirsi di nuovo. I gio-vani atóete potranno aquistare questo ritmo respiratorio se essi pren-dono l’abitudine di utilizzarlo non salo in corsa, ma anche nelTalle-namento. Dete’allenameüto diremo che l’at-leta per raggiungere la «forma» do-vrá allenarsi intensamente e lun-gamente. Bisogna «lavorare» tutti i giorni, puré alia vigilia della competizione, meno enérgicamente é vero, ma quel piccolo lavoroi deld’ultimo momento sgranchisce i muscoli e toglie la rigidezza causa-ta dai precedente allenamenti molió piü esigenti. E’ come ungere con una goccia d’oüo tutte le articola-zioni. E per finiré, le qualitá richieste per un buon quattrocentista devono essere: integritá muscolare ed artlcolare specialmente delle gam-be, grande capacité polmonare, forte potenza muscolare ed un cuore solido. I CAMPIONATI MONDIAL! DI SCI AD ASPEN E* RIVOLTO lo sguardo di tutti gli sportivi ASPEN — Grande fervore in questi giorni ad Aspen man mano che affluiscono le squadre per i campio-nati del mondo di dis’cesa in sci. Si era temuto fino a pochi giorni fa un bis di Lake Placid, ma única conse-guenza é stata quella di non aver a-vuto le piste ben battute. Ora la nevicata recente ha procurato neve magnifica e abbondante. Al punto di partenza per la prova di discesa maschile vi sono at-tualmente metri 1,60 di neve, di cui dieci centimentri di neve farinosa fresca. A metá percorso l’altezza deiia neve é di 1,25 di cui 10 cm di neve fresca. Nella vallata la neve é in media di 80 cm. Un dirigente della Federazione Sciistica Internazionale ha dichia-rato che le prove di ogni giorno si inizieranno dalle 10,30 alie 11 ora lócale, a seconda delle condizioni atmosferiche del momento, cioé dalle 18,30 alie 19 italiane. Le prove di slalom, sia femminile sia maschile si prevede richiederan. no circa 4 ore. La gara maschile di discesa libera, nella quale i concor-renti partiranno distanziati di un minuto l’uno dall’altro, occuperá due ore, mentre quella di discesa libera femminile soltanto un’ora. II percorso della discesa libera femminile sará lungo circa due chi-lometri meno del percorso che ef-fettueranno i concorrenti alia gara maschile, ma le difficoltá di esso saranno soltanto di poco inferiori a quelle del percorso maschile. Secondo Dick Durrance, istruí-tore di sci di Aspen, il quale ha contributo alia scelta dei percorsi, questi richiedono il massimo e continuo controllo dei discesisti, presentando difficoltá notevoli. Sono presente giá ad Aspen oltre cento sciatori di Argentina, Austria, Canadá, Cile, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Italia, Nor-vegia, Jugoslavia, Svezia, Svizzera e Stati Unite. Alcuni di essi Stentano ad am- bieníarsi a- causa dell’aria sotiiie derivante dall'altezza della localitá Sul livello del mare, altri trovano ostacoli nella lingua americana che non conoscono, ma tutti son , íelici che le condizioni ritmostóriche sia-no perfette e che qumdi le gare potranno syolgí.-u in condizioni i-deali, lungo lo tortuose pisie che calano a valle dalla cima della mon. tagna che sovrasta il paese all’al-tezza di 3.390 metri sui mare. — O — CALCIO PÜEPÂRÂTIVI per la Coppa del Mondo Alla sessione plenaria della se-zione calcio della Jugoslavia, è stato stabilito che i prepaxativi per la sezione jugosiava di calcio per la Coppa del Mondo che avrà luogo quest’anno in Brasile, siano di-viisi in 'tre turni. Il primo che sará anche la prima parte degli al'lena-menti, sará effettuato dalle societá i oui membri sono candidati per la selezione nazionale. A questi allenamenti, i giuocatori acquisteranno le condizioni necessarie per le partite di selezione che costituiranno la seconda parte degli allenamenti, dal 5 marzo al l.o maggio. La ter-za parte degli allenamenti comin-cerá quando le selezdoni saranno invítate ad un allenamento comu-ne fino alia partenza per l’Amerl-ca del Sud. CAMPI0NAT0 TLT PROGRAMMA ODIERNO PONZIANINA ARRIGONI Trieste Stadio I. Maggio ore S. GIOVANNI — GORIZIA Trieste Sfadio I. Maggio ore 11.39 OFICINA — PIRANO Trieste Stadio I. Maggio ore 10.00 S. ANNA — UMAGO Trieste Stadio I. Maggio ore 15.30 MEDUSA — MONTEBELLO Stadio Capodistria ore 9.30 CITTANOVA — NUOVA GORIZIA Stadio Capodistria ore 14.30 VERTENEGLIO — AURORA non ufficialmente designata. MENTO DELLA ODIEIa II prova del campionato di ciclo-cross 8.30 VIENNA — La squadra di hockey s'u ghiaccio Lubiana, ha dispútate nei giorni scorsi il suo secondo incontro della sua «tournée» in Austria. Messa di fronte atea Villacher Sportferein, la compagine lubiane-se è stata sconfitta per 4-1. Oggi 12 febbraio la Sezione Ciclismo deH’UCEF di Capodistria organizza la seconda prova del campionato di ciclocampestre col seguente regolamento: 1) La gara è aperta a tutte le categorie ed avrà luogo a Capodistria con partenza ed arrivo al campo sportivo. Il ritrovo è alie ore 9.30 presso il campo sportivo; la partenza sará data alile ore 10.30. 2) II percorso, all’incirca come quello della prima prova, sará per-fettamente segnato con frecce e bandierine ed avrà uno sviluppo di km 16 circa. 3) La gara è valevole quale II. prova di campionati di ciclo-cross del TLT. 4) I premi saranno messi in pateo dalla Sezione Ciclismo dell’UCEF di Trieste. 5) Da parte degli organizzatori viene assucurato il pranzo per il giorno della gara a tutti i parteci-panti. 6) Per quanto non contemplato nel presente regolamento vige quello dell’Unione Ciclistica Internazionale. mzxmmm Mercoiedi 15 febbraio alie ore 14,30 ateo Stadio I. Maggio di Ca-podistria si incontreranno in una partita amichevole di calcio le squadre dell’ODRED di Lubiana ed il QUARNERO di Fiume. CAMPIONATO DI CALCIO Zona fslrianá Partite del campionato di calcio della zona Istriana dei gironi A e B in programma per il 12 II. 1950. GIRONE A PIRANO B — ADRIA, campo S. Lucia ore 14.30 MEDUSA B — OLIMPIA, campo Capodistria ore 12.08 PARTIZAN B — PORTOROSE, campo Capodistria ore 10.00 STELLA R. — SALINE, campo Dečani ore 14.30 STRUGNANO — ARRIGONI B campo Strugnano ore 14.30 GIRONE B VILLANO VA — UMAGO B campo Villanova ore 14.30 BUJE — SEGHETTO rinviata a data da destinare CITTANOVA B - VERTENEGLIO B rinviata a data da destinare MATTERADA — VILLANOVA campo Matterada ore 14.30 CLASSIFICA 1. Arrigoni 6 6 0 0 39 3 12 2. Aurora B 6 4 11 17 7 9 3. Partizan 7 3 2 2 15 8 8 4. Strugnano 7 4 0 3 16 8 8 5. Medusa B 7 4 0 3 6 10 8 6. Adria 7 3 0 4 19 16 6 7. Stella R. 6 2 13 0 14 5 0. Pirano B 7 2 14 6 22 5 9. OHmipla 4 0 1' 3 3 21 1 10. Satine 4 0 13 3 21 1 11. Portorose 5 0 14 3 15 1 1. Umago B 8 7 10 24 7 15 2. Verteneglio B 7 4 2 1 10 4 10 3. Buie 5 4 0 1 15 5 8 4. Cittanova B 5 3 11 10 4 7 5. Villanía 6 2 2 2 14 10 6 6. Matterada 7 2 14 9 15 5 7. Daila 6 2 0 4 6 11 4 8. Seghetto 6 114 4 13 3 9. Villanova 5 10 4 3 12 2 10. Salvore 5 0 0 5 3 17 0 OMOLOGAZIONI Viste i referati arbitrali, la com-missione Técnica della sezione calcio, omologa le s'eguenti partite: GIRONE A Stella R — Medusa B 2-0 Po.rtorose — Adria 0-4 Saline — Partizan 2-2 Olimpia — Aurora B rinviata Strugnano — Pirano 0-1 Visto il referto arbitrale ed esa-minato il reclamo dello Strugnano si omologa l’incontro e si incamera la tassa reclamo. Al torneo hanno partecipato tra gli altri i giuocatori di scacchi sve-desi note in tutto il mondo Stalberg ed il maestro internazionale Stolz e Lundin corne anche quattro ma-estri svedesi in viista. Gligoric si è piazzato primo con 9 punti mentre al secondo posto si è trovato Stolz con 9 punti Nel pnimo incontro simultaneo che è stato giuocato tra 33 scacchi-sti, Gligoric ha vinto 25 partite, ne ha; pareggiato quattro e ne ha perdute quattro. Nel secondo incontro simultaneo giuocato tra 30 scacchisti, Gligoric ha vinto 21 partite ne ha pareggiate 6 e ne ha perse tre. La stampa svedese pubblica am-pi resoconti su tutti gli incontri dedicando grande attenzione al sog-giorno di Gligoric in Svezia ed aile partite che egli ha giuocato. Tutti i giarnali lodano la qualité dei giuocQ dei campione jugoslavo. Horovitz, il célébré maestro di scacchi americano ha dichiarato che i giuocatori américain si pre-parano attivamente per U radio-match di scacchi che avrà luogo in febbraio tra 10 dei migliori giuocatori jugaslavi e américain. «Noi apprezziamo le qualité degli scacchisti jugasHavi — ha detto Horovitz — e nai ci prepariamo per questo incontro con giovani mae-etri jugoslavi il cui taiento ha dato le sue manifestazioni a diverse rt-prese». Nella sua dichiarazione Horovitz si è riferito agli inoontri disputati finora dai giuocatori jugoslavi ed americani ed ha sottoliineato a questo proposito che il prossimo radio-match non è il primo nella vitâ flegli scacchisti dei due Paesi. Egli ha ricordato un match di esbzone Eimuitanea senza guardare la scac-chiera dato dai maestro jugoslavo Kostic a New York. «Un altro grande maestro jugo-slavo — ha proseguito Horoviz — ben conosciuto dagli americani è Milan Vidmair. Un gran numéro di americani hanno seguito le ac-canite partite tra .Vidmar ed il popolare campione degli USA Frank Marshall a New York, al torneo in cui Vidmar guadagnô il quarto poste tra i campioni corne Capablanca, Aljekin Nimzotovic, Marshall ed altri.» 1-2 2-0 2-2 2-0 GIRONE B Seghetto — Verteneglio B Verteneglio B — Daila Daila — Villanía rinviata Matterada — Citfanova B Umago B — Buie PUNIZIONI: Dagri Manteo (Uma-go) 3 giornate di squalifica per fra-si oltraggiose nei confronti dell’ar-bitro. — Puzzero Mario (Buie — Portorose) viene squalificato fino al 31 XII. 1950 per infrazione aliarte 44 del Reg. orgánico della sezione calcio (firma 2 cartellini). Si deplora la S. S. Buie per aver durante l’incontro con l’Umago B, abbandonato il terreno di gioco. Il campione jugoslavo di sci, Ja-nes Stefe, ha conquistato l’ottavo posto al torneo internazionale di slalom che ha avuto luogo a Zaga-noma, presso Trento in Italia, per-correndo ii percorso in 1’ e 21”. A questa gara hanno partecipato anche note sciatori italiani, tedeschi, jugoslavi corne anche due americani. Tutti gli jugaslavi si sono qualificati per il secondo start al quale parteciperanno 45 gareggian-ti sui totale di 80 che hanno partecipato al primo start. CLEMENTE SABATTI Diretiore responsabile Stampato presso lo Stabillmento tipográfico «Jadran» di Capodistria. Pubblicazione autorizzata