☆ ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno VII. — N° 339 Redazione e Amministrazione: CAPODISTRIA Via Santorio 36 - tei. 138 ☆ I C. I. c. e il Sono stuolo Nell’edHoriale «La Comune e le nazionalità» del 9 e. m. toccavamo argomenti di massimo interesse per i Circoli Italiani di Cultura. «1 problemi delle nazionalità ■— dicevamo — vanno risolti dalla Comune come tutti i problemi dei cittadini, mentre l’Unione e i Circoli italiani devono prestare il loro aiuto». Ciò presuppone resistenza dei Creoli e un loro programma di lavoro. Ora, noi possiamo constatare che sulla carta c’è molta roba, e in pratica poca. Quando gli stessi Circoli non si limitano alla sola targa, come è il caso di quelli di Uniago e di Cittanova, l’attiviità è nulla o modestissima. In queste due località — ci comunica un nostro corrispondente — «i Circoli non esistono nè come istituzione degli italiani del luogo, nè come ambienti dove della gente possa trascorrere ore in comune». Per quanto riguarda Umago, il nostro corrispondente aggiunge che «il fatto è ancor più grave se sì considera l’appoggio finanziario fornito al Circolo dagli organi popolari: 380 mila dinari dal dicembre scorso ad oggi». L’attività degli altri Circoli, abbiamo detto, è modestissima. Aggiungiamo: ricca di piani, programmi e buone intenzioni che non sanno tramutarsi in fatti concreti. Agli inizi di febbraio, Isola e Pirano avevano un nutrito programma di attività, ma non ci risulta che a tut-toggi lo abbiano svolto in misura notevole. Alla stessa data il segretario del Circolo di Pirano ci informava di aver riunito il comitato il 39 gennaio per constatare che non erano applicate le deliberazioni di una precedente riunione» A questa situazione hanno condotto cause obiettive, insopprimi-b'ii, logiche, ma anche altri motivi affatto giustificati, non ultima una certa anatra del Consiglio dell Unione degli Italiani. Esula dai propo-siti di onesto articolo esaminare le cause di tuttociò e nemmeno si vuol dare qui ran quadro particolareggiato del lavoro o del mancato lavoro dei Circoli. Quel che conta soara-tutto, oggi, è mettere in cantiere una valida attività, ed è di questo che occorre discutere. Ora sta davanti ai Circoli un nutrito programma di lavoro. Entro il mese di aprile si svolgeranno le assemblee annuali, e vogliamo augurarci che venga fatta una profonda analisi delle cause della mancala attività, in maniera che la conferei», za annuale del distretto di Capodi-stria fissata per maggio, possa aver luogo con profitto. Ancora nel prossimo maggio, e precisamente dal 1. al 25, dovrebbero svolgersi le rassegne locali. E poiché queste vogliono essere una «esposizione» della cultura italiana, si rende necessario che quei Circoli che non si sono messi ancora all’o-nera di preparazione non frappongano indugi, e cerchino anzi di riscattare con un buon lavoro l’inattività passata. Infine si inizierà a giugno il Festival della gioventù. I giovani della Croazia e della Slovenia hanno scelto a centro del Festival i nostri due distretti. Organizzazioni sportive ed enti culturali vi parteciperanno al gran completo e altrettanto dovranno fare i Circoli italiani di cultura. Si parla tanto di difficoltà finanziarie dei Circoli italiani che non vorremmo si finisse per equivocare. Sarebbe infatti grave errore che i dirigenti di questo o quel Circolo credessero di usarlo come strumento per mungere quattrini, e negativo sarebbe pure l’atteggiamento di quei nostri organi che tagliassero del tutto l’appoggio ai Circoli, come è successo a Buie. La soluzione giusta sta fra i due estremi. Per il resto, i Circoli dovrebbero far leva sull’attività a base volontaria. Gli esempi di Castelvenere e di qualche altra località dove esistono elementi per niente retribuiti, stanno a dimostrare che non bisogna affatto sottovalutare il lavoro materialmente disinteressato dei membri. E quindi per il futuro sarà utile sollecitarlo. Inutile ci sembra invece che i Circoli disperdano le forze svolgendo una nutrita attività politica in quelle località dove l’Unione Socialista dei Lavoratori vi provvede in larga misura. Occorre fare opera politica specialmente là dove gli italiani non hanno tutte le possibilità di seguire l’attività dell’Unione Socialista nella propria lingua. Orientandosi in tal senso i Circoli dovrebbero potenziare i contatti, gli incontri, le manifestazioni culturali in modo da tenere l’impegno al loro ruolo. Nel quale ruolo rientra pure la vigilanza sui problemi nazionali perchè non avvengano manifestazioni poco simpatiche. Quà e là si sono riscontrati fenomeni di intolleranza (gli impiegati dell’Acquedotto buiese si rifiutano di scrivere lettere in croato; il compagno firaj dell’Unione delle Società artistico-cul-turali dello stesso distretto consiglia alla compagnia del dramma ita-liano di Capodistria di non farsi vedere troppo spesso a Vertene-gli'o), fenomeni che vanno condannati come si meritano. IL BISABCIME8T0 DEI DANNI E LA RIPARAZIONE DEI TORTI AGLI SLOVENI LA [GIOIA DELLA DISPERAZIONE A TRIESTE premessa" .indispensabile Come sanare per la soluzione del problema triestino |a cr;s; economica ? /provvedimenti discriminatori della Banca d'Italia dimostrano che il governo di Roma non desiderai’accordo e il miglioramento dei rapporti italcjvgcsìcvi BELGRADO, 22 — Gli ultimi avvenimenti ® Trieste hanno ©ostitui-ito anche la scorsa settimana uno-degli argomenti idi centro dell’inlte-ire.sse -delBopinitone pubblica nazionale. In particolare, la questione dell’emigrazione Un Australia degli Sloveni della zona angloamericana. Al riguardo si è parlato, oltre che sui principali giornali1, anche alla consueta conferenza stampa presso il Segretariato agili esteri; «Riteniamo che l’emigrazione dalla zona A in Australia costituisca la continuazione del processo di snazionalizzazione perseguito da decenni dalla politica italiana per mutare la composizione etnica del Territorio triestino». Così ha risposto il rap-ipresentante ufficiale del Segretariato di stato 'agli esteri, Branko Dra-škovite alla domanda di un giornalista che aveva chiesto il parere del suo Ufficio isu talle questione. Quindi ha soggiùnto: «Ciò significa in pratica una politica di liquidazione dell’elemento sloveno a Trieste ed è tanto più grave in quanto si tratta di emigrazione da un territorio conteso. Il governo jugoslavo non rimarrà indifferente. Esso compirà i passi che crederà necessari«. Altro 'argomento riguardante Trieste, è Stato SI rifiuto opposto giorni fa dalla Banca d’Italia alla costituzione della Cooperativa agri- oakuairbiigiaina slovena fin zona A. A tal proposito SII «Borba» scrive: «La decisione con cui la Banca d’Italia ha rifiutato la costituzone della Cooperativa agricolo — artigiana a Trieste, dimOiStra la volontà del G. M. A. di mantenersi sulla pos’zione discriminatoria e senza principi verso gli Sloveni e di non voler riparare ! danni economici, arrecati agli Sloveni dal fascismo». Il giornale prosegue quindi e-spo--nenido dati inconfutabili sulla distruzione dèlie istituzioni culturali eid economiche slovene fimo 'alila seconda guerra mondiale, rilevando che gli .Sloveni si latt-endevano alla fine del conf litto la restituzione della proprietà perduta, che ancor oggi è in possesso degii Italiani e la cui entità si valuta complessiva/-mente a 20 miliardi di Idre. «Gli Sloveni giustamente si attendevano un tanto — sottolinea il «Borba» —■ dal momento che durante la guerra gli alleati avevano dichiarato solennemente che a tutti coloro che lottavano contro il fascismo sarebbero state riparate tutte le ingiustizie subite. Questo principio è stato attuato dagli alleati dappertutto, tranne nella zona A, dove agli Sloveni non è stato restituito nemmeno un ente economico e non si sono risarchi i danni per le proprietà distrutte. Ogni richiesta è stata vana. II riconoscimento dei diritti agli Sloveni — conclude il giornale — contribuirebbe a creare un senso di fiducia degli Sloveni nel G. M. A., ciò che influirebbe anche sul miglioramento dell’atmosfera a Trieste e, contemporaneamente, opererebbe positivamente sugli sforzi per la soluzione del problema triestino». 'Noìtevole impressione ha prodotto pure il provvedimento adottato, isampre a Trieste, dalla Banca d’ir Italia che ha respinto uri-ordine di pagamento della Banca Export di 12 milioni e 400 mila lire ai C. R. D. A., quale acconto dei Cantieri «3 Maggio» di Fiume sulle forniture di motori, attualmente in costruzione presso la Fabbrica macchine di S. Andrea. Il fatto che la Banoa d’Italia abbia voluta .giustificare il proprio rifiuto adducemdio a pretesto il motivo ohe il pagamento dovrebbe aver luogo tramite il clearing ita- Io-jugoslavo e non 'attraverso il canto di compensazione fra la zona angloamericana e ila R.F.P. J, si commenta come una palese mossa polit’ca, tendente ad impedire gli soambi economici fra il nostro Paese e Trieste e i cui retroscena fanno capo agli intrighi dei governo italiano contro un favorevole sviluppo della collaborazione economica fra la zona A e la R. F. P. J. in gente:re.__ Non mancano i commenti che rilevarlo come ciò torni a dianno esclusivo dièlFeoonomìa triestina, già entrata in una fase acutissima di crisi di commesse. Si rileva a tal proposito che il provvedimento minaccia di indurre i cantieri fiumani a non passare più commesse alle industrie triestine. INIZIATIVE USA M MEDIO E ESTREMO ORIENTE Non più «vuoti» Ira Ankara e Karachi A coro.namein.to di un a lung-a atti-viltà dippmaitiiic/a svolta aDllia cheti" elieffia, due fatti kiii notevole limpor-fói.n.za sodio intervenuti niella; vita politica dell Medio Oriente -durante -le ultime settimane : gli 'aiuti militari statunitensi ;ail Pakistan ed il Patt« dii alleanza tra Ankara e Karachi Evidentemente la diplomazia statunitense non ha perso il suo tempo nel periodo precedente ai colloqui quadripartiti, di Berlino. Il fallimento della conferenza, almeno da) punto di vista delil’assenza -di accordìi .concreti, ha indotto -il Dipartimento di stato —' in Europ.a-a soilile-'Ciitare la realizzazione del trattato -per la CED e — nel Medio- Oriente — a riempire quel, «vacuami» nel oosidetto sistema difensivo dell’Occidente che per Washington è rappresentato- idaHlHaltiteggliia-mento tneu-trailisttihco -ded paesi arabi e delilTn-ddiau -Fallito -a suo tempo, per l’opposi-z-iione .degli stessi paesi, iil tentativo dii creare un clomiandio unito de,) Medilo Oriente., Foster Dulles preparò lo scorso, .anno, -nel suo viaggio nell’Africa settentrionale e in Asia Minore, il terreno per il -tamponamento di quel presunto vuoto. Fu un lavorio difficile tanto più che il paese sul quale Washington maggiormente pfUnllava, Jl’Egitto. slug giva sempre più a-1 contrailo occidentale, inducendo il Dipartimento d:i stato -a rivolgersi altrove nella ricerca di una hre-ccia nel fronte della neutralità araba. La breccia venne -trovata nelle stessè rivalità arabe. Fu preso di mira il). Pakistan, paese non arabo, mia mussulmano all cento per con-to-. La rivalità -indo-pakistana venne abilmente sfruttata dai diplomatici di Washington che non -tardarono a oonvicere il governo -di Karachi ad accettare -gli aiuti militari americani e ad entrare in alleanza con la Turchia. Vivacissime sono state come è noto ile reazioni tanto del-il’I ndii.a qjuanto dèlia stessa Lega araba, la quale ultima ha visto nel" Uinizdiaitiva americana svanire le prospettive -dii neutralità e quindi di sicurezza nell settore -di sua influenza. Infatti, -mentre a Washington la neutralità araba e indiana viene considerata un periiooilo per gli interessi statunitensi o, come lafferma il Dipartimento di stato, per gli interessi dieia comunità -oicci-dentaile, -Flndiia e il mondo .arabo ritengono-il loro -atteggiamento -un -elemento di mediazione e dii pace. In Oriente di solito le cose procedono lentamente. Sembra però ohe non sia così p-er l’ìmiziiaitiva Conversazioni militari adì Ankara Il -Segretario dà Stato àlila difesa nazionale 'della R. F. P. J. ha reso molto che continueranno domani ad Ankara i colloqui fra i rappresen-tiain'tà ideigli Staiti maggiori jugoslavo, greco e turco per 'discutere i pro* blenni militari di comune interesse. Come noto, itali colloqui si sono svolti in precedenza ia Belgrado, dal 10 al 20 novembre dello scorso anno. Già 'allora Ile tre delegazioni poterono raggiungere un 'accordo di massima siu tutte le questioni d’in-tèresse -per la -difesa comune. Si attende perciò un esito positivo anche alla conclusione del prossimo Incontro, americana in quel settore. A bre-v issimi a distanza diala ciomdufeiSome del’allLeianza -tra Pakistan e Turchia è sitato annunciato ohe i .sovrani dii Giordania, Irak e Arabia, saudita isi recheranno a Karachi -a rendere .omaggio all presidente • di una Tepubilioa e portando n-on -oro, -mirra e incenso, -come d tre della Bii'bbiia, ma con trutta- probabilità ila- lioiro adesione -allPasse Karachi-Ankara. E laffinch-è le ultime resistenze dèlia psicologia araba possano essere eliminiate ecco il Pakistan, che non fa parte della Lega araba, farsi promotore della costi-tuziione di una -nuova lega., non più neutrale, della quale dovrebbero fair piairte Irak, Giordania, Arabia saudita e Turchia.. In questo pernio-dio di primi sintomi -dii distensione dinitem'azdionale l’iniziativa americana di portare, come già in Europa, nel Medio •Oriente ile- fronltiieire idelFjnffiueinza occidentale il più .a est possibile, è Seiguitia con notevole apprensione d'aflllìopti,Dione publfc|l!ica mondiale che ricorda il’effiioacdia con la quale la neutralità arabo-indiana ha svolto nell1 aren a internazionale I suo molo di moderazione e dii pace. Fra breve, infatti, un rappresentante dei C. R. D. A dovrebbe recarsi a Fiume per trottare nuove ondi-naz’lo-ni jugoslave, di motori: per mar vi, ciò che avrebbe -già 'dovuto avvenire alla fine delto scorso anno o -al massimo alBinizfo dii questo. Nel frattempo i Cantieri fiumani, per le impeffiLemitd esigenze delle proprie cost ruzinoni navali, sono ricorsi a ordinazioni di motori per navi alle fabbriche svizzere. Il rifiuto della Banca d’ttaili-a — si rileva — se non ritirato in tempo, potrebbe portare in pratica gravi conseguenze, non Ultima l’interruzione idi qualsiasi -trattativa per ulteriori ordinazioni, con qu-ali danni per Trieste'è facile immaginare. Sarebbe una vera calamità per l’industria navale triestina, già travagliata dia una profonda orisi. Atti, come dì rifiuto opposto dalla Banca d’Italia alla costituzione della Cooperativa agricolo-artiigiiana sloveno e .al pagamento degli acconti sulle ordinazioni jugoslave .ai C.RJ5.A. sul conto compensazione — si sottolinea a Belgrado — dimostrano che di governo italiano non desidera raggiungere un accordo sul problema di Trieste e, tanto meno, il miglioramento dei rapporti fra i due paesi confinanti'. B. E, pmimiiMmiimiiuiimiiiiiiiiimiiiiiHiNwiiiimiiHiiiiiHmwinniiiiHimiimimiNiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiimiiiimiimniiiimnimuiiiiiiiiimiiiiimiii^i' I Portorico a Trieste I «I mostri lettori diramino : tutti i salimi finiisaomo in: gloria e amebe Portorico finisce a Trieste. Ma a Trieste c’è tutta Ila nostra vita ! O-gnii giorno ohe passa senza rivendicare Trieste e il’Istria è mm gioir mo dii limle-lici-tà od aggiungo di ver: gogna. Questa Italia che pensa di mandare li suoi soldati a combattere dentro :la CED, non ha finora detto che sarebbe disposta a sacrificarli per far tornare Pola, Trieste e -Zara dentro li suoi confini. Anzi. Filippo Anfuso». -(Da «Il Secolo d’Italiiai»). Quale nesso intercorra fra Portorico — riapparso ora alla ribalta scena politica inAernaslianale attraverso la sparatoria di Lolita Lebron — e Trieste apparirà, forse, intuitivo alla chiaroveggenza di Filippo Anfuso, già fidato amico ed attivo collaboratore di Galluzzo Ciano a Palazzo Chigi, poi rappre-sentente deliba repubblicheflii dì Salò presso il «grande Reich» di Hitler. Evidente e molto significati-va appare invece la identità del linguaggio in riflesso a Trieste, dei gerarca fascista Anfuso con quello ugualmente farneticante ed isterico di Silvio Benco, quotato dai circoli «democratici» triestini come «puro» antifascista. Si legge infatti a pag. 184 de «Il Piccolo — Mezzo secolo di Giornalismo» del Benco: «C’era da vigilare ogni giorno, .ogni ora, perchè da tanto agitarsi, la entità sortisse il minor danno. Tutti eram-o formati -alilo stato d’amiimio di obi difendè qualche cosa fuori dii che n|om c’è viltà»* Tulto ciò perthè i lavoratori di Trieste, senza distia" zinne alcuna fra italiani e sloveni, avevano celebrato il primo Maggio 1914 con un corteo per le vie della città. Per quanto riflette le allusioni di Anfuso — che qualifica «tra' ditori della Patria» gli uomini della Resistenza — alla CED e ai nuovi sacrifici di sangue italiano per Pola, Trieste e Zara, le sue parole sono troppo chiare e dense di signifi' cato per richiedere Commento al- Missioni e prebende «A:lllia viigiJiia dalla -guerra mondiale, ;i ruoisitiri modèsti possedimenti cioilìomfrallìi eointavainio, -tira miiin|sitero edl Aifriiciai, tira civici e miiliiitari, due Altezze ..Reali!, e 38 Eccellenze, la caifonescia itrasloirmaziiione in «Impe-tioi» di luna eoiliomia dii iqnaitit)ardici mdäiiiotnii e mezzo di -albicanti avevano portiamo lailila cireaiziione dii un governo vicereale (con un viiice go-vernatore gene ralle, un (gabinetto), 'unta' oasia) jmEllitiaire del siicene, un segretariato /generale a disposizione, 6 idìrmioniii isuperioiri, un ufiìicio stam" pia e piroìpiaigamda, una Tiaigivoneriia superiore 9 pn fepeittioraito i^jnerale di polizia), uno stiaito maggiore eon 11 generali, un ammiraglio, 1.1 colonnelli, un capitano dii fregata, 7 tenenti colonnelli, una eiorte d’appello — con un primo presidente, ma soltanto quattro 'Consiglieri — unta sezione giurisdizionale della corte dei coniti, un avvocato generale dello stato, e 10 ispettori centrali) sovrappioisito sii sei governi coloniali completi, un governatore, vice governatore, com andante -delle trup pe, cinque 'direzioni dii governo, ra: giionieria, questura, tribunale delle-gaziione ideila corte dlei conti, sezione .avvocatura dello stato e 10 tra ulf'fiiici, comandi ed lispettoralti, governi suddivisi in 7il co mmiss ari a" iti regionali e 300 .tra residenze e vice residenze». (Dal volume «Zi regime fascista» di Stefano Jačini). Ecco quindi spiegato il perchè ((.Dio ha assegnato olVItallia una missione imperiale nel mondo». Ed ecco spiegati, attraverso dati di fatto ,il sistema ed i mezzi di cui si serve Roma per diffondere la ((civiltà bimillenaria presso le genti barbare ed incolte». A Trieste è già apparsa coi 21 funzionari degli ac' cordi di Londra del novembre 1952, una prima pattuglia dei grossi e medi papaveri che attendono di be' neficiarc in queste terre della indennità di missione e di disagiata residenza. La disinvoltura di Bartoli, (NOSTRA CORRISPONDENZA) TRIESTE, 21 — Triste giornata, martedì scorso a Tir est© ! Dalla banchina delila Stazione Marittima 600 concittadini sono salpati verso la lontana Australia. E’ una fatto ohe, su per igiù, vuol dire non rivedere mai più casa propria. Molte lacrime scino state versate, dai parenti, diagli amici, da tutti quell: che .amano sinceramente la città. Questi nostri fratelli hanno dovuto levare le tende, costretti dalla necessità, sporaiggiati da un’avvenire senza prospettive. Peer la strada ognuno ha fatto un sulo commento. Tutti sono però arrivati alia mede sima co'niolusione. : questa em'igra-z'ome di triestini è un’assurdo, un fatto intollerabile. Poi le lacrime, per necessità di vita, si sono asciugate, ed i triestini si sono avviati .ail1 loro consueto travaglio. Pochi giorni dopo Teconomia .della Città doveva subire un nuovo collasso, e per essere più precisi nel suo organo più vitale : i- cantieri. Con un paio di firme .su di un pezzo idi- carta — dopo discussione tenuta prò forma — 1.500 nostri operai venivano messi fuori produzione per sei mesi coin il «dono» di un minimo di paga. Oggi isu queste migliaia di famiglie pesa riincubo del tergine fissato. Oppresse dalla paura esse pensano al provvedimento che, a rigor di logica, verrà adottato: il licenziamento in massa. Che avverrà di questa povera gente? Che ne sarà della città ridotta ormai all lastrico da una politica economica infame? Neil settore: cohi-merciale, che 'generalmente è Puliti-mo a cadere, sono già evidenti i sintomi dell’agonia. Non sostenuti dal-l’apporto giornaliero della classe lavoratrice i negozianti sembra si-ano propensi a proCl-a-mare- una serrata generale. Ma aochè varrebbe tutto-co? Non isonio questi i mezzi atti a sanare la piaga che affligge Trieste. Dialtro canto è evidente che In campo internazionale non -esiste -als* “sindaco piangente,, soilutamente la buona volontà di porre termine a questa .assurda si-tuaz'ione. Andando avanti di questo passo potrà accadere che un giorno sulle banchine del nostro -porto non si vedano più em/graniti piangenti, m-a gioiosi. Della gioia della disperazione. E tutto questo mentre il nostro sindaco versa lacrime sulla famosa nota del 20 marzo. Egli iscriveva infatti ieri sul «Giornale di Trieste» con la più grande d-sinvoiltu-ra : «Un altro anno è passato, e l’altalena stelle promesse, delle ritrattazioni, delle illusioni e dei temporeggiamenti sta ancora oscillando ... Trie* ste, duramente provata e colpita profondamente nella sua economia per la mancata sua restituzione al suo nesso statale, ha saputo e sa resistere, assieme al popolo italiano, ad ogni tentazione o diversione della sua politica, serenamente conscia che la promessa, reiteratamente confermata, non può avere che un onorevole, logico epilogo ...» Epilogo che, se i desiderata del «.sindaco piangente» si -aweraissero, si risolverebbe nella migliore delle Ipotesi con la emigrazione in massa in terra stranièra. b. d. Celebrazioni a Sežana del poeta S. Kosovel Si è svolta «Domenica a ISežana e Tiomaij la solenne 'oondusiione delle celebrazioni-, lindietite lia scorsa settimana, :in oicc(aisijone dleiT, 218.mo anniversario .della morte del poeta sloveno, Srečko Kosovel. Alle varile cerimoniie hanno presenziato, fra gli altri, Ivan_ Regent, Boris Ziherl, Franc ‘Kimovec - Žiga, Tomo Brejc e Franice Bevk nonché i nap.pre-sentantii degli Slovemi di Trieste, di Gorizia e una grandè folla dii popolo'. MISURE ANTIOPERAIE PREANNUNCIATE IN ITALIA Mossa di i por coprire gii scandali Il -governo Sceiba sta’semp.re più annasp-andlo sotto Ila marea 'deiH’on-daita di uno scandalo che ormai non si identifica più nè con l’affare Monteai, ne con lo scandalo Montagna. E’ venuto il processone dei 1-50 trafficanti in false importazioni e vi sono coinvolti alti funzionari statali tanto che uno degli imputati può tranquillamente affermare : «Se mi deciderò ® parlare, altro ohe affare Mo-ntesi, salterà tutta ìlTta-lia !» E’ venuta, fra il capo ed il collo di Scdlba, -anche la sentenza della magistratura palermitana ohe rinvia a -giudizio il capitano dei carabinieri Perenze sotto T'accusa di aver depasto il falso e di- aver inscenato 'la montatura sul bandito Giuliano «ucciso in conflitto dai carabinieri» mentre, per la Procura di Palermo, Giuli,ano è stato assassinato nel sonno, ed .a freddo, dal bandito Gaspare Piscio-tt-a (a sua volta assassinato nel carcere di Ballerino). Come se non b-astasSe, la magistratura sibilìi ana-, nella sua sentenza di rinvio a giudizio, afferma ohe rispetto-re dii pubblica sicurezza Vierditami (se non fosse morto in modo non troppo chiaro) dovrebbe rispondere, lui capo della polli-zia iin Sicilia!, di a-ver favorito il -bandito Giuliano aiutandolo a sottrarsi aiWiamresto, mentre la -stessa accusa di favoreggiamento, però noi riguardi di Piisciotta-, viene ole-vaita contro il capitano Perenze, capo di stato maggiore .dal -Corpo di repressione del banditismo-. In -questa -situazione il Primo ministro litailia-no, Mario Seellb-a, sembra -non -aver -trovato altro da fare -che tentare di imitare Mac Carty, dimenticando le cause so-ci-ali : dis-lo-ooupaizione, miseria, assenza di riforme, sfruttamento fino ali-osso- di operai e contadini, evasioni ^fiscali dia parte dei .grandi finanzieri e) scandali a ripetizione nelle «sfere dirigenti». Scdlha finge una grande preo.coupiaizio.ne .per le cause -ohe ne conseguono ed .annuncia .una serie dii pro-vvedli-miemti per debellare il «.pericolo rossoi»; provvedimenti che 'si limiteranno ad essere un’azione antioperaia ed antisindacalle oppure faranno venire alla lluoe altri scan-daliuocii. Cerchiamo di spiegarci. Scelha dice che varranno tagliati :i crediti ed abolite le facilitazioni per un monte di società commerciali che altro non sono che filiali del partito di Togliatti al quälte forniscono :i fondi che traggono dai guadagni derivanti dal commex--ciiio con tMLJRSS e con à paesi satelliti. Cosa ban risaputa. Nessuna meraviglia quindi che lo sappia anche Scieilha. Però ilo stesso Scelha sà benissimo che tali società non avrebbero mai potuto commerciare — e -trafficare — se dai competenti ministeri non fossero venute le in.dispensabili licenze dii esportazione e non ci fossero state, negli organi dello stato, le compiacenze — a pagamento —• atte a favorire, come risultò or non è molto, il oon-'traihbamdlo di materie strategiche venso il blocco sovietico. Se Sceiba, come ha lasciato capire, volesse mettere le mani in questi «affari» siamo centi che le ritirerebbe subito per non solltevare scandali nei quali verrebbero eoiinvo-lti funzionari, deputati e sottosegretari, se non mii-r.àjgtr.i, dem.o-crislilanfi. Siccome non è d.a cred-ere .che Sceiba desideri lavare in pubblico altri panni sporchi, è chiaro che i provvedimenti da lui annunciati in questo campo resteranno parole dette a salo scopo intimidatorio verso Togliatti-. Quie-llo invece -che Scelha tenterà dii a'ttua.re sarà u-n’-azione antisin diacalile ed1 antioperaia. Tali misure antisindaicaili sono rappresentate dal sabotaggio verso i sindacati deli dipendenti statali, ai quali S-oelba nega ,jl diritto di .avere sedi in locali dello stato ed' -a.i -quali vuol -negare la -possibilità, fino ad -oggi riconosciuta come un diritto, che i loro dirigenti svolgano attività sindacale ntìll’oirairio di uffici. Inoltre verranno messi sotto sorveglianza e licenziati alila- prima -occasione, tutti i ferrovieri e -gli impiegati «-sospetti». I oominforruistà hanno reagito molto bmii-taltiamente iajl|lannunpiato maccartismo di Scelha e i giornali governativi se ne -sono -avuti a male -in quanto hanno vednto in -questa mancata -reazione l’intenzione d.i non lasciar «sgonfiare Taffa-re Mon--tesi». -Questo rammarico indica ohe -la «faccia- feroce» di Scelha in proposito aveva una funzione di diversivo. Segno che lo scandalo sale e mette seriamente paura .alla classe dirigente Italiana. Vecchie tabelle A Trieste, 1 chi conferisce il tono e l'indirizzo politico dalle colonne del noto organo della democristia" neria locale, è la stessa sciarpa del littorio, Rino Alessi, che lo conferiva, agli ordini del duce, dalle co* lonne de (di Piccolo » nell'era im" periate. A Trieste, \chi pontifica da §. Giusto e dal covo di via Cavana, chi giura di usare la lingua di Dante fino alla morte, chi benedice oggi i triestini Sloveni emigranti per la lontana Australia, è lo stesso vescovo Santin che si è meritato gli elogi e le onorificenze mussoliniane per aver bandito dalle chiese e dai confessionari le lingue ,«barbare croata e slovena. A Trieste chi oggi fa rimuovere le tabelle bilingui, proibite dalìki legislazione fascista, è il gen. Winterton figlio di Albione già tanto stramaledetto dal fascismo. Nulla quindi da meravigliare se oggi alla ((migliore del mondoyi, alla Polizia civile, viene fatto divieto di esprimersi nel ccbarbaro» dialetto appreso dalle amorevoli labbra materne. Non è anzi da escludere che, dopo le ((giornale? di sanguey) del novembre scorso, riappaiano a Trieste le fatidiche tabelle con la storica scritta: ((Qui si parla solo italiano^. ☆ MARTEDÌ’ 23 MARZO 1954 Prezzo 10 din — 20 lire ABBONAMENTI: TX.T. Zona Jugoslava e R.F.PJ.: annuo din. 420, semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in e. c. p. ☆ 7 GIORNI UN IMPERATIVO A giudicare d'agli ultimi sviluppi della situazione attorno -alla Conferenza per l’Estiremo -Oriente, progettata per -la fine dell’aprile prossimo, sembrerebbe poco probabile un suo ulteriore rinviò. Il governo sovietico ha comunicato, infatti, -di -accettare i-a proposta -delle .potenze occidentali sulla d-àta e sul luogo dove la Conferenza dovrebbe svolgersi e cioè il 29 aprile, nel palazzo -delle Nazioni Unite a Ginevra. Una conferma in tal senso è giunta, per bocca di Mosca, anche -da Pechino. E questo potrebbe far credere nell’unanimità initenzi-onale -dei paesi interessati alila situaz ione liti Estremo Oriente, d-i regalare butte le questioni pendenti in quei settore. Un, punto nero è sorto tuttavia sull’orizzonte -della Conferenza g;-nevrina: Foster Dulles, -infatti, a sua conferenza stampa della settimana scorsa ha fatto una strana quanto sensazionale dichiarazione, in cui- fa comprendere abbastanza chiaramente che la data d’inizio della conferenza possa venir procrastinata poiché, -a suo parere, i governi dell’URiSS e -dtellia Cina popolare — contrariamante a quanto essi si sono -affrettati -a precisare — non sarebbero d’accordo con gli occidentali su certi preliminari e sui problemi -da porre sull tappeto a Ginevra. E non basta. Anche dalla Franco ■stanno giungendo voci, secondo -ie quali non sarebbe nell’interesse degli USA raggiungere a Ginevra un excardo, sulla cessazione delle ostili.tà in Indocina. Un’altra voce da Parigi affermerebbe poi che il Segretario al Dipartimento di stato agli esteri .statunitense non ha alcuna- fretta di igu-adagnare la Svizzera per il timore dii una levata di scudi della testa dd suo partito centro l’evemtu-aiiità di colloqui con la -Cina «rossa». Che si-ano queste soltanto delle voci? Può d-arsf -anche il contrario. L’imperativo -di Ginevra indica comunque la necessità per il bene del mondo d; non minare già agili inizi ie fondamenta di quei rapporti di fiducia e consldèraizìone reciproca che, iseppur deboli, sono sitate gettate a Berlino. A voler seguire -altre strade significa ritornare indietro se non oee-gio! BUON SEGNO 96.631 elettori della Carinzia hanno dato il proprio voto al- Partito socialista austrìaco nelle elezioni amministrative di domenica scorsa. Ben 20 mila in più del 1950. Questo numero imponente di voti, raccolti dai socialisti austriaci e che di per se stesso significa già un nuovo -aumento dell’influenza del socialismo in quél-la regione, rappresenta un successo tanto più grande quando si consideri che la recente consultazione elettorale ca^ ritnziana ha superato 1 limiti regionali e comunali per trasformarsi iin un primo urto -di questo dopoguerra tra i isocialilsti e ili- «fronte antrmar-xilsta» in Austria. Ma il successo dei socialisti -in Garanzia è per noi .ancor più significativo poiché i partiti della coalizione re-azibniairia h-alnmo agito durante la campagna prelettorale, servendosi dei vecchi motivi dello sciovinismo nazionale e dell’odio verso gli Sloveni di quell-a regione, e verso il nostro paese. -I risultati elettorali hanno dissipato ogni -dubbio che la Carinzia possa restare- più a lungo un terreno fertile per il seme dell’intemperanza miaz'omle e dell’odio tra i popoli. A quando il chiarimento in tal senso -a Trieste e in Italia? Quando l’-i-rredentismo cesserà di dividere i popoli? Ogni giamo che passa è tutto tempo perduto e non rimane -che -augurarsi che il rinsavi-mento non giunga troppo tardi ! DUE SORDI Sembra che negli, avvenimenti che seguono da vicino di' conflitto indocinese si-a divenuta una regola -I’accompagmare un qualsiasi at-sited anbum-tenf ep. ‘ooi-piod oi provenga, -a una intensificazione dei combattimenti sul campo di battaglia. Infatti, mentre sul fronte attorno a Dien Bien Fu sono 3n corso da -alcuni giorni violentissimi combattimenti, da parte -di Lamie! e di ’-Ho Ohi Mirih sono- state sollevate proposte per la cessazione delle ostilità. mutilile dline che le une e -le altre non hanno ricevuto risposta dalla parte .avversaria. La guerra, già al suo- ottavo anno di durata, continua, fra il più grande cinismo, a seminare morte e distruzioni in quella terra martoriata. Far proprio di .assistere a un dialogo senza fine fra due finti sordi. •Così, invece «fi trattative che ciascuna -d'elle due parti propone a vuoto, invece di passi concreti verso Teliminazione di quel pericoloso focolaio di -guerra, -le armi continua^ no -a parlar© sempre più sinistre, mentre Ite prospettive di una pace, a Oriente si allontanano tra il fragore -degli scoppi. M-a quanto durerà questo dialogo tra sordi? L’umanità chiede -a gran voce che si ponga termine a quel massacro. Se ciò non dovesse avverarsi le conseguenze -di questa tragedia sarebbero- irrep-aratoiOB e il giudizio della storia irrevocabile. E’ POSSIBILE occupare i giovani ? Nel nostro numero precedente ab* biaimo fratto qualche accenno iati problèma dblila disoccupiaizikme giovanile. Gra, in «possesso di diati ri-tiorniianno più esaoiTientieniente sul-l’airigóraembo. A^giunigramo -ohe la cruesfeon-e è stata discussa sabato an* che :a;TiLa 'Camera distarei tinaie dei produttori. Anlia faine ilei 1953 FUifiLcdo di eo/llocamenito ai lavoro di Capo-diistiria ireigistrava 752 persone teni’ poTamente diisoiccuppiate dii cui 150 maschi e 402 femmine. Nei primi duo mesi di quest'anno, tale ira me* radio' è .aumentato di 97 parsone, in modo ehe attualmente labbiamo 400 diiisoocuipiaiti maschi ■ e 449 femmine. Dia'/lilllainiailisi pialr!tiicio|llameig]giiaitla: dai diati a dispioöiziioine. miisniilltia anziituMio che ila miaigigiionainzaia dèli disoccupali è rappiresenitaita da operali non qualificati e che tra questi prevai-gomo, con 573 unità, i giovani dumo a 25 taluni d’età. Il numero delle persone d’età superiore ai 25 anni in cerca d’una occupazione è di 276. Si 'tratta sopir aitutto di operati cj operaie più anziani che per le loro condizioni dii salute cercamo nn’occupaziizone non gravosa. Questa si renderà difficile, in quanto le mostre imprese non dispongono di sufficienti posti d’occupaiziione su lavivri leggeri. Pa* reccihi di questi disoccuppaiti chiedono lavoro solo per completare l’aniziiiani'ià di servizio loro necessa* ria per la pensionile vecchi.aita. Differente è liil jiirohilema dei gio* vani. Qui non si tratta di completare Danziamiiità di Aia voto, ma di dare ai giovani la possibilità di apprendere un mestiere e provvede* re al proprio mantenimento. Ripartendo icruesti disoccupati per sin-go/lii comuni, vedremo che sono in cerca dì oocupaziione: a Gapio distriia 59 giovami, a Isola 125, a Pirano 48, a Didkani 65, a Capodìstriia-dintorni 105, a Mareziilge 48, a Šmarje 101, Por tor ose 4 e a ‘Siociole 18. Da questi diati è evidente che la maggioranza d'ei giovani in cerca di oocupaizioine appairtiiene ai ciomu* ni del contado, mentre il numero died giovami disoccupali nelle città ‘ammonta a circa 150. I d'ai'ii suindicati non sono del tutto esatti perche molite persone, registrate come disoccupiate, hanno da scie tmovaito lavoro senza comuni' - cciEio- laliruififilicio dii colliocamento. Ad ognil moidlo iT. numero di tali per some non supera il cemliitnaiio, cosi-che rimane sempre aiperto dii problema della dliisoccuipiazilone dii circa 450 giovani. Dial dati citati risulta che sono anziiituiito i giovani del contado a cercare un’occupazione. Riiteniiamo perciò necessamio accertare« caso per ciaisoi, se vi eia ila possahiilliità d’occiu-painli sul iuioigo, cioè nell’agricoltura. La ‘.gioventù spesso insiste per ottenere un occupazione nellife città e lascila a 'casa il lavoro della terra ai vecchi che non -riescono a farlo oppure, in un futuro assai prossimo, non saranno più in .guado d’iavei cura d'ei campi. L’Ufficiio dii coilllo* camento ial lavoro non può da solo accertare quali giovani abbiamo la poissihiiilità dii mantenersi a časa ed oiccuparsii nell’agricoltura perciò sia* rà necessaria la coillahorazione dei comuni, che potrebbero indicare al l’Uffii'ciio dii collocamento quali persone vanno occupate come operai e chi potrebbe rimanere occupato nelViaigriicoiltura. Riteniamo che in questo modo il niumeiro dei igiovanii disoccupati di* miinuiirebìbie dii circa 100 persone. Giroa 150 dei giovani finora notificati possiedono le condizioni pei poter venir impiegati come apprendisti mentre k*x*:?ä MITE O SEVERA LA CONDANNA DELLA LONZAR? Presso -il Ttribuinaile popolare distrettuale -di -Oapodiiistri-a è stato celebrato giovedì scorso ili processo a carico della venbiidueone Locnzar Neriina, d-a Ciapodiistria, imp-utaifca di appropri-aBione imidebita di 254 mimila dinari dall’impreBa ooimmercla-l'e «EGIDA» e di falso- in atti. (Liac-cu-sata, nel periodo tra il settembre 1952 e l’ottoibre 1953, quale- gerente della irivendi.ta n. 14 dell’EGIDA, ha sottratto, in più riprese, somme, varie degli incassi quotidiani e dolciumi per un valore di 254 mila dinari, -poi rimborsati. Inoltre essa ha alterato cinque inventari trimestrali, -allo scopo di celare le sottrazioni operate. Per questi' reati è stata condannata -al 11 mesi di carcere. Letta la sentenza, una parte del pubblico espresse l’opinione che la Lonzar «poveretta, aveva restituito '1 maltolto, era stata indotta a peccare per amore» e così via. Queste concezioni ictealisticjo romantiche sonò in netto contrasto con la realtà sociale. In primo luogo la Lonzar, quando commise il reato, era consapevole della responsabilità penale della sua azione. Lo comprova il fatto che, per occultare una colpa, ne commise un’altra. Di fronte alla legge, poi, sono tutti uguali. Anche se l’imputata ha restituito il maltolto, ciò non toglie che essa abbia perpetrato una grave violazione al codice penale che prevede sino a 5 anni di arresto per l’appropriazione indebita e di 2 anni per il falso in atti. Appare quindi evidente che i giudici, nella commisurazione della pena, hanno tenuto conto di tutte le circostanze attenuanti a favore dell’imputata e cioè la restituzione della somma sottratta, la sua giovane età, l’incensuratezza, il fatto che era incontrollata, la sua piena confesione. TENTATO FURTO IN UNA TABACCHERIA Sono comparsi dinanzi -al Tribunale popolare circondari,ale di Oa^ podiistria itali Basic Vittorio e Ponte Giorgio, imputati di tentato furto con scasso nella rivendita tabacchi sita all’imbocco -del brollo «Gaodu-sio» ed il Ponte anche del furto di uria bicicletta. Sono stati condannati: Ponls Giorgio a 6 mesi1 e Basic Vittorio a 4 mesi di. arresto. sicci-ata e la strada il ponte. Di contro alle nostre esigenze, si potrà opporre che ora manca il denaro. Pur non essendo co n t ra ri al p lini« sociale, proponiamo che quel tre milioni e mezzo da .stanziare per i premi agii agricoltori siano devoluti a questo scopo. O-ttenendo così helte vigne, fruttuosi olivetà, anche in questa parile dèli distretto, non riteniamo 'incontrare opposizioni o corti rasti. Con questo importo e con qualche altro margine -raggranellato nei bilanci dei due distretti, e con il lavoro volo ntà rio che seguirebbe -generoso da parte dii noi lutti, si .potrebbe fare inoàt,isolino. Con la cente-zza che iil nostro Potere Popolare prendèrà in considera-rione ila nostra richiesta, e farà tutto »'1 possibile per risolvere questo problema^ ringraziamo. I proprietari della Valle Dragogna N. d. R. Giriamo la lettera, con ile sue proposte e richieste, -all Consiglio Economico del C. P.D. per 11 doveroso esame dii- competenza. 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Potenziamo Veconomia, potenziamo l artigianato ef perchè non dovremo potenziare e far risorgere un ramo morto da secoli, Valchimia? Fonda vi si dovrà dedicare pei forza poiché, non potendo acquistare boro e dovendo lavorare, dovrà fabbricarlo. Risorgerà gloriosa e trionfante la vedehia arte degli al' d limisti. I Grandi Magazzini „TRGOVSKI D01TI“ di c A p 0 D 1 s T R I A neo-costituita azienda commerciale offre ai consumatori ogni genere di prodotti industriali a prezzi di calmiere ♦ Tessili ♦ Confezioni & Ferramenta ^ Macchine da cucire ♦ Colori o lacche ^ Calzature ♦ Galanterie ♦ Materiali elettrici ♦ Apparecchi radio ^ Mobili Mg- Visitate ii nostro negozio e rimarrete soddisfatti della qualità e dell’ assortimento dei nostri articoli ! VENT’ANNI DI STOMA DEI RAPPORTI TRA ITALIA E JUGOSLAVIA DALL'AGGRESSIONE NELLA LIKA al patto Mussolini - Stojadinović VII Fallili i metodi intimidatori: e te puerili manovre dip! orna'tk-be per pie' gare da Jugoslavia, il governo italiano pensò dii agire tramite un gruppo dii [asciati croati, chiamati listasela, capeggiati da Anite Pavelič. Il nome di quest'uomo (che doveva divelli' re uno dei più feroci! criminali di guerra) e il suo movimento cominciarono ad essere popolarizzati dal" la jstaimpiai Italiana sin diai primi mesi del 1930. Dopo l’opera dii popolarizzazione di Pavelič e della sua banda, i,l go" vemio fascista passò all’aiuto diretto. Nel 1935 campii di addestramento per i fascisti croati furono 'istituiti a Bardi, presso Bongotano in Emilia, e nelle vicinanze dii Brescia e dii Ancona. (2) Dai documenti del processo Binala ( pagg. 41—63) risulta che gli «staseli« dipendevano direttamente dall capo del governo e dal suo gabinetto, e che erano affi' diati ad1 un -dipiliontatliclo, Cortese, il quale teneva i contatiti con la polizia ed i vani ministeri. Tutte le spere© per il manteniimeinto d|ejglii ustasela erano a carico del fondo segreto del ministero diagli esteri. Fu in questi campi ohe vennero addestrati i partecipanti «ill’aivven-tuira nalila Lika, negli ultimi giorni del 1932.. Un gruppo di terroristi «stasela, oomandaiti ‘ dia Autukovič, altro futuro criminale di igu-errai, oggi rifuigiati negli U.S.A., piartepdio dia Zara,, penetrò nella regione della lika,, instaurandovi il terrore per alenine settimane. L’avventuira insui" reziiionaile falli, ma costò la vita di alcune centinaia di persone. Armi, munizioni, .denaro e rifornimenti per l’impresa, tutto fu dato dal governo italiano. La Jugoslavia accusò immediatamente Roma per compili' cita nel tentativo insurrezionale, ma tutto finì lì. Sotto la pressione del governo francese, interessato in quel momento « non irritare troppo Mus- , soilini, Belgrado rinunciò persino a portare la faccenda dinanzi alla Società delle Nazioni. L’opinione pubblica jugoslava non poteva però essere ugualmente remissiva. L’indignazione popolare trovò uno sfogo «lemeritare, mia significativo, nella decapitazione dei leoni veneziani in pietra nelle città dalmate dii Selenico. I raù, Veglia ed Arhe. L’episodio provocò in Italia nuove gazzarre a ntijugoslave che giunsero sino al ridicolo : tredici in- Belgrado vecchia e nuova LA FESTA DEGLI "ZVONCMI,, Mille dollari per questo spettacolo originalissimo, forse unico in Europa Si ha motivo di ritenete che la «festa degli zvončari» non sia altro ta'te l’ennesima replica naturalmente riveduta e corretta nel corso di secoli, e forse di millenni) di una di quelle cerimonie magiche che in tempi lontanissimi e presso quasi tutti i popoli si compivano per scacciare gli spiriti del male, per simbóleggiare la lotta tra il be’ ne ed il nude, l’avvento della primavera e la vittoria finale del bene- Gli. «zvončari» fanno la loro comparsa in alcuni villaggi del territorio a Nord e Nord-Ovest di Fiume (Castua, Mattuglie, Juiiói, Mikoliči, Rukavac elee.) nelle ultime settimane di carnevale. Sono gruppi di 30—40 robusti giovanottoni, coperti duna pelle di pecora o di montone, gambe e braccia nude, tinto di nero il volto ,in testa o un paio di corna o un cappello quasi sempre rosso seminascosto da fiori di carta e da penne di volatili, in mano una mazzetta di legno ohe vuol ricordare le micidiali mazze ferrate medioevali e legati alla cintola dai 4 ai 6 campanacci di quelli che si soglioro appendere al collo dei bovini, ma assai più voluminosi, fabbricati apposta per questa circostanza. A questi campanacci si deve il nome di «zvončari» (campanari ). Vanno questi gruppi di villaggio in villaggio scampanando forsennatamente (figuratevi la fatica, che per far suonare i campanacci si devono dimenare le anche Con notevole energia) e ripetendo nella piazzetta principale di ogni località il «numero d’obhligo». Esso consiste nel girare per alcuni minuti in cerchio lanciando urla, agitando le mazze e scampanando da farsi sentire a qualche chilometro di distanza. Poi, d’un tratto, il cerchio si stringe e lutti, addossati gli uni agli altri, si urtano con forza (specie con la parte meno nobile del corpo per ottenere maggior fracasso di campanacci). Questa specie di lotta duru anch’essa un paio di minuti dopo di che, in un silenzio improvviso, quella stranissima e pittoresca congrega si trasforma in allegra comitiva e si riversa nella prima osteria per fare il pieno prima di riprendere quella faticosa marcia ancheggiante che si concluderà dopo la mezzanotte. Se interrogate uno «zvončar» sull’origine di quest’uso di scampanare mascherati così per carnevale, vi dirà che la «festa degli zvončari» si celebra a ricordo di un fatto storico. Durante il loro dilagare verso il cuore dell’Europa (Vienna stessa subì due assedi, nel 1529 e nel 1683). i Turchi si spinsero lateralmente vèrso Castua. Inerme, la popolazione di Castua e dintorni vrebbe avuto l’originale e corragiosa idea di tentar di spaventare il nemico combinando quella bizzarra e impressionante mascherata. Figuriamoci, vedersi venire incontro tra un frastuono infernale un «gregge» di quella specie! c’era da credere d over a che fare col demonio! Infatti i Turchi, non cercando riappare di stabilire se avessero di fronte esseri umani, animali selvaggi o spiriti maligni, terrorizzali, si sarebbero dati alla fuga. E avvenuto davvero? In questi ultimi anni c’è chi si sta prendendo la lodevole briga di appurarlo, ma per ora non si sa. Comunque, vera o no la beffò al Turco, è da ritenere quasi per -certo che l’uso di questa mašo’ierata (che, esistendo già, può esser stata sfruttata a scopo di difesa ) è d’origine hen diversa e assai anteriore a quel periodo storico. Esistono dunque forti ragioni per ritenere che la «festa degli zvončari» non sia una semplice carnevalata, bensì il ripetersi di un rito antichissimo, che gli odierni deampanari», senza saperlo, ripetono come burla carnevalesca una cerimonia che altre persone, più di mille anni fa-mascherate in maniera non molto dissimile, compivano con estrema serietà e con la più assoluta convinzione di scacciare così gli spiriti del male, di affrettare Tavvento della primavera e di accaparrarsi una buona annata. E chiudiamo con una notìziola di cronaca. L’anno scorso i «campanari» si son visti arrivare dalFAmerica un assegno di mille dollari con a tergo ,nello spazio riservato per le 'comunicazioni al destinatario: «Affinchè la simpatica tradizione non si estingua. Associazione dei Croati in American. Lo scorso anno le soste nelle osterie' sono state più frequenti e più prolungate. e. d. terrogazioni furono, presentate in Senato per .«H’assassàniiio de.i leoni». Il faillliimieinto del Va vento rii nella Lika e il rumore sollevato dalla faccenda nel mondo, consigliarono Mussolini a ,maggiore pirudienzai. Il go-veirno italiano cominciò a contare sul fatture tempio, credendo seni amento ad .disgregamento iLnteftio della Jugoslavia. (3) Ciò ohe però costrinse Mussolini iad assumere un atteggia-intento .nuovo nei confronti del vi" cino paese fu lo sviluppo degli avvenimenti internazionali .dopo il 1933. Con TsiUeanza italortedesoa si delincò nettamente nel miondo lo schieramento delle opposte furze nell futuro conflitto e Mussolini fu co-strettoi a cercare ovunque tììjleatii e non altri nemici. Da qui, dopo iti 1934, Ila svolila della politica italiana verso ila stessa Jugoslavia, che secondo i piani dei capi nazisti e flasciiisti avrebbe dovuto .operare a fianco .dell’ASSE. Le rivendicazioni e le minaccie verso Al vicino paese a.dria.tico ifurono accantonate e sostituite dia una massiccia .azione diplomatica di riavvioinamenito. La svolta .politica del governo italiano fu facilitata dagli orientamenti della classe dominante jugoslava e in particolare dal governo di Stojadinović, salito al potere nel 1935. Si giunsa così ail piatilo d’amioizia italo-jugoslavo del 25-3-1937. Era il pirimo passo verso il’inseri" mento total© titillila Jugoslavia nei piani dell’Asse. Stojadinović, Mussolini e Hitter avevano però fatto i conti senza la volontà dei piopiolì jugoslavi, che si impose con forza nel 1941. .Stracciati i patiti conclusi dal governo borghese, i popoli della Jugoslavia, con una dura e sanguinosa lotta, sotto la guida della classe operaia e dell partito, comunista, seppero eliminare ila vecchia «lasse dominante, iprendbre Al loro giusto, posto nella .guerra contro il nari-fascismo ed assicurare ilìindiipen-denza, la libertà e l’unità dell paese, nel nome del. socialismo. i(2) Altri campi di addestramento per .gli listasela erano staiti creati in Ungheria. (3) Dii questa convinzione ufficiale .dii Roma fa fede il diario, di Jp-onr peo Alois*, che fu capo gabinetto dii Mussolini dal 1932 al 1936. FINE Capraro del Sudan. Nelsuo Paese si è iniziata la lotta contro il colonialismo GIOCATI ALLA ROULETTE i paesi della‘'mezzaluna fertile,. Antico e moderno, ricchezza sfacciata e nera miseria nel caleidoscopio del Vicino Oriente Nelle scorse settimane, in occasione dell’ultimo colpo di stato siriano, si e parlato parecchio di smezza' luna fertile», ossia del progetto di unione in un solo stato della repulr Mica di Siria e delle due monarchie hascemite deU’Irak e della Giorda' nia. Il cosidetto lettore medio, che si sia limitato a reminiscenze di scuola, è riuscito tult’al più a situare il teatro degli avvenimenti tra il Mediterraneo orientale, il Tigri, VEufrate e il golfo persico. Però će da scommettere che, al nome di Bagdad e di Damasco, una ridda dì ricordi si è affollata alla mente dei lettori giovani e vecchi: le Mille e una notte, Harun il Rashid, il feroce Saladino, la Lampada di Ala' dino, ecic, il tutto nel quadro folcloristico del fascinoso oriente. Però se quasti ricordi di letture infantili e giovanili hanno predominato nel pensiero del lettore, rievocando palazzi fiabeschi, tappeti volanti, sfarzo e cammelli, bisogna dirgli subim to che oggi il folclore će, tante al' tre Cose ci sono, ma... alla luce SCIOPERO HL LUSER Sanguinosi avvenimenti nella Russia artica resi noti al mondo per la prima volta Nelle buche» milanesi gli esistenzialisti italiani imitano ctrta gioventù di Parigi Fo'rktuita', capitale delila Russia ar" lioa, campo carbonifero -e di con-cenitramento ad un tempo per 500.000 prigionieri politici provenienti da cigni parte delil’iiraperò sovietico, si stende nella desolazione delle nevi. Qua e là, disperse nel biancore gelido, gabbie dii legno piantiate su piali «Ibergano strani esseri impellicciati, le sentinelle, mentre sullo sfondo si profilano le torri diei pezzi carboniferi,. Il resto si diluisce nelFuniiÉormità bianca che tutto ammanta e confonde. Le baracche dei prigioneri sono semisepolte dalla neve a vi si penetra *a stento,. In esse, ila riforma dal regime carcerario sovietico del 194Ö ha fatto affluire da tutte le partii dle'UTJiRSS i prigione ri peli" tdicà, prima mescolati con quietili comuni nei numerosi campi dalla Si" beiria e dall’Astila centrale. Tale provvedimento li salvò dalla morte per inedia e Iti sottrasse «il regime di -ter* wre, esercitato su dii essi dai pri-gioneri comuni che nei campi misti rappresentavano una specie di casta privilegiata. Nèlllio stesso tempo, -grazie a tali misure iFNiKVD potè esercitare una sorveglianza più rigorosa sui prigioneri politici (più pericolosi ) e limitare le misure di sicurezza ned riguardi deii comuni. Le 'lingue qui palate sono due: il russo ed Fucralino occidentale. Russj ed ucraini, invece di essere «icoomu» nati dalla comune sorte, vivono qui divisi da una serie dii (attriti che non sono soltanto nazionali. Tra i vari «gruppi)» politici il più interesante è quello degli intellettuali, figli del* la generazione del 1937. I loro ge* nitori, personalità delil’annata, del partito e del regime, furono epura* ti iin quel tempo da Stalin. Ed essi, alile vaiti in collegi speciali, riuscirono ia prezzo dii inauditi sotterfugi a frequentare Funiversità ed’ ora, divenuti storici, filosofi ed economisti, meditano in questo campo dii concentramento. Non sono però rassegnati, e mentono in evidenza il vantaggio conseguito, cioè quello di essere finalmente giunti a contatto con persone di tutti i ceti sociali. Le foro convinzioni li hanno portati ad identificare nei sindacati operai i lato ri del potere popolare ed essi, «ir tiburocTut’ci per' eccellenza, predi* cario iil ritorno a Lenin. Tale movimento cominciò nel 1948 fra gli stu* dienti -dii Mosca ia>l seguito di Boris P«sternak che affermava nei suoi scritti iFinscdndlihiliità delle due idee dii libertà di coscienza e «dii giustizia sociale. A tale-1 stato si può arrivare nella società collettivista soltanto con la decentralizzazione del potere, finché questo non viene assunto in deiiniitiv-a dai sindacati dei lavoratori e dei contadini. Il movimento ebbe larga serie dii proseliti, finché nel 1950 FNKVD riuscì a penetrare nelle sue file ed il processo segreto che ne derivò finì per arricchire di alcune centinaia di prigionieri i lager sovietici. Naturalmen- te gli studenti riuscirono, nelle nuove condizioni di Forkiuta, « scoprire ben presto i punti deboli del (regime del iager e trovarono pure il modo dii sfuggire alle 14 ore di lavoro manuale «- 40 gradi sotto zero. (Continua in IV pagina) Mossadegh e il suo avvocato al tempo del processo fai neon, magari) del 1954. Lo stra' niero che visita oggi Damasco vi unge attraverso larghe strade asfaltate (vi sono anche le carovaniere.-) con modernissime case e ville allineate da ambo i lati, fi tuguri sono all' interno, un po’più fuori mano...). Tutta la vita americanizzata dì Damasco e tutte le sùie ricchezze hanno oggi principalmente un no" me: cotone. Per chi non lo sapesse, tra il Tigri e VEufrate, la Siria sto vivendo la sua ebbrezza del cotone con raccolti annui che superano, o volte, le centomila tonnellate e mettono la Siria al terzo posto per questo prodotto nel mondo. Però intendiamoci: il cotone è siriano solo di. nome, poiché e proprietà di compagnie, o di privati stranieri che hanno trovato comode accaparrarsi enormi estensioni di terreno, dove un solo raccolto rende possibile Vammortizzazione dell’intero capitale investito. Dal cotone e nata anche un’industria tessile che sta trasformando migliaia di beduini in operai mo' derni aprendo alle terre delle Mille e una notte problemi sociali interamente nuovi. Che il petrolio in Siria ci sia, ciascuno lo dice. Dove sia... lo san' no soltanto le compagnie petrolifere angfo«americane che si sono acca’ parrate i terreni per uno sfruttamento futuro. Per quando gli altri pozzi saranno esauriti o il mercato pagherà di più. Ad ogni modo, 26 anni di mandato francese nella Siria (finito nel 1946 con la repubblica si* riami) cotone, petrolio ed interessi imperialisti stranieri stanno trasformando il Paese e con la Repubblica ed il Parlamento hanno fatto sor’ -gere an/che i partiti che, più che la popolazione, rappresentano caste economiche di ieri e di oggi. Però in alcuni parliti vi e anche il lievito sociale, nato dal cotone, dalle fabbriche e dal commercio. Piccola borghesia, artigiani ed operai in formazione si. sentono già «qualcuno», anche se in Siria a fare il bello e il brutto tempo'generalmente su sugge' rimento estero-sia ancora l’esercito come lo dimostra la cronaca politi' tea degli ultimi 5 anni che si può compendiare così : 30 marzo 1949 : il colonnello Zaim, filo-inglese, si pro' clama dittatome. Lo app/tiggiano i QUI’ IL PUBBLICO Un nuovo nome si aggiunge alla già lunga lista dei concorrenti: Maria Buranello. Il suo racconto è delizioso, garbato, concettoso, e può seriamente aspirare a un buon~piazzamento nel nostro Concorso. La compagna Buranello faccia la cortesia di inviarci il suo indirizzo perchè l’amministrazione possa rimetterle l'onorario. LA FAMA IRRAGGIUNGIBILE Consumata 'la cerna -apriva il gioir-nate .per intra,prendere la comgueita lettura. Inforca1 to un paio d’occhiali cerchiati di ne™,, dava una scorsa alle .notizie ipotetiche, si soffermava ai -titoli ed -ai sommari -defilila «romaica letteraria («h, quella passiomcella giovanile ! ), rifuggiva (la quarta pagina e la .rubrica sportiva, per immer-geirsil finai’imen.te in (quèiljliìaugoilinio preferito non meglio specificato che egli c o n ili d o ra v a iperò come «Giona-ca nera». Era sua labitudiine. 'Cd trovava un certo gusto e .cercava fra quelle righe ... Poi si dedicava alle notizie d'alfa cronaca cittadina. Ed anche qui cercava------------ Bisogna però che ve lo presenti questo personaggio. E’ un impiegato quarantenne con venti anni d’ufficio, pedante come i modulili trattati gior-ma,Irniente con ila calligrafia 'tonda, un pochino svolazzante, un uomo di .pio'cihe .amicizie, -di pochissimi vizi (se vizio puù chiami arsi fumare dieci sigarette all giorno), .genitore diritto, un pochino severo — Ila disciplina e l’or dine ci vogliono in famiglila — si chiama Peoorari Giuseppe. Non ridete del cognome, Ini ei tiene,! Già, perchè Giuseppe, dm fondo ail .cuore, conserva questo, piccolo .orgoglio.: 1’,orgoglio dèli sum nome. E vorrebbe che questo onestissimo, immacolato nome venisse messo in risalto — come dire? in un moldlo qualsiasi, dia essere mostrato al pubblico. Immodestia? Nom direi, dato ohe è una manifestazione troppo comune. — Siete ofiesii ? Voi non lo siete, immodesti? Consideratela come volete, anche come immodestia. Sarebbe l’unico peccatuccio, Fumica ambizione del-,1'iin,piegato 40emme, Peoorari Giuseppe, quella dii vedere, ripeto, questa fiirmia stampata — mettiamo in un giornale —, prima il nome e poi il cognome.. PeT questo ama tento la cronaca cittadina e la cronaca nera. Chissà ohe ... Alila idlata in culi scrivo, Peoorari Giuseppe -non ha ancora registrato .aliena successo. Rimane uno sconosciuto, uno qualunque, impiegato 40.emne con 10 mila al mese. Tuttavia prevedo che di qui a qualche mese te ©ose si svolgeranno, per lui, pressappoco così : «7 aprile. Brevi di cronaca. Stasera alle -ore 20 ‘Comizio degli elettori». Giuseppe, di solito silenzioso, correttamente seduto fra te ultime lite chiede Ila parola. Discute delle grondaie rotte, delle pozzanghere, degli orari dai negozi... Un intervento’, il suo, per bene lanche se un pò infuocato (e stupore . dei presenti) ma « ideologicamente a posto», «di principio». Certamente, pensa rientrando a casa, domani ci sarà anche i'l i mio nome nella cronaca dal giornale. 8 'aprile. Peoorari dà una scorsa alla .cronaca. Legge il. .giornale in ufficio — ed è questa un’imperdomabile inifranzlione alle sue regole d’iiimpie-giaito disciplinato. «Ieri sera ail comizio degli elettori ... tra il’altro,, un compagno ha fatto presente il. .deplorevole stato delte strade, delle grom daie___» — Uh compagno ! C’è rierano trecento! Ma ero io, io, Giuseppe Pe' Corani! Ah, questi giornalisti ! ☆ Proverà con le parole incrociate. Dia ragazzo,, al .ginnasio, si era divertito a eomihinare. E dato che il giornale locale pubblica una rubrica enigmistica settimamali©, ecco Ghise,p- COMUNICATO Data la mole degli scritti che ci pervengono per «Qui il pubblico», siamo costretti a comunicare Iche chiunque desidera partecipare al Concorso provveda mi inviare il materiale entro la mezzanotte del 31 corrente. Gli scritti che ci perverranno dopo questa data, non verranno presi in considerazione. La premiazione rimane sempre al 1 maggio. pe mettersi a ©OiStruiiire la sua composizione, con definizioni in versi, Verticali: L’accento di sorpresa e di dolore Il verbo che si adopera in amore A vallile scorre : ha un dolce mormorio Che ©osa apparirà? Ghiedillo « Dio! Naturalmente, il- gioco verrà cestinato per «mancanza di ideologia». E Giuseppe disperato : — Anche questa volta ho fallito ! ☆ Con u,n sorriso ,ineffabile sulle labbra gli si avvicina ila moglie, .grassoit-teffla, bellina- : — Mi sembri turbato, Giuseppe. M.a vengo ia fatti felice. Giuseppe solil,eva di naso., dnterrom- Con un rossore soffuso sull volto, 1« pende ila lettura': — Dimmi, cara, donna: — Caro, avremo presto un altro bambino. Iiui: — Un altro Peoorari! Sarà nel giornale. Quando il lieto evento ha luogo, il nostro protagonista scorre febbrilmente gli elenchi del Boilleittino dello Stato Civile: NATI: Egidio di Maria e di Giuseppe Peconairié... Per un errore di copiatura, anche questa volita è stato tolto all pubblico l’onore di leggere io stimato cognome del nostro galantuomo. Giuseppe scrive una lettera alla redazione per la rettifica, ma non ha soddisfazione. Ingiustizia .crudèle ! ☆ Contro ogni .abitudine prende a leggere la cronaca sportiva. Ad un _ concorso a premi indetto per la compilazione delila testa dei campioni, Giuseppe partecipa, rivolgendosi per eonsiiigii —avviso- ^ene la veste dell eroe, del- Noi lo 1,11,01110 c,0lrl coraggio spre-1 giudicato sfida tutto e tut- I vincitori del torneo (segnati con la crocetta) i tedeschi Rösch e Frantz Pizenit Vlado. Ugo Montagna, l’ormai celebre «marchese», l’uomo che è riuscito a coinvolgere nella sua trama massimi esponenti della vita politico-amministrativa italiana, a volerlo spogliere di tutte quelle fronde da grande avventuriero che l’opinione1 pubblica gli ha sovrapposto, rimane un volgiariisa'lmo truffatore meridionale uguale a tanti tante sistemazioni provvisorie della sua vita, vediamo inveice oggi netti© false vasti dii un signore prepotente, che si scandalizza e sporge querele a destra e a manca. Ciò perchè la sua . „ .. . . - . persona funge da scudo alla ®ì?a„v.d? ,®ir?JZl0 stabilità idi un’intera classe ti all’inseigna della .giustizia e dell’onestà. Questo eroe da leggenda si riduce invece ad una figura non. .troppo pre- so che ha scagliato tta sua dirigente, stabilità che do- ipil^tra e 'fattene, in un ma- re di canitraddizion , una pie- rebbe poggiare su di un pie- ? t destano di granito e ohe ha col° dose dl Per me- scete invece come base un mucchio di fango viscido strare la mano. Potrà sembrare un’assurdo, SILVANO MUTO UGO MONTAGNA pronto a disgregarsi sotto ma scarnite le cose sino aiuola pioggia qualsiasi. l’osso ci sentiremo di fare Senza voler ipotecare la 1111 un certo modo un paral-ocinicIluBione del processo, sia- le’10 tra lui ed i.1 Montagna, inno-sicuri di un fatto: il bri- Infatti, ai due estremi oppo-vido passato ineviltabiilmamte sti> ^lssì si trovano in una sito questi giorni per la schie- dilazione molto simile : ambe-na di Ugo Montagna, sarà due seno spalllegiatil da percorso nelle schiene di tutti sonaggi infinitamente più i lenoni1 di quei paese. Anche potenti di loro, che tirando i se il «re della fasta» verrà fili della politica gli muovo-spodestaito, il matte non ces- no come due marionette di serà. L’erba cattiva non ba- fronte ad un pubblico assesta tagliarla, bisogna toglie- tato di scandalo. SUPPLEMENTO DI CRONACA SPORTIVA AL No. 339 DEL SETTIMANALE DELL'UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI - CAPODISTRIA 23 MARZO 1954 Tk. ZEBEC L’ala he con il suo hel gol ha dato la vittoria di stretta misura alla nazionale jugoslava. UN ALTRO PASSO DECISIVO VERSO LE FINALI DELLA COPPA DEL MONDO JUGOSLAVIA-ISRAELE1-0 (0-0) Malgrado la netta superiorità in campo, una prova negativa dei nostri[calciatori PER IL ORUPO 12 BRASILE — CILE 1-0 RIO DE JANEIRO, — Il Brasile ha battuto il Cile per 1-0 nel terzo incontro delle eliminatorie di zona sud-americana per la coppa del Mondo. Terreno asciutto e veloce, tempo perfetto. Centodiecimila spettatori allo stadio Maracanà. Il Brasile ha segnato al 35’ del p. t. con Baltazar. Ecco le formazioni: BRASILE: Veludo ; N. Santos, Gerson; D. Santos, Brandaorsinho, Bauer; Julinho, Humberto, Balta-zar, Didi, Rodrigues. CILE: Livingstone; Alvares, Carrasco; Almeira, Eduardo Robleto, Icortes; Rojas, Cremaschi. do, Melendes, Rojas, Cremaschi. ARBITRO: Steiner (Austria). JUGOSLAVIA — IZRAELE 1:0 Amiche il terzo dei quattro confronti, che la nostra rappresentativa dii calcio deve effettuare per le qualificazioni del campionato di calcio del moinido, stato superato con successo. La squadra di Israele infatti, come già a Skoplje e come la Giraci a a Belgrado, è stata sconfitta sul proprio campo con ili minimo dei punteggi, 1:0, malgrado la netta ed indiscussa superiorità territoriale e tecnica dimostrata dai nostri giocatori. Sebbene con un risultato positivo, tuttavia, il gioco della nostra squadra non ha isoddisf atto ed è stato la perfetta delle due qualifica-precedenti. La squadra ha il suo male cranico nail’attacco, dove il isolo Zepeic ha reiso secondo le sue poBsliibililtà ed ha salvato la squadra da uniumiliante pareggio, con la rete della vittoria, segnata al 35’ della ripresa. Negativa sotto ogni aspetto la prova di Rajkov, il peggiore detUaittacco, senza idee chiare e fiuto della rete. Ma se Rajkov è stato il peggiore, male hanno giocato pure i due «vecchi assi» Mitič e Bobek, notoriamente buoni i quali si sono mangiati 'almeno una terna di rete quasi sicure. Questi due giocatori, malgrado il loiro fulgido passato, non scino più iin grado di dare alla squadra rapporto di una volta, perchè troppo lenti ed annebbiati, per ila qual cosa si rende necessaria ila laro sostituzione con elementi giovani, pieni di temperamento, velocità- e volontà, anche ;se un poco inferiori dial punto di vista tecnico. Infatti.i giovani, colme Veselinovič, Oisojmak, Coinè, Paipeic, e perchè ino, pure Toiplak, sono in grado di dare alila squadra quell’apporto in velocità e deioilsione che oggi le manca. Aggiungendo poi che eria assente pure il nostro migliore giocatore Vufeas, sospeso, oom’è noto assieme a -Beara per indisciplina, potremo farci una idea della poca penetrabilità del nostro attacco', ili quale si è perso nel gioco plateale dii metà oampo, mentre perdeva ogni visione e chiarezza di gioco nelTareia avversaria. Considerato che Milutinovič ha La venticinquesima giornata del campionato italiano di calcio IL MILAN VIETA ALL' INTER PERSINO IL PUNTO DELL'ONORE dovuto abbandonare il campo al 3G’ del primo tempo causa un tote tutto infortunio, possiamo essere grati ai nastri 'reparti arretrati, i quali sono Stati sempre aiH’alteeaa del loro rendimento normale, annu-lando sistematicamente ogni discesa israeliana. Bucina pure la prova del -sostituto di Beaira, Stojanovič, il quall'e* si è fatto applaudire per due interventi piuttosto difficili. I,n queste condizioni, è molto difficile sperare in una vittoria nellillin-conitro decisivo di, domenica prossima aid Atene contro la Grecia. Urge perciò ritoccare la fflirmazioine. Di questo parere infatti è lo stesso allenatore federale Bane Sekulič, che, alla fine dell’incontro,, si è espresso in questo mod: «Abbiamo giocato male, specialmente all’attacco, perciò saremo costretti ad effettuare qualche cambiamento per la partita contro la Grecia. Malgrado ciò siamo stati nettamente superiori e si doveva vincere con un risultato più vistoso. Spero che ad Atene faremo meglio». 11 presidente della commissione tecnica, iing. Ar-senijevič, si è invece così espresso: «La partita non si è svolta nel modo da noi previsto. La squadra dell’Israele si è chiusa in difesa, cosa del restojorevista. Non abbiamo previsto però, che i nostri giocatori non saprebbero sfruttare una situazione simile. Credo, che vinceremo pure contro la Grecia. Se g ochere- . mo come oggi, sarà molto difficile. Anche Mitič si è espresso quaisi nello stesso modo e prevede una vittoria, seppure difficile, contro la Grecia. tro, lasciava iil terreno dii gioco, venendo sostituito da Ognjianov. Gli ospitanti al 42’ per -poco passavano in vantaggio. L’azione partiva dal-Tala deista, 'la q,Halle 'sd portajva coin il palliane verso fondo campo indi, perfetata, effettuava un al centro attacco, trovatosi inspiegabilmente libero a pochi metri dalla mostra rete. Buon per noi che Tavversario sbagliava la più facile delle occasioni tiran- I rosso alabardati promettono molto male - nulla di mutato in testa La sorpresa di questa 25.ma giornata la doveva riservare, come non era logico, il derby milanese. La Jir ventus può addurre a sua difesa solamente il fatto di aver combattuto gran parte della partita minorata di uno dei suoi migliori uomini. Ad ogni modo il Milan oltre ad essersi preso una bella rivincita Ci ha fatto anc’ie una magnifica figura. Per il rimanente delle partite nulla di rilevante se si eccettui la sconfitta della Lazio a Palermo. La Triestina sembra non voler assolutamente mantenere l’impegno di scdvarsi pre~ so due settimane fa dinanzi ai suoi tifosi. Si può ben dire che essa stia ormai giocando col fuoco poiché sia l’Udinese che il Palermo, che lottano coti lei a pari punti hanno mag-giorì titoli e più volontà per riuscire a mantenersi in serie. Nella testa di classifica nulla di sostanzialmente mutato. Ecco ora la cronistoria della giornata sportiva: ☆ * BOLOGNA — SPAL 2:1 (0:0) — Dopo un primo tempo chiuso a reti inviolate, la Spai è andata in vantaggio ai 21’ delia ripresa con tiro di testa di Fontanesi II. Il Bologna, persa una magnifica possibilità al 26’ con Cerveliati, Ita pareggiato due minuti, dopo per merito di Random A due minuti dalla fine, Bernardin, uno dei migliori in campo, ha segnato l’autorete che dava la vittoria al Bologna. Oaloi d’tango-io 6 a 4 per la Spai, arbitro Scaramella, spettatori 25 mila. ' * FIORENTINA — NOVARA 2:0 (0:0) —• Il sistema difensivo novarese è saltato ia un quarto d’ora dalla fine. S!no allora il gioco si era mantenuto su un piamo disordinato e convulso. La Fiorentina, see sa iin campo sminuita di parecchi titolari, si è lasciata facilmente ombri gl'are per tutto il ,primo tempo dal gioco difensivo novarese. Nella ripresa, la Fiorentina hia 'assediato la porta dei Novara facendola crollare al 30’, quando Gratton segnava con un forte tiro dal limite del-l’araa. Sullo slancio, i viola hanno raddoppiato tre minuti dopo, ancora con Grattan su calcio d’angolo. Negli ulitimi minuti, l’undici novarese ha cercato di ottenere il goal della bandiera, ma senza sue- RISULTATI Bologna — Spai . 2-1 Fiorentina — Novara 2-0 Legnano — Atalanta 1-2 M lan — Inter 2-0 Palermo — Lazio 2-0 Roma — Triestina 3-1 Sampdoria — Napoli 1-0 Torino — Genoa 3-2 Udinese — Juventus 0-2 L LA CLASSIFICA luventus 25 15 8 2 41 18 38 Fiorentina 25 15 8 2 40 18 38 Inter 25 13 10 2 42 23 36 Milan 25 13 7 5 53 28 33 Roma 25 9 10 6 40 28 28 Nopoli 25 9 9 7 36 27 27 Bologna 25 10 7 8 36 30 27 Sampdoria 25 8 9 8 29 30 25 Torino 25 7 11 7 27 31 25 Lazio 25 7 8 10 27 •30 21 Novara 25 6 9 10 25 35 21 Atalanta 25 7 7 11 35 .42 21 Genoa 25 8 4 13 26 :38 20 Spai 25 6 8 11 27 :41 20 Udinese 25 5 8 12 27 :40 18 Trestina 25 5 8 12 25 :47 18 Palermo 25 7 4 14 29 :47 18 Legnano 25 6 4 15 28 :49 16 cesso-Calci d’angolo 3 a 1 a favore della Fiorentina, larb tro Rigato, spettajtari 20 milla. * ATALANTA — LEGNANO 2:1 (1:0) — Partita assai veloce, condotta a ritmo serrato dia ambedue le squadre. Nel primo tempo, al 42’, Annovazai ha segnato la prima rete, sorprendendo Gandolfi con un magnifico tiro in angolo. Nella ripresa, 'su calcio d’angolo, Milan segnava di teista la rete dell pareggio. 'Spettava ad Annovazzi, nuovamente all 42’, segnare il goal decisivo, ancora in seguito a calcio d’aingolo. Calci 5 a 3 per il Legnano:, arbitro: Marchetti, spettatori 10 mila. -fa MILAN INTERNAZIONALE 2:0 (1:0) — Il Milan si è preso la rivincita nel derby di ritorno della Madonrima, esibendo uno schieramento insolito. I rosso-neri hanno subito all’iiiniz'o una carta iniziati-, va degli avversari, più ab li e pericolasi nel contropiede. Poi il Milan , si è ripreso ed ha equi! tanto l’andamento della gara. Al 33’ ha segnato ila sua prima rete con Nor-dahl e, su tale vantaggio, ha vissuto sino all 27’ della ripresa. L’Interna-z'oinale, con dieci uomini (espulso Skoglund) ha iniziato la ripresa al-l’attaicco, cercando di ottenere i.1 pareggio senza però riuscirci. Al 27’ il Milan andava ulteriormente in vantaggio con Soerensen. Càlci d’angolo 3 a 2 per ill Milan, arbitro Orlan-dini, spettatori 45 mila. + PALERMO — LAZIO 2:0 (1:0) — Le due reti sono sitate segnate: la prima nel primo tempo al 30’ . dia Martegani, su calcio d'angolo,, la seconda, nella 'ripresa, al 15 per o-pera di Giarizzo, ohe scoccava un forte tiro, resistendo ad una carica di Alfani, Càlci d’angolo 6 a 5 per il Palermo, arbitro Agnotìn, spettatori 16 mila. ir ROMA — TRIESTINA 3:1 (1:0) — La vittoria della Roma è stata molto più inetta di quanto faccia apparire il punteggio, infatti tre altri palloni sono finiti in rete sen-zza essere convalidati dal giudice in campo. I gialUo-rOssi sono andati :iin vantaggio al 10’ di gioco con Bettini che approfittava dii una cattiva presa del portiere alabardato, Nuociari. Al 6’ della ripresa, la Triestina riusciva però -a pareggiare con un tiro di sorpresa di Lucentini. Su calcio di rigore, realizzato all’ll’ da Pandolifni, per fallo di mano di Malltìiilni, la Roma passava nuovamente in vantaggio. Al 34’ la terza ed. ultima rete romana,, nuovamente per merito di Bettini che ha calciato un forte tiro rasoterra dal Brnite dell’area. Angoli 3 a 2 per la Roma, arbitro Marchese, spettatori 40 mila. * SAMPDORIA — NAPOLI 1:0 (1:0) — Il primo tempo è stato caratterizzato da una leggera superiorità dei blu cerchiati. Il Napoli però era assai pericoloso par le sue azioni di contropiede. La Sampdo-ria è 'andata ‘in vantagg'o al 42’ per merito di Testa che ha concretizzato un calcio di punizione. Anche nella ripresa 'le migliori occasioni per segnare sono sitate della Samp-doria. Angoli 4 a 2 ia favore del Napoli, arbitro Pieri, spettatori 20 mila. ir TORINO — GENOA 3:2 (0:1) A ventiun minuti dalla fine, il, Genoa vinceva per 2 a 0, avevano segnato: Seratoni al 15’ del primo tempo 'su passaggio di Dal Monte ed aveva rafforzato iil vantaggio lo stesso Dail Monte al 9’ della ripresa, con azione personale, iniziata YAAirvrv ,1io iviOifc» iZ»ioitYHT\A_Il rT1r\vi_ no è riuscito a raccorciare le distanze all 24’,. com Antoniotti, con uri bellissimo colpo di testa. Due minuti dopo, :i padroni di, casa ottenevamo ili pareggio con Buhtz. I genovesi tentavano di ir'iportarsHn vantaggio, ma le loro azioni erano troppo slegate e la difesa torinese, rinfrancata, le controllava agevolmente. La rete della vittoria veniva, segnata dal Torino, su punizione realizzata da Buhtz al 36’ con un forte tiro sotto la traversa. Calci d’angolo 10 a 2 contro i,l Genoa, ar-b'tro Bernardi, spettatori 14 mila. ir JUVENTUS — UDINESE 2:0 (1:0) — La Juventus ha ottenuto una chiara vittoria contro una Udinese ohe ha opposto valida resistenza 'solamente nel primo tempo. Le prime battute sono state però della squadra friulana che ha impegnato fortemente i 1 portiere juventino. I bianco-neri hanno giocato con prudenza costringendo tuttavia p u volte gli avversari in angolo. Al 35’ Vergili isciiupava una facile occasione. Al 42’ il primo gol , su calcio di punizione, realizzato dia Mianen-te. Nella ripresa, la Juventus attaccava ed al 16’ otteneva la seconda rete con R'cagni che sfruttava abilmente una triangolazione con Muc-cinelH e Parola. L’Udinese reagiva ed alla fine ila Juventus prendeva decisamente ili sopravvento senza tuttavia forzare per aumentare il punteggio. Calci d’angoto 5 ia 3 per la Juventus, arbitro Jonmi, spettatori 18 mila. Nel mentire ohe nei nostri ambienti sportivi llinsoddisfiazione era all’ardiime del giorno, noin-poissìamo dire altrettanto deilH’iambiente israeliano. Infatti i mostri avversari sono contenti del riconosciuto giusto risultato e dell comportamento, della loro squadra, che ha sopperito con il cuore la mancanza dii teieniica. Fra i loro giocatori il migliore è Stato il brillante portiere Hodorov, autore di stupende parate e salvataggi in extremis, uno dei migliori in campo in senso assoluto, anche se nell’azione della no-tempo. Ottimi sotto ogni aspetto -stra rete si è fatto prendere fuori pure il centroattacco e Fala destra, che hanno fatto inpegmaré i nostri Horvat e Boškov, mentre Čajkovski aveva compito facile contro l’altra ala. Per l’occasione, il campo di Tel Aviv ha registrato il tutto esaurito, il chè equivale a 60.000 spettatori. Agli ordini dell’inglese Leaf, coadiuvato dai segnalinee turchi Basar e Garan le squadre hanno preso il via alle ore 15 precise. Primi assaggi dell pallone, indi attacchi dèlia nostra squadra, che per mezz’ora consecutiva assedia la porta avversaria, senza parò passare, riuscendo solamente a totalizzare sai ciailfci d’angolo. Mitič e Bobek si sano dimostrati i più imprecisi in questo periodo di predominilo. Dopo ila mezz’ionia gli israeliani, che giocavano in formazione strettamente difensiva con sdii tre uomini airaittaooo, operavano alcune, pericolose azioni di contro piede, fermato in extremis dai nostri difensori. Al 36’ Milutinovič, uscito contuso da uno scon- La ripresa vedeva i 'nostri nuovamente all’attacco,, già innervositi per i continui sbagli nelle fasi conclusive. Verso la mezz’ora due pericolose azioni degli avversari, ma prima Crnkovič, indi Stojanovič, riuscivano :a salivare due scabrose situazioni. Dopo questi due ,pericoli i nostri si Insediavamo . nell’area avversaria, decisi ia passare, ma il magnif.co Hodoroiv non capitolava e si faceva applaudire dal pubblico, . che ormai sparava nei risultato di parità, intervenendo con stile su tiri paricotosir idi Mitič. Bobek e Ognjianov. Si arrivava così all’80’ di gioco. Mitič faceva partire uno dei tanti suoi forti tiri, ma Hoioirov salvava in angolo. Tirava Zebec, in area si accendeva una mischia, dove si faceva luce Bobek, che passava lateralmente a Ognjianov. Quest’ultimo con uno scatto immediato riusciva a fermare la palla proprio mentre stava per uscire, indi allungava a Zebec, che a volo sorprendeva il portiere e segnava nellìangolino sinistro della parta. Sospinti dal successo, ì nastri calciatori continuavano ad attaccare', ma la fine li sorprendeva sul risultato ormai acquisito di 1:0. Sospiro di sollievo e pensieri rivolti armai 'alla partita del 28. marzo ad Atene contro la Grecia. Basterà un pareggio-ed il passaporto per la Svizzera sarà assicurato. URAGUAIANI TODO FUEGO PROPRIO SENZA PACE QUESTI TIFOSI URUGUAIANI. E DIRE CHE ISI GIOCAVA UNA 'PARTITA DI SCARSO RILIEVO. HANNO GETTATO TUTTE LE SEDIE IN TESTA ALL'ARBITRO, ED ORA SE NE VANNO TRANQUILLI, CONVINTI DI AVER FATTO IL LORO DOVERE DI SPORTIVI. CONCLUSA LA “CLASSICISSIMA,, DEL 1954 Sfreccia a Sanremo Rik Van Steenbergen L’uomo che ha maggiormente impressionato: Filippi Dopo diicianove anni di «Mesa, un’altro belga è riuscito ad imse.re" re ili suio nome nel Vibro d'ero della Milano - Sanremo. Diopo esser stato battuto nel 1950 diali vecchio Bar-teli finalmente Rik Van Steenber-gen è sfrecciato per primo sulla linea dell traguardo dii Sanremo. Da una .ridda dii nomi .al’iqjuamto lunga, è sgusciato fuiori quello d,i un anziano, il .quia,Ite nei propostici della vigilia tìom ara lira i favoriti. Da tutte le piarti dal mondo cicifetdioo sono giunti gli uomini per 'la «Sanremo», • perchè, oltre ad essere il primo ad iscrivere il proprio nome nella pri-mia pagima dalla Desgrange Colombo, sanno che ili trionfo nella «classicissima» è in senso assoluto il miglior modo per iniziare Tanno e conquistane onore e gloria. ,Un anziano ed incallito nn HI rAoirvrvHIicU-rIo e dintorni’. Il limite d’età prescritto va da un minimo di 8 a un massimo di 15 'anni. Per le iscrizioni rivolgersi giornalmente alla sede della società in via Qambini!. Ulteriori particolari verranno comunicati in seguito. Lo sport in've mafie svedese sta smiobiliitaindlo. Dia qmaisii um miese questo Paese si è Trovato ned centro dedil’inT eresse mondiali e, avendo ospi" taito diversi campionati mondiali, come qneililo di (fiondo, deile specialità 'alpine, dei campiomiaiti mililitari in-veirmaili e del diisoo su ghiaccio. Ora" mai trutte le gare sono terminiate. Stooooilma è staila iil teatro dei «momidiialli» del disco su [ghiaocijo. B.en 150.350 spettatori paganti hanno lassiistito