ANNO IT. Capodistria i Gjennajo Ì8C8. 6'M, N. L LA PROVIN GIORNALE DEGLI IBIEREUI CIVILI, ECONOIHCI EU JUIUUTRATIll DELL'ISTRIA. Esce ir f ed' il 16 d' ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni 3. semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. L-s Pag Articoli comunicati d'interesse generale si ricevono gra-amente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Pagamenti antecipati. scuole serali. A me pare ironia o celia che si parli qui e altrove nell' Istria di scuole serali, se esse non sono che una magra e miserabile ripetizione della scuola che s'usava fare ne' tempi addietro il giorno di domenica. Serali sono, è vero, ma solo per ciò che si fanno a notte e al chiarore del petrolio, e non già per i nobili intendimenti e gli utili scopi che si propongono. Appresso noi sono ammessi quelli che hanno o bene o male percorse le quattro classi elementari, e non hanno vocazione o modo per proseguire negli studj. Sono tutti che o cominciano a sudare sulla gleba, o si dedicano a qualche mestiere, o si trascinano laceri pei trivii fra l'ozio e le scapestrerie. Sono però ragazzi fatti, e che dovremmo credere intinti di qualche istruzione, almeno sì da saper leggere, scrivere il proprio nome, e un pò abbacare. Come che però di cotesto ne sappiano assai poco, pure non possiamo concedere che nelle scuole serali si debba tornar addietro e da- capo, in guisa da non muovere un passo più in la del fatto cammino. Conosco pur troppo che questa è una necessità, perchè la più parte di quelli che compiono, e spesso trionfalmente, il corso normale, sanno appena lo stampato, tenere la penna in mano pel suo verso, e ripetere macchinalmente qualche combinazione della tavola pitagorica; ma a questo deplorabile inconveniente potrebb' essere ovviato, se migliori fossero i metodi didattici, se non si rubasse una terza parte delle ore d'istruzione per cacciare a forza, e quasi per puntiglio, nelle menti de'fanciulli qualche grama parola tedesca, ch'essi forse non ripeteranno mai nella lor vita. Questo furto di un tempo preziosissimo diventa, sotto un duplice aspetto, funesto, e perchè l'insegnamento della lingua nativa, che dovrebb' essere primo e sacro assunto delle scuole popolari, convien sia limitato a scar- si rudimenti o volgari esercizii, e a regole vaghe ed incomplete, e perchè l'intreccio di due lingue, tanto fra sè dissimili, non serve che a creare il caos nelle giovani intelligenze. Convengo, che finché dura l'attuale sistema, di cui peraltro son contate le ore, non sarebbe il casa di dare un atteggiamento alla scuola, quale le si converrebbe, ma nullaineno si potrebbe, volendo, renderla più profittevole che non è. A mio avviso dovrebbe accordarsene l'accesso non tanto a'giovanetti usciti dalle elementari, ma a chiunque Ira popolani ed artigiani si mostrasse desideroso d'istruirsi, lo vidi, non è molto, a Venezia calafatli- e calzolari e legnajuoli tra i trentacinque e quarant' anni sedere in mezzo a ragazzi dai dodici ai quattordici, ed addestrarsi allo scrivere ricopiando attentamente da begli esemplari o dal libro di lettura, e in modo che non si poteva meglio. Son certo che molti del nostro popolo, se anco stanchi dal lavoro della giornata, accorrerebbero lieti alla scuola, ove sapessero di non annojarsi con aride e stanchevoli ripetizioni, ma sibbene di essere accolti con benevolenza e con sorriso cortese, e di dilettarsi in cose nuove e proficue. Grande invito alla frequentazione io repulo l'amorevolezza de'maestri, e quel certo buon garbo ne' modi, che è forse il mezzo più efficace a moderare le intemperanze de'giovanetti, a renderli tranquilli ed attenti, e ad assuefarli a qualche pulitezza e amabilità, che forse non hanno sortito da natura. Mar pur troppo, parlando in generale, si preferisce il sussiego, la rigidezza e quel lare imperioso che non serve ad altro che ad intirizzire gli animi, e a disamorarli del bene. Detto ciò, e poiché non c'è miglior rimedio, sarebbe duopo accettare la divisione della scuola in due distinte sezioni, nell'una delle quali si avesse a ritornare sul leggere, sullo scrivere e sul conteggiare, meo-- tre nell'altra si dovrebbe passare ad un'istruzione più seria, più succosa, più larga. È certo però che le ore son brevi, e che occorre siano saggiamente distribuite e operosamente impiegate, a non isciuparne il più piccolo ritaglio. 11 tempo è il più ricco capitale che sia a disposizione dell'uomo per arricchire l'ingegno, e per procurarsi ogni dolcezza della vita. Mi piacerebbe quindi che si ponesse a parte l'istruzione religiosa, riservandola alla chiesa nei dì festivi, perchè già com' è aridamente catechistica, poco può profittare alla pietà e moralità degli alunni. All'incontro vedrei volentieri che se ne occupasse, come dissi, la chiesa, e che quaglie buon e bravo sacerdote sedesse nelle domeniche e nelle altre feste in mezzo a' nostri giovanetti, ed esponesse loro le verità religiose, facendone sentire ogni volta la bellezza e la soavità, insegnasse le orazioni cristiane anche in volgare, e non sempre e poi sempre in quel latino che per essi è come l'arabo, spiegasse i doveri che tutti abbiamo l'uno verso l'altro, e ciascuno ha nel proprio stato, e mostrasse d' ogni precetto la vera utilità, e tutti avvalorasse colle promesse e colle minacce della religione. Io sono intimamente persuaso, che con questo nuovo mezzo si vivificherebbe lo spirito del nostro popolo, pasciuto invece di grette leggende e di tradizionali pregiudizi!, mentre per un altro lato si guadagnerebbe nella serale istruzione, che potrebb' essere più abbondante e benefica. Nella seconda sezione pertanto vorrei si facesse lettura di buoni libri, con applicazione allo studio della lingua italiana mediante esercizii stilistici a voce e in iscritto, onde abituare gli scolari alla logica e-sposizione de' pensieri, e a una certa franchezza per tradurli in iscritto, e con ulteriore applicazione alla vita morale e sociale, porgendo le più importanti nozioni dello scibile elementare. Materie d'insegnamento avrebbero pur ad essere le idee fondamentali di agronomia e tecnologia, svolte, senza pregiudicare all'esattezza, con facile frase, e con allettevole disinvoltura, affinchè si stampino ratte nella ménte degli alunni, e ci rimangano tenaci. Alcuni cenni sulla patria storia, e sui nostri grandi che la illustrarono, nonché sulle principali leggi che ci governano, completerebbero quella coltura, senza cui non è sperabile la rigenerazione delle plebi. A qualcuno potrà forse sembrare d" impossibile attuazione quanto venni esternando ; ma io nulla dissi del mio, nè feci altro che ricopiare ciò che si fa ne' paesi più civili, e dove ferve più operoso l'amore alle belle istituzioni; ciò che vidi io stesso, già parecchi anni addietro, in Roma, quando un breve momento palpitò il suo cuore di liberi e nobili affetti, <►• non ha guari in altre città d'Italia. Certo che se 1' istruzione delle scuole continuerà ad essere monopolizzata dalle burocrazie scolastiche, e se non si darà il bando alla gelida pedanteria e ai muffili sistemi, e se non si arderanno i non pochi libri imbecilli che corrono per le mani della gioventù, allora è bene non si parli di scuole serali. Ma se invece si lascierà ad altri la cura di provvedere alle dette scuole, son certo che vi avrà fra noi uomini di cuore e d'ingegno, che si stimeranno avventurati di assidersi in mezzo a' figli del popolo per crescerli al sapere e alla virtù. Ad agevolare il gravissimo loro compito concorreranno senza dubbio giovani cortesi e studiosi, come avviene in Venezia, dove quelli delle scuole reali superiori, rinunciando a divagamenti e a fole, ajutano della loro assistenza generosa e paziente gì' istitutori, con cui poi dividono le ineffabili gioje di un'opera buona. Con sì nobile gara pertanto, col metodo mutuo, che è il più possente a diffondere i lumi, e con la scelta di ottimi libri, onde non v' ha penuria, potremo dire di avere veramente scuole serali, e potremo rallegrarci de* loro mirabili risultamenti. (m.) il sale istriano e le provincie venete. Quanti conoscono l'importanza dell' industria del sale istriano volgono certo la loro attenzione alle vicende commerciali di questo prodetto nell'interno dello Stato e fuori, e alle disposizioni che intorno ad esso prendono k varie amministrazioni erariali, a cui ne spetti il monopolio. Per noi ha valore specialissimo quello che avviene riguardo a tale oggetto nel Regno d'Italia, dove il nostro sale ebbe già per secoli il favore delle industri popolazioni del Veneto e della Lombardia. Niuno infatti ignora, come queste abbiano sempre considerato e considerino tuttora, particolarmente nella Venezia, il sale istriano pel più adatto d' ogni altro agli usi agrarii, alla salagione del pesce, alla confezione dei formaggi e ad altre industrie che là si coltivano. Ed è pur noto a tutti, che nei paesi stessi fu generale il lamento contro la esclusione, che poi seguiva, prima nella Lombardia e più tardi nel Veneto, del nostro sale da quei ricchi mercati. Non è qui il luogo di ragionare i motivi, non belli, che condussero a tanta ingiustizia, resa non meno all'Istria, la quale avrebbe meritato, nella sua povertà, ben altre menti ed altre coscienze in chi reggeva la cosa pubblica, ma a quelle provincie ancora, nelle quali principalmente suppliva la nostra merce ai bisogni del consumo e della industria. Bensì dobbiamo dire, che il contratto per la salina di Tre- porti o di s. Felice presso Burano nella laguna di Venezia, fu sotto tutti i rispetti rovinoso, sia perchè fu recato così il maggior danno all' industria istriana e veneta, sia perchè all'erario ne venne l'obbligo di comperare a carissimo prezzo (lire 2: 13 il quintale) un prodotto senza confronto inferiore non solo al nostro, ma a quanti altri ne contano i litorali del Mediterraneo. Miste quelle acque lagunari a molta acqua dolce, su fondi non sodi nè bene assodabili, e assai poco giovate da quegli agenti della evaporazione, di che sono largamente favorite le tavole salanti della costa istriana, esse producono un sale deliquescente e sporco, che male si presta agli usi per cui dovrebbe servire, e che inoltre non si potè mai consegnire nella quantità convenuta. Riconquistare pertanto al sale dell' Istria i traffici per lo meno della Venezia dev' essere lo scopo di assidui adopramenti da parte nostra, giacché il diritto di esitare all'estero il nostro sale, eccedente le limitazioni, ci fu riconfermato, e la vicinanza di quella contrada e la via marittima che ci mette in comunicazione con. essa ci permetterebbero di usarlo con molta facilità e piccolo dispendio. La difficoltà da superare sta nell' interesse che ha l'erario italiano di vendere il sale veneto, impostogli da un contratto eh' esso non fece, ma che deve rispettare per molti anni ancora, e precisamente a tutto il 1908. Contro siffatto interesse peraltro lottano interessi ben maggiori, per la tristissima qualità appunto del detto sale di s. Felice, e per essere quindi la nostra causa comune a quella delle popolazioni del Veneto. Devesi dunque por mente innanzi tutto a provocare 1' espressione del loro voto in questo argomento, trattandolo noi ne" loro giornali e dinanzi alle loro camere di commercio, che ci consta non mancherebbero di propugnare con molto impegno un vantaggio tutt' altro che tenue delle rispettive loro provincie. A tal fine stimeremmo molto opportuna una memoria a stampa, la quale svolgesse la questione sotto tutti i suoi aspetti, e fosse poi diffusa fra le molte rappresentanze comunali ed economiche della Venezia. Di tal guisa sarebbe, senza dubbio, dato colà nuovo impulso alle manifestazioni della pubblica opinione, e questa non tarderebbe a far prevalere le legittime esigenze di una parte tanto eletta dello Stato su calcoli erariali, che al confronto sono, per fermo, di una importanza afratto secondaria, e che, d'altra parte, sono già distrutti dal contrabbando,, reso necessario dal bisogno non soddisfatto. V' è poi questo ancora da considerare, che, sviluppandosi sempre più le industrie, a cui accennammo qui sopra, il sale dello stabilimento di. S. Felice sarebbe insufficente all'uopo anche per ragione di quantità. Esso non ne fornì in media che annui 100 mila quintali, e arrivasse pure ai 155 mila, prescritti dal contratto, le accresciute richieste non ne rimarrebbero coperte. Per noi, in ogni modo, stanno due fatti positivi già avvenuti, e questi sono 1. che il governo austriaco doveva d' anno in anno aggiungere al sale veneto dai 50 ai 60 mila quintali di sale istriano, e 2. che il governo italiano trovò nei magazzini di Venezia pressoché 250 mila quintali dello stesso sale di S. Felice:, il che è prova manifesta, che a non avversare troppo generalmente le necessità della popolazione, gli convenne tenersene una grossa partita invenduta nei depositi E a che inoltre l'amministrazione del Regno d'Italia sarebbesi proposta di smerciare nel Veneto il sale di Barletta, pur avendo la grossa rimanenza, ora menzionata, del sale de la laguna, se a lei pure non fosse tosto apparsa la impossibilità di sopperire con questo alle domande della industria di quegli abitanti ? 11. quesito comincia così a risolversi da se, e perciò non è punto utopia lo sperare, che quanto prima il governo italiano, cedendo alle istanze delle popolazioni venete, tenga un' asta in Venezia, per acquistare dall'estero quel sale che lo stabilimento di S. Felice non può fornire nè in qualità nè in quantità rispondenti all'occorrenza. Vinto il provvedimento dell'asta nella città di Venezia, è nostro avviso, che nessuno potrà offrire al governo italiano patti migliori dei nostri. La saline d'Italia sono quasi tutte erariali, e bastano appena alle vendite finora praticate, coni' è chiaro dagli esperimenti d' asta che quel governo fa di tratto in tratto e che non farebbe certo, ove avesse del proprio sale che gli avanzasse. E la privata salina di Trapani dà poco più dei 500 mila quintali che vende all'erario, e quella di S. Pietro di Cagliari non trova certo il suo conto di competere con noi nell'Adriatico, dove così non rimangono all'Italia che le saline di S. Felice, di Comacchio, di Cervia e di Barletta, ossia in tutto una produzione di circa 500 mila quintali. Nè va dimenticato che il sale di Barletta, molto grosso e ch'esige un processo di triturazione, costa sul luogo 80 cent, il quintale e a Venezia costerebbe già 1. 1: 40. Quello di Comacchio importa la spesa di I. 1: 6 sul luogo; quello di Trapani 1. 1: 99; quello di Cagliari 1. 1 : 80, e gli altri le 2, le 3 e per-, fino le 5 lire il quintale. Confidiamo che i Consorzi! di Pirano e di Capodistria comprendano tutto il prezzo della operosità e della vigilanza in argomento economico di tanto rilievo pel nostro paese. SERICO I. TURA. (Estratto dai processi verbali delle Conferenze tenutesi a Vienna li 15, 16, 17 ottobre 1867.) \. Quesito. Che può farsi per promuovere la colorazione del gelso, e specialmente per accrescere il numero delle relative scuole? Soluzione. Dove di scuole si manifesti il bisogno, procaccerà il governo, mediante i suoi organi, le rappreseti inze provinciali e comunali, eie società, onde se ne aumenti il numero, particolarmente di sociali e comunali. Converrà che gli arboscelli da trasporre o i piantoni si vendano al più basso prezzo possibile. Incorrggierà i! go orno i grandi possidenti, le amministrazioni delle ferrovie e di altre strade a raffittire le piantagioni del gelso, e a studiosamente curarle. L'istruzione circa alla sua cultura, da impartirsi nella scuola, dee basarsi sulla pratica. Stimoli a promuoverla, i premj generosi e le sovvenzioni. 2. Quesito. Quali scopi devono proporsi gli stabilimenti sperimentali per la produzione della seta, e dove hanno questi ad essere situati? Soluzione. Per tutto lo Stato basta uno stabilimento sperimentale, sostenuto e sovvenuto dal publi-co erario. Dev' esso indagare le condizioni in generale più atte a favorire lo sviluppo della bachicoltura; tentare l'acclimatazione di razze straniere, rilevandone le differenze; studiare le cause delle loro malattie; render conto degli sperimenti fatti da sè, o dietro suo impulso da altri, mediante un giornale; esaminare la bontà del seme, comecché di ciò abbiano più particolarmente ad occuparsi gli speciali stabilimenti sparsi per la monarchia. 5. Quesito. La semente originale del Giappone è pur sempre meritevole del maggiore riguardo? In questo caso, quali sono le garanzie per averla genuina? Che sorta di prove si sono fatte in Austria coi molti nuovi bachi, e particolarmente col liombijx / urna-mai'? Soluzione. Tra mezzo a molti sperimenti di vario seme, è duopo accordare la preferenza al giapponese. Perchè si consegua genuino, avrebbonsi ad instituire primate società coll'appoggio del governo. jNon essere fin qui bastate le prove istituite sulle diverse razze di bachi per dare un giudizio definitivo. h. Quesito. Quali mezzi vennero finora impiegati con esito felice contro l'atrofia? Sarebb'egli realizzabile il sistema, raccomandato in Francia, dell'allevamento in minori proporzioni? Siluzione. Nessun mezzo sicuro fu finora trovato a debellare il male. E per questo avrebbe il governo a richiedere le società di sericoltura, in quelle parti che sono immuni dalla pebrina, ad instituire speciali stabilimenti per la confezione del seme, badando però che si faccia in brevi proporzioni. 5 Quesito. A promuovere l'insegnamento serico nelle scuole popolari, si raccomanda egli l'istituzione di maestri girovaghi per la coltura de' gelsi e l'allevamento de' bachi? Soluzione. E manifèsta la necessità d'introdurre nelle scuole popolari l'istruzione serica; ma in luogo di maestri girovaghi par meglio vi abbiano appositi ispettori, forniti di opportune cognizioni. 0. Quesito. Quali scritti o trattati intorno alla se-rico'tura meriterebbero di essere diffusi? Soluzione. Libera la scelta alle società seriche. 7. Quesito. Sotto quali condizioni avrebbero a stabilirsi de" premi da parte dello stato per la produzione della .seta? fife-s Soluzione. Non possono stabilirsi in argomento principj generali; ma convien decidere di caso in caso con riguarda alle diverse condizioni locali e dietro proposta delle società seriche. Si assicurerà la somma di fiorini cinquemila a chi, entro a due anni, sarà per proporre un rimedio che sia riconosciuto idoneo alla rigenerazione de' bachi. Se ciò non avverrà nel detto termine, si rinnoverà il concorso. Quesito. Quali disposizioni si raccomandano maggiormente a rendere efficace l'influenza delle società seriche? Quali condizioni dovrebbero regolare le sovvenzioni dei tesoro dello stato? Soluzione. Le società dovrebbero in certo modo utilizzarsi quali sussidiarie del governo, e dovrebbero consultarsi sulle disposizioni da prendere. Singoli membri delle stesse dovrebbero assistere il governo nelle sue cure. In particolare converrebbe si sovvenissero le società di mezzi opportuni pe' premi, che sarebbero impartiti a nome del governo. Essere fiorini venticinquemila la minor somma che potrebbe il governo dedicare a premj e sovvenzioni, da distribuirsi però a seconda delle circostanze, e dietro avviso delle società. Queste dovrebbero attuarsi dove più ferve l'industria serica, e dove è a sperare che lo spirito delle popolazioni più la favorisca. 9. Quesito. Per quai modi potrebbero le società favorire la maggior vendita de' bozzoli, e che cosa rimarrebbe a fare per moltiplicare le filande? In quai luoghi sarebbero a stabilirsi mercati di bozzoli? Soluzione. Il ritiro di bozzoli è da effettuarsi dalle società, a classi e a misura, non mai a peso. Nessuna norma riguardo ai mercati, chè là si aprono dove più frequente è l'accorrere de' venditori del genere. Si propone infine: \. Che venga publicata, dove non fu. l'ordinanza 21 decembre 1802, secondo cui i candidati maestri devono essere istruiti nell'agricoltura in genere, e specialmente nella pomologia, nell'agricoltura, e bachicoltura; 2. Siano interessati gli Ordinariati, affinchè s'impartisca a'sacerdoti l'insegnamento teorico e pratico in agricoltura; ó. Da parte del ministero del commercio e della publica istruzione s'interessino le Direzioni delle ferrovie a mantenere le piantagioni de' gelsi dove esistono, e a possibilmente effettuarle dove mancano, concedendo a' guardiani delle lince di esercitare l'industria serica. CANTIERE DI SAN HOCCO PRESSO MLGCIA Il Cantiere di S. Rocco, che dista un quarto di miglio èir-ca da Muggia. è di proprietà dello Stabilimento tecnico triestino, il quale lo istituì sul principio del 1858. Al suo nascere, esso occupava un'area non molto estesa ; ma per l'affluenza di molti ed importanti lavori, lo Stabilimento lo ingrandì di tanto che già nel 1863 era divenuto un cantiere dei più vasti ed importanti. Ed infatti tal è, avvegnacchè esso misuri in lunghezza kl; fter 9), ed ìli larghezza klaflcr 104. I suoi scali sono naturali e quali un si potrebbero desiderare migliori. Havvi un edilìzio amplissimo, ton locale pel disegno, ed una spaziosa sala pel tracciamento dei natigli in grandezza naturale, ed inoltre tre officine, di cui una pei febbri ferrai, con un maglio a vapore, un'altra pei falegnami da Bollile, con due seghe, puro a vapore, e la terza pei vari meccanismi, nella quale una macchina, della forza di 16 cavalli, mette in movimento meglio di 16 apparati, con seghe circolari, pialle a coltello ed a cilindro, trapani, torni, masohioviti, forbici, ecc. ecc. Oltre di ciò possiede due molinelli locomobili a vapore, due se-jhe anch'esse a vapore, una locomobile e l'altra stabile, un tubo jrande con caldaja per mettervi alla pressione del vapore il legname (renderlo duttile, nonché diversi altri meccanismi amano. La sua superficie è tutta intersecata di strade ferrate, pél facile (sollecito trasporto, da un punto all'altro del cantiere, di legnami, uateriali ed attrezzi, occorrenti alle varie operazioni. Al presente trovasi in costruzione un vasto Dock in pietra, nel quale lavorano più di 400 operaj, e vengano impiegale due pompe idrauliche e due grandi gru locomobili, sopra ognuna delle quali a-{iscono due molinelli a vapore. Si erige ancora un'altra officina pei meccanismi che rendonsi necessari alla costruzione di navigli in faro. Anzi nno di questi se ne sta ora costruendo, eh'è una cornetta da guerra pel Governo egiziano. Nel cantiere si costruiscono e si raddobbano navigli di ogni specie e di qualunque dimensione e portata, sì mercantili che di guerra, e vengono intrapresi pure altri lavori in legno di qualsiasi specie. Il numero degli operaj, che in medio vengono giornalmente occupati, è di 600 circa, i quali formano un corpo a sè. Di questi la maggior parte appartengono ài comune di Muggia * ad altre città della provincia. E gui giova osservare che la Direzione del «autiere si diede sempre la cura di allevare nelle diverse arti, che vi si esercitano, molti giovani di Muggia, in maniera che non pochi di essi sono «ià divenuti artieri valenti, e molti altri lo diverranno. Anche al presente si trovano a questo scopo occupati più di cento ragazzi ; e così mentre la Direzione si va assicurando un numero determinato di artieri, porge a molti e molti i mezzi «lìonorata sussistenza. La Direzione è sostenuta dal 'Signor Edoardo Strudtlnflf, uno dei proprietari dello Stabilimento, e uno dei più abili ed esperti ingegneri navali del giorno. E che ciò sia vero, i navigli che escono da questo cantiere ne danno la prova la più luminosa. Anzi a tutta ragione può dirsi, eh' ei fu quegli che riformò la costruzione dei navigli in generale,facendo che alla solidità si accoppiasse l'eleganza Me forme. N. Montona, decembre. (m. p.) Gli articoli utili e buoni si avvicendano sul nostro giornaletto la Provincia, e sia che trattino di agricoltura o commercio, di edilizia, educazione od altro che alla nostra bella penisola si riferisca, piacciono tutti, perchè scritti con quella patriottica carità che è dote dei nostri comprovinciali, i quali sanno portar sempre alta la fronte e serbare sereno l'animo, anche di mezzo alle contrarietà, che loro piovono incessantemente addosso. Ma la mente de'«ostri scrittori nou è rivolta tanto a dilettare quanto ad ammaestrare e correggere, e a promuovere, per quanto si può, tutte quelle migliorie, le quali, nel campo morale ed economico, Tendonsi necessarie per risollevare lo spirito naturalmente svegliato del nostro popolo, ingentilirne l'animo, e renderlo degno lammo da un' epoca dolorosa. Vero è che in questi primi anni della nostra rigenerazione si attese gagliardamente a riguadagnare il tempo perduto; ma se ciò potè farci progredire di qualche passo in confronto a voialtri, non bastò tuttavia a metterci a livello colle nazioni estere. Ed è ciò appunto che noi vogliamo conseguire. Premetto una osservazione. Noi del regno possediamo una legge sulla istruzione publica, che dal nome del ministro, che la firmò, nel 4859, l'attuale presidente del Senato, si dice legge Casati, e che in un celebre rapporto presentato due anni fa a Napoleone III dal ministro dell' istruzione pubblica Duruy sullo stato comparativo dell' istruzione elementare nelle varie nazioni d'Europa, fu riconosciuta per questa parte come una delle migliori. Per essa l'istruzione elementare è dichiarala obligatoria, ogni commune deve stipendiare un maestro, il maestro non può avere uno stipendio minore di 500 lire. Ma voi sapete come la va colle leggi; si fanno, e poi di rado ci si pon mano. Per questo iato tulio il mondo è paese, e se io voles- si farvi un'elenco dei maestri, che hanno meno di 500 lire di stipendio, un'altro dei communi, che non hanno maestro, e un terzo dei fanciulli, che non frequentano la scuola, malgrado le tre esplicite disposizioni di legge da me citate, potrei farvi una interminabile litania. Per questo motivo adunque, e perchè da noi si comincia un pò alla volta a capire che non bisogna «spettarsi tutto dal Governo, e clie ottimo dei Governi è quello, che meno governa, si vennero qua e là formando delle associazioni intese ad appoggiare e stimolare l'azione governativa nella diffusione della pub-Mica istruzione. A ciò contribuirono non poco i risultati del censimento operato il 31 Dicembre 1861 e pubblicati nel 1864, da cui risultò che nel regno, il quale allora contava 22 milioni scarsi d'abitanti, no-(eravansi 17 milioni d' analfabeti. Nuovo esempio co-lesto della utilità e moralità delle statistiche. Per venire dunque a noi, il Comitato Provinciale li Como, di cui parlò il vostro corrispondente dal Monte Maggiore, non è che una diramazione o figliale del-' Associazione. Nazionale per V istruzione popolare in Mia, uscita nel 1864 dal seno del terzo Congresso fedagogico Italiano, il cui scopo venne chiaramente lelimitato nel brevissimo Statuto votato nelle sedute lei 23 e 24 Marzo di quell'anno. «L'Associazione Nazionale, vi è detto all'art. 1°, ha per iscopo di promuovere l'istruzione nella campagna coli'elargire sussidj alli asili infantili, col fornire alle scuole primarie le suppellettili scolastiche necessarie ed alli alunni i libri occorrenti, col diffondere buoni libri I elementari da distribuirsi gratuitamente o al min mo iprezzo, e coli' incoraggiare mediante premj e sov-j ivenzioni i maestri più diligenti ed idonei. » E all'art. * era stabilito che l'associazione sarebbe rappresew-( ila da tanti Comitati autonomi, quante sono le prolude italiane. Il Comitato provinciale di Como è appunto una j lì cotesto diramazioni dell' Associazione Nazionale, e diche di esso (èce ceuno il voslro corrispondente, e «fatto esso è uno di quelli, che diedero migliori ri-Éamenti, permeitele che vi discorra specialmente di li. Suppergiù v'avrò in tal modo dato uno specimen i iclie dei rimanenti Comitali, che sorsero sulle mede-ime basi. 11 Comitato si costituì un'anno dopo l'Associarne, e volò il suo Statuto, che è alquanto più preciso più largo di quello della Nazionale, quantunque rac-«Ito in 52 brevi articoletli. Noto ciò, perchè in cote-e istituzioni, che hanno uno scopo pratico e imme- I iato, la precisione e concisione non è mai soverchia. Comitato adunque dichiara all'art. 1° del suo Stalo che estenderà il proprio operato ai Communi ru- |i della Provincia di Como allo scopo di promuove- II e sussidiare la istituzione di scuole infantili gratui- tt te, di fornire alle scuole primarie, e specialmente a 1-le serali e festive, le suppellettili scolastiche necessarie e i libri occorrenti alli alunni, che non sono in grado di provederli, di diffondere buoni libri d'istruzione popolare da distribuirsi gratuitamente o al minimo prezzo, di incoraggiare mediante premj e sussidj i maestri dell' uno e dell' altro sesso più diligenti ed idonei. All' ari. A° è stabilito che il Comitato col mezzo della propria rappresentanza verifica i bisogni, che possono avere le scuole rurali, e all' uopo si tiene in corrispondenza coi Sindaci e coi delegali scolastici d' ogni Commune, colli Ispettori scolastici di Circondario e con quello della Provincia, colla rappresentanza dei promotori delli asili e delle scuole infantili e serali, in una parola con tutti quelli, ei e possono sussidiarlo nell'ope-pera sua e trarne vantaggio. La rappresentanza del Comitato è poi dall'art. 5° autorizzata a delegare persone di propria fiducia per avere da queste informazioni od ajuto. L'art. 10° stabilisce che i fondi necessari per promuovere l'azione filantropica del Comitato sono messi insieme dal prodotto di azioni di una lira per ciascuna azione, e dalle oblazioni eventuali di danaro, libri, stampe e suppellettili scolastiche d'ogni genere. Li articoli successivi dispongono il livido di formazione della Rappresentanza, la quale è elettiva, e non si scosta in ciò dalle norme generalmente seguile. E un' ordinamento ben semplice, non è vero? Ebbene, io posso confermare quanto narrò il vostro corrispondente e assicurarvi che i risultati dell'azione del Comitato furono sorprendenti. Non vi dirò delle lire due mila di sussidio accordategli dal Ministero, nè del concorso valido, che gli prestò la Deputazione provinciale, perchè ciò non tornerebbe al caso; ma vi dirò invece che esso raccolse circa tremila azioni, tulle nella Provincia di Como, che distribuì quindi moltissimi libri d'istruzione, carta da scrivere, penne, lapis etc. che trascelse alcuni Ira i migliori maestri e li premiò pubicamente a Como in occasione della Festa Nazionale; per cui un fervore nuovo di insegnare e d'apprendere si diffuse ora in quella alpestre provincia, che nella scala delli analfabeti teneva uno dei posti più bassi. E se, come tutto fa sperare, 1' opera del Comitato continuerà alcuni anni ancora, esso potrà gloriarsi d'aver riconquistato un volgo, che prima era preda della ignoranza, e, peggio ancora, della superstizione: perocché quando un' uomo sa leggere, esso è nostro, è un proselite alla religione del progresso. Dovrei ora parlarvi dell' associazione per la fondazione delli Asili rurali istituita a Firenze l'anno scorso ad opera del benemerito Ottavio Gigli; ma siccome so che egli è uno de' vostri collaboratori non va' falciare nel suo campo, e iascierò che egli stesso ve ne parli assai più competentemente di me. Piuttosto vi c- sporrò quanto si fece per la istituzione delle Biblioteche Popolari, che sono il complemento naturale della istruzione elementare. Ma di queste permettetemi, che mi riservi a parlare nella prossima mia. E quando v'avrò riassunto, nel modo più chiaro che mi sarà possibile, anche l'ordinamento di quest'altra istituzione, consentirete che io vi ripeta il celebre verso : «Messo t'ho innanzi: ormai per te li ciba,» e che aggiunga del mio: « a buon'inlenditor poche parole. » _____ 'l'jftp .;>. .• 9 o • BIBLIOGRAFIA. ALMANACCHI. Teniamo la parola data in allro vostro nu- , mero e annunciamo la publicazione testé avvenuta dell' Almanacco igienico del prof: Mantegazza. Anzi che trattare però soltanto dell'igiene delli organi del respiro, come noi, sulla fede di un'avviso dell'editore Brigola, avevamo detto, ib prof. Mantegazza estese le suo dissertazioni anche alla circolazione del sangue, che colla respi-Ea/ione ha tanta connessione, e intitolò il suo trattatello igiene del sangue. A chi ha conoscenza dei due precedenti volumetti, i quali discorrono dell'igiene della cucina e dell'igiene della casa, sarà inutile dire che anche in questo il Mantegazza adopera modi piani e famigliari non disgiunti da una spontanea vivezza di stilu, per modo che la lettura di esso riesce facile e gradita insieme anche alle menti meno dimestiche collo studio e colla meditazione. Nèci sembra necessario il dimostrare la utilità, che tutti possono cavare da cotesto libro. Pur troppo, anche in fatto d'igiene corrono ancora fin tra le persone colte pregiudizj moltissimi, i quali non solamente souo vergognosi in un tempo, in cui non è più lecito ignorare almeno i rudimenti di una scienza, che, come la fisiologia, tanto ci interessa, ma souo altresì dannosi, prima che ad altri, a noi medesimi. 11 Mantegazza avverte opportunamente che non v'ha nazione. la quale possa diventar grande, se prima non sa essere sana, e eolle tavole statistiche alla mano ci mostra come anche in ciò la nii/ione italiana sia di molto scaduta iu confronto alle altre. Mente sana in corpo sano, secondo queir antico savio, forma la principale felicità dell'uomo ; ma come potremo noi badare ad erudire la mente, se il corpo è fiacco, il sangue corrotto, le forze tutte inadeguate ? I precetti, che il Mantegazza suggerisce, sono pochi, chiari, facili; eppure, a seguirli esattamente, in pochi anni noi avremmo rigenerato noi stessi, e ci saremmo posti in grado di tendere a quel posto tra le nazioni, che ripetiamo sempre competerci per diritto, ma che in fatto non compete se non a chi sa meritarselo. Noi non insistiamo maggiormente: questo libriccino, il cui prezzo è accessibile a ogni fortuna, può dilettare e istruire, e noi vorremmo vederlo copiosamente diffuso tra i nostri concittadini. Non crediamo uscire dal campo, che oi siamo assegnati, richiamando l'attenzione dei nostri lettori sopra una edizione dell' Inferno, di l'tante ci te si sta facendo a Milano dall'editore Sonzogno. Edizioni di Dante ve n' ha a milliaja, chi non lo sa? e non è culla persona, la quale tra Lsuoi libri non assegni alla Comedia il posto d'onore. Ma appunto questa venerazione, che da ognuno si tributa al sommo nostro poeta nazionale, ci assicura ohe questo cenno non sarà forse inutile. E noto che due o tre anni fa-un- editore di Parigi die' fuori una splendida edizione dell' Inferno in folio con illustrazioni composte da quell'imaginoso pittore, che è Gustavo Dorè, e accuratissimamente incise in legno. Il volume riccamente legato riuscì una meraviglia d'arte; ma il prezzo naturalmente assai alto (cento franchi, se non erriamo) Io rendeva accessibile a pochissimi. Ora il Sonzogno acquistò la proprietà delle incisioni riprodotte colla galvanoplastica (clichès) e imprese la publicazione dell' Inferno nello stesso formato. La carta è assai bella e grande, i tipi nuovi e le riproduzioni delle incisioni riescono molto bene. Al testo sono unite delle brevi annotazioni compilate dal Camerini, dantofilo di gri-, do. Quello però, che vuoisi specialmente notare, si è la singolare mitezza del prezzo, per cui questa edizione dell' Inferno non viene a costare che 12 lire, o, per chi voglia prendere i fogli via \ia, elio escono, quindici centesimi al foglio, e saranno in complesso 75 fogli. A questo modo anche coloro, i quali non possono o non vogliono spender molto, sono posti in grado di acquistare un libro, che è insieme un'opera d'arte e un monumento di venerazione a Dante. Il Sonzogno promette poi di dar mano alla publicazione del Purgatorio e del Paradiso, a' cui disegni sta ora lavorando il Dorè, tosto che avrà finito l'Inferno, il quale è ora al Canto quinto. Noi raccomandiamo specialmente ai giovani quest'opera; essi, che probabilmente cominciano ora la lettura del divino poeta, gradiranno di possederne una elegante edizione e daranno cosi saggio di quell'affetto, che certamente nutrono per lui, il quale costituì; sce la più grande, la più pura, la più indiscussa gloria nazionale, cui li stessi stranieri tributano omaggio di studj, e in cui veramen te sentiamo tutti rivivere e invigorirsi il legame nazionale, chi forma delle nostre varie provincie una sola famiglia. y- GIOVAMI BATTISTA PODESTÀ 0 PODESTÀ. Fu distinto Orientalista, insliluito in Roma dal reputalissirno Marani. Visse in Costantinopoli, poi in Vienna, segretario interprete di Imp. Leopoldo Ij nel 1 Ci 4,. creala cattedra di lingue orientali, ebbe la professura. Tradusse dal turco un Cronico d quelli imperatori in italiano, latino, tedesco, una grammatica arabica,, persica, turcica: cose tutte da te alle stampe. Nella biblioteca imperiale in Vienna è custodita una sua opera manoscritta. Questo Orientalista sarebbe nato in Fasana d Pola, in tempo ignoto,, siccome ignoto è l'anno d sua morte. Si desiderano indicazioni sulla persona e sull famiglia da cui è uscito, la quale non figura Ira le esistenti di Fasana e di Galesauo». G. tf.