ORGANO DELL'UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI MARTEDÌ’, 14 DICEMBRE 3954 Anno VII. — N° 377 Redazione e Amministrazione: CAPODISTRIA Via Santor’o 26 - tei. 12$ Retribuzioni La scorsa settimana si è riunito a Capodistna il Plenum del Consiglio sindacale distrettuale che ha discusso a fondo la delicata e complessa materia delle retribuzioni in base al rendimento sul lavoro, prestato da ogni singolo. E' stato constatato ad unanimità che fattuale sistema non è sufficiente-mente elastico e, di conseguenza non agisce stiniulativamente sulla produttività del singolo e su quella collettiva. Di conseguenza, di fronte ai nostri collettivi di lavoro si pone una serie di compiti. Si tratta in primo luogo della possibmta da remtroaurre nelle aziende il lavoro a norma, a cottimo a a contratto e rompere quella equiparazione nelle retribuzioni che non corrispondeva nè a un’analoga equiparazione nel ren dimento del lavoro, nè ai principi socialisti di retribuzione. Indipendentemente poi dall introduzione delle norme e dalle difficoltà esistenti nella distribuzione del fondo paghe, i collettivi di lavoro dovrebbero studiare le modalità per introdurre un sistema di retribuzione a premio per gli organizzatori della produzione, affinchè i loro proventi, come nel passato è avvenuto, non siano al disotto di quelli percepiti dà numerosi operai. Naturamele ciò dipenderà anche dagli stessi organizzatori, dalla loro capacità di organizzare il processo produttivo in modo tale che effettivamente dia un maggiore cumulo di prodotti sia per quantità che per qualità offra in questo modo all’azienda » mezzi finanziari necessari per il fondo premi. Uno degli elementi principali che s’inseriscono in tutta la questione riguardante l’aumento della produzione, è senza dubbio la questione delle retribuzioni in base al rendimento, la cui introduzione incontra qualche resistenza da parte dei quadri tecnici, mentre viene accolta con soddisfazione dalle maestranze come ha causato a suo tempo la loro disapprovazione 1 e-liminazione delle stesse. Naturalmente una maggiore o minore soddisfazione delle maestranze e, di conseguenza, un maggiore o mino re loro rendimento dipenderanno dal come viene impostata tutta l’organizzazione del pagamento del lavoro in base a norma o agli altri sistemi di pagamento in base al rendimento. Perciò il Plenum sindacale ha deciso ad unanimità di consigliare alle aziende la costituzione di uffici per le norme e l'organizzazione del lavoro nei quali dovrebbero entrare i più esperti tecnici e lavoratori specializzati come anche qualche impiegato della direzione tecnica. Compito di questi uffici sarebbe di studiare tutta la materia riguardante l’introduzione dells norme e l’organizzazione del lavoro, materia che, dopo attento esame e approfondita elaborazione, dovrebbe essere sottoposta all’approvazione dei collettivi di lavoro. Nell’elaborare tale materia, i collettivi di lavoro dovranno pun tare la loro attenzione sul fatto che solo le norme poste su basi reali e con un’adeguata organizzazione del processo produttivo, possono dare i risultati che si attendono. Per quanto riguarda invece i lavoratori essi graniscono questo sistema poiché sanno, per esperienza, che oltre a contribuire maggiormente al benessere collettivo, possono migliorare le proprie condizioni finanziarie. Il piano sociale 1955, con la disposizione per cui i mezzi finanziari corrisposti come paghe in base al regolamento tariffario e in base al rendimento sul lavoro vengono detratti dalle entrate generali soggette ad imposta, fa cadere lulti-mo motivo di resistenza all’intro duzione dei nuovi sistemi. * Il La polemica costituzionale alle spalle di Pantalone E’ in corso in Italia una -polemica politico-gionnalistica che sarebbe interessante se i polemisti non polemizzassero, in fondo, sulle spalle del classico Pantalone che è poi il proletariato italiano. Come i lettori a-vranno già capito, intendiamo riferirci alla polemica sorta dalle misure ohe il governo deH’onorevole Sceil-ba ha dichiarato di voleT attuare pei «riportare alla legalità il P. C. I.» e dalle affermazioni dei dirigenti de] citato P. C. I. di voler «far rientrare nella legalità costituzionale il governo dell’onorevole Sceiba». E’ ovvio che non intendiamo mettere il naso negli affari interni di un altro paese e che —- in definitiva — la questione della «difesa della democrazia», oui si appellano le due parti in causa è di assoluta competenza del popolo italiano al disopra delle fazioni e delle frazioni. Ciononostante tale polemica ha assiunto aspetti che noi — come osservatori politici e come socialisti — non possiamo ignorare. Non perchè il fatto in questione accade in Italia ma, molto più semplicemente', perchè accade. Premettiamo che nessuno può far colpa al lupo se, seguendo la sua natura, è portato a fare propria riserva di caccia gli ovili siti nella sua giurisdizione. Se colpa vi è', in un caso del genere, essa va ricercata nei pastori che espongono gli ovili, alle naturali brame del lupo. Uscendo di metafora, diremo che non ce la sentiamo di far colpa alla borghesia —• di qualsiasi paese essa sia —- di servirsi di tutti i pretesti per imbrigliare ogni inizativa ed ogni azione che possa aver carattere classista antiborghese. Come non le possiamo -dar torto se cerca disperatamente di restare attaccata a quel potere politico che le è garanzia di dominio economico e sociale. In questo campo, strettamente classista, la polemica sulla «democrazia» ha un puro valore di forma. Avvenga essa in Italia od altrove. Le. rpi-sure annunciate dall’onorevole Sceiba sono antidemocratiche e anche l’azione politico-organizzativa de! P. C. I. sarà antidemocratica. Ma nè da un lato nè da l’altro è questione di «democrazia senza aggettivi» la cui esistenza è d’altronde molto dubbia nella società borghese. Come socialisti oi appare troppo chiaro il fine delle misure discriminatorie, annunciate dal governo italiano, per non condannarle come un errore storico e come un tentativo di fermare, oon misure amministrative, il cammino della storia. Anche se la borghesia italiana protesta di ■non aver fini classisti, ma solo legalitari e moralizzatori. Sappiamo il valore di questi termini nella prassi politica borghese. Però, ripetiamo, siamo troppo marxisti iper voleT rimproverare alla borghesia di agire nel quadro della propria difesa di classe o per versare lacrime inutili sulle discriminazioni che partono dal Viminale, in quanto sappiamo che esse sono frutto di una situazione e di un rapporto di forze creatosi lentamente dal 1945 ad oggi. Come marxisti, dobbiamo perciò cercare, obiettivamente, di esaminare come tal situazione e tale rapporto di forze si sono creati. Senza gridare al lupo e senza maramaldeggiare per il fatto che da anni denunciamo i pericoli che per il proletariato italiano, sono insiti nella politica di subordinazione del P.C.I. ad una linea di condotta che, fino a prova contraria’, è dettata da interessi estranei a quelli del popolo italiano, invece di scaturire dai suoi bisogni sociali e dalle sue aspirazioni. Chi ha offerto il pretesto all’av-versario di classe, dopo avergli dato la forza di servirsi -di tutti i pre- testi? Indubbiamente i dirigenti del P.C.I. che dal 1945 ebbero una sola coerenza politica: quella di accettare sempre gli ordini dalla stessa fonte. Con il risultato di svirilizzare prima, socialmente, la resistenza e il movimento partigiano e di dar vita poi ad un partito elefantiaco di iscritti passivizzati e di funzionari onnipotenti nei confronti delia base, che cercavano e cercano le fonti finanziarie dei loro stipendi non negli iscritti passivizzati, ma in traffici e monopoli più o meno commerciali. Oggi la borghesia italiana si impadronisce dei fatti ed accusa. I lavoratori, coscienti che le loro lotte politiche e sindacali sono state troppo spesso subordinate alle necessità ed alle «tattiche» di una potenza straniera (anche se essa si chiama Urss) restano -perplessi e mancano dell’energia sufficente per difendere il partito in quanto non si identificano con esso. La borghesia denuncia la danza dei miliardi delle casse del P.C.I. e la classe operaia — cosciente di una parte di verità per gli esempi burocratici di ogni giorno nella vita anche finanziaria del partito — si guarda attorno sbalordita e demoralizzata e, forse, non si avvede ohe le «misure» mirano anche, se non sopra-tutto, a distruggere le cooperative operaie e conta-dine ed a oolpire —■ nelle sedi e nella libertà di movimento — -le stesse organizzazioni sindacali classiste, estro-messe dalle trattative di importanti v-ertenze, come furono quelle per il conglobamento dei salari nell’indu-stria e come è quella de-gli statali che concede adeguamenti di stipendi, ma vincola politicamente i dipendenti dello stato, negando loro il diritto al proprio pensiero, ed azione, di classe. A -tanto hanno condotto gli errori di coloro che dirigono il partito che fù di Antonio Gramsci e del proletariato italiano. Ma la classe operaia', come il marxismo insegna, ha in se la forza di risollevarsi attraverso la chiarificazione classista che sempre sorge dall’attacco dell’avversario e dagli errori dei propri dirigenti del momento. Solo sotto questo punto di vista chi arif icatore la polemica in corso in Italia sulla «democrazia» può avere — deve -avere — un aspetto positivo. Se -non lo avesse, la vittoria della conservazione sociale non potrebbe restare senza effetti politici pericolosi. Il viaggio del Presidente della Repubblica in India Non la terza forza ma scambi di opinioni Il soddisfacente risultato della missione di Martinelli a Belgrado Man mano che ila «Galeb», sulla quale viaggia il Presidente Tito, sì avvicina alla costa indiana, la stampa intemazionale va riprendendo con maggior intensità l’ar gomento -rappresentato da questa visita. Una parte dei giornali occi-.dentali, nonostante ohe a Belgrado fossero state 'dette più volte parole chiare in merito, riprende il tema, secondo cui questa visita andrebbe inquadrata nei presunti tentativi jugoslavi -e indiani d-i creare n-e-i mondo una -terza forza, con funzioni non b-e-n i dentificate tra il blocco d-i forze, chiamiamolo moderato, ma sempre un blocco contro la cui creazione più volte si è espresso il compagno Tito. U nostro Presidente ha infatti dichiarato che i blocchi so-no destinati inevitabilmente a creare delie fortezze chiuse -di nazioni e a impedire i contatti diretti più elastici, basati sui reciproci interessi particolari e quelli più generali della pace nei mondo, fra le diverse nazioni. Quindi -la visita del Maresciallo Tito all’India e alla Birmania, come -anche il suo progettato incontro con il premier < giziana Nasser. vfnn-o inquad aiì in quella serie dì contati ohe teindo-no ad approfondire l’amicizia e la collabo-razione del nostro paese con le diverse nazioni del globo e a stabi-bi'.ire contatti di. 'tt; ad alto li vello tra gli uom ni di governo, contatti che, tramite uno scambio dj idee, possono -dare fruttuosi risultati nel campo- de-lla politica internazionale e, -di conseguenza, nella salvaguardia del-la pace nel mondo. Quanto questi contattai diretti possono dimostrarsi utili, lo vediamo dalle -recenti conversazioni e visite di personalità italiane a Belgrado. La delegazione Rìccio ha virtualmente concluso i p-ropri lavori che vertevano sulle pendenze finanziarie tra i -due paesi, risultanti dai danni d;i guerra, dalla nazionalizzazione -dei beni italiani in Jugoslavia e dalla differenza pas- siva jugoslava nella bilancia dei pagamenti esteri con l’Italia. I risultati di questi 'lavori si esprimono in forniture per -un valore di 30 milioni -di dollari che l’Italia invierà alla Jugoslavia quale differenza tra l’ammontare delle riparazioni di guerra italiane (125 milioni di -dollari) e le varie voci passive jugoslave nei confronti del-1 Ttalda. Risultati soddisfacenti, diremo quasi, 'insperati, e ohe dimostrano la reciproca buona volontà, sono stati conseguiti nelle conversazioni che hanno -avuto -luogo a Belgrado tra li ministro del commercio estero italiano onorevole Martinelli e i dirigenti economici del nostro paese, e che vertevano su tutte le questioni economiche riguardanti i’Italia e la Jugoslavia. Tali conversazioni hanno gettato le basi pe la stipulazione di un nuovo accordo commerciale che verrà tra breve trattato a Belgrado da una delegazione capeggiata dal segretario al ministero per il commercio estero, dottor Sto-roni e che, probabilmente, verrà firmato a Roma alla presenza di un membro de-1 Consiglio esecutivo federale che si presume -sarà il compagno Karabegović. Particolare gradimento ha incontrato nei nostri ambienti economici la dichiarazione dell’onorevole Martinelli secondo -cui l’Italia è disposta a concedere alla Jugoslavia crediti a il-unga scadenza per aiutarla nei suoi sforzi di rinascita economica. Ma ciò che sopratu-tto va -messo con soddisfazione in rilievo è il fatto- che sono bastati due giorni dj contatti .diretti per spianare la strada alla soluzione di problemi che parevano insolubili e che, nella ricerca delle possibilità di soluzione, sia -Luna che l’altra parte abbiano fatto tutto il possibile. A Udine, a Lubiana e a Roma continuano intanto i lavori delle commissioni per il traffico di confine, per la delimitazione della linea dì frontiera e per i problemi del-le minoranze nazionali. I lavori della prima commissione sono stati aggiornati ai 18 dicembre, per dare alle due parti -la possibilità di studiare le reciproche proposte e di avvicinare i due punti di vista. 11 piano sociale 1955 al vaglio dell’Assemblea Venerdì si è iniziata dinanzi al Comitato per l’eooinarnia dell’assemblea federale la discussione sul programma economico per l’anno futuro. Si tratta di alcune variazioni, anche sostanziali, allo schema del piano sociale 1955 elaborato nel primo semestre dell’anno in corso, variazioni motivate — come ha detto il relatore Osman Karabegović — dalla mancata rea-lizzazicme nel secondo semestre di quest’anno di alcuni preventivi fondamentali sui quali lo schema di piano sociale si -basava. Fra questi preventivi va in primo luogo annoverato lo scarso raccolto La missione di De Gaulle nei confronti di Mosca Mantene irei Herr d nel fpoco orientale per ev itai e so ni raffreddamento Mendes-France non intende compromettere il ponte tra Parigi e Mosca L’ambasciatore sovietico a Parigi si è_ recato in visita del generale De Gaulle nella sua residenza di Colombey les deux Eglises. In considerazione di ciò che De Gualle era e della sua attuale posizio-ne. «passiva» nella vita politica francese, tale visita è stata accolta come qualcosa di sensazionale. Si presume che tale visita sia stata fatta in seguito a domanda dell’ambasciatore sovietico e in base a preoisi ordini ricevuti da Mosca. Se De Gaulle avesse desiderato un simile incontro, egli .sarebbe stato certamente invitato all’ambasciata sovietica. Può darsi anche che le due parti si siano accordate, attraverso un me- STILE INCONFONDIBILE «Il sindaco Rebecchini è andato, manco a dirlo, anche a Trieste ove gente oon oui scambiare quattro chiacchere specie nella giornata del quattro novembre non mancala davvero. Uomini, donne, belle ragazze, bersaglieri. Ma Rebecchini indovinate chi è andato a pescare per compiere «un gesto simpatico» — come afferma il giornale tiitino che si stampa in italiano perchè altrimenti nessuno lo capirebbe — a Capodistria r Il consigliere del fronte popolare triestino, compagno Jore (sic!) Dekleva. Sapete chi è costui? Uno dei più accaniti esponenti in terra italiana di quello slaviSmo che ha per fine supremo della sua battaglia politica ricacciare a mare i nostri soldati. I triestini conoscono molto bene certa gente fin dalle tremende giornate del 1945 (s’informi, Rebecchini) che videro le stragi più efferate ad opera degli slavi rimasti padroni della situazione per compiacente concessione alleata: si può dunque immaginare quale impressione abbia prodotto il «gesto» del sindaco di Roma che ha parlato al compagno Dekleva in lingua serbo-croata «su sua proposta» e che si è dichiarato lieto di usarla tutte le volte che gli si presentì l’occasione... Il sindaco di Roma ha dimostrato di saper parlare una lingua malnota: ha fatto gli onori di casa e si è procacciata una lode dai peggiori nemici del nostro Paese. (In questo caso dai «giornale tifino che si stampa in italiano a Capodistria» n. d. r.). Bravo! Non è il caso di approfondire, anzi diremo ohe basta la mossa.» (Da «lì Secolo d'Italia» del 21 novembre scorso). Leggendo questo saggio dello stile del littorio, che ha fruttato all Italia l’impero, non solo se ne deduce che il sindaco Bartpli — rifiutando sdegnosamente V uso di quella lingua, da lui definita Mau Mau, — si è dimostrato di gran lunga più italiano del suo maggior collega di Roma, ma anche che quanto è successo in Italia e nel mondo dal 25 luglio 1943 ad oggi non è servito neppure a far cambiare frasario e aggettivazione ai pennivori fascisti. Infatti il citato saggio per nulla si differenzia nello stile da quello inconfondibile usato nella fatidica era prima da «Cremona Nuova» e poi dai «Regime fascista» del «ducino» os • sia di Farinacci. — D’altronde questo fatto può meravigliare fino a un certo punto quando, attraverso i microfoni della R.A.I., echeggia pure oggi, col caratteristico tono prosopopeico del gerarca fascista, la voce di quell’avv. Francesco Carnielutti che, per meglio figurare nei processi e vincere le «cause dei milioni», si era associato al camerata Roberto Farinacci che, grazie ai manganelli delle sue squadracce, non solo raggiunse la laurea in pandette e dir it to, ma anche grande fama forense, facendo trionfare la ingiustizia nelle ; aule della «giustizia». DEGNI RAPPRESENTANTI «fi consiglio nazionale dell’ Associazione nazionale per la Venezia Giulia e la Dalmazia ha eletta suo presidente il comandante Libero Sauro, figlio del martire capodistria no, e vicepresidenti il dott. Bruno Co-ceani e law. Giuseppe Ziliotto. La nuova presidenza è stata ricevuta dal ministro Martino» (Dal «Corriere della Sera» del 7 corr.). Il fatto che la precitata associazione abbia eletto alla sua presidenza simili elementi, per noi nulla rappresenta di imprevisto e straordinario. Infatti Libero Sauro, che. ora ama adornarsi dell’aureola patema, non solo indossò la divisa di seniors delle brigate nere al soldo del tedesco invasore ed occupatore della propria terra, ma, come già ricordato su queste colonne, spinse tant’oltre il suo zelo nell’arruolare i suoi concittadini istriani nelle formazioni hitleriane per la difesa detto «Adria-tisches Küstenland», da finire a colpi di mitra i giovani che si sottraevano a quel reclutamento. Anche il suo camerata Bruno Coceani ha acquistato particolari meriti sia verso Mussolini — insegnando dalla cattedra e pubblicando lezioni di mistica fascista sulla «Porta orienta e» e altre riviste del littorio — che verso Hitler, assolvendo con lealtà le funzioni di prefetto di Trieste capitale dello «Adriatisches Küstenland». Viceversa risulta per noi incomprensibile come possa conciliarsi e risultare in armonia col nuovo clima — che dovrebbe foimarsi con il raggiungimento degli accordi previsti ed at tesi dal Memorandum d’intesa parafato a Londra il 5 ottobre u. s. — il fatto che tali elementi vengano ricevuti in forma ufficiale e in sonili vesti dal Ministro degli Esteri di Roma. Va ricordato, a tale proposito, che financo Mussolini aveva disctol-to e messi al bando i volontari in fazzoletto azzurro, con le tre bocche, della Dalmazia. diatore, di fissare la località del loro incontro in Colombey, residenza di De Gaulle, indipendentemente da chi è partita la iniziativa dell’incontro stesso. Se Mosca è interessata e se i suoi scopi sono più importanti della forma, effettuando rincontro a Colombey, può darsi che abbia voluto in tal modo mascherare la eventuale iniziativa dello stesso De Gaulle. Non è escluso nemmeno che questo sia l’inizio della realizzazione di un idea dello stesso premier francese, Mendès France! Circa due mesi fa a Parigi si parlava di un incontro fra Mendès France e De Gaulle. In tale occasione il settimanale parigino «Aux Ecoutes» ha riportato un servizio dal titolo in prima pagina: «Andrà De Gaulle Mosca?». Allora De Gaulle accolse cordialmente Mendès-France nella sua residenza parigina. L’attuale presidente del governo avrà provato di certo sensazioni strane trovandosi davanti all’autonitarip generale, ex capo della resistenza ed ex capo dello stato francese, che per un certo periodo è stato suo superiore a Londra e ad Algeri e dal quale si è separato per diversità di vedute sui problemi economico-finanziari. Anche se alcuni degollisti collaborano con Mendès-France lo stesso De Gaullò mai si è espresso pubblicamente sull’attività e sul governo di Mendès-France. In questo incontro De Gaulle per la prima volta, magari dall’alto, ha dato un riconoscimento a Mendès-France. Secondo alcune indiscrezioni De Gaulle avrebbe dichiarato a Mendès-France: «Non ho nulla da obiettare. Avete liberato la Francia da alcuni difficili gravami: il problema tunisino, la C.E.D., e benché abbiate dovuto accettare in u-na forma nuova il riarmo tedesco, voi riuscirete ad eludere i pericoli che per la Francia da ciò derivano. Finora avete solo liquidato, ma appena incomin-cerete a costruire, incontrerete le stesse difficoltà che ho incontrato io. Sino a che l’esecutivo non avrà, più autorità, tutti i governi e gli uomini responsabili faticheranno inutilmente.» Hanno parlato anche di politica estera e a questo proposito sembra che De Gaulle abbia detto: «Non ritenga cosa utile una conferenza a quattro^ A una simile conferenza l’America e la Russia si scontreranno nuovamente e nulla sarà conseguito. Bisogna trattare direttamente coi Russi per via diplomatica e i Russi devono sentire che si pensa seriamente e che si desidera conseguire la collaborazione. Bisogna porre domande precise e chieder« risposto altrettanto precise. Necessita porre lere chiara la domanda se desiderano o meno la limitazione degli armamenti e il controllo. Naturalmente di giorno in giorno i nostri alleati Inglesi e Americani devono essere informati di queste conversazioni». L’noto che Mendès-France mai è stato d’accordo nel concetto di continuare la guerra fredda. Le sue idee sulla collaborazione con l’Oriente gli hanno guadagnato addirittura la fama di «capitolatane». Si diceva che vuole distruggere la comunità di difesa europea solo per avvicinarsi a Mosca. La sua resistenza al riarmo tedesco veniva spiegata in modo tendenzioso, come un servizio reso alle tesi sovietiche. Piiù di recento, dopo la realizzazione degli accordi di Parigi e il suo viaggio a Washington, i dubbi su Mendès-France sono minori. A Washington, hanno accolto favorevolmsnte il suo rifiuto alla conferenza di Mosca e la sua dichiarazione che detta conferenza è inattuabile prima della ratifpa degli accordi di Parigi. In sostanza Mendès-France è per la coesistenza, ma desidera un previo consolidamento dell’Occidente e il perfezionamento degli organi sostanziali della difesa occidentale. Però . Mendès-France non vuole spingersi tanto lontano da compromettere Resistenza del ponte tra Parigi e Mosca. Perciò, De Gaulle potrebbe realmente avere qualche ruolo. Il ferro caldo non deve essere levato dal fuoco orientale con il rischio che si raffreddi ! Sui colloqui tra Vinogradov e De Gaulle qualcosa si è risaputo. La stampa parigina ha affermato che De Gaulle ha parlato all’ambasciatene sovietico sui rapporti franco-sovietici nel corso degli anni trascorsi da Yalta e Teheran in poi, sui rapporti di Stalin con la Francia in quei tempi, sul viaggio di De Gaulle a Mosca nel 1945 quando è stato firmato il patto franco-sovietico ancora in vigore. Sembra inoltre che De Gaulle abbia ribadito a Vinogradov la sua tesi del novembre 1953: «La Francia più di ogni paese è chiamata a operare attivamente per raggi ungere un ccordo con il mondo sovietico.» La posizione della Francia la si può desumere anche dal discorso tenuto dal ministro Edgard Faure allo «Americain Club» di Parigi in cui ha lodato gli accordi di Parigi e il Patto Atlantico aggiungendo però: «Ciò non deve essere per noi la linea Maginot dietro la quale ci si potrebbe chiudere in un letargo diplomatico. Ciò deve essere un mezzo vivo e fruttuoso che la Francia, in particolar modo, deve costantemente usare per diminuire, nei rapporti fra Oriente e Occidente, l’esagerata valutazione di sè stessi e l’®sag«ra* ta sfiducia nei confronti degli altri.» agricolo, inferiore del 15 %, ossia di 74 miliardi a quello del 1953. Tale fatto ha avuto la sua influenza su quasi tutti i settori deH’eoonorrda per oui il piano delle esportazioni ha dovuto subire una riduzione di circa 6 miliardi di dinari e il totale della produzione industriale essere ridotto dal 15.1 % al 14 % ned con-fronti del .precedente schema di -piano sociale. Una non indifferente facilitazione per la nostra economia è rappresentata dalla riduzione della ra-ta di pagamento dei nostri debiti nei confronti del-l’estero, sces-a da 32 miliardi di dinari annui a 20 miliardi come aveva pTeannunciato il compagno Tito a Capodistria. Con le variazioni proposte da Karabegović, gli investimenti vengono ridotti del 7 % nei oonfronti di quelli pianificati nel primo schema. La più importante variazione è quella che riguarda la distribuzione delle entrate aziendali L’utile tassabile delle aziende non verrà più stabilito detraendo la retribuzione in base a una media prestabilita dalle pa-ghe, ma detraendo le .paghe effettive, stabilite ool regolamento tariffario, più i -guadagni conseguiti con il lavoro a cottimo e a norma. E’ questa una variazione che indubbiamente susciterà un notevole aumento della produzione sia individuale che collettiva. Inoltre con la proposta di Karabegović è previsto un aumento delle entrate della popolazione, sia aumentando le retribuzioni degli operai e de-gli impiegati che riducendo di 2 miliardi le imposte degli agricoltori. Ondata di maltempo sull'Europa occidentale Fino a ieri il maltempo che si abbattè la -scorsa settimana su molte regioni di Europa non accennava a placarsi. Neve e inondazioni e tempeste non toglievano l’assedio alle località già da diversi giorni minacciate. I danni più gravi sono stati registrati in Irlanda. La città di Dublino ha registrato i-l peggiore disastro dal 1916 in poi, quando disordini antibritannici avevano appiccato un terribile incendio. Si calcola che chea seimila case siano state raggiunte dall’inondazione. La popolazione di Dublino, che si è vista costretta a sgomberare de case ,è rimasta senza viveri. Mentre erano in corso ieri i primi rifornimenti, squadre di pompieri e reparti dell’esercito provvedevano a trarre in salvo numerose persone appollaiate sui tetti degli edifici isolati daH’in-ondazione.. La piena, furtu-natamente, accennava a decrescere. Notevoli danni sono da registrarsi-anche in Inghilterra. Reparti di truppe hanno dovuto puntellare domenica in tutta fretta la diga di Fleetwood, nel Lancashire, che proteggeva resistenza di tremila persone. Inondazioni di una certa entità minacciavano la periferia di Londra. Il Tamigi in piena ha isolato diversi quartieri. Salisbury, la famosa città inglese, ha subito la peggiore inondazione registrata negli ultimi quarant’anni. Solo gli sforzi uniti dell’esercito e della popolazione hanno scongiurato vittime e danni irreparabili. Una fitta nebbia è calata su alcune regioni della Gran Bretagna. Nel porto di Southampton, per l’insufficiente visibilità, erano domenica immobilizzate parecchie navi. Il transatlantico americano «United States» aveva dovuto rimandare la partenza. I-l piroscafo italiano «Edera», cui la tempesta aveva strappato il timone, è-stato infine agganciato da un rimorchiatore al largo e oandotto in porto. Prezzo 11 din — *0 lire ABBONAMENTI : Annuo dim 420. semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in c. c. p. ★ 7 GIORNI Ascesa socialdemocratica Le elezioni, svoltesi la scorsa settimana a -Berlino, hanno -dato dei risultati veramente imprevisti. I socialdemocratici, che si consideravano battuti in partenza per una serie di motivi, hanno invece coito un’affermazione sorprendente. Ai socialdemocratici è -andato il 44% dei voti, cioè 684.646 suffragi che assicurano loro la maggioranza assoluta al Senato. I cristiano sociali hanno ottenuto 466.595 voti e i Hberal-demoorafcici 196.845. -Nessun altro dei -partiti in lizza, da quello corninformista al Blocco dei profughi, è riuscito a conquistarsi alcun seggio ai nuovo Senato. La stampa .tedesca si è sbizzarrita nei modi più diversi sud risultati di queste elezioni. I cristiano-sociali, nonostante abbiano perso la maggioranza ohe detenevano al Senato grazie alla coalizione con i liiberal-democratici, si dicono soddisfatti dei risultati avendo il loro partito acquistato altri 100 mila voti rispetto alle elezioni del 1950. In realtà essi hanno perso il predominio in senato per la grave sconfitta dei liberail-demooratici. I due partiti insieme ora non fanno più la maggioranza ai Senato. Da parte loro, i social-democratici hanno perso lo 0,7% di voti rispetto alle elezioni del 1950, ma sono usciti dall’ultima consultazione con le posizioni notevolmente consolidate, e in ultima analisi ritornano al potere. Essi si consideravano battuti in partenza, sopratutto per -la scomparsa del loro uomo -più eminente, Emest Reuter, la cui personalità mólto aveva influito sui successi del partito precedentemente. Inoltre una condizione sfavorevole era sembrata ai social-democratici lo status particolare di Berlino ( le cui autorità di .occupazione socio tu-tt’altro che propense ad appoggiarli) a tal punto da farli considerare seriamente se presentarsi o meno alile elezioni La vittoria socialdemocratica costituisce perciò un’indicazione abbastanza chiara dell’orieintamento dello elettorato berlinese sia per quanto riguarda i problemi interni della città, sia per quelli -di politica estera cui la Germania Oceidenta-le sta di fronte. Che gli elettori berlinesi abbiano dimostrato una forte maturità politica lo dimostra l’alta partecipazione alle elezioni -(92%) e più ancora la chiara disfatta di tutti i partiti estremisti, sia di sinistra che di destra. La sparizione dal teatro poètico di Berlino delle concezioni estremiste indica che l’opinione -pubblica rifugge da tutti quegli elementi che, sul piano interno e su quello intemazionale, agiscono contro il progresso e contro la -causa dalla pace e costituisce una -chiara affermazione' di quelle tendenze che si stanno -manifestando con sempre maggior forza in tutti i Paesi del mondo contro la -politica dei -blocchi e contro l’arretratezza eoonomico-sociale. L’oca seduta A Newport è stata varata sabato scorso la più grande unità da guerra del -mondo, la -portaerei a-mericana «Forrestal». Forreistal, come si ricorderà, era il Segretario americano della Marina, suicidatosi in seguito a pazzia. Egli era piantonato in un ospedale della Marina e gridava di continuo «Arrivano i russi!-». Riuscito a eludere la sorveglianza degli infermieri, Forrestal s’era gettato dalia finestra. Al varo della nuova portaerei, la prima di una serie di quattro gemelle che gli Stati Uniti intendono costruire, presenziava la vedova del-lo stesso Forrestal insieme al Capo delle operazioni navali, ammiraglio -Carney e ad altre personalità, La «Forrestal», che- è costata la non indifferente cifra di 197.869.000 dollari, stazza circa 76 mila tonnellate, carburante, aerei e munizioni compresi. La nave misura 316 metri in lunghezza e 80 in larghezza e potrebbe tenere sul ponte di decollo- contemporaneamente i transatlantici «Queen -Mary» e «Queen Elizabeth». I suoi motori, di potenza superiore ai 200 mila cavalli le sonsentono una velocità di 40 .miglia all’OTa, per mezz0 di 6 eliche del diametro di circa 6 metri e mezzo. Dalla chiglia alle cime degli alberi, raggiunge un’altezza che può calcolarsi in un edificio di 25 piani. L’alberatura è anzi pieghevole per consentire alla portaerei di passare sotto i ponti americani e inglesi. Il numero degli aerei che le nuova unità americana può trasportare non supera quello delle portaerei di 45 mila tonnellate, ma essi sono più grandi e più pesanti. Quattro catapulte si -incaricano del lancio de-gli aerei, collegàte agli hangar da altrettanti -ascensori, Nei discorsi che hanno seguito l’avvenimento si è fatto spesso il nome del Ministro suicida Forre-stai, e questo per criticare o giustificare l’idea che egli si faceva di una futura guerra. La rivalità esistente t-ra la Marina e la Aviazione sono così emerse ancora una volta. L’Aviazione, criticando il modo -di vedere di Forrestal, a cui si deve appunto l’idea di questa super-portaerei, ha fatto capire che la nave, poiché troppo grande, può essere facilmente soggetta ad attacchi nemici. I-l mastodonte avrebbe insomma poca mobilità. Di rimando, il Sottosegretario alla Marina, Thomas, si è difeso dicendo che la «Forrestal» non sarà per l’eventuale nemico attaccante una «sitting cuck», cioè un’oca seduta. Lo sviluppo industriale Buiese notizie brevi e gli investimenti nell'agricoltura Esperti economici hanno compilato uin piano preventivo per lo sviluppo economico del distretto di Buie nei prossimi cinque anni. In base a tale piano saranno investiti 6,5 miliardi di dinari, dei quali 4,450 milioni per la produzione e 2,100 milioni per lo standard di vita della popolazione. Con datti mezzi finanziari, provenienti dall’ulteriore dotazicne dei Consiglio esecutivo federale quale aiuto ai territori recentemente uniti alla R.P.P.J., si prowederà alla portata a termine della fabbrica cementi e del porto industriale di Uma-go, al potenziamento del traffico, alla costruzione di un mulino a Umago, al perfezionamento degli impianti e delle attrezzature della «Kamenolom» e alla rimessa in ef ficenza della fornace laterizi in Valle del Quieto. La realizzazione di tali obiettivi, che verranno ad aggiungersi alle 36 già esistenti aziende economiche, sorte nel dopoguerra, eleverà grandemente il potenziale economico del distretto Per farsene un’idea basterà considerare ohe prima della Lotta di liberazione non esisteva nel territorio di Buie nemmeno un’azienda di maggiori proporzioni e che, nel complesso, dalla liberazione ad oggi gli investimenti realizzati nell'economia ammontano a oltre 3 miliardi di dinari. Se già ora il reddito hazionale del distretto raggiunge i 105 mila din jn media per ogni abitante, sarà facile calcolare la cifra che sarà raggiunta al termine del piano economico sopradetto. Oltre agii obiettivi già menzio nati, il piano preventivo quinquennale pnewede la costruzione di nuovi 500 alloggi, la rieostruziorie dell’acquedotto, l’edificazione delia Casa della cultura a Umago, l’a-sfaltatura della strada Buie—Umago, la quale ultima si avvia rapidamente a diventare il centro de1 la vita politica, economica e sociale del Buiese (nella cittadina svolgeranno attività, e in parte già la svolgono, circa 30 aziende economiche maggiori) con ima popolazione per io meno doppia di quella attuale. Anche l’economia agricola del distretto si sta potenziando rapidamente. Da uno stato di semi abbandono e di povertà, la campagna buiese sta risorgendo a nuova vita. La produzione agricola che prima della -guerra ammontava 'a 750 vagoni di vino è già salita a 850, raggiungendo quasi il livello produttivo avuto sotto l’Austria —-Ungheria, suscettibile ora di ancor maggiori progressi. La ricostruzione -deU’economia agricola buiese, duramente provata durante la -guerra, è stata portata rapidamente a termine. Già nei 1947 le superflci seminate a cereali raggiungevano i 6.092 ettari, mentre la resa pro ha. s’elevava a 13 q., 4 in più del tempo dell’Austria — Ungheria. Nei primi cinque anni dalla liberazione sono stati impiantati completamente a nuovo 600 ettari di vigneto e la resa per ha. portata a 50 q. (34 sotto l’Italia). Dai 1950 ad o-ggi si impiantano a nuovo annualmente 150 ettari di vigneto. Di questo passo la vitticoltura del Buiese si avvia a diventare una de-lle fonti più abbondanti di ricchezze del-ra-gricoltura dei distretto erte dal polso. Questo gioco di lestrezza divenne ’il suo nume- 0 di maggior successo e la ba-e della sua fama internazionale juale «Re delle Manette». A 17 anni Weiss lesse le me-norie di Robert Houdin, e ne :mase così colpito che decise di Riamarsi Houdini e di modellar- 1 sul grande mago francese. Col diffondersi della sua fama. Houdini intraprese una specie di gara ad oltranza con i •carcerieri e con gli specialisti di serrature e di nodi di quasi tutto il mondo. Il «Daily Mirror» di Londra 10 sfidò a liberarsi da un paio 11 manette alle quali un fabbro weva lavorato per cinque anni. Houdini uscì vittorioso dalla sfila dinanzi ad un pubblico plau-lente di 4000 persone. Chiuso a chiave, nudo, nella cella di una prigione di Washing-on, ne uscì in due minuti precisi. Poi si mise ad aprire altre "elle ed a far passare i detenu-i dall’una all’altra, così, tanto oer divertirsi. Entrò in un’altra ?ella dove erano rimasti i suoi ibi ti, e ricomparve completamente vestito nell’ufficio del diret-‘ore del carcere, esattamente 15 minuti dopo esser stato rinchiuso nella prima cella. Houdini sarebbe potuto divenire un pericolosissimo criminale. Apriva in un baleno una comune cassaforte d’ufficio. Per aprire le più complicate serrature h Profilo di un giovane compositore polese Sorse in Iona la musica di notti Fu tra gli orrori della guerra ohe ebbe inaio la carriera dii Nello Miltotìtd, e non, come molti crederanno, tra leggìi, sparititi e l’amorevole cium, dii un maestro di musica. Fu appunto tra il fischiare delle pallottole, ohe nacque questo nuovo compoisiitore. I suoi primi lavori furono oomposi-aioni di lotta. Per tutta la Jugoslavia le sue note viaggiavano leggere, ora portate della bora, ora dall’estivo maestrale e diall’uraiido scirocco. Esse lenivano le sofferenze dei feriti, eccitavano i combattenti e rendevano meno dura la lotta -coi nemici, col freddo e con la fame. Così ebbe iniaitì la carriera di Nello Milatti. Le sue prime chiavi dii violino erano rosse di sangue; le note ed i righi s’intercalavano a scoppi di bombe, Terminata la guerra, troviamo Nello Miotti nella natia. Poila. Nei tristi giorni del-l’occupaaione anglo-americana continua a comporre. Alle proteste contro le so-peroharie alleate, i lavoratori polesi alternano le canzoni del lor0 giovane idolo. Sono canzoni indimenticabili, che ancora oggi si cantano all’ombra dell’Arena : «Su compagni» (famosissima), «Alba di lavoro», «Nuova lotta», «Nostro vessi! loi». Dal 1947 al 1953, il popolare Nello è reperibile soltanto a Zagabria, nel cui conservatorio studia con passione ciò che ha nei sangue sin dalla nascita. Oggi ili maestro Millcitti, insegnante di canto al «Da Vinci» di Pola, conduce finalmente una vita serena. Semplice, cordiale ed esplosivo, è ben voluto e rispettato da alunni ed amici. A-ma la tavola grassa, il parlare scherzevole, l’allegria e soprattutto la famiglia (è sposato da circa un anno). Inutile dire che compone sempre. Compone? Comporre è un verbo che sa di lavoro lungo, di fatiche, di correzioni e rifacimenti. Mi-lotti improvvisa. In uno, due giorni getta sulla carta una canzone, E sono canzoni bellissime. «Windgard», «L’onda del mattino», «Campana solitaria», sono divenute quasi dei motivi popolari. Gli studenta le fischiettano andando a scuola, gli operai le canticchiano tra un colpo di lima ed uno dà martello. La sua musica è vigorosa, agile e gentile. L’arte è fusa con la semplicità. Il capolavoro «Poesia dei bosco», è un’operetta nella quale Milotta ha profuso tutto sè stesso. Quest’operetta .riluce di vividi bagliori, la sua melodiosa musica è forte, piena di gioventù. Se vi era qualche dubbio sull'arte di Mi-dotti, esso scompare, ed il pubblico polese è preso da una grossa cotta per Testno concittadino, imdulbbiamen-fe uno dei migliori compositori del nostro Paese. «Ed ora?» abbiamo chiesto al compositore polese. «Ora ho fatto due nuove canzoni, ancora non lanciate; «Jesenska priča» e «Tramonto». «E per quanto riguarda... una nuova operetta?», ci siamo azzardati. «Oh, niente ancora» è stata la risposta, e al maestro Milotti è scappato un sorriso che non è tutto un programma. Auguri oomp. Milatti! Lo scannalo che na preso nome Utou j.--» » _,u iWVO- cato sorpreso con la propria moglie in una casa di appuntamenti di Roma, si trascina ancora fra confronti interrogatori, ma ha già preso un tono minore passando in secondo ordine in questi gioirmi, davanti agli avvenimenti poiliMoi internazionali. Nella foto, la Fantini, una delle ragade dello scandalo, si reca in Tribunale a deporre, circondata da una fella di curiosi Augura un felice 1955 IMPRESA u RUD iiiniuii!iiuiiiiii.iniiiuiiiiii.iiiiii>jiiiiihii!iiiuiiiiilliiiiiiliiiiiuii(iiil,iiiiiihiinii,liiniiiiiiiiiwiiiiiK.iinii.j!iiiiuiiiiii..iiiiii>.iiiiiiiiiiiii.i!iiii.iiiii.ji[iii.iiiii>,iiiiii.iiiiiilJiii..iiiiii»iiiiiiwiiii!ijiiiiiliiiiiiliiiuii,iiiiiilliiiiiiHiiiiiijiiiii. UN FELICE E PROSPERO ANNO 1955 WMUlJ|lMUllll,M|||ll,M||||l’'l||in'W||||l,M||||r'll||||M||||||M||||||,,||||||M||||||M|U|)|M||||||M||||||,.||||1|UU|||| M||j|| t||||t|'.1||||J'4|||||,,|U||| n||||| M|l|||M|||||,,,|U|||M,||||,M||||||..l,||||M|||fl|..l||||n|||,l,M,|J|||.M|,),|M,mir'l|||ll'o§miA COMITATO POPOLARE DEL COMUNE Dl FORTOKOSE COMITATO POPOLARE DEL COMUNE DI UMAGO COOPERATIVA AGRICOLA DI UMAGO »JADRO 99 Impresa commerciale di PIRANO Con i propri negozi IZBIRA, LAN, ZVEZDA, PALMA, KO INA, ELITA e DOM Lv impresa per 2a lavorazione = e movimento dei cereo Si = fi ISTRANKA ff DI UMAGO L’impresa OIK.IRAS. di Isola 0t AMPHUEA ISOLA Si approssima il 22 dicembre. Giornata dell’Armata Popolare Jugoslava L'Armata rivoluzionaria e il popolo iL’Arma/ta Jugoslava è na- campi di concentrameiito o ta dal popolo e per il popo- di fame un nemico dei prole, come un «pugno d'as- pri fratelli, ma i èombaitten-salto» della rivoluzione pro- ti jugoslavi impedirono l’at-Ijeifcaria. Il popolilo jugosla- tu.azione di questi criminosi vo ha sempre appoggiato ed piani. aiutato la sua Armata. Du- Già agli inizi della lotta ranite la lotta di liberazio- armata, nel territori .) liberane le nostre genti sapevano to .popolo e combattenti fra-privarsi idi alimeoti e di ve- terniazavano strettamente, stiano, 'di cui c’era grande Ricordo come in molte con-carenza, per nutrire e vesti- feremze che avemmo a Trav- re i soldati al fronte e sui mik nel 1942 fu discussa con sto anche nella calorosa ac- go di essa te pacifiche popo- vene e italiane del fronte lazioni della Jugoslavia, sac- di liberazione avevano appoggiando ed incendiando poggiato in armi le nostre ed uccidendo più di quanto unità nella presa di varie non avessero fatto in nes- località fortificate, sun’aitra epoca della guer- Fedele a sè stessa, l’Ar- ra. Ma l’Armata e il popolo mata jugoslava non si chiu-seppeiro impedirlo stringen- se dopo la guerra nel suo dosi intorno al Partito con sviluppo interno, ma i suoi a capo il compagno Tito. contatti e la collaborazione L’amore del popolo verso col popolo si allargarono e la-propria Armata si mainile- rafforzarono. L’Armata, ol- ili Istria. La popolazione accoglie va fraternamente combattenti moniti. Oasi la lotta armata la gente dial lu-cgo la ma-contro l’occupato re e i tra- niera migliore per impedire ditoiri interni poteva svilup- l’attività dal nemico nel tarparsi con successo. Da allo- ,ritorio liberato, fosse que-ra i soldati che entravano sto roccupatore o la quinta nelle file dell’Armata jugo- colonna interna. Sempre nei slava giurarono di salva- pressi di Travnik il popolo guardare i postulati della ri- aiutò le unità dell’esercito votazione, il Potere popola- entro i limiti del possibile, re, l’unità e la fratellanza e noi ricambiavamo aiutan-dei nostri popoli. I fini del- d.o i contadini a riedificare l’Armata sono quelli del po- le case che i tedeschi ave- coiglienza che la popolazio ne slovena e italiana del Ca- cialisti ohe ogni anno rien-podistriano riservò ai com- tramo' nella produzione, combattenti. A quest’ultimd non tribuisoe attivamente all’edi-furano lesinati aiuti di nes- ficazione socialista. Dal cam-sun genere. Inoltre forze sio- po sociale ia quello economi- EH EST SIDE RACCONTO DI MICHAEL GOLD Nell’Est Side si compera- sa di mietitura, viene taglia- sciocco, ci tenne occupati no i generi alimentari a pic- to in decine 'di pezzetti, e si tutto un pomeriggio, cole quantità, volta per voi- vende a panics. Ma quesito II mattino seguente lo ta; circa tre cents di zuc- inberno i pure penies. erano trovammo stranamente de-chero, cinque cents di strut- rari. A Wall Street c’era il formato. Era privo di occhi to, tutto con monetine. Quel panico. Un’infinità di nomi- e di naso; il suo viso sorri-buon pane nero, ebreo, che ni era senza lavoro; c'erano dente era mutilato come scioperi, suicidi e inquieti- quello di un invalido di tuđini per il pane. Le pro- iguerra. Ohi ci aveva fatto Qiiccooon dolin trtiirnóo statuite vagavano per le vie questo scherzo? Il vento in-UUl/QCÙoU UcllU lUUllicc came lulpl; mai non fu tra vernale. , del Dramma Italiano l°ro maggior concorrenza. Si era persa ogni manife- polo. Durante la lotta di liberazione popolare non si contano gli esempi di fraterna oolEahoraziione fra combattenti e popolo. In Bosnia, nei pressi d Drvar, e nella Lika umiltà deU’esercito di liberazione si schierarono spesso per difendere i campi e permettere ai contadini d’accudire al loro lavoro. E migliaia dii donne e di ragazzi braccati dall’oc-cupatore trovarono rifugio fra i propri combattenti. Il nemico tentò troppo spesso vano incendiato. Nel villaggio di Gata, presso Spalato, i cetnici avevano aggredito alla fine del 1942 la pacifica popolazione. Donne e ragazzi r. /evano cercato scampo nella fuga e quando una nostra unità li tiiiovò nascosti rhi boschi, essi ci accolsero con irrefrenabili grida di gioia. «Il nemico non ci avrebbe aggrediti se foste giunti prima», dissero. Tutti i nostri popoli guardavano con orgoglio ai successi dell’esercito di Hbera- La compagnia .italiana del Teatro «Ivan Zajc» di Fiume è in giro per Tlstria. Toccherà molte nostre località per portare il teatro italiano su tutti questi palcoscenici. E il teatro degli attori di Fiume è un «signor teatro»; non nel senso che sia ricco ;di mezzi, di scene; no, questo ] non lo pretendiamo, ma è ricco d’arte. Gli attori sono veramente bravi quasi tutti ed hanno fatto dei tre atti di Falconi, che stanno rappresentando, un lavoro cosi piacevole e brillante che, quando se ne arriva al termine e il sipario cala per l’ultima volta, veramente dispiace. : La Gianna Depoli, Benettelli. Montini, la Mascheroni, Scaglia, sono attori che sul palcoscenico sono a casa loro e cosi sanno divertire il pubblico. Li abbiamo trovati tutti nella sala dell’albergo.- pranzavano prima di partire per Pirano. Ci han- staaione di vita. Il sole moribondo era scomparso dai grigiore del cielo, per le strade c’era solo la neve e la fanghiglia. Vi erano sfratti a centinaia. Camminavo per la via tra le mura umide delle abitazioni. Poco piacevole, la fanghiglia mi penetrava nella scarpe bagnate. Il vento mi soffiava in vernale. La signora Rosembaum a-vava una rivendita di generi vari, nella nostra via. Era vedova, aveva quattro figli e teneva due stanze nel retrobottega. Si strapazzava da mane a sera; una grande donna senza garbo, c$>n il viso screpolato ed una quantità di capelli in disordine; sempre mormorava, sospdra-vava e brontolava delle sue medicine. Talvolta era nervosa, allora gridava ai bim- di cacciare questo popolo nei zicne nazionale, salutar io cigni vittoria sul terrore fa scista come una loro vittoria. Quando i tedeschi s’accorsero d’essere avviati alla improcrastinabile rovina, cercarono di trascinare nel gor- bi e li batteva. Tuttavia era faccia. Vedevo un mucchio donna di buon cuore, e di mobili davanti ad una quesit’inverno aveva sofferto porta: tavoli, sedie, il bi molto. Tutti erano molto po-goncio pieno di stoviglie e veri, e lei era troppo buona biancheria da letto, la sco- .pg,r n>on dare i generi ali-pa, l’armadio per i vestiti, mentari a credito, la lampada a petrolio. -— son pazza a far questo, La neve copriva tutto que- — brontolava nella sua sto. Cadeva pure sul piccolo fredda bottega.-— Son situ-ebreo, sulla sna donna e pida! Ma quando viene sui tre bambini. Offrivano qualche bimbo a chiedermi uno spettacolo miserando -del pane come posso rifiu-assieme alle laro cose. Su tarlo, quando ne ho, e so Curiosità Oltre il 90 per cento di tutte le specie dei fiori esistenti nel mondo ha odore sgradevole o è completamente inodoro. L’agricoltore Olivier da El Paso (Illinois), impiega nelle sue proprietà terriere un im. pianto di radar che gli segnala le formazioni tempora-, lesche fino a 300 chilometri di distanza. Ciò allo scopo di prendere le necessarie precauzioni per salvaguardare le coltivazioni. * Un tale portò il suo cane dal veterinario perchè gli mozzasse la coda. — Scusi ma alle bestie di questa razza non sì taglia la coda! co l’Armata è sempre pre- nostro Paese, ma anche ©disente. Essa ha dato per la ri- ficatrice del socialismo. L’Air-costruzione 2 milioni 800 mi- mata è la scuola di massa la giornate di lavoro e per del nostro popolo, la realizzazione del Piano Le unità su questo terri-Quinquemnale altri dieci mi- torio dalla liberazione — su lioni. Dalle file dell’Arma- questo territorio che il pota sono usciti finora mezzo polo ha voluto ricostruire e milione di autisti meccanici, rinnovare — hanno dato un elettricisti, fabbri, muratori, contributo notevole. Diamo telegrafisti, infermieri eoe. soltanto qualche esempio. Appoggiando io sviluppo Nel 1950 l’Armata partecipò tre a creare tra le proprie d ^’agricoltura, l’Armata Po- alla costruzione della strafile decine di migliaia di spe- polare Jugoislava ha aiutato da del Risano, delle case de] i contadini con Oltre mezzo cooperatore di Pobegi e di milione di giornate di la- Decani e di altre località voro. Ciò significa ohe es- con 279 mila ore lavorative, sa non è soltanto la forza del valore di 7 milioni di rivoluzionaria armata del dinari. Le riparazioni al bagno e al molo di Portorose, nonché alila canalizzazione della stessa, sono state eseguite col contributo dei soldati. L’Armata ha partecipa-pato anche alla costruzione del garage e dei parchi" cittadini a Capodistria. Dal cant0 suo, il Potere popolare ha aiutato in ogni occasione l’Armata. Vediamo così che sono stati messi a disposizione di questa ingenti mezzi finanziari per la sistemazione del Circolo ufficiali a Capo distria, per la riparazione dell’ospedale militare di Portorose, ecc. La partecipazione di ufficiali e sottufficiali alla vita dell’organizzazione di massa, alle gare sportive e insomma all’attività tutta di questo territorio sono ancora una volta dimostrazione della stretta collaborazione esistente tra l’Armata e il popolo. Matij aš Marin Capitano di I. classe Uomini della 43.ma divisione istriana partecipano alla ricostruzione di Maribor GLI SCRITTORI ITALIANI IN JUGOSLAVIA Un panorama “ad libitum,, potrebbe essere: La prosa e la poesia: Martini, Scotti — Il romanzo: Ruggeri, Sequi, Schiavato - Il dramma: Ramous Mentre gli scrittori croati, nel dopoguerra, sorgono qua e là staccati, anche seguendo una stessa corrente, nella letteratura i-taliana in Jugoslavia notiamo uno strano fenomeno: quasi tutti gii autori sono passati attraverso il giornalismo e sono in qualche modo chiusi tra loro, anche se racconti, poesie e romanzi apparsi fino ad oggi. Cercherò qui di dare una risposta seguendo un criterio al libitum nel citare i nomi, in quanto è piuttosto difficile fare un paragone tra il valore dei vari autori, e parlare di essi come singoli. Ciò è dovuto al fatto che questi scrittori hanno dimento alquanto lirico del periodo. Egli dispone di un ricco e scelto vocabolario. Come scrittore lo conosciamo anche attraverso numerosi racconti (Il diavolo letterario già formati (Vecchio quartiere, Vent'anni nella città, Tempo di sera). Caso particolare nel breve firmamento della letteratura della a Serravezza). Si è rivelato pure minoranza è MARIO SCHIAVA- L’altro insistette: Que- si differenziano per correnti che un breve periodo di attività, han-seguono e modo di concepire le no stampato relativamente poco parlato dei lavori in cartel- un tavolo avevano poat0 un che la sua famiglia ha fa- sto 'é un caso speciale: vede, esperienze soggettive. Ciò è do- (anche se manoscritti esistono), e " piattino. Una vecchia, con me? Tuttavia devo pensare m*a suocera sta per venire vuto, in gran parte, alla mancati- mal volentieri dicono delle loro Ione per la prossima stagione e di quelli già dati la stagione scorsa. Un ricco bagaglio d’arte. - La commedia in 3 atti «Paperino», di Dino Falconi, è un allegro lavoretto. La potremmo de-) finire una serie di quadri comici che si basano tutti sull’esecuzio: ne. I Un cinquantenne bellimbusto vive allegramente fra chiodi, cambiali e pignoramenti. Artista, don-igiovanni, avventuriero, disdegna la proba rettitudine del fratello e ne vagheggi^ inutilmente le ! ricchezze, accumulate da lui e dalla brava consorte con l’onesto i sudore della fronte. Ibi bel giorno il fratello scioperato si trova sulla soglia della galera e per poter spillare il denaro che gli necessita al fratello probo, inventa di avere una figlia. Da qui Nascono tutte le varie vicende che si complicano sempre più, fino a divenire insolvibili. Un fallo di gioventù del fratello onorato, l’ingenuità della sua onoratissima consorte e la furbizia di Marta (la finta figlia illegittima), sciolgono il groviglio; tutto finisce per il meglio e chi paga è il bravo, retto fratello che, d’altronde, essendo ben fornito, è anche giusto che paghi. Dire chi degli attori ci è piaciuto di più? Non è facile: ci son piaciuti tutti ed anche la ) pronuncia non proprio ortodossa della Maria Piro, non ha disturbato molto. La Depoli ci pare abbia dato a tutto il lavoro un’impronta di simpaticissimo brio. Il teatro di Fiume tornerà ancora da noi e ce lo auguriamo, . perchè è un teatro veramente, e ulna cesta, brontolava una ai miei figli. Andrò in falli- a trascorrere qualche giorno za di una rivista letteraria dove opere. Eppoi, per poter giudica- preghiera 'passando. Lasciò mento. 11 negozio si vuota! da n0L ed io voglio evitare anche «gli altri» potrebbero invia- re un periodo letterario bisogna cadere qualche centesimo Non posso pagare le cambia- nel modo più assoluto che re i loro manoscritti, o l’apertura allontanarsi un poco da esso, per nel piattino. Gli altri facevano la stessa cosa. Gli sfrattati abbassavano ogni -volta gli occhi, per la vergogna. Non erano dei mendicanti, ma persone «da rispettarsi». Però se cadevano abbastanza centesimi nel rifito vennero, e sequestraro-piattino, avrebbero potato no le case della signora Ro-firmare il contratto per un •emlbaum. li. Era buona. E la bontà è una forma di suicidio, nel mondo che si basa sulla concorrenza. Un giorno vedemmo il premio a tanta bontà. Gli uomini dello sce» riceva anche il minimo segno di benvenuto. nuovo alloggio. Eira questa la unica speranza che rimaneva loro. Freddo. Un mattino, quando noi ragazzi costruivamo un fortino di neve, scavammo la fossa a dèi gattini gelati ed alla loro mamma. I gattini erano ancora ciechi. Sono venuti su questo mondo ma non lo hanno mai visto. Anche gli altri gatti, • cani, gelavano. Così anche uomini e donne, venivano trovati morti nei portoni e sui doks. Mary Sugar Bum fini in un’aiuola. Fu trovata seminuda, mentre stringeva una .bottiglia di whisky nella mano bluastra. E-ra questa l’ultima sua avventura «d’amore». I cavalli scivolavano sull’asfalto gelato e fremevano spasmodicamente per delle ore con le gambe spezzate, fino a quando non veniva qualche poliziotto ad ucciderli. I ragazzi costruirono il fantoccio di neve. Per occhi aveva due carboni e per naso una patata. Portava il MICHAEL GOLD (Traduzione di G. Marotti) (Continua) Questo numero il diario di viaggio nel Montenegro non viene pubblicato poiché motivi d’ordine tecnico ci costringono a uscire in sole 4 pagine di una rubrica, in seno ai gior- averne una visione completa, venali già esistenti, a disposizione dei giovani autori, come era stato fatto a suo tempo da «Vie Giovanili» con il «Gazzettino Letterario». Certo è che uno stimolo morale e materiale non indiffe- (lerto neilinsieme, come succede per le pitture a vigorose pennellate. La produzione si estende a poesie racconti, novelle, drammi, romanzi, saggi critici. Poeta e scrittore è il lucchese rente sono i concorsi indetti dal- EROS SEQUI, professore ordinario i’Uniono degli italiani. Domande sempre più insistenti, da parte di larghi strati della popolazione, si fanno sul conto della nostra letteratura e sui nomi di coloro che firmano i vari Schneeweiss Franz: Motivo diLaurana »•‘accessibile al nostro pubblico, che questa volta, chissà perchè, è cilindro e filmava una panmancato in parte all’appuntamen- nacchia di granoturco. Stento. Ci pare, insomma, che possa deva le mani ; in una tene-dare un notevole contributo al va una scopa, nell’altra il l’elevamento culturale degli Italia- giOimale. Questo mostro dani in Jugoslavia. gli occhi neri e dal sorriso di lingue romanze a Belgrado. La sua poesia è umana, sa con poche pennellate far scaturirre una figura, una situazione, un meditazione psicologica od impostare un problema. Sebbene orientato verso l’espressionismo, non sfugge tuttavia ai motivi lirici pasco-liniani. La sua è una personalità ben distinta, chiara, e quello che dice da tempo è maturato in lui, e solo quando scrive qualcosa di occasionale appare alquanto insincero ed effettato. Ma ciò succede di rado. Ha scritto numerose poesie di alto valore. Essendo ordinario di lingue romanze a Belgrado ed un tempo lettore alla facoltà, anche di lingue romanze, a Zagabria, Sequi ha scritto molto sulle riviste delle capitali. Infatti abbiamo molte sue poesie non stampate ancora in italiano. Suo traduttore è il novo romanista Ivo Frangeš, spesso ospite delle università di Bologna e Firenze. Egli ha tradotto, in croato, il diario romanzato di Sequi «Eravamo in tanti», varie liriche sparse ed ultimamente u-na raccolta di poesie. Il manoscritto di «Eravamo in tanti» fu steso in italiano, ma bisogna dire che il libro come tale fu prima stampato in croato, l uttavia si conoscevano numerosi passi apparsi sulla «Voce del l'opoio» e nell'Almanacco del 1948. La sua prosa è forbita, elegante, naturalista. Anche qui Sequi si rivela poeta, nella descrizione della natura, e nel proce- acuto critico letterario. Ma il primo romanzo vero e proprio lo dobbiamo a GIOVANNI RUGGERI, che ha scritto «In cielo c’è tanto sole». Prima di rivelarsi al nostro pubblico con questa opera, egli era già noto nei circoli letterari fiorentini. Pare che là: abbia scritto un romanzo, che parta per titolo «Il mercante di sogni». In lui osserviamo il fenomeno della sublimazione del neorealismo italiano Jn. una forma strettamente personale. Infatti egli è vittoriniamo, almeno soggettivamente Ruggeri cerca di esprimere la realtà attraverso dialoghi brevi e situazioni indefinite. Il suo realismo è piuttosto brutale e in un certo senso, primitivo, in quanto si serve nella tornitura letteraria di un vocabolario vernacolo, di espressioni popolari incisive. Ma è proprio questo che più si confà allo spirito dell’uomo moderno, — che rivela in Gi©-.a.:m Ruggeri lo scriltore di polso. Anche se questo romanzo è stato edito nel 1953, la stesura risale a tempo fa, e già qualche passo era noto. Ruggeri è nato a Spalato, da madre croata e padre italiano. Trasferitosi al seguito dei genitori in Italia, qui studiò letteratura e si avviò al giornalismo. A Firenze, come già detto, fece parte di circoli letterari giovanili. Passò poi al giornalismo professionista. Non troppo tempo fa egli ha pubblicato sulla rivista «Panorama», un saggio sulla letteratura italiana nel dopoguerra: «Crollato in Italia il mito di una letteratura cominformista», mostrandosi conoscitore della materia. Ha scritto anche numerosi racconti dove rivela stile e gusto TO. Caso particolare, in quanto egli è vissuto e si è formato qui traendo gli spunti del suo operato dalla sua vita di operaio tra operai, con riferimenti a motivi di campagna, a lui ben noti come figlio di contadini. Egli non segue alcuna corrente particolare, da quanto ha accettato di constatare finora, cerca in sè stesso il movente e l’ispirazione. E’ un carattere allegro e pensoso nello stesso tempo, troppo giovanile, forse. La sua prosa è pertanto sì acerba, ma sincera e convincente, non cerebrale. Ha scritto «I ragazzi del porto» e numerosi racconti. Pare che Schiavato prepari un’altro romanzo, ambientato alla terra: la terra che egli conosce per diretta esperienza, diremo quasi per atavismo. Sarà probabilmente un romanzo sui contadini progressisti i cooperatori, e sui loro sforzi per il progresso nel villaggio. Appartiene agli anziani per età colui che si esprime in una forarla ben nota al pubblico: LUCIFERO MARTINI. Di lui abbiamo Ietto numerosi racconti. La sua prosa è quella classica italiana, con chiarezza di immagini che si susseguono in ordinata armonia. Nella poesia Martini si è fatto conoscere con una mezza dozzina di liriche, e qua e là è molto incisivo. Ha tentato pure il dramma Ne ha scritto uno in collabo-razione con Erio Franchi ed uno con Sergio Turconi. Martini si è hriTantemente affermato nella letteratura infantile, campo difficile, come ognun sa. A parte numerosi racconti, per i piccoli, conosciamo per averlo seguito a puntate nel «Pioniere», il romanzo: «Le avventure del capitan Parapatan», che desidereremo vedere in volume. Dato che proprio la letteratura infantile rappresenta uno dei problemi più delicati dell'istruzione, speriamo che il caso Martini non rimanga isolato. Figlio di istriani emigrati, Martini ha vissuto a Firenze in giovinezza. E’ uno dei più vecchi ® conosciuti giornalisti dell’Istria, e redattore alla «Voce del popolo.» OSVALDO RAMOUS si avvicina alla cinquantina, è regista al «Teatro del Popolo» di Fiume, appartiene alla vecchia generazione. Di lui conosciamo due raccolte di liriche «Nel canneto» (prima della liberazione) • «Il rente tallo stagno) (dopo la liberazione). La sua poesia può dirsi segua canoni già prestabiliti; comunque Ramous ha uno stile luminoso che appartiene alla migliore tradizione italiana. Di lui è stampato pure un dramma, «Edizione straordinaria», che ha ottenute successo. GIACOMO SCOTTI è conosciutolo essenzialmente come giornalista. La sua attività letteraria si accompagna al giornalismo. Ha scritto racconti e poesie, ma più poesie. Mentre la sua prosa ha un carattere più giornalistico, la poesia lo mostra meditabondo, specialmente là dove è più sincero con se stesso. I suoi migliori rac-cont: restano pur sempre quelli sulla vita de! villaggio napoletano (Mamma napoletana. E’ tornato in autunno, un bacio). Non si devono dimenticare i traduttori. Tra essi si possono citare GIACOMO RAUNICH, NIVES VIDIGOI-TURCONI (moglie di SERGIO TURCONI, che tace già da qualche anno), ERVI-NO SEPICH. Le migliori traduzioni, però, ce rhanno date RAMOUS per la poesia e SEQUI per la prosa (quattro novelle di D. Simunovié, stampate nel ’45). G. MAROTTI Poi non rimase nessuno DI AGATA CHRISTIE Vera gridò: — Ma tutto questo è fantastico, pazzesco! Il giudice annuì col capo, dolcemente: — Oh, sì. Non ho alcun dubbio che noi siamo stati invitati qui da un pazzo: probabilmente un pericoloso, lunatico, omicida. Ci fu un momento di silenzio, un silenzio di esterefatto sbalordimento. Poi la sottile chiara voce del giudice riprese ancora il filo del discorso. — Passiamo ora alla fase successiva dell’inchiesta. Ma prima, comunque voglio aggiungere alla lista le mie credenziali. (1) Le iniziali U. N. più la parola Owen si pronunciano in inglese come la parola «unknown» = sconosciuto. (N. d. T.). Vera gridò: — Mu tutto questo è fantastico, pazzesco! Il giudice annuì Col capo, dolcemente: — Oh, sì. Non ho alcun dubbio che noi siamo stati invitati qui da un pazzo: probabilmente mia amicizia con Lady Costanca Culmington, ed il suo stile epistolare gli è famigliare. Conosce i colleghi del dott. Armstrong e i loro impegni attuali. Conosce il soprannome dell’amico del signor Marston e il genere di telegramma che spedirebbe. Sa esattamente dove è stata la signorina Brent due anni fu durante le vacanze e il genere di persone che vi ha incontrato. Conosce perfettamente i vecchi amici del generale Macarthur. — Il giudice fece una pausa. Poi riprese: — Quella persona sa molto, come vedete. E data questa sua conoscenza di noi e della nostra vita, ha fatto certe accuse definite. Immediatamente il salotto si trasformò in una torre di Babele. Il generale Macarthur gridò: — Un mucchio di dannate bugie! Una calunnia! Vera urlò: — E’ obbrobrioso! — E il respiro le si accelerò. — Perfido! Rogers disse con la voce roca: — Una bugia . . . una malvagia bugia . . . noi non abbiamo mai . . . nessuno di noi due . . . Anthony Marston strepitò: — Non capisco a che cosa tenda quel maledetto pazzo! La mano del giudice Wargrave si sollevò calmando il tumulto. Disse, (scegliendo con cura le parole: — Intendo dire questo: il nostro sconosciuto amico accusa me dell’assassinio di un certo Edward Seton. Mi ricordo Seton perfettamente bene. Ero giudice al suo processo del 1930. Era accusato dell’assassinio di una vecchia donna. Era molto abilmente difeso e fece buona impressione, dal banco dei testimoni, sulla giuria. Tuttavia, come dimostrarono le prove, era grave conosce bene il codice». «Sembrava quasi che avesse un fatto per- s* trovasse nei prCSSi d©l- sonale contro quel disgraziato.» Tutti questi ricordi si affollarono Ta Galleria Moderna a LU-nella ménte del dottore. Prima ancora di poter giudicare l’oppertu- bi*aìna, ved|T6l>be all’{entrata nità o meno della domanda, chiese impulsivamente: di Questa, oltre alla bandie^ — Non conoscevate affatto Seton? Voglio dire prima del processo. jugoslava, Un .vessillo I piccoli occhi cangianti da rettile incontrarono i suoi. Con chiara, rOSSO-bianCO-rOiSSO. Ha lUO- fredda voce il giudice rispose: — Non avevo mai udito il nome di §° QPi- la, .mesterà di grafici contemporanei carinziani, roisiso-ibianco-rosso. Ha luo- Una mostra di contemporanei a Lubiana L'INCISIONE CARINZIANA (Dal nostro corrispondente) un popolo quanto mai sen- e alle sue inflessibili leggi. LUBIANA, — li passante šibile alila voce delia natura Mavil Seton prima del processo. Armstrong disse a se stesso: «Quest’uomo mente...». Vera Clytorne parlò con voce tremante. Vorrei raccontarvi. Di quel bambino . . . Ciryl Hamilton. Ero la sua governante. Gii era proibito di nuotare al largo. Un giorno, mentre ero momentaneamente distratta, si allontanò. Gli nuotai dietro ... Non potei arrivare in tempo . . . Fu terribile . . . Ma non è stata colpa mia. All’inchiesta il Coroner mi assolse completamente. E la madre ... fu così gentile. Se neppure lei poteva biasimarmi, perchè dovrebbe . . . dovrebbe essere detta quella cosa orribile? Non è giusto . . . non è giusto . . . — E scoppiò a piangere, amaramente. zionalie peir la Oarinzia a Celovac. 29 pittori con 129 grafici e disegni, ci illustrano la vita e i paesaggi idi questa terra a noi vicina, come pure dèi nostro Adriatico e del-Tltadia. La Carinzia è una terra Il generale Macarthur le battè patèrnamente sulla spalla. Disse: di pittori. Il popolo di que- un pericoloso, lunatico, omicida. Ci fu un momento di silenzio, un silenzio di esterrefatto sbalor- certamente colpevole. Io ricapitolai il caso in questo senso e la giu-dimentQ. Poi la sottile, chiara voce del giudice riprese ancora il filo ria, nel suo verdetto, lo giudicò colpevole. Passando la sentenza di del discorso. — Passiamo ora alla fase succesiva dell’inchiesta. Ma morte io non feci altro che ratificare quel verdetto. Si ricorse in ap-prima, comunque, voglio aggiungere alla lista le mie credenziali. pello accusando la poca regolarità del procedimento per indebita in- Tolse di tasca unst lettera e la mise sul tavolo. — Questa lettera fluenza usata sulla giuria. Ma l’appello fu respinto e l’uomo regolar-pretende di essere stata scritta da una mia vecchia amica, Lady mente giustiziato. Ci tengo a dire innanzi a voi tutti che la mia co-Constarice Culmington. Sono anni che non la vedo. Era andata in scienza è perfettamente a posto a questo riguardo. Non feci che il Oriente. E’ esattamente quel tipo vago e incoerente di lettera che la mio dovere. Emisi una sentenza contro un assassino, mia amica avrebbe scritto, insistendo perchè io la raggiungessi qui e Armstrong si ricordava ora. Il caso Seton! Il verdetto aveva causa-riferendosi ai padroni di casa nei termini più vaghi. La medesima to grande sorpresa. Aveva incontrato l’avvocato Matthews, mentre tecnica, come vedete. Ho menzionato questa lettera perchè collima pranzava al ristorante, uno dei giorni del processo. Matthews era as-con le altre prove: dalle quali tutte emerge un solo punto interes- sai fiducioso. «Non c’è dubbio sul verdetto. L assoluzione è praticasante. Chiunque sia la persona che ci ha attirato qui, quella persona mente certa.» E più tardi aveva udito commenti: «Il giudice ce 1 ave-conosce o si è presa il disturbo di scoprire molto di quanto oi ri- va a morte con Seton. Ha rigirato la giuria completamente a modo suo guarda tutti, personalmente. Quel tale, chiunque esso sia, sa della e l’hanno giudicato colpevole. Tutto legalissimo, però. Il vecchio War- — Su, su, mia cara. Certo che non è vero. Quél tipo è un matto. Un matto! Gli è saltata un’idea pazza nel cervello! Ha rigirato tutto a modo suo, Dio sa a quale scopo. Si piantò in mezzo alla stanza diritto, raddrizzando le spalle e dichiarò, con voce autoritaria: — Sarebbe meglio lasciar senza risposta simili accuse. Comunque sento di dover parlare: non c’è nulla di vero, non c’è un briciolo di verità in quanto è stato detto di . . . del sto Paese, con i suoi Santi le sue caratteristiche, è il soggetto principale delle varie pitture. Lo spettatore potrebbe facilmente ricevere l’impressione che i grafici rivestano un ruolo se- giovane Arthur Richmond. Richmond era uno dei miei ufficiali. Lo condario nell’arte carinziana, mandai a fare una ricognizione. Fu ucciso. Un corso naturale degli eventi in tempo di guerra. Quello di cui mi rišemo e molto, e la calunnia contro mia moglie. La miglior donna del mondo. Assoluta-mente, e la più fedele. Il generale Macarthur sedette. Con la mano tremante riprese a stuzzicarsi i baffi. Lo sforzo di parlare gli era costato molto. Allora parlò Lombard. Aveva un’espressione divertita. — In quanto a quegli indigeni . . . Philip Lombard sorrise. — La storia è verissima! Li ho abbando- Marston chiese: — Che successe? (Continua) ma i lavori esposti, di autori che si sono dedicati esclusivamente a questo, attestano il contrario. Si può dire unicamente che dailTintera mostra traspare l’anima e la volontà di Clementschitsch Arnold : Piazza a Verona La XIII giornata del campionato jugoslavo di calcio L’XI. giornata del campionato italiano di calcio SECONDO LE PREVISIONI PRIMO PASSO FALSO l'ultima tappa dell'andata dei rossoneri a Roma Calcio internazionale Scozia - Ungheria |2 :4 (1:3) SCOZIA: Martin, Cunningham, Haddock, Docherty, Davidson, Cummings- McKenzie, Johnstone, Reilly, Wardhaug, Ring. La Dinamo «campion« d'inverno» - Severa sconfitta del Partizan a Belgrado D. DINAMO - SPARTAK 3:1 (1: Con la 13. giornata è finito domenica il girone di andata, che vede aggiudicarsi il tìtolo di campione d’inverno la Dinamo di Zagabria, già detentrice del massimo tìtolo jugoslavo. Se la vittoria della Dinamo, come pure il secondo posto delTHajduk sono da considerarsi naturali, non così possiamo dire del piazzamento di Crrvena zvezda e Partizan, favorite e ora relegate nelle posizioni di centro classifica, rispettivamente a cinque e sette punti di distacco dalla prima. Ora le squadre si stanno preparando per il meritato riposo invernale. Infatti, Dinamo, Crvena zvezda, Hajduk, Partizan, Vojvodina ed altre hanno scelto per il periodo delle «ferie» posti remoti, lontani e «riposanti», quali il Sud America’, il Meidio Oriente, i Paesi scandinavi, la Germania ed altri, dove, probabilmente andranno a rompersi le ossa, giocando ad un ritmo di tre partite settimanali; per rientrare poi in patria a concludere in condizioni di- CAMPIONATO JUGOSLAVO I. LEGA I RISULTATI Partizan — BSK 0:3 Radnički — Hajduk 0:1 Dinamo — Spartak 3:1 Proleter —. Željezničar 2:0 Vojvodina — Lokomotiva 4:1 Sarajevo — Crvena zvezda 2:0 LA CLASSIFICA Dinamo 13 9 2 2 32:22 20 Hajduk 13 7 4 2 31:16 18 Sarajevo 13 7 3 3 28:14 17 BSK 13 8 1 4 31:24 17 Cr. zvezda 13 6 3 4 27:17 15 Vojvodina 13 4 7 2 21:15 15 Partizan 13 5 3 5 26:21 13 Zagreb 13 4 5 4 16:17 13 Spartak 13 5 3 6 27:27 12 Radnički 13 4 2 7 13:15 11 Proleter 13 4 3 6 18:22 11 Vardar 13 2 3 8 13:23 7 železničar 13 3 1 l 9 15:34 7 Lokomotiva 13 3 1 9 13:44 7 satrose il campionato. Ci sembra strano che la Federazione, dopo la rigorosa presa di posizione, abbia acconsentito ad addirittura approvato queste tournée, ohe andranno senza 'dubbio a scapito delle condizioni fisiche degli atleti, i quali saranno chiamati a disputare incontri rappresentativi nella prossima primavera. Ma, anche i giocatori devono vivere ... dicono ... SARAJEVO - CRVENA ZVEZDA 2:0 (1:0) — Dopo tanto tempo, i tifosi di Sarajevo sono aooanteotatì: la Crvena Zvezda è stata costretta alla capitolazione sul campo del Sarajevo, che conquista così il terzo posto assoluto in olassifioa. Vittoria netta, meritata, conquistata con il cuoTe e una forza di volontà davvero invidiabili. Ottimi sopratutto il portiere e jusufbegović, autore di ambedue le reti all’inizio dei singoli tempi e precisamente al 6’ e 57’ 'di gioco. Ottimo l’arbitraggio di Le-mašić. della Stil PADNA — STIL 2:17 (1:6) PADNA: Kaligarič, Kocjančič, Grižon I., Francarli, Fiiöur, Mohorčič, Puicer, Grego, Breč, Grižon n., Hlača. STIL: Tedesco, Prodan, Bole I., Benčič, Matij aševič, Verčem, Ivančič, Klasinc II., Autoer, Klasinc I., Mihelič. ARBITRO : Suplina di Capodi-Striia. NOTE: Terreno pantanoso. La partita è sembrata piuttosto il .gioco del gatto con il topo che un incontro calcistico. I volonte rosi ragazzi di Padna hanno tuttavia segnato i primi due goals diel campionato. ŠMARJE — SALINE PIRANO b 1:2 (0:1) ŠMARJE : Djurdjevič, Glavina, Hrvatin I., Prelac, Zvonec, Bržan, Hrvatin II., Kocjančiči., Kocijančič II., Prodan, Kaligarič. SALINE PIRANO b : Piccini, Vat ta, Zuidič, Tosican, Hvastja, Daber-nardii, Jakomin, Manfreda, Da-pretto I-i Getbac, Creatiti. MARCATORI : al 9, Manfreda, al 47’ Zvonec e al 76’ Dapretto 1. ARBITRO: Sabadin, di Capodl-stria. NOTE: Partita corretta e leale, nonostante il terreno pesante. Lo Šmarje ha 'opposto una valida re-ristenza al più esperto avversario e, con un po’ di fortuna, avrebbe potuto raggiungere il pareggio. ISOLA b — OLIMPIA 3:0 (2:0) ISOLA b: Vittori I.. Duciine 1., Tognon, Dudine II., Lenardič, Lo-renzutti, Juriševič, Ivančič, Delise II., Marchesan, Vittori II. OLIMPIA : Bertok II., Parovel, Goja, Gardina, Kocjančič III., Bertok III., Kozlač, Kocjančič IL MARCATORI: al 6’ Dudine (rigore), al 42’ Vittori II. e al 77’ Ivančič. ARBITRO: Janovski di Isola. — La Dinamo ha fatto vedere un bel gioco, veramente degno della squadra che si aggiudica il titolo di campione di inverno. Lo Spartak è stato nettamente superato ed ha subito Tininterrotta superiorità della Dinamo, senza poter reagire. Buon per lui che gli attaccanti zagabrioti si sono (dimostrati piuttosto imprecisi nei tiri a rete, oosichè il risultato finale ha potuto essere contenuto entro limiti ragionevoli. La partita iniziava con la Dinamo all’attacoo, ma per primo segnava io Spartak al 19’ con Tomašević in un’azione di contropiede. -Non passavano ohe due minuti, e Dvomié riportava il risultato in parità. Nella ripresa, il mediano Ferg-ovié, vista la sterilità dell’attacco, si faceva sotto e segnava ben due reti, al 14’ e 30’, dando così la propria firma alla meritata vittoria. HAJDUK - RADNIČKI 1:0 (1:0). — Dopo la cocente sconfitta interna, subita domenica scorsa a opera del Sarajevo, THiaijdùk di Spalato si è ripreso immediatamente, andando a prendersi i due punti di rivincita sul campo del belgradese Radnički, il quale, pur essendosi dimostrato territorialmente superiore, è stato piegato dall’unica -rete segnata al 10' dall’ala destra Rebac. Con questa vittoria 'gli spalatini mantengono immutate le distanze nei confronti della Dinamo e si preparano a sferrare LUBIANA, dicembre. — Sui campi di calcio il silenzio comincia a invadere ormai gli spalti. Solamente ancora qualche clamore a Zagabria, dove il girone di andata della prima lega sta movendo il suo ultimo passo, ma per il resto, in Croazia ed in Slovenia ormai stasi quasi assoluta, ora che la lega interrepub-blicana ha terminato il suo girone di andata ed è finita in naftalina fino alla prossima primavera quando, cessato il letargo invernale, si sveglierà per vivere ancora un poco. Infatti questa giovane lega, che ha aggiunto appena tre anni di età, è destinata a scomparire assieme alla sorella maggiore, la seconda lega. Al loro posto subentrerà il campionato di zona, che servirà diretta-mente di piattaforma per il passaggio alla prima lega. Ma chi potrà prendere parte a questa nuova lega? Innanzi tutto le retrocesse della II lega, divise nei vari campionati nazionali, E quindi le squadre che della lega interre pubblicano avranno la classifica in regola per potervi aspirare e cioè le prime quattro squadre della Croazia e le prime due della Slovenia. Fatti i conti, al girone di andata, le squadre che passerebbero di categoria dalla interre-pubblicana dovrebbero essere Treš-njevka di Zagabria, Rijeka di Fiume, Split di Spalato e Borovo di a Padna NOTE : Partita veloce e combattuta. Nel primo tempo superiorità, delusola. Nella ripresa TOlimpda risaliva la corrente, giocando con più efficacia, ma non riusciva a mutare le sorti dalTinconfax AURORA b — STELLA ROSSA 1:3 (0:0) AURORA b : Padovan, Totto, Kozlovič, Reja, Luglio, Kocjančič, Cavalli II, Zetto, Cavalli I., Vatovec, Dapretto. STELLA ROSSA: Krevatin, Orlati I, Cotombin, Ražman I, Ange- I risultati: Padna — Stil 2:17 Šmarje — Saline Pirano b 1:2 Aurora b — Stella Rossa 1:3 Isola b — Olimpia 3:0 La classifica : S. Pirano b 440018:28 Isola b 4 2 2 0 12: 2 6 Jadran 4 3 0 I 18:10 6 Stella Rossa 5 2 2 1 10: 7 6 Stil 5212 22:10 5 Aurora b 3 2 0 1 26: 4 4 Olimpia- 5 113 8:11 2 Šmarje 4 0 0 4 3:12 0 Padna 4 0 0 4 2:57 0 lini, Ražman II, Carraro I, Lonzar I, Lonzar li, Orlando, Kocjančič. ARBITRO: Mazzucato di Capo-distria. MARCATORI: al 59, Carraro I, al 61’ Lonzar., al 77’ Vatovec e al 90’ Oriattd I. NOTE: Su di un terreno viscido gli ospiti di Ancarano hanno avuto ragione idi un’Aurora apatica e slegata. LE PARTITE DELLA VI. GIORNATA Ad Ancarano: Stella Rossa — Padna, a Bertoki: Olimpia — Aurora b, a s. Lucia: Saline Parano b — Isola b, a Dekani: Jadran —-Šmarje. Riposa la Stil. Tattacoo a fondo alia ripresa del campionato. BSK - PARTIZAN 3:0 (2:0). — Nulla 'da fare per un Partizan irri-oonoseibile, albulico e lento come non mai. Dopo soli 12’ il risultato era acquisito. Il BiSK, con Jelisavčić e Siljak-ović, passava all’8’ e al 12’ con due belle reti, che trovavano impotente il pur bravo Stojanovič. Nella ripresa, il Partizan ha cercato di ridurre le distanze, ma un terzo gol segnato alla mezz’ora da Markovič lo ha messo definitivamente k. o. VOJVODINA - LOKOMOTIVA 4:1 (3:1). — La Vojvodina, dopo sette pareggi, è riuscita finalmente a riportare una vittoria davanti al proprio pubblico, piegando nettamente la Lokomotiva. Le reti sono state segnate al 18’ da Veselinovič, al 21’ da Belič, al 45’ da Bošk-ov per la Vojvodina ed al 32’ da Ivančič per la Lokomotiva. Nella ripresa -segnava ancora al 44’ Hadžič per i vincitori. proleter - Železničar 2:0 (2:0). — Il Proleter ha vinto meritatamente l’inoontro che lo, opponeva allo Železničar di Sarajevo. Il risultato avrebbe potuto essere anzi maggiore, solo se Tattacoo 'dei padroni di casa avesse dimostrato più incisività nelle fasi risolutive?, Ambedue le reti sono state realizzate nel primo tempo, alili’ da Dvomié II. ed al 14’ da Abadžič. Borovo, da parte croata, e Ljubljana di Lubiana e Branik di Maribor da parte slovena. Questo, naturalmente, se il campionato non dovesse continuare, ma al contrario ha ancora tanto cammino da compiere che, indubbiamente ci saranno altri cambiamenti in graduatoria e forse rilevanti. Intanto è opportuno tirare le somme a fine del girone di andata. In linea generale c è stata una certa superiorità delle squadre croate su quatte slovene, che vantano la loro prima classificata in quel Ljubljana che è terminato appena al VI. posto in graduatoria, mentre Branik, Železničar e Kladivar sono rispettivamente, al nono, decimo e dodicesimo. Decisamente le squadre slovene non sono andate molto bene, anche se il Ljubljana ha avuto un sorprendente galoppo finale che gli ha fatto guadagnare diverse posizioni in classifica. Esso non è molto staccato dalla vetta: solamente tre punti lo dividono dalle tre capoliste, che sono: Trešnjevka, Rijeka e Split, due punti dal Borovo ed uno dal Teksti-lac. Distanze minime, quindi, che certamente daranno origine a battaglie serrate quando il campionato effettuerà il suo giro di boa. In testa tre formazioni a quota 15. Trešnjevka, Rijeka e Split. La più completa è certamente la squadra del Trešnjevka di Zagabria, che esordiente nella Lega interrepubbli-cana, ha dimostrato di essere in possesso di un prolifico attacco (24 reti) e di una più che discreta difesa (10 reti). Per tutto il corso del campionato il primo posto del Trešnjevka è stato insidiato solamente dal Rijeka, che nel finale ha ceduto, terminando al secondo posto, dopo aver per molto tempo primeggiato netta graduatoria generale. L’undici di Glazer si è dimostrato squadra esclusivamente di difesa, insaccando solamente 6 reti. L’attacco però ha stentato a trovarsi e ben poco ha violato le reti avversarie, se ha raggiunto il limite di appena 11 goals, cioè facendo meglio (sulle dodici squadre partecipanti al torneo) solamente dello Scoglio Olivi (10). Lo Split è stato una squadra di strani alti è bassi e di un certo equilibrio tra attacco e difesa, con un punto in meno però, per la difesa. Da quota 15 si passa a quota 14 per incontrare il Borovo, squadra solida ed omogenea, mentre un gradino più sotto si trova il Tekstilac di Varaždin eie ha perso molto del passato splendore e che praticamente capeggia le squadre di mediocre levatura che si chiamano Ljubljana, Segesta e Scoglio Olivi. Tuttavia fra queste fa spicco il Ljubljana per il suo attacco realizzatore, tanto che detiene il primato dette reti segnate (25). Lo Scoglio Olivi è a quota 9, ma nel girone di ritorno certamente saprà fare di più. In fondo atta graduatoria, con poco da dire anche in futuro, vegetano Branik, Železničar, Šibenik e Kladivar. Sono le cenerentole, che non si azzardano nemmeno ad attendere la scarpetta del principe per dare inizio ad una troppo mirabolante resurrezione. PALLACANESTRO Jugoslavia - Germania 56:39 (33:20) MONACO DI BAVIERA, 12 — La rappresentativa maschile jugoslava di pallacanestro ha battuto sabato scorso a Monaco di Baviera, nella sala della Burgerbrau1, la nazionale della Germania Occidentale per 59 a 39 (38—20). Per la squadra jugoslava hanno segnato: Mìnja 18, Pavasovič 16, Komjović 11, Kurz 7, Popovič 3, Kanduš 2 e Kocjan 1. Campionato disćrefćuale di Capodisfria FACILE VITTORIA La lega intenepubblicang Sloveno-Croata DISTANZE MINIME nel lotto di testa Nuova sconfitta casalinga dell’Inter — Severamente battuta la Triestina ROMA—MILAN 2:1 (0:1) — Su un terreno reso sdruccevole dalla pioggia, che ha continuato a cadere per tutta la partita, il Milan ha conosciuto la prima sconfitta del campionato, pur essendo andato per primo in vantaggio: Frignami, lasciato incustodito da Eliani, aveva potuto avanzare fino a cinque metri da Moro e batterlo con un tiro a mezz’altezza. Nella ripresa, i giallo-rossi, in maglia verde, sono partiti di scatto e la loro pressione ha fruttato quattro calci d’angolo nel primo quarto d’ora. Poi al 15’ il goal del pareggio, segnato da Bortoletto con raso terra dal limite dell’area. Il Milan si è lanciato allora all’attacco e ial 20’ Moro si è salvato magistralmente in angolo, deviando un forte tiro a! volo di Nordabl, su centro di Ricagni. Al 34’ la Roma ha ottenuto il goal della vittoria. L’azione, impostata da Venturi, è stata prose- CAJMP1UNATU ITALIANO SERIE A I risultati: Bologna — Spai 2:9 Catania — Atalanta (sospesa per impraticabilità del campo) 9:8 Internazionale — Juventus 1:2 Napol, — Fiorentina Novara — Lazio Pro Patria — Genoa Roma — Milan Sampdoria — Udinese Torino — Triestina 1:1 2:1 0:3 2:1 2:0 5:1 La classifica: Milan 11 9 1 1 28: 6 19 Juvennis 11 5 5 1 18:11 15 Fiorentina 11 5 4 2 17:13 14 Bologna 11 6 2 3 24:19 14 Roma 11 4 6 1 16:13 14 Inter 11 4 4 3 13:11 12 Torino 11 5 2 4 15:14 12 Napoli 11 3 5 3 13:12 li Genoa 11 3 5 3 12:12 11 Catania 10 3 4 3 15:12 10 Atalanta 10 3 4 3 12:12 10 Triestina 11 3 4 4 9:17 10 Novara 11 3 3 5 12:15 9 Udinese 11 4 1 6 12:17 9 Sampdoria 11 3 2 6 14:19 3 Pro Patria 11 2 3 6 7:14 7 Spai 11 1 4 6 7:17 6 Lazio 11 2 1 8 11:21 5 guita da Bortoletto che recuperava la pallia da Ricagni e la passava a Giuliano. Il mediano giallo rosso, fatti pochi passi, faceva partire un tiro da 20 metri che batteva Buffon. BOLOGNA—SPAL 2:0 (0:0). — Partita di scarso contenuto tecnico. Subito a-lT inizio si ha un paio di Broccini su passaggio di Olivieri. Da segnalare ancora nel primo tempo: al 40’ Olivieri di testa manda fuori alla destra del portiere, al 43’ il guardiano spallino Persico, uscito dall’area di porta, si lancia sui piedi di Valentinuzzi, togliendogli la palla. Nella ripresa, un tiro ravvicinato di Pivatelli è parato da Persico al 3’. Al 13’ Ballacci trasforma un rigore per fallo in area di Mion, ai danni di Cervellati. Al 38’ è lo stesso Cervellati ad aumentareil bottino del Bologna, segnando da fondo campo. J U VEìNTU S -INTE RN AZION ALE 2:1 (0:0). — Pubblico inferiore al previsto a San ,Siro, un pò per la nebbia fitta che ha ridotto la visibilità dagli spalti e un pò per il timore ohe la Juventus allineasse le riserve. La Juventus però ha giocato al completo ed ha dato vita, assieme aUTnter, ad una vivace partita. I maggiori pericah nel primo tempo li ha corsi la rete degli ospiti. Nella ripresa, Tlnter ha aumentato il ritmò, ma, per costringere in difesa gli avversari, non ha saputo sfruttare le occasioni, sia per ila prestanza della retroguardia torinese sia per T imprecisione nel tiro a rete. I bianconeri si sono affidati al contropiede e in due di questi hanno segnato le due reti. Dopo un certo smarrimento, i nero-azzurri hanno accorciato le distanze, ma di più non hanno potuto fare. Ecco le reti: al 9’ della ripresa su centro di Praest, Bronèe stanga in rete. Alla mezzora, seconda rete dei bianco-neri, segnata da Boniperti che, lanciato da Bronèe, precede l’uscita di Ghezzi e segna imparabilmente. Il punto della bandiera nero-azzurra è stato segnato al 34’ da Brighenti. NAPOLI—-FIORENTINA 1:1 (1:0) Terreno buono all’inizio, poi reso pesante da una fitta pioggia. Nettissima superiorità iniziale dei Viola, che impegnano a fondo Bugatti. Sul finire del primo tempo, risveglio del quintetto del Napoli. Al 41’ azione di Pesaola che, ostacolato da Ma-gni-ni, cade in area. L’arbitro sanziona il rigore che Amadei realizza. Al 12’ della ripresa, dopo un ennesimo salvataggio di Bugatti, la Fiorentina pareggia: centro di Mariani, Buzzin sfiora di testa la palla e Bizzarri segna pure di testa. NOVARA-LAZIO 2:1 (0:0) — Il Novara, che nel primo tempo aveva subito la pressione dei Laziali, peraltro imprecisi e inconcludenti all’attacco, ha ivuto un’ottima ripresa nel secondo tempo, riuscendo a conquistare una meritata vittoria, grazie sopratutto all’impegno di 'tutti i suoi uomini. Dopo un primo tempo chiuso a reti inviolate, il Novara parte subito aU’attacco. La pressione dei padroni di casa si fa più insistente e, al 15’, Forment n di testa segna la prima rete, su passaggio di Marzani. Sei minuti dopo, Vicolo, sfuggito a De Giovanni, si trova solo davanti al portiere novarese e non ha difficoltà a pareggiare. La squadra piemontese insiste però al-l’attacoo e ottiene il punto della vittoria al 37’, su calcio di punizione battuto da Arce, da un metro fuori area. Bredesen devia la sfera in rete. GENiOVA-PRO PATRIA 2:0 (1:0) Netto successo del Genoa che, pur non mostrando un giooo molto convincente, ha potuto disporre abbastanza facilmente della .sfasata difesa bustese. Al 4’ una lineare azione Piastrin—Mike—Carapellese : conclude Mike che si lancia tra Nicola a Venturi, presentandosi solo davanti a Ufooldi e battendolo irrimediabilmente. Nella ripresa infittisce la nebbia che già aveva disturbato alcune fasi dei primi 45’. Al 14’ Tattacoo Genoano, approfitta di un malinteso tra Ufooldi e Venturi e riesce a mettere a segno il secondo goal con Mike. SAMPDORIA-UDINESE 2:0 (0:0) Partita giocata su terreno pesante. Il primo tempo si è chiuso senza reti, malgrado una leggera superiorità udinese. Nella ripresa, le azioni si sono fatte più vivaci. Al 26’ Tortu! si è fatto espellere per fallo su Azzimonti. Benohè rimasta in dieci uomini, la Sampdoria è riuscita a segnare al 28’ con Testa che, su oalcio d’angolo tirato da Baldini, ha messo in rete. Da questo momento fino alla fine T Udinese attaccava a fondo. Al 35’ un tiro di La Forgia è stato respinto dalla traversa e, al 41’, su punizione, Baldini segnava la seconda rete. TORINO—TRIESTINA 5:1 (1:0). Il Torino ha battuto con severo punteggio una Triestina ohd, per quasi tutto il primo tempo, è riuscita a mantenere in equßibrio le sorti. La prima fase della partita si è conclusa a vantaggio dei torinesi, ma solo in virtù di un’autorete di Nay, al 43’. Nella ripresa i padroni di oasa hanno intensificato le loro azioni e già al 1’ Dacci ha segnato una magnifica rete. Al 6’ gli ospiti, in contrattacco, sono riusciti a diminuire le distanze con un goal di Dorigo. Al 20’ il Torino ha segnato una nuova rete con Buhtz. Gli altri 2 goals sono stati realizzati rispettivamente da Bacci e Bertoloni. LOTTA Il Partizan a Faenza Si apprende da Belgrado che nel gennaio prossimo avrà luogo a Faenza un incontro internazionale di lotta fra la Virtius Faenza Sportiva e il Partizan di Belgrado. UNGHERIA: Farago, Buzanski, Lantos, Bozsik, Lorant, Szojka, San-dor, Kocsis, Hidegkuti, Puskas, Fe-nyvesi. MARCATORI: al 21’ Bozsik, al 26’ Hidegkuti, al 40’ Ring, al 44’ Sandor, al 46’ Johnstone e all’89’ Kocsis. GLASGOW, 8 — Dinanzi a 120 mila spettatori, la rappresentativa nazionale magiara ha giocato per la prima volta contro la Scozia. I magiani hanno giocato giudizi-samente, ma noli hanno corrisposto alTaspettativa generale. D’altro canto gli Scozzesi hanno giooato una delle loro migliori partite, oppeftien- H do alla maggiore classe degli avver- . sari un gioco volitivo ed energico, calorosamente sostenuti dal proprio pubblico. Se il loro attacco fosse stato più conclusivo, sarebbe andata certamente a finire altrimenti. AlTinizio gli Scozzesi attaccavano a fondo e, quando già il pubblico attendeva il goal che sanzionasse la oro superiorità arrivava la doccia fredda del primo goal magiaro. La reazione scozzese allo smacco è stata rabbiosa e, forse proprio peT la precipitazione degli attacchi, non riusciva a dare effetto .alcuno. Erano ■ anzi i Magiari a Segnare nuovamente su contropiede. Finalmente, dopo una continua pressione dei padroni di casa, arrivava il goal su azione in linea, conclusa dall’estrema sinistra oon un bel tiro al volo. Allo scadere del primo tempo, con Cunningham fuori campo, i Magiari portavano a tre i goals a proprio favore, sfruttando il momentaneo sbandamento della difesa scozzese. Gli scozzesi partivano immediatamente all’attaoco anche nella ripresa e subito riducevano le distanze. Su! 3:2 Tincontro si faceva pieno di sensazioni: gli Scozzesi attaccavano disperata-mente in cerca del pareggio. Kocsis e Pusikas si ritiravano a dar man forte alla difesa e lo stesso Hidegkuti giocava arretrato. Quando però sembrava che il pareggio non -fosse soltanto una speranza, gli -Scozzesi si vedevano giocare, proprio allo scadere del tempo, da una nuova beffa, sempre in contropiede, di Koesi-s. Il torneo invernale “Coppa delFUnione,, PRO ME TT O NO BEN E I PRIMI I N C O N TR I risultati: Umagro — Bute 1:3 (1:2) Aurora — Isola 2:0 (0:0) Riposava il Saline Pirano. va a superare Gruber e portare due il bottino capodistriano. Aurora-Isola 2:0 (0:0) Umago-Buie 1:3 (1:2) Riprende la strada delle vecchie tradizioni? IL CALCIO FIUMANO verso la sicura rinascita FIUME, 13 dicembre. — Stavolta sembra che il calcio fiumano si av-vii a grandi passi verso una sicura rinascita. Non la intendiamo attraverso l’attività di massa, anche se a questo riguardo si sono fatti grandi progressi, ma dal punto di vista prettamente qualitativo. Il compito di portare alto il nome del calcio cittadino era stato affidato fino ad oggi alla «Quarnero», ora Club di calcio «Rijeka», ma l’esperienza ha dimostrato che le cose impostate a tavolino non possono dare buoni frutti se non accompagnate da un’attività concreta. Sembra che il club, cui è stato assegnato questo onorìfico compito, non abbia assolto bene il suo mandato. Lo dimostra il fatto che la società suddetta ha giocato in prima lega per una sola stagione e, per due soltanto, in secondai Ciò in un giro di quasi dieci anni. Tutti si sono preoccupati di tale assurda situazione poiché è logico che una città industriale come Fiume, con i suoi circa centomila abitanti, dovrebbe essere più degnamente rappresentata nell’ agone calcistico nazionale. Quest’ anno, dopo la riorganizzazione detta »Quarnero», sembra si vogliano fare le cose per bene. Lo dimostra l’ingaggio di un allenatore della levatura di Franjo Glazer, portiere ai suoi tempi di fama mondiale, e di alcuni giocatori da altre città, come il mezzo destro Milkovič del BSK (un giocatóre coi fiocchi), il centro-attacco Veselica, atleta di sicuro avvenire, il mediano Saliko-vic già del Borac di Banjaluka, ii centro mediano Krkovič del Metalac di Zagabria e, infine, un terzino del Crikvenica che ha già fatto par te con puoni risultati dell’ex squadra quarnerina, senza tuttavia trascurare il vivaio locale. In tal modo il secondo posto in Gassifica della Lega interrepubblicana, conseguito a pari punti col capolista Trešnjevka, potrà essere conservato nel girone di ritorno. Se così sarà, il «Rijeka» potrà partecipare al rinnovato campionato della II lega che, coinè noto, sarà organizzato in quattro zone. Ma se fin qui abbiamo parlato del «Rijeka» eccoci ora al fatto nuovo del calcio fiumano. Così in sordina, quasi in punta di piedi, si è fatta largo in questi ultimi tempi la squadra déll’Orient. Se all’inizio non molti davano probabilità di accesa tanto rapida a questa compagine, oggi a Fiume se ne parla con grande rivo, veloce e di buona levatura tee ammirazione. Pensate che l’Orient ha nica. Ambedue le squadre sono sce- ISOLA: Russignan I., Benvenuto, Gruber, Vascotto 1., Sorgo, Vascotto IL, Zaro, Bologna, Felluga, Boroje-vié, Depose. AURORA: Pecchimi, Turčinović, Santin, Orlati IL, Perini, Burlili, Della Valle, Romani, Norbedo, Fa-vento, Scher. ARBITRO: Sabadin, di Capodistria. NOTE: Cielo coperto con pioggia incessante e terreno viscido. Calci d’angolo 6:2 per l’Aurora. Spettatori 200 circa. MARCATORI: al 65’ Scher e dll’82’ Norbedo. Ci siamo recati in campo per accingerci al nostro compito domenicale con la certezza che le condizioni climatiche, davvero poco favorevoli, avrebbero determinato, come spesso succede, un impedimento al gioco, così da renderlo caotico e noioso. Ma queste erano soltanto nostre presunzioni, che per fortuna sono svanite dinanzi ad un gioco combat- concluso l’andata del campionato della Sottolega di Fiume a punteggio pieno: 13 partite, 26 punti. Un record davvero eccezionale che non trova riscontro nella storia del calcio jugoslavo. Inoltre la squadra, composta da atleti che in media non sorpassano i vent’anni, si è resa protagonista di una grande impresa: ha piegato la Dinamo di Zagabria in una recente partita amichevole. Sta affiorando così all’ orizzonte del calcio fiumano una squadra che potrebbe essere inserita già oggi quale fattore importante del rinnovato potenziale calcistico fiumano. E non è escluso che si possa arrivare ben presto alla rosea situazione di un tempo, cioè del lontano 1920 quando, prima dell’avvento del fascismo, a Fiume c’erano due forti squadre e attraverso la loro diretta concorrenza il calcio fiumano assurse a notorietà anche in campo internazionale. Alludiamo all’Olimpia e cd Gloria che in seguito, ad opera dei gerarchi fascisti, vennero cancellate dalla vita sportiva locale, con una fusione che non diede alcun risultato positivo. Oggi e nell’ immediato avvenire l’antico ruolo potrebbe essere continuato dal «Rijeka» e dall’Orient. Ambedue hanno già un proprio pubblico di migliaia di appassionati. E’ giunto, quindi, il momento di porle nella condizione di perseverare nel cammino così bene intrapreso e siamo certi che, in tempo relativamente breve, potranno far fare al calcio fiumano un sicuro passo in avanti. E ciò che ci auguriamo noi e tutti gli appassionati del calcio a Fiume. U. I. G. AMICHÉVOLE RIJEKA — ORIENT 3:0 (1:0) se in campo con il proposito di giocare seriamente, non venendo meno al proprio proposito per tutti i 90’. Il primo tempo è stato disputato tutto d’un fiato, quasi sempre a largo respiro con qualche fuga e qualche sciupìo di azioni, come al 29’ quella di Della Valle che, dopo aver ricevuto un pallone d’orà da Fa-vento, calciava alto sopra la traversa e quella, al 35’, di Borojevié che, ricevuto un passaggio da Sorgo, da posizione favorevolissima tirava in bocca a Pecchiari. Nella ripresa, la partita assumeva un aspetto ancor più interessante. Pare, anzi, che il riposo abbia portato consiglio agli isolani. Al 5’ infatti Zaro, dopo aver ricevuto un allungo da Bologna, si scontrava in corsa col portiere avversario e la palla stava ruzzolando in rete, quando sopraggiungeva Orlati II, che neutralizzava. L’Aurora riprendeva però i suoi attacchi e presto imponeva il proprio gioco all’avversario. Dopo un paio di calci d’angolo, maturava la prima rete nero-verde: al 20’, dopo un’intesa tra Pavento e Norbedo, quest’ultimo tirava a rete, ma Russignan respingeva. La palla perveniva sui piedi dell’intramontabile Scher (per l’occasione sceso in campo dopo una lunga assenza dimostrando di essere sempre lui nonostante gli anni) che violava la rete degli ospiti con un dosatissimo quanto angolato tiro. L’Aurora prendeva decisamente in mano le redini dell’incontro. Tuttavia l’Isola non cedeva le armi e si difendeva coraggiosamente, minacciando anche con qualche puntata in contropiede. Dopo una serie di azioni veloci e ben congegnate, si giungeva al 37 quando Norbedo, intercettato un pallone di Burlin, riusci-__________________ UMAGO: Pelc, Smilović, Plešč, Laschizza, Giraldi, Tasič, Petrovič, Smoje, Lenarduzzi, Bajč, Bertok. BUIE: Bartolin, Pavlov, Gezič, Degrassi, Cassio, Lindac, Desanti, Matkovič, Rašič, Mitrovič, Vascotto. ARBITRO: Kravanja di Capodistria. NOTE: Terreno in pessime condizioni e sdrucciolevole. Durante, tutto il secondo tempo è caduta la pioggia. Spettatori 100 circa. MARCATORI: al 5. Rašič, al 44' Vascotto, al 73’ Desanti e al 7’ Tasič. Su -un terreno reso viscido dalia pioggia caduta in precedenza, il Buie ha conquistato due -preziosi punti. Il fango ohe rendeva alquanto difficile il oontrollo della palila, ci ha permesso di assistere p-ù che a un incontro di calcio, a una gara -di pattinaggio artistico. Considerato un tanto non bisogna pensare che la vittoria del Buie sia stata fortunosa. Anzi durante tutti i novanta minuti di gioco i buiesi « sono rivelati di gran lunga superiori ai loro -avversari, costringendoli per tutto rincontro ad una accanita difesa. Il Buie ha il calcio di inizio; ma è l’Umago ad impossessarsi -della -palla e a scendere verso la porta avversaria, usufruendo -subito di un calcio d’angolo. Dopo s-oli cinque minuti, il Buie passa in vantaggi0 con Rašič che sfrutta abilmente una respinta corta -di -Giraldi e, dal limite jdell’area di rigore, insacca imparabilmente. L’Uma'go, per nulla scosso, passa al contrattacco e due minuti più tardi riporta -le sorti in parità con una puntata di Tasič. I‘ gioco continua alterno da ambo le parti con una certa supremazia dei buiesi e proprio alo soadere del primo tempo, Vascotto riporta in vantaggio i propri colori, riprendendo t una palla sfuggita a Pelc. Il secondo tempo non cambia risen omia ed è sempre il Buie a dettar legge. Verso la metà -del temp°> TUmia-go si spinge all’attacco in cerca del pareggio, ma male gliene incoglie perchè, su una puntata in contropiede, Desam-ti porta a tre 1® reti del Buie. TENNIS DA TAVOLO — M-a cara, quante volte t detto idi non mettere le u* nella scatola delle palle !