ORGANO DELL'UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI MARTEDÌ’, 21 SETTEMBRE 1951 Redazione s Amministrazione: CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 Una manifestazione di unita di popolo alle celebrazioni de „LafStiria ’in lotta" a Ostrožno NOI AGIAMO PER UN CRANDE E NOBILE FÌNl Il Maresciallo TITO ha parlato a una massa entusiasta di oltre 350 mila persone convenute da ogni parte delia Slovenia UN MARE DI FOLLA Oltre 350 mila persone si calcola abbiano partecipato alle grandi manifestazioni popolari, svoltesi sabato e domenica a Ostrožno, Celje e dintorni, fra cui oltre 3 mila provenienti dal distretto di Capodistria. Sin dal primo mattino dì sabato hanno iniziato gli arrivi di treni speciali, coione di autocarri e autobus carichi di gente; senza contare le automobili, i carri agricoli addobbati di bandiere e fiori, e altri mezzi di trasporto occasionali, che hanno aumentato a dismisura il traffico nella zona, rendendo il lavoro dei tutori dell’ordine addirittura massacrante. E tutto è proceduto nel massimo ordine, senza alcun incidente degno di rilievo. Dalla stazione, dai parcheggi e da ogni direzione, lunghe colonne di popolo confluivano verso il fulcro delle manifestazioni, a Ostrožno — una mezz’ora a piedi da Celje — dove all'ombra degli abeti era sorto un vero e proprio parco di divertimenti. Per darne un’idea almeno approssimativa diremo che soltanto le piste da ballo erano 36, mentre a centinaia saliva il numero dei padiglioni per il ristoro. Un tempo ideale, nonostante la leggera nebbiolina che ha stagnato dalla serata di sabato fino al tardi mattino di domenica (il che non è nulla di eccezionale, esserulo il fenomeno solito in Stiria in questa stagione) ha favorito, accanto alle vivande e bevande, la buona disposizione d’animo della gente, che non ha mancato di dimostrarlo con canti e altre rumorose espansioni. Nel pomeriggio di sabato, fra le altre manifestazioni, quella che ha attirato maggiore folla è stato l’arrivo in piazza «V. Congresso», a Celje, delle pattuglie partigiane, compóste dai combattenti delle gloriose unità che hanno operato durante la Lotta di liberazione in Stiria. Per tutta la serata, e nel corso della notte, altre decine di migliaia di persone hanno continuato ad affluire sul luogo. Le vie di Celje, straordinariamente illuminate, sono invase da una folla enorme che mancando la possibilità dì trovar posto nei pur numerosi locali di divertimento, le ha animate per tutta la notte, mentre fra le piste da ballo e i padiglioni di Ostrožno ferveva la festa con un concorso impressionante di gente. Altri, invece, hanno preferito trovar posto per dormire, magari alla buona, in qualche fienile, nelle tende appositamente apprestate o in qualche aula scolastica, trasformata per l’occasione in dormitorio collettivo. Meno numerosi i fortu- nati che hanno potuto trovare oppi-talità in albergo o presso qualche conoscente. Comunque, ognuno s’è arrangiato alla meglio come ha potuto (e come sempre può in simili occasioni!) o creduto opportuno, cosicché al mattino all’appuntamento generale sul grande spiazzo della manifestazio-ng centrale s’è ritrovato, anche se un pò stanco, in un mare di -folla in ansiosa attesa di udire la parola del compagno Tito, la cui presenza lui confermato l’aspettativa generale. Puntualmente, come al suo solito, il compagno Tito è giunto alle 10 salutato affettuosamente dalla marea nereggiante sul pendio del colle di fronte a ai lati della grande tribuna. In precedenza un corpo di circa due mila cantori aveva sostenuto un applauditissimo concerto. Dono aver passato in rivista le brigate partigiane stiriane, schierate nello spiazzo antistante la tribuna, e aver consegnato solennemente a quattro di esse alte decorazioni al valore, ha raggiunto il suo podio, iniziando il tanto atteso discorso. La parola di Tito Prendendo la parola, ttl Maresciallo Tito ha rilevato innanzitutto l’eroica lotta della Stiria per la libertà. Dopo aver sot tolineato come dalla lotta di tutti i popoli della Jugoslavia sia sorta la loro unità e bome questa unità si stia rafforzando sempre più, è passato a trattare alcuni problemi di politica interna- economica. In seguito, parlando della situazione politica internazionale, ha detto: «Debbo innanzitutto dire che nell’attuale situazione non è facile parlare dì politica estera . In politica estera vi sono oggi molti elementi che preoccupano il mondo. Fino dove si andrà e che cosa accadrà? Qual’è, ad esempio, la situazione oggi in Europa? A Bruxelles e al parlamento francese è recentemente fallita la CED. Noi mai avevamo creduto che questo organismo avrebbe avuto vita. Abbiamo subito intravisto che era una creazione artificiale senza possibilità di realizzazione, poiché impostata su basi errate. Abbiamo chiesto come fosse possibile realizzarla quando quelli che dovrebbero costituirla sono in dissidio tra loro. Ciò avviene ad esempio tra i francesi ed i tedeschi. Risolvano essi prima i loro dissidi. Il problema europeo Vediamo come risolveranno il problema della Saar, se i francesi guarderanno sempre al passato e se i tedeschi a loro volta penseranno a qualche rivincita. E’ possibile trovare una soluzione delle vertenze fra questi due paesi che sono la base fondamentale di una integrità dell’Europa? Troveranno questi due paesi un linguaggio comune? Essi hanno tralasciato tutto ciò per voler realizzare ad ogni costo ciò che era stato ideato in fretta nei tempi critici, quando non avevano nè 1 e* sercito, nè altrq. Ritengo che questa non sia una catastrofe e che esistano modi c vie affinchè in Europa prendano piede rapporti che rappresentino non soltanto la sicurezza verso l’esterno, ma anche all’interno dell’Europa stessa. Non ci sono oggi motivi di creare con HfliniE. DN ILLUSO! «E ben difficile etere la verità su Trieste: parlare male di Trieste equivale a parlare male di Garibaldi. E parlare male non significa dire tutto bene e cioè solo patriottismo sublimato e un unico garrire al vento di bandiere tricolori. Il realo autentico pensiero dei triestini, gratta gratta — come si dice testualmente — non può che costituire un pugno nello stomaco per quegli italiani medi (che sono in realtà pochissimi) che avessero creduto alla lettera tutte le fandonie della propaganda ufficiale. Il fatto è, in sostanza, che la realtà essenziale di Trieste giace sepolta sotto coltri di retorica. I fremiti sono di poca gente fuori della realtà. Altri gruppi fremono anche ma mirano a cariche e a onori che sperano di avere dallTtalia (le benemerenze, roba che si ricorda ancora dal fascismo: autentico tarlo di una qualsiasi vita sociale!). Il fatto certo, fondato, incontrovertibile, è che la grande maggioranza della popolazione non desidera che lavorare in pace. Per questa maggioranza che cosa porta l’Italia a Trieste? La Vanoni, il servizio militare obbligatorio, e il centralismo burocratico romano. Insomma a Trieste, quando si tolga la cappa di piombo dell’intolleranza, i triestini confessano sentimenti italiani, ma una nazionalità unicamente triestina. Gravissimi gli errori della politica italiana che si è lasciata trascinare dal più parolaio oltranzismo irredentistico, incoraggiando l’esodo degli italiani dalla Zona B. Mario Cortese.» (Da «Settimo Giorno» del 16 corr.) Evidentemente Mario Cortese, trattando il vero problema triestino, ha dimenticato che l’opinione pubblica italiana, anche nei suoi circoli culturali, mai ha conosciuto la realtà triestina e giuliana poiché tutte le notizie al riguardo le sono state propinate da «Il Piccolo» in modo svisato e falso senza scrupoli e con eccitamento all’odio. Ha dimenticato che il continuatore dell’opera de «Il Piccolo» a Trieste, peggiorata dall’odio razziale fascista, è Rino Alessi, trombone dell’ex-regime. Ha dimenticato che Trieste, dal luglio 1945, è diventata la mecca del panfascismo vecchio e nuovo, dei professionisti della violenza; è diventata l’Eldorado degli avventurieri e dei criminali d’ogni grado e specie. Ha dimenticato che a Trieste si da la caccia ad ogni residuo di antifascismo, ponendo sul tavolo dell’accusa come corpo di reato la lacera divisa degli ex-partigiani e portando in trionfo per le vie di Trieste i neri gagliardetti del littorio, fregiati di teschio e tibie incrociate. Ha dimenticato che a Trieste l’operaio reagente con un pugno ad un provocatore viene condannato a un anno di carcere, mentre lo studente che lancia una bomba contro un corteo di lavoratori riporta 7 giorni di arresto; che a Trieste lo studente italiano cui cade sui piedi la bomba della propria dotazione, diviene «martire dell’italianità» e deputato al Parlamento di Roma. Ha dimenticato che a Trieste esiste un C. L. N. il quale profonde centinaia di milioni per snazionalizzare l’Istria e la Zona B. Ha dimenticato infine che chi cerca di sollevare un lembo della pesantissima coltre di retorica ricoprente la realtà triestina è un antiitaliano, un venduto, un traditore, un bugiardo, un barattiere, peggio ancora, un infoibatore, un titino. Un ben motivato richiamo a questa palmare realtà esso non ha tardato a riceverlo dal più autorevole dei fascisti di Trieste, da Rino Alessi che, fra l’altro, gli risponde: «Noi non conosciamo questo signore. Però, leggendo il suo articolo abbiamo compreso benissimo perchè non abbia messo da noi, evidentemente per lui ultraretorici, nemmeno la punta del naso. Ci guarderemo dunque (sic!) dal perdere il nostro tempo per raddrizzargli le idee ... Va a finire che, secondo lui, l’Italia può portare a Trieste solo la Vanoni (che c’è già), il servizio militare (che sarà molto bene ci sia) e il centralismo burocratico, mentre la cessazione dell’occupazione alleata, oltre agli agenti di polizia e impiegati del G. M. A., metterà sul lastrico — udite udite! — il nutritissimo corpo di segnorine, i cinque o sei locali notturni, le affittacamere (a ora) e gli autisti di piazza (che, naturalmente’, in Italia non esistono!, n. d. r.) Sarebbe tutto da ridere se non fosse tutto da piangere al pensiero che simili cose su di noi si stampano, non fra i Mau Mau, ma in un settimanale italiano L’autore deplora che in Italia non si conosca il problema di Trieste. Sarebbe consigliabile che agli cominciasse col deplorare la sua faciloneria che jaficima senza dimostrare» (Dal «Giornale di Trieste» del 16 corr.). Buon per lui che Mario Cortese viva e vesta panni fuori dal clima di Trieste, diversamente farebbe una ben amara esperienza delle basi e della soitanza di cui è materiata la retorica triestina, nonché dei metodi • mezzi coi quali protegge la sua inviolabilità. urgenza una comunità europea ehe tragga le sue origini da quei tempi in cui ritenevano che l’Unione Sovietica fosse una potenza molto aggressiva ed essi non era-na armati, mentre oggi nel mondo è stato ristabilito l’equilibrio e anche le potenze occidentali sono forti. Il pericolo maggiore è oggi all’interno della stessa Europa, poiché sotto tali rapporti nella situazione odierna si vanno creando elementi che, non nell’immediato ma in un più lontano futuro potrebbero ricondurci alla ripetizione di quanto abbiamo vissuto nella prima e nella seconda guerra mondiale. Infatti, oggi coloro che stanno creando un’Europa unita, dovrebbero pensare in primo luogo a guardare all’avvenire nella prospettiva di quanto avverrà tra dieci o venti anni, per evitare si ripeta ciò che è avvenuto in passato. Molti popoli europei temono ancora oggi ri ripeta ciò che ha portato alla prima e alla seconda guerra mondiale, poiché non si può immaginare quali forze infernali potrebbero giungere al potere in uno o in un altro paese e non si sa se il fascismo potrebbe forse riaffermarsi in uno o nell’altro paese. Credo, e lo dissi anche agli stranieri che mi hanno fatto visita, che in questo caso bisogna lavorare con molta ponderatezza, che bisogna fare il possibile affinchè tutti i popoli dimentichino il passato come lo abbiamo dimenticato noi, o meglio, non abbiamo intenzioni vendicative. Naturalmente noi non abbiamo dimenticato; ricordiamo il passato per poter agire in avvenire più caggiamente. Persino qui nei Balcani, dove le differenze dei sistemi sono molta grandi, abbiamo superato vari dissidi del passato e creato una comunità, pronta a difendere d’accordo la propria indipendenza e a collaborare reciprocamente. Esistono forse in Europa contrasti antagonistici maggiori di quelli che esistevano proprio qui nei Balcani? Non esistono! Sono del parere che fra quegli stati esistono problemi minori, poiché essi hanno identici sistemi interni. Se vogliono salvare il mondo da una catastrofe, allora non creino oggi blocchi e non si armino contro altri, ma cerchino il modo di creare un’atmosfera almeno sopportabile nella stessa Europa, e il modo di eliminare gradatamente gli antagonismi. Ciò è possibile. Bisogna guardare uh pò meno al passato e più all’avvenire. Bisogna potenziare meno il pericolo diretto — e sono del parere che il pericolo diretto di una aggressione oggi non esiste — e guardare maggiormente come questa integrazione europea potrà trovare basi più sane e rapporti interni migliori. Con una comunità europea, che avesse una tale forma nuova, che comportasse anche stretti contatti economici, eliminasse gli antagonismi reciproci e instaurasse la collaborazione nei problemi che sono nell’interesse di tutti i popoli europei, abbiamo pensato di collaborare pure noi. Non in alcun modo però con una comunità quale essi avevano ideata in precedenza. Che cosa faranno ora, non lo so. Vorrei dire solo qualcosa, quanto dissi un giorno anche ad un uomo di stato estero, cioè il mio parere che non hanno ragione coloro che vorrebbero mantenere costante-mente la Germania legata ad una certa catena. Non si può tenere alla catena per molto tempo un popolo così vitale, così capace, così nazionalmente cosciente. Tenerlo alla catena significa indurlo a divenire come dopo la prima guerra mondiale causa gli errori allora commessi. La Germania ha diritto alla propria sovranità, naturalmente in armonia con il trattato di pace. Bisogna darle la possibilità di poter armarsi fino a un dato limite — come è anche nell’interesse degli altri popoli — senza permetterle di diventare militarista. In una parola, bisogna far si che la Germania si senta pari agli altri, affinchè gli elementi che oggi tramano non trovino nuovamente terreno per trasformarla in una forza conquistatrice nei confronti dei suoi vicini. Questo si deve tener presente, e noi lo diciamo loro continua-mente. Non bisogna soltanto creare ad ogni costo un certo fronte e un fronte armato. ^ Il Patto Atlantico e noi In quanto riguarda il Patto Atlantico, sono del parere che, pur avendo esso avuto in un dato momento la sua ragione d’essere, assume sempre più un volto politico, ossia direi, un volto ideologicamente colorato. Si tratta qui di lotta contro il comuniSmo. Per questo motivo è per noi inaccettabile quanto ci è stato un tempo suggerito, cioè di entrare a far parte del Patto Atlantico. Noi siamo socialisti. Non vi è posto per noi in un blocco che abbia tendenze anti-socialiste. Noi possiamo collaborare in vari problemi. Possiamo collaborare anche con il Patto Atlantico e già lo facciamo, però solamente in alcuni campi limitati; nel problema della lotta contro l’aggressione, 1 in quello del mantenimento dell’indipendenza del nostro paese, come pure dell’indipendenza dei vari paesi. In una parola, noi possiamo giungere fino a questo punto. Però ogni lotta ideologica, ogni intenzione di guerra preventiva ci è estranea e non possiamo collaborarvi. Noi parliamo apertamente. Nei Balcani abbiamo creato una comunità particolare: il Patto Balcanico tra Jugoslavia, Grecia e Turchia. E’ questa una comunità non improntata a colori ideologici di nessuna sorte. Essa è sorta dalle necessità di. difendere questi tre paesi, di difendere la loro indipendenza e la loro vita pacifica. Questa comunità non è diretta contro nessuno e non ha intenzioni di guerre preventive. Suo unico scopo è di salvaguardare i confini e la vita pacifica dei paesi che lo compongono. Questa è per noi una comunità sana e — a nostro parere — non occorre cercare nel mondo altri tipi di comunità. Il problema ideologico è questione interna di ogni singolo paese. Tutte le guerre sono già divenute assurde per la gente, poiché la storia ha dimostrato che nessuna guerra ha risolto i problemi per i quali è scoppiata, anzi che !a guerra ha ancor più acutizzato e ingrandito questi problemi facendo sorgere addirittura il pericolo dello scoppio di un’altra guerra che sarebbe il suicidio dell’umanità. Non è possibile risolvere con la guerra i problemi contrastanti. Bisogna cercare altre vie affinchè questi problemi insoluti vengano risolti, anche se la ricerca dovesse durare non so quanto tempo. Ogni guerra, sia pure essa soltanto locale, significa regresso per l’umanità, significa annientamento non solo della vita umana, ma anche di tutto quello che le forze creatrici umane hanno costruito. Noi siamo acerrimi nemici della guerra. Da questa nostra conclusione non si deve però supporre che siamo dei pacifisti: siamo combattenti per la pace in primo luogo, però sapremmo anche lottare se qualcuno ci aggredisse. Questo è il nocciolo della questione. Ancor più assurda è la guerra ideologica che viene condotta con la propaganda. E’ comprensibile che dietro ad essa si nascondono altre cose, mire impierialisti-che ed altro. Il problema dell’ordinamento interno di un paese è affare del suo popolo, il solo capace di trovare la strada che maggiormente corrisponde ai suoi interessi. Prima o poi egli la troverà, in quanto deve soltanto vedere questa strada c null’altro. Noi non possiamo oggi essere d’accordo con la propaganda che si conduce frontalmente dal di fuori contro il comuniSmo. Dicono che si riferiscono con ciò al comunismo-sovietico. Sia, però io non lo chiamerei così. Se si parla contro il comuniSmo, ciò significa parlare contro le idee di Marx, Engels e Lenin, contro le nuove idee creatrici che debbono condurre avanti la società. Noi siamo contro tale propaganda, non la possiamo approvare nè la approveremo mai. Noi abbiamo trovato la nostra via di edificazione socialista. Il contenuto deve essere realmente socialista, deve poggiare sui grandi ideali di Marx, Engels e Lenin. Noi abbiamo qui reso possibile la attuazione pratica di tutte queste grandi idee, alle quali abbiamo impresso un vero carattere socialista Noi le svilupperemo ancora ulteriormente per la prosperità ed il benessere del nostro popolo. In questo campo nessuno può avere qualcosa da ridire. Esistono però problemi contrastanti: Come risolverli? Beninteso io qui non potrei dare ricette sicure. Bisogna prima vedere ciò che uno vuole e se ragiona realisticamente. Vorrei formulare un’altra domanda in proposito e cioè se il mondo tale e quale è oggi ossia socialista, comunista, capitalista e cosi via, può coesistere. Vi sono paesi al mondo con differente sistema sociale. E’ ora necessario che essi inizino una crociata l’uno contro l’altro perchè il più forte imponga al più debole il suo ordinamento? oppure è più necessario cho questi paesi collaborino tra loro qualunque sia il loro ordinamento? Convivenza dei sistemi 10 sono del parere che l’unica via d’uscita consiste, oggi, nella convivenza fra i vari sistemi nel mondo. Soltanto così sarà possibile evitare dissidi. E proprio questa convivenza esige la cessazione della lotta propagandistica di carattere ideologico, che arriva fino alla minaccia della forza militare. La convivenza tra i popoli è necessaria. Necessita che si collabori su tutti i problemi che sono nell’interesse sia degli uni che degli altri. Non ci sono due paesi al mondo che non abbiano interessi reciproci e che non possano collaborare tra loro. Considerando come si sviluppano gli avvenimenti esterni, ciò potrebbe sembrare oggi un’utopia. Essa non può essere e non sarà utopia quando la gente comprenderà che questa è l’unica via d’uscita, l’unica possibilità nell’attuale momento. La convivenza, la collaborazione pacifica e la lotta con tutte le forze contro la guerra, questo è oggi il nostro compito. 11 nostro paese — che in ogni occasione, e specialmente alle Nazioni Unite, è stato ed è sempre in prima fila fra coloro che lottano per la distensione tra i popoli — ha sempre presentato proposte sane e realistiche e con ciò si è guadagnato una grande stima presso tutti i popoli che pensano nello stesso modo e che hanno gli stessi fini. Il nostro paese deve continuare su questa strada. Tanto i nostri cittadini che si recano all’estero come noi qui, tutti dobbiamo operare affinchè i dissidi internazionali giungano per lo meno ad una distensione, se non è possibile eliminarli del tutto. Osservate ad esempio la nostra politica di collaborazione con tutti i paesi. Essa è recentemente realizzata anche con il ripristino dei rapporti diplomatici con la Unione Sovietica, Romania, Bulgaria, ■ Ungheria, Albania ed ora anche con la • Cecoslovacchia. Quali erano sino a ieri i nostri rapporti con questi paesi? Che cosa non abbiamo noi subito dal 1948 sino ad oggi? Quale danno enorme ha subito il nostro popolo? A quale tremenda pressione psicologica siamo stati sottoposti e cosa essi non hanno fatto contro di noi? Per la distensione Ma quando essi ci hanno offerto il rin-novo dei rapporti diplomatici, abbiamo teso loro la mano e abbiamo detto: accettiamo. Noi nulla abbiamo contro i buoni rapporti. Pensiamo che si possa vivere con questi popoli ai nostri confini — contro quei popoli, in verità, nulla avevamo, ma solo contro i loro dirigenti — e ripristinare una situazione quantomeno normale, ma debbono cessare gli incidenti che si verificavano ai nostri confini, deve cessare la fomentazione dell’odio contro di noi. In altre parole, siama passati sopra a ciò che è stato e che, naturalmente, non possiamo dimenticare completamente. Laddove sarà necessario, lo diremo e accoglieremo ogni cosa con «granii salis». Abbiamo messo in disparte tutto ciò e come cosa principale abbiamo ripristinato la normalità nei rapporti fra noi e i popoli che ci vivono attorno. Naturalmente, la normalizzazione non ci è necessaria propria con assoluta urgenza. Negli ultimi tempi anch’essi hanno compreso che la normalizzazione non può esistere soltanto a parole, ma che dovrà essere dimostrata dai loro fatti e, in verità, hanno compiuto dei passi in questa direzione. Ma può qualcuno, /chiunque esso 9,5a, avere il diritto, oggi, di rinfacciarci questa normalizzazione, di dirci che avremmo dovuto continuare a litigare con essi? Nessuno ha questo diritto. Forse, a questo qualcuno ciò converrebbe, ma a noi no e non a noi soltanto, ma a tutto il mondo non converrebbe, poiché, ogni normalizzazione del genere porta più o meno alla distensione. E non dicano che qui c’è il focolaio più pericoloso, che la Jugoslavia è nel pericolo maggiore e ha bisogno di aiuto, pensando con ciò sempre a qualcosa d’altro. Noi non siamo, oggi, al culmine, nè tantomeno con l’acqua alla gola. Eravamo isolati da tutti e non abbiamo avuto paura. Oggi abbiamo ancor meno motivi di temere, poiché possediamo una forte armata, un popolo unito e tutto ciò che può costituire l’orgoglio di un popolo onesto e coraggioso. Noi siamo comunque del parere che questo sia un contributo alla pacificazione e dobbiamo farlo. Normalizzazione sì, ma a quali condizioni? Dirò anche questo: La normalizzazione con l’Unione sovietica, la Cecoslovacchia, la Bulgaria, la Romania, ecc. non dev’essere presa cosi alla cieca. Dovremmo forse abbracciarci ora e che tutto sia a posto? Naturalmente no! Questa normalizzazione non deve e non può confondere la nostra attuale condotta politica, cioè far mutare i nostri rapporti verso l’occidente, con il quale nei momenti più difficili abbiamo stipulato vari accordi e collaborato. In questo senso non ci saranno da noi dei mutamenti. Questa normalizzazione non deve avere alcun influsso sul nostro sviluppo interno, sul nostro cammino verso il socialismo. Essa deve escludere ogni ingerenza negli affari interni di un popolo. Nessuno deve ingerirsi nei nostri problemi interni. In base a questi principi, eccovi la nostra mano per collaborare. E collaboreremo sia nel campo economico, che in quello politico, dove ciò sia necessario e dove riteremmo giusto essere d’accordo. Noi parliamo chiaro dinanzi a tutto il mondo e nulla nascondiamo dietro le quinte. Siamo stati sempre sinceri e, oggi, esprimiamo il nostro punto di vista di fronte a tutti. E pensi ognuno ciò che vuole. La nostra coscienza è pulita. Noi agiamo per un grande fine, per il fine della pace e della collaborazione fra i popoli.» La fine del discorso, spesso interrotto da vibranti applausi, è stata coronata da unitoterminajbile, entusiastica ovazione. Quando il compagno Tito è sceso dalla tribuna per allontanarsi, la folla ha rotto i cordoni della guardia, assiepan- dosi, malgrado gli sforzi fatti per trattenerla, attorno alla macchina presidenzale per esprimere diretta-mente al compagno Tito il proprio affetto. Poi, nell’automobile che a stento si faceva strada fra la gente, il Maresciallo Tito è riuscito a disimpegnarsi e ripartire. Nel pomeriggio, al campo d’aviazione ha avuto luogo un interessante «meeting» aereo, nel mentre a Celje-città e a Ostrožno si svolgevano manifestazioni sportive e feste popolari. Verso sera e fino a tarda notte (ci sono stati, come sempre quando si tratta di simili occasioni, i ritardatari!) con i treni, con autobus, camions, carri e i mezzi dì trasporto più svariati la gente ha ripreso la via del ritorno verso ogni parte della Slovenia, soddisfatta per i bei momenti trascorsi assieme nei ricordare i tempi duri, ma gloriosi della lotta. TITO VISITERÀ' rindia e la Birmania E’ stato comunicato ufficialmente che il Presidente della R. F. P. J., Maresciallo Tito ha accettato gli inviti dei Governi dell’Unione indiana e della Birmania a visitare quei paesi. La data della partenza del Maresciallo Tito alla volta dei paesi amici asiatici non è stata ancora resa nota, ma si ritiene che avverrà sollecitamente. L’annuncio ha sollevato grande interesse nelle sfere politiche e nell’opinione pubblica intemazionali, particolarmente in India', Birmania e negli altri paesi dell’Asia sud orientale, dove la visita del "Presidente della nostra Repubblica è considerata come l’inizio di una fase piu costruttiva nei rapporti reciproci. E stato comunicato pure che il Vicepresidente del Consiglio esecutivo federale, Edvard Kardelj e ' il Presidente del Consiglio esecutivo della R. P. Croata, Vladimir Balearic visiteranno nelTottobre prossimo la Norvegia su invito del Partito norvegese dei lavoratori, mentre una delegazione dell’Unione socialista dei lavoratori della quale faranno parte i membri della Presidenza Ro-doljub Čolakovió, Miloš Minic, Li-dia Sentijurc, Krste Crvenikovski e Mile Počuča si recherà in Belgio a ricambiare la visita, compiuta recentemente al .nostro paese, da una raporesentanza di quel Partito socialista. IL DECENNALE dell’ Unione degli Italiani POLA, 20 — Si è celebrato sabato e domenica a Pola il Decennale della costituzione dell’Unione degli Italiani dell’Istria e Fiume e della fondazione de «La voce del popolo». Sabato sera si è svolta nella sede del Circolo italiano idi cultura una manifestazione cui ha partecipato, fra i numerosi ospiti, il Presidente dell’Unione degli Italiani e membro del C. C. della Lega dei comunisti della Croazia, Andrea Benussi. Al discorso celebrativo del Presidente del C. I. C. di Pola, comp. Abrami è seguito un programma culturale con la partecipazione dei cori della «Lino Mariani» e della «Brapa Rasan»', dei solisti Dorše e Gumbac, del violinista Ju-rini, del violoncellista Jerončič, del pianista Marčelja e di due studen-» ti del Ginnasio italiano di Pola. Al programma culturale ha fatto seguito un’esibizione di pattinaggio artistico e un trattenimento danzante. Nella mattinata di domenica sono stati ospiti del C. I. C. gli orfani dei Caduti nella Latta di liberazione. Per il Decennale ’ è stata aperta anche una mostra di pittori connazionAi. Anno VII. — N° 365 Prezzo 10 din — 20 lire ABBONAMENTI : TJL.T. Zona Jugoslava e R.FJPJ.: annuo din. 420, semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in c. c. p. ★ 7 GIORNI Piccioni se ne va Il ministro degli esteri italiano Piccioni, ha rassegnato le dimissioni dalla carica. Lo sostituisce l’onorevole Martino che1, dalla pubblica istruzione passa a Palazzo Chigi Martino è un liberale, come il suo collega ohe regge il dicastero della giustizia. Nella lettera di dimissioni il ministro Piccioni afferma che con questo atto intende aver mano libera per poter difendere Piero suo figlio, coinvolto nell’omicidio Monte-si. Si rileva che l’atto dell’ex ministro degli esteri può significare una pressione indiretta sulla magistratura inquirente sull’affare Mon-tesi in quanto al giudice non si presenterà un padre a testimoniare per il figlio, ma un ministro al quale, all’atto delle dimissioni, il governo ha riconfermato la sua fiducia anche nel campo morale. Come noto, al tempo del processo Muto si era fatto il nome anche del ministro Piccioni come cointeressato in compre e vendite di immobili fatte dal noto avventuriero Ugo Montagna. Come voća ih Maine . . . Il partito di Adenauer ha perduto circa 250.000 voti nelle elezioni regionali per il Lander dello Schle-wig-Holstein, mentre il socialdemocratici hanno segnato un netto passo avanti, conquistando se’i seggi in più. Il voto degli elettori viene interpretato come un sconfessione della politica interna ed esterna del cancelliere Adenauer. Ciò ha fatto rilevare al ministro degli esteri belga, Spaak che, se si vuole pensare al riarmo tedesco prima che all’unità della Germania, bisogna fare presto, fintanto che Adenauer è cancelliere. Nello stato del Maine si sono svolte le prime elezioni statunitensi in anticipo su quelle che a novembre vedranno la nomina dei nuovi governatori e del nuovo Congresso americano. Per la prima volta, da 25 anni, il Maine ha ora un governatore democratico; che ha battuto 1 ex governatore repubblicano. Per il Congresso è stato eletto il candidato repubblicano, però con una forte perdita di voti nei confronti del 1950. Un detto americano suona: «come vota il Maine vota l’America», se così fosse, a novembre la vittoria democratica sarebbe assicurata e Eisenhower dovrebbe governare con un Congresso e, forse, con un segretario di stato democratico. Modo diplomatico Gli Stati Uniti hanno deciso di passare 17 unità della loro flotta dall Atlantico al Pacifico. Si apprende intanto che il governo di Washington ha riconfermato alla sette ma flotta l’ordine di difendere Formosa. Unità di tale flotta incrociano a 25 miglia al largo della costa cinese, nei pressi di Kuemoy, dove sono giunti rinforzi di Chiang K;»y Sehet. Questi rinforzi, si afferma nei circoli di Formosa, debbono servire ad azioni difensive ed offensive verso Amoy, la base della Cina Popolare che fronteggia l’isola di Kuemoy. Giunto a Londra di ritorno da Petino, il leader laburista britannico, Bevan ha dichiarato che «significherebbe esigere un pò troppo dalla natura umana sperare che la Cina Popolare non risponda agli attacchi delle forze di Chang Kay Sehet». Un modo molto diplomatico per far rilevare che attorno alle coste cinesi si manifestano fenomeni piuttosto pericolosi. Faćća la legge . , , I giornali statunitensi hanno jags-so in rilievo che «l’anno scolastico si è aperto senza incidenti». L’informazione era necessaria dato che con l’inizio dell’anno scolastico ha avuto applicazione la nuova legge costituzionale che vieta negli Stati Uniti ogni discriminazione fra bianchi e neri nelle scuole pubbliche. Già prima dell’inizio delle lezioni, numerosi stati del sud avevano provveduto a presentare ai loro parlamenti apposite leggi per il ripristino delle scuole private e per l’abolizione di quelle pubbliche. In tal modo gli alunni negri si pagheranno le lezioni in scuole «private» per soli negri. Intanto giovedi scorso nella Virginia occidentale, dopo 5 giorni di «promiscuità», i bimbi negri hanno dovuto -lasciare le aule a seguito delle proteste della popolazione bianca. Le scuole hanno avuto un giorno di vacanza perchè gli alunni negri potessero recarvisi a ritirare la loro roba. Il segretario del Comitato per la Costituzione della Virginia, senatore Mattews ha detto che i bianchi impediranno la «promiscuità» rendendo dura la vita ai negri anche economicamente. Nehru a Pechino E’ stato confermato ufficialmente che il primo ministro indiano si recherà in visita ufficiale a Pekino. Nel corso del viaggio egli visiterà anche la Birmania e gli stati indocinesi. Richiesto se egli intende incontrarsi anche con Malenkov, Nehru ha risposto che se il primo ministro sovietico si troverà in Cina al momento della sua visita, egli si incontrerà anche con lui. La domanda era stata posta da un corrispondente americano. PROSSIMA NEL DISTRETTO DI CAPODISTRIA LA GIORNATA INTERNAZIONALE DEL BIMBO «I bimbi sono la maggior richez-za di ogni popolo»., questo il principio che ha guidato i nostri legislatori nell’emanaEióne di una serie di disposizioni legali aventi to scopo dì proteggere la nuova generazione. Sono le leggi sulle cure mediche gratuite all'inifainzi-a, suH’aiuto sociale alle famiglie, suM’istrucl;.ne gratuita, sulla protezione dalle madri e simili. Nel distretto di Capodistria gli intenti del legislatore si sono manifestati neila Casa del Bambino di Isola, dove hanno trovato' accoglienze materne circa 35 orfani sino ai 6 anni e nella Casa giovanile di Capiodistria altri 70 bimbi orfani di età superiore ai 6 anni, e dove vengono educati a diventare uomini degni della nostra realtà sociale. Ma le cure del potere per l’inifanzia non si fermano qui. Altri diciotto giovani, o orfani, oppure abbandonati dai genitori sono sitati inviati negli Istituti di Educazione, affinchè facciano ritorno come NEL B U HTsTe Attività preelettorale In tutte le aziende e cooperative del distretto di Buie si svolge una intensa attività preparatoria per le elezioni alla Camera distrettuale dei produttori, che come noto, avranno luogo il 24 ottobre. Riunioni sono state tenute in quasi tutte le aziende, mentre nel corso dell’attuale settimana si procederà alla nomina dei candidati. uova a uto carri In questi giorm sono giunti a Buie 7 nuovi autocarri FIAT acquistati dal distretto per le necessità delle varie aziende. Tre autocarri sono dotati di rimorchio con la portata di 18 ton. ciascuno e sono stari assegnati all’azienda spedizioni «Kvarner» di Umago. Gli altri tre camions, dalla portata di 4 t. ciascuno, sono stati assegnati rispettivamente alla Cooperativa di Momiano, a quella di Grisignana e al demanio agricolo «Mirna» della Valle del Quieto. Il camioncino dalla portata di una ton. e mezzo è stato assegnato all’Acquedotto distrettuale. membri utili della oeflettività. In queste case si trovano in genere bimbi ai quali, fra. parenti ed altri, era impossibile trovare il nido accogliente che solo una famiglia può dare. Altri 42 sono stati sistemati in quésto- modo, presso le fa» miglie di parenti, e gli organi per la tutela .sociale vigiliamo affinché ad essi nulla manchi. Sono misure di cui beneficiano ih primo luogo gli orfani e la parte più povera dei bimbi e a queste misure bisogna aggiungere gli assegni stanziati recentemente dall’Assemblea dei distretti per dare la possibilità ai figli dei Caduti nella Lotta di continuare i ^roipri studi. Ma neppure la rimanente infanzia viene lasciata a sè stessa e alle cure esclusive delle famiglie. Merita citata al riguardo l’istituizione dalle colonie-estive di cui solo in quest’anno hanno beneficiato citre 650 bambini del distretto di Capodistria che nelle 'calomie montane della Slovenia hanno trascorso ciascuno 20 giorni. Presso le scuole di Sma» rje e Raven sono state organizzate le cucine scolastiche, per gli scolari provenienti dagli abitati più . lontani melle quali consumano urna refezione oltre 60 ragazzi. Il servizio medico per l’infanzia ha una rete 'abbastanza fitta, ed è completo dei suoi servizi. Abbiamo la clinica pediatrica e l’ambulatorio pediatrico ia Capodistria e poi i consultori infantili a Isola, Pirano, Šmarje e Sicciole. Inoltre il personale sanitario effettua visite a domicilio a tutti i bimbi a.1 disotto di 1 anno di età. Consultatori per le madri in stato interessante esistono a Capodistria, Pirano e Isola, che però, risultando un’istituzione nuova, sono ancor poco frequentati. Di rendere l’infanzia più lieta ai nostri bimbi, si curano varie organizzazioni squali la .Croce Rossa, dei Pionieri, 'la giovanile, mentre altre soho in formazione come quella degli amici ideill’infanzia, degli esplo-•V tori, eoe. Tutte, queste organizzazioni potenzieranno la propria attività, analizzeranno il lavoro sino ■ad ora fatto e traccieranno i programmi per l’.awenirei nel corso della «Settimana del bambino» che si terrà dal 3 al 10 Ottobre e che za di ogni popolo» questo il princi- si collegllerà alla «Giornata internazionale del bambina» che si festeggia in tutto il mondo il giorno 4 'ottobre. In linea di massima, sono stati elaborati una serie di programmi che caratterizzeranno l’attività della «settimana». Il personale sanitario del distretto terrà nel corso della settimana una serie di conferenze nelle cittadine e nei villaggi s-ul-iFailimenitazione e sulle cure che devono essere prestate ai bambini. Nel comune di Sicciole verrà organizzata la visita medica a tutti i bimbi al disotto di un anno di età. Verranno raccolti i dati su una piaga abbastanza diffusa tra la gioventù dei nostri villaggi, quella 'dem’atooolismo. Contro' questo male Forganizzazioine della Croce Rossa per prima e in collaborazione con le lajlltre organizsi azioni prenderà le misure per combatterlo. " 7 ■ K >- « ESSE mm fi ■* :S: & .E š; E^pllEf 0 mm; " % PREMIATI I VITICOLTORI DEL RDIESE Dal 3 al 10 ottobre avrà luogo nel distretto di Capodistria la «Settimana del bambino» In quasi tutte le zone del distretto di Buie La viticoltura è il ramo più redditizio dell’agricoltura e lo può essere ancora nonostante le e-ventuali riduzioni dei prezzi dei prodotti enologici. E’ noto lo slancio dei viticoltori del buiess che negli ultimi anni hanno proceduto all’impianto di circa 800.000 viti in media all’anno. Procedendo alTeistensione delle su-perfici coltivate a vite, si è sempre più sviluppato il ccisideitto sistema a piantagione introdotto in primo luogo dalle cooperative. Tale sistema di coltivazione che richiede una buona preparaiziane del /terreno, buon materiale di semina e larghi filari che rendono possibile la lavorazione col trattore e con -altri metodi moderni — è l’unico che possa garantire ai nostri viticoltori di resistere alla crescente con òqrremza is-ul mercato del vino. Onde stimolare l’introduzione della moderna viticoltura, le autorità popolari del distretto di Buie aiutano costantemente i vìticolto- LA DISCUSSIONE SÜLLE CQM0NI DEL DISTRETTO DI BUIE Dna comune a Omaso, un' illusione Nel penultimo' numero del Vostro giornale è uscito un articolo nel quàle isi perorava la causa di costituire una comune in tutto- il 'territorio deill’-atfua'le distretto di Buie. Tale tesi mi pare talmente assurda che all’inizio reputavo quasi inutile controbatteria. Ma poiché essa rivelar che a tutti non è chiara la sostanzia delle nostre future comuni, mi sono deciso a scrivere queste poche righe, fiducioso di dare un contributo chiarificat-i-vo. L’autore del succitato articolo afferma di partire, melila sua tesi, da un punto di vista esclusivamente economico. Sono d’accordo che l’ieconomia di una data zona è un fattore importante niella determina, zione dell’indirizzo da prendersi in occasione della formazione delle comuni, però tale fattore non è e non può essere l’unico e neppure un fattore fondamentale. Non ho sottomano la relazione idi Miha Marinko alifùlitìmo Congresso- della Lega dei Comunisti della Slovenia per citare integralmente le sue p-a- Note Polesi: OCCHIATE IN GIRO POLA, settembre — In queste siornate di fine estate, in cui il sole sembra scoccare dal suo . disco i dardi più fanatici, per farli piovere sulle piante che sembrano invocare una spruzzata di acqua, sulle case che impallidiscono, sulle strade che poi diventano attaccaticele, e sulle nostre teste, la spiaggia è popolata più che mai. Settembre vuoi essere ... balneare sino in fondo! — Così ci godiamo ancora i bagni — mormorano i giovani. — Così il vino nuovo avrà più gradazione —- dichiara lo scaricatore Toni Messe. — E così dobbiamo sudare di più per andar in cerca di dati — concludiamo noi. E per essere in carattere con quanto sopra, cominciamo con il recarci subito difilati al mare, a Stoja, incantevole luogo alTombra della pineta, sulla penisoletta omonima. Peccato che le )ombre della Spra qui vi giungano già al pomeriggio, essendo lo stabilimento situato ad est, ma ormai non andremo a spostarlo. Solamente, dicono i bagnanti, con le molte banconote che entrano in cassa per l’ingresso e per la cabina (per la cronaca rispettivamente 40 e 20 dinari in giorno festivo), si potrebbe fare in modo che il trampolino dei salti non costituisca un pericolo per chi abbia il piacere eli w «La reclame è l’anima del commercio», questo è il detto che si prefiggono quasi tutti i commercianti ciré si... rispettino, in modo da poter abbindolare con più o meno successo i poco accorti che per fare qualche acquisto non vanno alla ricerca della qualità, ma seguono invece le traccie segnate dai colori più vivi delle insegne e delle figure più attraenti dei placati reclamistici. Al detto sopracitato sembra sia molto fedelmente attaccato il vetraio Slavko Hranueli, il quale ha pensato bene di ricorrere senz’altro a sistemi aperti di propaganda per i prodotti esposti nelle sue vetrine, site all’inizio della Via 1. Maggio a Fola, subito accanto all’Arco dei Sergi. E’ ricorso allo . ., «spogliarello» quasi completo di alcune «girls» fotografate sul retro di certi specchietti tascabili confezionati da una non meno intraprendente fabbrica. Gli specchietti in vendita sono addirittura rivolti con il vetro verso l'esterno, in modo che lo fotografie di senorite, con le rotondità scoperte, attirino di più l’occhio del passante. Aliente di strano quindi se gruppi di persone, per le più ragazzi, sostino, attaccando gli occhi alle «girls» di Hranueli. Il bello e che già da molto tempo i cittadini criticano un simile sconcio in un negozio del centro cittadino e che sulle colonne di un quotidiano già il fatto è stato bollato come si deve; nondimeno le rotondità continuano a far faville dietro i lastroni del bravo vetraio. Pornografia recidiva quindi, sfacciato modo di far la reclame, che non si addice al nostro sistema di commercio e di vita. Crediamo sia giunto il momento di far togliere quelle sconcezze da una vetrina pubblica, altrimenti andrà a finire che un tacito incoraggiamento spinga il vetraio e forse qualche altro, a togliere alle fotografie anche il viccolo asciugamano che nasconde il grembo della «girls» . . . fare quattro tuffi. Quand’è bagnato, esso scivola maledettamente e rompersi Dosso del collo non credo riesca simpatico a nessuno. E poi il custode del bagno potrebbe, a ore perse, liberare i lastroni obliqui dì cemento di quel limo marino che sì forma durante le alte maree, il quale ha mandato già a gambe all’aria parecchia gente, con colpì più o meno duri alla schiena. * Tornando in città con una di quelle tozze autocorriere di provenienza. londinese, abbiamo constatato come i rami troppo bassi degli alberi, adornanti il boulevar dell’Arsenale, schiaffeggino molto bene i passeggeri che si sporgono dal finestrino. Oè, dico, qui si va a perdere qualche occhio, quindi quel controllore di tutto quanto appartiene alla flora, che gira per la città in bicicletta, presenti il fatto alla sua direzione ed i rami spariranno. Oppure, dato che è vietato sporgersi, lo schiaffo ... botanico costituisce la punizione per chi viola la regola? Arcani. Però ne soffre anche la vernice delle macchine. * I «pulmann» londinesi hanno l’uscita a sinistra poiché il traffico da loro è invertito. Per ovviare a questo inconveniente, essi vengono fermati ai Giardini nella piazzetta dinanzi alla Banca, dove non c’è pericolo ed il traffico ristà. Ma, però, qualche volta vediamo questi «bulldog» fermarsi dinanza alla Libreria Istriana, dove la strada è stretta e presenta il maggiore traffico cittadino. Lo scendere a sinistra può allora costare caro. Attento quindi, caposervizio Bayer, a queste cose! * Anche gli autisti hanno però le loro buone Ragioni. Chiedetelo a Borroni, il conducente dell’ambulanza dell’Ospedale. Ha un bel premere il clacson quando arriva all’altezza dei Giardini. Il fatto è che a Pola i pedoni hanno preso un brutto vizio: invece di passeggiare sotto l’arberato, che crediamo abbastanza ampio perbacco, chiudono lo strada con tranquilli gruppetti. Andrà a finire che una volta o l’altra Borroni dovrà fermarsi ed imbarcare qualche nuovo cliente. Per questo le norme del traffico devono esser imposte con più severità dalla Milizia stradale. Matita e notes alla mano, senza perdonare nessuno, ed in un paio di giorni tutto è a posto. Altrimenti carri, auto e bici continueranno a percorrere i sensi proibiti ed i pedoni passeggieranno sempre sulla strada. * Già, o si reagisce una volta picchiando il pugno sul banco di qual- incidente automobilistico II giorno 14. corr. l’automobile del CPC Dignano, proseguendo da Pola verso Degnano giungeva all’altezza delle caserme situate sulla strada all’uscita {Iella città, quando dal portone della stessa spuntava’ improvvisamente un marinaio. Per evitare l’urto l’autista sterzava a sinistra, (colpendo ugualmente col parafango il *mari-na«io,) dove si trovava un muratore, che stava procedendo ai lavori accanto al molino «Tre maggio», investendolo. L’autista poi perdeva il controllo della macchina che andava a sbattere contro un albero. Oltre al muratore c? al marinaio, nell’incidente sono rimasti gravemente feriti e ricoverati all’ospedale di Pola, il compagno Fioranti Bruno, presidente della cooperativa dignanese, il direttore della stessa Goisa Antonio e la dipendente Rados Angela. che bar, oppure continueranno a circolare certe pseudo bottiglie di birra, che non sono certo riempite dalla Union o dalla Tomislav. Dalla fabbrica non arrivano mosche e setole da spazzola in bottiglia. C’è qualcuno che di un barilotto di birra fa tante bottiglie e tanti... soprassoldi. Beh, ci decidiamo a pescarlo questo furbone? * E quando ci decidiamo a metterci il telefono in quel casello sgombrato proprio per questo dall’edicola dei giornali ai Giardini? Pare che la cosa dati a qualche mese e la gente, specie i forestieri, continua a correre a dritta e a manca per poter fare una telefonata. O non andrà forse a finire che la stazione merci continua ad essere un mare dì fango, quindi si trasforma in un «simun» di polvere? Speriamo di no, contando di vedere a presto ambedue le pecche rimediate. (rf) GLI INFORTUNI in discussione all’Assemblea cittadina di Pola POLA, settembre — Il problema degli infortuni sul lap-oro, al quale abbiamo accennato -ultimamente dalle nostre colonne, è stato preso con la - dovuta serietà anche dell’Assemblea del -C.P. cittadino polese. E’ risultato, dai dati racöoijti da unlaipposita ciommist sione, che nel corso di un anno gli incidenti sul lavoro con esito mortale sono stati numerosi; citiamo tra questi la -fine -di Maria Dra-g-ovic, uccisa da una trave, Miha Matijasa schiacciato da un blocco di ferro, Giuseppe Vlak, anso da un’esplosione d’elio alla Centrale elettrica, quindi Josip Rub-ba deceduto sull’aHcensore di un erigendo edificio, poi Mario Dico-vich, caduto da una scala, e Maria Mezgec, deceduta sótto una trave. Tutte -preziose vite urneme, che non si possono «sostituire come le macchine o -gli attrezzi di lavoro. L”Assamhlea ha preso- seriamente in -esame la questione ed ha constatato che un orima-to- in infortuni è detenuto dallo -Scoglio Olivi e dalla Fabbrica Cementi (nel primo subiscono contusioni e lesioni agli -arti ed agli occhi particolarmente i tornitori e nella seconda gli operai si infortunano- agli occhi a causa dei -granuli infuocati). La statistica, compilata dalla commissione, presenta una precedenza negli infortuni diagli operai dai 20 ai 34 anni, cioè la parte più vitale della produzione ed inoltre accenna a elfte r'JI'vanti spese per le Assicurazioni -sociali in seguito a tanti incidenti. Quattro imprese di Pala, nel primo- semestre di quasPanno, hanno avuto pagamenti d’infortunio per un totale di 18 milioni di dinari ed una perdita di 3000 giornate lavorative. In seguito a tutte queste circostanze, l’Assemblea del -C.P.C. ha deciso di prendere severi provvedimenti nei confronti delle organizzazioni eoo-n-o-miche che non si atterranno strettamente alle norme di protezione contro gli infortuni sul lavoro. A questo proposito siamo -del parere che il primo «conto» sarebbe da affibbiare al Mulino elettrico «3 Gennaio!», dove, nonostante l’ordine deliHspezione del lavori, le cinghie -di trasmis-isiome cpntinu&no a giirairjei alto -scoperto senza nessuna difesa. rolle a proposito, ma ricordo, che, in detta relazione, egli affermava come il fattore eooinoimico- non deve essere determinante, poiché, in una zona depressa, la partecipazione degli elettori alla vita pubblica potrà essar'e -di gran lunga .maggiore -ohe in un’altra zona economicamente proispera, ima n-ellla quale la disponibilità di queste ricchezze è stata aicoantràta nelle mani di pochi burocrati. A me sembra che la tesi di una comune in un territorio talmente vasto, come Fattuale distretto, ci porterebbe proprio verso questo pericolo: cioè verso il [disinteresse o Fimpossfbilità ideigli elettori di partecipare all’amministrazione della cosa e della vita pubblica, nonché all’accentramenito- diel potere in mano di pochi, anche se questi non sono ma potrebbero diventare dei burocrati. Chiarirò meglio- il mio concetto. In un territorio vasto come -quello (proposto ideila nuova comune i problemi che sorgono e sorgeranno in seguito sono tanti e complessi che praticamente risulte-rabbie impossibile chiedere il parere o indire un referendum tra gli elettori di tutta la comune, concernente gli stesisi, senza compromettere la loro tempestiva soluzione e attuazione. Ne consegue che le decisioni verrebbero' prese in un ambiente ristretto di persone, le quali, accentrando la facoltà di decidere nella proprie mani, per forza di oas-e si trasformerebbero in piccoli autocrati, -anche contro la loro volontà. 'Considerato -un tanto, ritengo che n-cm r-eoon.amiia, ma la possibilità degli elettori di partecipare direttamente airamminiistrazicne della cosa pubblica deve essere il fattore Che deve spiccare tra. gli altri quando prenderemo le decisioni sul futuro assetto delle nostre comuni E possiamo raggiungere questa possibilità anche ridicendo gli attuali comuni, iccnseigueinido nell contempo un notevole risparmio nelle spese per l’amministrazione e tenendo di visita -anche la queisiticin-e economica, geografica, -eoe. ■ —— Quando dico (ahe Da coda migliore sarebbe di formare tre comuni -sul territorio- ide-ll’attuale distretto-, quello di Buie, CitìtainoiVa e U-mago-, non dico una cosa nuova, ma formulo una 'proposta che fra la nostra popolazione 'tr-ov-a, il maggior numero di consensi ; in primo luogo perchè suddividendo il territorio dei-l’attuale -distretto in tre comuni, si ripartiscono anche i relativi problemi che in esso sorgono e -di conseguenza 'maggiore è -la possibilità degli elettori di deciderle, su tutte le questioni riguardanti la loro comune. Inoltre geograficamente i centri del -comune non sarebbero LO SPAZZ0LIFIC10 «ISTRA» di Capodistrìa acquista dai produttori le radici (chersin) e le settole bianche di suini lavate al massimo prezzo di mercato. Agricoltori, rivolgetevi alla nostra fabbricai AVVELENAMENTO PER- FORMAGGIO Nella tarda serata di mercoledì 8 settembre, quattro dipendenti del conservificio «Arrigoini» di Isola, sono stati trasportati al-l’oisipiedale con sintomi di avvelenamento per in-gerimento di cibi guasti. I sanitari hanno accertato che- tutti avevano ingerito del formaggio. Immediata-mente curati, i quattro operai vennero messi fuori pericolo-. La partita -di formaggi posta in. vendita della cooperativa di Momiano è stata bloccata e campioni sono stati inviati All’ufficio d’igiene di Lubiana per Tesarne microbatte rialogico. IMPORTANTE COMUNICAZIONE AGLI AGRICOLTORI NEL DISTRETTO DI CAPODISTRIA Si avvertono tutti i proprietari ed amministratori dei boschi nel distretto di Capodistria che desiderano eseguire i tagli nella stagione autunnale — invernale d-i presentare la domanda indirizzata al proprio -Comune entro -il 1. ottobre c.a. Le domande presentate dopo il termine stabilito -non veranno prese in considerazione. I formulari prescritti sono a disposizione dei interessati negli uffici del Comune. LA COLTIVAZIONE DEL RISO NELLA VALLE DEL QUIETO Quest’anno, per la seconda volta, su di una parcella sperimentale, della Valle, del Quieto è stata effettuata -la coltiwaziointe del riso- che, sino ad ora procede bene. Qualche danno è stato causato -da varie malattie, tuttavia si -attende un ottimo raccolto. tanto .lontani dagli abitati e dai villaggi e perciò facilmente raggiungibili dalla popolazione, -al contrario di -quanto succederebbe se l’unico centro fosse Umago, nonostante l’era atomica, nella quale, purtroppo, per ragioni intuitive non siamo -ancora entrati, dovendo accontentarci di quella della benzina. Terzo, questi tré centri hanno- maggiori possibilità di sviluppo- economico, Umago e Cittanova, come afferma Fautore del 'succitato articolo, e Buie, nonostante la sua affermazione contraria, avverso :la quale, purtroppo, lo spazio non ci permette di polemizzare. Infine, -se Umago dovesse contribuire .lall’e/levaimemto economico di Buie e Citta-nova, quando quesiti due centri fossero neil nesso della stessa comune di Umago, perchè non potrebbe farlo ugualmente, a-vendo delle eccedenze, sebbene questi due centri formino, con il territorio circostante, una comune a se? Ritengo che la sostanza non cambia e quasi quasi non cambia nemmeno la forma, se non nell fatto che sarà la collettività delle co-. mimi e prelevare e a ridistribuire quesiti fondi, i quali però,, ad es., per la più piccola famiglia degli elettori della -comune di Cititanova, rappresenteranno un occhio della testa e questi baderanno bene che nemmeno un dinaro sia speso in cose inutili e non redditizie. , G. D’A. ri con la concessione idi crediti a lunga scadenza per la piantagione delle viti e riacquisto delle attrezzature, con la esenzione dal pagamento -delle imposte eic-c. Tra l’altro, già da 'anni il CPD premia i migliori -piantatori di viti. Per aiutare -la coltivazione delle viti proprio col si-stema a innesto, il Comitato popolare -del distretto di Buie ha scartato Fattuale sistema di premiazione di tutti i piantatori, decidendo di premiare solo quelli dei nuovi vigneti il cui impianto è stato fatlt-o secondo i dettami -dell’ulti-ma tecnica Tali premi sono stati concessi per le nuove vigne piantate nell’anno economico 1952/53 sia dal settore cooperativistico Che da quello privato. La valutazione è stata fatta da una commissione tecnica con il risultato che fra 7 cooperative di -produzione e 37 agricoltori pri vati sono -staiti -concessi 581.206 canari di premio per 318.252 viti impiantate. Per la varietà della viti, le miglio« ri tira le cooperative eli produzione seno state quella di Dalla, Seghetto-, K-rasica e Madonna sul Carso, mentre tra i privati spicca fra tutti gli altri Fagri-colìtoire Apollonio Piero di Baissamia, che ha impiantato una »%na relativamente piccola però e-semplace. Merita un accenno anche la vigna piantata dalFagriccltore Melon Valerii di Moimiehia nei pressi di Matte-rada che, a differenza degli altri, -ha scelto, con ottimi risultati, le viti base Kober 5BB e 420 A. E’ stato rilevato ohe molti viticoltori coltivano 1-a vite Rupe-stris du Lot, non tanto adatta per i nostri terreni. Fr-a gli altri agricoltori premiati notiamo: Vesnauer Ivan di Ver-gnacco, Prelac Ivan di Merišće, Turina Giuseppe di Turini, Pavletič Romano di Marinčiči, Drušković Giovanni e Balos Romano di Verte-neglio, Baissanase Vittorio di Fiorimi, Pilastro Giovanni di Daila, Pregara Antonio di Baredine, Ju-rišević Antonio- di Juricani, Zaki-nja Ernesto di Z-akinji e i fratelli Tončič di Rosazzo. In questi giorni è stato aperto un Acquisto di frumento per la semina Per migliore il fondo 'sementi di frumento, il Comitato' popolare del distretto di Buie intende acquistare tra -breve annesterò un congruo quantitativo di frumento- da semina. E’ stato rilevato che le, sementi attualmente in uso nel distretto hanno perso notevolmente il loro potere, cosicché riacquisto di sementi precoci e ad alto rendimento contribuirà a migliorare notevolmente la nostra cerealicoltura che ha grande importanza poiché oltre 4.000 ettari di terreno vengono col- tivati a frumento, nuovo concorso a premi per i viticoltori che hanno affettuato l’impianto delle viti nell'autunno 1953 e nella primavera di quest’anno. Possono parteciparvi tutti coloro che hanno impiantato al minimo 2.000 viti, in 'filari distanti uno dall'altro non meno di 1,80 m. e tra vite e vite di 0,90 m. al minimo. Necessita inoltre che la piantagione sia stata effettuata con buone varietà, adatte al terreno, che. previamente doveva essere scassato al minimo ad una profondità di 0,50 m. Le viti,, naturalmente, devono essere ben curate. Tutti gli interessati devono far pervenire la propria iscrizione n.i comitati popolari dei comuni. J. B. PIRANO NASCITE: Ivankovič Angelina di Nicola e Košar Anica, Filistum Franco di Angelo e di Maraston Antonia. DECESSI: Scarpa Antonia, casalinga di anni 89. MATRIMONI: Petronio Bruno bracciante di anni 24 con Baranek Ciliana casalinga di anni 28, Braico Angelo impiegate di anni 28 con Fonda Adalgisa impiegata di anni 25, Ivankovič Nicola di anni 21, tecnico militare con Košar Anica, casalinga, di anni 31. BUIE NASCITE: Melon Luciano di Aldo e Buzdi-kin Maria, Markežič Adriano di Giuseppe e Radin Maria, Antonac Linda di Enrico e Antonac Erminia, Sebelić Vlado di Giuseppe e Zanzerovic Lucia, Škrinjar Rita di Antonio e Sorgo Maria, Zakinja Flavia di Ferruccio e Tirello Elda, Deklič Claudio di Giuliano e Cadenaro Maria, Prelac Edi di Bruno e Jakovac Ida, Caliga-ris Claudio di Pietro e Radin Antonia. CAPODISTRIA DECESSI: Savron Izyedan di 9 mesi, Bassanese Franco idi anni 1, Gunjac nata Krastič Anna di anni 65. MATRIMONI: Kozlovič Aldo di anni 24 operaio con Stefančič Ludmilla di anni 22 casalinga, Argenti Luciano di anni 25 agricoltore con Jerman Olga di anni 2,1 casalinga, Grbec Jože di anni 21 automće-canico con Babič Lidia di anni 21 casalinga, Furlanič Natale di anni 22 agricoltore con Furlanič Lidia di anni 27 casalinga, Apollonio Italo di anni 22 agricoltore con Pozrn Pierina di anni 25 operaia. NASCITE: Jerebica Norina di Carlo e Grbec Emilia, Stemberger Kaljuša di Anna, Kr-mac Lucio di Guido e Loredan Emilia, Corda Darko di Egidio e Primožič Dora, Flis Alessandro di Angelica, Baruzza di Giuseppe e Baruzza Amalia,, Obad Marisa di Izvezdan e Mahnič Maria, Musko-vié Attilio di Duilio e Laurenčič, Cermac Dario di Silvestro e Rasman Olga. Come lavora la Società cullurale „Fratellanza e Un il Ni Pianano" SIGNIFICATIVE ESPERIENZE di un' attività altamente meritevole Come appare nella prassi Fino a circa un anno fa esistevano a Dignano due circoli di cultura: il «Vladimir Gortan» per i Croati e il «Lorenzo Furlani» per gli Italian.«. Nonostante ciò la vita culturale del paese procedeva discretamente male, nel senso che il C. I. C. vivacchiava senza prospettive di sorta e il Prosvjetno Društvo si riduceva a un discutere sconclusionato della propria direzione sul come elevare la coscienza nazionale. Vista e analizzata questa situazione, i comunisti e tutti coloro cui stava a cuore il prosperare di una cultura progressista, sia croata che italiana, hanno intravisto nella separazione su base esclusivamente nazionale dei due elementi elnici la causa del male, decidendo di tagliare, come si suol dire, la testa al toro. Sorse così, con la fusione dei due circoli un nuovo organismo unitario, la Società culturale «Unità o fratellanza». 1 fatti anno dato ragione ai più coscienti assertori della necessità di impostare, in una località plurinazionale come Dignano, il lavoro culturale sul principio dell’inscin-dibilità della cultura socialista: nel suo pur breve periodo d’esistenza l’«Unità e Fratellanza» ha ottenuto più risultati che non i due circoli assieme in tutti gli anni precedenti. Per questo abbiamo deciso di parlarne e sopratutto perchè le sperienzo —opportunamente adattate alle particolari condizioni ambientali — possano venir sfruttate anche nelle altre località nazionalmente miste (e se ne potrebbero contare!) dove il lavoro culturale in genere stagna in «barè». Da notare pure che, ad una nostra precisa domanda in tal senso, alcuni dirigenti della società dignanese hanno dichiarato esplicitamente che la massa dei cittadini e degli organici dei due ex circoli ha salutato con soddisfazione la fusione e non ci sono state opposizioni; tranne due o tre singoli elementi che, per ignoranza o per preconcetti nazionalisti sia dell’una che dell’altra parte, si sono ritirati con grande soddisfazione di tutti &a ogni collaborazione, rendendo, tra l’altro, inutile la loro espulsione e, contemporaneamente, un prezioso servigio Museo Velia Liberazione a Rovigno E’ stato aperto martedì scorso a Rovig-no il Museo della Lotta di Liberazione nazionale. Esso è suddiviso in due sezioni: la prima rappresenta la parteiciparione della città e delle località dei dintorni, la seconda documenta 1-a lotta sostenuta dagli Italiani deilTstria e di Fiume contro Foiocupazione ma» zifascista. Nei tre locali del Museo sono esposti circa 2 mila oggetti, fra cui 'documenti originali, fotografie, volantini, giornali e armi partigiane. Il materiale documentario verrà ampliato ulteriormente con la raccolta in atto -fra la popolazione. alla vita culturale dignanese. Ma passiamo a parlare del come si imposta in pratica il lavoro. La società ha adottato uno schema organizzativo comprendente un coro misto, una sezione filodrammatica, una sezione folcloristica o una sezione musicale. Il coro, composto di 55 elementi croati e italiani, programma canzoni croate e italiane. Gì piace segnalare, anzi, che sotto la valente direzione del prof. Kaplan, delle Magistrali croato di Pola, esso ha ottenuto un primo premio molto significativo, nei confronti di altri cori più «stagionati», alla Rassegna culturale distrettuale di Pola. La sezione filodrammatica comprende: 2 gruppi italiani (l'anziano, di ,li2 elementi e il giovanile, di 8 elementi) e un gruppo croato. Il primo — che il pubblico di Capodistria, Isola e Pirano ha avuto occasione di vedere qualche mese fa su quei palcoscenici in «La Maestrina», di D. Niccodemi (a tale proposito riferiamo che i filodrammatici dignanesi conservano ancora un brutto r-icordo per non aver trovato aiuto suf-ficente nella loro «tournée», particolarmente a Isola e PirarTO!) — sta preparando la messa in scena di «La madre amorosa», di C. Goldoni e un lavoro molto impegnativo di un autore nordico. Il secondo lavora alla programmazione di una com-mediola umoristica. Il gruppo croato, già distintosi recentemente per alcune prestazioni di notevole mole, prepara la commedia brillante di Branislav Nusič, «Sumnjivo lice» (Faccia sospetta) e «Revolucija u brakovima» (Rivoluzione nei matrimoni) d’autore ignoto. La sezione folcloristica comprende un gruppo italiano (14 elementi) che si dedica al folclore locale (danze conosciute, quali la «furlana», la «vii-lotta» e la «monfernna») e un gruppo misto (12 elementi italiani e croati), che pratica il folclore nazionale jugoslavo. Per il momento l’attività di questi gruppi è molto ridotta, ma riprenderà vigore «in autunno e durante l’inverno. La Seziono musicale conta un’orchestrina (9 elementi) di musica leggera e da ballo, e 2 gruppi di «tamburice» (uno composto di 10 apprendisti e l’altro di «insegnanti croati e italiani). Questa in sintesi l’«Unità e Fratellanza» di Dignano e la sua attività. Merita accennata la collaborazione cho gli «insegnanti danno ad ogni attività e, in particolare, Bujaš Josip, direttore della scuola ottennale croata, Cesnik Anita, Palin Lidia e Sikič Maria. Ma anche altri portano il merito di questo buon lavoro. Innanzitutto il Comitato direttivo al completo, mentre a parte si distinguono Bruno Svik, Debeljuh, Moscheni Giuseppe, Maksinovič, ecc. Dobbiamo far presente poi che la situazione materiale della Società è garantita dalla gestione in proprio del Cinema, concessa con gesto veramente encomiabile dal Comitato popolare comunale, dimostratosi in genere assai sensibile agli interessi della cultura, e dal possesso di uno fra i più begli edafici del paese, una villa ben arredata, dove la società ha la sua sede (la segreteria, la sala di musica, la sala per scacchi, la sala per tennis da a della Cultura socialista tavolo, ecc.), inaugurata il 29 novembre dello scorso, anno. Accenneremo pure che la società può così, tranquillamente, impiegare in paga fissa una persona presso la propria sede. Detto ciò riteniamo inutile dilungarci. Valga a conclusione un elogio a tutti coloro che hanno contribuito al buon lavoro della «Unità e Fratellanza» di Dignano o l’augurio di sempre nuovi e maggiori successi. A. B. Lettere inredazione SAGRA AL BIVIO DI SICCIOLE Nulla di speciale vi è al Bivio, poche case situate a piè del colle di Raven, ma due trattorie e un negozio di generi alimentari ne fanno il centro di tre borgate: Slami, Lonzano e Stena. Anche quest’anno, come gli altri, in mancanza della sagra paesana, sono stati organizzati due balli, sfortunatamente colà non esiste ancora la luce elettrica e nemmeno gli organizzatori si sono gran che preoccupati ver l’illuminazione della sala e così una sera si è dovuto ballare al chiaro di luna, levatasi proprio in orario. Disgraziatamente la festa seguente la luna non era in programma e la sala avrebbe dovuto essere illuminata da una lampada a carburo, posta accanto ai suonatori, ma nemmeno questa funzionava, chè la fiammella aveva ) suoi alti e bassi, di modo che quei poveri cavalieri, i quali perdevano d’occhio la loro dama, stentavano a ritrovarla. I ritardatari, poi, che giungevano dopo aver sbrigato le faccende casalinghe, dovevano procedere lemme, lemme poiché con quella strada e con quel buio cera il rischio di rompersi l’osso del col- lo. Giunti poi alla meta agogriata, avevano ben poco da vedere oltre al buio pesto, al tramestio dei piedi e allo scricchiolio del tavolazzo che inclinava or da una parte or dall’altra, a seconda degli spostamenti della gente, quando poi alla lampada saltava il ticchio di fare alta marea con la sua fiammella, allora la scena che si vedeva era degna delle migliori descrizioni dantesche, con il polverone rossiccio che si levava tra i piedi delle coppie quasi invisibili, le cui sagome erano debolmente riverberate dalla capricciosa fiammellaL’acqua era molto vicina. Il prezzo d’ingresso era di 100 dinari. E gli organizzatori erano beati ... e noi nulla abbiamo in contrario, lo siano pure, ma un’altra volta, se sono organizzatori, organizzino meglio la festa. B.P. Ancora e sopratutto ’essenza politica Molto si discute, e non jempre obiettivamente, della jomune- L’interesse generale jHe circonda il problema è, jn fondo, un indice di sensibilità e di partecipazione delie larghe masse alla nostra fila sociale. Ma, come sempre accade, alle opinioni giuste si affiancano, più o me „o numerose, quelle errate, il ehe, poi, non è gran male, je «errare humanum est» e ilio contribuire alla chiarezza delle idee. Così fra le opinioni errate esiste la tenden-— le cui origini vanno ricreate nell’inclinazioine al ocaipatiriottismo e al parti-jolarismo — a ridurre il processo, in atto per dare alla ■Comune una delimitazione f territoriale, a un semplice ' mutamento nella struttura tell’apparato amministrativo, secondo elementi di esclusivo arattere. ’economico, ge - grafi. c», eoe. perchè essa possa esse-t autosufficiente. Altri ritentilo si tratti di un ritorno alla vecchia sistemazione territoriale dei comuni, ma sojo meno numerosi e probabilmente profani, per cui non me terremo conto. * In realtà si tratta di dare possibilmente alla Comune mia piattaforma amministra-:iva e territoriale che le permetta di prosperare economicamente. Si tràtta anche, ma non soltanto e prevalen-ramente di questo. Ai fini del ruolo che la Comune sta assumendo quale unità fondamentale della nostra società ielle successive fasi dello ^sviluppo socialista, tale a-V .metto del problema è di gran lunga il mero importante se messo a confronto con l’essenza politica < ammenoché sì voglia considerarla già requisita e perfetta, termini sconosciuti alla dialettica storica) che la Comune stessa, quale forma politica del »tare dei lavoratori, include. La Comune, appunto pex-:hè tale, significa sopratut-;o un ulteriore sviluppo de-jli strumenti politici, in essa creati dalla classe lavoratrice per sprigionare la lotta di classe già durante la nostra rivoluzione popolare ; sviluppo che, nel succedersi progressivo ideile fasi di questa lotta durante il periodo ri transizione dal capitalismo al socialismo, perfeziona, per necessità obiettiva di ogni sviluppo storico, le proprie forme, ne assume ielle nuove e potenzia sempre più .attraverso e nell’ambito deglio organismi così creati e rinnovati, il caratte-re politico (lotta di classe) del potere dei lavoratori. In realtà non stiamo crealo nulla di nuovo, nel senso che la Comune è già sorta senza attendere da noi il battesimo amministrativo, così come la lotta di classe con attende ordini. Cosa possano essere altro e cosa sono stati sin dall’embrione i nostri Comitati popolari se non torma politica della lotta di classe per abbattere lo stato »rghese ,per edificarle gli frumenti del proprio potere e con questi, gradualmente, la società senza classi? La nomarne di domani non può essere, quindi, che uno stadio più avanzato, e nemmeno l’ultimo, di questa lotta, ■ma nuova fase nel processo solutivo dello stato e delle ere istituzioni. La nostra Comune sarà di conseguenza ancora e sopra-cotto una forma politica dei-lotta per l’edificazione graduale della società senza lassi, imo strumento armo-ciizzato, possibilmente, ma non ad ogni costo, con gli Vitri suoi elementi che, al dragone, possono far degenerare — se potenziati sproporzionatamente al problema Politico centrale — ogni discussione in un gretto particolarismo o peggio. Ridurre perciò il concetto, •ci resto molto concreto, del-ä Comune a semplici termini economici, geografici, ecc. ngnifica svuotarla del contenuto che essa ha. E a giu-•'tìficazione non può valere il 'nibbio se e oomev la futura -«mune sarà in grado di svolgere, nel senso sopradet-b, il suo ruolo, se e come es-sarà in grado di liberare ■e forze produttive e svilup-Pnre gili elementi socialisti, * e come — poiché in fondo - Pensa e questo — sarà eco-bmicamente sufficente, ecc. Hi dubbi non possono tro-giustificazione, alcuna, itenmeno in teoria pura. Sa-rn bene ricordare a proposi-« che le esperienze delia Comune parigina, pur sconfit-N ma per le contingenze ’èriche dell’epoca, riaffer-Pmno l’immutabilità e la äustezza dei suoi postulati ^litici. öel .resto lasciamo la paro-a a Mane: «La classe ope-,;l>a non ha preteso dalla Comune alcun miracolo. Essa '°n ha da introdurre utopie *kse e bell’e pronte per mez-di deliberazioni popolari. f-s$a sa che, per realizzare la iropria emancipazione e 'biella forma di vita superio-alla quale la società premute tende irresistibilmente *^1 proprio sviluppo economi-X essa stessa — come clas-^ — ha da sostenere ancora lunghe lotte, una intera serie di processi storici in forza aei (lualr gii uomini, non meno delie circostanze saranno completamente trasformati. Essa non ha da realizzare alcun ideale, non ha che da porre in libertà gli elementi della società nuova, sviluppatisi già in seno alla società borghese in sfacelo... (La guerra civile in Francia: Indirizzo del consiglio generale, Cap. III). Si neti che Marx ha scritto queste parole dopo il soffocamanto della Comune ! E uniche gli errori da essa compiuti, che non soma stati l’ultima delle ragioni che hanno accelerato la sua sconfitta (.ad esempio i comunardi sono- rimasti indecisi dinanzi alle ipoirte della Banca di Francia, con tutte le conseguenze del poi), sono parsi, agli occhi di Marix, piccoli nèi a confronto della grandezza dell’opera compiuta. Giaà che ci siamo, per eliminare ogni confusione di termini, ci riferiremo senz’altro alla storia delle gloriose giornate parigine, diaila quale potremo ricavare gli insegnamenti che esse possono darci. E incominciamo con un po' di storia. Il 4 settembre 1870 gli operai parigini proclamavano la Repubblica, quando l’esercito prussiano era alle porte, dopo aver ricacciato da Sedan a Metz o tratto in prigionia le armate di Luigi Bonaparte. Ne sorse un «Governo della difesa nazionale» ohe, però, non incontrò la fiducia della masse popolari, per cui ci fu un tentativo, non riuscito, di ribellione. Il 28 gennaio 1870 .Parigi, affamata capitolò con l’ano-re delle armi. Gli operai parigini, che s’erano arruolati nella Guardia nazionale, conservarono le armi con le quali, .dinanzi agli sguardi .attoniti dei prussiani, difesero poi dai mercenari di Thiers ^artiglieria che si voleva loro togliere e che era stata acquistata già durante l’.as-sedio con i proventi di una sottoscrizione popolare. Fu l’inizio della guerra fra Parigi operaia e il Governo di Versailles. Il 26 marzo fu e-letta la Comune e il 28 venne proclamata. Ma ebbe vita breve. La borghesia, rifugiata a Versailles, in tacito, accordo con i prussiani, assalì Parigi von violenza bestiale il 23 aprile e, dopo una lotta eroica, durata fino- a metà maggio, sopraffece i comunardi, sfogando in eccidi di massa il proprio livore antioperaio. (Continua) IALLÄ PROCURA GENERALE IL COMPITO DI PROCEDERE SPL "CASO MONTESL SUL FIGLIO DI PICCIONI puntale le batterie del dr. Sepe Gli atti dell'istruttoria compongono 80 volumi per complessive 16 mila pagine Bellezze Masai, una tribù selvaggia dell’Africa equatoriaJJe Nel nostro nr. 340, in data 30 marzo u. s., facendo un breve resoconto del processo Muto, allora in corso presso il Tribunale di Roma, abbiamo accennato al sensazionale colpo di scena provocato dalla lettura in aula del testamento spirituale in cui Anna Maria Caglio, la «ragazza del secolo», e-splicamente accusava come colpevole del traffico di stupefacenti e responsabile della scomparsa di molte donne il Marchese Ugo Montagna, suo ex amante e quale «assassino di Wilma Montesi» — trovata morta sulla spiaggia di Tor Vajanica 1*11 aprile 1953 — Piero Piccioni, figlio del Ministro degli Esteri. Quella fu l’ultima udienza del precitato processo poiché il rappresentante l’accusa ne richiese la sospensione con la riconsegna degli atti al Procuratore della Repubblica per una nuova istruttoria che, in seguito, venne affidata al dott. Raffaele Sepe, presidente di sezione della Corte d’Appello di Roma. Ora la prima fase di questa i-struttoria, durata cinque mesi o mezzo, sembra aver stabilito definitivamente che la Montesi non morì ad Ostia nel tardo pomeriggio del 9 aprile 53. un paio d’ore dopo essersi allontanata dalla propria casa in Roma, mentre si bagnava i piedi nel mare per curare una piccola irritazione. La cosidetta «tesi del pediluvio» — accettata o convalidata dal procuratore capo della Repubblica di Roma, Angelo Sigurani — fu concepita da Polito che a quel tempo era Questore di Roma, che già rese preziosi servizi a Mussolini con l’arresto dell’ex Capo dell’Ufficio stampa fascista, rifugiatosi in Isvizzera. Quattro persone sono emerse net-tamente dall’istruttoria formale per la morte della Montesi. Indizi e prove di una certa rilevanza hanno indotto il presidente Sepe a prendere provvedimenti precauzionali per impedire che i prevenuti possano lasciare l’Italia, ordinando perciò il ritiro del loro passaporto e che restino fino a nuovo ordine a disposizione della Giustizia, senza abbandonare per alcun motivo le abituali residenze. L' AMORE, ARMA PERICOLOSA ANCHE FRA LE TRIBÙ' PRIMITIVE | USI E COSTUMI CONTRADDITORI su uno sfondo mistico convenzionale Miscuglio di credenze, superstizioni, preconcetti, utilitarismo e paure nei rapporti matrimoniali La vita sessuale e matrimo-niale dei popoli primitivi è molto più complicata dì quanto possa sembrare. Gli usi e costumi in fatto di fidanzamenti, matrimoni o, addirittura, dei semplici «flirts» vigenti presso molte tribù, farebbero dei nostri giovani certamente degli scapoli e, rispettivamente, zitelle. Le cause di una simile severità sono profonde in quanto, in numerose tribù primitive per mezzo dei matrimoni le parentele si sono talmente intrecciate che ad un giovane sarà difficile trovare una ra-gazz che non sia simultaneamente sua cugina o zia. E fra le tribù primitive, in genere, grande è il timore dell’incesto. Leggi severe vietano, infatti, il matrimonio ira due individui del primo grado di parentela, E gli intrecci di parentela sono spesse volte tali che l’uomo ha a disposizione soltanto poche famiglie dalle quali scegliere la propria compagna. * Così, ad esempio, tra gli indigeni dell’Australia un’intera tribù può essere benissimo divisa in due soli gruppi: i Cangarua e gli Emua, In tal caso un Emua può prendere in sposa soltanto una Cangarua, o viceversa. Questi regolamenti sono dettati dalla paura dell’incesto, paura non priva di fondamento, in quanto presso numerose tribù una violazione in tal senso viene punita con h. morte. IL LI E’ A FAR f CAPPOTTO DI LEGNO NON SIGNIFICHERÀ’ PIU’ BARA? Opino, con colla e pennello potrà costruirsi i mobili io casa ! Don l’avvento delle materie .plastiche, prodotte su larga scala, e con l’uso sempre più diffuso delle leghe metalliche leggere, sembrava che il legno dovesse decade--re dalla sua importanza come materiale da .costruzione- Invece, dopo un breve periodo di stasi, esso ha ripreso il sopravvento, imponendosi .nuovamente allìattenzione generale, grazie alle molteplici trasformazioni cui è stato soggetto in questi ultimi tempi. Infatti, ingegneri e chimici di ogni parte del mondo haninio pensato giustamente ohe oltre allo stato naturale, il legno poteva venir utilizzato come materia base e successivamente «plastificato». Di tentativi se ne sono fatti a migliaia e quasi tutti hanno dato alila fine risultati positivi. Vediamo ora alcune importanti .applicazioni. Per parlare del primo tentativo di trasformazione dobbiamo risalire al 1942, quando l’ingegnere areonautico americano Conwel, posto di fronte ad uno scabroso problema di resistenza areodinamica, ideò il famoso legno Laminato che consiste in un numero, grandissimo di strati sottili di legno, legati assieme . con materia plastica e successivamente sottoposti a calore. Si pensò in un primo tempo si trattasse solamente di un nuovo tipo .di compensato, ma grande fu la sorpresa quando, sottoposto il pezzo alla rottura, ci si accorse che il legno aveva «fatto corpo.» con il legante. Fu come un segnale di partenza. Non si .parlò da quel momento che di legno plastioo : gli alberi vennero trasformati nelle forme più impensate, macinati, tritati, ridotti a strisele e, persino liquefatti. I risultati furono sorprendenti. Si ottennero prodotti che, pur conservando le pregevoli qualità del legno, presentavano vantaggi incomparabili. Infatti, i materiali avevano1 maggior resistenza, non avevano bisogno di piallatura perchè si presentavano in fogli lisci come spacchi e si lasciavano lave- usa quasi soltanto colla e rare con facilità maggiore pennello. del legno medesimo. A differenza .degli altri prodotti nuovi die, generalmente, incontrano la diffidenza iniziale, il legno plastico .si diffuse rapidamente e oggi, ad esempio in America, i mobili vengano costruiti quasi esclusivamente con il nuovo materiale. Esso permette di fare giunzioni senza chiodi, viti e incastri, incollando semplicemente con materia plastica liquida (polivinile). .Si ottengono così mobili tutti di un pezzo, di una solidità incredibile che può durare per secoli. Un’altra importante caratteristica è che questi oggetti, presentando una notevole resistenza al calore, e possono venir smaltati con vernice a fuoco, presentando1 l’aspetto finale di mobili metallici, cosa molto importante per gli ■arredamenti da cucina. Per una sempre maggiore facilità di lavorazione, ci sono fabbriche che forniscono ■ai falegnami parti già stampate e .pronte .all’uso, quali: curve e angoli di ogni specie, porte, cornici ecc. A veder lavorare uno di questi falegnami moderni sembra più un fabbricante di scatole che Ma la tecnica del legno plastico non intende assolutamente fermarsi aigfi usi tradizionali. Recentemente si è ottenuto un prodotto, capace di mantenere urna costante morbidezza e flessibilità, tanto .da poter esser facilmente filato. Tutti conoscono fin troppo bene le qualità termiche del legno per dover spiegare qui come il tessuto, ottenuto da questo filato, potrebbe .avere qualità protettive forse superiori a quelle della lana. .Se anche questo esperimento incontrerà il suocesso dei precedenti, vuol dire che ci sitiamo avviando verso l’epoca del cappotto .di legno, e correremo presto il rischio di veder mangiati i .nostri vestiti non dalla tarme, ma dai tarli. Tralasciando le 'amenità, vi diremo a conclusione che la fabbrica Ford ha presentato recentemente un modello di automobile, costruito interamente (fatta eccezione naturalmente del motore) in legno plastico. Ci sembra che questa sia una .garanzia sufficiente a dimostrare la bontà di questo prodotto, senza contare che, esso, alla fin fine, costa pochissimo .più del legno al naturale. P. L. Forse da questo gigante della foresta ricaveremo cappotti... Ma ciò che si dice incesto varia a seconda dei cđsi. Presso alcuni popoli primitivi e tribù indigene si preferisce addirittura il matrimonio fra parenti. Così, ad esempio, gli Arabi usano unirsi in matrimonio tra cugini. Presso gli Indiani del Sud-America è, invece, in uso l’unione tra una ragazza e lo zio materno. Nel Congo Belga non è raro il matrimonio di una ragazza con un fratello del proprio nonno. Da ciò vediamo che la concezione dell’esistenza di un amore libero e semplice presso tutti i popoli primitivi e barbari è pienamente errata. Al contrario, le leggi matrimoniali di alcune- tribù, fanno dell’amore un’arma pericolosa. Le cose si complicano quando si permette all’uomo di avere più di una moglie. Tale fatto genera spesso crisi profonde tra le candidate al matrimonio, in quanto esse si sposano già prima di. . . nascere. E' non sono rari i casi che il giovane rechi doni a una gestante, nella speranza che la creatura, se di sesso femminile, gli venga data in moglie. Così in questa tribù troviamo il vecchio che dice della sua aiovane compagna: «E’ una buona moglie — l’ho trovata io stesso così, quando era alta non più d’un palmo». E non si tratta di un matrimonio da schiavi poiché la ragazza non è cosciente di ciò in quanto si è sviluppata senza il periodo di incertezza giovanile. Lei è infatti sicura del proprio avvenire. lì suo matrimonio inizia con lezioni culinarie, impartitele dalla futura suocera e, sin da giovinetta, impara a conoscere gli usi e il carattere del futuro consorte. Tra gli uomini più primitivi del nostro pianeta incontriamo ancor sempre, in materia di amore, concezioni dei tutto opposte alle nostre. Rimarrete forse meravigliati nell’apprendere che nel Nys-saland, in Africa, il matrimonio con una ragazza vergine è ritenuto qualcosa di oltremodo obbrobrioso e pericoloso per l’uomo. Altre tribù vanno anche più in là. Favoriscono la completa libertà tra i giovani prima della loro unione matrimoniale. Soltanto dopo la cerimonia nuziale, il marito esige dalla moglie di essergli fedele. Il tradire il coniuge viene punito con la massima pena presso le tribù che lo ritengono un sacrilegio. Così, nella Nigeria, la tribù degli Ibo ritiene la terra una cosa sacra e non esiste compensazione che possa riparare a un tradimento consumato sul territorio del paese. I colpevoli vengono venduti perciò come schiavi. * Presso la tribù degli Yurok, nell’America Settentrionale, gli usi e le leggi sono del tutto diversi. Non interessandosi dell’agricoltura e non conoscendo di conseguenza nessun culto per la terra, tutte le loro ambizioni sono dirette a creare la ricchezza in denaro contante che viene custodito, poi, gelosamente nelle capanne. Gli appartenenti a questa tribù sono convinti che gli atti sessuali nella capanna possano mettere' in pericolo la loro prosperità finanziaria, per cui i doveri matrimoniali vengono compiuti all’aperto, lontano dalla capanna e dal denaro. Periodo ideale viene considerata Testate per cui la natalità presso gli Yurok raggiunge il suo apice in primavera e discende allo zero nelle altre stagioni. NelTAmerica del Sud esiste la tribù dei Nambikwara, che regolano i propri rapporti sessuali in base alle condizioni meteorologiche. Nelle notti di luna e durante la sta-gio di siccità non sono permessi. Presso le tribù di cacciatori del Congo Belga vige l’uso di astenersi da ogni contatto sessuale alla vigilia delle grandi cacce e subito dopo l’apparizione della luna piena. Alla fine della caccia un membro della tribù annuncia pubblicamente la cessazione di tale divieto. In tutto il mondo gli innamorati sono solitamente timidi e discreti. In Africa le spose novelle, arrivano all’eccesso. Guai a chiedere a un’indigena della Rhodesia ohi sia suo marito. Sarebbe come chiedere a una nostra donna: «Con che uomo hai dormito la scorsa notte?» * In realtà l’amore, al di fuori della civiltà, è del tutto diverso. Da noi c’è sovrabbondanza di donne, presso i popoli primitivi, invece, esse scarseggiano e per avere una moglie bisogna pagarsela fioi di quattrini. Le donne più anziane disprezzano la ragazza che vive con un uomo che non abbia pagato per lei alla sua ' famiglia l’importo stabilito. Pagare il prezzo della donna, significa per l’uomo avere saldamente in mano la propria consorte ed i propri figli. Se la moglie lo abbandona, egli potrà esigere dai di lei genitori il rimborso della somma versata. Il denaro necessario per l’acquisto di una moglie, costituisce spesso un serio problema per il giovane. Se questi è povero, egli si offrirà di lavorare un determinato periodo di anni, gratuitamente, per conto del futuro suocero. Vi sono anche casi in cui due uomini decidono di scambiarsi le rispettive sorelle. Ma ciò andrà bene finché le due sorelle avranno un numero pari di figli, chè altrimenti uno dei mariti potrà chiedere il risarcimento dei danni per T «inabilità» della moglie. La ragazza occidentale sogna il proprio futuro marito come un uomo suo, esclusivamente suo ... Le ragazze delle tribù primitive dell’Africa non hanno tali «ambizioni». La prima moglie considera la seconda _ come un un aiuto nelle faccende domestiche. La seconda moglie, dal canto suo, non ha apprensioni per il fatto che essa non sarà la padrona della nuova casa. Ha fiducia nella propria giovinezza e nella sua superiorità fisica ... Aspirante filatelica RADIN GEMMA, Cittanova — Alla nostra assidua lettra.ee che desinerebbe farsi socia di un club filatelico e a tale scopo ci chiede ragguagli, rispondiamo: A Capodistria esiste — come probabilmente anche in altri centri dell’Istria — un Club filale lico, cui possono associarsi liberamente tutti gli appassionati. Pei farlo non c’è che da presentarsi alla sede (Capodistria, via Verdi) ogni domenica dalle 10 alle 12, per regolare le modalità prescritte « l’importo delia quota descrizione che si aggira, se! non erriamo, sui 300 din all’anno, contributi mensili compresi. Anche per i cataloghi, l’acquisto di francobolli ecc. basta rivolgersi di persona, o per posta, alla sede del Club. Ad ogni buon conto avvertiamo che ciò presuppone l’iscrizione e il regolamento dei contributi sociali. Le personalità su cui Sepe ha puntato gli obiettivi delle proprie indagini, che negli ultimi giorni avevano assunto un ritmo convulso, sono: Francesco Saverio Polito; il giovane musicista Piero Piccioni, il Marchese Ugo Montagna e il principe Maurizio d’Assia, primogenito di Mafalda Savoia d’Assia, figlia di Vittorio Emanuele III. La figura di Piero Piccioni venne alla ribalta del delitto Montesi a poche settimane dal rinvenimento del cadavere sulla spiaggia di Tot Vajanica e il suo nome echeggiò nelle aule del «Palazzaccio», sin dalla prima udienza del processo Muto per essere scandito, poi, durante la lettura del testamento della Caglio che, in una precedente udienza, aveva rivelato che il Montagna e il Piccioni, la notte, del 29 aprile 1953, si erano recati al Viminale a conferire con l’allora capo della polizia, Pavone su argomenti di vitale importanza. La posizione di Piero Piccioni è andata sempre più aggravandosi negli ultimi tempi della istruttoria. Il teste Ziliante Trifelli di Tor Vajanica, interrogato da Sepe, raccontò di aver potuto vedere la donna — che successivamente riconobbe per Wilma Montesi, dalle fotografie dei giornali — della misteriosa coppia che, nel pomeriggio del 10 aprile 1953, fu veduta avviarsi abbracciata nella riserva di caccia di Capocotta verso il mare, Anentre l’uomo rimase con le spalle voltate per tutto il tempo in cui egli si indugiò a raccogliere legna. L’unico punto controverso di questa testimonianza è il particolare del colore dei capelli del giovane abbracciato alla ragazza, che il Trifelli affermò biondi, mentre quelli di Piccioni sono neri. Ma un altro teste, Augusto Manzi pure di Tor Vajanica, fu presente quando, un giorno, Tritelli, osservando su di un giornale una fotografia di Piero Piccioni, avrebbe esclamato: «E’ lui», come avesse riconosciuto nell’immagine il compagno della ragazza veduta a Capocotta. Anche Luigi Seguiti, altro testimone, sarebbe stato presente quando Trifelli pronunciò codesta frase. Sull’ex questore Polito, amico personale del Presidente del Consiglio, Sceiba, e già ispettore generale della polizia, grava la responsabilità del modo in cui si svolse la prima inchiesta, degli errori grossolani che punteggiano l’attività di alcune persone incaricate di risolvere il mistero, dell’eventuale dolo che permise la sparizione degli indumenti della ragazza e di ogni traccia atta a scoprire il colpevole. Il Polito afferma che cinque giorni dopo la scoperta del cadavere fu mandato un rapporto alla magistratura. Solo in seguito a ciò egli venne informato che circolavano voci sulla responsabilità di Piero Piccioni. Gliene parlò al telefono il capo della polizia, Pavone che, da parte sua, curò un supplemento di indagini durante il quale si chiarì che il giovane entrato con la famosa autom ta segnata da Bernić che intercettava un traversone di Giraldi. Con^ una rete di vantaggio si è conduso' il primo tempo. Nella ripresa Le-narduzzi II scarta alcuni difensoriìs cittanovesi e con una staffilata man-de la sfera in rete. Pochi minuti più tardi l’arbitro concede la mas- „ sima punizione a favore del Cittanova, ma invece di portare questa in vantaggio il Cittanova, viene sfruttata dagli umaghesi. Difatti il calcio di rigore viene rimandato dal palo, lo intercetta Giraldi ohe allunga oltre metà campo dove si trova Bernić ohe manda in rete. Ottimo l’arbitraggio di Dumkopf di Pola. La ciclistica Pola-JSlbona Pola Santin I. al traguardo La gara, svoltasi sul percorso Po-la-Albona,Pola, in onore al Decennale della fondazione dell’Unióne degli Italiani, e organizzata dal circolo sportivo «XJlijanik» di Pola, è stata vinta in volata da Santiof d: Pola ohe ha impiegato ore 2.43’50” sui 92 km. di percorso. Sulla linea di arrivo, il ipolese regolava Pocca-ri di Pala, Riocabdn di Capodistria e i suoi compagni di squadra Ge-romella, assieme a Visentin, movimentavano la corsa ohe vedeva in gara solo la squadra polese e quella capodistriana. I fiumani non si sono inspiegabilmente presentati. Dopo Prodol, lungo la idisceffa che portava ad Arsia, Brajko si ritirava per incidente mecoanico. La coppa dell’Unione degli Italiani è stata assegnata ai ciclisti polesi. -la prima sorpresa nella 3. pinata del Campionato ioslavo ili calcio LA „CRVENA ZVEZDA" SCONFITTA li NOVI SAB della classifica - Cenliaaa la crisi deli' Odred, subissala di reli CAMPIONATO JUGOSLAVO DI CALCIO I LEGA BSK — Sarajevo 3:1 Proleter — Dinamo 1:2 Zagreb — Spartak 2:3 Radnički — Partizan 2:3 Vardar — Hajduk 1:2 Železničar — Lokomotiva 3:1 Vovođina — Crv. Zvezda 3:2 La CLASSIFICA 6 6 6 5 4 :2 3 2 2 2 1 1 0 0 BSK 3 3 0 0 11:3 Partizan 3 3 0 0 9:3 Dinamo 3 3 0 0 9:5 Hajduk 3 2 1 0 9:6 Spartak 3 2 0 1 9:6 Vojvodina — Crv. Zvezda 3 Crv. Zvezda 3 1 1 1 7:6 Zagreb 3 l 0 2 4:6 Železničar 3 1 0 2 7:9 Proleter 3 1 0 2 8:10 Vardar 3 0 1 2 3:6 Sarajevo 3 0 1 2 3:7 Radnički 3 0 0 3 6:9 Lokomotiva 3 0 0 3 3:14 La stagione velica sta per chiudere i propri battenti. Forse avremo ancora una regata a Capodistria, poi sul mare scenderà il riposo SCACCHI AD AMSTERDAM Nella mattinata di domenica si sono svolti gli -incontri interrotti fra i nostri giocatori e quelli bulgari. La Jugoslavia1, che si trovava in vantaggio per la vittoria di Gii-goric su Minev, ha perduto terreno in quanto Milev ha battuto Fuderer (71 mossa), e Neukirch il nostro Rabtir (59 mossa). L’imoon-'tro Matanovié-Bobocov è stato nuovamente interrotto mentre il nastro rappresentante si trovava in posizione favorevole. Classifica: URSS punti 18 (1)', Argentina 16,5, Jugoslavia 14,5 (1), Olanda 14, Cecoslovacchia 13 (l), Ungheria 12 (1), Germania occidentale 12 (1J, Israele 11,5 (1), Bulgaria 10 (1), Inghilterra 7, Islanda 5,5 (1), Svezia 4,5. Dopo due giornate passate normalmente, il massimo campionato jugoslavo di calcio ha registrato domenica, alla terza giornata, i primi sussulti, dei quali ha fatto le spes/s una delle quattro grandi, la Crvena zvezda di Belgrado. Nessuno certamente si aspettava che la Vojvodina, dopo l’ineerta partenza, riuscisse a fermare la formidabile compagine di Mitič, una delle grandi favorite del campioma-to. Una fulminea partenza dei padroni di casa ha sorpreso la Crvena zvezda, la quale ha subito al 10’ la prima rete, ^sgnata irresistibilmente da Veselinovič. Era sempre io stesso giocatore ad aumentare il vantaggio ai 28’. Sul 2:0, malgrado la rabbiosa reazione dèi belgradesi, si chiudeva il primo tempo. Rovescio della medaglia nella ripresa, a favore, naturalmente, del- LÄ "MILITARY POLICE,, contro lo Scoglio Olivi La squadra campione della Siria la «Militar Police», giocherà domenica allo stadio di Pola, un incontro amichevole con l'Uljanik. La squadra siriaina, reduce di una faticosa tournée, ad alterne vicende, che l’ha vista opposta a squadre di maggior levatura delia massima serie jugoslava, arriverà da Susak mercoledì mattina. H livello del footbal siriano non ha raggiunto certamente quello europeo, tuttavia il «Militar Police», che è un pò anche la rappresentativa del s-uo -paese, non -disarmerà contro lo «Uljanik» come non lo fece cuntro il BSK e il «Naša Krila». Dunque l’incontro di domenica si presentà interessante, aperto ad ogni pronostico. L’incontro avrà inizio alle 16,30 e sarà preceduto da un’incontro tra i pulcini e le riserve dello Scoglio Olivi. TENNIS A BELGRADO Arkinstall in finale batte Monttram Qp-poisto in finale all’inglese Mot-tram, l’aiustraliano Arkinstall si è -aggiudicato il successo del singolo del torneo internazionale di B-elgra-do. Arkinstall dopo aver subito la superiorità dell’inglese nel primo set, reagiva con un gioco pijeciso ed efficace tanto da meritarsi il successo per 1-6, 6-2, 6-0. Nella finale dei doppio la coppia australiana Ar-kinstali-Howw ha battuto quella inglese composta da Mottram-Ha-man per 6-2, 6-3. La prima giornata della massima serie italiana di calcio VITTORIA MILANISTA SUI TRIESTINI Stentato passaggio della Juve e sconfitta della Lazijo Anche il campionato calcistico della Penisola ha xeaperto i propri battenti con una seria di risultati che per i numerosi scommettitori del Totocalcio non devono suonare sorpresa nei confronti di quello che hanno visto sui loro campi lo scorso campionato. L'unico risultato al quale avranno segnato un uno, è quello di Roma, dove la Sampdoria, dinanzi a 50.000 tifosi laziali, è riuscita -a battere la Lazio per un secco 3 a 1. Le reti per la Sarupdoria sono state segnate al 14’ e al 43’ del I. tempo da Tortul, rispettivamente da Baldini e, al 24’ della ri- Alla „Jadran" di Spalato il massimo titolo nazionale A Spalato hanno avuto termine le gare di nuoto valevoli per il campionato federale a singoli a per squadre. Ecco i risultati definitivi: 1. «Jadran» di Spalato punti 178 2. «Mornar» di Spalato punti 122 3. «Sever» di Belgrado punti 102 4. «Mladost» di Zagabria punti 66 5. «Proleter» di Zrenjanin punti 58 31 Sitalo da Bovec la te della „Dal Ulemu» ill'Mito,, Petrovič e Dellasanta i favoriti Nella sede del Proleter di Capodistria tutti stanno febbrilmente lavorando agli ultimi preparativi, affinchè pure questa terza edizione della coisa a tappe «Dal Trico.no all’Adriatico» riesca nel miglior modo possibile. I membri đula due zione devono infatti pensare a tutto, riservsre i posti nei vari alberghi di Bovec, Postumia e Pirano, stabilire il menu per i corridori, pensare alla carovana del seguirò, che dovrà comporsi di almeno quindici mezzi motorizzati ed infiniti altri dettagli ohe richiedono molto lavoro. Alia direzione sono intanto arrivate le ultime iscrizioni, cosicché Dellasanta e Lonzarié oggi possiamo dire che alla corsa prenderanno parte ben quaranta-sette corridori jugoslavi ed otto austriaci, capitanati dal noto Durla-cher, vincitore del recente incontro Zagabria —- Graz. L autriaco Durlacher, assieme al connazionale Ignatovich ed a Petrovič, Roćić, Dellasanta e Viđali, è ancne uno dei favoriti delia gara. Riteniamo infatti che, aiiintuori deità rosa di questi sei nomi, nessun altro possa aspirare alla vittoria tinaie. La corsa, per importanza tecnica, -sara la piu importante di quelle disputate quest'anno, dato che la reaerazione Jugoslava di ciclismo ha stabilito che il punteggio da assegnarsi ai singoli ciclisti venga raddoppiato, in questo modo la lotta fra i favoriti sarà emozionante, perchè in base al comportamento dei singoli verrà poi tonnata la rappresentativa, phe verrà inviata ad Alessandria per partecipare al Giro ciclistico dell’Egitto. Le caratrteristiohe del percorso sono le stesse della passata edizione, con la differenza che la tappa a cronometro da Postumia a Sežana, invece di corrersi individualmente, verrà disputata a squadre. Per la vittoria di squadra, molte sono le Società che si presentano con le carte in regola e perciò è oggi difficile dire quale fra il Partizan, Proleter, AvaLa, BSK, Zagabria e Odred sia la migliore. Noi riteniamo che il Proleter abbia tutte le passibilità di ripetere la grande prova dell'anno passato e di vincere, giacché parte con il ruolo d’obbligo del favorito, essendo campione della Jugoslavia pure nel 1954. 6. «Primorje» di Fiume punti 7. «Ilirija» di Lubiana punti 14 I nuovi campioni della Jugoslavia per Panno 1954 sono i seguenti : 100m. farfalla, femminile: Anja Najhart dielia «Mladost» in 1:20,6 1.500 m. stile libero, masohile: Djordje Kostié della «Sever» in 19:47,6 400 m. stile libero, femminile : Viš. nja Varga «Jadran» in 5:54,0 100 m. stile libero, maschile : Boris Skanata in 0:58,4 100 m. dorso, femminili : Maj da Majcen 1:20,3 200 m. rana, maschile : Dušan Pandur «Moirnar» in 2:46,8 200 m. rana, femminile : Vinka Je-ričevič «Korčula» in 3:00,4 Staf. 4 X100 mista, maschile : «Mornar» in 4:47,8 Staf. 4 X 100 stile libero, femminile «Jadran» in 5:02,8 400 m. stile Ubero, maschile: Djordijje Kostié in 5:02,8 100 m. stile libero, femminile : Višnja Varga in 1:11,5 200 m. farfalla, maschile: Nenad Kambij in 2:34,2 secondo risultata in Europa. 100 m. dorso, maschile : Boris Skanata della Mornar in 1:11,0 Staf. 4 X 100 mista femminile: «Jadran» in 5:42,0 Staf. 4 X 200 libero:, maschile: «Mornar» di Spalato in 9:21,6. presa, da Ronzon. Il punto della bandiera dei laziali è stato segnato al 16’ del I. tempo da Burini. La prima giornata del campionato onponeva la Triestina all’aspirante candidato al titolo per cui il pronostico era scontato in partenza. Il risultato di 4 a 0 subito a Milano, contro il Milan, non rispecchia però il reale andamento della partita, Doichè la Triestina ha saputo validamente resistere all’impeituosità milanista, quantunque la vittoria del Milan sia stata meritata. Nel primo tempo, le reti del Milan sono state segnate da Schiaffino, nel seguente modo: al 16’ azione Schiaffino — Nordahl — Ricagni con tiro finale di Schiaffino. Al 18’, centro di Frignarli dalla sinistra verso destra, Nordahl raccoglie di testa e devia al centro, Schiaffino si impossessa della palla e spedisce in rete. Nella ripresa, terza rete rosso-nera. Al 24’ è Ricagni che conclude un’azione iniziata da Vicariotto e proseguita da Schiaffino. Al 39’ un faljo coxnmeso ai danni di Nordahl in area di rigore triestina. L'arbitro concede la massima punizione che L;edholm trasforma in rete. Nella seconda metà della ripresa, la Triestina ha giocato senza Secchi, allontanatosi per infortunio. La Fiorentina ha battuto la neo-promossa Catania con una rete segnata al 17’ da Mariani e un’altra realizzata al 42’ da Bizzarri. I siciliani sono andati in vantaggio al 35’ della ripresa con un’autorete di Cervato. A Ferrara gli atalantini non sono riusciti a passare nell’incontro che li opponeva alla Spai, conclusosi con un nulla di fatto. Altrettanto si può dire del Napoli che, sul campo idei Genova', ha pareggiato per lai. Con una formazione largamente impostata sui giovani, il Genova è riuscito a resistere alla maggior classe del Napoli, CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO SERIE A Fiorentina — Catania 2:1 Genoa — Napoli 1:1 Lazio — Sampdoria 1:3 Milan — Triestina 4:0 Novara — Roma 1:2 Pro Patria — Juventus 1:2 Spai — Atalanta 0:0 Torino — Bologna 1:2 Udinese — Inter 0:2 /1TLETICA - LEGGERA BELGRADO - OSLO 89 : 82 A Blelgrado si è svolto domenica l’incontro di atletica leggera tra le rappresentative di Belgrado e Oslo, incontro che è stato contemporaneamente un assaggio per le competizioni che si svolgeranno il 25 e il 26 settembre, sempre a Belgrado, tra la rappresentativa norvegese e jugoslava. I belgradesi hanno battuto gli atleti di Oslo per 89:82, vittoria tanto più significativa se consideriamo che la squadra di Oslo era composta nella maggior parte dai nazionali norvegesi. La miglior prova della giornata è stata data dall’atleta jugoslavo Jo. vančić che, dopo aver vinto sui 100 m. piani, ha eguagliato il record jugoslavo sui 200 m. percorrendo la distanza in 21,7. PALLACANESTRO La „Crvena Zvezda" campione iugoslavo Si è concluso il campionato della massima serie jugoslava di pallacanestro. La «Crvena Zvezda» di Belgrado ha conquistato per la nona volta il massimo titolo, seguita dalla «Mladost», dal «Proleter» e dal-l’ASK. La sorpresa di questo campionato è stato il «Montažno», squadra che, nonostante fosse composta da giovanissimi, si è classificata al quinto posto. Deludenti llp prove del «Partizan» e del BSK. DERBY CITTADINO A POLA Il derby cittadino di basket tra la squadra dello Scoglio Olivi e il Bartizan, valevole agli effetti del campionato della Lega croata di pallacanestro’, è stato vinto dal «Partizan» per 58:46. Ecco le due formazioni: ULJANIK: Fiorentin, Mozzeni (19), Ščuka (10), Krizmanić (8), Vidas, Scremi (2), Varesco (2), Bonita (3). PARTIZAN: Seselja (7), Mihovi-lović, Radić (7), Mak, Lisičin (9), Jankovič (1), Sever (5), Vojak (23), Stepanovič (2), Kljun (4). ARBITRO: Mantovani di Fiume. il quale ha attaccato a lungo sia nel primo che nel secondo tempo. Il Genova è andato in vantaggio dopo soli 40 secondi di gioco per uri’a-zione Frizzi—Firotto e tiro di Dal Monte, che un difensore napoletano ha leggermente deviato, ingannando Bugatti. Il Napoli nel primo tempo ha attaccato a lungo, ma il Genova è stato più pericoloso nelle aizioid di contropiede che hanno costretto Bugatti a difficili parate. Il Napoli ha pareggiato al 19’ della ripresa con un colpo di testa di Vitali, su centro di Pesaola. Stentata è stata la vittoria della Roma sul campo del Novara, che ha giocato con dieci uomini in seguito a un colpo alla caviglia riportato al 18’ del primo tempo da Molina. La prima rete della Roma è il frutto di un tentativo di passare la palla al proprio portiere, fatto al 38’ da Colombi, passaggio che, effettuato con troppa forza e maldestramente, finiva alle spalle di Pendibene. Nella ripresa, il Novara, più organico all’attacco, premeva lur ’amente nell’area della Roma, ma non riusciva a passare. Viceversa la Roma, su un’azione di contropiede, entrava nell’area novarese dove Bettolini commetteva un fallo su Galli. L’arbitro concedeva ia massima punizione che Niers traì-formava in rete. Al 42’ il Novara segnava la sua rete su un calcio di rigore, concesso dall’arbitro per falio di mano di Stucchi e realiz-zat da Arce. A Busto Arsizio la Juventus ha battuto la Pro Patria per 2 a 1. Priva idi Boniperti e Bronèe, la Juventus non ha svolto un gran gioco, anzi ha dovuto subire per tutto il orimo1 tempo l’inziativa dei bustesi che sono andati per primi in vantaggio con Pratesi al 19’. Il pareggio era ristabilito da Mucinelli ohe, al 3’ della ripresa, risolveva una confusa mischia sotto porta di Ub Idi. I bianco-neri passavano quindi in vantaggio al 23’ per una prodezza di Opezzo che, in tuffo, di testa deviava in rete un traversone a mezza altezza di Praest. La Udinese, dopo essere riuscita a contenere gli attacchi dei campioni d’ Italia per tutto il primo tempo conclusosi a reti inviolate, è crollata nella ripresa con due Teti segnate da Lorenzi al 28’ e al 32’. Il Torino, ha perso a casa propria l’incontro con il Bologna. Anche qui, come a Udine, il primo tempo ha dato un nulla di fatto, per concentrare le realizzazione nella ripresa. La prima rete bolognese è stata segnata da Pivatelli al I’ di "ioco mentre al 20’ Bonafin ha aumentato il vantaggio. I granata hanno, segnato il gol dèlia bandièra al 26’ con Buhtz. la squadra di Mitič, la quale riusciva prima, al 17’ a dirr|?zzare le distanze con Rudinski, indi, un quarto d’ora più tardi, per opera di capitan Mitič, pareggiava. Sul 2:2 tutti si aspettavano il finale dei belgradesi, i quali erano tutti protesi disperatamente all’attacco, nell’affannosa ricerca del goal della vittoria, senonchè, ad un minuto dalla fine, un contropiede della Vojvodina veniva abilmente sfruttato da Milanov, che segnava così la rete della vittoria per i propri colori, retyì che segna pure la prima vit. toria della Vojvodina in questo campionato. Per poco anche il Partizan faceva la stessa fine della Crvena zvezda nell’incontro ohe lo opponeva ai cugini del Radnički. A pochi minuti dalla firje, sul risultato di parità 2:2, il Radnički in contropiede falliva la migliore delle occasioni per vincere la partita. Dopo passato il pericolo, però il Partizan si riprendeva ed al 41’ della ripresa passava con una intelligente rete di capitan Bobek, aggiudicandosi cosi i due punti in palio, che gli permettono di rimanere in vetta alla classifica assieme al BSK ed alia Dinamo di Zagabria, uniche tre squadra ancora a punteggio pieno. Il Partizan >e la Crvena zvezda possono parò guardare con maggior fiducia all’avvenire, dato che anche loro più pericolosi avversari hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per superare gli avversari. Così la Dinamo, impegnata ad Osijek contro il Proleter, dopo essersi portata in vantaggio per 2:0 nei primi tre minuti della ripresa con le reti di Conć le Ferković, ha dovuto faticar molto per contenere la furiosa offensiva dei padroni di casa, i quali, peraltro, non riuscivano che a dimezzare le distanze al 16’ con una bella riete dell’anziano Rupnik. Il merito maggiore della vittoria, riportata dalla Dinamo, va in principal modo alla solidità della difesa, ch’è riuscita, specialmente nell’ultimo quarto d’ora, a sventare tutte le trame dtegli opposti attaccanti. Con il medesimo risultato della Dinamo, è passato a Skoplje l’Haj-duk, 'il quale, pur essendosi dimostrato tecnicamente superiore al Vardar, ha difettato all’attacco, do-vte i cinque uomini non hanno ancora raggiunto il grado di forma toro solito. Tranne Vukas infatti tutti hanno giocato al di sotto delle loro abituali passibilità. L'Hajduk partiva forte e segnava già all’ll’ la prima rete per opera di šenauer. Pur attaccando, gli spalatini non riuscivano a passare per la seconda volta chfe nella ripresa, e precisa-mente al 2’ con Kraljič. Il Vardar segnava la rete dell’onore in un’azione di contropiede a due minuti dalla fine con Leov. A Belgrado il BSK è sceso in campo rassegnato a subire la prima sconfitta del campionato ad opera del Sarajevo, dato che ha dovuto allineare ben cinque riserve, essendo stati i titolari colpiti dai fulmini della commissione di disciplina federale. Invece, contrariamente alle previsioni, gli esordienti non hanno fatto rimpiangere affatto i titolari ed hanno regalato ai numerosi tifosi una delle più belle partite viste nell’ultimo periodo a Belgrado. Portatisi in vantaggio al 3’ con Markovič, la grande rivelazione della partita, i belgradesi insistevano all’attacco ed al 32’ passavano nuovamente con Račič. Più equilibrata la ripresa, che vedeva una rete per parte, segnate rispettivamente al 16’ e 21’ dai due Markovič. Dopo un’inizio di campionato folgorante, io Zagreb sta dando i primi accenni di stanchezza. Anche domenica ha dovuto inchinarsi sul proprio campo allo Spartak, che è passato con il risultato di 3:2, dopo che il primo tempo si chiudeva in parità 1:1. A Sarajevo, il neopromosso železničar ha fatto registrare la prima vittoria nella prima lega a spese dell’instabile Lokomotiva di Zagabria, sconfitta con il secco punteggio di 3:1. L’ODRED ALLA DERIVA IN II. LEGA Nella seconda lega le favorite, tranr|> l’Odred, si stanno insediando ai primi posti della classifica, L'Odred, partito come favorito numero uno, domenica ha subito la terza e più gravosa sconfitta consecutiva, capitolando a Titograd contro la Budućnost per ben 5:1. E’ davvero incomprensibile come una si foirte squadra, pur colpita severamente dagli arcinoti e, forse, ingiusti strali della Federazione, si lasci andare alla deriva senza tentare la minima reazione. Di questo passo, II LEGA Budućnost — Odred 5:1 Napredak — Rabotnički 2:0 Lovćen — Bokelj 3:1 Mačva — Zenica 2:1 Velež — Metalac 1:0 i’Odred, invece di ritornare fra le elette, corre il pericolo di precipitare nel campionato repubblicano, dal qualie sarà ancora più difficile risollevarsi, dato la troppo grande differenza esistente nei confronti delie compagini maggiori. Per la prossima domenica il campionato verrà sospeso, dato chjs sarà di turno la rappresentativa nazionale, impegnata in tre difficili partite consecutive nel breve spazio di dieci giorni. BASEBALL Triestini - Germania oca. 10-Ü Sotto la direzione di un arbitro statunitense', si è svolto domenica a Trieste l’incontro di baseball fra la Triestina e la rappresentativa della Germania Occidentale. L’incontro è stato vinto dai itriestini con un risultato finale di 10:2. PUGILATO Marciano batte Charles per fuori combattimento Allo stadio «Yankee» di New York lo sfidante Charles è stato messo fuori combattimento , all’ottava ripresa, da un tremendo diretto u 1 campione dei pesi massimi RoK Marciano. Sfuma cosi per sempre il sogno del negro Charles di diventare campione del mondo della categoria. SOTTOLEGA DI POLA CALENDARIO riserve e pulcini CAMPIONATO RAGAZZI: 26 IX: Dignano — Scoglio Olivi. 31 X: Scoglio Olivi — Rovigno; Buie — Albona. 10 X: Dignano — Buie. 17 X: Buie — Rovigno; Albona — Rudar. 24 X: Rudar — Scoglio Olivi; Dignano — Albona. 31 X : Albona — Rovigno ; Dignano — Rudar. 7. XI: Rovigno — Rudar. 14 XI: Rovigno — Dignano; Sco. glio Olivi — Buie. CAMPIONATO RISERVE 19 IX: Umago — Cittanova; 3. X : Parenzo — Pisino ; 10 X : Pisino —Avjatičar; 17 X: Umago — Pisino; Avjatičar — Parenzo; 24 X: Parenzo — Umago; 31 X: Cittanova — Pisino; Avjatičar — Umago; 7 XI : : Cittanova — Avjatičar ; 14 XI: Parenzo — Cittanova. Il sestetto rovignese campione istriano di pallavolo Per fa prima volta i sodalizi del distretto di Buie, eccettuata la squadra del capoluogo, hanno partecipato al campionato istriano di pallavolo, svoltosi a Pisino il 12 settembre, presenti le .squadre di Fiume, Rovigno, Pola, Buie, Cittanova e Umago. Ecco i risultati tecnici delle partite eliminatorie; SENIORI ^ I. GRUPPO «Partizani» Buie : «Partizan» Umago 3 ; 1 «Partizan» Buie : «Partizan» Pisino 3:2 «Partizan» Umago : «Partizan» Pisino 3:0 II. GRUPPO «Partizan» Ciittanova : Partizan» Rovigno 2:3 «Partizan» Cittanova : Poštar 3:0 «Partizan» Rovigno : Poštar 3:0 L’incontro finale tra il Rovigno e Buie è stato la partita più emozionante della giornata. Dopo che le due squadre s’erano divise i primi quattro set, s iniziò il quinto, quello decisivo. I rovìgnesi iniziano con foga e sorprendentemente conducono per 7:0, ma i buiesi si riprendono gradualmente, raccorciano le distanze e superano i rovignesi con il risultato di 12:11. Rovigno si porta nuovamente in testa a quota 14:13, Buie pareggia col 14:14 e passa in 'testa col 15:14 ma, riunendo le ultime forze, e dopo due ore di gioco, i rovignesi chiudono la partita a loro favore con il risultato di 17 a 15 conquistando il titolo di campioni istriani per l’anno 1954. Nella categoria «juniori» ha dominato incontrastata fa squadra «3 maggio» che ha battuto tutte le altre squadre per 2:0. Ecco i risultati : Ginnasio Buie Partizan Buie 2:0 Ginnasio Buie : Pisino 0:2 Partizan Buie : Pisino 0:2 Nella categoria juniores, ia vincitrice dei torneo è stata la squadra del Ginnasio di Buie composta da Beninić, Gardos, Urbac, Jurišević, Oplanić e Vidonis, che neU’incontro finale ha battuto il Partizan di Buie con il risultato di 2:0. Il torneo delle seniores è stato vinti dalla «Torpedo® di Fiume che ha bàttuto lo 'Scoglio Olivi dd Pola per 2:0. Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. «JADRAN» Capodistria Pabblioasione autorizzata