ANNO Vili. — N. 451 Redazione e Amministrazione CAPODISTRI A Via Santorio 26 - tei. 128 TnlUllI a min* GRANDE ENTUSIASMO A MOSCA PED UIRIV0 DEL PRESIDENTE TITO Per una migliore conoscenza dei die Partiti Lo spirito dei principi leninisti della direzione collettiva - ha detto il Maresciallo Tito - è tale che io sono certo che non ci saranno piu' malintesi fra le Nazioni socialiste Il Segretario generale del Partito comunista italiano, Paimiro Togliatti, ha compiuto nei giorni 28, 29 e 30 maggio u. s. una visita a Belgrado, dove ha avuto colloqui con il Maresciallo Tito e con gli altri maggiori dirigenti della Lega dei Comunisti della Jugoslavia. Togliatti ha fatto anche visita alla fabbrica macchine »Ivo Lola-Ri-bar«, interessandosi presso i dirigenti e le maestranze sullo sviluppo, sulla produzione e — in particolare — sulla gestione operaia dello stabilimento. Togliatti ha dichiarato agli operai di ritenere importantissimi i problemi trattati e di voler studiarli in seguito più a fondo. Con ciò ha ribadito il concetto, già espresso nel comunicato ufficiale del C. C. alla sua partenza dall’Italia, secondo cui scopo della sua visita al nostro Paese è quello di stabilire i primi contatti per l’inizio di normali rapporti fra il Partito comunista italiano e la Lega dei Comunisti della Jugoslavia, interrotti con le errate decisioni del Kominform nel 1948. »I Comunisti italiani — era sottolineato nel comunicato — non possono sottacere l’efficace contributo dato dai dirigenti jugoslavi talla distensione internazionale ed il fatto che essi, nonostante gli avvenimenti degli anni scorsi, hanno guidato il proprio paese sulla via dello sviluppo socialista«. Prima della partenza da Belgrado, Togliatti ha ribadito questo concetto, leggendo alla stampa un comunicato comune sui colloqui GUY MOLLET E LA FIDUCIA Concluso sabato il dibattito al-l’Assemblea Nazionale francese si avrà quesito pomeriggio il voto di fiducia sulla politica generale del governo Mellet. E, con tutta probabilità, questa sera Guy Mollet potrà contare su di una maggioranza parlamentare sensibilmente differente da quella che lo sostenne alla sua Lnvestiura cinque mesi or sono. Allora una maggioranza compatta del frante socialista e radicai socialista con in più ii voto dei comunisti; questa sera una maggioranza che andrà dalla destra alla sinistra con astensioni isolate di alcuni socialisti e di alcuni radicali e probabile ascensione in massa dei comunisti dovuta alla politica algerina. Invece i democristiani dell’M.R.P. voteranno compatti per il governo benché ne avversino fieramente la politica interna led abbiano molti dubbi sulla politica estera in quanto l’M.R.P. è ancora ai vecchi schemi aitlantistiei e bloecardi. Voteranno per Mollet anche i repubblicani sociali e forse gli stessi cosidet-ti indipendenti dell’ex ministro degli esteri Pinay, conservatori sul terreno interno e ferocemente colo-;niiali):jti) per quello che riguarda l’Algeria, ma chle però non se la sentono di far cadere Mollet per la paura di veder salire al s'uo posto Pierre Mendès-Fnance. Insamma sarà un voto molto contradditorio di una maggioranza occasionale per una politica che Molici vuole lineare, conseguente e stabile, sia in campo interno che internazionale, compresa l’Algeria. Ed è px\ario perchè vuole che questa s.ua politica non venga giudicata come semplice espediente tattico che Mollet ha insistito perchè la fiducia, o la sfiducia, il parlamento la dia votando sulla politica in blocco, Algeria compresa. Se si fosse accettato di votare separatamente si sarebbero avute una serie di votazioni anacronistiche, se non contradditoria. Repubblicani sociali e maggioranza M.R.P. avrebbero votato contro le riforme sociali in politica interna, a favore dell’Aigeria e si sarebbero in gran parte astenuti per la politica estera di Mollet. Radicai socialisti e socialisti sarebbero stati compatii per il «si» in politica interna ed estera, mentre esitazioni si darebbero avute per l’Algeria. I comunisti, pur votando contro alla politica algerina, sarebbero sitati a favore dei governo nelle altre due votazioni. Ne sarebbe conseguita una situazione piuttosto confusa. Perciò Mollet ha' insistito per un voto unitario. La posizione più strana, e perciò più dubbia, sarà quelle delle destre (repubblicani sociali ed indipendenti di Pinay) , quella dei llaterizzi è subordinata al compimento delle attrezzature, la pesca del 40% circa, il commercio e l’alberghiera del 5% circa, mentre l’agricoltura, malgrado i danni lamentati, si manterrà al livello degli ultimi 5—6 anni grazie a un più inten- so razionale uto dei mezzi di produzione ,compreso il parco macchine) e d’edilizia registrerà una diminuzione sensibile. L’artigianato, le cui capacità sono sufficienti al fabbisogno attuale,, migliorerà in genere la qualità dei prodoiti. Nuovi investimenti di maggiore importanza non'verranno compiuti, ma si a-dótiterà il principio di dare la precedenza agli obiettivi già in costruzione e .allo sfruttamento delle riserve in economia. La configurazione della voce investimenti presenta pertanto il seguente aspetto: Industria conserviera 9 milioni, artigianato 7.500.000, commercio 6 milioni, agricoltura 5 milioni, alberghiera 5 milioni, crediti straordinari extra economici 5 milioni, servizi comunali nei villaggi 1,500.000 e garanzie sui crediti 2.145.000 din in uscita. Le entrate dalle quali verranno tratti i mezzi d’investimento sono così distribuite: Interessi sui mezzi fondamentali delle aziende 5,984.000, il 50% de§li utili deil’artigianato e delle attività comunali 17,510.000, il 50% disi fondi a libera disposizione in commercio 810.000, il 50% del sopravanzo dell’utile delle aziende 2,501.000, il 55% dell’imposta supplementare comunale 1,518.000, ili trasferimento di mezzi finanziari vari 7,890.000, annuirà e interessi 4,923.000 di din. Il preventivo di bilancio nel suo complesso comprende uscite per complessivi 70 milioni di din, così distribuiti: Bilancio amministrativo 64.266.000 e investimenti extra economici 5.734.000 din. Le entrate a-vramno invece la seguente struttura: Imposta sul movimento del vino e della grappa 16,580.000, imposta sulle entrate in agricoltura POLA — Nel mese di agosto saranno conclusi i lavori per la costruzione del tronco stradale tra Voziliéi ed Albona dalla lunghezza complessiva di 9 chilometri e mezzo. Si tratta dell’ultimo lotto di lavori per il riinnovamento e rampila-mento della sezione Fiume—Pola della «Magistrale Adriatica», che parte da Ragus.a e termina nella città dell’Arena. Listarla orientale disporrà in questo modo di una strada di I. categoria, che influirà favorevolmente .sullo sviluppo dei suoi traffici e del turismo. « Per accelerare le operazioni bancarie sono State costituite a Pola la Banifa' comunale e la Cassa di risparmio istriana con un capitale iniziale di 6 ìpilioni di dinari, fornito dal bilancio del Comitato Popolare Distrettuale. In un secondo tempo la Banca, alla cui direzione è stato nominato il compagno Srečko Muratta, aprirà le proprie filiali in tutte le località istriane dove se ne presenti la necessità. * L’ex-sezione per l’economia del Comitato Popolare distrettuale di Pola è stata recentemente riorganizzata con la costituzione di due segreterie: quella per l’economia con a capo il compagno Marijan Bičić e quella per le finanze, diretta dal compagno Pencan Josip. E’ sitata inoltre costituita la segreteria per il lavoro, con a capo il Per l’Anniversario della Repubblica italiana RICEVIMENTO al Consolato Italiano In occasione dell’Anniversario della Repubblica italiana il rappresentante del Governo italiano a Capodistria, dott. Zecchini ha offerto un ricevimento al quale à intervenuto il Presidente del Comitato Popolare Distrettuale di Capodistria, Dujc, ì Presidenti, dei Comitati Popolari Comunali di Capodistria, Isola, Pirano, Buie o Umago, assieme ad altre autorità e rappresentanti degli enti ed istituzioni pubbliche. Il ricevimento si è svolto in una atmosfera oltremedo cordiale. Rispondendo agli auguri portigli dal Presidente Dujc, il dott. Zecchini ha rilevato di aver avuto già modo di constatare, pur essendo giunto recentemente a Capodistria, l’atteggiamento cordiale delle Autorità jugoslave che hanno la responsabilità dell’amministrazione, atteggiamento dal quale trae buoni auspici per quella collaborazione che tanto può facilitare il suo compito di Rappresentante del Governo Italiano. 12.307.000, imposte sulle entrate delle libere professioni e delle proprietà 2,156.000, contributi dall’utile delle aziende economiche 10.770.00, contribuito speciale al bilancio 7,066.000, imposta sul movimento delle attività economiche private 1,495.000, entrate fisse 350 mila, imposta sufflè eredità1 e le donazioni 2,142.000, 45% della tassa supplementare comunale sulle entrate in agricoltura 1,242.000, imposta eup-plementare comunale sulle entrate delle libere professioni 540 mila, tassa comunale .sul traffico 8,498.000, imposte comunali varie 3,026.000, entrate degli uffici is istituzioni comunali 450 mila e varie altre entrate normali dii bilancio 3,378.000 din. Per quanto riguarda il fondo manutenzione delle strade previsto nel piajno, esso comporta uscite per complessivi 524 mila din, Suppliti da altrettante .entrate così distribuite: 30% della tassa sui mezzi di trasporto a traino animale 174 mila e imposta sul movimento per i servizi dii trasporto privati 350 mila. Il fondo alloggi, pur esso compreso nel piano, prevede uscite per un totale di 45,470.000 din, coperte da un corrispettivo di eniffate così suddiviso: il 90% dei contributi per le retribuzioni nelle aziende economiche (cioè dei contributi sul fondo paghe) 28,557557.000, il 90% dei contributi sull’utile aziendale 2,479.000, i,l 90% dei contribuiti per le retribuzióni del bilancio amministrativo 2,100.000, il 90% dei contributi per .altre retribuzioni 700 mila e il 90% dei contribuiti sulle pensioni d’inva-ilidità 1,634.000 din. parto litocartografico, già inaugurato, in patite. Nell’agricoltura è previsto l’impiego di sementi di qualità per tutte le colture e l’uso di 1.000 vagoni di concime artificiale, rispetto ai 750 del 1955. E cosi via in tutti gli altri isettori economici, dal turismo all’alberghiera, delTartigiana-to al commercio, dalla pesca atl’edi-liziia, dal traffico alla silvicoltura. In ogni campo, ci dovrebbe essere un aumento, più o meno marcato. Ma ognuno di noi* sa quanto danno ci abbia arrecato il maltempo nei primi mesi del ’56, quando la neve, la mancanza di energia elettrica, le difficoltà nelle comunicazioni, hanno decurtato l’economia istriana di quasi un miliardo di dinari. Per la precisione: quattrocento milioni nell’industria e nelle miniere e cinquecenloquaranita nell’a-g rie ottur a. Logicamente .tutto ciò non ha mancato di ripercuotersi nella realizzazione dei vari piani trimestrali, che, nei vari rami sono stati portati a termine come segue: erogazione energia elettrica 92%, miniere carbonifere 108%, miniere bauxite 106%, produzione cemento Portland 36% (Pola) ,38% (Valma-z, zinghi);, cemento fuso 72%; prodotti metallici 50%; produzione navale 970/0, cave di pietra (Pisino) 40%, cave di pietra (Pola) 73o/0; mobilificio Boia 113%, industria tessile 840/0, conservificio di Bagnole 120o/o, conservificio di Rovigno 3.19% distilleria Faisana 90o/„, bevande anal-coolliche 60%, pastificio Umago 82%, industria grafica 105»/,, manifattura tabacchi 77o/0, turismo e alberghiera 120o/0, commercio 96,45%. Il maltempo e le altre cause o-bietitive Suaccennate hanno creato dei vuoti che sono .staiti maggiori ancora per la presenza di debolezze soggettive. Là dove si è riusciti a neutralizzarle per tempo', i successi non sono mandati. E ciò vaile per .tutti quelli1 che hanno superato il piano trimestrale, tranne forse il turismo e l’alberghiera che hanno aumentato i prezzi e, in parte, i conservifici che sono stati forniti con più albbandanza di materie prime. Ed eccettuate le fabbriche cementi e, parzialmente le cave di pietra, che sono state toccate dalla riduzione degli investimenti, VITA E PROBLEMI de! turismo Umaghese compagno Rakié e formalo il consiglio per 1 il piano sociale e le finanze alla cui presidenza è stato e-'leltto l’irig. Camillo Franic. * Dopo sostanziali lavori d'i restauro, costati circa 20 milioni di dinari, il 1 luglio verrà riaperto il convalescenziario infantile dii Salvore. Vi entreranno bimbi dai 4 anni affetti di rachitismo, asma, angina cronica, ecc. 1.1 primo scaglione sarà costituito da bimbi austriaci ed istriani. I lavori di restauro sono .stati finanziati dal Consiglio repubblicano per la salute pubblica e datìl’IAS dl Pola e di. Umago. * Su proposta dell ’Associazione turistica potešena il Comitato Popolare Comunale ha inserito nel proprio piano sociale per l’anno corrente i lavori dì restauro degli stabilimenti balneari di Valbandon sulla pittoresca costa fra Pola e Fasana. * Con sitanziamenti ammontanti a circa 117 milioni di dinari verrà continuata anche quest’anno l’opera di rimboschimento dell’Isltria. Lo scorso anno sono sitati rimboschiti in Istria 350 ettari di terreno di cui 112 nel Btuiese. * Il Governo della RP di Croatia ha dato il proprio benestare per la costruzione di un grande mattatoio che sorgerà a Pola, nei pressi della ferrovia, nel rione di Montegrande. 11 complesso, secondo i progetti, verrebbe a costare circa 2 miliardi e 400 milioni di dinari e servirebbe per la macellazione e la conservazione della carne per tutta l’Istria. * FIUME. — Una grave sciagura stradale è avvenuta sulla strada che da Fiume porta a Buccari. Nel tentativo di evitare un’automobile proveniente 'dalla direzione opposta, un camion della «Expont-Drvo» dii Fiume, con a bordo alcuni operai, usciva di. .strada precipitando nella sottostante scarpata. Due morti, 7 feriti gravi e 8 leggeri sono il tragico bilancio di questo incidente. * PORTOROSE. — Alla presenza di ospiti britannici, russi, cecoslovacchi, greci e olandesi si è svolte a Portorose la quinta consultazione nazionale degli urbanisti jugos’lavi che ha esaminato vari problemi relativi alla costruzione di stabili per abitazioni. • CAPODISTRIA. — Il club alpinistico di Capodistria aprirà nei prossimi giorni sulla vetta del monte Slavnik un rifugio con adattamento provvisorio, cho rimarrà aperto sino all’auitunno. UMAGO. 1 — Secondo gli accordi conclusi con le agenzie turistiche estere alla data dì oggi tutti i 300 posti di cui dispone la Punta delle Rose dovrebbero essere occupati. Di turisti ve ne sono, invece, solo quaranta, soddisfatti della località e del trattamento secondo le loro stesse dichiarazioni, ma pur sempre in un numero insufficiente da coprire le spese correnti che gli alberghi devono sostenere. E’ vero che la stagione turistica è ai suoi primi approcci e che certamente il numero attuale è suscettibile di notevoli aumenti, però le prospettive non si presentano tanto rosee per una serie di complessi motivi. Il primo, quello che avevamo già paventato nei nostri precedenti articoli dedicati al turismo, è quello dei prezzi, aumentati nei nostri alberghi dal 30 al 50%. Ma anche i prezzi nòn avrebbero causato una contrazione nel numero degli arrivi, se contemporaneamente al nostro aumento Italia e Spagna, e particolarmente quest’ulti-ma, non avessero provveduto ad una sensibile riduzione delle loro rette alberghiere. Se a questo aggiungiamo che negli ultimi tempi in una parte della stampa austriaca e in 'parte di quella tedesca è stata condotta una ben orchestrata campagna di stampa contro il turismo jugoslavo, allora si comprende il perchè della deviazione del traffico turistico di questi due nostri maggiori clienti turistici verso Spagna e Italia. Soluzioni efficaci a questo stato di cose, purtroppo non le vediamo. Forse varrebbe a mitigarla una riduzione dei prezzi che si potrebe fare solo aumentando il premio per la valuta ottenuta con il turismo, ma anche questa vitale esigenza per il turismo di quest’anno cozza contro l’immobilismo dei competenti organismi federali. Comunque anche questa misura giungerebbe troppo in ritardo, anche perchè è nota la lentezza della nostra propaganda turistica, povera di mezzi, come lo dimostra il fatto che non ha saputo opporsi alla campagna di stampa alla quale abbiamo già accennato. L’immobilismo nei confronti del turismo non è solo caratteristica .degli organismi federali, ma esso si riflette anche sugli organismi del potere inferiori. .Gli alberghi umaghesi ce ne posono dare qualche esempio. Alcuni mesi fa è stato constatato che il capitale fon- damentale dell’alberghiera «Jadran» e stato sopravalutato per un importo di circa 14 milioni di dinari. E’ noto che le aziende j devono corrispondere alla collettività un interesse del 6% su tale capitale, per cui gli alberghi di Umago corrispondono un importo di 840 mila dinari all’anno in più di quanto dovrebbero. Riteniamo che al distretto di Pola si sappia della non facile situazione nella quale si trova attualmente il nostro turismo. Ebbene, nonostante ciò e nonostante parecchi solleciti della direzione degli alberghi di Umago, nessuno ha provveduto non solo a restituire all’azienda quanto è stato pagato in più, ma nemmeno a ridurre i suoi obblighi per questo anno. Han lasciato il tempo che han trovato anche le richieste per ottenere una dilazione delle scadenze dei crediti per investimenti. Così si comporta il Comitato Popolare Distrettuale. Vediamo ora se il comportamento dei Comitato Popolare Comunale è migliore come potrebbe farlo supporre il fatto che gli alberghi sono in loco, sotto il suo naso e, quindi con una maggiore conoscenza delle difficoltà da parte del comune. Purtroppo non è cosi. Lo scorso anno il bagno di Punta era in gestione diretta del Comitato Popo- lare Comunale come anche le imbarcazioni in dotazione al bagno Stesso. Dopo mesi di discussione su chi dovesse assumersi la gestione del bagno per quest’anno la scelta è finalmente caduta sulla direzione degli alberghi e questi, dieci giorni fa han ricevuto dieci scassati sandolini e le tende in cattive condizioni, il tutto bisogno di urgenti riparazioni, che la direzione, sprovista di mazzi persino per le paghe dei dipendenti, non può fare. Sarebbe stato normale che il comune, avendo incassato le entrate del bagno e dei sandolini durante tutta Testate, avesse provveduto alla loro riparazione durante i mesi invernali, con i mezzi derivanti dagli incassi. Anche da queste colonne, lo scorso anno, è stata più volte sollevata la necessità che il comune proveda a riempire quella specie di pozzanghera, giacente proprio dinanzi all’albergo Beograd. Sarebbe stato normale che a tale scopo fossero stati sfruttati i mesi invernali. Invece è stato fatto giusto il contrario. Da quel posto è stata prelevata la sabbia per pavimentare alcune stradicciole sulla Punta, dì modo che la pozzanghera è stata ancora ingrandita e contornata da alcuni piccoli laghetti, assai poco decorosi! per gli altri è difficile trovare delle .scusanti, delle giustificazioni. Qui il compito che s'impone è uno solo, ma complesso: aumentare la propria attività, intensificare il ritmo di lavoro per ricuperare il tempo perduto. Ciò significa studiare e isfruttere tutte le possibilità per aumentare la produttività del lavoro, per far salire la produzione, impiegando al massimo grado le oa/papitàl produttive esistenti. Ciò significa organizzare meglio il processo tecnologico, costituendo degli uffici appositi, con il compito di studiare e di migliorare l’organizzazione della produzione, in tutte le imprese maggiori dove ancora non esistano. Ciò significa introdurre un sistema di paghe più efficace, che consenta dì premiare in maniera più adeguata l’effeitto di lavoro (il Piano sociale prevede un margine in più del 19% rispetto al-loi sborso anno, con manodopera pressoché invariata), un sistema di premi che retribuisca risparmi, razionalizzazioni, innovazioni, un sistema di norme che si avvicini il più possibile al livello cosiddetto «tecnico». E non soltanto questo: ma anche studio accurato del mercato, lotita senza quartiere per il ribasso dei prezzi di costo, per la diminuzione delle spese materiali, per il piazzamento dei propri prodotti, per la prestazione dei propri servizi. Ciò significa ancora azione costante per l’elevamento dei quadri tecnici, qualificati, specializzati. Nella struttura della nostra manodopera si nota uno squilìbrio a danno di queste categorie ed a vantaggio dei non qualificati, e questo è un freno allo sviluppo economico che bisogna eliminare. Perchè solamente così si potrà aumentare ia .produttività del lavoro nell’indu-sltrìa e nelle miniere che, rispetto al 1955, ha dimostrato una tendenza al ribasso, nel primo trimestre, mentre il fondo paghe realizzato è stato superiore. Dì pari passo, ovviamente, bisognerà risolvere altri problemi, an-ch’essi importanti per l’aumento della produzione e per l’elevamento del tenore di vita, entrambi riflessi da quesito Piano sociale. Tra Tallirò si dovrà eliminare la carenza di crediti di mezzi d’esercizio, e ciò si potrà fare senz’altro tramite la neo-costituita Banca comunale, e si dovrà pure cercare di usufruire al massimo i mezzi disponibili per potenziare il fondo alloggi. Qui dovranno essere chiamate in campo soprattutto le imprese po'les’i e degli altri centri industriali, poiché altrimenti si rischierà di vedere questi mezzi, che sono ingenti, intatti pure alla fine dell’anno. E qui, .in questo vastissimo raggio .d’azione, patiranno e dovranno trovare il proprio contenuto di lavoro tutti i fattori economici, politici e sociali operanti nel distretto istriano. Siedale DIECI ANNI DI VITA della Cooperativa rovignese JÉjlp Un angolo di Ancairano Ai primi di giugno del 1956, dodici agricoltori dei dintorni di Rovigno, decisero di riunirsi in cooperativa. Fu la loro, la prima cooperativa contadina di lavoro del-l’Istria. Alla cooperativa venne dato il nome di «Edvard Kardelj», quale segno di riconoscenza verso 10 stesso Kardelj che, alla conferenza della pace di Parigi si era battuto con fervore perchè l’Istria venisse annessa alla Jugoslavia. I dodici pionieri del movimento cooperativistico istriano, portarono alla cooperativa tutti i loro averi: 102 ettari di terra (dei quali 37,5 coltivabili), vari attrezzi agricoli, tre buoi, undici vacche da latte, 89 pecore e un asino. Della superficie coltivabile, sette ettari erano occupati da vigneti, mentre gli olivi crescevano un po’ dappertutto. Dieci anni son passati da quando i dodici agricoltori hanno deciso di vivere in collettività, di dividere le fatiche ed i frutti del loro lavoro. Son stati questi anni di ricerche di difficoltà e di lotte, ma anche di sviluppo e di soddisfazioni. Il loro esempio fu seguito da altri agricoltori privati di Rovigno. 11 primo gennaio 1947, sedici contadini di Mendelacco fondarono una seconda cooperativa contadina di lavoro alla quale venne dato il nome «Stella Rossa», mentre alla fine dello stesso anno 24 ex coloni di Spanidigo formarono una terza cooperativa che portò il nome di «Vladimir Gortan». Un anno più tardi, e precisamente il 12 dicembre 1948, tutte e tre le cooperative decisero di riunirsi in un’unica, la «Lenin» che conta ora 81 membri. La coperativa «Lenin» dispone oggi di 380 ettari di terreno coltivabile e più di 620 ettari di pascoli, boschi e sterpaglia. Sui 75 ettari di vigneti, in possesso della cooperativa, crescono circa 335 mila viti delle quali 150 sono state piantate appena in questi ultimi anni. Questi vigneti diedero lo scorso anno, nonostante i danni arrecati dal maltempo, 3.030 quintali di uva di ottima qualità. La cooperativa possiede inoltre circa 7.500 ulivi, 30 buoi, 20 vacche da latte, 18 cavalli, 550 pecore, due trattori nuovissimi, due trebbiatrici, un rimorchio per trattori, alcuni carri e moltissimi attrezzi agricoli di uso quotidiano. I numeri sono sempre una cosa noiosa, ma il più delle volte riescono ad esprimere meglio delle parole il cammino che una data impresa può aver percorso. Ed è per questo che continueremo a servirsene. La cooperativa «Lenin» è rjuscita a costruire finora l’edifi-ficio ove ha sede la direzione, un’officina, una fucina, un garage, due cantine vinicole (una della capacità di 30 vagoni, l’altra di 5), due stalle, mentre ha apportato riparazioni di notevole entità a varie costruzioni. I cooperatori sono riusciti pure ad aumentare considerevolmente la produttività del terreno per o-gni singola superficie. La produzione dell’uva, ad esempio, era nel 1950 di 40,8 quintali per ettaro; nel 1955 tale cifra era salita a 47 quintali. Il raccolto del frumento aumentò dai 10,6 quintali del 1950 ai 17,40 del 1955. Per rendersi conto del buon andamento della «Lenin» basta guardare del resto il risultato finanziario conseguito l’anno scorso. Il prodotto lordo era di 34 milioni 225 mila dinari, quello netto di 20 milioni 195 mila dinari. Agli agricoltori andarono 18 milioni e 209.000 dinari, vale a dire 216.000 dinari circa a testa. Božo Opačić, direttore della «Tipografia» di Umago e Drago Kunder, macchinista-capo nella stessa tipografia, si sono resi colpevoli di non aver preso lo dovuto misure di sicurezza ned confronti degli operai. Cosi, ad esempio, una macchina «Voms» era priva della rete di sicurezza dalla parte dove esce il giornale appena stampato. L’operaia Luisa Lenarduc-ci, che occupa quel posto di lavoro, allungata che ebbe una gamba si vide portar via alcune dita, mentre il piede le veniva del tutto deformato. I due responsabili sono stati condannati a duo mesi di prigione con la condizionale per un anno. « II 19.enne Ilijia Vukadin, dipendente della «Asfalt», aveva il compito di fermare il traffico su una strada presso Pio-min, in attesa dello scoppio di alcune mine. Il giovane, però, troppo occupato a parlare con una ragazza, non si era accorto che una macchina, con tre passeggeri a bordo, stava attraversando il pericoloso tratto. Fortunatamente l’automobile riuscì a passare alcuni minuti prima dell’esplosione. Ciò non fu sufficiente ad impedire che Vukadin venisse condannato dal Tribunale di Pola a tre mesi di carcere con la condizionale per un anno. * II Tribunale di Fiume ha condannato a cinque mesi di reclusione certo Kosta Moj-silović. Questi si era presentato in casa di tale Maria Dragojević in qualità di un amico della zia di questa e, appena ri-», masto solo, ne aveva approfittato per rubare un portamonete e un orologio. Scoperto il furto, la Dragojević aveva denunciato il giovane alla polizia. Dopo una settimana il mariuoìo veniva arrestato e costretto a confessare. ♦ I coniugi Copot. di Montona, sono stati condannati dal Tribunale di Pisino a 33 giorni di prigione, con la condizionalo per un anno. I due hanno dovuto rispondere del furto di un numero imprecisato di galline (si pensa 40 circa). Cotte a puntino., le galline venivano mangiate con ottima soddisfazione dalla degna coppia, che in precedenza aveva già subito una condanna per furto. Programmi radio MARTEDÌ’, 5 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Ritratti musicali — 17: Nostro paese — 17.15: Palcoscenico musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Canta Pierre Fleta con l’orchestra Jacques Hetehen — 22.30: Notiziario 22.45: Melodie serali — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. ■* MERCOLEDÌ’, 6 — Ore 6: Musica del mattino — 6,15: Notiziario — H: L’angolo dei ragazzi — 12.10: Canti triestini — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 12.45: Musica leggera e annunci — 13: Čajkovski: Prologo e introduzione del balletto «La bella addormentata» — 16: Ritmi e canzoni — 16.20: Radioscena — 16.50: L’Orchestra di Filadelfia «Robin Hood», diretta da Morton Gould, esegue «Il concerto americano» — 17.20: Mosaico musicale — 17.40: Notiziario — 17:55: Intermezzo musicalo — 22.15: Ritmi cubani — 22.30: Notiziario 22.45: Concerto del violinista Igor Ozim — 23.15: Musica da balio — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. GIOVEDÌ’, 7 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40 problemi d’attualità — 16: Motivi conosciuti con l’orchestra Beppe Moietta — 16.10: Concerte del giovedì — 17: Dal mondo del lavoro -- 17.15: Cantanti e orchestre conosciute eseguono melodie piacevoli — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Suona per voi l’orchestra Renown diretta da Les Brown — 22.30: Notiziario e sport — 22.45: Melodie di Victor Herbert e George Gershwin con le orchestre Peter Yor-kc e David Rose — 23.15* Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50 Musica per la buona notte. VENERDÌ’, 8 — Oro 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: I valzer continentali con Torchestra Victor Silvester — lib.25: Arie, duetti 0 cori in microsolco — 17: Corrispondenza 17.10: Finestra musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Ritmi e canzoni — 22.30: Notiziario — 22.45: L. Van Beethoven: quartetto d’archi in Fa minore op. 95 — 23.08: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. SABATO, 9 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario: Problemi d’attualità — 16: Canzoni di tutti i giorni — 16.30: Gioielli musicali — 17: La comune — 17.20: Motivi divertenti con l’orchestra Dobert Famon — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Jazz classico per pianoforte — 22.30 Notiziario — 22.45: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. CICLI MARCON — Trieste via della Pietà 3 Biciclette da L. 7.000 in poi Ciclomotori da L. 45.000 Vendite rateali — Visitateci! MAGAZZINI FELICE — TRIESTE via Carducci 41 ^ Grande assortimento vestiti da lavoro, camice, maglierie, giacche, calzoni. ^ Merce di primissima qualità ai prezzi più bassi di Trieste. Quando- venite a Ztiesle, nel \Jesbo interesse \J[sitate it MAGAZZINO STOFFE INGLESI Vendite all\ingro8so e al minuto di stoffe originali inglesi e nazionali per uomo e donna, ai prezzi piu’ bassi, già da 1.060 lire in poi MAGAZZINO : TRIESTE, VIA S. NICOLO’22 TEL. 31-138 Ritagliate l’avviso, vale per uno sconto speciale! PAGINA S La cavia a (Continua dallo scorso numero) Da quel giorno non seppi più attenderò che Geremarian venisse da me: mi recai, prima che lui giungesse, verso il reparto chirurgico non reggendo dalla curiosità di sapere se il miglioramento continuasse. Incoraggiato da quei sintomi iniziali presi ad impartirgli una rieducazione sistematica. Di giorno gli facevo cercare un oggetto che luccicasse al sole ponendo per terra o su uno sgabello una moneta d’argento, di notte lo invitavo a seguire con la mano la luce di una lampadina tascabile che spostavo in varie posizioni. Pian piano passai ad altri esercizi, facendogli cercare diverse persone disposte nel cortile dell’ospedale, giacché mi ero accordo che egli distengueva la sagoma di un individuo posto in piena luce. Un giorno ritornando dal pasto meridiano, trovai Geremarian seduto sui gradini della mia abitazione e lo salutai mentre mi avvicinavo. «Lo sai, lo sai? — disse scattando in piedi al suono della mia voce — che sono venuto qui da solo? . . . © soltanto un pò mi sono aiutato col .bastone.» Qualche giorno più tardi constatai con gioia che egli distingueva persino quante dita gli mostravo. Così, lentamente, con un miglioramento sistematico, il ragazzo riacquistava la vista sempre più, sino al punto che riuscì a distinguere una persona dall’altra. Venne persino il momento che Geremarian potè girare liberamente senza essere accompagnato e senza bastone. Egli era felice. Il suo viso non aveva più l’espressione triste e rassegnata di un tempo, bensì aveva preso un atteggiamento raggiante e nuovo mai vistogli prima. Amava lo scherzo ed il riso e molte volte lo vedevo rincorrere per il cortile qualche altro convalescente col quale giocava. «Oh, mio hakim — mi diceva — come sono contento di vedere nuovamente tante cose! Sono tanto felice di vedere anche te e ti dirò che sei proprio così come ti vedevo quando ero cieco. Oh, non credere che" io veda proprio bene, bene, Sai? Vedo tutto, ma come se questo tutto fosse avvolto nella nebbia.» «Peccato che non c’è qui uno specialista per malattie degli occhi, — ribattevo — forse egli ti consiglierebbe dogli occhiali e potrebbo darsi che vedresti meglio. Attendiamo ancora un pò per vedere fino a che punto migliorerai. Poi, se non sarà del tutto bene, ti manderò ad Addis Abeba o ad Asmara. Forse là troveranno il modo di guarirti del tutto.» * Trascorse ancora una quindicina di giorni. Un mattino, mentre attendevo ai feriti in sala di medicazione, venne da me Geremarian e mi chiese di consegnarli la propria cartella clinica. «Cosa vuoi farne»? — gli chiesi. «Ieri sera è venuta da me queH’hakim con la camicia nera e mi ha detto di andare da lui stamane con la cartella clinica» — mi rispose. Poi aggiunse: «Mi ha promesso ohe mi farà un operazione 9 mi guarirà del tutto». Rimasi sorpreso di tale novità e dissi al ragazzo di attendere un pò, che saremmo andati insieme aH’ospedaie europeo. Mezz’ora dopo, infatti, con Gerama-rian che teneva in mano la sua cartella clinica, mi avviai verso 1 altro ospedale. Giunti che fummo al reparto chirurgia, lasciai il ragazzo ad attendere nel corridoio e cercai il chirurgo. Quando lo rintracciai gli dissi: «Geremarian Uoldgeorges/ quel ferito che fino a poco fa non vedeva, mi ha detto che desiderate operarlo. Che specie di operazione intendete praticare?» «Oh, nulla di speciale — rispose l’altro. — Io ed il mio assistente giudichiamo interessante aprirgli il cranio e vedere quali lesioni ha prodotto il proiettile nel suo percorso e quale è la ragione per cui il ferito va riacquistando la vista». «Vedo che si tratta di «nulla di speciale». Ma adesso vi prego, ditemi un pò: quali garanzie mi date che il ragazzo, dopo questo intervento che potrebbe definirsi di curiosità e che ha l’unico scopo di arricchire la scienza di nuove conoscenze e di acquisizioni pratiche, rimanga in vita?» «Nessuna» — fu la risposta che mi von-' ne lanciata cinicamente. «Ed allora, — risposi — quando la faccenda sta così, mi scuserete tanto, ma io non posso permettere che venga eseguito tale intervento.» «Perchè ve la prendete tanto a cuore? — si fece vivo l’assistente che sino allora aveva seguito la discussione tra me ed il capo-reparto. — Nero più, nero meno: questo non è importante.» «Questa è una razza inferiore — aggiunse il primario — e pertanto non è-davvero un gran peccato se uno di essi viene usato alla stregua di una cavia ...» «Alla stregua di una cavia? — troncai io. — Non so chi mi trattiene dal dirvi ciò che penso di voi. Ad ogni modo vi assicuro che io non vi permetterò di torturare il povero Geremarian, e basta! E credo che non abbiamo più nulla da dirci.» Afferrai la cartella clinica che avevo deposto sul tavolo al mio arrivo, ed uscii sbattendo la porta alle mie spalle. Mentre ero nel corridoio e mi dirigevo verso Geremarian, la porta si riaprì e sentii gridare alle mie spalle: «Signor collega, vedremo come andrà a finire la cosa e mi auguro di farvi perdere l’abitudine di atteggiarvi a protettore di questa razza di cani ...» Camminando senza voltarmi afferrai per un braccio Geremarian e lo trascinai fuori del reparto. Egli mi seguì accelleran-do il passo. «Tu farai quello che ti dirò io! Non è vero?» gli dissi concitato. Ed egli, comprendendo il mio stato d animo, rispose più volte: «Sì, quello che vuoi tu, quello che vuoi tu». A Saint Louis, si è tentato l’esperimento della scuola per TV. A 900 alunni grammatica e sintassi vengono insognate per mezzo di lezioni trasmesse sugli schermi televisivi; in seguito si confronterà il profitto di questi 900 scolari con quello degli altri. * Ha avuto luogo in questi giorni il raduno dei «cuori solitari». Da quasi mezzo secolo, infatti, a Ecaussines, in Belgio, si riunisce l’Associazione europea dei Celibi. Scapoli e zitelle d’ogni parte d’Europa convengono in tale occasione, nel ridente paesetto che si pavesa a festa in loro onore. * A Nervi, davanti al porticciolo, 5 pescatori dilettanti hanno catturato un pescecane del peso di un quintale e mezzo. Appena a riva, dal ventre del mostro sono usciti 35 piccoli pescicani lunghi due palmi. Mi fu difficile distaccarmi dal ragazzo, ma era necessario. L’indomani egli lasciava l’ospedale. Lasciava per sempre anche il suo battaglione portando con se per ricordo solo la sciarpa a bande giallo e rosse che era il distintivo del reparto al quale aveva appartenuto. Gli effetti del mio agire non si fecero attendere molto. Dopo una settimana circa ricevetti due ordini dalla direzione di sanità. In uno mi si ordinava di mettere a disposizione del reparto chirurgia dell’ospedale civile il militare indigeno Geremarian Uoldgebrges. L’altro mi annunziava la cessazione dalla mia funziona di direttore dell’ospedale indigeno ed il trasferimento in unità di terreno. L'ultimo atto che firmai in qualità di direttore di quelTospedale, ove ero sla tò mandato per riposare, diceva: «In risposta all'atto nr. del giorno XXX rendo noto che il militare indigeno Geremarian Uoldgeorges è stato dimesso tre giorni or sono dall’ospedale, come permanentemente inabile al servizio militare in seguito a cecità parziale. Rendo noto inoltre che nello stesso giorno il suddetto militar® ha lasciato la zona per destinazione ignota.» Antonio LANZA li m A LUBIANA Una mostra da visitare r"'* * \ . -, ^ Ili ■ , i y AlFingreas’o della maatra lubianese GLI ASPETTI INTIMI DEL FETICCIO STALIN Uno dei più grandi despoti della storia rimane, per cosi dire, tutto da scoprire Malgrado i fiumi d’inchiostro versati per la demolizione del mito di Stalin nell’URSS e fuori, il più grande despota della storia rimane ancora, per così dire, tutto da scoprire. Se infatti, sono ora conosciuti i suoi errori e i suoi demeriti nei loro reale significato storico, non altrettanto può dirsi delle sue caratteristiche di uomo, delle vere sue dimensioni umane in rapporto al mito creatogli attorno. Il rapporto segreto di Hruščev al XX. Congresso del Partito comunista' sovietico ha demolito con coraggio ammirevole il gigante dai piedi di creta. Il valore politico di Stalin è rientrato così nelle sue press’a poco esatte proporzioni fra la costellazione storica dell’epoca. Sono rimasti, invece, semi o del tutto sconosciuti gli aspetti intimi del carattere del feticcio, non meno importanti per una valutazione obiettiva dell’individuo s dei fatti di cui fu protagonista. SCONVOLGENTI RIVELAZIONI Un’intolleranza assoluta, un’ignoranza accompagnata necessaria-menta a una testardaggine unica di questo genere, una vanità quasi fanciullesca riprodotta su modi d’agire e di pensare rozzi e primitivi sino all’inverosimile, tanto da raggiungere il cinismo più abbo minevole: ecco in succinto l’uomo che per oltre 30 anni è rimasto barricato fra le mura del Kremli-no e che, da quella roccaforte, ha tirato i fili della vita e della morte di qualche centinaio di milioni di uomini. Ora, dopo la sua morte, trapelano dalle indiscrezioni di coloro che gli furono per più tempo vicini e che, per pudore, non vogliono èssere più espliciti nei giudizi, elementi nuovi, quasi fantastici se non fosse logicamente pensabile che ciò sia appena una piccola frazione della realtà. DESPOTA ANCHE IN FAMIGLIA Pochi sino alla di lei morte, nel novembre 1932, sapevano chi fosse Nadezda Allilujeva. Questa giovane, sposata da Stalin quando essa aveva appena. 17 anni e lui oltre 40, rappresenta forse il caso più pietoso degli innumerevoli delitti di cui Stalin si è macchiato. Sin da quell’epoca — per quanto nessuno logicamente abbia potuto è potrà mai appurare il vero — si sospettò che la di lei tragica scomparsa fosse dovuta non a una ricaduta in un certo male, come Stalin asseriva, ma a ben altre e più attendibili cause: un colpo di pistola pose fine alla vita della moglie di Stalin a 30 anni d’età dopo il ritorno da un concerto di gala a Mosca. Chi fosse a sparare — lei stessa in un’estremo gesto di disperazione, o Stalin di propria mano — rimane ancora un interrogativo, essendosi la scena svolta senza testimoni oculari. Le guardie addette alla custodia della residenza della coppia seppero dire soltanto di essere accorse all’udire il colpo di pistola e di aver trovato la' Allilujeva giacere ormai cadavere sul letto. Il «suicidio» — come si ritenne allora — venne taciuto all’opinion® pubblica ed è questo fatto che giustifica ogni ipotesi, compresa quella dell’assassinio. Ma fosse stato suicidio o assassinio, la cosa ha un’importanza relativa. In Russia non era un segreto che Stalin e la moglie non andassero d’accordo. Anche i diplomatici stranieri ebbero modo di constatare che il despota usava con la moglie, anche in pùbblico, un linguaggio villano e umiliante. Non era un segreto nemmeno che il disaccordo fra i coniugi fosse dovuto a motivi di carattere politico: la Allilujeva era una donna intelligente e odiava l’ozio. Nel 1929 ottenne dal marito il permesso di frequentare la scuola tecnica per apprendere un mestiere e rendersi così utile al Paese, impegnato nell’opera di industrializzazione. Il fatto che ben presto si fosse ritirata dalla scuola per tornare a rinchiudersi nel Krem-lino significava chiaramente . che Stalin le aveva così imposto, certamente perchè essa era venuta a diretto contatto con la realtà, riconoscendola in tutta la sua durezza, cosa che aveva provocato a Stalin aspri rimproveri, come fu testimoniato più tardi dallo stesso comandante della guardia del corpo del despota, K. V. Pauker, il quale seppe riferire di aver sorpreso per caso un alterco fra Stalin e la moglie, durante il quale la Allilujeva avrebbe gridato disperatamente: «Sei un torturatore, ecco ciò che sei! Tormenti tuo figlio, tormenti tua moglie, tormenti l’intero popolo russo!» E’ indubbio che, suicidatasi o assassinata, la morte rappresentava per la giovane donna l’unica via d’uscita da quel matrimonio d’inferno. CINISMO ABBOMINEVOLE Stalin era bestiale, non solo nella lotta contro i suoi avversari politici, m anche contro i suoi stessi compagni che osavano esporre qualche osservazione, o peggio ancora, muovere qualche critica. Questo è già conosciuto. Ma il suo cinismo, in privato, era addirittura ineguagliabile. Per lui era sconosciuto il sentimento della pietà anche per i morti, almeno, per quelli di cui era stato il_ carnefice obbrobrioso e per i quali avrebbe dovuto sentire non diciamo rimorso, ma tacita commiserazione Ecco qui un episodio poco conosciuto, che caratterizza questo lato deteriore del suo carattere. Durante un banchetto, organizzato per i capi della NKVD (la polizia politica di Beria) il 20 dicembre 1936 e al quale presenziava il già menzionato Pauker (che fra parentesi era anche una specie di buffone di corte, arguto conversatore, prodigo di barzellette), quest’ultimo — quando tutti erano ormai sbronzi — improvvisò una parodia sulla scena dell’esecuzione di Zinoviev. Aggrappandosi disperatamente a due ufficiali della NKVD, che figuravano da guardie carcerarie nell’atto di trascinare la vittima nei sotterranei della Lubianka per l’esecuzione, Pauker gemeva, strascicava i piedi e si guardava attorno impaurito. Giunto in mezzo alla saia si gettava in ginocchio e, abbracciando le ginocchia dei due guardiani, gridava con angoscia: «Ti celebre teatro MHAT di in tournée nel nostro Mosca Paese Dopo ben 36 anni il famoso complesso drammatico «Mhat» di Mosca è ritornato a calcare i palcoscenici delle principali città jugoslave. Dopo Belgrado, Zagabria e Lubiana, dove sono stati accolti con calorosi applausi, gii attori sovietici sono partiti alla volta di Sarajevo. Reciteranno ancora a Skoplje e a Novi Sad. Troppi anni sono trascorsi dal primo incontro del pubblico jugoslavo con quesito complesso drammatico moscovita, e sono- pochi coloro ohe possono ricordare quel lontano avvenimento. Tuttavia quelli che nei lontano 1920 assistettero alle recite idei «Mhat», ne parlano come di indimenticabili serate d’arte. Queste serate si sono rinnovate durante l’attuale tournée degli attori sovietici, che hanno portato nel nostro Paese un repertorio composto delle «Tre sorelle» di Cekov, «I frutti dlell’erudizione» di Tolstoi e «Gli orologi del Cremlino» di Pagodin, nonché alcuni brani dii «Anna Karenina» e de «Le anime monte». intenrvistati più volte dai giornalisti delle varie città in cui sono stati ospiti, gli attori sovietici hanno avuto tutti parole di ringraziamento per il pubblico jugoslavo, «attento, intelligente e sensibilissimo». Essi si sono dichiarati felici dell’accoglienza avuta. I vari componenti del «Mhat», interrogati sulle loro impressioni in Jugoslavia, hanno espresso particolare ammirazione per il nostro teatro. «Io ho potuto assistere a un grande avvenimento — ha detto il consigliere letterario del complesso drammatico. — Ho visto la «Fedra» nell’edizione del Dramma jugoslavo, e vi devo confessare che si tratta della migliore «Fedra» cui ho assistito. In questa parte Marija Crnobori non ha rivali. E’ di una grande classe». Parole di ammirazione per la «Fedra» ha pure avuto Lidija Korenjeva, Punica attrice del «Mhat» che ritorna in Jugoslavia dopo esservi staila per la prima volita nel 1920, sempre con lo stesso complesso drammatico. «La Crnobori — essa ha detto — appartiene a una classe mondiale. Sono stata nella euia casa ed ho visto le foto dei «Giochi estivi di Dubrovnik», e mi dispiace di non poter presenziare a questa grande e bella manifestazione». Mentre Fattore Vladimir Bjelo-kurov esprimeva la speranza di incontrarsi nuovamente col pubblico jugoslavo, il direttore del «Mhat» ha dichiarato ai giornalisti: «Siamo venuti qui per diventare amici e per mostrare agli artisti di questo grande Paese la nostra fatica e le nostre capacità. Ci dispiace di non potervi mostrare un repertorio più vasto. Qualcosa del nostro teatro? Fra due anni celebreremo il nostro settantesimo anniversario. Possiamo dirvi che ci .siamo sempre battuti per l’arte progressista e realista. Il nostro desiderio è di avvicinare .l’arte1 .al popolo. Sviluppiamo la massima di Stanislavski: scoprire Ja vita dell’uomo, la sua anima e il suo cuore.» * Le rappresentazioni moscovite del Dramma jugoslavo hanno richiamato nei giorni scorsi numeroso pubblico, nonché grande interesse di critica e teatranti. La stampa delia capitale .sovietica scrive del «Dundo Maroje», la commedia di Marin Držić rappresentata per prima, come di un lavoro felicemente riuscito. prego, compagno, va a chiamare Josip Visarionovič!». Alla scena Stalin scoppiò a ridere convulsamente, tanto che i suoi fedeli lacchè, vedendolo divertito, invitarono Pauker a ripeterla. Detto, fatto. Stalin rise al punto da tenersi il ventre con le mani. Giunto al culmine l’imitatore aveva aggiunto una variazione. Alzando le braccia al cielo nell’invocazione alla maniera ebraica (Zinoviev era ebreo) urlava: «Ascolta Israel, il nostro Jehova è il solo dio!» Stalin non ne potè più dal ridere e dovette dar segno di interrompere la scena! Lubiana, fine maggio — La mostra «Un alloggio per le nostre possibilità» è certo la più importante del genera allestita finora in Jugoslavia. Essa è una di quelle poche manifestazioni cha tengono conto delle condizioni del lavoratore, penetrando profondamente in uno dei suoi principali, assillanti problemi. Oggi, quando la nostra comunità sta investendo grandi somme nell’intento di risolvere il problema degli alloggi, la mostra di Lubiana, quanto mai di attualità, tenta di mettere In evidenza i fattori dei quali bisogna tener conto nella costruzione di nuovi appartamenti: razionalità e modernità di «comfort». Il problema degli alloggi interessa tutta la collettività e per questo gli organizzatori dalla «Lastra hanno inteso mettere m risalto quegli indirizzi — economici, tecnici e culturali — che maggiormente risultano in grado di mobilitare e ordinare gli sforzi al comune traguardo: fornire al lavoratore l’abitazione che risponda alle nostre condizioni, possibilità ed esigenze. L’esposizione si divide in due parti. Una ha carattere propagandistico e si trova al numero 17 di via Tito, la seconda è prettamente commerciale e trova posto nei locali della «Mostra economica». In via Tito, il visitatore ha modo di apprendere lo sviluppo storico della tecnica e della cultura, tutto quanto, insomma, è stato raggiunto nel campo degli alloggi nel dopoguerra. Qui si trova pure il nucleo centrale della mostra che comprende: urbanismo, tecnica sanitaria degli organismi comunali e cittadini, influenze geofisiche sulla qualità dell’alloggio, cooperative alloggi, sistemi vari di costruzione, tecnica edile, sistemazione della cucina e del bagno, spese per l’alloggio, manutenzione della cucina e del bagno, sistemazione del mobilio e cosi via. L’interesse destato da questo lato della mostra attesta la sua qualità e il fatto che essa dà_ veramente uno sguardo generale ed interessante di tutti i risultati ottenuti nel primo decennio post, bellico. Gli organizzatori hanno avuto cura di raccogliere il maggior numero di materiale statistico ed illustrativo, giudicando questo il modo migliore di presentare le ceso nella loro luce più veritieya. Il reparto commerciale dell* mostra espone 1 più moderni apparecchi di marca estera a nazionale e utensili che hanno .il compito di rendere confortevole e pratica ogni abitazione. In questa parte dslla mostra espongono varie imprese del Litorale Sloveno, quali la «Erma» di Šmarje (che presenta apparecchi per lucidare i parchettl, aspirapolvere e stufe elettriche, munite di ventilatori), la «Nova Gorica» (eh® espone mobili), la Fabbrica cementi, la «15 settembre» ecc. Contemporaneamente all’espost-zione, ha avuto ' luogo la prima consultazione nazionale sulla costruzione degli alloggi, durante la quale hanno preso la parola i nostri più grandi tecnici ed esperti. Parallelamente è stata tenuta pure la VI. assemblea annuale, che porta il nome di «Conferenza» permanente dall® «itti s dei coronai cittadini». MAVIL DAL MONDO DELLA SCIENZA Il bisturi della feSicità Grande successo dei teatro drammatico jugoslavo a Mosca Scrivendo sulla «Literaiturnaja ga-zeta», Fattore Zavadski ha sottolineato che la difficoltà di intendere il serbo-croato non ha impedito agli spett-ait-ori di cogliere m pieno la prestazione degli interpreti jugoslavi. Zavadski ha parole di viva ammirazione per Mira Stupica, Ana Paranas, Viktor Starčić e Dejan Dubajić. Il critico Gorbunova paria sulla rivista «Cultura sovietica» delle fresche qualità del «Dundo Maroje»: «La rappres'entazione è eseguita in modo tale che gli spettatori — pur non conoscendo la lingua — afferrano tutto. Quesito lavoro ha dimostrato che gli attori jugoslavi sono padroni dèlio stile e di una leggerezza che conquista . . . Noi siamo grati al Dramma jugoslavo e in particolare al regista Bojan Stupica per averci fatto conoscere quesito antico lavoro a tutt’oggi fresco e in qualche modo contemporaneo». Altra opera rappres'enitiata a Mosca dal complesso del Dramma jugoslavo è stata la «Jegora Buličo-va» di Gorki. Nella recensione delle «Isv-ijestija» è detto che questa -edizione è «interessante, sostenuta da motivi originali, e alla fine ec-ciittamte». Uno scapolo di Boston lasciò i suoi beni alle tre ragazze ohe avevano rifiutato la sua offerta di matrimonio perchè: «Devo a loro la pace e la felicità che ho goduto sulla terra, * Il Poeta Heinhich Heine lasciò tutto quel che possedeva alla moglie a patto che si risposasse subito. «Così» dichiarò Heine «cd sarà almeno un uomo a rimpiangere la mia morte.» Le persone male informate tendono a considerare la chirurgia estètica come un semplice tentativo di porre riparo ai danni dell’età, ad uso delle signore eleganti attempate te credono che essa valga soltanto a sopprimere, ad esempio, le rughe o le borse sotto gli occhi. Con, ciò si disconosce la funzione di una chirurgia la quale, ben lontana da questi ristrettiti limiti, esercita invece una benefica infuenza sul complesso della personalità. Se è vero che la prima guerra mondiale è stata per la chirurgia e-stetica occasione di un forte sviluppo, non è meno certo che ìa correzione delle maHmmazioni, e di quelle facciali in particolare, era già praticata in epoche remotissime. Pare che sia stata applicata comunemente per la prima volita nell’India antica, dove le mutilazioni nasali erano frequenti come pena giudi,zìiaria o come vendetta dei vincitore in guerra. Gli antichi testi riferiscano che, dopo la presa di una città, il re Goorka faceva tagliare il naso a tuliti gli abitanti, con la sola ecce-. zinne del lattanti. Quelite mutilazioni provocarono il formarsi di abili empirici, per la maggior parte vasai dà professione, che prelevavano lembi di pelile nella regione frontale per rifare il naso, dopo modellazione cutanea ie inclusione di avorio. Questa tecnica dei vašari, riportata nei libri sacri Indiani, è oggi conosciuta sotto il nome di metodo indiano. Il metodo indiano comparve nel Rinascimento, quando l’italiano Tagliacozzi si rese famoso riparando i nasi con lempi di pèlle prelevati dal braccio, secondo un metodo ideato pochi anni prima dal siciliano Branca. Il numero dei suoi pazienti era grande e gli valse una fama mondiale, d'altronde non sempre indiscussa, poiché se certi ripristini erano duraturi, altri erano fragili e funestati da postumi pericolosi. Quesiti esempi dimostrarono che la chirurgia estetica e plastica è cosa tulit’altro che nuova e che, in passato, la sua voga seguiva in parte il corso delile mutilazioni riportate in combattimento. Tuttavia, poiché siffatte cicatrici erano anche stimate gloriose le riparazioni erano meno richieste; sicché la «hirurgia estetica sembrò quasi tramontare sino alita fine della prima guerra mondiale. * I giuristi vedono una distinzione fondamentale tra medicina ed estetica: essi sostengono Firresponsabi-- Età, a mend di errore grave, del medico e la responsabilità in ogni caso del chirurgo estetico. La, chirurgia, secondo questa tesi, deve essere esclusivamente salvatrice, cioè apportatrice di salute, mentre va condannata quella estetica che non può considerarsi imposta da effettive esigenze. Certamente non si vuol negare che, nel caso di mutilazione del viso, sia giustificato ogni intervento volito ad alleviare le sofferenze fisiche e morali che ne derivano, poiché quelite ferite sono fonte di non poche amarezze. Ciò che si vuoi condannare è l'intervento diretto a correggere imperfezioni congenite, o che siano sonile nel corso délFesfetenza, e se ne contesta l’utilità' terapeutica. Queat'ultima è tuttavia certa nel caso di un conferenziere che chiede ai chirurgo di migliorare l’aspetto del suo naso gobbo o deviato. Ed è facile immaginare l’opinione di una commessa d’aii,a moda o di una attrice che, con il progredire delFe-tà e sentendosi minacciate nell’esercizio della loro professione supplicheranno il chirurgo di cancellare le -rughe che segnano il loro volito e di sopprimere le borse che si gonfiano sotto i loro occhi. L’esitiatica non è più un lusso riservato ai ricchi e agli oziosi. Un fisico infelice, o i segni di una vecchiaia precoce costituiscono oggi un netto svantaggio nella vita quotidiana: in molte professioni la -prestanza fisica ha notevole importanza, e Fcperazione che può sembrare inutile per un individuo diventa invece una necessità vitale per un altro. * All’utilità sociale della chirurgia estetica, si aggiunge una benefica influenza sullo stato psicico del soggetto. Le reazioni di fronte a ripetuti smacchi subiti provocano nell’individuo una profonda alterazione d-e-1 su-bcosciente. In conseguisn-za degli smacchi e degli ostacoli incontraiti Finidivi-diuo prova un senso d’inferiorità attribuito a-lla deformità che lo a-fJ-iigge; nel suo pensiero la bruttezza del suo naso, dalle sue orecchie, del suo petto ecc., sono causa di tutte le delusioni passate e future. A quesito riguardo il compito della chirurgia estetica è così impoiliiarite che' il chirurgo deve -prefiggersi la guarigione psichica non meno del buon esito operatorio: egli deve in certo modo portare a buon fine, oltre aìFopera-zione chirurgica, iurta- specie di rieducazione psicologica. Certamente la chirurgia estatica implica sempre qualche rischio, poiché nessuna operazione!) auch* la più lieve, ne è a priori esente; ma in questo caso essi sono minimi poiché in siffatti interventi, praticati quasi sempre con anestesia locale e il più delle volte nel tessuto sano, le complicazioni sono assolutamente eccezionali. Lo stato psichico deve es-siere esaminato attentamente da chi esercita la chirurgia estetica; se venisse trascurato, il, pericolo più serio potrebbe forse derivare dalla psiche del soggetto; si ha a che fare con un malato che ha Sofferto a lungo di una specie di ossessione che, non curata, può acuirsi nel caso di una riuscita soltanto parziale dell’operazione. Ma ciò rappresenta un. ri-’ -schi-o minimo, soprattutto in confronto alla so-didisfazione che accompagna la riuscita dell’operazione, che è regola nella maggioranza d-ei casi. Se si confrontano da un lato l’estrema rarità degli incidenti osservali, e dall'altro i servizi che renid-e, o può rendere la chirurgia estetica, -la sua -legittimità risulta indiscutibile. Una persona che, prima dell’operazione, offriva tutto- l’aspetto -di un malato, di un nevra-sitemcoi, può rivelare in seguito un carattere allegro e sereno. Salito quesito aspetto, si può considerare la chirurgia estetica, che consegue Feffal-to di restituire all’individuo il suo equilibrio psichico, abolendo in lui un complesso d’inferiorità, come la chirurgia della felicità. CALEIDOSCOPIO PRONTO SOCCORSO Un uomo giace bocconi nel mezzo della strada, annaspando affannosamente. Si trova a passare una distinta signora. Essa nota la scena e si fa largo senza esitare tra la piccola folla radunatasi sul posto. — E’ una vera vergogna! — brontola la donna. — Possibile che non ci sia nessuno che pensi di venire in soccorso a questo poveretto? Avanti, lasciate fare a me, che sono infermiera diplomata . . . — Con -molto altruismo, la signora si inginocchia accanito all’uomo bocconi e incomincia a praticargli la respirazione artificiale, hon slen-za accompagnare questa operazione con parole di conforto. Passato il primo momento di sorpresa, l’uomo riesce a svincolarsi dalle -amorevoli c-ure disila dorma e, miessossi a sedere, ìe parla in tono piuttosto risentito: —- Non riesco a capire, buona donna, che cosa vogliate da me. Io stavo s-oilo cercando di ripescare la moneta che mi è caduta dentro- quel tombino. FAMIGLIE SCOZZESI In una cittadina della Scozia- Ha famiglia Know si era assicurata da tempo un invidiabile primato, beninteso guardato dal punto di vista degli Scozzesi, tirchi, com’è noto, come nesstu-n altro al mondo. I Know detenevano il record d|el-l’ava-rizia, conseguito in una serie di brillanti prove rimaste famose. Il capo famiglia non mancava, di tanto in tanto, di istruire l’unico suo rampollo sulle glorie familiari, raccomandandogli di fare onore àtl’avarizia proverbiale della casata. E il ragazzo si ar-rowellava in cerca di un’occasione che poltess-e consentirgli di mettere a profitto le massime paterne. Un giorno, di ritorno da scuola, ha la stupenda idea di rincorrere il tram fino a casa e risparmiare cosi sei pence. — Babbo — dice entrando in casa, — oggi ho rincorso il tram venendo a oa-s-a con lo stesso tempo e risparmiando sei pene e— — Cretino! — gli urla il genitore. — Dovevi rincorrere un taxi e avresti guadagnato più tempo e risparmiato almeno una sterlina — UNA STORIA VERA Il fronte del porto Sfruttatori e camorristi ai margini della società, dove la legge non pud colpirli Molti di voi ricorderanno certamente il film «Il fronte del porto» diretto da Elia Kazan ed interpretato da Marion Brando. Quando si narra nel film è una storia vera, una storia che si può ripetere ogni notte a New Jork. La prova migliore di questa verità è stata data ultimamente con il getto di vetriolo in faccia a Victor Riesel. Victor Diesel è un giornalista che da quindici anni sta conducendo una lotta serrata contro i «gangesters» del porta. Egli non ha mai tralasciato un’occasione per attaccare i' capi o boss delle «Unions» portuali e questo suo accanimento gli è costato caro. Il cinque aprile scorso, Riesel usciva a mezzanotte da un ristorante assieme alla segretaria Betty. La sera stessa, alla WM-CA, c’era stata una trasmissione nel corso della quale Riesel si era scagliato contro il capo sindacale della «Operating engineers», William De Koning, chiamandolo sfruttatore e camorrista. Era l’una meno un quarto quando Victor e Betty svoltarono l’angolo della TELESCRIVENTE Una sentenza unica nel suo genere è quella di un giudice di un tribunale di Tiberiade. Doveva giudicare un marito che aveva bastonato la moglie. Ecco la sentenza: «L’accusato è condannato a regolare per tre mesi, ogni settimana, il giorno dell’anniversario nel quale fu commesso il misfatto, un mazzo di fiori a sua moglie. Prima, deve recarsi al commissariato di polizia a mostrare i fiori al sergente. 11 mazzo di fiori deve essere accompagnato da un biglietto così concepito: «Alla mia cara moglie, con eterno rimorso e amore». * La commissione americana di censura cinematografica ha tenuto una riunione su un argomento affascinante: i baci. Uno sviluppo di ottantaotto centrimetri di pellicola è stato concesso ai baci tipo «luna di miete», «notte di primavera» e «insieme fino mia morte». Venticinque centimetri per i baci «addio alla stazione», l’aereo sta per partire» e a tutti i baci in luogo pubblico. Qualche eccezione può essere fatta per attrici particolarmente focose, come Ava Gardner, Marilyn Monroe e Jane Dussel, però mai un bacio dovrà superare il limite massimo da ottanta centimetri. * «Vedova di un collega vende scheletro completo del suo defunto marito» (Dalla «Devue Medicale»), * «Ricco contadino cerca lanciatore di pugnale per distrarlo nelle lunghe sere d’inverno». (Dal «Dansville Breeze», di New York). ♦ Ad Amsterdam il venditore di anguille Lou Van Vcurthuizen ha fondato una nuova setta religiosa. La dottrina di Lou, che è un uomo di quarant’anni, di taglia media, magro e un pò calvo, consiste nella credenza che il suo bacio conferisce l’immortalità ed è una sicura difesa contro la malattia e il peccala. Lou conosce la Bibbia a fondo. Predica ogni giorno davanti ai suoi fedeli, il cui numero cresce continuamente, nella maggior parte, ragazze e signore. Altro punto basilare sono le «offerte» in denaro e in natura, che i discepoli devono dare al maestro. * Finalmente sono stati creati 1 diamanti artificiali. 11 risultato, però, non è notevole: essi costano infatti il doppio di quelli naturali. Il villaggio di Saint Clair, nella Pennsylvania, deve al governo centrale 3.600 dollari. Per questa ragione, secondo la legge americana, potrà vedersi sequestrare autopompe, automezzi della polizia ed ogni altra proprietà pubblica. 51.esima Strada. La via era deserta e poco illuminata. Improvvisamente, dal buio di un portone, sbucò un giovane che, dopo aver gettato qualcosa in faccia al giornalista, se la diede a gambe. Riesel si portò le mani agli occhi gemendo, mentre Betty faceva accorrere della gente con le sue grida d’aiuto. * Fu quella una notte terribile per Victor Riesel, la prima di tutta una serie di notti terribili. L’acido gettatogli in faccia, corrodeva a poco a poco le palpebre, la cornea e la pupilla. Invano i medici tentarono di fermare l’azione distruttrice del vetriolo: gli occhi del giornalista si riducevano sempre più a due povere piaghe sanguinanti. Quando il medico sollevava le garze per medicare le ferite, Riesel esclamava con gioia: «Ci-vedo, dottore, sono salvo». Betty si limitava a stringergli una mano in silenzio, mentre due lacrime le rotolavano silenziose per le guance. Lei sapeva bene che non c’era più speranza. Ancora per qualche giorno Victor avrebbe continuato a vedere confusamente, finché l’acido non avrebbe finito la sua opera condannandolo alla cecità totale. Ignaro, il giornalista andava ripetendo: «Poco male per il viso. Con la moderna chirurgia estetica la cosa è facilmente rimediabile. L’essenziale è che gli occhi siano salvi». Il nove aprile, cinque medici illustri si raccolsero attorno al letto di Victor. Quando il professor Bonaccolto tolse le garze, tutti capirono che era finita. Allorché Riesel comprese la verità, disse semplicemente: «Non ci vedo? Non ci vedrò mai più?» Se la sua vista si era spenta per sempre, non si era spenta però la sua indomabile volontà di combattere i boss portuali. Un mese dopo, Betty soddisfatta scriveva il primo articolo di Riesel in cui il giornalista aveva detto fra l’altro: «Continuerò a perseguitare il gangsterismo. Essi non mi hanno spaventato, quello che mi è accaduto è un incidente del tutto personale. Ma esso significa qualcosa che va al di là delle persone. Esso è un atto di arroganza contro la comunità, è una sfida alle persone oneste della comunità». * Per chi non vive in America, è un pò difficile farsi un’idea del mondo sindacale di New York, Chicago o Detroit. Molto spesso, le «Unions» sono delle vere ,e proprie bande giudate da capi potenti e poco scrupolosi. Spesso i boss combattono tra loro ed allora ci sono morti da ambo le parti. I membri delle «Unions» soho fedelissimi ai loro capi e pronti a votare in loro favore pur di evitare il rischio di finire sul fondo di un fiume. Essi non sono socialisti o comunisti come i portuali europei, ma (è proprio il caso di dirlo) appartengono ad un capo che, magari, ha parecchi cadaveri sulla còscienBfi. Può anche darsi che i boss siano detestati dai loro uomini, ma quest’ultimi hanno troppa paura per ribellarsi. Il «waterfront» è un osso un pò duro da rodere. Ogni tanto salta fuori qualche čoraggioso disposto a girare un film o a scrivere un articolo su quotidiani o settimanali. Ma anche i giornalisti hanno paura. Troppi son finiti male e, dopotutto, è più comodo scrivere di una stella di Hollywood che sulla malavita d’America. Un reporter del «Mirror» volle, tempo fa, fare una serie di fotografie sulla vita notturna del «fronte del porto». Sbucato da chi sa dove, un tale gli disse: «Hai forse bisogno di un prete?» E’ naturale quindi che morti preferiscano pensare ad una America sorridente ed onesta, tentando di ignorare l’altro suo volto, più cupo, più misero e più pericoloso. Solo Victor Riesel non conosce e-sitazioni. La perdita degli occhi non gli impedisce di continuare la campagna contro i «gangsters» iniziata 15 anni fa. Non gli hanno fatto paura, ed i suoi scritti lo dimostrano. * * * ***** DIARIO MALINCONICO di un telespettatore italiano Sotto questo titolo una grande rivista italiana ha pubblicato recentemente un’ampia nota di Enzo Biagi che vuoloe essere un ironico documento di certo costume. Si tratta in fondo del diario di una serata passata davanti al televisore e delle considerazioni che uno spettatore medio è portato inevitabilmente a fare. Vale la pena leggere queste righe, anche perchè non prive di saporose allusioni che disincantano un pò quello che è il mondo della televisione, almeno in Italia. La serata inizia col telegiornale. In tredici minuti compaiono sul teleschermo: 1 Capo di Stato, 1 Ministro, 2 Deputati, 1 Senatore e 2 Generali. Media difficilmente uguagliabile, avverte l’articolista: un pezzo grosso ogni 110 secondi. «Cerco conforto — egli prosegue — in un documentario su un fiume scozzese: inquadrature pulite, parole troppo gonfie, nel ■complesso si tratta di onesto artigianato. Il cortometraggio non entusiasma, ma non annoia: perlomeno ha il pregio di informare». «Finalmente — prosegue l’articolo — eccoci alla trasmissione che giustifica resistenza della TV in Italia». Il riferimento è fatto alla rubrica «Lascia o raddoppia», che regolarmente ogni giovedì mobilita le folle italiane davanti ai televisori, a tifare per i vari concorrenti che Mike Buongiorno interroga. «In questo momento — scrive il Biagi — la vita del Paese si ferma. E’ l’ora di Mike e, se lo volesse, potrebbe anche essere quella di Paimiro. Chi farebbe uscire la Celere dalle caserme?» E nella sala i presenti palpitano e si consumano d’angoscia per i loro beniamini che tra poco dovranno affrontare la prova d’esame. «Ecco il signor Merlini di Casale Monferrato: ha l’aria un pò depressa, ma sa tutto su Dante. Mi ricorda un seggiolato che capitava ogni tanto al mio paese, quando ero ragazzo: sapeva, anche lui, la Divina Commedia a memoria, e per penitenza e devozione dormiva sdraiato per terra. «Ecco l’avvocato Rossi di Napoli: un simpatico vecchietto che sa tutto sulla gastronomia. Non recita, non è presentuoso e insopportabile come buona parte dei concorrenti. Non si sente ancora importante. E’ vero che siamo alle prime puntate. «Guarda questo maestro Scan-nagata (un altro concorrente) che conosce le storie delle lumache e dei fiori: polemizza con i medici, invia saluti ad amici, conoscenti, ignoti. Se arriva ai cinque milioni (la quota massima prevista nel premio litigherà, lo, sento, con l’Ordine degli Avvocati e con quello dei Farmacisti, saluterà isole, montagne e promontori. Poi c’è la bella di turno, Giancarla Lucchini. La prossima settimana i cronisti dei giornali della sera le inventveranno un fidanzato. E’ il primo passo verso la celebrità. «Niente rubrica di Bilia Bilia. Dicono che ha bisticciato perchè volevano censurare troppo il suo copione. Al posto della spiritosa signora, un incredibile telefilm: «Il temporale». Dialoghi balordi, trionfo del luogo comune: che miseria! Segue un lungo sproloquio dal titolo «I nordici del Golfo». Un chitarrista, che probabilmente rallegrò gli ozi di Nerone, ci dà di Lenin un gustoso ritrattino. A dar retta a questo signore, il Padre della Rivoluzione era un perfetto deficiente. Sarà: ma gradirei qualche notizia intorno agli autori di questo indimenticabil); gioiello. «Replica del telefilm. Si va a dormine con negli occhi nel cuore l’immagine dell’onorevole Martino». CAMPIONATO JUGOSLAVO DI CALCIO — I. LEGA Alla Crvena zvezda U titolo mentre in coda si lotta accanitamente Una fase della regata internazionale a CapodtsJtria VELA A CAPODISTRIA OTTIMO ESITO I RISULTATI Zagreb — Crvena zvezda 4:3 Sarajevo — Budučnost 3:2 Proleter — Partizan 1:5 Vojvodina — Hajduk 1:0 BSK — Spartak 2:2 Velež — Željezničar 2:2 Radnički — Dinamo 4:0 LA CLASSIFICA Crvena zvezda 25 16 7 2 61:28 39 Partizan 25 14 6 5 63:33 34: Radnički 25 13 •4 8 53:43 30 Vojvodina 25 9 9 7 57:39 27 Sarajevo 25 12 2 11 45:46 26 Dinamo 25 11 4 10 40:46 26 Velež 23 8 9 8 41:39 23 Zagreb 25 10 3 12 45:39 23 BSK 25 8 7 10 39:43 23 Budučnost 25 10 3 12 46:58 23 Spartak 25 7 8 10 41:44 22 Hajduk 25 8 5 12 47:39 21 Željezničar 25 7 6 12 32:52 20 Proleter 25 5 1 19 30:89 11 Nemmeno la penultima giornata del massimo campionato jugoslavo di calcio é servita a chiarire le posizioni in coda alla classifica, le quali oggi appaiono ancor più arruffate di una settimana addietro. Infatti, mentre BSK e Zagreb, dall’altezza dei loro 23 punti, possono dirsi ormai in salvo, Spartak, Hajduk e Željezničar dovranno aspettari di seguire il Proleter. Domenica si sono avuti molti risultati da far rimanere a bocca aperta. Così, i neo campioni della Crvena zvezda, battuti sino alla domenica precedente una volta sola, sono incappati nella seconda sconfitta, a Zagabria, autore della prodezza lo Zagreb, che grazie ai due preziosi punti si é messo in salvo. Grossa sorpressa pure a Belgrado, dove le due squadre in lotta per la salvezza (BSK e Spartak) non hanno saputo far altro che dividersi i punti, a tutto vantaggio del BSK, il quale può ora tirare un sospiro di sollievo, ma fa rimanere lo Spartak sempre in scomoda posizione. Sor- LEGA SLOVENA ISOLA - 3:3 I RISULTATI Capodistria — Grafičar 1:9 Isola — Triglav 3:3 LA CLASSIFICA Grafičar 18 14 2 2 77:22 30 Krim 18 13 3 2 64:14 29 Triglav 18 10 4 4 60:27 24 Mladost 18 9 2 7 38:35 20 Ilirija 18 8 2 8 40:36 18 Slovan 18 7 3 8 27:33 17 Isola 18 4 4 10 31:58 12 Tabor 18 4 3 11 28:53 11 Capodistria 18 4 3 11 22:75 11 Postojna 18 3 2 13 18:50 10 ISOLA, 3 — Il gioco vivace è interessante all’indizio, s’è guastato poi per allearne indecisioni arbitrali. I giocatomi, innervositi, non riuscivano più ad ordinare le azioni, che si facevano confusionarie, mantenendosi tali sino alla fine. I padroni di casa sono staiti superiori nel primo tempo, come è indicato anche dal punteggio (2:1), menine gli ospiti si facevano più aggressivi nella ripresa. Al 15’ pareggiavano le sorti è al 25’ passavano a condurre, per essere raggiunti nuovamente alla mezz’ora. L’incontro si concludeva pertanto con un salomonico 3:3. Due dielle reti isolane, al 30, del primo tempo e al 35’ della ripresa, venivano realizzate su altrettanti calci di ri- ' gore da Norčič, per falli in area a danno dello stesso giocatore. L’altra liete isolana veniva realizzata al 20’ diel primo tempo su azione dii linea. L’inconitro è stato turbato qua là da episodi dii scorrettezza da parte degli ospiti e, nella ripresa, l’arbitro ha dovuto espellere due giocatori dei Triglav per fallosità intenzionali. Il direttore di gara, Mi-kluž dii Lubiana, è sitato incoerente e indeciso, incorrendo in errori puerili, che peraltro non hanno influenzato dirattamente Basito della contesa. L’Isola è scesa in campo nella seguente formazione: Djurdjevič, Breščak, Kleva, Pavlovič, Norčič, Lenardič, Stefani, Cernia, Sorgo, Piile-pič, Degano. ! Capodistria - Grafičar 1:9 (0:3) CAPODISTRIA: Vatovec, Turcino-vič, Santin, Hočevar, Gombač, Ver-čen, Poljšak, Omahen, Bertok I., Benčič, Kavalič II. GRAFIČAR, Breceljnik, Novak, Snoj, Kožuh, Miler, Valentič, Hanžič, Čučnik, Kroupa, Potočnik, Podobnik. MARCATORI: al 22, e 68’ Potočnik, al 38, 44’ e 64’ Kroupa, al 50’, 85’ e 89’ Podobnik, al 71’ Poljšak e ali’85’ Čučnik. ARBITRO: Erlih di Lubiana. CAPODISTRIA, 3 — Venti minuti ciucia sono bastati agli ospiti per imporre il risultato dell’incoTitro, decisivo per i padroni dii casa ai fini della permanenza o‘ della retrocessione. I locali, che hanno attaccato subito-, fruendo anzi di una abbastanza marcata superiorità territoriale, hanno capitolato al primo serio tentativo degli avversari: una papera collettiva della retroguardia permei.teva alla mezz’ala sinistra del Grafičar di inaugurare la vendemmia di refi. Il seguito non ha storia. Di fronte a una squadra cosciente del suo valore tecnico, e ammirevole per volontà, i padroni di casa hanno offerto uno spettacolo quasi pietoso. Smontatisi al primo prendente ed inaspettata pure la grossa sconfitta dalla Dinamo a Belgrado ad opera del Radnički, che in tal modo si é definitivamente assicurato la terza poltrona in classifica. B’Hajduk, privo di Vukas, non é potuto andar oltre un’onorevole difesa a Novi Sad, dove la Vojvodina, pur in buona giornata, ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per incamerare l’intera posta, frutto di un’indovinato tiro del solito Veselinovič, non nuovo a prodezze del genere. Un pò sorprendente, ma meritato per la verità, il pareggio conseguito dallo Željezničar a Mostar contro il Velež. I giocatori del Željezničar sono stati, anzi, molto vicini alla vittoria. Solamente nella ripresa i padroni di casa, condotti " dall’instancabile Mujič, sono riusciti a pareggiare le sorti di un’incontro che per loro sembrava ormai compromesso. Con questo punto in più in classifica il Željezničar può ancora sperare, giacché domenica prossima contro il BSK potrà attenere punteggio pieno ed in tal modo affiancarsi allo Spar-tàk, inpegnato contro la scabrosa Vojvodina. L’unico a poter dormire sonni tranquilli è l’Hajduk il quale, malgrado la precaria situazione in classifica, guarda con fiducia all’ultimo incontro, nel quale è sicuro di incamerare i due punti contro il Proleter. Malgrado tutto dunque, a far compagnia al Proleter, il più indicato sembra ancor sempre il Željezničar, ma le sorprese non sono nuove in questo campionato. VOJVODINA — HAJDUK 1:0 (0:0). Il risultato finale dell’incontro non rispecchia esattamente il divario di valori in campo. I locali sono stati molto superiori al-l’Hajduk per tutta la durata dell’incontro, ma per la troppa foga ed imprecisione degli attaccanti non sono riusciti a passare che una volta sola, al 9’ della ripresa, con Veselinovič. Con un pò più di TRIGLAV (2:1) goal, hanno Oediuto siu quasi tutta ila lin/a, mettendosi alla mercè del-rawersiario, che ha disposto di loro a proprio piacimento. La cronaca, perciò, dovrebbe essere monocolore e mod vogliamo risparmiarla ai lettori. Diremo piuttoso qualche parola conclusiva sul campionato della Lega slovena, terminato con la meritata vittoria di una squadra che si è vista fare dello sport sul serio. Il Grafičar si è guadagnato con o-nore ,il titolo di campione, acquistando il diritto alle qualificazioni per la promozione nel campionato della I. Zona, per cui dovrà incontrare il Tekistilac di Varaždin e la vincente fra Scoglio Olivi di Pola e Orient di Fiume. Da quanto si è potuto .constatare sul campo di Capodisitria,, la squadra di Lubiana può vantare i migliori titoli per la promozione definitiva. Del Capodistria meglio non parlare. Troppo ci sarebbe da criticarle, soprattutto la mancanza assoluta di spirito combattivo. Speriamo che, in avvenire, anche se la retro-cessione, a meno della ventilata possibilità di aumentare il numero delle squadre, doMesse essere inevitabile, la società capodistriana sappia ritrovare le orme di un tempo e ritornare ad essere quella squadra che in passato, su tutti i campi della Slovenia, aveva saputo farsi rispettare e stimare. Genoa — Fiorentina 3:1 Juventus — Bologna 2:2 Lazio — Milan 3:1 Torino — Novara 2:1 Padova — Napoli 1:1 Pro Patria — Atalanta 2:0 Inter — Spai 1:0 Lanerossi — Triestina 2:0 Sampdoria — Roma 2:1 LA CLASSIFICA Fiorentina 34 20 12 1 59:20 53 Milan 34 16 9 9 70:48 41 Inter 34 16 7 11 57:36 39 Lazio 34 14 n 9 52:48 39 Bologna 34 15 7 12 68:52 37 Roma 34 11 13 10 43:39 35 Sampdoria 3 i 12 11 11 51:54 35 Padova 34 14 6 14 41:43 34 Spai 34 10 13 11 40:39 33 Torino 34 12 9 13 43:45 33 Genoa 34 12 9 13 50:52 33 Juventus 34 8 17 9 32:37 33 Lanerossi 34 10 13 11 31:40 33 Napoli 34 10 12 12 46:49 32 Atalanta 34 11 9 14 50:55 31 Triestina 34 10 10 14 27:44 30 Novara 34 8 10 16 45:51 20 Pro Patria 34 3 9 22 31:87 15 Genoa — Fiorentina : 3:1 (0:1). — La Fiorentina ha perduto la sua imbattibilità che ‘durava da qua- * ranta giornate ad opera di un Genoa deciso ed intraprendente. La squadra viola è apparsa forte nella mediana e nella difesa, ma debole all’attacco. Il Genoa ha attaccato per una ventina di minuti. Poi, ha segnato la Fiorentina al 24’ in seguito ad una travolgente azione di Julinho il cui raso terra era deviato in rete da Grat-ton. All 28’ della ripresa, su calcio di rigore per atterramento di Carapellese, Green ha pareggiato per i rosso-blu. Al 40’ Frizzi, rac- fortuna l’Hajduk, che è partito con un programma strettamente difensivo, avrebbe potuto portarsi a caas un prezioso punticino. Ma ciò non gli è riuscito, anche perchè il terzino della Vojvodina Nikolič ha salvato la propria rete sulla linea della porta, rimandando in tempo un pallone calciato da Re-bac. SARAJEVO — BUDUĆNOST 3:2 (2:1). Malgrado l’inclemenza del tempo (ha piovuto per tutta la durata dell’incontro) le due squadre hanno dato vita ad un’incontro molto bello, veloce e combattuto, che ha pienamente soddisfatto il pubblico. Il Sarajevo ha vinto, non tanto per la superiorità dimostrata, quanto per la decisione dei suoi attaccanti. Andati in vantaggio al 9’ con Jusufbegovič, sono stati raggiunti al 18’ da un goal di Krgin. Riportatisi nuovamente all’attacco, segnavano ancora al 30’ con Lovrič. Al 20’ della ripresa il Sarajevo segnava il ter-zo’-gol su calcio di rigore, realizzato da Perhatovié. Tre minuti più tardi Vasovič segnava la quinta rete dell’incontro. BSK — SPARTAK 2:2 (0:1). Il BSK, magari con il cuore in gola, è riuscito a strappare allo Spartak un punto necessario alla salvezza, lasciando i rivali in cattive acque. E dire che sono stati proprio i padroni di casa ad essere i più vicini alla sconfitta. Infatti, lo Spartak, che segnava al 36’ con Toma-ševič, veniva raggiunto al 2’ della ripresa da un goal di Josič. Poi si portava nuovamente in vantaggio al 39’ con Ognjanov. A soli quattro minuti dalla fine il BSK, pareggiava però con Josič. PARTIZAN — PROLETER 5:1 (2:0). Davanti ad un Proleter ormai rassegnato il Partizan non ha avuto difficoltà a passare a vele spiegate con cinque reti, che avrebbero potuto essere dì più, se gli attaccanti belgradesi si fossero impegnati maggiormente. La vendemmiata aveva inizio al 15’ con Jocič. Imitato al 26’ da Mihailovič. Nella ripresa segnavano ancora Valok al 6’, Jocič all’ 8’ e ancora Valok al 15’. Il gol dell’onore per il Proleter veniva realizzato al 25’ da Plinkovič. RADNICKI — DINAMO 4:0 (2:0). La Dinamo senza Horovat vale la metà. Quello che da lungo tempo già si sapeva è stato riconfermato nell’incontro di domenica, nel quale il Radnički, pur senza strafare, è riuscito a bucare per ben quattro volte la difesa della Dinamo, priva pure di Crnkovič. Non passavano che tre minuti di gioco ed i padroni di casa si trovavano già in vantaggio cun un gol di Ognjanovič. Al 35’ raddoppiavano il bottino con un’autogol di Koščak. Nella ripresa segnavano ancora Prlinčevič al 15’ e Petako-vič al 20’. Nulla da fare più per la Dinamo, che non riuscita nemmeno a segnare il punto dell’onore. VELEŽ — ŽELJEZNIČAR 2:2 (0:1). Il Željezničar, sceso in campo con il cuore in gola, è riuscito a infilare un’incontro esemplare per calma e compostezza, sorprendendo gli stessi padroni di casa, partiti con la certezza di potersi aggiudicare con facilità i due punti. Era invece il Zelejezničar, più calmo, a segnare per primo all’8’ con Bukvić. Per tutto il primo tempo il Željezničar marcava una leggera superiorità, senza peraltro riuscire a passare. Nella ripresa le cose cambiavano. Il Velež partiva decisamente all’attacco ed al 7’ riusciva a pareggiare con Zelenika ed, al 35’, a portarsi in vantaggio con Prajo. Non passava però, che un minuto e gli ospiti pareggiavano meritatamente con Papič. cogliendo una debole respinta del difensore viola ha segnato la seconda rete. Al 45’ Carapellese ha segnato la terza rete a porta vuota su azione di Green. Juventus — Bologna 2:2 (1:1). — Eguaglianza perfetta tra Juventus e Bologna che hanno dato vita, solo a tratti, ad una partita animata. La prima rete si è avuta al 34’allorchè Colella, retrocesso nella mediana, ha preso un pallone dalle retrovie i l’ha portato quasi all’altezza della bandierina, deviandolo poi verso l’area di rigore. Quasi dal limite, il fortissimo tiro rimbalzava addosso a Gior-celli in tuffo e finiva in rete. A tre minuti dal termine del primo tempo, per un fallo di Aggradi l’arbitro concedeva la massima punizione, che Pivatelli realizzava. Al 5’ della ripresa la giovane ala sinistra juventina Stacchini entrava in area di rigore e, rincorsa da Capra, veniva da questi messa malamente a terra. L’arbitro concedeva la massima punizione che Emoli realizzava. Al 25’ il Bologna riusciva a pareggiare con una rete di Pozzan. Torino — Novara 2:1 (1:0). — Il Torino ha addottato una tattica prudenziale, che s è fatta ancora più accorta al 16’ della ripresa, quando Grosso è stato costretto ad abbandonare il campo per uno strappo. La rete del primo tempo è stata segnata da Curti al 33’. Al 7’ della ripresa segnava Bacci con un tiro e mezz’altezza. Al 17’ Moschino accorciava le distanze, segnando dalla linea di fondo. Padova — Napoli 1:1 (1:0). — Il Padova ha attaccato maggiormente, ma per sfortuna e imprecisione non riusciva ad ottenere più di una rete. Il primo goal è stato segnato da Stivanello con una bel- della regata CAPODISTRIA, 3. — Nell’ambito delle manifestazioni indette per celebrare il 10. anniversario della costituzione della Tecnica Popolare, ieri e oggi si sono svolte nel golfo di Capodistria le tradizionali regate veliche annuali, assurte quest’anno al rango internazionale per la partecipazione di equipaggi italiani si sono dimo-Come era nelle previsioni, gli equipaggi iatliani si sono dimostrati più preparati ed hanno vinto in grande stile nelle categorie »Stelle«, »Beccaccini« e »Cutter«. Fra i rappresentanti locali il migliore è stato Kosmina, il quale nella categoria dei beccaccini è riuscito a conquistare il terzo posto assoluto su venti concorrenti. Il giovane timoniere capodistriano, perduto molto terreno nella prima prova per una falsa partenza, si riprendeva, giungendo secondo nella seconda prova e terzo nella terza. Nella categoria nazionale L 5 dominio assoluto dei velisti polesi, i quali hanno piazzato due imbarcazioni ai primi due posti. Le regate sono state seguite con grande interesse da migliaia di spettatori, venuti da ogni parte della Slovenia, dalla Croazia e da Trieste. Ecco i risultati tecnici delle singole gare: Categoria »Stelle«: 1) Dott. Danelon di Trieste. 2) Busleta, del Mornar dl Pola. 3) Rendi, del mornar di Pola. Categoria »Cutter«: 1. »Stella Maris«, di Trieste: 2) Derin, di Trieste; 3) Marzelj, di Ljubljana. Jole olimpionica: 1) Razol, del Mornar di Pola; 2) Devescovi, idem. Categoria »Beccaccini«: 1) Masutti Mario, di Monfalcone; 2) Zanolla Bruno, idem; 3) Kosmina Janko di Capodistria. Categoria nazionale L 5: 1) Valle, del Mornar di Pola; 2) šimunkovifi, ‘idem; 3) Matei jan del Galeb di Fiume. CICLISMO IL GIBO D'ITALIA Due terzi del 39. giro di Italia sono già passati alla storia. I corridori hanno infatti percorso 14 delle 20 tappe in programma. In quest’ultima settimana di gare la classifica ha preso un’altra fisionomia. Innanzitutto bisogna rilevare il ritiro per caduta di Coppi e le pessime condizioni di salute di Magni, il quale continua tuttavia a correre, malgrado la frattura della clavicola. A dire poi che Clerici, Goal e Schaer sono ormai tagliati fuori dalla lotta per il primo posto, si avrà l’esatto quadro la girata a volo al 16’. Il Napoli otteneva il pareggio al 40’ della ripresa con Comaschi. Pro Patria — Atalanta 2:0 (1:0). Primo tempo veloce e combattuto nel quale i bustesi, più scattanti, hanno messo in imbarazzo il portiere atalantino. Al 12’ il primo goal bustese: su passagio preciso di Vicariotto, La Rosa batteva Davide. Al 28’ Toros, lanciato in profondità da Vicariotto, filtrava tra i terzini e batteva il portiere in uscita. Inter — Spai 1:0 (0:0). — La combattuta partita ha avuto la sua soluzione solo alla mezz’ora della ripresa. E’ stato un centro alto di Armano a trovare pronto Skog-lund, che con un tiro fortissimo ha spedito in rete la sfera sotto la traversa. La reazione spallina è stata assai vivace, ma sterile per lo scarso rendimento dell’infortunato Broccini. Lanerossi — Triestina 2:0 (1:0). — Con una Triestina incompleta il Lanerossi ha avuto facilitato il compito. La superiorità dei vicentini è stata manifesta in ambedue i tempi, nonstante le vivaci reazioni degli alabardati, che hanno sovente impegnato a fondo Sentimenti IV, sempre valido e sicuro tra i pali. I bianco-rossi sono andati in vantaggio al 10’ su azione di Manente: tocco a Savioni e tiro in rete di questo ultimo. Al 3’ della ripresa i vicentini aumentavano il vantaggio ad opera di Motta. Sampdoria — Roma 2:1 (0:0). — Prevalenza romana nel primo tempo. Nella ripresa la Roma passava in vantaggio: segnava la prima rete Da Costa al 12’ con un tiro raso terra. Al 26’ pareggiava Ron-zon, mentre al 37’ uno spiovente di Arrigoni veniva raccolto da Firmani che accorciava le distanze. internazionale della situazione attuale. Bisogna innanzitutto mettere in rilievo l’ottima prova di Fantini, il quale è riuscito a portare indosso la maglia rosa per un’intera settimana, cedendola solo dopo essersi difeso da leone a Fornara, che l’ha conquistata nella prima tappa a cronometro individuale, genere nel quale lui è conosciuto specialista. Malgrado questo, però, egli si è lasciato sfuggire il secondo traguardo a cronometro, quello di Bologna in salita, che è andato al noto scalatore lussemburghese Charles Gaul. L’ultima tappa, la 14. Bologna— Rapallo di km 275 è stata vinta in volata dal noto sprinter spagnolo Miguel Poblet, il quale ha cosi conquistato il suo terzo traguardo. Dietro a lui si sono classificati Monti, Ernzer, Maule, Boni ed il gruppo dei migliori, tranne lo sfortunato Fantini, giunto staccato di quasi un minuto. La classifica generale vede sempre al comando Fornara, che appare uno dei più seri candidati alla vittoria finale, seguito a 32” da Fallarmi, a l’51” da Fantini, a l’55” da Bahamontes ed a 2’7” da Moser. Il giro si concluderà domenica prossima al Vìgorelli di Milano. NEVIO VALClC vittorioso a Lubiana LUBIANA, 3 — La tradizionale corsa organizzata dall’Odred sul percorso Lubiana — Postojna — Ajdovščina — Crni vrh — Logatec — Lubiana di km 155 è stata vìnta in volata da Nevio Valóic il quale, fuggito sulla salita di Črni vrh con Bajc e Bergant, riusciva a regolare i due compagni di fuga sulla fettuccia del traguardo. Sfortunata la prova dei ciclisti capodistriani, i quali hanno dovuto accontentarsi di mediocri piazzamenti, perchè colpiti da avarie alle macchine. II più sfortunato è stato Rajko Piciga, coinvolto in una caduta dopo soli 20 km dalla partenza, assieme al fiumano Jugo. Nella categoria allievi altra vittoria polese con Sanzin, davanti a Židan e Blaž, ambedue di Lubiana. INTERNAZIONALI Belgio — Ungheria 5:4 (1:3) Norvegia — Polonia 0:0 Belgio - Ungheria 5:4 (1:3) La nazionale ungherese di calcio ha subito domenica a Bruxelles la sua terza sconfitta della stagione ad opera della modesta, ma sempre pericolosa formazione belga, del resto non nuova a colpi del genere. L’incontro, al quale hanno assistito 70.000 spettatori, pareva avviato sui binari di una facile vittoria ungherese. Questi, infatti, dopo l’improvvisa rete iniziale dei belgi realizzata al 10’ da Van Kerkhowe, passavano all’arrembaggio e pareggiavano un minuto più tardi con Puskas. Al 27’ andavano in vantaggio con Kocsis, aumentando poi la segnatura a 3:1 ad un solo minuto dalla fine del primo tempo con lo stesso Kocsis. Il capo-volgimento della situazione avveniva nella ripresa. La controffensiva belga fruttava ben quattro goals, realizzati nell’ordine da Van der Weyer, Orlans, Houf e Orlans ancora. A pochi minuti dalla fine gli Ungheresi diminuivano le distanze con Budai. Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. »JADRÀNa Capodistria Pubblicazione autorizzata TITO A MOSCA (Continua dalla I. pagina) numerose fotografie affermando che oltre alle centinaia di migliaia di cittadini moscoviti che hanno salutato il Maresciallo Tito lungo le vie della capitale, milioni di cittadini hanno seguito ogni passo e ogni porola del Presidente attraverso la radio e la televisione. Anche l’altra stampa nel mondo si occupa distesamente dell’avvenimento. I quotidiani londinesi danno ampio spazio all’accoglienza riservata al Presidente jugoslavo a Mosca. I commentatori si soffermano sull’importanza della visita dal punto di vista delle relazioni jugo-sovietiche e della situazione internazionale. Nella stampa indiana è posto in rilievo il significato della visita, e in quella egiziana si plaude all’avvenimento, definito un »importante contributo alla lotta per la pace nel mondo«. CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO — SERIE A La Fiorentina battuta! I RISULTATI I ) T %