ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno VII. — N° 363 Redazione e Amministrazione: CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 ★ ■ li 11 yy Uli H ! y yj tjf 11 MARTEDÌ’, 7 SETTEMBRE 1954 HL jjfp\ fi i 1 ■ il s A BK H i j 8 1| m Prezzo 10 din — 20 lire m Iplif i i 1 Ili 1 1 1 li Silfi |B I li WÈ m I Ip ABBONAMENTI: -li Jiliniii II T.L.T. Zona Jugoslava e R.F.P.J. : annuo din. 420, semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in c. c. p. ★ CELEBRATO IL DECENNALE DELLA 13. ma DIVISIONE ISTMO Ventimila comiiattenti nella Lotta ì il contrihuln deO'Islria alla Liberazione In una iantasmagoria di luci e di colori Pola ha accolto i superstiti della gloriosa unità bellica LA VISITA DI GELAL BAYAR A dieci arali dalla sua formazione e dopo nove anni, Fola ha nuovamente accolto compatta i combattenti della 43.ma Divisione Istriana. E’ stata una accoglienza come solo i polesani sanno farla; calda, cordiale e indimenticabile. Per fare ” quello che si è visto a Pola, per I adomare e abbellire la città, fare delle sue vie e del suo mare, della riva in particolare, una fantasmagoria di. luci e di oolori, ogni pole-sano dove essersi prodigato in tutti i modi. Dues to parlando solo dell’aspetto coreografico della città, presentatasi in veste nuova e abbellita ai centocinquanta mila ospiti, convenuti da tutte le parti dell’Istria e dalla Jugoslavia. Un’altra enorme mole di i lavoro ha richiesto l’organizzazione delle numerose manifestazioni cul-\ turali e sportive e del servizio logistico, per non parlare delle manifestazioni finali culminate nella «notte polese», qualcosa di veramente spettacolare e ben riuscito. La manifestazione centrale, quella che ha caratterizzato le celebrazioni del decennale della 43.ma Divisione, si è svolta in questa fastosa cornice di cose e di popolo. Già alle 8 di mattina sui marciapiedi della Riva e del Piazzale Marx-Engels, s’assiepano migliaia e migliaia di persone. Sono venute a Pola con tutti i mezzi. I fiumani sono giunti in 12 mila con la grande motonave «Srbija», i pinguenti-ni e i pisinoti con alcuni treni spe-; ciati-, quelli della costa con le barche,, quanto ai mezzi motorizzati sembra che quelli di tutta l’Istria si siano dati convegno a Pola. Sì vede la gente delle cittadine e dei villaggi, di quei villaggi dell’Istria “Qui è Italia «Sono passati più di quattro giorni della sensazionale scoperta fatta Iin un deposito - officina della Stazione Centrale delle Ferrovie dello Stato di Trieste di una armeria completa e tecnicamente idonea per L un colpo di mano terroristico nella I nostra città. Sulla confezione delle casse, regolarmente marcate e numerate, si fa presente che la sigla «FAMA» non appartiene solamente a una nota qualità di calze da donna, ma anche a una distilleria locale di liquori. Sarebbe stato stabilito l’elenco del materiale: si tratterebbe precisamente di HOSten, 50 Thompson, 10 mitragliatrici, un numero imprecisato di rivoltelle automatiche. Più che tutto impressionante è la potenza di tiro di cui sarebbe stato dotato questo armamento d’un rauarto d’assalto — si noti cittadino! — di primo impiego: un milione di oolpi! —» (Dai giornali del 31 u. s.) Quest’ultimo numero «un milione», che non è quello del «signor Bonaventura», ma di proiettili micidiali d’arma da fuoco, ci ha indotti a ritornare in argomento anche perchè, contrariamente alle prime notizie, questo risulta il maggior ritrovamento di armi e munizioni finora accertato a Trieste governata dal G. M. A. Anche questa è una eloquente e significativa dimostrazione del perchè alle pareti di alcuni . locali della Stazione centrale di Trieste figurasse già dal marzo 1946 — quando fu qui da noi la «Commissione etnica» inviata dai «quattro Grandi» — la scritta «Qui è Italia», iti più casi affiancata alla preesistente «Roma Doma». Ad onor del vero, un miglior presidio quel ’ milione di colpi non poteva avere. Infatti a Trieste e nella Zona A — dove dal 1945 la rete ferroviaria è rappresentata nel suo complesso da non oltre un' paio di centinaia di km. di linee ferroviare — funziona addirittura un Compartimento ferroviario con tutti i suoi uffici e servizi, cioè con alcune migliaia di funzionari, impiegati e addetti la cui presenza a Trieste non trova altra giustificazione se non nell’apporto di voti in periodo elettorale e nella convenienza di conservare nella «martoriata città» i quadri di «fedelissimi» a pagamento, sui quali far affidamento per la ricostituzione delle squadracce che, agli or-i dini di Giunta, hanno contraddistinto, per la loro ferocia, barbarie e spaventose serie di crimini, già dcd suo sorgere, il fascismo triestino. Le prime indagini avrebbero accertato che il muro divisorio del deposito-officina sarebbe stato costruito dopo l’arrivo dei micidiali materiali alla fine dell’ottobre 1953. Questo particolare comprova all’evidenza che se «le giornate di sangue» del 6 e 7 novembre 1953, cosi bene organizzate da Roma, avessero raggiunto l’esito atteso con tanta trepidazione da Pella — che teneva di rincalzo le divisioni atlantiche italiane in pieno assetto di guerra — il milione di colpi trovava immediato e salutare impiego. Quale migliore risposta alla provocazione di Okroglica, dove con discorsi, canti e suoni e con l’intervento di Tito, > neggiori e più irriducibili nemici del fascismo avevano ardito rievoca-! re l’epopea delle loro cruente lotti, le e fulgida vittoria? che dieci anni fa, quando la lotta ferveva cruenta, accoglievano i suoi figli con il fucile e la stella rossa, offrendo loro tutto ciò che potevano, cibo e vestiario, quei figli che oggi sfileranno per le vie di Pola, i superstiti della 43.ma Divisione istriana. E la nonnina, che sta qui pazientemente dinanzi a noi, forse attenderà invano di vedere nelle file marmanti il volto del combattente al quale dieci anni fa ha donato, oltre al cibo, il paio di calze fatto con le sue mani e con il suo cuore dalla lana tratta dalla pecora, nascosta con mille astuzie delle razzie dei nazifascisti. Avvenuta da parte del vice-ammiraglio Jerkovič la consegna al generale Savo Vukelič, ex-comandante della 43.ma deH’ordine alla Fratellanza e Unità di I. Grado, sfila la 43.ma. Passa la «V. Gortan»', la brigata eroica, in testa il suo comandante, l’eroe nazionale Vitomir Širola-Pajo, passa la II. Brigata, la III. tra due ali di popolo acclamante. Vediamo la nonnina tendere gli occhi, farsi un po’ avanti e quando l’ultimo uomo della divisione passa, una lacrima riga il suo volto. Non abbiamo il coraggio di indagare in una ferita aperta. Forse attendeva una ferita aperta. Forse attendeva di vedere il combattente al quale s’era affezionata; forse i superstiti le hanno ricordato suo figlio che non sfilerà più e le cui ossa riposano nel cimitero del paese o lontane sulle montagne dove ha immolato la propria vita per la libertà dell’Istria. Una breve pausa e poi cominciano a sfilare le truppe della guarnigione di Pola, i continuatori morali e materiali degli ex-combattenti che li hanno preceduti nella parata. Passano prima le truppe ter-resitri, con passo fermo e fiero, seguite dai reparti della marina da sbarco e artiglieria. Seguono le unità dei corsi premilitari di Pala. Pei energia, unità e addestramento nulla hanno da invidiare alle truppe regolari. Poi incominciano a sfilare le unità motorizzate di fanteria, artiglieria, artiglieria contraaerea e riflettori. Rombando nel cielo, frecciano quattro squadriglie di apparecchi da caccia, che in picchiata rasentano la tribuna sulla quale si trovano, il viceammiraglio Jerkovič, il vice-presidente del Sabor della Croazia, Carlo Mrazović, il presidente dei sindacati della Croazia, Marko Belinić, il generale Savo Vukelič ed altre autorità. Giungono infine i grossi «Sherman» e, ultimi, i colossali mezzi corazzati anfibi. A sfilata canolusa, il popolo converge sul Piazzale Marx-Engels dove ha luogo il comizio. In prima fila, dinanzi alla tribuna eretta a bordo di una unità della Marina da Guerra, sono i combattenti della 43.ma. Per primo a loro e al popolo — come una volta, durante la lotta, quando più duri erano i momenti, prima delle battaglie — parla l’ex-comandante della Divisione, il generale Savo Vukelič. E una rievocazione del glorioso cammino percorso dalla 43.ma. La sua formazione', preceduta dalle gloriose battaglie di Pedena, Gracisce e Santa Domenica, seguita dalla strenua difesa del Gorski Kotar, .dai combattimenti sulla Kupa, nel Zumberak, a Lokve e infine la azione finale nella piana di Bisterza, l’ultimo colpo decisivo al nemico in fuga, i 15.000 prigionieri tedeschi e la marcia di liberazione in Istria. «Possiamo constatare con soddisfazione — ha concluso il gen. Vukelič — di aver assol to, militarmentd, tutti i compiti che ci sono stati affidati dal Comando Supremo dell’Esercito Popolare di liberazione e, moralmente, quelli ohe ci sono stati affidati dai nostri popoli». Prende poi la parola, il compagno Marko. Belinić, presidente dei sindacati della Croazia e membro del Comitato Centrale dell’Unione Socialista dei Lavoratori della Cro- Liberato De Castries Dopo parecchie smentite e controsmentite, è stato liberato dalle truppe de1! Vietminh il generale francese De Castries, ex-comandante della guarnigione di Dien Bien Phu, fatto prigioniero dai vietnamiti, dopo la caduta della fortezza, avvenuta, come si ricorda, alcuni mesi or sono. Ai giornalisti, convenuti ad attenderlo, il igen. De Castries ha dichiarato che la sua prigione è stata dura. E’ stato tenuto sempre isolato e la comunicazione della sua liberazione gli è stata .fatta appena la notte che ha preceduto la sua consegna ai francesi. Il trattamento nei suoi confronti è stato miglio*-rato solo dopo Ha firma dell’armistizio franco-vietnamita. Il gen. De Castries si tratterà per alcuni giorni a Hanoi da dove proseguirà per Saigon e di qui per la Francia. E’ giunto intanto a Hanoi l’ex Alto Commissario dell’India a Londra, J. Desai che ha assunto le sue funzioni di Presidente della Commissione intemazionale di controllo nel Vietnam. azia. Egli rileva che la insurrezione armata in Istria si è sviluppata sotto l’influenza della Lotta Popolare in Jugoslavia è che è stata diretta dal Partito Comunista Jugoslavo e dal compagno Tito, nello stesso modo come la guerra di liberazione in tutta la nostra patria, pur avendo', la lotta in Istria, particolarità proprie, derivantile dal fatto che si svolgeva in una terra che per lunghi anni era occupata dallo stranim, ohe a essa partecipavano spalla a spalla, combattenti italiani e croati, conferendole un carattere marcatamente sociale. «I frutti di questa lotta — continua il compagno Belinić —• sono la eliminazione o la possibilità di lottare contro lo sfruttamento non solo dell’uomo sull’uomo, ma anche di una casta burocratica sul popolo lavoratore». Oltre all’eliminazione dello sfruttamento, con la lotta vittoriosa, l’Istria si è aperta la strada verso il suo progresso economico e sociale. Sino ad oggi sono stati investiti più di 54 miliardi per ri-staurare ed edificare Teconomia istriana. Questi frutto, sia della lotta armata che della battaglia per il rinnovamento, lTstria li., ha conquistati da sola, con i suoi 20.000 combattenti dati all’Esercito Popolare di Liberazione con la sua indefessa opera nel dopoguerra. L’invio di telegrammi al Presidente della Repubblica e al Presidente del Sabor della Croazia ha chiuso la manifestazione. Ad una settimana dal voto con cui rAssemblea Nazionale francese seppelliva la Ced nei suo testo originario, non si somo ancora spente le polemiche anche se si sono già. cristallizzate alcune iniziative tendenti ad~affrontare i problemi lasciati in sospeso, meglio, riaperti da quel voto Oi .'è il problema del riarmo tedesco e quello di mi frante unico nella difesa dell’Europa occidentale. Sostanzialmente il problema Ced o non Ceid, integrazione o non integrazione della Germania in una difesa cosidetta europea, stà tutto’ nel corno del dilemma, avanzato dai socialdemocratici tedeschi, i quali si pongono oggi le stesse domande che praticamente si pose i! ministro francese Pleven allorché lanciò l’idea della Ced come correttivo al riarmo tedesco e sono le stesse domande alle quali il parlamento di Parigi rispose respin-gengendo la Ced e guardando alla negoziabilità della unificazione delle due Germanie come ad un fatto politico europeo che rendesse superfluo il riarmo di Bonn con armi americane. Nell’agosto 1950, ad un mese dal-apertura del conflitto coreano ed in un periodo di acuta tensione in Europa, l’idea della riunificazione della Germania era resa inconcepibile dalla politica di forza e di minaccia perseguita dagli uomini del Cremlino ed è comprensibile che allora un primo ministro francese scegliesse la creazione di un organismo a carattere supernazionale come il solo mezzo, attuabile per controllare i'1 riarmo tedesco e facesse nàscere proprio a Parigi il concetto della Ced. iNtìll’Agasto 1954 spira in Europa un venticello distensivo che rende meno aleatoria' la possibilità di veder una Germania riunita ed ini funzione di trait-, d’union, più che il pomo della discordia, nella convivenza pacifica fra est ed west, cioè per una pacifica convivenza europea. Politica- ARMI AMERICANE ALLE FILIPPINE Gli Stati Uniti hanno deciso di potenziare l’esercito filippino. Cesi si afferma in un comunicato emanato al termine della riunione del Consiglio idi difesa americano-filippino, riunitosi a Manila e al quale hanno presenziato da parte americana il segretario di stato agli esteri Foster Dulie» e da parte filippina il presidente Megsaysay. Non viene però menzionato un rafforzamento delle garanzie americane, rispetto al trattato 1951, perorato dal governo filippino. Quindi, anche nel futuro, in caso di aggressione alle Filippine, il governo americano prenderà misure «conformi alla procedura costituzionale.». BELGRADO, 6 — La visita del Presidente della Repubblica turca, Djela! Bayar al rostro Paese segna, una nuova importante tappa nello sviluppo dei rapporti amichevoli e delBalliean.za fra Jugoslavia e Turchia, e fra gli stati balcanici in genere. Il suo significato supera di gran lunga un semplice atto di cortesia per la visita precedentemente fatta dal Presidente della RFPJ, Maresciallo Tito alla. Turchia e conferma la serietà degli sforzi dai nostri due paesi per approfondire la collaborazione reciproca in ogni campo. Le entusiastiche accoglienze tributiate all’eminente ospite a Fiume, Belgrado e nelle altre località da Lui visitate stanno a testimoniar- lo. L’importanza e il significato del-l’avvieinimento sono stati efficacemente espressi dalle parole pirot-nunciate dia Djeilal Bayar e dal Maresciallo Tito al ricevimento di venerdì scorso nella sede del Consiglio esecutivo federale a Belgrado. Nel brindisi in onore all’Ospite il Maresciallo Tito ha detto: «Signor presidente, permettetemi di esprimere il piacere e la gioia di salutarvi tra di noi a nome dei popoli della Jugoslavia e a nome mio. Sono contento di poter constatare lo sviluppo dei rapporti tra i nostri due paesi, e la realizzazione di successi sempre più significativi nel campo politico, economico, culturale e militare, successi che sono il risultato della nostra collaborazione reciproca. La vostra visita, signor Presidente, è giunta in un momento in cui la soldità e la fermezza dei nostri rapporti hanno trovato espressione nella stipulazione della alleanza balcanica assieme all’amica Grecia, stipulazione che segna una nuova era nei nostri rapporti. E’ chiaro che la stipulazione di questa alleanza non esprime soltanto le aspra- mente logico, perciò che rAssemblea Nazionale francese rivendicasse un carattere nazionale per la propria politica, buttando a mare la Ced. Restando dunque nel quadro della politica europea, la nascita e la morte della Ced in terra di Francia non dovrebbe destare eccessive meraviglie e, meno ancora, aspre reazioni. Se si sono avute le une. e le altre, lo si deve al fatto che mentre dal 1950 ad oggi la politica europea si è andata evolvendo in un senso, la politica europeista, ha preso invece un’altra strada. Coisì Lesser nato l’euTOipeismo dalle firme di governi europei diretti tutti da elementi democristiani e clericali ha consentito alla larga politica vaticana di influenzare gli sviluppi in senso politicamente oltranzista nello stesso tempo che gli investimenti americani in Europa (sotto forma di spese belliche e di coin-terressenze finanziarie nei trust tedeschi rinati) verificatisi dal ’50 ad oggi rendono più difficile una «ritirata» diplomatica dall’Europa da parte degli .Stati Uniti i quali, oltre tutto, nella loro politica generale abbracciano in un solo sguardo strategico le cose d'Eurcpa e quelle dell’Asia. Oggi non tutti i governi europeisti seno diretti ancora da democristiani e non tutti i governi europei guardano all’Asia con lo stesso spirito con il quale vi guardavamo al momento del conflitto coreano. Non si deve dimenticare ohe, da allora,, si è avuto Pan Mun Jon e Ginevra, cioè due momenti di distensione che hanno portato la Cina Popolare molto più vicina — politicamente ed economicamente — di quanto lo fosse nel 1950. Questo anche se hanno allontanato ancor più Washington da Pekino. D’altro canto i tre piccoli stati del Benelux, prima tiepidi europeisti, hanno poi trovato sicurezza economica nella «super,nazionale» Comunità del carbone e de’l’acciaio, divenendo accaniti sostenitori anche .della supemazionalità della Ced per il timore che la morte di questa portasse, al decesso anche la C.E.C.A. Intanto a Bonn il cancelliere Adenauer si è visto coccolato ed aiutato nella rinascita economica ed industriale della sua parte di Germania sulla quale è riuscito a stabilire una specie di monopolio politico che egli è più propenso a consolidare ccn la sovranità condizionata e con il riarmo che ad indebolire con l’alea, della, riunifi-cazicm'e. Si aggiunga che il risorgere .dei complessi industriali tedeschi e della capacità di espansione commerciale della Germania di Bonn, dal 1950 aid oggi hanno fatto divenire fautori del riarmo tedesco anche molti buoni inglesi ohe hanno dimenticato Dunkerque di fronte alla possibilità che l’industria germanica lavori per l’esportazione invece di occuparsi a fabbricar cannoni. Unica a non aver mutato di un pollice nè in meglio zioni dei nostri popoli e ia nostra decisione di difendere l’indipendenza e la pace in questa parte del mondo ma è pure il risultato dei nostri tentativi di sviluppare una piena collaborazione che, assieme alla unità e ai collegamenti realizzati per suo mezzo, dà ai popoli dei nostri tre paesi, quella potenza che garantisce la pace in questa parte del mndo e che ha ottenuto la sua conferma formale nel trattato di Bled. Per questi motivi i popoli della Turchia, Grecia e Jugoslavia trovano nell”alleanza balcanica la via che debbono seguire per approfondire i loro rapporti. I I popoli e li governo della Jugo-savia ritengono che la creazione di rapporti di alleanza sempre più stretti con la Repubblica turca e il Regno greco sia l'elemento essenziale « l’interesse permamente della loro politica estera. Al brindisi del Maresciallo Tito il Presidente Bayar ha risposto: Rispettabile Presidente della Repubblica. Ringrazio caldamente Vostra Eccellenza per le amichevoli e sincere espressioni. Dal momento che sono sceso sul suolo della Jugoslavia amica ed alleata sono stato testimonio delle cordiali manifestazioni di simpatia che il vostro popolo dimostra al mio popolo tramite la mia persona. La magnifica accoglienza di Belgrado mi ha lasciato una profonda impressione. Sono stato felice poco' fa di sentire nelle vostre significative parole la chiara espressione di queste garanzie. Durante la vostra visita alla Turchia, visita che ha lasciato un ricordo indimenticabile nel cuore del mio popolo, avete compreso l’importanza e il valore attribuito dalla Turchia all’amicizia ed alla collaborazione con la Jugoslavia. Io paragono la collaborazione tur- nè in peggio la sua politica europea ed europeista di comedo, resta Roma dia dove gli uomini politici guardano, oggi come ieri, all’altrui politica europea solo per cogliere l’occasionè per soddisfare pretese proprie. Cerne sarebbe il ca-so del problema di Trieste. Stando così le cose, si spiega l’interessamento inglese per la conferenza ad otto — divenuta cammin facendo a nove — teso ad evitare di legarsi troppo alle sorti del continente pur evitando il rischio di un fallimento atlantico per il caso si volesse forzare, contro il parere di Parigi, l’eintrata diretta di Bonn nella Nato. Si spiega la sicurezza con la quale Adenauer cerca di dettar legge alla politica europea altrui e si spiegano tante altre cose dell'europeismo di comodo che preferisce magari far fallire ciò che di buono vi era nella .politica europeistica pur di non adeguarsi alle situazioni nuove che il mondo ha visto crearsi nella situazione internazionale dal 1950 ad oggi. Karachi, 30 — Una spiacevole polemica minaccia di turbare la gloria della spedizione italiana che attraverso . terribili difficoltà è riuscita a piantare le bandiere dellT-talia e del Pakistan sulla vetta inviolata del K-2. Ne ha dato l’annuncio stamane il giornale indipendente «Morning News» di Karachi, il quale ha sosvtenuto che la guida «hunza» Amir Mehdi sarebbe stata fermata, a poca distanza dalla vetta, dagli scalatori italiani. Il giornale ha paragonato la pretesa azione dei due italiani alla scalata del-l’Everest, effettuata l’anno scorso con la partecipazione dello «sherpa» Tensing, e conclude affermando che la spedizione italiana del K-2 ha lasciato un’amara esperienza nella scia del suo glorioso trionfo.» (Dai giornali del 31 8 se.) Non possediamo elementi per pronunciarci sulla attendibilità o meno della accusa fatta dal giornale di Karachi ai due scalatori italiani che, arrivati ad una trentina di metri dalla vetta del K-2 assieme alla guida [Mehdi, impedirono a questo di proseguire per raggiungere da soli la cima. Certo è che gli italiani, «nati principi e destinati a dominare» anche in materia di precedenze e di conquiste della gloria — senza badare ai mezzi e sistemi sia viei confronti dei propri fratelli che degli altri — hanno una lunga tradizione. Basii ricordare che nell’agosto 1918, durante la battaglia per la «redenzione» di Gorizia «la santa», il generale comandante di una delle due divisioni, operanti in quel settore, ordinò alle proprie artiglierie di sparare sulle trupne' déll’altfa divisione per impedire che, entrando esse prime in Gorizia, la gloria, le medaglie e i vantaggi di carriera, derivanti dalla «eroica e leggenda- co-jugoslava a una semente seminata in un terreno fertilissimo. Questo terreno è l’amicizia di secoli che l’amore e il rispetto reciproco, liberi da problemi che potrebbero minacciare l’unità dei nostri interessi e della nostra sorte, hanno reso fertile. Non posso fare a meno di riferirmi, come avete fatto anche voi alla conferenza di Bled convocata con la collaborazione del nostro vicino e amico, la Grecia, che partecipa, all’edificazione di questa bella amicizia. Tenendo conto della sua nascita, scopo e importanza, questa unione è una opera che può veramente essere presa ad esempio. Essa è in verità soltanto la formazione giuridica di un’alleanza rapidamente maturata tra i tre stati, quale risultato di necessità vitali e durature. PER UN UNICO FRONTE SOCIALISTA A TRIESTE Si è svolta domenica a Trieste la conferenza del Partito Comunista della Zona anglo-americana del TLT, che, dopo la risoluzione del cominfomn. ha continuato a lavorare indipendentemente dal partito comimformista di Viđali. In questa conferenza, cui hanno partecipato i delegati di tutte le località ideila Zona A. è stata discussa la situazione politica attuale ed è stato deciso che bisogna ancor più appoggiare la lotta per l’unione di tutte le forze socialiste a Trieste, passivizza tesi in seguito alle speculazioni politiche dei singoli partiti. A tale scapo è stato deciso lo scioglimento del Partito Comunista i cui associati si uniranno alle altre forze socialiste di Trieste per appoggiare la costituzione di un unico, comune fronte socialista, la cui attività si baserebbe sulle reali aspirazioni dei lavoratori triestini. Nella sua relazione il segretario del P. C. del TLT, Eugenio Laurenti, ha rilevato che ora la battaglia oer l’unità delle forze lavoratrici triestini è un problema di fondamentale importanza. «Più che mai è maturato il momento — ha' rilevato egli — che tale questione sia posta in tutta la sua larghezza dinanzi a tutte quelle forze lavoratrici triestine, che nel passatoi, potenti e organizzate, hanno combattuto per conseguire migliori condizioni di vita.» Laurenti ha sotto-lineato inoltre che per l’unità del movimento operaio triestino sono maturate tutte le condizioni obiettive e reali. Preparativi per Ostrožno Come noto nei giorni 18 e 19 settembre si svolgeranno a Ostrožno, nei pressi di Celje, le manifestazioni celebrative del -decennale della Lotta Popolare di Liberazione in Stiria. Per questa manifest azione, alla quale parteciperà il popolo da tutte le parti della Slovenia, fervono i preparativi anche nel distretto di Capodistria. Nelle organizzazioni periferiche dell’Unione Socialista è in corso un’initansà opera di propaganda per accelerare le iscrizioni. Secondo dati incompleti, sino ad oggi a Capodistria hanno aderito alla manifestazione oltre 130 persone e a Pira,no circa 150. ria impresa» andassero a benificio del loro generale, suo concorrente. A chi nutrisse dubbi sulla veridicità di questo poco edificante episodio storico, che ha fruttato la medaglia al capitano Carolei* primo entrato in Gorizia, consigliamo la lettura degli «Atti della Commissione d’inchiesta per Caporetto» dove sono precisati i nomi dei generali comandanti le due divisioni ed. i rispettivi numeri di queste. — Tutto sta ora a vedere se, dopo essere stata piantata la bandiera dell’Italia sulla vetta inviolata del K-2 da due scalatori italiani, non venga rivendicato dall’Italia il possesso dell’intera montagna con le sue adiacenze. Una rivendicazione del gene-ee potrebbe meravigliare fino ad un certo punto, quando si ricordi che il 9 settembre 1952 il «Giornale di Trieste» — celebrando la «leggendaria impresa» di un reparto di alpini che aveva scalato la cima del Mangart alla conquista di un registro dei visitatori — rivendicava il possesso all’Italia di «un monte come il Mangart, superbo e mite che nella sua grandiosità non può non essere italiano.» Non si dimentichi, infine, che l’Italia è «il faro più luminoso di civiltà nel mondo» e che perciò il possesso del K-2, la cui cima è superata solo dall’Everest, si presterebbe appuntino per collocare quel faro. LADRO DI BICICLETTE! Nei giorni scorsi è stato tratto in arresto certo V. A. da Capodistria, colto nell’atto di spedire a Lubiana due biciclette delle quali non era in grado di precisare la provenienza. Nell’interrogatorio, il Y. A. ha confessato di essere autore del furto di una di esse. Le indagini proseguono poiché il Y. A. è sospettato autore di diversi furti di biciclette. 7 GIORNI La «difesa» preferita •in ASIA Eden' occupatissimo in Europa, non và a Marnila ma non è. detto che non abbia il tempo di dare un’occhiata alla cose asiatiche. Anche lTnghilterra si avvicina alle elezioni e non è escluso che il viaggio del capo dell’opposizione laburista a Pekino, Eden se lo trovi domani sul tavolo dei programmi e dei comizi elettorali dei pericolosi avversari laburisti. Attlee non è stato parco di elogi a Mao ed alla Cina popolare ma, quel che conta, sembra aver allargato le basi ,per la collaborazione commerciale Londra-Pekino aprendo la via al ritorno, sotto forma di amici, degli inglesi nell’Estremo Oriente. Foster Dulles sembra non essere soddisfatto della prospettiva, ma sembrano soddisfatti invece gli industriali di Manchester e gli uomini d’affari della City. Tutte persone che contano anche nella vita politica del partito conservatore britannico. Perciò se Mamila cerca di essere spettacolare anche per ragioni elettorali, il viaggio di Attlee a Pekino non manca di ragioni del genere, con la differenza che non preoccupa nessuno anzi fà piacere agli asiatici tipo India, Indonesia Ceylon e Birmania che non sono andati a Manila in quanto la «difesa» sembrano preferirla se appoggiata alla collaborazione ed agli scambi commerciali. Come promette il viaggio di Attlee e la tacita condiscendenza di Eden. Dulles guarda aManila Foster Dulles si è dichiarato convinto che la conferenza iniziatasi a Manila porterà alla conclusione del patto per la difesa dell’Asia sud Orientale, o S. E. A. T. O. che dir si voglia. Il segretario di stato americano ha aggiunto che la conferenza sarà una delle più importanti del secolo. La cosa può anche essere, per ora però sembra solo una conferenza laboriosa per un parto più laborióso ancora. Indubbiamente Foster Dulles ed il partito repubblicano statunitense hanno bisogno di una conferenza spettacolare per 1 Asia e di un successo di prestigio in quello scacchiere per non doversi presentare all’elettorato, nel prossimo novembre, solo con Conferenze fallite1, dal punto di vista americano, e di Patti finiti male, come sarebbe il caso Ced. Elezioni condotte nell’atmosfera di Bruxelles e dell’affossamento della Comunità Europea, sarebbero una manna per il Partito democratico di Stevenson che ha già tutte le probabilità di imprigionare la politica di Eisenhower conquistando a novembre la maggioranza al Congresso di Washington. Come si vede, Foster Dulles ha mille ed una ragione per guardare alla conferenza di Manila. Però per il momento le prospettive del nascituro SEATO hanno offerto materia di lavoro più agli umoristi che ai politici. Difatti si è scoperto che alla ccnfeneza per l’Asia sud orientale partecipano europei, americani, australiani, neozelandesi ma solo pochi asiatici e anche quei pochi nè «rari — come il caso degli ispa-noasiatici delle filippine — nè entusiasti come i pakistani (i quali hanno annunciato che a Mamila sol-leverano il caso dell’indipendenza da concedere alla colònia inglese della Malesia nè, infine troppo puliti, come sono stati definiti ,i dirigenti siamesi, secondi per corruzione solo al regime di Chang Kay Schek. Come se non bastasse, Londra non è d accordo sull area da «.difendere» in quanto ha ufficialmente dichiarato che Formosi è da restituire ai cinesi di Pekino mentre Washington vorrebbe difenderla per conservarla a Chang. Lo stesso si può dire per la Francia poiché Mendès-iFrance, uscito con Ginevra dalla trappola indocinese, non sembra disposto ad accettare che — sotto sotto — si riapra il bubbone mettendo, gli stati indocinesi sotto protezione, a dispetto di Ginevra. Può essere indicativo che Londra a Parigi abbiamo tenuto lantani da Manila i loro ministri de-gli esteri, non fosse altro per non impegnarsi troppo nella «più importante conferenza dell’epoca». Si tratta in Tunisia A Tunisi sono iniziate le trattative per la concessione deU’autono-mda interna alla Tunisia. Come è noto1, il primo ministro francese Mendès-France ha fatto- votare in proposito un progetto dal parlamento parigino ed ha dichiarato di essere deciso a far sì che la Francia resti nell’Africa del Nord come amica e collaboratrice in quanto è questo il solo modo per mantenere una sua funzione in quella zona, servendo gli interessi propri1, quelli dei popoli tunisino e marocchino nonché quelli della pace. Ottime parole che altri dovrebbero imitare, imitando anche la messa in pratica dei principi che l’evoluzione storica ha sostituito alla logica dei colonialisti. Il discorso vale anche per il «nuovo» colonialismo in cerca di territori da «difendere». Dopo L a morte della ( 1EI ) all’Assemblea francese REALTA 1 EUROPEA ed europeismo di comodo VECCHIE TRADIZIONI PAGINA 2 < La seduta comune delle due Camere del distretto di Capodistria Soddislacerle realizzazione del piano semestrale ritardala l'attuazione del piano investimenti Ha avuto luogo venerdì a Ca,po-distria la seduta comune delle due Camere del distretto di Capodistma. Gome più importante punto dell’ordine del giorno figurava la relazione sulla esecuzione del piano sociale nei primi sette mesi dell’anno in corso e alcune variazioni del piano stesso. Suirargomento ci attendevamo una maggiore discussione da parte dei componenti le due camere, essa invece ha sfiorito solo alcune questioni di minore importanza, come l’acquisto di pezzi di ricambio per biciclette, di cui la zona è sfornita, con gravi ineovenienti per i lavoratori e la questione della distribuzione dei contributi deE’Assicuratrice Triestina di Pirano, i quali, nonostante previ accordi sono andati a finire al distretto anziché al Comune di Pirano. Nel primo caso la questione sarà risolta tra breve con ila concessione di un fondo valuta alla «Autojadran» di Capodi- II. Esposizione bovina del distretto di Buie Tutti ricordiamo ancora la prima mostra bovina del Buiese che ha fornito senza dubbio lo scorso anno una bella prova dei successi consegùibi anche nell’allevamento del bestiame qui da noi. Esso ha infatti raggiunto e superato il livello prebellico, specie per quanto concerne Taillevamemto dei bovini che, per importanza, segue a breve distanza l’agricoltura e la viticoltura. Allo scopo di incrementare l’allevamento del bestiame, la mostra viene ripetuta anche quest’anno il 26 ottobre, contemporaneamente alla fiera del bestiame. Potranno venir esposti i tori e torelli di razza, mucche e vitelle di razza istriana e bruna-alpina. Verranno distribuiti premi in denaro per un ammontare di 250 mila dinari nonché vari diplomi. Tutti gli allevatori che desiderano partecipare a questa seconda esposizione distrettuale, sono invitati a iscriversi tempestivamente presso i propri comitati popolari comunali, e al più tardi entro il 20 corrente. stria che ga già provveduto all’acquisto dei pezzi di ricambio per bicichette che verranno distribuiti, in base alle richieste, tra le varie aziende e la seconda questione è dovuta a un errore di interpretazione da parte dell’amministrazione delle entrate, e che verrà tra breve riparato. Veniamo però alla questione all’ordine del giorno. Riteniamo che la parca discussione sia dovuta principalmente alla relazione ohe si è attenuta solo a dati e a problemi di carattere generale senza scendere alle questioni di fondo. Il piano sociale nel I. semestre ò stato raggiunto del 45,4%, rispettivamente di 1.004,268.000 din., realizzando la punta massima nell edilizia, precisamente il 55.4% c la minima nell’industria alberghiera con un 32,8%. E’ una realizzazione soddisfacente poiché bisogna tener conto che l’attività nell’economia è di regola più accentuata nel secondo semestre. Inoltre nei primi sei mesi dell’anno si sono verificati fatti che non potevano essere pre-visti all’atto della compilazione del piano, come il mancato arrivo degli impianti per la separazione del carbone nella miniera di Sicciole, che ha quasi paralizzato la produzione-carbonifera, le piogge e le sfavorevoli condizioni atmosferiche che hanno ostacolato la produzione del sale e l’attività turistica. Come vediamo sono dati per 10 più di carattere generale, anche quelli che, per mancanza di spazio, non possiamo esporre. A nostro parere, la relazione avrebbe dovuto contenere una breve analisi della realizzazione del piano almeno per le aziende più importanti del distretto chd, in fondo, sono quelle che costituiscono la base di tutta l’economia. Ciò sarebbe stato tanto più indispensabile poiché c’è ancora del tempo per prendere le misure necessarie per migliorare 11 cose là dove, non vanno e siamo certi che nel distretto di Capodistria esistono aziende che sono in arretrato sulla realizzazione del piano, come siamo certi che a proposito, qualche .parola la avrebbe potuto dire anche l’Assemblea. Nella relazione non sarebbe stato superfluo almeno qualche accenno alla produttività del lavoro, se non altro per sapere quale influenza ha avuto questa, sulla soddisfacente realizzazione del piano semestrale. Alcuni delegati, riferendosi alla relazione, hanno discusso anche la questione deU’artigianato. Mentre la realizzazione del piano ha avuto un andamento soddisfacente, non si può dire altrettanto del piano de°ili investimenti che è stato realizzato solo nel 24%, principalmente perchè non sono stati terminati in tempo i progetti inerenti gli investimenti stessi. L’Assemblea ha poi approvato l’emissione di un prestito pubblico per un importo di 150 milioni di dinari da destinarsi per gli investimenti, che sarà sottoscritto all’interesse dell’l % dalle aziende statali del distretto e ammortizzato entro tre anni. to il pescalo Durante le recenti notti piovose, la pesca dei cittanovesi si era andata riducéndo al minimo.. E non son state poche le sere che, dopo lunghe ore di lavoro per attirare i pesci sotto Ila il-ucej il temporale mandava a monte tutte le loro fatiche. Verso la fine del mese le cose sono andate migliorando e in soli tre giorni i pescatori di Cittanova hanno visto entrare nelle loro reti ben 250 quintali di pesce circa. Visita allo spazzolificio «Istra» Questa settimana abbiamo voluto visitare una delle nostre aziende più attive: lo spazzolificio «Istra». Anch’essa ha saputo superare, grazie alla accorta direzione, un periodo di crisi verificatosi la scorsa annata, in modo da riportare le paghe, momentaneamente ridotte, al loro livello normale del 100 p. c. In questa fabbrica altamente produttiva sono ora impiegate, tra operai ed addetti aill’amministra-zione, ben 89 persone, delle quali 78 donine. Essa rappresenta dunque una delle nostre maggiori possibilità di occupazione per la manodopera femminile locale. Ma questa azienda già bene avviata, non ha alcuna intenzione di LA DISCUSSIONE SULLE COMUNI A BUIE Fare una sola comune? La discussione sul futuro assetto delle comuni nei distretto di Buie si presenta quanto mai varia ed interessante. Le proposte sono parecchie e ciascuna può essere validamente difesa a seconda dei punti di vista dai quali partono. Certi di contribuire alla chiarificazione di tale questione, apriamo sulle colonne del nostro giornale una discussione esponendo, come inizio, una delle tante tesi suirargomento, lasciando piena libertà ai dirigenti e ai lettori, di esprimere il proprio parere sulla stessa, come anche di esporre la propria. Dirò subito che la mia tesi sul futuro assetto delle comuni sul territorio del distretto di Buie parte principalmente da un punto di vista economico, poiché ritengo sia principalmente l’economia quella che può dare, oltre a un fattivo incitamento delle genti a valersi dell proprio diritto, la possibilità agli eiettori di decidere o di influire direttamente sull’indirizzo e sull’attività degli organi del potere. Gli elettori possono partecipare non so quanto all’attività del potere, ma se non hanno nulla di cui disporre, nessuna base materiale nell’ambito della loro comune, allora trutta questa attività si trasforma in parte in quanto afferma un vecchio proverbio croato : battere la paglia vuota. Vediamo - quale la stiuazione economica idei vari centri ora capo-luoghi ^lel comune e se il loro territorio — prescindendo dalle altre considerazioni che non siano economiche — può rappresentare domani il territoro di una comune. Un esame simile, anche superficiale, elimina di primo acchito da questa IL RIMPIANTO DEGLI ILLUSI L’anno scorso ne vennero poche decine, quest’anno parecchie centinaia. In queste ultime settimane specialmente misti ai turisti, a mò di turisti anch’essi, il vediamo giungere a Pola, Gallesano, Dignano e Pa-renzo ed in altre località istriane. Sono gli «esuli», gli «optanti», gli ex istriani che vengono a rivedere la nostra bella Istria che una volta era pure la loro terra. quell’Istria che essi hanno abbandonato al-cuni anni fa per «sfuggire al terrore titi-no», alla «barbarie panslavista», la terra che essi hanno lasciato per «non essere snazionalizzati», per «non morir di fame», per non «soffrire l’inferno». Ora tornano. E’ vero, solo per pochi giorni, per qualche settimana. Ma pure, ci tornano. Non hanno paura di tornare. E che? Non fa più loro paura il «mammone» dipinto da Radio Venezia Giulia? Non li prende la tremarella a pensare alle orribili profezie rivelate nelle varie «assemblee degli esuli istriani» a Trieste ed altrove? Ma come, non ci credono proprio alla propaganda dei vari CLN istriani, delle varie Leghe, dei vari coccardati, irredentisti italianissimi?! ★ Li vediamo camminare liberi per le strade belle, attraverso i parchi nuovi di questa nostra Pola — di quella Pola che i partenti del «Toscana» abbandonarono fra le macerie e che, per livore e vendetta, cercarono in mille modi di 'maggiormente danneggiare otturando \ canali di scolo, scardinando finestre e lavandini, lasciando tracce veramente vandaliche. Li vediamo e ci vengono spontanee certe considerazioni. Perchè piange la «esule» Bursato riab- bracciando i cari rimasti nella sua vecchia Pola? Piange e dice: «Maledetto il giorno che me ne andai». Pensiamo alla propaganda che fecero e che fanno le varie «Arene di Pola», i vari Gazzettini e radio e tutti gli agenti pagati irredentisti, profascisti e reazionari di ieri e di oggi. Quante menzogne! Quante minacce! Qunate macchinazioni antijugoslave e ai danni degli stessi istriani! L’esule B. T. ora abitante a Torino, è venuto a Pola a trovare i suoi parenti. Ci jomou ons \i oioob} ip opueSoid ‘0410p Bq «I propagandisti ci dicevano sul principio: non tentate neppure di chiedere il visto per la Jugoslavia, non ve lo daranno. Non si passa la cortina. Ma al Consolato Jugoslavo i visti ci sono stati concessi con molta facilità. Dopodiché i soliti propagandisti hanno aggiunto: vi lasciano andare e poi, una volta di là vi perseguiteranno., minacceranno è maltratteranno. L’UDBA» vi sarà sempre fra i piedi. Facevano correre voce che a Dignano un uomo ha divorato i propri bambini per fame. E’ stato' in giro un fotomontaggio dell’Arena di Pola che mostra un uomo impiccato per ogni! finestra con la didascalia «I titini impiccano gli italiani». Una certa E. Furlani, anche esule, giunta a Gallesano, ha raccontato: «Mi avevano dettò, prima di partire, che appenai giunta in Istria sarei sfata deportata.» ★ Sono pur venuti, dunque. Hanno ricevuto i visti, non sono stati seccati da alcuno,. Essi stessi dicono di aver avuto meno seccature e perditempi al confine jugoslavo-con la nostra dogana che al confine italiano. A Dignano, ad un gruppo di esuli, è- Perchè il Far West al Circolo italiano? POLA, settembre — A sera, d’estate, specialmente al sabato ed alla domenica, dopo ima settima-na di lavoro trascorsa nel fumo delle officine o negli uffici, i lavoratori polesi amavano trascorrere qualche ora lieta, al fresco, in ambiente tranquillo, allietati dalla musica di una buona orchestra. Questo ambiente era, lo possiamo dir subito, il Circolo Italiano di Cultura, il quale possedeva tutte le qualità sopra descritte. Ultimamente, ogni qualvolta ci siamo recati all’estivo del Circolo, abbiamo contato in numero sempre minore i polesi che con la famiglia tra« scorrevano lietamente la serata attorno ai tavolini. Adesso non li vediamo più. Ed a ragione hanno disertato un ambiente che da circolo a carattere famigliare sta trasformandosi in una taverna del tipo messicano, con tutti i numeri che lo caratterizzano : scazO'ttature, insulti alle ragazze, schiaffi, bicchieri che volano, «duellanti» che si sfidano all’ingresso del ritrovo ... La presentazione rende abbastanza bene l’idea, crediamo. Solamente non sappiamo quando i dirigenti del Circolo si si interesseranno seria-mento della questione, facendo ritornare aito origini un locale pret- tamente culturale quale dev’essere' un CJ.C. A nostro parere ben poco-sarebbe la perdita, proibendo l’ingresso a quei gruppi di giovinastri (generalmente apprendisti e frequentanti dei vari internati) che si. comportano da persone incivili,, smargiassando e infischiandosene di tutte le regole ohe fanno di una persona un vero membro della nostra collettività, come la nostra realtà lo esige. Confidiamo che non si continui a tollerare che comuni scavezzacolli molestino la tranquillità dei lavoratori, i quali, reagendo al comportamento vandalico di tali elementi, rischiano di venir assaliti da dieci-venti manigoldi sulla strada. Anche se la cassetta verrà a soffrirne, il Circolo deve ridiventare un ritrovo per le persone civili, e l’ingresso, con inviti, dovrà esser permesso soltanto a chi si comporti come si sono comportati per anni i frequentatori abituali di questo ambiente. Altrimenti la miglior cosa sarebbe che gli organi dell’ordine proibissero ulteriori manifestazioni pubbliche all Circolo Italiano di Cultura. Meglio sospendere l’attività, che permettere-ad incoscienti di malfamare una, Casa che prima era un modello di ordine e tranquillità. racconta la lotta degli DECRETA «Bacac», «Hrvatski Hst», «Palatale di 487 seggi alla ca- dirci i libri di scuola. E’ una istriani per la libertà. ■ ji cognome del Sig. ME- zinski vjesnik», Alcuni sono l'epoca decrepita e corrotta mera, i democratici ne otten- storia con poco testo e molte INTERVISTA AD UN ZULIC GIOVANNI, figlio scr’tti a mano: i giornali ta- degli imperatori, e non ai igono 407. illustrazioni, molti documenti, GRAFICO di fu Nicolò e della Lucia scabdi delle compagnie e dei tempi delle grandi virtù re- Breve intervista ad un gra- Mezulic, nato a Promontore battaglioni. Bilingui, in lingua yubblican-e. Ancor oggi giorno adottarono sotto svariatissime foggie per guarire da certe malattie e stornare dalle -loro case l’invidia e la sventura, I secondi costruirono collane di corallo e di conchiglie che portavano indosso al medesimo scopo. Questa moda però prese voga in Roma solamente ai- fico rosso e nero. L’Italia (Pola) il 11. 5. 1895 è resti occupa ITstria. I 417.593 ahi- tutto in MEZZOL1NO. (Aitanti del 1910 scendono a trove tradotto in MAZZO-383.981 nel 1921. In tre anni LI.. .?) di presenza «romana» oltre Così gli snazionalizza: 30 inda istriani devono lascia- italiani trasformano Peteh in re le proprie case per sfug- Callo, Vlah in Valacco, ecc. croata, in lingua italiana, parlano della lotta per la libertà e giungono dalle trincee di lotta. Scrive un giornaletto al ci-snazwnahzzaton dostile nel m3. < ddìa fra_ lo guarda e silenziosa va inviata al comm. dott. Fran- tellanza cementata nel san- ne nltra stanza e ritorna con cesco Peruzzi. Per sradicare gue E fanno /„ storia deiìa un paio di scarpe nuove. Le «d movimento comunista nel- resistenza, dell’insurrezione, consegna al giovane dicendo: la Venezia Giulia» «vengono dd sorgere dei primi d^toc- < con una divisa appena mimi r» <=» modernissimi villini cucita distribuisce chiavi e fatto che Kidričevo si trova della sulla linea ferroviaria che permette facilmente di importare la bauxite dall’Ungheria, uno dei paesi del mondo più ricchi di questa materia prima, e dalla Dalmazia, dairistria e dalla Bosnia. Dopo il 1948 però non si sono avuti più contatti commerciali con l’Ungheria, anche se la costruzione della , , ,. , . , . aroertamente le menzognere clandestina dei Comitati po- pmti.che d,ei suoi stanci e polari di liberazione. «Cari compagni — scrivono il 20. X. 1944 da Umago — vi sarà spedito l’elenco dei membri dei vari Comitati del nostro distretto, come da voi richiesto, non appena saranno rior- diohiarava nocivi e micidiali gli amuleti nell’esercizio della medicina. Al dire di Plinio il vecchio le più strane, le più ridicole credenze ebbero per lurrgb KAVČIĆ FRANC, classicista deU’800: «Studio di teste femminili». LUKEŽIC AURELIJ: «Scogliera». ganizzati i Comitati di Salvo- volgere di anni una prepon-re e Cittanova.» Il Comitato deranza straordinaria nella regionale di liberazione per medicina. Alle piante colte l’Istria si occupa di telegra- in ore misteriose e preparate fare alle famiglie dei cadutti. in epoche particolari, si at-«Vi annunciamo, con dolore, tribuivano proprietà benefica morte di vostro figlio Be- che contro tutte le malattie lusic Antonio — dicono i che Tarte medica non sape-compagni da Pisino. SUI NOSTRI SCHERMI LE COMPAGÌ/j: DELLA NOTTE operai. E’ una cittadina ohe buongiorno. Più tardi sapre- fabbrica era stata ideata da mo dal direttore che siamo i primi giornalisti ad oltrepassare quel cancello di ferro. Prima non lo permettevano. Mano a mano che ci i' noltrano la fabbrica si sempre più enorme. Le strade d’asfalto che non abbiamo trovato in città', qui ci sono, Strade nuove che portano da un reparto all’altro e sulle non tutti conoscono ancora, La Turchia non è ancora, ma che costituisce il proto-Però, un paese industriale, tipo, la città modello di una Rimane molto da fare per società che gli operai della raggiungere questa meta. Ol- Jugoslavia vanno costruendo tee i due terzi della popola- di giorno in giorno. Sorta nel teone vivono con l’agricoil- bosco tra acacie, quercie e toa e forniscono -allo stato conifere, le sue belle case óltre il 50 p. c. del suo red- emanano ancora il caratterino. Pure nel campo deliba- stico odore di pittura fresca, Sricoltura è stato fatto un ;ono munite di tutti i con- Progresso notevole, infatti forts modemi e sono di pro- quali -girano e rigirano con-Per Ja prima volta pelila prietà assoluta del migliaio tomamente vagoncini elettritea storia, la Turchia ha pro- di operai della fabbrica. ci. Le macchine della fabbri-tetto questo anno molto più Non ci sono piazze diurni- ca sono già messe i-n efficiente! proprio fabbisogno. FI- nate di notte, non ci sono za, non tutte però, -perchè gli Pora il paese doveva impor- vie di asfalto a Kidričevo: ci impianti per la produzione di tere grandi quantità di gra- sono ease con gli apparta- alluminio non sono ancora te americano, oggi invece nienti uguali per tutti, c’è il ultimati. A lavoro finiitos te Turchia ccin 4 milioni di ristorante dove tutti mangia- quando tutti i reparti saran-ten disponibili si è posta no 1° stesso pane con -babbo- no in piena efficienza, la fab-tea i primi e-portatori del namento mensile di 3700 di- brica «Kidrič» sarà una delle nari. Un g-iomo verranno le più ,importanti d’Europa, vie d’asfalto, forse i filobus, poi le piazze con i ritrovi mondani, i viali e i cinema, perchè i risultati finora rag una compagnia magiaro-jugo-slava. Dunque, la produzione della fabbrica è strettamente le-£ gata alla ultimazione delle nuove centrali idro-elettriche sul corso della Drava. Altro ostacolo al lavoro della fabbrica era finora la mancanza vendicheremo.» Poi ci sono manoscritti di ordinanze e proclami, istruzioni per la sottoscrizione al Prestito della Liberazione, sul lavoro delle commissioni per l’approvvigionamento, corrispondenze con il Comitato Centrale del Partito. E proclami. Sono tanti i proclami: alle donne ed alla gioventù istriane, al popolo di Pola e Fiume, ai con- è uin film francese diretto da R-à’-ph Habib ed interpre. tato da Francoise Arnoul, Raymond Pellleigtrin, Nicole Noi lo va guarire. Dalile .levatrici si Maiurey, M-arthe Mercadier. di tecnici specializzati. E’ da suPerba di un proletariato cosciente, e sul portone che sto gigante vivo che è opera tadini per difendere il raccolto, agli operai istriani per tener presente che quasi tutti eli operai che lavorano oggi attorno -alle macchine, sone dà fuori vediamo ancora una volta i caratteri cubitali della scritta: «Renditi conto, per la maggior parte venuti compagno, che la-vor-i per te dai villaggi vicini, e fino a stesso». ieri lavoravano la terra. Si so- F. FRANCHI. intensificare i sabotaggi al nemico, un proclama della 43.ma divisione ai servi del-l’occupatore tedesco, manifestini, bollettini, appelli. Parla la Mostra della lotta. G. S. tondo. Comunque notevoli sono Sì sforzi che si continuano > fare per industrializzare il L Atese. Nei 1957 dovranno es- 'Ll'U'V'i CWIIJ.1L7 W . • 1 •. .• ... f giunti dai suoi abitanti oi as- ’«re portati a termine i la- , , , .. . ^ Sicurano che essa è destinata f°ri per 19 idrocentrali, ohe Produrranno circa 2 miliardi te kilowatora. In rapporto paesi più progrediti, e pra-tecamente poco, ma ciò che teratterizza Teco-nomia del-tedierna Turchia è la stabilità ed il dinamismo socia-» sicuro segno di pregressi I 20 anni di lavoro di tediar per l’emancipazione tei paese danno ricchi frutti a divenire un centro industriale di grande importanza, Essendo la fabbrica ancora i-n fase di sviluppo, anche il numero deg-lli operai dovrà aumentare, e con esso le rispettive- abitazioni. Così gli Da due mesi appena la fabbrica ha incominciato a produrre, ma solo allumina, seroipr-odotto dell’alluminio molto ricercato sul mercato mondiale. Entro la fine di quest’anno si darà pure il via alla produzione diretta del-rallum-in-io. Molti sono gli ostacoli che hanno causato il ritardo della -produzione e che tutt’ora ne impediscono esigeva una conoscenza perfetta intorno agli amuleti vegetali e- animali, per preservare i bimbi dai tentativi di avvelenamento e dal pericolo di morte per influsso d'elio sguardo maligno dfJl'ie streghe e degli spiriti E anche uomini distinti per ingegno credettero alla virtù degli amuleti. Sereno Salomonico descriveva l’uso deM’Abrac-aidaibra come rimedio infoi,libile contro la febbre, il dottissimo Bayle spiegava il modo con cui agiscono gli 'amuleti applicandoli sopra la cute; Van HeUmo-nt confidava nei «tro-cisci» onde preservarsi dalla pestilenza; e il celebre Haller raccontava di aver arrestato un’emoiragia del naso col diare alila (paziente una ,pa,Unitola di pane. Si narra che Siila, il famoso dittatore, il guerriero invincibile del Ponto, il terrore Le compagne della notte seno miseri esseri umani cMl-e metropoli, donne dalle pellicole finte, cariche di -ra in poi Olga sarà sempre al suo fianco. TARAS BULBA Film francese diretto da Aleksis Granovski ed interpretato da Harry Bc-ur, Daniele Darrieux, Jean-Pierre Aumont e Rossier Diseant. L’azione si svolge a Kiev. I fratelli Andrea e Ostap, finiti gli studi, devono prepararsi per ri-tiOimnirei alla belletto, che vendono i loro fattoria patema, dove li sta corpi sui marciapiedi delle aspettando il vecchio Taras. ;vie fiiecoinidarie, donne che Prima di partire Andrea va fclbandonano le case di cor- a visitare una poi-acca, Ma-rezicne con qualche centina- rina, -della quale è fcltemen-io di franchi ed un figlio ra- te innamorato, ohitico illegittimo. Questi Giunti a cais-a, il padre disano i personaggi di oui il ce loro che non staranno film fa la storia. Esso è for- con le mani in mano. I cose troppo poliziesco, ma mo- sacchi di Taras stavano dan-stra efficacemente quale sia do i primi segni di scontenta vera vita delle compagne -tetzza per la mancanza di della notte. Il commissario Maresa] conduce l’inchiestla riguardante il ritrovamento di tre cadaveri, due dei quali appartenenti a pfrosfti-tute, il terzo invece ad un’autista, trovato ancora in a-gonia. Ruando si presenta alTospe-d'ale per vedere Taultista, trova vicino a lui la moglie Oi- di Roma, portasse in seno §a ìn lacrime, la quale, men- um-a immagine di Apollo Pi-zio, e che Pericle, promotore precipuo di civiltà fra gli ateniesi, (facesse uso degli amuleti panandoseli al collo per guarire da una pericolosa malattia. L’ultimo Ziair di -tutte le Russie amava distribuire ai suoi soldati co- ire il mai it;o viene sottoposto ad intervento chirurgico, racconta lall’ispettore la tragica storia -della propria vita. Dopo una giovinezza piena di stenti e di miseria, venuta in città la donna prova le prime deluisnoni e si trova con un figlio illegittimo a alberi si faranno sempre più il pieno sviluppo.. Condiziono -i della scure, essenziale per TattL me segno- di future vittorie carico- Entra negli ambienti __ ___ fallir» W1 oiliQirH-fiQ dPiTl U-GTlrTl PA- radi sotto i colpi della scure, essenziale per 1 attività della Nelle ore tarde della sera fabbrica è assicurarle la ne-non è facile incontrare gente cessarla energia elettrica. Og- * .I * y._ C\ 1.."L — - — ai oT-f-nl-f n mfl-imonto Rocfpro a Kidričevo. Qualche via-g- ?i affatto sufficiente. Basterà Le città sono come gli uo- gjat0re di passaggio è seduto dire a questo -proposito che teni. Nascono e muoiono, distratto al bar, gli altri sono la fabbrica di Kidričevo ha tenno le loro caratteristi- tutti a casa. Le belle case so- bisogno di una potenza elette e parlano del tempo in no a]lora illuminate. Gli ahi- trica pari a 9vol-te quella di ;te sono vissute. Ankara, tanti si godono seminudi sul- tutta Maribor, che è una ■tettuale capitale, è uno de- ]e terrazze il fresco della sera delle città più industriali delte esempi più tipici. Dai ascoltando la radio. Da una la Slovenia.. Si è scelto questore, dove l’Asia si in- finestra aperta una musica sta località -per erigere la tentra con l’Europa, Kemal di chissà quale suzione lon- fabbrica appunto perchè non tea- portato la- capita’ie al tana accompagna il gracida- ove si stanno costruendo “tetro dell’Asia minore, nel- re cadenzato delle rane del nuove centrali idre e termo- fe-ie steppe delTAnatolia, non bosco. elettriche, ed. anche per il Ecco come hanno visto i lubianesi il complesso africano «Reità Fodeba», che ha recentemente compiuto una tournée artistica nella Jugoslavia. una medaglia di S. Nicolò, che in caso di morte avrebbe -avuto il potere di schiuder le porte del paradiso a ohi la possedeva, Circa cinquant’anni fa nella gentil Toscana le donnette invase dall’itterizia, non chiamavano i-i medico-, bensì per un-a q-uindicinia di giorni ricorrevano a una ricetta popolare infallibile, ingoiare gipirmal'm-erlta una determinata dose di pidocchi. A Pisa, Livorno, e specialmente nelle città meri- de-lla malavita. -Più tardi conosce Bautista Paolo, che si innamora di lei. Joe, un gan-ster, la costringe a collabo-rare con lui. Avendo poi bisogno del suo silenzio, le concedè la libertà di convivere con Paolo. Joe però fa strago di tutti quelli che sanno delle sue malefatte. Uccide le due donne o ferisce gravemente Paolo. Olga, esasperata, lo uccide. battaglie. Centro chi dovrebbe combattere Taras? Contro i Tartari o contro i Polacchi? Decidono di attaccare i polacchi. Circondano la fortezza del governatore Zamnicko. Nella fortezza assediata la fame comincia a farsi sentire. Una notte Andrea riceve un miìs brioso visitatore, il quàle gli comunica che nella- fortezza si trova Marina, in fin di vita per la fame. Impazzito dal dolor® egli si pcirta nel cartono, deve apprende che Marina è la figlia del Governatore Zamnicko e resta ccm lei nella fortezza. La notizia, del tradimento del figlie- manda in bestia 11 vecchio Taras, che ordina Fattaccio alla fortezza, Andrea si getta nella lotta assieme ai polacchi. Taras Bulba, visto il figlio nelle file nemiche, lo uccide con un preciso colpo di pistola. L’-cnore dei cosacchi è salvo. La lotta precede cruenta. Ostap viene fatto prigioniero, mentre Taras rimane gravemente ferito. Ma anche ferito Tanas riesce a sai vare Ostap. Poi i cosacchi partano ai, ydo (accampa- li commissario, infine, parla mento il loro vecchio. Lì egli ailTautista, salvato dai me- muore, circondato dai suoi dici, e gli comunica che d’o- guerrieri. Conclusi a Tarino gli europei dell'acqua PARTITO IL CAMPIONATO DELLA LEGA SLOVENA GIRONE OCCIDENTALE IL Giornata della Lega interrepubiblicana All’Isola il Derby Istriano Fortunata trasferta del Saline P. JUGOSLAVIA 0 UNGHERIA campione del Waterpool? L* Uljanik in ripresa prevale sui lubianesi Si è concluso a Torino il campionato europeo di nuoto e pallanuoto. Come già alle ultime olimpiadi, la classifica finale del torneo di pallanuoto vede in teste, a punteggio pari, Ungheria e Jugoslavia. Alle olimpiadi il titolo è andato agli ungheresi, i quali avevano un quoziente reti migliore. A Ohi andrà quello europeo? Stando agli ultimi comunicati stampa, dato che le due squadre di Ungheria e Jugoslavia hanno terminato rincontro diretto alla pari 3:3, dovrebbe effettuarsi la bella per la decisione finale. La classifica finale appare così : Ungheria 3 2 1 0 19:7 5 Jugoslavia 3 2 1 0 10:4 5 Italia 3 1 0 2 7:15 2 Olanda 3 0 0 3 7:17 0 Comunque, vada come vada la partita decisiva, i pallanuotisti jugoslavi, contrariamente alle pessimistiche previsioni della nostra stampa in generale, hanno nuovamente dimostrato di essere sempre fra i migliori al mondo e che, tranne gii ungheresi, nessun altro è oggi in condizione, di superarli. Tre secondi posti in due campionati europei e ad una Olimpiade, e pari punti con i vincitori diel titolo, sono un bilancio oltremondo lusinghiero, che sta a dimostrare la forza del nostro pallanuoto. Nelle partite di finale, la Jugoslavia, dopo aver pareggiato nelle eli-minatorie con l’Ungheria 3:3 (e questo risultato rimaneva valido per le finali) affrontava la prima partita, giocando contro la rappresentativa italiana, la quale veniva superata nettamente con il punteggio di 3:1. Nella stessa sera l’Ungheria superava l'Olanda per 8:3. Le due squadre si trovavano sempre alia pari, cosicché bisognava aspettare le ultime due partite, giocate domenica sera. Nella prima la Jugoslavia batteva amicar più nettamente l’Olanda con .un secco 4:0. Erano le ore 22.20 quando nella piscina torinese scendevano in acqua per l’Ultimo incontro Italia e Ungheria. I magiari partivano malto forte e travolgevano addirittura la squadra italiana, aggiudicandosi l’incontro per 8:1. L’Ungheria ha il quoziente reti di 2,71, la Jugoslavia 2,50. Il risultato finale del torneo di pallanuoto non rispecchia comunque i valori in campo. La rappresentativa russa, infatti, è più forte di quelle d’Ita-■Iia e Olanda, ma ha dovuto laccon-tentarsi del quinto posto, perchè è stata inclusa nelle eliminatorie con Jugoslavia e Ungheria, alle quali ha dovuto cedere il posto di ingresso alle finali. Se molto combattuto è stato il torneo di pallanuoto, interessante e ricco idi risultati di Ulta qualità è stato pure il campionato europeo di nuoto, che ha registrato ancora ima volta un netto dominio dei nuotatori e nuotatrici ungheresi e russi. Nei 100 m stile libero, netta vittoria idell’ungherese Nyeki in 57’’8, al davanti al russo Balandin ed connazionale Kadas. IH nostro Sta-kula si è classificato 'settimo, con un tempo peggiore di quello ottenuto nelle eliminatorie. Nei 100 m a farfalla femminili la tedesca Langenau ha stabilito il nuovo primato mondiale ccn •l’16”6, vincendo nettamente davanti all’ungherese Littoimeriezky. 1 400 sl femminile venivano vinti dalla Sebo in 5’14”4, seguita-da- Gyen-ge e dialla nostra Ligorib, che con 5’18”7 stabiliva il nuovo record jugoslavo. Gli ungheresi si aggiudicavano pure il titolo della staffetta. 4 X 200 m si maschile nel tempo di 8’47”8, davanti a Francia e URSS. La prima gara di tuffi ida 3 m ferair minile vedeva prima la russa Ohiu-micheva, davanti alla svedese Hansson ed alila collega CigaloVa. 1 200 m farfalla maschili vedevano primo Tumpek in 2’32’2, davanti al connazionale Fejersd e al russo. Martincyk, mentre 1 100 m dorso femminili erano appannaggio delle avorite olandesi che si imponevano con Wielemia e De Korte, mentre la nostra Ligorio terminava quarta in l’17”9. Beila la. finale dei 400 m si, .vinta da Csordas, davanti a Rama-ni mentre la Szöke vinceva pure i 100 m si .femminile davanti alla Te-mes, pure ungherese e Wielema. iNei tuffi, vittoria dei russi nei mar sellili da 3.m con Brener e Udalov, .piazzatisi al primo e secondo, posto, mentre terzo finiva il francese Pire. Russa pure la vincitrice dei tuffi da 10 m, Karakacjanz, davanti a Hansson e Millar. Il tedesco Bodinger rompeva l’egemonia ungherese e russa, vincendo la finale dei 200 m rana davanti ,al polacco Petrusevibz, .all’ungherese Ubassy ed al nostro Pandur. Un’altra tedesca, Happe, vinceva la finale dei 200 m rana femminile, giudicandosi il titolo davanti alla danese Hanssen ed all’ungherese Killermann, mentre la nostra Jeiri-šević terminava ottava. Skanata si piazzava al sesto pasto, pure nei 100 metri dorso, vinti d.a.1 francese Bozom, davanti all’ungherese Magyar ed lall’iniglese Borkway. Nell’ultima giornata idei campionati euro-ei, gli ungheresi 'ribadivano la loro netta superiorità, aggiudicandosi le ultime due finali, quella dei 500 m si con Carda® in 18’57”8, diavanti al connazionale Sucer ed al russo Lo-vrinenko e quella della staffetta femminile 4 X 100, vinta in 4’30”6, davanti affi© olandesi ed alle tedesche. I campionati europei hanno in conclusione riconfermato la netta superiorità dei nuotatori ungheresi. La nostra rappresentativa, composta di soli sei nuotatori, non ha ha affatto deluso, incamerando in totale 12 punti con i quattro finalisti, che hanno conquistato un terzo, due quarti ed un sesto, settimo' ed ottavo posto. Il miglior risultato è stato conseguito dalla Ligorio, piazzatasi terza e rispettivamente quarta nelle due finali dei 100 m farfalla e 100 m dorso. ISOLA — AURORA 3:0 (2:0) ISOLA: Rusignan, Sorgo, Benvenuti, Costanzo, Zaro, Tonljevac, Lu-gnani, Felluga, Zaro, Vascotto, Russignan. AURORA : Pecchiari, Gombač, Tur-čincvič, Bunim, Santin, Orlati, Poljšak, Ramami, Dellavalle, Pavento, Zetto. ARBITRO : Kravanja. Ha avuto inizio domenica scorsa il campionato della Lega Slovena e già nella prima giornata il calendario ha messo di fronte due vecchie rivali dalle quali ci attendevamo molto più di quanto abbiamo visto. Sarà forse la tradizione che vuole l’Aurora perdente all’inizio di ogni campionato, non tenendo' conto del vecchio proverbio che dice: chi ben comincia è a metà dell’opera. Comunque, da quanto si è potuto constatare domenica ad Isola, si ha avuto la netta impressione, che ambedue le squadre hanno ancora bisogno di molto lavoro se vogliono raggiungere un grado di forma che permetta di tener testa alle squadre avversarie che devono incontrare. Gioco abulico, mancanza di fiato, idee confuse hanno dominato per tutti i novanta minuti idi gioco. Durante Unterà partita non abbiamo visto tessere un’azione di pregevole fattura e da poter essere menzionata. Si è giocato esclusivamente sul batti e ribatti, senza alcun costrutto. Inoltre il caldo ha tagliato le gambe a tutti i ventidue contendenti in campo. Subito l’Isola parte di scatto e mette in difficoltà la difesa auro-rina, che si salva a stento. In seguito il gioco ristagna a metà campo per lunghi minuti, finché al 12’ risela usufruisce di un calcio d’angolo e sul tiro, dalla bandierina, Felluga, lasciato completamente libero, segna la prima rete con un ben dosato colpo di testa. La rabbiosa reazione dell’Aurora non muta il risultato, anzi, su una puntata in contropiede, dopo che a Pecchiari il pallone sfugge di mano, aumenta il vantaggio per merito di Lu-gniani. Si 'capisce ormai che per l’Aurora non c’è più nulla da fare, infatti si deve attendere il 40’ per vedere il primo tiro lanciato nella dire* zione di Rusisignan e da questo deviato in angolo. La fine del primo tempo coglie la squadra isolana in vantaggio per due reti a zero. Nella ripresa, gioco ancor più a-buiico. Al 2’ l’Aurora ha la possibilità di raccorciare le distanze, ma il tiro di Ramani dal disco bianco viene bravamente deviato da Russignan. Al 18’ terzo gol dell’Isola. Ramani, pressato da due avversari, tocca debolmente al proprio portiere. Questi inspiegabilmente si lascia sfuggire la palla che lemme lemme rotola in rete. Poii, fino al termine, nulla di nuovo e di buono. Il triplice fischio viene da tutti accolto con un sospiro di sollievo. Saline P. - Rranik 2:0 La prima trasferta a Solkan, dei campioni del Pirano Saline è terminata felicemente per i nostri ragazzi. Essi infatti sono riusciti a cogliere sul Branik una .bella e meritata vittoria. L’incontro, svoltosi con bel tempo ed ottimo terreno, dopo novanta minuti di tese azioni combattive da ambo le parti, si è concluso con il netto risultato di 2:0. Per difficoltà tecniche non ci sono Dervenuti finora altri particolari di cronaca. ULJANIK—LJUBLJANA 1-0 LJUBLJANA: Jereb, Leban (cap.), Crepnik, Gruden, Cebohin, Sočan, Marjanovič, Perharič, Razbornik, Dolenc, Čekov. ULJANIK: Puniš, Butkovič (cap.), Lorenzin, Alajbegovič, Perkovič, Ninčevič, Marinovič, Gligorijevič, Kirac', Družina, Tarticchio. ARBITRO: Matovinovič di Fiume. NOTE: Pubblico 2.500 persone circa, campo e tempo attimo, calci d’angolo 7:4 a favore dei lubianesi. MARCATORI: Gligorijevič al 18’ della ripresa. Temoo, pubblico, campo, ma particolarmente i ventidue atleti in campo hanno contribuito a fare di Da Pola. la domenica sportiva IMeyarolelle-i Si è svolto sabato e domenica sera sulla pista del pattinaggio, rincontro triangolare di hockey a rotelle tra le souadre del «Cementi», del «Pola» e del Gorizia. Un torneo abbastanza interessante dal lato agonistico, èd è stato proprio per l’irn-pegno degli atleti che si è potuto assistere ad Un totale capovolgimento dei prono stici. Nel primo incontro il Gorizia batteva clamorosamente i più forti cementisti per 8:4. Qualche ora più tardi era il Cementi ad avere la meglio a spese dei campioni federali del Pola, con il risultato di 7:4. campioni federali di pattinaggio artistico di Lubiana. Il folto pubblico intervenuto ha particolarmente applaudito i bravi Peršin, Gala Alenka e Andrèe Nataša. L’incontro finale veniva disputato domenica ed i goriziani perdevano per 9:4, risultato che permetteva al Pola di conquistare la palma grazie al miglior quoziente reti. La coppa era messa in palio ih onore del X anniversario della 43.ma Divisione istriana. Nella medesima serata, sulla pista, si sono esibiti i La corsa ciclistica, valevole per la Coppa «Istria Libera», svoltasi sul percorso Pola-Pisino-Pola di km. 126, è stata vintà da Pino Bailo di Zara, che ha impiegato 3 h. 55’ 5”. Al secondo posto, si è piazzato Javornik di Capodistria, a 2’ 2”; III. Cimaro-ni Roberto di Capodistrda, a 3’45”; IV. Skomina di Fiume; V. Hrovat del «Rog» di Lulbiana. Nella categoria juniores si affermava Ivan Valant di Lubiana in 3 ore 58’ 50”; II. Bailo S. di Zara; Una giusta pretesa dei polesi: «Rivogliamo i nostri pugili» Migliaia di sportivi erano pronti ad accorrere per assistere e sostenere le esibizioni della propria squadra. Migliaia di entusiasti, spesso frenetici, assiepavano in ogni ordine di posti i luoghi dove venivano organizzate le manifestazioni. Campioni li chiamavano, e non a torto, poiché della specialità, pur non a-vendo nessun campione, erano i più forti. Rare furono le squadre che la piegarono. Una sola si ricorda: il «Partizan», società nelle cui file allora militavano campioni della statura di un Sovljanski, Totti, Radance, ecc. uomini che nel carraio del pugilato dilettantistico euroveo avevano dato chiara dimostrazione del loro valore. Fu all’Arena, che questi modesti gladiatori di provincia persero in quella lontana sera del 1951. Molti fischi accolsero i verdetti della giuria e che, a onor del vero, spesso non peccavano di obiettività. Un pò di amaro rimase sul palato di tutti, ma sparì presto con una risciacquata di dolce offerto nella coppa spumeggiante dell’Arèna, gremita di gente, che voleva la rivincita. «Spartak» di Subotica e «]Ind-ničk'.» di Belgrado, le uniche che ardissero mettere in serie difficoltà lo squadrone dei sette campioni federali, pagarono caramente per luì. Da quella volta sempre vittorie e soltanto la nera sfortuna impedì l’accesso allo «Jadran», che fu «Pola», fra la schiera dell’elette del pugilato jugoslavo. Ouest’anno l’entrata era cosa già fatta, quando, come un fulmine a del sereno, si propagò la notizia dello scoglimento del club. Motivi di carattere finanziario e tecnico organizzativi sorsero inattesi come spettri funesti. Non si poteva riparare, dissero, a così fù, perchè non lo si volle. Non lo si volle, perchè, nostro malgrado, a Pola la gente capace e con iniziative manca e, quando si rintraccia, si trova poi anche il modo di allontanarla. Troppe stupide gelosie ovunque. Troppa invidia senza scopro e sopratutto snervanti ed inutili polemiche. Lavorare bisogna e far opera di persuasione presso chi dovrebbe essere utile. Sembra strano; coloro che tengono il coltello per il manico simpatizzano ma non muovono un dito per aiutare, perchè? Il perchè cè e ci asteniamo dal dirlo, perchè lo comprendano da soli. Non distante da noi, le cose sembra vadano altrimenti. Il denaro, proveniente da non meglio indenti-ficata fonti (non meglio identificata per lo scrivente), è affluito nelle casse sociali. Il club si è arricchito e, disponendo di impianti sportivi vuoti nonché di monete sonanti, pensò di riempire primi impiegando le seconde. Fu facile combinare l’affare. A Fola la disgregazione era profonda, e persuadere gli atleti era cosa semplice, specialmente quando il biglietto da visita è una vistosa banconota (in questo caso di biglietti da visita furono parecchi). Con amarezza lo si apprese dalla stampa, i tifosi polesi, coloro che accorrevano a migliaia per acciaiarli, per portarli alle stelle e che sopratutto pagarono sempre profumati balzelli alle entrate dei vari pattinaggi ed arene, constatarono lo sfacello. Che gli affari sono affari, lo si sa, ma si sa pure che se vi fosse stata una direzione più accorta, ciò inai si sarebbe verificato. Dove trovano i denari coloro che ci portano via i pugili da casa nostra? Non vogliamo fare i conti in tasca degli altri, nè vogliamo addossare loro colpa alcuna (diamine, non abbiamo detto che gli affari sono affari!) Ci rincresce invece molto che la loro politica abbia danneggiato gravemente un ramo dell’attività sportiva polese, e ci dispiace, dato che per natura siamo un pò invidiosi, che gli altri sappiano più di noi, anche quando si tratta di bar-camenare. Giorni fa, anche una squadra tedesca dovette inchinarsi di fronte alla superiorità imposta dai locali (presentatisi quale rappresentativa locale, da notare), vincitori per 13 a 7. A fine incontro l’amarezza fu maggiore, nonostante la vittoria: rniello era forse l’alt imo incontro che la formazione di quà sosteneva. All’uscita un eommentatore un po’ mordace disse: «ma non sarebbe il caso di mandare assieme ai ungili anche i dirigenti, nella città concorrente, ad insegnare loro come si tiene in vita e come si fa prosperare un club, anche quando non si hanno atleti e sostenitori». Già ... sarebbe proprio il caso! E chissà poi che delle «fonti non meglio identificate» venissero scoperte pure a Pola, per il bene della «noble art» locale. B. C. III. Burič di Pola, seguivano nell’ordine Brajan, Brajko, Geromela. L’Uljanik, nella categoria juniores, coglieva il successo nella classifica a squadre con Burič, Geromela, Sancin, con il tempo di 12 h. 2’ 5”. La gara svoltasi sotto un sole cocente, ha messo a dura prova gli atleti, che si sono generosamente prodigati. Sul monte Leme passava primo il lubianese Valant che si piazzava poi a Pisino, traguardo della prima semitappa, dietro Bailo J. in un gruppo comprendente Bailo S., Cimaro-ni, Skomina e Fatto, tutti con lo stesso temoo del primo. Nella seconda semitappa, Javornik lasciava tutti a Monlbaderno e fuggiva solo per circa 30 'km, nel tentativo di tagliare il traguardo polese con vantaggio. La reazione del gruppo era lenta, ma Bailo J., Fatto e gli altri, meglio piazzati a Pisino, si mettevano alla testa del plotone e a Dignano raggiungevano il fuggitivo. Da Dignano a Pola, nuovo frazionamento ed al traguardo volata finale del vincitore, mentre Fattur, in ottima posizione, veniva investito da un autobus. B. C. LDTTIAH PER IR GIOVENTÙ' I mammmmmmmmm. * ■ ' X .. m Noi sportivi, che la vita la vediamo come espressione di salute e di forza, abbiamo seguito con profondo interesse i lavori del Comitato internazionale per la protezione dell’infanzia, recentemente svoltisi nel nostro paese. E’ ai piccoli che si deve dare la fiducia nella vita se si vuol avviare il mondo su una Ha di prosperità e di pace. A Genova si è svolto il giro podistico a staffetta della città valevole per la «Coppa Mairano». Alla competizione hanno preso parte 36 squadre in rappresentanza delle seguenti nazioni: Austria1, Germania occidentale, Jugoslavia, Francia, Svizzera e Italia. Il percorso, suddiviso in tre frazioni, era di Km. 16.100. Subito in partenza nel gruppo di testa si è incluso Mihalič che dopo il terzo chilometro si staccava inseguito soltanto dall’Austriaco Retzer e dal francese Magou, giungendo al cambio con Cera' con 60 metri di vantaggio sugli immediati inseguitori. Finita nella la supremazia russa pallacanestro europea A Budapest per la prima volta una manifestazione di basket alla quale era presente l’URSS non sì è conclusa con la vittoria dei cestisti sovietici. Come è noto il torneo maschile si concluse con la seguente classifica: 1. Ungheria, 2. Bulgaria, 3. URSS, 4. Cecoslovacchia, 5. Cina. 6. Ecuador, 7. Israele, 8. Egitto, 9. Austria', 10. Libano, 11. Inghilterra, 12. Germania; mentre in quello femminile questa fu la graduatoria finale: 1. Bulgaria, 2. URSS, 3. Cecoslovacchia, 4. Ungheria, 5. Cina, 6. Polonia.. Nel torneo maschile si ebbe una lotta ad oltranza fra le prime quattro squadre, ed è noto ohe la finalissima fra Ungheria e Bulgaria si concluse a favore dei magiari per un solo punto di vantaggio (78-77) nel tempo supplementare, poi che al termine dei tempi regolamentari le due squadre si erano trovate sul piede di parità a quota 71. Tutte le squadre si sono presentate fisicamente a posto e con atleti dotati di una preparazione oculata e seria. Non una palla persa e precisione nel 'tiro, in particolare quello in sospensione. Realizzazione altissima nei personali. . La sconfitta deU’URSS dopo tanti anni di dominio segna forse una nuova epoca per il basket europeo e pone in viva luce i grandi progressi di Ungheria e Bulgaria. L’unica scusante dell’ URSS è quella di aver •oresentato una Nazionale rinnovata per la messa a riposo dei vari Kor-kia, Konev, Kullam e Butautas', sostituiti da una schiera di giovani dotati di un fisico perfetto e di una tecnica - regevole. L’Ungheria ha mantenuto la squadra vista al Trofeo Mairano ed ha confermato i grandi progressi fatti in questi ultimi anni. La Bulgaria ha costituito la grande novità del torneo: forte di un complesso di atleti magnifici e di una preparazione collettiva veramente ottima, è apparsa trasformata in chi, come me, ricordava le sue esibizioni dello scorso anno La finale è stata emozionantissima, ed ha avvinto tutti con entusiasmo. Velocità massima, con contropiede a ripetizione e con un gioco all’uomo robustissimo. Palla •trattata con fondamentali perfetti senza spreco in inutili passaggi. Citare dei nomi è cosa molto di-ficile perchè tutti hanno giocato in modo ammirevole. Tuttavia la palma dei migliori spetta a Sziliny, Szton-kusz, Sztudeneckij per l’URSS; Ban-hegyj, Rogar, Simon, Zsiros, Bokor per l’Ungheria; Mràzek, Sip, Baum-ruk per la Cecoslovacchia e Panov, Ilov, Dirkov, Hrisztov, Szàvov, To-m.ovszki per la Bulgaria. Giusta la vittoria dell’ Ungheria, ma degna anche la Bulgaria. Sullo stesso piano le due Nazionali del-l’URSS e della Cecoslovacchia. Arbitraggi buoni, favoriti anche dal corretto comportamento di giocatori, allenatori e pubblico. Nel torneo femminile le cose sono andate ancor più bene e la lotta è stata incerta sino .all’ultimo incontro. E’ stata una rivincita del campionato europeo di Belgrado e la Bulgaria ha colto una meritatissima vittoria sulle sempre fortissime russe. La sconfitta di queste ultime è stata netta e senza discussioni. Ha vinto la squadra più forte e tecnicamente più preparata. Già a Belgrado la minaccia bulgara si era fatta sentire; da Budapest è venuta la conferma. Le bulgare sono dotate di un fisico eccezionale, capace di sopportare le dure fatiche di un torneo ohe non .ammette tentennamenti o arresti di sorta. Gioco velocissimo e tecnicamente pregevole. Ogni partita ha avuto una storia a sé e la combattività non è mai -mancata. Basket di elevata classe. Due nomi si sono staccati dal complesso di queste ottime ragazze e precisamente la volitiva «pivot» bulgara Vojonova e la magiara Szabò. Tutte però sono da elogiare per la classe e la tecnica dimostrata e la facilità di gioco con cui hanno disputato le accese partite. Affermazione jugoslava alla "Coppa Mairano,, TRIONFA A GENOVA la staffetta del Partizan Ma subito dupo aver compiuto la - ropria frazione, Mihalič, che aveva affrontato la corsa in minorate condizioni fisiche, per un’infezione al piede sinistro, veniva trasportato al-l’ospedale. Intanto Ceraj proseguiva in testa nella propria frazione e altrettanto 'avveniva per 'Štritof che completava il successo jugoslavo. In tal modo il Partizan si è classificato al primo posto col tempo di 48 12 . Al secondo posto si piazzava il «München 1860» in 49’ 19”, 3) Parigi meridionale in 49’ 19” 4, 4) Crvena zvezda di Belgrado in 50’ 15 . Per la Crvena zvezda hanno gareggiato Ilič, Pandurovič e Radišič. La Mladost di Zagabria, nelle cui file figuravano Zuvela, Burat^ e Zeljar, è giunta tredicesima in 52’ 48” me litre la Mladost B 21.esima in 5412”. Oltre 100 vetture erano al seguito dell’interessante corsa alla quale hanno presenziato oltre 100,000 spettatori. RISULTATI E CLASSIFICHE LEGA INTERREPUBBLICANA Rijeka — Split Scoglio Olivi — Lubiana željezničar — Tekstilac Segesta — Šibenik Branik — Borovo Tresnjevka - Tresnjevka Branik Rijeka Lubiana Tekstilac Split Scoglio Olivi Željezničar Segesta Kladivar Šibenik Borovo Kladivar 2 2 0 2 2 1 I 1 1 1 1 0 0 0 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 COMUNICATO La Scuola di Musica di Capodistria comunica a tutti gli allievi che hanno frequentato i corsi dell’anno precedente che le iscrizioni per la prossima sessione avranno luogo, come ultimo termine, solamente nei giorni 7, 8 e 9 del mese corrente, dalle ore 9 alle 11. In detti giorni potranno inoltre iscriversi allievi nuovi, 1 corsi avranno inizio il 10 settembre. LA DIREZIONE Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK questo incontro uno di quelli che si desidera vedere più spesso sui nostri rettangoli di gioco. A periodi, e più spesso assieme, entrambe le squadre hanno giocato un incontro che è stato tiratissimo lungo tutti i 90 minuti. Gli azzurri lubianesi devono la loro sconfitta oltre che all’imprecisione di tiro in rete del suo quintetto, anche alla valida prestazione del bravo Punis, ohe ha strappato parecchi applausi del pubblico, ben imitato dal suo collega avversario al quale non si può imputare di aver potuto parare la frecciata di Gligorijevič. Per tecnica e gioco d’insieme, gli azzurri sono stati leggermente superiori ai verdi polesani, ma hanno mancato d’incisività e, per un periodo piuttosto lungo della ripresa, sono scesi di tono, dando la possibilità ai ragazzi di Butkovič di portarsi in vantaggio. Ai cantierini manca ancora il gioco d’insieme, velocità nei passaggi e nello scoprimento. Qualche loro giocatore, particolarmente il volenteroso Alajbegovič, individualmente domina male il pallone e non inarca 1 avversario; ciò ha causato parecchi «buchi» nello schieramento difensivo dei verdi costringendo Lorenzin a vigilare due avversari e facilitando Dolenc nei frequenti scatti verso la porta di Punis. All’attacco, Kirac è stato più lento del solito. Gli altri reparti hanno funzionato ottimamente con i migliori: Družina, Butkovič e Gligorijevič. I primi venti minuti di gioco sono caratterizzati da una leggera supremazia lubianese. Il loro quintetto è freouentemente sotto porta di Puniš e al 4’ Dolenc, per un lieve ritardo, manca un pallone, sfuggito a Punis atterrato. In due azioni di contropiede i polesani sono ad un oelo dalla segnatura-: all’8’ Jereb .para in extremis un tiro di Tarticchio e al 16' una silurata di Perkovič sfiora di qualche centimetro la traversa. Al 20’ Cekov, a porta scoperta, solo dinanzi al portiere, calcia a lato. Quattro minuti più tardi ripete la «prodezza» il suo campa-, gno Marjanovič. Nella seconda metà del primo tempo i polesani cominciano a ingranare e a premere sotto porta di Jereb portando il gioco alla pari, ma senza realizzare. Al 1’ della ripresa, Družina, su tiro di calcio d’angolo, rovescia magnificamente1, ma il pallone finisce per qualche centimetro a lato della porta. Al 18’ si ha l’azione di rete. Da una distanza ravvicinata, Marinovič passa a Družina, questi, di tacco, manda sul piede di Gligori-■evič che batte Jereb, inutilmente proteso alla parata. I lubianesi cercano inutilmente il pareggio, stroncati nei tentativi dalla difesa pole-sana. Ottimo l’arbitraggio di Matovinovič. mb LE OLIMPIADI SCACCHISTICHE Nella seconda giornata delle Olimpiadi di scacohi che si stanno svolgendo ad Amsterdam sono state in generale recuperate le partite della prima giornata. Ecco i risultati: Primo gruppo: Grecia—Austria 3)5—0,5; Olanda—Islanda 2,5—1,5; URSS—Finlandia 4—0. Secondo gruppo: Canada—Irlanda 2,5—0,5 (1); Cecoslovacchia—Argentina 2—2; Bulgaria—Italia 0,5—3,5. Terzo gruppo: Jugoslavia—Francia 2,5—1,5; Svezia—Saar 4—0; Norvegia—Danimarca 1,5—1,5. Quarto gruppo: Belgio—Inghilterra 2,5—1,5; Ungheria—Columbia 4—0; Germania Oc.—Lussemburgo 4—0 2:1 1:0 5:0 1:0 2:0 5:1 4 Mihalič ha dato il maggior contributo alla vittoria di Genova. Stampato presso lo stabil, tipograf. «JADRAN» Capodistria Pubblicazione autorizzata