ANNALES • Ser. hist. socio!. • 10 • 2000 • 1 (20) POROČILA IN OCENE/KELAZIQNI E RECENSIQNI/REPORT5 A N D REVIEWS, 258-255 Nekaj poglavij v drugi enoti je mogoče označiti kot središčni del knjige. Tu avtorica podrobno opisuje po- sesti lupogiavskega gospostva, ki so se večinoma na- hajale na severnem delu istrskega polotoka in v manj- šem deki na krasu. Danieia juričič Čargo analizira gos- podarsko stanje in je pozorna do kmečkih skupnosti kot tudi do priseljevanja (migracije) novega prebivalstva iz Bosne, Dalmacije in Hercegovine. Pri tem se izčrpno poslužuje urbarjev ter prikazuje kmečke posesti, število selišč ter podložnikov in odnos med domikaino in skupno posestjo (kontrado). Piše o "zatki" (rezervatu, privilegirani posesti), o mlinih, brezzemljaših, gozdovih, lovu in ribolovu ter o prihodkih na zemlji. Obdelala je materialne in denarne dajatve, ki so bile od vasi do vasi različne. Posebej so prikazane mere in denarni sistem, ki je bil v rabi v lupoglavskem gospostvu, s poudarkom na domačih, lokalnih merah. V tretji, zaključni enoti je avtorica povzela rezultate raziskave ter prišla do sklepa, da je bilo lupoglavsko gospostvo pod dolgotrajnim nemškim fevdalnim vpli- vom, kar se je kazalo v upravi, določanju dajatev ter njihovi regulaciji s pomočjo urbarjev, a tudi pod vplivom sosednjih beneških posesti. Dr. Ema Umek navaja, da je avtorica v drugem delu knjige objavila dosedaj neobjavljena urbarja lupogiav- skega gospostva, prvega iz leta 1523, z naslovom Beschreibung des geschlos Marenfels sambt alles guldt und herlichhalt, in drugega, novoreform i ranega, iz leta 1573. Prvi urbar je nastal v času, ko so tedanji lastniki Herbersteini želeli s pokrajinskim knezom gospostvo Lupoglav zamenjati za posest na Štajerskem, kar se je pozneje tudi zgodilo. Urbar iz leta 1573 pa je nastal po navodilu nadvojvode Karla za reformiranje urbarjev pokrajinskih gospostev. V času nastanka prvega urbarja, leta 1523, so lupogiavskemu gospostvu pripadale vasi Gorenja Vas, Dolenja Vas, Semič in Lesiščina v neposredni bližini gospostva, vasi Šumber, Krbune in zaselki pri Sutivancu v dolini Raše, nekatere desetinske pravice v vaseh Borut, Zarečje in Pazinski Novaki, ki so bile pod jurisdikcijo Pazinske grofije, ter pravice od posameznih podlož- nikov na današnjem slovenskem Krasu, na sodnem območju gospostev Postojna, Podgrad, Svarcenek in Prem, v vaseh Sabonje, Siope, Kozjane, Vareje, Ležeče, Gradišče, Reni, Škofije, Tatre, Rjavče, Huje, Loče in Arlviže ter dva mlina pri Sv. Kancijanu (Škocjan pri Divači). Posesti je pripadala tudi t. i. "zatka" ali rezervat pri Sv. Petru u šumi (današnji Krajcarbreg). Avtorica Danieia Juričič Čargo je dosledno izpisala besedišče urbarja, brez vsakega spreminjanja, le da je zapisu dodala sodobno interpunkcijo. Objava urbarja lupogiavskega gospostva omogoča primerjavo njegovih kmečkih enot in dajatev z drugimi gospostvi Kranjske. V tem gospostvu, pravi dr. Ema Umek, se pojavljajo tudi posebne enote, t. i. "zatke", zemljišča, od katerih se niso pobirale tudi nekatere posebne dajatve, kot so dežma (od volov, grozdja), za miloščino, za pravico sekanja dreves in druge. Božo jakovijevič Fulvio Con, Elisa Lo Sapio, Fio Nodari, Darío Rinaldi, Claudio Tonel: ARRiVA LA MADRE, I F IG I J PARTONO. L'emigrazione in Australia di 20.000 Triestini. Ass. Cultúrale "E. Berlinguer", Trieste, 1999, 55 pagine. Neglí anni compresi tra il 1954 e il 1961 all'incirca 20.000 triestini lasciarono la citta per trasferirsi in Australia, dando luogo ad un fenomeno migratorio che la storiografia lócale ha generalmente omesso o trattato con grande superficialitá e ricorrendo, nei pochí studi suü'argomento, a luogbi comuni ed analisi poco ap- profondite. Questo agiie volume, che riporta gli ínterventi alia tavola rotonda organizzata a Trieste dal circolo E. Berlinguer il 27 novembre 1998, intende fare maggíor luce su questa emigrazione, dando spazio ad alcune personalitó che - in un modo o nell'altro - possono essere considérate addentro all'afgomento, II primo brevissimo intervento di Fuvlio Gon, capo- cronista de "¡i Piccoioi!, mi sembra molto interessante e, giornalisticamente, molto provocatorio. Gon si chiede, infatti, se alia base dell'emigrazione in Australia vi fu una sorta di "pulizia étnica" ai danni dei triestini da parte del ¡a nuova amminístrazione italiana. La provocazione non é colta nelí'intervento suc- cessivo da Pió Nodari, docente presso l'Ateneo triestino e giá autore di un paio di studi sulla questione. Nodari, infatti, analizza l'emigrazione non da un punto di vista storico, bensi cercando di comprendere quaü siano state le conseguenze del fenomeno nei luoghi di partenza e di arrivo. E' interessante la breve analisi della peculiaritá dell'emigrazione triestina all'interno del flusso migra- torio italiano e quella della política sulí'immigrazione tenuta dal governo australiano. Molto piü deludente é invece l'analisi delle cause dell'emigrazione: Nodari, ribadendo quanto da lui giá affermato negli studi pre- cedente identifica come motivazione piü comune quel- la di ordine economico, ignorando tuttavia le motiv- azioni di tipo político e riducendo queste ultime, soprattutto in coloro che lavoravano presso il Governo Militare Alíeato, al timore di perdere il posto di lavoro o di non essere riassunti presso la nuova amminístrazione italiana. Del tutto opposta, ed a mió avviso molto piu interessante, la tesi di Claudio Tonel, giá vicepresidente del Consigiio regionale. Secondo Tonel, infatti, vi fu un chiaro disegno político che puntava a spingere quanto piü possibile i triestini non orientati politicamente a 264 ANNALES • Ser, hist, sociol. • 10 • 2000 • 1 (20) P O R O Ù L A IN GCENE/RELAZIONI E RECENSION (/REPORTS A N D REVIEWS, 2S5-2G5 favore dell'ltalia ad andarsene. In quesío senso Tone) cita le ordinanze del Commíssario generale di governo Palamara ed alcune dichiarazíoni di parlamentari íta- líant che confermano queste pressioni. Afferma che l'emigrazione non fu una libera scelta ma vennero esercitate pressioni in questo senso, e che la mo- tivazione economica non é sufficiente a spiegare ii fenomeno, in quanto partirono soprattutto giovani qua- lificati e specializzati. Ricorda che durante le partenze ii sentimento di ostilitá verso ¡'Italia fu forte, e a riguardo cita ¡'episodio che da i! titolo al volume: durante una delie partenze delle navt verso ¡'Australia, apparve uno striscione che, riprendendo il discorso del sindaco Bartoli al momento del ritorno dell'ltalia a Trieste ("E' la madre che ritorna per farci vivere liberi"), riportava sarcasticamente la frase "La madre é tomata, i figli partono". Tonel ¡Ilustra puré ía questione del trattamento pensionistico di coloro che, dopo aver lavorato in Australia, rientrarono a Trieste. A lungo a questi íavoratori non vennero riconosciuti i contributi versati durante ¡a permanenza in Australia, e soltanto nel 1978 venne approvata una iegge che dava loro ii giusto riconoscimento previdenziale. Piü attento alie condizioni dei triestini in Australia fe l'intervento di Dario Rinaldi, presidente dell'As- sociazione Giuíiani nel mondo. Rinaldi rileva come, dopo un inizio spesso duro, i triestini (anche per la loro provenienza urbana e per la loro cultura fonda- mentalmente borghese) si adattarono alio stile di vita australiano molto piü rápidamente del resto deí- l'emigrazione italiana, preval en te mente rurale. I tri- estini, in genere tecnia specializzati ed anche laureati, si ínserirono con facilita in molte aziende australiane e si adattarono presto a! costume anglosassone, addirittura risultando piü aperti ed innovativi rispetto alia mentalitá lócale. interessante e anche i'intervento di Elisa Lo Sapio, presidente delí'Associazíone gíuliana degli ex emígratí in Australia. Elisa Lo Sapio parla di 22.000 triestini emigrati, spiega le modalité attraverso cui veniva accolta la domanda di emigrazione e ¡Ilustra i motivi per cui lei stessa parti, considerando!! esemplari e simili a quelli di molti altri emígratí: difficoltà di alloggio, perdita del íavoro a causa della fine del G.M.A. II secondo contributo di Gon cerca di stimolare gli interventi ad una più attenta analisi dei perché del- I'emigrazione e soprattutto ad una valutazione del rapporto di causa-effetto tra l'arrivo degli esuli istríaní a Trieste e l'emigrazione dei triestini in Australia. A questa nuova "provocazione" Nodarí rísponde ancora negando ¡a motivazione per cause politiche, affermando tuttalpíü che ci fosse if timoré della nuova amministrazione italiana da parte di colora che lavoravano per il G.M.A. - in particolare nella Polizia civile - e che erano più coinvolti nella repressione delle manifestazioni del novembre 1953, nelle quali vi furono morti tra i dímostranti fíloitalíani. Nega tuttavia che ci sia stata la decísione da parte dell'ltalia di espellere i triestini. Del tutto "fuorí tema" è la risposta di Rinaldi, che si concentra su quello che c l'attuale rapporto tra emigrati giulianí in Australia e Trieste, mentre Tonel ribadisce che vennero attuate delle pressioni forti sui dipendenti del Governo Militare Alleato e sui triestini in generale non favorevoli all'italia "affinché sgombrassero". A questo volume va dato innegabilmente, ¡I mérito di affrontare una questione che la storiografia triestina da anni ha passato sotto sifenzio, tuttavia, al tempo stesso, mi sembra che alcuni degli interventi continuino a ribadire sempre le stesse tesi che, abbastanza superficialmente, sono proprio quelle che hanno fatto si che l'argomento non sia stato affrontato con la dovuta attenzione storica e sociologica. Piero Purini 265