ANNO IV. Capodistria, 1 Marzo 1870. N. 5. LI PROVINCIA GIORIULE DEGLI INTERESSI CIVILI, KCOJOHICI ED 4MHIMISTRAT!TI DELL'ISTRIA. Esce il 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni 5; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. ESCURSIONI PER L'ISTRIA. Fu già detto da un illustre scrittore delle cose i-striane, che per giudicare dell'Istria convien guardarla dal mare, poiché altrimenti farebbesi come chi mirasse un tappeto nel suo rovescio. Questa sentenza, a mio parere ncn va accolta per intiero; imperocché se è vero che le bellezze naturali trovansi maggiormente diffuse nella parte lilorana, alla quale il mare, come ovunque, dà uno speciale incanto; se è incontrastabile chela civiltà dell'Istria ha le migliori sedi alla costa sua occidentale, ove trovansi disseminate in maggior numero le sue città, che sono più o meno importanti centri di commercio e d'indu-scria delle circostanti regioni interne; ciò non pertanto, quella qualunque conoscenza della provincia che io ini sono potuto procacciare visitando, se anche di volo, la maggior parie di essa tanto alle coste marittime che nell'interno, mi convinse non essere conforme al vero che tutta la spiaggia indistintamente offra condizioni fisiche, economiche ed intellettuali tanto vantaggiose di fronte alle regioni più interne, che queste ne formino un disaggradevole contrapposto. Gli è naturale che alla costa occidentale, ove l'agricoltura dà mano al commercio ed alle industrie marittime, sono offerti mezzi più potenti di progresso the all'interno; là più specialmente si mantenne e trovò rifugio l'antica nostra civiltà, che le incursioni ili popoli barbari dapprima, ed il trasporto successivo ili altre genti prive di coltura minacciavano distruggere. (Narra Paolo Diacono che Longobardi Slavi ed Avari intorno al 600 e ripetutamente più tardi /«/rerum fmes ingressi, universa ujnibus et rapinis deva-ilarunl). Ma anche nell'interno quella civiltà troppo tena-temenle era radicata, perchè il ferro ed il fuoco, i numerosi castelli dei fieri baroni tedeschi, e la sovra-posizioue di popoli d'allra indole e favella e rozzi a-' lessero potuto estinguerla. Come un bosco devastato sì rimtovella dalle ceppaje sfuggite alla mannaja ed j «Ila marra dell'improvido villano, in modo eguale la t «viltà antica salvatasi in alcuni luoghi più difendibili M'interno, ed ajutala da continue immigrazioni dalla Carnia ed altre parli del Friuli, rigermogliò, e sparse d'intorno i suoi benefici semi, i quali ora per le Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gra-j Untamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi 8 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Pagamenti anticipati. — Un numero separato soldi 15. nuove aperte comunicazioni, e per i conseguenti accresciuti contatti colle città della costa, vengono o-gni dì più a svilupparsi. Se pertanto l'Istria interna non possiede, per naturali condizioni, come la costa, alcune citlà popolale il cui agro presentasi diligentissimamente coltivato, principalmente a motivo della numerosa popolazione agricola in esse raccolta, ella, come in quanto a paesaggio può gareggiare colla spiaggia, iu complesso per moralità, pulitezza, attività va innanzi a grandi tratti di territorio litorano, se anche più fertile, abitale; da morlacchi a sinistra del fiume Quieto. lo non iscrivo che ceuni, impressioni d'un viaggiatore in corsa con brevi soste, tanto che possa formarsi un' idea generale dei paesi che altraversa. E mio debito però di dichiarare che in questo tenue lavoro ho approfittato di molte notizie favoritemi da persone colle, che nelle mie peregrinazioni ho voluto avvicinare; a differenza di molti stranieri che, visitando la nostra provincia, par che rifuggano da ogni contallo con noi ; ond'è ebe poi scrivono sul conto nostro cose erronee o leggiere, o se i loro viaggi hanno scopo scientifico, non raccolgono quella copiosa messe, che altrimenti e con facilità maggiore procaccerebbe loro il farsi conoscere dagl'istriani. Mi sono pure persuaso che senza qualche studio storico sul nostro paese riesciranno molle cose nel medesimo oscure ed incomprensibili, sicché questo studio è indispensabile per comprenderlo e giudicarne. Il nostro passato spiega il presente, e può làr presagire le condizioni future. Se nell'esposizione dei fatti, e delle considerazioni e giudizii che azzardo intromettere, cadessi in errori, invoco indulgenza dai lettori, che sapranno compatire alla mia giovinezza ed inesperienza, tenendo conto del buon volere. Incomincio da Capodistria che mi ebbe studente ginnasiale. Mollemente adagiala nel suo ampio seno di mare, come gentile donna che vi prenda il bagno, essa gloriasi d'essere stata per oltre tre secoli l'Atene dell'Istria, e d'avere prodotto una lunga schiera d'uomini illustri in scienze, lettere, armi, ed arti. Possa ella ricuperare questo titolo; gl'ingegni non difettano al certo, le condizioni forse non sono sì favorevoli coinè in passalo. Le ricche biblioteche di alcuni conienti alle quali era dato agio agli studiosi di attingere il sapere, sparvero colla soppressione dei medesimi; il Collegio da cui uscivano tanti egregi uomini, fini anch'esso. Sorto, dopo il cessato ginnasio tedesco, che non lece buona prova, a cura di egregi cittadini il ginnasio inferiore italiano, poi dall'imperiale Go\tdo innalzato a superiore, l'Istria tutta, come suo unijo i-sliluto ginnasiale completo, lo riguarda con amore, e fa voti pel sempre crescente suo prosperamento. Ma a Capodistria le antiche tradizioni non andarono perdute, l'amore agli studii ed alle arti perdura. Possa anche l'Istituto Grisoni sì riccamente dotato sviluppare sempre più lo speciale suo indirizzo; possano prosperare i suoi cantieri, e la recente Società istriana di navigazione ehe da qui ebbe potente impulso, e crescere le altre sue industrio. La città, una tra le più vetuste dell'Istria, delle quali alcuni amano portare l'origine a'tempi tritici, mentre con più fondamento altri le vogliono fondate intorno all'anno 500 prima dell'era volgare, da Traci grecanici provenuti dall'Istria politica, che alla novella patria diedero il nome dell'antica, fu poi giusta Plinio popolala da cittadini romani, ponendola egli fra le oppida civium romanorum dell'Istria. Essa serba tuttodì traccie della sua distribuzione romana. Dal centro della gentile piazza scorrono ancor oggidì in torma di raggi parecchie contrade al mare. Non dirò, per non dilungarmi del maestoso duomo ricco di preziosi dipinti, del suo bel campanile, di altre chiese meritevoli della visita degli artisti. Molli edifizii durano testimoni dello splendore delle nobili famiglie, cui le soggette ville del territorio davano il censo sudato. Capodistria è incontrastabilmente la migliore città dell'Istria solto più aspelli, ma Pola risorgente dalle sue rovine tornerà ad occupare il primo posto fra tutte. Belle le prospettive da qualunque parte si volga l'occhio, sopra tutte quelle che godousi dal Belvedere e dal monle di San Marco. Nulla manca al paesaggio che l'ornamento di boschi, nè si comprende come in quella parte del suo distretto che è più esposta ai furiosi impeti della bora, non si pensò per l'addietro ad opporvi il riparo di boschi d'alto fusto, lasciando che il vento asporti dai campi l'inaridita terra, sempre più assottigliandola, e che le acque piovane scorrendo irrefrenate per le ripide chine dei monti e dei colli, compiano, dilavandoli, ciò che non fa la bora. Finalmente ora l'idea della necessità del rimboscamento tanto della montagna del Carso che dei tratti nudi dell'interno della provincia, s'insinuò nella mente del Governo, e viene sempre più radicandosi negli a-bitanti, e s'incomincia, se anche debolmente, ad effettuarlo. A quest'uopo il Governo assegnò a favore dell'Istria per quest'anno l'importo di fni. GOOO. E a sperarsi che anche la novella Società agraria istriana prenderà e qui e altrove a cuore quest'argomento, che interessar deve non poco la città stessa di Capodistria, dove i soflìi boreali giungono troppo potenti e molesti. Il territorio proprio della città è dei più diligentemente coltivati della provincia, ed alcune campagne potrebbero servire di modello ai possidenti istriani. Gli è però vero che la vicinanza di Trieste, ove tro- va facile smercio ogni sorta di prodotti, è un grande sprone al perfezionamento dell'agricoltura per tutti i luoghi circostanti. Come in parecchie altre città dell'Istria, anche qui una grossa parte degli abitanti si compone di a-gricoltori, i quali nelle incursioni barbariche e nelle guerre del medio evo, abbandonati i villaggi aperti, cercavano quanti potevano riparo ne'luoghi muniti e nelle città al mare, dove, perchè o poste in isola o su promontori agevolmente isolabili, era dato di opporre più fàcile resistenza ai feroci impeti nemici, ed all'occorrenza stava aperto lo scampo per la via di mare. Intanto distrulle le ville dal ferro e dal fuoco, le deserte campagne dovevano, cessate le irruzioni barbariche e le devastazioni nemiche, venire ripopolate. Quei contadini che sopravissuti eransi riparati nelle città, vi rimasero coltivando la campagna più vicina; ma conveniva poi rimettere la popolazione perita nelle ville e nei castelli minori, che allora erano soggetti alle cillà, e formavano parte integrante di esse. Vi pensarono queste difalli, come si può scorgere dal placito di Carlomagno dell'anno 804, dove si trovano accennali gli uomini stranieri advenae homi-iies, sui quali il Duca Giovanni non permetteva agl'istriani di esercitare giurisdizione; vi pensò il Duca Giovanni stesso (he per primo trasportò, protestando gl' istriani, degli Slavi distribuendoli sopra i beni dei comuni e delle chiese. Senouchè non era suo scopo principale quello di accrescere nella provincia gli a-gricoltori, ma di stabilirvi una gente estranea e fiera per rozzezza, che gli servisse d'appoggio di fronte agl'istriani, ricalcitranti contro il sistema baronale da lui incominciato a introdurre; locchè apparisce dalla circostanza, che appena in seguilo ai reclami portali in quell'assemblea dagl'indigeni, dichiarò che, se questi erano contenti, li trasporterebbe nelle contrade deserte di popolo, oppure li espellerebbe dalla provincia. Questa promessa alternativa fu accettata dagl' istriani e dai eommissarii dell'Imperatore, ma la storia non ci ha registrato, se avvenne il trasporlo, oppure l'espulsione. Siccome poi il Duca Giovanni oltreché dell'Istria 10 era pure del Friuli, ed aveva sotto di sè anche genti slovene, gli slavi da lui portati nella nostra provincia erano secondo tulle le probabiltà della stirpe slovena. Ora trovandosi questa stirpe compatta presso di noi soltanto nel distretto di Capodistria, in una regione con precisione delimitata, perchè la Dragogna 11 divide dalle altre popolazioni, credono alcuni poter dedurre che costoro siano gli slavi che il Duca Giovani di consenso degl' istriani avrà colà posti, in esecuzione del Placito, perchè forse quel terrilorio, per le non lontane ultime incursioni dei Longobardi (anno 755), era maggiormente disertato di popolazione, e che essi quindi siano i più antichi slavi trasportati in I-stria. (Continua) UN DOCUMENTO STORICO. Regno d' Italia. organizzazione del dipartimento del l' istria la cui attivazione comincerà col primo giorno dell'entrante maggio 1807. Distretti CANTONI DEI DISTRETTI ss 6- in © su -t o e- H a ci H ce II. PIIUNO © se O © eS III. PARENZO IV. PINGUENTE I. ROV1GNO II. =1 \ DIGNANO ss (- » IH. ALBONA CAPO D'ISTRIA COMUNI CAPO D'ISTRIA con Decani, Antignano, Monte, Bossamarin, Gason, Sergassi, Concerni, Villisan sino al Fiumicino e Bossamarin, Pobeghi, Cesari, Rei-tocchi con i Concerni di Risano sino al Fiumicino, Maresego, Centora, Villanova, Castel bona, Puzzole, Plagnave, Lonchc, Besovizza, Popeccliio, Xanigrad, Covedo, Gracischie, Cristoglia, Villadol, S. Antonio, Lopiir, Boste, Geme, Ra-chitovich, Gradigna, Topolovaz, Cucibrech. Sterna, Cuberton, Vergnach, Ber-da, Britz, Momiauo, Sorbar, Merischie, Oscurus, Carcauzze, Paugnan, Man- zan, Rosariol, Xaxid, Valmovrasa e Figarola........... ISOLA con Corte d'Isola e contrade annesse, Padana, Albuzzan e S. Pietro dell'Amata. MUGGÌ A con Valle ed Oltra, Monti, Flavia, Badica,' Straniar, Scoffìe, Ancaran, Care-sana, Ospo e Dobrovizza . ................ PIRANO con le valli di Sicciòle e Strngnan............. RUJE con Crassiza, Tribano, Carsette, Castel-Venere, Gadere, Yuchi, Montrin e Carso.................... GRISIGNANA con Villanova, Piemonte e Castagna....... C1TTANOVA con Verteueglio ..............! ! OMAGO e circondario con Meterada, Petrovia, Villanìa, San Lorenzo in Daila, S. Giovanni della Cornetta e Pieve di Sajvòre............ PARENZO con Majo, Varvàri, Villanova, Sbandati, Drassevaz, Mensalise, Valcarino, Foscolino, Giasenovizza, Chirmignach, Moughebo, S. Servolo, Torre, Abrega e Fratta...................... MONTONA con Rercan, Raccotole, Moncittà, Caroiba, S. Vidal, Cerioni, Novacco, Caldier, Zumesco, S. Giovanni di Sterna, ltapavel e Montrèo ..... VISINADA con Castelier, Rosariol, Visiguan, Mondelebotte, Santa Domenica e S. Michele-sotto-terra ................... ORSERa con Fontane, Villanova, Pertinace!, Lemo, Delich, Prodanich, Giroldìa, S. Lorenzo, Cattuni e Monpadwuo.............. PINGUENTE con S. Dona, S. Martino, S. Domenica, S. Spirito, Sterpèt, Mlum, Ogni-Santi, Podcuch, Prugne, S. Giovanni, Strana, Rozzo, Colmo, Draguch, Verdi, Soviguacco, Laniscbie, Podgacohie, Praporchie, Cropignaceo, Cleno-schiach, Rrest, Slum, Danne, Terstenico^ Racevass, Raspo, Bergodaz, Pietra-pelosa, Racizze, Segnac, Cernizza, Codoglie, Pregara, Salise, Socerga, N'ugla, Grimalda e Marcenigla................. PORTOLE con l'attuale suo circondario, Cepich, Sdregna, Mlum e Sovischine . . ROVIGNO con la villa di Rovigno VALLE ........ S. VINCENTI con Due-Castelli DIGNANO con Roverìa e Filippan................ POLA con Peròi, Stignano, Pomòr, Promontore, Medolin, Lisignan, Sissano, Altura, Laverigo, Galesano, Montiehio, Cavrano e Fasana......... BARBANA non Pórgnatia e case sparse, Suini e case sparse, Bellavich e case sparse, Marzana, Caruizza, Moraorano, Castelnovo e Prostimo........ ALBONA con S. Lorenzo diramato nelle 3 contrade Produbaz, Poglie, Bagozzana, e S. Lucia diramata nelle contrade Schitazza, Montagnana, e Portolongo FIANONA con S. Martin diramato nelle 3 contrade Vetlua, Cerò, Cugn, e S. Domenica diramata nelle contrade, Dobrova e Ripenda......... I II II II III III III III II II III III II III I III III II II III III III Distretto I. di Capo d'Isl Distretto II. di Rovigno ria Cantone I. di CAPO D'ISTRIA N. 22003 » II. di PIRANO . . » 14247 [ » III. di PARENZO . . » 12473 | 60818 » IV. di PINGUENTE . » 12095 i » I. di ROVIGNO . . » 13360 ) » II. di DIGNANO . . )) 10680 > 28816 » III. di ALRONA . . « 4776 > Totale della popolazione del Dipartimento N. 89,634 CALAFATI Prefetto Popola zione 15714 3235 3034 5550 2660 2462 1604 1971 3565 3913 2966 2029 9168 2930 10061 915 2384 4000 3760 2920 2078 2698 Somma 89,634 Benini Segr. gen. le scuole dei pezzenti in inghilterra (Dalla Perseveranza.) (Continuazione e fine, vedi n. 4). Si dirà coinè inai si possa fondare e fener in piedi una scuola come quella di cui parliamo senza la certezza di aver sempre pronti i mezzi necessarii per continuarne l'esercizio? \ i sono certi ardimenti che non sono basati in ragione e dei quali la miglior scusa è il successo. 1 colpi di mano i meno giustificabili riescono sovente, perchè animano i soldati d'un coraggio, d'un accordo, d'uno slancio pe1 quali vengono duplicale le loro forze- Ciò avviene del pari in queste associazioni di carità, che incominciano spesso l'annata senza un centesimo; ma la devozione degli insegnanti, l'eloquenza dell'impellente bisogno fanno scaturire le oblazioni volontarie da cento diverse fonti, e quando manca qualche decina di sterline a pagare le spese dell'esercizio, il Governo od il Comune, richiestine, danno ciò che abbisogna a bilanciare il dare e l'avere. Il vantaggio di questa vita di inopia sta in ciò, che l'isti»uto somiglia di più all'elemento per il quale è aperto; cosi la casa è un asilo pei miserabili; non è un palazzo: il cibo che si fornisce è fatto per far vivere, non per suggerire l'amore della tavola. In questa povertà d'ogni cosa il bambino si dimentica meno •Iella sua origine: al certo non ne arrossisce mai. Egli non si avvezza ad una larghezza che i suoi mezzi non gli consentirebbero in seguito. E uno de' rimproveri che si ponno fare agli istituti governativi quello d'essere troppo sontuosi e troppo larghi nel trattamento. Le diverse Commissioni fondatrici delle scuole dei pezzenti in Londra, hanno trovato opportuno di confondere la loro azione, adottando una norma comune c costituendo un fondo di danaro che vien distribuito a seconda dei bisogni d'ogni singola scuola. Dopo questa saggia misura, la Unione per la Rag-ged Scliools, non potrebbe desiderare maggior successo. Non sono ancora scorsi trent'anni dacché la direzione generale delle scuole irradia dalla trilione suddetta, e già le seguenti cifre che ci furono ufficialmente communicatc, forniscono la più irrefragabile prova della rigogliosa esistenza e dell' importanza di questa istituzione di carità e di educazione. 11 quadro esprime il progresso delle scuole di cinque in cinque anni dal 1844 al 24 aprile 4869. anni scuole allievi docenti volontari docenti pagali monitori pagati 5 10 15 20 25 N. 82 „ 129 „ 150 " „ 191 N. 8,000 „ 18,000 „ 22,000 ,, 24,000 „ 32,100 N. 900 „ 1,700 „ 2,600 „ 2,800 „ 3,419 N 120 „ 240 „ 360 „ 3(iO „ 419 N. — » „ 571 „ 450 „ 581 1 Ogni scuola s'amministra da sè stessa. La Direzione suprema rispetta la indipendenza di ogni singolo istituto e la sua azione generale ha per i-Hcopò, d'incoraggiare ed ajutare i docenti; soccor- rere con opportune sovvenzioni le scuole; studiare ed apprezzare l'arda nento di ciascuna classe e favorire la fondazione di altre. Il Comitato direttivo deve inoltre visitare le scuole di quando in quando e riconoscerne i progressi; deve spingere i docenti a riunirsi in assemblea onde communicarsi le loro rispettive idee, nonché avvivare lo studio della Bibbia. LaUn ione è composta di tutti quelli che s' obbligano a pagare 10 scellini all'anno (li. 12. 50) alla cassa centrale di essa. L'Amministrazione consta di un comitato, d'un tesoriere e d'un segretario onorario, eletti ogni anno nell'Assemblea generale dei socii. Da alcuni anni la esuberanza del lavoro rese le funzioni di segretario così assorbenti che si dovette ricorrere ad un impiegato salariato. Si ritengono affigliate al comitato tutte quelle scuole che sono assolutamente gratuite e alle quali vengono ammessi soltanto i bambini privi d'assistenza ed' o-gni mezzo di ammaestramento. Lina preghiera seni plice deve incominciare e terminare il giorno scolastico. Queste sono le regole fondamentali della i-stituzione. Al primitivo nucleo di scuole pei pezzenti propriamente dette, altre molte si sono aggiunte, quali a mo'd'esempio: \2 scuole festive, 3 scuole diurne, 9 scuole noturne, 1 casa di ricovero pe'maschi, 4 scuole industriali pe'maschi, 5 clubs per fornire abiti ai fanciulli, 5 casse di risparmio pei fanciulli (Penny bank), 1 club per fornir scarpe, 5 scuole (l'adulti per lo studio religioso, 2 chiese per funzioni religiose alla sola domenica, 2 classi per lavori d'ago, 2 biblioteche che prestano a'fanciulli libri di lettura, 8 bande della Speranza (Associazioni di temperanza), 1 classe di morale pei ladri, 1 associazione giovanile pel buon impiego della domenica. A sussidiare poi in via straordinaria i singoli i-stituti si aprono ogni anno dei Bazar, ove si vendono oggetti donati dai benefattori. Talvolta si stabiliscono mostre di fiori, coltivati sulle finestre delle case[dei poveri e s< distribuiscono premii ai più esperti fra essi. Per di più, la vendita di quelle pianticelle produce un piccolo guadagno che profitta alla famiglia e la spinge a favorire 1' assiduo concorso de' suoi figliuoli alle aule d'istruzione e di lavoro. Sarebbe assai lungo il dare un'idea di ognuna delle suaccennate istituzioni, affigliate alle scuole di cui abbiam preso a parlare. In esse, come si vede di leggieri, l'elemento religioso è largamente dominante. Mancando in generale in modo assoluto l'azione della famiglia, e anzi, dovendosi temere, che questa azione lungi dall'essere a vantaggio della moralità della scolaresca, risulti invece denio-ralizzatrice, è mestieri dare all'istruzione religiosa una grande estensione, mentre si desidererebbe vederla tolta affatto dalle altre scuole, i cui alunni ponno attingere ad altre fonti private quell'ammaestramento conforme alla convinzione speciale della famiglia cui appartengono. Devesi però osservare che l'istruzione religiosa che vien data, è scevra affatto da quelle violenze e da quello spirito di controversia, che dividono generalmente la società riformata in tanti campi pressoché gli uni degli altri. IVI<»]ti istituti nelle contee inglesi e scozzesi hanno continuato a prosperare, conservando il doppio carattere di scuola e di casa d'alimentazione. Quivi la vita essendo comparativamente meno costosa di quello che lo sia a Londra, le istituzioni di carità sebbene dispongano di mezzi più ristretti, ponno dare risultati più soddisfacenti di quelli che s'ottengono neli' interno della grande metropoli, con più abbondanti soccorsi. In Londra, sia pel cresciuto prezzo delle cibarie, sia peli'aumentato numero delle scuole stesse, si è dovuto rinunciare a fornire il pasto giornaliero, e si dà soltanto un abbondante pranzo di carne e pane, una volta per settimana. Ciò basta a conservare alla scuola un'attrattiva pei bambini e a procurar loro un aumento di vigoria, che venne più volte constatato dalle più alte celebrità mediche Quando i bambini hanno lina famiglia l'istituto l'invita a pagare dieci centesimi alla settimana per cadauno di essi in corrispettivo del pranzo, onde e-vitare il più possibile il pernicioso sentimento che sorge di leggieri nell'animo de'miserabili, quello cioè di lasciar cadere intieramente sulla società la cura de' proprii loro tìgli. 11 pranzo consta, come abbiamo indicato, di una zuppa di legumi, nella quale nuotano delle porzioni di carne di manzo o di montone, e di pane a discrezione. Ogni bambino può chiedere lino a tre volte che gli si riempia di nuovo la sua zuppiera, e se v' è del margine può ottenerne anche una quarta dose 11 pi ne non si misura, e se ne distribuisce tanto quanto ve n'è. Le persone che preparano il pranzo sono assistite dalle fanciulle più grandicelle e alcune signore che formano parte del Comitato direttivo dell'istituto, assistono alla mensa e distribuiscono il cibo. Ambo i sessi sono confusi nelle Ilagged Schools. ] poveri esseri che le frequentano sono per solilo destinati a una vita così avventurosa che sembrò savio consiglio ai primi fondatori il ni n separare i maschi dalle femmine, onde rendere, col contatto abiluale fin dall'infanzia, meno inebriante il sorgere di nuovi bisogni e desiderii all'avvicinarsi della virilità. Abbiamo detto come quell' ottimo calzolajo di Portsmouth facesse del collocamento de'suoi allievi, dopo cinque o sei anni d'istruzione, una parte integrante delia sua filantropica missione. La Associazione per la Ragged Schools s'informa ai medesimi principj. Al termine della educazione della scuola, i fanciulli sono collocati a lavorare, se abbastanza abili, nel mestiere manuale che venne loro insegnalo, (") Società per fornire i pranzi settimanali alte Bagged Scbo-ols. — Istituti speciali di Londra e sobborghi (Esercizio dal 1." ottobre 1867 al 50 settembre 1868). Somma accordata per coadjuvare N. 58 istituti it L. 844 pari ad it L. 21,110. Fanciulli che hanno preso parte al pranzo settimanale N. 85.119. A7?. Durante i mesi d'estate, cioè, dal l.o giugno al 50 settembre, il pranzo viene sospeso essendo te scuole meno frequentate e il cibo a miglior mercato. e se son abl asianza capaci, vengono provvisti d'un uniforme e d'una licenza per fare il lustrascarpe, o il fattorino agli angoli delle vie. In questo caso, essi sono ordinati in una associazione, il loro guadagno è raccolto, e ognuno è accreditato per ciò che versa alla cassa centrale. Tutti pagano una tassa per le spese di abiti ed utensili del mestiere, quali soni» le spazzole, il lucido, e la cassetta nella quale questi diversi oggetti sono rinchiusi. Ciò pei maschi. Per le ragazze v'è l'associazione delle lavatrici di porte, soglie e gradini; le regole di essa sono pressoché le medesime che per l'associazione de'maschi. Una istruzione serale che serve di complemento alla prima educazione che loro venne data, raccoglie tanto i maschi quanto le ragazze in aule distinte. I docenti in queste classi sono tutti gratuiti e chiunque brami trattare un argomento adatto alle menti della scolaresca è il benvenuto anche se non appartiene alla Società. E meraviglioso il vedere a qual punto fioriscano le suaccennate associazioni e principalmente quella dei lustra scarpe. Non è raro che un ragazzo guadagni una quindicina di franchi alla settimana. Alcuni guadagnano anche di più. Un'altra confraternita che dà ottimi risultati é quella degli scopatori ai crocicchii. Qualche anno fa, venti scopatori guadagnarono insieme 2050 franchi in un semestre; il loro sostentamento, alloggio e vestiario, costò franchi 2075, per cui la associazione non pesò in fatto sul budget della carità pubblica che per 25 franchi, oltre alle spese della scuola. Alcuni presepii porgono alle fanciulle altra fonte di guadagno nell'assistenza giornaliera che prestano ai bambini da 1 a 3 anni ivi depositati dalle madri operaje, contro pagamento di 30 centesimi al giorno per cura e mantenimento. 11 numero delle scuole andò crescendo talmente negli ultimi dieci anni che non bastarono più gli insegnamenti gratuiti e fu mestieri ricorrere al servizio pagato di altri. Nel numero degli impiegati salariati, debbonsi però annoverare i più grandicelli fra gli scolari che ajutano il maestro a tener in freno e ad insegnar l'abbaco ai più piccini. Anche questo quindi ^ un altro impiego lucrativo per gli allievi i quali si mostrano assai soddisfatti d'esser prescelti per tale occupazione. 11 lettore avrà potuto rilevare da quanto abbiamo fin qui detto che la scuola dei pezzenti è una istituzione sui generis, che non ha raffronto da noi, dove l'asilo infantile e il ricovero pei discoli sono pressoché soli aperti ai fanciulli poverissimi ed abbandonati. Le note caratteristiche della Hagged Schools sono; l.° 11 dare simultaneamente l'istruzione intellettuale e morale, e quella industriale. 2.° L'esclusione di tutti que' fanciulli che possono frequentare altre scuole coi mezzi di cui dispongono (vi sono scuole pubbliche dove i parenti pagano per l'istruzione 1 penny, ossia dieci centesimi alla settimana.) 3 ° Il patronato esercitato a favore degli allievi stessi quando lasciano la scuola, continuando loro l'istruzione serale. Questa istituzione risponde ad un bisogno che si fa ogni giorno maggiormente sentire nei centri popolosi, ove l'accumulamento de'più svariati eie-nienti produce bensì la maggior somma di vantaggi, ma crea ilo! pani 0 massimo numero di miserie. Per fortuna nelle provincie settentrionali della nostra I-taiia non è nò grandissima, nò minacciosa la parte viziala della società. 1 truffatori in una sfera coni-jparativamente elevata, costituiscono è vero una piaga sociale, ma le associazioni de'ladri, de'malfattori, «egli assassini o banditi, ecc., non possono essere considerate come un pericolo grave per la pubblica quiete. Nelle provincie del mezzodì invece, quella clie i francesi chiamano la gouape, e che noi denominiamo la canaglia, se ci incomoda gravemente nel presente, è per di più una catena al piede che rallenta il movimento ascendentale dell' incivilimento e del riordinamento dell'intiero regno. I rapporti ufficiali parlano ad ogni istante della completa soppressione del brigantaggio. Ma questa asserzione che vogliamo credere frutto di una convinzione profonda, non è in tutto basata sul vero. Il brigantaggio si ringiovanisce ogni anno, si rimpolpa, con queir elemento oblato al vizio che brulica nelle vie d'ogni borgata e d'ogni città. Questo sangue fresco che ravviva la camorra, sgorga da una fonte che nè le bajonette, nè le fucilazioni, nè le forche, nè l'arbitrio di una legge marziale, non inaridiranno si presto. ignoranza, l'ozio, l'abbandono, per parte della famigiia, ecco gli atomi di cui si compone quella schiuma umana che coli'andar de^li anni si concreta in briganti, in camorristi, in affigliati della Maffia, ecc. Egli è come rimedio efficace per guarir tanti mali, come preventivo di tante colpe, che vorremmo veder favorita la istituzione dì quelle scuole speciali, elio con voce vernacola napoletana potremmo, chiamare, scuola dei Lazzari. Noi siamo convinti, che se s'impiegassero anche più milioni per istabilire quest'opera di carità e di alta utilità pubblica, si avrebbe, dopo pochi anni, una considerevole economia nel poter far senza d'un corpo intiero di truppa sul piede di guerra, e si godrebbe del vantaggio d'impiegare per l'agricoltura e l'industria tante braccia, inerti prima, o destinate al maneggio del pugnale e alla perpetrarne d'ogni delitto. Vorremmo che qualche eletta intelligenza si dedicasse fra noi allo studio delle scuole di cui abbiamo voluto delineare la fisionomia, e crediamo che i frutti di una investigazione scrupolosa e profonda, sussidiata dalla inesauribile carità de'nostri concittadini, potrebbero tornar di vantaggio a questa nostra terra d'Italia, che tutti speriamo veder coronata, in un non lontano avvenire, col serto glorioso dei pacifici trionfi. Pi sino, febbraro. (A. C.) Se le impazienze d'un legittimo desiderio non venissero moderate dall'esperienza che c' insegna come le cose buone vengono a beli' agio, noi saremmo per dubitare della promessaci ferrovia, della quale dopo tracciatine progetti a gara, più non se ne fece seria questione. Ma so la cosa non è ancora al vero punto di maturità, c' è però la certezza morale che non tarderà a giungervi; poiché lo esige la posizione della provincia e i rapporti che per essa si collegano. Venga la ferrovia e s'accheti il ragionare e lo frazionare perpetuo riguardo lo strade dell'interno della provincia! Le qiuli progettale o fatte pro- vocano discrepanze tra i luoghi del paese; che se questi pur desiderano strade, non possono intendersela specialmente circa la direzione delle medesime. La ferrovia che attraverserà l'Istria sarà 1' arteria vitale delle comunicazioni, e le stazioni della medesima diverranno i punti fissi ai quali dovranno dirigersi o convergere le altre vie. Per tal modo i concetti fantastici, gli aspiri d'egoismo, le velleità di campanile cadranno dinanzi ai fatti; si comprenderà quanto poco valse agir contro la topografia, credendo il commercio e le città sorgano dipendentemente a vie. dovunque esse si aprano. Gli è cosa ragionevole, dove ci sieno luoghi abitati, di provvedere alle comunicazioni; però qui non si fece mai studio delle condizioni del paese nè si concepì il piano corrispondente per una rete stradale. A ciò fare ci sarà stata anche un po'di difficoltà per la natura de'luoghi stessi, i quali dal primo formarsi loro, sopra terreno accidentato e ebe offre sì poca scolta di buona pastura, non poterono o l'uno o l'altro prevalere sicché dovessero preferirsi que' tali a principali punti per dirigervi le strade. I primi abitatori di questa regione scelsero iu generale posizioni eminenti perchè più sicura e salubri, e dove il poterono, a ridosso delle valli, per profittare delle condizioni clic offriva il monte e la valle, di spesso occupando le estreme sporgenze che presentavano facile difesa e qualche strato solido su cui stabilmente poggiarsi ; e così formaronsi quegli abitati piccoli e spersi, che iu parte vennero poi abbondanti, ed altri per peculiari opportunità accresciuti divennero le ville, le borgate d'oggidì, (") circoscritte a sé entro agro limitato, e tra cui non di rado un casale di pochi a-bitanli acquistava supremazia perchè sede parocchiale. Ora si può osservare che per quanto questi luoghi e casali si prospettano ed in liuea visuale non troppo da essi distanno, vi è tut-t'altro che opportunità di comunicazione, e couviene da cia-schedun luogo retrocedere verso il dosso del rispettivo monte e fare il giro onde venire all' altro. Ed ecco che in conseguenza di tali ostacoli naturali e della poca prevalenza di luoghi ai quali decisamente convenisse dirigere le vie, fece sì che queste come a caso da un luogo all' altro serpeggiassero. Quindi valutando queste condizioni, le strade fatte e quelle per avventura da farsi dovrebbero attraversare la regione in modo che venissero dirette secondo lo richiede la topografia del paese e l'interesse complessivo di tutti i casali senza riguardo o parzialità pel rispettivo campanile. È da riflettere qui non essere il caso di commerci e carreggi che c' impongono a far monti a far gallerie in ogni comune, ma che lo squallore di certe contrade è cronico, insanabile. A tali condizioni si trovano in ispecialità i paesi sul tassello, dove a stento cresce il pane e sono scarsi i pascoli e gli arbusti; dove il sole di primavera par ironico sorriso, e l'ardente d'estate, prepotenza superna. Havvi in queste ragioni u- (") I cosi detti castellieri, che da venticinque anni a questa parte si rinvennero sparsi per tutto il paese, e si credette fossero forliìizj romani, perchè a cavalier delle strade e delle valli e in posizioni dominanti; e che dopo scopertine molli sì ritennero luoghi ove pure stanziassero i Celti, ora fu troiaio essere questi contemporanei alle palafitte o abitazioni lacustri dell' età della pietra. Colesti ricinti a vallo circolare vennero a-dunque piantati dai primi abitanti in ogni buon punto del paese, poscia più o meno occupali dai Celti ed utilizzati dai Romani, e su quelli ove chiamava V opportunità si formarono di seguilo le sedi stabili della popolazione. va la quale giunge a maturazione perfetta, per cui vi si ottiene buon vino, e chi ha più agio ne fa liquore squisitissimo, tanto, come suol dirsi per gli amici. E quando l'accidente porta delle persone dabbene colà a pigliare un pasto abborracciato del buono e del migliore che offrir possa un' anima cortese ivi relegata, e si tracanni di quel magico liquore, l'occhio ciò che vede centuplica, e ciò che non vede crea. Quelle forre, que'clivi, con quattro chiacchiere si rivestono di olivi, di macchie, di vignetti, e a trasportare 1' olio, il vino e le legna ci vuole una strada, che tosto si progetta e si promette. Siccome poi dalla possibilità assoluta alla [ossibilità relativa ci corre, le stiade si rimasero ancora, anziché del presente, opre a farsi nel sempre atteso miglior avvenire. Ora però la ferrovia ci darà l'unico e vero indirizzo a emendare e semplificare la rete stradale della provincia. notizia musicale. Irene, dramma lirico in quallro atli di Ferdinando Pagavini, con musica del Maestro Alberto Gio-vannini. Fu veramente splendido il successo che ottenne sulle non fucili scene del teatro di Modena la sera del 9 febbraro il primo lavoro musicale del Maestro Alberto Giovannini, c noi che V abbiamo ad umico e concittadino non possiamo non rallegrarcene sapendo quanto sia in lui l'amore dell'arie, il sentimento del bello, e la potenza della leggiadra fantasìa per proseguire animoso nella nobile palestra, e per conquistare nuovi allori. Tra i varj giudizi recali dai giornali italiani, crediamo di accordare la preferenza a quello che dettava nel Panaro /'esimio Maestro Alessandro Gandini. in cui è puri la dottrina all''imparzialità. (lied.) La musica dell' Irene è di genere severo e grandioso. L'autore di essa deve aver l'alto profondi studi sui classici tedeschi; giacché l'intreccio accurato delle parli d'orchestra, e certe tinte caratteristiche proprie di quella maniera, ne somministrano le prove. Ma in pari tempo apparisce che il suo genio fu educalo alla pura fonte della scuola italiana, sia per Faggiustatez-za del ritmo, come per l'eleganza dei concedi melodici. In diversi pezzi rilevasi un vero carattere originale, e dove talvolta questo venga meno, le idee non nuove sono sempre vestile di sembianze distinte. Puos-si condonare in un primo lavoro qualche lieve reminiscenza, quando si consideri, che le Opere più stimate di celebri maestri non di rado danno a conoscere le sorgenti ove essi attinsero i loro modelli. Stile dignitoso e giusto sentire nel collegare i suoni colla frase poetica, sono pregi che si riscontrano nella musica dell' Irene, la cui tavolozza strumentale è ricca di vivacissime tinte. Troverei alcune volte troppo curati certi moti armonici, perchè lasciano scoprire l'arte con detrimento della spontaneità; come pure sarebbe miglior consiglio di non cambiare i tempi così di frequente, per rendere più agevole l'esecuzione. Ciò detto in genere, passo in ispeeìe alla rivista dei pezzi più salienti di questa produzione. L'Opera viene preceduta da un Preludio di tipo austero, il cui studiato artifizio lo rende poco accessibile all'intelligenza di chi non è espertissimo nell'arte. L'Introduzione è vivace. Sul compiersi di essa presentasi un Coro di devoli a voci soprane nell' interno di una chiesa, nel mentre che al di fuori fa contrasto la sorpresa dei soldati clic l'ascoltano, alternandosi a vicenda con buon effetlo le voci dei tenori coi bassi. Qui si udirono i primi applausi d'approvazione. Il pezzo concertalo della scena terza, dopo l'arrivo di Jago, adempie a tutte le esigenze dell'arte: le parti cantanti sono mosse con maestria, e tulio il pensiero melodico cammina con fluidità ognor crescente. Ciò nulla meno venne accollo con rispettoso silenzio. Il Maeslro tenga conto di ciò, per regolarsi in avvenire a seconda che il pubblico ponderatamente darà il suo giudizio. Tutta la scena quarta è giuocata con mollo discernimento. Da prima s'ode un motivo, che poi si ripete durante l'opera ad ogni incontro d'Irene con Jago, quasi a ricordo de'loro scambievoli affetti. Vandantino a due in temilo di e/8 colle parole: Come stella che vivida splende, è d'un'inspirazione magica: il pensiero melodico e le delicate armonie che l'accompagnano formano un lutto, che vi sollewa all'etereo delirio di quelle illusioni, nelle quali si avvolgono i due amanti. Il pubblico ne risentì la dolce impressione, ed imparzialmente gli tributò i meritati eucomii. L'atto secondo ha principio colla Congiura dei Baroni di buona e robusta forma. La scena seconda riesce troppo lunga, contribuendo in gran parte a questa pecca la poesia. La scena del giardino è di genere campestre vagamente espressa tanto dall'istru-mentazione originale, quanto dalla spontaneità pei canti che si manifestano nella Romanza e nel Duellino fra Irene e Jago. Il Quartetto, che dà termine all'atto secondo, incomincia con sole voci a quattro parti reali in istile imitativo, fa il suo corso ccn facilita e chiarezza al sopraggiungere dell'accompagnamento, e si compie con melodie di vero gusto italiano. Questo pure fu accolto con freddezza. In seguito si svelerà, se il poterlo gustare sia una privativa riservata ai soli sacerdoti d'Apollo. Meli'atto terzo è brillante il Coro degli invitati alle nozze, come pure presenta una vera originalità la Canzone di Jago sotto spoglie di citaredo, alla quale succede il pezzo concertalo finale dell'atto stesso. In esso il maestro ha voluto sfoggiare quella erudizione musicale, di cui va fornito a dovizia, mettendo in mostra un lavoro d'arte. Vi è riuscito; ma, volendosi rendere più accetto alla generalità degli uditori, avrebbe forse ottenuto migliore intento coll'essere più sobrio di modulazioni e di cadenze. Quesl'è lo scoglio di chi ha soverchia energia, e quindi tornerà facile l'ammenda. Il buon successo ottenuto, dimostra, che chi l'ascoltava seppe apprezzarlo. Bello e spontaneo un Coro interno di boscaiuoli apre il quarto ed ultimo alto. Segue l'appassionata preghiera d'Irene, poi la Romanza di Jago ove riscontrasi tutta l'espressione del dolore. Il piccolo Duello della sfida tra Pirro e Jago è fregiato di non comuni tinte di forza, che si direbbero di scuola tedes-ca. Questo sublime concetto di musica drammatica lascia trasparire i germi di un genio nascente. 11 lamento dell'infelice Irene viene abilmente esposto tra i flebili accordi dell'arpa, nel mentre che l'irro e Jago fauno sentire con ottimo contrasto le note di rimorso e di disperazione. Il pubblico fu eccitato all'entusiasmo, e ripeutamente significò la sua soddi sfazione al valente Maestro. Sig. Giovannini : accettate sempre la critica a vostro profitto, come Apelle ascoltò il calzolaio: fate tesoro di ciò che il pubblico approva, perchè, in materia d'afTeli o, egli è il giudice competente : non vi sgomentino gli ostacoli, e così la via alla gloria vi sarà breve. Quanto è detto sull'esito dell'Opera nella Cronaca cittadina del Panaro al numero 40, è l'esposizione dei fatti. Ricalcherò le orme da essa tracciale soltanto onde rivolgere un tributo di lode alla signora Pelagatti-Visconti (Irene) per aver sostenuta la difficile sua parte con quel criterio clic distingue la vera artista. Il tenore Augusti (Iago) colla polente sua voce, e il baritono Fagotti (Pirro) glorioso veterano della scena, spiegarono i loro mezzi con felicissimo successo. Tutti gii altri cantanti, non che i Coristi e l'Orchestra contribuirono con premura e diligenza alla buona esecuzione di questo particolare lavoro. Concludo, col fare i miei rallegramenti, al sig. bavaglio Maestro concertatore e direttore d'orchestra, per aver mostrato vero amore all'arte nel disimpegna-jre l'arduo suo compito con molta perspicacia, e al pori. Manzini perchè sostiene sempre alta la sua fama nella parte scenografica e decorativa. Per questa volta mi permetterete di non farvi un' analisi minuta della prima rappresentazione dell' Irene del maestro Giovanini; io sono l'uomo «•he nelle prime sere d'un' opera nuova giudico sempre per impressione, e l'impressione per verità fu vivissima e per ogni rispetto favorevole -Jil maestro. Contentatevi dunque della cronaca pura e semplice del successo, il quale non poteva essere più lusingherò. Alcuni certo più intelligenti e meno impressionabili di quello che io mi sia ravvisarono in questa musica — e fin dalla prima udizione — un non so che di difficile e non troppo piano, ma tutti sono d' accordo nel sentenziare che è un lavoro seriamente pensato e coscienziosamente e -.seguito. In lavori come questi la critica non invida nè astiosa, ma grave ed assennata esercita sempre un' influenza santissima e domiua per così dire i giudizii 4> non troppo sani o immaturi. Così mi parve accadesse in questo teatro comunale la prima sera che si rappresentava l'Irene. Era un pubblico non meno numeroso che scelto e«l intelligente che accordava tutta la sua attenzione allo spartito del maestro Giovannini ; i più distinti compositori ed amatori e-rano qui giunti appositamente dalla dotta Bologna e da altre città vicine e facevano atto di presenza. I pezzi di fattura mirabile non si fecero lungamente aspettare, e dopo il coro del primo atfo e alla fine dell' atto stesso il giovane maestro, cui è destinato un beli' avvenire, venne per ripetute volte chiamato al proscenio, ove raccolse vivissimi applausi. Dopo il terzo e quarto atto le ovazioni si rinovarono clamorose, per cui si può dire che V Irene ebbe un'esito completo. (Mondo Artistico) La rappresentazione dell'/raie ha cresciuto il favore del pubblico verso questo nuovo spartito ; molte delle bellezze veramente originali che esso contiene si sono rivelate alla seconda audizione, e ormai si può ben dire che V Irene è destinata ad occupare un bel posto nel repertorio delle Opere moderne. Vogliamo dire una parola d' elogio al giovane istruttore dei cori, che nell'/rene tengono un posto assai importante, sig. Marmiroli. Anche ieri sera si ebbero applaus i agli artisti e chiamate al proscenio del maestro Giovannini. (Panaro) Notizie recentissime da Modena ci recano che alla terza rappresentazione dell'opera nuova: Irene, del maestro Giovannini, il favore del pubblico crebbe anziché diminuire. Per la quarta rappresentazione non vi erano nè palchi nè sedie disponibili. (Foglio cit.J *** Da Modena ei scrivono che la /rene, prima opera del maestro Giovannini, della quale abbiamo già annunciato il successo, va crescendo nella estimazione e simpatia universale. Ier l'altro sera, ottava rappresentazione, il teatro era pieno zeppo, come la prima sera, e li applausi più vivi e spontanei che mai. Sappiamo anche che un editore musicale della nostra città s'è recato espressamente a Modena, essendo intenzionato di acquistare lo spartito. 11 maestro ha già ricevuto parecchie proposte, tra le altre da Bologna e da Firenze, ove si vorrebbe dare la sua opera nella prossima stagione di quaresima. Tutti questi fatti convincono che qui siamo in presenza di un successo serio, vero, promettente ; e davvero crediamo che ce ne fosse bisogno. Auguriamo che Milano possa cresimare presto il nuovo astro che sorge. (Perseveranza)» errata-corrige. A pagina 479, linea 31. prima colonna, invece di menzogne, come porta la stampa, va posto magagne. Nella pagina stessa, seconda colonna, linea 42, in luogo di spiegai-e, spiccare. A pagina 4SO, prima colonna, linea 56 dov'è si rinnovino, leggasi si rimuovano.