, / ANNO VI—N. 3*. ili II'."! . .. ; j:<>u i ili ;,!if)!l i' Sabbato 13 Settembre 1851 I .. < Esce una volta per settimana il SabbatO. — Prezzo anticipato d'abbonamento annui fiorini 5. Semestre inproportione. ;t£li L'abbonamento non va pagato'ad altri che alla Hedatiorfe, i, : :' ..,; >'> i,i i DELL* ALPE GIULIA La tavola teodosiana, della quale più volte ci è accaduto di far parola ed uso, quella tavola che. è la più antica testimonianza della geografia dei romani, segna fra Aquileja e Trieste un fiume che sgorgando da montagna corre dapprima a mo' di meandro, poi si getta in un lago tra il quale ed il mare non vi ha comunicazione alcuna visibile. Al Fiume è sovrapposto- il nome Fluvius Frigidus, nome che si vede' ripetuto per indicare la mansione o cambiatura di cavalli a questo fiume medesimo, su quella strada imperiale che uscita da Aquileja passava a 14 miglia da questa ;il ponte dell'Isonzo, poi a«distanza non indicata ma che. dovrebbe essere 15 veniva al Frigido, dal quale dopo il corso di 15 miglia trovavasi in Alpe Julia, dopo altre 5 in Longatico, dopo altre 6 in Nauporlo, dal quale fino a Lubiana stavano 12 miglia. Questa strada riscontrata sul terreno darebbe la linea e le stazioni che siamo per dire : Aquileja, Ponte di Manizza, Sabla sui Vipacdo, Hruschizza sul Nanos, Logatez o Loitsch, Ober-laybach, Laybach con mirabile concordanza di distanze. Questa strada attraverso il Monte Nanos che è indubbiamente l'Alpe Julia, era frequentata anzi postale ancor nel secolo passato, vi si rinvennero colonne miliarie, miseramente perdute, nel sito di Hruschizza vi sono le fondamenta di un castello romano, al quale terminava, o se si preferisce cominciava il vallo che inchiudendo il territorio dei Catali scendeva fino a Fiume, e del quale rimangono gli avanzi; in Hruschizza vi sono due basi già di statue, sull'una delle quali le parole BONO •REIP • NATO additano che fosse in onore d'Imperatore dei tempi più tardi; di Massimiano forse collega di Diocleziano, o di Licinio collega di Costantino, le di cui leggende furono poi cancellate, quando la loro memoria venne dannata ad infamia. Hruschizza era dell' antico Agro triestino, ed in lei si verifica il passo di antico Storico il quale narra come un imperatore mosso da Lubiana ad Aquileja avesse sull' alpe raggiunto il confine fra Nauporto che era comune foggiato come Municipio, e Trieste, confine, che fu di giurisdizione ecclesiastica dei Prelati di Trieste fino al dechinare del secolo passato. In quel sito (gentile comunicazione fattaci dal direttore del Museo di Lubiana Sig. Freyer) v' era una gran porta, vi si rinvennero armi e monete ; la grande muraglia è grossa 6 piedi viennesi, lo torri di questa sono quadrate ed hanno la larghezza di 5 tese viennesi. Recentemente la strada fu riattata, e da Logatez ad Aidussina attraverso il Nanos la via è per quindici miglia romane più breve che non per 1' odier- éóa strada 'postale per Planina, Adelsbergf Prewald vipacco. ■ '-:» :„,.,., i,...j;-.-,;:.1 La strada segnata dalla tavola corrispondealla linea da noi segnata anche per quelle indicazioni di posizione che possono attendersi dalla tavola teodosiana, imperciocché la strada venendo da Manizza avrebbe attraversato il fiume Frigido à Sabla passando dal lato destro al sinir stro, ed il fiume avrebbe fatto una-svolta al di sopra della strada; così è diflatti perchè il Frigido è veramente il Hubel che sgorga da Fucine ; Fucine slavo, Frigido latino, Wipawa celtico hanno lo stesso significato; quel filone che oggidì continua ad avere nome di Vipacco, e che scertde dal luogo di questo nome non è veramente l'antico Frigido. Là dove nella tavola stà scritto ronte Sonti non vi ha indicazione di fiume con segno di corso, om-missione o dei copisti della tavola, od originaria per la niuna celebrità di quel fiume. II fiume Frigido sbocca secondo la tavola in lago bislungo, entrandovi per una delle estremità del medesimo; il lago non ha emissario alcuno come si è accennato più sopra. A settentrione del lago vi sta segnato un edilìzio che alla forma indica bagno, e questo è certamente la termale oggidì detta di Monfalcone, che allora era isola, unita per ponte alla terraferma dal lato dove appunto oggidì stà Monfalcone ; ed era presso le fonti del Timavo, come è anche indicato con scrittura posta al di sopra del segno dell' edifizio. Questo segno dell' edi-fizio avrebbe dovuto collocarsi in quel lembo di terra che nella tavola apparisce fra il lago ed il mare, ma il lembo è sulla tavola tanto ristretto che non vi potrebbe segnarsi, nè poteva segnarsi nel sito ove è indicato mare. Lo si collocò al settentrione del lago anziché a mezzogiorno certamente per comodità di sito, e questo collocamento fuor di sito non imbarazzava quelli che del terreno avevano conoscenza. Il Iago della Tavola non è l'e-stuario del Timavo, perchè quest' era ed è in diretta comunicazione col mare, e se fosse 1' estuario, le terme sarebbero del pari male collocete, a settentrione cioè dell'estuario mentre stavano e stanno a mezzogiorno. La Tavola nelle indicazioni della provincia d'Istria ha patito errori di ammanuense su tutta la linea ed anche più oltre. Da Aquileja al seno flanatico tre sono i segni di colonia 1' uno in fondo al seno triestino, l'altro alla metà della spiaggia istriana, il terzo nell' estremità della penisola ; questi tre segni corrispondono a Trieste che per testimonio di lapidi e di Scrittori fu colonia, a Parenzo che per autorità di lapide fu colonia a Pola che è colonia notissima. La posizione dei nomi è sconvolta, il nome di Trieste è posto ove non vi ha alcun segno nè' di città nè di colonia è verrebbe a stare presso Duino; il nome di Parenzo è posto ove veramente è la posizione materiale di Trieste il nome di Pola, ove è la posizione di Parerizo; ed al vero sito di Pola è posto il nome di Portus Phla-naticus con segno di colonia, mentre questo non è che il porto di Pola sul Quarnero, u porto che oggidì è Me-dolino, ove mai fu colonia; il nome di Albona in luogo di essere sulla sponda occidentale del Carnero sulla penisola istriana ove veramente stà Albona, si legge scritto suir opposta sponda croatica. Or procedendo alla rettifi»% cazione dell'apposizione dei nomi, ne viene una dislocazione generale, il nome Pola va scritto ove sta quello di Portollanatico, il nome di Parenzo ove stà quello di Pola, il nome di Trieste ove stà quello di Parenzo. E così facendo lo terme di Monfalcone vanno dislocate e poste dove stà scritto Tergeste, e non solo vi ha sito nella tavola di collocarle, ma la collocazione a questo luogo corrisponde alla vera posizione topica delle terme medesime. Per tale rettificazione il lago nel quale influisce il Frigido dovrebbe collocarsi fra il ponte dell' Isonzo e le colline della valle del Vipacco tra le quali corre il Frigido. Esplorato quel terreno le testimonianze di antico lago sono ancora visibili nel terreno depresso traRubbia e Merna ed ancor più sopra, nelle sponde rialzate di molto, ed aveva lunghezza di cinque miglia romane od una lega austriaca se non più, e media larghezza di un miglio, la sponda del lago che lo chiudeva contro le basse del Friuli era fra i colli di Farra, ed i colli inferiori a Rub-bia nel sito che più s' avvicinano ; il lago aveva livello più alto che non i campi inferiori. In questo lago influivano le aque placide e lente del Yipacco, influivano le aque dell' Isonzo, fiumi ambedue che appunto per non essere scesi nei tempi di Plinio al mare, non furono da lui menzionati, nè alcun porto che avessero formato alla foce; pure desso non ommise di registrare anche fiumi minori che scendevano al mare. Questo lago mandava le ordinarie sue acque attraverso il Carso, pel lago di Jamiano per quello di Pietrarossa, e per sotterranei cuniculi nel-1'estuario del Timavo, venendo anche ad ingrossare presso S. Giovanni 1' emissario del Timavo superiore. Pensiamo che le piene straordinarie avessero strada per letto ordinariamente secco che passava sotto il ponte romano di Ronchi, seppure altra aqua veniente dal lago del Frigido non sgorgava dal monte presso Redipuglia e Vermeglia-no, come avviene oggidì colla Roja di Monfalcone sebbene piccola di quantità. Noi pensiamo che le ghiaje portate dall'Isonzo avendo difficoltato il passaggio tra Merna e Rubbia attraverso il Carso, l'Isonzo per repentina piena si fosse aperta la via tra Farra e Rubbia aprendosi novello, letto pel quale il lago del Frigido ebbe a scaricarsi lasciando le aque dell' Isonzo e del Frigido in livello assai più basso dell'antico, e quale è oggidì. Lo scarico del lago del Frigido forse trasse di conseguenza lo scarico di qualche altro lago superiore nella valle del Vipacco. Ma queste cose diciamo per quel giudizio che potemmo fare colla semplice inspezione del terreno, senza alcuno studio che pure è indispensabile a riconoscere e- sattamente. E per la presenza di questo lago del Frigido, verrebbe fatta verità queir ipotesi del lierini che voleva il Frigido e l'Isonzo avessero attraversato il Carso per uscire al Timavo odierno. In quale epoca avvenisse questo scarico noi confessiamo di non saperla; non sai ebbe inverosimile che fosse nel 587, quando a detta di Paolo Warnefried : "Eo tempore fuit aquae diluvium in finibus Venetiarum et Liguriae caeterisque regionibus Italiae quale maximum post Noe tempora creditur non fuisse. Factae sunt lacunae possessionum seu villarum, hominumque pa-riter et pecudum magnus interitus. Destructa sunt itinera, dissipatae viae etc.„ Lib. III. 11. La storia della terra di queste Alpi Giulie è scritta sul terreno medesimo col dito di Dio, ed a chi imprendesse di volerla leggere, svelerebbe assai cose che ai viventi sono di meraviglia, perchè inesplicabili ; svelerebbe assai cose delle quali abbiamo se non desiderio spesso bisogno. Certo si è che grandi cangiamenti seguirono sulla faccia di queste pendici dell' Alpi Giulie, sull' uno come sull' altro versante. La presenza di antichi laghi non è rara, la ricognizione degli antichi laghi, darebbe ragione perfino di avvenimenti storici. Abbiamo altravolta toccato dei laghi di Jamiano e di Pietrarossa,* nè oggidì ci arresteremo a quel solo del Frigido. La Valdarsa a piedi del Monte Maggiore ha un lago, il quale se dovesse badarsi alle carte geografiche lo si direbbe formato dallo scolo dei torrenti che vi influiscono, ma così non è, imperciocché questi sono torrentelli di breve corso asciutti per la maggior parte dell' anno ; il lago è formato sulla foggia di quello di Jamiano, per aqua che sorge sotterrane,", e che ha emissarii sotterranei; l'Arsa non ha emissario a cielo che in gaso di rotta straordinaria d'aque, ha bensì cuniculi sott'aqua pei quali si scarica, il livello del lago crediamo dipendere dal livello di altre aque ignote, sotterranee. Sul piano di Grobnico al settentrione ' di Fiume vi ha letto abbandonato di Iago, che nell' arena, nei ciottoli mostra la presenza antica di aque. Nel secolo XV era ancor lago, ora non più, essicatosi per causa che non ci è nota, ma che potressimo supporre in qualche fessura apertasi o per terremoto o per crollo, la quale concede alle aque di scendere direttamente a sito più basso. E così forse avverrà del lago che stà sull' isola di Cherso, certamente non formato da quel breve compluvio di monti che lo circondano. La vallata di Planina, oggidì vallata soltanto, attraverso la quale scorre la Unz che da sotterra sgorga, e sotterra ritorna, era a nostro credere nei tempi antichi un lago soltanto, come era quello di Pietrarossa, ed era questo lago di Planina una continuazione sotterranea di quello maggiore di Zirknitz e di altro che diressimo di Laas, tutti poi continuati nell'altro lago tra Oberlaybach e Laybach, unico che avesse emissario allo scoperto per gettarsi nella Sava. Tutti questi laghi hanno oggidì cangiato di aspetto, quello di Laas e di Planina sono vallate, quello di Zirknitz non è Iago tutto il tempo dell'anno; quello di Lubiana, una parte soltanto è maremma, il più è già dissodato ; le opere moderne per la strada ferrata saranno occasione che cangierà forma. Così l'Alpe Giulia nel varco più depresso aveva al di là del filone di monti un secondo confine naturale di laghi; le fitte boscaglie per èspri monti difficoltavano il passo. Lo che giustificherebbe il motivo pel quale i romani aprirono la grande loro strada a Lubiana attraverso il Nanos, e nessuna principale aprissero attraverso i monti dal Nanos a Fiume; darebbe ragione perchè Augusto volendo forzare i Giapidi nel loro paese medesimo, vi penetrasse passando per territorio e città che era Pannonica, per Lubiana cioè, dacché 4a strada prossima e diretta che da Trieste metteva a Laas non era tale da arrischiarvi un' armata, perchè stretto lo calle, ed attraversò monti asprissimi fra selve antiche, fra laghi. Oggidì la strada postale passa da Adelsberg a Loitsch su linea dagli antichi non praticata, ma tanto è lo saliscendi, tale il cangiare direzione che ben si manifesta strada .posta a caso anzi che additata dall' arte. I monti aspri che stanno fra Adelsberg e Planina coperti di boscaglie segnano veramente il confine fra due regioni diverse per fisica configurazione, su quei monti stà ancora la muraglia che era confine del territorio romano contro i Giapidi, ed al di quà della quale a-vevano stanza i Catali che erano della famiglia dei Carni, e che coprivano il paese fra la muraglia, il Timavo superiore ed il Nanos. Del lago di Planina è avvenuto ciò che del lago di Pietrarossa al Timavo, interrì lasciando il corso soltanto al fiume che vi scorre frammezzo. Poco dissimile fu il destino del lago di Lubiana, del quale parte è già terreno solido, parte è ancor maremma attraversata dal fiume che ha la profondità d' aqua di 36 piedi viennesi, mentre il terreno molle è profondo 50 piedi; 1' aqua si alza talvolta 3 tese ossia 18 piedi oltre il pelo ordinario coprendo la valle tutta quanta è, e dandole forma di lago come aveva anticamente. Ciò che oggidì è terreno maremmoso si compone dapprima di uno strato di torba poi uno strato di fanghiglia argillosa simile a quella che è nelle saline di mare, poi e sino al fondo una poltiglia che potrebbe dirsi liquida, tanto è molle, di argilla biancastra; per cui lo strato superiore può veramente dirsi galleggiante. Noi pensiamo che il lago di Lubiana stia in comunicazione sotterranea con quello di Planina, con quello di Zirkniz, con quello di Laas, coli' aqua della I'iuka che scorre ad Adelsberg, mostrando in grandi dimensioni nel versante orientale dell' Alpe Giulia, quegli slessi fenomeni che in minori dimensioni si mostrano nel versante occidentale, al Timavo superiore ed all'inferiore. Bella luce su questa idrografia dell' Alpe Giulia si attendeva dalle esplorazioni cominciate nell' anno decorso e nel presente dal Dr. Schmidl di Vienna ; ma col cessare delle esplorazioni, cessarono anche le pubblicazioni dei risultali e dei ragionamenti; la quale cessazione tanto più riesce di danno, quantochè tornando spesso fra noi la parola sulle aque pel bisogno urgente che se ne ha, le menti tornano spesso alla semplicità dei vecchi nostri, che assai calcolavano sul caso, sul caso che come si frammette nelle speculazioni mercantili, si pensa che abbia gran parte nelle altre faccende della vita. Girando 1' occhio sulle Alpi che chiudono Italia dal lato di settentrione; veggonsi e su l'uno e sull'altro versante frequenti laghi tutt' ora duranti, non tutti formati soltanto dai Dumi che visibilmente vi scorrono entro ; nelle parti piane dal lato di mezzogiorno dura la me- moria e vi sono testimonianze di altri laghi, essiccati o per arte o per opera di natura. A noi sembra che l'Alpe Giulia in; piccole dimensioni, offra li slessi fenomeni, aggiuntovi quel maraviglioso e strano che proviene dalle foracchiature interne dell' alpi, attraverso le quali passano le aque ' " '.rif-h!;,'. ••' i i : j . di alche castella ìkell' istria E SITI« CARSO. , ' \ j '<•:•■•■■ • ,.. ;; . II Professore Bianchi di Udine ci ha gentilmente favorito copia del Concordio celebrato nel 1274 inCividale fra il Patriarca di Aquileja Bertrando ed il Conte di Gorizia Alberto II. che era contemporaneamente Conte d'Istria. Belle notizie si contengono in questo diploma, per le storie poco curate di quei tempi, e per la geografia del medio évo neppure questa curata. L'Istria nei tempi di mezzo era troppo sensibilmente divisa in due, la municipale che comprendeva le sei città, e la provinciale o baronale che comprendeva pressoché tutta la campagna, ambedue sotto il potere marchesale, poco calcolato e dalla municipale e dalla provinciale, anzi spesso trattato come inimico, da ambedue, sia isolatamente, sia combinatamente, la municipale poi se pon costantemente avversa alla provinciale, sempre però straniera. Dal che ne venne che gli scrittori delle cose municipali, facendosi a raccogliere le memorie degli avvenimenti passati, curarono soltanto dei municipii, talché a leggere le notizie di cotestoro, o si viene a pensare che tutta l'Istria sia stata municipale o se vi fu qualcosa di provinciale non fu che passeggera e di poco conto; quelle stesse cose che toccano dell'Istria provinciale sono sì vaghe, da non trarne altro convincimento se non di pressoché niuna conoscenza degli scrittori in tale argomento. L'Istria provinciale non ebbe alcuno che ne raccogliesse le memorie; nel tempo in cui il reggimento baronale fu in fiore, crediamo bene che nè il Conte, nè i baroni si occupassero di lettura o di lettere, intenti piuttosto al maneggio della spada e della lancia sia contro uomini, in guerra, sia contro animali, in pace, cliè la caccia fu considerata diletto ed occupazione da nobili; ed è ben facile a credersi che i loro cappellani, che insieme erano la loro penna, non fossero poi eccellenti nelle lettere; ma sarebbe sorpresa il non trovare qualche altro ecclesiastico prebendato, o qualche cenobita che non abbia fatto argomento di suo lavoro la provincia medesima, se altri indizi non vi fossero da mostrare che neppure questi fossero disposti a camminare per quelle vie. Aquileja che aveva la dominazione dell'Istria tutta e municipale e provinciale, era lontana, e per di più spesso in ostilità, così che nè allettamento ebbe, ne facilità di occuparsi delle storie nostre. Parlamenti provinciali vennero tenuti, nel tempo della dominazione patriarchina ; ma gli atti mancano onninamente, passati come suona la fama da Capodistria a Venezia; ma non è facile il dirsi se fossero diete o non piuttosto Tribunali provinciali di giustizia; i Conti non tennero parlamenti o diete, nè crediamo che avessero diritto di farlo; Venezia non tenna nò parlamenti, nò giustizie provinciali, concentrato ogni potere di istanza superiore nei Tribunali e Magistrature dello Stato. Ed a siffatte deficienze è da ascriversi so li p ensamenti oggigiorno sono sì contraddienti, e se di parecchie cose siamo all'oscuro, di altre non sappiamo trovare ragione. Per ritornare al Concordio fra Patriarca e Conte diremo che dovendo desso dare cauzione al Patriarca la diedero per lui i suoi grandi vassalli, com' era anche lor obbligo. E questi furono Ugone di Duino, Enrico di Pisino, Volchero e Yolrico di Rifimberg, Filippo di Raspurg, Alberto di Grifmstein, Conrado 'di Ungerspach, Enrico de Gises, Gerloco di Heberstein, Americo di Gol-purch, Ottone di Schwarzeneck, Ottone di Gorizia, Nicolò di Dorumberg, Federico di Mimilano, Collo de Walchen-stein, Ravino de Wincumberg, Volrico Svarze.nanni, Die-trico di Suonumberg, Jacopo de Ragogna, Enrico Zivich de Trabunch. I nomi tutti che portano queste persone non sono gentilizi, chè il sistema familiare e gentilizio romano non fu allora usitato nemmeno nei municipii, che tanto avevano conservato delle instituzioni romane. I nomi sono baronali, sono i nonii delle possessioni loro, e parecchi di questi nomi sono noti, d'altri è ignoto quali fossero e dove, erano certamente tutti per entro la giurisdizione Comitale di Alberto, non patriarchina. Duino, Pisino, Ungersbach, Schwarzenegg, Gorizia, Dorumberg non han bisogno di una sola parola. Rifimberg è l'odierno Reiffemberg, Mimilano è l'odierno Momiano, Raspurg è Raspo, Vincumberg è il Finfemberg presso Trieste, ma degli altri dovressimo dire: non sappiamo. Altra volta abbiamo avvertito che i luoghi di compagna conservano il loro nome originario nelle varie lingue che ne fecero semplice traduzione. Walchenstein sta scritto nel diploma, ma e in questo ed in altri vedemmo scritto Wincumberg, mentre nella lingua parlata si dice Fincumberg, travolto poi in Finfenberg, che interpretarono cinque monti. Non esitiamo a rettificare la scrittura in Falfcensfein che voltato in italiano è precisamente Montefalcone. Del quale luogo che fu municipale e del Patriarca diremo che nello stesso diploma ed in altri posteriori è detto Fomnnvo od italianamente Mercato nuovo, e sotto nome di Neumarkt lo troviamo in un diploma' di Federico III, che per questo nome ci ha dato qualche travaglio; Monfalcone è nome odierno' preso da luogo prossimo. Il Sire di Fal-kenstein era il Sire di Montefalcone. Griftnstein sarebbe il monte dell' awoltojo, il sire di Greifenstein in tpmpi posteriori lo vediamo in bella! onoranza del Conte, d* Istria, il suo possesso non era degli inlini. S. Daniele sul,'Carso non era baronia dei Pa-' triarchi, nè fu municipio^ è naturale che fosse del Conte. Stagno!, Stagno, il dicono gli odierni, locchè è corruzione del nóme di S. Daniel, ma una parte di quella borgata ha nome di Cobdil, dej quale v'è. il superiore e l'inferióre";' Cobez nella lingua slava qui parlata; significa av-voltojp. Noi vorressimo collocare Greifenstein in S. Da-1 niele che fu baronìa fino ai nostri giorni, nei quali si ' '••»■<•' il) . , .■■■■) ■ sciolse nelle mani dei Nobili Ritter de Zahoni, cho l'ebbero per aquisto da nobile famiglia goriziana; ma quelli che sanno, di slavo dicano meglio. , ; Eberslein sarebbe Monte dei cignali. Fra i vassalli. del Conte non figura il Siro di Marenfels o Lupo-glau, pure quella baronia era di gran conto a segno di avere, almeno più. tardi le giustizie maggiori. Nel 1400 i lo possedeva una donna ultima della sua casa che lo portò in dote ad un Gontiero di Herberstein e questa donna era Anna de Eberstein. Schwarzemanni aggiunto in genitivo al nome di Volrico dovrebbe indicare paternità, non baronia, che sempre si indica col de, a segno che il de presso i tedeschi è segno di nobiltà, mentre gli italiani la esprimono coli'indicare nobil uomi>. Di questo Volrico non facciamo ricerca. Suonumberi) dovrebbe indicare monte dei Cigni, e dovrebbe cercarsi in prossimità a qualche superficie maggiore d' aqua, e noi non sapressimo vederla meglio che nel lago d'Arsa. E presso a quel lago vi ha ancora il castello di Sumberg, 1' ultimo possessore del quale fu il Conte Paolo Brigido. Golpurg dovrebbe dire Castel d' oro, ma forse non è più che Golzana col quale era unito Barbane, che era del Conte d'Istiia; ma di questo e d'altri luoghi non altro diremo, invitando all' invece altri che miglior chiave ritrovi, o che meglio usi della nostra. Il diploma dal quale abbiamo tratto le cose fin qui dette, registra i nomi di altre castella che in odio al patriarca erano state guastate dal Conte e dagli aderenti suoi: Castelverde che'noi supponiamo erroneamente scritto in luogo di Castelvenere, Pietra pelosa, Voitsberg che pensiamo essere , Voissiza, Musche o Muscardi, Visnawich, che non sappiamo ove sieno, Zazilet che è Xaxid nel territorio di Capodistria. n nome di ReifFenberg è frequentissimo fra i predicati (nomi delle baronie) dei cavalieri al seguito dei Conti d' Istria, però noi non sapressimo dubitare che questo Reifenberg sia alle sponde del Vipac-co. Da memoria dell' anno 1419 si apprende che Capodistria aveva" fatta pace col Conte di Gorizia per riguarda a rteifuenberg, Schwarzeneg e Castelnovo, pace confermata dal Principe Veneto. Queste tre baronie devono avere confinato col territorio di Capodistria, so furono argomento di contesa, verosimilmente di confini. Due sono note,i Schwarzenegg e Castelnovo : la lezione di Rei-fuenberg è incerta, abbiamo veduto scritto Ramphimberg; la^casa dei Ramphenberg era padrona di Figarola; none questo il Reifenberg. di Vipacco, che in nessun modo confinava a Capodistria ; sarebbe questa, la baronia dei Ranli noti in Trieste, e sarebbe stata dalle parti di Val-movrasa e Figarola o su quei monti? <;,,■: < : Noi diremo soltanto che la geografia del medio ! tèmpo attende esplorazioni meno difficili di quello che a prima vista sembra. il.:, r .';<'.■■. ■ i ' ' • >'i 1. 'l i. ■ < ' » •• '. . • • i.Jirìl ■ •■.'■.•) ■ .;■•■■