ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno Vili. - No. 407 Redazione e Amministrazione: CAPODISTRI A Via Santorio 26 - tei. 128 llta-mn MARTEDÌ’, 12 luglio 1955 ABBONAMENTI : Annuo din. 420. semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in c. e. p. Messaggio di pace e collaborazione nella dichiarazione di Tito e lehru Prima di lasciare il nostro Paese, il Premier indiano ha avuto importanti colloqui UN’IDEA CHE ANDREBBE REALIZZATA II® La cooperazione portuale fra l'Italia e la Jugoslavia Durante la visita compiuta alla repubblica Jugoslava dal Primo mi-mistlro (Nehru, negli scorsi gjicirni, il Presidente della nostra repubblica e quello della repubblica indiana hanno avuto una serie di colloqui che hanno offerto la possibilità di un ampio scambio di vedute sia sullo sviluppo generale della situazione internazionale, sia sui rapporti tra i due paesi. Questi colloqui ai quali hanno partecipato i collaboratori del presidente Tito e quelli del premier indiano, si sono svolti in quelTatmosfera di oordia-. lità che caratterizza i rapporti di sempre più stretta amicizia tra' India e Jugoslavia. I colloqui hanno diimostìato inoltre l’IIdentità idei punti di vista su tutti i problemi che sono stati esaminati. India e Jugoslavia hanno sviluppato e realizzano, ciascuna con metodi propri, concezioni e prinaipi .identici nella loro attività intemazionale, il che dimostra che questi principi e i concetti contenuti nella dichiarazione oomune del Presidente della Repubblica jugoslava e del Presidente del Governo indiano del dicembre 1954; {rappresentano repressione delle tendenze generali di sviluppo del mondo contemporaneo. La politica indipendente dei due paesi, ispirata ai principi della coesistenza attiva e pacifica, rappresenta un significativo contributo alio sviluppo della collaborazione e della comprensione Intemazionale tra un sempre maggior numero di paesi. Il Presidente della Repubblica jugoslava e il primo ministro dell’Unione Indiana hanno constatato che la situazione generale del mondo è migliorata negli ultimi tempi, nonostante l’fcsfijstenza di fatttor.^ che rendono più difficile tale sviluppo, e ohe si rafforzano le tendenze che hanno già portato ad alcune significative conquiste per la soluzione di problemi intemazionali attraverso trattative, comprensione e accordi intemazionali. Queste aspirazioni si sono manifestate alla conferenza dei paesi dell’Asia e dell’Africa a Bandung, nella firma del trattato di stato per l’Austria, nel notevole aw&ointarnento deli pur|ti di vista sul problema del disarmo, in occasione dei colloqui jugo-so-viebici a Belgrado, dei colloqui indo-sovietici a Mosca e alla sessione giubilare delle Nazioni Unite a San Francisco. Vi è fondata speranza ohe il prossimo incontro tra i capi di stato dei governi di Francia, Gran Bretagna, Unione Sovietica e Stati Uniti sarà pervaso dallo stesso spirito contribuendo al miglioramento della situazione inter-temazionale. La creazione di un’atmosfera di sempre maggiore fiducia e collabo-razione nel rapporti intemazionali, offrirà sempre maggiori possibilità per una soluzione costruttiva dei problemi SnitemazjonajlS insoluti, le per la sicurezza nel mondo. Il pro- blema del disarmo e dell’dnterdizio-ne delle armi nucleari, attraverso un efficace controllo intemazionale possono essere conseguiti significativi risultati nel campo dello sfruttamento dell’energia atomica a scopi di pace. Un’importanza particolare assume a questo .proposito la prossima conferenza di Ginevra per l’impiago dell’energia nucleare a sooipi dii pace. (Il problema dello sviluppo economico dei vari paesi è di grandissima importanza sia dal punto di vista degli interessi delle zone depresse, sia dal punto di vista degli interessi dell’eoonomia mondiale nel suo complesso e della pace, ed esige l’adozione di misure ooncrete ed efficaci attraverso un efficaoe controllo intemazionale, assume un significato particolare. Attraverso una ampia collaborazione intemazionale possono essere conseguiti significativi risultati nel campo dello sfruttamento dell’energia atomica a scopi 'di pace. Un’dmpor-tanza . particolare assume a questo proposito la prossima conferenza di Ginevra per l’impiego dell’energia nucleare a scopi di pace. Il problema dello sviluppo economico dei vari paesi è di grandissima importanza sia dal punto di vista degli interessi delle zone depresse, sia dal punto di vista degli interessi del-l’eoonomia mondiale nel suo complesso e della pace, ed esige l’adozione di misure concrete ed efficaci attraverso una ampia collaborazione internazionale. Ogni progresso nella soluzione di questi e dei rimanenti problemi internazionali insoluti, fadiiliterebbe il processo di miglioramento della situazione intemazionale. In particolare i problemi che si riferiscono alla Germania ed a Formosa sono di una importanza essenziale. Con la loro soluzione per via pacifica si apriranno nuove ed importanti possibilità per il progresso pacifico e la collaborazione nel mondo. Le condizioni nel mondo che vanno migliorando', richiedono e nel contempo consentono un maggiore ruolo dell’ONU nella vita in-itemadionate. Affinché le Nazioni Unite possano svolgere con efficacia tale molo, è indispensabile in-nanzitjijlto (realizzare la loro luriij-versalità con il riconoscimento del legittimo djiritto della repubblica popolare cjinese di essere rappresentata all’ONU e con ammissione in seno alle Nazioni Unite di tutti quei paesi ohe soddisfano le condizioni previste dalla Carta Costituzionale dell’ONU. Il Presidente della Repubblica jugoslava e il Primo ministro indiano, esprimono la loro soddisfazione per quanto riguarda lo sviluppo della collaborazione politica tra i loro paesi. Attenendosi |neii loro rapporti ad principi della collaborazione intemazionale e della coesistenza pacifica ed attiva, espressi nella loro prima -dichiarazione comune, India e Jugoslavia hanno creato rapporti reciproci di calorosa amicizia che sono l’espressione delle aspirazioni dei rispettivi popoli. Il Presidente della Repubblica jugoslava e il -Primo ministro indiano hanno! -espresso il desiderio di effettuare di tanto in tanto, nello spirito ìdell’esiistemte -amjicizia, uno scambio di vedute tra i due paesi, sui problemi politici del momento. Il Maresciallo Tito e i-1 Primo ministro 'Nehru hanno trattato anche i mpporti economici tra i due paesi e si sono dichiarati convinti che le proporzioni degli scambi commerciali non corrispondono agli stretti rapporti tra i due paesi. Si rende quindi necessaria una mi-, gliore conoscenza reciproca in campo economico per un maggiore sviluppo della collaborazione commerciale ed economica. Le due parti hanno concordato di scambiare quanto prima missioni economiche incaricate di esaminare le possibilità e di proporre misure e forme concrete di callnborjazione economica. India e Jugoslavia hanno quindi concordato di approfondire la collaborazione reciproca in campo scientifico e tecnico. Il Presidente della Repubblica jugoslava e il Primo ministro indiano hanno riconosciuto anche che le ricche tradizioni culturali dei due paesi offrono ampie possibilità di collaborazione -in campo culturale. Questa collaborazione si svL luppa in modo soddisfacente e contribuisce ad una migliore conoscenza e ad un maggiore -avvicinamento reciproco. >11 (Presidente dellat Repubblica -jugoslava e il Primo ministro dell’Unione Indiana, hanno quindi concordato ohe ii loro paesi compiano -ogni sforzo per lo sviluppo delle varie forme di collaborazione nel campo della cultura, 'NeH’ultimo numero di «Gospodarstvo» -giornale economico di Trieste è apparso, a firma di Antonio Giordano, un articolo dedicato alla collaborazione italo-jugoslava nel campo portuale e marittimo. E’ u-no scritto che merita ogni considerazione, perchè se negli altri campi della v-ita economica tra i due paesi vi sono state, non solo voci, ma .anche asti!: .che hanno copttribuito ad un reale avvicinamento e collaborazione, in quello portuale, sin qui, è regnato un senso di diffidenza e di timore. iNon una volta difatti sulla stampa triestina sono apparsi articoli paventanti la concorrenza del -porto di Fiume nei confronti di quello -di Trieste, timori derivanti solo dal potenziamento delle attrezzature portuali e marittime dell’emporio sul Quarnero. D’altra parte, gli stessi -ambienti marittimi fiumani sono propensi a misurare le -giustificate ambizioni più nei confronti di Trieste, ohe in quelli dei porti DOMANI IL GOVERNO SEGNI AFFRONTA IL PARLAMENTO ITALIANO Il governo viene va rato in acque piene d’incognite Domani l’onorevole Segni pre-r senterà al parlamento italiano il nuovo governo. Contrariamente al solito non vi è eccessiva attesa peile dichiarazioni programmatiche dal primo ministro in quanto di programmi se ne è largamente parlato nel corso dei colloqui e delle trattative che Segni ha condotto con i - partitóni di centro per risolvere la crisi sul binario della vecchia formula del governo quadripartito che come il precedente gabinetto Sceiba, comprende democristiani, liberali, e socialdemocratici, raggiungendo la maggioranza precosti-ibuita grazie all’appoggio dei 5 voti repubblicani della camera dei deputati. Nato all’insegna della chiarificazione all’interno della democrazia cristana e della coalizione governativa, il nuovo governo non presenta alcuna differenza strutturale notevole salvo i passaggi -di portafogli dall’uno all’altro partito. Come è il caso del ministero della pubblica -istruzione, ceduto ai socialdemocratici per ottenere l’ap-pog-gio dei repubblicani che hanno insistito perchè detto dicastero fosse diretto da un laico. L’unico fatto nuovo della «chiarificazione» è rappresentato dalla presenza nel nuovo governo di "due ministri della minoranza democristiana — Gonella ed Andreotti — e dì due sottosegretari della corrente pellia-na. Ciò dovrebbe rappresentare una garanzia contro eventuali franchi TUTTA UNA CATENA «Un -altro grave e -doloroso caso di persecuzione contro un membro attivo della resistenza; un arresto in contrasto con una legge italiana estesa al nostro territorio. Un caso doloroso poiché si tratta dii un valoroso' combattente della libertà, che ha più volte rischiato la vita nella lotta contro i nazisti e i fascisti, che ha perduto la madre, bruciata nella Risiera, il padre assassinato per (rappresaglia dalle S. S. a Općina nell’aprile 1944, un fratello caduto combattendo nel Carso in u-na formazione partigiana. Si tratta del gappista Igor Dekleva, ora studente, che nella mattinata di domenica è stato prelevato nella sua abitazione a Trieste dal dott. Groppone, tratto in arresto e quindi associato alle carceri del Coroneo sotto l’accusa di omicidio colposo a disposizione della Procura della Repubblica. Il fatto cui si riferisce l’accusa avvenne il 24 aprile 1945 quando la lotta per la libertà aveva assunto a Trieste particolare intensità. La mattina di quel giorno il Dekleva, per sfuggire alla cattura degli sgherri di Colotti, ne colpiva uno a morte, rimanendo pure lui ferito -nella fuga. Solo la gravità -della sua ferita lo sottrasse alla impiccagione e pochi giorni dopo venne la Liberazione.» (Dai giornali del 4 con.) «Carne risaputo, la Procura di Udine ha posto sotto accusa per «atti criminali» 57 combattenti partigiani del battaglione «.Brisko-Be-neski» riferendosi alle azioni di -guerra da essi compiute. I 57 accusati facevano parte delle ex forze armate che ,a fianco degli Alleati, hanno combattuto contro il fascismo e il nazismo.» (Dai giornali del 7 con.) Questi costituiscono due nuovi, a-nelli della lunga e ignominiosa catena di atti criminali compiuti a Trieste e in Italia contro e in odio ai migliori combattenti per la libertà. Questi due nuovi episodi forniscono inoltre im indice significativo del rovesciamento di posizioni operato in Italia e a Trieste, dove vengono messi in stato di accusa gli an-tifascisti_ ed esaltati i fascisti vecchi e nuovi. I cinquantasette combattenti partigiani del battaglione «Brisho-Beneski» seguono la stessa sorte dei loro colleghi delle forma- zioni garibaldine, tradotti e condannati dalla Corte d’Assise di Lucca sotto l’accusa infamante di «alto tradimento della patria» per aver combattuto a fianco dei partigiani jugoslavi contro il comune nemico; alto tradimento che trova la sua base giuridica nel fatto, ormai acquisito alla storia, che l’obbiettivo delle formazioni della Osoppo-col concorso della X Mas, della Guardia Civica e delle brigate fantasma del C. L. N. di Trieste — doveva essere l'azione a fondo contro l’Armata popolare jugoslava per la riconquista delle terre dell’Istria, della, Liburnia e della Dalmazia che furono italiane. L’azione di rivalsa contro questi altri 57 combattenti partigiani del Friuli si compie nei. giorni in cui nell’Italia del governo quadripartito le associazioni areo-nautiche si onorano di intitolarsi col glorioso nome del quadrumviro Italo Balba; le sezioni del M. S. I. a-dornano le loro sedi con quadri raffiguranti le inobliabili sembianze* di Mussolini e Farinacci; il capo di stato maggiore Galbiati riscatta l’onore e i titoli di gloria della milizia fascista; la stampa della penisola magnifica la figura di Dino Grandi il quale riannoda i vincoli d’amicizia coi circoli conservatori inglesi che tuttora provano ammirazione per il fascismo. Peggiore la sorte del partigiano Igor Dekleva, a disposizione della Procura di stato di Trieste, dove figurano codificate nei testi del diritto «le migliaia di italiani infoibati» dai rappresentanti della stessa Procura che perciò considerano e trattano come «pendagli da forca» coloro il cui unico torto è di essere sloveni. Peggiore la sorte del partigiano Dekleva, rinchiuso al Coroneo di Trieste, dove il dott. Colotti — difendendo ed e-levando il buon nome e l’incontaminata fama della civiltà italica con le azioni che resero storica la «Villa Triste» di Via Bellosguardo — si è meritato una medaglia al valore militare perchè sottopose alle più atroci torture gli antifascisti o sospetti tali. Peggiore il destino del partigiano Dekleva, accusato di o-micidio colposo a Trieste, dove vive e opera un C. L. N., spurio e bastardo, che ha difeso e riscattato l’i-talianità di Pola con l’esodo forzato degli italiani via terra e via mare, che ha creato «lo stato di necessità» a Pola da cui è uscito l’assassinio del generale De Vinton ad opera della sua emissario Maria Pa-squinelli; un C. L. N. che tutela e riscatta l’italìankà dell’Istria hol trapianto totale degli italiani a Trieste e in Italia profondendo i miliardi estorti al popolo italiano; un C. L. N. la cui sopravivenza e il cui operato, in pieno contrasto col trattato di pace con l’Italia e in assoluto disaccordo con il Memorandum d’intesa di Londra, legittimano la credenza che, nonostante la rappresentanza consolare italiana a Capodistria, alcuni ambienti ufficiali o non della penisola considerino la. posizione attuale fra Italia e Jugoslavia allo stato di belligeranza. Questa credenza, oltre che nel fatto del C. L. N. trova convalida anche in quanto sta scrivendo proprio i\n questi giorni «Il Piccolo» che, per vecchia tradizione, suggerisce e traccia la via da seguire al governo e ai circoli dirigenti romani. Significativo, a tale proposito, il seguente brano nell’articolo di. fondo del 3 corr. «Il problema delle frontiere è il problema eterno degli Stati, grandi o piccoli, democratici o totalitari, laici o teocratici, che siano. Di fronte al problema delle frontiere non contano nè le aperture a destra, nè le aperture a sinistra: contano le «divisioni» di cui lo stato dispone .. . Sulla soglia politica V, territoriale di questo ormai non più nascosto urto di mondi e di menth-lità, sta Trieste nuda e indifesa, pedina avanzata di un’Italia che si è illusa di risolvere il primo e più appassionante problema della sua politica estera e invece lo ha fatto più acuto.» Anche Mussolini, che «mai sbagliava», proclamava dal suo storico balcone: «Le frontiere non si discutono, ma si difendono». E pure lui scagliò le sue «formidabili divisioni» alla riconquista verso o-riente delle frontiere che furono di Roma coi risultati, che tutti sanno. Oggi le spese di tali risultati disastrosi dovrebbero perciò farle i combattenti partigiani che maggiormente hanno contribuito alla disfatta delle divisioni di Mussolini. Come oolevasi dimostrare. tiratori, contro cioè il ripetersi, di voti democristiani diretti contro il governo nelle votazioni che richiedono lo scrutinio Segreto. Bisogna però convenire che questa limitata «chiarificazione» interna della democrazia cristiana ha l’aspetto di un fatto contingente sia per l’assenza dei Pella e deirTogni dalla compagine ministeriale sia per le enunciazioni di «costituzionalità democratica» fatte dall’onorevole Segni ed invise alla destra del partito di maggioranza. Non meno limitata è la chiarificazione nella coalizione governativa dove i liberali hanno accettato' di far parte nel ministero, adattandosi ad alcuni rimaneggiamenti del «lodo Sceiba» sui patti agrari, con la riserva del meno peggio. Ossia con il programma di ridurre al minimo ogni apertura -sociale verso sinistra che si ritiene insita nella personalità e nelle idee del nuovo presidente del consiglio. Che il governo Segni sia vitale dal punto di vista parlamentare lo dice la semplice aritmetica basata sulla disciplina di partito dei deputati, che esso sia programmaticamente in condizione di agire, dipenderà molto dalla volontà del nuovo primo ministro. 'Difatti l’onorevole Segni non ha nascosto le sue tendenze sinistroidi nel campo della politica interna. Dall’accenno alll’abolizione delle discriminazioni anlticomuniäte introdotte da Sceiba, alla manifestata volontà di riformare il più possibili la struttura sociale italiana sulla falsariga del messaggio inviato da Gronchi al parlamento al momento della sua elezione alla presidenza della repubblica. Ma se Segni non ha nascosto queste sue (tendenze, i liberali, non hanno nascosto le proprie e neppure la direzione democristiana ha esjitajto nel suo «alt» a una conversione a sinistra che fosse troppo accentuata. In questo senso s'ono caratteristiche le decisioni della direzione D.C. che ha «scomunicato» due riviste mensili democristiane («Prospettive» di Milano ed un’altra giovanile di Roma) che avevano appoggiato l’onore volle Segni invitandolo ad accelerare i tempi verso l’apertura sociale che altro non è, sul terreno politico, che l’apertura a sinistra. Cioè un governo tripartito, senza liberali, od anche monocolore appoggiato ai voti del partito di Nenni e degli indipendenti di sinistra. La misura della direzione democristiana è interpretata nei circoli politici italiani come un contentino alla destra del partito -e come un monito all’onorevole Segni. Cioè un «fianc a sinistri» ma non tanto, da far escludere il «march a destri». Quinci1 come «chiarificazione»» le cose sono piuttosto poco chiare! Ed è appunto questa poca chiarezza politica nel partito di maggioranza che fà dire ai giornaìi del-'l’qpposizione di sinistra che con il gabinetto Segni si è risolta la crisi governativa ma non quella politica che ha portato prima all’immo-bilismo sociale e poi alle dimissioni di Sc-elba. Anche a destra la chiarificazione è. ritenuta insufficente e non si nascondono i timori che il governo Segni rappresenti da un lato una contingento battuta di arresto e dall’altro una prova deU’impoissibilità della democrazia cristiana di sfuggire alle pressioni della base sindacale, operaia e - contadina, per una apertura a sinistra. In questa situazione il governo Segni arrischia di vivere fino a quando lo spirito di iniziativa rifòrmatrice del suo presidente non cozzerà contro il conservatorismo dei liberali e contro l’opportunismo della direzione del suo stesso partito, presa fra la massa degli elettori che attendono riforme sociali e l’esigenza di mantenere unito il partito a destra. ! NUOVI PREZZI E IL TENORE DI VITA Dopo un’ampia disamina dei problemi economici, s'ia in seno agli organismi dell’amministrazione che all’assemblea popolare e nelle organizzazioni sociali, si è avuto un adeguamento dei prezzi dei cereali e dei grassi al livello generale degli altri prezzi sul mercato interno. Obiettivo dell’artificioso mantenimento ad un livello proporzionalmente basso dei prezzi dei cereali e dei grassi è stato a s'uo tempo quello di proteggere il tenore di vita della popolazione dato che si trattava di generi alimentari fondamentali. Da un punto di vista prettamente economico però questa politica di ingerenza amministrativa dello stato sulla formazione dei prezzi diviene a lungo andare insostenibile é non manca di provocare tutta una iserie di conseguenze negative. Una di queste conseguenze è ad es'empio quella dello sproporzionato aumento del consumo, dei cereali: 207 chilogrammi all’anno per persona. La partecipazione del grano nell’alimentazione complessiva della nqstra popolazione raggiunge il 69%, mentre in Francia non supera il 46%, in Germania il 44 e in Olanda il 35%. Una siffatta composizione deH’alimentiazione, a danno degli altri generi alimentari, risulta sfavorevole tanto perla popolazione quanto per l’intera economia, che, dati gli insufficienti raccolti, notevolmente inferiori a quelli dell’anteguerra ha dovuto orientarsi verso le importazioni, a detrimento naturalmente degli altri prodotti di largo consumo come anche delle materie prime che, importate in maggiori quantitativi, consentirebbero un aumento delia produzione e, con ciò, un mag- gior consumo di prodotti industriali. L’attuale passaggio a prezzi realistici ha quindi tutte- le caratteristiche di una rtiisura normale e necessaria perchè il tenore di vita della popolazione lavoratrice venga a porsi su una sana piattaforma economica senza interventi dello stato che, come quello del mantenimento dei prezzi ad un livello basso, influiscono negativamente sulla produzione e mantengono la composizione dell’alimentazione dei cittadini ad un livello primitivo rispetto a quello dagli altri paesi. Ber quanto riguarda Taumento dei prezzi del tabacco si tratta, anche in questo caso di un adeguamento ai prezzi degli altri prodotti. I prezzi diel tabacco rimasti immutati dal 1951 e, rispetto a quelli di prima della guerra, era- nordici. Negli ambienti economici federali la questione è guardata invece con maggior larghezza e lo comprova, tanto per citare un esempio di attualità, la presenza di osservatori italiani alla conferenza ju-igo-svizzera sulle tariffe ferroviarie da e .per Fiume, ohe si svolge attualmente ad Abbazia. Tornando all’articolo di A. Giordano diremo che l’autore parte da un presupposto molto logico per rappresentare la necessità di una più stretta collaborazione tra i porti italiani e jugoslavi nell’Adriatico. Tal porti costituiscono solo qualcuno dei pilastri del complesso portuale mediterraneo, la cui attività dovrebbe essere indirizzata a far deviare i traffici dell’Europa Centrale verso il sud, sulla base di un giusto sfruttamento delle distanze geografiche e non praticando tariffe e noli preferenziali, come effettuato dai porti nordici. Tali tariffe preferenziali, le 40— 50 partenze mensili per l’Oriente, che tali porti possono offrire in eon-fronfo alle 2—6 dei porti italiani e jugoslavi, il favorevole rapporto fra il carico e lo scarico esistente nei porti nordici e ohe consente noli di favore, sono, in linea di massima, le cause principali dei 100—-110 milioni di tonnellate di merci transitanti negli empori settentrionali, alle quali fanno riscontro i 50 —55 milioni di tonnellate dei porti del Mediterraneo Centrale ed Orientale. Una buona parte delle merci, transitanti per i porti nordici, dovrebbe transitare, basandoci esclusivamente sulle distanze geografiche,attraversò i porti mediterranei, rispettivamenti quelli adriatici. La battaglia per il dirottamento di questi traffici si presenta oltremodo difficile, pur avendo a favore il fattore geografico, per cui una collaborazione, in realtà una unione delle forze fra i vari porti adriatici e mediterranei, si presenta come un’impellente necessità ohe esclude ;in modo assoluto ogni antagonismo. Afferma il Giordano ohe collegando le iniziative della Francia, dell’Italia, della Jugoslavia e della Grecia in un complesso unico, si potrebbere raggiungere dalle 10 alle 15 partenze mensili per il Medio e l’Estremo Oriente. E’ poca cosa in confronto a quello ohe offrono i porti nordici, ma comunque tale aumento sarebbe già un passo in avanti nei confronti della situazione attuale. < Nella lotta con i porti nordici ci sembra però opportuna, a differenza di Giordano, ancha l’applicazione delle tariffe e dei noli preferenziali, almeno in un primo periodo, per compensare in qualche modo le lacune e le altre maggiori spese che i clienti centroeuropei devonu sostenere nei porti mediterranei. E' logico che queste tariffe non dovrebbero 'danneggiare altri poiti mediterranei, per cui la loro applì- A ISOLA festa comunale ISOLA, ,10 — Isola ha festeggiato oggi il decennale della costituzione del suo nuovo comune. Al mattino ha avuto luogo una ' seduta solenne del Comitato Popolare, presenti autorità e invitati del distretto. Il compagno Gobbo Nerino, presidènte del CPC di Isola, ha tenuto un discorso facendo ,a grandi tratti la storia più recente della cittadina; la sua partecipazione alla lotta 'di liberazione, lo sforzo della ricostruzione, la attuale edificazione del socialismo insieme ai popoli della Jugoslavia. Altre manifestazioni hanno fatto corona alla festa comunale: la consegna della bandiera alla locale sezione «Tiratori» e l’inaugurazione della nuova sede del Circolo italiano di cultura. Nella sede della sezione «Tiratori» ha preso la parola il compagno Martin Greif, segretario del Comitato distrettuale dell’Unione Socialista, intrattenendosi brevemente sulla costituzione delle nuove comuni e. sul lavoro che attende le nostre organizzazioni per lo 'sviluppo delle comuni. A mezzogiorno, con la partecipazione di autorità e di numeroso pubblico, si è avuta la solenne 'inaugurazione nel palazzo Besenghi della sede del Circolo Italiano di Cultura. .L’edificio, fino a poco tempo fa 'in uno stato grave d’incuria, è stato totalmente restaurato e rimesso a nuovo. Le sue capaci sale, da quella delle riunioni alla biblioteca e al biliardo, sono arredate con no. aumentati di sole sen volte. I gusto che fa di palazzo Besenghi prezzi degli altri prodotti indù-:' uno degli edifici più belli di Isola. *■*" di intervenuti hanno potuto am- striali, rispetto al livello prebellico, risultano invece aumentati di 17 volte. Il passaggio ai nuovi prezzi non provocherà alcun sensibile perturbamento nei bilanci familiari. L’aumento delle retribuzioni delle pensioni e degli assegni per i figli è tale da compensane in linea di massima l’aumento dei prezzi. D’altro canto la formazione economica dei prezzi è una delle condizioni essenziali dell’elevamento della produzione e quindi di uno sviluppo armonioso dell’economia. I prezzi e-conomici contribuiscono all’elevamento del tenore di vita, elevamento che non può essere continuo o duraturo se la produzione non dispone di condizioni atte a consen-tirle un indisturbato sviluppo. mirare una piccola mostra dell’a'ttì-vità del Circolo. Dopo un rinfresco, il segretario del Circolo, Dario Scher, ha parlato brevemente del (lavoro compiuto, 'Luciano Mf-ohe-lazzi, di Fiume, ha portato il saluto e le congratulazioni dell’Unione degli Italiani dellTstria e di Fiume. I membri del Circolo hanno quindi eseguito un concerto con composizioni dii Schubert, Tosti, Beethoven. Ha cantato il giovane tenore Chioco Dino. Al pianoforte era Giordano Bergamasco. Bruno Zaro ha eseguito al pianoforte una propria composizione, applauditissima: «Amica luna». Lidia Verdi ha recitato una famosa poesia di Ada Ne- CTn «T /ìrioonrlìin /-J«->11 - cazione dovrebbe essere presa di comune accordo, anche ammettendo l’azione di uno stato quando l’altro dà decisa prova di immobilismo. Però la soluzione radicale della questìibnei, rappresetelata dall’attra-0-one del traffico centroeuropeo verso i porti meridionali, risiede in primo luogo, oltreché nella collabo-razione anche nelle navi, nelle linee e nel potenziamento delle attrezzature portuali. Perciò, tenuto conto dei compiti comuni che .incombono sui porti adriatici, il potenziamento di ciascun porto e delle sue linee va guardato in senso positivo. E giustamente Giordano vede nel potenziamento -di Fiume, nella costruzione dei porci dalmati e nel loro collegamento ferroviario con il retroterra anche le possibilità di ripresa dei porti italiani adriatici, compresi quelli sulla costa orientale della penisola. . Quanto la Jugoslavia fa per Fiume e per i porti dalmati (e secondo le sue possibilità fa il massimo) rappresenterà però sempre solo una parte dell’azione che si dovrebbe condurre per attrarre verso il sud le merci centro-europee. L’azione è incompleta per la mancanza di corrispondenti misure da parte italiana, particolarmente per quanto riguarda il porto di Trieste, al cui potenziamento è interessata anche la Jugoslavia, non solo direttamente, per quanto riguarda i suoi traffici, ma anche per i riflessi che il potenziamento del porto di Trieste e dei suol traffici potrà avere su quello di Fiume. M. Barak Grave monito degli scienziati Nove fra d più grandi scienziati del mondo hanno posto in guardia in una dichiarazione comune i Governi di tutto il mondo sulla catastrofe . ohe deriverebbe all’umanità da una nuova guerra nella quale si facesse uso delle armi nucleari. La dichiarazione è stata letta sabato scorso a Londra dal famoso filosofo Bertrand Russel alla stampa inglese e internazionale, e rappresenta, fra l’altro, il testamento spirituale di Einstein. Il documento è preceduto da una breve lettera, firmata da Bertrand Russel, a diretai Capi di Stato degli Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia, Ca-nadà e Cina continentale: i Paesi cioè che possiedono o che potranno avere tra breve armi nucleari. «La unita dichiarazione — è scritto nella lettera — è stata firmata da alcuni dei più eminenti scienziati di varie parti del mondo e riguarda i pericoli di una guerra nucleare. Essa mette in chiaro ohe nessuna delle, due parti attualmente in contrasto può sperare di vdn-oere una guerra del genere, e che esiste il pericolo assai concreto dello sterminio della razza umana provocato dalla polvere e e dalla pioggia caduta da nuvole radioattive. Essa fa presente che nè Ilopinio-ne pubblica nè i Governi del mondo sono adeguatamente oonsci del pericolo. L’unica speranza per 1 umanità, è che si impedisca la, guerra». Oltre che da Einstein e da Russel, la risoluzione contro le 'armi nucleari è stata firmata dal prof. Bridgman dell’università di Harward, premio Nobel per la fisica; dal prof. Infeld dell’Università di Varsavia; dal prof. Müller dell’Università dello-Stato deìl’Indiana, premio Nobel per la fisiologia e la medicina; dal prof. Poweli dell’Università di Bristol., premio Nobel per la fisica; dal prof. Rotblat dell’Università di Londra; dal prof. Hddekin Yukava del-1 Università d. Kioto, premio Nobel per la fisica e infine dal prof. Jo-liot Curie, premio Nobel. Ed ecco il testo della dichiarazione: «In considerazione del fatto che in ogni futura guerra mondiale verrebbero certamente impiegate armi nucleari e tali da mentre in pericolo la continuazione dell’esistenza della umanità, noi rivolgiamo un pressante appello ai Governi di tutto il mondo aff jncliè si rendano conto, e riconoscano pubblicametne, che d loro obbiettivi non possono essere perseguiti mediante una guerra mondiale, e li invitiamo, di conseguenza, a cercare mezzi pacifici per la soluzione di tutte le questioni controverse tra loro. «Nella tragica situazione cui l’umanità si trova di fronte, noi riteniamo che gli scienziati debbano u-nirsi 'in una conferenza .per accertare i pericoli determinati dallo sviluppo delle armi di distruzione in massa e per discutere una risoluzione nello spirito del progetto annesso». La dichiarazione firmata dai^ nove scienziati si dilunga sui pericoli gravissimi che incombono sul mondo. Infine essi affermano che una futura guerra, per .il fatale ricorso che si farebbe alla bómba all’idrogeno, segnerebbe la fine to- I PIANI INVESTIMENTI NEL DISTRETTO DI BUIE ^SODDISFACENTE REALIZZAZIONE DEI PROGRAMMI PRODUTTIVI Mentre nel distretto di Capodi stria, nonostante i ritardi iniziali, gli investimenti procedono ad, un alitino .abbastanza .speriito. non s.i _ può dire altrettanto per il distretto di Buie. La realizzazione del piano sociale 1954 ha, in, linea di massima, soddisfatto; viceversa la rea- , lizzaziohe del piano semestrale deU’anno in corso è al disotto degli indici prestabiliti per la mancata" realizzazione dei piani di produzione. Dal lato finanziarlo rii piano viene ancora in qualche modo realizzato, ma ciò è il frutto di un rialzo dei prezzi da .parte delle , or-.ganizzazflotnH .etoonomfche, appuntai perchè le entrate finanziarle non trovano una corrispondente produzione quantitativa. E’ inutile rilava-re che tale andamento non può essere ammesso, quindi le aziende dovranno compiere il massimo sforzo affinchè .1 piano si realizzi nelle sue proporzioni quantitative, per dar modo di realizzare anche quello finanziario senza ricorrere a un deplorevole e condannabile aumento dei prezzi. ' .Nemmeno i piani degli investi-njenti vengono proporzionalmente realizzati a causa đell’Sncuria dei direttori delle aziende e degli organi di gestione, che trascurano il progresso del proprio collettivo. E’ un fatto tanto più biasimevole perchè allo stesso si contrappone l’opera dagli organi gi gestione operaia e dei direttori delle aziende negli altri distretti, i quali cercano d.i perfezionare rii processo produt-, rivo e la produzione in genere, proprio attraverso un oculato programma di .investimenti e di perfezionamenti interni, da loro stessi elaborato. Un tanto non avviene nel Buiese, dove molto spesso gli autori dei programmi di investimento sono gli organi economici del distretto. Riteniamo però che tale fatto sia conseguenza di una cattiva abitudine, introdotta dagli stessi organi efeonoiriici distrettuali, i quali si 'trasformavano in investitori non solo delle opere pubbliche, ma anche di quelle ohe venivano effettuate nell’ambito' delle stesse aziende. Oggi si è cessato con tale sistema, ma l’abitudine ' di lasciar fare al distretto o, meglio, di caricare sulle spalle degli organi economici la fatica e la responsabilità di elaborazione dei programmi di investimenti nell’ambito delle .aziende, è rimasta portando per conseguenza il preaccennato disinteresse degli organi di gestione per quanto si fa nella loro azienda nel ramo investimenti. La mancata realizzazione del piano .investimenti potrà causare un pericolo da non sottovalutare. Per gli investimenti in generale è stato, quest’anno, stanziato un importo di un miliardo e 200 milioni di dinari, proveniente in gran parte dalla dotazione federale concessa in base a speciali privilegi di cui sono oggetto i distretti di Buie e Capodistria. Se tale .importo non viene integralmente realizzato — e tale .pericolo, data la situazione attuale, incombe —• sarà difficile che negli anni futuri le neo-oostituite comuni possano beneficiare di un analogo privilegio, tanto più che questa eventualità non è esclusa anche se il piano verrà integralmente realizzato. Il problema più grave è costituito dargli linvestìmemti nell’edilizia, realizzati con una percentuale talmente bassa che non è il caso nemmeno di citarla. Di conseguenza, è quasi superfluo rilevare che la massima attenzione degli elementi responsabili dovrà essere rivolta particolarmente a questo ramò. I programmi d’importazione degli impianti e macchinari per ora sono gli unici a non costituire un problema di notevole importanza, fatta eccezione per i coefficienti e i dazi doganali, .per i quali non è stata risolta ancora la questione se le organizzazioni del distretto di Buie sono obbligate a corrisponderli o meno. Riteniamo che anche i comuni dovranno compiere i passi del caso presso le competenti autorità federali a Belgrado per chiarire definitivamente tale problema. Le organizzazioni economiche hanno ricevuto già le adeguate i-struzioni per la compilazione dei piani sociali per l’anno futuro. Il QUATTRO NUOVI AUTOBUS alla capottiana «Slavnik» Ripetendo quella che è ormai diventata una consuetudine, l’impresa autotrasporti «Slavnik» di Ca.po-dristria ha organizzato domenica una gita a Jezersko alla quale ha partecipato tutto il collettivo e una trentina di invitati. Più che di una gita si trattava in sostanza del primo viaggio di prova di quattro nuove autocorriere «Mercedes» ricevute dalla «Slavnik» e che vengono a potenziare sensibilmente il nostro traffico viaggiatori. La prova, è inutile sottolinearlo, ha dato ottimi risulafci e la gita si è svolta secondo l’orario previsto. Le quattro autocorriere saranno immediatamente immesse nelle linee automobilistiche gestite dalla «Slavnik». principio al quale dovranno rigidamente attenersi è quello del completamento dei lavori già iniziati, mentre gli obiettivi principali saranno rappresentati dalla rete elettrica, ' dall’acquedotto e dal demanio agricolo della Valle del Quieto. Nella compilazione dei piani le aziende dovranno tenersi in stretto contatto con i nuovi oomitati delle comuni per procedere alla loro graduale inclusione nel sistema comunale. SAj/p-ìr Il costruendo autogarage centralefra Campel e Semedella SI SNODA VERSO IL CARSO LA NUOVA AUTOSTRADA Il nastro d’asfalto destinato a collegare — formando una strada di prima classe che si potrebbe senz’altro chiamare autostrada — Capodistria con Lubiana, si allunga sempre più. Da Lubiana a Senožeče i lavori sono stati ultimati. In quest’ultima località è avvenuto il collegamento con la strada per Trieste. Il tratto che va da Capodistria a Senožeče è da ultimare. Su questo tratto il nastro d’asfalto, che prese l’avvio negli anni scorsi d.al bivio di Dekani, progredisce ogni giorno tra le mani delle squadre operaie della «Slovenia ceste». A partire dal bivio di Dekani, il tratto di strada che conduce a Ris'ana fu sistemato per primo. Esso era prima una comune carrozzabile in terra battuta, e furono necessari lavori di allargamento e di deviazione che si protrassero a lungo, infine fu steso l’asfalto. II suo proseguimento, cioè il tratto che da Risana è ora giunto quasi fin sotto a Crni Kai, è opera recentissima. Prima che vi avessero luogo le opere che ora si ammirano, il tratto in parola era poco più di una strada di campagna, tutta curve e dislivelli, pericolosamente stretta e spesso stranamente impennata. Sii potrebbe a ragione affermare che questo tratto è stato fatto ex novo. Infatti subito dopo l’ex blocco sul fiume, la nuova strada lascia il letto della vecchia per descrivere una curva di circa 400 metri intorno al villaggio di Risana. Appena fuori di questo, la nuova strada continua ad allontanarsi da quella di una volta. E sale leggermente incidendo il fianco del monte per un chilometro, si ricongiunge infine con il vecchio tratto e con eisso prosegue, allargandolo, per altri 400 metri, dopo i quali lavorano gli uomini della «Slove- IN ALCUNE RIVENDITE DI FOLA gelati di ghiaccio e birra al calorifero (Dal nostro corrispondente) POLA, luglio. — Una settimana Sudata quella scorsa che ha fatto sbuffare 4.012 lavoratori industriali sino al fischio delle sirene alle ore 14, 1.145 addetti al commercio ed all’alberghiera, durante le ore di lavoro dietro ai banchi di vendita, 807 «.edili» sulle impalcature dei cantieri polverosi di calcinacci, 655 artigiani, con varie professioni, 453 orticoltori ed agricoltori della periferia, 396 addetti alle comunicazioni, 261 persone dell’attività implacabili ritmi palesi POLA, luglio. — Dopo la siesta pomeridiana, esco a sera a far quattro passi in città, con il fresco. Per ultimare il notiziario manca ancora un corsivetto di carattere polese e fino ad ora il block è vuoto, in bianco. E’ da ieri che ci sto dietro, ma temo ciré questa settimana dovrò rassegnarmi ad un «nulla dì nuovo». Deluso e di umore nerissimo, attraverso il mercato cittadino. Al tronco grosso degli ippocastani verdeggianti, piditi e vuoti i recipienti delle immondizie; sul fondo di questi, non un rifiuto, un pezzo di carta, ecc. Soprapensiero per il corsivetto che manca all’appello, riesco ugualmente ad ammirare tanta pu-liziai e senso dell’igiene. Sotto alle suole dei miei sandali, ad ogni passo, scoppietta un osso di ciliegia. Tac, tac, tac... E’ il ritmo registrato dai miei passi, che accelera o rallenta a seconda della mia velocità. Arrivo al centro, dinanzi all’emporio «Robna Kuća» che rinfrange l’insegna a grossi caratteri con il suo neon. Mi fermo a pensare qualcosa guardando senza interesse le vetrine illuminate dei. bazar. Il tac, tac è cessato, ma il suo posto nel mio orecchio è subito preso dalla melodia di un noto šlager americano che ascolto tante volte al giorno quante sono le mie soste dinanzi al predetto negozio e quante sono le volte che mi reco in un cinema po-lese. «Ja te silno volim» dice il motivo, incessantemente, senza pietà, implacabile... ed io cerco un po’ di pace per pensare al corsivetto che mi manca. Solo un po’ di silenzio per concentrarmi. Devo sfuggire il disco dell’emporio e muovo i primi passi. . . tac, tac, tac. Lungo il corso, nel ritorno, nella via Ar-' mata Jugoslava, dappertutto ... tac, tac, tac. I passanti immergono con flemma mezzo braccio in capaci cartocci di tutte le qualità e colore, attingejidovi a manciate un rosso frutto di stagione. Sull’asfalto continua la semina dei noccioli. Provo a cambiare contrada ed aria, percorrendo chissà quante vie, scantonando ad ogni nuova vìa. Non riesco a concentrarmi. Tac, tac, tac... Addio corsivetto, penso, e già tarda sera. Andiamo a letto ... comunale, ecc. senza contare le casalinghe, i pescatori e tutti gli altri per un totale di 32.594 abitanti, quanti ne conta attualmente Pola. o o o Le novità dei primi di luglio sono appunto di s’apore estivo. Vacanze, prime ferie, pescatori dilettanti che passano la domenica fuori dai mondo 'tra mare e c-ielo con fogna e molta speranza (vedi Nini il figaro). Qualche volta i risultati sono scarsi, magari. Avevamo paura di non dover smettere quest’anno i panni grossi, invece questa settimana, Salvo sorprese, ci ha portato nella normalità. Pantaloni -corti, occhiali da sole, sudore, autobus zeppi che arrancano verso le spiagge. E qui costumi, prime insolalture, torsi arrossati, la tintarella sui più appassionati, abrasioni cutanee sui meno .cauti. Lembi di pelle che se ne vanno. o o o Al pomeriggio le vie cittadine tacciono del caratteristico silenzio estivo, odorante dell’asfalto evaporato, rotto solamente dal cinguettio dei passeri sotto la volta verde dei giardini o dallo stridere delle cicale -negli orticcioli che si nascondono dietro le facciate delle case, sul retro delle vie. Pomeriggi di siesta, per anziani, di bagno e sole per i giovani. Sulle vie tutto rinasce dopo le cinque, all’apertura dei negozi, dopo il pisolino che ha stimolato il desiderio di una birra fresca (in qualche locale solamente birra, senza il «fresca» seguente), la lettura di un giornale con le notizie e le curiosità più interessanti a seconda dei gusti. Dall’aumento della natalità a Pola del 50% rispetto agli anni scorsi, alla costante diminuzione della mortalità dovuta alla tubercolosi (l’anno passato solamente 8 casi). Il tutto condito con osservazioni volanti, raccolte senza l’obbligo del tradizionale e vanitoso «taccuino del cronisa»; senza tendenziosità e veli a secondi fini, alla luce dell’obiettività. Stagione dei gelati, affluenza nelle gelaterie, non altrettanto fluente la soddisfazione di tutti i consumatori in ceriti locali della categoria. Forse o due tre gelaterie offrono qualcosa di equivalente agli spiccioli finiti nel cassetto del padrone, le altre fanno torcere il naso per l’odorino «de freschin», come diciamo noi, che domina l’ambiente, oppure per quel pezzo di acqua congelata che vien pagato venti dinari. Quando la ghiacciaia cittadina sospende la attività, mancano poi anche i gelati, come si corre spesso dietro ad un «seit») quando in via Pneman-tura «tutto tace». Ed anche quando tultto va bene in fondo a questa via, allora i banconieri si domandano perchè dagli Spruzzatori del «seltz» non esca più della metà del liquido. L’altra metà (ed anche più) ritorna in fabbrica, obbedendo ad un criterio poco pratico di «vado e vegno», molto in voga in certi settori della vita polese. Maggiori accorgimenti, in genere, per quanto riguarda variatissimi lati dell’incedere cittadino, sarebbero giovati spesso a tappare la bocca a critiche indesiderate. Questa del «seltz» un’allusione minima di ben poca importanza. Ma 'torniamo alla luce' del sole, alle centinaia di tende colorate che sfarfallano sopra ai marciapiedi, a protezione delle vetrine, anche se dietro ai vetri di qualcuna di queste, al centro, certi oggetti si ac--cartoociano in favore degli, «utili» di quella rivendita. Parecchie e-chimosi occipitali sui troppo bassi sostegni in ferro delle tele in questione in Via Armata Jugoslava. O le alziamo, o metteremo un’ambulanza per ogni telone ... o o o I bagnanti potranno vedere sulle nostre spiagge più remote in questo mesie canicolare, alcune tende (tese a riparare uno strano laboratorio, nel quale sette giovani archeologi di Zagabria, capitanati dall’insegnante Nenad Herne, svilupperanno le pellicole riprese nella ricerca della storia sottomarina delle nostre acque. Sappiamo difetti che vicino alla pineta di Medo-lino, nelle acque adiacenti al porto di Pola, poi in quelle di Rovi-gno, giacciono vecchie città antiche e sommerse. I sette giovani sono preparati ed attrezzati con apparecchi respiratori «Draeger» i quali permettono l’immersione sino a 30 metri di profondità, maschere, pinne, ed apparecchi cinematografici subacquei. Gli aiuti per questa impresa sono stati forniti da alcuni enti polesani e dall’Istituto Adriatico di Fiume. I lavori si protrarranno per tre estati, dopo di che l’Istria e le sue spiaggie ricche di storia avranno ' la loro archeologia sottomarina ... II tutto all’insegna 'dell’estate e del nostro bel mare. R. FARINA A. SMAREGLIA AL C.I.C. DI FOLA POLA, luglio — Di una lodevole iniziativa si è fatto promotore il Circolo italiano di cultura «A. Gramsci», organizzando in una sera della- settimana Scorsa la rimembranza della vita e delle opere del compositore Antonio Sma-reglia, in onore al centenario della nascita. La serata, verteva su di un’ampia e bella conferenza commemorativa ed illustrativa di tutta quella che è stata la difficile ed incompresa esistenza del grande artista istriano. Oratore Giacomo Raunic, direttore della rivista «Panorama». Alla fine della conferenza, l’orchestra cittadina ha eseguito alcuni tra i più bei pezzi delle opere Smaregliane. Un foltissimo pubblico, che ha affollato ogni angolo della sala, ha seguito con attenzione ed interesse la bella serata, esprimendo alla fine con scroscianti applausi la propria approvazione per la bella manifestazione. (f) nia ceste». Lasciando il villaggio di Risana, per potersi arrampicare intorno al fianco del monte, la nuova strada è gettata s’u un ponte a una luce sola che è un modello di razionalità e che si piega con una curva precisa ed elegante. Dalla parte del monte la strada è stata protetta qua e là da alti muri contro le frane. Dalla parte esterna altre opere in muratura sono sorte per sorreggerla. Infine ai margini si alternano parapetti e paracarri ' che con .le loro strisce hianche e nere formano, in prospettiva, qualcosa come una gigantesca tastiera di pianoforte. L’,autostrada è di una larghezza che va dai 7 ai 9 metri, con lunghi rettilinei e curve non troppo brusche. I costruttori hanno infatti messo la massima cura nèll’evitare un percorso troppo tortuoso. Allo asfalto si sus&'egue, nella salita, la lastrificazione detta a «pavé», e ciò per slittamenti che la pendenza, specie col gelo invernale, renderebbe facili. Sul nastro stradale si stacca netta la «guida» che lo divide in due. Qua e là le targhe delle segnalazioni gettano una nota festosa con i loro vivi colori. Tutto insomma rende sicuro e agevole il viaggio. Ci auguriamo che il successivo tratto possa essere quanto prima ultimato, ed allora il «salto» a Lubiana sarà veramente tale e non una maratona di quattro ore. In riferimento a «Mortale diver bio fra pescatori», apparso nello scorso numero del nostro giornale, riceviamo e pubblichiamo: «Il 28 giugno 1955, alle ore 23.15 si presentavano a casa mia due donne che, parlando in italiano, chiesero il mio immediato intervento per un uomo colpito da malore. «Un omo à .gà ciapà mal» — dissero testualmente. Alla mia richiesta di spiegazione sul genere del mole di cui soffriva per sapermi regolare di quali mezzi fornirmi, e suU’effettiva urgenza deUmtenien-to medico, una di esse rispose testualmente: «Siete o no di turno? Se lo siete, dovete venire!»; al che io risposi: «Se parlate così, posso dire che non ci vado». Dopodiché le due donne, fra improperi e minacce incomprensibili se ne andarono. Dopo cinque minuti ritornavano, accompagnate da un militò e da un vigile del fuoco. Quest’ultimo prese a spiegarmi l’urgenza dellfintervento, mdtivandola con il fatto che l’uomo giaceva privo di sensi, dopo essere rientrato dalla pesca. Lo stesso veniva confermato dal milite che prospettava la probabilità che l’uomo fosse già «crepato». Sentito un tanto, mi preparai immediatamente e, in loro compagnia, mi recai, o meglio, corsi sul posto. In casa del defunto giunsi alle 23,35 e constatai [immediàtamentc lo stadio di raffreddamento del cadavere, la forte pallidità del viso, controllai il cuore e confermai l’avvenuta morte. Sul collo osservai due graffiature, dalle quali non potevo però concludere che sii trattasse di morte violenta. Dati più particolareggiati non seppi dai famigliati e, alle 23.50, ero già rientrato in casa. Da quanto sopra appare che non mi presentai in casa del morto alle PER L’INCREMENTO DELLA PRODUZIONE I MEZZI FINANZIARI a disposizione dell'agricoltura m IL RAPPORTO VERSO LE ALTRE COOPERATIVE Sarebbe errato il ritenere non necessario un aiuto anche alle cooperative agricole di lavoro nei loro sforzi per sistemare le proprie economie. Tanto più che quelle sopravvissute alla riorganizzazione funzionano meglio e registrano maggiore produzione degli stesisi demani statali. E’ un fatto però che la legislazione, in un certo senso, le trascura. Eliminare questa trascuranza è appunto uno degli obiettivi cui tenderà la nuova legge sul cooperativismo. IL PROBLEMA DELL’ACQUISTO DEI PRODOTTI Molto si parla, e in una certa misura si agisce anche di conseguenza, che necessita eliminare gli acquisitori incontrollati e passare MISURE RESTRITTIVE nell'erogazione dell’acqua CAl’ODlSTRl.V,. luglio. — Nel distretto di Capodistria c’è un solo ia|ciquedr£to,. quiello Ilei Risano, che ha la sorgente sotto Loke, presso črni Kal. Di là l’acqua scorre per gravitazione attraverso i tubi fino alla centrale di filtramento, situata nei pressi del Risano, dove viene depurata e dori zzata, proseguendo fino a Siicciole. Da questo condotto principale si stacca una diramazione per Dekani, ama per Ancarano e .(Valdoltra e una per ogni cittadina (Capodistria, Isola e Parano). Il valore dell’acquedotto ammonta a 1,5 miliardi di dinari ed è in grado di fornire al consumo fino a 6050 metri cubi d’acqua potabile al giorno. Nei progetti di tutti gli acquedotti si tien conto del consumo -per uso privato, pubblico e industriale, eco. In tali progetti si prevede normalmente anche lo sviluppo demografico e l’aumento del nume* ro dei consumatori per un periodo dai 30 ai 50 anni. Così fu fatto anche per lo acquedotto del Risano, per cui essa dovrebbe soddisfare le esigenze almeno ancora 20 anni. Bisogna rilevare tuttavia che il progetto in parola non prendeva l’uso dell’acqua ai fini .irrigatori. Dal momento che nella .pratica si è allontanati dal programma originario, facendo notevole uso del-l’aoqua anche per lirrigazione e per mancanza di economia nella nostra industria e da parte degli altri consumatori, è avvenuto che ci troviamo di fronte, già ora, il completo sfruttamento delle capacità dell’aoquedotto, comportando il pericolo che nel mese di agosto l’acqua scarseggi. Non sarebbe stato opportuno d’altra parte limitare l’uso dell’acqua per l’irrigazione finché ce nera abbastanza. Ma ora, constatando che l’acquedotto non potrà coprire tutto il consumo, si è dovuto provvedere in qualche modo per evitare che un consumo troppo grande abbia a portare conseguenze spiacevoli. (Taja provvedimento è stato preso anche in seguito alla decisione approvata dal GPD in data 2 luglio 1955, sulla nuova tariffa per il consumo dell’acqua potabile. Questa tariffa comprende in genere i seguenti punti: L’aoqua dell’acquedotto del Risano, viene ceduta per le necessità generali, cioè per fi rifornimento della popolazione, degli ospedali e dei collegi, per le necessità pubbliche comunali, ecc. a 16 din. al metro cubo limitando il consumo dell’acqua con il conteggio di quella consumata al prezzo stabilito qualora non sorpassi le seguenti quantità: -—1 per l’uso domestico litri 100 giornalieri, ossia tre metri cubi al mese per persona. — per il bestiame litri 100 al giorno ossia 3 metri cubi al mese per capo. — per l’uso scolastico litri 50 al giorno ossia 1,5 metri cubi al mese per ogni scolaro. ^ — per gli ospedali litri 500 al giorno, ossia 15 metri cubi al mese per ogni letto. — per l’ortiiooltura o l’agricoltura il consumo viene .limitato al 25% del massimo consumo nell’anno 1954. Le quantità d’acqua consumata che superino queste norme saranno conteggiate a 60 cfcm. per metto cubo. L’acqua usata nell’Industria, nelle miniere, nell’edilizia, nell’artigia-nata, nel commercio, melTalber-gbiera e nelle altre aziende economiche ed imprese sarà contagiata nel volume complessivo a din. 60 il metro cubo. L’amministrazione dell’acquedotto è stata autorizzata altresi a sospendere l’erogazione dell’acqua per l’iirrigazione nel caso in cui ciò si rendesse necessario. La tariffa sopraoitata entrerà in vigore con il 1 agosto prossimo futuro. Nel nostro sviluppo generale bisogna tener conto anche delle necessità future di acqua potabile, perciò dovremmo già oggi intaccare le nostre modèste riserve. D’altra parte nell’attuale complesso dell’edificazione anche il finanziamento degli investipienti per il potenziamento della nostra rete idrica creerebbe difficoltà quasi insormontabili. Se i consumatori comprenderanno giustamente questo problema generale del distretto, si potrà prolungare l’efficienza dev'acquedotto del Risano ancora per alcuni anni. Con i mezzi ohe saranno a disposizione, si potrà così continuare bfanquillamentb nellà cofctjruziilone dei nostri obiettivi industriali e delle case d’abitazione ohe tanto necessitano. Klun Karel. UN INVIDIABILE PRIMATO FESTA A ROVIGNO per i 100 anni di „Marioussa” ROVIGNO, 2 luglio — Nell’anno 1855 a Rovigno non esisteva ancora la Manifattura Tabacchi, non esisteva la ferrovia che congiunge ' la cittadina rivierasca a Canfana-ro, non esistevano le altre fabbriche. Non si parlava di «sardeliine» e «tabacchi», ma soltanto di «pe-s'caduri» 'e «sapaduri». E la vita di questi era dura. Erano gli armi di Garibaldi. Nessuna persona vive oggi in Istria, all’infuori di una donna rovigne.se, che possa gloriarsi dicendo: «Io ho vissuto quella storia!» Quella donna, a Rovigno, è un libro di storia vivente, un piccolo museo umano. Si chiama Maria Micoglian, vedova Zaccai e ha superato in questi giorni i - cento anni. Un secolo, per la vita di un uomo — è qualcosa. Maria Mi-coglian-Zaccai è nata a Rovigno il 2 luglio 1855. In questa stessa giornata, dopo cento anni, unica superstite di una vecchia generazione, la vegliarda ha festeggiato il raro giubileo con una festa che nella cittadina s'i ricorderà per molto tempo. Alcuni mesi or sono avevamo fatto visita a Maria Micoglian e ci aveva detto: «Fra poco compio cento anni. Spero di rivedervi ancora.» E ci siamo rivisti. Ma non eravamo soli. A festeggiare la centenaria, sabato scorso a Rovigno, ci sono state numerose delegazioni di cittadini: un gruppo di compagne in rappresentanza dell’Unione socialista, le autorità popolari con alla fretta il presidente del Comune, Milan Iskra, e poi tut to il complesso corale della Società «Marco Gar-bin». Le donne hanno offerto omaggi floreali. I coristi hanno cantato vecchi motivi rovignesi e «bitinade» che la centenaria ha ascoltato con profonda commozione, poiché le ricordano i lontani tempi giovanili. Quando l’allegria si è fatta generale, Maria Micoglian Zaccai, ha dimostrato il suo eterno buon umore e la sua gioia, la sua vitalità, si è messa a cantare assieme al coro . . . Una bella sorpresa hanno preparato i cantori per la festeggiata, eseguendo una .canzone, composta appos'itamente per lei, dal titolo «Par sa’ Mariuossa» versi di Giusto Curto: Alla nostra viiecia tanti auguri i gavemo porta1 sto maso da fiuri. Dighelo de sèi e dighielo da nò ca cripi i siuri, la viecia nò. Davanti alla porta di casa della centenaria, ancora oggi sventolano due bandiere: una croata ed una italiana. Nel giorno del compleanno, una ’-grande scritta in dialetto spiccava sul muro, in via Svalba n. 4: «Aveiva i s'enito ani da sa’ Mariuossa». Maria Micoglian ha una figlia di 85 anni. Auguriamo alla madre ed alla figlia di vivere ancora a lungo. S. G. ■ore 1, come riportato nella vostra notizia, ma venti minuti dopo il primo invito, nonostante l’insuffi-cenza delle piegazioni sul male e l’ora tarda. Soltanto il giorno dopo appresi i dettagli del fatto e la causa del decesso. Capodistria, 7 VII 1955 dr. Vrhovec Anton via Petronio 14 — Capodistria Brevi da Pirano E’ stato inaugurato la scorsa settimana a Pirano, in piazza Tartini, un modernissimo salone da parrucchiere per signora. Grazie alla brava direttrice e allo sceltissimo personale, il lavoro procede in modo tale da soddisfare le numero:.e turiste che visitano la cittadina e le stesse piranesi. * Tra pochi giorn|i, sempre in piazza Tartini, la «Lipa» aprirà una bella ed ampia cartoleria-libreria che contribuirà a migliorare il servizio cittadino in tale senso. * I soci della cooperativa agricola di Pirano si dichiarano contenti per il buono di 300 dinari distribuito a ciascuno di loro, nello stesso tempo in cui non possono trattenersi dal lamentare la mancanza della polenta (tanto gradita ai piranesi) che la direzione della cooperativa potrebbe procurare ai propri dipendenti, essendone il nostro Paese ben fornito. l’acquisto dei prodotti agricoli alle cooperative agricole sole. Tuttavia non è possibile preorientare bruscamente il problema con un semplice provvedimento amministrativo. Si tratta qui di procedere gradualmente in modo che le diramazioni capillari delle organizzazioni compormietitere il rifornimento capaci di espletare un compito di così .grande importanza. Diversamente sì corre il pericolo di creare gravi inconvenienti negli scambi dei prodotti fra la città e la campagna. Qualora si volesse agire amministrativamente si potrebbe provocare una pericolosa stasi e compromettere il rifornimento stesso delle città. Perciò è necessario procedere con cautela, facendo sì che, laddove le cooperative non fossero in grado di far fronte a questo compito, si permetta alle imprese commerciali l’acquisto dei prodotti, tanto più che il pagamento non avverrà subito in contanti, ma si liquiderà nell’apposito ufficio pagamenti. Questo per esercitare un efficace controllo sui prezzi d’acquisto ecc. Lo scorso anno, il 60% di tutta la produzione agricola è pas'salto al mercato tramite le cooperative. Anche i prodotti deU’allevamento del bestiame e dell’industria del degno hanno seguito la medesima via per un valore di 2,3 miliardi e, rispettivamente 5,6 miliardi, cui vanno aggiunti ulteriori 2,1 miliardi di altri prodotti, anich’essi passati al mercato attraverso le organizzazioni cooperativistiche. In ambito federale si sta preparando disposizioni che concederanno condizioni di favore alle imprese che si occupano di acquisto dei prodotti agricoli. Si prevede infatti che l’intera quota dell’imposta federale sugli utili rimanga alle imprese medesime per il miglioramento della loro attrezzatura tecnica e per il potenziamento della doro attività, benché sia vero che, pur con una produzione bassa come la nostra, non vengano sfruttate tutte le possibilità esistenti, a causa appunto, delle deficenze nella nostra rete commerciale. Ma questo è un altro problema e richiede un discorso a parte. I. B. POLA, luglio — Dopo la sentenza del Tribunale distrettuale con la quale veniva condannato a 2 mesi di reclusione il 25.enne Giovanni Corazza, il Pubblico accusatore ha immediatamente inoltrato ricorso per un più severo verdetto nei confronti del nominato. Questi ha approfittato negli ultimi tempi della sua posizione in fabbrica cementi, in qualità di elettricista, per sottrarre dalla stessa circa 5 kg. di stagno per un valore di 20 mila dinari, oltre a vari attrezzi. I reiterati «colpetti» del Corazza sono stati scoperti ai momento in cui lo stesso contrattava lo smercio della refurtiva. a o o POLA, luglio — li macellaio polese Giovanni Faraguna è stato alleggerito nel mese di marzo della propria bicicletta mentre si trovava momentaneamente nella macelleria ai Giardini. Della «operazione» s’incaricava il ventenne Ivi-nic Rikard, il quale riusciva ad eclissarsi con il bel velocipede, del valore di 45.000 dinari, occultandolo nella propria abitazione di Padul, a qualche km. dalla città. Quivi si dava a smontare il malloppo, adoperando molti pezzi sulla propria bicicletta. Alla scoperta del furto, l’Ivinic veniva condannato a 6 mesi di carcere. POLA, luglio — Per minaccie ed of-ifese d’intolleranza nazionale, i coniugi Marinka od Angelo Poldrugovac da Stignano sono comparsi dinanzi al Tribunale distrettuale, uscendone ritenuti colpevoli e condannati a 20 giorni di reclusione e 3.000 din. cadauno con la condizionale di 1 anno. I suddetti avevano in precedenza leso l’onore nazionale di Marino Leonida, da Fasana. — CRONACHETTE CAPODISTRIA NASCITE: Kodarin Josip di Jože e Savron Stefania. MATRIMONI: Bertok Guido di anni 23, agricoltore, con Apollonio Attilia di anni 21, casalinga; Vodopivec Dragomil di anni 33, sarto, con Jurjavčič Maria di anni 23, sarta. DECESSI: Stibilj Ivana di anni 51; Savron Pino di anni 1. ISOLA MATRIMONI: Wand Vladimir di anni ■22, pittore, con de Jurco Miranda dì anni 23, casalinga; Urlep Ivan di anni 27, cassiere, con Grobin Angelina di anni '28, contabile. BUIE DECESSI: Limončin Francesco di anni — RADIO Programma dal 12 VII. al 18 VII. 1955 MARTEDÌ’, 12 VII.: 17.30—1717.45 Corso di lingua inglese 17. lezione; 18.00-18.20 Pagine scelte. MERCOLEDÌ’. 13 Vili.: 17.15—18.00 Le più belle canzoni richieste; 18.00-18.15 Il nostro paese; 18.15—19.00 Di opera in opera. GIOVEDÌ’, 14 VII.: 12.00—13.30 Musica per voi; 17.30—18.30 Angolo dei ragazzi; 22.20—‘22.40 Taccuino. VENERDÌ', 15 VII.: 12.00-il3.30 Musica per voi; 17.30—17.45 Corso di lingua inglese (ripetizione) 17. lezione; 18.00— 18.1.5 Dal mondo del lavoro; 18,15—-18.30 Musica; 18.30—18.50 Corrispondenza. SABATO, 16 VII.: 12.00^13.30 Musica per voi; 17.30—18.15 Ritratti musicali; ■18.15—18.25 I nostri programmi. DOMENICA, 17 VII.: 10.00—10.30 Mattinata musicale; 10.30—11.00 La donna e la casa; 11.00—11.20 Colonia — reportage; 11.20—12.00 Concerto sinfonico domenicale; 12.00—13.30 Musica per voi; 17.15 II nostro scenario: «Le avventure di Ivan» di Oscar Sudoli; 18.10—19.00 Ritmi e canzoni. LUNEDI’, 12.00—-13.30 Musica per voi; 17.15—17.30 Ritmi e canzoni; 18.00— 18.15 Taccuino. L’avvocato Sedmak Aliberto-Dra-go ha aperto il proprio studio legale in Pirano via Domenico Contento (dietro la -trattoria «Alla nave»), Vendesi trattore agricolo «For-son» rimesso a nuovo. Rivolgersi a Campel 1 presso Capodistria. E’ stata smarrita la carta d’identità nr. A-33967/23940 intestata a Senizza Ondina nel tratto Capodi-stria-Skofje. Il rinvenitore è pregato di rivolgersi alla redazione. Pizzanus Cesare, di Valdoltra, ha Smarrito la carta d’identità tir. 20266/10252. Si prega il rinvenitore di rivolgersi alla redazione. CON 1 MAORI SULL’ISOLA Dl MOTITI AMANO IL BIGUARDO i cannibali di u'n tempo CORSO D’INGLESE — RADIO CAPODISTRIA ASCOLTA E PARLA L’isola di Motiti, piccolo ed isolato pezzo di terra distante circa 32 chilometri dalla montagna Mauraganui, può essere considerata con pieno diritto come l’isola di Nor-folsk del golfo dell’Abbondanza. Airinfuori della radio, (’unico mezzo che la lega alia Nuora Zelanda, e con ciò al continente, consiste nella Visita settimanale di un apparecchio che porta la posta e generi alimentari. Anche se l’isola non gode .il privilegio dei numerosi vantaggi che la vita moderna offre oggi, la maggioranza dei 100 Maori che vivono a Motiti, è più che contenta del proprio modo di vivere. Quasi tutti gli uomini e donne adulte hanno frequentato qualche Scuola della Nuova Zelanda, ma sono tornati sull’isola per coltivare la terra dei loro avi: 17 fattorie che si estendono su 400 ettari di terra. Gli altri 300 ettari di terra coltivabile appartengono a una famiglia già da set-tant’ anni. I Maori hanno trovato con successo un compromesso tra il loro modo di vivere di un tempo e quello con|temporaneo. Il costume popolare è stato sostituito dall’abito all’europea, ma i prodotti caratteristici d’e-sportaziorae, quali cetrioli angurie, granoturco, sono rimasti sempre i principali generi destinati all'estero. 11 granoturco è la principale fonte di vita del contadino di Motiti. La fertilità del terreno è aumentata as-Isai in seguito all'eruzione del vulcano Tarawere, avvenuta nel 1866: il vento ave-1 va portato sull’isola la cenere che il vulcano emetteva. Non sono frequenti i visitatori di Motiti, ma coloro che vi giungono non rimpiangono mai d’averlo fatto. Il tradizionale senso dell'ospitalità dei Maori non permette allo straniero di erigere la tenda per accamparsi: ogni visitatore, di qualunque rango esso sia, viene condotto in una qualsiasi casa e ANNUNCIO Radio Capodistria rende noto agli ascoltatpri interessati che durante il periodo e-stivo verrà sospesa la trasmissione dei corso di lingua inglese. Il giorno 12 luglio verrà trasmessa la 17iesima lezione, l'ultima, che verrà ripetuta venerdì 15. Il corso si riaprirà ai primi di settembre con ' la ripresa della quindicesima lezione. trattato come ospite d’onore. L’isola, come già detto, non possiede molti mezzi per comunicare con il continente. Esiste solo un radio-telefono che gli isolani hanno acquistato per la spedizione di telegrammi e raccomandate urgenti. Dal momento che non ci sono dottori, nel caso di una malattia o disgrazia, bisogna attendere l’arrivo settimanale dell’apparecchio per trasportare il malato nella Nuova Zelanda. Fortunaitamenite le malattie sono quasi sconosciute a Motiti. I parti di solito hanno luogo sul continente e solo una volta è avvenuto che, mentre si stava attendendo l’arrivo' dell’appaneochio, una donna ha partorito mettendo alla luce due gemelli. La prima scuola è stata aperta a Motiti 47 anni fa e, grazie a questo fatto, il numero degli analfabeti è insignificante. Il luogo dove gli isolani si radunano con particolare piacere è la cucina del maiesitro Tom Reweti. Oltre che alla sua funzione naturale, essa serve anche da posta, ufficio anagrafe e stazione di pronto soccorso. Motiti va orgogliosa della sua sala da bigliardo, dove gli appassionati di tale gioco passano molte ore della giornata. In esis'a ci sono sempre i soliti giocatori, ma nei giorni di pioggia mezza popolazione la anima. Un’altra interessante caratteristica di Motiti è il «telefono della giungla». Ogni casa è munita di un vecchio e sgangherato telefono ed una unica linea li collega tra di loro. Alcune famiglie hanno ordinato ora l’apparecchio radio a batteria. Antiche fortezze abbelliscono l’isola e il terreno attorno ad esse non viene coltivato perchè un tempo su di esso avevano luogo le «cerimonie cannibalesche» durante le quali i vincitori divoravano i nemici ammazzati. Colui che viene per là prima volta a Motiti s'i stupisce per la mancanza di porte. Giovani e vecchi passano con la stessa abilità attraverso il recinto di ferro spinato che circonda la casa al fine di proteggerla da circa 80 cavalli selvaggi che vagano per l’isola. Un tempo, Motiti possedeva 500 cavalli importati, ma con l’introduzione dei trattori, molti sono stati uccisi. I cavalli rimasti vengono utilizzati per il traspor- to del raccolto fino a riva. Dalla riva la merce viene trasportata sul continente mediante canotti. A Motiti, un porto per quanto ben costruito, non può durare a lungo a causa delle violenlte ondate che investono l’isola. I Maori sono di natura assai allegra ed hanno il senso dell’umorismo molto sviluppato. Uno degli scherzi che maggiormente amano fare allo straniero è di parlargli di pesche abbondantissime e miracolose, finendo poi col presentargli a pranzo una scatola di sardine. Motiti è il paradiso dei turisti, ma . . . senza turisti. Gli inverni sono miti e Testati calde. Vi crescono le banane, ananas', paw-paw, a-rance, limoni ecc. Motiti non diventerà forse mai un. grande centro turistico, ma su di essa vivono più di cento persone sane e felici. La topiba di Cecilia Metelia che il Comune di Roma ha deciso di salvare dalle mire dei «pescecani» che intendevano abbatterla per soddisfare le loro ambiziose mire FANTASTICO FUOCO D'ARTIFICIO inaugura il U. Festival cinematogralico Il regista sovietico Pronin e l'attore francese Jean Pier Aumont presenti alla proiezione di "Loro due,, e "Milioni sull'isola,, Pertanto anche il nostro giornale sospende la pubbli- " ... cazione .diel testo per lo stes- Anche Rita Hayworth ha il so periodo di tempo. suo sosia: Mary Castle. Que- sta (la prima nella foto) si è stancata di fare da controfigura alla diva ed ha de ciso di fare carriera per conito proprio PROSSIMAMENTE Sui nostri schermi - SEGRETARIA PRìVATA E’ un film tedesco della CCC - FILM interpretato dai noti attori Paul Hoerbiger, Sonja Zieman e Rudolf Prack. Regia di Paul Martin. Casa distributrice: Mora-va-film, Belgrado. Gerda aveva vent’anni e venti marchi in saccoccia, quando decise di .recarsi a Berlino in cerca di lavoro. Appena arrivata in città, s’i rese conto che trovare uno impiego è molto più difficile di quanto pensava. Un giorno incontra l’impiegato di banca, Giulio, il quale è pure artista, cantante, dirigente di un coro 6 cassiere di una società culturale. Essa riesce a convincerlo a farsi presentare al - capo servizio personale della grande banca, Osterman. ' Questi, colpito dalla bellez-j za della ragazza, la assume come segretaria privata. Ma Gerda voleva lavorare e non amoreggiare con Osterman. Questi, deluso, decide di vendicarsi. Egli iniziò col sovracari-carla di lavoro straordinario. Nel frattempo arriva in banca un giovarne, il quale la aiuta a terminare il lavoro. Finito il lavoro, i due si portano insieme nel locale dove lavorava Giulio. Appena li vede, Giulio rimane imbarazzato. Il giovane che accompagnava Gerda era infatti il direttore della banca Delbrik in persona, che però voleva mantenere l’incognito. Giulio, capito a volo la situazione, spalleggia il direttore. Alla fine i tre, su proposta di Gerda, vanno a prendere un «bruderšaft». Per un caso fortuito e imprevisto, un banale incidente provoca dissensi nella compagnia, Gerda viene a conoscere la vera identità del giovane accompagnatore. Il giorno dopo tenta di farsi ricevere in banca dal direttore, ma non riesce. Mentre si trovava nell’anticamera, squilla il telefono. Era una sua amica, alla quale confida di essere innamorata del giovane conosciuto la sera precedente. Delbrik, che per caso ascolta la conversazione, è felice, perchè anche lui si era innamorato della ragazza. La fine vede Gerda divenire da semplice impiegata la moglie del direttore Delbrik. , E’ un film senza grandi pretese, ma divertente e indicato per passare due orette in allegria e senza pensieri. POLA, 9 luglio — Pola sembra trasformata in un centro cinematografico. Lo vie sono inondate di reclame, filmistici di ogni casa produttrice e distributrice del Paese, dalla prima all’ultima repubblica. Ognuna di esse dispone del suo piccolo padiglione, arredato con gusto prettamento filmistico. L’organizzazione è perfetta, il servizio informazioni per la stampa viene disimpegnato all’Hotel Riviera per .56 giornalisti che trovano giornalmente nel proprio «box» tutto il materiale necessario. Un po’ di disillusione per i giornalisti dopo il telegramma di De Sica e Zavattini: «Spiacenti non poter partecipare. Impegnati con film «Tetti», ma gli ospiti d’onore non mancano a questo grande avvenimento per la nostra cinematografia, a questa rivista che, si può dire, oltre a gettare le basi per un ormai tradizionale e sempre più imponente manifestazione, traccia il filo di un decennio di vita. Infatti è giunto per assistere al festival d grande regista sovietico Vasilije Pronin, in compagnia del consigliere all'Ambasciata russa a Belgrado Aleksej Ba-hajev. Pronin, conosciuto per i suoi «La via della vita», «Il comandante dell’isola-uccello», «Il figlio di Tadzika-stana»,- «Marzo-Aprile», «Il figlio del reggimento» è portatore- deli ordine per l’arte. Altro festeggiato ospite, costantemente assediato corte-semente dai giornalisti, è l’attore e scrittore francese Jean Pier Aumont, che si è guadagnato uno dei migliori posti nella popolarità del pubblico e dei crìtici quest’anno ai festival di Cannes e Berlino. Ammoni viene a presenziare alla proiezione del suo film «Les diaboliques» che si darà martedì 12. c. -m. Come dicevamo, Pola ha una veste che non aveva mai fino ad oggi, poiché il Festival di quest’anno supera di gran lunga per imponenza quello dell’anno scorso. E ne fanno cornice una magnifica esposizione dei migliori pittori della Croazia, un’altra sui 10 anni del cinema jugoslavo, poi la nota «Pola attraverso i secoli», che ha destato grandissimo interesse a Zagabria. Il maltempo di giovedì e venerdì ha messo sulle spine gli organizzatori (Vjesnik u srijedu e CP-Pola)) circa l’inaugurazione di questa rivista che vuol mostrarci a ■ quanto siamo giunti in questi dieci anni di faticoso cammino. Dieci anni, durante i quali la nostra giovane cinematografia ha dato al suo pubblico più di cinquanta lungometraggi, alcune centinaia di cortometraggi, documentari, scientifici, cartoni animati, di propaganda, sperimentali; quasi 1500 lavori, il che significa più di 600.000 metri di. pellicola, 5 milioni di spettatori ogni anno nei cinema del Paese. Indimenticabile spettacolo l’apertura del Festival Nel pomeriggio, nelle sale dell’Hotel Riviera, dopo una conferenza stampa sui particolari organizzativi, il Presidente del CP Mirko Perkovič offre . un ricevimento di circostanza ai giornalisti, critici ed attori, al quale prende parte Jean Pier Aumont. Scattano gli obbiettivi fotografici, riprendono continua-mente tre operatori cinematografici, in un atmosfera a-michevole. Già a prima sera le vie principali \della •città .ssono percorse da una marea di gente che si avvia all’Arena, dinanzi alla quale garriscono sui pennoni le bandiere jugoslava, greca, francese, norvegese ed statunitense. Si sa infatti che due film sono girati in cooproduzione con i grpei ed i norvegesi (Due acini d’uva - Cammino di sangue), che partecipano come ospiti i francesi e gli americani (iti cinemascope,, domenica 17). Il servizio [l’ordine è elogiabile e l’affluenza si svolge regolarmente, sinché l’anfiteatro assunte un aspetto davvero spet-talocoloso. E’ il record dell’Aréna, 12:000 spettatori! Mai tanto pubblico in Jugoslavia ad una proiezione. E poi la volta di un fantasmagorico carosello pirotecnico^ mentre dodici fiaccole si accendono sulle arcate e gli stendardi) del festival salgono sui pennoni, salutati dal-l’inno nazionale. Vengano alfine proiettati due magnifici documentari a colorì sull’India, e la Birmania (UFUS). Storila, , colore; natura folclore, ottima fotografia e musica. Aspiranti al primo posto dei documentari. Segue «Loro due» (UFUS), regia Zorz Skirigin, interpreti Milivoje Zivanović, Dragutin Todić e Dragomir Fciba. fRiuscito tema psicologico: con un episodio della vita contadina in Serbia durante la guerra, umano, vivificato dal tipico dialogo serbo, pieno di espressioni divertenti anche nelle peggiori .circostanze. Un solido lavoro, anche se non è riuscito a sfuggire qualche sbucciatura nella continuità e nel tono. Tutti e tre i protagonisti sono emersi per l’interpretazione di tre spiccate personalità. Scrosciante applauso alla fine, alla presentazione del regista Skirigin (che ha girato Slavica, il primo film iugoslavo) a Zivanović e Felba. «Milioni sulT.isola» poteva riuscire molto meglio con maggior cura dello scenario e della regia, per quanto non sia stato inferiore a tanti altri film per ragazzi di marca francese ed italiana. Il ruolo di Metka Gabrijel&ič non ha potuto elevarsi a causa dei legami dello scenario. {In ogni caso, la parola al giuri del fèstivàl, phe assegnerà 800.000 dinari di premi sti-mulativi. Il grande pubblico lascia soddisfatto l’anfiteatro, attendendo con interesse le serate successive. Il Festival si è aperto in un modo indimenticabile. Romano Farima MOSTRA DI FIORI A LUBIANA LA "PRIMAVERA di Stana Bogunović vv Lubiana, fine giugno — Il padiglione di Jakopič ha accolto recentemente fragili e delicati ospiti: fiori, di tutte le qualità, dalla superba orchidea all’umile violeltita. Si trattava di fiori artificiali, creati da abilissime ed a-gili dita di due veri artisti quali sono Stana e Slobodan Bogunović. Allestita con ottimo gusto’, la mostra ha richiamato un gran numero di visitatori. Benché differenti uno dall’altro, sia per tipo che per il materiale us’ato per farli, i fiori formavano un insieme quanto mai' armonioso. Dispositi in vasi bellissimi, su\mobili scelti con gusto, non avevano l’aria di artificiosità e bisognava avvicinarsi assai per rendersi conto del loro vero essere. Gli artefici di tanta bellezza non sono ammirati solo da noi. Le principali città d’Europa quali Parigi, Londra, Gra>z ecc., hanno già avuto .occasione di ospitare le meravigliose creature di Stana e Slobodan Bogunović. Recatomi nella loro abitazione, li trovai che stavano lavorando. Lavorano indefessamente dalla mattina alla sera alla preparazione di una mostra per turisti che avrà luogo tra breve alla Fiera di Lubiana. Varie ordinazioni sono loro giunte da Trieste, e continuamente si fa avanti qualcuno con delle richieste. I due coniugi sono costantemente occupati tanto che l’unico mezzo che li lega al «mondo di fuori» è la radio. Abilissimi, essi sono ammirati in tutto il mondo. Alla Fiera di Parigi le loro rose sono state annusate da moltissimi che le credevano vere. E certamente tutti coloro che hanno visto il film «Vesna» ricordano la bella «primavera» creata dalle loro mani. Stana Bogunović è un’au-lodidaitta. Cominciò a lavorare nel 1937 e da allora non ha fatto altro che gareggiare con se stessa.. Il marito, Slobodan l’aiuta con successo nella sua attività. Per la qualità e il ricco assortimento dei suoi fiori, Stana Bogunović è stata più volte premiata con medaglie, diplomi e regali. Il suo amore per i fiori la porta sempre più lontano alla ricerca ni nuovi metodi per arricchire la sua collezione. Se si pensa che ogni particolare deve essere fatto a mano, apparirà chiaro quanto tempo e quanta fatica ci vogliono per la produzione anche del più piccolo fiorellino. Ma il lavoro reca loro una grande soddisfazione: non è da tutti poter creare la primavera in qualsiasi periodo dell’anno! MAVIL 17.MA LEZIONE INSEGNANTE — Per rendere interrogative frasi come he is coming, he is giving, -ecc. basta invertire l’ordine delle due prime parole. Così l’affermazione, he is coming diventa is he coming? They are going diventa are they going? Ecco in una serie di e-sempi, prima la forma affermativa, poi la forma interrogativa. TOM — You are going to your office. JOAN — Are you going tu your office? , TOM — You are coming from the station. JOAN — Are you coming from the station? TOM — Father is putting his cigarettes in his pocket. JOAN — Is Father putting his cigarettes in his pocket? TOM — Mother is taking her hat from a box. JOAN — Is Mother taking har hat from a box? TOM — We are getting our letters from the postman. JOAN — Are we getting our letters from the postman? TOM — You are giving a cigarette to Mr. Morris, JOAN — Are you giving a cigarette to Mr. Morris? Ed ora la medesima serie di domande, seguite da risposte affermative. JOAN — A eryou going to your office? TOM — Yes, I am going to my office. JOAN — Are you coming from the station? TOM — Yes, I am coming from the station. JOAN — Is Father putting his cigarettes in his pocket? TOM — Yes, Father is putting cigarettes in his pocket. JOAN — In Mother taking her hat from a box? TOM — Yes, Mother is taking her hat from a bor JOAN — Are we getting our letters from the postman? TOM —- Yes, we are getting our letters from the postman. JOAN — Are you giving a cigarette to Mr. Morris? TOM — Yes, I am giving a cigarette to Mr. Morris. JOAN — Is Mr. Morris saying «Thank you» to you? TOM — No, Mr. Morris will say «Thank you» to me. INSEGNANTE — Thank you. JOAN — Mr. Morris said «Thank you» to you then. He got a cigarette from you. Hu is putting his cigarette in his pocket now. INSEGNANTE — My cigarette is in my pocket. Ripassiamo le diverse forme interrogative. Prima: domanda riferentesi a un’azione che si svolge al momento in Äyi si parla —? are you coming here? Seconda: domanda riferentesi a un’azione che si svolge abituale — does he go on a bus? Do you give your ticket to a man? Terza: domanda riferentesi 3 un’azione futura — will Mr. Green come here? Infine una domanda riferentesi a un’azione passata — did George Martin go to Ireland? Finora avete imparato a rispondere alle domande con una frase intera. Per esempio, alla domanda: «Is he here» sapete rispondere «Yes, he is here». Alla domanda: «Was he here»? risponderete all’affermativo: Yes, he was here. Si può rispondere in altre maniere, con un laconico «Yes» oppure «No». Troppo brusco, poco gen- tile, e giustamente criticato questo tipo di risposta. Alla domanda: «Is he here»?, potrete sempre rispondere «Yes, he is» (sottinteso here). Una domanda al passato «Was he here» risposta affermativa — Yes, he was (sottinteso here). Similmente per le altre persone — per esempio —: am I early? Yes, you are — Are they late? Yes, they are — Are you there? Yes, we are. — Were you there? Yes, we were, oppure al singolare, Yes, I was. INSEGNANTE — Is Tom in his office? TOM — Yes, he is in his office. INSEGNANTE — Is Joan in her office? TOM — Yes, she’s in her office. INSEGNANTE — Is Mrs, Grey in her Kitchen? TOM — Yes, she is. INSEGNANTE — Is George Martin in Ireland? TOM — Yes, he is. INSEGNANTE — Is your car in your garage? TOM — Yes, It is. INSEGNANTE — Are your dog dog and your cat in the garden? TOM .— Yes, they are. INSEGNANTE — Are you and Mr. Green friends? TOM — Yes, we are. INSEGNANTE — Am I your friend? TOM — Yes, you are. INSEGNANTE — Was Mr. Grey in London Yesterday? TOM — Yes, he was. ■ INSEGNANTE — Were he and Qoan in Northgate yesterday? TOM — Yes, they were. INSEGNANTE Were you and Mrs. Grey in the car yesterday? TOM — Yes, we were. E’ il compleanno di Mrs. Grey, che ha già ricevuto diversi regali e ne riceverà ancóra degli altri. JOAN — Mother! Mrs. GREY — Yes, Joan. JOA'N — Are you in the diningroom? MRS. GREY — Yes, I am. JOAN — Good morning, Mother. This is you parcel. MRS. GREY — Oh, thank you, Joan. Is it a clock? JOAN — Yes, it is. MRS. GREY — Oh, tank you! I’ll put it my room JOAN — The postman gave this parcel to me. Tt’s your parcel. Your name is on it . . . Is it a book? MRS, GREY — Yes, it is. It’s a new book. It’s from Mrs. Blak . . . She was in London yesterday. Her son is in London. He goes to a school in London. She and Mr. Blak went to his scholl in Mr. Blak’s new car. They will come to Northgate in it on Sunday. I’ll put my new coat on then. My new hat is in that box, Joan. Is this your new hat, mother? IMRS. GREY — Yes, it is. Your father gave it to me. We got in from London yesterday. . JOAN — Were you in London yesterday? MRS. GREY — Yes we were. We went to London in the car yesterday morning. JOAN — Is that your box? MRS. GREY — Yes, it is. Tom gave it to me. JOAN — Is it a cigarette box? MRS. GREY — Yes, it is. My cigarettes are in it now. I’ll put it on that small table. And I’ll give the cigarettes to my friends. They’ll come here this evening. Your coffee is in the kitchen, Joan. f Non sì direbbe vera questo splendida orchidea? POI NON RIMASE Biore si schiarì la voce. Disse: — Intanto, sarebbe bene intenderci con chiarezza. Che cosa ne è successo di Armstrong? Lombard rispose: — Bè una prova ce l’abbiamo. Solo tre piccoli bimbi indiani lasciati sul tavolo. Smembra che anche Armstrong abbia avuto il suo conto. ' y Vera domandò: — Ma allora perchè non ne avete trovato il corpo? Biore disse: — Esattćftnente. Lombard scosse il capo. — Questo è strano, si, maledettamente strano. Biore suggerì esitante: — Avrebbe potuto essere stato gettato in mare. Lombard intervenne vivamente: — Da chi? Da voi? Da me? Voi l’avete visto uscire dalla porta d’ingresso. Siete venuto subito a chiamarmi in camera mia. Siamo usciti insieme a cercarlo. Quando mai avrei avuto il tempo di ucciderlo e trascinarne il corpo in giro per l’isola? Biore rispose: — Non lo so. Ma so una cosa. Lòmbard fece: — Che cosa? Biore rispose: — Il revolver. E’ il vostro revolver. Ora l’avete voi. Non c’e niente a dimostrarmi che non sia stato in vostro possesso tutto il tempo. — Andiamo, Biore, ragionate: siamo stati tutti perquisiti, z— Sì, certo, e voi l’avreste potuto nascondere prima. Dopo non avete fatto che rimetterlo a posto. — Ma, testone che non siete altro, vi giuro che è stato rimesso nel mio cassetto a mia insaputa. E’ stata la più grande sorpresa della mia vita il ritrovarlo lì. Biore esclamò: — E voi volete che si creda à una cosa simile! Perchè diavolo avrebbe dovuto Armstrong, o chiunque altro, rimet-stongiura gli dei di mandare tervelo a posto? la pioggia Lombard crollò le spalle desolato. — Non ne ho la minima idea. facendo la danza del fuoco Questa «focosa» indigena Era l’ultima cosa che potessi aspettarmi. Non ci vedo ancora uno scopo. Biore ne convenne. — No, nessuno scopo. Avreste potuto inventare una storia migliore. —E non sarebbe questa appunto una prova che sto dicendo la verità, eh? — Non la vedo a questo modo. — Sentite, Lombard, se siete un uomo onesto come pretendete . . . Philip mormorò, interrompendolo: — Quando ho mai preteso di essere un onest’uomo? No, davvero, che io mi ricordi, non l’ho mai affermato. Biore continuò cocciuto: — Se è vero che dite la verità, c’è una cosa sola da fare, riporre quel revolver insieme alle altre cose che sono chiuse a chiave: e voi ed io continueremo a tenere le due chiavi. Philip Lombard accese una sigaretta. Tirando una boccata, disse: — Non mi fate l’asino, ora. —• Dunque non accettate? — No, non accetto affatto. Quel revolver è mio. Ne ho bisogno per difendermi e lo tengo. Bloro disse: — In questo caso siamo, costretti ad arrivare a una unica conclusione. — Che io sono U. N. Owen? Pensate quello che più vi piace. Ma vi domando, s'e è così, perchè non vi ho finito col revolver ieri sera? Avrei potuto farlo almeno una ventina di volte. Biore scosse il capo. — Non lo so, e questo è sicuro. Dovete avere avuto qualche motivo per non farlo. Vera non aveva preso parte alla discussione. A questo punto si riscosse e disse: — Vi state comportando come due idioti. Lombard la guardò: — Come sarebbe a dire? Vera disse: — Avete dimenticato la poesiola. Non vedete che lì sta il punto. E recitò con intenzione: «Quattro piccoli bimbi indiani andarono in mare; — Uno ingoiò un’aringa rossa e poi rimasero in tre». Continuò: — Un’aringa rossa: questo è il punto vitale. Armstrong non è morto . . . Ha tolto, la figurina di porcellana per far credere cho lo fosse. Potete dire quello che volete: Armstrong è ancora sull’isola. La sua sparizione è appunto un’aringa rossa gettata sul nostro cammino . . . Lombard sedette di nuovo. Disse: — Sapete? Potreste aver ragione. Biore soggiunse: — Si, ma se è così, dov’è? Abbiamo cercato dappertutto, dentro e fuori. Vera fece sprezzante: — Tutti avevamo cercato il revolver, ma l’avevamo trovato? Eppure è stato in qualche posto, tutto il tempo. Lombard mormorò: — C’è una piccola differenza di dimensione, mia cara fra un uomo e/ una rivoltella. Vera disse: — Non me ne importa: sono sicura di aver ragione. Biore mormorò: — Ma sarebbe un po’ troppo evidente, no? Sarebbe come un darsi per scoperto, menzionare proprio l’aringa rossa nói versi. L’avrebbe potuta scrivere un po’ differente, quella poesia. Vera gridò: — Ma non vedete che è matto? Tutto è da matti! Tutto questo attenersi alla poesia è opera di un pazzo. Mascherare il giudice, ammazzare Rogers mentre spaccava la legna, dare non so quale diavoleria alla signora Rogers percfiè morisse dormendo troppo, preparare la scena con l’ape quando mori la signorina Brent! E’ come un mostruoso bambino che fa un gioco. E tutto deve combinare in un modo 0 nell’altro. ( Biore disse: ;— Si, avete ragione — Pensò un momento. — Ad ogni modo non c’è giardino zoologico nell’isola. Si dovrà trovare un po’ imbarazzato a questo punto. Vera gridò: — Non vedete? Noi siamo lo Zoo . . . Ieri sera, non si poteva più dire che fossimo completamente essere umani. Noi siamo lo Zoo ... Passarono il mattino sulla scogliera facendo a turno segnali con 10 specchio verso il continente. Non si accorsero che alcuno li raccogliesse. Nessun segnale di risposta. La giornata era bella, con una leggerissima foschia. Al disotto il mare si sollevava ancora in ondate gigantesche. Nessuna imbarcazione al largo. Avevano fatto un’altra inutile ricerca per l’isola. Non avevano riconosciuto traccia alcuna del dottore scomparso. Vera guardò su alla casa, dal punto ove si trovavano. Disse, con 11 respiro leggermente affannoso: — Ci si sente più sicuri qui all’aperto . . . non torniamo ancora in casa. Lombard replicò: — Non è una- cattiva idea. Qui siamo abbastanza sicuri, nessuno può arrivare fino a noi senza che noi ce ne accorgiamo molto tempo prima. Vera disse: .— Restiamo qui. Biore obiettò: — Dovremo pur passare la notte in qualche posto. E allora dovremo tornare a casa. Vera rabbrividì. — Non lo posso sopportare. Non posso passare un’altra notte. Philip l’incoraggiò. — Vi sentirete abbastanza al sicuro chiusa a chiave in camera vostra. Vera mormorò: — Già così suppongo. — Tese le mani, mormorando ancora: — E’ bello sentire di nuovo il sole ... — Pensò: «Come è strano . . . sono quasi felice. Eppure è inutile nascondersi, il pericolo ci sovrasta . . . ma ora, non so perchè, sembra che nulla importi . . . Così, alla luce del giorno ... Mi sento piena di energia, sento che non posso morire ...» Biore guardava l’orologio. Disse: — Sono le due. Che ne direste di un po’ di colazione? Vera si oppose ostinata: — Io non tomo in casa. Io rimango qui, all’aperto. — Oh, andiamo, venite, signorina Claythorne. Dovete pure tenervi in fòrza, lo sapete? Vera fece una smorfia: — Se soltanto vedo ancora una scatola di lingua mi sento male. Non voglio mangiare; si sta alle volte giorni interi senza mangiare, quando si segue una dieta. Biore obiettò: — Ma io ho bisogno dei miei pasti regolari. E voi che fate, signor Lombard? -'Philip disse: — Sapete, anch’io non mi appassiono troppo alla idea della lingua in scatola. Rimango con la signorina Claythorne. Biore esitò. Vera soggiunse: — Io starò benissimo, non credo che il signor Lombard vorrà spararmi appena voi abbiate voltato le spalle, se è di questo che avete paura. Biore disse: — Sta bene, se lo dite voi. Ma noi eravamo d’accordo di non separarci. Philip disse: — Voi siete il solo che voglia rientrare nella tana del leone. Volete che venga con voi? — No, non importa — rispose Biore. — Rimanete qui. Philip rise: — Dunque avete paura di me? Ma come, se lo volessi, potrei sparare a tutti e due in questo stesso momento. Biore disse: — Si, ma così non sarebbe secondo il piano. Bisogna finire uno alla volta, e sempre seguendo un certo metodo determinato. — Be’ — fece Philip — sembra che siate molto bene informato. — Certo — osservò Biore pensieroso — è un po’ arrischiato entrare in casa, solo . . . Philip disse, con ironica dolcezza: — E quindi, «non potrei prestarvi la rivoltella?» La risposta è: — No! Non ve la presto. La cosa non è tanto semplice come vorreste voi, grazie! Biore crollò le spalle e si incamminò su per la salita ripida verso la casa. Lombard disse, in un sussurro: — Ora del pasto allo Zoo' Gli animali sono molto regolari nelle loro abitudini! pili* si»*! nMsšmmm SPORT DERELITTO IL NUOTO ISTRIA E’ un discorso che avremmo voluto far prima. Anni fa già ne parlammo, anzi sebbene di sfuggita. E’ poco men che vergogna per lo sport istriano tutto il constatare che il nuoto, il quale dovrebbe essere semmai la disciplina più diffusa e curata per la particolare posizione geografica delle singole località, quasi non viene praticato, o se lo è, talmente poco da rappresentare un valore trascurabile ne! quadro generale dell’attività sportiva. Tranne Parenzo e Rovigno, dove si vivacchia alla men peggio, e tolta qualche sporadica modestissima attività altrove, più anarchica che altro, il vuoto più assoluto regna ovunque. E sì che le tradizioni (natatorie istriane non: sono le ultime dell’Adriatico specialmente a Capodästria, Isolcy e Pirano. Ma a parte le tradizioni, c’è un motivo ben più importante che dovrebbe far meditare seriamente sulla situazione attuale del nuoto, sport oggi derelitto in ìstria. Ed è l’utilità della sua pratica, (i cui benefici effetti sulla salute dei giovani e sul potenziamento del loro fisico non è qui il caso di illustrare per non apparire noiosi. Non si può dire certamente che manchino le possibilità. Almeno nella stagione estiva, esse sono praticamente illimitate; basterebbe provvedere ai Hlinimo indispensabile! — e con spese assai modeste, irrisorie addirittura a paragone di quelle richieste da altri sport — qualora non si fosse in grado di assicurarne la continuità con la costruzione di bacini chiusi per il periodo invernale. Nei distretti di Capodistria e Buie non esiste una sola società sportiva o altro organismo dei genere che si curi del nuoto. La società ginnica «Partizan» di Capodisiria, è ben vero, ha istituito una propria sezione natatoria, ma la cosa è rimasta allo sfaccio delle semplici intenzioni e nuli’altro; Qui esiste anche un impianto che attende sempre di essere rimesso in efficenza, e che potrebbe supplire in tutto e per tutto alle esigenze non solo del nuoto, ma anche di altri sport del mare (canottaggio, pallanuoto ecc). Nessuno tuttavia si cura di prendere seriamente in esame il problema per rimuoverlo dal punto morto in cui si trova arenato. Procrastinare ulteriormente un bisogno tanto sentito fra i nostri giovani sarebbe veramente imperdonabile. E qui non intendiamo appellarci alle sole società sportive o ginniche esistenti, le quali da sole ben poco possono fare con i chiari di luna che corrono in materia di finanze, ma sopratutto alle istituzioni e agli organismi che sono in dovere di provvedere allo sviluppo dello sport, e che fino ad oggi hanno dimostrato, non sappiamo se inconsciamente più che scientemen*e, di non valutare giustamente il nuoto nel suo reale valore educativo. Si dirà che mancano quadri, impianti e un’infinità di altre cose — prima di tutto mezzi — che di solito servono a giustificare un’inattività. Ebbene, se tutto ciò manca lo si procuri in un modo o in un altro pur che si esca da questo immobilismo, tanto più biasimevole — specialmente per le località del capodistriano — in quanto è dal di fuori che vengono le sollecitazioni. Lo scorso anno, infatti, la società natatoria «Galeb» di Parenzó ha ten ato a sua intenzione e lode, di stabilire contatti sportivi con società piranesi e capodistriane. La cosa però fallì per l’impossibilità di procurare un semplice pontone di legno! Sembra un’ironia ma è così! Anche la Federazione natatoria della R.P. Croata aveva fatto qualcosa per dare un avvio, proponendo la costituzione di una Lega natatoria istriana che copren-desse le località della costa occidentale dell’Istria, senza riguardi alla repubblica d’appartenenza, ciò per la facilità di contatti e comunicazioni', ma la proposta non venne presa in considerazione dalla Federazione natatoria della Slovenia, che nulla fece, d’altra parte, per far riprendere l’attività natatoria nelle località della sua giuridizione. Quest’anno la Federazione croata sta tornando alla carica. Sarà la volta buona, o rimarremo là dove siamo? Speriamo che sia proprio la volta buona! a. b. CALCIO INTERNAZIONALE La lotta libera femminile sta sviluppandosi sempre più, non occorre dirlo, negli Stati Uniti d’America. Questi spettacoli attirano folle no- tevoli, di poco .inferiori ormai alla popolarità della boxe. Nella foto vediamo la lottatrice Penny Banner, considerata la più forte del mondo, mentre fa volare per aria la sua avversaria durante un incontro, svoltosi recentemente a Washington. CICLISMO SABATO DA ZAGABRIA il Giro di Croazia e Slovenia Attraverso le strade istriane la carovana, da Fiume, raggiungerò domenica Capodistria C APODI STRIA, 11 — Il Giro di Croazia e Slovenia, che quest’anno vedrà la sua undicesima, edizione vive ormai i momenti della vigilia. Fra poci, giorni,. cioè sabato prossimo, i girini partivano da Zagabria per la lunga galoppata di 1.S97 km. che terminerà quest’anno nella capitale, Belgrado. In due nostri precedenti articoli abbiamo fatto un riassunto delle e-dizioni passate. Oggi invece è nostra intenzione presentare ai lettori l’edizione di quest’anno, la quale, a differenza delle passate, appare alquanto mutata. Le tappe saranno otto, tre delle quali divise in due semitappe ciascuna. Le grandi asperità aspettano quest’anno i corridori tutte all'inizio. Dopo le prime quattro tappe, a Lubiana, la classifica avrà perciò già una ben definita fisionomia, anche se le tappe da percorrere saranno ancora quattro. La prima è la solita Zagabria — Fiume di km. 180. Tappa dura, fatta tutta di saliscendi e comprendente due dure salite, quella di Delnice e dello Špičunak, valevoli per il1 gran premio della montagna. Tappa da arrivi isolati, dunque, e adatta agli scalatori. Venuta a mancare quest’anno la Fiume—Crikvenica—Abbazia, seconda sarà la Fiume—Capodistria di complessivi 202 km. Secondo il nostro parere, benché la costa del Quarnaro sia percorsa da un autostrada moderna, questa sarà la tappa più difficile e massacrante del Giro. I suoi 202 km., su un percorso ondulato e disseminato di brevi, ma dure salite, di quelle che tagliano le gambe, potranno provocare grandi sorpreJ se. I primi arrivati a. Oapoc&’istria saranno con ogni probabilità quelli che potranno aspirare alla vittoria finale. Lunedì prossimo il Giro partirà alle ore 8 da Capodistria per Tolmino, da dove, dopo una pausa di due ore, i corridori ripartiranno uno alla volta per la semitappa a cronometro individuale, che li porterà a Bovec. La tappa misurerà complessivamente 198 km., 37 dei quali a cronometro individuale. Pure questa sarà una tappa dura, di montagna, particolarmente adatta agli scalatori. Dopo un giorno di ben meritato riposo nella riposante quiete dì Bo- Rolland - maglia gialla dopo la quinta del Tour 130 corridori di 11 nazioni hanno preso il via .giovedì scorso a Le Havre per la prima tappa del qua-rantaduesiimo «Tour de France», la Le Havre - Dieppe di 114 chilometri. La tappa, suddivisa in due sezioni, l’una di 102 e l’altra di 12 chilometri a cronometro per squadre, è stata vinta dallo spagnolo Pöblet con 30” di vantaggio sul corridore francese Caput, e un gruppetto di altri 9 corridori, indossando per primo anche la maglia gialla. La seconda tappa, la Dieppe -Roubaix di 204 km, ha visto vincitore Rolland {Francia), seguito da Wagtmans (Olanda),; De Bruyne (Belgio) e Le Beer (Ile de France) tutti con lo stesso tempo. La ma- CANOTTAGGIO LUSINGHIERO SUCCESSO delle gote intemazionali a Bled Prova generale per i Campionati europei del prossimo anno BLED, IO — Con la partecipazione di equipaggi esteri e nazionali si è svolta una regata internazionale remiera nello specchio di acqua del pittoresco laghetto alpino. Erano rappresentate oltre, naturalmente, alle nostre migliori società, l’Olanda, la - Polonia, l’Italia, l’Unione sovietica, l’Austria, la Germania e la Romania. In toltale, alle gare hanno preso parte 69 imbarcazioni con 291 vogatori. Alla manifestazione ha arriso un lusinghiero successo di pubblico. Perfetta l’organizzazione delle gare. Sul medesimo specchio d’acqua di Bled si svolgeranno il prossimo anno i Campionati europei. Ecco i risultati tecnici delle finali: Quattro con (masch.): 1) Sebino (Italia) 6:56,8; 2) Mornar (Spalato) 6:57; 3) Crvena zvezda (Belgrado) 6:57,1. Due di coppia (femm.): 1) Romania 3:30,2; 2) Polonia 3:30,3; 3) Austria 3:36,7. Skiff (masch.): 1) Berkutov (URSS) 7:34,8; 2) Vlašić (Mornar — Spalato) 7:42,3; 3) SchneidéiJ (Germania) 7:43,6. Otto (Juniores): 1) Mornar (Spalato) 2:55,3; 2) Jadran (Zara) 2:57,3; 3) Crvena zvezda (Belgrado) 3:03.5. Quattro senza (masch.): 1) Krka (Sebenico) 6:42,5; 2) Romania 6:42,6; 3) Sebino (Italia) 6:52,6. Quattro con (juniores): 1) Savica (Ljubljana) 3:35.8; 2) Partizan (Biel-grado) 3:38; 3) Lokomotiva (Zagabria) 3:45,4. Due di coppia (seniores): 1) URSS 6:53; 2) Mornar (Spalato) 6:54; 3) Tamiš (Pančevo) 7:11,9. Skiff (femm.): 1) Sika (Austria) 3:50,5; 2) bumak (URSS) 3:53.5; 3) Scholitz (Germania) 3:55,7. Quattro con (femm.): 1) Romania 3:42,9; 2) Tamiš (Pančevo) 3:51,8; 3) Polonia 3:54,1. Otto (seniores): 1) URSS 6:08,2 2) Mornar (Spalato) 6:11,7; 3) Gusar (Spalato) 6:25,4. e. f. glia gialla, essendo Roblet giunto con oltre 2’ dii ritardo, passava così a Wagtmans, che la conservava anche dopo la terza tappa, la Roubaix - Namur di 210 km, vinta in volata da Louison Bobe! (Francia) su Van Genechen (Belgio) e Monti (Italia) e lo stesso Wagtmans. Dalle spalle di Wagtmans la maglia gialla ritornava dopo la quarta tappa, la Namur - Metz di 232 km, al francese Rolland, mentre primo al traguardo della città alsaziana era il lussemburghese Kemp, seguito nell’ordine da Quentin, Molineris, Anzile è Buitei (tutti delle squadre • regionali francesi). Le prime tappe sono state dunque abbastanza interessanti e movimentate. I grossi calibri non si sono fatti tuttavia notare ancora. Evidentemente stanno risparmiando le proprie energie per le tappe alpine. Ci sono perciò tutte le premesse per una grande adizione del Tour che, nonostante l’assenza degli assi italiani (l’Italia ha mandato alia corsa francese corridori tutti, ad eccezione di Astma e Fornara, di modesta classe e levatura) dovrebbe continuare le battagliere 'tradizioni della più grande corsa su strada del mondo. L’attesa degli sportivi è orientata sul duello fra Louison Bobet e l’asso svizzero Ferdi Kubier, leader della squadra rosso crociata in assenza di Hugo Koblet, che ha rinunciato al Tour, imitando Coppi e Magni. La quinta tappa del Tour, la Metz - Colmar di 229 km,‘ è stata vinta dal regionale francese Hassenforder, dopo una gara veloce nonostante le prime salite e movimentata da molte fughe, che ha battuto iin volata un gruppetto di altri 3 corridori (nell’ordine Viteria, Jean Biobet e Siguenza), giunti al traguardo con alcuni minuti di distacco dal grosso comprendente Rolland, ohe pertanto conserva la maglia gialla. Nelle piazze d’onore della classifica generale si trovano, nell’ordine dietro a Rolland, Hassenforder, Jean Bobet e Wagtm,ans. Oggi la carovana del Tour, da Colmar farà una puntata in Svizzera con arrivo a Zurigo, dopo un percorso lungo 195 km. vec, i corridori, nella semitappa Bovec•—Kranjska Gora, dovranno superare il Vršič. Da qui raggiungeranno nella stessa giornata Lubiana. Il percorso non supererà il • 133 km. A Lubiana finiranno quasi tutte le asperità. Da qui inizieranno le tappe veloci e pianeggianti, che porteranno i corridori in quattro frazioni sino a Belgrado. Il 21 luglio è in programma la Lubiana—■ Maribor d.i km. 138, seguita dalla Maribor—Zagabria di km. 147. Dopo Zagabria la carovana dovrà percorrere la lunga e monotona autostrada Zagabria—Belgrado in due tappe, la Zagabria—Slavonski Brod di. km. 194 e la Slavonski Brod— Belgrado di km 202. I CONCORRENTI Difficile è quest’anno, come del resto sempre, azzardarci in pronastici, essendo sconosciutolo quasi, il valore delle squadre straniere in Uzza. Possiamo dire solamente che in campo saranno i ciclisti di Italici, Austria, Olanda, Danimar\cat Bulgaria, Belgio e, per la prima volta, i ciclisti inglesi. A questi sv aggiungerà una folta schiera dei migliori ciclisti jugoslavi, divisi ift due squadre nazionali ed una decina di repubblicane. Il Commissario tecnico, Ljubič Stjepan si sta lambiccando il cervello per comporre le due squadre nazionali. Molti dei Corridori non si trovano nella loro forma migliore, o sono appena convalescenti, come il caso di Dellasanta, da lunghe e noiose malattie, e perciò a corto di allenamento. Quelli che godono dei maggiori titoli per essere inclusi nella prima sono Petrovič, Varga, Dellasanta e Jesié, mentre della seconda dovrebbero far parte Vuksan, Žirovnik, Bajc, Bergant e Bogovič, Colie o Petrovski. Difficile sarà la scelta, che avverrà solamente venerdì prossimo. La Proleter di Capodistrìa, oltre che dare' Dellasanta alla prima squadra nazionale, avrà i suoi atleti nella rappresentativa della Slovenia, Infatti Brajnik, Bonin ed i due giovani allievi Piciga e Visintin sono stati convocati a Kranjska Gora, dove si stanno preparando assieme-agli altri prescelti. Almeno tre dei quattro dovrebebro essere inclusi nella squadra ufficiale, mentre uno partirà, forse, come isolato. Interessante sarà vedere di che cosa siano capaci i giovani Piciga e Visintin, i quali tentano la grande prova. Essi, infatti, sono passati appena questa settimana dalla categoria allievi a quella dilettanti, per la qual cosa risentiranno probabilmente delle tappe lunghe e snervanti. Se resisteranno alla fatica, siamo più che certi che a Belgrado non saranno fra gli ultimi. In base alle loro possibilità dovrebbero, anzi, piazzarsi bene. Un punto interrogativo rappresenta invece Brajnik, il campione federale allievi 1952\ il quale ha avuto due stagioni piuttosto in sordina. Riuscirà il popolare Oreste a ritrovare la forma di un tempo? E’ quello che tutti gli auguriamo di cuore. Una parola a parte merita Dellasanta. Egli ha sempre terminato il Giro entro i primi dieci. Quest’anno la cosa si presenta più diffìcile, ma per lui non impossibile. Se in questi dieci giorni riuscirà a trovare il rendimento normale, lo vedremo nuovamente fra i migliori in lotta pèr le prime piazze. Basterà comunque aspettare cinque soli gior-. ni per averne conferma o smentita. Domenica prossima, attraverso Buie, s. Lucia, Portorose, Pirano, Strugnano e Isola il Giro farà tappa a Capodistria, con arrivo davanti al nuovo mercato. Avremo la fortuna di salutare vincitore qualche nome di casa? Ce lo auguriamo. MAGIARI E CECOSLOVACCHI semifinalisti di Coppa Europa Eliminili anche Winner S. K, Vojvodina e Bologna - CalasMca scili dell' Hajduk a Budapest I RISULTATI Bologna — U.D.A. (Praga) 2:4 (1:2) U.D.A. (Praga) — Bologna 3:0 (1:0) Honved — Wiener S. K. 5:2 (3:2) Wiener S. K. — Honved 4:5 (1:2) Vojvodina — Slovan 0:0 Slovan — Vojvodina 3:0 (1:0) Voeroes Lobogo — Hajduk 6:0 (4:0) I risultati del secondo turno eliminatorio della Coppa dell’Europa centrale, pur rimanendo da disputare ancora l’incontro di ritorno fra Vörös Lobogo e Hajduk, permettono di prevedere le semifinalista. Esse saranno, non essendo possibile che gli spalatini rimontino la differenza dei 6 goals subiti a Budapest, le due squadre ungheresi e cecoslovacche: Honved e Vörös Lobogo di Budapest, U. D. A. dì Praga e Slovan di Bratislava. Le squadre italiane (Borna e Bologna), jugoslave (Vojvodina e Hafduk, quest’ultimo in parte) e austriache (Wacker e Wiener S. K.) hanno concluso le fatiche di questo importante torneo intemazionale chie avrebbe dovuto essere il tornea della «canicola» e, invece, è stato quello della pioggia. Le previsioni per le finali, visti i risultati degli incontri precedenti, non sono poi difficili. Noi siamo del parere che le squadre ungheresi faranno la parte del leone, cosicché la classifica finale dovrebbe dare vincitore PHajived,, \s)d^uito nell’ordine da U. D. A., Vörös Lobogo, e Slovan. II programma dei prossimi incontri è stato così stabilito: 19 luglio a Budapest o Spalato: Vincitore fra Vörös Lobogö - Honved,con ritorno a Budapest il 22 ed eventuale terzo incontro a Budapest il 27 luglio. Nel caso non si doivesse giocare un terzo incontro fra Vörös Lobogö e Hajduk (il 17 luglio a/ Zagabria) l’incontro di andata sarà antecipato a tale data. 17 luglio a Praga: U. D. A. -Slovan con ritorno il 21 luglio. Le finali saranno giocate il 30 o 31 luglio con ritorno il 6 o 7 agosto. VOROS LOBOGO — HAJDUK 6:0 (4:0) VÖRÖs LOBOGÖ: Fazekas, Ko-vacs II., Berzsey, Kovacs 111., Za-harias, Kovacs L, Sandor, Kardsz# Hidegkuti, Molnar, Szirmey. HAJDUK: Vulić, Kokeza, Broke-ta, Grčić I., Grčić IL, Luštica, Re-bac, Vukas, Matošič, Vidoševič, Radovič. ARBITRO: HaruSek (Cecoslovacchia). MARCATORI: al 5’ Molnar, al 14’ Szirmey, al 34’ e 52’ Sandor, al 38’ Karasz e al 70’ Hidegkuti. BUDAPEST, 9 — iSu un terreno pesantissimo, ti gioaatoiji dell’Hà?-duk hanno ceduto largamente di fronte all’attuale capolista del campionato ungherese. ÌSoesjii in campo privi .di Beara, sono stati alla mercè dell’avversario per tutto rincontro. Una brutta prova è stata offerta specialmente dalla difesa ohe ha ceduto già all’inizio e ha continuato a Incassare goals senza sapersi apporre minimamente. Il punteggio è il più severo di quanti THajduk abbia mai subito nella sua pur lunga carriera sportiva, ma avrebbe potuto essere ancor più catastrofico se gli avanti magiari avessero saputo sfruttare le malte altre occasioni da rete da essi mancate, specialmente nella ripresa. Evidentemente, acquisito ormai il risultalo sul 5:0, i magiari non hanno più forzato, paghi ormai del bottino. La squadra campione di Jugoslavia ha giocato una delle sue partite peggiori, mancando in pieno in ogni reparto. SLOVAN VOJVODINA 3:0 (1:0) SLOVAN: Tubensky, Jankovič, Čirha, Jajcaj, Vičan, Benedikovič, Tegelhof, Pazicky, Bely, Venglaš, Culgaly. VOJVODINA: Ristič, Selena, Nikolič, Krstič IL, Milovanov, Boškov, Roganovič, Rajkov, Veselinovič, Ivoš, Krstič I. ARBITRO: Belsy (Ungheria). MARCATORI: al '18’ Pazicky, al 52’ e 78’ Bely. BRATISLAVA, 10 — Dopo il pareggio di Novi Sad (0:0) lo Slovan di Bratislava ha sconfitto per 3:0 (1:0) la Vojvodina in casa pro-Dria nell’incontro di ritorno. La v't-tonia dei padroni di casa è stara pienamente meritata, frutto innanzitutto di un gioco più consistente e veloce. La Vojvodina non è stata teitritorialmeifte inferiore aRJawer-sario, ma è mancata in pieno nelle fasi conclusive e nel tiro a rete, doti di cui invece aveva fatto sfoggio nella partite del primo turno di qualificazione contro la Roma. Dopo un primo tempo equilibrato, ma nel quale lo Slovan segnava una rete al 18’ con Pazicky, la ripresa marcava una certa superiorità dògli slovacchi, clhe passavano ancora due volte, la prima con Bely al 52’ e la seconda con lo stesso Bely al 78’. Rajkov e Krstić I., dal canto loro, sbagliavano grossolanamente due facili occasioni, una nei primi quarantacinque minuti e una nel secondo tempo. e. f. SORPRENDE IL MILAN VITTORIOSO A MOSCA La settimana scorsa è stata quanto mai ricca di attrazioni nel mondo del calcio internazionale. Oltre alle partite di Coppa Europa, di cui più sopra riportiamo risultati e cronache, è stata giocata tutta una serie di importanti incontri. Ecco alcuni risultati: Dinamo (Mosca) — Milan 2:4 (1:2) Dinamo (Kijev) — Partizan 0:0 Roma — Botafogo 2:3 (1:2) Dinamo (Praga) — Botalogo 0:1 (0:0) Torpedo (Mosca) — Lausanne 2:1 (1:0) Islanda — Danimarca 0:4 (0:2) Spartak (Mosca) — Milan 3:0 (1:0) Primo fra tutti balza agli occhi il sorprendente risultato del Milan, che è andato a vincere, nientemeno che a Mos'ca, mentre il Partizan di Belgrado, dopo aver perso di stretta misura a Mosca contro lo Spartak (1:2), s’è rifatto in par- TREDICI SQUADRE al tornea gisvaiìle palese POLA, 10 — Con la sfilata delle 13 squadre partecipanti, ha avuto inizio sabato il III- torneo giovanile intemazionale di calcio, dopodiché si sono svolti i primi incontri. Eccone il dettaglio; CRVENA ZVEZDA — ZENICA 1:0 (0:0) L’incontro ha visto la Crvena zvezda un pò abulica e scos'sa dalle fatiche del recente (torneo di Fiume, da lei vinto dopo dura lotta con il Rijeka. I belgradesi riuscivano tuttavia a segnare una rete, Tunica dell’incontro, al primo minuto della ripresa assicurandosi in tal modo la vittoria. Il Zenica, modesta squadretta di provincia, ha avuto buoni spunti e ha dimostrato gran buona volontà. BSK — SCOGLIO OLIVI 3:1 (0:1) Lo Scoglio Olivi ha iniziato a ritmo sostenuto. Alla mezz’ora ha però ceduto al ritorno offensivo dell’avversàrio, riuscendo tuttavia a mantenere fino allo scadere dei primi 45 minuti il vantaggio acquisito al 23’ con una rete di Ninče-vić. Niella ripresa il BSK prendeva il sopravvento un pò per la stanchezza dei locali, un pò per alcuni madornali errori della difesa po-lese, uno dei quali ha provocato il primo, goal belgradese con un tiro da oltre 20 metri di Vučeno-vić. Poco dopo Nikolič realizzava la seconda e, niello spazio di soli 5 minuti, la terza ed ultima rete della giornata. La vittoria dei ragazzi del BSK è stata frutto della loro migliore preparazione fisica e di una più chjara concezione collettiva del gioco. Nella seconda giornata si Sono svolti i seguenti incontri: BSK — ZENICA 1:0 (0:0) La partita è stata fiacca e grigia. Il gioco, tecnicamente quasi inconsistente, è mancato completamente di combattività. I belgradesi riuscivano tuttavia a imporre alia distanza la loro superiore classe maggiore, ma soltanto grazie ad un calcio di rigore, trasformato in rete da Vučenović, che si. è dimostrato il giocatore meglio dotato fra i 22 in campo. CRVENA ZVEZDA — RAPID (Vienna) 3:1 (1:1) CRVENA ZVEZDA: Curčić, Po-padić, Rizmir, Trutin, Petkavoć, Borovec, Srdič, Timotijevič, Popovič, Gakov.ič, Mladenovič. RAPID: Mandler, Zaglitsohe Mittelholzer, Kraukl, Lezinger, Horak, Segler, Heitmanek, Prochazka, Warz, Hrzanek. MARCATORI: al 25’ Heitmanek, al 35’ Srdič, al 57’ Gakovič e al 76’ Mladenovič. Nella partita che l’opponeva al quotato Rapid di Vienna, la Crvena zvezda ha sfoderato le sue armi migliori, che già la laurearono vincitrice ài torneo di Fiume. I belgradesi hanno giocato assai velocemente e con un’ottima tattica offensiva. I viennesi, dal canto loro, passati in Vantaggio per primi, hanno resistito accanitamente per tutto il primo tempo alla pressione, riuscendo a conservare in parità le sorti delTincontro fino al termine dei primi 45 minuti. Nella ripresa, invece, ogni loro resistenza è stata vana. La Crvena zvezda si imponeva con un gioco robusto e efficacie, concretando la propria superiorità con due reti di ottima fattura. Con questa vittoria l’undici belgradese pone una seria ipoteca sulla conquista della vittoria finale. b. c te della sconfitta, pareggiando a Kijev contro la forte squadra locale, Dinamo. Ecco pertanto alcuni dettagli sulla vittoria milanista: DINAMO — MILAN 2:4 (1:2) DINAMO: Jašin, Radionov, Kut-nezov L, Bajkov, Krišjevski, Sav-dunin, Sabrov, Kutnezov II., Go-goberidže, Iljin, Rijzkin. MILAN: Buffon, Maldini, Beral-do (Zagatti), Liedholm, Pedroni, Bergamaschi, Soerensen, Ricagni, Nordahl, Vicariotto, Frignani. ARBITRO: Grün (Austria). MARCATORI: al 2’ Iljin, al 33’ Soerensen, al 40’ Ricagni, al 54’ Nordahl, al 18’ Savdunin (rigore) e al 68’ Soerensen (rigore). Circa 80 mila spettatori hanno applaudito alla stadio della Dinamo la vittoria dei Campioni d’Italia sulla famosa squadra moscovita. I rossoneri sono stati superiori in tecnica, mentre i russi più vejoči e irruenti, hanno fallito parecchie occasioni da rete. Fra i milanisti si Sono distinti particolar-’ mente Soerensen e Nordahl all’attacco e Maldini in difesa. L’incontro ha offerto notevoli motivi d’interesse e ha dato modo di giudicare più serenamente la qualità del calcio sovietico. I russi, pur essendo stati territorialmente superiori, sono mancati nel tiro a rete, mentre il Milan ha saputo svolgere una intelligente tattica di difesa e attacchi improvvisi che arginava le totale offensive, alquanto disordinate, degli avversari e permetteva. agli ospiti di andare a rete efficacemente. La loro vittoria è stata pienamente meritata. PALLAMANO LA JUGOSLAVIA quinta ai mondiali BERLINO, — Nella finale .per il Campionato mondiale di pallamano la Germania ha battuto la Svizzera a. Dortmund per 23:13, riconquistando così il titolo di cui era detentrice dallo scorso anno. La classifica finale del Campionato del mondo di pallavolo vede in testa pertanto la Germania, seguita nelTordine da Svizzera, Cecoslovacchia, Svezia, Jugoslavia, Saar, Austria e Francia. VELA 169 IMBARCAZIONI di 29 socielà a Pola Il Maresciallo Tito, patrocinatore della regata, ha premiato POLA, 10 — NelTambito delle manifestazioni sportive, organizzate in occasione del Festival cinematografico, si è svolta qui la pi-enunciata grande regata* col patrocinio del Presidente della Repubblica, Maresciallo Tito. Hanno preso il via 169 imbarcazioni con 450 uomini d’equipaggio in rappresentanza di ben 29 società della costa istriana e dalmata, e dell’interno. Erano rappresentate, infatti, Fiume, Spalato, Sebenico, Capodistria, Pola, Lussinpiccolo, (Umago, Crikvenica,, Kraljevica, Parenzo, Zara, Močeniška Draga, Novi Vinodol, Ploče, Pivat, Du-, brovnik e Trogir. Delle località1, dell’interno erano presenti imbarcazioni di Lubiana e Sremska Mitrovica. Il percorso con partenza e arrivo a Pola, comprendeva il perimetro , dell’arcipeìago di Brioni. Ecco i risultati tecnici: CUTTER: 1) Bobara (Oršan — Dubrovnik), 2) Ves'na (Mornar — Spalato), 3) Suton (Pivat). R 5,5: 1) La'budié (Lampedusa), 2) Jadran (Jugo — Lussimpiccolo). DRAGONI: 1) Lun (Montar — Spalato), 2) Vis (Mornar — Spalato), 3) Marijan (Lampedusa). STELLE: 1) Dalmatinka (Mornar — Spalato), 2) Loverčanka (Mornar — Spalato), 3) Jadranka (Mornar — Spalato). JOLE OLIMPIONICHE: 1) Girmi« (Lampedusa), 2) Artica (Lampedusa), 3) Podgorka (Mornar — Spalato). BECCACCINI: 1) N. 13 (Lampedusa), 2) Istra (Laurana). CATEGORIA NAZIONALE: 1) Lebič (Lampedusa) ,Lasta (Mornar —* Spalato), 31 Jadranka (Lussinpiccolo) . La regata si è svolta alla presenza del Maresciallo Tito, che ha premiato alla fine i vincitori. Un forte vento di levante ha messo a dura prova l’abilità e la tenuta degli equipaggi in questa che per l’imponenza della partecipazione di imbarcazioni e equipaggi, è stata la più grande regata velica in Jugoslavia dalla Liberazione ad oggi. b. c.