ANNO IX Capodistria, 1 Novembre 1875 N. 21 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA, . ^ organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Atti ufficiali della Società agraria istriana OTTAVO CONGRESSO GENERALE DELLA SOCIETÀ AGRARIA ISTRIANA (Continuazione Vedi pagina 1727) f) Durante la prima età si dia il pasto poco per vol- ta ogni due ore, ogni tre ore fino alla quarta muta e dopo finche i bachi ne mangiano, purché non siano mai sepolti sotto la foglia, e non ce ne sia di resto. g) Per evitare di soffocare i bachi tutt'ora assopi- ti durante le mute si asportino col mezzo di fogli bucherati o di reti quelli levati, e ciò quando una metà è levata. XX. Il Congresso esprime il voto, che venga aumentato il numero delle stazioni bacologiche in ragione della locale produzione serica. CONCLUSIONI del II Congresso internazionale tenutosi nella Città di Udine nei giorni 14. 15 e 16 Settembre 1871. QUESITO I. I. La flacidezza è malattia indipendente dalla pe-brina ; insorge in tutti gli stadii della vita del baco ed in tutte le razze, e le sue manifestazioni si fanno più evidenti dopo la quarta muta. II. Relativamente alla contagiosità della flacidezza, il Congresso riconoscendo che i fatti e le esperienze note condurrebbero ad ammetterla, fa voto perchè in seguito di nuovi fatti e di nuove esperienze il futuro Congresso possa stabilire in modo assoluto. Il vostro relatore ritiene fermamente la flacidezza non solo contagiosa ma anche ereditaria. Contro la sospensione del Congresso ha protestato il Comitato ad hoc e molti altri bacologi non escluso l'esponente. III. Riguardo alla ereditarietà della flacidezza quantunque gli studi sinora fatti indurrebbero ad ommetterla Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. il Congresso non crede che essi sieno sufficienti per poter pronunciare in proposito un verdetto, e fa voti perchè altri studi vengano a tal fine istituiti. Però, essendo prudente di regolarsi come se la malattia fosse contagiosa ed ereditaria, oltre che accidentale, stima opportuno di consigliare tutte quelle misure je precauzioni che sono indicate a prevenirne lo sviluppo; e in special modo raccomanda: 1. Di disinfettare i locali ed attrezzi oltre che col cloro gassoso colla susseguente lavatura delle pareti, soffitti, pavimenti ed attrezzi tutti con soluzione di cloruro di calce nella proporzione di circa mezzo chilogrammo di cloruro per ogni dieci litri di acqua : 2. Di non allevare nello stesso locale più di una qualità di seme; (La disinfezione con forte svolgimento di cloro e col susseguente lavaggio generale con una soluzione di solfato di zinco, 1 su 9 di acqua vale anche a distruggere il il calcino. L'onorevole Cav. M. Rismoado di Rovigno n'ebbe in quest'anno splendido effetto. Il Congresso desidera ottenere alcuni schiarimenti dal Cav. Rismondo. Questi afferma che la sua bigattiera era da vari anni infetta da calcino e che potè invece quest'anno riscontrare i suoi allevamenti affatto immuni da tale malattia, Esso dichiara di aver eseguita la disinfezione con svolgimento di cloro e con il lavaggio mediante soluzione di solfato di zinco, come accenna anche il relatore, ma che di più ancora cambiò quasi tutti gli utensili degli anni trascorsi. Perciò non è provato che l'assenza del calcino debbasi attribuire semplicemente alla disinfezione dei locali, sebbene questa possa avervi influito, ma ben anche al rinnovamento degli attrezzi ed utensili. Il bar. G. Paolo de Polesini dice che in Istria anche nei tempi trascorsi e più calamitosi per la produzione serica, il calcino non fu che sporadico, per cui non lo ritiene tanto formidabile per questa provincia come ad esempio altre malattie, la pebrina ecc. Ciò non pertanto riconosce sommamente utile di studiare il modo ove possibile di farlo scomparire. Il D.r Cristofolo de Belli vorrebbe che nella disinfezione s' avesse a raccomandare prima l'uso del zol-fato di zinco indi del cloro. Il relatore, quanto il Congresso accettano la mozione del D.r Belli.) Il relatore indi prosegue di nuovo la lettura: 3° Di non destinare mai alla riproduzione partite le quali durante l'allevamento, e segnatamente dopo la quarta muta, manifestarono mortalità o mancanza di quella robustezza che suole distinguersi per la vivacità nella salita al bosco; 4° Di escludere dalla riproduzione tutte quelle partite i cui bozzoli in istato mercantile, cioè depurate dai soliti scarti (doppioni, faloppe ecc.) contengono individui morti (non di calcino) in proporzione superiore al 3 per cento circa. IV. Possono ritenersi quali indizi di flacidezza nelle crisalidi: 1. Annerimento diffuso delle ali, che si conserva nel- la spoglia; 2. Presenza di fermenti a coroncine e vibrioni nello stomaco di crisalidi vive; 3. Macchie grigio scuro agli anelli addominali. Nelle farfalle morte l'esame microscopico non presenta criterii intorno alla flacidezza. V. Trattandosi di confezionamento cellulare si raccomanda di escludere: 1. Le deposizioni (ovature) delle farfalle morte prima delle 24 ore; 2. Le deposizioni scarse e male fecondate. VI. Si raccomanda di sperimentare, mediante allevamento separato di singole deposizioni, quali criteri si potessero per avventura desumere dalla deposizione relativa delle singole ova deposte dalle farfalle. (Da esperimenti fatti dal Susani, Levi ed anche da me, dall'allevamento di deposizioni separate non si presentarono differenze rimarcabili da servire di guida per la scelta delle deposizioni stesse). VII. Si raccomanda l'allevamento separato delle singole deposizioni, perchè diventi fondamento di selezione per una riproduzione tendente a rinvigorire la razza. (Tali allevamenti 'per deposizioni separate serviranno a meraviglia anche per ottenere la uniformità dei bozzoli.) Vili. Si raccomanda di istituire esperimenti per constatare se quale relazione esista tra la gattina (da non confondersi colla pebrina) e la flacidezza. IX. Possono essere causa di flacidezza accidentale: 1. La cattiva conservazione dei bozzoli destinati alla riproduzione ; 2. La cattiva conservazione del seme, — il che com- prende auche il trasporto fatto in stagione inopportuna e senza le debite cautele; 3. La incubazione non regolare; 4. Il cattivo governo in un momento qualunque del- l' allevamento ; 5. I rapidi sbalzi di temperatura, il cui pernicioso effetto si è nuovamente confermato. X. Per evitare la flacidezza inoltre si raccomanda: 1. Di antecipare gli allevamenti di riproduzione; 2. Di dare tra le razze gialle, la preferenza a quelle sollecite e più pronte nel compiere le loro evoluzioni ; 3. Di praticare le norme votate nel primo Congresso circa l'allevamento dei bachi. QUESITO II. Progressi fatti nell'applicazione del sistema cellulare : I. Ommissis. II. Il Congresso riconfermando il deliberato della sessione di Gorizia sulla importanza che gli esami microscopici per la selezione si effettuino sopra farfalle morte naturalmente, non crede opportuno di consigliare (come alcuni pur proporrebbero) l'essiccamento artificiale delle farfalle effettuato subito dopo la deposizione della uova. III. 11 Congresso intese le proposte del D.r Alberto Levi per liberare le cellule isolataci dai danni del der-mesle, le raccomanda ai bachicultori, come pure raccomanda le altre proposte dei Signori Susani e Bellotti affinchè vengano sperimentate. (Atti e memorie del Congresso pag. 204 - 208). IV. Circa l'esame microscopico delle farfalle, il Congresso raccomanda il metodo adottato dall' Istituto bacologico di Gorizia, come quello che offre sufficienti garanzie di esattezza. V. Pel controllo degli esami microscopici il Congresso raccomanda il metodo praticato dall'ingegnere Susani di Albiate in particolar modo pei grandi stabilimenti industriali di confezionamento di seme — bachi. QUESITO III. Quale metodo di esame microscopico dovrebbe ve- ' nire generalmente adottato per i semi? I. Le uova che non hanno forma e colore normale sono costantemente più corpuseolose delle altre. II. Al momento della incubazione delle uova si i accresce l'intensità ed il per cento di infezione. III. Il giudizio sulla bontà o meno delle uova è maggiormente attendibile quando sia fatto verso l'epoca dello schiudimento naturale ed artificiale (purché possibile). In ogni modo il certificato, che si rilascia dagli esaminatori, dovrà portare la data dell' esame e la indicazione dello stato di maturazione nel quale si trovavano le ova. IV. Per verificare se il seme sia o no corpuscoloso potranno esaminarsi in una sola volta 100 ova di colore e forma anormali. V. Se ripetendo una o più volte questa esperienza, e praticandola tanto sopra ova anormali, come sopra ova tolte dal monte o dal campione non si trovano corpuscoli, si può ritenere inutile ogni altro esame; se invece si trovano corpuscoli, si intraprenderà Y esame, eseguendolo effettivamente sopra 100 uova col metodo Cornalia, ed esaminando venti campi per ciascuna preparazione. VI. Si adoperi come liquido per allungare la preparazione una soluzione di potassa caustica a uno per cento, prendendo venti goccie per cento ova, e una per cinque. VII. Necessitando un esame rigoroso, si eseguiscano le osservazioni sopra 100 uovi, esaminandoli uno ad ' uno, e venti campi per ciascuno. Vili. Tanto il numero degli esami fatti col metodo Cornalia, quanto quello degli esami più rigorosi dovrà essere proporzionale all'importanza della partita; e ciò nel rapporto di un esame per ogni Chilogrammo di seme. IX. Si raccomanda di essere scrupolosi nel formare il campione, prendendolo da diverse parti della massa in modo che rappresenti quanto è più possibile la media qualità della partita, cou avvertenza che questa è una condizione essenziale perchè il giudizio sia attendibile. QUESITO IV. Coltivabilità dei semi corpuscolosi, se ammissibile, fino a qual grado di numero e di intensità? Quantunque sia possibile di ottenere un discreto prodotto anche da seme leggermente corpuscoloso, tuttavia il Congresso insiste sulla convenienza di evitare possibilmente, l'allevamento di seme infetto. QUESITO V. Semi Giapponesi — Ommissis. CONCLUSIONI adottate nel terzo Congresso bacologico internazionale tenuto nel Settembre 1872 in Rovereto: 1. La malattia dei morti passi, dei morti bianchi l'apoplesia, la letargia non differiscono dal malore che al presente suol chiamarsi placidezza. 2. Queste varie denominazioni si riferiscono ad alcune lievi differenze nei caratteri dell'andamento della flacidezza, che non rispondono però a differenze esen-ziali nel processo morboso che n'è la base; e non valgono neppure a costituire delle forme particolari dell' accennata infermità. 3. La macilenza e la flacidezza sono due malattie, d' ordinario, ben diverse nella forma 1' una dall' altra, diverse cioè, e per sintomi e per segni esterni, e per il loro andamento. 4. Le alterazioni interne che s'incontrano nei bachi colti dalla macilenza differiscono in parte anch'esse da quelle che osservano nei bachi flacidi; ma siffatte differenze sono ben più di grado che di qualità, e potrebbero dipendere in parte dalla durata diversa delle due malattie che per quella delle gattine riesce più lunga. 5. Sarebbe intempestivo tuttavia il decidere, se le medesime, come sono diverse l'una dall'altra pella forma, sieno diverse anche per l'essenza, o se non rappresentino invece che forme differenti d'una stessa malattia; e se in questo caso la flacidezza corrisponda alla forma acuta, ed alla cronica la macilenza. Il Congresso approvando le conclusioni proposte dai relatori invita la Presidenza a provvedere affinchè sia trasmesso al Comitato ordinatore del prossimo futuro Congresso uno schema di esperimenti, i quali valgano a chiarire la questione che rimane aperta. QUESITO II. A quali condizioni morbose si colleghi a) il negrone delle crisalidi; b) il color plumbeo o grigio-scuro agli anelli addo- minali della farfalla; c) la presenza delle macchiette nerastre, che si scor- gono, sia nelle ali, sia iu altre parti della farfalla. Conclusioni 1. Esposte al Congresso le osservazioni dell' illu- stre prof. Habenlandt, i relatori propongono che il Congresso medesimo esprima il voto, che desse servano come punto di partenza a nuovi studi sull' argomento. 2. La colorazione uniforme diffusa sul corpo della farfalla non è che un carattere fisiologico. La colorazione a chiazze più o meno irregolari (Charbonnès del Pasteur, more del sig. Levi) mostra nel maggior numero dei casi una condizione all' infezione dei corpuscoli, ma non v' è collegata, come effetto a causa. Quantunque alcune farfalle così colorate non presentino corpuscoli, ciò non pertanto se ne consiglia lo scarto nella confezione della semente, avvertendo d' escludere dalla riproduzione quelle partite che ne fornissero in rilevante quantità. 3. Non v' ha alcuna corrispondenza positiva tra vescichette e conseguenti macchiette delle farfalle e la infezione corpuscolare, e sembra non debbano fornire pronostico ne fasto sulle riproduzioni. QUESITO III. Se prescindendo dalla presenza dei noti corpuscoli,, si possano rinvenire nelle uova dei caratteri, che sieno indizio di una condizione morbosa delle medesime, e ciò sia nell' esame esterno delle uova stesse (formaT peso, colore parassiti, maniera delle loro deposizioni, proporzione fra le uova feconde e le infeconde) sia nell' esame del loro contenuto. Conclusione Dalle osservazioni fatte risultando che dalle proprietà fisiche delle uova non si possa dedurre verun pronostico sull' andamento dell' allevamento in riguardo alla flacidezza, nè potendosi quindi finora affermare che i caratteri fisici esterni delle uova sieno sufficienti per fare una selezione razionale fra deposizioni di diverse farfalle, il Congresso raccomanda di [continuare nelle esperienze in proposito. QUESITO IV. Si invitano i bachicultori ad istituire osservazioni ed esperienze per riconoscere se la malattia della flacidezza sia o no ereditaria, sia o no contagiosa. Conclusioni 1. Quantunque si dieno casi di bachi provenienti da partite anche fortemente affette dalla flacidezza, i quali ciò nonostante hanno dato buoni risultati, tuttavia è constatato, che negli allevamenti tratti da seme di partite flacide, spesso si manifesta la disposizione ad ammalare di flacidezza. Per tanto se ne conchiude che debbano essere e-scluse assolutamente dalla riproduzione le partite infette e sospette di flacidezza. Risultando dalle esperienze ed osservazioni dei sig. prof. Haberlaudt e del D.r Levi applicate esclusivamente alle razze indigene, che la predisposizione alla flacidezza possa esistere talvolta anche in semi provenienti da partite di bachi il cui andamento nell' anno precedente non abbia presentato alcun sintomo apprezzabile di flacidezza, vale a dire, non abbia lasciato nulla a desiderare (per mancanza assoluta di Morti — passi, dalla nascita alla salita; per vigoria dei bachi in tutte l'età, nonché al momento dell'inramatura ; per la qualità ineccepibile, e per la quantità pienamente soddisfacente del prodotto dei bozzoli); da partita di seme preparato, conservato, incubato, secondo i precetti dei più distinti bacologi; da partite le cui crisalidi e farfalle nè per caratteri esterni, nè per caratteri microscopici non abbiano destato alcun sospetto di flacidezza, ed il cui successivo allevamento colpito da questo morbo, sia proceduto regolarmente seguendo le norme prescritte pel buon governo dei bachi; il Congresso raccomanda all' attenzione dei bachicultori e degli scienziati di tener conto anche di questi casi di flacidezza, e di ricercare a quali eventuali condizioni speciali dei singoli allevamenti, d' onde il seme è derivato, sieno da ascriversi questi casi di flacidezza ; raccomandasi in ogni caso di allevare separatamente come fu fatto da Levi, il seme proveniente da famiglie diverse di bachi, ancorché appartenenti queste alla medesima razza. 2. Considerato, che lasciando bachi morti di flacidezza iu prossimità ad altri bachi i quali non presentano indizi di simili infermità, questi ultimi assai di frequente muoiono anch'essi di una malattia che ne ha tutte le apparenze, si conchiude che la flacidezza si diffonde il più delle volte nelle bigattiere nel modo proprio alle malattie di infezione. E perciò si dovranno allontanare prontamente dalle bacherie i morti e gli ammalati d'una partita affetta di flacidezza, e qualora nella medesima stanza si trovasse altro allevamento, il quale non dasse ancor segno di tale malattia, di allontanare anche quest' ultimo per praticare la disinfezions necessaria dei locali. QUESITO V. È preferibile 1' accoppiamente illimitato al limitato per migliorare le razze del baco da seta ? Conclusione Il Congresso considerato, che il quesito non venne sciolto da alcuno, e considerato insieme la sua importanza, propone che venga conservato fra quelli da additarsi allo studio dei bachicultori per averne la soluzione in qualche prossimo Congresso. QUESITO VI. Qual è il metodo migliore da tenersi per isolare le coppie di farfalle nella confezione cellulare del seme, nonché a preservare le cellule da ogni influenza dannosa, e specialmente da quella del Dermostes? Conclusioni 1. La maggior parte delle celle, che sono in uso per la confezione del seme cellulare quando sieno abilmente applicate, possono giovare presso a poco e-gualmente bene allo scopo proposto. Allo stato attuale delle nostre cognizioni, quando si tratti di confezioni considerevoli, è preferibile 1' uso dei sacchetti. 2. A preservare il seme da ogni influenza dannosa è indispensabile che le celle sieno facilmente i-spezionabili in ogni tempo, e si possano sempre tenere abbondantemente ventilate, e si conservino in locali perfettamente asciutti. 3. Quanto al Dermostes si raccomanda l'esperimento dell' olio di betula, e l'uso di crisalidi morte poste ad esca. Per 1' olio di betula sarà da esperimentare sin d' ora la sua influenza sul seme. QUESITO VII. Mezzi per diffondere l'istruzione nell'uso del microscopio, e per agevolare la confezione del seme col sistema cellulare e renderla quindi più estesa. Conclusioni 1. II Congresso applaudendo alla istituzione delle stazioni bacologiche sperimentali che appaga anche il desiderio espresso nel Congresso di Gorizia, esprime ora il desiderio, che per diffondere l'istruzione e l'uso del microscopio, ogni provincia, a seconda dell'importanza che ha nell'industria serica, fissi a tale scopo qualche somma e mandi allievi a tali istituti. 2. Il Congresso raccomanda a tutti i bachicultori di occuparsi a confezionare il seme a sistema cellulare, ponendosi in grado di operare da se stessi le opportune osservazioni microscopiche, e quando ciò per il momento non si potesse ottenere, ne affidino l'esame anche ad altri osservatori, i quali possibilmente 1' eseguiscano a domicilio del produttore. 3. Visti i risultati degli esperimenti fatti nel 1872 in seguito a conclusioni del Congresso di Udine, si ^innova la raccomandazione di insistere nell' allevamento sperimentale di singole deposizioni separate, come mezzo di rinvigorire le razze. QUESITO Vili. a) Esperienze di confronto a calore crescente ; b) Come provvedervi economicamente; e) Quali differenze risultino da questo allevamento anche riguardo alle malattie dominanti; d) A quali eventualità possa andar incontro il suindicato metodo di allevamento, segnatamente per effetto di uno squilibrio di temperatura nell' atmosfera esterna, quantunque l'interna sia mantenuta al grado fissato. Conclusioni 1. Dai fatti finora raccolti non potrebbesi affermare, che gli allevamenti fatti ad alta temperatura abbiano dati i migliori risultati. 2. Che quantunque manchino dati sufficienti per chiarire il lato economico della questione, devonsi consigliare i bachicultori ad astenersi dall'uso di quei mezzi di riscaldamento che sono di difficile uso e coi quali difficilmente si può provvedere ad una temperatura uniforme costante, come appunto si verifica colle stufe metalliche, e specialmente con quelle in lamina di ferro. Al contrario raccomandano gli apparecchi più semplici e più economici costruiti in muratura. 3. Le differenze finora notate non sarebbero a vantaggio dell' alta temperatura poiché dalle esperienze più attendibili risulterebbe, che le mute riescono meno regolari, e che le malattie si manifestano con maggiore intensità, e più prontamente. 4. In mancanza di un sufficiente numero di esperienze attendibili, i Relatori non potrebbero dire con icurezza di quali inconvenienti possa essere causa un irte squilibrio fra la temperatura interna ed esterna. Ciò non di meno essi credono, che quando la starane corresse a lungo fredda e piovosa, 1' allevamento d alta temperatura, indirettamente dovrebbe risentire danni conseguenti da una alimentazione troppo in isaccordo colla temperatura dell' ambiente. CONCLUSIONI dottate nel quarto Congresso Bacologico Internazionale ìautosi in Moutepellier nei giorni 26, 27, 28, 29 e 0 Ottobre 1874. QUESITO L Relatori: Verso», Vlacovicli, De Lachedenède Le gattine (piccole non corpuscolosi —* vers gat-linès) differiscono essenzialmente dai bachi colpiti da lacidezza? Conclusione *) Atteso che non si hanno dei fatti e delle informazioni precise sui bachi piccoli, di differente sorte, non corpuscolosi, richiamasi 1' attenzione dei bachicultori, sulla descrizione esatta dei caratteri di questi batti, e loro denominazione, sul modo di comportarsi durante 1' allevamento, infine sui pronostici che si posiselo dedurre pel risultato finale dell'allevamento. QUESITO II. Relatori: llaberlandt, Nagel, Liclitenstein In quali circostanze le crisalidi e le farfalle si «prono di macchie brune o nerastre sulle varie parti del corpo ? Conclusione Rimandata al prossimo Congresso mancando attualmente gli esperimenti necessarii alla sua soluzione. QUESITO III. Relatori: De I,espine, Maittot Si può artificialmente provocare, con cattivi trattamenti, esercitati sulle sementi o sui bachi, la tale o tal' altra malattia, la flacidezza per esempio ? Si può con altri trattamenti, rimediare a queste malattie o prevenirle ? Conclusioni I. Il Congresso chiama l'attenzione degli allevatori sulle circostanze seguenti che sembrano avere qualche relazione colla flacidezza: 1. Esposizione della semente ai forti calori dell' e- state ed ai forti freddi dell' inverno. 2, Bagni della semente nell' acqua dolce e salata a certe epoche. *) Sebbene queste conclusioni non venissero lette al Congresso di Montona, pure istessamente si pubblicano potendo rie' scire di qualche interesse. 3. Esposizione della semente ad un freddo più o meno tardivo. 4. Circolazione e nascita in certe condizioni d' aereamente ed umidità. 5. Esposizione delle farfalle a dei vapori di cloro e d'acido solforoso durante l'accoppiamento. 6. Variazioni brusche di temperatura dei bachi. 7. Allevamento dei bachi in locali più o meno ventilati, più o meno rischiarati, più o meno umidi. II. Il Congresso raccomanda di ricercare in una attenta osservazione delle farfalle, se non vi ha a fare fra queste farfalle, avanti ogni selezione microscopica, un'altra specie di selezione dal punto di vista della flacidezza, come propone il sig. Bellesini. III. Malgrado le memorie presentate a proposito del terzo quesito i signori relatori non avendo presentate delle conclusioni precise sopra questo quesito, esso è rinviato al prossimo Congresso. Il Congresso raccomanda specialmente questa questione allo studio dei bachicultori, onde stabilire per via di eliminazione e con delle esperienze sopra lotti comparativi, le condizioni d'allevamento le più proprie a favorire lo sviluppo della flacidezza. QUESITO IV. Relatori: De Piagno], Mithaud, Cantoni Esperienze sulle sementi sottoposte a diverse influenze: umidità, odori, aria confinata (air confinée), variazioni di temperatura, ecc. onde stabilire quale è il miglior modo di conservazione delle sementi. Conclusioni Sarebbe utile d'isolare una ad una le principali circostanze che agiscono sulla semente, vale a dire, la temperatura e lo stato igrometrico dell' aria, e con delle esperienze comparative, ripetute, se occorre, sopra varie generazioni successive, mettere in evidenza l'influenza di queste circostanze sulla flacidezza. QUESITO V. Relatori : Cornali», Raibaiid - Lange, Duplat Ricerca delle condizioni che operando sui bozzoli o sulle farfalle, possono influire sulla qualità delle sementi, per esempio temperatura, durata dell'accoppiamento, ecc. Conclusione Un accoppiamento di un' ora od al di là, basta a fecondare tutte le uova, ma il fenomeno che si produce nelle uova dopo la deposizione ha un corso più rapido e più regolare, quando l'accoppiamento durò da cinque a sei ore. L'accoppiamento illimitato non ha nulla di reprensibile quanto ai fenomeni di fecondazione e si potrà adottare quando altre circostanze speciali lo rendano necessario. QUESITO VI. Relatori: Duclanx, G. Susani, De Chavennes Mezzi atti a determinare la nascita delle sementi in un' epoca prematura e facoltativa. Conclusioni 1. Il metodo d'ibernazione naturale od artifiziosa può dare della semente pronta a nascere in un momento qualunque dell' annata. 2. Il metodo dello strofinamento permette di utilizzare la semente dell' annata corrente, e ciò tanto meglio, inqumtochè si opera sopra la semente in un' epoca più jrossima al momento della deposizione. 3. Sarebbe utile, tanto dal punto di vista pratico, quanto da quello dell'imbriologia, il ricercare, nel complesso delle azioni fisiche impiegate finora, quale è l'agente fisico importante. 4. Una volta trovato questo Agente, sarebbe utile il ricercare il suo modo d' azione fisiologico, come pure il modo d' azione del freddo. QUESITO VII. Relatori: Itaulin, Cambon Influenza possibile della stagione sulla riuscita degli allevamenti, sia per effetto di una vegetazione troppo o poco avanzata della foglia, sia per l'azione dei germi dell' atmosfera. Conclusioni 1. L'influenza propria della stagione sul fenomeno della flacidezza, risultante da esperienze praticate sopra sementi annuali dell' annata precedente, conservate col freddo ed allevate a diverse epoche, dovrebbe verificarsi, con esperienze precise, se deriva dall'abbondanza dei germi sospesi nell' atmosfera, o da altra causa ; !?. Sarebbe anche interessante il ricercare con delle esperienze la possibile influenza della stagione sui bivoltini accidentali nati da sementi annuali, od anche sui bachi Giapponesi, e di raccogliere tutti i fatti ben conosciuti sopra questo punto, all' epoca in cui la flacidezza non aveva preso lo sviluppo che ha raggiunto oggidì. QUESITO Vili. Relatori: Jeanjean, De Ginestous Utilità degli allevamenti precoci e degli allevamenti autunnali, dal punto di vista della riproduzione e dal punto di vista economico. (Continua). Lezioni elementari di Agricoltura dettate da A. ffl. Vusio, parroco È ancora tra i nostri contadini sì poco diffusa la istruzione agraria elementare, che fa opera assai lodevole e degna del suo paese chi vi si accigne a diffonderla. L'abitatore delle campagne sprovvisto di tutti i mezzi, che offrono i grandi centri, non giungerà mai ad oltrepassare la cerchia angusta, e diciamolo pure, il più delle volte nociva, delle vecchie consuetudini, se uomini di cuore e di senno non si porranno co' dettami suggeriti dalla scienza ad illuminarlo. Il sig. E. M. Vusio, parroco di piccola borgata, ha già aperto ai suoi parrocchiani, un' èra novella : noi ci auguriamo che gli -sforzi di lui sieno piena mente coronati. Possano le sue Lezioni elementari ci agricoltura essere di eccitamento in altri istrutti sa cerdoti ad opre di maggior lena: noi intanto accoglia mo questo lavoro del signor Vusio quale saggio d( suoi lodevoli conati. CAPITOLO I. Il clima, l'aria e V acqua §. 1. Agricoltore. — Agricoltore vuol dire quello che lavora i campi e coltiva la terra. Come tali egli deve essere: I. attivo al lavoro; II. ordinato nei suoi affari ; e III. istruito. Si dirà che è attivo quando con indefessa premura attenderà al lavoro de' suoi campi, lavorando cioè dalla mattina di buon'ora fino] a sera, e quando non guarderà tanto per sottile uè alla pioggia che gli è vicina nè al sole che lo riscal da. Si dirà ordinato nei suoi aff.iri, quanlo ogni sera stabilirà quali lavori ha da imprendere al domani ; sa cioè ha da zappare o rizappare; se pulire gli alberi, se letamare ; altrimenti avendo sempre ceuto e cent» affari, nou pensando prima, e perderà il suo tempo ed i suoi lavori non avrà mai bene ordinato. Finalmente si dirà istruito quaudo, dopo avere appreso bene a leggere ed a scrivere, si provvederà o impresterà buoni trattati d'agricoltura e seguirà i metodi razionali da questi indicati. 0 se per grande disgrazia non foss« più al caso di apprendere, dovrà procurarsi in tutti modi un maestro, il quale lo potrà istruire sui veri metodi di coltura. La differenza fra un agricoltore non istruito ed uno istruito è sproporzionatamente grande il primo ricaverà dalle sue terre sempre no prodotti minore, dovrà necessariamente aumentare le sue fati che e da ultimo troverà i suoi terreni talmente iste riliti che si renderanno incapaci per qualsiasi coltura, mentre pel secondo, la scienza gli additerà dei mezzi come diminuire le sue fatiche, come aumentare i suoi prodotti e come rendere sempre più fertili i suoi terreni. Un agricoltore dunque non istruito, è un uomo senza testa. §. 2. Principi fondamentali d' agricoltura. — Perchè l'agricoltore si istruisca bene nella Jsua arte, anzitutto gli si rende necessario di apprendere i principi fondamentali sui quali è basata la scienza agraria. I principi fondamentali da conoscersi sono tre: I. il clima, II. l'aria, III. l'acqua. Questi possono considerarsi come tre potenze dell' agricoltura ; per cui l'agricoltore che conosce la loro natura e gli effetti, può spiegare molti fenomeni, riparare molti guasti e facilitare la buona riuscita dei suoi prodotti. Ogni cognizione che l'agricoltore in proposito acquista, è un' ara di terreno in più che egli ha guadaguato. §. 3. Il clima. — Varia il clima secondo variano le diverse località. Il mondo terraqueo è diviso in tre climi o più propriamente in 3 zone ; la fredda che si trova ai due poli ; la calda che si trova all'equatore, e la temperata che occupa le parti di mezzo fra i due poli e l'equatore. Noi occupiamo la zona temperata. Per un agricoltore che appena comincia a studiare la scienza agronomica, gli basta 1* acquistarsi sufficienti cognizioni sul clima del suo paese. Per conseguire questo scopo gli si rende necessario lo studio di quelle cose che appunto influiscono sul clima, e ino: la temperatura, la pioggia, le nevi, il ghiaccio, i rugiada, la brina, le nebbie, la tempesta, il fulmi-[, il lampo, il vento e la luce del sole. §. 4. La temperatura. — Tre elementi sono ecessari perchè un vegetale qualunque possa sviluppi: il calore, l'umidità e la luce del sole. Là dove lineasse uno di questi elementi, ogni vegetazione parisce. Ogni pianta perchè giunga al completo suo svi-appo richiede un certo grado di calore. Alcune ne ichiedono di più altre di meno. In conseguenza di piesto la vite nè fruttifera nè vegeta nulla zona freddi, perchè lì non può ricevere il necessario calore ; tome pure nella zona temperata non fruttificano il affé e la palma, perchè queste piante richiedono più [[radi di calore che solo nella zona calda si possono ivere. Non solo poi il calore diminuisce dall'equatore si poli, ma in ogni località il calore medio è differente. Alcune località o terreni sono rivolti a sud, altri s nord ; alcuni sono al livello del mare, altri molto elevati. Queste ed altre circostanze ancora influiscono molto perchè tanto i terreni quanto le piante risentano più o meno di calore. Per conoscere la temperatura di una località, i dotti ingegnarono uno strumento che si chiama termometro, ossia misuratore del calore. Il termometro è formato di un sottile tubo di retro il quale termina in un globetto o in un cilindro. Iu questo si trova o dello spirito di vino o del mercurio, ed a seconda che questo liquido si alza o si abbassa nel tubetto, si è sicuri che si è pure alzata i abbassata la temperatura di quella località. Per sa-/»re poi con precisione la forza della temperatura, il tubetto venne diviso in gradi, e se questi sono 80 allora si chiamano Reaumuriani (Reaumur inventore) se 100 allora centigradi (Celsio inventore). Discendendo dall'80 o 100 si viene allo 0 e sotto di questo vi sono segnati altri 30 gradi. Quando il mercurio viene allo zero, allora è segno che le temperatura è fredda e che l'acqua gela : quanto più discende sotto lo zero, tanto più fredda si sente la temperatura ; e quanto più a-scende sopra lo zero, tanto è più calda. (Continua) IL RISANO La questione del Risano venne terminata dall' inclito Consiglio della città di Trieste con la saggia deliberazione presa nella seduta del 22 ottobre p. p., conforme ai nostri voti ed allo spirito di giustizia. Con viva soddisfazione possiamo rallegrarcene perchè vediamo cessata la minaccia ai nostri interessi, e perchè nello stesso tempo, fortunatamente, con gli interessi nostri si è provveduto agli interessi di Trieste, la quale sarà fornita d'acqua buona, in maggior abbondanza di quella che avrebbe potuto dare il nostro Risano; oltreché per l'uso comune servibile alle industrie. Nella deliberazione votata dall' inclito Consiglio troviamo una parola che deplora l'opposizione fatta dalla Giunta provinciale, e da alcuni Municipi dell'I- stria al progetto di conduttura del Risano. A noi, a tutti deve avere dispiaciuto quella parola, la quale concessa forse a qualche fervente favoreggiatore del progetto Risano, a nulla giova nella questione, e purtroppo basta a velare, ancorché di uua leggera ombra, la saggezza della deliberazione dell'inclito Consiglio della città di Trieste. Questa è 1' ultima volta, speriamo, che noi scriviamo sulla questione del Risano, lieti che gli interessi di Trieste e dell'Istria si sieno felicemente combinati. È debito di giustizia il ricordare la pronta ed energica azione della nostra Giunta provinciale, nel difendere i nostri diritti, per cui una volta di più si è resa benemerita del paese, il quale per tanti titoli giustamente 1' ha in istima. Ecco il resoconto della seduta del 22 ottobre p. p. : " Il cons. Dimmer, quale referente della Delegazione municipale, dà lettura della proposta di essa Delegazione sull' offerta di G. Sigi per cessione al Comune della concessione della conduttura del Recca e sulla memoria dell' ingegnere T. Lauffer per altro provvedimento d'acqua. Il lungo ed esauriente rapporto della Delegazione è favorevole al progetto del Recca ed alla proposta Sigi, e respinge il progetto Lauffer come molto più costoso, e che richiederebbe 19 anni di lavoro per la sua attualità. Aperta la discussione generale, che durò oltre due ore, vi presero parte i consiglieri Richetti, Burgstal-ler, Wittman, Dr Luzzatto, Hermet, Pascotini e Dr. Vicentini, tutti d'accordo in massima per l'accettazione della proposta Sigi, ma dissenzienti l'uno o l'altro soltanto in oggetti secondari o di dettaglio, per cui siamo ben lieti di accennare che l'importantissima questione per la nostra città dell'aqua, venne filialmente sciolta ieri a sera dal patrio Consiglio, con le seguenti deliberazioni, accettate ad unanimità: 1. Il Consiglio della città deplora 1' aperta opposizione spiegata dalla Giunta Provinciale e da più Comuni dell'Istria contro la conduttura dell'acqua del Risano per l'approvvigionamento della città di Trieste, adottata nella seduta del 5 marzo 1873. 2. Il Consiglio della città ritieue inconsulto e di grave pregiudizio alle condizioni igieniche di Trieste, di attendere il risultato problematico delle luuge ed intralciate pratiche indispensabili onde superare e rimuovere tutti gli svariati ostacoli elevati contro l'attivazione della conduttura del Risano, e reputa invece stretto suo obbligo di provvedere al più presto possibile, almeno al toglimento di una delle cause della lamentata poca salubrità della città di Trieste, mediante 1' attivazione della nuova canalizzazione della città sulla base del sistema di sciacquamento, già adottata in massima nella seduta del 5 marzo 1873. 3. 11 Consiglio della città riconosce, siccome perfettamente corrispondente a tale scopo, nonché ad altri scopi industriali, la conduttura del fiume Recca dai pressi di San Canziauo in città. 4. Il Consiglio della città accetta l'offerta del signor G. Sigi di Vienna dd. 20 luglio a. c., di cedere al Comune di Trieste la sua concessione, studi e progetto por la conduttura dell'acqua del fiume Recca dai pressi di S. Canziano verso Trieste, nonché i sei mo-lini di sua proprietà siti in S. Canziano presso la vo- ragine e nelle immediate adiacenze, con tutto l'annessovi complesso di fondi con ogni loro abenza e pertinenza, e con tutti gli inerenti diritti, usi, azioni, e ragioni, eventuali nuove opere e migliorìe, nulla eccettuato e ne adotta l'acquisto per il prezzo di f. 170 mila valuta austriaca. 5. La Delegazione municipale è incaricata della fissazione delle condizioni e modalità di pagamento del prezzo stesso, della stipulazione del relativo contratto a quei patti eh' essa stimerà meglio convenienti all' interesse ed a garanzia del Comune, nonché della sollecita presentazione al Consiglio del progetto dettagliato e del calcolo della spesa per la conduttura del Eecca, e per la nuova canalizzazione della città sulla base del sistema di sciacquamelo mediante l'acqua di quel fiume. 6. Il Consiglio della città placida per la spesa occorrente per questi due progetti la somma di f. 6000, e la mette a disposizione della Delegazione municipale. 7. Il Consiglio delibera di non prendere in considerazione l'istanza del sig. ingegnere Teod. Lauffer. 8. Il Consiglio non è per ora in grado di poter far uso dell'offerta del sig. Gius. Zanier. 9. Sarà cura della Delegazione municipale, incaricata dell'esecuzione dei premessi deliberati, di presentare il modo di coprimento della relativa spesa. — Il pubblico della galleria accolse con applausi il deliberato del Consiglio. „ Cose locali La mattina del 17 mese decorso gli abitanti di questa città e de' luoghi contermini, traevano a stormi nella piazzetta del Ponte per attendere l'ingresso del nuovo vescovo, l'illustrissimo e reverendissimo monsignor Giorgio dottor Dobrila. Egli entrò solennemente alle ore 8 e mezzo, e fermatosi ad ascoltare 1' ufficio divino nella chiesuola di San Basso, avviossi poi accompagnato dall' illustrissimo podestà Giuseppe Pellegrini, da molti altri ragguardevoli cittadini, magistrati, professori, e da lunga schiera di sacerdoti e di popolo, al Maggior Tempio, il quale venne addobbato per la circostanza di fastosi arredi. — Quivi giunto, s'intuonò l'inno ambrosiano, a cui seguì la pubblicazione delle bolle pontificie; dopo di che un canonico della Concattedrale porgevagli iu latino i più fervidi augurj e felicitazioni, ai quali 1' e-letto rispose nello stesso idioma con sentite parole. Celebrato quindi l'ufficio divino con accompagnamento della civica orchestra, la quale anche in quest'occasione die egregi segni del molto suo valore, facendo echeggiare le volte del maestoso Tempio di dolcissime melodie, monsignor Vescovo lasciò il sacro precinto e si ricondusse processionalmente al Pio Istituto di fondazione Grisoni, precaria dimora episcopale. Alle 3 del pomeriggio fu quivi imbandito copioso banchetto, a cui vennero invitati dal nuovo antistite tutti i sacerdoti ed i pubblici funzionari. Nel giorno 18 accolse egli gli omaggi delle autorità locali, e recossi poi a visitare l'ospedale e gli altri pubblici stabilimenti. — Il dì seguente se ne partì per Trieste tra i saluti riverenti della popolazione, che spera in lui un degno successore del compianto Vescovo Bartolomeo Legai _ La spettabile direzione del periodico "L' Unione,,I inviò al locale Asilo d' Infanzia l'importo di f. dieci\ speditole da cospicuo personaggio del Regno d'Italia, di presente dimorante in Vienna in risposta alla copia di omaggio che dalla stessa riceve. Ed altro importo di fni. venticinque, raccolto tra alcuni filantropi di qui, compresa la sullodata direzione a famiglia di agricoltori, resasi bisognosa per inattesa circostanza. - L'onorevole direzione ginnasiale ci indirizzò il seguente comunicato, che di tutto buon grado pubblichiamo : L'inclita Giunta provinciale dell' Istria rimetteva testé alla scrivente il vistoso importo di fior, duecento, destinati a sovvenire studenti poveri di questo i. r. Ginnasio indistintamente, facendosi così generosa iniziatrice del fondo di beneficenza, di cui è cenno negli Atti ginnasiali dell' anno scolastico prossimo decorso. Neil' atto che qui si rendono pubbliche grazie ad Essa spettabile Rappreseutanza provinciale, si ha 1' onore di fare appello agli spettabili Municipii della provincia, perché vogliano secondarne il nobile esempio. Capodistria, li 24 ottobre 1875 La Direzione dell' i. r. Ginnasio. Anche nelle nostre campagne fu quest' anno abbondante la vendemmia, e lo si deve in parte alle nuove piantagioni, ed alla gara sorta tra gli agricoltori di educare ed ammigliorare la utilissima pianta. — I calori sereni della prima metà di maggio concessero solforazioni efficaci, ed invigorirono i grappoli, così da difenderli da ingiurie ulteriori. Nel prossimo numero daremo il risultato della vendita dell' uve fatta in quest' anno nel nostro mercato. ------■J-JJ&COLJ ■ --- Varietà Famiglie Zovenzoni e (frisoni Leggesi nell'Adria N. 224, come i conti Grisoni di Capodistria fossero legati in parentela per linea femminile ai Zovenzoni di Trieste, oriundi bolognesi, dalla qual famiglia derivò Raffaello Zovenzoui poeta ed epigrafista latino, nato in Trieste nel 1431. Noi ripubblichiamo la presente notizia, (certo non nuova agli eruditi istriani), perchè qualche studioso di patria storia volesse interessarsi di compulsare le vecchie carte Grisoni, onde rinvenire documenti e notizie spettanti al sullodato poeta ed epigrafista, anche manoscritti di suo pugno, forse inediti ed ignorati. Egli è certo che i Zovenzoni si estinsero col-l'illustre Raffaello e che i beni di lui, rimasti ad uua sorella maritata in Grisoni di Capodistria, passarono per ragion dotale in questa famiglia tanto benemerita dell' Istria, e pur troppo in oggi estinta. Il piranese Dell'Acqua ritrasse il Zovenzoni in uno stupendo quadretto storico, che ammiravasi (?) nel Civico Museo Revoltella in Trieste.