ANNO XV. Capodistria, 1 Gennaio 1881. N. 1 I "X (1 l i t) PROVINCIA >1.811 jsonsì DELL' ISTRIA S*lCÌÌ2SXfO iaifiiolqsb »b oìIobi 3 •v • ;iat»v u __ Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un auuo fior. S; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Alcuni miei benevoli conoscenti, essendo a cognizione di quanto io aveva raccolto attinente alla storia della nostra Istria e pensando che dalla pubblicazione di quei dati, specialmente se ordinati in forma d'annali, potrebbe derivare qualche aiuto allo studioso che volesse occuparsi del passato del nostro paese, mi fecero amica violenza, tanto che non mi seppi rifiutare di conformarmi al loro desiderio. Protesto però che io conosco benissimo che esiguo è il mio merito nella compilazione di un lavoro, per il quale non si richiese in sostanza altro che un poco di perseveranza nella materiale fatica di scorrere codici, pergamene, libri e cavarne le notizie ch'essi contenessero di qualche importanza fra gli avvenimenti storici istriani. Ad ogni modo io ho fatto quello che stava nelle mie povere forze, e forse è vero che fra le cose tante che si stampano oggigiorno possa domandare posto anche questa mia. sia pure, umilissima cosa. La è sì una rudis indigestaque moles ; però è possibile che non sia un materiale da gettarsi tutto via e che vi si trovi qualche buona pietra per l'edificio della storia nostra, al quale, Dio voglia, dia presto mano qualche valido ingegno. E con questo abbandono all'indulgenza dei miei compaesani i miei «Annali istriani". Capodistria, 1 gennaio 1881 Don Angelo Marsich ANNALI ISTRIANI del Secolo decimoterzo. 1200. — Enrico di Teopompo Ravizza è eletto vescovo di Trieste sua patria ; era dottorato in ambe le leggi. V. Scussa: „Storia Cronogr. di Trieste." Pag. 17 e G.. Cappelletti: „Le Chiese d'Italia." Vili, 688. 1200. — Momiano e Costabona convengono nella questione de' confini. Cod. Dipi. Istr., all'anno 127.1, 5 maggio. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. „ -—La borgata al Quieto che ora dicesi „ Santa Marina" in allora chiamavasi ,Murigliene*. Kandler : ,Notizie storiche di Montana" Pag. 61. » Dividale 7 ottobre. Il patriarca Pellegrino, giudice arbitro, risolve controversia per la divisione del fendo che Riccarda di Montona aveva dalla chiesa di Parenzo. I pretendenti erano il conte Alberto de Vieselberg (Wei-ocelberg), Yidone {Guidò) di Maggia e Leonardo di Castel Valle. Vuole che il Conte ne abbia la metà e che l'altra metà passi in parti eguali agli altri due pretendenti. Kandler: „Not. star, di Montana," pag. 135; -„Indicaziom"..., p. 25; - e „Cod. Dipi. Istr." 12..... — Il comune di Capodistria erige la seconda cinta della città che correva parallella al mare, non in margine di questo, lasciando fra le seconde, mura ed il mare largo spazio a borgate, ad opifizi ed ai cimiteri di San Gregorio, di S. Andrea, di San Pietro in Ponte. Kandler: rNot. st. Mont." - pag. 85, 12..... — I minori Conventuali di San Francesco si stabiliscono in Trieste; corre credenza che S. Antonio di Padova ne fondasse il convento. G. Bandelli : ^Notizie storiche di Trieste." Pag. 159. 12..... ~t- L' abazia di Maria Formosa in Pola ed in Istria, danneggiata nelle guerre del secolo XIII, passa assai per tempo in commenda della Basilica di San Marco in Venezia. .Notizie storiche di Pota" Pag. 34. 12..... - Le città istriane, deposte le antiche odiate cariche baronali, costituiscono altre civiche con titoli diversi in sul principio del secolo XIII. Kandler: ^Notizie storiche di Montana."" Pag. 100. 12..... — Venezia 31 maggio. Giovanni, cardinale e legato pontificio presso la Repubblica, scioglie Pietro canonico decano, A.... gastaldo e 7 o tutto il popolo di Capodistria da ogni obbedienza al vescovo di Trieste, cui li avea assoggetti il patriarca di Aquileia, riavendo Capodistria il proprio vescovo. 2 i .ehi'iLotja > 7X OWA A 12..... — Nel secolo XIII, ai tempi della dominazione de' patriarchi aquileiesi, la valle a'piedi del castello di Pinguente era ancora Lama, cioè valle aquaria. Kandler : „Not. stor. di Montona. Pag. 274. (Contìnua). Questione fllosserica È molto da deplorarsi che dall'epoca fatale 12 Giugno in cui venne conosciuta con sicurezza la presenza della filossera in Val Siciole, gli istriaui, in generale, non se ne diano molto per intesi. Alcuni sperano che l'invasione non si estenderà, altri non ne parlano affatto, o se ue parlauo, lo fanno con sì esigue cognizioni, da far ritenere che non si trovino in corrente dei più recenti studi e dei tanti esperimenti che vennero eseguiti nella Francia in quest'ultimi anni. Altri finalmente, i più prudenti, credono perfino di far atto di somma accortezza, opinando che si deva ettendere ancora un anno allo scopo di rilevare se e quale estensione possa mostrare la filossera nel 1881, ma non pensano forse, che un anno di ritardo riesce ad un anno di produzione perduto? Ed i fiorini in questo caso si conterebbero a decine e decine di migliaia. Sotto tali impressioni opiniamo utile ed opportuno di pubblicare più o meno per sommi capi dei brevi riassunti di quanto veune fatto e si fa nella Frauda per difendersi dalla filossera, nella speranza che la pubblica opinione eccitata da quei fatti, solleciti e dia impulso ai magistrati ed ai singoli proprietari, a non frapporre indugi nell' accingersi a fare quanto sia » s-sibile per iscongiurare la minacciata sventura. Ci vengono sotto mano, tra altri, due recenti rapporti (Novembre 1880) che giudichiamo molto opportuni, e senz'altro diamo la traduzione di quei brani che meglio calzano alle condizioni nostre. Rapporto al ministro dell'agricoltura del dottor Menudier, vicepresidente del comitato centrale di studi e vigilanze del Dipartimento della Charente inferiore. dei vivaj di viti americane sono stati fatti per impulso del comitato centrale in ogni circondario (arrondissements quasi un nostro Capitanato, e precisamente quei comuni dipendenti da un Sottoprefetto) e diretti col maggior zelo dai membri del dotto comitato. Il comitato centrale ha fondato a Saiutes un vivajo di allevamenti di piaute madri, il quale prende ogni anno maggiore importanza ed alimenta i vivaj del circondario. Il comitato centrale ha distribuito 1' anno passato 1879 sette mille barbatelle resistenti, e quest' anuo 1880 ne distribuiva trenta mille, colla speranza di raddoppiare o triplicare questo numero nel 1881, se otterrà un sussidio da parte dello Stato...... Diamo altri brani di uu rapporto del Signor Calvet al comitato centrale del dipartimento della Charente inferiore, uel quale in seguito alle sue premesse osservazioni, deduce le seguenti conclusioni...... 1. Vi sono alcune varietà di viti americaue, tra altre le varietà janquez, Herbemont, Solonis, riparia, le cui radici sono refrattarie fin oggidì alla filossera. Il periodo di esperimento, che a Saintonge è di sei -sette anni, nei dipartimenti meridionali, arriva a dieci -dodici anni. 2. Secondo il terreno la esposizione ed i mezzi di vegetazione, queste viti possono presentare delle apparenze molto diverse (clorosi, antracnosi) ma le radici sono immuni da filossere. 3. Bisogna moltiplicare gli esperimenti per accertarsi quali di quelle viti resistenti, meglio si adattino alle diverse terre ed alle diverse esposizioni. 4 Si praticarono utilmente molte modalità per propagare rapidameute quelle viti americane, quali la seminagione, le margote, l'innesto sopra radici di viti francesi — ecc........ 5. A diversi metodi di innesto di viti francesi sopra soggetti americani sono stati usati utilmente a Saintange. Quei proprietari i quali possouo ricorrere a dei pratici specialisti gli inuesti così detti inglesi si presentano assai vantaggiosi. Pei piccoli proprietari l'innesto a spacco, noto ad ognuno, si presenta utile e facile 6. L'esperienza comprovò che per piantare a dimora, riesce viemeglio una piauta innestata ed allevata antecedentemente in vivajo. a. b. c. Riportiamo per intero una lettera assai interes-saute, scritta, come ci inforna Y Indipendente, che le ha dato luogo nel suo numero del 24 Dicembre p. p. da un giovane laureato istriano il quale teste è uscito dalle migliori scuole d' agricoltura. La lettera venne scritta in seguito all'articolo sulla questieue filosserica pubblicato nell' Indipendente il 30 Novembre p. p. ed in risposta al nostro dell' ultimo numero — Questione urgente: Egregio signor Direttore! La ringrazio sentitamente della fiducia in me riposta, e soprattutto di avermi pòrta occasione di cacciare dal petto molte cose, in rapporto alla fillossera, che propriamente mi pesano siccome un incubo. E senza altro entro in materia. L' articolo della Provincia intestato Questione urgente, mi recò sommo piacere, anche perchè vedo come da noi non si dorma, ma si stia alla corrente di tutte le evoluzioni scientifiche del giorno. Ciò premesso, mi permetterà sommessamente di dire, che l'articolista ha ragione da vendere e che anzi la quistione fillosserica va trattata con energia più accentuata e più concreta. L'idea del vivaio fillosserico nella Val di Siciole non è soltanto, a mio vedere, grottesca, ma addirittura esiziale e rovinosa. Perchè si manterrà un focolere costante di fillossere? Con qual criterio di buona riuscita si alimenterà un insetto parassita, anziché levargli addirittura le base del suo alimento ? Non occorre girar per le scuole agrarie a portar sentenza in proposito. E questione di buon senso. No, no, la fillossera va combattuta a tutt1 oltranza, nè le si conceda quartiere finché una sola larva faccia di sè mostra. Nella Valle di Siciole adunque non solo non si faranno dei vivai fillosserici, ma si guarderà che nella vigna infetta, almeno per quattro o cinque anni, non entrino riti di sorta; altrimenti il male sarà costante ed irreparabile. In quanto alla questione del vivaio, lo si faccia pure, anzi; ma che sia bene isolato, ben guardato e riparato. L'Italia sta provvedendo a ciò, apparecchiando i vivai nelle sue isole. Per l'Istria non saprei pronunciarmi, certo il più lontano possibile dalla Val Siciole. In una cosa non convengo coli' articolista sullodato; nel ritirare cioè 'delle viti resistenti ed immuni . . . da paesi parimenti immuni. ' Coltiviamo le nostre specie e coltiviamole razionalmente e bene. Chi sa dirci che le viti oggi resistenti ed immuni non lo siano più domani? Io so, che di 40 varietà che si credevano fino ad anni addietro non intaccabili, ora non ne restano che sei o sette; mentre tutte le altre subirono la fatai sorte comune. Concedo che ci si possa restringere intanto a queste sole ; ma i frutti, che queste ci daranno, saranno poi tali da corrispondere all' a-spettativa ? Con ciò non non intendo di combattere l'idea di .mandare una persona intelligente ed onesta . . . a fare una corsa in Piemonte e Toscana, allo scopo di ,assicurarsi coi propri occhi se veramente ci sieno queste viti resistenti' ; dirò anzi che io stesso, fin dal luglio testé decorso, aveva fatta, quantunque inutilmente un' analoga proposta alla spett. Giunta provinciale di Parenzo; lo scopo mio sarebbe stato però ben diverso; di studiare cioè e di approfondirsi bene in questa dolorosa questione fillosserica ;- che a mutar la specie delle piante come degli animali non mi ci deciderei tanto facilmente, per questioni fisiologiche particolari ch'or non accade nominare. Concretando, dirò adunque che la Provincia ha tutte le ragioni immaginabili per combattere l'idea d'un rivaio fillosserico nella Valle di Siciole ; la qual Valle poi vuol essere guardata e purgata nella prossima stagione con una serietà ben più intesa di quella trattata fino ad ora. Io non vorrei sputar sentenze in proposito, nè portar offesa nè rimprovero a chicchessia ; ma da quel poco che ho imparato e veduto dall'esimio prof. Babo a Klosterneuburg e dalla solerte r. Commissione a Val-madrera, posso dire con qualche fondamento e sicurezza che i mezzi impiegati dalla i. r. Commissione, che quest'anno fungeva a Pirano per l'estirpazione della fillossera, erano ben diversi da quelli da me visti adottare in questioni analoghe. È un fatto dalla pratica constatato che la fillossera si propagò più per l'insipienza dell' uomo stesso che per propria forza. In appoggio di questa verità potrei citare parecchi fatti ; ma questo non è il luogo. A me basta intanto di essermi sgravato d'un dovere di coscienza verso i miei comprovinciali, col-l'avere esposto francamente le mie vedute, le quali tuttavia non hanno la pretesa dell'infallibilità. Ringraziandola ancora, me le protesto con tutto l'ossequio. d. d.r T. Una lieta notizia Ci scrivono: In attesa di più precisi documenti che mi furono promessi e che vi farò noti, sono lieto di offrire oggi ai comprovinciali, qualche buona notizia sull'andamento. dei lavori della commissione centrale per la regolazione dell'imposta fondiaria, per ciò che riguarda la nostra provincia. ' Ed innanzi tutto, cuiquique suum. debbo additare alla riconoscenza del paese, l'illustrissimo signor comm. Vidulich, capitano provinciale, il quale ha saputo lottare con profonda conoscenza di causa e molta abilità in seno alla commissione centrale per iscongiurare il gravissimo pericolo che ci minacciava. Se fosse stato accolto 1' aumento di tariffa proposto nella riclassificazione dai referenti distrettuali , e l'altro aumento proposto dai referenti della commissione centrale; la nostra provincia, ma specialmente alcuni distretti, sarebbe rovinata sotto l'insopportabile peso. A quasi 53 mila fiorini sommavano le aggiunte nei varj distretti proposti nella riclassificazione, eseguita sulle ultime proposte della commissione provinciale ! E qui non possio tacere un rimprovero severo a quegli sciagurati referenti, i quali aumentarono in modo incredibile le tariffe in alcuni distretti, sia col misero intendimento di farsi benemeriti dei superiori, sia per assoluta ignoranza; gente collocata a posto da qualche protettore, vere fillossere del paese. Ed a suo tempo ne riparlerò. Mercè dunque l'opera sapiente dell' illustrissimo sig. connn. Vidulich, furono cancellati i 53 mila fiorini d'aggiunta proposti dai sullodati signori referenti distrettuali e venne anche fatta una sensibile riduzione sulla tariffa della commissione provinciale, e forse saranno possibili altre riduzioni. L'ultima tabella in discussione assegnava alla nostra provincia una rendita netta di fiorini 1,350,024; così divisa per distretti: Capodistria fiorini 300,860 Parenzo „ 354,228 Pisino „ 261,216 Pola e Rovigno „ 226,454 Volosca „ 108,536 Lussino „ 98,020 Totale 1,350,024 (x) Degli errori sull'Istria*) IV. E cosi è finita la questione degli Uscocchi. Se a taluno paresse che si sono fatte molte inutili parole, risponderemmo che l'accusa ci coceva forte forte ; che a sentirsi dar del ladro in faccia ogni galantuomo si risente, e più ancora quando l'insulto è diretto a persona carissima, alla famiglia, alla madre nostra. Povera Istria, disgraziata provincia, non ti mancava altro ! Ci chiamano Liburni, ci credono Illirici, pazienza : ma Uscocchi poi è tale errore che passa la parte, Nel confutare questi errori (il lettore se ne sarà accorto) abbiamo avuto sempre in mente un altissimo scopo: difendere con la storia alla mano i diritti della gloriosa nostra nazionalità, perchè il credere PIstria li-burnica, illirica, uscocca, tanto vale quanto credere, contro le storia, che gli sguardi degl'Istriani fossero volti di là dal Quarnero verso genti con le quali non abbiamo mai avuto nulla a spartire. Una protesta diveniva tanto più necessaria, perchè la propaganda slava è attivissima, e fa stampare libri anche all'estero che girano per le mani degli studiosi in Italia *) ; cosi gli errori s'infiltrano, e certe frasi e motti buttati qua e là nei testi di scuola e nei giornali si ritengono quali assiomi, e il pregiudizio si conferma nelle giovani menti. Vogliano adunque gli scrittori italiani por mente alle fonti alle quali attingono; e quando parlano dell'Istria consultare anche i libri degl'Istriani, e sopratutto rammentare la necessaria distinzione tra l'Istria propria e l'Istria liburnica, tra Istria veneta ed arciducale. Di un nuovo errore, messo in giro da quei di Zagabria non si fa qui parola. Abbastanza ne fu scritto in proposito dai nostri; dal Luciani specialmente e dal De Franceschi, i quali dimostrarono che i Croati non possono vantare alcun diritto storico sul nostro paese che mai loro appartenne. Ritornare sull' argomento anche è inutile, avuto riguardo allo scopo che ci siamQ proposti; perchè a questi ami non. beccarono finora i pesci dell' Adriatico, e si spera non beccheranno in avvenire, perchè tra Istria e Croazia ci sono quelle famose colonne d'Ercole alzate da Dante là sul Quarnero, con sopra quei versi famosi che tutti sappiamo a memoria. Conclusione. L'Istria è un paese di contine. Gli sproni delle Alpi Giulie si dirompono in poggi e val-loncelli ; il terreno vulcanico tormentato un tempo da chi sa quanti sconvolgimenti ha aperto facili sbocchi; di là nuove genti penetrarono nelle sedi abbandonate dai padroni del mondo, e le bicocche feudali si alzarono sulle creste delle montagne spazzate dai buffi della Bora che viene da Segna. Ma i pochi fiumiciattoli e torreutelli scendono tutti nel nostro mare di qua: cliè nelle acque del Savo, che romoreggia alle spalle, non casca goccia di acqua istriana ; e come a farlo apposta perfino uno di questi, perdutosi nelle voragini dei monti, si è scavato per sotterranee balze e caverne un misterioso cammino per scendere nelle nostre acque di riscontro alla romana Aquileja; e le collinette, le valli formate dal deposito di tutti questi torrenti sono volte a ponente, e costituiscono il grosso del paese che vien via poi assottigliandosi e scende al bacio delle acque quasi incontro ai molli Favoni tutti pregni dall'erbe e dai fiori delle opposte pinete. La storia dell'Istria è sì una matassa arruffata; ma, trovato una volta il bandolo, il filo vien via dolce dolce, e ti si agglomera tra le dita, e forma un grosso e tondo gomitolo eguale di sesto e di profilo. Da parte nostra perdoniamo ai fratelli, che non hanno sempre la pazienza di cercarlo ; così ci perdonino questi qualche sfuriata nel difendere il nome e l'onore della madre nostra carissima. P. T. *) Continuazione e fine. Vedi i N. 17, 18, 20, '21, 22, 24. ') Vedi il più volte citato Leyèr. f à. La Libreria legislativa e di amministrazione la sala diplomatica regina margherita E IL MUSEO PALEOGRAFICO DELLA REGIONE VENETA nell'Archivio