ANNO XXV. Capodistria, 16 Maggio 1891. N. 10 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gra-tintamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati Il Seminario di Gorizia Nel numero 490, anno X dell'Istria leggesi un' articolo sul seminario centrale di Gorizia, articolo che farà salire la senape al naso di molti. L'argomento è della massima importanza per la provincia; e per tutti, se non in linea religiosa, certo sotto l'aspetto civile. Ed è perciò che uniamo anche noi la nostra voce a quella del confratello di Pa-renzo con la coscienza, avvenga che vuole, di dire cose vere, benché non a tutti note. Conviene però risalire ad un fatto accaduto molti anni or sono ; fatto che ci dimostrerà due cose: l'origine degli odi tra Slavi ed Italiani nel seminario stesso, e quel che più importa il riconoscimento della necessità di un clero italiano per l'Istria, da un' alta autorità non punto sospetta. Correva l'anno 1847; e Monsignor Legat di buona memoria, faceva la sua prima visita a suoi chierici nel Seminario centrale. Monsignore veniva [ con buone intenzioni da Venezia dopo una lunga dimora colà ; veniva bene influenzato dal contatto col clero italiano; tanto è vero che volle essere consacrato a Gorizia dal Metropolita con l'assistenza di un Vescovo Veneto: quello di Ohioggia se la memoria non ci tradisce; e che nei primi anni tentò difendere a Trieste gli usi e lo spirito del clero veneto. Or bene ; fattisi venire innanzi i suoi ; chierici, e trovati fra quelli molti Cragnolini che non sapevano verbo d'italiano fece loro una paternale raccomandando di studiare la lingua italiana perchè se lo slavo disse era necessario in campagna anche più era necessario l'italiano a Trieste e in tutte le città della diocesi. Si può immaginare l'effetto prodotto da quelle parole: ci fu perfino chi mormorò a bassa voce — Legat è un traditore. Ma dovettero poi abbassare il capo e fare di necessità virtù. Quindi si accumunarono con gl'Istriani ed i Friulani ; e cercarono di apprendere l'odiata lingua; e, ad onore del vero abbastanza bene, per la buona disposizione degli Slavi ad apprendere lingue straniere; e in modo che più d'un Gragnolino fu più tardi impiegato a Trieste quale catechista e direttore delle scuole popolari. Allora nel Seminario gl'Italiani tenevano, come si dice, il mestolo e le cose andavano meno male. Ma venne il 1S48, e allora sì clé.pandemonio la dentro! Nel seguente anno ritornata nell' alveo la gran fiumana, tra Slavi ed Italiani, prima di dividersi, si fece una commovente pace, suggellata tra i bicchieri ; ma fu una festa di breve durata; la semente dell'odio era stata pur troppo seminata nel '4S; e che sia avvenuto più tardi è facile comprendere. Quello clie ci preme rilevare però si è che il vescovo Legat riconobbe in quell'occasione la necessità dell'italiano pel suo clero, e sfidiamo qualunque a smentire il fatto. E Monsignor Glavina, creatura in tutto del Legat, come ha risposto agl'intendimenti di quell'ottimo prelato? È egli in ciò vero successore del Legat? Una mano sul cuore Monsignore ; gli odiati italiani aspettano da voi una risposta. Quanto fu scritto dall'Istria di Parenzo in merito alla scienza ed alla condotta dei chierici slavi nel Seminario, è verissimo. Informazioni da noi prese da persone autorevoli ci autorizzano a sostenerlo a faccia: franca. Il male è vecchio e fino dai tempi del Legat: immaginarsi quindi quanto sia oggi cresciuto. I buoni, meno poche eccezioni erano allora istriani ; e tra i buoni, anzi ottimi, un giovinetto simpatico, studioso, che rispondeva al nome di Glavina: ad ognuno il suo. Gli scandali tutti dalla parte slava1); tanto è vero che Monsignor Legat, (e il vescovo Glavina lo ricorderà) fu obbligato a rimandare alle case loro finito il quarto anno certi teologi i quali invece di pigliar la strada verso il colle di Castagnovizza in una solenne occasione avevano sbagliato la strada, e infilata invece la via che mena al colle in castello. E se un tale scandalo avvenne in tempi riposati, e fu tenuto nascosto fino all' ultima ora (scandalo sul quale forse oggi si chiuderebbe da taluno un occhio) non è certo calunnia immaginare che peggiori scandali succedano ai nostri tempi in un luogo di educazione levitica, dove i nuovi Salimeli reclutati da Monsignor Glavina in Boemia si ammazzano nel cesso o si buttano disperatamente nell'Isonzo!! E una volta imbrancati tra i maestri d'Israello che coscienze di porfido non avranno quei messeri che sanno conciliare i più alti doveri con la vita la più scandalosa. Non aggiungiamo parola. Una cosa sola vogliamo porre bene in sodo. Il Vescovo Legat Gragnolino e galantuomo riconobbe l'italianità di Trieste e dell' Istria. E che cosa fa un suo successore? Che cosa ne dice una creatura un figliuolo di Monsignor Legat? 0 siamo noi in Istria mutati? Meglio conchiudere con il noto cancelliere — Vidébis filii mi quanta parva sapientia regatur mundus. E ad un altra volta, se occorrerà, il resto del carlino. (R.) INDICE DELLE CARTE DI RASPO (Archivio provinciale) Filza <». (Continuazione vedi N.o 8 anno XXIV e seg.) anni 1542, 1543, 1544 e 1545 pag. 89-106 Capitano Nicolò Loredan Appellationes Adignani Indicazione delle spese cui soggiacciono i Dignanesi quando presentano le appellazioni nell' ufficio del capitanato di Easpo. Trentuno dispacci del capitano ai podestà di Dignano Iacopo da Canal, Giovanni Delfino e Tomaso Zeno. Con essi si domandano atti di processi o copie di sentenze pronunciate da quei podestà contro le quali furono insinuate le appellazioni. Quindi si comunicano le disposizioni prese per 1' audizioue delle parti o di testi e la conferma o la cassazione di dette sentenze. anni 1542, 1543, 1544 e 1545 pag. 107-396 Capitano Nicolò Loredan Civilium primus, secundus, tertius, quartus Registro di termini, citazioni e qualche sentenza in affari civili. — Fra le pagine 217 e 222 sta il frammento di processo civile inter Pinosam relictam Iacobi Lazarich uti tutricem filio-rum suorum et Andream Sersich (a. 1543) a cagione di parte di casa acquistata contrariamente alle disposizioni dello statuto di Pinguente che Pinosa domanda le sia rilasciata dal Sersich. — Fra le pagine 293 e 304 trovasi altro frammento di processo civile inter Bermirdinum Fornasarium uti procuratorem Marie filie q. Gresoni Tomicich et Gregorium Baxich de Culmo (a. 1543), dove Maria chiede le sia assegnato quanto le spetta della sostanza lasciata dal padre suo morto intestato. anni 1542, 1543, 1544 e 1545 pag. 397-408 Capitano Nicolò Lorjdan Extimationes damunrum Registro di stime fatte dagli stimatori del Comune per danni recati ai campi. anni 1542, 1513, 1514 e 1545 pag. 409-446 Capitano Nicolò Loredan Conducta stipendiariorum Baspurch Registro di quattro mostre fatte in Pinguente dal capitano Nicolò Loredan de' cavaleggeri componenti la Compagnia di Raspo. La prima mostra segui il 29 di ottobre 1542, la seconda 1' 8 di ottobre 1543, la terza il 1 di febbraio 1545 e l'ultima il 1 di maggio dello stesso anno. In cadauna di esse appaiono — compresi i due contestabili — quaranta soldati, ciascuno de' quali ha il suo cavallo di cui è indicato il colore. Ecco i nomi di codesti soldati. Vengono primi i due contestabili, chiamati strenui, e sono Antonio Lugnani e Bernardino de Castro. Soldati: Vincenzo trombetta, Almerico Agresta, Francesco de Verzi, Zuane Cam, Zuan Domenego Agresta, Ottavian Lugnan, Gerolamo Benenatis, Gerolamo Sotolich, Iacopo Cam, Zuan Maria Vicich, Vincenzo Cam, Nicolò Crotich, Zaneto de Verzi, Polo da Vicenza, Zuane Visco-vich, Iurai Radolevich, Alvise dal Seno, Filippo Sotolich, Iseppo da Cologna, Michiel Gerbaz, Zaneto Pamperger, Nicolò de Ger-manis, Vincenzo dal Seno, Nicolò Cam, Michiel Padavin, Leonardo de Lunardis, Domenego da Ponte, Achane Sotolich. Antonio Gla-vos, Iacopo de Germanis, Zuan Grando, Ioan Galaso, Matio de Germanis, Zanandrea dal Seno, Urbano Busich, Polo del contestabile, Polani Sotolich e Marco dal Seno. Tutti questi nomi figurano tanto nella prima quanto nell' ultima mostra, fatta eccezione del contestabile Bernardino de Castro che muore il 29 di ottobre 1542 e viene sostituito dal figlio di lui Domenico de Castro. — Registro di 21 paghe, delle quali 20 vengono contate ai detti soldati ad ogni mese e mezzo di distanza e 1 per 25 giorni soltanto. In cadauna delle prime 20 ciascun contestabile riceve 1. 49.12 e ciascun soldato 1. 18.12. L'ultima paga è di 1. 27 per ogni contestabile e di 1. 10.6 per ogni soldato. anni 1542, 1543, 1544 e 1545 pag. 447-456 Capitano Nicolò Loredan Dispensation de le taxe de udene facta alla strenua Compania di Cavalli lizieri de Baspo Registro di otto tanse distribuite ai quaranta cavaleggeri di Raspo di 4 in 4 mesi a partire dal 1 di settembre 1542 sino a tutto l'aprile 1545. Ad ogni tansa ciascun soldato e ciascun contestabile riceve 1. 16.16. anni 1542. 1543, 1544 e 1545 pag. 457-476 Capitano Nicolò Loredan Herbaticorum et mansorum locationes Affittanze di masi posti nel territorio del capitanato ordinariamente per cinque anni verso le consuete contribuzioni e angherie. — Disdette a queste locazioni. Licenze di seminar terre poste attorno il castello di Raspo o altra villa verso il pagamento della decima. — Locazioni dell' erbatico presso le ville e contrade di Bergodez, Raspo, Trestenicco, Vallis bone, Brest, Trobeniza, Orliach e Mozuil stipulate dal capitano solitamente per un anno alla presenza di due testi, verso il pagamento di dato importo di denaro convenuto, aggiuntavi qualche volta le regalie de'formaggi, di agnelli o castrati e antecipatavi eziandio una caparra. anni 1542, 1543, 1544 e 1545 pag. 477-572 Capitano Nicolò Loredan Extraordinariorum primus, secundus Compromessi, procure, citazioni, licenze di coltivar terre dello Stato verso il pagamento della decima. Sequestri, sentenze d' arbitri. — Divieto reso publico di ricorrere, quando uno voglia sodare i panni, ad altra gualchiera che non sia quella di San Marco posta sotto Pinguente. — Divieto di pascere il bestiame nel territorio della villa di Slum nella contrada chiamata ruzo-niza (?) toltine i cavalli degli stipendiarli di Raspo. — Fideiussioni. estimazioni di stabili, triennali esenzioni dalle publiche imposizioni a chi lascia la casa paterna e chiede di essere accolto quale vicino. — Istanze dirette a ottenere la ricupera di stabile venduto per diritto di affinità col venditore. — Pietro dell' Argento, vicegerente di Racize, giudica insieme co' suoi zupani dovere la dote di figliuola morta senza eredi ritornare ai parenti di lei fa. 1544). — Sentenze volontarie. — Ingiunzione fatta, su istanza de' cataveri, a chi possiede terre confinanti con vie publiche o consortali di provvedere che non sia impedito il libero transito. — Decreto del capitano per il quale, a pagare il predicatore quaresimale, le fraternite di Pinguente sono tenute di contribuire lire quaranta. — Donna Maria dell' Argento, vedova di Cristoforo Herbestainer signore di Racize, a mezzo di suo fratello Pietro vicegerente del castello, fa annullare dal capitano la elezione di prete Luca in cappellano di Racize. — Proclama col quale, avendosi notizia da lettere del podestà-capitano di Capodistria e da altre parti che è apizato il morbo nella villa de sottorian (?) et in un altra villa vicina tra sinoseza et goricia sotto la iurisdiction de Duino, et nella villa de bresoviza iuris-diction de suerznich, viene proibito di recarsi in quei luoghi, pena tre tratti di corda, lire 25 e anche la forca (a. 1545). — Divieto al zupano di Rozzo di procedere a qualsiasi vendita, permuta o altro per somma superiore a lire 5, se prima non è fatto il regolare contratto per mano di notaio. — Terminazioni che regolano l'esazione del dazio del frumento e del vino, nonché 1' amministrazione delle entrate appartenenti alle scole di Pinguente. —■ Terminazione che obliga quei vicini i quali tengono masi delle ville del Carso di Raspo a questo: quelli della villa di Terstenico sono tenuti di segare il fieno spettante al capitano ; cumularlo e condurlo a Raspo per San Giorgio in aprile (?) più la contribuzione delle some (saume); i vicini delle altre ville di segare il fieno e di dare le dette some per San Michele di settembre. — Terminazione risguardaute i debitori di cera verso la scola del S. Sacramento. — Decreto di D. Malipiero podestà-capitano di Capodistria che, in esecuzione di apposita lettera ducale, invita a saldare il rimanente dovuto per la cavation de montona (regolazione dei canali della valle ?) giusta la tassa fissata da Leoardo Loredan patron all' Arsenale, per cui San Lorenzo dovrebbe lire 37,4, Dignano 1. 36.18, Pinguente 1. 190.19 e Pola 1. 217,2 (a. 1545). — Decreto del detto Malipiero fa. 1545) diretto alle comunità di Montona, Yisinada, Parenzo, San Lorenzo, Do Castelli, Pinguente, Marchesa (di Pietrapelosa ?), Rovigno, Valle, Dignano, Pola, Castelnuovo, Albona, Portole e Piemonte che debbano mandare le opere a conzar i ponti e le strade per carizar i legnami dela Signoria, mandare similmente persona a Capodistria con la description di boi per far butar la caratada di roveri tagliadi et altri Ugnami e che i rettori di dette comunità sieno tenuti di spedire prontamente a Venezia la copia de tutte le querelle date nelle Cancellerie in materia de Roveri. (Continua) G. V. — Portole --•-•••»•!"•--- L'esposizione agrìcola e forestale in Gorizia (Dal Corriere di Gorizia) Nella puntata testé uscita degli "Atti e Memorie, dell' i. r. Società agraria troviamo la continuazione del Programma di questa esposizione, compilato con eguali estesi dettagli come la prima parte, di cui facemmo già cenno. Ad eccezione della sezione V degli animali domestici, il cui regolamento verrà pubblicato più tardi, vi sono contenute tutte le altre sezioni del programma. Nella sezione dei vini — cbe comprende tutte le provincie viticole dell' Austria — troviamo che questi verranno offerti anche all' assaggio del pubblico in apposite loggie. I vini del Goriziano, ed in ispecie quelli fatti con vitigni gentili, possono gareggiare con i vini di qualsiasi altra provenienza, come se ne ebbe le prove a tante altre esposizioni, e speriamo cbe anche nella nostra i nostri più provetti viticoltori sapranno mantenere alta la buona fama dei vini goriziani, ed approfitteranno a proprio vantaggio ed a decoro della provincia della favorevole occasione che viene loro offerta coll'as-saggio pubblico del nostro più pregiato prodotto agrario. Non dubitiamo che i volonterosi non mancheranno, e che questo assaggio pubblico del vino costituirà una delle attrattive dell' esposizione. La sezione dei prodotti della pastorizia è provinciale, e non manca a sua volta pure d'importanza, in ispecie pella parto alpina e prealpina, dalla quale vengono esportati anche i prodotti del caseificio e particolarmente burro fresco delle Alpi di Tolmino ; anche il piano, cioè la Cascina di Monastero, confezioisa, oc 'silente burro e formaggio, questo non molto dissimile :il ricercato Chester, e così vediamo che i prodotti di questa sezione non ci mancano. Alla stessa sezione vanno aggiunti i prodotti della bachicoltura ed apicoltura. La sezione seguente è internazionale e risguarda i materiali sussidiari peli' agricoltura, priucipalissimi fra questi i concimi artificiali. Interessante riescirà pure la sezione della selvicoltura e dell'industria forestale e siamo persuasi che il nostro magnifico bosco di Tarnova ci fornirà oggetti degni di tutta l'attenzinne e cbe i nostri commercianti in legnami porranno in mostra i loro molteplici prodotti tanto ricercati sulle piazze estere. Sappiamo poi che un oggetto assai istruttivo pei visitatori, sarà anche una imitazione dei metodi più raccomandabili pel rimboschimento del Carso goriziano. Nella sezione X saranno rappresentati i prodotti delle piccole industrie esercitate da agricoltori, di cui noi abbiamo alcune che presero già un grande sviluppo e che meritano certo ulteriore incoraggiamento. Una categoria supplementare alle costruzioni rurali ed alle opere di bonifiche agrarie è quella dell'ammo-bigliamento e delle suppellettili di case da coloni e contadini. A prima giunta una siffatta categoria sembra, se non superflua almeno poco importante o poco promettente ; il nostro contadino è invero così parco e modesto nelle sue esigenze casalinghe da trovare inutile o non saper che farne della comodità e di certi agi della vita, che egli ritiene appannaggio dei soli ricchi. Eppure, se confrontiamo gli arredi di casa di contadini di altri paesi — non meno poveri del nostro — con quelli degli abituri dei nostri piccoli agricoltori o contadini, vi troviamo una differenza in sfavore di questi, non di rado di tale natura da dare a supporre che le case loro sieno abitazioni di popoli preistorici o poco meno, rimaste stazionarie tino al giorno d'oggi. 11 progresso odierno di tutte le industrie permette oramai di confezionare utensili e masserizie di casa a buonissimo mercato, e perciò alla portata dei meno abbienti, e di più di una solidità, e di una comodità di gran lunga superiori a quelle che potevano attendersi dalle antiche suppellettili casaline. Lo scopo della suddetta categoria supplementare sarà appunto quello di far conoscere al piccolo agricoltore ed al colono, come questi può allestire e completare il mobilio e l'arredo della sua abitazione colla minor spesa possibile, pur raggiungendo l'intento di avere oggetti di durata e comodi ed adatti all' uso, e magari anche di forme, aspetto o di qualità che dilettino 1' occhio. All' esposizione agricola di Vienna c' era una casa signorile di campagna, montata col massimo lusso, e si racconta che un potente visitandola, e trovandola magnifica, si fosse espresso che desiderebbe assai di averla, ma che deplora di non essere sufficientemente ricco per comperarsela. Desideriamo vivamente che la modesta esposizione di Gorizia offra al nostro contadino il modello di una abitazione rurale, in cui la modestia sia guida e la convenienza dei prezzi unita alla solidità ed all' utilità serva di norma. I materiali per fare 1' arredo di una simile abitazione, che si comporrebbe di stanze da letto e di cucina, non mancano da noi. Provetti falegnami si dedicano già alla specialità dei mobili pel-contadini. negozianti in città di tutte le masserizie di casa sia in metallo che in vetro o ceramica od altro, tengono fornito deposito e così pure i negozi di manifatture sono largamente provvisti di quanto occorre al contadino ; si mettano tutti d' accordo e facciano vedere in una bene ordinata mostra, come al giorno d'oggi deve e può essere fornita una casa rurale. --——--- ILT otìzie Ulteriori oblazioni pervenute al Comitato provinciale „ Tartini." Dal sig. Antonio Dr. Vidacovich (Trieste) f. 5 — dalla spett. direzione del teatro sociale di Gorizia f. 25 — dai sig. Emblemi, Ballarmi & Pellegrini (Trieste) f. 50 — dal sig. Accorsio Corsi (Trieste) f. 5. — dal sig. Donato Fonda (Pola) raccolti fra amici f. 6.40 — dal sig. Giovannini Prof. Alberto (Milano) quale ricavato netto di un trattenimento musicale datosi in quella città dalla ..Famiglia artistica" lire it. 130 — dal sig. Giovanni Degrassi (Vienna) f. 10 — dal sig. Domenico Petronio di Lorenzo (Pirano) quale importo incassato in base a sentenza penale contro B. Fragiacomo f. 5 — dal sig. Felice Dr. Glezer (Pola) raccolti fra amici f. 12.18. Lo spett. municipio di Muggia partecipa inoltre di aver votato la contribuzione di fior. 100. Il Circolo accademico italiano in Vienna nell' assemblea generale tenutasi addì 2 maggio p. p. eleggeva la nuova direzione nelle persone degli on. signori : Presidente: Gius. Franzutti Dr.do in med., vicepresidente : Gius. Corradini Dr.do in med. Direttori effettivi: Carlo Depangher-Manzini stud. in med. — Gioachino Grassi stud. ing. — Pierpaolo Deluca Dr.do iu med. — Angelo Scoda stud. ing. — Pietro Scotti stud. di filologia. Direttori sostituti: Attilio Giachin stud. in med. — Felice Bernardi stud. in med. — Romano Mauro stud. ing. — Enrico Mihalich stud. in med. — Giovanni Menesini stud. ing. Abbiamo ricevuta e crediamo meriti di essere letta la seguente lettera, che ci venne diretta da un nostro comprovinciale: Spettabile Redazione, Ho letto nell'ileo Adige del 8 corrente un articolo intitolato Una bella iniziativa, e ne sono rimasto impressionato pel confronto delle condizioni e dei principi economici che hanno servito di base nel progettare ultimamente le ferrovie locali della Stiria, e le condizioni nostre ed i principii economici che si discutono qui, a proposito del tronco, progettato Trieste-Parenzo. La Stiria, provincia cinque volte più estesa della nostra, esuberante di vita agricola e industriale, malgrado sia attraversata da due linee ferroviarie, sente il bisogno prepotente di ranuodare più strettamente i va-rii distretti coi centri maggiori ; e con bella, diremo anzi naturale iniziativa, la stessa giunta provinciale compresa della immensa utilità che ne sarebbe derivata al paese si è fatta iniziatrice dell'opera: ed a mezzo dei propri tacnici ha fatto eseguire tutti i rilievi di tutte le linee da eseguirsi, e quindi ha presentato alla dieta un progetto di legge col quale la provincia col proprio credito metteva a disposizione il capitale occorrente, mediante l'emissione di un prestito di 11 milioni al 4 p. c. Iu questo proposito si è partiti dall'idea, che le ferrovie debbano col proprio esercizio coprire le spese, per modo che alla provincia non abbia a derivarne alcun aggravio, cosicché il suo intervento si riduceva a prestare il proprio credito per l'allestimento del capitale mentre l'interesse e le quote di amortizzazione dovevano essere garantite dagli utili di ogni singola impresa. Ed in questo riguardo nella Stiria in base ai praticati rilievi e salvo alcuni casi, in cui si attende un concorso dal governo che fu anche promesso, si è giunti alla conclusione che veramente gli utili erano assicurati, ed anzi si è già proceduto alla emissione della prima serie di obbligazioni per 4 milioni. Qui da noi le condizioni sono ben diverse ; non parliamo di una esuberanza di vita che non c' è, mentre le nostre popolazioni rurali più sveglie, di qualche ora più addentro dalla costa, cominciano appena sentire qualche soffio dell' aura marina, cioè a dire che partecipano appena di quel maggior movimento che si è ma- nifestato nei luoghi sul maro da un ventennio, per cui potè alimentarsi una linea di vaporetti con discreto frutto. Non è sorta qui, perchè il bisogno sentito non si imponeva, l'iniziativa da parte della provincia, come è sorta nella Stiria; provincia fortunata, la quale si è affrettata a impiegare bene il suo credito assicurato dalle imprese delle linee progettate. Nella provincia nostra si è presentata invece una società imprenditrice in cerca di lavoro e ci ha offerto di eseguire la linea Trieste-Parenzo, con una garanzìa degli utili da parte nostra. È precisamente la cosa inversa, e noi per quanto lusingati dai vantaggi che può in un periodo di tempo arrecare una linea ferroviaria, non dobbiamo lasciarci andare a soverchie speranze di fronte al sicuro dispendio, e non dipartirci da quelle idee semplici e si-sure di tornaconto che governano tanto gli affari piccoli che i grandi, qui come da per tutto. Se credete che questa mia lettera meriti di essere letta, pubblicatela nel vostro pregiato periodico, e credetemi Trieste 9 maggio 1891 vostro affano G. ----——---- Nota delle offerte per un busto a Monsignor Giovanni Favento (vedi Provincia 16 febbraio 1891 n. 4) : Cav. Giovanni Genzo (Gradisca) f. 5. Dr. Giorgio de Baseggio (Parenzo) f. 1. Pietro Parovel (Trieste) f. 1. Giovanni d'Andri, per sè e per un indimenticabile defunto (Trieste) f. 2. P. Fonda (Trieste) f. 1. P. Rozzo (Trieste) f. 1. Marchi (Trieste) f. 1. Dr. Bortolo Vigini (Trieste) f. 1. Dr. Gian Giacomo Manzutto (Trieste) f. 1. Federico de Verneda (Trieste) f. 1. G. V. (Trieste) f. 1. Dr. Domenico Vidacovich (Trieste) f. 1. Dr. Girolamo Vidacovich (Trieste) f. 1. A. Dr. Merli (Trieste) f. 1. Ing. Lucchino Borri (Trieste) f. 1. A. Cobol tipografo (Capodistria) f. 1. Prof. Giuseppe Vattova (Trieste) f. 1. Dr. A. de Petris (Trieste) f. 1. Prof. Dr. B. Benussi (Trieste) f. 1. Prof. L. Morteani (Trieste) f. 1. Bar. Giuseppe Lazzarini (Trieste) f. 1. Dr. F. Premuda (Trieste) f. 1. •----------- Cosse locali La rappresentanza comunale nella sua seduta del 12 corrente ha preso a voti unanimi, sopra proposta della deputazione comunale, il seguente deliberato: „La rappresentanza comunale di Capodistria plaudendo al nobile intendimento della città di Pirano di glorificare nel nome dell'illustre suo figlio la nostra dignità nazionale: è lieta di tributare al genio immortale di Giuseppe Tartini il culto di onore, in cui consente tutto il mondo civile: e a celebrarne il secondo centenario delibera di devolvere l'importo di fiorini duecento. Per compiacere al desiderio di molti pubblichiamo la relazione dell'ultima anagrafe testé eseguita nella nostra città: Spettabile Municipio ! Oggi 31 marzo 1891 furono portati a compimento i prospetti locali ed il prospetto comunale dell'anagrafe di questo comune politico, che l'illustrissimo signor podestà vorrà compiacersi di firmare e di inoltrare al locale i. r. Capitanato, con graziosa sollecitudine. Oade completare i fogli d'iscrizione anagrafica, conviene provvedere ancora 300 circa estratti delle matricole dei nati dal 1871 al 1881 ; per cui i detti fogli rimangono per ora nel provvisorio ufficio anagrafico diretto dal devotissimo sottoscritto, per poscia inoltrarli, s'intende entro il prossimo mese di aprile, alla prefata autorità capitanale. Ora conviene sollecitare la copiatura dell'esemplare dei più detti fogli d'iscrizione, per uso di cotesto lodevole ufficio municipale, ed incaricare persona idonea pel provvedimento delle suaccennate fedine di nascita. Dal prospetto comunale risulta nel giorno 31 dicembre 1890 una popolazione di 10706 anime, cioè: 5787 maschi, e 4919 femmine, di questi erano presenti permanentemente, maschi 5756, e femmine 4907; tem-porariamente 43, e precisamente, maschi 31, femmine 12. La popolazione presente (indigena e forestiera), secondo la religione, si compone, di 10608 cattolici, 89 greci orientali, 2 augustani, 5 elvetici, e 2 israeliti. Secondo lo stato civile sono: celibi, maschi 3606, femmine 2665; ammogliati, maschi 1659, femmine 1811, vedovi, maschi 218, femmine 434 ; divorziati o separati giudizialmente, maschi 4, femmine 5. che fanno, maschi 5787, femmine 4919, assieme 10706. La popolazione presente secondo il grado di coltura: sanno leggere e scrivere: maschi 2470, femmine 1839; sanno soltanto leggere, maschi 74, femmine 147; analfabeti, maschi 3243, femmine 2933, assieme, maschi 5787, femmine 4919. Dei difettosi sono : ciechi d' ambedue gli occhi, maschi 6, femmine 1 ; sordomuti, maschi 5, femmine 1 ; alienati o mentecatti, maschi 6, femmine 4 ; cretini, maschi 7, femmine 1. Popolazione presente, pertinente al territorio delle Provincie rappresentate al Consiglio dell'Impero, secondo la lingua usuale : italiana-ladina 8989, tedesca 61, boema, morava, slovena 1, slovena 1159, serbocroata 195, assieme 10405. Gli sloveni vivono in gran parte nelle contrade Bertochi, Pobeghi, Cesari e Cimici. I serbo-crati si trovano nell1 i. r. Casa di pena. Di animali domestici utili si registrarono : cavalli 107, bovini 336, muli-asini, muli e asini 477, majali 579, alveari 8. Case in tutto il comune ne sono 1807, e precisamente, abitate 1511, e disabitate 296, con 1897 in^ quilini, cioè nel gruppo: Bertochi, case 79, abitate 66, disabitate 13, inquilini. 66, formanti 419 persone, maschi 211, femmine 208. San Canziano, case 132, abitate 63, con inquilini 74, componenti 440 persone, maschi 252, femmine 188. Capodistria, case 1161, abitate 1112, disabitate 49, con inquilini 1469, componenti, 8191 persone, cioè maschi 4457, femmine 3734. Cesavi, case 60, abitate 52, disabitate 8, con inquilini 53, e persone 324 di cui maschi 164 e femmine centosessanta. San Marco, case 129, abitate 62, disabitate 67, con inquilini 65, formanti 410 persone, maschi 219, femmine 191. Pobeghi, case 150, abitate 132, disabitate 18 con inquilini 141, formanti 785 persone, cioè 409 maschi, e 376 femmine. Sennino, case 96, abitate 24, disabitate 72, con inquilini 26, formanti 137 persone, di cui maschi 75, e femmine 62. Col massimo ossequio si soscrive Capodistria, li 31 marzo 1891. Andrea Tommasich Commissario anagrafico. Il sig. Leopoldo Vianello di Trieste rimetteva al nostro signor Podestà l'importo di f. 25 a scopo di beneficenza ed iu sostituzione di una corona ad onorare la memoria della compianta signora Vincenza vedova Krebs. Bollettino statistico municipale di Aprile 1891 Anagrafe. Nati, battezzati 34, maschi 17, femmine 17. Morti-. 28, uomini 11 (dei quali 6 carcerati) donne 4, fanciulli 6, fanciulle 4 sotto i sette anni, nonché 2 maschi e 1 femmina nati morti. — Trapassati. 4 Zucca Domenica fu Antonio e Giustina di anni 61 — 8. P. A. (carcerato) di Cuce, (Monte nero) di anni 59 — 9. Galli Giov. Batta fu Luigi di Romanò (prov. di Como) di anni 62 — 12. K. G. (carcerato) di Racice, comune di Castel-novo, d'anni 19 — 15. Percauz Apolonia d'anni 34 — 18. Corte Lodovico fu Vittore di anni 80 — 16. R. F. (carcerato) di Trieste d'anni 27 — 19. Cercego Lucia d'anui 70 — Dellanegra Valentino fu Valentino di anni 63 — 20. Stradi Nicolò fra Nazario di anni 75 — 22. V. A. (carcerato) di Calavini (Tirolo) d'anui 56 — 23. G. M. (carcerato) di Benkovac (Dalmazia) d'anni 25 — 29. Bencicli Maria ved. Luigi nata Pecchiar d'anni 80 — B. G. (carcerato) di Babovisce (Dalmazia) d'anni 30 — Busan Giovanni di anni 80 — più fanciulli 6, fanciulle 4 sotto i 7 anni, nonché due maschi ed una femmina nati morti. — Matrimoni. 6 Divo Antonio con Anna Mondo — Apollonio Antonio con Giovannna Serigtiar — Hrabar Tomaso con Paolina Dellavalle — Gonich Alessandro con Maria Perini — Cernivani Giovanni con Maria Pizzamei — Bacci Antonio con Elisabetta Minca. — Polizia. Certificati d'indigenato o denuncie per furti 2, arrestati per eccessi e mancanza di recapiti 1. •— Usciti dall'i, r. Casa di pena 5, dei quali, 3 istriani, 1 italiano, 1 triestino. — Sfrattati 10, — rilascio di nulla osta per l'estradazione di permesso di viaggio marittimo 4, di carte di legittimazione 1 — rilascio di libretti di lavoro 6 — insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 2, per litri 300 a soldi 44-48, — certificati per spedizione di vino nero 2, per caratelli 7 del peso compi, di cliil. 866 — di olio d'oliva I, per colli 1 del peso di chil 39. 50. di sardoni salati 2, per mastelle 159, del peso di chil. 2878, con 2 barili di salamoja del peso di chil. 80 — di sardelle salate 1, per barili 3 del peso di chil. 84 — di pelli di bue 1, per colli 1 del peso di chil. 500 — di piante di pomi d'oro 1. per colli 1 del peso di chil. 9.25 — Licenze industriali 4, 1 per apertura d'osteria, 1 per manifatture, 1 per fabbro-ferraio, 1 per calzoleria. — Animali macellati-, buoi 33 del peso di chil 7919, con 350 chil. di sego, armente 22 dei peso di chil. 3376 con 153 chil. di sego, vitelli 12, agnelli 0. Bollettino delle malattie zimotiche Appunti bibliografici Riccardo Pittóri. Primavera. — Versi — Trieste Caprili 1891. Primavera! Il tema è vecchio ma sempre nuovo. E dato il tema quante variazioni! Farfalle, rondinelle, pollini leggeri nella polvere d' oro, gemme, fiori ; melodie simili, ma non eguali ; motivi che si ripetono e che pure sembrano nuovi ; e tutto questo in versi fluidi che vanno via lisci lisci, come fili d'oro d' una matassa di seta cruda senza gli arruffamenti e le spezzature di mode ; ecco i pregi di questi nuovi versi del simpatico poeta triestino già conosciuto dai nostri lettori. Diranno che è una rifrittura di altro suo libro — Campagna. No veramente, quello è campagna così in generale; in questo le impressioni del poeta in primavera. Beato lui che può come il vecchio Orazio, ritirarsi nella sua villa, tra Gradisca e Gorizia, sulle rive dell'Isonzo, e descriverci quindi la natura col sentimento che vi rispecchia i più dolci ed intimi affetti e senza le arcadiche svenevolezze, reazione voluta contro il manierismo gonfio e il mondo fittizio delle aristocratiche sale. Se anche qualche rara volta, come in Metamorfosi (pag. 12) la poesia minaccia risolversi in una miniatura ingegnosa, senza riflessi nell' anima, ecco di subito alla mente del Pitteri che è poeta vero, si presenta un concetto frutto di meditazione: la goccia non era che brina : Ma il sole trasforma ed affina Col bacio possente la vita. E se altrove (pag. 6-1) fa' capolino un affetto gentile sì, ma ingegnoso, e il verso rasenta il vecchio ed inspirato madrigale del seicento, più in là l'estro sorge possente in Visione, degna di penna classica, casta, virgigliaua (pag. 73). A quelli poi che vogliono la poesia sempre in atto d'imboccare 1' epica tromba, e pei quali i versi hanno ad essere sempre cannonate, è facile rispondere che, concesso il genere (e chi non lo concederebbe?) così si ha proprio a trattare, e che in Parnaso, accanto a Virgilio c' è posto anche per Catullo. In ogni modo di un più largo immaginare, e movimento lirico è buon testimonio in questa raccolta il — Da la collina (pag. 67), che rammenta, a chi pare le abbia dimenticate, le glorie del Friuli orientale, e di quella Aquileja, intorno al cui antico campanile non volano più le acquile latine, ma gli striduli gabbiani. Se tutte poi si volessero rilevare qui le bel- lezze di questi versi, si andrebbe al sine fine. Veg-gasi per esempio nel componimento Al sole la strofa che descrive il mormorare del rivolo (pag. 29) amplificazione felice di noti versi d' Orazio, e di quell' altro dell' Ariosto. „Rotto tra picciol sassi il correr lento." E che sapore attico in Lilla! pag. 43). Ella chiedea gioconda: Quel lilla coglier vo\ È azzurro e sono bionda. — 10 le risposi: no. Il niego aspro 1' offese, E, sparsa di rossor, Disse: non è cortese Chi mi ricusa un fior. Io sospirai: sul ramo 11 lilla oggi fiorì Fresco e gentil, lasciamo Che viva ancor così. La man che lo recide Gli dà doppio dolor, Il ramoscello stride E il fiorellino muor; Ma pur che tu gioconda Torni, lo strapperò, È azzurro e tu sei bionda. — Ella sorrise: no. Qui il Pitteri accenna, e lascia compiere la frase dal lettore (segreto di vero poeta): quel no può essere dispettuccio; può essere conversione alla religion della natura ; o questo o quello. Più volte, a dir breve, leggendo questi versi ho ripetuto anch' io col poeta : La bella fanciulla romana Con 1' anfora bianca dov' è ? Dire che la bella fanciulla non avesse proprio nulla a ridire, sarebbe troppo. Così corrugherebbe forse la bianca fronte per capire nel Al Sole (pag. 30) i seguenti versi un po' oscuri e contorti. Quando oscura Pianta il gufo del rimorso L' ugne al dorso, E si poggia insonne al letto La paura. Anche arriccierebbe il nasino per via della guancia che fa la pancia (pag. 53). Così qua e là per qualche concetto un po' diluito. Si dirà che queste sono fisime mie, e non della ragazza. Appunto, in sul più bello, pigliando queste note in aperta campagna lungo le rive dell'Adda, vidi sul foglio bianco tra i nitidi caratteri del Caprin, solerte tipografo triestino, affaticare i piedini un piccolo insetto dallo scudo rosso, immagine del mio faticoso appuntare. Stava per soffiarlo via, ma......Giusto allora sonavano lontan lontano le campane, lo stesso immondo rospo nel fosso vicino, mandava un verso che pareva lamento. Sorpreso da un nuovo pensiero, e convertito alla dolce religion del poeta, presi delicatamente l'insetto con due dita, e lo deposi sul verde terreno. Tutto merito del Pitteri, autore di versi belli e buoni. Intascai la matita, e senz' altro appuntare lessi e ammirai. Frammenti di storia liburnica raccolti da Silvio Mitis professore di storia e geografia nel R. Liceo di Maddaloni. Zara, Aliale 1890. Sono fronde sparte raccolte dal signor Mitis. Fuor di metafora sono buoni studi di storia delle isole del Quarnero, già pubblicati a Zara nel giornale letterario — Scintille ; e precisamente — Croati in Dalmazia e lo statuto di Cherso ed Ossero — Chersini a Lepanto — Ancora Collane Drusio e i Fericioli di Cherso — Cherso nel maggio del 1797 — Un ottimo magistrato — Le isole del Quarnero divise dalla Dalmazia. Di questi studi alcuni hanno un interesse locale, altri possono giovare alla storia generale : tutti poi somministrano argomento allo studioso di meditazione per vedere l'influenza italiana sulle due rive dell'Adriatico. Importante specialmente il secondo — Chersini a Lepanto — da cui si rileva la parte famosa presa alla famosa battaglia da Collane Drasio, nobile di Ossero sopracomito della gallea chersina S. Nicolò onde si ebbe pieno attestato di lode da quel Sebastiano Venier Procuratore e Capitano generale del mar, che Carlo Botta chiama «venerabile d'età, maestoso di persona, valoroso di fatti e famoso di gloria. " Con piacere e profitto ho letto specialmente l'articolo — Cherso nel Maggio del 1797, per le notizie che si danno degli ordinamenti veneti negli ultimi anni della repubblica. Le condizioni politiche non erano poi tanto logore, come si crederebbe nè tanto aristocratiche feudali da escludere il popolo minuto dalla cosa pubblica. Grande il numero dei magistrati cittadini, punto gravoso alla cassa, che pochi i stipendiati : dodici cariche riservate ai nobili, dieci in compagnia dei popolani, altre più basse riservate a questi ultimi. Presiedeva al governo dell'isola il conte e capitano, che durava in carica per due anni, collo stipendio di trenta ducati mensili, oltre alle regalie stabilite da varie ducali. Se non che qui frequenti ed inveterati gli abusi, la cucina di sua Eccellenza era una rovina pei beccai e pei pescatori. Segue l'esatta relazione dei diritti dei nobili. E in tutto questo la storia delle isole del Quarnero va di un passo con la storia dell'Istria. Sunt bona mixta mctlis ; ed avuto riguardo ai tempi si può conchiudere che il diavolo non era poi tanto brutto, e che per più ragioni si poteva dire un buon diavolo. Ma ecco i tempi nuovi, i governi cadono, si succedono, tutto va sottosopra. Si disse che i trattati del 1S15 non tennero alcun conto dei legittimi desideri dei popoli, e che riformarono la carta d'Europa senza riguardi all'etnografia e alla storia. Anche le isole del Quarnero ne sono buona prova. Il conte Saurau violentemente le stacca dalla Dalmazia e le unisce al Circolo di Fiume, sotto il governo del Litorale. Invano gli isolani pregano, protestano, supplicano. Proibito anche supplicare, il Saurau despota inquisisce, rimprovera i magistrati, minaccia, le leggi fioccano in tedesco, si mandano secrete relazioni perfino sui preti, sui vescovi: l'assolutismo trionfa. E la ragione di tutte queste prepotenze bene è subodorata dal Mitis — «Questo trasporto di popoli e di terre," così l'autore scrive, «non credo sia avvenuto soltanto per rendere più agevole l'amministrazione e maggiore il benessere dei Fiumani :'piuttosto si voleva legare, alle antiche provincie dell'impero, regioni dove il nuovo ordine di cose avea trovato opposizione non indifferente." E la vecchia politica insomma, riassunta in un moto felice che tutti rammentano. Poiché il signor Mitis ha trasportato altrove le sue tende, avrà forse occasione a nuovi studi con più larghi intenti, senza dimenticare per questo la sua isola natia. P. T. -:----—- PUBBLICAZIONI Atti e memorie della Società istriana di archeologia e storia patria. Volume VI, fase. 3 e 4. Sommario: I. Memorie e Relazioni. — Direzione. Senato Secreti — Cose dell'Istria {continua). — Direzione. Relazioni dei Podestà e Capitani di Capodistria {continua). — M. T. Bibliografia. — II. Atti della Società. Il V congresso della Società istriana di archeologia e storia patria. — Andrea Dr. Amoroso. Le basiliche cristiane di Parenzo. Lettura tenuta al V congresso della Società {con tre Tavole) — Elenco dei doni pervenuti al Museo archeologico provinciale ed alla Biblioteca sociale durante l'anno 1890. Parenzo, presso la Società istriana di archeologia e storia patria, Tipografia di Gaetano Coana 1891. ---- —i»:-—---—-—— L'Indice della provincia" L'egregio nostro collaboratore Prof. Paolo Tedeschi nel presentare ai lettori 1\Indice dei suoi scritti" nella Provincia, compilato per sollecitazione di autorevoli persone, non si dissimulò le difficoltà del lavoro, tanto più che si era proposto indicare oltre agli scritti suoi, quelli di altri che con i suoi avevano relazione. L'indice si principiò a stampare nel n. 18 dell'anno decorso e si è finito nell'ultimo numero del 1 corrente; nel frattempo ci venne a orecchio di parecchi appunti, omissioni e non esatte indicazioni, fatti di volta in volta a quest'indice, ma nessuno ci scrisse verbo; soltanto dopo l'ultima puntata abbiamo ricevuta la lettera che pubblichiamo qui sotto, con la preghiera a tutti quelli che credessero di poter correggere l'indice, di farlo subito su queste pagine; e crediamo inutile dilungarci a dimostrare la convenienza di queste correzioni, e assicurare con quanta viva soddisfazione saranno accolte dallo stesso autore dell' indice che si è sobbarcato alla noiosa fatica, per facilitare gli studi di ricerca nelle annate del nostro periodico. La Redazione Spettabile Redazione Il sig. prof. P. Tedeschi nel suo Indice, di certo involontariamente, attribuì ad altri alcuni articoli e scritti d'indole storico-letteraria, ed altri omise, che furono da me pubblicati nella Provincia segnandoli colle iniziali G. V. Desiderando che ad ognuno sia dato il suo, prego codesta spettabile Redazione a voler così correggere l'elenco degli scritti sub V. G. {Vesnaver) stampato nell' ultimo numero della Provincia. G. V. (Vassilich). Discorso storico siili' isola di Veglia. XVI, 18, 19, 20, 21, 23. — Item. Sull'origine del vescovato di Veglia. XVII, 21. — Item. Il- doge 0 bel eri o e la città di Veglia. XVIII, 3, 5, 6, 7. — Item. Per ridere. XVIII, 3. — Item. La verità vien sempre a galla. XIX, 8. — Item. L'antico dialetto di Veglia. XX, 13, 14. — Item. — A proposito di Marino Morosini ecc. XXIII, 17. — Item. Castellani Bas-sianensis ecc. XXIII, 19. Certo che codesta spett. Redazione vorrà mettere le cose a posto, com' è giusto, me le raffermo colla massima stima. Trieste 5 maggio 18Q1 devot.mo Gius. Vassilich