novi tednik Slovencev videmske pokrajine ČEDAD/CIVIDALE • Ul.B. De Rubeis 20 • Tel. (0432) 731190 • Poštni predal/casella postale 92 Poštnina plačana v gotovini / abb. postale gruppo 1 bis/70^0 • Tednik / settimanale * Cena 700 lir št. 9 (368) »Čedad, četrtek 5. marca 1987 DAN SLOVENSKE KULTURE V ČEDADU Skupaj s sosedi iz Tolmina lahko gradimo «Proslavljanje Dneva slovenske kulture tako, da imamo med sabo kulturne delavce s Tolminskega, ima govoto svoj smisel: prvič zato, ker se tako med seboj bolje spoznavamo, ker mi sami spoznavamo kulturno delo naših rojakov na Tolminskem in ker s tem tudi puodarjamo skupen, kulturno sličen a odprt in bogat prostor ob meji. Temu skupnemu ustvarjanju daje še poseben pečat dejstvo, da je v zbirki literarnih ustvarjalcev s Tolminskega tudi nekaj naših narečnih pesnikov, kar dokazuje, da so prelivi obojestranski in stalni». S temi besedami je predsednik kulturnega društva Ivan Trinko Beppino Crisetig predstavil Prešernovo proslavo, ki sta jo v soboto priredila na sedežu društva v Čedadu Zveza kulturnih organizacij iz Tolmina in društvo Ivan Trinko. In prav medsebojno spoznavanje in sodelovanje, včerajšnje in jutrišnje, sta bili v ospredju na vsej prireditvi. O tem vprašanju sta govorila v svojih pozdravih predsednik Gorske skupnosti Nadiških dolin Giuseppe Chiabudini in Bogomil Iurančič, ki je pozdravil v imenu tolminskega upravnega in političnega vodstva. Pri tem naj povemo, da so se dneva slovenske kulture na društvu Ivan Trinko med drugimi udeležili pokrajinski odbornik za kulturo Giacomo Cum, didaktični ravnatelj Londero, tolminski župan Klavora, predsednik socialistične zveze Franko Simčič in beneški duhovniki. Kulturni program se je začel z ot- Z leve predsednik TO SKGZ Černo, predsednik Gorske skupnosti Chiabudini, predsednik društva Ivan Trinko Crisetig, tolminski župan Klavora in pokrajinski odbornik za kulturo Cum voritvijo razstave mladega in obetajočega slovenskega slikarja Andreja Skalina, ki je predlanskim tragično umrl, ko je imel komaj 29 let. Gre za zanimivega slikarja za delo katerega so značilni realistični krajevni motivi in ki je dobro znan tudi v Benečiji, saj je večkrat sodeloval na ex-tempore v Špetru. Sledila je predstavitev zbirke Sotočja 1986, ki prinaša besedila dvajsetih pesnikov in pisateljev Tolminske, Benečije in Rezije. Nekaj odlomkov in pesmi sta recitirala Ezio Go-sgnach in Nevenska Janež. O pomenu in vsebini zbirke je spregovorila pa profesorica Francka Šiljer - Rot, ki je med drugim dejala, da niso «slovenske Atene samo Ljubljana, so povsod, kjer živijo ustvarjalni, duhovno močni in pokončni ljudje. S pesniškimi in proznimi deli - je nadaljevala - se vgrajujejo v stavbo slovenske kulture in gradijo z rojaki iz zamejstva most v svet. Zavezujejo nas, da vztrajamo na začeti poti» je zaključila. In v teh besedah je tudi sporočilo čedadskega dneva slovenske kulture in obenem dokaz volje oziroma načrta nadaljnega sodelovanja na področju kulture, ki je tista ki vsak narod identificira in znotraj tega jezik, ki potrjuje njegovo samobitnost, dokaz prizadevanj za poglabljanje in krepitev medsebojnih vezi. Lepo uspelo srečanje se je zaključilo z nastopom Tolminskega okteta. Anche in Provincia si parla di Il Consiglio Provinciale ha dedicato la seduta del 23 febbraio interamente al dibattito relativo alla problematica montana e più specificatamente al Progetto Montagna in allestimento da parte della Regione, al ruolo che la Provincia può e deve avere in tale elaborazione e nella successiva attuazione ed intervento e alla finalizzazione del Progetto Integrato Montagna elaborato dalla Provincia stessa ai sensi della LR 72/82. Il dibattito sulla «questione» montagna è stato provocato dalla presentazione di una mozione del consigliere Nassivera ed altri per la costituzione di una commissione speciale per i problemi della montagna friulana. Nell’ambito dell’ampio dibattito, la gran parte dei consiglieri si è succeduta negli interventi, sono stati evidenziati i limiti di un’azione disomogenea sull’area montana, lamentando il distacco con cui la Regione ha affrontato tale problematica: ignorando 11 progetto allestito dalla Provincia, ma anche più in generale il ruolo stesso di programmazione assegnato alla Provincia stessa con LR 27/85. Da più parti si è anche evidenziato il rischio di un’accentramento delle funzioni di progettazione e di intervento con un abbandono della positiva esperienza della ricostruzione e una riduzione del ruolo delle Comunità montane. Nel dibattito sono intervenuti, per la nostra zone, anche i consiglieri Chiuch e Blasetig i quali hanno rimarcato come parlare di montagna significa ricordare anche la marginalità delle Valli del Natisone e del Torre, ricordando (Chiuch) le condizioni economiche e di servizi gravi che queste zone soffrono, come emerge anche dagli indicatori dell’indagine regionale, e le esigenze peculiari di una comunità etnico-linguistica quale quella slovena situata lungo tutta l’area confinaria (Blasetig). Il consigliere Chiuch si è dichiarato d’accordo con la proposta, emersa dal dibattito, di istituire una commissione speciale per la montagna ed assegnare un referato di giunta in tal senso, mentre Blasetig ha lamentato un’eccessiva attenzione istituzionale confrontata alla scarsa attenzione ai problemi reali e ad un programma in grado di affrontarli. Ciò che serve, ha dichiarato l’esponente comunista, è una cultura di rivitalizza-zione della montagna, un atteggiamento costante con interventi econimici aggiuntivi e non alternativi, come spesso accade; sarebbe tragica ironia l’istituzione di una commissione speciale e anche un referato in giunta e l’abbandono poi dell’attuazione del progetto integrato elaborato rinunciando ad un ruolo protagonista della Provincia. Il Consiglio Provinciale ha approvato infine, al termine della seduta, un ordine del giorno per l’istituzione della commissione speciale delegando alla Giunta l’individuazione di un referato o di un’altra forma di responsaiblità per i problemi della montagna. S. PIETRO AL NATISONE Artisti della Benecia: Guardare in avanti L’associazione artisti della Benecia ha formulato un piano di attività per il prossimo futuro. In primo piano rimane l’attività della Beneška galerija che mira a proporsi come centro di cultura artistica a carattere regionale ed internazionale. Senza entrare nei particolari — il programma può essere richiesto dagli interessati — diremo che l’interesse dell’associazione è rivolto ad intensificare in varie direzioni e settori i propri rapporti, in particolare nella direzione dell’area friulana e della città di Udine, del’area slovena regionale, la città di Trieste e della rete delle gallerie che le sono intorno, nel settore dei giovani e dell’artigianato artistico. Giacciono ormai sul tavolo proposte a non finire e sarà sufficiente dare all’attività una certa organicità. Approvati i bilanci e le formalità di legge, si è eletto il nuovo comitato direttivo. Ne faranno parte Giovanni Carlig, Darko Bevilacqua, Paolo Manzini, Sandra Manzini, Paolo Petricig, Claudia Raza e Alberto Rosso. Il prof. Paolo Manzini si incaricherà dell’artigianato e delle mostre a Tolmino, Darko dei rapporti con l’area friulana ed italiana, Raza con l’area triestina e Sandra Manzini dei giovani. Zveza beneških ien za osmi marec 7 marzo ore 19.00 S. Pietro al Natisone Beneška galerija apertura mostra Claudia Raza Floreancig ore 20.30 Liessa palestra serata musicale partecipano: Trepetički coro «Vesna» di S. Croce cantautrice Jerza Nervel 8 marzo gita in Carinzia iscrizioni Marina tel. 727490 Mirella Primosig (Clodig) Bruna Strazzolini (S. Pietro) 7. marca ob 19. uri Špeter Beneška galerija otvoritev slikarske razstave Claudie Raze Floreancig ob. 20.30 Liesa telovadnica glasbeni večer: nastopajo: Trepetički ženski zbor «Vesna» - Križ kantavtorica Jerza Nervel 8. marca izlet na Koroško vpisovanje Marina tel. 727490 (Zavod za slovensko izobraževanje) Mirella Primosig (Hlocie) Bruna Strazzolini (Špeter) Nuovi ruoli e nuove identità della d L’8 marzo richiama inevitabilmente alla memoria il lungo periodo di lotte e di rivendicazioni che ha caratterizzato il movimento delle donne diffusosi alla fine degli anni 60 in America ed in Europa e sorto con lo scopo non solo di richiamare l’attenzione sulle condizioni di inferiorità di cui era oggetto la donna - peraltro già ampliamente denunciata alla fine del secolo scorso dal cosiddetto «vecchio femminismo» - ma anche di rivendicare parità di diritti nel sistema politico, economico e sociale. Un movimento quello dell’emancipazione femminile che si caratterizza per essere stato un fenomeno di enorme portata, poiché esploso in tutte le società industriali e perchè entrato in tutte le famiglie, indipendentemente dalla collocazione sociale di queste. Le denunce, le rivendicazioni, l’individuazione dei problemi ruotavano attorno ad una pluralità di temi con lo La donna beneciana ieri e oggi vedi a pag. 4 - 5 scopo di scoprire ciò che differenzia una donna da un uomo nel campo della cultura, della posizione sociale, dello status, della personalità individuale, delle esperienze di vita. In particolare si scopriva, sul piano culturale, quanto fosse diversa la socializzazione primaria o infantile del maschio e della femmina; quanto fosse diverso il linguaggio; quanto ancora la conoscenza della vita domestica; quanto diversa l’immagine del proprio e dell’altro sesso. Sul piano professionale si andava sempre più evidenziando la scarsa presenza delle donne nelle professioni che presentavano un’elevato prestigio sociale; si scopriva ancora che nell’occupazione lavorativa, a parità di titolo e di requisiti diverso era il trattamento economico. Sul piano educativo si scopriva quanto fosse diverso il grado di libertà relativo alla scelta dell’indirizzo di studio. E ancora si andavano evidenziando Laura Bergnach segue a pag. 4 ARTIGIANATO E COMMERCIO: NE PARLIAMO CON L’ASSESSORE VOGRIG La dogana di Stupizza va potenziata Tutti concordano nel sostenere che 10 sviluppo, la rinascita delle Valli del Natisone non dipendono soltanto dalla crescita dell’agricoltura, oppure soltanto dallo sviluppo delle attività industriali, ma che devono concorrere a raggiungere questo obiettivo, oltre naturalmente alle forze politiche, tutti gli operatori economici in tutti i campi di attività. In questo quadro di sviluppo integrato, come è stato più volte definito, vanno dunque potenziati ed incentivati tutti i settori. Un ruolo senz’altro importante lo possono svolgere l’artigianato ed 11 commercio. Ed è proprio di questi due settori che ci occupiamo oggi con l’assessore competente della Comunità montana, Lucio Vogrig. Nativo di Plataz, nel comune di Grimacco, Vogrig vive e lavora ormai da 15 anni a Cividale. Da 8 anni è membro del direttivo della DC della città ducale dove dalle ultime elezioni amministrative è consigliere comunale. Prima di passare all’intervista va detto, per dovere di cronaca, che alle domande poste l’assessore Vogrig ha preferito rispondere per iscritto. Lei stesso è artigiano e commerciante, quanto peso ha avuto ciò nel momento stesso dell’attribuzione del referato? Senza dubbio il far parte della categoria artigianale ha influito favorevolmente nell’affidamento del referato an- che se, alle volte, non sempre viene seguito questo criterio... Quanto la possono aiutare le sue competenze specifiche nell’affrontare questi temi a livello di tutta la Comunità montana? La conoscenza delle varie problematiche dall’interno ed anche facendo parte del Consiglio Mandamentale dell’U-nione Artigiani, penso possa giovare ad una analisi reale del problema sul territorio, dove ancora l’artigiano vive con le sue piccole aziende ed i suoi problemi che esistono. Evidentemente sono collegati alla loro collocazione, che comporta, forse, anche una difficoltà per quanto riguarda l’aggiornamento tecnico e professionale. E necessario pertanto coinvolgere artigiani e commercianti in un programma che miri ad una ripresa e ad uno sviluppo del settore. Che cosa intende fare la Comunità montana per incentivare e sviluppare questi due settori nelle nostre Valli? È auspicabile, e questo è l’intendimento su cui dobbiamo operare, un potenziamento della dogana di Stupizza per facilitare l’interscambio commerciale, in particolare con la vicina Federazione Jugoslava, a favore di tutte le attività produttive non solo delle Valli del Natisone, ma, ovviamente, anche dell’intero comprensorio. Nell’immediato futuro è previsto un punto vendita a SanPietro al Natisone dei prodotti delle nostre terre, e nella fattispecie di ogni genere di frutta. Le nuove disposizioni fiscali, ma anche altri problemi, si sono fatti molto sentire soprattutto nei paesi di montagna, costringendo molti esercenti a chiudere. Avete un quadro della situazione attuale? Che cosa pensa di fare e può soprattutto fare la Comunità montana per migliorare questa situazione? Questo specifico argomento è stato oggetto di precisa attenzione da parte dell’ultima assemblea della Comunità Montana. In proposito, proprio alla luce delle recenti disposizioni fiscali cui lei accennava, stiamo per completare un’indagine sulla situazione attuale ed uno studio degli eventuali rimedi. Per concludere, lei è uno dei maggiori produttori di gubane. In che misura questo prodotto si è affermato sul mercato, quanto può essere utile per fornire alla nostra zona un biglietto da visita. A che punto è il problema dei due consorzi? È possibile una loro unificazione che sarebbe senz’altro un’ottima base per lanciare meglio il prodotto? Innanzittutto mi preme rilevare come questo prodotto, senza dubbio concorrenziale, si stia facendo conoscere non solo in Italia, ma anche al di fuori dei nostri confini nazionali, merito degli sforzi notevoli che sono stati fatti dai vari produttori presentando un prodotto tipico, fatto di cose genuine; ma non dobbiamo dimenticare anche il contributo alla conoscenza dato dai nostri emigranti, che «esportano» la gubana facendola conoscere all’estero: anche questo è un biglietto da visita. La situazione attuale è buona, ma sarebbe senz’altro migliore se i due Consorzi procedessero uniti per l’ottenimento di un risultato che sarebbe di giovamento a tutti. Da che mondo è mondo: l’unione fa la forza... Sarebbe un ulteriore, importante e prestigioso biglietto di presentazione... L’INCONTRO DI PARIGI A qualcuno un agli altri nemmeno Vaperitivo L’Italia rimane alla porta. I cinque grandi non la vogliono nella stanza dei bottoni, le decisioni economiche monetarie vengono prese democraticamente da tre paesi su sette e precisamente dagli U.S.A., dal Giappone e dalla Germania. Gli altri due, Francia e Inghilterra, vengono invitati a cena per brindare sul patto raggiunto per il nuvo rial-lineamente monetario, mentre l’Italia ed il Canada non possono usufruire nemmeno di questo privilegio. Tutto naturalmente avrebbe dovuto risultare alla fine quale scelta dei sette grandi, presa tra uguali che, dopo un’ampia discussione, trovano alcuni punti in comune. Non ci sembra che tutto questo sia stato realizzato a Parigi; giustamente l’Italia si è rifiutata di ratificare decisioni che la coinvolgevano, ma venivano prese da altri. Intendiamo: lo stato italiano non deve puntare i piedi, strillare, fare la voce grossa come un bambino, ma in modo chiaro e dignitoso deve fare capire che è disposto a collaborare con alcune garanzie, di poter contare qualcosa e di poter anche esprimere le proprie idee sul nuovo assetto economico-monetario che il mondo industrializzato va ritessendo. Sono venuti al pettine molti nodi che falsi profeti pensavano non dovessero mai sciogliersi; il dollaro in fondo, moneta «leader» nello scambio internazionale, ha preso in tutto e per tutto il posto dell’oro, dopo il famoso discorso di Nixon del 72, è soggetto a continue oscillazioni che coinvolgono l’economia americana e mondiale, rendendo tutto più difficile e aleatorio. La vittoria di Reagan alla Casa Bianca, negli anni ot-tenta, sembrava portare stabilità e benessere all’America e al mondo intero. Il dollaro ereditato a 1200 lire era salito nel giro di poco tempo a 2250 e molti economisti dicevano e andavano propagandando che questo era il giusto valore della moneta americana, in quanto rispecchiava una sana economia in espansione, poiché erano stati tagliati tutti i rami secchi, compresi gli interventi sociali e gli americani marciavano verso un benessere, mai conosciuto precedentemente. Vi ricordate quando era in voga lo «slogan»: «Fate come noi e la miseria e l’arretratezza rimarranno alle spalle»? Uno dei pochi a negare questa ubriacatura reaganiana è stato, anche nei momenti di maggiore splendore degli USA, Modigliani, premio Nobel per l’Economia e molto critico nei riguardi della politica economica americana. Diceva allora Modigliani, ed i fatti gli hanno dato ragione: il dollaro è cresciuto a dismisura, non per una reale ricchezza prodotta dagli USA, ma per altro interesse voluto dai finanzieri ed industriali d’oltreoceano, per far affluire molti dollari nelle loro casse e poter quindi, in un certo modo indolore, ristrutturare tutta l’economia ed agevolare una ricchezza finanziaria che privilegiasse le classe più agiate. Tutto bene - qualcuno potrebbe dire. Questo tipo di politica ha portato il deficit statunitense alle stelle, in quanto, con il dollaro così alto non era più praticabile il commercio e soprattutto l’esportazione dei prodotti USA. Alta disoccupazione e possesso di capitali in mano di poche persone con uno squilibrio sociale ancora più accentuato di quello precedente. Risolti alcuni problemi, era necessario, dopo questa politica che potremmo dire deflazionistica, abbassare il valore del dollaro sui mercati internazionali portandolo alla quota attuale, per poter di nuovo esportare i prodotti americani e dar di nuovo vigore all’industria interna. Una manovra così spericolata non riesce a decollare. Il dollaro cala, ma l’economia americana non riprende a tirare. C’è il pericolo di un colasso violento, poiché rischiano di crollare le stesse strutture economiche e finanziarie, se il tutto non rientra il più presto possibile nella normalità. La politica, fin qui praticata, si dimostra fallimentare. È necessario quindi un intervento delle altre potenze mondiali, Giappone e Germania, perchè si adoperino per riassorbire i prodotti americani e abbandonino la loro agressività verso gli USA. Diciamo a questo punto, a voce alta, che non è giusto che una grande potenza decida del proprio destino sulle spalle degli altri «partners», considerandoli alla stregua di satelliti artificiali, funzionali al suo sistema. Siamo d’accordo che gli Stati Uniti sono il cardine dell’economia occidentale, ma proprio perchè sono tali devono rappresentare la sintesi di una politica organica che non violenta i suoi simili e li conduce in schiavitù a suo piacimento. Il gioco potrebbe essere fatale per tutti. D.P. S. PIETRO AL NATISONE Voto alla Comunità soddisfatto il PCI Il PCI esprime la propria soddisfazione per il recente voto all’assemblea della comunità montana delle Valli del Natisone che ha discusso tutta una serie di mozioni presentate a suo tempo dal gruppo comunista, e una del partito socialista, e le ha approvate all’unanimità. Le mozioni riguardano: il Centro studi di S. Pietro, la distribuzione del metano, il consorziamento dei servizi, il polo industriale di S. Pietro al Natisone, le aree di confine e la tutela della minoranza slovena, l’estrazione della pietra piasentina e situazione occupazionale. Fra queste sono particolarmente significative quella riguardante la cooperazione economica internazionale nelle zone di confine e quella che sollecita l’approvazione della legge di tutela della minoranza slovena. Nel sottolineare il ruolo di proposta e di iniziativa del PCI, la sezione di S. Pietro al Natisone avverte l’urgenza di un’azione unitaria per la realizzazione degli impegni comuni assunti con il voto. La Lipa ai primi passi Con la prima assemblea dei soci la cooperativa Lipa di S. Pietro al Natisone ha formulato un programma di massima, le cui possibilità sono naturalmente tutte da verificare. Si pensa per prima cosa di presentare agli enti locali, alle aziende ed ai circoli alcuni servizi di base (progettazione grafica, corsi per ceramisti, editoria e coordinamento di attività di piccolo artigianato) con i quali è possibile ricavare uno spazio economico nelle Valli del Natisone e fuori. Allo scopo sarà data ampia comunicazione scritta agli enti interessati, passando quindi ai normali canali regionali. Questi i primi passi della Lipa: certo un pò lentini, ma le intenzioni sono buone. Per informazioni telefonare al 0432/727152. Pasqua in URSS L’associazione artisti della Benecia e l’ANPI delle Valli del Natisone organizzano un viaggio di otto giorni in URSS nel periodo pasquale. Il viaggio, in aereo, avrà come meta le città di Mosca e Leningrado; prevede pernottamenti in alberghi di prima categoria, visite guidate ai luoghi storici ed artistici più importanti. Sul posto saranno anche organizzate escursioni nei centri vicini e la partecipazione a spettacoli. Per ulteriori informazioni gli interessati possono telefonare al Centro di S. Pietro al Natisone (tel. 727152 e 727490). Le prenotazioni si ricevono fino al 7 marzo con il versamento di un acconto e la consegna del passaporto per il visto anche presso Golles Daniele, S. Pietro al Natisone - cartoleria Cernetig. A scuola di fotografia A partire da giovedì 26 febbraio alle ore 17.00 avrà inizio, presso i locali del centro scolastico bilingue di San Pietro al Natisone, un corso di fotografia, tenuto da Michele Vončini, diplomato presso l’Istituto d’Arte di Udine. Gli argomenti trattati saranno: - la fotografia nella didattica delle scuole elementari e medie; - le tecniche fotografiche. Le iscrizioni potranno essere fatte o durante la prima lezione o telefonando ai seguenti numeri: tel. 727490 (Istituto per l’istruzione slovena); tel. 727153 (Centro Studi Nedižai. Per gli operatori Gospodarstvenikom V teh 15. dneh, ki so pred nami, nimajo gospodarstveniki velikih terminskih zakonskih obveznosti, saj so ravno kar pripravili letno prijavo davka na dodatno vrednost IVA, kar je vsem povzročilo mnogo skrbi in izgube časa. Kljub temu ne smemo pozabiti na nekatere takojšnje bi rekli redne obveznosti: Nei prossimi 15 giorni gli operatori non dovranno affrontare delle immediate scadenze. In questi giorni è stata presentata la dichiarazione annuale IVA, che ha impegnato tutti a fondo. Nonostante ciò non dobbiamo dimenticare certe scadenze mensili che devono essere affrontate prima della fine del mese: 15.3. zapade rok plačil odtegljiajev 1R-PEF za trgovske zastopnike in profesionalne delavce za mesec febraur; 15.3. scade il termine di versamento delle ritenute IRPEF sui redditi del mese di febbraio, per i rappresentanti di commercio e per i liberi professionisti; 20.3. zapade rok plačila odtegljiajev IRPEF in INPS za odvisne delavce, na dogodke iz meseca februarja; 20.3. scade il termine di pagamento delle ritenute IRPEF e INPS dei lavoratori dipendenti, sempre per i redditi di febbraio 1987. V teh dneh je bil govor o problematiki prevozov, ki že dolgo časa buri duhove v italijanski družbi. V zadrijih mesecih so bili objavljeni razni zakonski odloki — a so tudi zapadli, saj jih ni parlament pravočasno spremenil v zakone. Tako stanje je povzročilo teden- sko stavko prevoznikov, kar je povzročilo mnogo težav pri preskrbi prebivalstva, pri dobavi surovin ali polizdelkov industriji, odvozu gotovih izdelkov, itd. Ohromljen je bil tudi mednarodni promet, kar je še posebno prizadelo mnoge krajevne prevoznike in trgovce. In questi ultimi tempi si è molto parlato del trasporto merci su strada. L’insoddisfazione della categoria è sfociata in uno sciopero di una settimana il che ha procurato non poche difficoltà a tutti. Molti generi di largo consumo scarseggiano mentre alle industrie non affluivano più le materie prime e non venivano ritirati i prodotti finiti. È stato praticamente anche interrotto il traffico internazionale merci il che ha danneggiato molti trasportatori e commercianti locali. Zadeve niso še rešene in ne bodo rešene v doglednem času, če ne bodo odgovorna ministrstva preučila celotno zadevo. Tu pride v poštev sprememba norm pri gradnji novih prevoznih sredstev, cestno prometni predipisi, izobraževanje bodočih voznikov. Tutta la problematica non potrà essere risolta a breve termine poiché troppi sono i problemi sul tappeto. Se il ministero competente non affronterà il problema alle sue radici, ci ritroveremo a breve scadenza in situazioni conflittuali analoghe. Bisogna rivedere le norme di costruzione dei mezzi di trasporto, la legislazione sulla sicurezza stradale e non da ultimo l’istruzione dei futuri autisti. Pred nedavnem objavljeni zakon je postavil samo nova določila za vpis v seznam prevoznih podjetij. Zakonska določila so hud udarec za bodoče kandidate za ustanavljanje novih obrtnih podjetij. Kandidat bo moral opraviti celo kopico izpitov (pravni predmeti, vodenie podjetij, analize trižišča, itd) a poleg tega bo moral dokazati, da je kreditno sposoben. Bodoči podjetniki bodo morali predložiti uradom bančna ali zavarovalništva poroštva, za dobo petih let za 100 milijonov lir. Provizije, ki jih bodo zahtevale banke ali zavarovalnice, bodo po vsej verjetnosti presegale finačne zmožnosti obrtnika/prevozni ka. Non molto tempo fa è stata pubblicata la legge che regola le nuove iscrizioni nell’albo dei trasportatori. La legge rappresenta un forte freno alle possibilità di aprire nuove aziende con speciale riguardo a quelle artigiane. I candidati dovranno sottoporsi a vari esami (conoscenza della legislazione, conduzione delle aziende, inchieste di mercato ecc.) ma dovranno pure dimostrare di avere una sufficente copertura finanziaria. I candidati dovranno presentare agli uffici competenti una garanzia (bancaria o rilasciata da un istituto di assicurazioni) per un periodo di 5 anni per 100 milioni. Le provvigioni bancarie che gravano sulle garanzie sono tanto gravose da impedire praticamente all’artigiano/trasportatore di iniziare questa professione. (ZK) Vprašanje slovenskega šolstva v Kanalski dolini Že tedaj so nekatere koroške občine med katerimi tudi občina Ukve v Kanalski dolini poslale na Ministrstvo prošnjo za pouk nemščine. Ministrstvo pa je odgovorilo, da mora biti prvi pouk slovenski, krščanski nauk pa samo slovenski kakor v cerkvi. Na vprašalnik, ki gaje koroški deželni šolski svet poslal občinam in šolskim odborom, kjer so bivali Slovenci, da bi ugotovil, kakšne šole želijo, sta občini Ukve in Lipalja vas odgovorili, da želita slovensko-nemško šolo. Zelo važni so podatki o stanju šol v Kanalski dolini, ki jih je leta 1870 izdala Centralna statistična Komisija na Dunaju. Podatki se nanašajo na stanje v osnovnih šolah ob koncu šolskega leta 1865. Omenjeni podatki se nanašajo na obdobje, ko je v tedanji Avstriji bila še v veljavi konkordatna šola in je krajevna Cerkev imela neposrednji vpliv na dogajanje v šoli in na vse, kar je bilo v zvezi z nameščanjem učnih moči in za določanje šolskega programa. Šolski zakon z dne 25. maja 1868 je na šolskem področju prinesel korenite spremembe. Šolsko nadzorstvo se je po tem zakonu preneslo od Cerkve na Državo. Dne 14. maja 1869 je izšel osnovnošolski zakon in malo za tem odlok o utrakvističnem šolstvu z dne 14. maja 1872. Na podlagi tega odloka je deželni šolski svet za Koroško razdelil šuole po slovenskem Koroškem v tri vrste: 1) v šole z nemškim učnim jezikom: 2) v šole, kjer se v prvih mesecih še uči slovensko potem pa nemško; 3) v šole s slovenskim učnim jezikom in nemščino kot predmetom. Učitelje je odslej imenovala in nastavljala Država. Po vaseh v Kanalski dolini, kjer so bili naseljeni Slovenci, so oblasti skoraj vedno pošiljale take učitelje, ki so utrakvistične šole spreminjali v prave potujčeval-nice. Za osnovno šolo na Kokovi je, na primer, bil maja 1878 zadnjič zahtevan učitelj z znanjem slovenščine. Verjetno je bila to prva posledica raznarodovalnega pritiska na šolskem področju, in v našem primeru na področju šolstva v Kanalski dolini. Prav v tem obdobju sta se slovenski občini Ukve in Lipalja vas izrekli za 2. del utrakvistično slovensko-nemško šolo. Za povsem slovensko šolo pa je leta 1882 zaprosila občina v Žabni-cah. Deželni šolski svet pa je prošnjo odbil, češ da nima slovenskih učiteljev. Tako se z lahkoto pride do ugotovitve, da se je slovensko prebivalstvo želelo spontano izobraževati v slovenskem jeziku. Prisotna šolska oblast pa se je posluževala vseh sredstev za oviranje takega izobraževanja. Po letu 1870 se je šolska oblast zelo trudila, da so učitelji vtepali otrokom v glavo čimveč nemščine in za dosego tega cilja so se posluževali tudi denarnih doklad učiteljem pri mesečni plači. Ker pa ponemčevanje le ni doseglo vidnih uspehov so nekatere občine kot odgovor javno zahtevale ustanovitev slovenske šole. V Kanalski dolini so bile tak primer Žabnice. Nemci so se tako zganili in so ustanovili na Trbižu nemško šolsko društvo Schulverein. V dopisu za MIR z dne 10.1.1884 piše: «V Žabnicah so slovenski otroci imeli za učenika trdega Nemca. Krajevni šolski svet je prosil, naj se ta gospod predstavi kam na Nemško. Okrajini šolski svet je prošnjo odbil. K sreči pridejo v Kanalsko dolino C.K. Deželni predsednik baron Schmid. Njemu so ustmeno ponovili svojo prošnjo in jo tudi poslali Deželnemu šolskemu svetu v Celovec. Pomagalo je in Žabničani že imajo slovensko učenico iz Krajnskega.» Člani nemškega Schulvereina pa so bili vedno na delu in sejali razdor med slovenskimi ljudmi. Žabničane so stalno nagovarjali, naj se vpišejo v Schulverein. Glavni cilj nemškega šolskega društva je bil čimprejšni ponemčevanje slovenskih ljudi v Kanalski dolini. Razmere na utrakvističnih šolah v Kanalski dolini so bile povsod enake, kajti že v drugem razredu so učitelji pritisnili na nemški vijak in je bil odslej učni jezik skoraj po vsem nemški ne glede na to, če so otroci sploh razumeli, kaj berejo in pišejo. Boj za slovenščino v šoli in za popolno slovensko šolo se je nadaljeval. Vendar so na prošnje, na protestne in na pismene zahteve, ki so jih naslavljali krajevni šolski odbori, naleteli pri višjih šolskih oblasteh na gluha ušesa. Jeseni lieta 1892 je občinski svet v .. Žabničah ponovno vzložil prošnjo na Dunaj za ustanovitev slovenske šole. Prva prošnja je bila vložena že leta 1882 in je bila zavrnjena. 10 let kasneje, torej leta 1892 je deželni šolski svet v Celovcu tle izdal odlok, da se šola dvorazrednica v Žabnicah razdeli v utrakvistično in na popolno slovensko šolo (MIR, 10.10.1892 štev. 28). Takoj nato se je zganil nemški Schulverein na Trbižu, ki je preko nemškega liberalnega lista Freie Stimme začel kampanijo proti ustanovitvi slovenskega oddelka v žabni-ški ljudski šoli. Nekateri možje, ki so prej podpisali prošnjo za slovensko šolo, so tudi iz ekonomskih vzrokov podpisali sedaj protipeticijo. In vendar je bila potreba po slovenski šoli že nujna, kajti utrakvistična šola je bila dvojezična samo po imenu, de-j ansko pa je bila skoraj povsem nemška. V slovenske vasi so šolske oblasti namerno pošiljale take učitelje, ki so otroke slovenskih staršev naravno silili, da se učijo nemško. Če so se šolarji med seboj pogovarjali v materinščini, so jih učitelji kaznovali, ali celo tepli. (MIR, 30.1.1884 štev. 3). Že istega leta, ko je koroški deželni šolski svet izdal dovoljenje za slovensko šolo v Žabnicah, je nemški Schulverein v popolnoma slovenskem kraju na Ukvanski planini postavil leseno planinsko šolo. Nemški Schulverein je vestno opravljal svojo nalogo pri raznarodovanju. Schulvereinu ni bilo treba braniti nemščine v nemških vaseh, ker so Nemci imeli zagotovljene vse pravice, moral pa se je boriti proti slovenščini v Žabnicah, Ukvah, v Ovčji vasi in v Lipalji vasi. Kakšen je bil odnos občinskih uprav do šolskega vprašanja je bilo predvsem odvisno od krajevnega župana in od krajevnega šolskega sveta. Ko so v Žabnicah leta 1903 dobili novega učitelja J. Milonig, ki je bil po rodu Ziljan, je šola odklonila prostore za slovensko božičnico, ki sta jo pripravila krajevni dekan in kaplan Kogelnik. Krajevna učitelja sta hotela božičnico v nemščini (MIR, 14.1.1904). Kot nalašč za to priložnost je ravno leta 1903 izšla na Tribižu knjižnica «Reisehandbuch»-Tarviz 1903», kjer o Žabnicah piše: Žabnice so velika vas s slovenskim prebivalstvom od leta 1260. Salvatore Venosi Šolsko okrožje štev. otrok v šoli štev. Slovencev štev. Nemcev Žabnice 105 105 — Ukve 90 90 — Naborjet 60 — 60 Rabelj 55 3 52 Trbiž 124 — 124 434 198 236 18 - VIAGGIO NELLE TRADIZIONI POPOLARI A Mersino anche il gallo... fa Carnevale S. PIETRO AL NATISONE E per Car concerto in maschera Fra i tanti Carnevali sopravissuti al passare del tempo e alle radicali trasformazioni che le nuove esigenze hanno introdotto, mi piace ricordare quello di Mersino, significativo esempio di una battaglia giocata e vinta da pochi contro la indifferenza quasi generale. A Mersino il Carnevale è per tanti versi simile ad altri nelle Valli e per altri versi ancora unico, singolare esempio di residuo di arcaica cultura popolare. Come un po' ovunque nelle Valli è da sempre una compagnia di giovani e maschi (solo negli ultimi anni si sono aggiunte anche delle ragazze) ad organizzare, a partire dall'Epifania, le manifestazioni del Carnevale. Fino a qualche anno fa frequenti erano le visite serali del gruppo mascherato alle case delle varie frazioni del paese, ora, un po ’ come ovunque, solo gli ultimi giorni del Carnevale il gruppo si organizza per la sua rappresentazione pubblica. Mersino, dalla frazione più alta a quella più bassa, Loch, Pulfero e tutti gli altri paesi del fondovalle sono teatro delle rappresentazioni carnevalesche della compagnia di Mersino. I tratti più caratteristici dei suoi mascherati sono i tradizionali cappelli «fioriti», «multicolori», tipici del mascheramento «a bello» e, soprattutto, le maschere zoomorfe con in testa quella del gallo che è stata tramandata fino a noi in una antica interessante foggia. Una struttura leggera sostiene il corpo esterno del gallo che, poggiato sulle spalle, è composto da tante striscioline di carta colorata del tutto simili a quelle portate dalle maschere dei pust di Rodda e dello stesso Mersino. I pust, maschere multicolori con campanaccì sui fianchi e sulla schiena, appaiono oggi più poveri di colori di quelli di Rodda ma egualmente Katia Paljavec - L. Ravesio, Tornano le rondini Stefano Cumer - J.S. Bach, Minuetto Raffaella Pozza - F.J. Haydn, Studio n. 5 Federica Crast - J.S. Bach, Invenzione n. 8 a due voci Stefano Predan - anonimo, Polka Andrea De Colle - B. Bartok, Studio n. 40 Stetano Donadio - anonimo, La farfalla Sebastiano Iacuzzi - narodna, Kaj nam pa morejo Marco Schuoch - Canzone popolare Claudia Strazzolini e Monica Adami -F. Schubert, 3 Landler Arianna Trusgnach - M. Clementi, Arietta Elena Domeniš - J.S. Bach, Preludio in la minore dalla Suinte inglese Federica Mattelig - Canzone infantile, La lepre passeggia nel giardino Katia Tomasetig - D. Sciostakovic, Valzer Cristina Bergnach - Y. Levitin, Marcia Mara Floreancig e Luigia Bonini - Ninna nanna ucraina Roberta Pussini - W.A. Mozart, Minuetto Tipični petelin iz Marsina efficaci nel comportamento e nel minaccioso uso delle klešče, pinze retrattili con cui vengono preferibilmente prese di mira le giovani ragazze. Essi aprono il corteo della compagnia di Carnevale di Mersino, al loro seguito i mascheramenti sono suddivisi, come un po ’ ovunque, in forme «a bello» e «a brutto». Di questi ultimi si sono perse le antiche probabili maschere lignee, mentre per quelle «a bello» si sono salvati i già citati cappelli e gli abiti fioriti. Le maschere dei mestieri, quella che porta il fantoccio, quelle rappresentanti l’inversione dei ruoli, dei sessi e del potere (vescovo, prete o militare) e l'immancabile portatore del cesto (raccoglitore di doni) e suonatore di fisarmonica, completano il corteo che prevede poche nuove varianti. L ’episodica presenza della maschera del diavolo e dell'angelo sono da ritenersi invece recente introduzione, appresa dal gruppo del vicino paese di Rodda. La validissima etnografa friulana Lea d'Orlandi che nel /949 annotò la presenza del diavolo e dell'angelo di Mersino, con ogni probabilità si sbagliò, attribuendo al gruppo di Mersino quei mascheramenti propri del Carnevale di Rodda, che per tradizione il martedì grasso si trasferisce proprio nel vicino paese. In definitiva, apparentemente semplice e lineare lo sviluppo rituale carnevalesco di Mersino; assai più combattuta invece la lotta per la sopravvivenza; la bella e significativa maschera del gallo è stata da solo un paio d’anni recuperata al Carnevale, senza pensare che nell'ultimo decennio per più di qualche anno la mascherata non si è proprio fatta. Il rinfoltimento della compagnia e la creazione della 'nuova' augurale maschera della gallina, fatta di stri-scie multicolori di plastica, destinata pertanto a durare più a lungo di quelle facilmente deteriorabili di carta del gallo, sembrano poter rappresentare un buon segno per la rinascita e la continuità di questa pratica carnevalesca. Valter Colle Nel salone del centro scolastico sloveno di S. Pietro al Natisone si è svolto sabato scorso il tradizionale Concerto in maschera degli allievi della Scuola di Musica. Dopo i brani eseguiti con pregevole gusto musicale dalla orchestrina, arricchita di nuovi strumenti, si sono alternati al pianoforte, alla chitarra e alla fisarmonica più di trenta allievi, dai più piccoli alle allieve più preparate. Ecco i nomi degli allievi che hanno preso parte al concerto in maschera: Michela Sabbadini - J.S. Bach, Minuetto in do Laura Gariup - A. Diabelli, Moderato Fanika e Samantha Feletig - L. Fletcher, Canzone del flauto Davide Rossi - J. Bitenc, Vlak Samuele Quarina - Turk, Melodie Anna Laurencig - W.A. Mozart, Minuetto Barbara Pinatto - Carcassi, Valzer Stefano e Francesca Tomasetig - S. Majkapar, Moderato Alessio De Colle - anonimo, Hop, hop cavallino Cristina Scaggiante - anonimo, Veseli bodimo Katia Cencig ed Elena Chiabudini -Canto popolare ungherese Tele pajaco je v resnici na pajaca: Katja gode na rimoniko Štrija Samantha an Indijanka, ki se skriva za spartitam DONNA E POLITICA È l'amore per la mia gente che giustifica il mio lavoro Quando io entrai di fatto in questo mondo, sette anni fa, indubbiamente molti erano gli elementi favorevoli all’inserimento di una donna in una lista amministrativa, alcuni validi, altri meno. Le lotte femministe uscivano dalla contestazione per esaminare progetti legislativi a loro favore. Il clima del ’68 con l’interesse e la partecipazione alla vita politica del paese non era del tutto spento, la voglia di ricostruire e la vivacità economico-culturale del postterremoto era nell’aria. Inoltre nella formazione delle liste se non si inserivano una o più donne si rischiava di apparire razzisti. Probabilmente valse più quest’ultimo argomento che non la mia attività culturale, sociale e politica antecedente a far apparire il mio nome nella lista e quello di molte altre candidate nell’80. Così mi ritrovai nei panni di chi fruisce di un proprio diritto gentilmente concessogli. Il disagio che comporta questa situazione mi fece capire quanto lunga era ancora la lotta per l’emancipazione della donna e mi rimboccai le maniche. La consapevolezza del ruolo importante che la donna, pur nell’ombra, aveva sempre ricoperto nel tirare avanti la misera economia delle nostre valli, la conoscenza del suo premere continuo per una nuova via di sbocco, cercando di dare un’istruzione superiore ai propri figli, mi fece più audace nel proporre le mie idee e prendere decisioni. Così mi ritrovo a lavorare perfettamente a mio agio e con soddisfa- Praznovanje 8. marca v fabriki ria Cemurju lieta 1978 zione con un ottima equipe che a volte mi fa sorridere perchè ancora, in qualche animata discussione, ignorando il mio sesso sento dire «Bruna parliamone seriamente, fra uomini...» La mia soddisfazione di aver preso parte attiva all’amministrazione di S. Pietro al Natisone in questi ultimi anni è giustificata dai risultati positivi raggiunti in tutti i campi e che sono chiaramente visibili a chiunque guardi a San Pietro con occhio attento. Nonostante io non ami la politica pur subendone il fascino, l’amore e la fiducia per la mia gente giustificano il mio lavoro a volte difficilmente conciliabile con la mia attività e la mia vita privata. L’amore, penso, sia sempre la molla di tutto e la fiducia ridà lo sprint nei momenti di stanchezza e sconforto. Se penso infatti che solo dieci anni fa presentavo pubblicamente un gruppo di donne che per la prima volta nelle Valli oltre a tutte le rivendicazioni femminili rivendicava anche la propria etnia e la cosa creò tale scandalo che ci fù negato di celebrare 1*8 marzo in strutture pubbliche ed ora rappresentanti di tutti i comuni delle Valli votano in Comunità montana un ordine del giorno che chiede il riconoscimento della nostra minoranza etnica, sono lieta di aver avuto fiducia. Potrei continuare a raccontarvi quanto sia faticoso essere donna nella società odierna, ma son convinta che in qualsiasi campo ognuna di voi l’ha sperimentato sulla propria pelle. Dico perciò solamente: «Sarà faticoso, ma essere donna è molto bello». Bruna Dorbolò DONNA ED ECONOMIA Distinzione tra i sessi: oggi la sfida si sposta sul piano delle capacità La donna un ruolo nel campo dell’e-conomia l’ha sempre avuto. Se facciamo riferimento alla nostra società del passato, alla società contadina, la donna infatti ha spesso gestito in prima persona l’azienda famiglia. In assenza del marito, emigrante per esempio, oltre a vedere dei figli e della loro educazione, si è sobbarcata, magari in silenzio, la gestione anche economica del nucleo familiare. A partire dalla rivoluzione industriale ha partecipato assieme all’uomo alla produzione della ricchezza in un sistema di lavoro arcaico, basato sul lavoro manuale. In un processo di sviluppo senz’altro lento, segnato anche da una legislazione in difesa del lavoro minorile e femminile, si sono via via definite le professioni maschili che hanno riportato la donna nuovamente nel privato, l’hanno relegata a tutta una serie di attività, come l’assistenza agli anziani e ai bambini, indispensabili per il funzionamento della società, ma non direttamente produttive, non quantificate e quindi non valorizzate in termini di benefici. Queste brevi osservazioni, sia pure schematiche, sono utili per capire il perchè delle rivendicazioni delle donne di un ruolo diverso nella società, ma anche per capire i mutamenti che avvengono oggi in campo economico. La società di oggi, piaccia o meno, non può permettersi di non utilizzare le risorse, le competenze, le capacità delle donne, tant’è vero che in presenza di nuove figure professionali ha sempre meno rilevanza la distinzione dei sessi. Quello che conta è la capacità professionale, la cultura, la flessibilità mentale, la capacità di adeguarsi ai mutamenti in atto. Se ciò è vero, è altrettanto vero che rimangono ancora delle resistenze, dei residui di vecchie mentalità. La tentazione di continuare a vedere la donna come segretaria o assistente del disordine maschile è ancora presente in molti ambienti, in partico-lar modo in quelli di vecchio tipo an- che se la realtà, e responsabilità di cui le donne si fanno carico smentiscono questi luoghi comuni. Le difficoltà che le donne incontrano nel mondo del lavoro sono molto più accentuate dunque in sistemi vecchi, con una vecchia tradizione dove la donna stessa fa fatica a ribaltare i luoghi comuni. Può essere quindi più facile superare questi schemi in realtà che non hanno vissuto direttamente queste esperienze e che si stanno affermando da poco. In questo senso si può considerare davvero interessante l’esperienza della Benecia dove si può senz’altro sostenere che le donne stiano svolgendo un ruolo importante nel settore economico. Qui la competitività non è più dettata dalla distinzione dei sessi ma si sposta sul piano della professionalità e delle capacità operative. In altre parole uomo e donna hanno le stesse possibilità di ricoprire cariche più o meno importanti, ma anche di approfittare della sfida tecnologica di oggi per creare un nuovo tipo di rapporto ed impostare la cultura dell’uguaglianza. Ines Trusgnach dalla prima pagina Nuovi ruoli e nuove identità della donna i numerosi stereotipi e pregiudizi sui caratteri fisici e psichici della donna. Si deve riconoscere che l’onnipresenza dei discorsi sulla donna in quel periodo e in quello immediatamente successivo era enorme e tale da diventare, in certi momenti, addirittura fastidiosa, non tanto quando i discorsi si caratterizzavano per la loro descrittività, ma quando erano fine a se stessi, semplice lamentela, o quando ancora in essi si faceva strada la prescrittività, quando cioè i discorsi assumevano i connotati di un consiglio, di offerta di un modello definito. Oggi dobbiamo senz’altro constatare quanto è cambiata la condizione della donna nella società contemporanea e riconoscere che vi sono stati mutamenti evidenti: ad esempio nel comportamento riproduttivo con il diffondersi del concetto della maternità responsabile, e nel lavoro professionale. Ma nello stesso tempo si deve riconoscere che nuove problematiche sono andate emergendo come ad esempio quella relativa alla doppia presenza - famiglia e lavoro, figura familiare e figura professionale - e che contribuisce a sviluppare nuove angosce, nuove solitudini, nuove frustrazioni. Il doppio carico lavorativo, infatti riduce di molto lo spazio individuale e quindi la possibilità di soddisfare esigenze rispettabili quali la riflessione, lo studio, l’ozio (perchè no?), la partecipazione politico-sociale, compromettendo nei soggetti femminili lo sviluppo equilibrato di quell’identità individuale - che è l’opposto della negazione di sè - che pone le proprie basi sul concetto di differenza tra le proprie aspettative e i propri interessi individuali e quelli della famiglia. Un altro quesito è quello relativo al rapporto donna e tecnologia: quale ruolo assumerà la donna nella società a capitalismo avanzato in conseguenza della rivoluzione tecnologica? E ancora, come si coniugano i valori di liberazione, di autonomia e di ridefinizione di sè così chiaramente emersi nei contenuti rivendicativi delle donne con i valori che emergono invece nelle rivendicazioni dei movimenti etnici e che spesso, nella ricerca di modelli culturali distintivi, diversi cioè da quelli massificati, poggiano sulla rivalutazione di valori tradizionali? Laura Bergnaeh Naš pregovor pravi, de žena darži gor, podperja tri kantone hiše. Tuole je seviede valjalo an tenčas ko ni žena miela še pravice votat - an tle naj vas zmislemo, de do tele pravice je paršla šele po drugi svetovni uojski. Bili so taki cajti, ko je beneška žena daržala gor še vse štier kantone hiše. Ki dost krat je muorla z velikim tarplienjem an dielam, z veliko močjo notar v sebe, skarbiet sama za družino, otroke an kimetijo, ko so možje hodil guzierat an so manjkal od duoma miesce an miesce. Vičkrat pa se jim je zgodilo, de so se uarnil damu praznih rok. Nič buj lahnuo ni bluo nje življenje an v cajtih, ki so nam buj blizu, ko je žena z otruok ostala sama doma, mož je biu pa emigrant po sviete. Ni bluo lahko ne za adnega ne za drugega, pa ki dost tarplienja so žene prestale, ki dost reči so muorle pož-gerjat, ki dost ponižanja. Zmislimo se tle an na dikle... Čeglih so bile navajene muče tar-piet, so se beneške žene znale an po-luožt, postavit, za njih pravice brez strahu. Donas vam damo tri primere, ki so se zgodil v Sriednjem 1952. lieta, v Čarnem varhu adno lieto po-tle an v Tipani lieta 1957, povzel pa smo jih iz «Matajurja». IZ «MATAJURJA» 31. MARCA 1952 Naše žene pred sodiščem Dne 7. januarja t.l. so šle nekatere žene iz sredenjske občine na županstvo in tam zahtevale, da naj se poveže njihova vas s cestno zvezo z dolino. To dejanje je bilo povsem upravičeno, ker čaka Zgornji Trbilj že dolgo časa na obljubljeno cesto, ki naj bi ga povezala z Oblico. Prav tako čakajo na cesto vasi Oblica in Duge. Namesto, da bi pristojni organi priznali upravičenost gradnje te ceste, pa so se začeli prepirati z ženskami in sojih potem celo prijavili sodni oblasti. Ceste v naših krajih so krvavo potrebne, in mora to videti vsak slepec. Potrebne so ne samo za povezavo posameznih vasi med seboj, ampak tudi za razvoj krajevnega gospodarstva... Torej cesta, ki so jo zahtevali naše žene, je potrebna. Trdili so, da je demonstracija žena kršila demokratske principe. V resnici pa žene niso kršile demokracije, ampak so zahtevale neko javno delo, ki naj bi omogočilo nastanek demokracije v teh krajih. Demokracija namreč mi samo to, da gre lahko nekdo svobodno ne volitve... Demokracija pomeni tudi enakost pri plačevanju davkov, kakor tudi enakost pri koristi, ki iz njih izvirajo... Tako bodo morale žene, ki so zahtevale za svoje vasi takšna dela, ki bi omogočala njihovim družinam pravo demokratično življenje, priti pred predstavnika pravice. ...Na razpravi, ki je bila na sodniji v Čedadu u petek dne 7. t.m. so bile žene iz Srednjega oproščene, ker dejanje, za katerega so bile obdolžene, ni kaznivo. Vendar pa to še ni dovolj in bodo morale oblasti odpraviti tudi vzroke, ki so privedli žene do tega, da so protestirale proti krivici. SREDNJE Tukli so naše žen0 U torak osmega zenarja so se zbral na konsejo u Srednjem vsi konsejer-ji našega kamuna. Na tistim konse-ju so naši možje razpravljali od milione, ki jih je governo dau za postro-jit cjeste po vaseh, ki so šelč brez nje. Tele so Oblica an Duge an cjesta bi muorlà bit parpejana od Raunega skuoze Oblico, Duge do te stare poti par bitofu Gorenjega Tarbija. Za tole c j est o mjet, ljudje telih vasi čakajo že puno Ijet an cajt je blo, de governo se je zganu za stancjàt 18 milionu za tisto cjesto, ki smo že zgor povje-dal. Pa žalostno an špotlivo je, de ad-ni možje, ki so konserjerji našega kamuna so pruot temu, de bi tud Obli- čani mjel cjesto, za zlajšat ankrat maltro, ki jo majó par nošenju svojega blaga... Zatuo glih tist dan se je 58 žen iz tistih vasi združilo an use kupe so šle u Srednje mèrnuo poslu- šat konsej. rut ««» j« /tu nji/i oči videle, de na konseju jim čejd uzet pravico do njih cjeste, so pa protestale pruoti tajšnemu goljufanju. Tisti možje, ki so naspruotni, de bi Oblica mjela cesto, s pomočjo od žendar-ju, ki so jih že prjet poklical, so začel razganjat an strašit tele ženi, ki njeso ble drugega krive, ku tiste, de so tjerjale njih pravice. Potlè pa je rotala tajšna zmešnjava, de take je nie-smo še u Srednjem vidal. Te naspruotni konseljerji an žendarji so začel z uso močjd razganjat pridne an tardne obliške ženi. Med ta parvimi bojari, ki je roké deu na naše ženi je biu Anton konsejer iz Dolenjega Tarbija. Drugi je biu komunski segretar Srednjega, ki je kandrejo uzdignu an teu udarit no žend čez glavo; sreča pa de Jo je parjatelca rešila. Se drugi so bli, ki so tepli. Ranil so več žen... TIPANA So kudali, ke ne začela revolucjon... Brješke žene so se uzele oré an se podale dou na kantun za protestati kuintri tasan, ke no muorejo plačati za mutuo od kontadine. Imaginajta se, če zluodej, ke e paršoou uón. Ka-rabinierji so pohajali z njem krajam an z druzjem. Telefon e zvonóu tu videmski prefeturi cieu dan, tje mez Romo so se žej bali, ke ne začela ri-volucjon. Tarčečanski šjorji so že pa-ručali njih fagót za jo nasejci, zak so kudali, ke to če diventati nekej. «I sklas e an fam...» so pravili e «no si sa nuje, če ka faran». Reči za ne vjer-vati: 150-200 žen so ustrašile delo provindjo! Tele bót, videmski giomalji njeso pisali nič od te protešte. Kujsa zakuó. A so jeli ordin od zgoré dou, ke to ma muočati? Dan bót, če te kej to-čalo tu naših krajih so napounili dele pagine an dou pravili usaki sort jih, to se kapi, sóuse impensano, zak reči rjesne no ne smijejo pisati. E naša aminištracjon kumunal kuó na dje temu? A na ne v je, ke no part responsabilitadi na spada še ta nanjo zavoj kondidjonah, ke no se obrenčejo našje judje. Tu kumun ve njesmo jih poslali, zak ’ no uajar mer-kejta, na smo je poslali, zak ’ no se interesajta za naše bizunje. Ce no se čujejo braniti naše interese, no dejta dimišjoni, saj majedan u jih ne darži upnete za kumun. PODtONESEC Demostracije prnot krivicam v Črnem vrhu Žene presjekle ieljezno ni! za protest - Karabinjerji tu paražon spravil štjeri može - Ljudje zahtevajo, de se jim zgradi cjesta Naša vas je ta narbuj težka vas ne le Nadiške doline, ampak cjele Slovenščine. Usak, ki gre iz Stupce u Črni vrh po starmi an nevarni pot, ki je nje para u cjeli videmski provinci, muore uón daržat jezik an se pošteno potit še če gre prazan. Če pa muo-ra nest brjeme na harbatu, kadar pride gor, ima potrjebo svetega o ja. Mi Černovršani smo usi zmaltrani od djela, ker muormo parnest u vas use na harbatu po starmih stazdh an po kamanju skuoze čela. Kadar gremo u dolino al pa u Čedad, nas že iz hoje spoznajo, de smo iz Črnega vrha... Oblastniki an usi poglavarji tjera-jo od nas dauke an nas hvalijo, de smo barki Talijani, ker zvestuo pla-čuvamo tud visoke dauke, če nam jih naložijo. Kadar pa jih prosimo, de naj boju tud oni barki taljanski poglavarji de nam nardijo cjesto, ki že tekaj nam jo obečuvajo, posebno pa še kadar se bližajo votacioni, takrat njesmo več barki Talijani ampak revolucijonarji. Takuo sada so bli nastavli željezno nit za vlačit blaguo iz Stupce u Črni vrh. Pametno djelo, če bi želje zn a nit služita za paršparat ljudem fadijo an stroške. A kadar so ljudje vidli, de tisti, ki so jo nastavli, njeso imjel druzga namjena ku svoje interese djelat an de teleferika bi bla za nje mouzna krava s katjero bi oni veliko obogat-jeli so protestirali na use kraje an tjerjali de naj željezna nit bo od use vasi an ne samuo od nekatjerih. Ker pa usi protesti njeso nič pomagal, so čmovrške ženč, u cajtu velike maše na praznik sv. Roka, presjekle s sek-jero željezno nit, ki se je potočila not pod čelo. Nič nje pomagalo, de fi-nancoti so paršli proč potiskat žene an branit željezno nit, ker možje so partekli branit svoje ženč an finan-coti so muorli pustit dok nit nje bla u potoce. Popudne so paršli karabinjerji in so pejal u čedajske paražone naše va-snike Cenčič Alojza, Cenčič Jožefa, Spekonja Angela an Spekonja Nardina, a so jih za par dni buj poznó von spustil. Sada je usa pravica na nogah an djela preiskavo za zvjedet, de kaduo je odgovoren za to babjo rivolucjon an za mu nabasat špeže za škodo, ki so nardil željezni niti. Brez nobedne preiskave, usak pamet an človek muora zastopit, de usa odgovornost spada na naše poglavarje, ki je nečejo zastopit, de Crnovr-šani so ljudje ku ti druz, ki plaču vajo dauke za plazuove an za grape med katjerimi muorejo živjet an tarpjet an de zatuo imajo pravico im-jet cjesto ku ti druz. Saj jim je bla ta cjesta stuo an stuokrat objubjena. Nje čude, de kadar vidijo, de jih imajo takuo očitno za norcà, ker so ubogi gorjani, tud potarpežljivi črnovršani zgubijo an pokažejo svojo jezo kakor so jo pokazal na praznik svetega Roka... IO E LA PITTURA SIAMO TUTT’UNO Essere vere, intere, adulte consapevoli ma senza perdere gli «occhi delVinfanzia» L’arte è mille cose. Ecco, credo che nasca così. Prima si lascia che l’anima canti la sua gioia o il suo dolore, poi si scoprono le note. Essa è all’inizio puro rovesciamento di quella voce che secondo me non giunge esattamente dalla mente ma da poco sopra il cuore, da un punto circa tra cuore e gola. È quella roba che se non esce diventa nodo e che, sia fatta di cose gioiose o tristi, dà comunque un senso di acuto dolore finché non si libera. La vita di una donna nel mondo dell’arte può essere come un grande prato di primavera, ma delimitato da saracinesche invisibili. Quando maggiormente ne gioisci e hai l’illusione di poter spaziare liberamente, rischi l’inzuccata. Forse questo è anche il segno del cambiamento generale nel mondo femminile, gli spazi decisamente più vasti, le schiarite agli orizzonti, ma ancora oscuri ostacoli qua e là, mimetizzati e subdoli. La pittura ed io siamo tutt’uno. Non abbiamo mete prefissate, ci facciamo compagnia, semplicemente, giorno do- po giorno. Per me vivere l’arte significa far uscire senza condizionamenti quella musica che c’è dentro. Nel mondo artistico spesso si rischia di essere derubati di questo tipo di libertà. Allora occorrono antenne speciali, collegate diretta-mente alle tue radici, per non farti perdere il senso di ciò che davvero vuoi e nello stesso tempo capaci di captare tutti gli umori nuovi della società per stuzzicare la tua creatività. Occorre essere vere, intere, adulte consapevoli ma non perdere mai gli «occhi dell’infanzia» perchè è da essi che ci può giungere la capacità di ridare sapore alle cose più semplici della vita, a quelle che la nostra corsa frenetica ci farebbe dimenticare nell’angolo. Non ci devono essere strappi o spacchi, qualsiasi itinerario si percorra. Per poter proseguire il cammino in modo costruttivo ci si dovrà sfrondare un po’, ma mai sradicare. Nel mondo dell’arte gli ammaglia-menti sono tanti e, specialmente se si è raggiunto un certo successo, le possibilità di spacco sono molteplici. Se una mattina ti svegli impregnata di sogni fasulli e infili una via, rischi di trovarti pochi passi di più in là senza sapere più bene chi sei. Così raggiungerai forse la possibilità di riempirti le tasche, di circondarti di cose, ma a chi dirai tutto quello che il cuore non riuscirà a trattenere? Io amo tantissimo la pittura, ma mi ha dato fiducia in me stessa, mi ha fatto osare sempre di più nel manifestare i miei sentimenti e così ho ricevuto in cambio il prezioso dono della stima e dei pensieri più veri di chi incontro. Non è stato facile. Anche nel mondo della pittura, non tutto è sereno come può sembrare sulla scena. Dietro le mie quinte ci sono ancora tante acrobazie per conciliare la vita di madre, moglie e maestra con quella di pittrice. Agli inizi, e parlo dei primi anni ’70, non c’era libertà di scelta. Per essere una «donna normale» dovevo relegare la pittura nelle ore notturne. La donna che dipingeva, allora era sicuramente un dilettante perditempo che si concedeva tale lusso per chissà quale forma di noia. Sembrano accuse lontanissime, eppure sono passati solo 15 anni. Anche questo potrebbe essere uno dei segni delle conquiste femminili e della maggior fiducia di cui godiamo. Ricordo che le prime volte che ho osato dipingere alla luce del giorno, per sentirmi in pace con la coscienza, mentre la biancheria da stirare cominciava a far montagna, non usavo l’espressione: «Ora vado a dipingere» ma «Ora vado a lavorare». Così tramutavo un hobby troppo lussuoso in mestiere. Fuori c’era la nebbia. Mi svegliavano la mattina nuove campane. Troppo vicino era il loro suono e giungeva un po’ arcigno. Giù nella via, le prime voci di curiose massaie che si raccontavano le novità del mattino. Bisognava alzarsi, pensare alla casa, alla famiglia, al pranzo. Ma piano piano mi rapiva un pensiero. Il suono delle campane sembrava allontanarsi e diventava sommesso e suadente richiamo. Affioravano immagini stupende di valli verdi con le chiesine sulle colline, il bagno nel mastello, i calzetti bianchi della domenica. Ahimè, quanti minestroni ho bruciato e poi quei soffritti di cipolla che an- davo a mescolare cento volte tra una pennellata e l’altra e, infallibilmente, dopo tanta cura, riuscivano a sfuggirmi all’ultimo istante. Quante ore al cavalletto sempre con il piede in fuori, pronto ad avviarsi ad una qualsiasi attività familiare. Ne è valsa la pena. Da piccola pensavo che oltre al cerchio delle montagne che abbracciano la mia valle ci fosse l’America, terra dei nostri emigranti. Quando giù, verso l’apertura, vedevo il sereno, pensavo che sarebbe stato bello affacciarsi e guardare. Più crescevo e più m’incuriosivo, ma avevo paura. Sembrava che uscendo dalla mia valle mi sarei dovuta perdere. Non sapevo allora che la mia terra e la mia gente mi avevano donato, come passaporto per l’universo, un bagaglio prezioso. In esso ho trovato esempi di volontà cocciuta, capacità di tolleranza, vecchia saggia umiltà e amore genuino per la gente e la natura, ma ho trovato anche una strana silente paura. A questo bagaglio spero di attingere sempre, adeguandone i contenuti al tempo in cui vivo che, talvolta, fa venir voglia di correggere un po’ di tolleranza ed umiltà con sana superbia di consapevolezza e... non aver più Paura- Loretta Dorbolò No samo pot Sam si ti, sama ja, sama dua seuà. Pur se čujaua, pur se iščeua, sama dua ni viua, či seuà. Na sama pot nes čaka, usak suo pot mi greua, sama dua ni viua, či seuà. Ko pote se dojdajo, no samo pot mi pojdaua: dardo ke — sa ni vi, dardo kadà — koncà sa ni zna. Eno samo pot Sam si ti, sama jaz, sama sva oba. Vendar se slutiva, vendar se iščeva, sama ne veva, kdo sva. Ena sama pot naju čaka, vsak svojo pot greva, sama ne veva, kje sva. Ko poti vkup prideta, po eni sami poti pojdeva: do kod — se ne ve, do kdaj — konca znati ni. Silvana Paletti Žena, ki diela d v bi muorla imiet Mimoza, tist je barva Puno reči se je spremenilo. Kar san bla ist mlada smo muorle iti po svie-te gledat dielo. San bila šele otrok, imiela san 14 liet an san šla v Torin an potle u Milan. Takuo ko ist puno drugih. Ka smo šle dielat? Dikle. Dielo je bluo zaries težkuo, v družinah kjer smo dielale so bli marzli, nieso bli zlo gentil, so ti dal zastopit, de niesi nič, de ti niesi ku oni. Se je die-lalo brez obednega oraria, puno ur an za Ion ti niso diel še kontributu... Kar smo miele zadost liet za pasa-port smo šle pa v tujino, v Inghilterre, v Zvicero an takuo napriej. Bluo je drugač an so te rispetal ku adnega človieka, ku dieluca. So ble tudi ferie, ki smo jih težkuo čakal, zak v mislih smo miei sejme Tle doma pa so nas čakal drugi Problemi, zak smo ble čeče. Ob Avemariji je muorla bit čeča doma, čene nie bla poštena. Vsi so guoril ob njo, matera so ble pa v velikih skarbieh. Za ne guorit, kaj ratalo če je adna obliekla bargeške... Kar čeča se je oženila po navadi je sla za neviesto. Ratala je žena, neviera, an mama, navadno od puno otruok. Diela je bluo puno, skarbi pa se vič. Mož deleč od duoma za kak frank zaslužit, te druge dielo je ostalo pa ženi. An prat na ruoke... hiše brez obedne «comodità». Za cepit, «vacinavat» otroke smo jih muorle tle s Topoluovega nest ta na ruoče par nogah daj do Hlocja, doh pediatru pa daj v Škrutove. Tako je bluo življenje za žene. Puno diela, ki ni bluo nič konsiderano. Za nas, kar smo se oženile je bluo ku bit dikla nazaj: samuo dielo an nič druzega, če-glih muoram reč, de smo vse tuole nardile rade, z ljubeznijo za naše otroke. Sada so se reči spremenile na buojš, za videt tuole je zadost de se pogledamo oku. Tuole me veseli, ma mislim de žena muora še iti napriej, zak vidim, de je še puno problemu za njo. Recimo za ušafat dielo. Zena šele težkuo ušafa dielo, vzamejo raj moža, zak mislim se bojo, de čeča priet al potle se oženi, rata mat an tuole pride reč, de za niekej cajta jo na bo na diele, Jo bojo pa muorli plačjat vsedno. Ženo bi muorli še buj konsiderat. Prave «uguaglianze» pa na bo nikdar, zak bo nimar žena tista, ki bo muorla buj skarbiet za družino, za otroke an če ji mož pomaga. Zatuo mislim, de bi jo muorli vzet ta na dielo ko moža, brez ji dielat težav. Kar ima otroka pa mislim, de bi ji muorli dat vic miescu al pa kajšno lieto za ostat doma dok na otrok zrase tkaj de ga lahko dene kam. Žena pa, ki čje ostat doma, se decidi dielat ta doma samuo za družino bi bluo trieba, de bi bila placjana, de bi miele Stipendio an «casalinghe». Romilda Filipig Je nazaj marč. Cajt takuo pasa, de prazniki pridej še pried ku se pozabe-mo na tiste lanskega lieta. 8. marec je zgubil njegà parvi po-mien, žene so stopile an korak napri, so ušafale an prestor, čelih nie konca, kjer je šele puno vprašanj. Pa način jih ždviet se je spremeniu kuk se je spreme-niu tele 8. marec: od borbe zauečene po potieh, do ne borbe buj tihe, buj po-misljene, naj bo za tiste probleme, ki nas vse koinvolgijo, naj bo za kar naprave usaka od nas usak dan. Je nazaj marč an ku viden mimozo na moren stuort di manj jo ukupit: tiste armenò, barva an sonce, je pru na barva življenja. Za usako od nas življenje je vič al manj armeno, use je odvisno donas od nas, od temperamenta usake od nas, od načina, kuo primemo življenje, od načina kuo vič al manj potiskamo u tel sviet za ujet an prestor za nas. Ne miere za postiskat jo nie, kajšni je zadost malo, kajšna se trudi celo življenje an nie zadost. Pa usaka muore dat use kar more, armenò je na barva vesela, živa. Mimoža ima močan duh, se jo čuje na delečin, so jo čul an možje, ki vedo de smo buj močne, buj trdne. Čelih je puno diela, muormo se trudit, muormo stat use kupe za ohranit an širit naš krog, za de usak rata veza od kroga, za de usakemu pride volja noge ganit, pru ku kar čujemo rimoni-ko, ki gode. Buj krog rata velik, buj možnost bo imel usak se obogatit, se udeležit življenja kroga, ohranit naše tradiejone, našo vrednost, našo kulturo, naš jezik. Vsi kupe bomo imiel buj možnost se razvit, gledat napri na nove načine (forme) delovanja, pa ne pozabimo gledat uoz kroga, ne akontentajmo se ostat kjer smo: se na živi samuo od kruha an siera. Tuole vaja za vse, može an ženč. Marina Cernelig Minim atajur SCHEDA STORICA 20 - Dal Matajur Alboino ammira l’Italia L 'Italia bizantina prima della migrazione longobarda «Allora Alboino divise le sue terre, cioè la Pannonia, tra gli Unni suoi amici, con il patto che se i Longobardi fossero stati costretti a tornare indietro, potessero riprenderle. Ciò fatto i Longobardi si affrettarono con le mogli, i figli e con tutti gli averi verso l’Italia, arsi dalla voglia di conquistarla. Avevano abitato la Pannonia per quarantadue anni. Andarono via il secondo giorno dopo la santa Pasqua, la qual festa - secondo i calcoli - cadde in quell’anno il primo di aprile, essendo già trascorsi cin-quecentosessantotto anni dall’Incarnazione di Nostro Signore». Così racconta Paolo Diacono, scrivendo in latino, la partenza dei Longobardi dalle terre d’Ungheria. Nel 568 infatti avvenne la grande moltitudine di popolo ai confini estremi dell’Italia, salì sul monte più alto di quei luoghi e da lassù contemplò, fin dove potè spingere 10 sguardo, le terre che gli si aprivano intorno. Quel monte si chiamò per questo monte del re». Era 11 Matajur? Il racconto continua: «Di qui, entrato nella Venezia, che è la prima provincia d’Italia, Alboino si impadronì senza ostacolo alcuno, della città di Cividale.» E poi: «Pensando a chi dover lasciare il comando di quei luoghi stabilì di porre a capo di Cividale e di tutta la regione Gisulfo, suo nipote scudiero. Gisulfo ottenne il titolo e la dignità di duca». Ottenne di poter scegliere di tenere presso di sè le principali famiglie longobarde. Così ebbe origine a Cividale il ducato longobardo. Per prendere Pavia invece Alboino dovette sostenere un assedio di tre anni e vi stabilì quindi la capitale del suo regno. A raccontare le storie dei Longo- Ijawtw uwumi»«!iq; > Xitjtì yt»*' ■JVnu»v» »j ***‘4 »•v«■ 1 'K* ìr^dt, : '**j M » >mjr «*«*:£. j | Una pagina della Historia Longobardo-rum (Storia dei Longobardi) di Paolo Diacono bardi fu Paolo Diacono, nato a Cividale nel palazzetto, si dice, della piazza dove si svolge il mercato del sabato. M.P. Croce longobarda di Gisulfo d'oro e gemme preziose migrazione di due-trecentomila Longobardi in Italia. Qualche giorno prima essi avevano celebrato il battesimo collettivo (tanti insieme) di rito ariano, per Pasqua. I Longobardi erano popoli Germani e avevano già migrato da altri paesi del nord. Racconta ancora Paolo Diacono: «Essendo giunto Alboino con tutto l’esercito e con una grande Cavaliere longobardo raffigurato in una placca di metallo sbalzato Napake pa take Poišči napake in vpiši točne črke v prazna polja. Dobil boš ime cvetice Minirebus \#r iit F?-. ✓ Poišči imena treh ptic in jih vpiši vodoravno v prazna polja. Navpično boš dobil ime četrte ptice. Pust v vartcu ‘PANEs sTmAJ )e ,|V0 Še LA, à 'Ravenna Sl AR NERO Rimini Costantinopoli „ , Isole Cordova/Baleari Roma Cadice Antiochia Cartagine Creta Gerusalemme Alessandria Spedizioni dei generali \ di Giustiniano Impero nel 527 Territori riconquistati da Giustiniano (Iz Galeba febr. 1985) I RISULTATI la Categoria Valnatisone-Codroipo 0-0 2“ Categoria Audace-Paviese 1-0 38 Categoria Savognese-Tricesimo 2-1 Nimis-Pulfero 2-1 Under 18 Bressa-Valnatisone 0-2 Giovanissimi Donatello-Valnatisone 2-0 PROSSIMO TURNO la Categoria Pro Tolmezzo-Valnatisone (a Gemona) 2a Categoria Union Nogaredo-Audace 3a Categoria Pulfero-Savognese Under 18 V alnatisone-Donatello Giovanissimi V alnatisone-Gaglianese Amatori Tabacco Udine-Real Pilifero 2-2 INTERVISTA AL PRESIDENTE CAPPANERA E AL DIRETTORE SPORTIVO CONT II Veloclub Cividale- Valnatisone volta pagina La squadra dei dilettanti assieme al dir. sportivo Ivano Cont a sinistra e il presidente della Banca Popolare di Cividale Lorenzo Pelizzo e il presidente della società Giovanni Cappanera a destra LE CLASSIFICHE la Categoria Spilimbergo 28; Codroipo, Pro Faga-gna 23; Torre 22; Tamai, Valnatisone 21; Flumignano 20; Torreanese, Cividalese 19; Azzanese, Julia 18; Pro Aviano 16; Pro Tolmezzo, Tavagnàfe-let 15; Olimpia 14; Spai Cordovado 6. 2 partite in meno: Olimpia; 1 partita in meno: Codroipo, Pro Fagagna, Tamai, Torreanese. 2a Categoria Sangiorgina Udine 26; Serenissima Pra-damano 25; Aurora L.Z. 22; Bressa 21; Asso, Colloredo di Prato, Gaglianese 20; Natisone 19; Audace, Lauzacco 18; Union Nogaredo, Dolegnano 16; Pa-viese 15; Stella Azzurra 13; Azzurra Premariacco 8. 1 partita in meno: Audace, Sangiorgina, Bressa, Aurora L.Z., Natisone, Lauzacco, Corno, Paviese, Union Nogaredo, Azzurra Premariacco. 3a Categoria Bearzi 24; Reanese 23; Alta Valtorre 20; Comunale Faedis, Tricesimo 17; Ci-seriis 16; Pulfero, Savognese 14; Fulgor 13; Nimis, Chiavris 12; Togliano 10; Savorgnanese 6. 2 partite in meno: Pulfero, Savognese, Reanese, Tricesimo, Nimis, Ciseriis; 1 partita in meno: Alta Valtorre, Bearzi, Chiavris, Fulgor, Comunale Faedis, Togliano. Under 18 Valnatisone 30; Donatello 24; Bearzi 23; Bressa 22; Rizzi Ì8; Olimpia 17; Forti & Liberi 16; Aurora L.Z. 14; Torreanese 13; Stella Azzurra 10; Nuova Udine 8; Chiavris 7; Comunale Faedis, Martignacco 6. 3 partite in meno: Bearzi, Chiavris, Martignacco; 2 partite in meno: Stella Azzurra, Bressa, Olimpia, Nuova Udine; 1 partita in meno: Donatello, Forti & Liberi, Rizzi, Torreanese, Aurora L.Z.. La classifica è aggiornata alla settimana precedente. 1 MARCATORI 20 reti; Barbiani Cristiano; 16 reti: Liberale Carlo; 6 reti: Rot Žarko; Petricig Walter; 5 reti: Stulin Adriano, Simonelig Marino, Caporale Faustino, Miano Massimo, Chiacig Walter; 4 reti: Chiacig Flavio, Paravan Alberto, Secli Roberto, Stacco Daniele, Trinco Fabio; 3 reti: Specogna Roberto, Birtig Roberto, Birtig Fiorenzo, Osgnach Michele; 2 reti: Dugaro Stefano, Dugaro Antonio, Medves Massimo, Ferrari Paolo, Marchig Adamo, Clavora Mauro, Be-cia Gabriele; 1 rete: Gariup Marino, Coceano Francesco, Terlicher Federico, Moreale Renato, Clodig Marco, Macorig Luciano, Crainich Leonardo, Vidic Michele, Ber-tossin Alessandro, Campanella Massimiliano, Dorbolò Emiliano; Marinig Marco, Jussig Ezio, Cosson Gianni, Maiolino Mario, Caucig Robi, Szklarz Federico, Lippi Massimo, Zilli Fabio. migliore difesa ? : reti: Under 18 e Giovanissimi valnatisone J6 reti: A.S. Savognese; 7 reti: A.S. Pulfero; 8 reti: G.S.L. Audace, U.S. Valnatisone; *0 reti: Esordienti Audace; reti: Esordienti Valnatisone Alla presidenza del Veloclub Cividale-Valnatisone è stato riconfermato Giovanni Cappanera che da oltre un ventennio fa parte del consiglio direttivo della società. Questa si è presentata sabato 28 febbraio alle autorità locali ed alla stampa, presso la sala della Società Operaia di Cividale. Era presente anche il presidente della Federazione Ciclistica del Friuli-Venezia Giulia, Poles. Le due formazioni che gareggeranno questa stagione sono così composte e dirette: Squadra dilettanti 2a serie: direttore sportivo Ivano Cont; Bello Paolo, Castellano Dino, Delle Vedove Andrea, Gasparutti Luciano, Ghisleri Cristiano, Lorenzutti Marco, Modonutti Sandro, Novelli Franco, Riccato Renato, Simo-nitto Pilade. Squadra Esorienti: direttore sportivo Nerio Mansutti, Cont Alberto, Scuor Lucio, Siega Denis, Flocco Graziano, Bordon Igor, Salamant Fabio, Cantoni Stefano, Duriavig Luca, Flocco Gianni, Domeniš Michele, Fon Federico, Oballa Paolo, Medves Achille, Petricig Fabrizio. A stagione appena iniziata abbiamo intervistato il presidente ed il direttore sportivo dei dilettanti. Giovanni Cappanera, lei è da quindici anni saldamente alla presidenza del Veloclub Cividale-Valnatisone. Ci illustri quali sono i problemi e le aspettative per la stagione che stà per iniziare. Al momento dell’intervista, che stiamo effettuando, è iniziata la nostra stagione con la partecipazione alla prima gara a Mareno di Piave nel Veneto, con la neocostituita squadra dei dilettanti. È questa una stagione di transizione e contemporaneamente un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza. Transizione ed arrivo per quanto riguarda la formazione dei dilettanti che dopo tanti anni ritorna ad essere schierata con i nostri migliori elementi, cresciuti nelle formazioni minori: sono affiancati da validi ragazzi che in passato avevano già vestito la maglia biancorossa, più alcuni prelevati da altre società. Questi validi protagonisti delle passate stagioni potranno gareggiare ai massimi livelli dilettantistici, e forse qualcuno fra loro un domani potrebbe - io me lo auguro - passare nella categoria maggiore dei professionisti. È un punto di partenza invece per quanto riguarda la formazione degli esordienti. Ripartiamo quest’anno, con una nuova «nidiata» di ragazzini, alle prime armi con la bicicletta. Provengono dal Cividalese, ma soprattutto dalle Valli del Natisone. I nostri programmi riguardano l’attività organizzativa ed agonistica imperniata su queste due categorie. Organizzeremo delle manifestazioni lungo le strade delle Valli del Natisone e del Cividalese, partendo il 3 maggio con la gara per Esordienti a Cividale, per finire la nostra attività organizzativa il 3 agosto con il gran premio Benedii a Pulfero. I problemi questa stagione sono venuti ad accrescersi soprattutto in seguito al fatto che la Banca Popolare (sponsor negli ultimi sei anni della nostra società) ha modificato la sua strategia pubblicitaria a partire dall’inizio del 1987, ritenendo di non appoggiare la sponsorizzazione che ci sorreggeva. Colgo l’occasione per ringraziare l’istituto civialese per quanto ci è stato dato in questi anni, nel contempo rivolgo un appello alle forze politiche ed economiche, perchè sostengano queste nostre iniziative. Solo con il loro aiuto potremo continuare a svolgere ad alti livelli la nostra attività. Quali sono le intenzioni e gli obbiettivi della stagione? Lo abbiamo chiesto a Ivano Cont, direttore sportivo dei dilettanti. Dopo i tempi lontani in cui gareggiavo nei dilettanti, quest’anno abbiamo rilanciato questa categoria. Cerchiamo di farci la «gamba» cercando di imparare e speriamo di potere mettere la nostra ruota davanti a quelle degli avversari quanto gareggeremo sulle nostre strade. I ragazzi sono validi e con loro ga-reggierà Franco Novelli che sarà il direttore sportivo in corsa. Con la sua esperienza sarà un valido aiuto e certamente un esempio da seguire per i più giovani. In passato, da Gasparutti a Simonit-to, i miei ragazzi hanno ottenuto risultati di buon livello. Spero che anche quest’anno facciano qualche impresa degna di loro. Anche se non mi stanco di ripetere che hanno molto da imparare avendo cambiato categoria. Ma non c’è fretta, prima o poi i risultati verranno. Sono molto contento che Nino Cic-cone sia riuscito a creare la formazione degli Esorienti con ragazzi di S. Pietro e delle Valli dove quasi tutti praticano il calcio. I sei ragazzi che ho visto all’opera in palestra mi hanno fatto una buona impressione. Penso che devono imparare a gareggiare, ma negli anni futuri spero che si facciano strada, ripetendo le imprese di quelli che li hanno preceduti e che ora gareggiano sotto la mia guida. Paolo Caffi PALLAVOLO In prima divisione «l'Ape... vola!» Ha iniziato bene la Polisportiva di S. Leonardo, Apicoltura Paola Cantoni, ottenendo nei due incontri finora disputati due schiaccianti vittorie: 3-0 in casa con l’Arteniese ed espugnando per 3-1 il campo del Bressa. Qui sotto pubblichiamo il calendario delle gare, con le date degli incontri di andata e di ritorno. Auguriamo alle ragazze di continuare il campionato, come lo hanno iniziato. Allo sponsor continuando di questo passo, potrebbe certamente spon-tare qualche cappello grigio, pensando ad un’altra promozione. CALENDARIO DI la DIVISIONE FEMMINILE DI PALLAVOLO 1“ GIORNATA 21/2 11/4 Lavoratore-Bressa Pol. S. Leonardo-Arteniese Remanzacco-Comeglians Rivignano-Cassacco 2a GIORNATA 28/2 25/4 Comeglians-Rivignano Arteniese-Remanzacco Bressa-Pol. S. Leonardo Cassacco-Lavoratore 3 8 GIORNATA 7/3 2/5 Pol. S. Leonardo-Lavoratore Remanzacco-Bressa Rivignano-Arteniese Cassacco-Comeglians 4“ GIORNATA 14/3 9/5 Arteniese-Comeglians Bressa-Rivignano Lavoratore-Remanzacco Pol. S. Leonardo-Cassacco 5a GIORNATA 21/3 16/5 Pol. S. Leonardo-Remanzacco Rivignano-Lavoratore Comeglians-Bressa Arteniese-Cassacco 6a GIORNATA 28/3 23/5 Bressa-Arteniese Lavoratore-Comeglians Rivignano-Pol. S. Leonardo Cassacco-Remanzacco 7a GIORNATA 4/4 30/5 Remanzacco-Rivignano Comeglians-Pol. S. Leonardo Arteniese-Lavoratore Cassacco-Bressa VELOCLUB CIVIDALE VALNATISONE Il sindaco di Cividale Giuseppe Pascolini assieme alle autorità durante la presentazione delle squadre della Società TUTTOSPORT VSE O ŠPORTU La Valnatisone poteva conquistare l’intera posta in palio contro la seconda in classifica. Un’inspiegabile annullamento, al 17’ della ripresa, di una regolarissima rete di Secli ha negato agli azzurri la meritata vittoria. Da notare inoltre l’infortunio subito dal portiere locale Venica degnamente sostituito da Corredig. Domenica prossima difficile trasferta a Gemona per affrontare il Pro Tolmezzo assetato di punti. Audace vittoriosa alle spese della Paviese, una neopromossa che ha avuto due occasioni per passare. Chi sbaglia paga e Stulin Adriano di testa ha mandato il pallone alle spalle del portiere ospite. Domenica trasferta a Nogaredo contro la rilanciata Union ritornando a casa se possibile, almeno con un punto. Il Pulfero rimonta l’autorete iniziale subita a Nimis; due espulsi favoriscono i padroni di casa, che hanno molta fortuna, in quanto gli arancioni subiscono la seconda autorete della giorna- IN ATTESA DEL DERBY DI DOMENICA A PULFERO La Savognese raggiunge gli «arancione» ta. Domenica il derby casalingo con la Savognese. La Savognese ritorna al successo superando il blasonato Tricesimo. I gial-loblù regalano al loro allenatore (laureatosi venerdì scorso all’Università di Trieste in pedagogia, auguri da parte nostra) un successo che permette l’aggancio del Pulfero. Dopo avere, nel primo tempo fallito tre occasioni. Nel secondo le due reti del rientrante Trinco e di Rot permettono di concludere vittoriosamente la gara. Domenica pros- sima tenteranno il sorpasso degli ara-cione, naturalmente padroni di casa permettendo. Under 18 sugli scudi con il rotondo successo ottenuto sulla temibile compagine del Bressa, che ha dovuto subire anche la sconfitta casalinga, con lo stesso risultato dell’andata. Stavolta i ragazzi di Barbiani erano largamente incompleti, però hanno dimostrato che nonostante i continui contrattempi (infortuni, squalifiche ecc;) meritano di vincere il campionato. Se malauguratamente ciò non si verificherà, non sarà certo per causa loro. Domenica prossima l’importante, gara con il Donatello a S. Pietro sarà certamente una gara da affrontare con la massima concentrazione. I Giovanissimi, al terzo tentativo sono riusciti ad effettuare la gara col Donatello, anche se sono stati sconfitti. La mancanza di allenamento è stata la causa principale. Sabato a S. Pietro affronteranno la Gaglianese nel derby. Marino Simonelig - Pulfero Emiliano Dorbolò - Giovanissimi Valnatisone Stran 8 5. marca SOVODNJE Pust je, pust bo... Klabuk na glavo, kaka piščiela, veseli obrazi an je biu subit pust, takuo tudi za otroke, ki so na fotografiji. So tisti, ki so hodil v šuolo go par Mašerah lieta 1963. Med njimi so tudi dvie meštre, ki so jih učil: Dina Bergnach iz Čeplešišč an Olga Coceanig iz Čedada. Poštiejta, ki dost jih je bluo an pomislita de, so par-hajal samuo iz treh vasi: iz Mašer, Jeline an Duša. Seda šuola go par Mašerah je zaparta, ostanejo samuo lepi spomini, ku tela fotografija, ki nam jo je parnesla Giovanna iz Duša. Paš al se zapozna kajšan od vas? SPETER Nov doktor v Barnasu Novi Matajur odgovorni urednik: Iole Namor Fotokompozicija: Fotocomposizione Moderna - Videm Izdaja in tiska Trst / Trieste H ®nr Settimanale - Tednik Registraz. Tribunale di Trieste n. 450 Naročnina - Abbonamento Letna za Italijo 19.000 lir Poštni tekoči račun za Italijo Conto corrente postale Novi Matajur Čedad - Cividale 18726331 Za SFRJ - Žiro račun 51420 - 603 - 31593 «AD1T» 61000 Ljubljana Kardeljeva 8/II nad. Tel. 223023 Letna naročnina 2.000 din posamezni izvod 100 din OGLASI: 1 modulo 34 mm x 1 col Komercialni L. 15.000 + IVA 18% Vesel pust z noni v dvojezičnem vrtcu Otroci vrtca, prvega razreda in popoldanskega pouka dvojezične šole v Špetru, so v petek popoldne, 27. februarja povabili stare starše na pustno praznovanje. Različne pustne šeme so veselo pozdravile prihod non in nonov (babic in dedkov), zaplesale so okrog njih in jih zavile v pisane raznobarvne trakove. Ne samo s trakovi, ampak tudi z iskrenim prijateljstvom so se prisotni povezali med seboj, saj se tako pogosto sre- čujejo v našem centru; prav oni, ki so vedno govorili v našem slovenskem narečju, so naučili svoje otroke narečje in končno sedaj veselo poslušajo nečake, kako pojejo in recitirajo v slovenščini. Malčki iz vrtca so jim zapeli pesmico Jaz sem muzikant in igrali na kartonaste štrumente; prvošolčki pa so nagajivo postavili prisotnim uganke in jim dali v nagrado darila s pustnimi presenečenji. Vsi skupaj so še zaplesali in zapeli. Na koncu pa so stari starši povabili nečake in vse prisotne, ki jih je pritegnila radovednost v naš center, na posladek z raznimi tradicionalnimi pustnimi slaščicami. Mija K. GRMEK So adni, ki ker so fraj, imajo prost čas se zabavajo, imajo njih «hobby», drugi pa, ki gledajo zbuojšat an obo-gatiet njih znanje an kulturo. Adan od telih zadnjih je Luigi Venuti, ki uči u Sauodnjem an živi v Barnasu. V petek 27. februarja je Venuti kon-čau njega študje na Tržaški univerzi in je postal pedagog. Branu je njega diplomsko nalogo «La conversazione guidata nella tecnica didattica» z uspeham. Novemu doktorju, naj gredo naše čestitke. Felicitazioni sentite al neo dottore Luigi Venuti di Vernasso che si è laureato il 27 febbraio scorso all’Università di Trieste in pedagogia, discutendo brillantemente la tesi «La conversazione guidata nella tecnica didattica». Telefoni utili: ospedale civile di Udine 4991, ospedale civile di Cividale del Friuli 730791; questura 113; carabinieri 112; vigili del fuoco (soccorso) 22222; vigili del fuoco (incendi) 212020; pronto soccorso 730000; Še adnega nepriljubljenega gosta Garmiški aministratori an vsa skupnost telega kamuna ima spet pred sabo problem nepriljubljenga gosta. V malo besied, poviedano preča bi muo-ru prit živet gor h Hlocju za tri lieta na prisilno bivališče (soggiorno obbligato) Giuseppe Fratta iz Santa Maria Capua a Vetere. Takuo je sporočila kvestura iz Catanie. Občinski odbor se je subit zbrau an napravu no delibero, ki je tudi pošju vsem časopisom v naši deželi pa tudi po vsi Italiji. V teli deliberi ponovi proteste, ki so bile ko je imeu Garmak par-vega «gosta» Antonio Libertone, le iz tistih krajih. Je zaries smiešno, pru za pru se je za jokat, de v majhanim kamunu kot je Garmak, kjer nie diela še za te domače, nie zadost hiš, kjer ne brez velikih težav se gleda zbuojšat živlienje judi, pride adan, ki niema pru čisto viest an se mu muore dat hišo an dielo. Tudi tele reči bi muorle miet pred očmi oblasti, kar vzamejo take odločitve, ne samuo fakt, de ima Garmak te prave ka-rateristike za sparjemat take «Šenke»: število judi an karabinierje. Naj bo takuo al drugač, ko je biu paršu parvi gost Libertone so vsi j udje an sevieda aministracjon protestai moč-nuo. Še buj močnuo protestavajo do-nas, ker čujejo de jim je bla spet nare-ta krivica. PISE PETAR MA TA JURA C Kristus, varnise u Palestino! Ne buoj se, če te še enkrat lotijo na krit zavojo ljubezni do blitnjega. Pojdi hitro dol, kjer si se rodiu, kjer si začeu učit ljubezan do blitnjega, kjer te nieso nič zastopili in se donas bratje koljejo, ubivajo med sabo. Pojdi dol, oni te potrebujejo. Oni te nieso zastopili in tle v Evrop, na drugih kontinentih, kjer pravijo, kjer govorijo tvoje besiede, tvoje parglihe, parabole, kjer pridgajo, da vierjejo u te, u Svet Vangel, so te še manj zastopili! Morebit, de te nieso zastopil, ker si po arabsko govoriu, kot neč-jejo zast opit mene, kadar govorim po slovensko. Na vsako vito so hinavci, falš, zak pridgajo tvoje učila, govorijo tvoje besede pa se ne obnašajo po njih. Čeglih si se rodiu, tiveu in pridgou dol u Jutrovih deielah, nisi imeu dost ljudi, ki ti je sledilo, čeprav si delau čudeie. Vse, kar si zaslutu, je biu velik krit, ki si ga nesu na Kalvarjo. Za Kalvarjo, nad Kalvarjo in pod Kalvarjo se donas ubivajo tvoji bratje med sabo, morebit tudi zatuo, ker nieso vierval u jubezan, ki si jo oz-nanju glih takuo kot tisti, ki po raz- nih kontinentih pridgajo drugim tvoje učilo, a sami ga ne spoštujejo. Mi se hudo zdi, da te pošiljam nazaj dol, kjer si se rodiu, zak sem biu adan od tistih, ki sem ti zaries vier-vu. Ne misli, da sem te zavargu, za-pustu. Ne! Rad pa bi vsedno predi-skutiru s tabo nekatere pravila, učila, parglihe. Rad bi biu, da mi jih pojasniš, ker nieso zadost jasne. Da ti povjem za tole, o kateri sem te puno mislu in nazadnjo sem se začeu jezit. U nedeljo 22. februarja sem pri Sveti maši spet poslušu evangelj o par-vem in drugem licu, o tem, da se ne smieš upriet nasilju... Če ti dajo pla-ter na eno lice, nastavi drugo... Nu, da se zastopimo. Pravzaprav tle se ne zastopima jest in Ti, ker nisi biu zadost jasen. Prvo: ni niesi poviedu, dostkrat mu muoram lice nastavt. Drugo: nam niesi poviedu, al muorjo bit samuo adne sort ljudje, tisti ki nastavjajo lice in tisti, ki na lice, po lica h tučejo. Al lahko tučejo po licih samuo gospodarji hlapce? Tuji nacionalisti Slovence? Te bogati te buoge, močni te šibke? In kakuo bi sodu Ti, Kristus, če bi se ankrat stvari obarnile, recimo, da bi jih začeli ušafuvat po licu in po glavi tisti, ki so jih bli navajeni samuo dajat? Mislim, de zate in zame bi bluo prav, zanje pa ne. Normalno. Odkrito ti poviem, da jih imam en par, da so me že tarkajkrat udarli, da ne morem vič zašteti udarcev, plater-jev. Al naj jim še darlim? Bo težkuo. Roka me že zdavno sarbi, posebno proti tistemu, ki mi jih je narvič Na-basu. Če ga udarim, spluje buj visoko v orbito, kot buogi astronaut Gagarin, in pade na glavo čja u Palestino, kjer si učil modrost in ljubezan, ki njim manjka. Tudi jest imam pravico, po tvojim, da kajšnega udarim po licu. Al ne? «Ne!» mi boš hitro odgovoriu, «ker tisti, ki z mečam ubiva, z mečam bo ubit!» In tako pridemo u druge Štorje, ki so brez konca in kraja. Je buojš ti dat ražon in ko se varneš spet iz Palestine, borna še govorila, posebno o dveh licih... Vas pozdravja Vaš Petar Matajurac Kadà greš lahko guorit s šindakam Dreka (Maurizio Namor) torak 10-12/sabota 10-12 Grmek (Fabio Bonini) sabota 12-13 Podbonesec (Giuseppe Romano Specogna) pandiejak il-12/sabota 10-12 Sovodnje (Paolo Cudrig) sabota 10-12 Špeter (Giuseppe Marinig) srieda 10-11 Sriednje (Augusto Crisetig) sabota 9-12 Sv. Lienart (Renato Simaz) petak 9-12/sabota 10-12 Bardo (Giorgio Pinosa) torak 10-12 Prapotno (Bruno Bernardo) torak 11-12/petak 11-12 Tavorjana (Egidio Sabbadini) torak 9-12/sabota 9-12 Tipana (Armando Noacco) srieda 10-12/sabota 9-12 Guardia medica Za tistega, ki potrebuje miediha ponoč je na razpolago «guardia medica», ki deluje vsako nuoc od 8. zvičer do 8. zjutra an u saboto od 2. popudan do 8. zjutra od pan-diejka. Za Nediške doline se lahko telefona v Špietar na štev. 727282. Za Čedajski okraj v Čedad na štev. 830791, za Manzan in okolico na štev. 750771. Poliambulatorio v Špietre Ortopedia doh. Fogolari, u pandiejak od 11. do 13 ure. Cardiologia doh. Mosanghini, u pandiejak od 14.30 do 16.30 ure. Chirurgia doh. Sandrini, u četar-tak od 11. do 12. ure. Ufficiale Sanitario dott. Luigino Vidotto S. Leonardo venerdì 8.00-9.30 S. Pietro al Natisone lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 10.30-11.30, sabato 8.30-9.30 Savogna mercoledì 8.30-9.30 Grimacco: (ambulatorio Clodig) lunedì 9.00-10.00 Stregna: martedì 8.30-9.30 Drenchia: lunedì 8.30-9.00 Pulfero: giovedì 8.00-9.30 Consultorio familiare S. Pietro al Natisone Ass. Sanitaria: I. Chiuch Od pandiejka do petka od 12. do 13. ure Ass. Sociale: D. Lizzerò U torak ob 11. uri U pandiejak, četartak an petak ob 8,30. Pediatria: Dr. Gelsomini U četartak ob 11. uri II saboto ob 9. uri Psicologo: Dr. Bolzon U torak ob 9. uri Ginecologo: Dr. Battigelli U torak ob 9. uri z apuntamentam Za apuntamente an informacje te lefonat na 727282 (urnik urada od 8.30 do 10.30, vsak dan, samuo srie do an saboto ne). Dežurne lekarne Farmacie di turno Od 7. do 13. marca Čedad (Fontana) tel. 731163 Manzan tel. 754167 Tavorjana tel. 712181 Ob nediejah in praznikah so od-parte samuo zjutra, za ostali čas in za ponoč se more klicat samuo, če ričeta ima napisano «urgente».