COLLABORIAMO TUTTI ALLA RIUSCITA DELLA ORGANO CELL' UNIONE ANTIFASCISTA ITALO-SLAVA PER IL CIRCONDARIO DELL' ISTRIA Direzione - Redazione - Ammin. Via Santo,rio 26 - Capodistria tel. 170 ANNO V. No. 248 ■ — Capodistria, Lunsdi 23 giugno 1952 5 Din. - 15 LIKE ODIO SECOLARE Quando, nel 599, le grazie della celébrala «Bimillenaria» piovvero sui popoli slavi per mano delFEsarca di Ravenna, papa Gregorio I. non trovó parole pió adatte a-d esprimere i snoi pii sentimenti di quelle che de-íiniscono ad oltranza sia la sua per-sonalitá che il secolare atteggiamen-to della chiesa di Roma. Fu con «ma-. gna laetitia», con grande gioia, che quest apóstalo della discriminazione religiosa e nazionale saluto le disfat-te slave, salvó a sentirse «terribilmen-te afflitto e túrbalo» («et aífliger ve-hementer et conturbor de Sclavorum gente») quando, un araño pió tardi, Sloveni e Cróati marciarono dall’Is-tria verso le loro estreme frontiere occidentali, riuscendo a tenerle cínicamente, a prezzo di lotte terribili e di sacrifiei inenarrabili, fino ai nostri giorni. Ora, una delle poche aeeuse che non puó esser mossa alia eosidetta «santa sede», e proprio quella di aver deviato, specie nei riguardi dei popoli slavi, dalle direttrici di spie tato, inumano livore che informaro no — da Gregorio I. dn poi —• l’at teggiamento dei pontefici verso i po poli dell’aítuale Jugoslavia. Potrem mo citare esempi a migliaia. potrem, mo tirare in bailo, ad una ad una, tutte le figure che illustrarono il so-glio papale fino a ieri, per giungere alia triste conclusione che queste genti meravigliose, a cui tanto deve la civiltá europea, sono rimaste per gli attuali potentati in mitria e pastorale quelle che erano per il ma-snadiero Bonifacio VIII («stirpe perversa») e per l’assassino Torquema-da («genia prestifera»), «barbari ere-tici» degni di cavalletto e di rogo. Né sono lontani i giornii in cui, attraverso il terrore ustascia, i vari campkmi dell’apostolato romano, da Stepinae a Šarič, da Tisserand a Mar-cone, tentarono di far risorgere nel fuoco e nel sangue, i fasti della santa inquisrzione. Chi potra negare le benedizioni impartite dalla curia romana a Pavelič ed ai suoi carnefici? II pieno, incondizionato appoggio dato ai massacraitori fascisti nelle loro Criminali scorrerie e protratto, anche dopo la fine del conflitto, oon Fassistenza e l’appoggio prestati agli stermi-natori fuggiaschi? Delle chiese cristiane e non cristiane esisitenti in Jugoslavia, nessu-na mostró —- né mostra tuttora tanta protervia, tanto odio irriduci-bile verso i nostri popoli, quanto quella facente capo alPautocrate vaticano. Un odio che pone le sue pro-fonde radici nelFantiumanitá, nelle cieche aspirazioni, insoddisfatte, al-Pegemonia materiale e spiritualc, che scmpre guidó la politica dell imperialismo tiarato. Le contumelie di papa Lucio III> che accusó i Croati di essere «de-traittori della chiesa romana, oppres-sori degli ecclesiastici, rapinatori delile terre e delle rendite del clero» possono essere poste oggi, a distanza di secoli, sulla bocea di Pa-cclli, Santin e soci, furiosi di ve-dersi straippare dal popolo, forte dei siioi sacrosanta diritti, feudi infami ed enormi profitti, assurdi privilegi ed eminenti posizioni politiche, ille-cite prerogative acquistate nel corso di decine di secoli di oppressione e di complieita con gli oppressori. La sete di dominio e di ricchezze dei potentati vaticana ha tróvalo, com’é logico, un maturale e prezioso alicato nell’espansionismo italiano. Da tempi remotissimi, infatti, queste due forze infauste si compenetra-no e si compendiano a danno delle vicine genti slave e degli stessi ita-liani (ricordiamo le stragi venete nel Friuli e sulle coste istriane!) ayver-si alia dilagante egemonia clericalc. Gia nel 1387 il vescovo Josip J. Strossmayer, fervente apostolo del-Funitá e della fraternita dei poipoili, scriveva a questo proposito: «11 male pió grande di oui soffreja Curia romana e il nazionalismo italiano, che pesa . come un mare sul petto della Chiesa». Ed un altro vescovo, il coraggioso dalmata Gregorio di Nazianze, affermava nel 1920: «Se-condo uriopinione universalmente condivisa, nel conflitto tra Jugoslavia ed Italia, la Curia romana s’é posta al servizio deH'imperialismo italiano». Non furono pochi i sacerdoti che osarono levare la voce in difesa de-gli .stessi principi umanitari, proclamad e conculcati da Roma, che si sehierarono non eontro la religione, ma contro i suoi mestieranti ed i suoi feroci profittatori: dal mite e buon don Furlani, massacrato dai ve-neziani a Bogliuno per essersi rifiu-tato di tradire la causa della liberta, ai preti caduti nella guerra par-tigiana a fianco degli eroi del popolo. A costoro va, naturalmente, resecrazione della «santa sede», come al deíinitore generale francesca-no per la Bosnia e l’Erzegovina dott. Jeličič, di cui 1’agente vaticano Od-di minaccia la destituzione, come ai 500 sacerdoti sloveni sospesi «a di-vin.is» perche incorsi nell infame, im-perdonabile percato di attenersi al preeelto evangélico che impone di daré a Cesare quel che a Cesare e dovuto, precetto tanto pió giusto e santo quando la sua osservanza — come nella nostra térra e nei nostri piorni — va al potere dei popeli, finalmente liberi e fraternamente uniti. ■rw* Ci ó staia di recente rivolta l’ac-cusa di voler fomentare la ribellio-nc in seno al clero, di volere addi-rittura uno scisma: parole grosse con cui si tende solo ad intimorire il clero e i fedeli, ponendo, come sem-nre, la religione a seudo di gretti interessi che, con la religione, nulla hanno a che vedere. I sostenitori del Vaticano, gli esitanti, gli incerti, fa-(Continua in IV pagina) U PRASSIJÜGOSLAVA HELIO SV1LUPP0 E IL MAKTENIMENTO DI BWTI AM1CHEVDL1 CON ELI STAT1 V1CIHI II Ministro degli esteri austríaco Bruber ha fatlo visita nella nostra capitale Il ritiro della rappresentamza diplomática in Bulgaria Il 19 giugno é giunto a Belgrado il Ministro degli Esteri austríaco dr. Gruber Karl. L’ospite, ricevu-to aü'aerodromo di Zem)un dal comp. Milovan Djilas e da altre au-toritá e rappresentanze tra cui il Ministro per gli Affari esteri Veljko Vlahovič, l’ambusciatore di Gran Brétagna Ivo Mallet e l’ambascia-tore austríaco Braunias — ha fatto visita al Ministero degli esteri ed alta presidenza deü’Assemiblea Federóle. Venerdi, il Vicepresidente del Go-verno Federate;, comp. Rankovié; ha dato un pranzo in o nore dell’uo-mo di stato austríaco e del suo sepulto. Durante il pranzo — cui han-no partecipato, tra gli altri, i comp. Djilas, Moša Pijade, Svetozar Vuk-manovič e Colakovié — il Ministro Ranlcovió ha pronunciato un diJ scorso di saluto nel auale ha espresso la soddisfazione del Governo che i rapporti fra il nostro paese e VAustria si siano avviati decisamente verso la callaborazione amichevole nel risolvimento dei problemi ri-gwardanti i dhie paesi confinati in uno spirito di reciprocita. Egli ha sottollneato anche il desi-derio del nostro Governo di conti- nuare su questa strada, poichk gli interessi dell’Austria e della Jugoslavia richiedono una stretta colla-borazione nella difesa delta propria indipendenza nazionale e della pace in generóle. II comp. Ranko-vic ha messo pure in rilievo come il nostro paese sia interessato grandemente al problema dell’indipen-denza dell’Austria e del raggiungi-mento della sua unitá statdte. Ac-cennando alia minoranza slovena in Austria, il comp. Rankovic ha te-nuto a so'ttolineare che tale cir-costanza, nella situazione odierna. non puó essere che un incentivo alia colldbomzione in base al principio d&ll’iuguaglianza di diritti e del rispetto dello sviluppo storico. Rispondendo al saluto. il dr. Gruber ha espresso Vaugurio e il desi-derio che le conversazioni di Belgrado servano ad aprire la via ad una collaborazione ancora piñ ampia e congiunta fra i due stati. 1¡ dr. Gruber ha rilevato quindi che i rapporti amichevoli non interessa-no solíante la Jugoslavia e VAustria, ma costituiscono un elemento fondamentale per la stabilitá politica e per la pace in questa parte dell’Europa. Accennado alie parole SONO TOR NATI Sedici nostri connazionali, che a suo tempo avevano optato per Fita-lia, sono tornati quest’anno a Fiume chiedendo la cittadinanza jugoslava. La miseria in oui si sono trovati durante la loro permanenza in Italia li ha spinti al ritorno. Da quando é aumentato il numero di quelli che ritornano dall’Ita-lia, molti sono coloro che ritirano le domande di opzione. Durante uuest’anno 148 italiani di Fiume, che avevano presentato la domanda di opzione, hanno richiesto la cittadinanza jugoslava, poiché essi non intendonoi pió,1 lasoiare il nostró paese. Giovanni Host, ritomato or non e molto a Fiume ha dichiarato: «So-no tornato, staneo di quella vita di miserie e di diffi'colta di ogni genere». Egli era partito circa tre anni addietro con la moglie, due figli e la madre, ma e tornato senza la moglie, mortagli in Italia per la miseria. Armando Pellaschier tentó la fortuna anhe in altri continenti. Dopo una permanenza di alouni mesi nel campo profughi senza speranza di trovare un’occupazione, si decise a partiré per il Venezuela. Sono ba-stati quattordici mesi di permanenza in quel lontano paese per sa-ziarsi di quelFamaro cálice e per decidersi al ritorno, non pió in Italia, bensi a Fiume. In questi giorni é tornato a Pola Mario Moscarda, elettricista, che ha lasciato il nostro paese lo scorso anno nella speranza di trovare in Italia una vita facile e comoda.' Egli e tornato dilluso, logorato dalla noia del camipo profughi «Casa-bella», da una vita impossibile e disonesta, condotta fra il disprezzo della popolazione del luogo, che guarda agli esuli come a degli intrusó Assieme al Moscarda si trovavano nel campo di concentramento altri esuli di Pola, le prime vittime della propaganda sciovinista, giunti al limite della sopportazione umana. Cesare Zustovieh, macellaio venne arrestato al momento in cui la dire-zione del camipo seppe che egli ave-va l’intenzione di ritornare a Pola ed oggi e disoecupato in Italia. — I/oiptante Cario Markovič tentó di suicidarsi dalle disperazione ed ora minaccia i colleghi che gli hanno impedito il folie gesto. del comp. Rankovié Isulle minos ranze nazionali, il dr. Gruber ha detto: «Sarebbe un progresso significativo ed oltremodo importante se alie minórame nazionali si guardasse non piñ come ad un elemento che separa, ma che invece congiunge i popoli. lo assicuro che é intenzione del Governo austríaco di garantiré alie minórame nazionali la loro vita cultúrale.» Venerdi e sabato sono continute le conversazioni fra la delegazione austríaca e membri responsabili del Governo. Il dr. Karl Gruber si é incontrato con il sostituto ministro agli Affari .esteri, Veljko Vlahovič, L’ospite ha concesso anche un’in-tervista ai giornali nella guale ha detto che lo sua visita é un segno del miglioramenta costante dei rapporti austro-jugoslavi e che il raf-forzamento della collaborazione re ciproca fra i due paesi rappresenta un contributo notevole al consoli-damento e alia difesa della pace. In tal senso il dr. Gruber ha espresso il desiderio di vedere miglimarsi i rapporti italo-jugoslavi. ‘ Sabato ü dr. Gruber é partito alia volta di Brioni, ove si inconterá con il comp. Tito, dopodiché verrá emesso un comunicato ufficiale. probabilmente oggi. * II governo della Bulgaria ha respinto anche la terza nota di protesta del Governo Federale in se-guito alia vioillazione deUcxtrater-ritorialitá della nostra rappresen-lanza diplomática a Sofia ed all’ar-resto arbitrario *del cittadino jugo-slavo Momir Seferovič dal cortile delFambasciata. II fatto che gli organi di sieurez-za bulgari abbiano violato dei di rititi e delle prescrizioni interna zional; diplomatiehe ed in ispecie il rifiirto categórico del governo di Bulgaria di esaminare le note di protesta del nostro Governo, costi tuiscono la pió lampante dimostra zione della maneanza assoluta di buona volontá di rispettare, nei ri guardi della rappresentanza diplomática della R. P. F. J. gli obblighi vigenti fra paesi che mantengono rapporti diplomatici reciproci. II nostro Governo, con le sue note, ha dimostrato massima tolleranza e Pintenzione di evitare, per quanto possibile, spiaeevoli conseguenze degli arbitrii comipiuti dagli organi statali bulgari. L’azione del nostro Governo si ó ispirata conseguente-mente al desiderio di mantenere rapporti di vicinato quanto pió cor-retti II governo di Bulgaria ha dimostrato inveect Pintenzione di peg-giorare ulteriormente i rapporti tra i due paesi col porre la nostra rappresentanza a Sofia in una posizione che non le assicura né i diritti ne le condizionj necessarie per la sua attivitá. Stando cosí le cose, il Governo Federale, non avendo a disposizione altri mezzi per tutelare i diritti della nostra rappresentanza diplomática a Sofia e dei suoi funzionari, ha deciso di richiamare, in segno di enérgica protesta, i nostri rap-preseratanti diplomatici in Bulgaria ed ¡1 personale delFambasciata, la-sciando sul posto soltanto un ad-detto per il disbrigo dei lavori cor-renti pió indispensahili. LA CENTRALE DI MOSTE INIZIA L'ATTIVITA* f La nuova idroeentrale di Moste, presso Lubiana, verra eollegata il 29 giugno co la rete e let trie a della Slovenia, iniziándo cosí la sua rego-lare attivitá. I primi due aggregati della céntrale sono stati giá collaudati. Dal luglio in poi la céntrale dará circa 4 milioni di Kw al mese alia rete idroelettrica della Slovenia, che cosí eompletata produrrá oltre 1 mi-liardo di Kw all’anno, cioé il doppio in confronto all’anteguerra. «Settimana delia Madre e del Bambino» Interessi comuni II significato della visita del Dr. Gruber Le conclusions deîi’Assemblea annuale del Consiglio slndacafe distreituale Raff orzare il ruolo dei SUC nella gestione aziendale Nella mattinata di sabato si e aperta nei locali della futura Casa di cultura sindiacale di Isola, presentí oltre 200 delegati, PAssemblea annuale del Consiglio Sindacale Di-strettuale. II presidente, compagno Mario Santin, ha temuto una natrita c concreta relazione sul la-voro svolto, ohe il compagno Do-lenc, mombro delPesecutivo, ha tra-dotto in sloveno. Dopo aver affermato che alie conquiste della elasse operaia nella nostra zona Porganizzazione sindacale ha dato un valido 'apporto, la re-lazione del compagno Santin.. ha messo in rilievo che i maggiori suc-cessi sono stati ottenuti dopo il passaggio delle fabbriche ai produt- Gara d' emulazione per il VI Congresso del P. C.J. del Comital© Esecutivo del C.O. - U.AJ.S. L’eseeutivo del Comitato Distrettuale dell’UAIS, nella sua riunione del 14 giugno, ha discusso ampiamente sul lavoro delle organizzazioni di base dell’UAIS e sui problemi della gara d’emulazione in enore al VI Congresso del Partito Comunista della Jugoslavia. Fra l’altro é stato deciso di lanciaio un appello a tutte le organizzazioni del Fronte invitándole alia partccipazione attiva nella gara di emulazione, attirando ad essa tutti i propri membri. L’esecutivo del Comitato Distrettuale dell’UAIS ha indetto la gara lanciando il seguente appgllo: . . La gara d*emulazione in onore al VI Congresso del P.C.J., che avra luogo il 19 ottobre 1952 a Zagahria, ha inicio il 19 giugno 1952 e si pro-trarrá fino al 19 ottobre di quest’anno. Dinanzi alia nostra organiszazione si pongono ora compiti vastissimi nel campo dell’economía, della cultura e dell’educazione politica delle masse lavoratrici. Percio la preparazione al VI Congresso del P.C. J., che e l ispi-ratore e la guida di tutte le nostre vittorie e dei nostri successi, sia un im-pegno per i nostri lavoratori a contribuiré con il proprio lavoro alia realizza-zione dei principi, sostenuti dal glorioso Partito Comunista della Jugoslavia: l’edificazione del socialismo e il rafforzamento della democrazia socialista. Si gareggi nelle fabbriche per l’esecuzione accurata e totale dei compiti stabiliti dal piano sociale, poiche dalla realizzazione degli impegni in ogni collettivo di lavoro dipende anche tutta la rimanente attivita, che per-segue lo scopo di elevare il livello di vita della nostra popolazione lavoratrice. Gareggiamo nei villaggi realizzando, tempestivamente e col massimo effetto, i compiti, sopratutto quelli di caratlere comunale, come ad esempio la portata a termine dei lavori sulle Case del Cooperatore, la riparazione delle strade e lo sfruttamento delle sorgenti d’acqua. NelVambito della gara d’emulazione i collettivi di lavoro e le orga-nizzazioni del Fronte assumano degli impegni concreti e, in base ad essi, gli impegni per ogni singólo lavoratore e cittadino, dimodoché l emulazione attragga ogni singólo membro dell’organizzazione del Fronte Popolare. Intensifichiamo l’attivita delle organizzazioni cullurali e sportive, im-piegando ulteriormente tutti i mezzi materiali che il Potere popolare da a disposizione. Attivizziamo i propri mezzi per la costruzione di obbiettivi per lo sport e Veducazione física. Rafforziamo Porganizzazione del Fronte Popolare, rinsaldiamo Vunita politica delle nostre masse lavoratrici e la fratellanza delle popolazioni qui conviventi, quali garanzie. per le ulteriori vittorie dell edificazione socialista. 1 Comitati comunali dell’Unione Antifascista Italo - Slava e, tramite essi, le organizzazioni di base si impegninó a fondo per daré un giusto in-dirizzo alia gara d’emulazione per l’utile sfruttamento di tutte le iniziative provenienti dal basso. Evviva il Partito Comunista della Jugoslavia, ispiratore e guida di tutte le nostre vittorie! Evviva l’unitá dell’Vnione Antifascista Italo - Slava! Capodistria, 19 giugno 1952. tori diretti e in seguito alFintrodu-zione di nuove norme económico -finanziarie che diedero maggiori competenze e larghe possibilitá di iniziativa ai eo)lleittivi di lavoro. Fra i numerosi esempi citati, si è messo in particolare rilievo nella relazione che all’azienda ex-Ampe-lea, in seguito alia revisione del pro-cesso di produzione, è stato reso possibile Paumeii to del 70% del-Pefficieza produttiva. Soffermandosi sul piano sociale, il compagno Santin ha detto che dalle discussioni svoltesi nelle singóle aziende è emerso che la mag-gioranza dei lavoratori si è impa-dronita dello stesso e ha portato buone proposte nella comipilazione del piano autonomo aziendale. Tut-tawia i risukati avrebhero poituto essere migliori se le filiali sinda-cali avessero lavorato pió a fondo. Dcficienzc sono state ancora notate in quanto riguarda i seminari se-rali e le attivitá culturali in genere delle filiali sindacali. Queste defi-cienze, concludeva la relazione, vanno eliminate e i sindacatii sono chiama-ti ad insorgere ovunque necessiti in difesa dei diritti dei singoli la-voratori contro mi sure ingiuste, come pure in difesa degli interessi collettivi contro ogni forma di bu-rocrazia e di anarchia. Apertasi la discussione, si sono a vu,ti numerosi íniterventi e «i è giunti infine alie seguentí conclusion! : Si dovrá pone la massima cura nel lavoro di elevazione politico -ideológico e professional dei lavoratori alio scopo di rafforzare la loro coscienza socialista e la loro preparazlone alia gestione delFeco-nomia o della vita pubblica. Le filiali sindacali dovranno far rispettare Ta democraticità nella di-rezione delle aziende, adottando un sistema di maggiore cooperazione tra gli organi dirigenti e i lavoratori, portando di fronte ai eonsigli opérai le proposte ehe scaturiranno dalle discussioni sui vari m-nblcmi e curando che queste vengano prese in considerazione nelPelahora-zione dei program,mi di lavoro. Qna maggiore attenzione va dedícala alPopera di studio e chiarifi-cazione alla hase per tradurre in pratiea Fesperienze aoquisite dai popoli della Jugoslavia nella edificazione del socialismo. IJisogna indirizzare il lavoro sindacale in modo da abbracciare i lavoratori nelle assemblée e i con-sigli dei comitati popolari, nei eon-siüli dei produttori e in seno al-l'UAIS, perche essi partecipino altivamente alla vita della pubblica amministrazione. Parallelamente alla soluzione di ouesti compiti, le organizzazioni sindacali dovranno dare il loro appoggio in difesa dei diritti di ogni membro, lottando contro le tenden- La viiisita del mmiatro degli esteri di Viemnia din. Jugoslavia è la, prima dit una pans-cina'lità uffilciale a,u-stoiaioa diallia fine idell’ultimo con-i'iittp monidialie, e icoistituáisce ,una dimciStraizione dieî isostaniziale mi-glio,raimeinto iinlterweniUto, mal rEpiporti tr,a le due vietnie Te'pubibliche! me,l corso, dieigli ulitimi anmi. Tutta una serás d,i problemi è state aáfiromta-ta e ri söffe in. questo periodo, nel quadro del recitçiroioo desiderio dt sta-bililre- biuoini rapporti di vicinato. Tra Falitiro, è stato sistémalo Fim-ortamte problema idetgli .sloveni délia .Carinizia. Sanaa eisiseire ildieaïe, la scilueione, data a ¡talle quelsti-ome è saazlailtrio jsoldidiiiafáioenltle ,e sefivan guarda muimeirori diritti maizionali dei icittadiini aiuslriaiai appartement! alla minorairuzia slove,ma. Cosí è stato anche .aiwilato a iso,liuziioine, con l’iintervanto della ooirnmisisiiione tec-mica dell’ONU, ill pirdblslma, deillo sfruttamenlto dleKie àciro-'oeimtirali sul flume Drava, cion uma equa distribution,e niel due paesi deilPenergla eieOtricia prodolttai. Un importante ■acccirdio coimanercialie ha poii agevola-tó ' od íiltórgátb. igli scsimibl tra la' Jugoslaviia e 1’Austria nel reciproco Interesse-. , Da politice esteira della Jugoslavia, nei •oanfronti: di tutti. i ipaeisi e in particoiiar moldo veaiso i paesi viicitn'i, liisipiraitá iesicl'U'siViamente dail desiderio ,dlí imamitaneire icorréttl e. se ipclslsiíbiie, ¡buoni iraippoirti con tali paesi ha inconítrato una ragiomevo-le obrapreiásidiite a Viiemnia ie da qui la soddilsfacante isoluzione data ai comuni' prcibiemi, L’Austriia, che a sette ainr.ii dalia Dime deU’ultimo conflit,to momdiiale, isi trova ancora melle condizioni ,di un paese- isoggetto all regime di oocupaizioime militare e che quiimdi è impegma-to profom-daimente n-ell’ijmportante .proiblema pollitico della sua .iimdipamdehiza e della sua lliibetfta, ha compreso d,i pot-elr contare per la- soluiaione di talle ipirobl-ema BulPaiuto della- Jugoslavia, che, miel quadro- délia- sua politica- -d-i pane, si è .sempre battu-ita per là giu-sta isils-teimaizio-nie d-elie quiestibü de-rivautii- dial conflitto, al dii fu-ciri, delle poss'iib'ki ispeicula-ziion-i deil-le grandi potemHe. Allia; qu-eisti-ome /au-striaca .lia J-ug-olslaviiai è d’altra parte -intene'siSBltä in- modo- pairt-icola-ne. i-n -quanito- piropiriio- lia- manicata c-omolusio-ne del toattato di is,t-a-to au-st-riiaKo-, per ,iil- salbot-aggioi d-ell’Ünio-ne Sovdetcia, consente- ai ques.t’uliti-, ma idil- mauteniere fei -sue truppe non iso,lo fa Austria, mía anché ini Romania e -in Umgh-eiria-, doive giaranti-eoono che siia prosegui-ta la co-stainte preeis-icime agèresisiVa- icón-tro i popoli jugo'slavi. iNel-lo, stesso ispiir.i-to di mutua com-(pre-nSiione ohe ha ,g.ià Æaicillitato i-a soluizSioinie dfi vari proibiemi, la visita ze ’ negative dei singoli, faeendo ri-spetitare le disposizioni riguardanti le assunzion; e i lice-nziamenti, la disciplina sill lavoro, il riposo annuale e settimanale, i diritti delle donne lavoratrici e della gioventó. Nel futuro dovrá essere curata maggiormente l’elevazione cultúrale e lo svago tra i lavoratori, slruttan-do tutte le possibilitá esistenti, lottando contro tutte le tendenze piccolo - borghesi .nelFattivitá cultúrale. Bisognerá percio organizzare scuole serali, corsi lin-guistici, com-plessi cora-li e filodrammatici. Una particolare attenzi-one andrá dedioa-ta alia cultura física, alia técnica popolare e a gite ed escursioni. Le organizzazioni di base dovranno essere rafforza-te ulteriormente con un lavoro metódico, affinche abbiano una chi-ara prospettiva di sviluppo compresa in preeisi pro-grammi elaborati in precedenza. A chiusura dei lavori delFAssem-blea i delegati hanno votato due te-legrammi di saluto all’indirizzo del Consiglio Céntrale della Confedera-zione del Sindacati della Jugoslavia e al Comitato Céntrale del Partito Comunista -della Slovenia. niilmiíuulinitímiHnuiHiiiitutiiHiiiinitiumiiiiinitniitiiiiiimiiuiiiniiiiiiiiiiiiniiiiiituiiitiiiiiiiiuiiiuiiiiiiiniiiiimm[iiiiHiiiiiiiiimMiiiinmiuiiiiiiiiMfiHAiniiiniiuiiiiiiiiniKtwiuuimu:iiiiiiiHiiuiNiiii8iiHÍuuiltt Come volevasi dimostrare dii Gruber nieiKia -capiital-e jugcisiava cointritoiuirà ,a Tiisollverne altri, e a staibl'liine itim'a- più vaslta .collabo,razi-cime tira ,i idue paiesi,. Va aggi-u-nto ain'coira c-he -uma maggiore -oollaiboirar gione jugo-a-ustri aca, mon è -solo tiel-l’initaréHse ,d-ei dule- ipae,si, ma anche in, quefflo ide-LIa idlîfe'S'a- contro di pe-riicolo icomunie dd uma aggirassion-e Soviet-ica. Nello isteslso sipi-rito, la Jugoslavia iha poit-uto marmailizziaxei d propri r-appar-ti laniche -coin la Tuirdhia e fa Gracii'a pelr lia istalbiliiizziaizMnie -del-la s-iituaiziiome inel sudi-est euiro-pe-o. Si traldta- idli un riisuiîtiâto poisiitiivo dellla poili.tioa di buan vi-ciniaito, segu-ita d-alOla Jugoisl-avi-a. Tiale paliitica, pra-tic-ata ,nei -coinifroniti di -tutti i paesi. mon ha pero itrova-to ovulUque fa s t-etasia oomprens-iciime. -Ccisi memitre il visiggi-a di Giruibeir ic-oinifiarm'a ehe PAusèria desid-era sviil-uppare favo-■rev oim eimt-e i -suoi rapport i icon l a Jugosiaviia, le neilazio-miicon il g-over-no italiano oo.n -solo mon; soimo miiigllio nate, ma- -d-a- parte dii -Homal si è f-at-t-o e si ,slta- faoeimdo di tutto perché e-sse pe'ggiardinio. Olltire ai govemi cominform'Gti delil’Europa orientale quedtlo italiamo è imfatti l’uiniiÉd ohe nen hla diimosteato -alcu-ma semlsS-bi-iïi,tà psir k> -sip'iri-to ismiiich-evoile della Jugosiaviia- e par igii imviiti dii que-ata a irisolvare di comune acoordi d ipnob-lemi oomtroviensi. Nel nome dii 'Triesite -e idieinistiri-a, Borna pro--s-eig-u-e oigig-i verso- la Jug-o-slavia Ir itraidiizicinailie . ipolliltica -diegilii- imper;ia--liiis'ti itaiiiaimi, -ohe, a pa-rlt-e ogni. a-1-tra co,nslideifazioin.e, mon itieme ,i-n al-cu-m oo-mt-o i iriaüd'calli mut-aimenti av-venu't-1 -suü’alitra Eipc/mda d-ril’Adria--tioo,. Il problama degli slovne.i iin -Itefli-a ie la- q.ueisiiiiûinié di Trieste, ehe din- un ire-cipr-aco ispjriit-o di amic'iziia -avirelbbaro poit’ut-o tirova-re facile e gi-u-sta saluziome, ponlo is'taiti iinvelce itr.a.sfarm-a't-i da Ro-m-a liin motivi d" sittirit-o, -oemtro gli- linteir-esisi d-eilila s-teissa -Itafi-a e- -delle popoliaizionii în--tareElsate. Inlbarro-giato siulllia question,e di T-i-e-st-e, la s'tieseo- m'imiatiro diegLi ester.) aust-rilaco, dbpo av©r dichi-arato, che il p.io-bîema poli .ico di Trieste in-teireissa il’ftalda- e lia Jugcelavi-a, ha ha a,g,iunto che, a isuo pa-rere. es- -puô esisene irisofto ne-l piigliore deii mo,di, meidiiaimta uina initeisa diretta tira- i -d-uie- steltl Il viagigiq. d,i Grub-er a Belgrado, iin qüàâto diimiositrrriiioiné d'i corne ipoisoimo, milglio-rafe i ,rapport) t-ra ii due paies i cih-e pur hiainno in> paritan-tl prcibieimii da -riscllviare, d-o-v-reibbe av«re -un psirt-icoila-fe ■ .slgni-fica-to peir co-lo-ro -Che, in nome di un orraidé-tto «aeur'o, leigoismoi», coin-tiüauerao ®d i-gnioriair-e lo spjrfto ami-che,voile c-h-e anima la- J-ugcalavia verso tutti ,i popoïi. Kenzo Franchi Accenmando nel mostro ultimo numero alie ragio-ni partdcolari per cui il Vaticano aveva conservato nel governo delle diócesi riunite di Trieste e di Capodistria il vescovo Santin, scrivevamo: «Infatti il Vaticano — nella sua opera tendente alia «delenda Nova Jugoslavia» con tutti i mezzi e la influenza di cui dispone — non po-teva trovare un elemento piii indi-cato ed adatto del Santin (la cui persona ed il cui opéralo fascista co-stituiscono la piii grave provocazio-ne per le vittime del fascismo, che particolármente ha infierito sulle genti slave) per ricavarne un «mar-tire» della Chiesa e una parvenza di fandamento alie gravi accuse di «spietata e crudele persecuzione del clero e della religione cattolica», che esso diffonde «urbi et orbi» contro le autoritá della Zona B e la Jugoslavia, ogniqualvolta le vittime del fascismo reagiscono ad un nuovo at-to provocatorio del vescovo Santin, o di qualche suo fedel adepto del noto «coro di via Cayana». Una conferma di questa veritá, or-mai lapallissiana, non ha tardato a rivc-lanú. Nel breve intervallo di due giorni soli, ossia il 18 eo,rr., ecco ció che scriveva a tale proposito -il «Giomale di Trieste» cioé Porgano della de-mocristianeria di Trieste, al quale fia il vescovo Santin oome la Curia del covo di via Cavana inviano i lo- ro comunicati -per la pubblicarione, quando non si fanno anehe imtervi-stare dai suoi redattori «qualificati»: «Naturalmente la lotta non si li-mita al clero istriano ed a monsignor Santin, ma si rivolge sopratutto con-tro il Vaticano ed il Pontefice. Anzi, si e nel giusto affermando che don Plagri e mans. Santin non sono che dei pretesti per colpire il cristiane-sim,o e la persona del Santo Padre. Non passa giorno senza che gli espo-nenti titini e la loro stampa non si scaglino rabbiosamente contro il Va-ticano die tende a «distruggere lam nuova Jugoslavia» ed ora sarebbe «Pispiratore delle diehiarazioni contra la Jugoslavia del gen. Eisenhower». Scaturisce quimdi lorica e spontanea la conclusionc: Come volevasi dimostrare. -Saremm-o pero eurioni di vedere le smorfie dei vecch i irredentisti di Trieste (>ai quali si de-ve il meri-to della «redenzione di Trieste dal tur-pe servaggi-o aus-triaco» oss-ia dall’Au-stria «bigo-tta» degli Absburgo) qua-n-do sul nuovo loro organo vedono in-censata «la persona del Santo Padre» e non piii quella del «Grande Maestro», ai cui ordini essi sempre hanno operato. TUTTO STA AD INTENDERSI Se la nuova edizione de «11 Piccolo», ossia il «Giornale di Trieste» (che ha sostituito i vecch-i simholi della «Loggia» con l’abitino di ter-ziario francescano) -parlando di «gente importata venuta da lontano, che si é trascinata dietro una secolare ar-retratezza morale e civile e che rappresenta naturalmente la belva sce-sa in piazza dalle montagne» ha vo-luto alindere ai vari Ivan Siirotic, Jurij Bekar, Silvo Benko e a tanti altri che — per denigrare, insultare, offendere, calpestare, op-primere e ridurre alio stato di schiauitu física c inórale, i propri consanguigni e le genti della loro stirpe — .si sono ma-scherati con gli appellativi ri-servati ai figli ele Mi della stirpe himillena-ria, allora nulla possiam-o obiettare. Per quanto -poi a «ai unge (a me-gli o precisare di quale sottospecie umana si tratti) il mede-simoyorgano parrocch-iale, ossia «quando^ dalla s-teasa p-iaizza (dii Capodistria) nel Cinquecento, partiva Santorio San-tori-o per andaré a Padova a insc-gnare arte medica, (lia belva) ulula-va ancora», ci permel-tiasmo far rile-vare ai dot-ti e colti in materia del «Giornale di Trieste» — richiiaman-doei espressamente a-lla storia —■ che quando le eiviltá assiro baibilonesi e quella e-giziana erano ormai tramóntate, nel mentre quella greca era nel suo pieno fulgore, allora 1-a lupa ululara all’ombra del fico lungo le rive del Tevere, allattando Romolo e Remo. ARRESTARE IL FLAGELLO DELLA PATATA La idorifoira ¡deila (patata, (il calamitoso iinisieitito- iprciveniiE'nite dalTAmc-jri'oa-, ¡che miiriaccia la .distruzione ooaji^lieta dei ■nos.tiri campi di pa-tate),é aappaxsa in.qlla zp^a nel mese di lujado idello- ^cdpso anuo.. ín valle de?‘ Quieto e á Grisignana. Allora ci-táta oréata una cúftimissione spe¡c jale, ¡per dirigiar/ .Ja Ictta, e ©ono stáltl adóltitati á rprovviedámeiatl neces-Batrd,.,siull posto. Dopo qualche tempo, tíóHomé '¡niüllra'eiméirgqVá' di muiovo, sembró ■ che ál (peirüipotlo foisse sco-m-¡parao, í (propriértari trascuirarono il rígogtoso odmtrolló'dei .¡proipni cam-pi di) patato, coin, il ¡ri'sulteto che la dorífora ha, lmv.asb pareiOchi campi, fion solo riel hiriese, ma anche rjel Capodilstriaino. 1 Itri' qüeisti '.g,lóríil: son» gíiünfe i.n-fatiti ■ s.e.gnEilaizioinii da Ospo, Vanga-neillo, Aricar: inó, S. Antonios Mare-psgo, Laiboir, Lopario, Borc.i ec¡c., dala ’comparsa dell’i¡nsetto. Come si vede., la imasiionie é su larga acuita cid é da ritenieirsi che inon si tratti deiSa pilma ¡ganeraziome, ma che d’irasetto si itaovasse sul posto giá ¡Pairar» secuiso riipraduicemdiosi po.i mol'to rápidamente. Ccimmisslcirti di esparta si sano recata isuti jposti' per l’esame delle rrji-■suire inecesííairie ad ¡anresatre l’uilte-xioire diffusione ¡deila dorífora, che porteií'ettbe alfa eicür»'■ ¡dSstruaá&ae -. deiledp'aiiatev'IhBBáAridd pioi ad «ttóePv care i: pomidorl ie le meiaiizsaMe. Só“t no- site® Jtísi3siPíw-'d^i¿d^iaae!:’dBSi3 comtaidirii'í quisiratitetivi S13i£f{0ít&$®: 1 ,iniseltti«í;d.i (DDT, láT&eWiá®^‘M««ari ecc.), mal ¡ció-%ió:ri‘basta.' ■■ ’hoíA lo meno doippia deila máscela ■par la iirsroralziome. Llrroraziomie deve eissieire effet-tuata melle gioimate sanea vento, dopo la ' Ciaduta deila rugia-da, alia maittina, oppure verso sw,a. E’ me-gllio ¡evitare'i’ir.rqra'ziiome; diuramite le oir>e caíde pciiehe-.s’imiforirarebbe nel periccio, di. causare bruciature alie piairatiirae. LTnroraiziome idsve esten-dersi ¿Id pina izcrna vasta dal 3 ai 5 km. dalla loica,lita M cui é steta riscanitirata1 la presiepiza deila doirif o-. ra. Deve ¡dsisieire ripstuta pi.ü volite: (nei facolad ogni' 10 giiioirm; ¡per un ralggio di 2 km, ogrni 15—20 giorni; ns'llla iZcha fimo a 5 • km, uma volta ■e;1 meise. 'L’ultlma1 ir.rovraizioinie dieve essera1'frit-te ¡almeno 15 giioirrii prima de/1- raiceo,lío deille patate. Nel '¡caso dopo Tiririoirazioine isopr,avven¡ga la picigigia, eslsa dovirá ¡eisseire ripatuta. Par evíteme l’ulltemiiore, diiffusione dalla dorífora é mieiciessiairio attenieir-si ¡ailfe seguenti preisorizioni: divie-to d.i asiportare dalle zonie iiníestate paítate, foglie di patate, piaTUtine d’al-fc'eri firuttilferi ccin raidici eicc., ¡térra e ¡letame. Alie piante dii varié spe-cie d’ortaig-gi che per qualsiasi motivo dovelase r¡o, ¡esseire teaspoirtaite dalia loealitá ove é ©tata miscan,trata la dorífora, dovirainino¡ venir pulite ¡previelntivaimente le radie! dalla térra che le circonda e mella qualle po! rr-bbero. trevars: .le uoiva o le larve' del codeottéro. Opportumo sareb-beiüh éiSiame da parte di um teemioo alMiariO'. ALLA VIGILIA DELLE RASSEGNE LOGALI DI CULTURA m - '¿ m— ■■ Iv-'ME S« ¡ Hi TURISTI! IT, «PALACE» DI PORTOROSE VTNVITA Per la rassegna locale, che si térra dal 29 giugno al 10 luglio, il Cir-colo Italiano di Cultura di Pirano prepara il seguente programma : un concerto di música sinfónica ed operística delj)’orchestra, cittadina, di-retta dal maestro Bevilacqua; una serata d’arté varia del gruppo man-dolinistico di giovani dilettanti, di-retti dal maestro Rota, e canzoni. Ancora in canzoni e cori si esibirá il coro cittadino. Infine, un inse-gnante del liceo italiano terrá una conferenza commemorativa su Dante. Tutte queste manifestazioni av-ranno luogo al cinema all’aperto. * Il C. I. C. di Buie prepara un quadro folcloristico e forse «La bo-zeta de l’ogio» di Salvatico, giá rap-presentata una volta. La ripresa di questo lavoro è legata alia possibi-litá dell’ex regista deila filodram-matiea, attualmente a Capodistria, di riassumeme o meno la direzione. Considerando che quello di Buie è stato per il passato uno tra i mi-írliori Circc34 (nella ratssegna del 1950 ad esempio, ha dato ottime prove) stupisce la poverta del suo attuale programma. La causa di ció è da ricercarsi in diverse contin-genze esteriori. Tuttavia riteniamo che i compagni di Buie potranno superare la momentánea stasi e ri^ guadagnare le posizioni perdute. A tutti loro il nostro augurio e inco-raggiamento. HS* La filodrammatica jdel-U-vIC cR v©n«a.nh SU INIZIATIVA DEL CONSIGLIO SIND. CITTADINO DI CAPOD1STEIA ^elaiKeUw"! e «La morsa» di Piíandello. Sullo stesso palcoscenico avrà luogo la «serata della canzone» una specie di nuova ediziome de «L’ora del dilettante», e un saggio di altetica artística che verra eseguita da alunni delle scuole elementari e deiravvia-mento. Una conferenza dedieata ai Besenghi concluderà infine la ras-segna locale. -e!f'f€TÑüiE,,ití iráigt^rGerE coinftaxjililii • siu i ck!ib.pi: *l Ve s¡qiti'aid!r¡e afe quali ídeív'o-no re1 as^eign-aiti' -'de.termLnatíí se'twio t Ta?!^ SiáU/á-dre dravottiio- '•iisipe^k^' P t^fr-eíio uefeorie 'plü caliste ^ dieílfla giOTmáta- (10—15): ^ ÍL•'re’&pófí-¡!,s¡ di: cüaBcuoa :Siqitaidr.a ¡dev’esisie- ■ tre smuriito di uin ¡hi.do¡nciimo, ccinte-ncrite Bítrito diemaltuiraito o peta-olio, ne:l’ qutllie riipoirre g’ji únaeitti o larve tircvati. Ogni zoma imfetta dev’e¡sse-ne rasa líacúlmente iri¡cano'acito,il'e com 1’affiasioin.e di uin cartello segnala-to¡us¿ iihfcirmamdo i'mjmadi'atameinte le autciritá e per primo iTuffrcio per Támareimemto deilTécomiomia di Cap,o-d'istrla-. I ¡coWtirioMi ¡dievomo essere ef-fcittui&'íil ¡per um iraiggio di .almeno due chi'Lam.eri dalia localiitá ove é stato rióme mito il ccCíaoJitero,, ogrii cin-qu¡e gioirni; in un. raggio di 15 km. ogni 10 giiornm é-, simo, a 20 km, almeno ¡ du¡e volite al masie. E’ una cosa notct», ■ lo ¡oompiemdiamd, roa se gli agaSosltOiíI1 vóigíiiOriói.evá'tárie ¡gUai se-ri, .dwv«BnU«>•• feon®fl«rfeí‘«Hie®tl co¡n-troMiys :, ' L’iirroirázio'nié'. dei cam,pi infestati deve lelséene lefféttuaita adioperaiido i sé^iieim'it 'ónseititiicidi ,e;d attemenidosi alié' seignemiSi'' íistrufeioini: 1) 'Ár,sleínial,td di piombo (Zorka) al ’ 0,7% e ¡cq,n poltiglja bomdolese ;aílT. 2) Arseniatio di calcio, aí 0,4% e i'1% cea la poT.i.güa bordole- •' Bfi.lRciiehs tais ¡miiaceia veleino-sa puó provocaire bruciature, .necasisita, spargere preventiva-mer¡te isniile (pí.nr.ité deila calce Bpeóíta fre'aca, ¡im quamtita per Promossa tra le filiali la gara la enere al II. Congresso deš P.C.J. Riunitiiisii 11 17 VI iu¡. isc., a:d liniizia-tiva del Consigiio Ciitíta'diinxoi, i r¡ap-pnesenltaniti delile filiali .siindaciali di Caipodistria hanno ¡decóso di preparare in, queistii gioirmi melle proprie ■aziienlde i piani di gara im onore al VI. Conigresso del Partiito Coimuin,isita delilia JugoislaViia. A tele sioopo (il Canisilglio, C.itísdi-mo ha elabarrito um programoma dii gara dai quale i vari co'lH'eittivi trar-naninio Tiindáriizzo, che dovrá poi essere ailargato nelle filiali e¡d adat-tato alie possibiliitá ied alie condi-aicinii del ¡lavoro. Per inibamto I«f fi-¡Kali sano sítate. siuddivJse, diciamo ooisi, in tre cajtegorie: prodiittive del ¡ coimmiereio ed ailberghiere e filiali di' ,oaraltere amminisitrativo. Elaborando úl piano piü dettaglia-tameirite inielle simigoSie filiali, ai cer-¡oherá di cioimprendierie mella gara i punti piú importa,ntii per la vita dell’iafeiieinidia ai ¡q.uiaili agmuno potra ccintirliibuire. Cosí 'nellle Imprese piü numeróse, ¡qualli la Stil, Adria ecc.. ai poitranlno oirganiizzaire gare di reparto ¡e ¡riuhiopii di meparto. Punto base s,ará iléilevamenito1 .politicoHildeo-logico deigili operai. Si, terranno con-fere.n'ze,„rium;iomi, ¡iinformazioni po-litiche par spiegEire lin, primo luogo eíí llavoratorl Timportanlza del Sesto ANCORA DODAGRI : Nei giorni scorsi i collettivi di lavoro di Isola si sono riuníti per ú: loro aziende discutere i problemi riguardanti. Durante le riunionx essi hanno discusso sugli atteggiamenti antipopolari del párroco del iúQgq, Don Dagri, atteggiamenti che la popolazione ebbe occasione di riscemtrare ¡ajiche recentemente e che sollevarono grande indignazione ira. . gli abitanti deila ■. cittadina. I ¡ favgratqri di. Isola, in tutti i collettivi, dopo aver discusso sul ccifQ, ¡hajino. inyiato, -.cd C. P. C.. ¿elle mozioni nelle quali chiedono al C. P. Č. di i]7jendei:e urgentemente dei provvedimenti in mérito. Come promesso la volta scorsa ritorniamo sull’argomento don Dagri per illustrare alcuni aspetti fi-nora non troppo conosciuti anche se in questi giorni ad Isola se ne faccia. un gran parlare. Intendiamo riferirci. ad alcuni fatti, emersi ne-gli Ultimi tempi, dopo la restituzio-ne del Palazzo Besenghi alla sua Per voi agricoltori! Esce óggi il primo numero del r«lnformatore Agricole», maiuiale WÜ-'Ati . i „ •-1 „'ni CA (■, i' ¡ 1 i T ri ', funzione di monumento artístico. Com’è noto fino a qualche mese fa nel. Palazzo abitava lo stesso don Dagri. Ebbene, il' 13 giugno, una commission del Comitato Popolave Cittadino di Isola si è recata a fare, un sopraluogo al Palazzo e fra l’altro ha notato delle scritte di tenore . . evangélico, come ad esempio le se-guenti: «A morte gli eretici e anche tutti gli ebrei (Viva Hitler e l’in-quisizione! — n. d. r.) A morte!» «W. Mussolini» (3 esemplari). Tali scritte sono visibili benissi-mo pressa l’entrata aü’interno del- riei gïi ágrícóltóTi, ¿diío a ' l’edtfiêio c, considéralo il loro stato ífetitW prt riáérem&iftP0'5*1* ^íadimento, diovrebbero risalire cura' áélrÜstitütó '«pw . - . delTeconotniá'1' e"' deila Fcdéraziott^PCa ciixa 3 anni addietro, quando cioé Coopérativistica distrettuale di Ca- doncDuqxi abitava ancora heil edifi-podistHai '' ' ficid. La, pubbl,capone e dedícala, all a- . ¡,jQ,0 do„ „ ,{ sfesso a scriver. br itazrpneiyprpfessronale degh ^agri- m n(m pQssiamo non rüevare coltori. ,ed ivífrirp' loro la pomWim mchejge ü pdrrcxo di Isola fosse sta. di aligere, a oonsrgli d. esppm «n,(0 dí opzmome diversa le avrebbe materia. SareMwr-pisiiiterfluot,smtíi^mper^no cancellate o faite cancel- lare- Ció POtrebbe benissimo indi-cíe alie Cooperatave agrumle, T.(¡r; 9jcore - e ¿ recenti fatti lo dimostra_ sto pre,se¡n>tainiti dalle fiillali sindaicali é isitalto quello dii ¡allargare tra le maisise, inielH’ámbito dieillia gara,, l’at-tivitá laritiisltica ¡e lo isiport. I gruppii filodramimatioi, formatisi fi,nora;: non iso.no .siuffilciernti ¡eid in .eiststi pre-valigomio ¡eiiementi di idiee borgrte-si. Si icercheirá peirtantio ¡di includiere im esisi Teliemento, opéralo, prepa¡-raudo ne,i maiggiori collettivi grttppi dilebtaintistici diai. quali, a sua volta si isoegiliiema'nino ,gli ,elem-eniti per la formaziomie d¡i una1 societa culturáis ciltadina. In ¡quainlto ¡aillo isport, si fara il po¡s-sibile atfifinché il massimo numero di giovami partecipi -alTattiv'.tá del-la ¡rueocostituita Sooietñ Sportiva P,a:rrtii:zan. Nella gara in onore al VI Congresso i sindacalisti di Capodistria non tralascieranno la cura per i piú piccoli. Hanno preso l’impegno di ospitare nelle proprie fabbriche i miglori alunni delle scuole affin-ché essi sentano che tutta la nostra Bollettino Ufficiaíe E’ uscito in data 26 rnaggio il Bol-lcttino Ufficiaíe deila VUJNA n.ro 4/52, contenente le seguenti ordinan-ze: Ordine sul comtenzioso ammini-strativo, Ordine sulle modificaczioni del decreto del CPCI sulTamministra-zione pianificata delTeconomia popo-lare, Ordine sulle modificazioni del dcrcto del CPCI sui bilanci di pre-visione, Ordine sulle modificazioni del decreto del CPCI sul contributo sociale e sulle imposte, Ordine sulla tenuta dei registri deila popolazione stabile deila Zona jugoslava del TLT, Regó,lamento sulle carte d identita degli abitanti stabili deila Zona jugoslava del TLT. classe operaia è fiera di loro e ri-conoscende per le fatiche da essi riposte nello studio. Ma la gara ¡che ¡in qué,sita gioirmi sta iseatuineindo ira, ,i 'ccffle'íteivi deiMa riostra città, incln si Mmiiteirà la lanicia« isfidie alie ccmsareHie di fsqlia, Pira.no ecc. «Sf'Mieremo — hármo affermato, i coravienuti — lanche ie> fiíliali alH’iín;-fuoni ¡del mosfirio idistreltto, d:i Pola Fiume, Lubiama, Z,agabria ¡e cosí via. ¡peircihé ,iil VI ¡Coingrcaso del no-atra Balrlfeto'«i -trovi itutti uimiitl nella comoiniitá degli intenti. L’emulazione inizia sotto i migliori auspici. Speriamo che gli impe-gni non rimangano soltanto inten-zioni. RAPPRESEN.TAZIONE ALLE ¡OTTENiNiALI DI ISOLA Gli alunni deila Scuola Ottennale e delta scuola elementare slovena di Isola hanno dato ieri, in occasione deila chiusur-a dell’anno scola-stico una ben riuscita rappresen-tazione al teatro dell’cxArrigoni. II ricco (forse anche -tro-ppo!) ;prcr gramma, eseguito interamente da gli alunni, ha favorevolmente im-pressionato anche i genitori degli scolari, in neinti) si approvvigioma di carne com mezzi propri; animali da cor tile ecc. " ; Rilevaínte è di comsumoi del laite . che viene ámmess© .iin¡ vendita nella città dadla centrale d'i pastorizizazio-ne del latte, manché - qiueillo délia verdura e delle firufta. Inferiore ¡il comisiumo del ¡pasee, anche perché la istagione é, poico prcipizia Giroa 4 tomín, memsili di riso e due ton, di saliumii ven¡goino¡ asiscirbite dalle eapaci ibocche noistre, meintirc nel 1951 veriivano vendutie ben 4,5 ton. di siardlme. Lo smercio dellie ¡droighe è sensi-bilmentei aumentato da ¡quamdo que-ste ¡sono appiarse in vemdüta com msiggáore assort,imemito. Concluidendo, aririiviamo ¡ad una lógica coiiisi'de,razíame c cioé che, e,s-semdcsi stabiHizzsito- '11 imencaito can réquliparazianie ¡de¡i tprézzi dei. prodotti ..agiriicoli ¡con q.ueillli ¡induistoiali ed ¡es,sendo il mencata iprovviBto di una suffi,cante quantiitá di ¡geineri di prima mecas,si'tà, la cons,a agl'i acqui-sti, verifiiicaltasii me ipirimi giorni 'do* po illaldoziane idél tnjuovo. .sistema emnoimicol si é arre sítate é íl consumo ¡dei ¡ganar,i ¡di prima nécessita é diminuito in ralppoírto alia šatura-zione ¡del marc ato. NOTIZIE BREYI BUIE Si e tenuta domenica scorsa a Buie l’Assemblea dell’Associazione «Nostra Infanzia». La relazione e stata fatta dal compagno Crnobori e, dopo una viva discussione, e sia-6 deliberata la lereazione di un movimento nel vero senso della pa-rola. che avra lo scopo di curare maggiormente l’educazione extraseo-lastica di tutti i ragazzi. A coordinatore di tale attivita e stato cletto il Comitato Distret-tuale. CAPODISTRIA' Si sono aperte le iscrizioni per un corso teorico - pratico di taglio da uomo, organizzato dalla Camera Artigiana. Gli interessati potranno rivolgerpi al compagno Gobbo Marino, presso ,1a ex sartoria Omnia, via del Fronte di Liberazione (gia via Crispi). * La deileigaiziqine per la peseta, del CPD ha premliiato; ¡1, ¡peisc,aitori ,c,aipo-¡distiriainii Destnadii- ■ Giovanni e Na-, ‘zario Sauiro, che, pir non ipolto’i han-mo catturatiQ, diopq moin poehi sforzi due piccol'i jpesceicani nel gollfo di CEipodiKta-iai al largo di Ancarano. I due squall, v.ulgo «¡caig/nighe», mi-sunavano circa 1,30 meitr.i, eid erano rnaisichiio e femminia. della specie «chairchainiiaisi», che, mella faise mag-gioire di ciresic'ita, raggiungono i 5 e piu metrd. Siebbeme nciri siamo siiati avvistati altr.i squali, e consigliatiil'e che i ba-gmamti ncm ¡si spin-gamio al largo poiiclte d due cattuif.ati eiramo gia paricolosi per il’incolumita persona-lie e poitrebbe dairsi ohe non lomtana si troivi la madr.e. Il Club filatélico di Capodistria ha emesso una busta commemorativa in occasione della «Settimana della madre e del bambino». Le Pqste hanno messo in cirpolazione per la inedesima ricorrenza un francobollo speeiale con sovrapplieata la dicilu-ra STT - VUJNA. * io In che modo i lovoratori dell ex Ampeleo, dirigeno la propria azienda I fatti parlino del nostro lavoro Era nel igiuste Chioco Nrcolà, presidiente dieiV'boinságilio operado, de:l-l’ex Ampeilieiav-qu-amdo, altar doman1-dia sul ¡come il sua colllattiivo di lavoro, prcigirieidiiisca, irispoisie: «I faititi parltao del mioßteo liavaroi». Egli mom ritiBciva a dlilsisimulare l,a sua sorpresa par Pimiproiwisa do-mamdia,. Com la main,a aisciugava il sudoré, che' gli coiava copioso dialla fr,ointe: in quello stesso momanito er,a ¡uscitoi dal reparto di frig,gitana del pssioe. Tutltaviia, sebbene fuga-cemente, poteimmo ©cambiare qualche cpiinione. In quel momento era anriiVato infatiti uin ¡cairioo ¡di pesce. par cui egli aivev.a malta fretta. di Mtoinnaire al lavoiro. Penis ieroso, ri-spcmdieva -alte mié dcmlamidei: «Il consigiio degli opeirai man ¡ha ancora ¡dáscusisoi sul ' piano sociale, ma il oomiltato, amminástmatívio ha avuto mol,to da fare pax la s,uia ccimpUiazio-n¡e. Al comisigltíio oper,si,o il piano sará discusso ¡in questi giorni.» ,No¡n¡ isoltainito ill conSiglio' opéralo, mai. (tuibtio. il oolilettivo, iO'g,mi singólo lalvonatoirei ipeinsa oírla al piano, sociale idellia faíbbráca, perché oggá ognuirio1 vi é intieirieESalto'. I lavora-toiri Bomo piadromi deila fabbrica e percid ¡essi deiciidoimo sulla su,a ge-stóómie, sul ¡come ¡e siu cosa si produ,r-rá; sono cosicieinti che soltemto dal la meaiMiZizaeiiome déi complti, delila produEüome, día esisi as sumiti, dependerá il loro guadagno. Quieisto è ció che ii niemi c i ¡bien s.am,no, e pe re i 6 ceroamo, tiii creare diifficoltà ad ogni pass,o, speculamdo sugli initeressi dei lavoratorli. Abbia,mo ¡giá detto come, tiempo f.a ad Isola tali elementi spargevano lia voce sieeondio cui l’Arriigoini e i’Am-pelea avrebbe chiuso i ib,atteint i. Pos-soïio i ilavomatomi, di isola, che han-no tanlto lavono da dio,ver speisso passare la motte iiin fiabbrica par mon arrestare la (produziioin© credere a queste f.amidoin/ie? ¡PoiSiSioIno ¡credere a ció, quialmdo' eisisi siamnio ibein,isi9imo che gicirniailtoeinte la fabhrica rioeve or-dinaizioini idaliTelstieiro, (Geirmania Occident aliei, Austria, T/rieste, ecc.)? Eccio iciíó che ¡me penisa uin lavorato-re deU’Amipeiliea: «Piarlimo pure a vo.lontá ie comtmuo a sipargeire oa-luninie, moi isappiamo coisa fare e come comporterai. I mostri prodotti viengonio, acquistalti dappertutto. Ad e.siempio, in questi giorni a'bbiamo avuitoi ideille lordiiniaiziani ¡¡nigenti dalla Germamiia Occidentale. «Chi sparge quielle voci potrebbe giUandaire piuttosto alie prospettive delira, mostira fiabbrica. II direttore técnico mi ¡dioeva qualohe giomo fa che in breiwiisisiimo tempo il ¡nos tro coillleittivo ha coimipiuito buoni pro-greisBl, ¡speiciialmeinite .día quando è gesttto diaigili operai. La produzione si é eliavata dmifatti dal 70%. Ció è stato pcissibile coi Eucoessii mella ,mieiccam|izzs|zio¡nie del proioesso ldi¡ produ'zioine, con urna buona oirganiz-zaizicinie del lavoro e ,delle norme. In tail modo è stato ridotto pure il ooisto di prodiuizíi'one,, che, a canároin-to¡ coini quello di un araño addieíro, è inifefioire del 52%. Queiste sono iVit-tqlrie. di cui tutto il niasitro ool-leitt'iivo è orgogliosoi». questo punta» — è peraiio Delilore Italo ,tive soui contiinu,amante. E ¡questi non sono ¡re. La -dliireizione dali’aziendai ha con-gli uniici -msiultati ,¡positívi. Si puó tratiti coin lalcune cooperative dei qu'iíJdi nredere ¡alte voci maligne? ¡Ma nom hasta. Lo ¡stesso piano Sociale — oltre quanto detto sopra — asisicurai il lavara: 150 ton. di fi-letti alToliio, 350 ton, dli sardine1 al-J’olllo, 350 ton. ¡dli pesicie sailato, 150 tcira. di laintipiasti ed aitne diecine d¡i ¡tonnellatie di prodotti vari, come fariña di pesce, olio di peace, grasiso idi pesce, varié pasite, frutta e verdura oomisiervaita ecc. «Se c’é ancora qualcuno che ciancira di iohiu¡sura deila fatobrica, .si facciia ¡avanití» — hannio deltto- i «ompagni Ghicco e Dellore'. II coÉIeittílvo iiottai, é vero, conitro alcumie diffiiooltá temporanee deri-va.nlti ¡daillla peisicia sicarsa, a causa del maltempo. Le operate perció non lavcinano giomniailmente. II comitato Gimmiinilstiratiivo peiró ha preso a tempo i pirioweriiimeniti peir rimedia- peiscatoiri dëliia DiaHmazia che assi- c.ureraninlo' gtormalmeinite oentimaia di quimtalii idi pesicie freisco, per la liavciriaizionia'. L’Ampeieia inizierà poi la iproduiziioinie di ¡pesice salato fra cire,a luna selttiimana. Co,si non solo il laivoro ripremidierà miormalmemte, ¡ma esiso isarà di tali proporzioni da iriichiiedere idal coileittivo tutto uno iSfomzoï coinlsiidierevoile, poichè, oltre ai riformiimeinlti prévis,ti dai contrat-ti summemizionat'i, iil pesce verra ' peiscato lanche dalla flotta de.li’dizien-da che isii è .attrezzata per Tiallto mare. Deaisamente la propagianda ne-miéa ha -fatto uni buco nelTacqua,, ¡«¡Non ci convlame badare la loiro» — hia comciluso il compagne» Chicco — «poiehè la vérité vienne semnipre a g,alla; chi pci non vuol aredere, si acoomodi». G. B. Sicciole MENTRE NELLA MIERA REGNA IL SILENZIO VEOE L'ALBA IL VILLAG6I0 0PERAI0 •e b l’o- «Le prosipeit-La noSitra La settiiana delia madre e del bambino per dei mimerosi problemi che assillano i nostri lavorátori delle campagne. Pur nella sua modesta veste tipográfica, gia il primo numero offre al lettore una serie di nozioni pra-tiche, di notizie e di istruzioni che torneranno di grande utilitá a tutti. L’«Informatore ¡Agrícola» useirá me.nsilmente al modesto prezzo di 10 din per copia. L’abbonamento per un anno ammonta a 120 din. Acqui-statelo! che il don Dag^i sia deila stessa opinione. Conclusion: visto un tanto, come si puö pensare ad un don Dagri che non sia legato n)egli atti e nello spi-rito al suo «maestro e pastore». Ž! fascista Santin? I nostri lavorato-ri, i lavoratori di Isola, che tanto ebbero a soffrire. appunto per colpa delle idee espresse in quelle scritte, sanno anche giudicare il falto come si deve. Per i fascisti, anche per coloro che li tollerano soltanto da noi non c’é posto! G. B. LA SALA DA PRANZO DEL «METROPOL» DI PIRANO Niella maittiiraa/ta dii ¡Leni, in um’at-tnoisfera tipicamemte iscalaistica, so-mo State comisegnate le paigelle agit aluinni delle scuole otteniraali. Del premi somoi Stati dati ai migliori Bioolairi, quimldi si è ‘iiraauguraita la mostna iscolastica, deidicate’ piuttosto ai geniiltiori ohe ¡ai ragaizizi. Con que sta manifastaziioirae si è aperta la «siettimana délia madré e del ibamlbino», che si ccinicluderà dcmeniica 29 coirremte. Sono previs,te delle conferemize .siril tema «la fun-Bioinie delta madré niella socieità so-.oiafliistaS» e proiieziani amiematoigirafl-che per nagaezi. N,el pomariiggio di un giorno da stabidirisi il baginio cittadino verrà risieirvato ai più piccoli. Si svoDg-eiraintno ¡gare ginniiico-spor-tiiive e fors’amiche um torneo di cal-cio dl 4 isquaidire degli alunlni delle šepale ottieirinali. Collettivi di lavoro ¡ničev,eramnio i miiglliori scolari e offrirainino lomo un rmlfresco. iGrediamo di poiter rannu,nci,are che verrainmo ¡effettuaite delte gibe, unra di ragaizizii col meazio fomito gratui-tamente dali’«Adria»; l’attra di ,don-ri'e a spese deirorgianiezaZione fem-miniile. E’ miotevole e significativo Ohe la g'ite delle donne avrà per kmete l’olsipedailé liinfainiti'le di Can-tirilda (¡Fiume). Uima deleigazione di ragaizzi oiffniirà ¡per l’oc cas ione ai piioooli diagientii dorai e, gioicaltcli rac-Ccildi inellle varie sicuiole del nostro distnetto. Compagne deirio.rgan.izaazione del-l’UAIS vilsüteranno, miel ,corso delila seittilmaina vedo.ve ed orfani, di'St.ri-buemdo probabilmeirabe (è irac-erto) carredi ,e ¡regali. A,litre visite segui-ranno .presso asüli infamihili e nidi ü’iblfanizia, al fine di porge,re aiuío e coasigli. Seimpre idurante la «settimana dalla imadne e ¡del ¡bambino») avramno tuoigio ¡delle iriunlqnil 'Comuni di pe-diatri ¡e oisitetriche, col compito, di .informare quiesFultime dei piü mo-deirni ¡e razianiali isisbemi invalsi in uso iniellla loro, profession©. Infi.ne i] CPC lilstituiirá delle viisitatrici siocial-sainitairiie. Queste compagirae doviran-no esercitare, senza tuttavia cadere nel giretto moralismo, una specie di canlíiroillo ineille famiglie laillio seq-po di ¡persieirvare la morale dolía íacisitra giioveiratü, Upeoi ai mente di quella soalastica. Ad esse e a¡ tutti collar», ¡enitii ¡e persone, ahe cointri-buirsmino alia riuscita delta «.setti-m¡Eine¡», auiguri di buon lavoro. cura iprïlnicipale è dedieata alla mec-ciaiúiiazaiziomie, non ¡salo iper eilevaire la produzione, ima ¡sopratubto miigliorarne la qualité». Infatti, da circa un mese, all’Am-pelea i pesc'i iravece idii esise-re cotti vengorao fritti e Uattireizzaitura per questo Jialvoiro é istslba fEiblbriicaitia nella azienda steissa. Naturatoente non è stato facile, poiehè ha riebieato fatiche coMsiderevoii. In questi giar-ni sará portiata la temine una seconda attreÉaùtura ¡del genere se-cosi sará oamipiiritoi un al,tro note-vole passo avainlti. Gon taili iranova-ziomi la qualiità del prodotto è ¡senE’aitro migMorie, poiehè il pesce ¡firtt'to è ¡piü ¡guistoiso che non less o. Un altro SiUCloelsElo deila meccianiz-zaizáione aU’Ampeileia è riappresentato daliTèsisiicatorie per ¡la farina ,di pešce, loqstruiiito con meizizi proprii, che soist’iuásioe .quello- veicohio con il vain-tagigio di poiter esisere adoperato Siamo arrivati a Sicciole con Vin-tenzione di conoscere prima noi e poi far conoscere ai nostri lettori 10 stadio in cui sono i lavori di rin-novamento deila miniera di carbone. 11 direttore ci disillude subito con un: «quasi tutto tace. Hanno ridotto una parte del personale spostandolo 1951, e che dovevano arrivare nel dicembré dello stesso anno, ma che ora, giugno 1952, non si vedono ancora. Perché una cosa è cianciare di patria e di «ci si spezza il cuore», un’altra è passare ai fatti concreti, dove invece bisogna sabotare. Ma sarebbe erróneo credere che a „Ev/;/ , .» * . lTJu ¿uivuuv erróneo creaere crie a alia deila «Gran Madre», tanto preoccupata per le sorti dei fratelli deila Zona B, spuntano anche qui le unghie ben aguzze dietro la maschera del-%’ipocris)í\a. Se fosse effettivamente preoccupata per i fratelli deila Zona B, invierebbe le pompe per la loro miniera e per le quali sono stati versati gli anticipi giá nel luglio Da Pirano Il 16 o. m. si é tenuta a Pirano, l’Assemblea sindacale cittadina per esaminare i problemi delle organiz-zazioni sindaeali. Nella discussione i delegati hanno sollevato molti problemi di carattere organizzativo, ideológico, cultúrale ed assistenziale, suggerendo lo loro giusta soluzione. La seconda base delTU. A. I. S. sta svolgendo un’attivitá molto vasta. Su decisionc presa in una riu-nione straord inaria, i frontisti hanno iniziato la eostruzione di una fontana in via San Giacomo, fontana che sará di grande utilitá pubbliea. La popolazione del rione partecipa numerosa al lavoro. Si distinguono le eomp. Corsi Renata e Bonifacio Maria, vecehia di 70 anni. Un esempio a tutti ! L’ENTRATA ALLA MINIERA DI SICCIOLE afferma il direttore deila miniera — sulle due case operaie che sono il germe del futuro villaggio opéralo dei minatori e si riadatta l’ex ca-serma di finanza per farne un albergo operaio di 30 posti «Ne hanno ricoperto gia una» ag-giunge, ma poi, quando ce le mo-stra da lontano, resta a bocea aperta anche lui, perché erano ricoperte gia tutte due. «Camminano come dannati quelli la — si giustifica deila gaffe — e per la fine d’agosto, come previsto, io sono certo che avremo le case pronte«. Sul cuntiere di lavoro dove pas-siamo regna un’attivitá febbrile. La squadra di Manlio, su di una casa, e quella di Persic sidl’altra, sono in gara. Gara le cui vicende si alter-nano, perché ora é una squadra a detenere il primato ora l’altra ed é una gara attraverso la quale si sono compíute cose buonissime. 11 primo maggio di quest’anno, sul posto dove ora sorgono le due case, c’era solo la baracoa per il matcriale e gli attrezzi e le fondamenta di una delle due case. Ora esse campeggiano con tutti i vani interni giá divisi. Ci viene da pensare ai funghi dopo la pioggia. E pensando che sono sor-te in un mese e mezzo anche coi metodi di lavoro di due anni fa, quando per costruirle ci sarebbe vo-luto ... qualche mese in piü. fíravi, ragazzi di Manlio e di Persic, auguroni! Ai minatori, che at-|tendono impazienti la fine deila vostra opera, diremo che ogni casa ha due quartieri con cucina, salotto. gabinetto, bagno 0 ripostiglio al pianoterra e due stanze al I piano. Veramente qualcosa di comodo clic., se non fosse per i minatori, avrem-mo gridato alio spreco, ma giacché é per loro, questo e ancora di piü. LUNEDI’ 23 'giugno 1952 «LA N O S T R A L O T T A » PAGINA 3 LA „PERLA“ MAGGIORE DEL „C0V0 01 VIA CAVARA“ PERCHE' VEN» L' «ANGELO IE ACCC DELLA CURIA DI TRIESTE» ILTO A SASSATE ne La calumniosa orcliesfrazione di Sanfin e di alfre deg figure del fascismo confro la Jugoslavia culminó con i gialli, a finfe orride e macabre, di Maria Pasquinelli «Le orde slave mass aor amo, imfoi-¡bano, deportan© ¡tutti! glii itailiaini caduti nellde loro maní mella calata .sulle ciititá e sui paesi della Veme-¡zia Giulia . . .» «Gli slavo comunisrti maissacmanoi prati, frafci ei suore» . . . «Le piazze e le vie di Trieste e di Gorizia sont» tappezzate d‘i manifesti mei quali si vantano dei senza dio e ¡siemiza religiotnje» . . . Gilí slavo comunista hamlnjo ‘taasfonmato le chítese ed i íiuaghi salará in sitalle o sale da .bailo» . . . GU itaiiiiamli ed i cait-tolici slavi si sattragigoino com ia fuga all’avanzaita delle maismade co-mumisite, ássotaite di samigiue, di sac-cheggio e di arudeli vendetta» .. « . . . «¡Mamcano mottaie del moms. Mamgotti, dçi ©esteti e delle suore, predevati a Goriizia dagli slavo co-mmltoti» . . . «Décimé di sacerdoti delle diobeisi di Trieste e di Gori-iziia, ¡bárbaramente trucida'* i dagli slavi». Questi e uma intermiiimabile schie-ra di ciomsilmild, igli slogans che si diffusera corn ¡una ampreisisioniante rapidltà fra le géruti del Friuli, mella maggiioranza catioliche, ai primi ded maigigio' 1945, ¡trbv,anidó crédito, perché ooniermœti: dalilá marea dei crlminali faSioiati che si erano ri-versali ,au Udine, 'soittiraendosi alla giustizia del pclpoîlo per gli innume-ri deliti,i da es,si pairpetrati niella Regióme ¡Giuilia e ,mas,cheraindoisl da «inniocenlti vitüme delil’,itailianiiità». Gli effeitti di itelli s,logaras nein tair-darano a ,manifestais!. «iLa Li'bertà», organo del CLN di U,dime, danciö un «¡press®inte ©i aicooraitol» appello ai ccimanidii deillie tinuippe aragloiamari-cane perché ¡intarveniisisaro ¡«¡in di-fiejsa .dleglli ¡iitalilainii della Venezia Giulia, vittime ¡del suipeimaizdomali-tsmo slavo’. In breve ill giuibiïlo ¡dei «ibuoni ca/t-toiico» friuTaini per da vültticmia de.gli Alileati sud nazifascismo, s.i tra-stformô ,ân ¡cosiemaizkrne per la di-6g.razi.ata ,sorte dei vasicovi, ded preiti e delle suore, diiverautd «pineda de-igli slavo icamuniBiti,» e sui mûri di Udine, la capitale del Friuli, dove faceva.no bëlla Riostra i. manifesti per i »iballiii in abito da societàa, fe-cero ¡la .taro ¡comparsa anche de scrit-¡te «A ¡monte Tita». Tutto iqíó dimoistra ¡come dll CLN di Udine (sonto, ad iniiziativa del «co-V'O di via Cavan®» per «la difes® deill’i'tailiamità di Trieste» coh la X Mas, con là Guardia Cívica, coi.tór-iturator.i di «Villa Triste») e .con le diVisdcvni fantasma dallo squaldrisrta, legionario ¡Humano, Encale Miami, e ¡nel quale ill veacovo Salmtin, con le , al tre cana,gli,e del «cavo» siesso, bramo de,gnaimemfe nappresenltiati dad «siradacalilsta» delle oorporazio-ná mussel iniame, don Marzari) aveva íunzionato alia perfezione». Iin pochi igtormi, Sl dima ohe si era formato in Ùdine a iseguito del crol-do del fascismo. — nal quale si ri-coinos.cevamo i© ©norimi Golpe dell-l’ítalia, atitrav-erso il fascismo, ne,i comfronti delie. martariate, vesisaite ed oppresse gemiti «lave —subi um cambiamento radicale. Prese,njtatc&i chi sarive (dopo aver iricevuto l’offerta, da lui sdegna-memte rifrultata,, delila .rapipreseinltan-za del CLN di 'Gcirizia e di Trieste presiso il igovarnio ed il Vaticano a Roma) dell miuovo iSindalco dii Udine — il più .autoirevoile rappresenitante looal,e dei parti tli di sinistra e, come tale, presidente del CLN di Udine — si ¡senti dichiaraire ohe «quanta stavamo faoenido in quei giormi gii .slavi di Tito' a Triesite eid a Go-riizla co'mpensiava au larga seal a le malefatte del fascismo, mei venitidue anni delila sua tiramnila». Ai pniimi del giugno, in seiguiito ad acoordi interveniuti ira gli armato- r.i Oo,sulic, che avevano realizzato cnormí proíütti col fascismo e morns. Ivam Siirotic, al quale era stata af-fid'ata raimministirazione dei fondi delila «Pontiifida Commislsione di As ■ siistemza», usaiva iln. Trieste il più luTiido Mibello reaaiouario ed amitdsla-ivo, «¡La Voice libérai», diretto da quell’,is,ter ico e fanático prof. Furlani che già .aveva ben íilgüralto fra i fornida,toni del faseio di Trieste e, come tale, isardtto a cairatteri d’oro mella sitoria del fascismo del suo ca-merata Chiurco. Verso la meta delilo sibessiij mese di giugno «Vita Nuiova,» ¡l'organo dei-I’Azione Caittolica diocesana di moms. Sandln —• diiretto dal suo fi-dato don Bek.ar, — pubhl'icava l’air-ticoto .imilitollato .«Baisita coi campi di eoneentrámenlo» che, cerne abbiamo g,ià rilevato su quesite colonne, apri-,va le .camipagmie di dnsulti, di calumnie, di provocazionli, di faisiità e di ¡aizzamento all’odio co,nitro la Nuo-va Jugoslavia, e le argamiizzaizioni demcicratiiche da cui trasa,ero ispira-zicine -e moidello tutti gli aliltri organi délia stampa cattoffica dell’lta-lia e di altri paasi. Il passaggio dai famtomatiai «cam- Congresso intemazionale degli nífici di ritagll di stampa Parigi, giugno Per iniziativa dell’Eco della Stampa di Milano, che ha celebrato re-centémente il cinquantenario di esi-stenza, avrá luogo a Parigi, nei gior-ni 7-8-9 maggio 1953 il primo Con-gresso Internationale degli Uffici di ritagli da giornali. In tale oceasione saranno gettate anche le basi per la costituzione di una Associazione Intemazionale ira gli uüfiei stes9Í. L’organizzazione del Congresso, al quale hanno gia aderito i prinoipali ulfici di ritagli del mondo, é stata acccttata dall’Argus de la Presse di Parigi, decano degli uffioi di ritagli di stampa. pi di conoetramenta» alle «foihe» smile ’ quali fiioriva,no gia i giaili, a tiinte orride e macabre, di Maria Pasquinelii, fu. breve e «Vita Nuo-v,ai» par amini si diilefito a pascersi de.lle carognie fasciste, mamciemti mellle foibe. Abbiamo gia aceenmato al sangue delle vittime di Seirvola ,che ricade suite spallle del veiscovo Samitin in conseguenza dell’aver eigli preiteso la riimoiziione delle banidierie rcsso-stel.laite, elsiposte da,gli .abitamlti di qudl isoibtoo-rgo suilla loro chi,esa e siul lo,ro campanile neil marzo 1946. Non ¡sazio dal siamiguie- di quei ¡moriti, feiriiti ed invalidi, dii vascovo Sanr tin, dopo poete mesi, volte muiovar mante proviociaire lie vittime ¡del fia-soismoi, pretenidiendo d.i ,impo,rre, com !a cresima, le sue mami, amcora gron- danti dell'acqua lustraile (da lui ,co-ipiosamente versata sud gaigliardetti ie siu'ii iatoairi fasiciiisiti délia mante, dalla distrueiome ,e dello stanm'iimio) suille iminocemiti teste dei1 io,ro ibam-bini. ¡Le sassate aon cui venue accolta dallle vittime idel fasciisimo l’autovel-tuira dei vescovo fasicilsba, in giro coin que lia assunda ,e proivocaitori a ipretesa, divemnero le «pietre con .le qusili gli S'iavo, comunisti, nemici di Dio ¡e deila Chiesa, voieivano lapi-dare il ve&covo, Samltnn melHëlserci-izio de'lla siua, saicra miasione paisitcra-la», e tüttiO' 1,1 moirado caltitolico inor-iridi ¡niell’apïirendere dai gicirniaii e dalle radio questa «nuova siceilera- . itiszza deigli siavo coimuinisti» contno l’«Anigelo deiie diaceisd di Trieste e di Capodlistnia». Maiim patzM M’HANNO LASCIATO NELLE MANI UN FIORE DI CARTA ROSSA. IN ARIA VA UN PROFUMO LIQUEFATTO DI SOLE. GRIDA E CANTI S’APPICCICANO AI MUSCHI DELL’ARENA. C0MIZI0 ROSSO BALZA NELL’ELLISSI, ECO ROVENTE VA DAGLI ARCHI AL MARE S0NN0LENT0. LE CIGLIA BATTE IL MARE. ONDA BRUCA ONDA NEL PASCOLO IMMENSO AZZURRO AZZURRO, OLTRE L’OMBRA DEL FARO. INSEGUONO I GABBIANI, NEL BRUSIO DELL’ERBE — ADDOBBI AL VECCHIO CASTELLIERE — LEGGENDE DELLA COLCHIDE, L’AFFANNO INNAMORATO D’ESULE MEDEA? ROSSE DI MINIO L’OMBRE SONO FIORI DONATI AI GORGHI RISPECCHIANTI SGAFI DISCESI DAGLI SCALI DEGLI OLIVI. Giacomo Scotti Poesía premiata alla Rassegna artistico-culturale degli Italiani di Pola (23—31 maggio 1952) ITINERARI DELLA TERRA ISTRIANA Montona, antica difesa Jalla „Valle verdennianle“ Dal lamoso bosco di Montona il legno di rovere veniva esportato a Venezia per farne palafitte nella laguna ■ Nella fortezza medioevale nacque Andrea Antico, musicista, che ideó la stampa delle note con le tavole silografiche Un lempo, quando funzionava la utilissima ferrovia Trieste-Parenzo, soppressa (certo perché opera austríaca) inconsultamente dall’italia-nissimo, nonché disastrosissimo go-verno fascista, súbito dopo Visina-da, se provenivi da Parenzo, sco-privi, guardando in alto, un grigio diadema di pietra posato sul cucuz-zolo di un calle smeraldino, che falla di poco i trecento metri: Montona. E, per una buona mezzlora, quella fosca visione medioevale ac-compagnava il viaggiatore, presen-tandoglisi, pero, sempre sotto nuove visuti a seconda del girar del treno. Da quanti secoli siede lassú Montona? IL COMPLESSO FOLCLORISTICO MACEDONE IN UNA CARATTE RISTICA DANZA ATTRAVERSO LUOGHI DI CURA £ STAZIONI CLIMfiTICHE PELLA SLOVENIA CITTADINE DELL'ACQUA m MEZZO A FORESTE MHLEHAB1E Dove un tempo si dava appuntamento la “haute" dell’impero austroungarico per fare stoggio di una eleganza sfacciata e smaltire la noia tra scandali e pette-* golezzi, ora si curano migliaia di nostri lavoratori. OZíre che per i magnifici centrl turistici, per le bellezze naturali, e la ricchezza foréstale e di acque la Slovenia primeggia non solo nella R. F. P. J., ma nella stessa Europa, per le sue numeróse sorgenti termal! e minerali il eut valore curativo é riconosciuto dagli scien-ziati di tutto il continente. Da se-icoít i sofferenti delle più svaríate malattie accorono in Slovenia per curarsi nelle cosidette «cittadine de’-Vacqua», nelle quali sorgono, attorno allé benefiche fonti, stabilimenti i-drotierapici, alberghi, piscine, campi di gioco e ogni «.conforta moderno per l’ammalato e per il turista. Per i lettori de «La Nostra Lottaa abbiamo visitato una ad una tutte que-ste ospitali localité, segnando sut nostro taccuino le caratteris¡tich,e principan di ognuna e l’impressio-ne che ne abbiamo tratto. Nella Savica, circa 15 km. prima d’entrare nel centro industriale di Celje, chiusa da ondosi colli aro-mantati di foreste, sgorga la mille-naria sor gente di Rimske Toplice già nota e apprezzata dai Romani dai quali essa ebbe il norne che ancor oggi porta. In questo grazioso sito, circondato da parchi naturali e giardini a vegetazione esotica e subtropicale, si trovano alcune piscine termali all’aperto, frequenta-te sopratutto per il clima mite. De sorgenti di Rimske Toplice so-no radioattive e la loro acqua sgorga alia temperatura di 37,5 gradi C I benefici effetti di quest’acqua ter-male curano e guariscono le malattie del sistema nervoso e circolato-rio, l’artrite, i reumatismi, la seia-tica, ecc., al pari delle fonti di Cate-ske Toplice, nella Sava. L’acqua di Cateske é molto ricca di acido car-bonico radioattivo. Migliaia di am- malati vengono curati ogni anno nelle terme radioattive, per interes-samento delVOrganizzazione federa-le sanitaria dei lavoratori jugoslavi In gara con Rimske, Cateške Toplice, Laško (una dedna di Km. ad occidente di Celje), distesa lunge l,e rive della Savinja e circondata da meravigliosi parchi centenari, ospita in questa stagione numerosi ammalati. Verso la fine del secondo scorsc altre polle d’aequa minerale radioat-tiva, ricca di carixmio, affioraronc a Dobrna, localitd sita a 19 km. da Celje, ai piedi del massiccio del Pohorje.. In questo luogo, come d’altra parte a Radenska Slatina, a Baga-ška, a Dolenjske e a diversi altri nel periodo d’evoluzione borghese del primo novecento sorsero mae-stosi alberghi destinati ad accoglie-re la classe privilegiata del vasto impero austro-ungarico. I parchi c le pinete snodantisi, le passeggiate graziosamente in luoghi romantict fecero di Dobrna una localitd privilegiata. Infatti qui, in quel tempo, la «haute» dell’impero si dava appuntamento ogni estate, non tan-to per curarsi malattie piü o meno immaginarie, quanto per far sfoggic d’una ekegenza sfacciata e smaltire la noia tra un pettegolezzo da doz-zina e uno scandalo da salotto. In questa stagione invece, come negli anni seguiti alla vittoriosa lot-ta popolare, lavoratori ammalati si avvicendano in turni di tre setti-mane. Pieg-ando a sud-ovest ci siamo portati nei pressi di Novo Mesto nella «čutila» dei reumatiči, dei ne-vrastenici; vale a dire a Dolenjske Toplice. Anche questa «ville d’eaux» e stata incastonata dalla natura e dalla intelligente mano dell’uomo al pari d’un gioiello, tra ombro-se foreste millenarie e parchi ben curati per la gioia e il riposo del-Vospite e dell’ammalato. Oltre Slov,enska Gorica, sul flume Mura, aperta verso la piana un-gherese, Slatina Radenci contende il primata deli'efficacia curativa delle sue acqiue alla noiissima Rogaška Slatina. L’acqua di Radenci, che vierte imbottigliata e spedita per tutto il paese, è composta di 16 elementi chimici. Essa è efficacissima cura di malattie dell’apparato digerente e del sistema nervoso e circolatorio L’attrezzatura alberghiera e sanitaria di Radenci puà soddisfarc qualsiasi esigenza, e adempie lode-volmente ai compiti ehe le sonc stati affidati dalla nuova sistema-zion,e del ptrocesso assistenziale e ospedaliero. Venendo in ultimo ad esaminare la situazione turisticc-ospedaliera. dell’imponente complesso di Rogaška Slatina, la gemma della ferti-lissima boscosa Stiria méridionale diciamo subito ehe essa è il luogo di cura più modernamente attrezzatc della Slovenia. Stesj in un ridente bacino, gli alberghi sono al riparo dei venti de7 nord e dell’est, con aile spalle i contrafforti montagnosi di Gaber-nik, dello Hrastovec, del Plešivec della Donačka gora e del Boč (S8C m.). Parchi magnifici ehe si estendo-no ai pittoreschi dintorni, alle pas-segçfiaté del Bellevue, del Donat essigenano Varia lievamente umida tonificando e rinforzando Vapparatc respiratorio. Folte pinete serrano da ogni lato le localitd e profumanc delle loro essenze resinose le mat-tinate e le tenere sere di questo ini-zio d’estate ravvivate di infuocati tramonti. Le sorgenti naturali d’acqua minerale alcalo-salina godono ormat ri-nomanza mondiale per i loro stra-ordinari poteri salutari. Le fonti più note sono quelle di Tempel, di Styria e di Donat. Que?t’ultim.a supera quanto alia concentrazione chimicc dei suoi componenti, la famosa fonte di Karlovy Vary (Karlsbad). Rogaška dispone di attrezzatura per terapia fisica, idroterapia elet-trotermica e bagni carbonici drti-ficiali, e un personale sanitario e specialisti uniči in Europa nel lore généré. nli. MiesM cÉEiie nel »len illa ¡sita dl Laginja Cronache cultural! Ganze foicloristiciie Il ©oimplesBo fclcilorliistieo nazioma-le miacedane ha dato, lunedi 16 l’at-teiso .speifctacoilo ,a iCapodistria. Sul palco, eneltto ih piazza Tito, presente il co’ionineJilo. Stamatovic, comandante 11’Ammlinistmazio.nie M,Sitare e miumeirose autciritá civili, ai isono sus-¡sieigluití per attire due ore, danze. camtii popoilari, caraitteriBticd e va-¡riiopimti cosituimi. I quadri présentait!, traevano tutti ¡ispdraizianie da aispettd e avveni-manti della, tiradiziane popolare, se lElddiiirittuira mon ne riprendevano 11 Bogigetito per imteroi. Oosi, .memtre le ¡danze epiiche marravamo gesta guerniere dei paissato, in special modo dl maicedoni ribelli ai governa-tcirii tur,chi, quelle musical! ripvodu-iceivano le gesta che, a tuitt’oggi, ral-legra,no le nozze di comtadini e ta-'giiiaiiegnai. Motivi tipié!, cari alia gente semipilice, coime quello della sposa che si eangeda da®a casa, par ítem», ¡o, ¡che ¡si ñeca alla fonte ad at-. itimgere T.aicqua per il suo primo pane. La ¡coreografía ¡di divers i altri quadlrii ha tratito ,glit elementi da scene di lavoro. II taglio ,degli aliberi, la failiciatura, le fatiche che il cicio delle stagiiomi rinnova mei campi, sonio stati dali dainizaitbiri miacedoni ¡interprétât,! ¡can .ante ¡oonsumaita, attra-vtirso movimerJti nitmici ara v.iv.a-cir ora peisanti, ma sempre armonios! ,ed ©ssaniziiali. Le numeróse ¡caruzoni iripe¡tev,ano ,gli stiesis'i temí o celebraivano idilll pastorali, im-palziieinze, 1 ámentele di ininiamorati. II tutitoi ¡raiwivaito, da musiche e oasitumi ¡che il folclore macedone pcsisiede im gran copia. II numeroso piubibllioa- ha moisitira^ to, con bjpetutt e v,ivi appiausi, di gradire ¡lo .spettaicoio, .riinnovando1 cosí il ¡superlativo suicoesso ohe il camp'les’so. aveva, 'otltemuto giorni prima a Londra. La oarovana mace done la sera segmente si è e šibita a Bule. Il concerto di Ozim Martcdi scorso è stato ospite del Teatro del Popolo di Capodistria il noto violinista Igor Oziun. Accom-pagnato dalla pianista Hilde Horak-Cas, il ventenne artista ha eseguito musiche di Vitali, musieista italiano del XVII secolo, la terza sonata per pianoforte e vioiino di Brahms e pezzi di altri celebri maestri. Igor Qzim appartiene alia piü giovane generazione dei nostri arti-sti. Di lui si é tangamente oceupata la stampa jugoslava ed estera. L’an-no scorso Ozim si é prodotto tangamente all’estero, specie in Inghilter-ra, con straordinari risultati. L’ini-zio della sua carriera all’estero ha segnato súbito, l’anno scorso, un chiaro suceesso con l’aasieurargli la medaglia d’oro di Fleseh. II nostro puibblieo ha ripetutamen-te aipplaudito il giovane virtuoso, tributandogli un caloroso quamto me-ritato riconoscimento. Dacumenti di un tempo E’ staito1 progiraimmat-o giorni a¡d-djieitro a Gapodistnih ¡iil ¡Cita jugos slavo «‘Dokiumeinti jednog v,r,eimema¡» ,(Docum¡ein!ti d;i ¡uth tempo) idellai «Avallas) ¡di Belgraido. Hl film ¡non isegue1 ¡rrnia determina-ta vioeinida, non, ha¡ un filo céntrale e neppuire pretende dli averio. E’ piu¡tt:oi3ta un fumigo, idocumentiario e come tale le acehe seno, día intein-densii saldarte lal tutto iirwece che una initirinaeca pragreasione. La staria di meazo secolo, ida! 1900 alia co,n-clusllone ,dell’uiltimo oomifijitto, vi é xiivelata artfraverso ¡gilí awanimenti piü signiifiicativi e ¡le personalitá piü hoite, dalle quali é speaso dlipaso il destino del ¡manido. Lo 'sfruttamento délTalta boirghe-sla deiH’iiimpieiro' abbungico, sui picco-li popoli, la prima guerra mandila^ le, la se-te ¡d:i dominio dell naizi-smo e del f aiac ismo can ,i relativa arroiri sang'uiinairi, i eomflittii di Etitapla, di Spagna, poi l’uttimo, e poi ancora ¡la .gloriosa, Lbtta dii Lilberazioine dei papo-lii jugoslavi sfilano in imima-gini id’,alto valbire docuimeinitario. LA RAGAZZA INTERPRETA UNA CANZONE P' RILARE ACCOM-PAGNATA DA TIPICI STRUMENTI Branima di Zagabria al teatre d i F/time Le eccezionali rappresentazioni della corrente settimana concluderanno la stagione teatrale fjumana. In programma “Napoli milionaria" di De Filjppo e ‘'Vuqak" di Miroslav Krleža IL BATTERE DELLE ONDE RITMA LA PACE DI TANTA SOSPESA SOLITUDINE Nel centenario della nascita del primo comibattonte istriamo per i di-rittii del popolo, dotrtor Matko Laginja, si svolgeranno quest’ anno in Istria e i,n Jugoslavia alcune mani-iestazioni celebrative. A Clama, presso Fiume, dove Laginja nacque e a Pola che fu sua di-mora per molti anni, verranno eret-te delle lapida ricordo sulle case che lo ospitarono. A cura delle Societa di storia istreiana di Fiume e di Pola, si stanno preparando alcuni lavori biograíici. FIUME. —- Da oggi; al 28 giugno il Teatro dal Popolo ¡d;i Fiume espita ¡il comipllelsiso artiisteco del dramama ¡croata -di Zagabria. Viwiesima è l’attesa per questa eiccezi/onäle «sieittimana zagalbre¡s,el» che portera sulla scena coimmeidiie e draimmi che a Zagaibria hainno- ottenuto, vivo ,su/c-oeislso e che hanno, teinuito a iungo il oantelllone1. Dalle prienoitazioinii si pué argüiré ohe un leisauriito si ri-S'Ccintreirà a tul,te le raptpreisie.ntazio-¡ni. Quirlsta (sera sii ,àvrà «Buíera», draimma in quiattro at,ti di Pero Budak, per la reigia di Ljudevit Galič. Damami il dramma di Zagabria msrtitierà im isoena un lavoro- f,amo-co-, la th'l’lainite ccmmeidia in tue ailii «N.Btpoiii imilioniairiai» di Edoairdio De FiiliijÇipo, ¡che ha ci'iberraito in Italia maissimi oonsensi di puibiblico e di ,'critical. ¡Mereal,edi 25 verrà dato un d,r,amana,, in quattro attii, de!1 drammatur-go Ungiese Georgie Bernard Shaw: «La pro'fessiclnie1 della signora War-meini», che, ii nostro pubblico ebbe già occaaloinie di vedere ¡ki una pro- duaione iciiniemaftiografia ¡d’oilime océano. Gioveldi 26, ¡altra ¡lavar©, visito huí ¡ncBtri ¡schermi: «L’Er.ediitiera», com-¡media, iln due alttii le sette quadri, di Ruth e Auiguat Coéitiz, .tratta d-aü ro-manijo ¡«Waishángtoin Square» di Henry Jalmeis. V.í.nordi 27 il driaimima, zagatorese s'i iprelsénteirá ,ail piubblico in urna tragedia igreea di Eschilio, «Agaimen-¡raong», dalla quailie é meigista il diott. Br.anko Gavella, uno fra i migliori iaimeititeiuir-en-sicene» della Jugasla- La «sieittiimana eagahresie» is,i con-cluideira inlfin-e la sera di sabato 29 giugno, con untapera in tre atti dl MiiroBlav Krleža. Si ¡tratta, di «Vui-j,ak» chie, šara intierpireitato da ben 32 cllememti, Qu,e;sto lavoita, d,e,l ben npito auiioirei dielMai teiloiliogi-a dei «Giiemibajevij», duramte i,a presen,te sitaigdone tieafiriale ha oittienuto uno Stinaondiinairio isucceasio ¡sul palcosce-nico di Zaigabiriai. Con queste‘ ecceizionali rappresen-tatziiotii il Tealtiro del Popoto di Fiu-me cohicJludeira la propria stagione Bruno Picco Come qucts-i tutte \e borgatelle istriane adagiate in vetta ai monti, anch’essa avrá avuto per progeni-tore un céltico castelliere preistori-co, il quale, all’epoca della conquista latina, avvenuta quasi due secoli prima dell’Era Nuova, si sará trasformato nel solito «oppidum» romano e questo,. nell’etá di mezzo, nel non meno solito «mastio» ba-ronale. Comunque, é luogo assai antico di Celti aborigeni e di condizione non vile anche all’epoca in cui le isti-tuzioni romane furono propágate in tutta la nostra penisoletta. II suo no-me, come quello di Albona e Fia-nona, non é latino ma, céltico, e significa: «pianoro e valle verdeg-giante». Qualche storico comprovin-ciale opina, invece, ch’essa cosí si chiami, perché situata sulla linea di confine tra l’Istria marittima e la «montana»: donde Montona o . Montana., E’ dimostrato peraltro ch’essa, in ogni época della nostra storia, é stata il baluardo inespu-gnabile, la chiave, insomma, della valle del Quieto; anzi nelle gole. che serrano la vallata superiore di questo fiume verso Pinguente, fino a un secolo fa erano visibili indizi certi di «chiusa» o, come dissero gli antichi, di «claustrum» a frenare i montanari predoni e a difendere la porte marittima deíia provincia.. Frequenti fortini aumentavano ancora l’efficienza bellica della natura del sito, per se stessa formi-dabile. E da quiste opere militan concludiamo, col Kandler, che Montona ebbe importanza strategica ai tempi romani e dai Cesari laziali la delicata imeombenza d’impedire il passo a eventuali «barbari» inva-sori, essendo per Roma barbari iutti i popoli che si rifiutavano di sottostarfi al suo giogo, non sempre leggiero e sopportabile. Ma sicca-me fidarsi é bene e non fidarsi é meglio, nel bel mezzo del centro abitato della borgata, di prrevalenza céltica, e quindi non bene sicura, i conquistatori latini, quasi a guardia . . . della guardiana, avevano eretto bastioni e b,asirte capad di arrestare ,un Attila. Tuttavia, non oslante il suo aspetto arcigno e il rúalo di tutelatrice dell’alta valle del Quieto, da ,essa ognora sostenu-to, Montona non fu mai elenata al rango di «municipio romano», secondo le idee del diritlo pubblico di allora; il quale, mentre concede-va ad alcune cUta nostre come Capodistria, Parenzo e Pola il diritto di conferiré titoli nobiliari, non ol-tre peró al modesto «de», lo negava invece, esplicitamente a Montona la cui pianta topográfica e la stessa distribuzione del luogo erano (e so-no) segni manifesti della sua origine feudale. Eppure, anche senza il lustro dell’aristrocrazia, ebbe sotto di sé ben tredici ville, poi ridotte a dodici, ed a custodia del suo agro di appena duemila jugeri, castelli e castelletti che, per numero e /orza, gareggiavano con queüi déT va-stissimo territorio giustinopolitano Montona dvreb'oe incominciato . a, cingersi di mura intorno al quinto secolo; e, grazie ia questa mísura precauzionale, sarebbe stata pre-servata dalle devastazioni gotiche del secolo seguente e dalle succes-sive da altri Barbari consúmate. E' cosí crescendo a poco a poco in potenza neFimoi vediamo il nostro • piccolo Comune figurare fra que? municipi istriani che direttamente corrispondeváno al principe (l’im-peratore franco Cario Magno) Un annuo aversuale in danaro, che non é bene chiarito. Nel 1278, per non essere ingoiata da Capodistria, allora . . . imperialista, si diede a fe-nezia, che, in premio, la retrocesse al rango di castello o «castrum». Ebbe si capisce, podestá veneto, imposto dai Govemo céntrale, e un Consiglio comunale, dai quale il popolo lavoratore e nullatenente eta escluso: lor signori facevano tutto. ma specialmente il proprio torna-conto. E se Montona in questo ri-guardo piangeva, nei restanti siti dell’Istria non si rideva. Cosí fino, al 1797, in cui la cricca oligarchica venne abbattuta dalle baionette re-pubblicane del Bonaparte. Anche Montona come Buie; Pórtele e Albona, ha strade ripide e ma-lagevoli; anche dalle sue case, , non eccettuate quelle di aspetto signo-rile, che sono parecchie, esce il ca-ratteristico afrore di concio < stalld-tico, per intender ci) proprio dei centri agricoli. Ció nonostante, essa ha piü impronta di cittadina che di villaggio: e tale si é sempre cantata di essere. Superbi della missiohe loro affidata dalla Serenissima, di tenere a bada da una parte le ijravi intenzioni dei Conti di Pisino att-striaci, e dall’altra la malcclata in-gordigia dei Patriar chi di Aquileia i montonesi conservano ancora oggi un pó dell’antica alterigia. E sono egualmente fieri del loro bosco famoso, i cui ro-veri, se hanno contribuido a fomentare la smania di conquiste delle Repubblica Véneta, trasformati in vascelli da guerra, hanno impedito almeno fino al 1714, anno della per-dita della Morea, che la barbarie turca travoigesse la civiltá accidéntale; e, piantati nel fango della Laguna, sostengono quzi meravigliosi monumenti dell’arte sacra e f.rafana che, da secoli, sfidano Vira de~ tempo, strappando ag'i anirni sen-sibili e gentili un sincero grido di ammirazione. Poesía e forza contraddistingüono dunque, il paesaggio di Montona; e mentre in alto il suo Caslel lurrit: — solo di morte e distrazion u ría-va —, giú, nella valle, un infinite —d’amore il Bosco al Fiume sussuv-rava— e quel concertó, quanto m.v gradito Andrea A.nti:o in estas.' ascoltava! Si, Andrea Antico, autentica g'c-iria mantón \se, l'elelto musieista cinquecentesco, ideatore della stampa delle note, mediante tavole silografiche. Alfredo Bencivenni LE ULTIME BATTPTE PER LA COPPA ISTRIA Pirano, Mete, Isola, e Dmano pitali per le semiíinalí jjg fl ISOLA - 3-1 (2-0) Sfortunata pro va dei ragazzi di Gregorič RISULTATO CHE NON AMMETTE DISCUSSIONI Strugnano in quel di STRUGNANO: Gregorič. Musizza. BenvenUti, VtBcotto, Ziaro, Dagir.i. Fel’.üiga, ' Coatalnizo, Zairo, Degrassi. Giorgdiiü. SALINE: Bartole; Salvestriini, Fonda, Gí'teúdi, Boaiiclh, Beirniairdi, Izzo, Pierufiszi, Giurigsvič, VMciniiis, Vait-ta. ARBITRO: Lenizar. Lio Sitruignaino si é ¡imlpoisto faioiil-mettfte -a S. Bartolo graizie alia felice .gio.rinata ed all'l’estro di Zairo che ha •voiluto fsir strabxgliiacne i suo-i acfelti: CcGíanzo e Degrassi isono stati .ádsOSite a Zairo. i magigioiri artefi-ci di qucialio su-aoesso ¡che fá entrare nelde semifinal i- i glavami stru-gnaineiSii. Mía mita sli ipuó far a ¡mane di ítodare futfia la siquad'ra, che piú volt© in trasíeirta, amiche durante i! campiomaito, ha dimo&trato di esse-ne malto par,icol-as,a; Veidmamo dn fulturo ise le ipromesse yerrano mám-toriiOte. Gosl iiil Salín©. tíhie é sfcabo escluse dalllle garle idi finíale pe:r l’iag-giiuidii-caziiome dieülla «iCoippa Istria», ha per-so .giíocanlcjo' coime patava. II caldo rímpreiparazlione dei isiuoii1 gipoatori e ilai.classe sufpeiriore dagli avversa-ri, liainmo diemoiiboi questa squadra che, ámi iprimic'ilpio, di camptanato praimstiieivta heme, ma che (pai é an-data .¡cialairjió in .un modo impres-sitimmibe. Sara par umiaJitra volta. Ecco la cromaca: Al fiischlio d’ilniiizio, il Satine parte un pó liento. Di quisiste approfi,titano ®lli awetnsiatri. Costalazo giuocia due .arvvarsaxi e ¡poi tira a rete, malta dlaboi’imeinite inivieiro. Mía arrivia come un ibioilidie Zaro che spedisc© la palla ¡nel .saoco, il'aaeianido a bocea apéela pciríielre e tci.izi'xlL .che ainpet-tavairjp di r-aocogOtore üa (palla. Sieono • Saline 3-1 S. Bortolo al 3’ minuto ,dli. igiioico, Reazicme fu-riiboinjda idiel Sali'ne. Scrtto la rete delito Stiruignano 'sil ©reamo sdtuazio-n,i ipieriicoioise; che paró nessuno de-gli. avanlti lait'taiciainit'i, sa, ¡sfruttarie qiuindli ij'e, faivorevoilissiime occasiomi ¡síuimano. Sino alia: (fino diel prlimo tempo si hamo .azio¡ni ia¡lterne eid id ipunte'ggio rimalnie .iinivariatio, iNiella .rilpresa, gii ospilti motranc súbito i idemiti. Zairo e Costanzo im-peiginiamo a ipiü iritpreise Bartole, che si fá a.pplau'dire i diveinse plastiche parale. Al 14’ calcio id’aingolo. Tira Giorgimi, la palla vlaggia .alta e Bartoilie aibtemlde como.damente per aglgamciarla; ma Zaro lo previene dnsiaiccamido ini mete con un isecco collpo di teísta; Quesiia iniuoivia fru-statia irliisveElia peir un momento i:l Salime e Bernandi, ad 14’, sfrutta una limdieciisiiome ded terziiní dallo StruigmanD., segmando l’uiniica rete per ¡La- su'a squarilna; Dopo feutoto Biailtulario efo andamento, iglii oispi'ti 'sierraino l.e filie ed al 30’, .Zamo. iriisdlve una mliisichia sot-to ila! pio/rfa idi Bantole1, segnando a raeizizia aliteizza. Per lá oronaca1, al 36’ eiltra ríete di Zairo, ainmuiliata peir evidente, fuo-ri gioco. Sino alia fine oontiimuainic le aaioni idiegili ospiti che ha-nino cer-cato di aumentare il v.amtaggüo. ma invano'. V. fyvMJkwi! „La nostra Botta” è il vostro giornale I RISULTATI Isola - Jadran 3-1 Strugnano - Saline 3-1 (di9putata giovedi) Strugnano - Médusa 2-5 Umago - S. Loronzo 7-3 Verteneglio - Pirano 1-3 Verteneglio - Pirano 1-3 VERTENEGLIO: Fermetfii, Beir- nairidi, Biarnaiba, Sturman, Petaoeillii. Feinnieûfci II, iBaitos, Sain II, Miilo e Burisilc. PIRANO: Fomasaro, Rosiso, Gri-sman, Bioiniifaoio, Duidlime, Emesitim. Dapmeit'to, Segala, Santomiairco, Sti-mac e Raaza. ÀRBITRO: Schiavon1. Il Piir.amo, teïminait I iprimi 45’ di gicico lin isivantaggiio di lUinia mete. .oolmsegu’iva la viittoria niella mipresa. gràizie a Santamanoo e Stiimac che hanno ifatto amattàire PetooelM. e odmlpagni, con il loro eisltro. e giooo ■bribiso. I vantenagliasi sono calati ailla di'Stanlza, ceidarado le armi. 3 meltii isonio. finitie inal isaccio di Ferneit-fi I. Gan iq.ueisita viititoiria liil Piirano si è quaiifiioaito' ,per le 'siemifinaili déliai icioppai. Oolpo /pochi mihuti dallüniizio, il Vieirbeimeigiio paasiava àn vantaggio. ©nalziie ald 'unia1 oombinlazionie ira Balob e Sain, àfruittatâ da q.uesit’ulti-mj. Il Vieiriteneglio' attiaccia per tiutto il .tempo', ma Fonnaisaro irinvia corne puô, sialrvanldo isipesse voilte la sua rete con itampe'sitiivi intervenu. 11 II tempo è idli. pretta marcia pi-ranesie. Corne dietto soipra, Santo-malrcO' e Stiimiaic lümlbrioigliiano l.e carte ideiK.a d,ifesa aiwiansaria. Razza al 3’ miniutio. pamaggiai. Al 15, seconda mette, alubane Samitamajroo di testa: su oalcio d’amigolo, ripebendo ila pro-deeza .al 30’. Sul finir©, ¡quaiche battilbeoco da parte dei geniitori de'l Verteneglio quanido, oon riincre.scimem.tO', aibbia-mo' uidito la sieiguenite firaise che ceir-.tameinte non itolrna ald onoire deii no-s.t,ri ispoirifcivi: «qui siamo a Varte-.ntelgiUo e'l’'arbitro me lo facc.io f.uorj ia». Taflie frase; purtroppo, è stata pircmunci'ata da Pe'tocelld. TC. WwâsSm *iü XCiNTVlZV i-r/V. OUI OrVililVl CONCLUSIONE DEL CAMPIONATO JUGOSLAVO L’Hajduk campione ’52 Rabotnačšci e Cerne .Panino soo,rso, ccisi quesit’an-n:> R camipionlato juigoslavo di calcio isii é irisoiitio soitanho sul metülinieo d’airriVo, con ¡un r¡sulfato contrario .alie pravisioni. L’anno scorso tira la Stellla Rassa di Belgrado ad aiglgi'Uidfeinsi iil tijtolo, sottiraendolo alia Dinamo di Zagaihria, cliass’ifica-trisi can il meideslimo piuintegg.io, per la miglllcir idifíerenza ¡ned quoziente ritti. Questlanmlo é stalta la Dinamo a gieUcire it ibrulito soherzo alia Stel- J.a Rassia, che, ,tine diamemiohe fa, .scimbravu.' Ricura campioime. Nell’ul-timo linicoinlíiro, disputiatolsi isri a Bel-'gtiaido, ¿a iDliinamo, dopo. aver cihiuso Vil pirimó'tiempo) in svant'aiggio di dUé ¡retí!, é rluslciba ■ nel seicicindb 'témpo’ a 'CiOi'.imairie il dista,eco, paireggiiam.do ICcoi ¡l’.'uiccinitr-r Sul tte‘rireniO"-idella Stella Rois'sa. -Di quesito meazo sfeaccp eabirVnigo tdei campioni Juigosilavi be-neificjava ia isquaiclria epalatlnia Haj-duk che, pelrisiaita a gondlie veto a Zagafci Ha contro la Lokorootiva, riu-stíva a isiijieiríire neiiia ciasriifica fina!© la SteiLa Rossa di un; punto, ag-■gíudiCaintdo'si cosí 1’amb.iito titolo di campione jugoslavo 1952. Dofcbjair» priró .aiffe'rmare, che la viittoria delta Haijduk é plenamente maritata, Esca é stlata lia squadra pliü 'reigodare e posibiva del campio-na'to e .dei'le ftnali. NeUiincontro decisivo, dtopufato ieirii a Zagario Igli .spalatini. hlanma profuso! tutte le ©neirgie, sapenldo che1 isolbamito la vi'tibomia potará pesare sulla asseign-a-ziione del titolo di campiome. E vit-•touiia é s'bata. Gliá nal primo tempo, concluso in loro faivoirie par 3 : 2. hamina id-aito l'a dimasitrazioine delta loro isuperiioiriitá élial teicmiioa .che agiomistiilca. Nal. ispeo,ndo teimpo. han-no coinsoiliidato .il piropr-io vantaig-gio. seignainldo da quiamta ied ultima retí deliia giomata. A ojuliaí valovamo gli isfcirzi idelgli ¿ttaocantii zag abres i per colkn-aire il distanco, peirohé itutrti si infranigevaino nel ignaniitioo. bllooco Idilfeinslilvioi l-paí^fiinloi, compiosita da Beairai, Kokeiza e Grčič. Qussbo é jil seepiijido tditoda di campiome Jugo.?.la, vo coniquistgto1 dalla Hajlduk miel dio-po guerra;,avenido, comiqiuistato il piri-mio. niel 1950. ■. NeClia lotita per iil quiñi,o poato, si é .imposta il BSK dli Belgrado, che ñenrli ha iscomfi'llbo- nuo.vamemt'e il Pa.r-tizam, finito, cosí al sesto poato. Il Vairidair ha battuto mettamente la Vojvodina, aiggiudicaudosi il seittimo posto. Inceinta fino aiil’ulitima giomata: anche l'a lotita peir la xetraoessiome. II Sarajevo ,é niusicCto ad ámporsi di stretta. misura isuil Mačva dli Sabac e iald aisisicurairsi cosí il idlritto. di ri-mamie>re ira le elette, memtire il Mačva ■retracódexá ne,l campionato in-ÍCLÓore. La, stesoa sonte del Mačva é VELE GAPOOISÏRIANE A VINQDOL (regata vélica sul lago artificíale Bayer a: Vinodol, hainno pair.te-cipálo tre imbaincaizicmti deli vela Cluib d,i Capodélstria, che-hanmo con-quistat-') i tre polnil- poati mella ca-tegórtal «beiccaccáni», non parteoi-pando ¿lia ccerpetizianie melle altre ca'-s&'iós,......... AHi^n iegota hannio, partecipato pa-recchie decine d'i .ilmberacaizicmi. Nel-la categeirla .«iCad» — Cadatti — si soao cto'3íilftoatii primi ¡i fiumami. meritve ničile Yeito 'oivtrpioniiche la viititoiria é aisása rila «Jadran» di Abbrtüa. Ser.iza dubbiio la regata piü ínter,eis-Siainjte é stata quella dei beccaccini, pon lia .partecipaizione di 12 imbar-cca'.'cin.i dC Cjped'isíria, Laurama, Grl-lcvclrrca, Fjuime, Zag,atorra ecc. I icapcliiffi'iriiami scino pairtitl im-mediatamienbe avvrin'taggiiaiti, data la iruggicre tecniiea mal liavoiro- di scoíita e niel prendere íl vento. II pencorso di» sreigaita — 3 girí. del largo *— pari! a oiirca 4 ¡migliia,’ é stafo iccmrpi’.üto in tempo dli primsilo. dial «¡Pionieira», con al .timóme Bussani Fausito, eid al ílocco. ,Zetto Mario. E piciniere ha tagliiato ia boa d’airrivo. dopo aver doppiaío . buoma parte da’Sis imbaircaizlioini avversarie. Secón,do cliasscficabo, i«Cieii» — Zueca Francesco e Calenda Carmelo— berzo, beociaccáno «Picinim» — Zetto — Rzlmani; rnoilto distaniziati gli altrd. Questa inuova affermaziane dei ntwtri ve’iisti su queflli dalle altre repuibbliche fá ben slparare per ih campicnalo fedelrale. Non é da esdludersi, data. J’oibiMtá dei nostri vel'ia'.'i malla manovira, che qualche neutra imlbarcazioinie1 venga inviata alie olimpiadi. S. toccata al Rabolimički, pume lili scour fiit'bo di miis'ura a Zagiafomia dalia squaidlrla Zagreb. ' Le sqiuaflre jugoslave Simoibi'iite-manno ora le file, salvo car tune che si ponterainmo .adl'estero par disputar© dell© partite amichevoli. Il com-ipSto piú limpoiritante isipatterá ora ad Arsienijevič, commissainio técnico della squadra nazionai©, il quale dovrá colmponre la rappmeBieintativa che diferid©,rá i ooiomi .naziona’li all© olimpiadi in1 Finlandia1. I RISULTATI: I Gruippo Stella Rossa — Diinlamo 2 : 2 (2 : 0) Hajduk — Lokomoltivla 4 : 2 (3 :2) II Griuppo BSK ~ Part team 3:2 (2:2) Víúdar — Vojvodina 2 : 0 (0 : 0) III Gruppo Zagreb — Rabotnički 2:1 (1:0) Salrtoijovo — Mačva 1 : 0 (0 : 0) LA CLAS.S1FICA I Giruppo HAJDUK punti 9, c,ampióme jugo-•sl,av> 1,9.52, iSteliia R.iss'a 8, Lok-o-mioiti.vai 4, Diinaimo' 3. II Gfruppo BSK punti II, PariXlZitn 7, Vardar 5, Vojvodina 1. HI Gruppo Sarajevo punti 8, Zbigreib 7, Ra-botnički 5, Miačva 4. Mačva e RsJbotnički retroeeidomio. ATLETICA LEGGERA In una nsiuniicme. pirsclimpionica di ©tletica lagigeira, itmuaiaL ieiri .a Bel-graidio, sono1 stati ocinlsieguiti dsi buo-mi ir.islulitaiti niel mezzo, fondo e nel fondo, doive ipslreiçtchi .atleti hammo superaito i tamin' — limite ataibii'.iti idaria f.eidier.aiziome jugo slava per par-tecipame all© bjiimpiadii di Helisinki. I risultaiti temnici: 5000 metili: 1. Ceraj in 14’26”4. 2. Palulovič to 14’26”6, 3. Ilič 14’35; .1000 metri: 1. Mihalič in 30T0”; 1500 metri: 1. Otenhajmer in 3’51”2; 100 meitrl: 1. Pecelj in 10”7, re-k'OIrd jugoisilavo ©guagliato. ISOLA: Russiignan; Daigrli, Depase II, Gruiber, Zairo, Depaise I, Ul-aigrai, Beinlvemiuti, Duldine, Deipaise III, Rusisigman. JADRAN: Gneigor.ič I, Valentič Bertok, (Olbaidy lOcVá'.uig.airiie, Borčič, Gregorič II, Piciga,, Greigcir.ič III. Oembič e PrlaiSmičair. ARBITRO: Bliaiinio. Gnan bella pairti'ta questa, íorse unía idiellle MfeMioSi visteis! niel recente campionato di ;zona e durante lo svolgiimanto' del ipreisente torneo Delle duie squaldirie dii firor.ie ,1’lsoia é un c,ampióme di una categoría superiorne .all’unidicd deli Jadran, essem-doisi acqiuisiito 11 diiritto d*i entrare nel prolsisimo atnino a far parte mella sichieira dieille elette. Da questo confronto é seaturlita una igaira scin-tfflLlanite, mella iqualie igli iisoialmi fi- e costruilto1 a ipiaceire. Pcii Zaro, Ben-veiniuti, Dudime'. In • ambra Rusisi-gnan. Ed eccaCl silla cmonaca. Bairtemiza veiloce degli iisolani e ai 4’ la prima rete; Calcio, d’angolo per ITsola; centro miagn.ifico. Valentič invece di :rilnvia.re la palla, tarda sil einlirana >e Dudime lo previene in saccánido idi testa. ImmeidCata reaizkme delilo Jadran chd paró nion consiegue alcun eisito II giotoo. rivela dimprovvdisi cambia-meinti di firon'lie, che raettono a re-pentaglio le difese. Al 22’, rabe di Depase; .ainmuíllatia par gioco fallloso dli R'ussignan, che ha trattenuto con le maní .il portiier.e delito Jadran Durante una a.zione di comitropi'ede al 32’, Gnegoinič lasciia partiré unía ¡sciíalbolata icihe sfiora i pali, men- La squadra allievi del «PROLETER» campione su strada 1952 Campionato distrettuale di pallacanestro Dopo la penúltima giornata l'Aurora virtuale campione lavan» che, ara un ipiaoe.re vederli - tre Rurlsignain era battu*». Al 40’, eu I lloro aweirsáTi isupplivano a'la malgiaiar ItecniCa Idieii ragaizzi d(i. Zaro con I’ilmproViVi'Siazicnie, oreando speisisíisaimo isituaizicni. limfoarazzanti sotío Ib porta di Ruisisignan I, i! quale ,si é‘ doVúto ©sifoire ¡in pliaisti-che peralte, faderadlo isiudare le pro-ventbiaili Bette camicle a Zaro (30 gradi all’oimlhra). Veni,amo alie coinsilderaiaiomi. Le tre retó dídllTsala sono state segnate aginuna isu errare del teteS.no Valenti che paró ié manomato físicamente. Eiglii non doveva giocare nel reipairtio idilfieinsivo .in una partita cosí immipyg,nativa avrab.be forse figurato meiglio din atitacoo. La mediiaina é stata discreta, seb-iberae afclbia praiticato un gioco d’at-taoco, sieniza; copiróre ibeinle 1© spa'lle. L’-aittaicco, ad acoeiZiiomie di Gregorič II, é isitato pocoi penetrante. Da bi.a-simare Combiié, ch© ben poche vol'te ha servato i comipaigoli di squadra, iprefeirenido praticare :Utn g-ioco pe¡r-isoiniaiié;, spree ando ooisi numieroisie oiccaisiiioirai. P-eir 1’Isala. il miiglicre in senso asisoiuto, D.epase I, che ha ricamato palla alita, Vailentiic manca llentra-ta. Di oió ne approfitita Dudine, che preVenuta l’usieita in ©’Xtremliis di Greigioiric, isieigna da uimai de,clima dli m,etr,i. Qualcihe eizione alltieima, poi allliro tiro dli G,reig,oirii5 II, che vietole reisplinto dalla traversa. Ne,lia riipreisia; l’indeinitiico fatto diei primo.itempo si nipabe; Nuevamente Vsfeiitlic manca, la palla,, scatta R,us-slilgnian e, con una aampatia, la spedi-scie nel saoco. Sul 3—0 gli feolan:' ralilemtanio ,il ritmo delle lomo azio-nii, foilse iprovati dal caldo. I loicalii di ripreindoinio e premono a tutta1 Itlirra varso la, rete dsollana Pnaisnikar viene trattenuto in airea di rigor© mienltre stava per calciare nella mete Sisolana; ma 'Ferhiibro non sí avvede de,lia cosía e liaecia cor-rare. Per airea 15 mimuti il gioco'si avioige ©‘scluisiivamieintie sotto porta diallTsiolla. Vedliamo tirare 3 córner ma semza alcun frutto. Al ,20’, Gregorio III, liinitiarvieine su un emmesir mo calcio Id’-angolo ie isegnia il punto de’lla bandiieiria par il Deioani; Po,i nui',a fdii rimarcbevole siiinio alla fine. AS MEDUSA - STRUGNANO 5-2 Nallal penult,ima giornata di gara del campi,oiniato, che si concluderà domeni,ca prtosisima ai Isola con la premllazionie idella squadna Vincente (ccn ogni proto,abilità l’-Aurona A), atoibiamo avuto 1 seguenti risultati: Aurora A — Pimaino 52 : 42 , Aurora B — «Dellis,ei» 30 : 21 Nel primo incomltro, la1 squadira cslpo'distriiainia ha, avuto. il suo- bel da fare per piiegare il Pinano, che, dopo, -un inliizio mloim troppo Ibrfillahite. ai è ripreiso sul finiire del tempo mettendo qualsi li'n dubhio' .la vitto-riia dei localii. Farse se la sono preša un ipô sotbtog.aroba igli .aurorini, e di cio hamno approfittato x ragazzi di Conslii, Chie hamno data itutto quanto era poisisiibile per figurare ben© e ci isono iriusoiti. Probabilmenle sameibihe irruscnitio anohie il coilpo gob-bo, 's© Dudine e q,u,alche altro non avessero praticaito un gioco troppc peirlsoihalte. Vemturinii e Babič sonc stati i. migiiori. BalFAuiora inveioe buoni-: Agosti-n)i, Olivieri e Minca. Aurora A: Depanpher 8, Agostini 13, Olivieri 13, Zucica, Cor.r.ado 4 /Minca 14, Apoilton'io. Pirano: Babič 14, .Dudine 7, Venturini 10, ¡Muiasiam 7, Saiiz 2, Rava-llco 9, Janlda? * AURORA B — «DELISE». 30 : 21 L’Aumr.a B ha ouenuto .,una inl sper-ata viittoria, .in quel dl Isola siul q.uiintetito del «Deliils©» chie è sceso La partita dei 5 rigori per parte Umago - S. Lorenzo 7-3 « «-**■* Iiiurr. 71f.T7_ Tf_ STRUGNANO: G.regoric, Musisiz-za, Benverauti, Vaiscoitto, Carboni, Dagri, Feiluiga; Costainzo, Zaro, De-grassi, Giarginii. MEDUSA: Deipointe, Stnadi, Santón, Saibadiin II, Turciimóv.ic, Cairini Saibadiin i, Oríati, Saibadün III, V,a-lenltli; Giovaninini. Invece idi ifetriuignamio — Maduisia 2 : 5, si ipotréfclbe scriveire Strugnano — Dieponite 2 : 5. IlStii, scadu-ti i 90’ di glicico ©d i duie tempi suple sqiuaidre isii trovavano or'a in ipairi'tá clon una mate per lidio ¿1 ragoiaimetnito, si praoeidleva ral timo di 5 rigor i per squadra ©id é qui iche Deiponbe; por-taiva il Medusa ,melle aemiifinali per la cappa, .pairando nienitemeno che 3 rilgpiill. M'a proosdiamo din oMdiine cnomo'Ioglxo, . . iSiCi'.itio un so,le coiceinite, entrambe ie squaidire .enitiiavaimo' dn campo ideicis© a1 tatlo ¡par dli trovar si alie semifinal. Lo Stiruigniano, con soli 10 uo-mini, ma dopo 5 mimuti di igiooo* era al completo ,e la gio'ia dei me,d,usa-ni, che .speiravamo, dli rtmovarsii dli con-tro un laiwelrsario ridotto di numero svaniva. Sotto un oaf.ldo cipiprimeinte, noii ci is.i poteva- aitlteindere una, toclla, par-tita ed iirafatti si é victo :s:ia da un» parte, come dal,Bal,tira che ,i 22 gto-icatioiri aveviahio un me,mico comune il cáfdb. 11 Medusa, ,al completo, ha preimufio duranbe Itutt'i i pr.imi 45’ d:i i gilo-co1. ¡Si é visito in piü aziohi che gli alttaccan'bi g'iaíllo_ aizzuirri aveva-no occasioni id’or,o 'iper portaire la squsidlra in vatotaggiio isegnando so-lameinte ,al ,9’ can Satoadim, III, e callainldo pauroisaimente ■malla riprie-sa. Lo Stirugniaino, da parte sua, ha giuoca,to im|pe,tutos,amen,te, speelLail-memf© nel II tempo, ove ha aivuitc piú ocidasiemi pier selgnaire; ol'bre, na-tuirailmeinite, allia rieite ide:l pareggio. segmalta ail 2’ oo'n Colstaimzo. Come deltlto, concluisi i 90 minuti dli igioco, si paisisiava ai tempi sup-plemientairii La Madiusla preme,va per tutita la meaz’ora paro i suo.i aittaecamti non hainno saputo tsfrut-itairie questa isiupetrionitá cosioché alia fine si ipraciedeva, al tiro dei 5 SEtoToisamlti riigorli per ipartel. Per prima :1a ¡Meduisia, scgnanldo 4 de,i 5 \rigari 'tirati. Lo Strugnano. segmava soijaimeinlbe uno. con Costarazo, nel mentiré uno. isul palo e 3 venivano pamabi dal' poirtliare medusamo. T. UMAGO: Millo, Varano, Cunjac, Zacchigna, Bose, Lazchisa, Giraldi, Dagri, Giraldi 11, Bernič, Petrovič. II,S. LORENZO: Zacchigna 1, Zacchigna II, Graiser, Corenica, Bas-sanese, Radesich, Zacchigna III, Co-ciani, Giurgevič. ARBITRO: Lonzar. Petrovič, il giovane umaghese, ha segnaito 5 reti. Questo giocatore ha tutto il mérito della vittoriai Ogni sUa aziome porllava serio orgasmo alia difesa avversaria e metteva in seoimipiglio Zacchigna. Anche Giraldi, Dagri ieri sono stati i migliori. Nel primo tempo erámo in vantaggio gli umaghesi per 2-0, autori del [o reti Giraldi e Petrovič. HEGATA interhaziomale di bles L'otto con del "Delise" al seconda posto Alie regate .totern,azion.adí sul lago di (Bkid hainno pire-so parte, altre ai milglicri: eirmli jugoislavi, que.ll,i tedeiachi e ,au,striae,i. Hainno, parbe-cipáto ipeir Illa sieiccln'dia volta anche i ■mceltri .remaitori isoíani, che haia.no ottenuto un iuBinighiero piazizamsn1-to mella, catlelgoinia. diall’otto con ti-moniiere, seciondii dietro -all’anmo del «.Morma.ri» di Spalato, che ha dietro a sé lia toetazza di 1200 km di alllle-.nameinlto. Ne.Ha categoiria allievi, 4 con ¡ti-moniiere:, i gicivanlsstmi isolani, che par da, prima -volita partleiclipano ,a: gane- d¿ quelsta mole, b,í sonto cdaissifi-cati al ferzo posto. Ríisultato questo chï torna a karo mérito. IL CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO HA CHIUSO I BATTENTI La Juventus campione 952 Triestina e Lucchese in qualilicazione I RISULTATI: Botagna — Como 4 : 2 Lazio — Triestima 4 : 1 Leignarao, — Palermo 1 : 1 Lucchese — Sipal 2 : 0 Milan. — Fiareinifíma 3 : 1 NaipolM — A'tatoinlta 3 : 1 JuveimtuiS -— Padova- 2 : 1 Pro Patria — Infeir 5 : 1 Salmpdoría- — Novara- 3 : 1 Torino — Udtinislse 0 : 0 LA CLASSIFICA JUVENTUS punti 60, campiome d’Itialia 1951 /1952, ¡Milaln1 53, Inteir-aazécnaiie 49, Fioinehfina e Lazi» 43 Nčipcilil 42, Saimpidoiria 41, Novaría 40. Spal e 'Pro: Patria1 37, Palermo 36 Abalan,a, Como, Udimese © Torino 34 Bciltogna 33, Lucchn.to e Trie.,tina 32, P.adova'29, Leig-nano 17. Padovr e Leigmano. jpelWCSiiiffuio in seiûe -B Le berza ratiro