ANNO IV. Capodistria, 4 ottobre 4870. N. IO MGJt\Ufi DEGLI INTERESSI CIVILI, ECONOMICI ED AMMINISTRITIVI , DELL ISTRIA. R d'ogni mese-. ASSOCI tZIONR per un unno f.ni 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono prusso la KfdnrJoiie Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli atri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi ■'> per linea. — Lettere e denaro /'ranco alla Kedazinmi — Pagamenti anticipati. — Un numero separato Soldi lo LI ATTI DEL GINNASIO DI CAPODISTRIA. NolP ultimo nostro numero abbiamo succintamente annunziato la publicazione di recente avvenuta del solito annuale fascicolo delli Atti dell' i. r. Ginnasio di Capodistria editi a norma dei veglian-ti regolamenti dalla Direzione dell' Istituto eoi tipi del nostro Tondelli. Non crediamo però di esserci completamente sdebitati verso il principale istituto d'insegnamento della nostra provincia con quelle poche parole ; anzi, memori che il detto noblesse oblige s'applica anche in senso passivo, stimiamo dover nostro il ritornare sopra un' argomento che per molti rispetti è meritevole della più seria attenzione di quanti hanno a cuore il progresso delti studj e l'incremento della public» istruzione. E questo fascieoletto di sole 56 pagine offre materia di molte considerazioni. Ci piace prima di tutto incominciare con una lode tanto più schietta, quanto, forse, meno aspettata. Il tema preso a trattare quest' anno nel fascicolo delli Atti è assai felicemente scelto e ancora più felicemente esaurito. Poiché il piano delli studj prescrive che- ogni anno debba uno delli insegnanti del Ginnasio discorrere di proposito nel volume delli Atti dell' istituto di un' argomento, che interessi la cultura generale e l'incremento delle discipline scientifiche letterarie, noi crediamo che risponda assai male alli intendimenti del legislatore chi prende a soggetto della sua dissertazione delle questioni più o meno vane di interpretazioni letterarie ornai dimenticate, ovvero delle disquisizioni filosofiche di una contestabilissima u-tilità pratica. 11 docente di un ginnasio, che nelle pagine de' suoi Atti assume di trattare un' argomento qualsiasi, si rivolge di necessità e anche di suo stesso volere al publico delli uomini maturi, anzi che a' suoi discepoli. A questi la voce di lui Ottonò più o meno simpatica e fruttuosa per tutta la durata dell' anno scolastico e su determinate materie; per quello invece la stessa publicità delle stampe equivale a tin' invito speciale, e la qua- lità stessa der temi presi a discutere mostra che li scrittori sentono questa differenza, poiché diversamente mal si potrebbe comprendere e meno pui giustificare in persone specialmente addette all'insegnamento la scelta di argomenti quasi sempre superiori alle abitudini de' giovani alunni ginna-' siali. Ora presso il publico, che ha da un pezzo lasciato le panche di scuola e nel contatto della ' vita reale s' è rifatto una educazione, forse meno ortodossa, ma certo più conforme all' indole e alle. - esigenze de' tempi, la scienza, e meglio ancora la dottrina in tanto ha valore, in quanto si palesa suscettiva di pratiche applicazioni, sia poi nel campo delli interessi materiali, sia in quello più elevato del morale progresso. Per codesto publico un punto di storia patria sottratto alle controversie deMi eruditi, ovvero la popolarizzazione di un nuovo trovato fisico, chimico, meccanico etc., valgono infinitamente più che le più dotte investigazioni sulle probabili intenzioni del poeta A. quando scriveva quel tal verso, o del metafisico B. quando adoperava quella tal formula; e ciò per la ragione semplicissima che lo storico, lo statista, lo scienziato ci hanno co' loro studj fatto fare un passo di più nella conoscenza delle cose, che veramente c? interessano, mentre il critico e il filosofo ci lasciano tali e quali eravamo prima di leggere il loro seritto. Per tali ragioni noi non possiamo che ap- plaudire il prof. Pavento d'aver quest'anno scelto a tema de' proprj studj un' argomento d'interesso altamente patriotico e finora troppo trascurato. L'Istria di Andrea Rapicelo è un poemetto, che letterariamente non sarà tutto oro colato, ma elio storicamente ha un valore incontestabile, poiché ci dà una esatta descrizione di quel, eh' era la nostra provincia nel decimosesto secolo, e delle opinioni, che sul conto nostro correvano tra i letterati d'allora. Il Rapiccio, educato nell'Ateneo patavino, poi famigliare coi dotti di Germania, possedeva, come tutte le persone colte, d'allora, una estesa conoscenza della letteratura latina e greca, scriveva con qualche eleganza nella lingua di Virgilio, e aveva riputazione di uomo assai versato in umanità. Questo suo poemetto descrittivo in esametri latini, lavoro giovanile, ohe apparve in luce, come opina il Favento, forse molti anni dopo la morte di lui, ha dunque un valore storico, più che letterario, ed è tanto più pregevole, in quanto che pur troppo la provincia nostra, a differenza delle altre d'Italia, è poverissima di documenti storici, o almeno non li conosee ancora, e sarebbe ben desiderabile che si intraprendesse finalmente sul serio e con un concetto direttivo a pubìicare quel tanto, che ancora giaee forse negletto nelli scaffali dei municipi e archivi privati. Questo stesso scrittarello del Rapicelo fu, possiam dire, scoverto appena 40 anni fa dal benemerito Kandler, che, giovanetto ancora, già aveva cominciato quel paziente e prezioso lavoro d'indagini storiche su tutto ciò, che s'attiene all'Istria, nel quale non ha secondo. Fu adunque ottimo pensiero del Favento quello di ripublieare il poemetto del Rapiccio, riducendolo a più corretta lezione mediante il confronto di un' altra edizione fatta a Lipsia nel secolo scorso e scoperto testé da un' altro intelligente cultore deili studj storici nostrani, l'ab. Marsich nostro concittadino. Il Favento però non si fermò a questa prima e più tediosa parte del lavoro: corredò il poema di moltissime note filologiche e storiche accuratamente trascelte e intese a illustrare qualche punto controverso, che il Rapiccio viene ne' suoi versi accennando. Oltre ciò raccolse in poche pagine tutto quanto si sa o si congettura della vita e delle opere del gentiluomo triestino, e ne fece così una vera e propria monografia. Noi vorremmo che questo lavoro, che ci sembra completo, del Favento, noti rimanesse ignorato nelle pagine dimenticate deili Atti del Ginnasio; ma poiché ha un valore reale e merita di trovare più numerosi lettori, passasse tal quale nell' Archeo-grafo Triestino edito ora con tanto zelo dal But-tazzoni. E certo che colà starebbe a miglior agio, e che i lettori dell' Archeografo più adatti del pu-blico ordinario ad apprezzare l'importanza storica di codesta monografia, le farebbero quelle liete accoglienze, che essa si merita. Noi preghiamo quindi i compilatori dell' Archeografo a voler pigliare in considerazione questo nostro desiderio, certissimi che la sua attuazione non troverebbe certo ostacolo nel prof. Fa-vento. Passando ora alla seconda e più succinta parte delle materie contenute in questo fascicolo deili Atti, quello che riguarda la vita interna dell' istituto, il suo svolgimento, le sue movenze, la sua indole, ci sarebbe veramente piaciuto di poterne parlare con quella sodisfazione, che abbiamo usato per la prima, e che, trattandosi del principale nostro stabilimento di educazione ed istruzione, sarebbe anche a noi tornato doppiamente gradito; ma dobbiamo tosto dichiarare che non possiamo farlo. Abbiamo già avvertito nel numero procedente quanto queste Notizie del Ginnasio siano brevi e asciutte : in 16 paginette sta compreso tutto quanto li editori deili Atti hanno creduto di dover dire sul modo, con cui ,l'insegnamento è condotto, e sui frutti, che reca. E tropi» poco, eppure quanti dubj, quante domande, quante incertezze non sollevano nell'animo del lettore anche queste poche pagine! Noi certo non pretendiamo farla da censori ai maestri, e men che meno crediamo che di tutti li inconvenienti, o almeno di ciò, che a noi sembra tale, debbano addebitarsi li immediati rettori dell' istituto ; ma ciò non toglie che stimiamo nostro dovere di esporre netto il nostro pensiero, senza altro scopo cne quello di concorrere per nostra parte al più retto andamento della scuola, in cui vediamo crescere i nostri figli, e lontani da qualunque altro men nobile sentimento. E prima di tutto, scorrendo il piano speciale dell' insegnamento, ricorre alla memoria un fatto, che tra noi è notorio, e sul quale vorremmo che si fermasse anche l'attenzione della Giunta Provinciale. Se l'autonomia delle nazionalità è guarentita dalle Leggi fondamentali dello Stato, se il Ginnasio di Capodistria fu solennemente dichiarato italiano, come avviene che ad insegnarvi siano bene spesso chiamate persone, certo onorevolissime, e che vogliamo anche credere dottissime, ma che arrivano qui presso che digiuni della lingua, in cui dovranno insegnare, e qui cominciano stentatamente ad apprenderla? Parliamo per esperienza: quale vantaggio possono trovare i giovanetti da un'insegnamento dato in un gergo confuso, che non è nè italiano, nè tedesco? Quanto può accrescersi il decoro dell'istituto, quando un docente versa in tante difficoltà sullo esprimersi, che diviene quasi il zimbello de'suoi scolari? Codesto si rannoda alla questione deili impiegati nazionali, che noi abbiamo altre volte sollevato; ma qui la cosa si fa di tanto più grave e urgente, di quanto le relazioni tra maestro e discepolo sono più delicate che quelle tra amministratore e contribuente. Non meno grave ci sembra lo sconcio, che si rileva nel Piano, del modo, con cui l'insegnamento è distribuito tra i singoli docenti. Così per la religione ne abbiamo due, e fin qui passi; ma per la lingua e letteratura italiana non meno di sette, per il latino, quattro, per il greco, due, per la geografia e storia, due, per la matematica, tre, per le scienze naturali, tre, e quello stesso, che insegna l'italiano, insegna anche le matematiche e le scienze naturali. Noi non dubitiamo punto della scienza de' professori; ma ci ricorda che, a termini di legge, ciascun docente deve essere abilitato per un determinato gruppo di materie, sulle quali ha fatto speciali studj, e i supplenti, di solito, vengono applicati all' insegnamento di quelle materie, per le quali intendono poi ottenere l'abilitazione. Qui invece vediamo i supplenti adope- rati dove i docenti ordinar] non possono o non vogliono prestarsi, ed è strano che ci siano non meno di sette insegnanti, per l'italiano, mentre dovrebbero bastarne due soli. Si crede- che ciò giovi all' insegnamento, cìie i ragazzi, passando ogni anno da un maestro all' altro, da un sistema all' altro, ottengano quei vantaggi, che sì è in diritto di attendersi da loro? Altre osservazioni eì sarebbero suggerite dalle indicazioni, piuttosto scarse, sul numero delli scolari, sulla loro distribuzione nelle singole classi, sui progressi fatti, su tutti que' milfe particolari statistici, che tanto giovano a conoscere e valutare lo svolgimento progressivo delli istituti scolastici in generale, e che in questo fascicolo delli Atti mancano affatto; ma non vorremmo, per oggi, tediare forse troppo i nostri lettori. Non mancherà occasione di ritornare sali' argomento e chiarire e completare eerti concetti didattici, che qui non hanno potuto trovar luogo, o furouo appena accennati. parole tua noi. Uno degli argomenti, s i cri più di frequente si spande l'eloquenza dei patriolti, sebbene a non pochi di essi si potrebbe ripetere il niedice curii le ipxuiur si è il municipalismo, La malattia delle piccole provincie, dei piccoli campanili, delle piccole anime. Anche noi, senza e s re pi r i ulla eloquenti, e senza levarci pu. lo < lire la misura comune, ma pure tenendoci sicuri di n nawr contratto mai quel brutto male, ci siamo provati alcune vo te a dirne qualche cosa. A\e\amo la coscienza di no» predicare accademicamente; eravamo, senza iattanza, superbi di praticare sino allo sc rupolo, quello che ci proponevamo d'inculcare ad altri li perciò appunto la nostra parola suonò schietta e insieme temperata, cioè aliena dalla facile enfasi delle vivacità ins Lenti, a cui si Lasciano andare, di salilo, quelli che dicono e non tanno. Per quanto adunque l'argomento sia trito e ritrito, e molto eijuivov-o il credito della maggior parte de' suoi oratori, non passiamo dispensarci dal tornarvi sopra alcun po o, perchè d' ogni parte ci arrivano lamenti, che vi hanno relazione, e stimoli a dire tutta la verità a ciascuno, rompendo ogni riguardo. Noi, peraltro, non vogliamo, por ora almeno, secondare tutte le voglie dei nostri benevoli esortatori. Prima di metterei a pubblicare i risultai , diremo cosi, dell' inchiesta, cbe abbiamo voluto fare per conto nostro, intorno alle cause di quelle molte accuse, vere e mendaci, che vanno in giro a carico- di parecchie delle nostre cittadinanze, prima di condannarci al tormento di condurle anche la nostra l'mvincia sotto la minuta grandine dei pettegolezzi locali, preferiamo amora di sperare nella sveglia ini iligenza e nell'ai.imo generoso dei nostri migliori, che pur s^no abbastanza numerosi in ciascuna delle nostre piccole città e borgate, e vi godono autorità fra quanti non sono ancora dominati e guasti dalle tristissime arti degli implacabili nemici d'ogni migliore aspirazione dell' Istria. Non è eh*essi abbiano bisogno delle nostre rimostranze a vedere I' alto prezzo della concordia, per res ster-, pochi e deboli come siamo, all'arduo cime. lo, a cui ci assoggetta ancora li ingiustizia della forluna>. M» noi ed essi abbiamo tu'ti bisogno di ripetercela spesso cotesti necessità suprema, e a costo pure «li amareggiare tufi» la n isti» esistenza, di guardare ennlinuanenle in faccia al pericolo che si corre. Non è questo il tempo di ascoltare qualiioqne-alti» ragione che non sia quella della coltura nostra, «l» difendere e promuovere con tutte le nostre I' rze. 0-gni altro interesse è r latiwwv nle secon ario;e quando si è penetrati di questa idea, la buona armonia fra qua ni' mirano afo sles«<> fine si produce da se. Allora gli adopr'amenti speciali a ciascun comune non destano rivalità dreattiv». g. nere, ma u a gasa patriottica, che. gode «Sei bene dovunque op rat ». Chiunque d'evia., aneli- per poe», da questa linea di condotta è r sponsali Re dette si sse malaugurate esagerici n;, che sogliono seguirne,, d» parte di chi sorge ad assumersi con onesti o malvagi ti.ii, la parte del censire. Orlo che. in mezzo afe veramente straordinarie a- stre dilficolfà sar b' e una virtù propriamente necessaria quella delti Longanimità, sarebbe squisito patriottismo tollerare nei nostri per lino qualche coipay non essenziale, piuttosto ebe metter mano a Ih* recri-; minsizini, col pericolo che, arrovellandosi intorno ad esse <{U animi, ne vengano rancori, e coi rancori la febbre di palleggiarsi le imputazioni, di dar corpo alle ombre, e p rfiuo di prendere confidenza coi sospetti atroci, tlai (piali alli calunnia è cosi breve il j passo. Ma no.i è saggio ehi si lusinga di trovare intimi a sè gerite animata da cosi puro sentimento. Se no® si vuole, adnnq ie, aver motivo di sdegnarsi ck'gl' ingiusti giudizii. conviene usare verso se stessi il massimo rigore, e confermare la propria vita pub-bliea a così le ri isti principii, da n u. prestare alcuna ragion vole occasione alti malevolenza., i È di prop siloy come ognun i può vedere, che noi poniamo cura » sture rie sulle generali, e sembri uno per awewtwa vogare nell'oscurità. Facciamo così, perchè siamo certi, che tutti quelli, a cui c'im-. porta di far conoscere i nostri voti, ci comprendono benissimo, anche senza ulteriori spiegazioni, e perchè crediamo inopportuno e dannoso allo scopo, che si vuole raggiungere, gridare sempre con quanto più fiato s'abbia in petto, e trascinarsi sempre dinanzi, addirittura, una mitragliatrice. Checché ne possa parere ai caratteri più insofferenti d' ogni contrarietà, è in noi gagliarda la speranza, che i patriolti istriani, già da si lungo tempo compagni di milizia per la più nobile causa della nostra pio irecia, non hanno bisogno di perorazioni e molto meno di filippiche, per gettare lungi da se o-gni pensiero di disgregazione od anche di semplice intiepidimenlo del fratellevole affetto che ci deve consociare in tutto. E per questa vo'ta non diciamo altro. Il nostro appello alla più stretta unione di tutti gli elementi onesti della provincia, il quale vuol essere la preghiera più intima che ci possa uscire dell'animo, noi ci diamo o credere fermamente che non cadrà invano. della mancanza d'una istrrzioxe femminile nell' istria. Il chiarissimo signor professore Luigi Ficliert ci communica il seguente articolo, sopra un Liceo femminile da lui aperto in Venezia, cui noi ben volentieri pubblichiamo, sicuri, che sarà favorevolmente accolto dai cortesi nostri lettori, e che tutti que' padri e madri istriani; i quali sono in grado di dare una completa educazione alle figlie loro, sapranno approfittarne, per accrescere cosi il tesoro della civiltà nostra. Il nobile voto poi manifestato dal chiarissimo autore, che codesto Liceo, sulle basi da lui erette, trovi imitatori 'trtche presso di noi, sembracif pur troppo, per le eccezionali coudizioni della provincia, di non facile compimento. Ecco l'articolo: Siamo Certamente lontani le mille miglia dall' attribuire all' istruzione femminile tutti que' prodigiosi effetti, che gli utopisti del giorno si piacciono di farci intravvedere. Nullameno non ne disconosciamo la reale importanza; anzi gittando uno sguardo sulla condizione dell' insegnamento femminile della penisola istriana, sentiamo quanto ella sia infatto inferiore alle presenti e-sigenze, e ne desideriamo vivamente un ampio e razionale sviluppo- Pigliando a disamina tutti gli istituti femminili e-wstenti nelle varie città istriane, non ne troviamo pur imo die si tragga dal vecchio andazzo, dalle antiche abitudini modeste, casalinghe, ristrette, e certo insufficienti pei dì che corrono." Tali istituzioni si limitano "all' angusto cerchio dell' insegnamento elementare, così detto normale. Nulla per 1' educazione dell' intelletto e del cuore, nulla per rialzare l'animo alle ideali visioni del bello, quindi "allieve destinate a divenir facile preda dell' errore, del pregiudizio, e accessibili alle sorprese malvage, alle i-nésperte cadute. — Ignorando i principi direttivi della vera missione della donna, troverannosi un bel giorno impacciate a soddisfare a' faticosi, pur santi doveri di sposa, di madre. Tali principi venivano in altri tempi insegnati dal senso religioso e morale della donna, per guisa che (■e anche non erano appresi in nessuna scuola, pur li mettevano in pratica, perchè si sentivano. Ma oggigiorno la civiltà fece man bassa di queste preziose prerogative naturali, e quasi diremo istintive; l'atmosfera .sociale venne dove più dove meno corrotta, ed è perciò che quo' principi vogliono essere istillati artificialmente, e fatti elementi d'un'educazione novella; di «■ni Certamente l'insegnamento elementare non sarà che una iniziazione, un preludio. Che l'Is tria senta la necessità di questo insegnamento superiore, ce ne avverte il nobile istinto, ben giu-niifieato da una certa attitudine, di quella popolazione a sempre più educarsi e istruirsi ; ce ne convince poi il vedere a quando a quando alcune giovinette di quel paese inviate negli istituti d'Italia, od altrove, per apprendere ciò di cui il loro paese difetta. Ebbene, e perchè dunque nelle città principali della penisola, almeno in alcune, non potrebbe iniziarsi u-no di quegli stabilimenti, di cui parliamo? Noi andiamo convinti che il successo sarebbe immancabile, dacché ci è nota che una semplice scuola privata in Capodistria, dove pure viene impartito un insegnamento un po' al di sopra dell' elementare, viene frequentata, e meritamente tenuta in qualche conto. Noi nel vivo e disinteressato desiderio del bene di un paese, che Ci è a buon diritto sì caro, ci permettiamo di qui riprodurre il programma d'un Istituto Superiore femminile da noi etessi creato in Venezia. Eccolo : Cedendo ai reiterati inviti ed eccitamenti di aggiungere al mio Istituto un corso di educazione superiore per quelle allieve le quali, avendo fornito le quattro elementari aspirassero ad un ampio sviluppo delle materie apprese nelle medesime, rendo noto che col 3. Gennaio 1870 apersi un Lieeo Femminile. Tale istituzione, nuova affatto per la città di Venezia, venne foggiata su i migliori modelli esistenti in altri paesi. L'insegnamento è diviso in tre anni, con ciò peraltro che può anche essere ridotto a due per quelle allieve che trovassero di accorciarne la durata. Il medesimo comprende le seguenti materie: 1. Religione e Morale. 2. Corso di lingua e letteratura italiana. 3. Declamazione. 4. Coìso compiuto di Storia Veneta. 5. Complemento di geografia. 6. Studio delle convenienze sociali. 7. Riassu ito aritmetico con riguardo speciale al sistema metrico. 8. Spiegazione dei fenomeni più interessanti della natura. 9. Economia domestica. 10. Igiene per le madri di famiglia. 11. Geometria e disegno ad uso dei lavori femminili. 12. Lingua francese. 13. Canto. 14. Studi liberi: lingua tedesca, inglese. Scuola di pianoforte e ballo. 1 vari insegnamenti sono sostenuti da appositi professori, jjià conosciuti in questa Città e addetti a KR. Istituti. La Direzione degli studi viene affidata al prof. Luigi Fichert incaricato dell' insegnamento delia Storia. Geografia e Letteratura Italiana. Avvertesi elio essendo unito a. questo Liceo un Collegio Convitto (pensione) vi si accettano tutte quelle allieve che intendessero d' approfittarne, comprese anche coloro che volessero incominciare dalla prima educazione elementare. Per le condizioni ed iscrizione rivolgersi alia Direzione dell' Istituto, Palazzo Querini, N. 5253. Se noi qui lo abbiamo prodotto non fu già per una facile vanterìa nò per un volgare reclame: no, lo fu soltanto por porgere un' idea delle materie che fanno parte dell' insegnamento, e per agevolarne quindi l'impresa anche costì, e perchè se non in tutto, almeno in parte, se ne tenti l'applicazione. Ci permettiamo poi da ultimo di sperare, come oltre al incontestabile vantaggio che ne verrebbe alle famiglie dagli accrésciuti mezzi di istruire le loro figliuole, ci si aggiungerebbe anche quello, materiale bensì, ma non perciò meno pregevole, di creare anche nel-l'Istria un nuovo mezzo di onesto lucro, una nuova e nobilissima industria per i docenti d' ambo i sessi. E sarebbe oltre a ciò da fare calcolo sul risparmio non lieve che ne avrebbero le famiglie di quelle giovanetto che vengono mandate in Italia od altrove. —r Ed in ogni guisa che se anche risparmio non fosse, almeno quel denaro rimarrebbe nel paese. E qui basti, dacché crediamo di non abbisognare di altri argomenti. L'Istria cèrtamente vuole, e dev' essere da più di quello eh'è attualmente; la sola coltura, l'istruzione ne la possono condurre, ma quest'istruzione vuole essere svolta su larghe basi, dev' essere generale, ben intesa e pronta. Per formare figli affettuosi, cittadini dabbene, ci vogliono madri intelligenti nudrite di sani principi, di forti pensamenti. Lo scrivere, il leggere e il far (li confo, non bastano; e' ci vuole qualcosa di più. — Bisogna insomma abbattere le vecchie barriere, e mettersi a livello dei nuovi tempi. fin e .. ■■ ; f . 7* ;[ lì'j f i I.E STAZIONI SPERIMENTALI DELLA GERMANIA. Crediamo utile far conoscere in provincia la storia di questa istituzione, che tanto giova al progresso delle industrie agrarie in Germania, valendoci delle u Notizie sulle stazioni agrarie sperimentali della Germania, compilate da A. Cos-sa per incarico di S. E. il ministro p. v. «kobre, ogni maestro potrà dare saggio d I sui profitti ed ottenere un attestato; do rà poi, in ogni caso, ritirare il tei t.ficato di frequentazione. E questo un principi ) dì appticazime di quella massima, tanto nota e pur tant > poco seguita, che indica come coalizione ai b 1 mi effetti de .le scuole le buone doti dei mies ri ed i ris iltati di questo primi tentativo, saranno sprone a continuare, con crescente vigore l'opera in ominciata. Esporremo un desiderio, ed è questo, che, al lorn partire, i maestri si ino provveduti di libri, merce i quali possano far rivivere netto men e te cognizioni acquistate ed ampliarle; se e forza a mmettere che la biblioteca ed i gabinetti di dona naturale <• di fisica d i Ginnisio di Capo Is r»a anhiano giovato durante le lezion, quaii efficaci ausiliarii i docenti e gli alunni, non potranno essere negati a qiuli ultimi due o tre libri al 11 e no che, come possono, sosti-luisc ino i molti libri ed i molli apparati che stettero a dispostone della scuola durante il breve corso delle lezioni. Dal Monte maggiore nel settembre 1870. Altra volta, se ben mi ricordo, il riputato vostro giornale accolse nelle sue colonne un interessante scritto sulle biblioteche popolari, compilato da egregio mio conterraneo. Permettete, sta volta, ve ne offra alla meglio anch'io, un altro, di non minore importanza; voglio dire sull' istruzione primaria delle nostre campagne. Vi premetto, anzi tutto, che 11011 verrò qui cou i-sfoggio di teorie, ma alla buona, accennando semplicemente a quelle riforme di che abbisogna un argomento di tale entità., A dirvi il vero, ho già inteso, che esso ha destato. 1' intere se di chi tiene iti mano la cena publica; ma siccome io vivo lontano dai centri di coltura, e me ne sto sopra queste alture ad assaporare al più al più qualche buon libro, edito dall'Agnelli 0 dal Pagnoni, così spero non maraviglierete se io sia quasi all' oscuro di- ciò che accade quaggiù, tra vivi. Vi prometto però di mutar vita quando il fischio della locomotiva chiamerà gì' istriani alla raccolta, e v' assicuro che io non mi sarò l'ultimo a calare dal monte. Vi .sarà già noto come sìa impartita l'istruzione ne' nostri villaggi. Gli allievi in generale quando cessano d'intervenire alla scuola leggono in modo stentato e peggio scrivono sotto dettatura, e degli elementi d' aritmetica hanno soltanto superficiali nozioni. Di chi la colpa? .... In parte dei genitori per la fretta che hanno di ritirare i tìgli dalla scuola per mandarli al campo, ed in parte dei maestri (fatte le debite eccezioni) per la poca istruzione che impartiscono, e più ancora per l'inadeguata loro rimunerazione. Perchè si abbia e si possa pretendere da un maestro un buon insegnamento, bisogna eh'e'possieda i-struzione più estesa di quella che deve trasmettere, e bisogna eh' e' venga retribuito da non essere astretto a procacciarsi la sussistenza con altre occupazioni. Oltre il leggere, lo scrivere, l'avviamento al comporre italiano, il far di conto, ed alcune nozioni di geografia e di storia, (in ispecie del proprio paese) conviene insegnino ai più giandicelli principii di agricoltura pratica, con riguardo alle condizioni del nostro paese, procurando di rischiarameli con qualche elenien-tarissima nozione di fisica e di botanica, ed affinchè i maestri di campagna sieno in grado di porgere codeste cognizioni, in modo appropriato alle tenere intelligenze, dovrebbero aver compito un apposito corso di studi. Ma, mi dirà taluno, ne' luoghi di campagna, non vi sono i parroci che possono soddislàre a coteste esigenze? Sì... i parroci ed i sacerdoti in gemere possono fare molto bene all' istruzione ; ma in questo caso è meglio si riservino alle saere loro mansioni. Il contadino, quasi dapertutto, è invasato ancora dallo stoltissimo pregiudizio che ogni fatto sì nelle cose naturali che i elle umane accade per atto immediato della divina volontà. Il quale pregiudizio toglie a lui ogni fede nella sua dignità d'uomo e nella forza della sua intelligenza. Ora co' sermoni fatti da' parroci, il contadino acquista un' inerte rassegnazione ai supremi voleri. Laddove per ispirargli coscienza di sè e renderlo intraprendente fa d' uopo persuaderlo che 1' uomo solo mercè lo studio della scienza, può allontanare moltissime sciagure e modificare a suo vantaggio molti fenomeni terrestri. E questo si otterrà specialmente col-l'inseg amento dell' agricoltura, impartito dai maestri stipendiati dal Comune. Qui fo punto, promettendovi, se non vi rincrescerà, di estendermi ancora sull' argomento in altro numero del giornale. G. DOCUMENTI SULLA ISTRUZIONE ELEMENTARE NEL REGNO D'ITALIA. Il migliore indirizzo, che prende l'istruzione primaria in Istria, per massima parte dovuto alle amorevoli sollecitudini della benemerita giunta provinciale, ci porta a far noto ai nostri lettori, quanto sull'importante argomento abbia operato e di continuo operi il ministero della pubblica Istruzione nel regno d'Italia. È noto come quel Senato nella tornata del 22 giugno 1868 con un espresso ordine del giorno invitò ti il Signor Ministro della pubblica Istruzione i a voler proporre a Sua Maestà di eleggere fra s gli uomini più competenti ed autorevoli una Com-r> missione che avesse l'ufficio d'istituire e compie-» re un'inchiesta speciale sullo stato, nel Regno, » dell' insegnamento primario e in particolare sulla » maggiore o minore renitenza del popolo minuto, » e sui modi più convenienti per combatterla e pre-« venirne le conseguenze. •» Noi non istaremo a dire adesso come que-st' ordine del giorno fu eseguito; nominata apposta una Commissione; e da essa formulati secondo gli intendimenti del Senato diciassette quesiti, i quali furono inviati ai Consìgli Scolastici per mezzo di una circolare ministeriale, ch'ebbe la data del 16 aprile 1869 c il numero 240. Neanche diremo che le risposte a quei quesiti pare siano venute dalle diverse provincie; che furon date a conoscere alla Commissione, la quale ha già tenuto sul proposito varie discussioni, e che fra non molto verranno forse pubblicate ancora le conclusioni a cui quegli uomini onorandi avranno reputato opportuno di venire. In quella vece ci contenteremo ora di metter qui innanzi ai lettori un brevissimo sunto delle cose contenute nei documenti, che sino dallo incominciar dell'inchiesta il Ministero deliberò dì pubblicare. Essi sono divisi in due parti e in du« bei volumi distinti. Il primo di questi, oltre una introduzione, che fa la storia succinta, ma vera, della istruzione popolare nel nostro paese, comprende una relazione sopra lo stato dell'istruzione (■-lementare nelle provincie meridionali e settentrionali d'Italia, la quale relazione intende ad v av-» verare gli avanzamenti fatti coli' istaurazione del ti nuovo regime della istruzione elementare nelle d provincie meridionali, e dì confrontarli con ciò ■n che si è pur fatto per le popolari scuole nell'I-■n talia Superiore. •» Non occorre dire che il confronto torna a grande vantaggio per queste ultime nelle quali da parecchi anni avanti, tutti lo sappiamo, erasi fra i Municipi destata una nobile gara per diffondere con ogni utile mezzo la istruzione rianimata dallo amorose dottrine pedagogiche dei tempi moderni. Chi si fa a considerare con attenzione questi documenti, vede subito gli sforzi elm si vanno facendo per isterpare a poco a poco il loglio e Iemale erbe che toglievano e ancora tolgono alle no-stre scuole popolari il loro nutrimento vitale. L'opera sarà lunga, ma sarà anche benefica. Quella relazione è seguita e quasi confortata da speciali rapporti inviati al Ministero dalle provincie delle due parti del regno sovraindicate, ai quali rapporti ordinariamente rispondono altrettante lettere ministeriali che, tornando punto per punto sopra le cose state riferite, pongono maggiormente in chiaro gli inconvenienti, e suggeriscono i mezzi da praticare e i provvedimenti da prendere affino di mettervi riparo. A tali rapporti e a tali lettere tengono dietro per complemento del volume gli specchi statistici relativi alle scuole elementari delle anzidette provincie e all'anno scolastico 1865-66, quali dati vi sono posti in confronto con quelli raccolti rispetto all'anno 1864. Il secondo volume venuto or ora alla luce, è ancora più grosso del primo. Esso contiene in pri- eoo ino luogo una descrizione franca e vivace dello srato delle scuole elementari nel Veneto, nella Sicilia e nella Sardegna, descrizione che muove da rapidi conni storici dello avanzamento di esse parallelo all'altro avanzamento delle libere istituzioni nelle dette parti della Penisola. Appresso viene una diligente relazione sulle scuole elementari dell'Italia Centrale, prendendo le mosse da Piacenza o da Parma, e venendo giù per 1' Umbria e per la Toscana sino alla provincia di Massa e Carrara. Seguono, al solito, i documenti che occupano 265 pàgine di carattere fitto e minuto, e da ultimo i prospetti delle scuole elementari inferiori e superiori delle, provincie del Regno nel 1867-68, in cui sono confrontate le somme dei numeri parziali con quelle che si ebbero nel 1865-66. Da questo confronto siamo lieti di raccogliere uu aumento notevole nelle scuole sì maschili che femminili, negli alunni, negli insegnanti e nelle spese. Tale aumento però si vede nello specchio generale, mentre in quello particolare di qualche provincia tu provi un senso di disgusto allo scorgere una benché piccola diminuzione ora di setto!e, ora di allievi. Certo è che i casi più rari, i quali s'incontrano, dello scemar dì questi rispetto a quelle nei prospetti provinciali, o lo stesso aumento degli alunni (946 21) paragonato con quello delle scuole pubbliche ( 1450 ), dimostra chiaro come la buona disposizione delle famiglie nel mandare i figli alle scuole non sia abbastanza secondata da una provvida, liberalità dei Municipi, dacché per ciascuna delle scuole cresciute si hanno in più 65 allievi. X. HiMIografia. Memorie civili per setvire alla storia dell'antichissima città di Pol i, raccolte dalla diligente cura del canonico Vii )meli nel 1820. (Manoscritto inedito). Pola Tip. Serascliin 1870. —- Opuscolo pubblicato dal Sig. Felice Dr. Glezer in unione ad altri amici per le nozze Sbisà - Glezer di Rovigno. Soddisfiamo prima all'obbligo di lodare pubblicamente, chi per le fauste occasioni, anzi che farci sentire i soliti telati arcadici di rancida costumanza, trae piuttosto con più vantaggio della patria storia, dalla polvere degli Archivi e dall' ombra degli armadj e metta alla Luce memorie storiche risguardanti la provincia od anche qualche singola località. • Non è nostra intenzione ora di fare 1' analisi dello scritto, non trovando nulla da dire che possa scemare la lode dovuta all' intendimento ed al- l'effetto; vorremmo però nn po'più d'attenzione da parte dei compositori e da parte dei correttori ; e rinnoviamo 1' osservazione fatta altra volta sul proposito di tali pubblicazioni, che, non essendo costume di metterle in commercio, bramiamo che vengano diffuse con meno parsimonia e- che se ne forniscano gli Archivi e le Biblioteche civiche della provincia vale a dire, oltre che quella di Rovigno, anche quella di Pirano, quella del Ginnasio di Capodistria, quella di Trieste etc. È questo il primo lavoro del Can. Vidovich sulle vicende di Pola che vediamo alle stampe : ma ci consta però esservene degli altri del medesimo Autore e sulla materia medesima. Non sappiamo però se tutti siano originali, o se fra questi vi siano delle copie modificate ; certo è che noi ne conosciamo tre con questo, i quali sebbene tutti e tre tocchino per sommi capi le cose stesse e molte volte colle medesime paiole, tutti tre poi di rincontro hanno delle varianti ; e le varianti non sono tutte le volte eguali nei differenti esemplari. Oltre 1' opuscolo stampato, proprietà, come ci indica l'egregio editore, del Sig. Domenico Gel-mi di Pola portante la data del 1820, ed il titolo posto in capo all' articolo presente ; ne abbiamo sott'occhio altro dal titolo: Memorie civili e sagre della città di Pola scritte dal conte Angelo Vidovich canonico etc. e colla data 1810, esistente nell'Archivio Diplomatico di Trieste; ed è copia tratta da manoscritto della Stancovicchiana di Rovigno. L' altro manoscritto pure esistente nel suddetto Archivio, ohe porta il semplicissimo titolo: PoJa Antica e Moderna senza nome d' Autore e senza data è indubitatamente autografo del Vidovich, constatato anche da una lettera cfello stesso di data: Pola 12 Aprile 1819, dono, del nob. Sig. Guglielmo de Lombardo da Pola. La materia di questo è divisa in due parti, la seconda coli' indicazione: Vicende politiche della Città di Pola. Essendo quest' ultimo, come si disse, autografò, interessa il sapere se anche gli altri due siano tali ; nel qual caso ci sembra non fuori di proposito, che qualche studioso di cose patrie si prendesse la cura di farne esame e ne componesse un esemplare perfetto, sulle basi dei tre scritti. Il lavoro in tal modo riuscirebbe oltre che più completo anche più interessante e più utile. Trieste settembre 1870. G. 11. «lì. ANNUNCIO. ! Il Bark Favilla Cap. Sandrinelli di proprietà della Società marittima istriana, partito da Akial» li 9 aprile, arrivò felicemente a Queenstown il giorno 26 settembre, i HiU tili iri'ì