ANNO XXII. Capodistria, 16 Novembre 1888. N. 22. LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Il sentimento nazionale degl' Istriani studiato nella storia (Continuazione vedi numero 21) Dopo 1' eroica morte di re Epulo e de' suoi, i Romani sapevano benissimo che l'Istria era stata vinta non doma, e perciò il proconsole della Gallia Cisalpina per l'anno 176 mandò parte dell suo esercito a presidio dell' Istria. Fu poi ostinata la resistenza degl' Istriani, approfittarono essi d'ogni occasione per iscuotere il giogo? La storia risponde che no. Se anche fecero qualche tentativo, questo fu ben lontano dalla eroica costanza quale poteva ripromettersi dai successori di Epulo, e dagl' intrepidi difensori di Nesazio di Mutila e Faveria. Vi ha un fatto che dimostra assai cangiato il carattere istriano, e una prevalenza significante del veneto sopra il celtico. Ed il fatto è il seguente: Scoppiate le ostilità, fra i Romani e Perseo re della Macedonia, il console C. Cassio ebbe ordine di fermarsi nella Cisalpina a custodia del paese. Ma questi, invece d' obbedire, si partì alla volta dell'Illirio per passare poi nella Macedonia. Forse era gelosia di mestiere perchè all' altro console, e compagno Licinio Crasso, era stata affidata 1' impresa della Macedonia. Ma ecco che in sul più bello il console Cassio, mutato animo, ritorna su' suoi passi improvvisamente, e assale l'Istria riempiendola di strage e d'incendi come paese nemico. Credere che gli antichi Istriani, data occasione di qualciie rovescio dei padroni in Macedonia, non avessero il desiderio di approfittarne, sarebbe ridicola ingenuità. E un fatto però che non si mossero ; e il console Cassio, trattandoli in quel modo non punì che le intenzioni. Ora dove sono i figli e i nipoti di Epulo? Certo con l'armi alla mano risponderanno all' insulto e opporranno disperata resistenza prò aris et focis. Nulla di tutto questo; i nuovi Istriani spediscono a Roma lemme Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — On numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. lemme un' ambasceria per lamentarsi in senato dei patiti soprusi. E dunque un riconoscimento del governo romano, è un esempio di docilità nuovo nei fasti dell' Istria ; qui comincia la romanizzazione. I i Veneto Traci hanno pigliato il sopravvento sui fieri Celti vinti e debellati. A spiegare il fatto abbastanza anormale giovi rammentare come l'Istria assoggettata dai Romani fu subito aggiunta alla Gallia Cisalpina, e retta dagli stessi? magistrati che governavano quella provincia. E quando i Romani vinsero più tardi Genzio re degli Illiri, nulla fu mutato, e l'Istria non fu già unita all' Illiria,- ma rimase in dipendenza, della Gallia Cisalpina, come dimostra pienamente contro lo Zippel il nostro bravo Benussi. ') E tutto ciò vuol dire avere i Romani subito compreso che la nuova regione conquistata naturalmente apparteneneva alla grande vallata del Po, e formava un tutto coi popoli prima conquistati a piedi delle Alpi e già più docili al nome romano. E per questo avvenimento importantissimo sempre più si saranno fusi con gli altri Cisalpini, quasi attratti dalle occasioni e dalla posizione del paese. Non è già questo un risveglio nazionale in senso moderno; supporre ciò sarebbe un correre all' impazzata le poste. Intendo dire solo che 1' Istria cominciò a vedere più al largo oltre i suoi antichi confini; e che fu questo un presentimento un istinto quasi un' aura foriera di nuova stagione. I Romani poi che ben conoscevano l'importanza del nuovo acquisto quasi maravigliati della docilità istriana accolsero a braccia aperte gli ambasciatori istriani, e li rimandarono con ricchi doni al paese promettendo giustizia. Non si ha però a credere ad una piena calata di scudi. GÌ' Istriani erano sempre Istriani, e del sangue celtico ne avevano ancor nelle vene ; ragione per cui, come vedremo, la loro unione coi Veneti non fu mai piena. Un' occasione a insorgere fu data ai nostri dalla guerra scoppiata tra i Romani ed i Giapidi, nel 129. Anche gl' Istriani presero le armi contro Roma; ma fu un fuoco di paglia; il console Sempronio con breve campagna sconfisse questi e quelli; e sembra assai probabile che dopo questa insurrezione i Romani fondassero nell' Istria le due colonie militari di Trieste e Pola. Ma che cosa è mai questa breve opposizione degl' Istriani in confronto alle lunghe e feroci guerre dei Giapidi, dei Segestani, e dei Dalmati condotte nei successivi anni 119, 118, 117? Bene adunque si deve conchiudere che le ripetute vittorie riportate dai Romani sui popoli circonvicini, la vicinanza di Aquileja, le colonie militari di Trieste e di Pola, e più che tutto il latente sentimento nazionale che spingeva gl'Istriani ad unirsi coi Veneti, coi quali formavano una sola provincia — la cisalpina — indussero i nostri ad accomodarsi un po' alla volta alla necessità, e ad approfittare delle condizioni politiche di Roma per migliorare le proprie. E per vero durante i due triumvirati, 1' Istria seguì or le parti di uno ed or dell' altro capitano che aspiravano al dominio di Roma ; ma, fatto importantissimo questo, non guereggiò più contro Roma, ma a favore di un partito in Roma ; si studiò di ottenere vantaggi, per sè, ma non approfittò delle guerre civili per insorgere contro la potenza romana. Perciò con gli altri Traspadani favori il partito democratico in Roma, e particolarmente di Cesare, che li tratto come veri cittadini romani. Si voltò poi contro Cesare e segui le parti di Pompeo, perchè poco si era fatto da quello per guadagnarsi 1' affetto della popolazione specialmente interna, e sperando sorti migliori. Dopo la battaglia di Filippi poi avvenne un fatto che a primo aspetto è contrario agli antecedenti, e crea un ostacolo all' unione dell' Istria all' Italia. Per ragioni politiche nel 42 1' Istria fu staccata dalla Venezia, e posta sotto il Luogotenente dell'Illiria. E il solo fatto nella storia antica che si può citare dai sostenitori della tesi antinazionale, e antigeografica — l'Istria terra illirica. Ma anzitutto giovi osservare che questa divisione non fu che momentanea, durò pochi anni e suggerita per motivi politici. Trieste poi anche in questa divisione, fu incluso nell' Italia, e il contine fra 1' Italia (Venezia) e 1*Illirici (l'Istria) fu segnato al Formione Risano. Ma 1' Istria sempre avea per confine naturale il Timavo; adunque nella peggior ipotesi dell'Istria illirica, una parte dell'Istria dal Timavo al Risano apparteneva sempre all'Italia. Questo fatto implica il riconoscimento del tutto Istria quale terra italica; se per motivi politici tutta 1' Istria non veniva esclusa dal consorzio italico, vuol dire che il legislatore riconosceva questa un» necessità del momento, e serbava per sè una parta quale mezzo per riavere il tutto. «Che questo provvedimento non fosse che precario,.;cito le parole del Benussi, e stesse in istretta. relazione colle guerre alpine, lo mostra il fatto che Ottaviano Augusto, cessate le guerre coi Giapidi, ed assoggettati questi ed i Dalmati, tolse l'Istria dall'unione con l'Illirio, e la riunì nuovamente alla Venezia, e per tal modo all' Italia.» ') — E ciò avvenne certo prima dell' anno 12 a. C. e probabilmente già nell' anno 27 a. C. Ed ecco così l'Istria unita prima alla Cisalpina poi all'Italia. Già il sentimento nazionale si espande ; già l'Istria comincia a guardare «a Roma come a suo speglio,» una nuova vita si diffonde in paese ; i monumenti della grandezza romana tra gli olivetti sorgono a riflettersi sul mare percorso da cento navi, le tintorie di porpora rosseggiar fanno le acque tra gli intimi scogli, e tutta la provincia sorge a prosperità non mai più tardi goduta. (Continua) p. T. —-------- ILT o tizi e PACIFICO VALUSSI Da ogni parte d'Italia, dai numerosi amici, dai colleghi di tutta la stampa venne festeggiato il giorno 14 p. d., il giubileo giornalistico di Pacifico Valussi. Pacifico Valussi ha esordito nella Favilla di Trieste dove egli firmò il primo suo articolo il IL novembre 183S; ed al giornalismo ha dedicato tutta la sua vita intemerata operosissima. Amico di tutti i nostri migliori d'allora, conservò le amicizie e amò sempre questa nostra provincia : ne fece conoscere e ne sostenne i diritti in tempi difficili, collaborò al suo miglioramento civile ed economico con quella schiera di patriotti guidati da Carlo Combi, quando nell'anno 1857 e successivi pubblicarono la „Porta Orientale." Subito nella prima annata di quella interessante strenna venne inserito un suo pregiato studio „del rinnovamento economico dell'Istria" ac- eompagnato con una lettera che riportiamo qui sotto in omaggio all'egregio autore. A Pacifico Yalussi, al patriotta venerando, all'amico carissimo mandiamo i piti affettuosi saluti di ogni parte dell'Istria, con gli auguri di molti anni ancora di vita prospera. Ecco la lettera: ') Ai miei amici Istriani Il mare non disgiunge le popolazioni incivilite, ma le unisce servendo alle più facili comunicazioni fra di esse. Se ciò in altri tempi era vero, molto più lo diviene in un età, in cui tutti i mezzi di trasporto vennero perfezionati, e, se lo è in tutti i mari, meglio dev' esserlo nell' estremo golfo dell' Adria, dove dall' una all' altra spiaggia puossi, a così dire, scambiare il saluto. Friuli ed Istria hanno attinenze naturali, storiche, economiche non poche, hanno non di rado relazioni di parentele, di studi, e certa corrispondenza d' affetto ed opportunità di reciproci ajuti. Sono le due ultime provincie dell'Italia orientale, formanti due distinte e caratteristiche unità naturali, fra cui la grande via del trafico mondiale, che Adriatico si chiama, non deve indarno per esse internarsi. Quando dai colli che si protendono in mezzo alla pianura friulana, getto lo sguardo oltre il golfo, ravviso con memore affetto i vostri monti, e con desiderio rammento i brevi istanti passati nelle vostre città della costa. Per cui le parole chiestemi pel vostro libro sui progressi economici a cui l'Istria deve intendere, volentieri vi mando quale amichevole saluto; sebbene due gravi motivi dovessero farmene astenere. L' uno si è eh' io non basto nemmeno ai doveri che ho verso questa mia nativa terra, alla quale troppo scarso tempo posso dedicare ; l'altro che dell'Istria conosco poco più che la costa, quando pure non pretendessi di saperne abbastanza per quello che lessi ed udii ed interrogai circa alle condizioni sue naturali, economiche e civili. Non dissimulo, che talora ad una certa distanza non si possono vedere dal vero punto alcune cose, che a mirarle troppo davvicino raen bene si scorgono nel loro complesso. E per questo non starebbe male che qualcheduno, il quale amasse l'Istria, senz' esservi nato facesse oggetto di suo studio il modo di giovarle. Questi men facilmente si farebbe illusione sui mezzi e sulle abitudini cui il paese possiede, sugli ostacoli che al meglio si oppongono ; e non tacerebbe dei difetti, cui bisogna togliere per poter progredire. Ma io devo stare ') Porta Orientale, strenna per l'anno 1857. Trieste libreria S«hubart, Editrice. — Fiume tip. di Ercole Rezza. contento a gettar giù sulla carta , alcune . idee generali, che sieno piuttosto d' ispirazione a studi da farsi, cbe non uno studio esse medesime; e forse dirò anche cose ovvie, o che saranno state già dette da altri. Mi sia scusa ad ogni modo il desiderio di compiacervi, e ricevete, se non altro, una cordiale stretta di mano. Mantenetevi nell' ottimo proponimento di' giovare al vostro paese e scusate il vostro Pacifico Vaiassi Udine, 1 Decembre 1856. «A Trieste il giorno 18 novembre avrà luogo la seconda adunanza generale della società «Pro Patria." Colà si rinnoveranno, ne siamo sicuri, i nobili entusiasmi che a Rovereto resero memorabile il giorno 28 novembre 1886, colà triestini, istriani, goriziani, dalmati e tridentini offriranno un nuovo spettacolo di concordia nella difesa della comune nazioualità. «Consoci dell'Istria, di Gorizia, della Dalmazia e del Trentino, accorriamo dunque e numerosi a Trieste, e in questa città tradizionalmente patriottica, facciamo che 1' opera nostra sia vicendevole ispiratrice di feconde emulazioni e di costanti propositi. Programma : Ore 9 '/2 ant. Iscrizione nel Teatro comunale dei Rappresentanti e verificazione delle procure. Ore 11 ant. Solenne ricevimento al Municipio di Trieste dei Rappresentanti della Società. Ore 12 7S aut. Adunanza generale nel Teatro comunale col seguente Ordine del giorno : 1. Apertura della seduta da parte del Presidente. 2. Relazioni e resoconti della Direzione centrale del gruppo di Trieste e del Consiglio di sorveglianza. 3. Riconferma del voto per la creazione d'una Università italiana a Trieste. 4. Adesione alla domanda del Municipio di Trieste per l'istituzione di una Scuola magistrale per le Provincie del Litorale. 5. Sede della prossima adunanza generale. 6. Nomina della Direzione centrale, del Consiglio di sorveglianza e del Collegio degli arbitri. 7. Eventuali proposte. Con notificazione 5 andante venne fissato il giorno 11 decemhre p. v. per 1' elezione del deputato al consiglio dell' Impero dal collegio del grande possesso fondiario istriano. Il congresso della Società storica, che doveva tenersi a Parenzo il 2 novembre m. c., causa il tempo perfidissimo fu differito ad altra giornata A suo tempo, quando è stata inaugurata 1' esposizione musicale internazionale di Bologna, abbiamo accennato al concorso del municipio di Pirano. Rileviamo ora che al detto municipio è stato conferito il diploma di benemerenza per la parte presa nella categoria edizioni antiche e rare ed autografi. Noi siamo veramente lieti nel registrare tale notizia she riesce di sommo onore alla città che diede i natali a Tartini la cui memoria viene rispettata nel culto vivissimo per 1' arte. 11 17 novembre 1889 si compiono cinquant' anni dall' andata in iscena dell' Oberto di San Bonifacio, la prima opera di Verdi ; e tutta la stampa italiana accolse con entusiasmo la proposta della Perseveranza di commemorare seennemente la faustissima data. L'Indipendente scrive : „Trieste mancherebbe ad uu dovere, qualora non si associasse alle onoranze che tutti i pubblici italiani — anche fuori del regno — renderanno a V»rdi. Noi riteniamo che, poiché il tempo non manca, il disegno nostro potrà essere convenientemente attuato. Ma è necessario che già fino d' adesso si prenda l'iniziativa da chi è iu grado di fare e di fare meglio. I circoli, le società, iu cui si coltiva la musica, dovrebbero tutti riunirsi e porsi d'accordo. Alla testa vedremmo molto volentieri la Società filarmonico - drammatica, siccome la più anziaua e la più potente. Per oggi non diciamo altro : promettiamo però di ritornare, a miglior agio, sull'importante argomento." -—------- Cose locali Cortesemente invitati abbiamo veduto nello studio del nostro valente Bartolomeo Gianelli, ii ritratto ad olio del Conte Gian Rinaldo Carli, eseguito per commissione di alcuni signori di Parenzo che intendono farne dono, con pensiero gentile, a quel municipio. È una mezza figura in grandezza naturale, e venne tolto da una stupenda miniatura fatta a Milano, e regalata dal Conte al marchese Girolamo Gravisi. 11 lavoro sotto ogni riguardo e per la rassomiglianza, il trattamento degli accessori, e la vivace tavolozza veneta del Gianelli : ci pare perfettamente riuscito ; e ce ne congratuliamo col municipio di Parenzo, che possederà il bel lavoro, non senza far manifesto il nostro voto che ne sia commessa una riproduzione al Gianelli ; tanto ci sembra giusto che nella nostra sala comunale, dove trovarono degno posto distinti concittadini morti recentemente, abbia pure posto l'illustre Gian Rinaldo Carli. V. Seduta. 11 ottobre, ore 6 pom. Presidenza del podestà, commissario governativo sig. Luigi Bosizio di Thuruberg i. r. capitano distrettuale. Presenti 16 rappresentanti, 3 sostituti. Ordine del giorno: Lettura del P. V. della 111. IV. Seduta, — Comunicazioni ufficiose, — 1. Approvazione di sanatoria al contratto di compravendita dei fondi eredi Bischop, — 2. Proposta di affidare la custodia della cella mortuaria ai R. R. P. P. Cappuccini della Provincia di Venezia, — 3. Istanza di Arturo Ronzoni per essere accolto nel nesso d'indigenato, - -4. Detta di Giovanni Rebulla perchè il tìglio Arturo sia accolto nel nesso d'indigenato, — 5. Deliberazione in esito al concorso per il posto di maestra presso la scuola popolare di Lazzaretto, — 6. Detta iu esito al concorso per il posto di assistente di cassa. Approvati i protocolli. Podestà: Venne partecipata all'i, r. capitanato la deliberazione della rappresentanza per solennizzare il giubileo di regno di S. M. l'Imperatore. — L' on. Madonizza ha ringraziato e accetta 1' onorifico incarico di rappresentare la città nel comitato per la festa del centenario di Giuseppe Tartini. — Il sig. D. Roullet ha accettati i patti stabiliti nell' ultima seduta per le concessioni ad uso della sua industria, e si passerà alla compilazione del contratto. — La direzione di fiuanza ha soprasseduto all' escavo dell' ara Porta S. Piero ; la deputazione ha insistito stante il bisogno per la condotta dei concimi. — Inscritti 63 soci concittadini alla società austriaca di pesca e pescicultura in Trieste, la presidenza partecipava la nonima del D.r Antonio Zetto a delegato sociale per la nostra città. — L'assistente di cassa Nazario Gallo ha rinunziato al posto, in via provvisoria le sue mansioni furono affidate al sig. Nicolò de Baseggio ispettore dell' ospitale. — Alla partenza del battaglione dei cacciatori venne esternato a quel sig. tenente colonnello, la dispiacenza della città, dove il battaglione aveva mantenuto un contegno esemplare. I saluti della citta molto graditi furono ricambiati. — Considerato l'interesse del comune perchè abbia stanza un intiero battaglione, ora ridotto alla metà, venne presentato analogo memoriale alla 1. R. Luogotenenza, ma giusta dispaccio ministeriale comunicato dall' I. R. Capitanato distrettuale, la diminuzione della guarnigione sta in relazione coi movimenti generali delle truppe, necessari per riguardi politici ; per cui anche iu seguito non sarà possibile appagare i desideri del comune. — La Giunta Provinciale ha respinto il ricorso dell' ou. Andrea Marsieh fu Giov. Maria contro il deliberato della rappresentanza in merito alla riservatasi azione di regresso per mutui attivi fatti da esso ricorrente quale membro della direzione del civico ospitale insieme colla direzione stessa per conto dell' ospitale. — La signora Antonietta Ved.a Cadamuro Morgante, a ricordo di luttuoso anniversario devolveva li 24 luglio all' asilo infantile, fior. 5 ; fu ringraziata. — Fu conceduto per l'erezione di suntuoso monumento al sig. Alberto Grassi fu Antonio, uu fondo nel cimitero per fior. 150. — La famiglia del fu Giovanni Saudrin, alla morte del suo capo fece pervenire fior. 100, metà al foudo intangibile dell'ospitale civico, e metà al fondo intangisile dell'asilo infantile. Fu ringraziato. — Il circolo filarmonico drammatico di Trieste recatosi in gita di piacere qui, fece perveuire fior. 30 a beneficio dell'ospitale ; fu ringraziato. — Furono scoperti nuovi centri di fillossera nel comune nelle contrade S. Canziano, — Salara, Giusterna. — Il prof. Giuseppe Depase, iu o-maggio alla memoria della defunta zia Antonia Ved. Crevato, regalò al comune i ritratti del sacerdote Gavardo Gavardo (1701-1736) e del fratello Alessandro, manoscritti e documenti dell' illustre casato ; fu ringraziato. — La contessa Teresa ved. Tacco, consegnò alla civica biblioteca, i libri lasciati iu eredità al comune, coli' obbligo di consegna dopo la morte della contessa. — Officiato da un accolta di cittadini ho inviato all'ili.mo sig. Francesco Vidulich, capitano provinciale, 125 carte di visita in segno di ammirazione e di plauso alla sua nobile condotta come capitano provinciale, di fronte ai ben noti incidenti, per cui sarà celebre negli annali dell'Istria l'ultima sessione dietale. — Chiesto l'appoggio del comune per la istituzione di una scuola femminile superiore privata, la deputazione lo accordò di buon grado. — Il sig. Luigi Damiani presentò la sua rinunzia al posto di cancelliere, e mi riserbo informare esaurito 1' ordine del giorno, in seduta segreta. Primo punto. — La rappresentanza approva il contratto di compravendita tra il comune censuario di Capodistria e la signora Elena Scholz e consorti eredi Bischop, per fior. 200, di tutti i fondi scoperti del cessato cantiere, dalla calle Grisoni al mare. Secondo punto. Podestà, in seguito alla relazione della commissione del campo santo, a nome della deputazione propone: „La rappresentanza comunale sul-1' esempio di altre città, e accolto il voto generale della popolazione, saggiamente interpretato dalla zelante commissione del civico campo santo, e nella sicurezza di corrispondere nel modo migliore ai postulati della pietà, dell'igiene e dell' economia, delibera: 1. di affidare possibilmente la custodia della civica cella mortuaria e del cimitero ai E E. P. P. Cappuccini della provincia di Venezia, che hanno stanza in questo convento comunale di S. Marta, — 2. di assegnare a titolo di propina ai R. E. P. P. custodi l'importo annuo di fior. 300 a carico del comune censuario di Capodistria — 3. di incaricare 1' esecutivo delle pratiche necessarie presso il rev.mo Padre provinciale. Babuder, parla in appoggio e domanda se furono aperte pratiche. ! odestà: risponde di aver parlato col rev.mo Padre provinciale, e che nutre lusinga della riuscita. La proposta della deputazione viene accolta con voti 19. — Terzo punto. La rappresentanza passa all' ordine del giorno. Quarto punto. L' argomento viene rimandato ad altra seduta, occorrendo informazioni. Quinto punto. La rappresentanza a voti unanimi sentito il parere del consiglio scolastico locale non accoglie la domanda della signora Giuseppa Iug sola aspirante al posto di maestra presso la scuola popolare mista di Lazzaretto, atteso il difetto della qualifica indispensabile all'insegnamento nella lingua italiana. Sesto punto. La rappresentanza sopra proposta della deputazione delibera di passare all' ordine del giorno su quattro domande di concorso al posto di assistente controllore presso la cassa civica; e soprassedere per ora alla copertura del posto vacante finché si presenti persona pienamente idonea. Podestà coli' adesione della rappresentanza esclude a norma dell' art. 38. E. C. la pubblicità della seduta ; e informa dandone lettura di tutti gli atti relativi alla dimissione del sig. Luigi Damiani dall' ufficio di cancelliere municipale, in seguito ai quali la deputazione deliberò di accettare la dimissione e aprire il concorso ; deplora che malgrado i tentativi fatti personalmente', non sia riuscito a conservare all' ufficio comunale uu funzionario molto valente. Nominati gli on. Belli e Pizzarello per la firma del protocollo, la seduta viene levata alle 8.15. — Bollettino statistico municipale di Ottobre 1888 Anagrafe: — (nati battezzati) '23; fanciulli 9; fanciulle 14; morti 28, uomini 8 (dei quali 6 carcerati), donne 4; fanciulli 6 fanciulle 10 al di sotto di 7 anni. Trapassati: 1. F. G. (carcerato) da Vienna d'anni 33 — Muslavich Antonia fu Giacomo d'anni 83. — 2. E M. (carcerato) da Spalato d'anni 62. — 3. Sambucco Agnese fu Antonio d'anni 74. — 10. Almerigogna Francesca fu Pietro d'anni 69. — 13. Cossovel Clementina di Lodovido d'anni o9. — 16. I. A. (carcerato) da Pinguente d'anni 26. — 24. C P (carcerato) da Ragusa d' anni 46. - 25. K. G. (carcerato) da Zara d anni 33. — S. M. (carcerato) da Zara d'anni 39. — 29. Genzo Giacomo fu Francesco d'anni 69. — 31. Vattovaz Giovanni fu Andrea d'anni 80. — Più fanciulli 6, fanciulle 10 al di sotto di ( anni. — Matrimcnii: 4. Francesco Finsger di Giuseppe — Gisella Svekla. — 7. Domenico Deponte di Giuseppe — Maria Pa-dovan. — 8. Pietro Ladavaz di Domenico — Giovanna Micalich. — 14. Giovanni Wagner di Giuseppe — Filomena Olenich. — Polizia: Denuncie per contravvenzione all'ora di polizia 1. — arresti per rissa 1. — per furto 2. — per schiamazzi notturni 3. — per accattonaggio 1. — Sfrattati. 14. Usciti dall'i, r. Carceri 10 ; dei _ quali 3 dalmati. 2 istriani, 4 triestini, 1 carniolo. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 3, per ettolitri 8 e litri 65, prezzo al litro da soldi 28 a 32. — Certificati per spedizione di vino 1, per ettolitri 7 e litri 10; per spedizione di sardelle salate 5, in 46 barili di 1865 chilogr; di sardoni salati 6, in 295 mastelle di 5330 chilog; di salamoja 2, per barili 3 di 130 chilogr; per spedizione di uva 5, di 15454 chilogr; in oggetto industriale 4; di morale condotta 1 ; d indigenato 0. — Permessi di fabbrica 0. di ballo 0 ; rilascio di nulla osta por l'estradazione di passaporto per l'estero 3; nulla osta per rinnovazione del permesso di viaggio marittimo 4; di carte di legittimazione 0; libretti di lavoro 1; — Animali macellati: buoi 66 del peso di 13430 chilog. con chilog. 813 di sego; vacche 11 del peso di 1564 chilog. con chilog. 71 di sego; vitelli 49; castrati 213; agnelli 0. — Licenze industriali 0. Bollettino mensile delle malattie zimotiche Capodistria; Angina difterica; rimasti dal mese di Settem-qre 1 ; colpiti in Ottobre nessuno; morti 1. — Lazzaretto: (Cesari) Vajuolo 1 colpito e morto. -)K3<-----—- Appunti bibliografici Anno Ventesimo Quinto. Programma del Ginnasio Comunale Superiore di Trieste pubblicato alla fine dell'anno scolastico 1SS7-88. —Trieste tipografia del Lloyd Austro-Ungarico. 1888. Un volume in ottavo di pagine 23B. E con un intimo ssnso di compiacenza che annunzio il programma del Ginnasio Comunale di Trieste, di un istituto che ho visto nascere, che fu diretto da un uomo col quale ho diviso (non frase rettorica questa) i dolori piti grandi della vita, dove insegnarono professori già miei amici ; di un istituto che è, come ben dice, l'attuale direttore, forte baluardo della classica coltura, sacro palladio della nostra nazionalità, palestra del vero, del bello, del buono; e sulle sorti del quale, benché lontano, ho trepidata, ben contento oggi dell' attuale progresso. A celebrare il ventesimo quinto anno dalla fondazione, il così detto Programma usci piti accurato e ricco di componimenti scientifico-letterari, risguardanti le varie discipline rappresentate nel-l'insegnamento ginnasiale. Precede la cronaca compilata dall'egregio Direttore G. Vettach, che espone anno per anno le vicende dell' istituto, sorvola destramente su certi punti scabrosi, e tutto correda con quadri statistici per vero confortanti; di che il debito onore va in gran parte all'attuale Direzione, al benemerito Corpo Insegnante, e al Municipio tergestino, così munifico così largo di materiali e morali sussidi, come forse non altro comune italiano. Segue uno studio del Prof. C. Cristofolini „Sopra un passo controverso nell'Antigone di Sofocle» studio in ogni sua parte commendevolissimo, e che palesa con un' erudizione, veramente schiacciante, anche una temperanza di giudizi e ottimo gusto letterario. Leggendo il passo controverso nella traduzione del Bellotti, e specie que' tali versi in corsivo, subito rinacque in me un dubbio, che già più volte avrei voluto manifestare, se non avessi temuto di parere eccentrico, barbaro e peggio. E quel mio qualsiasi giudizio suonava così. — Gli antichi, coli'animo effuso nella contemplazione dell'esterna bellezza, non sempre afferrano i fenomeni del mondo interiore ; costretti da avversa fortuna a vivere soli, palesano all'aura, ai sassi, al mare il loro dolore; i poeti quando hanno a manifestare in simili condizioni un affetto, perdono, per dir così, la bussola, e non ne imberciano una. Sosteneva poi la mia tesi citando Catullo nel carme famoso per le nozze di Teti e Peleo, dove ci descrive Arianna abbandonata da Teseo; e precisamente il brano che comincia : Jam, jam nulla viro juranti foemina credat. E P altro : Quaenam te genuit sola sub rupé leaena? Quod mare conceptum spumantibus exspuit undis? Così dicasi degli imitatori ; P Ariosto per e-sempio : „Donne, alcune di voi mai più non sia Che a parole d'amante abbia a dar fede;" e il Tasso che rincara la dose a Virgilio „Nè te Sofia produsse e non sei nato Dall' azio sangue tu : te 1' onda insana Del mar produsse e il Caucaso gelato E le mamme allattar di tigre ircana." ') Passi in Catullo il concetto — Quod mare conceptum ecc... ; ma per noi che non crediamo alla fecondità dell'acqua salata, la è un po difficile a mandar giù. E avrei voluto conchiudere. Il soliloquio, il vero soliloquio senza frasche rettoriche è un prodotto deìl' arte moderna, citando il monologo famoso di Amleto, e la notte dell' innominato prima della conversione. Tornando a noi, dirò che questo lamento di Polinice prima di essere gettata nello speco, è una eccezione. Il greco è assai più sobrio dei Latini, quasi direi più moderno. Parole ce ne sono ancor molte, però, e quel che è peggio, così inconvenienti al giudizio di molti critici, da far loro dubitare di una interpolazione. Ecco di che si tratta. È possibile che una ragazza abbia detto : Se fossi ino glie o madre non avrei salvato il marito o il figlio violando le leggi ; ma sorella ho salvato il fratello, perchè morti i genitori, altri fratelli non si possono più avere? Una storma di critici tedeschi si scatenano contro questo passo e dichiarandolo indegno di Sofocle, lo sostengono apocrifo ; altri invece ne propugnano P autenticità. Un anfanamento insomma, un camminare tra i rasoi, un arrampicarsi su per le muraglie difese da vetri rotti, un' erudizione spaventevole e citazioni fitte: pare di rileggere i volumi pio e contro la famosa autenticità di Dino Compagni. E per mezzo al vocìo de' critici arrabbiati passa tranquillo il nostro professore, e serrando in una sintesi la paziente e accurata analisi, opportunamente conchiude: „Considerando da quale animo partono, e in qual situazione sieno proferiti quei detti, consentirà alcuno con nVe, che quel tanto di logica, di cui si ha a stimar capace Antigone in tal momento (la passione, si sa, ha spesso un modo tutto suo di ragionare) al postutto non manca ne' versi tanto discussi e tanto calunniati." E così è, aggiungo ; nel lamento della vergine inconscia ancor dell' affetto di madre e di moglie, domina il grande amore di sorella, che la tragge a morte per aver dato degna tomba al fratello. Non perciò nega ella que' due grandi amori di madre e di sposa; li intuisce anzi, e per quanto sta in lei vorrebbe crederli più forti ; ma vi si oppone il giudizio dei saggi. ,Ma io ben feci al ragionar de' saggi." È troppo evidente questo insistere sulle parole altrui; i sapienti l'hanno già assolta e giudicata «degna di lode; se le parole loro sono esagerate, se veramente più forte è l'amor di madre e di sposa, di ciò ella non si preoccupa; è questione legale. Le basta l'approvazione della gente illuminata che coprirà di maggior infamia il tiranno. Il giudizio del nostro professore vale tutta la dotta dissertazione degli ipercritici. Dello studio del Morteani sulle — Condizioni •economiche di Trieste ed Istria nel secolo XVIII, — .già abbiamo parlato nel numero antecedente. Così salto a piè pari l'appendice al lavoro: — I distomi dei pesci marini e d' acqua dolce dello Stossich — lavoro molto ben fatto ed erudito, ma estraneo pur troppo a' miei poveri studi. Passiamo invece al seguente — Santo Stefano al Quieto del Benussi. Quando il Professore parla di cose istriane, tutti noi dobbiamo ascoltarlo con riverenza di discepoli ; ed anche questo studio è in tutto degno del futuro storico dell' Istria. Da prima vi tratta dei castellieri — preistorico e romano le rovine dei quali si vedono tuttora, quindi ci dà un' ottima monografia di quelle acque termali. Lo scritto è corredato da due tavole ; e tutto è descritto con evidenza ed esattezza, come può solo chi, come il Benussi,, non si fida degli scritti anteriori, ma ha veduto ed esaminato palmo a palmo il terreno. Non avrei quindi altre osservazioni a fare ; solo aggiungo, giacché mi viene la palla al balzo, qualche mia pedanteria linguistica. Dice il Benussi che il nome di grotta ebbe la rupe di Santo Stefano perchè in primo luogo tale appellativo è nell' Istria comunemente sinonimo di roccia. Per opportuni raffronti, non gli dispiacerà forse sapere che con tale nome si appellano anche in Lombardia e nella Svizzera italiana le rupi che cadono a piombo, e che formano un angolo fortemente acuto iu guisa da formare una caverna. In queste caverne tengono il vino ; onde el grot è sinonimo anche di osteria. Io stesso villeggiai a Chiasso nel Grot della Giovannina, che è la miglior osteria della Svizzera italiana al confine. E questa parola non significherebbe forse la presenza di Celti in Istria ed in Lombardia ? Passiamo ad altro. „I1 nome di Lama nel senso di palude, fossato, stagno è comune nell' Istria, scrive il Benussi, e lo troviamo a Buje, a Rovigno, ecc. San Giorgio in Laymis, che faceva porto al pari dei mulini sotto Pinguente. E il Quieto è indicato col nome di Leme.„ È voce dantesca, come ho detto altra volta: Non molto ha corso che trova una lama Nella qual si distende e la impaluda . . . inf : xx. Si potrebbe forse aggiungere anche il Lemene, fiume che s'impaluda sotto a Portogruaro ed all' antica Concordia ; benché certi eruditi, i quali non vedono lume che nella storia romana, lo facciano derivare da linieri, sognando non so che limitare. Ancora una domanda. L'odierno Porton, dove si passava il Quieto, e il San Giorgio de Laymis che faceva porto ; anziché accrescitivo di porta, o porto nel senso di rifugio alle barche non deriverebbe da porto, chiatta per passare il fiume ? In questo senso l'usò Dante : Disse : Per altre vie, per altri porti Verrai a piaggia..... Inf: III. Ed è tuttor vivo in Lombardia. Prima di risciacquare i suoi panni in Arno il Manzoni scrisse — volete passare dal ponte di Cassano, o sul porto di Canonica? Queste mie supposizioni che dimostrano l'italianità del dialetto istriano e le relazioni fra le due rive, saranno al caso avvalorate dall' autorità del Benussi. Ed ora dulcis in fundo, allo studio del Professor Szombathely — Dante e Ovidio — studio eruditissimo anche questo e che dimostra una piena conoscenza delle due letterature. Con opportuni e pazienti raffronti il professore dimostra come Dante abbia studiato Ovidio, e specialmente le Metamorfosi, da cui ha attinto per le sue opere minori, e più per la Divina Commedia; onde „la Metamorfosi è la fonte originaria e più copiosa, e quasi il repertorio poetico delle favole che Dante accolse nella Divina Commedia." Ben detto repertorio. Sviluppando questo concetto si potrebbe aggiungere e rilevare come Ovidio nou entri nel disegno orgauico e forse nemmeno stilistico del poema. Importante sarebbe studiare come le favole ovidiane di sovente siano fredda- mente citate e più a mostra d'erudizione, senza molto calore poetico. Così nel principio del Canto XXX: „Nel tempo che Giunone era crucciata ..." citazione che parve lunga anche al Tommaseo ; ed è come il sonnellino del grande poeta, benché non manchi qua e là di efficacia. In altri passi Dante gareggia con l'originale e lo vince con la potente parsimonia di parole. Perciò non nego, che sarebbe temerità pazza, lo studio di Dante anche in Ovidio ; solo sospetto che qualche volta, invece del testo abbia per risparmio di tempo usato di uno dei tanti repertori noti nel Medio Evo dell' opera ovidiana. Tutto sommato Vir-giglio rimane sempre nella Divina Commedia, il poeta onore e lume chiamato dall' Allighieri .... il mio maestro e il mio autore, Tu se' solo colui da cui io tolsi Lo bello stile che m'ha fatto onore. Con questi intendimenti raffrontare Ovidio e Dante, e vedere dove e come e fino a che punto Ovidio inspiri e dia calore allo stile ; e dove invece non serva che di repertorio sarebbe opera utile e nuova. L' autore dichiara di aver seguito in questo suo studio il Tommaseo, e istituisce quindi con grande pazienza molte comparazioni. E noto però come l'illustre critico largheggiasse in simile studio; i giovani quindi, con la scorta di eosì valente professore, vedranno quando tra ì due poeti la somiglianza è accidentale, o effetto di semplice memoria, e quando invece prodotta dalla gara di Dante con l'originale. Ancor un' osservazione mi permetta il chiarissimo autore. Egli sostiene che — il sentimento della natura sempre vivo e fresco nei poeti antichi viene da loro rappresentato con tanta verità e schiettezza, perchè questi, assai meglio dei moderni, sapevano dimenticare sè stessi, e quanto vi è di personale e di soggettivo, per mescere e fondere quasi la propria nella immensa vita della natura" (pag. 194) Molte ottave dell'Ariosto però nulla hanno ad invidiare agli antichi. Poi il sentimento moderno della natura, è superiore all' antico, quando la natura entra nell' arte non solo come immagine, ma eziandio come affetto, non pure come elemento oggettivo, ma anche come pensiero del poeta che la contem- pla. (') „ Superiore è per vero questo sentimento, più intimo, più umano, quando il poeta nelle scene naturali rispecchia lo stato dell'anima sua. Molti sonetti del Petrarca il Passero Solitario del Leopardi, 1' Allodola dello Schelley la descrizione del temporale, nei Promessi Sposi, quando Renzo, u-scendo dal lazzeretto dopo trovata Lucia «sentiva in quel risolvimento della natura come più liberamente e più vivamente quello che si era fatto nel suo destino:" (2) questi ed altri passi, dico, sono stupende „manifestazioni del sentimento moderno superiore all'antico." Queste piccole divergenze d'opinioni nulla tolgono al merito dell'egregio Professore; ed io mi congratulo con la gioventù del mio paese, perchè da così erudito e colto insegnante, e dagli altri di cui si è tenuto parola, venga guidata sulla fiorita ed ardua via della scienza e dell' arte. P. T. -—------- PUBBLICAZIONI È uscito il fase. I e II del voi. IV degli Atti e Memorie della società istriana di Archeologia e Storia patria col seguente sommario: — Direzione: Pergamene dell' Archivio arcivescovile di Ravenna riguardanti la città di Pola — Direzione : Senato Misti. Cose dell'Istria. — Morteani prof. Luigi: Isola e di suoi Statuti. — M. T.: Bibliografia. Al presente volume va pure unito un fascicolo contenente uno studio dell'egregio prof. A. dott. Benussi su Santo Stefano al Quieto. „Relazioni di Goethe e Manzoni su documenti inediti e poco noti. — Corrispondenza inedita di Manzoni col cancelliere Federico de Muller." Un opuscolo del prof. Lionello Sinigaglia, estratto dalla «Rivista Contemporanea" e stampato dall'editore Niccolai di Firenze. L' ottimo Raccoglitore di Rovereto va pubblicando sotto il titolo : Le idee dei nostri compaesani viventi air estero, delle lettere inedite dirette dal noto letterato gradense prof. Sebastiano Scaramuzza al nostro indimenticabile prof. Carlo Combi. Codeste lettere, scritte nel 1877, trattano di questioni storiche e critiche, sono quindi molto interessanti. (') Zambini — Studi sul Petrarca. Napoli Movano pag. 28. (2) Promessi Sposi Capitolo XXXVII. Primo capoverso.