TASSA POSTALE PACATA CENTESIMO NUMERO la nostra lotta OR GANO DELL* U.A.I.S. DEL CIRCONDARIO ISTRIANO - TERRITORIO DI TRIESTE i um i collettivi rano intensamente per inviare alla prossima Assemblea dei S. U. i dati dei successi raggiunti nella produzione DIREZIONE — REDAZIONE — AMMINISTRAZIONE Riva Castelleone 2 — CAPODISTRIA, telef. 170 ABBONAMENTI: Zona B e Jugoslavia anno: Din. 180, semestre Din. 90, trimestre Din. 50. anno L. 1400, semestre L. 740, trimestre L. 380, Zona A: DINARI 3, — LIRE 15. Conto con. nella Banca Istriana CENTESIMO NUMERO DEL NOSTRO GIORNALE Siamo arrivati al nostro centesimo numero. Abbiamo percorso la prima tappa del postio cammino. In simili occassioni si suole dare u-no sguardo retrospettivo al lavoro svolto, ai successi riportati ed aUe deficenze riscontrate, onde servirsene nel lavoro futuro. Altrettanto faremo noi in questa ricorrenza. Il nostro giornale è nato dopo la nefasta risoluzione dell'Ufficio Informazioni, allorquando «Il Lavoratore» era passato nelle mani della frazione liquidatrice guidata da Viđali, diventando il portavoce del cominformismo triestino. Il primo numero usciva, come noto, il 1 settembre 1948, con la precipua funzione di diffondere la verità sul nostro Circondario contro tutta quella ridda di menzogne, calunnie e trovate di ogni sorta, che la stampa reazionaria e quella cominfor-mista facevano a gara a diftnndare contro il nostro Partito ed il nostro Potere. Cosi fin dall’inizio a noi incombeva il difficile compito di combattere contro due nemici' contro la reazione nemica giurata del popolo lavoratore e del suo potere e contro il cominformismo traditore che era passato sulla stessa piattaforma della reazione, e come e più di essa denigrava tutto ciò che è popolare. Il compito era difficile per un giornale come il nostro, che doveva oltre al resto lottare anche contro considerevoli difficoltà di carattere tecnico e personale. Però ci sosteneva la forte volontà di far sentire la voce della verità e ci siamo messi al lavoro con l’entusiasmo che anima l’uomo onesto che sa di Seguire una via retta. Non vogliamo nascondere che nel nostro lavoro avremmo potuto fare meglio, che abbiamo commesso parecchi errori, però ciò è inevitabile per tutti i principianti: sbagliando s’impara, dice un vecchio proverbio. Abbiamo lavorato, abbiamo sbagliato e ben volentieri abbiamo ascoltato la critica costruttiva da qualunque parte essa sia venuta, ed i consigli che ci sono stati dati: ne abbiamo fatto tesoro nell’ulteriore nostro lavoro, come ce ne Serviremo anche per il futuro. Premesse le nostre mancanze, che e-sponiamo apertamente, dobbiamo dire che nemmeno la collaborazione dei lettori ha soddisfatto. Il giornale sarebbe ben più vivo se i lettori stessi avessero collaborato di più interessandosi a dare al proprio giornale il materiale vivo che la nostra realtà presenta a iosa. Infatti se è una nostra mancanza quella di non aver popolarizzato abbastanza i successi di tutta la nostra attività, è altresi mancanza dei lettori il non averci fornito dati concreti del molteplice sviluppo della nostra economia, dati che la vita giornaliera offre in abbondanza. Diciamo questo perchè sappiamo che nel nostro circondario ogni ramo di attività presenta argomenti molto belli per la nostra stampa, e questi argomenti li troviamo per cosi dire in ogni àngolo del Circondario. Un’altra nostra mancanza è quella di non aver saputo in modo soddisfacente elaborare tutti quegli aspetti del nostro sviluppo che presentano magnifici esempi di coscienza lavorativa, spirito di sacrificio e dedizione al lavoro. Mancanza rilevante è anche quella di non aver in misura sufficiente accompagnato e indirizzato, con articoli direttivi scritti per ogni ramo di attività da chi è addentro nella cosa, l’attività stessa. Questo, a grandi linee, il lavoro finora svolto. Sulla sua esperienza baseremo il nostro lavoro ulteriore. Dovremo eliminare tutte le deficienze riscontrate e perfezionare il nostro giornale, affinchè esso possa continuare a svolgere, e sempre meglio, la funzione per cui esso è s'orto: educare il nostro popolo sui fatti della nuova nostra realtà. Sarà pertanto necessario scrivere la risposta che il nostro popolo dà ' senza parole a tutte le calunnie, offese e menzogne della stampa reazionaria e di quella cominformista. Quello che l'una e l’altra scrivono sono fantastiche trovate, che, come si s'uol dire, non stanno nè in cielo nè in terra. La verità invece sta saldamente sulla terra. Il nostro popolo la forgia con le braccia, col sudore, con lo sforzo. Essa parla il ricco linguaggio delle case del cooperatore, delle cooperative agricole di lavoro, delle fabbriche, delle bonifiche, delle scuole, dei provvedimenti a favore del popolo lavora tore. La creano i lavoratori d'assalto, gli innovatori, i razionalizzatoli, tutti i lavoratori coscien'i. La intaccano i sabotatori, i fannulloni, gli speculatori. La nostra stampa non ha che da riportarla, mettendo in risalto tutte le belle iniziative e gli esempi da imitare, indicando gli errori da coreggere e smascherando tutti coloro che intralciano coscientemente la nostra marcia. Se aggiungiamo il dovere di tutti i nostri lettori di fornirci il materiale di questi esempi, nonché il' dovere dei dirigenti i vari rami di attività di accompagnare e indirizzare l’attività stessa con articoli direttivi, avremo formulato il compito della nostra stampa. Lasciamo alla stampa reazionaria ed a quella cominformista l’ignominioso compito di travisare le verità, disinformare - i propri lettori e distogliere la loro attenzione dall’esame delle proprie condizioni. Noi non abbiamo niente da inventare: dobbiamo soltanto elaborare il ricco materiale che la nostra realtà ci fornisce. -Il nostro giornale è sorto per far conoscere la verità sul nostro Circondario anche fuori del Circondario stesso. Ora che anche Trieste ha il suo giornale democratico in lingua italiana, il nostro compito si limiterà al solo Circondario. Con questo non ci sentiamo affatto menomati. Sappiamo di avere l’elevato compito di educare il nostro popolo alla verità. Cosi abbiamo incominciato e cosi continueremo. COLLETTIVISTI ALL'ARSI A Domenica 18 dicembre uri gruppo di membri del collettivo p.gri-colo di produzione «I Maggio» di Buie-Brazzania sono andati a portare il loro fraterne* aiuto ai minatori dell'Arsa. Il gruppo composto da '12 membri è sceso nei pozzi del bacino carbonifero locale, ed ha lavorato assieme ai minatori per un turno completo, ingaggiando con i minatori una gara d’emulazione. Benché inesperti al lavoro in miniera i bravi cooperatori hanno realizzato la norma di produzione giornaliera suscitando l’ammirazione dei minatori. Questa visita, è una bella dimostrazione della fratellanza dei nostri collettivisti con i costruttori del socialismo in Jugoslavia. IL PORTO DI FIUME NELLA R. P. P. J. HA RIFIORITO RAPIDAMENTE DALLA DISTRUZIONE DELLA GUERRA. CONTINAMENTE GIUGONO CONVOGLI DI PRODOTTI COMMERCIALI NELL'VIIL ANNIVERSARIO DELLA FORMAZIONE DELLA A. J. TRA LE NEVI E LE BOSCAGLIE DEI MONTI DELLA JUGOSLAVIA SI E’ FORGIATA IVA. J. INTRODUZIONE DEI SISTEMI SOCIALISTI ALL’-ARRIGONU DI gareggiano venti ISOLA brigate E’ incominciata la lotta con la «Nardone* detentrice della bandierina trans'toria Circondariale Nel nostro circondario la classe-operaia, affratellata con i contadini lavoratori, prodiga le sue forze per l’ulteriore sviluppo della nostra eocnomia. Non passa giorno che non vengano raggiunti risultati comprovanti l’alta produttività del nostri lavoratori. Specialmente nell’industria: si rivela un intenso ritmo di lavoro. Seguendo l’esempio del collettivo della fabbrica di cotto Nardone di Isola, pure il conservificio Arri-goni ha, con il giorno 19 dicembre, iniziato il sistema di lavoro a brigate. Con questo sistema si aumenterà ulteriormente la produzione di un rilevante percento contribuendo maggiormente al raggiungimento del programma annuale. Inizialmente il sistema di lavoro a brigate viene attuato nel reparto filetti della fabbrica. In detto reparto sono state costituite 20 brigate composte da 7 operaie ciascuna, che iniziarono il loro lavoro alle ore 8 del giorno 19 corr. Con il nuovo-sistema il lavoro di pulitura del filetti ha subito assunto una celerità radoppiata, essendosi sviluppato fra tavolo e tavolo, fra brigata e brigata l'emulazione che ha carattere socialista. Alla sera, al termine della giornata lavorativa, la miglior brigata risultava la No. 3 nel mentre le brigate No. 4 e No. 5 avevano aumentato la produzione in rapporto al sistema precedente di lavoro -a norma — nella misura del 30 pc. In tal modo i lavoratori dell’Ar-rigoni adempiono ài loro impegni e gareggiano con il collettivo della Nardone. Se però consideriamo i successi raggiunti da quest'ultimo collettivo in cui il giorno 6 corr. la produzione giornaliera risultava aumentata nella misura del 66 pc., ed il giorno 10 corr. del 77 p. c. ecc), si deve concludere che ì lavoratori della Arrigoni dovranno compiere il massimo sforzo per e-un*|8':f., e sur»-’.tp..gli operai della Nardone. Riteniamo opportuno accennare anche al fatto che alla Arrigoni da (Continua in IV. pagina) L’Armata Jugoslava si è formata nel fuoco della Rivoluzione Popolare che, dai primi giorni della lotta popolare di liberazione, si sviluppava sotto la guiija del PCJ. e che presenta una serie di aspetti specifici. Essa si sviluppava in condizioni particolari, nuove, ed in modo del tutto originale. Questi aspetti specifici rappresentano ciò di cui il PC Jugoslava ha arricchito il marxismo-leninismo e che riveste un carattere pratico per l’ulteriore lotta del movimento o-peraio internazionale. La caratteristica fondamentale della Rivoluzione popolare Jugoslava consiste nel fatto che essa si sviluppava nel corso della lotta popolare di liberazione e che attraverso questa lotta si è formata un’Armata rivoluzionaria quale forza armata della Rivoluzione. E’ un fatto unico nella storia del movimento operaio internazionale che un’armata sia sorta in simili condizioni e si sia sviluppata in questo modo in una forza così grande qual’è l’AJ. Fin dalla propria nascita, dalle formazioni partigiane, l’AJ conduceva la lotta non solo contro l’oc-cupatore per la liberazione del Paese, ma assicurava al tempo stesso lo sviluppo della Rivoluzione. Ciò significa che l’AJ, fin dai primi giorni della sua vita, era stretta-mente legata allo sviluppo delia Rivoluzione. Pertanto la storia della lotta di liberazione è diretta mente connessa allo sviluppo dell’Armata Jugoslava e della Rivoluzione Popolare. L’AJ è una delle più grandi conquiste della Rivoluzione Popolare, una delle più grandi opere del PCJ. Fin dal primi giorni l’AJ si rl-fornivà di armi e munizioni catturandole al nemico, perchè non aveva nè magazzini, nè depositi. Non aveva ufficiali addestrati, per cui il Partito sceglieva e addestrava i migliori e i più audaci figli del popolo lavoratore che assurgevano ai posti dì comando. Così si sviluppava l’AJ lottando per ogni fucile, per ogni cartuccia e conquistandoli al duro prezzo del proprio sangue. Durante il suo sviluppo l’AJ era più volte espo- ASSISTENZA MEDICA GRATUITA Anno 1948 Anno 1949 Radiografìe: 43 538 Visite ambulatorio: 751 3118 Interventi chirurgici: 17 93 Analisi di laboratorio: 175 2118 sta a grandi pericoli e a difficolta enormi. Contro di essa il nemico ha organizzato sette grandi e numerosissime piccole offenzive. Contro di essa combattevano, oltre l’occupatore, anche le forze armate della reazione interna ed esterna. Essa doveva condurre giorno e notte la lotta contro un nemico preponderante. Ciò nonostante l’AJ diventava di giorno in giorno più forte, passava di vittoria in vittoria, spezzava tutte le offensive e ne usciva ancor più forte. In questo non solo non riceveva aiuti esterni da nessuno, ma incontrava difficoltà nei primi giorni anehc da parte dei dirigenti sovietici che presentavano le unità reazionarie e battenti contro l’occupatore. Per le sue caratteristiche l’AJ era ed è rimasta profondamente popolare. In essa combattevano i figli di tutti i popoli iugoslavi, in essa si forgiava e si è forgiata una fratellanza indistruttibile dei popoli jugoslavi. Le sue unità diffondevano questa fratellanza in tutta la Jugoslavia ed hanno svolto un ruolo importantissimo nel rafforzamento del Fronte Popolare come coronamento della fratellanza e dell’unità dei popoli jugoslavi. Le unità del-l’AJ hanno dato grandissimo aiuto alla formazione e al rafforzamento del Potere Popolare, di cui erano il sicuro difensore. traditrici di Mihajlovié come com. (Continua in IV, pagina) LOTTA DI LIBERAZIONE Figli del popolo jugoslavo caduti: . 1,790.00» PERDITE INFLITTE AL NEMICO: a) in uomini: Ufficiali e soldati seduti 430.Ò0Q Feriti e prigioneri . . 600.000 Totale b) in materiale bellico: Catturati cannoni 4.630 Catturati mitragliatrici 13.396 Catturati fucili 501.000 Distrutti aeroplani 309 Distrutti carri armati .... 928 Distrutti autocarri 20.000 c) Eseguite azioni contro la rete ferroviaria 10.000 Danneggiate o distrutte: Linee ferroviarie . . 1.700 Stazioni ferroviarie 840 Gallerie 90 Ponti 1.000 Carri ferroviari 1.300 Vagoni 20.000 Locomotive 2.000 L’ARRIVO DEI LIBERATORI A TRIESTE NEL MAGGIO 1.945 SULLA QUESTIONE DELLA SCUOLA SLOVENA A TRIESTE NON SUSCITANO MERAVIGLIE LE DISPOSIZIONI CONSIDERATO IL SISTEMA POLITICO IMPERIALISTA Celebrando le «glorie» de «Il Piccolo» di Trieste e della «sua gente», ossia del famigerato organo deil’irrederitismo triestino -- al quale risalgono in massima parte le cause e le responsabilità dei mali, delle rovine e dei lutti che hanno tormentato e funestato queste terre da un cinquantennio ad oggi — Silvio Benco (il fanatico ed isterico giornalista storiografo di quel lurido quotidiano nonché l’esaltatore premiato del fascismo, dei suoi uomini e delle sue gesta criminali e malvage) Silvio- Benco scriveva a pag. 104 del suo volume: «Il Piccolo — Mezzo secolo di giornalismo» edito dalla Treves e Treccani nel 1932 anno X: «Le manifestazioni di solidarietà del sentimento nazionale magnifiche come quella del 15 gennaio 1899, quando tutti i rappresentanti della Venezia Giulia si radunavano a Trieste per protestare contro il ginnasio croato a Pisino e le a tre concessioni scolastiche fatte dal governo (quello di Francesco Giuseppe, come ben s’intende) agli s’avi». Da chi erano organizzate e quali fossero i partecipanti a quelle «Manifestazioni magnifiche» lo spiega il Benco stesso a pag. 181 del cit. voi.: «Le correnti che andavano a’iora formandosi nella vita italiana, come il nazionalismo, iniziato da Enrico Corradini, da Luigi Fe-derzoni, e da pochi altri con una ferma quadratura di dottrina, che esercitava una attrazione straordinaria sul pensiero di molti giovani. A Trieste i nazionalisti tendevano a formare un’elite che procedesse con rigida conseguenza, senza riguardi ed accomodamenti con altri partiti, cercando in tutti i problemi la linea diritta («Noi tireremo diritti» . . sarà piu tardi il moto «fatidico» del sommo maestro e «duce invitto» di quei giovani nazionalisti) dell’interesse nazionale. La nuova generazione menava le mani contro chiunque. Un giorno del 1910 (pag. 182 cit. voi) si spingeva fino a tentare l’assalto della sede dei socialisti e ne spezzava i vetri a sassate. Le dimostrazioni pubbliche prendevano un piglio sempre più risoluto e battagliero: s’incominciavano a sparare colpi di rivoltella che prima non s’erano uditi quasi mai nei tanti parapiglia -* nei tanti tafferugli di Trieste irredenta. Socialisti e slavi erano sempre contrattaccati con nergia. Onde le vittorie elettorali del 1909, del 1911, del 1913, non furono soltanto questioni di schede, ma affermazioni d’un’idea forte che si sentiva così saldamente radicata nella città da non lasciarsi intimidire e da non temere sopraffazioni.» Quali fossero le tendenze ed il credo politico-sociale della «Nuova generazione» che «menava le mani contro chiunque», che «tentava l’assalto della sede dei socialisti», che «Contrattaccava sempre con energia socialisti e slavi» (allora non c’erano gli «infoibatori» gli «slavo-comunisti» e neppure i «titini» o «titisti) dopo aver inscenato le decantate «magnifiche manifestazioni», è sempre il Benco a chiarirlo. Egli infatti, a pag. 266 cit voi scrive: «Perciò s’ebbe nella Vene- zia Giulia, più presto e più completamente che nelle altre province, una collaborazione spontanea e quasi istintiva della parte più soda della popolazione all’energica reazione dei giovani che si pronunzio ne lmovimento fascista.» Naturalmente la «parte più soda della popolazione» cui alludeva ü Benco, era quella educata alla scuola de «Il Piccolo», il «passaggio del quale — come egli precisa — all’era fascista, fù organico, determinato da progressive intuizioni e necessità attuali della città e della nazione. Quindi «Il Piccolo», saldo nelle sue tradizioni di patriottismo ad ogni costo, non conobbe, su questo campo, le oscillazioni e le crisi interne che travagliarono S si gran numero di redazioni.» I Premesso quanto sopra, attraver-! so il saggio storico del Benco — ai I quale quanto è successo a Roma il 25 luglio del 1943, a Dongo alla fine dell’aprile 1945 e a Berlino ai primi del maggio 1945 nulla ha servito, ma che anzi, reso più farnetico, più mangiaslavi e più astioso dalla senilità, accennando nel luglio del 1945 alla liberazione ai Trieste dal nazifascismo, operava daU’Armata J,ugoslava col concorso delle formazioni partigiane, ne ri-treva dei liberatori la figura di una «masnada di slavi che calava sù Trieste battendo il tam-tam» alla stregua dei Niam-Niam — pre-' messo quanto sopra, ripetiamo, ci meraviglia sino ad un certo punto la soppressione di 22 classi slovene ed il licenziamento degli insegnanti sloveni, disposti in Trieste e nei suo territorio dal Governo Militare di occupazione nel novem. 1949. Infatti in una Trieste occupata e governata dagli angloamericani («i quali — come scrive lo storico Gaetano Salvemini, non sospetto di comuniSmo — non possono dimenticare il merito del fascismo di aver abbattuto il drago rosso, e di aver salvato l’Italia e che Mussolini si era rovinato mettendosi dalla parte di Hitler, nel mentre, se fosse rimasto da quella delle Nazioni Unite, la sua politica sarebbe stata considerata la migliore») non può causare molta sopresa l’adozione di provvedimenti discriminatori contro gli slavi i quali risultarono al vertice dell'odio razziale e vittime delle più feroci persecuzioni che furono una delle caratterisitche ptu spiccate della «migliore politica» di Mussolini, e che costituirono un un altro titolo di «merito» del fascismo. * Quei provvedimenti non possono causare molta sorpresa dopo quanto è stato fatto e disposto dagli angloamericani ,in quattro anni di malgoverno in Trieste, per rivalorizzare in, tutti i modi e con tutti i mezzi «la parte soda della popolazione» che diede la sua «collaborazione spontanea e quasi istintiva all’energica reazione dei giovani che si pronunziò nel movimento fascista.» Quei provvedimenti non sono giunti inattesi dopo quanto è stato fatto e disposto dagli angloamericani per aizzare e fomentare «la nuova generazione» iniziata dall’irredentismo «a menare le mani», a «tentare l’assalto della sede dei socialisti» e a «sparare colpi di rivoltella»:, accostumata dal fascismo ad usare il manganello ,a distribuire l’olio di ricino, a incendiare, a saccheggiare, devastare case e ritrovi di sloveni e ad assassinare gli sloveni impunemente; resa maestra dai CLN di Maria Fasquinelli nell’assassinare a raffiche di mitra le ragazzi danzanti nei circoli di cultura, nello scannare per le vie di Trieste caperai che rientrano dal lavoro e (Continua in IV. pagina) NULLA FERMAVA NELLA LORO MARCIA I PARTIGIANI DELLA LIBERTA’. IL FREDDO E LA FAME ERANO STIMOLO PER NUOVE BATTAGLIE r La Nostra Lotta NUOVAMENTE SULLE IMPOSTE CONDANNATO DAI DEMOCRATICI l’egoismo dei ricchi contadini Non vuol contribuire al benessere collettivo chi è ancora impregnato di ideologia borghese Chi non paga le ta'ss'e progressive è evidentemente un nemico del popolo, è uno speculatore che vuole vivere alle spalle degli altri, di coloro cioè che regolarmente compiono il loro dovere. Purtroppo elementi di tale categoria allignano anche fra noi. In questi giorni è iniziato il pagamento della tasse per l’anno 48. In vari settori esso è già stato quasi completamente soddisfatto e precisamente: a Costabona nella misura del 96 p. e., a Puce dei 96 p. c., a Borst del 90 p. c. e così in altre località dove i contadi sono poveri, dove essi hanno lottato duramente, nel mentre in altre località, dove ci sono possidenti maggiori, la situazione è ben diversa: così a Sicciole, Isola e Bertocchi dove le tasse sono state pagate al massimo nella misura del 30 p c. Citiamo gli esempi di un contadino di S. Lucia, certo Bartole Giorgio, il quale piange ai non possedere nemmeno una lira e tarda a pagare le tasse, quando è risaputo che. in occasione dei cambio della moneta in zona B, ha cambiato oltre 700.000 Jlire. Lo segue Davanzo Mario da Sicciole. che ugualmente piange miseria e che hà cambiato oltre 1,500.000 J-lire. Lo stesso dicasi del contadino Skrlié Vittorio da Corte d’isola che ha cambiato 600.000 Jlire. San Canziano il ricco contadino (kulak) Babic Tommaso si rifiuta di pagare le tasse perchè a suo dire, non ne ha la possibilità, nel mentre tutti sanno che lo stesso, notissimo elemento antipopolare, ha cambiato all’atto del cambio della valuta in zona B, oltre un milione di Jugolire. Lo segue Sosič Pietro da Bonini N.o 24, il quale ha cambiato un importo superiore ad un milione di Jugoli-re, e che, oltre ad esser un ricco contadino, lavora per conto di ricchi borghesi di Trieste .accumulando notevoli somme e rifiutandosi di pagare le tasse. In questo elenco figura bene, come terzo, Toscan Mariano da Van-ganello, il quale ha cambiato oltre 400.000 Jugolire ed ora piange di non aver denaro sufficente per pagare le tasse. Chiestogli in quale modo e con che mezzi avesse potuto realizzare la cospicua somma cambiata, egli non ha saputo dare risposta. Ha forse ammucchiato tutto quel denaro con la speculazione? Al Toscan la risposta. C'è poi Stok Giuseppe da Potok, presso Vanganello, che, pur dovendo pagare un esiguo importo come tassa, và dicendo: «Si stava meglio sotto lTtalia». Non è da escludersi che per lo Stok ciò sia vero, se egli ha goduto i privilegi j accordati dal fascismo ai suoi protetti. Certo è, in ogni caso, che lo Stok è ben fornito di denaro. Questi speculatori che vorrebbero vivere alle spalle degli altri contribuenti i quali regolarmente adempiono il loro dovere di cittadini, avranno il trattamento che si meritano. Il Potere Popolare sarà conseguente nelle sue decisioni, non permettendo che simili elementi - i quali possono meglio degli altri pagare le tasse, e che certamente durante il ventennio nero hanno fruito di molte agevolazioni nonché privilegi e che conseguentemente, hanno moltiplicato il loro patrimonio a spalle delle masse lavoratrici — eludano il fisco. Siamo inoltre convinti che contro questi speculatori prenderanno posizione tutti gli onesti e coscienziosi cittadini. LOTTA CONTRO la „Processionarla“ Negli ultimi anni si è diffuso nei nostri boschi di pino il peggiore nemico di tali piante «la Processio-naria del pino». Per impedire la ulteriore invasione di tale insetto che distrugge sen- za pietà il patrimonio forestale è stata emanata una ordinanza sulla Obbligatorietà della lotta contro tale danneggiatore. Ogni proprietario privato di boschi o di singole piante come pure ogni cooperativa o Comitato Popolare locale dovrà procedere alla distruzione dei nidi di «Processiona-ria». Il lavoro dì pulitura sarà fatto nel seguente modo: 1 Con forbici adatte, oppure altri arnesi da taglio devono essere a-sportati tutti i nidi dell’insetto. 2 Qualora il nido si trovi sulla cima della pianta, esso dovrà essere tagliato ed esportato senza danneggiare la pianta stessa. 3 I nidi della «Process'ionaria» devono essere distrutti con il fuoco direttamente sul posto. Tale misure devono essere adottate entro il 31 gennaio 1950. Le Sezioni agricole distrettuali sorveglieranno mediante i competenti funzionari affinché il lavoro venga portato a termine entro la data indicata. I trasgressori saranno puniti con pena pecunaria sino a Din 5000.— ed il lavoro occorrente sarà eseguito a loro spese. SPECULATORE alla sbarra Certo Tamaro Giovanni si dedicava da qualche tempo alla speculazione illecita. Lo stesso acquistava infatti in zona A elastico, filo ed altri aggetti di largo consumo che poi contrabbandava in zona B per rivenderli a prezzi esorbitanti traendone illeciti profitti. Venuta u conoscenza di tale commercio la DP provvedeva alla denuncia del Tamaro per speculazione illecita. Denuncia che si concludeva con la condanna dèi Tamaro stesso a 3000 dinari di ammenda. jr>’ % | Iti v.ii&gx * , ‘ * ' 'A s m i Hi S!jt ì; ' \\ SORGONO AD ISOLA LE CASE PER GLI OPERAI Attività culturale a Portorose PER IL CAPODANNO DEL BAMBINO Concentrato ogni sforzo per un* ottima riuscita Società, enti e organizzazioni hanno devoluto cospicue somme al comitato per i festeggiamenti Si è risvegliata in questi giorni l’attività culturale a Portoros'e che da qualche tempo subiva un certo rilassamento. Domenica scorsa, l’organizzazione giovanile della scuola magistrale locale si è prodotta alla Casa del Popolo di Portorose con il dramma «Rovine della vita» dell’autore sloveno Finžgar. Gli spettatori .intervenuti in rilevante numero hanno applaudito vivamente i giovani attori i quali hanno interpretato molto bene le parti loro assegnate. L’intero incasso dello spettacolo è stato devoluto pro «Capodanno del Bambino». Da alcune settimane ha avuto inizio il corso di perfezionamento della cultura generale. A detto corso, che si tiene nelle ore serali, tre volte per settimana, sono iscritte 36 persone. Lo studio si svolge in due gruppi, vengono trattati problemi di carattere culturale, politico, economico, storico, geografico ecc. Le frequenza è davvero soddisfacente e gli insegnanti (professori del luogo) sono pure Soddisfatti per l’interessamento che dimostrano i corsisti per la cultura. Il diritto e il possesso della cultura in un paese a Potere Popolare sono comuni a tutti, e non costituiscono un privilegio di pochi come avveniva durante il dominio fascista. La gioventù studentesca di Portorose lavora anche d’assalto per il rinnovamento della Cas'a della Gioventù locale. Essi hanno assunto l'impegno di effettuare lavoro volontario per un valore di 200.000 dinari. Perciò tre o quattro volte alla settimana sospendono per qualche ora gli studi per recarsi sul loro obiettivo di lavoro dove si prodigano con lo slancio e l’entusiasmo proprio della gioventù che vuole assolvere è superare lo impegno preso. Col rinnovamento della Casa della Gioventù i giovani di Portorose avranno miglior possibilità di indirizzare la loro attività giovanile nel campo della cultura popolare secondo le proprie inclinazioni, e di contribuire così al miglioramento collettivo della cultura del popolo. Con il concorso delle organizzazioni di massa e della popolazione di Pirano, è stato iniziato il lavoro preparatorio per il Capodanno del bambino a Pirano. Formato il comitato promotore che si riunisce settimanalmente per predisporre il programma dei lavori, i vari responsabili si misero immediatamente all’opera. Vennero programmati balli popolari da tenersi al sabato ed alla domenica, ed il. chi ricavato va devoluto pro Capodanno del bambino. Sono stati poi compilati gli elenchi dei bambini ai quali sarà distribuito il pacco dono. Sono stati preparati anche i blocchetti e le cassette per i pubblici esercizi. Nel campo della cultura è stato predisposto il programma peile rappresentazioni che si terranno al Teatro Tartini, dove si pro-duranno pro Capodanno l’orchestra cittadina e gli alunni delle scuole. Gli operai dei cantieri Piranesi, hanno dato oltre 100 ore di lavoro volontario per la confezione dei giocattoli, mentre la fabbrica Salvetu ha donato 2 quintali di saponette profumate. Le insegnanti di tutte le scuole di Pirano, concorrono volonterosamente ai preparativi ed assieme alle alunne sono intente alla confezione dei grembiulini destinati ai piccoli degli orfanotrofi nonché alla confezione di giocattoli in stoffa. Questa prova di buona volontà e comprensione per i bisogni del prossimo dovrebbe servire d’esempio per certi altri insegnanti i cui sentimenti ed azioni appaiono ben differenti. A Pirano Sono state raccolte finora le seguenti somme pro Capodanno del Bambino: Cinema din 24.356 — Tram din 3.886 — Vari din 8.094 — Ricavato ballo din 23.498 — Cooperativa di consumo din 5.000 — Comitato popolare cittadino din 10.000 -,— Vari din 2.510 — Totale complessivo din 77.344. La raccolta come ben si vede è riuscitissima e certamente questo anno i bimbi del nostro circondario saranno veramente allietati per il loro Capodanno. Ciò grazie al gran-tore sloveno Finžgar, de plebiscito di amore e di comprensione dei nostri .lavoratori della città e della campagna per i figli dei più miseri. UNA NUOVA COOPERATIVA AGRICOLA A CÌTTANOYA 18 FAMIGLIE riunite in collettivo In data 14 XII ’49 nella sala del cinema di Cittanova è stata tenuta una importante riunione alla presenza di oltre 200 persone. Oratore era il compagno Skopaz Antonio rappresentante del Comitato Popolare Distrettuale di Buie. L’argomento trattato verteva sulla costituzione di una cooperativa agricola di produzione in quel di Cittanova. L’oratore ha chiarito ai presenti la funzione attuale dei collettivi di produzione nel sistema socialista che viene introdotto nelle campa-pagne. Trattando della collettivizzazione in generale, il compagno Skopaz ha esposto dati molto eloquenti dai quali risulta che nella Jugoslavia esistono ora ben 2800 cooperative agricole di produzione e che pure noi possiamo andare orgogliosi del fatto che nel solo distretto di Buie sinora siano stati costituiti 10 collettivi raggruppanti 320 famiglie. Questa è una prova del come nelle nostre campagne i lavoratori hanno compreso che l’unica via da prendere per migliorare le proprie condizioni di vita e quelle di tutta la collettività, è quella di costituire collettivi agricoli che introducono nella produzione agricola nuovi sistemi più moderni di lavoro. Il compagno Skopaz ha qualificato antipopolari certi elementi che vanno a Trieste a pitoccare dalla democrazia cristiana .dei pacchetti dono, invece di uniformarsi alla vita laboriosa ed onesta che pervade tutta la popolazione del Circondario. Alla fine della riunione 18 famiglie hanno chiesto di riunirsi in collettivo agricolo di produzione. I memrbi di esse si sono trattenuti nella sala dove ha avuto luogo Reiezione del Comitato provvisorio che avrà il compito di svolgere le pratiche occorrenti per la legale istituzione della cooperativa di produzione. SMARRIMENTI Rinvenimenti A Capodistria sono stati rinvenuti dei buoni per benzina. Lo smar-ritore è invitato a provvedere al ritiro presso la stanza No. 7 del Comando distrettuale della DP La comp. Markezic, ved. Pribac Maria da Trieste (viale Sonnino No. 9) è invitata a ritirare la carta d’identità, da lei smarrita a Capodistria, presso* il Comando distrettuale DP stanza No. 7. Cosi pure è invitato a provvedere al ritiro della tessera dell’as'so-ciazione combattenti il comp. Pečni Franc da Gustanj e la carta d’identità la comp. Skočir Jožica da Tolmino. Il giorno 22 dicembre c. a. la proclamazione ufficiale della cooperativa ha salutato degnamente l’anniversario dell’Armata Jugoslava ed una delegazione di pionieri di Cittanova ha portato doni al distaccamento dell’Armata Popolare di stanza a Verteneglio. Ancora una cooperativa si aggiunge cosi alle tante che già funzionano nella nostra zona. I primi tempi presenteranno delle difficoltà, giacché ogni inizio è faticoso, ma quando si è presa una giusta linea, quale è quella della produzione socialista, l’avvenire non può essere che costellato di successi in beneficio dei singoli e della collettività. DOVE MESI FA C’ERA SOLAMENTE DELLA STERPAGLIA, ORA DI GIORNO IN GIORNO SI ALZANO LE MURA DEL GINNASIO CROATO DI BUIE. SCOMPARIRÀ’ COSI ANCHE IL RICORDO DELL’ODIOSO PASSATO DI SCHIAVITÙ’ ED OPPRESSIONE NAZIONALE. ORA NELLA NOSTRA TERRA LE GENTI DELLE TRE NAZIONALITÀ’ COSTRUISCONO CONCORDI IL SOCIALISMO E LE NUOVE SCUOLE SONO IL SIMBOLO DELLA FRATELLANZA LAVORO DI MASSA PER IL RACCOLTO DELLE OLIVE SI TRA CONCRETIZZA LA CAMPAGNA L’UNIONE E LA CITTA’ Effettuate 1100 ore lavorative che rinsaldano i legami di fratellanza. I ricchi contadini speculatori occultano i frutti danneggiando l'economia collettiva COSE DA RIMEDIARE AD ANCARANO Solamente col si ultimeranno i lavoro compiti concreto assegnati All'organizzazione giovanile locale spetta dare l'esempio mobilitando tutte le forze Le organizzazioni di massa, stanno attuando le deliberazioni prese durante lo storico II. Congresso del PC TLT di Isola. Dovunque rileviamo lo sviluppo politico, culturale, economico raggiunto negli ultimi giorni. Gare di emulazione per l’aumento della produzione nelle fabbriche, emulazione nei cantieri di costruzione, nelle case cooperativistiche, nelle cooperative agricole di produzione, nei circoli di cultura ecc. Gare e lavoro attivo in cui sono impegnati i membri della nostra collettività socialista. In questa armonia di sviluppo operoso si nota però un punto nero e questo è rappresentato da An-carano. Ivi le organizzazioni di massa non funzionano come dovrebbero. Il perchè è facile a spiegarsi: alcuni rappresentanti e membri delle organizzazioni stesse trascurano i loro doveri preferendo dedicarsi alla caccia, al ballo ecc. 'Lo comprovano le serate domenicali allo «Ospizio» ove quando si balla c’è ressa di giovani, mentre per il lavoro volontario non è disponibile nessuno. Nella località abitano pure persone che lavorano a Capodistria e che potrebbero interessarsi ed ope- rare per l’elevamento culturale maggiore e dovrebbe essere fatto qualsiasi sforzo per sanare questa vergognosa piaga lasciata dal fascismo. Alle riunioni dell’Associazione Partigiani, partecipano solamente la metà dei membri. Perchè? Il problema che deve essere affrontato e risolto d’urgenza ad An-carano è quello di un maggiore col-legamento e coordinamento di attività operosa in tutti, i campi. Le organizzazioni di massa locali devono essere maggiormente collegate e risolvere man mano tutti i problemi che si presentano. Una azione decisa deve essere condotta contro l’opportunismo manifestato da alcuni membri che dimenti.hi di appartenere alle organizzazioni sorte con la lotta di liberazione in cui era impegnato il nostro popolo, si tengano in disparte. Siamo certi che con una maggiore coesione fra le organizzazioni di mas'sa e col contributo di tutti i membri coscienti, verrà superata questa stasi momentanea dell’attività ad Anca-rano. Solamente con il lavoro concreto e bandendo le chiacchere inutili saranno assolti i compiti affidati dal Partito a ciascuno di noi. il numero degli analfabeti è ben della popolazione. Una situazione analoga si rileva nel corso serale per analfabeti frequentato da sole 5 persone nel mentre ad Ancarano Le organizzazioni di massa di Capodistria avevano predisposto ed organizzato per il giorno 18 dicembre una azione di raccolta in massa delle olive. Detta azione, attuata per prestare aiuto ai contadini di Padena e S. Pietro, i quali erano impossibilitati a portare a termine il raccolto è riuscita in pieno. Oltre 230 giovani- ed anziani hanno partecipato ad essa con entusiasmo. Da Capodistria i camion che trasportavano i lavoratori sono partiti alle ore 9., Su ogni camion garrivano le bandiere rosse e stellate. I contadini dei paesi hanno accolto con entusiasmo i componenti la brigata volontaria, che venivan ad aiutarli nei lavori. Quindi tutti assieme e con slancio si sono messi al lavoro. La raccolta delle olive è durato sino alle ore 14,30 quando i lavoratori volontari sono ritornati al loro centro. Durante questa azione vennero raccolte parecchie tonnellate di o-Kve. Complessivamente sono state effettuate il giorno 18 c. m. 1100 o-re di lavoro volontario. Tale azione, oltre che costituire un utile materiale per la nostra e-conomia ha servito anche a rinsaldare ancor più i legami di fratellanza fra città e campagna,-legami cementati durante la lotta di liberazione popolare. Mentre la popolazione democratica del circondario attua il programma di lavoro per l’agricoltura e raccoglie le olive, ci sono certi residui del passato di triste memoria che tentano di realizzare illeciti profitti, o che, constata l’impossibilità di far ciò, per dispetto e vendetta cercano di distruggere il raccolto. Cosi ad Umago si distingue un certo Salic il quale raccoglie abusivamente le olive negli oliveti amministrati dalla Commissione beni degli assenti ed acquista da un cognato, certo Doz, 90 kg di olive e poi le nasconde. Lo scopo speculativo del Salic è ben definito. A Parezago invece si è accertato un fatto ancor più significativo è che rivela la mentalità di cui è permeata certa gente contraria a che ai nostri lavoratori venga migliorato lo standard di vita. Ivi certa Predon-zani Antonia, ricca contadina, non voleva consegnare le olive all’am-masso e, per evitare che questo fatto criminoso trapelasse dava le olive quale mangine ai suoi maiali. Colta sul fatto, è stata denunciata. Per meglio spiegare la gravità dell’atto dalla Predonzani precisiamo che essa è un elemento noto per la sua fobia antipopolare, e che il di lei marito col figlio sono riparati in Italia per sfuggire alla giustizia del Popolo. L’operato di questa sabotatrice, e degli elementi della sua categoria rivela il loro intento antisociale. Essi preferiscono distruggere il raccolto piuttosto che venga utilizzato per la collettività, piuttosto che permettere un miglioramento delle condizioni di vita dei nostri operai impegnati nel lavoro produttivo per il consolidamento della nostra economia. Il comportamento di simili criminali deve essere condannato da tutta la popolazione e contro essi devono essere adottati i provvedimenti atti a garantire che atti del genere non si ripetano. UN ESEMPIO di „Carità )u Chi si fosse trovato, in un pomeriggio del mese scorso, nelle immediate vicinanze dela stazione di partenza ed arrivo autocorriere in Capodistria, avrebbe avuto modo di osservare una gustosa scenetta. Una donna dall’apparente età ni anni trenta, in avanzato stato di gravidanza, s’i accingeva a salire sull’autocorriera pomeridiana della linea Capodistria-Cittanova, con il pronto aiuto del fattorino, dalla parte anteriore, essendo lo sportello posteriore ingombro di viaggiatori in attesa di acquistare i biglietti. Nell’attimo, un ministro di Dio. grazie all’abito talare che indossava, si fece premura di seguire la donna, coll’intenzione di accomodarsi prontamente a sedere in corriera, dato che un vecchietto servizievole gli riservava il posto. Siccome la donna, con giustificata ragione, volle sedersi nell’unico posto libero, il vecchietto la rimproverò aspramente per tale mancanza di rispetto verso un sacerdote ( d’altra parte discretamente giovane e dall’aspetto quanto mai rubicondo) ed anzi le ingiunse di scostarsi e lasciare libero passaggio al reverendissimo Don Bruno, che si trovava dietro a lei, affinchè potesse beatamente accomodarsi. Alle risentite risposte della donna, il preticello colse l’occasione per pronunciare una famosa frase, rivolto al vecchietto ed ai passeggeri nell’interno della corriera: «Lasciate fare, tanto non c’è più comprensione verso un prete». Aggiunse inoltre, rivolto alla donna, che essa doveva vergognarsi. A tale uscita, la donna non potè più sopportare l’indegno comportamento del «modello di virtù» e rispose per le rime tanto al vecchietto, che al reverendissimo. Alle di lei rimostranze si aggiunsero quelle di un difensore del popolo, di servizio sull’automezzo, che moderò l’arroganza dei due e fece sedere la donna all’unico posto disponibile. La scenetta però non si concluse, senonquando il vecchietto, pur di portare a compimento l’importante e doverosa missione assuntasi, non fece alzare da sedere un giovanotto, il quale fra l’altro aveva un braccio fasciato e legato al collo, e collocò al suo posto il tanto amato «Don Bruno» Menegoni parroco di S. Lorenzo. In merito crediamo superfluo o-gni commento e lasciamo ai lettori giudicare. Uno fra i presenti alla scenetta PROGRAMMI RADIO TRIESTE ZONA JUGOSL. (Lunghezza d’onda m 240) Sabato 24 dicembre ore 13.45 «Rassegna economica» 18.30 «Ilmondo dei piccoli» Domenica 25 dicembre ore 9.30 «Per l’agricoltore» 13.15 «Musica a piacere» 20.30 «Commento politico» 21.00 «Per il nostro scenario» Lunedi 26 dicembre ore 18.45 «La voce dei giovani» 22.00 «La vita dei popoli jugoslavi» Martedì 27 dicembre ore 17.30 «Attualità politiche» 19.45 «Panorama culturale» Mercoledì 28 dicembre ore 17.30 «Attualità politiche» 19.45 «Panorama sindacale» di Petronio Bortolo 20.30 «Mezz’ora di svago» Giovedì 29 dicembre ore 13.45 «Per voi donne» 17.30 «Attualità politiche» 22.00 «La vita dei popoli jugoslavi» Venerdì 30 dicembre ore 17.30 «Attualità politiche» 18.00 «Rassegna sportiva» 18.45 «Orizzonti perduti» FATE FELICI QUESTI BIMBI : m .. ™ :c s ■ .*• •• ■ Am *■» £ CONTRIBUITE ALLA BUON A RIUSCITA DEL «CAPODA NNO DEL' BAMBINO» La Nostra Lotta IL GIORNALE: UNA VITA INTENSA ED EFFIMERA CORRE SU RUOTE DI PIOMBO LA STAFFETTA AL DINAMISMO MMaMMMMMMBMMHHimBBBÌWHaMgaWgaaaflWBBgMIII Hill■HBW',lllllTWWl1ITflWf,i'1iaW|lllll|iiill!„MiiHI||iimillilHllilB ■IIIIIIIWHI ■■111 'IF^BBMMMMPIMIMMWMBMMMMM— Il ritmo della rotativa anima l'informazione: alito di vita in ogni attività moderna COME LAVORAVA UNA STAMPERIA NEL 1500 ORIGINI E STORIA DEL LIBRO RACCHIUSO IL SAPERE UMANO IN PERGAMENA E CELLULOSA Da GUTEMBERG ai moderni editori i metodi ed i material) sono cambiati notevolmente, ma lo scopo è rimasto Io stesso: conservare lo scibile universale Il giornale! Non c’è movimento sociale, nè lotta politica, nè partito, nè questione nazionale che possa oggi rinunziare a questo potente mezzo di propaganda e dg, lotta. Non c’è regime politico uscito da una rivoluzione che non usi questa voce vigorosa. Non c’è prospettiva di successo se il giornale non la fiancheggia n-è la propugna con la sua imponente attrezzatura e con la sua enorme diffusione. La bobina di carta che sì snoda sulla rotativa è come l’immagine della sorgente che zampilla da una roccia. Man mano che scende a valle, si ingrossa, si allarga, si suddivide in centro ruscelli insinuandosi ovunque, ora con cammino regolare e pacifico, a volte travolgendo argini e forze naturali e seminando rovine. Così il giornale: il bianco nastro di carta si snoda dal rotolo, si moltiplica con ritmo impressionante attraverso alla rotativa, in un numero grandioso di copie, esce, corre attraverso al mondo, si insinua ovunque: nel tugurio, nella strada e nella officina, nella famiglia e nella sala di ritrovo, entra nella' tasca del’operaio e fra le mani del professionista, mormora parole di pace, dà saggi consigli, oppure impreca, maledice, e muove all’odio ed alla guerra! Questo nel campo sociale. Dal lato tecnico l’attrezzatura giorna’istica è ben degna di quel quadro! Due grandi industrie si contendono febbrilmente il primato per la diffusione del giornale: l’industria cartaria giunta ad una produzione che oggi sembra favolosa, ma che è in continuo progresso, e l’industria tipografica con le sue imponenti rotative che lanciano sul mercato, ogni ora, milioni e decine di milioni di giornali! L’industria cartaria, sorta nello anno 105 in Cina, rimasta pressoché stazionaria per tanti secoli, ultimamente ha fatto passi giganteschi. I chimici hanno sostituito la pasta di legno alla pasta di stracci, insufficiente ormai a fronteggiare il consumo sempre crescente, ma alcuni studiosi di problemi economici, considerando la lenta crescita delle piante, contro l’enorme consumo, già si domandano che cosa sarà fra sessanta o settant’ànni, quando — secondo i calcoli preventivi — la superficie terrestre sarà priva di alberi, almeno di alberi che forniscono pasta atta alla fabbricazione della carta!. . . Se voi giovani potrete entrare un giorno a visitare una cartiera, là, di fronte allo spettacolo delle macchine che snodano carta e carta, come una interminabile tela che sbuffa, geme, si stira, si svolge o s’avvolge senza tregua nè riposo, mentre attorno a quelle macchine si innalzano torri imponenti di carta, verranno spontanee anche a voi quelle riflessioni! Passando poi dalla cartiera alle sale di un grande quotidiano, la vostra curiosità rimarrebbe attonita osservando lo spettacolo di organizzazione che muove questi importanti complessi industriali. Dalle capitali estere, ai capoluo-ghi di porvincia, i corrispondenti, — come grandi occhi del giornale — scrutano, si insinuano, osservano, raccolgono appunti e notizie che trasmettono per cablogramma, telefono, telegrafo o posta al proprio giornale. Accordi e contratti legano fra loro grandi giornali esteri per lo scambio reciproco di notizie e di informazioni. Radiotrasmittenti e telescriventi entrano in febbrile funzione per comunicare avvenimenti all’ultima ora. L’obiettivo fotografico raccoglie il quadro vivo di una manifestazione, od il profilo di un personaggio ed in pochi minuti, con la telefoto, quella figura varca l’oceano, vien riprodotta in clichè, ed a brevissimo intervallo di tempo, il giornale offre alia curiosità del pubblico l’illustrazione di quell’episodio avvenuto nel breve volgere di un’ora, in quel lontano paese. Squadre di stenografi traducono via via gli strani segni delle notizie pervenute, in chiari periodi, ed affidano le cartelle ai fattorini od all’impianto della posta pneumatica per il passaggio immediato alle compositrici meccaniche elle attendono nel reparto vicino. Qui incomincia la parte tecnica del giornale. I manoscritti, di mano in mano che pervengono, sono distribuiti ai diversi operatori e si trasformano in lucide linee di caratteri che gli impaginatori raccolgono e, sotto la guida del redattore incaricato, dispongono su un piano, di marmo articoli e articoli, preparano le pagini. Ultimata una pagina si fa la bozza che passa sotto l’occhio scrutatore dei correttori, e poi, eseguite le correzioni, la pagina viene trasportata al reparto steroeti-pia per la preparazione del flam e la fusione delle lastre curve, e finalmente si procede al montaggio di queste sulla macchina rotativa per la stampa. Questa descrizione lampo, cosi schematica, ha però il vantaggio ai offrire l’immagine della celerità con la quale si svolge questo complesso di operazioni, grazie all’attrezzatura ed all’organiz.azione ai questi stabilimenti! Volete alcuni dati del tempo occorrente per le fasi lavorative più importanti? Eccoli: — Quanto dura il periodo di lavoro febbrile in un giornale quotidiano? — Un’ora! quanto dura il periodo di impaginazione di una pagina? — Mezz’óra! — Quanto tempo richiede la preparazione del fiano per la stereo? — Sei minuti (sistema a caldo) e si possono ricavare 20—25 lastre. Col metodo a freddo, bastano due minuti, e si possono ricavare 5- ti lastre. — Quanto tempo si impiega per la preparazione di una lastra di stereotipia? — Due minuti. — E per il montaggio Sulla rota tiva? — Due minuti! Questi dati riguardano la prima fase lavorativa, cioè la composizione. Cifre ben più sbalorditive abbiamo nella seconda fase, cioè nei-la stampa. Dal modesto torchio da stampa a 200 copie orarie, alle moderne rotative a 75.ÖOO copie orarie il passo è gigantesco! Ma già sì prospetta nel prossimo avvenire il raggiungimento delle 100.000 copie all’ora! Lo spettacolo che offre una grande rotativa da giornale fa riflettere anche una mente superficiale. Quel complesso metallico del pe- TORE CREANO I TITOLI so di alcune decine di tonnellate, formato da 50—60.000 pezzi, funziona nelle varie parti, con perfetto sin cronismo, e pochi uomini possono azionarlo e sono sufficienti a controllarne i movimenti: nelle successive fasi di stampa, piegatura e uscita del giornale; come possmo provvedere con la massima semplicità alla sostituzione delle pesanti bobine di carta, ognuna delle quali è formata da un nastro di otto Km. di lunghezza! Un fascicolo accenna a questo proposito ad un cartello pubblicitario che raffigura due epoche: «ieri» e «oggi» . . . Nel- li comp. B. Ziherl ha trattato in un suo lavoro il concetto di patria secondo i principiì marxisti-leninisti a cui devono ispirarsi tutti i combattenti per la libertà ed il socialismo. La questione nazionale è u-na delle più delicate e interessanti specialmente nel nostro Circondario dove tre nazionalità convivono e lavorano comunemente. Appare pertanto più che opportuno necessario che questo studio, col quale è stato formato un opuscolo avente per titolo «Il comuniSmo e la patria», venga diffuso e letto attentamente per eliminare i dubbi o le incomprensioni che potessero ancora sussistere s'u questo problema di principio. Lo studio del compagno Boris Ziherl fa una profonda analisi della sostanza del cosmopolitismo borghese che oggi, nel supremo stadio del capitalismo, viene usato dall’imperialismo statunitense per soffocare il patriottismo dei popoli che intende sottomettere alla sua oligarchia finanziaria. Al Cosmopolitismo, il fronte internazionale democratico deve opporre una lotta di principio marxista-leninista per alimentare nel seno di tutti i popoli il patriottismo rivoluzionario internazionalista. Il comp. Ziherl, trattando quel problema accenna pure al dissidio ideologico del PC della Jugoslavia socialista con i partiti del Comin-form dato che anche in questo campo la deviazione è manifesta e, se non viene corretta, potrebbe provocare profonde rotture nel fronte internazionale della democrazia. L'opuscolo «Il comuniSmo e la patria» consta di 8 capitoli densi di contenuto con numerose citazioni la prima era rappresentata una rotativa del vecchio tipo a ponte, e sei persone erano impegnate con evidente sforzo, grondanti di sudore, in lunghe manovre, maneggio di leve, tiraggio di catene, stil-amento di assi. A destra invece, sotto l’iscrizione «oggi» era raffigurata una rotativa moderno tipo a unità, con tre soli operatori: il macchiniste a' quadrante eletrtico superiore dei comandi, e due ausiliari sereni e sorridenti, uno per bobina, nell’atto di premere con la destra il pulsante, e nella mano sinistra la pipa fumante l’uno e la sigaretta l’altro. Due epoche diverse, ed un nuovo trionfo dell’intelletto dell’uomo sulla fatica fisica. E come sarà il giornale nel futuro? Quotidiani illustrati con cliches a qùattro colori? Questo è già allo studio nel cervello dell’ingegneria meccanica. Ma non sono da escludere anche sistemi radicalmente differenti dagli attuali/ con l’abbandono completo di tutta o quasi l’attrezzatura che impone oggi tanto rispettoso stupore a tecnici ea a porfani. Si prospettano pertanto possibilità nuove che l’intelligenza dell’uomo saprà sviluppare e convogliare verso nuovi orizzonti di tecnica grafica, ma uno dei coordinatori di questi nuovi principi tecnici sarà ancora l’impaginatore: forse non maneggerà più lucide linee di metallo, spazi o filetti; i suol strumenti saranno forbici, fotografie, squadrette e temperini, ma ancora dominerà sovrana la stessa intelligenza impegnata a risolvere gli stessi problemi. PIA* Belgrado [per l’Armata BELGRADO — Il 21 die. alle o-rere 20 ha avuto luogo al teatro nazionale di Belgrado una solenne riunione indetta in onore della giornata dell’esercito jugoslavo presènti il maresciallo Tito, i membri dell’Ufficio politico del Comitato centrale del partito comunista jugoslavo Edoardo Kardelj, Alessandro Rankovic, Milovan Djilas, Ivan Go-snjak, Mosha Pijade, Boris Kidrič, Blagoje Neskovic e Franz Leskovšek, il presidente del Presidium dell’Ass'emblea Nazionale di Jugoslavia dott. Ivan Ribar insieme con i vicepresidenti, i membri del governo della RFP di Jugoslavia e della RP di Serbia, i membri dei comitati centrali del partito comunista di Jugoslavia e del partito comunista di Serbia ed i rappresentanti delle organizzazioni di massa. Il generale Otmar Kreacic, capo della direzione politica centrale dell’esercito jugoslavo, ha parlato sull’importanza della giornata dell’esercito jugoslavo. > dei più grandi maestri della teoria rivoluzionaria. Ci limitiamo a pubblicare l’ultimo capitolo, l’ottavo, poiché esso è il compendio ed il punto di arrivo dello studio del compagno Ziherl. — O — Da una parte vediamo oggi nell’Unione sovietica una lotta sempre più forte contro il cosmopolitismo, cioè contro una tendenza che ha lo scopo di assopire la coscienza nazionale e la fierezza nazionale di un determinato popolo per poterlo più facilmente sottomettere, contro una ideologia borghese che può essere professata soltanto da chi non rispetti il proprio popolo e la propria patria. Nessuno può negare la giustezza di questa lotta, se essa vien condotta da posizioni di principio marxiste-leniniste. D’altra parte, vediamo nei.rapporti col PCJ e coi popoli della Jugoslavia, del procedimenti coi quali può andare d’accordo in Jugoslavia e anche fuori di essa soltanto chi non rispetti il proprio popolo e la propria patria. Nessuno può ammettere la giustezza di questi procedimenti, poiché essi si fondano su una totale mancanza di principi. Accettare la procedura del Com-inform e le conseguenze che da essa derivano e sono previste significherebbe, in effetti, soffocare nel popolo jugoslavo la sua fierezza nazionale, degradare ciò di cui ogni uomo jugoslavo amante del progresso va giustamente fiero, ciò che gli dà forza per nuove grandi Sopra parecchie materie l’uomo tentò la scrittura: sulla pietra, sulla terracotta, sul bronzo, su pelli di animali, sul legno. Con assicelle di legno appunto l’uomo fece i primi esperimenti per formare il libro ; riuniva poi queste assicelle legandole con fili, ma è cosa facile immaginare la mole che poteva assumere un libro anche di modestissima stesura. Gli Egiziani utilizzavano la corteccia del papiro; la sottoponevano ad un processo di' macerazione e di battitur ae ricavavano delle strisele che poi intrecciavano e sulle quali scrivevano. Per parecchio tempo il libro conservò la forma di rotolo della lunghezza massima di trenta, quaranta metri. Questo rotolo veniva unto con olio di cedro affinchè il papiro non si corrompesse, e poi, arroto’ato attorno ad un bastoncino, veniva conservato in scatole. A questi rotoli i Romani davano il nome di volumen. Presso i Persiani invece la scrittura veniva fatta sopra pelli di animali, fra le quali era preferita la pelle di capra o di montone. Anche i Romanli preferirono al papiro -la pergamena, assai più adatta e resistente, ed al libro in rotolo sostituirono i fogli rettangolari, piegati e cuciti fra loro, ai quali diedero il nome di codici. Ebbe così principio il libro propriamente detto, nella forma rettangolare come si usa oggi. Il nome di pergamena viene dalla città di Pergamo (in Asia), dove appunto le pelli venivano lavorate e messe in vendita per la scrittura (197 a. C.). imprese nella lotta per l’edificazione del socialismo, per il rafforzamento del fronte socialista nei mondo. Dopo tutto ciò che abbiamo detto possiamo ora porre ancora una volta — e rispondere in forma sintetica — alla questione: che cos’è ciò di cui ogni uomo jugoslavo amante del progresso va fiero, di cui va fiero tutto il popolo lavoratore della Jugoslavia? E’ n fatto che anch’esso, guidato dal Partito comunista di Jugoslavia, ha saputo applicare con successo, nelle condizioni specifiche della realtà jugoslava, l’onnipotente dottrina del marxismo-leninismo, ha saputo realizzare enormi trasformazioni rivoluzionarie che gli hanno aperta la via del socialismo; è il fatto che esso oggi, nelle condizioni specifiche de suo paese, scopre e applica im maniera creativa ciò che gli può facilitare la lotta per l'edificazione del socialismo, ciò che azdtnas a.rm§asuoa ip appuuad ij8 nuovi successi, che rappresentano nello stesso tempo un rafforzamento del fronte socialista internazionale come totalità. In breve, il popolo lavoratore jugoslavo è fiero di partecipare alla lotta per l’edificazione del socialismo non come un minorenne che è di peso agli altri e come un vuoto ripetitore dell’altrui, ma come un creatore che non nega l’importanza dell’esempio altrui, ma nemmeno sottovaluta le proprie possibilità e le proprie capacità Una tale fierezza nazionale non è qualcosa di specificamente jugoslavo, ma è propria di tutti I po- Per parecchi secoli la pergamena servì la letteratura del tempo, custodendo gelosamente l’espressione del genio antico, la storia dei popoli, le esperienze del passato, e, sfidando il tarlo roditore dei secoli, essa ha tramandato a noi i pregiati manoscritti che ancora oggi ammiriamo. GIOVANNI GUTEMBERG, NATO A MAGONZA, E’ IL PADRE DELLA MODERNA STAMPA A CARATTERI MOBILI Con l’estendersi della scrittura trionfarono i libri manoscritti. Sorsero allora piccole industrie dove le pel’i venivano preparate, macerate, scarnite, pulite, rigate con linee di guida, scritte dagli amanuensi, decorate dai rubricatori; i fogli venivano poi incollati, cuciti, fissati fra due assicelle di legno, le assicelle ricoperte di pelle o poli che desiderano impiegare nella maniera più piena e più fruttuosa le proprie caratteristicne nazionali per l’opera mondiale della vittoria del proeltariato e dell'edificazione del socialismo e del comuniSmo. Perciò la posizione del Partito comunitsa della Jugoslavia non è di carattere nazionalistico, e neppure soffre di limitatezza nazionale ;in essa si riflette l’aspirazione alla giusta soluzione di un problema decisivo di carattere internazionale, che si impone per la situazione creata dopo la Seconda guerra mondiale dall’esistenza di u-na serie di nuovi paesi socialisti. Avendo la direzione del PCJ respinto una serie di assurde accuse e di false affermazioni relative alla nostra lotta popolare di liberazione, alla nostra attuale politica estera ed interna e all’edificazione socialista in Jugoslavia (attenendosi in ciò alla tesi di Stalin per cui «le calunnie devono essere stigmatizzate, e non esser prese ad oggetto di discussione», (Stalin, Questioni del leninismo, Roma -15, vol. II.), tutta la realtà attuale jugoslava e il passato recente dei popoli. jugoslavi furono messi con la testa all’ingiù da un’unica risoluzione. La guerra popolare di llberazi one dal 1941 al 1945 e le trasformazioni rivoluzionarie che in Jugoslavia furono strettamente legate ad essa, rappresentano lo sforzo maggiore, più cosciente e più progressivo compiuto dalle masse popolari jugos'aUe nella loro storia, Ccniinua :n IV.a pagina cuoio, guarnite di angoli e fermagli metallici. L’invenzione delti carta, della quale si trovano tracce fin dal 600, non riuscì a sopprimere subito l’uso della pergamena, ,e nel secolo di Gutenberg essa predominava ancora quasi incontrastata. Con l’invenzione della tipografia i libri presero uno sviluppo grandioso, e la lenta e paziente opera del copista fu in breve volgere di tempo superata e moltiplicata dal modesto e rudimentale torchio di Gutenberg. I libri usciti nei primi anni dai torchi del tempo, chiamati libri incunaboli, conservano molte caratteristiche dei libri manoscritti, (come vedremo in seguito)' 'e non proprio per ragioni ideali, anzi, all’opposto, sembra proprio per motivi di speculazione, tendendo a mascherare il libro stampato come opera manoscritta, quindi vendibile a prezzo più elevato. Quanta strada ha percorso Ta produzione libraria fino ad oggi? Lo dicono le macchine odierne, le quali col trionfo della meccanica, nelle moderne rotative, hanno raggiunto tirature orarie sbalorditive! Quale importanza ha il libro e di quanta considerazione è circondato presso i popoli più progrediti e più civili? Lo attestano le innumerevoli biblioteche disseminate un po’ovun-que ed alcune sorte in tempi ormai remoti, custodite e salvaguardate con cura anche attraverso grandi sconvolgimenti politici e sociali. Il significato dell* economia pianificata La produzione pianificata significa produrre quelle qualità e quantità di merce che possono essere assorbite dal mercato interno e da quello esterno. Con la produzione pianificata regoliamo la produzione generale cosi da non permettere la superproduzione di taluni prodotti.- Siccome per noi ad esempio non interessa di produrre grandi quantitativi di zucchette se realmente il nostro fabbisogno locale e le richieste dei mercati esteri assorbon soltanto un quantitativo minore di detta merce, che questa dannosa abbondanza non si verifichi (l’acquisto non procede regolarmente, la merce giace giorni e giorni nei magazzini, marcisce ecc.) è proprio il piano di produzione che non lo permette perchè alla formazione del piano la quantità dei prodotti pianificati si basava sul labbis'ogno reale dei mercati interni e esterni. Il significato del piano è grande: Con esso forniremo il nostro mercato con certi prodotti che ora non coprono il nostro fabbisogno, e devono essere importati come p. es. sementi di trifoglio, piselli, ecc. e d'altra parte elimineremo la super-produzione di altri prodotti che oggi vengono coltivati in quantità troppo alte. Il piano che il CPL assegna al singolo agricoltore dev’essere realizzato e superato. Il dovere di ogni agricoltore è di collaborare al piano di produzione cosi che il piano ricevuto dal Comitato Popolare locale venga portato nel 100 p. c. a termine. Cosi farà il proprio dovere traendo utile per se stesso e per la collettività, se egli, p. es. avendo ricevuto disposizioni dal CPL in base al piano, semina in una determinata superficie 10 kg di piselli e non zucchette. Ciò che non sarebbe giusto e danneggereb-be sia il piano, che la produzione in generale. LE MANI DEL COMPOSI CIO' CHE IDEMOCRA T1C1 DOVREBBERO LEGGERE E STUDIARE IL COMUNISMO-E LA PATRIA DI BORIS ZIHERL n La Nostra Lotta _____________ LA COMPAGINE DELL -ARRIGONI CAPOLISTA DEL TORNEO DEL TERRITORIO LIBERO di TRIESTE A Is'ola d'Istria - Arrigoni batte Opicina 7-0. La vittoria dell’Arri-goni sui ragazzi opicinesi era prevista e non fa meraviglia a nessuno. Sfrondiamo Rincontro da ogni pennellata di colore, da ogni richiamo alla classica rivalità fra isolani e carsolini, da ogni accenno alle solite fiaccolate di entusiasmo e di passione che il campanile è uso a far brillare. Limitiamoci a considerare la partita sia pur brevemente, nei suoi elementi essenziali, che sono tecnici ed agonistici, che spiegano da soli lo sbalorditivo risultato finale che ha dato luogo a rosee previsioni in seno alla squadra isolana. Gli isolani hanno imposto spietatamente la legge del più forte, gli opicinesi hanno dovuto subire senza s'campo e senza remissioni le conseguenze di una inferiorità tecnica e fisica. Tutto dunque è stato chiaro, limpido e lineare. E se il primo animoso quarto d’ora di gioco dell’Opicina aveva potuto gettare negli occhi dei suoi tifosi la polvere di una fiduciosa speranza, l”osservatore imparziale e disincantato non poteva cadere nel trabocchetto. Comunque, le premesse non erano poi tanto male impostate per l’Opicina, non fosse altro per la volontà e l’ardore coi quali lottavano i suoi ragazzi, se nonché la tempesta stava per scatenarsi improvvisa, nel cielo dell’incontro ed alla prima folgore al CAMPIONATO DI CALCIO ZONA ISTRIA Aurora B batte Partizan 2-1 Arrigoni B batte Pirano B 8-0 Medusa B batte Sicciole 3-1 Adria batte Olimpia 5-0 Diamo ora in sintesi le cronache delle gare del campionato del TLT: A Capodistria — Aurora batte Gorizia 11-0 (primo tempo 3-0), L’Aurora sin dall'inizio ha messo in evidenza la sua netta superiorità. La prima linea, in particolar modo, ha spiegato un gioco cosi tecnico ed autoritario davanti al quale la difesa Goriziana è letteralmente scomparsa. Il punteggio acquisito dai campioni del TLT, poteva essere anche maggiore se non avessero diminuito la loro forza di penetrazione. Ma sta di fatto, che l’Aurora si è imposta, come dice il punteggio finale per qualità di gioco e per una migliore indiscussa individualità. Dopo un inizio di gara in sordina, ove l’Aurora ha lasciato sbizzarirsi l’avversario, alla mezz’ora i campioni del TLT, come per un ordine ricevuto, iniziavano la loro marcia trionfale. L’esibizione di Zetto e di Scher, autori entrambi li quattro reti, è stata la lieta rivelazione della giornata per lo sti-e e la tecnica da entrambi palesà-a. Degna cornice a questi due fuo- ri classe odierni, l’hanno fatta, nell’ordine della marcatura delle reti: Fantini, Corrente e Brus, autori ciascuno di una rete. Del Gorizia diremo che una grande buona volontà ha in tutti imperato, sopratutto nell’indomabile portiere costretto ad uscire dal campo al 20’ della ripresa per la sua troppa precipito-sità di intervento. Arbitro Cuffer-sin di Trieste. — O — ATLETICA LEGGERA Si è svolto nel pomeriggio del 18 corr. a Buie il secondo crosS-coun-try di massa della stagione, con la partecipazione di ben centoventi atleti del buiese e da Cittanova. La grande manifestazione sportiva comprendeva tre gare. Alle ore 10 veniva dato il via agli allievi su percorso di ottocento metri. La gara si è svolta combattuta lungo tutto il caratteristico percorso attraverso i campi, e, alla fine, il giovane Sain Ante riusciva ad avere la meglio su Kraljevič, dopo un serrate magnifico. • Interessantissima pure la gara degli ottocento metri femminili che ha visto la netta superiorità della piccola Palčič del ginnasio di Buie, la quale ha condotto il gruppo per tutto li percor- so, staccandolo al traguardo di circa quaranta metri. — O - La gara su cui convergeva il maggiore interesse del numeroso pubblico presente, è stata quella dei tremila metri. A questa gara presero parte i migliori elementi del Circolo sportivo cittanovese che hanno trovato in Scopetta un atleta che farà ancora parlare di sè per le sue eccellenti doti, riconfermate quest’oggi come nel primo cross di Capodistria. Ecco pertanto i risultati tecnici. 3 mila metri sul percorso accidentato 1 Scopetta del Circ. s. Cittanova in )2’e 20” 2 Sain 3 Vascotto di Buie 809 metri femminili 1 Palčič del Ginnasio di Buie 2 Jugovat 3 Cernat 800 metri allievi 1 Sain Ante del Ginnasio di Buie 2 Kraljevič del Ginnasio di Buie 3 Legovič di Buie Mercoledì sera ha avuto luogo al teatro di Capodistria la celebrazione dell’VIII anniversario della costituzione dell’Armata Popolare Jugoslava. Era presente una folla di ufficiali, militari del locale presidio e lavoratori. Dopo la lettura della relazione sull’A J effettuata da un capitano dell’Armata, è seguito un ricco programma culturale, presentato da soldati dell’AJ e dagli studenti dell’Università di Lubiana. Analogamente a quanto avvenuto a Capodistria anche nelle altre località del Circondario si sono svolte celebrazioni consimili, date "ääT-l’Armata con la collaborazione della popolazione. Giovedì 22, sono stati dati ricevimenti presso i presidi. La popolazione ha fraternizzato con i soldati. Molte delegazioni hanno portato da tutte le località del Circondario, mozioni di Saluto e doni al-i’Armaata del popolo. Nella mattinata a Capodistria ha avuto luogo la parata delle forze di presidio. In tutte le località del Circondario delegazioni di lavoratori hanno deposto corone sui monumenti dei Caduti nella Lotta di Liberazione popolare. In questa atmosfera di fratellanza è stato celebrato nel Circondario la Giornata dell’Armata Jugoslava. ALL’ „ARfilGONI“ DI ISOLA (Continua dalla I. pagina) giorni è stata iniziata la produzione delle giardiniere sottaceti, in flaconi di vetro. Questa lavorazione non era mai stata fatta nel circondario, ed ora è ’ dovuta all’iniziativa del comp. Gottardi Silvio. Il Gottardi, tecnico capace, ha già da tempo esperimentato ed attuato la produzione delle frutta sciroppate. Detto compagno è stato premiato per la sua capacità e per il suo apporto allo sviluppo dell’economia nel circondario. CAFOD1STRIA Assemblea degli agricoltori Sabato scorso a Capodis'tria è stata tenuta una riunione degli agricoltori locali. Alla riunione erano presenti oltre un centinaio di ca-podistriani i quali hanno discusso sulla maniera migliore per risolvere i loro problemi. Allo scopo e stata eletta all’unanimità una commissione di sei agricoltori che avrà il compito di collaborare ed al-l’occorrenza di consigliare il Potere Popolare sui problemi riguardanti questa categoria di lavoratori. Come rappresentante del la categoria in seno al Potere Popolare e stato riconfermato da tutti i presenti il comp. Burlin, mettendo così fine ad una speculazione proveniente da noti individui che intendevano allontanare il comp. Burlin dall’incarico di fiducia. La commissione è risultata così composta: Clon Giuseppe come responsabile; Luis Nazario, Zago Na-zario, Riccobon Marcello, Tremo Giuseppe, Favento Guerrino e Ra-mani Pietro come membri. FOTOCRONACA JUGOSLAVIA-FRANCIA ALCUNE MAGISTRALI PRESE DEL FOTOCRONISTA MAGAJNA ALLO STADIO FIORENTINO ——= Boris Ziherl —■ ■ —= IL COMUNISMO E LA PATRIA ha svolto verso gli altri paesi, e specialmente verso i suoi vicini, sono state artificialmente annullate e ciò nientemeno che in nome di una certa qual lotta «contro il nazionalismo »e «per l’internazio nalismo». I rapporti ufficiali fra gli stati balcanici e danubiani hannc assunto di nuovo la forma che avevano avuta quando la politica estera di questi paesi era effettivamente diretta, attraverso i loro' a-genti nelle file della borghesia interna traditrice, dagli imperialisti stranieri, che applicavano la vecchia massima «divide et impera». Nei rapporti fra gli stati balcanici e danubiani si è ritornati a quello che i loro popoli consideravano già un passato oscuro e che non farebbe più risorto. Nei rapporti col nuovo stato jugoslavo creato dalla lotta rivoluzionaria delle masse popolari e nei quale queste stesse masse oggi e-dificano il socialismo, dunque nei rapporti verso il popolo lavoratore jugoslavo, si applicano dei metodi che evidentemente hanno lo scopo di umiliare il più possibile i popoli jugoslavi. Evidentemente occore «dimostrare» a questi popoli con tutta una serie di misure dì carattere politico ed economico la loro impotenza ed incapacità a un lavoro creatore autonomo, occorre stroncare la loro fierezza nazionale e-costringerli a capitolare nel senso della Risoluzione dell’Ufficio d’informazione, a negare se stessi e la propria opera, la propria realtà rivoluzionaria passata e presente. Nell’attuazione di misure antiiu-goslave ci si serve spesso di elementi dei paesi a democrazia popolare, e in particolare della Jugoslavia, che potrebbero esser definiti nella maniera più esatta come cosmopoliti, poiché in tutta la loro vita hanno dimostrato in pratica non soltanto di essere stranieri per il proprio paese e il proprio popolo, ma anche di essere incapaci di distinguere il mondo imperialista da quello socialista quando sia necessario offrire i propri servizi, cioè uomini che in gran parte sono addirittura sempil-cemente agenti delle grandi potenze capitalistiche. La realtà in cui il popolo lavoratore jugoslavo lavora e combatte non si sviluppa affatto secondo le costruzioni speculative dei comin-formisti, per la semplice ragione che queste costruzioni non sorgono dalla realtà, ma devono soltanto servire a giustificare un enorme errore politico. Tutti gli insuccessi finora subiti dalle imprese antiiu-goslave (in quanto il loro scopo era quello di mettere in moto le masse lavoratrici jugoslave) dovevano verificarsi per la semplice ragione che le masse lavoratrici jugoslave politicamente istruite non hanno compreso e non potevano comprendere perchè, in nome di che classe e contro che classe dovessero raccogliere l’ap- pello alla rivolta lanciato dall’Ufficio d’informazione. Esse hanno imparato dai comunisti jugosavi li principia marxista-leninista che come critèrio della verità ha da servire la pratica rivoluzionaria e non l’opinione di autorità «infallibili.» Il muro contro cui si infrangono e si infrangeranno sempre tutti i calcoli basati sulle arbitrarie costruzioni del Cominfonn riguardo aha Jugoslavia, è proprio il patrio-triottismo rivoluzionario del popolo« lavoratore jugoslavo che è cosciente di combattere per qualcosa che non corrisponde soltanto agli interessi vitali del suo paese, ma che rafforza il fronte del socialismo e del progresso in tutto II mondo. Una le patriottismo non e un’aspirazione, nè un’ideale, nè un pr gramma, nè un fine lontano: esso ha una base reale, palpabile: è stato abbattuto il potere della borghesia ed è stato instaurato il potere del popolo lavoratore col Partito comunista come forza politica direttiva; tutti i mezzi di produzione fondamentali sono nelle mani dello stato socialista, cioè del popolo lavoratore; mediante la lotta contro gli elementi sfruttatori nella campagna si organizzano i contadini lavoratori per la ricostruzione della agricoltura jugoslava; l’ùguaglianza dei popoli jugoslavi è realizzata con una coerenza tale da poter essere invidiata da molti; vien svolta una politica estera conseguentemente anti-iniperialistica, che corrisponde pie namente alla sostanza economlca-sociale della nuova Jugoslavia e serve al rafforzamento del mondo socialista e di tutte le forze democratiche antiimperialistiche; — questa è la realtà nella quale vive il lavoratore iugoslavo e di cui egli ogni giorno vede coi propri occtv il progressivo sviluppo, questa è 1» sua patria socialista. Celebrata l'Armata nel Circon. Istriano KOSIRE DONK LE CONTADINE DEL CIRCONDARIO COOPERANO FIERE, COL LORO LAVORO, ALL’EDIFICAZIONE SOCIALISTA. NEI COLLETTIVI ESSE RAPPRESENTANO UN FATTORE IMPORTANTE PER L’APPORTO CHE OFFRONO AL MIGLIORAMENTO DEL TENORE DI VITA Vili Anniversario dell'A. J. (Continua dalla I. pagina) L’AJ veniva educala nello spirilo del marxismo-leninismo. Essa veniva educata sui luminosi esempi della storia jugoslava. Ai suoi appartenenti veniva infuso l’odio contro l’invasore, contro l’occupatore, contro tutti coloro che vogliono sottomettere e soggiogare gli altri popoli. La storia dei popoli jugoslavi è, in primo luogo, storia di una continua lotta contro l’occupatore. contro l’ingiustizia e la violenza. Per questo i combattenti e i commandanti jugoslavi amavano sopra ogni cosa la verità e la libertà ed erano pronti, come io sono anche oggi a dare la vita per questi grandi ideali. Quando da parte dei dirigenti del PC(b) sono stati fatti i primi tentativi di togliere l’in-dpendenza alla Jugoslavia, di instaurare rapporti di disuguaglianza fra i paesi socialisti, quando si è tentato di cancellare la recente storia . jugoslava e di calpestare ciò che di più puro hanno i popoli jugoslavi — il PC, il CC e il comp. Tito — anche allora l’AJ ha risposto compatta ai calunniatori e ai liquidatori. Questo è logico: non poteva essere altrimenti in un’Armata educata nello spirito dell'amore verso il proprio popolo, verso la sua libertà e indipendenza, verso la giustizia e la veirtà. Per tutte le vittorie nella guei ra e per tutti i successi nella ricostruzione del dopoguerra, l’AJ deve in primo luogo la sua gratitudine alla sua provata dirigenza, il Comitato Centrale del Partito e il comp. Tito. In qualità dì condottiero diretto e comandante supremo deil’AJ il comp. Tito ha i più grandi meriti per. l’odierna forza dell’Armata. Egli l’ha organizzata dalle prime formazioni partigiane, ispirandole i sentimenti più nobili e formando la sua figura morale. Il comp. Tito educava l’Armata a non insuperbirsi dei succesi conseguiti, a rafforzare la vigilanza nei confronti di tutti coloro che tentassero di minacciare la libertà e l’nidi-pendenza dei popoli jugoslavi, l’edificazióne del socialismo in Jugoslavia. Lottando per giusti rapporti fra i paesi socialisti, contro ì metodi e i piani indegni t cortro rivoluzionari dei dirigenti dei PC(b) per la giustizia e la morale proletaria, il popolo e il Partito Jugoslavo lottano per il rafforzamento dei fronte socialista, per nuove vittorie del socialismo. Questa grande storica lotta richiede enormi sforzi e rinuncie. I popoli jugoslavi hanno dimostrato di essere preparati a ciò. La vittoria della causa giusta è sicura e nessuna forza, nè minaccia può arrestare 10 sviluppo del socialismo. La verità sulla nuova Jugoslavia con passo lento ma sicuro, si fa sempre più strada. Non è lontano il giorno in cui il popolo lavoratore leverà in tutte le parti la sua voce contro i revisionisti e i liquidatori. Allora si vedrà tutta la grandezza storica dei popoli jugoslavi. Però per arrivare alla vittoria bisogna sostenere ancora molti sacrifici, superare molte difficolta. Per questo i popoli Jugoslavi hanno atteso più compatti che mai 11 22 dicembre, Vili. Anniversario della formazione dell’Armata Jugoslava, decisi a difendere i propri diritti sovrani, la libertà e 1 indi-pendenza della propria patria socialista, la grande verità sulla propria patria e sul proprio Partito, che col compagno Tito a testa lotta per rapporti di uguaglianza fra i paesi socialisti, per la vittoria dei principi del marxismo-leninismo traditi e calpestati dai dirigenti del Partito Comunista Bolscevico. Il popolo del nostro Circondario ha partecipato alla Lotta Popolare di Liberazione, dando i suoi migliori figli ,che nelle file dell’Armata Jugoslava hanno combattuto per la Liberazione di queste territorio. Per questo noi consideriamo l’Armata Jugoslava come Armata nostra, liberatrice, custode delle conquiste della lotta armata, costruttrice, insieme col nostro popolo, di una vita migliore per il po polo lavoratore del nostro circondario. Viva l’Armata Jugoslava liberatrice! Viva il suo Comandante supremo Maresciallo TITO! (Continua dalla III. pagina) la maggiore affermazione di piena maturità e di uguaglianza co: po-popoli dei paesi più progrediti da parte dei popoli jugoslavi. Abbattuto il giogo della borghesia traditrice, il popolo lavoratore jugoslavo ha intrapreso l'edificazione della propria patria libera e socialista come parte integrante dell’unico fronte socialista con a capo l’URSS, ed ha raggiunta importanti successi nella realizzazione del suo grande fine immediato, il socialismo. Tutti questi fatti incontrovertibili dovrebbero essere accantonati per un fine assolutamente incom-prensibile al lavoratore del nostro paese e di cui gli è chirao — dalla prassi di dieci mesi — soltanto che esso non ha nulla di comune coi rafforzamento del fronte unitario socialista, coll’uguaglianza dei popoli rivoluzionari che si sono scro-lati di dosso il giogo del capitalismo e che edificano il socialismo, dosso il giogo del capitalismo e Tutte le preziose conquiste della politica sinceramente internuzic-nalistica che la nuova Jugoslavia SULLE SCUOLE SLOVENE NON FANNO MERAVIGLIA LE DISPOSIZIONI IMPERIALISTE (Confusa dalla I. pagina) nel lanciare bombe contro pacifici cortei di lavoratori. Ecco ritrascritte le proposte che il prefetto Dompieri formulava a Mussolini per risolvere «il problema degli Sloveni» in provincia di Gorizia, ossia per ottenere a loro ro completa snazionalizzazione attraverso la scuola: No. H) prot. ris. Gorizia 29. 3. 30-VIII A S E IL CAPO DEL GOVERNO E MINISTRO DELL’INTERNO ROMA Scuole medie: debbo insistere ch’è errore politico conservare il r. Ginnasio-liceo di Tolmino e che è non minore errore il riservare agli sloveni sessanta posti gratuiti nei due convitti «Dante Alighieri» di Gori- zia e «Francesco Škodnik» di Tolmino, che è insomma del tutto contrario al nostro interesse nazionale il creare artificialmente, come stiamo facendo, una borghesia slava colta». No. 23. prot. ris. Gorizia 9. 10. 30-VIII A S E IL CAPO DEL GOVERNO E MINISTRO DELL’INTERNO ROMA Scuole Medie: sono state impartite dal Ministero dell’Educazione Nazionale e da me opportune istruzioni per precludere i posti gratuiti nei convitti agli sloveni. Invece sono stati favoriti i giovani italiani che vogliono diventare maestri elementari. Scuole elementari: con foglio 29 sett. u. s. no. 5112 ho trasmesso al Ministero dell’Educazione Nazionale J’elenco degli ultimi 108 insegnanti sloveni da trasferire. Nep- NOTIZIE SPORTIVE lampo della sua luce, vale a dire, alla prima rete isolana, si vide subito il volto della squadra che a-vrebbe vinto la partita. Fu infatti il primo goal deU’Arrigoni quello che sbilanciò immediatamente l’equilibrio del gioco in modo irreparabile. Ha diretto l’incontro l’arbitro Blason di Trieste. — O - pure uno deve qui rimanere per il possìbile danno emergente d’un traditore e per il lucro d’un italiano di meno». I due documenti posti in correlazione con il recente provvedimento del GMA di Trieste contro le scuole e gli insegnanti sloveni, non abbisognano di commento alcuno. Una prova significativa ed eloquente di quali siano stati gli effetti della propaganda irredentista e di odio contro gli slavi de «IL PICCOLO» di Trieste, ci è stata offerta in Gorizia nel giugno 1945 da un laureato triestino il quale ci dichiarava: «Noi triestini abbiamo succhiato con latte materno l’odio contro gli slavi». Constatando questa dolorosa realtà, ci conforta il riflesso che la quasi totalità della «nuova generazione» triestina che ha succhiato col latte materno quell’odio, per parecchi anni ha fatto largo uso del motto e della parola d’ordine: «Dio stramaledica gli Inglesi:» Ora a Trieste è risorto «IL PICCOLO», la «sua gente» ha ripreso ì suoi posto, a Silvio Benco è stata conferita la laurea «Honoris Causa» e gli sono stati celebrati solennissimi funerali a spese dei triestini, i fascisti, con mutata etichetta, hanno ricostituito il loro partito ed i loro patroni hanno soppresso 22 scuole slovene, licenziando gli insegnanti. Tutto ciò grazie anche agli «Stramaledetti Inglesi». II GMA di Trieste non ha esitato a fare un tanto dopo che l’umanità ha sacrificato al fascismo 30 milioni di esistenze e proclamando che simili sistemi di governo sono la e-strinsecazione di una «vera democrazia».