UNÄ DICHIARAZIONE DEL PRESIDBMTE PELLI iEPUBRLICl SUL SUO VIAGGIO IN RUSSIA d0 prevede inoltre la creazione di €€ Mi reco nell’Unione per fissare i nostri Sovietica rapporti,, Stipulato un accordo di collaborazione tecnica tra la Jugoslavia e l’Unione Sovietica Rinnovato l’accordo commerciale italo-jugoslavo Il 2 giugno il Presidente della Repubblica, Maresciallo Tito, sarà a Mosca iniziando la sua visita ufficiale, che si protrarrà per tre settimane, all’Unione Sovietica. Interrogato sugli obbiettivi di questa visita, il Mafesciallo Tito ha dichiarato: «Vado nell’Unione Sovietica su invito di quel Governo. Non sono ancora fissati i problemi di cui discuteremo, non esiste ancora un programma di problemi da trattare. E’ indubbio tuttavia che discuteremo dei problemi inerenti i nostri rapporti reciproci e il loro ulteriore sviluppo. Si parlerà anche di alcune divergenze di minore importanza, poiché è necessario estraniare tutto ciò che ostacola una più giusta e normale collaborazione. Parleremo inoltre dei problemi internazionali, e di questi discuteremo allo stesso modo come abbiamo I rapporti jugo-brasiliani Non molti anni fa guardavamo al Brasile come a un Paese sconosciuto, o quasi. La nostra conoscenza non andava oltre il concetto geografico, o giù di li. Oggi, le distanze sono molto diminuite. Progressivamente abbiamo imparato ad apprendere nozioni più precise sulla cultura, sugli usi e costumi, sull’economia e sulla vita politico-sociale di quel lontano popolo, che ci è apparso, così, un amico animato dagli ideali più nobili, che soli possono unire gli uomini di tutti i continenti e di tutte le razze. I primi passi nel riavvicinamento dei nostri popoli e di quello brasiliano sono stati compiuti, quasi bruscemente, dalla reciproca conoscenza ne! campo culturale. L’esposizione della nostra arte grafica, ospitata dal ministero dell’educazione brasiliano, e le successive mostre dei pittori jugoslavi Lubarda, Hegedušić e Priča a Rio de Janeiro e San Paolo, le due metropoli brasiliane, hanno gettato un primo saldo ponte di collegamento, le cui puntellature si rafforzavano, poi, con l’esibizione, al Teatro municipale della capitale brasiliana, della filarmonica belgradese, creando sin dapprincipio un’atmosfera favorevole ai futuri sviluppi. I Brasiliani poterono in seguito conoscere meglio il nostro Paese con la pubblicazione della biografia del compagno Tito in lingua portoghese e grazie ai contatti personali fra i loro e i nostri scrittori. Anche da noi si apprezza, oggi, la prosa contemporanea brasiliana nelle opere di George Amado e, la poesia, in quelle di Ribeira Coute, mentre è imminente l’edizione jugoslava di un’antologia della nuova lirica brasiliana. Parallelamente si sono sviluppati i rapporti anche in altri campi. Tralasciando quello sportivo, più degli altri forse ricco di tradizioni (basti pensare che l’incontro Brasile—Jugoslavia ai Campionati del mondo, svoltisi in quel paese, aveva segnato il record della presenza di pubblico e d’incasso) dobbiamo accennare a quello degli scambi commerciali, incominciando dall’esportazione dei nostri vini, i più apprezzati oggi nel Brasile assieme ai liquori di Zara e alla «šljivovica» bosniaca, a quella del cemento, della soda caustica e di altri prodotti chimici. Nel 1950 le esportazioni jugoslave in Brasile avevano raggiunte il valore di 1 milione e le importazioni 2,5 milioni di dollari. Poi, in seguito alla visita in Brasile della nostra delegazione economica, capeggiata da Jakov Blažević nel 1954, il valore degli scambi commerciali jugo-brasiliani si elevava nell’esportazione a ben 15 milioni e, nell’importazione a 13,5 milioni di dollari. Con ciò non sono peraltro esaurite tutte le possibiltà! II Brasile è, infatti, un paese in pieno sviluppo, per cui ha bisogno di molte macchine e mezzi tecnici, navi e centrali elettriche, motori e mezzi di trasporto che la nostra giovane industria è già in grado di assorbire annualmente 1,5 miliardi di dollari di prodotti esteri. Mai nella storia Brasile e Jugoslavia hanno avuto motivi di contrasto. Molti sono oggi, invece, i legami che uniscono i nostri due Paesi, in primo luogo l’aspirazione alla pace durevole, comune ai due popoli, impegnati nella gigantesca battaglia per sviluppare le proprie risorse naturali per il benessere proprio, e la collaborazione su basi d’uguaglianza reciproca nei rapporti internazionali. Per questi motivi i rapporti jugo-brasiliani sono, ora, una costante positiva di quelli internazionali, che trova una nuova conferma nella visita che, in questi giorni, la delegazione parlamentare brasiliana sta compiendo nel nostro Paese e che, certamente, contribuirà al rafforzamento di una preziosa amicizia. fatto in Francia, per vedere cosa bisogna fare per salvaguadare la pace e il suo rafforzamento. Per quanto riguarda i nostri reciproci rapporti è importante, alla fin dei conti, fissare chiaramente nei colloqui che avremo quali debbono essere questi rapporti in futuro. Dev’essere chiaro che noi continuiamo la nostra politica indipendente, sia all’interno che all’estero, anche se nessuno ci chiede di fare altrimenti». Il Presidente della Repubblica ha voluto concedere nei giorni scorsi una intervista a Wilbur Landrey, corrispondente francese dell’Uni-ted Press. Circa i mutamenti avvenuti nell’URSS dopo la morte di Stalin, Tito ha dichiarato che si tratta di un «grande cambiamento storico che avrà indubbiamente una enorme importanza per la diminuzione della tensione internazionale e per il rafforzamento della pace e della cooperazione», e che determinerà inoltre importanti mutamenti nell’interno del-l’URSS e degli Stati dell’Est europeo, conducendo alla reciproca non ingerenza negli affari interni. «E’ un errore — egli ha sottilineato — considerare questi mutamenti come una semplice manovra». Nel corso dell’intervista sono stati toccati vari punti e le dichiarazioni del Presidente della Repubblica si possono riassumere come segue: Il Maresciallo Tito ha invitato gli Stati Uniti a trasformare il carattere del loro aiuto NEW DELHI —■ Gli organi di frontiera pachistani hanno aperto il fuoco in territorio indiano (stato dell’Assam). La stampa indiana riferisce che si tratta del quarto attacco compiuto da parte pachistana. Il Governo deH’Assam ha inoltrato una nota di protesta richiedendo la punizione dei responsabili. alla Jugoslavia da quello di concessioni unilaterali a quello di prestiti, come quelli accordati dall’Unione Sovietica. Circa la situazione internazio-le, il Maresciallo Tito ha detto che il passo più importante verso la distensione sarebbe il disarmo. Egli ha aggiunto che, pur non sottovalutando l’importanza del problema tedesco e della riunificazione della Germania, ritiene errato fare della soluzione della questione una condizione «sine qua non» del disarmo. Egli ha infine rilevato che non crede necessaria la creazione di un’organizzazione, com- prendente anche la Lega dei comunisti jugoslavi, in sostituzione del disciolto Cominform. La Camera Federale dell’Industria è impegnata nei preparativi per la messa in pratica dell’accordo sulla collaborazione tecnica nel settore dell’industria stipulato con l’Unione Sovietica questi giorni. L’accordo in parola comprende lo scambio di informazioni sui risultati tecnici e scientifici, la collabo-razione nelle opere di ricerca e di studio, lo scambio di studenti e di pubblicazioni scientifiche. L’accor- corsi di specializzazione. Un positivo sviluppo si registra anche nei rapporti economici tra la Jugoslavia e l’Italia. La settimana scorsa è stato firmato a Belgrado un protocollo per gli scambi commerciali. I rappresentanti dei due paesi, nel corso delle trattative durate venti giorni, hanno affrontato questioni del commercio sulla base dell’accordo stipulato nel marzo dello scorso anno. E’ stato raggiunto anche un accordo sulla liberalizzazione degli scambi di alcuni prodotti. Dopo la firma del protocollo, il Ministro plenipotenziario italiano Secco-Suardo ha detto che con esso è stato dato un nuovo impulso alla collaborazione economica jugo-italiana. Nel corso dei colloqui tra le due delegazioni sono stati appianati alcuni ostacoli che erano comparsi negli scarni commerciali. Il Ministro Secco-Suardo ha tenuto a sottolineare l’importanza della parte del protocollo che si riferisce al commercio del legname. Infine, egli ha definito molto utile l’idea della creazione di una commissione mista italo-jugoslava con l’incarico di occuparsi degli affari concreti degli scambi. Oggi il M. 0. alle Nazioni Unite NEW YORK 27 — Il Presidente del Consiglio di Sicurezza, dott. Jože Brilej, ha fissato per martedì dopopranzo la riunione del Consiglio. Nei giorni scorsi si è notato un’intensificarsi di consultazioni che hanno portato alla decisione di convocare al più presto il Consiglio di Sicurezza. Da fonti bene informate presso il Segretario del-l’ONU si apprende che la delegazione britannica ha presentato una proposta di risoluzione. A quanto si apprende la risoluzione rivolge un riconoscimento a Hammar-skijoeld per i successi conseguiti durante i colloqui avuti nei paesi del Vicino Oriente. Si invitano inoltre le parti interessate affinchè, in collaborazione con il generale Burns, operino per la piena applicazione dell’accordo d’armistizio, infine si sottolinea che le missioni di buona volontà di Ham-marskijoeld debbano essere ulteriormente messe al servizio dei paesi interessati. ~T IN MARGINE ALLE AMMINISTRATIVE ITALIANE Polemiche e caccia al voto I risultati definitivi delle elezioni amministrative in Italia saranno noti soltanto nella tarda serata. Quelli conosciuti si riferiscono, per ora, ai dati sui Consigli Provinciali e non consentono un consuntivo generale nè un giudizio politico sulle influenze che il voto di ieri e ieri l’altro può avere sulla situazione italiana. Come non lo consentono i risultati in Sicilia e nel Trentino-Alto Adige, date le particolarità delle due regioni che non possono essere prese come base per il resto d’Italia. Però, se non è possibile un consuntivo generale sui risultati del voto, è però possibile emettere un giudizio su due degli aspetti più importanti rivelatisi durante la campagna elettorale. Due aspetti polemici che se si concretizzerran-no non mancheranno di avere le loro ripercussioni sulla situazione poltica, sia della coalizione governativa che di quella dell’opposizione di sinistra. Intendiamo riferirci alle prese di posizione del Gli interlocutori perla questionealgerina Con le dimissioni di Mendes France, il piano Nehru, le voci di richiesta mediazione e la decisione degli stati arabi di rivolgersi al Consiglio d Sicurezza — la questione algerina è ritornata in primo piano nei problemi internazionali, vi ritorna con un carattere di urgenza sia per gli algerini, sia per gli stati arabi, sia per la Francia, sia per tutti gli uomini amanti della pace nel progresso di tutti i popoli. Un carattere d’urgenza che sembra consistere tutto nella ricerca di interlocutori. Interlocutori con i quali il primo ministro francese Mollet ha sempre dichiarato di voler discutere riconoscendo che la Franca non può risolvere il problema algerino senza sentire gli algerini. Cosi disse Mollet assumendo la carica di primo ministro e così ha sempre sostenuto. Con le sue dimissioni Mendes France ha forse voluto soltanto indicare questa urgenza nella ricerca degli interlocutori senza i quali il problema algerino resterebbe sempre aperto e sanguinoso. Infatti il dinamico ex Primo Ministro francese non dissente da Mollet sul programma per l’Algeria, anzi, ha dichiarato che lo studio delle riforme non può andare disgiunto dalle misure militari se tali misure sono intese alla pacificazione per consentire la discussione. Il disaccordo del dimissionario Mendes France verte invece sui particolari di attuazione del piano governativo francese per l’Algeria che a suo parere verrebbe lasciato un pò troppo alla discrezione del residente generale Lacoste il quale subirebbe troppo l’influenza negativa dei francesi di Algeria. In questo senso le dimissioni di Mendes France vogliono essere un grido di allarme e un impellente richiamo alla urgente necessità di far si che il piano di Mollet per l’Algeria inteso a trovare interlocutori possa portare al più presto a trattative. Non è forse un caso che Mendes France abbia indicato con le sue dimissioni l’urgenza della ricerca di interlocutori algerini proprio nel momento in cui il primo ministro indiano Nehru rendeva note le sue idee sul come trovare gli interlocutori stessi sulla via da seguire per una soluzione pacifica ed equa in Algeria evitando ulteriori frizioni internazionali. In quello che va ormai sotto il nome di «Piano Nehru» per l’Algeria il primo ministro indiano indica la necessità di un riconoscimento dello stato di fatto. Cioè che in Algera vivono degli algerini, siano essi degli immigrati francesi o degli autoctoni arabi. Algerini che debbono essere messi tutti sullo stesso piede di parità. E’ questo, infatti il primo e maggiore problema politico e sociale per il qua- le in Algeria scorre sangue; un problema che se risolto aprirebbe la via a tutte le altre soluzioni compresa quella della nazionalità algerina e della reale integrazione dell’Algeria nella comunità francese. Nehru, in certo qual senso, oltre alla via su cui ricercarli ha indicato, senza nominarli, anche gli interlocutori di parte algerina. Essi sono coloro cho hanno combattuto e combattono per l’eguaglianza degli algerini arabi con gli algerini di origine francese. Sono della lotta che gli arabi conducono di conseguenza i dirigenti politici oggi in Algeria più contro le disparità e le discriminazioni che contro la Francia. Bisogna dar modo a questi dirigenti di incontrarsi con i dirigenti del governo francese di Mollet. Con la sua posizione personale Mendes France ha sottolineato quella diplomatica di Nehru sulla base stessa del programma di buona volontà enunciato da Mollet per l’Algeria. Sono tre posizioni che non discordano nella loro sostanza e che anzi si integrano nel riconoscimento che oggi il problema algerino non è quello della forza soltanto, pur essendo anche un problema di forza nella contingenza, ma è il problema della ricerca degli interlocutori qualificati. partito liberale, per bocca del suo segretario onorevole Malagodi, e alle velleità staliniste-sciovinisti-che dell’onorevole Pietro Nenni. L’onorevole Malagodi, a nome del partito liberale, ha criticato, respinto e condannato, pratica-mente, tutto l’indirizzo del governo Segni nel campo della politica interna. Dalla riforma agraria alla costituzione del Ministero per le partecipazioni statali dalla legge Tremelloni in campo fiscale ai principi di autonomia locale. Tutti provvedimenti e principi cui i ministri liberali avevano aderito nella loro collaborazione al governo. Invece nella campagna elettorale Malagodi ha detto non si deve parlare di autonomie regionali e non ha esitato ad entrare in polemica con Segni e persino con Gronchi. Ha ribadito una aggravata intransigenza contro i patti agrari e l’intervento dello Stato nella vita economica del paese, il che rappresenta la condanne di quello che la democrazia cristiana chiama il «terzo tempo sociale» della politica governativa. Insomma per Malagodi: via libera all’iniziativa privata, protezione del capitale privato, diminuzione delle incidenze fiscali sui grossi capitali. A sinistra, nella unità sostanziale di opposizione sociale, lo spunto polemico, con il pericolo di funzione di rottura, lo ha portato l’onorevole Pietro Nenni nella conferenza stampa da lui tenuta a Roma lunedì 21 maggio. Con l’evidente intenzione di ottenere voti a destra ed a manca per poter imporre alla D. C. la «sua» apertura a sinistra dall’alto di un suc-ceso elettorale del suo partito, Nenni non ha esitato a tentare, nientechemeno, di riaprire il problema triestino ed addirittura quello che sarebbe rappresentato (sono sue parole) da «la frontiera orientale italiana, la più ingiusta frontiera d’Europa». Rigurgiti sciovinisti ai quali Pietro Nenni non è nuovo, ma che è doloroso egli gabelli non come suoi sentiment; personali ma come «linea» del suo partito che è, e resta, un partito socialista di lavoratori. In questo campo Nenni — alla caccia di voti a destra — non ha risparmiato attacchi ai dirigenti del nostro paese trascinando, per motivi elettorali, di riflettere un attimo se queste sue posizioni personali sono utili o dannose al popolo italiano ed alla collaborazione internazionale di cui egli, Nenni, si dice paladino. Pur dubitando che, con tali argomenti, egli possa ottenere adesioni a sinistra, i rigurgiti sciovinisti di Nenni non potrebbero ancora rappresentare un pericolo di rottura del fronte di sinistra se non fosse in esse implicito il tentativo (o per lo meno il desiderio) di far l’occhiolino a destra per forzare la , «sua apertura sinistra» magari senza il partito comunista con il quale è entrato in polemica, senza nominarlo, affermando (contrariamente a Togliatti) la personalità e il punto di vista di Stalin anche nella controversia fra il Cominform ed il Partito comunista jugoslavo. Anche qui, per Nenni, ha avuto più valore la caccia al voto degli stalinisti del P. C. I. che la realtà politica e storica. Se Pietro Nenni asinistra (come Malagodi a destra) farà delle sue affermazioni elettoralistiche una linea politica in campo nazionale e non verrà smentito dal suo partito, è indubitabile che ci si trovi di fronte al pericolo dì confusioni e rotture nell’opposizione di sinistra. Al pericolo che, inquinato di stalinismo deteriore e di sciovinismo «ancien regime», Pietro Nenni miri a portare la D. C. alla «sua» apertura a sinistra a danno e scapito dell’unità della classe operaia e del movimento progressista italiano. Ma Nenni, ne siamo convinti, non è il P. S. I. che, come partito proletario, non può vendere la primogenitura dell’unità operaia per il piatto di lenticchie di qualche poltroncina ministeriale insita in un’eventuale apertura a sinistra «senza la sinistra», quale sarebbe quella del Nenni dei discorsi e delle interviste elettorali. GLI SCAMBI JUGOSLAVI Aumentate le e ridotte le Il nostro commercio estero registra ancora un notevole passivo a danno* della bilancia pagamenti con l’estero- per cui siamo ancora lontani dall’obiettivo prefissoci, che è quello del pareggio come prima tappa e dell’eccedenza delle esportazioni sulle importazioni come seconda. Soddisfacente è comunque il fatto che nei confronti degli anni passati si stanno fa- -cendo sensibili progressi in questo senso, con un notevole aumento delle entrate per merci esportate e una non meno significativa riduzione delle importazioni, riduzione derivante da una maggiore produzione nazionale. Nei primi quattro mesi di quest’anno le esportazioni registrano un aumento del 33% nei confronti dello stesso periodo dello scorso anno, e precisamente nel 1955 sono state esportate merci per un valore totale di 20,2 miliardi di dinari, mentre nei primi quattro mesi dell’anno corrente tale cifra raggiunge i 26,8 miliardi di dinari, cioè 6,6 miliardi in più. Per un importo quasi uguale è stato ridotto il valore delle merci importate. Nei primi quattro mesi del 1955 sono state .importate merci per un valore complessivo di 50,4 miliardi di dinari, mentre nello stesso periodo di quest’anno il valore dell’importazione' ammontava a 43,9 miliardi. Si tratta quindi di una riduzione del 14%. In sostanza il passivo che nei primi quattro mesi del 1955 era di 30,2 miliardi, quest’anno è stato NEL NOSTRO PAESE LA LEGISLAZIONE DEL LAVORO Circa 13 miliardi di dinari vengono spesi annualmente in Jugoslavia per l’aasisltenza agli invalidi del lavoro. Ciononostante, questa somma non è sufficiente in quanto la pensione media di invalidità si aggira sui 5.600 dinari mensili. Il numero degli invalidi è di circa 200.000, dei quali 170.000 fruiscono della pensiona Dato l’aumento annuo del numero degli invalidi, e anche qualora le uscite sociali venissero aumentate del 30 per cento (il che ancora non risolverebbe il problema degli invalidi del lavoro), i fondi verrebbero aggravati per oltre quattro miliardi di dinari annui. Con la legge del 1950 il diritto alla pensione di invalidità venne esteso a ibutiti gli operai ed impiegati la cui capacità lavorativa, sia generica che professionale, viene ridotta di circa il 33 per cento. Oltre ad assicurare a tali persone la rispettiva pensione, la comunità ha il compito di assicurare loro un lavoro su quello stesso posto in cui erano precedentemente impiegate, con un orario di lavoro ridotto op- :ano w ------- • - pure* 1 una occupazione corrisponden- Una simile assistenza agli invalidi del lavoro, che trova una giustifi- cazione economica, sociale ed etica, e che si applica in tutti i paesi nei quali vige un sistema progredito di assicurazione sociale, veniva attuata iin Jugoslavia soltanto parzialmente. Infatti, sinora l’assistenza a-gli invalidi del lavoro'si limitava, .in linea di massima, agli accertamenti e alla corresponsione dell'in-dennità e della pensione di invalidità. Non esisteva un servizio organizzato per curare i problemi della riabilitazione e dell’oc,cupazione degli invalidi. Perciò alla consultazione dei rappresentanti di tutte le repubbliche', ohe ha avuto luogo recentemente presso l’Istituto Federale per rassicurazione sociale a Belgrado, è stato deciso che in tutte lei repubbliche, rispettivamente presso (tutti gli istituti regionali e provinciali per rassicurazione so ■ ciale, vengano istituiti speciali servizi con il compito di attuare in forma completa l’assistenza agli invalidi del lavoro, sia per quanto ruguarda il lato materiale ohe la riabilitazione: professionale e fisica, l’occupazione e la protezione nei rapporti di lavoro. Un’inchièsta sull’abilitazione e i’occupazione degli invalidi del lavoro, condotta negli ultimi due an- ni in Serbia, Bosnia ed Erzegovina (le due repubbliche con il maggior numero di invalidi) ha constatato che la maggior parte delle imprese, ha proceduto singolarmente alla riabilitazione dei propri operai, infortunati sul lavoro, anche se in molti casi sarebbe1 stata necessaria una riabilitazione fisica e professionale fatta negli appositi centri che già da pareecchio tempo funzionano a Belgrado, Banja Luka, Laško e Zagabria. Altri, due centri ■sono in fase di costruzione a Sarajevo, per la Bosnia ed Erzegovina, e a Skopje per la Macedonia. Con una buona organizzazione del servizio di assistenza agli invalidi del lavoro si spera dii ridurre il nume#b degli inabili di circa 4o5 mila unità su 30 mila persone, che ogni anno vengono ad aumentare la fitta schiera degli invalidi del lavoro. 11 valore del contributo ohe ognuno di quèstii lavoratori riabilitati darebbe alla comunità ammonterebbe circa 150 mila dinari annui, cioè la metà1 di quello di ■un lavoratore normale. Accanto al proprio salario gli invalidi riceve,. rebbero1 la pensione di invalidità, per oui anche il lato materiale» della loro esistenza sarebbe garantito. esportazioni importazioni ridotto a 17,1 miliardi e precisa-mente del 43%. Si tratta di una riduzione sensibile che non può non destare soddisfazione. Comunque il passivo esiste tuttora e ciò ci sprona a perseverare sulla via intrapresa, particolarmente su quella che tende ad un aumento del valore delle merci esportate. Nel mese di aprile il contingente di merci esportate ammontava a un valore di 7,6 miliardi, cioè di due miliardi in più del mese di aprile delle scorso anno. Il valore delle merci importate, ammontante a 9,9 miliardi di dinari, è stato di 5 miliardi inferiore a quello dell’aprile dello scorso anno, quando è stato registrato il massimo volume mensile delle importazioni. Per i nostri traffici commerciali è significativo il loro aumento con i paesi dell’America latina, dell’Asia e dell’Africa. Più della metà degli aumenti avutisi nei primi quattro mesi di quest’anno sono dovuti ai traffici con questi paesi, I nuovi accordi commerciali, conclusi recentemente, aprono inoltre nuove possibilità per l’ulteriore sviluppo del nostro commercio di esportazione. Particolarmente significativo è il fatto che gli aumenti sono dovuti a una maggiore esportazione dei beni strumentali mentre ad una contrazione delle importazioni degli stessi beni sono dovute le riduzioni registrate nel campo delle impor-tizioni, rimaste sullo stesso piano, o loggermente aumentate, per quanto riguarda il materiale di riproduzione. Si è conclusa intanto la riorganizzazione delle imprese commerciali autorizzate a svolgere il commercio con l’estero. Il loro numero ammontante a 559 è stato ridotto, dopo la revisione delle registrazioni, a 338. Tale sensibile riduzione è dovuta principalmente al fatto che parecchie aziende precedentemente registrate non disponevano di personale preparato a svolgere questa delicata mansione. Da questa impreparazione sono derivati danni sensibili, sia economici che di prestigio, ai nostri rapporti economici con le nazioni estere. In occasione della revisione delle registrazione di aziende esportatrici, accanto alla preparazione tecnica del personale, è stata esaminata anche la ragione economica dell’esistenza di tante aziende. Difatti succedeva spesso che sul mercato di una nazione apparivano contemporaneamente più aziende nazionali offrenti lo stesso prodotto e all’estero iniziavano la concorrenza tra di loro, concorrenza al ribasso s’intende, mentre entro i confini nazionali tutte queste aziende si basavano, ciascuna per se, sull’intera produzione nazionale del determinato prodotto per cui anche qui si accendeva tra di loro una concorrenza, senza risparmio di mezzi, però al rialzo. Quindi anche da questo lato la riduzione nel numero delle aziende autorizzate a svolgere il commercio estero appare giustificata. Prezzo din 10 lire 20 ABBONAMENTI: Annuo din. 420, semestrale din 220, trimestrale din. 110. Spedizione in c. e. p. ★ 7 GIORNI COMMERCI E DISTENSIONE Si è conclusa sabato scorso negli Stati Uniti la settimana del commercio mondiale. Il presidente Eisenhower ha invitato tutti gli uomini d’affari americani ad associarsi alle manifestazioni poiché — egli ha détto — di commercio intemazionale, i viaggi e gli investimenti, hanno sostanzialmente contribuito alla stabilità della situazione nel mondo. Contemporaneamente a Washington esperti britannici e statunitensi hanno proseguito i colloqui per rallentamento dell’embargo imposto sulle esportazioni nella repubblica popolare cinese il cui governo sempre la scorsa settimana, ha avuto un nuovo riconoscimento, quello dell’Egitto. I britannici chiedono che la lista delle merci proibite venga almeno adeguata a quella due volte inferiore stabilita peile esportazioni nell’Unione Sovietica e nei paesi dell’Europa orientale. Gli embarghi stanno effettivamente diventando un ostacolo molto serio non solo al commercio ma allo sviluppo stesso dei rapporti internazionali. La loro abolizione o almeno una loro attenuazione sono chiesti un pò da tutti. Londra ha ricevuto ad esempio da Pechino un’ordinazione di un milione 400 mila trattori per un valore di 600 milioni dii sterline da consegnarsi in 12 anni. L’Italia intende inviare una missione economico-commereiale nella repubblica popolare cinese, Bonn chiede nuovi mercati per le sue fiorenti indùstrie, l’Olanda e il Belgio altrettanto. L’embargo in sostanza colpisce più l’Europa che la stessa America. I paesi maggiormente sviluppati si trovano pres’socchè in una situazione di crisi di sovrapproduzione. Prendiamo soltanto l’industria automobilistica. La saturazione del mercato interno statunitense ha provocato una riduzione della produzione automobilistica del 26 per cento. Abbiamo preso ad esempio l’indut strìa automobilistica, ma avremmo potuto parlare anche di altri rami industriali e della stessa agricoltura. Il continuo ininterrotto sviluppo delle forze materiali di produzione, facilitato dai processi di automazione, pone tutta una sèrie di problemi che influiscono in modo considerevole sullo sviluppo generale dei rapporti internazionali con inevitabili conseguenze politiche. Dal resto non è forste l’economia madre della politica? L’abolizione degli embarghi, l’aumento del commercio fra Est e O-vest, l’aiuto ai paesi arretrati con fondi internazionali realizzati con i risparmi ottenuti con il disarmo, l’intervento dello stato in collaborazione con i lavoratori per regolare la .produzione in modo che l’auito-mazione contribuisca effettivamente ad elevare il tenore di vita dei popoli — ecco le soluzioni attorno alle quali l’umanità vorrebbe veder raccolti gli uomini della politica e dellleconomia di tutti i paes'i. Sono questi in sostanza oggi i veri problemi del mondo e su questi dovrebbe concentrarsi l’attenzione di tutti. Invece purtroppo non è ancora così. La diffidenza e la sfiducia residui soprastrutturali della guerra, fredda ostacolano ancora il processo di eliminazione dei residui strutturali di quel periodo. La Gran, Bretagna stenta a creare nuovi rapporti a Cipro, Singapore, Aden perchè dice di non poter abbandonare i propri intenessi strategici. E a Cipro intanto si combatte e a Singapore la situazione è peggiorata. Anche in Algeria si combatte, e anche in Francia i colonialisti pur avendo sempre meno voce in capitolo, giustificano con interessi strategici ed economici la propria inettitudine a trovare ai problemi economici soluzioni diverse da quelle coloniali. A Washington il presidente indonesiano Soekamo è stato accolto con i massimi onori, pur avendo chiesto l’appoggio per la liberazione della Guinea dal gioco coloniale o-landese e pur essendosi opposto con la massima energia alla concessione di aiuti legati a condizioni politiche. Ma il «New York Times» si è chiesto: «Come conciliare le tradizioni anti-colonialiste degli Stati Uniti con i loro interessi strategici?» E Sempre per questi interessi a Bikini è stata fatta esplodere una nuova H. A Osaka in Giappone la popolazione è stata avvertita a non nutrirsi di frutta e ortaggi perchè le culture sono state colpite dalle radiazioni. li capitano di un peschereccio nipponico, pur trovandosi la sua nave, lontana dalla zona di pencolio stabilito dagli espèrti americani, presenta gravi sintomi di affezione atomica. L’ultima esplosione termo-nucleairte non; ha per nulla mutato desistente equilibrio degli armamenti nel mondo. La bomba all’idrogeno non è una ama è soltanto uno strumento di suicidio. No, tutto questo non e necessario aH'umaniAà. Ciò che è necessario è che tutto quanto è di freno e di ostacolo all’ulteriore sviluppo pacifico venga eliminato e che vengano sfruttate al massimo le possibilità di pacificazione già offerte dalla situazione odierna. E.’, per questo che le notizie di una mediazione nel conflitto algerino, che le voci di una eventuale ripresa dei colloqui tra Makarios e i Britannici, che le conversazioni svolte a Mosca, e a Praga dagli uomini di stato francesi, che l’annunciano di una visita delle massime personalità mi-Hitari statunitensi nell’Unione Sovietica confortano e incoraggiano. / DA POLA MISURE PREVENTIVE contro la criminalità economica POLA, maggio — Il consiglio dei produttori per il distretto di Pola ha votato in questi giorni una mozione che sì riferisce alla criminalità economica, o più precisa-mente alle misure preventive da intraprendere in questo campo. L’essenza intima di queste misure non è quella di farsi che non rimangano impunite varie persone che compiono degli atti in aperto contrasto con le vigenti disposizioni di legge. Essa risiede invece nella lodevolissima intenzione di ridurre ai minimi termini questo fenomeno negativo manifestatosi per ovvie ragioni nella fase attuale del nostro sviluppo. Ed è attraverso questo prisma che le misure di cui parleremo in seguito vanno intese, interpretate ed applicate. Per prima cosa nelle sezioni economiche deli CP comunali e distrettuale si istituirà un’evidenza dei quadri dirigenti dell’economia e di tutte quelle persone cui vengono affidati in custodia o in gestione diretta beni sociali. Qui sono compresi i direttori, i capi-contabili, i cassieri, gli economi, i magazzinieri e così via. In questa evidenza debbono zioni che riguardano tali persone, tenersi aggiornate tutte le varia-di modo da essere costantemente al corrente della situazione, in ogni suo minimo particolare. Ovviamente, le persone che hanno avuto a che fare con la giustizia non potranno ricoprire alcuna di queste cariche. E di ciò bisognerà tenere particolarmente conto, sia per sostituire quelle momentaneamente impiegate, sia nella assunzione di nuove. In questi ultimi casi, gli interessati per essere assunti al lavoro dovranno presentare la fedina penale pulita, altrimenti, non ci sarà niente da fare. Dei cassieri, economi, magazzinieri e così via, poi, si imposterà un’altra evidenza particolare: quella dei loro beni immobili, e dei loro averi in genere. Ciò sarà necessario poiché si pensa di far versare loro determinate cauzioni, oppure di far loro firmare ipoteche o cambiali in bianco, per consentire alle imprese che li assumono di porsi le spalle al muro: di essere al sicuro cioè, per ogni evenienza. Erroneamente, quando si parla di queste misure si pensa esclusivamente al commercio, credendo quasi che esse non si riferiscano ad altri settori economici. Invece esse vanno applicate a tutti i rami dell’economia (tome ad esempio nell’edilizia, nel traffico, ecc.). Ad ogni modo non bisogna circoscrivere quest’azione ad un raggio operativo troppo limitato. La stessa cosa che riguarda i quadri, i quali sono uno degli elementi essenziali nell’attività economica d’un’impre-sa può dirsi pure per le garanzie, solamente in altri termini. E’ un fatto che finora le garanzie venivano date un pò troppo facilmente da parte dei comitati popolari; d’ora in poi si dovrà andare con i piedi di piombo. Innanzitutto si esaminerà accuratamente la contabilità dell’impresa, per constatarne le redditività e la solvibilità. E solamente in caso assolutamente positivo si procederà di conseguenza. Altrimenti le garanzie non si concederanno: a scanso di sobbarcarsi poi l’onere dei crediti concessi ad organizzazioni economiche non in grado di far fronte ai propri obblighi. Quando poi si effettueranno inventari o regolari o improvvisi (quest’ultimo sistema dovrebbe essere praticato su più vasta scala che finora) non bisognerà più esitare se si riscontreranno eventuali differenze. Si dovrànno avvertire, invece, senza indugio, le competenti autorità giudiziarie, affinchè le cose vengano messe in chiaro al più presto, ed i responsabili vengano richiamati all’ordine e puniti. A questo proposito, bisognerà fare attenzione sopratutto alla contabilità. Con tutti i documenti contabili aggiornati, è difficile che ci siano malversazioni e, qualora si verifichino, si può scoprirle immediatamente. Purtroppo non tutte le aziende han-no la contabilità aggiornata, per varie e svariate ragioni. Una tra queste è che difettiamo di contabili professionalmente e moralmente idonei. E' numericamente parlando, poi, le cose non stanno meglio per niente. Questo fatto, come si sa, ha dato origine al lavoro ad onorario dei contabil che, giocoforza, non compiono bene e scrupolosamente il proprio dovere nè nell’impresa in cui sono occupati nè in quella dove lavorano ad onorario. E’ una prassi, questa, cui bisogna porre un freno. Perchè non e ammissibile che delle aziende (qui si tratta soprattutto di aziende non molto grandi), paghino delle somme profumate per non avere i documenti in regola, come del resto avviene con le imprese da cui dipendono i contabili stessi. Una soluzione, comunque, può essere cercata e trovata: degli «Uffici contabili» specializzati, i quali tengano la contabilità delle aziende che non dispongano di quadri appositi. Naturalmente i comitati comunali, tramite i propri organi appositamente incaricati, dovrebbero svolgere una costante opera di controllo tecnico anche sul lavoro di questi «Uffici». Ecco, queste sarebbero alcune delle misure prospettate e votate dal consiglio dei produttori distrettuali. Se tutte le organizzazioni politiche e sociali e tutti i fattori operanti in seno alle nostre organizzazioni economiche si porranno indefessamente all’opera per tradurle in atto, i risultati non si faranno attendere di certo. Rimessa a nuovo, la trattoria «Gius terna» è sitata inauguarata domenica scorsa DA CAPODISTRIA NUOVI ASPETTI DELLA CITTA' IN TOMO MINORE II piano sociale di Buie BUIE, 25 maggio. — E’ in tono minore il piano sociale del comune di Buie per q.uesit’anno, quel piano che è attualmente nelle ultime fasi della sua gestazione, quasi pronto al varo. Ma s'e il tono è minore, non meno importanti sono i propositi ch’esso contiene, propositi indubbiamente più modesti che quelli degli anni passati e tuttavia tendenti allo stesso scopo, al potenziamento dell’economia comunale, accentuando ancor di più, anzi possiamo dire portandoli al limite quasi estremo, i metodi di risparmio e di mobilitazione tenace di tutte le risèrve esistenti nel comune stesso. Simili metodi sono imposti, oltre che dalle direttive generali contenute nel piano federale, anche dalla scarsità di mezzi dei quali il comune di Buie potrà disporre durante l’anno corrente, .per cui ogni dinaro si renderà prezioso. Tale risparmio si è manifestato anche nel bilancio che, ammontando a 97 milioni di dinari, è di circa 25—30% inferiore a quello avuto lo scorso anno dagli ex cinque comuni entrati a far parte e del comune attuale e dell’ex distretto per quelle voci ora di competenza del comune. La gran parte di questo bilancio, e precisamente 43 milioni, vanno a favore deU’educazione e delia cultura, per l’assistenza sociale si spenderanno 13 milioni e mezzo, per quella sanitaria 8 milioni e mezzo, per l’amministrazione 19 milioni, per gli affari comunali 6 milioni mentre le dotazioni alle associazioni ed agli enti a finanziamento autonomo ammontano a 3 milioni e mezzo di dinari. I fondi di riserva ammontano a circa 3 milioni. Con la ‘contrazione delle spese amministrative si potrà fare qualche cosa di più nel campo degli investimenti, e|d in special modo nel ramo comunale, oggi il più bisognoso. Con una cifra di 24 milioni di dinari s’intende procedere alla ricostruzione di una parte della rete elettrica e alla elettrificazione di alcuni villaggi, nonché per completare la costruzione dell’edificio scolastico di Poropati, il nuovo macello cittadino di Buie ed una palestra ginnica ed altri lavori di questo genere. Il fondo alloggi che si forma presso il comune con i contribuiti delle aziende ammonterà a circa 12 milioni di dinari, con i quali si procederà all’ulteriore edificazione degli stabili nel capoluo- go. Il fondo stradale, previsto nel-l’imporito di 1,750.000 dinari, sarà adibito allo scopo per il quale è stato costruito e precisamente per la manutenzione delle strade di II grado e di quelle comunali. L’agricoltura, che fra l’altro darà il maggior contributo alle entrate del comune, con un importo di 34 milioni di dinari, riceverà i mezzi per il suo progresso dall’apposito fondo costituito aitale scopo presso il distretto di Pola, oltre che dai fondi che si formano presso le singole cooperative: II comune, poi, jntende concorrere ai crediti distrettuali, repubblicani e federali per devolverli ai lavori di bonifica della Valle del Quieto, che dovrebbero raggiungere, semprechè si vinca al concorso, la strada di Porta Porton. Oltre al comune, anche altre ditte buiesi intendono partecipare a concorsi per la concessione di crediti da usarsi per il miglioramento delle attrezzature interne. La «Kamenolom» ha invece attenuto un credito di 24 milioni di dinari che la stessa impiegerà per l’acquisto di alcuni nuovi impianti per la cave di Canegra e Marušiči, onde estendere la produzione delle stesse. Infine è stato assicurato il credito per completare i lavori alla erigenda fabbrica di latticini e latteria di Buie. CAPODISTRIA, 24 maggio. — Capodistria non è una località turistica benché ciò sia nei voti delle sue autorità e della sua cittadinanza. Non lo è sopratutito perchè oggi manca ancora del necessario spazio alberghiero. A nostro modo di vedere, potenziare tale .spazio, oltre a quello che sono le normali esigenze di un turismo di transito, sarebbe fatica sprecata, data la mancanza di spiaggie balneari in loco e dato l’indirizzo industriale ass.unto dalla sua economia. Comunque Capodistria è una località con un fortissimo transito di turisti e meta frequente dei gitanti provenienti sia dall’interno che da Trieste.. Inoltre la vicinanza di Ancarano e di Portoros'e la fanno meta anche di turisti stranieri che vengono a visitare i suoi monumenti storici e, molto spesso, anche a fare acquisiti. Da qui deriva la necessità di migliorare costantemente quella parte delle sue attrezzature che con questa specie di turismo hanno contatto immediato. Negli ultimi tempi molto è sitato fatto in questo senso con tutta una serie di lavori minuti, che sfuggono aH’at'tenzione di un osservatore superficiale, ma che nel loro insieme danno un volto quasi diverso alla cittadina. Immaginiamoci di fare una passeggiata nel pomeriggio di una di queste domeniche primaverili, per vedere assieme quanto a Capodi-sltria è stato fatto, negli ultimi due mesi, per renderla più bella e più accogliente non solo per i turisti ma anche per suoi cittadini. Già al bivio di San Canziano vi accoglieranno le allegre note di un’orchestrina provenienti dal rinnovato giardino di quell’osteria. E’ un locale che effettivamente si presenta bene, addettissimo alla scampagnata domenicale e ai It-ra-dizio-nali quattro salti all’aperto. Nulla quindi di strano se dinanzi allo stesso vedrette fermare macchine e autopullman con tutte le targhe. Proseguendo vemo Capodistria, vedrete il nuovo stabile della Istra-Benz al quale si stanno dando gli ultimi tocchi. Diremo sinceramente che la sua impostazione architettonica non ci piace. E’ più adatta ad una chiesa che ad un distributore di benzina, con annesso magazzino. Tale magazzino, poi, dal punto di vista estetico, si trova in una posizione un pò infelice. Di fronte c’è la trattoria «Allo Stadio». Fino a qualche giorno fa si trattava della più comune e famosa bettola, cosa che si potrebbe anche tollerare se questa trattoria si trovasse in una posizione diversa da quella che ha. Comunque, è stata chiusa per procedere ai lavori di restauro e speriamo che questi non si fermino alla comune intonacatura delle pareti. Dovrebbe, particolarmente, ess'ere rinnovato il giardino antistante tale trattoria. Le novità maggiori le abbiamo in riva. Nello stabile nuovo è sitata aperta la pasticceria, gestita dal «Triglav», che è allestita veramente con buon gusto e modernamente. Accanto alla stessa è stato aperto un modernissimo salone da barbiere e parucchiere. Bisognerebbe comunque provvedere all’asfaltatu-ra del1 marciapiede dinanzi a questo stabile, poiché abbiamo potuto notare che la gente evita quella specie di pietrisco con il quale è attualmente ricoperto e .scende sulla strada con il pericolo di qualche incidente, data l’intensità del traffico in questo punto. Dalla riva è scomparsa la giallognola illuminazione da angiporto, sostituita da quella proveniente da una ventina di pilastri dotati di sei quadri al neon. La stazione autocorriere. ha avuto una soluzione di compremesso, spostando gli arrivi e le partenze degli autobus sulle linee locali al di là della Capitaneria di porto e lasciando quelli del gran turismo al posto attuale. Dalla stazione è Stato spostata la rivendita di tabacchi in un chiosco situato al centro del pacchetto sulla riva. In progetto è anche lo spostamento del bar, di modo che nello stabile della stazione troverebbero posto solamente i servizi inerenti al traffico. Riteniamo in primo luogo che dovrebbero essere sistemati diversamente gli sportelli per la vendita dei biglietti con banchi e «portelli aperti, divisi da vetri. Così come sono, sembrano delle piccionaie, dinanzi alle quali le persone sono costrette a piegare la schiena per farsi sentire dall’impiegato. Infine qualche abbellimento lo hanno subito anche le strade eapo-distriane e in moltissimi luoghi abbiamo visto apparire la ghiaia che dà un aspetto piu decoroso a molti siti della città. mb DIECIMILA “ARAN„ alla “Torpedo,, di Fiume E’ stata una triplice festa quella che ha fatto interrompere per qualche ore il lavoro agli operai Croati ed Italiani della fabbrica «Torpedo» di Fiume il 25 maggio. Celebrando il 64.mo compleanno del Maresciallo Tito, il collettivo ha festeggiato la produzione del decimillesimo motore Diesel «Aran» uscito finora dalla fabbrica e l’inizio della produzione in serie di nuovi tipi di motori di maggiore potenza: «Aran-502», «Aran-503» e «Aran-504». Queste tre cifre esprimono simbolicamente l’inizio di una nuova tappa di sviluppo di quella fabbrica che, fra le due ultime guerre, si rese famosa per la sua produzione di siluri. I motori «Aran» affermatisi sul mercato nazionale, non tarderanno a a comparire anche all’estero. Alla fine di maggio correrà il primo treno elettrico sulla linea Fiume—Drivenik. E’ compiuta la terza tappa dell’elettrificazione, iniziata nel 1953, della ferrovia per Zagabria. Prima del viaggio inaugurale, due elettrolocomotori hanno percorso i primi quaranta chi- L'AUTOSTRADA FIUME-POLA in fase di ultimazione Tra breve il percorso Pola—Fiume verrà portato da 108 a 103 chilometri, verrà cioè ridotto di 5 km. E’ infatti prevista per i primi d’agosto la riapertura al traffico del nuovo tronco, della «litoranea adriatica» (che inizia a Ragusa per concludersi a Pola), quello che da Vozilići conduce ad Albona. La vecchia strada è stata abbandonata per seguire un tracciato nuovo. Essa è $tata costruita secondo gli ultimi dettami della tecnica, che la rendono una arteria dii I categoria. La Vozilići—Albona, lunga circa 9 chilometri, è stata in gran parte ultimata. Per l’ultima fase dei lavori sono .stati stanziati 135 milioni di dinari, tratti da vari fondi. Ou&Or £ ^ $> POLA — In onore del 64. esimo compleanno del Maresciallo Tito, il Club Pola ha organizzato domenica scorsa, nella sede del CPD, una competizione per dattilografe. Alla gara erano ammessi soltanto dattilografe e dattilo-grafi che scrivonocon tutte e dieci le dita. In tutto si sono iscriti 10 concorrenti, tre dei quali non si sono presentati per malattia. La prima categoria ha visto vincitrice Milka Calovič, impiegata della «Istarski rudnici», cui è andato il premio di dinari 2000. Dei due uomini in gara, in tutte le categorie, Milos Gomestar si è piazzato primo nella seconda categoria. A lui è stato assegnato il premio di dinari 1300. Paesaggio istriano Il Comitato Popolare del Comune di Pola ha deciso di mettere in vendita 34 case di abitazione di proprietà sociale. La vendita, che verrà effettuata mediante asta pubblica, avrà inizio nei prossimi giorni, quando cioè sull’albo del Comune si esporrà l’elenco delle case che potranno essere acquistate sia da singoli che da collettivi di lavoro e cooperative. * BAGNOLE — Nella bellissima pineta di Bagnole, nei pressi di Pola, sono accampate attualmente alcune centinaia di giovani premilitari. Essi si trattengono in questa località per 15 giorni, durante i quali alternano le istruzioni a varie manifestazioni di carattere culturale. * PARENZO — Il giorno 10 del prossimo mese vedrà a Parenzo una simpatica Rassegna: quella delle bande d’ottoni dellTstria. Prenderanno parte alla manifestazione dieci complessi bandistici fra 1 quali quelli di Pola, Parenzo, Umago, Rovigno e Albona. * KRALJEVICA — Nella tonnara di Bakarac sono stati pescati i primi tonni della stagione per la gioia dei pescatori della Cooperativa agricola di Kraljevica. Finora ne sono stati pescati una cinquantina ed è a causa dell’instabilità del tempo che la pesca non è maggiore. Numerosi branchi di tonni sono stati avvistati però dai pescatori dell’Adriatico settentrionale, per cui si crede che prossimamente la pesca darà migliori risultati. I lavori in corso concluderanno l’opera di rinnovamento dell’autostrada Fiume—Pola. In precedenza era stato costruito il tronco Draga di Moschiena—Bersezio; poi s’e-ra .rinnovato il manto stradale delie sezioni Zagorje—Fianona e Fia-nona—Vozilići. Ora, con la Vozilići-Albona, l’autostrada sarà ultimata. Ciò avrà una favorevole ripercussione sia sullo sviluppo del turismo. che sul miglioramento dei co-legamemti tra te varie località istriane e lìinltemo del paese. Il traffico verrà facilitato e ne trarrà utile l’industria, particolarmente quella carbonifera del bacino dell’Arsia, Tuttavia per migliorare notevolmente la rete .stradale istriana si dovrebbero asfaltare i tratti Buie— Umago (12 chilometri), Rovigno— Sosicd (12 km) e Vozilići—Chersa-no—Pisino. La costruzione di quest-’ ultimo tratto, di particolare interesse ai fini di un migliore collegamento tra Pisino, Fiume e Pola è previsto nel piano decennale per le strade della Croazia. Le strade .Umago-—Buie e Vozilići—-Pisino dovranno invece attendere in quanto, considerate di minore importanza, non sono state prese per il momento in considerazione. La spesa si aggirerebbe sui 330 milioni di dinari. DIFESA DEL LAVORO A POLA Promossa dal Consiglio per il lavora del CPD di Polla, avrà inizio una vasta azione per la difesa del lavoro cui dovrebbero partecipare numerosi enti, aziende ed istituzioni. Al miglioramento della difesa i-gienico-tecnica del lavoro viene, dedicata particolare attenzione e la società vi devolve notevoli somme. I progressi compiuti sono evidenti, ma tuttavia sussistono ancora deficienze che vanno eliminate. Durante il 1955 furono registrati nel distretto di Pala 3572 casi di infortunio, di cui 35 gravi e 7 mortali. Malgrado si sia trattato nella maggior parte dei casi dii infortuni di lieve entità, ciò non esclude che tale stato di cose — determinato in parte dall’insufficienza delle misure iprattetive — abbia arrecato danni sensibili alle organizzazioni economiche. A parte gli 8,500.000 dinari corrisposti dalle imprese per i primi 7 giorni di infortunio ai dipendenti, l’Istituto delle Assicurazioni Sociali ha dovuto corrispondere ima somma che si aggira sui 9 milioni di dinari. Inoltre la produzione è stata privata di ben 51.046 giornate lavorative, cioè circa 14 par ogni infortunato. Peggiore è la situazione per ciò che concerne le assenze dovute a malattia. Durante lo scorso anno sono andate perse per malattia oltre mezzo milione di giornate: 159,483 a carico delle imprese e 341.837 a carico dell’IAS. Tradotte •in dinari questa cifre fanno la bella somma di 150 milioni, ai quali va quindi aggiunto il mancato realizzo della produzione. Ora, è ovvio che una buona parte .di queste assenze si sarebbe potuta avltare con un impiego più razionale ed efficace dei mezzi) di difesa tecnico-igienica del lavoro. Si rende pertanto necessario un più diretto controllo delle varie organizzazioni cittadine. I -sindacati e la Lega dei comunisti hanno deciso di impegnarsi a fondo nelle azioni propagandistiche ed educative che saranno intraprese per migliorare lo stato delle cose. Anche per quanto’ concerne à diritti .e i doveri dei lavoratori è stato deciso che venga svolta opera esplicativa al fine di ovviare agli abusi e alle irregolarità. La cronaca ha registrato nello scorso anno per il distretto di Pola ben- 1035 -irregolarità. Si tratta sopratutto di (licenziamenti arbitrari, di mancati pagamenti delle ferie annuali non godute .per ragioni di servizio, decurtazione abusiva delle paghe e altri aspetti minori. Se è vero che buona parte di quelli abusi è stata poi regolata, è anche vero che i responsabili non sono stati ufficien-te-men-te puniti. C’è poi che, in seguito ad irregolarità del genere, anche i rapporti in. seno alle aziende rischiano di essere messi a dura prova. Per tutte queste considerazioni, l’inltervenlto del Consiglio per il lavoro del CPD di Pola va plaudito ed appoggiato. lometri elettrificati della ferrovia nella giornata del compleanno di Tito. * Si compiono due anni dal giorno in cui una nave jugoslava apriva ufficialmente la linea di navigazione per i Paesi dell’Estremo Oriente. In questo anniversario si è avuta una novità. La motonave «Bosna» ha inaugurato una linea speciale per l’India e la Birmania. La navi della «Jugolinija», a cominciare da questo mese, partiranno ogni 15 giorni dal porto di Fiume dirette a Rangoon ed Hong-Kong. Questa linea marittima stabile viene a riallacciare una vecchia tradizione. Già prima della Prima guerra mondiale navi del «Lloyd triestino» e di una Società fiumana mantenevano una linea regolare per l’Estremo Arlente. Relazioni con quei Paesi lontani furono mantenute anche 90 anni or sono, nell’epoca dei velieri ragusei, lussignani e fiumani che aggiravano il Capo di Buona Speranza prima dell’apertura del Carnale di Suez. Sulla linea per l’Estremo Oriente la navi jugoslave toccano i porti d’Italia, Cipro, Siria, Egitto, Sudan, Arabia Saudita, Etiopia, India, Ceylon, Birmania, Malesia ed Indonesia. Navigheranno, oltre al «Bosna» che insieme al «Rog» è la maggiore nave mercantile jugoslava, anche 1 mercantili «Dinara», «Romanija», «Avala», «Učka», «Triglav», «Velebit» e «Lovčen». * La Cartiera di Fiume, sulle sponde della «Rjecina», compie questo anno 135 anni di vita. L’anno scorso la produzione ha raggiunto le 4141 tonnellate di carta. La Cartiera fiumana è specializzata per le sue cartine da sigarette che si esportano in quasi tutti i paesi del mondo. Soltanto l’URSS ne ha acquistato, nel 1955, 703 tonnellate. La fabbrica impiega 714 operai ed operaie. G. S. Leggete e diffondete La Hastea Latta PARENZO — La sezione filo-drammatica della «Vladimir Nazor» di Parenzo ha presentato recentemente a Torre la commedia di De Benedetti «Due dozzine di rose scarlatte». I giovani (alunni della scuola media agricola di Parenzo) presenteranno la stessa commedia anche in altri località di Parenzo e Visignano. DAL TRIBUNALE Lidia Vitasović, di Ppla, è stata condannata dal Tribunale locale per Tammanco verificatosi presso la «Au-tosaobračaj». Da un controllo della vendita dei biglietti risultò una differenza di dinari 82.710. Riconosciuta colpevole, la Vitasović è stata condannata alla pena pecunaria di dinari 15.000 e al rimborso dell’importo mancante. * Il 47.enne Grgo Damljanović di Gia-dreschl (presso Pola) è stato condannato a 4 mesi di prigione per aver cacciato le lepri con le trappole. Al processo è stato constatato che il Da-mijanović aveva preso per lo meno 8 lepri ed un coniglio. Il Tribunale l’ha condannato pertanto alla pena suddetta e al pagamento di 890 dinari. • E’ stata processata recentemente a Fiume una giovane impiegata dell’agenzia turistica «Putnlk», Cesarina Kudlicka. La Kudlicka aveva preso una brutta abitudine: anziché consegnare le lettere al singoli Impiegati responsabili, le poneva in un cassetto ad ammuffire; la stessa fine face-cano alcune lettere da spedire all’estero. Cosi, per esempio, una lettera dell’Istituto Geografico di Zagabria, riguardante la prenotazione di stanze d’albergo per cinquanta persone, fu messa nel fatidico cassetto. La stessa sorte toccò ad una lettera Inviata dall’agenzia «Adria» di Vienna, riguardante la prenotazione di stanze d’albergo a Lussinpiccolo. SI calcola che a causa della negligenza della poco scrupolosa impiegata, si siano avuti danni per un ammontare di 168 mila dinari. L’imputata è stata condannata alla pena pecunaria di dinari 15.000, mentre l’agenzia «Putnlk» è stata invitata a rivolgersi al Tribunale di parte civile per far valere i propri diritti circa i danni provocati dall’impiega-ta. Programmi radio RADIO CAPODISTRIA MARTEDÌ’, 29 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Ritratti musicali: Bedrich Smetana — 16.45: Melodie con l’ottetto Borut Lesjak — 17: Nostro paese — 17.15: Palcoscenico musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15 Nel ritmo con il quartetto Dave Brubeck — 22.30: Notiziario — 22.45: Melodie serali — 22.15: Musica da bal'o — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. MERCOLEDÌ’, 30 — Ore 6: Musica del mattino — 8.15: Notiziario — 11: L’angolo del ragazzi — 12.10 Canzoni triestine e friulane — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 12.45: Musica leggera e annunci — 13: Friedrich von Flotow: Selezione dell’opera «Marta» — 16: Ritmi e canzoni — 15.20: Radioscena — 17: Mosaico musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Gli stilisti del dixlland; suonano: Pete Daily, Armando Hugh, Eddie Miller, Marvin Aeh e Ray Baduc — 22.30: Notiziario — 22.45: Bachiana notturna: concerto per clavicembalo e archi in Re minore — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. GIOVEDÌ’, 31 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Melodie divertenti con l’orchestra Morton Gould — 16.20: Concerto del giovedì — 17: Dal mondo del lavoro — 17.15: Cantano Bing Crosby e Frank Sinatra — 17.40: Notiziario — 17.55 intermezzo musicale — 22.15: Suona il sestetto Benny Goodman — 22. 30: Notiziario — 22.45: Invito al valzer, suona l’orchestra André Ko-stelanetz — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. VENERDÌ’, 1 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Arie, duetti e cori in microsolco — 17: Corrispondenza — 17.10: Finestra musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Ritmi e canzoni— 22.30: Notiziario — 22.45: Concerto da camera del quintetto d’archi della Radio di Zagabria — 23.22: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. SABATO, 2 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Canzoni di tutti 1 giorni — 16.30: Gioielli musicali — 17: La comune — 17.20: «Le allegrie di Parigi», balletto di Jacques Offenbach — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Suona per voi Arthur Smith con la sua chitarra — 22.30: Notiziario — 22.45: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. CICLI MARCON — Trieste via della Pietà 3 8 Biciclette da L. 7.600 in poi Ciclomotori da L. 45.000 Vendite rateali — Visitateci! MAGAZZINI FELICE — TRIESTE via Carducci 41 Grande assortimento vestiti da lavoro, camice, maglierie, giacche, calzoni. £ Merce di primissima qualità ai prezzi più bassi di Trieste. ! duanda venite a fiteste, net tfasica interesse Visitate it MAGAZZINO STOFFE INGLESI Vendite all’jingrosso e al minuto di stoffe originali inglesi e nazionali per uomo e donna, ai prezzi piu’ bassi, giù da 1.090 lire in poi MAGAZZINO: TRIESTE, VIA S. NICOLO'22 TEL. 31-138 Ritagliate I’ avviso, vale per uno soonto speciale! LA CAVIA IIMAMA L’autore di questo scritto non è nuovo ai nostri lettori. Due anni la un nostro corrispond ente riferiva in un ampio «servizio» le vioissitudini in terra jug ostava del dottor Antonio Lanza, attualmente tenente colonnello medico in servizio attivo in una ospedale di Lubiana dell’ÄPJ. Prima di essere avviato sul fronte balcanico, dove doveva unirsi ai partigiani jugoslavi, il dott. Lanza era stato 4 anni in Africa. Dei suoi ricordi africani sono tolte le rievocazioni che qui pubblichiamo. Dopo due anni e più di vita nomade, durante i quali ben di rado rimasi più di due giorni in uno stesso .luogo e non dormii mai su di un letto docente, mi fu concesso di riposare. A tale scopo mi fu affidata la direzione dell’ospedale indigo-* oo di un grande centro eritreo. Il luogo di cura era situato su di una piccola collina che si ergeva accanto alla strada maestra ed aveva otto o nove padiglioni nei quali erano collocati i vari reparti, e che allora accoglievano alcuno centinaia di malati o feriti. Io non *ero soltanto il direttore di tale ospedale: ero pure l’unico medico al quale veniva affidata la cura dei degenti, in massima parte militari. Dall’altro lato della > strada era situato l’ospedale civile degli europei, fornito di specialisti per ogni reparto. Molto di rado ricorrevo ad essi per le specialità minori, ma non potevo fare altrettanto per i casi chirurgici. Per tutti gli interventi del genere mi servivo dell’ospedale dei bianchi ed inviavo di tanto in tanto il capo-reparto chirurgico perchè venisse a visitare i miei pazienti. Fu proprio il giorno in cui presi in consegna l’ospedale che, recandomi da un ammalato all’altro, conobbi Geremarian Uoldegeorges. Era costui un giovane militare eritreo, forse sui diciotto anni, smilzo, simpatico, intelligente. Quando gli fui vicino mi disse di essere stato ferito quindici giorni prima, in un combattimento, nei pressi di Vogdjè — Gabriel. Aveva due piccole ferite a destra ed a sinistra del capo, un pò al di sopra delle orecchie, rimaste a testimoniare il percorso del proiettile che gli aveva attraversato il cranio. Guardai le due crostioine asciutte che attestavano la possibilità di guarigione senza complicazioni, moravi gliond orni che il ferito fosse rimasto in vita e sedesse ora sul letto come se nulla fosse accaduto. Feci per proseguire oltre, ma il ragazzo, con un moto strano, mi prese e mi trattenne con una mano, poi, palpandomi con l’altra le spalle ed il viso, mi disse: «Hakim, posso avere la speranza di guarire?». «Oh, — risposi — le tue ferite sono già guarite e non potevi sperare di meglio . . .» Soltanto allora, nel guardarlo, coinpresi perchè il capo di lui non si era girato verso di me nel rivolgermi la parola, perchè le sue mani si muovevano a tentoni, perchè gli occhi erano così sbarrati ed avessero una fissità immobile. Il povero Geremarian era cieco. * Ogni mattina «1 ragazzo si faceva accompagnare da un convalescente sino alla mia abitazione, distante un centinaio di metri dall’ospedale. Si sedeva sui gradini d’accesso alla piccola villetta e cominciava a discorrere con me. Mentre mi lavavo, ascoltavo le sue parole e gli rispondevo. Poi, terminate le abluzioni mattutine, mi sedevo accanto a lui a fumare una sigaretta. «Mio hakim — egli diceva — è cosi strano non sapere, non vedere con i propri occhi se è notte o giorno. Per me è sempre notte. Eppure, anche se non vedo nessuno, io vedo tutti e tutto. Ti vedo attraverso le tue parole, ti vedo attraverso il contatto con te, quando ti tocco. Mio padre comperò un cavallo alcuni anni fa. Questo cavallo, dicevano, era cattivo. Io lo montai una volta. Mentre ero sulla sua groppa e stringevo le ginocchia sui suoi fianchi — sai, noi non usiamo la sella come voi europei — mentre lo tenevo con tutte e due le mani per la criniera, egli tremava, si agitava, non stava fermo un solo momento, non voleva camminare. Invece quando gli saltò in groppa mio padre era fermo, sicuro e faceva tutto quello che papà desiderava. Lo sai perchè? Perchè lui vedeva che io avevo paura. Lo vedeva senza guardare, cosi come vedo io adesso senza vedere. Ed è proprio per questo che io so che mi sei amico . . .» «Oh, Geremarian, — feci io — non ci vuol molto per esserti amico. Chiunque vorrebbe aiutarti nella tua disgrazia ed essere buono con te . . .» LE IMPRONTE DIGITALI’ pratica che le norme americane in vigore prescrivono per chi voglia recarsi negli USA, manderanno a monte il viaggio in America dei veterani russi, protagonisti dellVm-cóntro sull’Elba» con le truppe statunitensi, di cui ricorre quest’anno l’undecimo anniversario. Il gruppo degli ex combattenti sovietici, che avrebbero dovuto partecipare alle celebrazioni, ha fatto sapere che non intende sottostare a quella formalità, definita «umiliante». 200 MILIONI DI DOLLARI, ossia 3 dollari e 30 cents (al cambio 3 mila dinari circa) per ogni voto, verranno spesi dai partit(i democratico e repubblicano degli Stati Uniti d’America per le prossime elezioni presidenziali. I repubblicani, cioè il partito dell’attuale Presidente, Eisenhower spenderanno però il doppio dei loro rivali democratici. «No, no, non è vero; — ribattè egli — io so che quell’altro hakim, quello che sta all’ospedale di giù, quello che taglia e che mi dicono porti sempre una camicia nera, quello so ohe non mi vuol bene . . .» «Vedi, — gli dicevo confortandolo, — a te sembra cosi solo perohè io capisco la tua lingua e perciò pensi che io ti sia più vicino. QueU’altro dottore è venuto giù da poco e perciò non vi conosce ancora bene . . .» «No, no — insisteva lui — io vedo meglio di te, perchè non vedo.» Indi taceva e col capo annuiva più volte come per far capire che egli sapeva, sapeva fin troppo. * I giorni trascorrevano lenti, uniformi ed io ero tutto preso dal lavoro che mi dava l’ospedale. Ogni mattina giungeva da me Geremarian a darmi il buongiorno poi, sedu:o sui gradini, attendeva che fossi pronto per ritornare insieme verso l’ospedale. II suo viso era senza espressione; la sua voce, quando parlava, aveva un accento accorato come se la vita non gli riserbasse più alcuna gioia. A volte mi parlava della madre, e lo faceva con lamentoso che credetti l’aves-•sì triste e lamentoso che credetti l’avesse perduta. Quando gli chiesi da quanto tempo era morta, mi rispose che era viva, ma che per lui era come se non lo fosse, tanto non avrebbe potuto vederla più. Un giorno sedevamo entrambi sugli scaleni della mia abitazione. Dopo aver -scambiato poche parole subentrò tra noi un momento di silenzio. Io pensavo ad un caso abbastanza grave del reparto «infettivi» e socchiudevo gli occhi perchè a pochi metri da noi un pezzo di vetro rifletteva nei miei occhi i raggi solari. Feci per alzarmi e scostarmi un pò, quando Geremarian disse: «Dimmi hakim: perchè io di tanto in tanto ho la sensazione di riconoscere il giorno dalla notte e qualche volta vedo come un lampo?» Poi riprese senza attendere la mia risposta: «Anche adesso vedo un lampo che appare e scompare se muovo il capo». Scattai in piedi, lo presi per mano e gli dissi: «Ferma il capo in quella direzione in cui vedi codesto tuo lampo e cerca, se ti è possibile, di andare verso la luce che vedi. Non aver paura, ti terrò per mano.» LI ragazzo si alzò lentamente con lo sguardo fisso- innanzi a sè, sbarrando smisuratamente gli occhi e, tenendo il capo un pò inclinato da una parte, si avviò stringendomi per mano. Senza tergiversare si diresse verso il pezzo di vetro che scintillava al sole. Fatti pochi passi si arrestò. «Che c’è? — gli chiesi — non vedi più la luce?» «No, — rispose — la vedo ancora, ma mi sono fermato per te. Tu hai paura, tu tremi 1» «Figlio mio, — ribattei confuso — di che dovrei avere paura? Sono sorpreso ed ho il cuora pieno cj4 gioia. Ecco tutto (Continua) A LANKA LUSSINO, ISOLA DEL SOLE Nadia Poderegin, giovane p romesSa del cinema jugoslavo LUSSINO, 26 — Cherso e Lussino sono un’ìsola sola. Unicamente il canale, scavato dall’uomo, separa le due terre ed, oggi, un ponte girevole in ferro le unisce. Sono le Assirticli o Bregeidi. Qui fioriscono le leggende. Le abitarono tribù di -Sciti e dì Fijigi. Furono essi a tagliare ria mo. As'sinto, fratello di Medea, vi attese Giasone per strappargli il vello d’oro. A&sirto, ospitato dai Frigi, aiitese gli argonauti invano. Cadde, tradito dalla sua stessa sorella, la bella Medea. Il nome di Assisto è ricordato in quello delie isole. Sorse la città di Absyrtum, - divenuta poi Aba'orus e poi Auxe-ros — l’odierna Ossero. Per quanito ne dica la scoria i primi abitanti dell’isola di Lussino (gli antenati direttiti di quelli attuali) sarebbero apparsi nel 1280. Dodici famiglie, giurate dal litorale dalmato, sbarcarono sull’isola fissando la dimora a Lus'singrande, San Nicolò e Varsak. Dice lo storico italiano Gaspare Bonicelli: «La provenienza assegnata alla piccola nostra colonia è giustificata dal fatto testificato dai documenti che i padri nostri non sapessero altra favella fuorché lo slavo». Erano pastori quegli antenati, guidati da un tale Qbrad Harnovié. Ma prima di Ossero e Lussino erano già abitate le isolette di Sànsego, Unie e Selve. Quello dei Lussini è un terreno carsico, come quello istriano al quale si collega per le sue vie sottomarine. AU’eeonomia agricola isolana è sitato affidato un compito: sviluppare l’olivicoltura, la viticoltura e la pastorìzia (ovini). Sull’isola vi sono circa 100 mila piante di olivi, alcuni vecchi di qualche secolo. La stazione agraria di Lussinpic-colo, sorta all’inizio di quest’anno, ha scritto sul proprio programma: rigenerare tutti gli olivi. Pure gli oleifici di Neresine e Lussinpiccolo hanno da essere modernizzati. I greggi di pecore vagano dovunque sulle isole, ma ancora vanno moltiplicati. SI bonificano i pascoli, asportando le pietre e distruggendo i roveti. Un pò alla volta le pecore vengono «karaikulizzate». Nella viticoltura si fanno buoni passi. La cooperativa di Puwtacroce, nel punto più meridionale di Cherso, ha piantato 10 ettari di muovi vigneti. In alcuni anni sono state piantate 33 mila giovani viti. Si sta formando ora una cooperativa vinicola anche a Sànsego, risolatila senza terra, fatta soltanto di sabbia, famosa per il suo «baldun». Oggi l’isola pos- ĐA 60 ANNI GLI JUGOSLAVI AL CINEMA AL ’’CRISTO D’ORO,, DI BELGRADO la prima rappresentazione cinematografica Le prime proiezioni cinematografiche in Jugoslavia, nel secolo scorso, furono date sotto i tendoni di alcuni circhi viaggianti. Ma nessun ricordo è stato lasciato per i compilatori della storia della, cinematografia jugoslava di queste rappresentazioni. Si isa tuttavia che la prima rappresentazione cinematografica, a Belgrado, ebbe luogo nel l’anno 1896 fra il 26 maggio ed il 18 giugno nell’oseria del «Cristo d’oro». Se bisogna credere al manifesto con il quale tale avveni-menmto venne annunciato, bisogna concludere che in quella occasione a Belgrado soggiornarono anche i fondatori del cinematografo, i fratelli Lumière. Ma è molto più probabile che a Belgrado fosse giunto A. Pro-mìeau il quale, con la macchina di Lumière faceva allora ritorno dalla Turchia. E’ accertato che costui fosse stato a Zagabria. Uno dei primi operatori cinematografici jugoslavi, il vecchio Josip Halla, afferma infatti di aver visto una rappresentazione cinematografica nell’estate del 1896. La prima sala cinematografica in Croazia fu spenta a Zagabria nel 1898. Ne erano proprietari Rudolf Mataniè e Josip Konrad. Nell’estaie del 1900 la Società Artistica zaga- Trieste e le sue navi TRIESTE, 26 — Quando, come spesso succede specialmente in periodo preelettorale, si parla di Trieste non sì può disgiungere dagli altri suoi problemi quello della marineria, essendo, o meglio, dovendo essere considerato questo, il cardine economico della città. Purtroppo però, il più delle volte, e persino per bocca di persone autorevoli, si ricorre alla più vacua delle demagogie per sviare Taffezione che la cittadinanza tutta presta al suo problema vitale, verso altri obiettivi estranei agli interessi dei triestini. Per evitare appunto di cadere in tale errore, crediamo sia meglio ricorrere subito, prima che ad ogni altro argomento, alle cifre, le quali, pur nella loro nudità, sono abbastanza efficaci da inquadrare il problema nelle sue vere proporzioni. Sotto l’Austria — Ungheria, periodo nel quale l’emporio triestino svolgeva realmente le funzióni di sbocco del proprio retroterra naturale, per le cui esigenze era sorto, contava nel periodo immediatamente precedente alla Prima guerra mondiale ben 600 mila tonnellate di naviglio. Tale cifra, per la perdita delle precedenti favorevoli condizioni di sbocco del retroterra centro danubiano, si riduceva, dopo l’annessione all’Italia, a quasi la metà (332 mila tonn. con 51 navi) per cadere poi, in seguito agli eventi bellici della CALEIDOSCOPIO MEDICINA CINESE Da quando mondo è mondo, o pressapoco, la medicina cinese viene considerata una scienza di sicure fondamenta e anche recentemente, in varie occasioni, non le sono mancate i riconoscimenti. Ma come ogni medaglia, anche questa della medicine cinese ha il suo rovescio. Un giornalista capitato in Cina chiede al cameriere di un ristorante se in quel paese, secondo quanto si dice, è verò che esistono buoni medici. — Oh, abbiamo molti buoni medici in Cina — risponde il cinese. — Il più bravo di tutti è Hang Ch ang. Mi ha salvato la vita. — Si? Com’è andata? — Ero molto ammalato — prosegue il cameriere — e ho chiamato il dottor Hang Kin. Egli mi ha dato una medicina che mi ha fatto stare ancora peggio. Ho mandato allora a chiamare il dottor San Sing. Ho avuto così un’altra medicina che quasi morivo. Infine mi è venuta la buona idea di rivolgermi al dott. Hang Chang. Non era in casa e non è venuto. C osi mi ha salvato la vita. UTILITARIE Un milite stradale osserva stupito una piccola auto, una di quelle utilitarie tascabili che ora si vedono un pò dappertutto. La «tascabile» somiglia piuttosto a un torello imbirizzito che a un’automobile. Infatti ogni pochi metri si solleva in convulsi saiti di un buon mezzo, metro. Il vigi le inforca la sua motocicletta e raggiunge lestamente la strana auto. — Cosa diavolo succede al vostro motore? — chiede all’autista. — Mai vista una roba simile. — Il motore è a posto — risponde l’autista. — Sono Io che ho 11 singhiozzo. Seconda guerra mondiale, a sole 150 mila tonn. (nel 1951 che, an-^ cora nel 1954, erano salite di una cifra del tutto insignificante (152.368 tonn). Una decadenza paurosa, quindi, le cui proporzioni peggiorano ulteriormente se si considera il fatto che, al contrario, i porti tirrenici (in particolare Genova) hanno fatto la parte del leone nell’assegnazione governativa delle nuove navi, alcune delle quali, per ironia, costruite nei cantieri triestini con i fondi ERP (oltre 20 miliardi di lire), destinati, sotto l’ex GMA, appunto alla ricostruzione dell’economia triestina. Cosi, oggi, mentre Trieste conta appena 152.368 tonn di naviglio, Genova ne possiede oltre 2 milioni, vale a dire quasi i due terzi del tonnellaggio complessivo della flotta mercantile Italiana. Tenuto conto poi del fatto che parecchie navi, iscritte al compartimento di Genova, sono state costruite nei cantieri triestini con i soldi di Trieste, è naturale che la cittadinanza non possa passarci sopra. Se ne sono accorti un pò tutti, anche i democristiani che fino a ieri sono stati i complici nello smantellamento della flotta triestina. Tutti a Trieste ricordano, infatti, che il sindaco Bartoli, con lagrime di commozione negli occhi, è giunto fino ad accompagnare di persona le navi nel viaggio da Trieste a Genova. L’opposizione si fa logicamente forte di questi argomenti nella campagna elettorale, mentre la D. C. e i suoi «collaborazionisti» cercano di eludere questo problema centrale, facendo leva sulla demagogia nazionalista dei loro programmi. Culmine di questo «sacro furore» patriottico è stato lo scandalo del comizio Bartoli a San Giacomo, durante il quale il «Gianni lagrima», come lo chiama pittorescamente il popolino, ha avuto un travaso di bile ed ha perso le staffe, giungendo sino ad offendere la cittadinanza. Ma vogliano o non Bartoli e compagni, il problema della flotta triestina deciderà sulle sorti dei voti. I triestini hanno perso ormai la fiducia negli attuali amministratori, ammesso che l’avessero mai avuta in buona fede. Essi sanno perfettamente dove bisogna cercare le rasponsabilità per il fallimento economico della loro città e sanno pure che, per l’avvenire, perpetuandosi tale situazione, le cose non muteranno in meglio, ma senza dubbio peggioreranno. Ormai i tempi della retorica e della demagogia a Trieste, come avviene anche nellTtalia in genere, sono stati superati agli occhi delle masse del popolo da una visione più realistica e obbiettiva delle cose. La sensibilità dell’elettore è divenuta ormai delicatissima. Potremo constatarlo al conteggio definitivo dei voti della consultazione elettorale. brese fondava il Teatro «Urania» ove accanto alla «lanterna magica» si proiettavano anche films. Fra questi si ricorda «Il marciapiede mobile alla mostra di Parigi». Nell’archivio della città di Zagabria sono Staiti rinvenuti documenti attestanti l’opera di questa impresa cinematografica. Ma nonostante ohe l’«Urania» desse spettacoli in tutto il regno «triangolare», essa ben presto fece bancaròtta. SI GIRA . . . Nel 1903 giungeva in Jugoslavia il polacco Stanislav Noworyita, uno dei pionieri della cinematografia. Tre anni egli aveva girato in Cina un documentario 'sulla famosa Rivolta dei Boxers. Nel 1903 e nel 1904, innamorato della riviera li-burnica; egli girava alcuni documentar! su Crikvenica e su Abbazia. Fallito l’«Urania», intanto, Zagabria deve accontentarsi dei cinematografi viaggianti. Soltanto in seguito. e per merito di una società istriana, la capitale croata riavrà un cinema stabile. Infatti la Società dei muratori «Cirillo e Meto-dio», già nota per aver promosso l’apertura di numerose scuole popolari croate in Istria, fondava nel 1907 un proprio cinema a Zagabria, il «Balkan». La società si occupò anche di produzione. Acquistò infatti una macchina da presa e girò vari documentari. Nel 1912, infatti, al «Balkan», si proiettava un documentarlo su Zagabria, lungo 300 metri. Il film era costato 1800 corone. Conteporaneamente sono attivi vari operatori in Serbia e Macedonia. Nel 1903 il nastro di celluloide riportava l’avvenimenito della incoronazione' di re Pietro I. Il film si conserva ancor oggi alla emoteca di Belgrado. Nel 1905, in Macedonia i fratelli Janakije e Milton Manaki acquistavano una macchina da presa girando vari cortometraggi su avvenimenti politici, costumi e danze popolari. Tema di uno di questi cortometraggi è l’arrivo a Bitola deH'imperatore turco Reshada. LA PRIMA COOPRODUZIONE Quando, nel 1909, Josip Halla a-priva a Zagabria una propria sala cinematografica, egli non si limitò a questo soltanto. Fu presto possessore di una macchina da presa e TRE CHILI DI DIAMANTI SEQUESTRATI A DAKAR Su di un apparecchio: chte dall’Africa del sud viaggiava per Parigi, si trovava l’austr aliano Schreiber. Quando l’aereoplano giunse a Dakar, i doganieri del luogo cominciarono a guardare con sospeto l’australiano in quanto questi s'i mostrava nervoso ed agitato. Le sue valige vennero pertanto visitate con maggior cura del solito. Ben presto i doganieri si accorsero che le valige erano munite di doppio fondo, contenente alcuni sacchetti. Vuotati, i sacchetti rivelarono ben tre chilogrammi di diamanti del valore di 800 milioni di dinari! Interrogato, Schreiber non ha voluto confessare la provenienza dei diamanti. La polizia sospetta che egli faccia parte di qualche banda di contrabbandiari abituata a far passare la refurtiva per Parigi fino in America. * UN PAIO DI SCARPE SPECIALI è stala inviato in dono al principa Raniari III. di Monaco in occasione dolio suo re-cetti nozze con l’attrice cinematografica Grace Kelly da un calzaturificio inglese per consentirgli di apparire più alto di statura. CON PELO D’ORSO RUSSO saranno confezionati in avvenir» i caratteristici copricapi dello guardie reali inglesi. Ciò è dovuto al fatto che il pelo d’orso canadese, con il quale venivano confezionati i pesanti «Bearskins» da alcuni secoli in qua, è divenuto quanto mai rare e, perciò, costosissimo. UN CORDONE DI PROTEZIÓNE verrà steso, per disposizione della direzione delle Pinacoteca di Ravenna, tutto Intorno alla statua del «guerriero ravennate» Guidarono Guìdarellì. L’opera dello scultore Lombardi va famosa per la bellezza del volto, cui le visltatrici, specialmente straniere, non mancano di donare fiori e baci. Il provvedimento tende, infatti, ed impedire ch» il rossetto delle labbra delle turiste lasci sul marmo tracce poco edificami!, spesso indelebili. iniziò a girare. All’inizio della Guer- baec» che fuorono realizzati dopo la ra Balcanica, Halla parte per il guerra. Nel «Matija Gubec» ebbe-f'romte del Montenegro, e dalla par- ro ruoli di primo piano Nina Vate dei Montenegrini, su richiesta vra, Ivo Badalic, Ignjait Borštnik della casjn francese «Eclaire» ri- e Josip Pavič. Per iniziativa della prese lo assedio di Scutari e di Ta- «Croatia-film», venne fondata an- raboš. Si crede che tale materiale debba ancor oggi trovarsi nella cineteca francese di Parigi. CINELANDIA? che una scuola di recitazione, la prima del genere nell’impero austro-ungarico di allora. Nel 1918 la «Croatia-film» faceva bancarotta e sorgeva la «Jugoslavia-film» S. A. Si credette al sorgere di una Ci- Uno dei registi di questa casa fu nelandia a Zagabria, alla vigilia della prima guerra mondiale, quando venne fondata la casa «Croatia-film» che è la prima impresa produttiva. Nata con molte ambizioni finiva però con un grave deficit finanziario. La famosa scrittrice ’di romanzi gialli, ancor oggi vivente, Maria Juric — Zagorka, vendette alla «Croatia-Film» ì suoi scenari «Gricka vještica» e «Miatija Gu- ■ IMÉal fi l’attivo Josip Halla che girò vari documentari, fra questi il breve film sui comizi di Stjepan Radie, il capo dei contadini rivoluzionari croati. Il film, lungo 1500 metri doveva essere inviato all’esitero, ma la censura lo proibi, la «Jugoslavia-film» fu costretta a pagare una grassa multa per «sovvertimento dell’ordine e della quiete pubblica». G. S. siede circa 4 milioni di vitti. Sulle isole dei Lussini vive un uomo che gode di una rara popolarità Si chiama Nicola Pinčič. E’ un contadina invalido, giornalista, scrittore e poeta. Ha 54 anni. Rimasto orfano a 16 anni di ambedue i genitori e ferito da una granata che gli asportò un braccio e l'occhio sinistro, per vivere fece i più strani mestieri: daU'equilibrista e venditore ambulante delle sue poesie all’impiegato. Ha pubblicato alcune raccolte di poesie ed opuscoli vari in prosi. Nessun giornalista che cepiti a Lussino e intenda scrivere di quelle isole, del loro passato o del loro presente farà a meno di rivolgersi al vecchio Nicola, l’Qmero minore delle Bregeide. E se per caso esprimete il desiderio di visitare Sànsego, interessante per le sue curiosità storiche, geologiche e folcloristiche, fatevi consigliare- dal Pinčič. Egli vi avvertirà: «Quando un forestiero qualsiasi raggiunge l’isola non farà a tempo neppure a voltarsi che già gli isolani gli avranno appiccicato un nomignolo. Eccone alcuni azzeccati per i visitatori: «Ciarna gòra», «Prezocina», «Ciami vrazìc», «Pomodorina», «Tu-nič», «Longin». e Ricca è la flora dei Lussini. Ha interessato naturalisti * botanici di fama, ma l’opera maggiore fu e rimane quella del lus'signano Ambrogio Haračić, che ha descritto ben 939 specie di piante, fiorenti in queste terre. Basti spingersi a dodici chilometri dall’antica Ossero, verso Puntacroce: boschi, pascoli, dolci vallate, terreni arabili macchiettano il panorama. Le «sitanzie» Matalde, Gradac, Pnhovac, Suzara, Mikozana, cascinali di due o tre case, Sorgono all’orlo dei baschi o sui poggi assolati in mezzo ad una ricca vegetazione. Tappezzano le salvie la pietraia, frassini e carpini e pini nobilitano i boschi. E Telce, le macchie di ginepro, bossi, corbezzoli e’ cornioli, il leccio, l’erica, il mirto, l’agave, l'aloè, il lauro fanno compagnia ai timi profumati, alla menta e al rosmarino. Ecco perchè questo magnifico clima invita da tanti anni turisti scrittori e pittori di ogni favella. Per cento giorni all’anno l’isola di Lussino è senza; vento. Qui si godono, all’anno, 2454 ore di sole! G. SCOTTI ' ''''-LY .!• •' v -v PAGINE DI GIORNALISMO COME NACQUE LA RADIOCRONACA Erano le 15.16 di sabato, 2 luglio 1921. A Jersey City, sulla sponda opposta dell’Hudson, di fronte a New York, Jack Dempsey, campione mondiale dei pesi massimi e lo sfidante George Carper.tier, Campione d’Europa, erano appena saliti sul ring e tra breve il gong avrebbe dato il segnale d’inizio della prima ripresa del «combattimento del secolo». L’ora e la data coincidono con un fausto anniversario nella storia del giornalismo: la nascita della radiocronaca. In una poltroncina di prima fila, con alla bocca il microfono di un apparecchio telefonico, J. Andrew White dava inizio al primo «reportage» dal vivo. «Signore e signori, in questo momento ...», così aveva inizio la prima trasmissione diretta a un vasto pubblico di ascoltatori lontani. Fino allora, infatti, erano già entrate in funzione alcune stazioni radio che, però, mettevano in onda soltanto voci e gracchianti dischi grammofonici, fra- il quasi generala disinteresse del pubblico. In quel momento, invece, da due a trecen-tomila persone erano affollate in teatri e sale cinematografiche lungo tutta la costa atlantica degli Stati Uniti a pendere dalle labbra del primo «radioreporter» del mondo, J. A. White. «ESPERIMENTO PAZZESCO» L’esperimento, giudicato «semplicemente pazzesco» dai profani, coronava invece con un successo strepitoso il sogno entusiastico di due giovani, David Sarnoff e il giornalista J. Andrew White. Il Sarnoff aveva lanciato l’idea di trasmettere per radio notizie e varietà sin dal 1915, quand’aveva appena 24 anni ed occupava già la discreta posizione di vicedirettore dell’American Marconi Company. Ma la sua idea fu bocciata dallo scetticismo generale. Qualche anno più tardi, David Sarnoff e J. A. White, che nel frattempo era stato assunto dalla società quale redattore, fecero conoscenza e si appassionarono assieme all’idea. Nel 1919 ventilarono nuovamente l’idea alla società, nel frattempo denominatasi «Radio Corporation of America», ma ancora senza successo. Poi, nel 1921, la fortuna venne incontro ai due ostinati. L’America e l’Europa, dimenticati presto i disastri della Prima guerra mondiale, non parlavano che dell’imminente incontro di boxe fra Dempsey e Carpentier. La stampa faceva molto scalpore sull’avvenimento, mentre a New Jersey l’impresario Rickard cominciava a costruire un vasto stadio in legno. Milioni di persone avrebbero voluto presenziare all’incontro, ma lo stadio sarebbe stato in grado di riceverne appena 91 mila. Fu questo interesse morboso a dare ai due pionieri l’occasione di lanciare la loro vecchia idea: se avessero potuto trasmettere il combattimento per radio dalla immediata realtà, avrebbero avuto un enorme pubblico d’ascoltatori. Ma per realizzarla ci volevano molte cose, tra le quali il denaro. Sarnoff e White si misero alacremente alla ricerca dei mezzi, condizione «sine qua non» all’impresa che si accingevano a realizzare. La RCA approvò sì l’idea, ma di sborsare soldi non ne voleva sapere. Farnoff, nella sua qualità di direttore commerciale, scoprì una riserva di 1500 dollari che la società aveva accumulato con il noleggio di attrezzature radio per le navi. J. A. White, che allora dirigeva una piccola rivista radio-tecnica per dilettanti, provvide ad avvertire questi a tenersi pronti a ricevere la trasmissione dell’incontro. Il problema dove trovare il trasmettitore fu risolto con l’aiuto della Marina, che acconsentì di prestarlo in prova dì collaudo e della «General Electric», costruttrice dell’apparato, che mandò un tecnico specializzato per il montaggio. Il collegamento fra lo stadio e il trasmettitore venne realizzato con una linea speciale, lunga 4 chilometri fino ad un altro telefono, il quale era collegato a un terzo, che a sua volta era collegato al trasmettitore. Rimaneva ancora da risolvere il problema del dove trovare altoparlanti tanto potenti da far sentire la trasmissione in un teatro o in una sala. Con 300 vecchie trombe, acquistate dai rigattièri, • Con l’aiuto del radiotecnico Owen Smith, che provvide alTapplicazìone ad esse di altrettanti cornetti acustici, anche questo ostacolo venne superato. Anche i proprietari dei teatri di varietà di New York accondiscesero alla fine a porre a disposizione le loro sale. Tutto questo lavoro sfibrante avvenne dietro le quinte. L’opinione pubblica non lo conobbe. Soltanto il New York Times lo degnò di una nota di cronaca alla viglia del match. Finalmente tutto era pronto. Ora i due pugili erano di fronte, squadrandosi in cagnesco. I. W. White, al suo microfono, lanciava nell’etere l’avvenimento. «Signore e signori...». Dempsey, con ],a sua logora maglia rossa e il pallido Carpentier in un chimono giapponese grigio consunto stavano per partire l’uno contro l’altro. Dempsey non s’era nemmeno rasato, perciò aveva un aspetto ben poco rassicurante. Il francese invece era sorridente e salutava con le braccia tese la folla. Al gong Carpentier si lanciava all’attacco con velocità sconcertante ma i suoi colpi non erano duri. Dempsey si riprendeva presto e, in un rapido scambio di colpi, faceva sanguinare il francese al sopracciglio sinistro. Il gong salvava questi dalTumiliazione. Nella seconda ripresa Carpenttier appariva già stanco, mentre Dempsey si faceva più aggressivo. Cosi pure nella terza. Alla quarta ripresa Dempsey si decideva all’attacco a fondo. «Il Francese è a terra», gridò nel microfono J. A. White fra l’urlo assordante della folla e la sua voce, inavvertibile nella bolgia dello stadio, giungeva invece ben percettibile nelle sale d’ascolto. «E’carponi... L’arbitro sta contando ... Carpentier non fa alcuno sforzo per alzarsi... nove, dieci... L’incontro è terminato ... Jack Dempsey rimane campione del mondo dei pesi massimi». Cosi finiva il primo «radiorepor-tage» del mondo dalla bocca di J. Andrew White, la cui voce era soffocata dalle ovazioni all’indirizzo del campione. Per milioni di persone, invéce, incominciava l’era della ràdio. d.r. Con la “Home Fleet,, lungo l’anello strategico Cipro, Aden e Singapore contribuiscono a mantenere di attualità i problemi che travagliano il governo ed il Colonial Office per la Conservazione della più organizzata catena di basi strategico-commerciale che potenza imperiale abbia mai posseduto. Per dare ai nostri lettori un’idea di che cosa sia tale catena, da quali anelli sia composta e quali problemi sollevi faremo un immaginario viaggio geografico-politico da Gibilterra a Hong Kong fra Malta, Cipro, Singapore. Se per gli antichi che navigavano dal Mediterraneo all’Atlantico, Gibilterra era una delle colonne d’Èrcole che delimitavano la rotta verso mari ignoti, per chi viene dall’Atlantico al Mediterraneo Gibilterra è veramente una porta d’accesso che non si supera senza il permesso del «padron di Casa». Padron di casa rappresentato oggi dal Governatore Comandante. Governatore della colonia, coadiuvato da organismi consultivi da lui nominati e comandante della guarnigione e perciq anche della triplice fila di cannoni che si indovinano, dietro le feritoie mimet-tizzate, indicano come la Rocca di Gibilterra, benché poco più di uno scoglio, sia veramente non un’isola (perchè legata alla terra da un ben guardato ismo) ma una base navale e militare di prim'ordine. Colonia inglese dal 1704, per diritto di conquista, Gibilterra ha una popolazione di 23.000 persone aggrappate alla Rocca e che vi vivono e L forano solo in funzione di ciò che è la Rocca: il primo anello della catena strategico-commerciale che, partendo da quel punto, la Gran Bretagna ha allungato fin verso l’Estremo- Oriente! Geograficamente spagnola, malgrado le rivendicazioni della Spagna, Gibilterra non è oggi un problema per il Colonial Office. E’ solo quello che è: un anello della lunga e ferratissima catena. * A tre giorni di navigazione da Gibilterra ecco Malta. Un’altro anello, un’altra base che, per ora, non rappresenta un problema per Londra. O, se si vuole, un problema interno soltanto, come ha dimostrato la consultazione elettorale con la quale i maltesi dovevano decidere se ottenere una larga autonomia o se venir in-\ tegrati nel territorio metropolitano britannico. La prima tesi era quella preferita a Londra, la seconda è stata quella scelta a maggioranza dai maltesi. L’economia dell’isola è enormemente povera, fatta solo di lavori per la base militare e navale, di pesca e di emigrazione ... e di lavoro in Gran Bretagna, dove i maltesi si troverebbero meglio se riconosciuti cittadini di primo grado. Per questa situazione economica i maltesi si atteggiano a più inglesi degli inglesi stessi (almeno quando vivono a Malta o in Gran Bretagna) e per questi motivi strettamente economici vogliono che Malta resti un annello della catena inglese (per dar lavoro ai 320.000 abitanti dell’isola) ed anzi «diventi Inghilterra» per la tranquillità e la sicurezza economica dei maltesi che vivono al di là della Manica. * Da Malta a Cipro. Un percorso breve ma una differenza politica che non occorre sottolineare. A differenza di Malta, Cipro rappresenta queirintricato e difficile problema che tutti sanno e di cui tutti i giornali parlano per la disperata lotta dei ciprioti per l’indipendenza nazionale e per la dura azione di repressione britannica. Eppure una corazzata di Sua Maestà britannica non solo non può trovare un porto a Cipro ma nemmeno ormeggiarsi in rada. Pur senza porti da corazzate Cipro è l’occhio di Londra sul Vicino e Medio Oriente (con i suoi petroli). Da questo il problema di Cipro che a Londra si nega. Costi quel che costi in sterline e sangue. © Via da Cipro si punta su Aden. Ma prima ecco Porto Said. Ecco il Canale di Suez. Un anello della catena di basi spezzato dalla lotta di liberazione del popolo egiziano. Poi il Mar Rosso alla cui uscita troviamo uno scoglio che sbarra le Bocche di Bab El Mandel. Lo scoglio è arido, deserto, se si eccettuano i militari inglesi e gli indigeni che li servono. U-no scoglio che sbarra l’uscita del Mar Rosso come il Canale di Sùez ne sbarrava l’entrata. Lo scoglio si chiama Perim e fà parte della colonia brittannica di Aden, occupata nel 1839, e che fra il porto di Aden, le varie isole e isolotti conta 150.000 abitanti su 207 chilometri quadrati di superficie. Sparsi sulla costa gli emirati sotto stretta protezione britannica: Oman (che cerca di occupare, a danne dell’Arabia Saudita, i pozzi di petrolio dell’Oasi di Buraimi); Quatar sul golfo Persico (petrolio); Costa dei Pirati (petrolio); Bahreim (petrolio, molto petrolio) e Hadranauth (guardiano costiero del petrolio interno). Se si molla, l’anello di Aden — si dice a Londra — sarà ben difficile non perdere il petrolio. Così Londra tiene Aden malgrado le recenti agitazioni indipendentiste della popolazione che vorrebbe governarsi da se, in liberà comunità di popoli arabi, invece che essere governata dal governatore inviato da Londra. Anche se gli stati arabi dicono che il problema di Aden è un problema politico, che interessa tutto il mondo arabo, Londra non molla Aden perchè, nella catena, è Panello gemello di Cipro a guardia del petrolio del Medio Orien-, te. * Salvo isole ed isolotti senza importanza da Aden a Singapore si deve viaggiare giorni e giorni prima di ritrovare «suolo di Sua Maestà Britannica». Prima non era cosi, ma ora Ceylon e l’immensa penisola indiana hanno conquistato l’indipendenza e sono liberi, anche se membri volontari del Commovnwealth britannico. Anelli perduti nella grande catena dell’impero Britannico da Gibilterra a Hong Kong. Dopo gli anelli spezzati ecco quello che minaccia di spezzarsi: Singapore. Una grande isola. Un ricco retroterra di petrolio, caucciù e stagno malese. Una grande base navale con .grandi arsenali. Un grande porto commerciale che pullula di navi per tutte le linee. Su 381 chilometri quadrati (comprese isole e isolette) 900.000 cinesi e 10.000 inglesi; 143.000 malesi e circa due mila olandesi. Un governatore con due' Consigli, uno esecutivo ed uno legislativo in parte eletto. Ma nelle settimane scorse il primo ministro di Singapore è andato a Londra per dire che Singapore non vuole essere più colonia. Londra ha risposto picche. Così Singapore, naello dell’enorme catena, diventa un problema politico per il Colonial Office ed accentua la lotta di indipendenza che da dieci anni infuria in Malesia. Come base navale e piazzaforte Singapore vale quello che vale. Lo dimostrarono i giapponesi durante l’ultimo conflitto occupandola in tre giorni di lotta ... e non c’era l’atomica. Però Londra pensa al caucciù ed allo stagno, al commercio ed al petrolio e non molla. Come non molla Cipro e Aden. * Ultima tappa: Hong Kong. La più grande delle basi e la meno militare. Fra la colonia di Hong Kong (fattasi cedere dalla Cina nel 1841), l’isola di Caulun (fattasi ceder come sopra nel 1863), e le isole fattesi affittare per 99 anni (sempre dalla Cina dei Mandarini) questo anello terminale della catena misura oltre 2.009 chilometri quadrati di superficie con una popolazione di due milioni è mezzo 97°/o cinesi, un per cento inglesi ed il resto nazionalità varie). Ad Hong Kong — retta da un governatore di Londra — la Gran Bretagna oltre al commercio di transito ha altre basi di enormi profitti economici. Fabbriche tessili, cantieri, industrie per la lavorazione del cuoio, della gomma, del cemento sono proficui investimenti del capitale britannico. Hong Kong vive del comercio con la Cina e per la Cina. Commercio ufficiale e commercio di contrabbando dei famosi «materiali strategici» che Washington non vorrebbe andassero in Cina. Ma «business is businnes» e la Gran Bre tagna vede prosperare Hong Kong, il capitale britannico ricava profitti, il tesoro britannico valuta pregiata, l’industria britannica un mercato prezioso. Perciò il problema politico di Hong Kong non esiste per l’Inghilterra, è taciuto dalla Cina (cui l’isola appartiene per territorialità geografica) mentre sorge spesso nei carteggi diplomatici fra Londra e Washington. Ma in sordina come si conviene fra «amici ed alleati». Il viaggio immaginario lungo la catena di basi strategico-commerciali dell’impero britannico termina e restano tutti i suoi problemi strategici, politici ed economici. IL NOSTRO RUMOROSO NEMICO Andiamo a letto, stanchi del lavoro della giornata, e aspettiamo il sonno benefico che ci ristori. Stiamo per addormentarci, ma l’urlo improvviso di una tromba d’automobile ci fa balzare con un sussulto violento. Se avessimo/ vicino un apparecchio di misurazione delle intensità sonore, a guardare il quadrante rimaremmo spaventati. Mentre la tromba del supplizio continua a suonare, l’indice del quadrante segna nientemeno che cento phon. Se andasse un pò più su, verso il 110, la sensazione, già insopportabile, raggiungerebbe la «soglia del dolore». Lo strumento per determinare le intensità dei rumori è costituito essenzialmente da un microfono e da un complesso di valvole radio con relativi circuiti dove è inserito un galvanometro graduato in speciali unità fisiologiche chiamate phon, che misurano il livello assoluto delle intensità sonore. Il limite di sopportazione dei rumori è riconosciuto in 80 phon. Oltre questo limite si hanno sensazioni nettamente sgradevoli, con uno stato di fastidio fisiologico. Dunque, quella tromba di automobile che ci sveglia d’improvviso ci fa tutt’altro che bene. Un altro apparecchio potrebbe dimostrare che le contrazioni della parete gastrica sono diventate meno intense, più lente. Il ritmo cardiaco è alterato, il sistema nervoso ha sopportato una penosa inutile fatica, l’orecchio ha subito un trauma ... Siamo quindi condannati a subire una crescente tortura, a reagire con un nuovo sforzo di adat-tÄnento. Ma questo adattamento — dicono fisiologi e psicologi — è impossibile. Non possiamo sopportare oltre certi limiti, pena il collasso. I rumori della strada creano le premesse sicure per una sordità diffusa, per una discendenza di esauriti e di nevrastenici. Facciamo degli esempi: andiamo in tram, e dentro la vettura si registrano 83 phon. In treno: da 50 a 60. L’altoparlante della piazza che trasmette a pieno volume un discorso o i risultati delle partite di calcio: 81. Entriamo in uno stabilimento dove si martellano lamiere di acciaio: 113. Rumore di un’automobile a scappamento chiuso che passa a circa dieci metri: da 45. a 64. Rumore medio nelle strade a traffico intenso: da 70 a 75. Mentre invece dobbiamo ritenere sufficientemente tranquillo un ambiente dove la media costante sia contenuta intorno ai 20 phon e il livello massimo non superi, in qualche momento, i 35. Quando l’indice sale a 110 si hanno reazioni dolorose. In tutti i paesi civili i fisiologi faticano per dimostrare le pericolose conseguenze del flagello. Il famoso fisiologo torinese Angelo Mosso eseguì memorabili osservazioni sul cervello di un paziente operato al cranio. Ecco un brano delle sue annotazioni: «Il paziente dormiva, ma l’ultima sentinella del sistema nervoso vegliava ancora. Al più leggero rumore che si faceva intorno a lui, un'onda sanguigna invadeva la superfice cerebrale. La campana dell’ospedale segnava le ore, qualcuno passava sulla terrazza, si muoveva ima sedia, si caricava un orologio, un malato tossiva: tutto questo era sufficiente per modificare in modo evidente la circolazione. CAMPIONATO JUGOSLAVO DI CALCIO La "Zvezda., mentre infuria campione la lotta per jugoslavo la salvezza I RISULTATI Crvena Zvezda — Dinamo 4:3 Partizan — Vojvodina 0:3 Željezničar — Radnički 5:1 Budućnost — Proleter 5:0 Zagreb — Sarajevo 2:1 Hajduk — BSK 1:1 Velež — Spartak 0:0 LA CLASSIFICA Diamo ora qualche breve resoconto delle singole partite: CRVENA ZVEZDA — DINAMO 4:3 (2:1). — Belgrado, 30 mila s-pet-tattori, arbitro Sibalič di Subotica, marcatori R-udinski al 2’ e al 31’, Toplak al 62’ e Sekularac all’83’ per la Crvena Zvezda, Conč al 38’ e al 63’ e Jerkovič al 75’ per la Dinamo. Crvena zvezda 24 16 7 1 58:24 39 iN-el; pilimo itempoi i (belgradesi Partizan 24 13 6 5 58:32 32 marcano una netta superiorità su- Radnički 24 12 4 8 49:45 28 gli avversari e i continui assedi Dinamo 24 11 4 9 40:42 26 alla porta degli azzurri sono solo Vojvodina 24 8 9 7 56:39 25 raramente interrotti da azioni in Velež 24 8 9 7 56:39 25 contropiede d-el quintetto di Conč. Sarajevo 24 11 2 11 42:44 24 Dopo l'intervalio, sul cam-po vedia- Budućnost 24 10 3 11 44:55 23 mo una Dinamo rinnat-a, in lotta BSK 24 3 6 10 37:41 22 per o-gni pa-lla-, particolarmente ad Hajduk 24 8 5 11 47:38 21 opera de-H’infaiticabile Conč, un ve- Zagreb 24 9 3 11 41:36 21 ro castigamatti per il portiere bel- Spartak 24 7 7 10 39:42 21 gradese Krivakuča ed il migliore Željezničar 24 7 5 12 39:50 19 uomo in campo. Proleter 24 5 1 18 29:84 11 PARTIZAN — VOJVODINA 0:3 La Crvena Zvezda di Belgrado è il campione jugoslavo di calcio per la stagione 1955—56. Tale incon-troivetibile dato di fatto s-’era delineato già nel pomeriggio di sabato, quamdo nell’inticipo alla giornata 'di domenica, l’immediato inseguitore degli stallati, il concittadino Partizan, veniva battuto sul proprio campo con un secco 3:0 dalla Vojvodina. La solida posizione della Crvena Zvezda veniva infine ancor di più rafforzata domenica nel difficile ma vittorioso incontro contro gli azzurri della Dinamo di Zagabria. di modo che oggi la loro posizione, anche teoricamente, è i-na-ttaccabile. Nella lotta per la salvezza, escluso il Proleter, ormai condannato alla retrocessione e che ha subito un secco cinque a zero nella capitale monitenegrina, la lotta appare interessante e domenica abbiamo visto una impennata dei ferrovieri di Sarajevo, che, pur essendo relegati alla penultima posizione in classifica, hanno fatto subire una dura sconfitta al belgradese Radnički, buon terzo dietro al Partizan. Il Željezničar di Sarajevo}, nonostante questa vittoria, non ha avuto ugualmente fortuna, poiché il suo diretto avversario nella lotta per la salvezza, il Zagreb è riuscito a battere con un stretto margine, proprio i suoi concittadini del Sarajevo, ristabilendo la distanza nella graduatoria. Alla stessa distanza dal Željezničar ora si trovano tre squadre: l’ex squadrone Hajduk di Spalato, che sul proprio campo non è riuscito a superare il BìSK, il già1 nominato Zagreb ed infine lo Spartak di Subotica che, ospitando gli erzegoveis'i del Velež, ha chiuso la partita a:d entrambe le reti inviolate. Poiché son solo due i punti che dividono queste tre squadre dal pericoloso Željezničar, teoricamente nulla esclude che qualcuna delle tre non possa trovarsi con l’acqua alia gola. Ed è ciò che ancora rende interessante ed emozionante questo massimo girone calcistico jugoslavo, anche se la lotta per lo scudetto è virtualmente chiusa. (0:0). — Spettatori 13.000, arbitro Pavlič di Sarajevo, marcatori Krstič I. al 46’ e 85’ e Rajkov all’84’. Anche con questa partita, ii Partizan ha confermato di trovarsi in un periodo di profonda crisi, crisi sopratutto nel suo quintetto il cui gioco, pur non essendo scevro di bellezza e di interesse, si presenta poco redditizio. La partita di domenica è stata anche bella ed interessante, con una leggera superiorità dell’undici di Rajkov, che però ha saputo meglio sfruttare le numerosi occasioni di segnatura a-vute da entrambe le squadre. ŽELJEZNIČAR — RADNICKI 5:1 (2:0). — Spettatori 15.000, arbitro Nedelkovski di Skopje, mama-tori Kulović al 3’, Diskić al 33'. Pašić al 65, e Hadžič al 68’ e 80’ per il Željezničar e Prlinčević al-i’85’ per il Radnički. I ferrovieri di Sarajevo non hanno avuto eccessive difficoltà per superare i belgradesi che nemmeno per un attimo hanno messo in effettivo pericolo Ja vittoria del Željezničar. La partita è stata nel suo complesso griggia e priva di interessanti spunti di gioco. BUDUĆNOST — PROLETER 5:8 (2;0). — Spettatori 8.000, arbitro Gazzari di Spalato, marcatori Radovič al 2’ e al 78’, Krgin al 33’ e 80’ e Darmanović all’88’. Solo nel primo tempo e pur a-vendo subito due reti il Proleter è stato all’altezza del suo avversario. Anche se non aveva nulla da perdere la squadra di Osijek ha opposto una tenace1 resistenza ai montenegrini, per crollare nella ripresa quando gli spettatori di Titograd hanno asìsistito ad un monologo' dei propri beniamini, che avrebbero potuto mietere una messe molto più larga di reti se il loro quintetto non avesse marcato errori, anche grossolani, dinanzi alla porta del Proleter. ZAGREB — SARAJEVO 2:1 (0:1). — Spettatori 10.000, arbitro Markovič di Belgrado, marcatori Firm al 76’ e 87’ per il Zagreb e Ferhaitović al 38’ per il Sarajevo. Nel primo tempo il gioco dei za-gabrioti è tale che ci sembra assistere ad una partita di normale amministrazione e non di una partita che virtualmente dovrebbe decidere sulla loro permanenza nel massimo girone del campionato jugoslavo. La loro leggerezza permette al Sarajevo di andare per primo in vantaggio e di chiudersi poi in un serrato catenaccio che solo nella ripresa, dopo il risveglio, Io Zagreb riuscirà a sfondare con due fortunose reti del suo centroattacco Firm. HAJDUK — BSK 1:1 (1:1). — Spettatori 15.000, marcatori Anltié al 23’ per il BSK e Rebac al 25’ per 1’Hajduk. La canicola estiva ha dominato questa partita che è stata priva di qualsiasi interesse agonistico e tecnico. Alcuni ottimi interventi del portiere belgradese Radanikovié, qualche azione individuale di Za-netié, Rebac, Markovič e Schenauer è tutto quello che il pubblico spalatine ha potuto vedere nel corso dei 90 minuti di gioco. VELEZ — SPARTAK. U:«. — Spettatori 15.000, arbitro Zečević di Belgrado. Il pubblico di Subotica ha assi- stito domenica ad una delle peggiori partite offerte dallo Spartak nel corso di quest’anno. Entrambe le squadre non hanno, svolto alcuna bella azione, giocando senza volontà e senza tecnica, facendo assomigliarle rincqnjt^o aid una partita di quanta serie. Il nulla di fatto rispecchia l’andamento della partita, anche se lo Spartak si è trovato un pò di più dinanzi alla porta avversaria. I tiri dei suoi attaccanti non hanno rappresentato però alcun pericolo per la porta dell’ottimo Irò vie. Campionato interrepubblicano I RISULTATI Odred — Ljubljana 3:0 Branik — Lokomotiva 1:2 Rijeka — Šibenik 2:1 Split — Metalac 0:2 Trešnjevka — Segesta 2:2 Nova Gorica — Karlovac 0:2 LA CLASSIFICA Lokomotiva 21 14 4 3 50:20 32 Šibenik 21 11 5 5 43:27 27 Odred 21 12 2 7 41:33 26 Split 21 11 3 7 46:22 25 Rijeka 21 10 2 9 37:31 22 Ljubljana 21 9 4 8 32:33 22 Karlovac 21 6 7 8 24:25 19 Branik 21 7 5 9 36:37 19 Trešnjevka 21 6 7 8 35:37 19 Metalac 21 8 3 10 29:36 19 Sege*ta 21 5 7 9 30:42 17 Nova Gorica 21 2 1 18 19:79 5 CAMPIONATO JUGOSLAVO DI CICLISMO Valčić squalificato alla prova su strada Domenica scorsa, sul percorso Belgrado—Požarevac—Belgrado di km 154 si è svolta la prima gara del campionato dilettanti su strada 1956, che non ita fatto altro che confermare per l’ennesirna volta la netta superioroità di Veselin Petrovič, da anni dominatore della scena ciclistica jugoslava. Anche in questa prima gara Petrovič, reduce dalla Varsavia— Berlino—Praga, ha datto chiara dimostrazione della sua forza, uscendo dai ranghi al momento opportuno, vincendo poi con stile e autorità l’importante gara. Chi però, oltre a Petrovič, merita una citazione particolare, è il giovane polesano Nevio Valčič, autore di un formidabile ricupero quando, a causa di due consecutive forature, si trovava attardato di ben otto minuti. Assieme ai due l’onore della citazione spetta ancora a Jugo, autore di una lunga e coraggiosa fuga, che gli è valsa la conquista del terzo posto al traguardo di Belgrado. La gara è stata però falsata alla conclusione da un severo provvedimento della giuria, la quale ha DOPO L’OTTAVA TAPPA DEL GIRO D’ITALIA Già nel precedente numero del nostro giornale avevano^ detto che l’attuale edizione del Giro d’Italia sarebbe stata di dominio dei giovani. Le jDrime otto tappe sembra ci diano ragione poiché gli anziani, i nomi noti delle altre edizioni del Giro d’Italia non hanno brillato in nessuna di queste otto tappe, fatta eccezione di Clerici, il vincitore del giro 1954, che è anche lui un giovane. Dalla rosa deL vecchi è scomparso Coppi, ritiratosi per una caduta che gli ha procurato una fortissima distorsione alla ti- bia, Magni, relegato al 21’ posto in classifica, regge ancora bene e non è escluso che possa dare delle sorprese. La maglia rosa è ancora Fantini, un giovane di ventiquattro anni, maglia conquistata a Zucco-nelli nella terza tappa, dopo che questi l’aveva prelevato dal vincitore delia prima tappa Baffi. Degli stranieri a sorprendere sono particolarmente gli spagnoli Bahamontes e Poblet, quest’ultimo vincitore della tappa Voghe- ra—Mantova e di quella Campo-, basso—Salerno, conquista con una spettacolare fuga condotta dal suo connaziona,«*. assieme a Zuc-conelli e al belga Schaer, fuga che ha portato quest’ultimo al quarto posto nella classifica generale e Bahamontes al decimo. Di stabile rendimento è anche l’olandese Wagtmans che si regge al sesto o settimo posto della classifica già dalla terza tappa. Ancora degli stranieri in gran forma è Clerici, attualmente al sesto posto nella classifica dei migliori e l’anziano Moser che lo precede in classifi- tolto dall’ordine di arrivo Valčič, Jugo e Vuksan, giunti rispettivamente quarto, terzo e secondo, perchè presentatisi all’arrivo senza il prescritto casco di protezione. Ordine di arrivo: 1) Veselin Petrovič, Partizan che compie i 154 km. del percorso in 4 ore 30’29”. 2) Lakovič Aleksandar, Partizan, a 5’30”, 3) Zanoškar, Rog, a 5’34”, 4) Omerzel, Rog, 5) a pari merito sino al ventesimo posto un gruppo di 15 corridori fra i quali Bergant, Flajs, Bajc e Bajlo. Tabor - Capođistria 1:0 I RISULTATI Grafičar — Krim 3-2 Triglav — Mladost 7:0 Postojna — Ilirija 2:0 Slovan — Isola 2:2 Tabor — Capodistria 1:0 LA CLASSIFICA FIMO A QUANDO A FANTINI LA MAGLIA ROSA ? Krim 18 13 3 2 64:14 29 Grafičar 17 13 2 2 68:21 28 Triglav 17 10 3 4 57:24 23 Mladost 18 9 2 7 38:35 20 Ilirija 18 8 2 8 40:36 18 Slovan 18 7 3 8 27:33 17 Tabor 18 >4 3 11 28:53 11 isola 17 4 3 10 28:55 11 Capodistria 17 4 3 19 21:66 11 Postojna 18 3 2 13 18:50 10 ,SEŽANA, 27 — La squadra capo-diisk-iana è uscita battuta dall’infido terreno del Tabor ohe, nella speranza di salvarsi dalla retrocessione, s’era preparato alJ’inco-ntro con molla serietà. La sua vittoria è stata peraltro più opera della« fortuna ohe non di una superiorità di gioco. Il goal è sitato segnato infatti su calcio piazzato da oltre 30 me-'. ri con un pallone che, nel finale della parabola, ha preso uno strano effetto, ingannando il portiere capodistriano. Per il resto rarissimi sono stati i tiri in porta dei padroni di casa e tutti imprecisi (hanno sprecato persino un rigore nel primo tempo!), mentre la loro porta ha corso pericoli molto più seri. Tuttavia la loro rete è rimasta in- LA PENULTIMA GIORNATA DEL CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO Amara sconfitta triestina mentre €S I RISULTATI Padova — Ataianta 2:0 Bologna — Milan 2:1 Fiorentina — Lazio 4:1 Genoa — Spai 1:1 Inter — Napoli 3:0 Lanerossi — Juventus 3:2 Novara — Pro Patria 2:1 Roma — Triestina 4:1 Torino — Sampdoria 2:1 LA CLASSIFICA <4 Fiorentina 33 20 13 0 58:17 53 Milan 33 16 9 8 69:45 41 Inter 33 15 7 11 56:36 37 Lazio 33 13 11 9 51:45 37 Bologna 33 15 6 12 66:50 36 Roma 33 11 13 9 42:38 35 Spai 33 10 13 10 40:38 33 Padova 33 14 5 14 40:42 33 Sampdoria 33 11 11 11 49:53 33 Juventus 33 8 16 9 30:35 32 Napoli 33 10 11 Ì2 45:48 31 Atalania 33 11 9 13 50:53 31 Genoa 33 11 9 13 47:51 31 Torino 33 11 9 13 41:44 31 Lanerossi 33 9 13 11 29:40 31 Triestina 33 10 10 13 27:42 30 Novara 33 8 10 15 44:49 26 Pro Patria 33 2 9 22 29:87 13 f PADOVA — ATALANTA 2:0 (1:0). — Il caldo e la mancanza di preoccupazioni in classifica non hanno giovato all’Atalanta che si è presentata senza Bassetto e Brugo-la. Il Padova, senza sforgiare un gioco particolare è andato in vantaggio al 29’ del primo tempo con BoniS’talli ed ha consolidato il suo vantaggio al 35’ della ripresa ancora con lo sltesiso Bonistalli. BOLOGNA — MILAN 2:1 (1:0). — Con questa vittoria, che è anche il 14.esimo risultato utile consecutivo il Bologna .si è accomiatato dal proprio pubblica. La prima nete si è avuta al 40’. Con una lunga fuga, iniziata prima deH^nietà campo,Pozzan giunge, al limite dell’area e sferra un violento tiro che Buffon respinge di pugno. Pozzan riprende ed invia in rete. Il Bologna raddoppia il punteggio al 9’ della ripresa con Cervellati che manda la palla in reibe dopo aver scartato anche ili portiere. Alla mezz’ora la rete del Milan: Lindhobn avanza, lancia a Schiaffino che metto in reto scende il FIORENTINA — LAZIO 4:1 (2:0). — Hanno segnato nel primo tempo per la Fiorentina Virgili al 5’, Gir-at-ton a,l 21’. Nella ripresa Primi al 18’ e ancora Virgili al 25’. La rete della Lazio è stata realizzata da Lo Buono al 2’. GENOA — SPAL 1:1 (0:0). — Malgrado la giornata caldissima, le due squadre si sono date battaglia a fondo, sopratultto nel secondo tempo. La Spai ha complessivamente giocato meglio, ma il risultato appare regolare. Il Genoa è apparso sfasato e tardo, ma è riuscito comunque ad arrivare alla fine del tempo alla pari. La Spai ha segnato sù rigore al 21’ con Vignei. Il Genoa ha pareggiato al 35’ per un’autarete di Morin. INTERNAZIONALE — NAPOLI 3:0 (1:0). — Linier ha vinto con tre refi, due delle quali di Vonlan-then. Il compito dei nero-azzurri non è sitato difficile. Buono è stato l’attacco che ha creata trame favorevoli per la segnatura. Gli altri reparti si può dire non hanno faticato molto per contenere l’attacco paajtenopea L^inter è andata in vantaggio al 4’. Vonlan-t-hen, da tre quanti di -campo si polita verso la rete di Bug-atti e resistendo alla carica di Granata, retrocesso, tira in porta ed ottiene il primo punto. A11’8’ il secondo punto. Passaggio di Lorenzi, ohe smarca Skoiglund nell’area azzura. Lo Svedese tira molto forte ma scentrato. Il portiere napoletano non riesce a intercettare la palla che finisce in rete. Al 22’ terza- rete nerp-azzunra, ancora ad opera di Vonlanthen, con un tiro diagonale che batte Bugatti sulla sua destra. LANEROSSI — JUVENTUS 3:2 (2:1). — Buoni spunti sia dall’una che dall’al-lira parte sin dall’inizio. Subito, al 3’ di gioco, la rete di Campana, dopo uno scambio con Menti ohe ha sorp-reiso Viola. Al 24 pareggio degli ospiti su azione personale di Colombo. Al 33’ seconda rete per i bianco-rossi. Azione Men-ti-Manenite-Savioni conclusa da Vicini. Nella ripresa, dopo un buon inizio -del Lane-rossi, gli ospiti riescono a segnare al 17’. Dopo uno -scambio Praest-Colombo, Colei-La, da tre metri, realizza. Al 29’ si ha Bologna la rete decisiva di Manente, in una -confusa- azione. NOVARA — PRO PATRIA 2:5 (1:1). — Il Novara ha giocato per oltre un'ora in dieci perchè al 25’ del primo tempo Piccioni è stato costretto a lasciare il campo. Leggera superi-oxiità territorial-e e maggior volontà degli ospiti. Gli azzurri si sona limitati a difendersi, quando i Bustocdhi hanno attaccato. La prima rete è stata realizzata da Maschino su passaggio di Arce. Al 27’ Qrzan ha pareggiato su calcio di punizione. Bronèe al 26’ della ripresa con una bella Pozione, congegnata con Arce, ha realizzato la rete; della vittoria. ROMA — TRIESTINA 4:1 (2:1). — La partita si è -risolta alla mezz’ora con due -gol della Roma- e uno -della Triestina, segnati nello spazio-di -quattro minuti. Prima ad andare in vantaggio è stata la squadra romana con un bel raso terra di Costa, imparabile, da fuori area. Tre minuti dopo la Triestina ha pareggiato con l’ala destra Re-no-sto che colpendo- la palla di cont-'rabal-zo ha mandato- la palla nelle rete di T-essari. Ma appena un minuto dopo Costa con un fortissimo tiro da fuori area a mezza altezza ha riportato la Roma defintivamente in vantaggio. Niella ripresa!, lespul-so Peita-gna -per scorrettezze, la Roma ha accent-ua-to la pressione e realizzato la terza rete al 17’. Galli -trovato improvvisamente via libera corre verso la porta avversaria e visto che i-1 portiere gli muove incontro passa lateralmente a Prema, che realizza con un tiro in corsa. Al 42’ la quarta e l’-ultima rete su azione personale dii Ny-ers. TORINO — SAMPDORIA 2:1 (2:0). — I granata hanno vinto di misura ma specie nel primo tempo la loro superiorità- è stata evidente. I -padroni di casa sono andati -i-n vantaggio già ai 6’ su azione impostata du Buhtz. I granata hanno in seguito consolidato il vantaggio a un minuto dallo scadere del primo tempo con una bella discesa Antoniotti-Bu-btz, conclusa da Bacci con un.tocco preciso. I sampdorini pur essendo ,stati più volte vicini alla rate hanno segnato soltanto a dieci minuti -dalla- fine per opera di Ronzon. ca. Degli italiani, accanto a Fantini, nelle posizioni di primo piano sono Astrua e Fallarin, secondo rispettivamente terzo nella classifica generale e Fornara che detiene l’ottavo posto, mentre Nencini, lo sfortunato secondo dell’ultimo Giro d’Italia, dopo essere giunto all’ottavo posto nella IV tappa, si trova attualmente al 14 posto nella classifica generale, ma nulla esclude che a chiusura del giro>non lo si trovi in testa alla classifica, dato il suo costante rendimento, non fatto di sprazzi. Le squadre italiane possono difatti fare un maggiore affidamento su uomini come Nencini, Fantini, Astrua ed altri che su uomini come Minardi e Padovan, i quali, pur avendo vinto il primo la V tappa ed il secondo la VI si trovano rispettivamente al 40-mo e al 42-mo posto nella classifica generale. Un altro uomo a rendimento disuguale è lo spagnolo Poblet, un vero cacciatore di tappe volanti, che dopo aver vinto due tappe, si trova al 75-mo posto nella classfica generale. La classifica generale dopo l’ottava tappa Campobasso—Salerno si presente nel seguente modo: 1) Fantini con 42 ore e 18’, 2) Astrua a 30 secondi, 3) Fallarmi a 59 secondi, 4) Schaer a l’18”, 5) Moser a l’23”, 6) Clerici a l’24”, 7) Wagtmans a l’25”, 8) Fornara a l’37”, 9) Couvreur a l’39”, 10) Bahamontes a l’43”, 11) Buratti a l’49”, 12) Defilippis a 2’40”, 13) Brankart a 2’45”, 14) Nencini a 3’02”. Il triestino De Santi si trova al 33-mo posto in classifica con circa 12 minuti di distacco da Fantini. violata, grazie all’imprecisione degli attaccanti ospiti. La partita è stata condotta da ambo le pariti con la massima decisione, -mantenendosi però sempre al livello della cavalleria spartiva. Tecnicamente il gioco ha lasciato molto a desiderare, ma la foga e l’impegno degli atleti hanno compensato lo svantaggio, rendendo Fifacontrio mollilo int-eresutoite. Da un punto di vi-sta- tecnico i capo-disir-ia-ni, son-o stati superiori, ma i padroni di cas-a si sono- rivalsi con -la grande volontà, ben sostenuti dal proprio pubblico. Il primo tempo, dopo fasi alterne, s’è chi-uso a vantaggio dei padroni dj casa. Gli ospiti fallivano dal canto loro alcune ottime occasioni da rete per troppa precipitazione. La parte del l-eone- è stata fatta in questo scorcio di partita dalle due difese, dimostratesi ben registrate ed energiche. Nella ripresa, invece, i capodi-stinani hanno marcato-, s-pecialmente nell’ultima mezz’ora, u-na netta superiorità territoriale, rimasta peraltro sterile per la mancanza di efficacia nel tiro a rete e per la bravura delll’esitremo difensore dlel Tabor, che con i suoi interventi s’è meritato più volte sii applausi del pubblico. Ora le due squadre, assieme all’Isola, si trovano ad uguale punteggio in clas'sific-a. li Capodis-tria è ha-dicappaio dal più sfavorevole /quoziente rc|li,-ivma- |ia disputato una partita in meno, per c-ui la parola decisiva sulla retrocessione ne sarà detta domenica prossima dairin-co-nltto di ricupero Capodistria — Grafičar, r Regata Capodistiiana CAPODISTRIA, 26 — Come già abbiamo comunicato la volta scorsa, dal 2 al 3 giugno prossimo avrà luogo a Capodistria, in occasione del decennale della tecnica popolare, la I. Regata capodistriana, quale preludio alla tradizionale «Regata istriana», organizzata dalla Federazione nautica slovena e dal «Jadro club» locale. La regata comprenderà le seguenti categorie di imbarcazioni: «Stelle», «Snipe» (beccaccini), «O-Jole», «Dragoni», R 5, 5» di classe internazionale e «L 5», «Gatti» e «Cutters» di classe nazionale. Il percorso seguirà il tracciato di quello del campionato jugoslavo «Snipes» dello scorso anno nel golfo per una lunghezza di 7 miglia maritiime in 3 prove secondo il regolamento dell’ I. Y. R. U. e del B. S. J. Ai vincitore nelle categorie «Stelle» e «Snipe» verrà asegnata la «Fiamma capodistriana transitoria» ai vincitori nelle altre categorie, invece, delle coppe, pur esse transitorie. Alia grande manifestazione velica capodistriana sta prospettandosi un pieno successo, del tutto degno delle tradizioni che la cittadina conta in questo campo. Oltre ai migliori equipaggi dalmati, istriani e fiumani è annunciatà la presenza di competitori esteri. Le società veliche di Monfal-cone, Trieste, Muggia e Klagenfnrt hanno già notificato regolarmente la loro partecipazione con un agguerrito lotto di concorrenti.