ORBANO DELL'UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno VI' - No. 293 Redazione - Amministrazione CAPODISTRIA Via Sanarlo 26 - tei- 128 Martedì 55maggio 1953 Prezzo: 5 din. - 29 lire ABBONAMENTI: T.L.T- Zona Jugoslava o R.F.P.J. annuo din. 250. semsstr- din. 130 Spedizione in c. c p- Gtornate di serenità e decorosa letizia per i nostri lavoratori i festeggiamenti 'dei #. Maggio Hella soddisfazione dell’opera compiuta e nella fiducia in un sempre migliore avvenire Il I. Maggio è stato festeggiato solennemente in tutta la Jugoslavia. A Belgrado centinaia di migliaia di persone hanno assistito ad un imponente parata, cui ha presenziato anohe il Maresciallo Tito, accompagnato dai compagni Djilas, Ran-ković, Moša Pijade, Goänjak, Dap-ćević e da altre autorità governative e militari. Per tutta la durata della manifestazione la folla ha seguito il succedersi ininterrotto di reparti dell’Armata Popolare, della Marina e deU’Aviazione militare in formazioni da combattimento con armi leggere e pesanti di produžio, ne nazionale. Fra gli armamenti sono stati notati pure carri armati del tipo «Sherman» e cannoni semoventi, forniti al nostro paese dal programma degli aiuti americani. Parate militari hanno avuto luogo anche a Zagabria, Lubiana e nelle altre principali città delle repubbliche federate. A Lubiana, dopo la parata militare, 120 mila persone hanno sfilato in corteo per le vie principali della città fra due ali di popolo entusiasta. Sabato e domenica, poi, hanno avuto luogo in tutto il nostro paese, manifestazioni culturali e sportive, gite e svaghi. Anche i lavoratori dei nostri due distretti, accomunati alla generale letizia, hanno trascorso gioiosamente e decorosamente la grande festa del lavoro. Accademie celebrative, : manifestazioni di popolo e fiaccolate, rappresentazioni culturali e gare sportive, feste e balli si sono susseguiti intensamente da giovedì, vigilia del I. Maggio, a domenica scorsa. I lavoratori delle fabbriche e delle aziende hanno commemorato nei loro collettivi la solenne ricorrenza. Per l’occasione, la ge-sione operaia di singole aziende ha distribuito ai propri dipendenti gli utili. Nel distretto di Capodistria sarai stati distribuiti ben 5,5011.000 din. I lavoratori dei Cantieri «B. Kidrič» di Pirano hanno diviso 1,100.000 din. quelli deU’Edilit di Isola 1,500.000 din.; somme inferiori quelli delia «Delanglade», dell«A. ctria», «Stil», «Elte», «Lipa» e altri. Alla «Delanglade» ogni dipendente ha ricevuto in media 8.000 din. CAPODISTRIA Una simpatica e significativa celebrazione ha aperto il 30 aprile a Capodistria il ciclo delle manifestazioni disposte per la Festa Internazionale del Lavoro. Il Teatro del Popolo, gremito sino all’inverosimile, tanto da costringere gli spettatori a stiparsi negli angoli d’ogni palco, ha visto l’inizio della commemorazione con due brevi, ma efficaci, rievocazioni in italiano e sloveno, a cui ha fatto seguito una serie di applaudite esibizioni. Impeccabile il coro «Svoboda» con le sue perfette esecuzioni che hanno dato modo di emergere anche ad un buon solista; il Gruppo Fol-klodistico di S. Canziano, eseguendo un caratteristico ballo nazionale belocraino («Lepa Anka», «La bella Anna») prima ed un «Valzer campagnolo» poi, ha dato prova dell’apprezzabile disposizione dei suoi componenti, molto volonterosi seppur non ancora del tutto maturi. Il quartetto mandolinistico del Circolo Italiano di Cultura «Antonio Gramsci» ci ha fatto prender nota dei suoi considerevoli progressi con l’esecuzione di alcuni brani di musica operistica. Ma un cenno particolare merita il coro degli studenti del Ginnasio italiano, istilliti e diretti dal M. Parenzan: gli applausi che i nostri ragazzi hanno riscosso, costituiscono la migliore testimonianza del modo in cui la loro iniziativa è stata accolta. Desidereremmo risentire con tutto il pubblico, molto presto e molto spesso queste fresche e ferme voci che aggiungono una nota particolarmente simpatica alla nostra attività culturale e ricreativa. All’uscita dai Teatro, Piazza Tito è stata tutta dei più giovani che l’hanno invasa contendendosi le fiaccole, divertendosi nelle più sbrigliate evoluzioni, per poi incolonnarsi, disciplinati e percorrere le vie della città fino al porto, dove 1 vigili del fuoco — organizzatori della fiaccolata — hanno coronato la riuscita manifestazione con u-no spettacolo pirotecnico sempre gradito a tutti, grandi e piccini, accumunati in questa bella serata per la celebrazione del giorno caro a tutti i lavoratori. ISOLA Già nelle prime ore del pomeriggio di giovedì, Isola aveva assùnto un’aria di festa, di grande occasione. Gli altoparlanti rovesciavano nelle vie imbandierate valanghe di musica e qua e là gruppi di persone, smesso l’abito di lavoro, conversavano allegramente. Al tramonto le sirene degli stabilimenti davano, diciamo così, l’inizio ufficiale dei festeggiamenti del tenderlo. Altri invece, dopo aver ascoltato il programma culturale si recavano alla Casa sindacale, la vecchia Casa del Popolo rimessa a nuovo merchè il contributo di tutti i lavoratori della città, dove trascorrevano in allegria la serata. Poi fu calma e il riposo. Soltanto apparentemente, chè le finestre rimasero a lungo illuminate e al loro interno una mensa speciale e visi pieni di gioia. Nella notte il canto di qualche esuberante ruppe più volte la quiete, ma non disturbava nessuno. Era già il I. Maggio. All’alba la sveglia al suono della banda di S. Luoia. Nastrini rossi e cravatte purpuree, tutti furono in piazza Tartini e nelle vie a godersi il bel sole e lo spettacolo dei gio- ii« gruppo di lavoratori del nuovo maglificio di Cittanova I. Maggio. Con le prime luci della sera, si accendevano scritte inneggianti alla Festa del Lavoro e festoni. Particolarmente due noti viali della cittadina offrivano uno spettacolo suggestivo con centinaia di stelle multicolori sospese nel verde. Poi sono cominciati a sfilare cortei di lavoratori e il centro della cittadina si è trasformato ioti una immensa fiaccolata dalla quale si levavano canti e musiche. Riunitisi i cortei nella piazza antistante il porto, i compagni Bonassisi e Duj-movič hanno preso a parlare del significato del I. Maggio nella storia delle lotte proletarie. Intanto numerosi battelli incrociavano imbandierati facendo convergere sulla folla fasci di riflettori. Nello specchio d’acqua del porto si riflettevano centinata di fuochi delle opposte rive, creando uno stupendo, fantasmagorico spettacolo di luci. Scioltisi i cortei i canti stentavano a morire. A notte fonda, gruppi di tardi a rincasare li facevano ancora riecheggiare nelle più lontane contrade. PIRANO Sino dalla mattinata della vigilia Pirano proletaria si era pavesata a festa. Dappertutto festoni, bandiere rosse e nazionali, scritte luminose e parole inneggianti alla grande festa dei lavoratori. A sera, il convegno al suono delle sirene e fra gli scoppi delle racchette colorate. Un lungo corteo di fiaccole, con alla testa i vessilli e al suono degli inni rivoluzionari, eseguiti dalla banda di S. Lucia, percorse le vie principali della città. L’appello non rimase inascoltato. Circa 200 cittadini accorsero in piazza I. Maggio, tradizionale luogo di convengo dei lavoratori pi-ranesi, in una solenne cornice di bandiere nazionali e drappi rossi. C’era in piazza il lavoratore dei cantieri ancora in tuta che non a-veva fatto in tempo a mutare l’abito, il pescatore con la cravatta rossa e il vestito nuovo, la massaia che aveva rubato il tempo alle pentole in ebollizione; c’era il giovane e il vecchio ad ascoltare le parole dei compagni che parlavano, rievocando il simbolo e la lotta rivoluzionaria, la vittoria e le conquiste raggiunte nell’edificazione del socialismo. Poi, soddisfatto d’aver rivisto i propri concittadini felici e uniti negli intenti, qualcuno si rituffava neU’intimità della sua casa dove c'era una cena d’occasione ad at- vani ginnasti che si esibivano in piazza. Il vecchietto, che non aveva potuto vedere lo spettacolo oltre la spalliera dv gente, sedile...tornava invece al sole della riva, fra il gruppo dei suoi amici, a ricordare le memorie di un tempo, quando col garofano rosso all’occhiello cantava ahi. Maggio. NEL BUIESE Il Buiese ha celebrato la sua festa del lavoro. L’ha celebrata senza pomposità con una gioia quasi intima, con uno sguardo al passato di lotta. Buie, Umago, Cittanova, Matterada e tutti gli altri centri hanno rievocato i giorni duri dell’oppressione, i giorni battaglieri del periodo bellico affinchè gli occhi e la mente, spaziando sui campi, nelle scuole, sul desco famigliare, nella vita di ogni giorno potessero, confrontando, meglio valutare questo I. Maggio di libertà e di socialismo, primo maggio intessuto di canti sui palcoscenici delle case del cooperatore, di risate spensierate e di gioia negli occhi della gioventù, protesa a rincorrersi nei sacchi o nelle carriole con un uovo nel cucchiaio, di visite nei campi rigogliosi dopo la pioggia, dei vecchi, soddisfatti dell’abbqndantissimo pranzo, pranzo che non aveva solo un fine a se stesso, luculliano, ma che per l’uomo dei campi del buiese significava che il primo maggio di galera, di miseria e degli arresti preventivi non ritornerà mai più, cancellato assieme agli sfruttatori e gli oppressori di ieri dalla forza del popolo in armi. Passando veloci per Verteneglio, la mattina del I. Maggio, abbiamo intravisto su di un balcone, parlare alla folla riunita in piazza, Božič Antonio, il popolare Barba Toni di Covri, figura di vecchio combattente, dai baffi spioventi e dal viso rosso e bonario. Non sappiamo quello che egli ha detto alla gente, ma se egli avesse raccontato ai ver-tenegliesi la sua vita, i suoi primi maggi del passato e quello di oggi egli avrebbe nel miglior modo e-spresso il cammino ascendente del nostro popolo. Abbiamo invece sentito quello che ha detto al popolo festante di Cittanova il compagno Matejčič. Ma più delle sue parole un valore immenso assumeva l’atmosfera nella quale erano pronunciate. Egli, assieme al popolo, inaugurava una nuova fabbrica. Inaugurare una fabbrica a Cittanova ! Chi non conosce la vita tediosa di ogni giorno, fatta di giornate mattiniere nei campi, di notti insenni sulle barche da pesca per gli uomini e della valigetta per dare generazioni di serve alla borghesia triestina per le donne, non può comprendere cosa significhi a Cittanova una fabbrica che darà pane e lavoro alle figlie del laborioso contadino e pescatore cittanovese. Nel nuovo maglificio c’era tutta Cittanova. Le mamme dagli occhi lucidi, i padri sorridenti e frotte di piccini attorno alle ronzanti macchine lucenti, sulle quali le ragazze, serie e piene d’importanza, iniziavano a tessei'!«, ie jiuiiie maglie, iniziavano una nuova opera. Mezzogiorno era già suonato da un bel pezzo e la gente aveva già sgomberato l’ampia «hall» del maglificio. Gemma diceva: ho fame, lo stesso ripeteva Teresina. Però le ragazze erano sempre lì, tutte attorno alle macchine a ripulirle, a guardarle e non c’era verso di farle allontanare. «Farete così anche quando lavorerete otto ore? — chiedemmo a una piccola sbarazzina. «Sarà una canzone anche con otto ore — ci rispose e un’altra aggiunse: «Potremo sposarci e continuare a lavorare, con otto ore». Sogni di ragazze che oggi diventano realtà. Lavorare e vivere dignitosamente. Dall’accademia celebrativa al Teatro del Popolo di Capodistria : il gruppo folklorìstico di s. Canziano Nostra intervista sui lavori del IV. Congresso dell’ü'nione Socialista a Lubiana Significato storico IL GEN. KVEDER NEGLI Ü.S.Ä. li tenente generale dell’A PJ, Dušan Kveder si trova attualmente negli Stati Uniti. Durante la sua visita, che durerà 10 giorni egli terrà alcune conferenze su attuali problemi militari. Il generale Kveder ha svolto lo scorso anno simili conferenze anche in Norvegia e in 1svizzera. Certi di far cosa utile e grata ai nostri lettori abbiamo intervistato mi membro della delegazione dell'Unione Socialista dei Lavoratori del distretto di Capodistria, il camp. Abram Mario, che ha presenziato ai lavori de] recente IV. Congrego dell’Unione Socialista delia Slovenia, tenutogli a Luibiana dal 25 al 2i u. s. Alle nostre domande il comp. Abram ha così risposto: DOMANDA : Quali sono le tue impressioni sui lavori del Congresso in generale? RISPOSTA : — Il Congresso di Lubiana è stato un congresso di lavoro. 1 seicento e piu delegati, che rappresentavano le organizzazioni di. base dell’Unione socialista di tutta la Slovenia, hanno partecipato direttamente ed attivamente ai lavori. Niente discorsi e frasi, dichiarative, mancanza assoluta di pompa e di atmosfera este riore. Tre brevi relazioni hanno inquadrato la discussione sui problemi centrali che si presentano attualmente. aU’Unione socialista quale forza politica motrice della nostra edificazione socialista. Poi il Congresso ha continuato i lavori, suddiviso in tre commissioni, una per Ciascuna relazione. E' stato nel lavoro di queste commissioni che si sono avute numerosissime discussioni dei. delegati della base. Discussioni concrete sull’esperienza delle forme di lavoro finora praticate, esposizioni di successi dell'organizzazione fra i collettivi di lavoro delle imprese, nelle campagne, nelle organizzazioni sociali e culturali. Pochi sono stati i delegati che nel proprio intervento hanno divagato su problemi generali. La maggioranza si. è soffermata sull’analisi critica degli, avvenimenti e dei problemi, mettendo a nudo le defieenze, dove si. presentano e non risparmiano critiche verso persone e istituzioni. 1 delegati del nostro distretto hanno assistito ai lavori di tutte e tre le commissioni, ma solo un compagno, Antonio Brajnik, ha preso la parola nella commissione sui compiti nell’Unione Socialista nelle campa- Gli aspetti palesi e reconditi della campagna elettorale in Italia Premesse antidemocratiche ed equivoche prospettive Un passaggio durante il circuito motociclistico di Semedella Il prossimo 7 giugno il popolo ita-liano eleggerà il nuovo parlamento. La campagna elettorale è ormai in pieno svolgimento e tutto lascia prevedere che sarà una campagna dura, condatta dai maggiori partiti senza esclusioni di colpi, nella difficile situazione determinata dalla crisi di alcuni importanti settori produttivi, dalla depressione economica generale dalCacutizzazione dei conflitti sociali e dall asprezza della lotta politica di cui si è avuta una dimostrar zione in occassione della battaglia sulla nuova legge elettorale al Senato. L’attuale partito di maggioranza, la democrazia cristiana, pone nuovamente Con forza la sua candidatura alla direzione del paese. Per il raggiungimento di questo obiettivo, d’accordo con i tre partiti minori, di centro ha varato la nuova legge elettorale che per mezzo dell’arti fido del sistema degli apparentamenti e del premio alla maggioranza, dovrebbe; consentirle di rioccupare alla Camera quei seggi che dovrebbe perdere per la ridotta base elettorale. Allo stesso scopo il governo De Casperi ha decretalo lo scioglimento anticipato del senato, nel äquale non deteneva la maggioranza assoluta e che avrebbe potuto rappresentare un pericolo per la sua completa libertà di manovra. Create premesse cosi poco democratiche, il partito del presidente del consiglio si è lancialo nell'arena elettorale in nome naturalmente della democrazia e della libertà contro i totalitarismi, nella speranza che il popolo italiano possa ancora una volta essere ingannato su quel processo di invadenza clericale, che già asfissia il paese e che va gradai amen te trasformandosi in un regime a ve ro sfondo totalitario. Accanto e apparentati al partito di maggioranza saranno liberali, repub blicani e s oc ioidemocrat ici, che la democrazia cristiana è riuscita ad ag ganciare al suo carro in modo pres sochè permanente. Si tratta di tre parliti minori che hanno praticamente perduto ogni autonomia politica e che sono destinati, in sede elettorale a pagare a caro prezzo la loro mancanza di indipendenza. Non saranno infatti molti gli elettori disposti a credere al liberalismo di Villabruna, al socialismo di Saragat e ai principi mazziniani di Pacciardi, legati tutti e tre mani e piedi al carro dei clericali. Buona parte dell’eredità dei ire partiti di centro sarà raccolta probabilmente da due nuovi raggruppamenti: l’Unione Democratica Nazionale, formata da vecchi liberali e repubblicani con tinte radicali e in funzione ant icier acale, e V Unione Socialista Indipendente promossa dal movimento lavoratori italiani degli onorevoli Magnani e Cucchi, a cui si sono associati gruppi di dissidenti del partito di Saragat e di quello di Nenni. Le elezioni di giugno saranno la prova del fuoco per questi due movimenti, la cui eventuale affermazione potrebbe impedire che scatti la trappola del premio alla maggioranza ed aprire nuove prospettive nello schieramento politico della penisola. Il grande concorrente della Democrazia Cristiana rimane lo schieramento dell’opposizione di sinistra: il partito mominformista e il partito so- cialista italiano. Si presenteranno separati, ciascuno con liste proprie e ciò, iti assenza di una solida formazione socialista, permetterà probaj bilmente al partito di Nenni di raccogliere i voti di buona parte di quegli elettori che9 pur non accettando le posizioni Cominfor miste, vogliono impedire un ritorno al potere dei clericali e dei loro associati. Si prolungherà però in questo modo l’equivoco di una sinistra che non è sinistra e di una opposizione che vive non tanto per i suoi meriti, che certamente non ha. quanto invece per i demeriti del governo democristiano. E9 il logico risultato della mancanza dì una solida e chiara alternativa socialista e rivoluzionaria capace di aprire nuove prospettive ai lavoratori italiani presi nel vortice della sterile lotta Ira i partiti borghesi e i partiti dell’opposizione, legati ad interessi estrànei a quelli del proletariato della penisola. Nella campagna elettorale si stanno facendo notare gli attivissimi neofascisti, ai quali la politica interna di de Gasperi ha dato ampie possibilità di sviluppo negli ultimi due. anni. Negli ambienti della direzione del movimento sociale, italiano, i piu ottimisti ritengoruì che i neo fascisti riuscirano a raccogliere da tre a quattro milioni di voti. Sarebbe questo un risultato quanto mai pericoloso per le sortì della democrazia italiana, già tanto compromesse della democrazia cristiana, e tale da accelerare quel processo involutivo di cui ci sono già stati i sintomi più inquietanti, quel processo che pesa ìu modo cosi opprimente sul futuro del-Vltalia. gne. Egli ha smascherato Fattività reazionaria di certi circoli clericali, che sono legati al Vaticano e tentano di ostacolare lo sviluppo socialista nelle campagne. A parer mio altri delegati avrebbero dovuto intervenire nella discussione portando al Congresso le esperienze della nostra organizzazione che include nelle, sue file lavoratori sloveni e. italiani. DOMANDA : Quali deUbera-zikuni iha jure so il Congresso sui ooffniptitii futuri e sulle forme organizzative 'de 11’Un ione socialista? RISPOSTA — La risoluzione della Commissione che ha discusso sui problemi politico organizzativi accerta che il popolo lavoratore della Slovenia è quanto mai. compatto, politicamente unito al Fronte di Liberazione— ora Unione Socialista — ed al suo programma di edificazione del socialismo. Ogni tentativo di distogliere i lavoratori della Slovenia dal cammino di rafforzamento della democrazia socialista è destinato al fallimento, La risoluzione raccomanda alle organizzazioni dell’Unione socialista di tutelare anche in seguito la larghezza dell’organizzazione nel senso che ogni cittadino, che ne riconosca il programma. sia suo membro attivo. Il programma, d’altronde è stato ben determinato dal IV Congresso di Belgrado: lotta per la pace e la pacifica convivenza dei popoli sulla base del-l’ugualglianza e sul diritto di ciascun popolo di decidere lìberamente sul proprio ordinamento politico e sociale, edificazione del socialismo e sviluppo dei rapporti socialisti quale condizione per la libertà indivi-duale dei cittadini e difesa da ogni tentavivo di sfruttamento sotto qualsiasi forma. L’appartenenza procedente a altri partiti politici, l’ideologia e a convinzione religiosa non possono essere di ostacolo per l’adesione di ogìii cittadino onesto. Il Congresso ha discusso anche la situazione delle minoranze slovene in Austria ed in Italia. Nella risoluzione è detto die l’Unione socialista darà anche in futuro tutto l’appoggio alle minoranze e lotterà perchè godano dei loro diritti fondamentali. Mentre in Austria esistono tutte le condizioni per regolare su principi di giustizio, i rapporti verso la minoranza slovena, in Italia, malgrado le decisioni del trattato di pace, gli Sloveni non godono dei diritti fonda-mentali e il Congresso ha condannato la politica discriminatrice dei governo italiano. Per quanto riguarda le forme organizzative la risoluzione ha sottolineato che bisogna attenersi allo Statuto approvato dal IV Congresso dell’Unione della Jugoslavia. Prescrivere altri schemi sarebbe un limitare, F iniziativa locale. Il Congresso raccomanda che, dove si presenti la nec-cessità siano istituite delle commissioni, particolarmente per i problemi dell’istruzione e della cultura ed, eventualmente, per l’attività delle donne, che pepò non devono ridursi ad un organismo amministrativo-bu-r ocrati co. Il congresso ha anche deciso che si passi subito a nuove elezioni nei comitati dell’Unione socialista DOMANDA — Quali constata- zioni ha fatto il Congresso sui problema della gestione ojperaia e sullo »viluppo idei socialismo nella campagne? RISPOSTA — Iti entrambe le commissioni si. sono avute interessanti e vivaci discussioni. La gestione operaia delle fabbriche è senza dubbio la base dell'ulteriore sviluppo della nostra sociaetà ed il Congresso ha me.sso in rilievo la necessità di approfondire la democrazia socialista in una lotta instancabile contro le manifestazioni burocratiche e contro gli interventi amministratili nell’economìa. I lavoratori devono conoscere le leggi economiche obiettive e il compito fondamentale dell’Unione socialista è, appunto, elevarne la capacuà e In coscienza. Il problema dell edificazione socialista dell’agricoltura è stato trattato sotto tutti gli aspeti. Il compagno Kardelj, con il suo intervento, ha dato un grandioso contributo su questo tema. Il puroblema essenziale consiste nello sviluppo delle forze produttive nelle campagne\ ma tale sviluppo non può essere conseguito con una politica di costruzione nei confronti dei produttori diretti. Ciò non significa rinuncia, come affermano alcuni circoli interessati all’ estero, ma lo propulsione di nuove forze verso Fedificazione socialista nelle cam pa gne. L’Unione socialista nel suo insieme e le singole organizzazioni di base dovranno impegnarsi seriamente con una vasta attività di elevamento politico, professionale e culturale per realizzare / compiti tracciati dal Congresso, che senza dubbio rappresenta una tappa storica sulla via della nostra edificazione socialista. IL 1M AGGIO a Trieste Trieste, porne vuole la tradizione, in un" atmosfera dii fidarle tu di tutti i lavoratori. Migliaia dii eitladini sono conventi allo stadio. I. Maggio per trascorrere in comune ore di serenità e di gioia. Un bel sole primaverile Ila allietato con le grazie dei suoi raggi ila magnifica festa, resa d’altronde igià bella dalla varietà degli svaghi offerti ai eitladini dagli organizzatori. Um rieco programma culturale ha attirato I’ammiraziome dei presenti. I cori riuniti dei circoli di cultura sloveni barano cantato tre conosciutissimi inni rivoluzionari, almmi compagni si sono prodotti in efficaci recitazioni e i grujpfpi maradoiinistdei di S. Giacomo e di Sfcoircola hanno eseguito alcuni brani di colore. Sono seguiti alcuni balletti, eseguiti perfetta, menite da gruppo di giovani e pionieri, mentre uno spiazzo a parte era riservato ai giochi dei bambini e per il teatro dei burattini con grande piacere e divertimento dei ipiù piccoli. Naturalmente, non è mancato, più tardi, di ballo. Così fino a tarda «era. Durante i festeggiamenti hanno parlato ai convenuti i compagni Stoka e Lauren ti che hanno rievocato la solenne ricorrenza del I. Maggio e auspicato la vittoria nella comune lotta degli italiani e degli sloveni di Trieste per l’emancipazione sociale e nazionale. Il nuovo padiglione, all'aperto dell’albergo «Triglav» di Capodistria ASSICURAZIONI SOCIALI All’Assemblea dell’Istituto delle Assicurazioni Sociali, tenutasi recentemente a Capodistria, sono stati approvati, dopo un’esauriente discussione, il bilancio di chiusura per l’anno finanziario 1952 e quello di previsione per il 1953. Relativamente a quest’ultimo è stato deciso poi un aumento di 20 milioni, rispetto allo scorso anno, dovuto alla sistemazione delle pensioni in base alle nuove disposizioni di legge, al-l’aumentato numero dei pensionati e all’esito favorevole di molte pratiche finora in sospeso, riguardanti le domande di collocamento a riposo. La somma globale della voce di bilancio per le pensioni ammonterà perciò, quest’anno, a ben 130 milioni di din. La vivace discussione sorta attorno al problema delle pensioni, se ha rivelato il-grande interessamento dei membri dell’assemblea per la loro istituzione, ha messo anche in luce alcuni aspetti caratteristici del problema, che meritano di essere analizzati. Si è constatato, innanzitutto, che il numero delle domande per il collocamento in pensione è aumentato notevolmente dopo l’introduzione del nuovo sistema economico-fi-nanziario. Infatti, mentre prima le domande di collocamento in pensione raggiungevano un massimo di 10, ora esse sono salite a 50 e, per fino, 70 in un solo mese. Tale fenomeno in linea di principio, serve a dimostrare i vantaggi che, da noi, rappresenta la pensione per i beneficiatati. D’altro canto si verifica pure che molti presentano le domande di cui sopra, senza avere ancora il diritto alla pensione. Ci sono, infatti, alcune persone che si credono in diritto di usufruire della pensione pur essendo in rapporti di lavoro da appena qualche anno. Se l’Istituto delle assicurazioni sociali dovesse pagare le pensioni a tutte le persone che hanno presentato richiesta, senza aver diritto, non solo largheggierebbe, o meglio detto, dissiperebbe somme di denaro ingenti tolte dai mezzi finanziari pubblici, ma perderebbe anche in serietà e non risulterebbe conseguente agli scopi dell’assicurazioni sociale. Ogni interessato deve convincersi che la pensione gli spetta soltanto se ha dato il suo contributo alla società attraverso un’occupazione sistematica e duratura. Succede, invece, che un richiedente, non giustificato, la cui domanda viene respinta in prima istanza perchè non inpossesso dei requisiti indispensabili, riccorre in seconda istanza e poiché anche qui la sua domanda deve venire bocciata, ricorre ancora al Tribunale il cui giudizio non può modificare la cosa, dato che la legge parla chiaro. La pratica ritorna così al punto di partenza. Altri interessati, che hanno invece pieno diritto alla pensione, devono a causa di questi ingombri, attendere mesi e mesi l’evasione delle loro pratiche. Molto si è parlato all’assemblea anche del servizio sanitario. I rappresentanti dei collettivi di lavoro hanno rilevato che, da quando gli assegni di malattia vengono pagati dalle aziende per i primi 7 giorni il numero degli ammalati e, fra essi, dei presunti tali, non è affatto diminuito. Alcuni hanno dimostrato, cifre alla mano, che è addirittura aumentato. Ma nulla aggiungiamo a quanto già esaurientemente scritto in materia tempo addietro. Fra le decisioni prese, menzioneremo quella riguardante l’ingaggio di stomatologi specializzati che stabiliranno, previa accurata visita in ogni azienda, a chi-spetta la cura dentistica a spese dell’assicurazione sociale. L’assemblea ha demandato, poi, l’incarico al suo Comitato esecutivo di risolvere la questione sollevata dal rappresentante delle Saline di Pirano, Vuk Claudio, per il riconoscimento dei diritti all’assistenza sociale anche nel periodo d’inattività invernale, questione motivata dal fatto che l’azienda versa i contributi sociali non solo dal fondo paghe regolare, ma anche dal lavoro ad accordo. Sul sitema di controllo, i pareri erano divisi : gli uni ritenevano che anche le aziende istituiscano un servizio di controllo proprio, che agisca in comune accordo con quello dellTAS; gli altri invece, sostenevano l’opihìone che con un simile metodo le cose si risolvono in via amministrativa e, pertanto, non conformemente all’obbiettività. Nella discussione si è rilevato pure che molti assicurati non percepiscono ancora gli assegni famiglia-ri per i figli, perchè, non hanno ancora provveduto ad allegare alle domande il certificato di pagamento delle imposte, come prescritto dalle disposizioni in vigore. Se l’IAS non da corso al pagamento degli assegni, ciò dipende unicamente dal fatto di non poter giustificarlo, tanto più che non è da escludere che qualche interessato, una volta regolata la questione del certificato sopra menzionato, debba restituire il denaro. Tali casi non sono numerosi e, infatti, l’IAS paga oltre 165 milioni all’anno per assegni famigliari. UMA60 SORGE „, e pietre che danno V impressione di una L’erigenda «Stella Maris» a Umago Con l’asprezza delle sue grigie scogliere, contrastanti nel rosso carminio della terra e nel verde dei pini, battute dalla schiuma e dal sole, la Punta di Umago offre al riposo delle menti e delle membra tutta la generosità delle sue bellezze naturali. La mano dell’uomo s’incarica di renderle ancor più attraenti : gli alberghi si rinnovano — il «Beograd, il Miramare, l’Indi-pendencè, il Belvedere —, sorgono nuovi attraenti ritrovi — lo «Stella Maris» — i parchi fra i pini, gli oli- NEL COOPERATIVISMO CAPODISTRIANO IL PROBLEMA CENTRALE (((■oriti mllìy.iou,' dal numero precedente) Altro problema dell'attività commerciate e, in gemere, delle cooperative, è la questione della loro com-pantecipaziiorae alile divise estere realizzate con l’esportaaione che, sebbene risolta in linea di p li nci pio con lé disposizioni legali del Potere popolare, ha rivelato alcune deficemze e contraddizioni, venute alla luce alla chiusura dei bilanci annuali. Una della cause dii tale anormalità è dovuta alla mancanza dii buona evidenza sulla valuta realizzata da ogni cooperativa. Coirne noto, l’azienda esportatrice «Fnicitjus» s’inca-mieaiva finora della cernita d:ei prodotti ed era pertanto neH’iimipossibi-lii.tà di teneTe rilievi lenza esatta e tempestiva. Tale inconveniente potrà essere eliminato soltanto se le cooperative provvederanno esse stesse aillFassortimento e alla cernita dei prodotti per l'esportazioiie, il che permetterà loro di valutare le proprie possibilità melTusuiÉrutto detlilia valu-possibilità mtìll’usuJtrutto della valuta. La questione, a quanto ci consta, è ora allo studio del Consiglio economico del CPD e in questi giorni verrà risolta. Questi i problemi più attuali del -Fattività eommereialle del cooperativismo capodistriano. Necessita tener presente però che ili problema centrale rimane sempre, e più ohe mai, liincremento della produzione agricola e lo sviluppo nella riproduzione. Finora ben poco si è fatto in tal senso. Soprattutto per i motivi precedentemente specificati, ossia per la tendenza a realizzare guadagni pili grandi con il minor dispendio di mezzi e fatiche. Necessita pertanto impostare decisamente l’attività delle cooperative agricole di tipo generale verso l’aumento e il miglioramento dei rami PROBLEMI SOCIAL - SANITARI L’ESITO OEI RILIEVI ROENTGENFOTOORAMMETRIGI Nella seduta del Consiglio distrettuale della Sanità, della quale abbiamo parlato nello scorso numero, si è discusso fra l’altro dei risultati della visita fluorografica. Abbiamo così appreso che sono state controllate 26.500 persone, fra le quali si sono rivelati 326 casi sospetti. La parola definitiva spetta comunque al Centro sanatorio di Golnik, dove tutte le lastre verranno accuratamente esaminate una per una. Come è noto, la visita fluorografica era stata preceduta da conferenze e da proiezioni sulla profilassi della t.b. c. Anche la stampa se ne era ampiamente occupata. Poi l’esercito dei sanitari aveva iniziato le visite dividendosi in due gruppi: uno per le cittadine e l’altro, munito di un’attrezzatissima autom-bulanza, per le località minori. Facendo il bilancio, si può senz’altro dire che l’azione è riuscita, Essa ha assicurato al servizio antitubercolare un quadro pressoché completo sulla salute della popolazione del Distretto, cosa che invece mancava da quando erano stati fatti NUOVI LEGGI ESTESE ALLA ZONA Il recente Bollettino ufficiale del-FAmrnimstrazioiie Militare della Zona jugoslava del TLT pubblica 10 ordini del Comaridainte dell’Amministrazione Militare colonnello Miloš Stamatović, com d quali viene estesa alla Zona jugoslava la validità di ulteriori disposizioni legali jugoslave. La più importante è la Legge sulle assicurazioni sociali degli operai eid impiegati e delle loro famiglie. Con rapplicaizdone di questa legge d diritti dei lavoratori della zona ve-ranno maggiormente allargati. Nel campo degli alloggi è stata promulgata la validità della legge jugoslava sulla distribuzione del fondo per la manutenzione degli stabili e l’Onddmamza per l’affitto di locali ad uso di lavoro e accanto a ciò, con ordinanza a parte, viene ridotto »1 50 °fc l’ammontare del contribuito per la manutenzione !di stabili- Viene estesa, inoltre, la validità dell’Ordinanza sui rapporti patrimoniali e sulla riorganizzazione delle cooperative agricole di produzione, l’ordinaniza sui bilanci conclusivi de-gli enti e aziende economiche del 1952, l’Ordinanza sull’organizzazione del servizio ausiliario tecnico-forestale e le Ordinanze sulla denuncia di residenza. Oltre alle disposizioni suaccennate, con Ordine speciale si autorizzano i Comitati Popolari Distrettuali di Bilie e Capodistria a determinare i tassi del le imposte e le facilitazioni tributarie per imposte derivanti dalle entrate agricole nel 1953 e si dispone Finiroiduzione del sistema deeima. le completo netila vendita di bevande aleooliehe nei locali pubblici. sparire da Pola gli archivi sanitari per le provincie di Trieste e del-l’Istria. Questi dati saranno preziosi per l’ulteriore lotta contro il morbo, che si prevede verrà condotta a fondo. E’ prevista infatti la costruzione di un nuovo dispensario antitubercolare a Capodistria. Nella seduta del Consiglio per la Sanità è stato anzi fatto splicita-mente rilevare che la situazione dei nostri dispensari non è delle migliori, e che urge iniziare la costruzione di quello previsto, in modo che possa essere ultimato nell’anno in corso. Le visite iluorografiche hanno comportato una spesa naturalmente non indiferente, e altre spese si renderanno necessarie per proseguire l’opera intrapresa con successo. Facciamo un esempio: se dei 326 casi sospetti, se ne scoprissero 30 effettivamente colpiti dal morbo, la cura e il ricovero nei sanatori verrebbe a costare nel giro di un anno intorno a 8 milioni di dinari. Ma non importa: quando cè in gioco la salute pubblica, nella nostra società socialista si fà di tutto per salvaguardarla. La sezione di curatela sociale del Consiglio della Sanità svolge un’attività che finora non è stata messa nel suo giusto rilievo. Già da tempo essa ha richiesto a tutti i Comitati Popolari di venire informata dei casi di minorenni viziati di mente, orfani, trascurati e comunque bisognosi di assistenza. Agli CHSTEGHH IH FESTE Leggete e diffondete LA NOSTRA LOTTA Una breve interruzione della corrente elettrica nelle nostre case e l’ansia con cui attendiamo che la luce ritorni a brillare ci possono dare solo una pallida idea della gioia provata dalla popolazione di Castagna che la corrente elettrica l’attendeva da anni, la sera in cui nelle loro case, accoccolate sull’estremo costone orientale del distretto di Buie, è arrivato anche questo soffio di modernità a far sparire le fumose lampade a petrolio. Era domenica e già nelle ore del mattino l’animazione nella grossa borgata era superiore a quella che di solito si nota sui visi e nel conversare della gente nelle feste più grandi. Frotte di piccini di ogni età e di ogni colore s’accalcavano ■attorno agli uomini che davano gli ultimi tocchi agli impianti. I più anziani facevano finta di niente per non sembrare fanciulli, ma di attendere ai soliti lavori nella stalla, nel campo o nella casa non la sentivano e nonna Clementin non riuscì a trattenersi dal toccare quel congegno che la sera le dava la luce. E all’imbrunire erano tutti attorno al presidente Gorian che ha rievocato gli sforzi della popolazione del distretto e del potere popo- lare per dare la corrente a Castagna, sforzi consistenti in 2 milioni e 766 mila dinari investiti, che ha parlato del notevole contributo in denaro e in lavoro volontario offerto dalla stessa popolazione di Castagna ammontante a 334 mila dinari. Infine è stato dato il simbolico giro all’interrutore e la luce è venuta a splendere nelle case, oscurate dalla prima foschia e dai nuvoloni densi di pioggia, che s’accavallavano nel cielo e assieme alla luce, vittoria degli uomini, è venuta un’altra benedizione della natura: la tanto desiderata pioggia. Gli uomini rudi dei campi, i vecchi che per tutto il giorno non avevano tradito la loro serietà, divennero fanciulli perchè in 51 case brillava la luce ed essi ballavano e cantavano ed i vecchi riuscirono a spingersi sino alla cassetta magica per ascoltare fino a tarda notte la voce e la musica che venivano da città lontane e che, prima, qualcuno di loro mai aveva sentito. La gioia generale abbracciò anche coloro che, ora scornati, avevano creduto alle parole scettiche ed ostili: «chi?», «loro?», mai porteranno la luce a Castagna», e che, per aver prestato fede, a queste malignità non hanno sistemato l’Impianto elettrico nelle loro case. stessi Comitati veniva pure richiesta la collaborazione nella nomina dei tutori e curatori. Forse la collaborazione non ha sempre corrisposto a quelle die erano le necessità, e la sezione di curatela ha nuovamente richiamato l'attenzione dei Comitati Popolari sull'importanza della cosa. Questa speciale sezione della Sanità ha introdotto anche l’evidenza dei figli illegittimi nati nel periodo che va dal 1 gennaio 1945 ad oggi. X casi accertati in tutto il Distretto sono 280, esclusi i Comuni di Marèsigo e di Sicciole per i quali ancora non sono pervenuti i dati. Lo scopo prefisso è di porgere alla madre tutto l’aiuto possibile nell’accertamento della paternità e il riconoscimento del sussidio di sostentamento del bambino. La sezione, di curatela sociale è autorizzata a rilasciare certificati attestanti se un cittadino si trova o no sotto curatela. Questi certificati sono necessari particolarmente per il rilascio delle licenze d’esercizio. A tutt’oggi ne sono stati rilasciati 27. In base agli articoli 46 e 51 della Legge sulla curatela sociale, questa sezione è inoltre competente a nominare curatori provvisori nei casi di divorzio, proclamazione di morte, cause di successione e richiesta di alimenti. Diciamo a titolo di cronaca che finora si sono verificati 18 casi nei quali i curatori hanno rappresentato i loro protetti in Tribunale. dii produzione più adatti e redditi-zìi, e al maggior sfruttamento possibile delle stiiperfioi coltivabili), ora abbandonate. Considerevoli aree ri. mungono non coltivate sin dall’anteguerra e da prima ancora (le cosi-dette comunelle ) e sono lasciate in abbandono,servendo tutt’al più quali magrissimi pascoli. Per ciò che ri-guairda i pascoli, di più delle volte tali soltanto di- nome ci sarebbe da fare, anzi un discorso a parte, tanto sono trascurati. Ci limiteremo per ora a diire soltanto che il loro stato attuale non corrisponde assolutamente alle necessità di tin progredito allevamento del bestiame. E comiprenisiibile ohe un simile »lato di coise itomi a svantaggio della produzione agricola, dell’economia in genere e, in definitiva, ideigli agricoltori stessi, siano essi, o «io, membri della cooperativa. La situazione esige quindi un deciso mutamento di rotta. Tale necessità sembra essere stata ben compresa dalla cooperativa agricola di Dekani che, in accordo con quel Comitato comunale, ha incominciato ad occuparsi seriamente della cosa. Essa isita preparando tu vasto programma dii riinnovamento di oli-veti, [frutteti ,e di miglioramento dai pascoli su una vastissima area, ora incolta. Sono intudhiM d grandi vantaggi che ne trarrà la popolazione con l’elevato reddito di simili colture. Poco .interessamento, invece, esiste in altee località che, come ie forse più di Dekani, hanno grandi superfici coltivabili abbandonate alle erbacce e alla isterpaglia. E’ il caso di Ancorano, Struignarao, Sicoiole, Smairjc e, in genere, delle località dell’interno che, come Marezige, Boršt, Her-voj, eoe. presentano condizioni ancora peggiori delle prime. E’ sopra tutto in queste località, infatti, che il rinnovo dei vigneti e dei frutteti e, specialmente, il miglioramento dei pascoli — se condotti con la dovuta serietà — polirebbero redimerle dalle condizioni di inferiorità in cui si trovano per la mancanza di colture intensive e per Funpossibilità di introdurlo, causa le sfavorevoli condizioni climateriche e di terreno. Non solo. Il rinnovamento degli uliveti e delle piantagioni di ogni specie di alberi da frutto, accanto alle piantagioni Ai pini, avrà il doppio vantaggio di apportare un reddito maggiore ai coltivatori e, con Fallimento del patrimonio forestale, rendere più abbondanti e frequenti le pre.eipiitaiz.ioni atmosferiche, di cui la nostra Istria soffre, oggi, grande penuria. Esistono però ancora degli agrieoi Jori, membri delle cooperative agri cole di tipo generale, che mom rie scono a intravvedere, nel rinnova mento delle suiperfici incolte, il pro prio vantaggio. Sembra strano, ina così. Nella loro primitività e eoe eiutaggine si ostinano ad aggrappar si a concetti e metodi ormai supera tii. Essi temono dii perdere, con il rinnovo dei vigneti, dei frutteti e col miglioramento dei pascoli, quel poco e scadènte foraggio che ora ricavano c ohe non è suffieente a coprire neppure le minime necessità per l’alimentazione del loro bestiame. Caratteiriseo l’esempio di alcuni contadini idi Osp ove abbondano ile superflui incolte o temute a pascolo (se possiamo definire pascolo quei quattro ciuffi d’erba dove nemmeno la sterpaglia riesce a crescere), ma che potrebbero essere trasformate in rèddlitiizi vigneti, frutteti, oliveli e, .profiorz i on al in eilte, in pascoli, resi più fertili da un sistematico e radicale miglioramento —, che si oppongono a qualsiasi miglioramento della precaria situazione dei loro terreni ! Stando così le cose a Osp, e dappertutto ove esista un atteggiamento retrograde, ci vorrà uin’dmpegno e una costanza non indifferenti per educare al progresso coloro che non riescono a comprendere cose tanto semplici. E quii è necessaria l’opera dà ogni benpensante e, sopratutto, delle oirgagnizzazi'omi politiche. Nella soluzione idi questa imponente e complessa problem attica le sezioni per Fineremenito dei vari rami di produzione delle singole cooperative rivestono un ruolo particolare. B. A, vi e il verdeggiar delle messi. Ben presto, dove ora il piccone e lo scalpello modellano la terra e la pietra al volere dell’uomo, sarà una nuova vita, una parentesi di pace e di letizia nell’anno della fatica. E mentre l’onda sonnolenta spu-meggerà la roccia e la brezza ristoratrice attenuerà, all’ombra del pino, la calura del sole e il prurito della salsedine, più in là, verso l’anfratto del porto, l’occhio seguirà ii sorgere di nuovi edifici, strade, viali: il volto della nuova Umago. Aperta al suo bel mare, dal piccolo villaggio di pescatori e contadini senza importanza, in un tempo che ormai è semplicemente un triste ricordo, essa sta trasformandosi rapidamente in un moderno centro economico e turistico. Fra non molto assommerà tre motivi d’attrazione singolari nel loro complesso: riposante tranquillità, vita intensa dell’agglomerato urbano e austerità nelle sue case e nelle sue mura antiche. Un tutto armonioso di contrasti, che ben poche altre località potranno vantare. Le sue vie ora sventrate e polverose, fra mucchi di pietre e ghiaia, sembrano ancora solchi di campo arato. Tra non molto però saranno ben levigate e pulite e fra esse cresceranno nuovi blocchi di case ed edifici, disposti secondo i più moderni principi dell’urbanistica. Non più le vie strette e oscure, calli negate ai raggi del sole, le strade di Umago saranno prodighe d’aria, di luce e frescura di viali. Ricostruiti i quattro alberghi e costruito a nuovo il ritrovo «Stella Maris» nel rione di Punta, il fervore operoso s’è trasferito, più intenso, nella zona urbana dove già da tempo sta completandosi la canalizzazione, la riparazione delle strade e regolandosi il terreno sulle linee del nuovo piano. Il primo colpo di piccone ha smosso le fondamenta del nuovo blocco di case (32 abitazioni moderne) in via dell’Armata Popolare Jugoslava e della Gasa della salute pubblica. Il primo sarà un edificio a due piani e mezzanino con, al pianoterra, negozi e locali pubblici. Costruzione imponente, ma razionale al massimo. La seconda comprenderà un dispensario antitu-bercolarè, un’ambulatorio pediatrico con annesso cosultorio per la maternità e altri locali sanitari. Fra qualche settimana avranno inizio pure i lavori alla Casa della caos di terriccio cittadina sventrata cultura, nella quale troveranno posto il cinema, le sedi dei circoli di cultura, la biblioteca e tutte le istituzioni culturali. Entro quest’anno sì prevede anche la costruzione del cinema all’aperto e l’inizio dei lavori alla scuola ottennale. Questa è la prima tappa. Poi verrà il resto: altri edifici, nuove vie, giardini e parchi. Ora Umago sembra ancora tutto un caos di terriccio, pietre, travi e attrezzi, che a prima vista da l’impressione di una città sventrata in cui gli uomini si muovano con imbarazzo e sorpresa. Ma presto dal caos apparente sorgeranno le nuove opere della civiltà socialista. B. A. LETTERE ALLA REDAZIONE Si. scavano le fondamenta per la Casa della Salute UNA VISITA ALL'AZIENDA PESCHERECCIA ‘‘RIBA,, TORNATE LE LUCI SUL GOLFO Domenica 3 maggio le luci della lampare sono ritornate a costellare l’immensa distesa azzura del nostro golfo. La pesca del pesce azzurro si è iniziata e, speriamo, sotto migliori auspici di quanto lo fu lo scorso anno. Siamo stati alla «Riba», l’azienda di Isola che gestisce la maggior parte dell’attività peschereccia isolana, per sapere come sono andati i preparativi e in quali condizioni si presenta la flottiglia per affrontare il mare nella stagione. Il lavoro di allestimento della flottiglia per la pesca del pesce az-zuro doveva essere iniziato già al BAZAR in via P, Maggiora «Caspita, che beila roba che v’è, comare Valeria, e no costa miga cara, orologi a 3500 dinari, e po petini, ociad da sol, duto a bon prezzo !» «Caro compare Boso, ti devi saver che noi vendemo de duto e a bon prezzo, duto par el popolo lavoratone Questo il frammento di un dialogo, tra la comare Sambo Valeria, abitante in via porta Maggiore, e Boso Tramšek da Lubiana. Poi affare fatto fra compari, senza firme su contratti, nè arbitraggio pubblico. Dal giugno 1952 sino all’aprile 1953 gli affari tra i due prosperarono: 100 orologi da polso, centinaia di occhiali da sole, poi pettini, borse nylon ed un emporio di articoli di largo consumo, venivano trasportati da Trieste a Capodistria tramite, certa Sambo Ludmilla, cognata della Valeria. Costei a sua volta aveva associato nel «commercio» la figlia Romana, quindi De -Ambrosi Maria e Nicheli Claudio, i quali detenevano nelle loro abitazioni parte del materiale. In 10 mesi, il giro d’affari della combriccola aveva raggiunto gli 800. mila dinari, mentre i componenti si erano spartiti la bellezza di 200 mila dinari. Senonchè La D. P. ci mise lo zampino. Compiuta una perquisizione nell’abitazione della Dambrosi, venne scoperto un piccolo bazar di merci contrabbandate. Quindi, uno ad uno, i solerti commercianti vennero messi al fresco. Il processo verrà celebrato ITI maggio prossimo a Capodistria. principio dell’inverno. Invece la «Riba» ha ricevuto in consegna dall’«ex Ampelea» la flottiglia il primo febbraio pur non essendo stata sottoposta a lavori degni di rilievo. Ecco perchè i 49 uomini della «Riha» hanno dovuto farsi in quattro per mettere a punto la flottiglia per il secondo scuro dell’annata. Abbiamo detto «secondo» perchè il primo, sfruttabile agli effetti della pesca, è già passato. Per quella data non era materialmente possibile eseguire la revisione dei generatori elettrici e dei motori di bordo, preparare le saccaleve, pitturare gli scafi, completare insomma, tutta quella immensa serie di piccoli lavori la cui esecuzione è garanzia di un lavoro continuativo e senza sosta durante la stagione. Ora tutto è a posto e in discrete condizioni sui sette motopescherecci e nelle barche di contorno. Tra poco un’altro peschereccio nuovo prenderà il largo. Altri tre sono in costruzione nel nuovo cantiere della «Riba» sorto in un posto dove qualche mese fa era tutto deserto, mentre due verranno costruiti dal cantiere «B. Kidrič» di Pirano. In conclusione, la nostra pesca, dopo alcuni anni di profonda crisi, sta uscendo dai vortici pericolosi in cui era venuta a trovarsi. Buona parte dei merito di questo salvataggio va attribuito al compagno Markič, presidente del Consiglio economico dei distretto che per i problemi della pesca rivela maggior comprensione dei suoi predecessori. Oltre alla messa a punto della flottiglia, i pescatori della «Riba» hanno voluto regolare anche i propri rapporti con l’azienda. Mercoledì 29 aprile essi hanno eletto il proprio Consiglio operaio. Lo hanno eletto 77 pescatori che tale è il loro numero in quella data. A differenza dell’azienda similare di Cittanova «Sardella» i cui pescatori percepiscono anche u-na paga fissa ( a noi non sembra un sistema atto a stimolare i pescatori) quelli della «Riba» verranno pagati solo a percentuale sul pescato dt ogni singola barca che viene considerata unità base. Oltre a ciò, i pescatori sono assicurati e percepiscono regolamente gli assegni famigliari. Sette motopescherecci della «Riba» sono in alto mare. Con loro sono altre decine della «Sardella», sìngoli pescatori detta nostra costa. Atta nostra gente del mare che s'accinge ad affrontare l'annùale fatica, giunga l’augurio nostro e di tutta la popolazione : «Buona pesca» per loro e per noi. M. B. Non si può negare che ad Umago è stato fatto e si continua a fare, con celerità di primato, moltissimo per trasformarla in cittadina moderna, senza menomare le numerose opere storico artisticiu> e senza vantare l'operato del Potere popolare. Non offre però tino spettacolo suggestivo al forestiero — che ha ammirato tante belle costruzioni, alberghi, giardini, allargamenti di strade, la canalizzazione, Vasfoliatura, distillerie, conservifici ecc. — la visita di Umago veccha, dove il suo sguardo rimane colpito dalle pessime condizioni della pescheria. Considerate le. rilevanti cifre degli investimenti dei lavori in corso e gli arrotondamenti che con esse possono essere operati, riteniamo che la esigua spesa della sistemazione provvisoria della pescheria con due banchi, se non di marmo, di cemento, e con la installazione di una spina per l'acqua, la cui conduttura passa ad un metro, non rappresenti un problema insolubile. Se poi si vuol conservare la pesche-ria nelle attuali condizioni per ricaverne un monumento nazionale, affinchè i forestieri contemplino le rovine e le. brutture del passato, che testimoniano le vecchie tradizioni di Umago, allora ogni iniziativa e. spesa per eliminare questo sconcio è inutile. Certo è, ad ogni modo, che essa rappresenta un obbrobrio sotto i riflessi della igiene. Uno sgabello a stecche, un tavo-linetto da bambola con un cassettino, con un’asta verticale al centro, dove è appesa una bilancia automatica a saliscendi, ossia tutto un insieme di oggetti che necessitano di energico lavaggio con una soluzione di soda caustica al 100/100, senza escludere le cassette per il potute ed i cartellini del prezzo di vendita. Che dire/ poi delle mani imbrattate di limo e del nero delle seppie che entrano ed escono da quel cas-.tettino del denaro, come un distributore automatico? Altre caratter’sticke della pescheria di Umago sono: la compera del pesce con l’uso tleli’al fabeto Muse e la vendita che. al forestiero può apparire una novità, perchè non nrat'cata in altre parti del mando. Infatti qui il più svelto, specie certe donnette, si serve a piacimento del pesce più grosso e più bello, naturalmente chi ha maggiori disponibilità di denaro, ed, il più piccolo (a dire il vero più ricco di vitamine) resta ai più coscienti. Così non lutti devono attendere di essere serviti dal pescivendolo o pescivendolo cui manco l’acqua per lavarsi le mani (quando ritira il denaroI non solo per l’igiene, ma anche per la conservazione delle ban-.onote. F. RADIO Musica a bizzeffe e per tutti i gusti questa settimana a Radio Trieste zona jugoslava. Oggi alle 11,30 Musica sinfonica: Maurice Ravel e Alfredo Casella. Segue ancora subito dopo un programma melodico. Domani alle 12,00 saranno al microfono orchestre americane ; giovedì invece, alle ore 20,00, potrete ascoltare Canzoni di tutti i tempi. Le più belle canzoni richieste va come al solito in onda domani alle 20,00. Un altro programma di successo, Musica per voi, potrete aseotario domenica alle ore 12,00. Non dimenticate giovedì alle 21,00 Quattro secoli di musica jugoslava: la musica nella Bosnia-Erzegovina fino alla Liberazione. Chi ha voglia di ballare apra la radio questa sera alle 22,00. Agli appassionati di musica operistica consigliamo per sabato alle 20,00 La casa delle tre ragazze di Franz Schubert. Passando al gruppo dei programmi di prosa, segnaliamo: venerdì trasmissione dedicata ad lavoratori ; alle 20,30 Dal mondo del lavoro, Panorami culturali sabato alle ore 11,30 e ancora sabato Uomini fatti e Paesi, alle 20,30. Ricordiamo che all’apertura delle trasmissioni, che viene effettuata ogni giorno alle 6,00 (la domenica alle 7,00), vengono trasmessi II calendario del giorno e Musica del mattino. De L’angolo dei ragazzi, La donna e la casa e di altre rubriche sapete già l’orario di trasmissione. Nostro scenario va in onda lunedì 11 alle ore 20,30. Non sappiamo cosa ci riserba la Compagnia di prosa della Radio, ma una volta tanto sarà bene aprire l’apparecchio a sorpresa. CINEMA Quattro films nuovi abbiamo questa settimana, dei quali ci sarebbe e non ci sarebbe da parlare (poi sono nuovi per modo di dire), ma per non mancare, al consueto appuntamento facciamoci la chiacchierata. L’uomo in bianco è una specie di commedia. Il personaggio principale, un ingegnere impiegato in una fabbrica di tessuti, vuole inventare un vestito che sfidi il tempo e la sporcizia. Il proprietario della fabbrica però, per e-videnti ragioni commerciali, lo o-stacola. Tuttavia egli riesce con l’aiuto della figlia del proprietario (la donna non può mancare) a realizzare in parte il suo tentativo. In parte, perchè a un certo punto il famoso vestito casca a pezzi. Quel che importa ad ogni modo, Io avrete capito, è il pretesto, e su questo nascono divertenti situazioni. Niente festa per il buon Dio è un film francese. Non lasciatevi però ingannare dal titolo perchè qui si parla nientemeno che di... cani. Infatti un gruppo di ragazzi, che non riesce ad andare in vacanza per mancanza di soldi, si butta alla caccia di cani per poi venderli. Il primo tentativo fatto con l’animale di famiglia riesce perfettamente e lì spinge a continuare. Ma durante una «razzia» uno dei ragazzi si ferisce in malo modo e rischia di perdere la vista. Allora i.. allora il resto andate e vederlo. Il valzer immortale è invece un inno spiegato alla grande musica dell’800. Giovanni Strauss ci fa ia parte del divo di turno. De L’inferno è esaurito, quarto ed ultimo film, vi diamo solo il titolo, concludendo cosi questa nostra rubri-chetta che atte volte sa essere anche maliziosa. Siccome in fondo siamo bravi ragazzi, non dovete prendervete, e serbateci la vostra simpatia. PAGINA 3 GIOVANNI RUGGER1 umco t>i sm QUESTA ISERA CONCERTO SINFONICO IH PIAZZA TITO LA FILARMONICA DI LUBIANA Un pugno di case, proprio poche, serrate al cimitero che pareva un gioco di bambole. E’ qui che successe la faccenda. Era piovuto a lungo, fitto, e poi la terra cominciò a scivolare e a creparsi come pa-sta frolla. Al mattino zio Donato trovò davanti alla porta di casa una bara. Era una bara autentica, di quelle dove ci si mettono i morti, per intenderci. Strano, ma i commenti furano pochi. A quell’ora s’era radunato un piccolo gruppo di persone, tutta gente che lavorava in città. Si sa, la mattina si tira il tempo con le tenaglie ; quando infine ci si alza, è già molto, fra il lavarsi e. tre chilometri da fare in bicicletta, se si arriva in orario al lavoro. Questa gente, dico, mostrava sulle facce di sonno furia di andarsene. — E’ piovuto molto — disse qualcuno. — Cosa volete fa- Jlaccania EDWARD M. PURCELL, DELL’UNIVERSITÀ’ DI HARVARD, PREMIO NO BEI, PER LA FISICA re? — disse un altro. — Bisogna seppellire la casa. — Zio Donato si prese la bara sottobraccio, perchè era roba da neonati. Gli altri sì lasciarono andare giù per la discesa, scampanellando come per non perdersi nella neb-biolina azzurra che navigava sulla strada. Il cimitero, non più grande di un biliardo, era franato verso le case sottostanti e da quella parte il muretto di cinta rimaneva sospeso a ponte. Zio Donato si munì di un vecchio badile abbandonato in un angolo e prese a scavare. L’arnese affondava senza fatica nella terra molle, che poi buttata da un lato faceva «cliof, cliof». Questo per un bel pezzo, con ritmo lento, uguale. Il sole intanto si arrampicava dietro la collina fugando le nebbie. A valle la città appariva e spariva, a tratti, con la sua distesa confusa e grigia. Quand’ebbe finito, l’uomo andò a lavarsi le mani odia fonte. Poi si senti chiamare. — Non sei andato al lavoro? — Era la moglie che stendeva dei panni sul balcone. Mentre gli parlava, faceva ballare la biancheria sul figlio, agitata come se fosse successo ii finimondo. — Si può sapere cosa fai? — — Niente. Oggi rimango a casa — — Ma ti senti male? — — Male? No, no. Sto bene — L’aria assorta di chi pensa ad altro. Cos’è sta storia? Parla — tuonava la donna dall'alto. La sua voce faceva da sola un clamore d’inferno. Manco per la testa le passava, però, d’essere arrabbiata o dovercela col marito. Era cosi di natura. Anche quando s’erano conosciuti, e si parlavano alla curva della strada le sere d’estate, lui provava l’impressione per via di quella voce di far all’amore con tutto il paese. —-K parla! — Invece rio Donato s’era messo le mani in tasca, semplicemente. Andava sempre allo stesso modo. Lui l’ascoltava porre le domande, rispondersi da sola e da sola decidere. Bene, riconosceva zio Donato, perchè lei ci sapeva fare. In tanti anni s'era abituato, come a una cosa comoda, a trovare tutto risolto. C’era bisogno di cambiare? — Nina — disse, — non è possibile che io resti a casa un giorno? Sono tanti anni, e tutti i giorni lì: «Seduti, ragazzi. Cosa avevate per compito? ... Vediamo allora. Bene, bene» — Le mostrava un dito — Uno solo, capisci Nina? — — Non capisco — Il bucato ballava bianco sul balcone, un nugolo d’enormi farfalle sbattute da mano capricciosa, -r- Mi spiegassi almeno perchè vuoi far festa! E’ il tuo compleanno? — — E’ il mio funerale! — gridò l'uomo, battendo i piedi nella strada. — Dev’essere per forza festa? E se fosse ’na disgrazia? Non ha diritto un uomo di starsene a casa se gli capita una disgrazia? — — Disgrazia... E’ successo qualche accidente? — chiese una donna dall’altra parte della strada. Porte e finestre si spalancavano rumorosamente; dalle soglie; dalle camere si mostrava la gente e tutto il paese partecipava alla discussione. La moglie era ammutolita. Mai visto il suo Donato a quel modo. Poi gli disse: — Vieni dentro, ti senti male — — Mi sento benissimo — E la voce di zio Donato pareva quella di sua moglie. Intanto la folla delle donne alle finestre non capiva cosa fosse successo. — Zio Donato, dov’è ’sta disgrazia? — — Chi ha parlato di disgrazia? Fate il piacere di stare zitte. — L’uomo si volgeva ora da una parte ora dall’altra, rispondendo anche con le mani. Dalle finestre era tutto un insistere ed egli dovè spiegare che con la pioggia una bara ... che, insomma, voleva dire di sicuro disgrazia vicina. — La casa nuova non si fa più, ho deciso. — — Ma i progetti, non l’abbiamo pagati i progetti? — La moglie si avvinghiava ai ferri del balcone come una furia. — Di sicuro ti senti male. Mettiti a letto, va, che ti faccio qualcosa di caldo. — — La casa non si fa — ripetè fqrte l’uomo per dominare la confusione di domande e risposte ed e-sclamaziorii che si incrociavano attraverso la strada. — Se ci fosse mio nipote direbbe come me. Niente casa nuova. — — Fammi la carità, Donato, vieni a casa. — La moglie confusa, preoccupata ora. Zio Donato si mosse, ma verso la collinetta del cimitero. Alle sue spalle grida e commenti non accennavano a cessare. Egli si volse un paio di volte pur continuando a camminare, basso, lento e nero nell’aria trasparente del mattino di aprile. «Mio nipote sarebbe d’accordo», lo si sarebbe potuto sentir ripetere. * Finalmente il nipote arrivò e Donato potè sentirsi veramente zio Donato. A furia di parlare di questo parente mai visto, l’Uomo s’era buscato quello «zio» come un cartello attaccato alle spalle. Quel tanto di canzonatorio che cera stato ora cadeva, e a questa soddisfazione zio Donato poteva aggiungerne un’altra, che gli veniva dal vedere che l’intero paese parlava di suo nipote. Cosa la gente dicesse non si sa di preciso, perchè si fanno chiacchiere al solo scopo di aprir la bocca; pare però che al giovanotto si invidiasse l’auto nuova. A filo di logica c’è da supporre che gli fosse invidiato inoltre tutto il resto, vero o no, che l'auto richiamava alla fantasia : un lavoro che arricchisce presto, viaggi, grandi alberghi. I più furbi dicevano tuttavia che zio Donato aveva avuto sempre in bocca il nipote proprio perchè lo invidiava, come a chiarire che, quanto a loro, se ne infischiavano. Intanto il giovanotto si rivelava un tipo pratico. Il luogo offriva poca distrazione, tolta la compagnia di qualche ragazza, ed egli lo aveva subito capito. Lo stesso giorno dell’arrivo aveva scoperto la più bella attrazione del paese: Lolly. Inutile dire che prese a ronzarle intorno. La ragazza aveva un modo tutto particolare di fare le cose; camminava in maniera speciale, rideva in maniera speciale e lo stesso era nel fare all’amore. Quando si accorgeva che la sua piena bellezza provocava pesanti occhiate del giovanotto e pause di silenzio, prendeva un atteggiamento che era invito e sfida allo stesso tempo. Allora la si immaginava cullare caldi e conturbanti segreti. — E poi? — si schermiva quando il giovane le diceva come sarebbe stato bello fare questa cosa o quell’altra insieme a lei. (Continua) Avrà luogo, oggi alle ore 20, in piazza Tito a Capodistria, un concerto sinfonico deirorchestra della Filarmonica slovena di Lubiana. U programma comprenderà musiche di Rossini, Caikowsky, Dulas e Gotovac. Cogliamo la bella occasione per esporre in breve la storia minima della Filarmonica di Lubiana, che recentemente ha celebrato il suo 210 anno di vita ed è pertanto la seconda, in ordine d'anzianità, fra le consorelle d’Europa, preceduta soltanto dalla parigina aAccademie de mu-sique de danse», che peraltro era una istituzione incaricata esclusivamente dell’organiszazione di trattenimenti e festini alla corte dei re di Francia. Le origini risalgono infatti al lontano 1702, quando l’Accademia «phi-lacarmonicorumy), sezione deW«Accade mia operar sodam«, fu fondata da un ristretto gruppo di appassionati musicisti, che si proposero di allargare l’allora ristretta cerchia degli amanti della musica. Intenzione prima della Filarmonica lubianese fu di portare fra i propri membri e fra il pubblico la conoscenza delle opere più significative della musica orchestrale, corale e da camera. Sorse così un modesto complesso orchestrale e un coro, mentre i membri più rappresentativi si esibivano in concerti di musica da camera. Talvolta essa allietava la cittadinanza della capitale della Slove- LA MORALE CATTOLICA E’ SOLO OUESTIOIIE DI FUSI ORARI Il clero croato - scrive “Il Ponte" di Firenze - non scese in campo per combattere il comuniSmo: in questo caso si sarebbe trattato di una semplice e pura lotta per il potere. Ma voleva solo massacrare gli ortodossi nia durante le feste popolari sulle rive della Ljubljanica. La storia della Filarmonica slovena è ricco di episodi, talvolta drammatici. La sua attività veniva interrotta da influenze esteriori «, meno spesso, da rilassamenti interni. Non c’è dubbio, comunque, che essa influì profondamente e in modo decisivo sull’educazione musicale, della popolazione autoctona che — nei confronti con gli immigrati tedeschi — costituiva, per il livello culturale « i mezzi di cui disponeva, il ceto medio della cittadinanza lubianese diallora. Più tardi, nel XIX secolo, in seguito all’irrigidimento nazionalista tedesco, la Filarmonica viene abbandonata dai membri sloveni, ehe costituirono una propria istituzione musicale, la «.Glasbena Malica», e divenne semplicemente un’arma del pan-germanepimo, fino alla fine della prima guerra mondial«. Nel dopoguerra e fino alla lotta di liberazione la Filarmonica svalse un’attività alquanto ridotta nell'ambito della «Glasbena Matica*. Dopo la conclusione vittoriosa della Lotta di Liberazione, risorge a un nuovo periodo di intensa attività. Ricostituisce l’orchestra e il coro, e ottiene una sua sede con personale amministrativo. L’orchestra e il coro divengono in breve fra i migliori della Slovenia. Da allora la sua atti-v'ita prese nuovi sviluppi: i concerti sono in continuo e costante aumento. Quello di stasera sarà diretto dall’eminente maestro, Samo Hubad, che negli ultimi armi diresse con successo vari concerti anche all'estero. L. ESPONGONO I GIOVANI A cura del Comitato Cittadino (Continuazione dallo scorso numero) «Ai perseguitati intendiamo esprimere tutta la nostra solidarietà. Il nostro prensiero è rivolto ai fedeli di confessione cattolica e a quanti credono in Cristo e rendono testimonianza alla luce divina che emana dal suo Vangelo. Noi ci auguriamo che la persecuzione sofferta in comune valga a ricostruire quell’unità religiosa che il Cristo ha invocato per la sua Chiesa e che i tempi moderni richiedono perchè l’umanità sia difesa dal violento attacco sferralo dal materialismo Contro la 'concezione cristiana della vita umana e della società. «/ cattolici italiani che, in ogni tempo, hanno coltivato il p on t an e aanente. Jli'lialitvamenite al primio-, ritengo siano particolarmente importanti la politica dei prezzi e quella d>ei crediti. Talvolta- «i sente, dia noi, il parere obe la politica dei prezzi alti «lieti prodotti agricoli possa accelerare il progresso del* Vagricoltura. Tale parere, secondo il mio punto di vista, è errato. I prezzi alti dei prodotti agricoli eserciterebbero una fonte pressione su tutta la nostra economia e nel villaggio provocherebbero il ristagno, non il progresso. Ritengo sia indispensabile ohe la società socialista contro,liti e regoli il rapporto dei prezzi fra i prodotti industriali e quelli agricoli, in mòdo da dare al lavoratore contadino un livello di vita corrispondente alle nostre attuali possibilità, e che le istituzioni agricole vengano fiinainziate tramite i crediti bancari e coopera-twistà-ci. Le differenze fra i prezzi industriali e agricoli, nelle nostre condizioni, non giocano il ruolo che hanno nel -capitalismo. Nel. capitalismo i prezzi bassi dei prodotti agricoli po- tenziano i capitali«ti £i*«#ziatii « indù,striali « rappresentano un continuo slinu tt amen to del lavoratore dei campi. Nelle nostre condizioni essi- divengono, invece, uno strumento delTaccu-imilazione sociale della produzione agricola -individuale, che viene restituita poi, in forma di bassi erediti, per il progresso ddragricoltura e per relevamento del tenore di vita del contadino lavoratore nella misura in cui egli eleva la propria produzione per il merrato. Contemporaneamente l’eeonomia agricola individuale si collega sempre più strettamente alla nostra economia socialista e diviene sempre più interessala al suo progresso. Parallelamente deve procedere, quandi, anche il processo di industrializzazione, che sarà m grado di occupare Ja manodopera risultata superflua, con 1 ’ in tir oduziorae dei moderni mezzi tecnici nell’agricoltura^ Non penso qui soltanto alla grande industria, ma anche alla rete di quelle piccole officine e fabbriche, utili direttamente alTagricoltura. che possono impiegare auch«' manodopera stagionale, quando citte in campagna <• è esuberanza dà manodopera stagionale, e che possono venir costituite anche dalle nostre cooperative agricole, naturalmente in baste ad principi socialisti costituzionali. Molto si ò parlalo negli ultimi tempi, da noi-, sulle forme organizzati-vie, che su ranno in grado dii coinjpreirtdere tutti i processi svil-u/ppaiutisi nella nostra agricoltura con la politica della nostra società socialista. Perciò voglio tTattenerzui sul problema. -.Si tratta sopra tut lo delle cooperative agricole generali di vario tipo, delle cooperative di lavoro, delle varie aziende agni-eolie socialiste, ere. Tutte queste forme sono per noii importanti e le più significative;, ciascuna a modo suo e iai determinate condizioni. Tuttavia, da sola, nessuna fra esse è la decisiva, se non verrà appoggiata da una direttrice politica economica nel villaggio. Di quanti più moderni mezzi di produzione tali organizzazioni disporranno, tanto più ersse infìuà-ramio sul mutamento della struttura nella nostra agricoltura e sul suo progresso. Tutte queste organizzazioni diverranno ùtili e necessarie al contadino individuale, non appena questi si renderà conto che, ad esempio, sia più coti ve ni ente per lui a-rare la terra col loro trattore e lavorare con le loro macchine, che non mantenere dei cavalli. I legami economici, che così sorgeranno e igià sorgono, muteranno radicalmente il carattere della proprietà individuale e la stru tura della nostra agrlcolitura. La proprietà individuale sarà così inseparabilmente legata -ad una forte base nel riagricoltura. La relaziono da! compagno Miha Marinko LA GESTIONE SOCIALE DELL’ ECONOMIA Dopo aver reso omaggio alla memoria di Boris Kidrič ed alla sua opera per fedificazione della nostra bonomia socialista, il compagno Miha Marinko ha indicato come una dei problemi fondamentali il perfezionamento del nostro sistema ergonomico p le pure che dobbiamo dedicare all'elevamento della coscienza socialista delle masse lavoratrici. Poi ha proseguito: j - Penso che i comitati ideile nostre arganrazazioni al momento delVaLltaratlono del prattóóism-o nellTaittlvità economica, sii cui prima si interessava-no quasi esclusivamente trascurando il lavoro di chiarimento e dii educazione polLti'ucta, sono caduti nell’altro estremo: non prestano sufficiente attenzione ai problemi della vita economica quotidiana e non ai curano, ri-«comitmamdo quanto bassa sia la coscienza, ad esempio, nel campo del commercio, anche degli altri problemi 'della nostra vita er on milieu. Debbo sottolineare ehe non mii riferisco alla solidarietà politica, al patriottismo, alila fiducia delle nostre masse nel compagno. Tòlto e nella nostra direzione statale, che è senza dubbio grande e Ila dimostrato nuovamente dii esserlo in occasione del viaggio d-i Tito a Londra. Non penso neppure alla detieenza o alila mancanza della eo seien za, che trae origina dal non conoscere il modo e l’aspetto che dovrebbero atvera le norme della vita sociale quale istituzione basilare della società socialista. Un tanto sarebbe pretendere -troppo dal lavoratore comune, che. ancor molto difetta, in questo senso, di edite aizi on e socialista. MANIFESTAZIONI NOCIVE NELL’ECONOMIA -Benché si possa dire che la gran parte dei constigli degli operai abbia dimostrato, in linea di principio, una grande maturità, si tratta, d’altra parte, di un principi« morale, della coscienza ohe dovrebbe rivelarsi in parecchi problemi concreti deli rapporti economiiici. La mancanza di questa coscienza si manifesta più volte anche in molte persone elevate, politicamente, che antepongono agli altri linteresse materiale. Questo metodo incosciente, questo spingersi dietro a piccoli interessi materiali è una cosa che non desta s-ufficenite biasimo nel-ropinionc piuibbllca. Penso, ad esempio, a quelle manifesta zinna «he oggi provocamo difficoltà ben più grandi di quanto potrebbero essere giustificate : la corsa agli acquisti, l’accapar-ramemto ingordo dii risene di farina, zucchero, incoraggiate addirittura daH’esempio di funzionari pubblici in vista, ma con una paga relativamente modesta, «he fanno dei prestiti per ptroefurnarsi una maggiore riserva ili viveri; di riveinìdiiiori. in palese accordo con Ta-mrannis trazione dell’azdemda «mattar* viale, che avvertono: «Venite a premiere la farina e io zucchero. perchè mancheranno», provocando il panico senza pensare mio!inamente ai dammi di un simile modo d agire e che sono spinti dal solo inte-Tesse egoistico è ristretto di procurare allW-Mcta eommereiale il maggior possibile incasso e per se stessi una paga più grande : di contadini the aioquistano il trame come mangime del bestiame e di tutta una serie di simili esempi. Questi sono in breve dei sintomi che formano la valanga invece di provocare la reazione delle masse già ai Wo primo manifestarsi. Logicamente la colpa di ciò ricada innanzi tratto sull’apparato commerciale, «he dimostra di essere, in questo semao, su rana posizione morale peggiore dei vecchi commercianti privati, i quali si preoccupavano almeno di soddisfare inmamzituto i dienti stabili. Oggi invece, nella nostra rete commendale, rileviamo ben poca cura pe-r gli interessi della società, trascurando di accennare alla Semplice di- ti nttam tiemmwcci*Lt. L» nostre ocgaiuamienL esse pi»*, no» hanno reaig&to contro tali sintomi. Tutto ciò trae origine anche da aitine leggi economi die, mentre, d'altronde, è una latuseguenza dei resti del vecchio sistema amministrativo di di rezione dell’economda, clic ancora si riscontrano. Muovendo critiche a questo sistema amministrativo burocratico non intendiamo rii ori rei soltanto ai provvedimenti che sminiuiijvano c sminuiscqmLO ancora liinmativa economica dei produttori, ma alludiamo anche agli altri provvedimenti die derivano dalla preoccupazione di conservare il livello di vita degli operai e degli impiegati. Con questi provvedimenti ab-bàamo, ad esempio, limitato l’intervento statale nello stabilire d prezzi massimi*di alcuni generi alimentari dii prima necessità. Simili provvedimenti perseguivano uno scopo lodevole. Unicamente un’insufficcnlc coscienza dei cittadini ha impedì lo di dominare l’effetto negativa delibazione, delle leggi economiche fondamentali. Con tali provvedimenii si è creala ulta sproporzione artificiosa nei prezzi di vari generi alimentari. Da qui deriva, naturalmente, la origine dì luti« le speculazioni. Su tale linea si trovano anche i provvedimenti amministrativi nel dare preferenze ai eroditi per il consumo degli articoli industriali e d'altra parte, la tendenza di molti collcttivi dii elevare il fondo paglie senza un corrispondente aumouto della produzione, il che lia influito ne-ressariameute sulraument« dei prezzi dei prodotti agricoli. Un'altra ragione è da ricercarsi nel timore delle conseguenze della siccità dello scorso anno, clic però, nemmeno nelle località più colpite, ha d iminuì ito di molto le capacità d'acquisto dei contadini, mentre in altre l’ha addirittura elevata. Tutte queste icìreostanze hanno portato ad una sproporzione stridente tra i fondi d'acquisto e quelli di merrae. La capacità d'acquisiti è aumentata noitevollmente, panailteJauiente ad una uguale, o aneli« minore, quantità di generi di consumo. Il problema dtiirinsufficente coscienza deriva dal fatto che le nostre omgauizzaiZLOni non hanno discusso con i propri membri gli scopi del nostro nuovo sistema economico, non si sono curate di chiarire e imtenpretrare Fazione delle leggi economiche basilari. Le nostre organizzazioni hanno troppa fiducia che le esperienze economiche, da sole, formino nelle masse la coscienza necessaria. Perciò, quando le nostre organizzazioni discutono su qualche problema economico, predominano soltanto interessi egoistici locali. Si chiede: «Dateci un credito, soddisfate le nostre necessità, diminuiteci gli oneri..senza domandarsi dove prendere, e se le richieste siano giustificate politicamente ed economicamente. E vero che il nostro sistema economico non è ancora chiaro a tutti nella stessa misura, e che ancora non funziona in modto che la gente possa comprendere facilmente il motivo per cui oggi non possiamo soddisfare ancora molte necessità. Tali necessità sono senza dubbio ancor grandi e giustificate, tuttavia non possono essere coperte da semplici elargizioni amministrativamente stabilite, senza avere ulna base in un aumento proporzionale della nostra capacità produttiva, senza una maggiore produttività del lavoro. Noi ci siamo caricati {inora di molti oneri sociali, divenuti imposibili eon lo sprigionamento delle leggi economiche nel nuovo sistema economico. Questi oneri, come,, ad esemplo, quelli dell’Assttcurazione sociale, delle bomse dii «Indio, delle retribuzioni algidi apprendisti, del conguaglio delle paighe. degli assegni per i figli, ero. non hanno contribuito come tali aH'elcvamento della coscienza socialista. Possiamo dire anzi che essi hanno operato in senso opposto. II criterio socialista di retribuire ciascuno secondo il suo lavoro r il suo contribuito alla collettività, è degenerato. Le basi per far si che, come dice il compaigno Kardelj, il nostro nuovo sistema economico sia una scuola per l’eduioazione della coscienza socialista, non erano qui. Si impone perciò, in tutta la sua gravità cd attualità, il perfezionamento del nostro sistema economico per trovare in esso la base materiale per ila formazione della coscienza socialista. Nella serie delle disposizioni legali, in particolare nella stessa costituzione, è già fissato il quadro generale del nuovo sistema economico, fondato sul massimo decentramento nella; gestione dellYconomi a da parte dei produttori diretti e basato stillazione delle leggi economiche indirizzata secondo i principi socialisti nelle proporzioni generali del piano economico. T'ali disposizioni precisano che alla divisione sociale verrà sottoposta Soltanto la parte del plus lavoro occorrente al «oihfisfarimento delle esigenze gori aiti in genere, dielle necessità della difesa e dei finanziamenti, — in forma di erediti gravati d’interesse — per la costruzione, degli obiettivi chiave, e per la diminuzione delle sproporzioni nello sviluppo delle rapacità produttive e ciò in parte nell imi!) ito federale, in parte nell’ambito delle repubbliche. Per il resto del plus]avoco, invece .esiste la possibilità neir i produttori diretti di disporne nelle aziende e nei distretti. Bimane aperto soltanto il ,problema dei) isriteriio, ossia del modo più allatto in cui ogni orga- nìzaazjoa» •eatnontiea eeda alia »astieA la parte del pluélavere in baso alte sue possibilità e al guadagno realizzato, come ainnihe la questione del sistema da adottare nei crediti. lu armonia con questi principi generali, il lato tecnico di questo problema si sta risolvendo intensamente proprio in questi giorni a Belgrado. Questo sarà soltanto un quadro generale dei doverti verso la collettività, stabilirà le proporzioni generali fra il fondo dWqiulisto e il fondo merci, regolerà il sistema della politica, dei crediti, od, in particolgme, definirà poi le competenze fra j iciallieiWdvi di fabbrica, la comune, la repubblica e la federazione. LE DANNOSE CONSEGUENZE DELL’ACCUMULAZIONE AMMINISTRATIVA Il perfezionamento del Sistema neros.sì!a -opraliitto por eliminare te anomalie erfisteinti nell’attuale metodo dii ananmn-1 azione del pluslavoro per la suddivisione'sociale che, in effetti, è un resto della vecchia accumulazione amministrativa. Tate metodo è divenuto impossibile perchè non Si basa sulle misure economiche obiettive della capacità reale di produzione e del guadagno effettivamente realizato in base alle esigenze, del mercato; perchè non stimola in misura uguale e sufficiente tutte le aziende allo sviluppo della propria capacità produttività del lavoro. Questo metodo nello .stabilire amministrativamente le quòte d'accumulazione e i fondi si basa sulla valutazione soggettiva errata del potenziale dell’azienda senza tener conto dei giusti instici. Un tanto incita le direzioni delle aziende a onvincere gli organi superiori con argomenti infondati gnila necessità di diminuire gli oneri dei fondi comuni. Perciò si è manifestato sul mercato un sintomo del tutto anormale e cioè ohe ohi si è assunto coscienziosamente maggiori Oneri verso la società e più alla società da; rimane, per cosi dire punito, poiché un’altro produttore di uguali o anche maggiori possibilità, ma con una sproporzionatamente minore accumulazione sociale, esercita una forte coitcorrema sul mercato. Inoltre, late metodo non tiene affatto conto dei guadagni straordinari realizzati sul mercato e che dovrebbero essere proporzionalmente soggetti ai contributi sociali. Una conseguenza di tale situazione deriva dal fatto die ogni azienda, più o meno, cerea di ottenere con varie «aicgomcntaiziwnnj» una diminuzione dei contributi sociali. In breve-, offre l'Incentivo per ogni genere di speculazioni dannose alla società. Ma il fatto più grave è rappresentato dalla mancanza di urna giusta e sana base per una lotta generale per la diminuzione dei costi di produzione e per I’e.lev amento della produttività del lavoro, dato che un simile sistema premia in-giustamente alunni collettivi di lavoro por i loro successi mentre punisce altri in rapporto alle aziende che detengono una posizione di monopolio, o ohe hanno un onere proporzionalmente inferiore. Questo sistema favorisce ogni tendenza alla realizzazione dii guadagni sul mercato. Esso crea delle ineongmienze provocando “proporzioni nel fondo paghe e costringe spesso alcune aziende ad una diminuzione ingiustificata delle retribuzioni all’80%. mentre ad altre consente spesso grandi aumenti di paga, che spesso sono dell tutto illegittimi non essendo il risultato dii un aumento della proibizione, ma solio di guadagni commerciali. Perciò si impone, anche dial punto di vista educativo e morale, la necessità dii disposizioni economiche sociali tali da rendere impossibile ugni tentativo di evitare gli impegni sociali. Questi problemi, ed altri consimili, creano molti attriti, malcontento e ostilità fra singoli collettivi dii lavoro e grandi difficoltà ad una sana gestione «lucrala. Con il perfezionamento del sistema remi umico queste difficoltà verranno in gran parte superate. 'Relativamente allo spreco dei materiali e agli sperperi, sia negli investimenti industriali, che negli altri obiettivi di carattere sociale in genere, il sistema economico sarà cambiato in modo da interessare economicamente la stessa comune, in modo che la faccenda formerà parte della stia noi iti eia eeo-n«miea c della sua ingerenza sul controllo dellFiiiupiego dei mezzi investiti. PER LA DIMINUZIONE DELLE SPROPORZIONI FRA I NOSTRI COSTI DI PRODUZIONE E I PREZZI SUL MERCATO MONDIALE Affinchè il nostro sistema economico sia veramente una scuola ner Ter] near ione dell'uomo socialista, dobbiamo sapere che l’elevamento ideila rosei eri za socialista si opera più facilmente in condizioni e in base a necessità e ad interessi economici. L’elevamento del benessere sarà reale soltanto (mando aumenterà la produzione dei beni ad un livello molto più alto drtlllodieirno ; soltanto elevando la produttività del lavoro per realizzare un pluslavoro sociale ehe si avvicini almeno al livello ra?'"imito nei paesi industrialmente più sviluppati. Nella nostra polnit lieta economici^ dobbiamo averq. pp orinrtauieuto delle pnqiporritonl fra i nostro livello di produttività del lavoro « musilo di questi paesi già nel commercio con Tosterò. Noi vendiamo atolli articoli alici-stero ad un prezzo di molto in-fai/iore ai notsLri costi di produzione senza colutane gli oneri sociali, e Ciò «immuta le nostra difficoltà nel bilanci» dèlie divise ciMlenc, richiedendo maggiori oneri sociali nel consumo Intento. Perciò dovremo lettere ancor lungamente per diminuire cd eliminare la grande sproporzione fra i nastri costi di produzione e fi prezzi del mercato mondiale. Lo sviluppo delle lonze di produzione in genere c, in particolare, lo sfruttamento delle nostre rinabeaase maturali e della produttività del lavoro costituisce il nostro rompi to fondamentale. Inoltre, dobbiamo affrontare il problema della grande sproporzione nel grado di. «viluppo «aggiunto dalle forze di produzione e la produttività del taivoro. La collettività deve pertanto porgere aiuto allo Sviluppo delle e-atpacità di produzione nelle regioni arretrate, dove esistono condizioni obiettive per lo sfruttamento delle ricchezze naturali, dove bisogna diminuire le differenze nel grado di sviluppa industriale, dove esistono le condizioni pei fono o Totano genere di agricoltura modema. Co« i modesti mezzi sociali di cui disponiamo a causa della nostra relativamente arretrata economi», non possediamo un Cale margine di mezzi di produzione da poter soddisfare pa-TaUelamente le necessità di agirai regio-ut- senza d.istiinziond se L -'rotano condizioni obiettive e naturali nelle ricchezze minerarie eoe. Perciò dobbiamo farci guidare datila comve-nie.ii.za economica, dove i mezzi impiegati daranno quanto prima alla collettività i maggiori e più urtili frutti. Inoltre i mezzi sociali devono essere dati in dotazione in modo da non favorirò il parassitismo, ma di soddisfare le necessità economiche, por 'Stimolare e potenziare T elevamento della produzione. Ripeto qui. T argomento cui ho accennato già al congresso di Zagabria: i danni di una retribuzione schematica, i donni derivantioi dal livellamento, da una determinazione lineare generalo delle retribuzioni senza riguardo al livello della reale produi t.i vi! à del lavoro; Taffeumazione basata sul concetto clic una maggiore produttività e coscienza lavorarti™, una maggiore capacità professionale e un modo di vita più oiikuira.le e maggiori necessità di soddisfare i maggiori bisogni di vita, siano clementi svltoppamtisi in stretto collegamento com un unico processo di cui il nostro sistema socialista deve teucT '-untu e stimolare. La trasgressione amministrativa ad un'influenza reciproca elementare non stimola tutti questi elementi e non o-ffre basi sane all progresso socialista. Sarebbe completamente errato, politicamente immaturo prendere questa constatazione (piale argomento per rimostranze sciolini iste. 'Non consideriamo le differenze della produttività fra le repubbliche, ma guardiamo molto più direttamente. Troveremo, grandi differenze fra noi stessi. Noi stessi abbiamo interi distretti elle sono piò arretrati degli altri. Abbiamo grandii differenze fra le singole fabbriche cd economie agricole; riscontriamo dappertutto differenze nella produttività fra singoli lavoratori. Queste differenze nei rapporti interrai esistono ugualmente anche nelle repubbliche Che, (pialle entità completa, sono economi cani e nte meno sviluppate. Naturalmente vale il principio che l’operaio, giunto in fabbrica da un ambiente agricolo primitivo, non può avere una produttività pari a quella che raggiungerà dopo alcuni anni, mia volta capace e stimolato dailiTaspirazione a soddisfa re maggiormente le sue necessità di vita Che ha modo di osservare in città ed alle quali si è abituato. Persino in una fabbrica isolata di campaign® la produttività è più bassa r non solo per il fatto che ili ci sono operai in maggioranza ancor legati alla campagna o .semi-contadini, ma anche perchè in genere visxino in condizioni più primitive mancando i requisirti per una rita più culturale e, naturalmente, perchè non aumentano In esigenze di soddisfare maggiori necessità dii siirta. L’operino che si limita a necessità dii vita modeste, essendo a queste abituato, non «onto tanto bisogno di guadagnare di più e nemmeno dii eorrapletare la propria capacità nel lavoro. LFn tempo i fabbricanti capitalisti sapevano sfruttare molto bene italo circostanza, e (Kisttruiivamo la fabbrica appo irlo là dove potevano as-ere a ufa mano d’opera a basso prezzo. Ad essi non conveniva infatti che questi, operai tendessero a migliorare il proprio livèllo d.i vita. iPer tale motivo nelle repubbliche econamicamente arretrate, e, naturalmente., anche nelle regioni arretrate da noi, il nostro interesse sociale maggiore è quello dii errare tali co«ufizio«w mlateriiaJi e culturali nei nuovi centri industriali, che rendano possibile la preparazione degli operai ad una maggiore produttività e il sorgje.re di maggiori necessità di vita clic stimolino ad una maggiore produzione e alla elevazione del lavoratore dalTarretratezza, dalla primitività e dalle altre influenze retrograde. Lo stesso, o in misura maggiore, vale per la nostra agricoltura. Dalla nostra realtà attuale abbiamo ricavato però già Suf- ficienti esperienze die una paga eguale per un lavoro non eguale o i .guadagni realizzati cou la speculazione, non solo non possono stimolare alTelevamento della produttività del lavoro, né a un maggiore elevamento professionale nè alla preparazione per un lavoro più produttivo, ma die anzi agiscono in Senso opposto. Perciò il nostro interesse econ orni co-socia Le effettivo non eur-nisponfde sempre ai idiesideri delle tendenze conservatrici locali, che aspirano aUclevamento del benessere nella propria località, sebbene non abbiano condizioni economiche obbiettivo corrispandenti agli interessi economici e sociali e addirittura non soddisfacenti alla propria capacità creativa. Questo in. leresse sociale, che poggia sulle leggi b'biettive della convenienza economica, richiederà necessariamente, in una prospettiva più ampia, mu.tamen.1ii essenziali nella struttura dei singoli certiq della nostra .popolazione, che è nello stesso tempo d’interesse politico ed economico per la trasformazione socialista dèlia nostra collettività, e cioè per 1 aumento della popolazione industriale e per la diminuzione dii quella rurale. Pei ora non possiamo ancora accelerare economicamente questo processo utile alla società, poiché non abbiamo la possibilità di impiegare la manodopera che nell’agricoltura non è redditizia e, in effetti, dii troppo. La società non trae alcun beneficio da una massa di contadini nelle regioni agricole passive, che si mantengono a forza dii grandi sfarzi fisici e di sacrifici, cui è difficile porgere aiuto per il miglioramento del modo c del livello di vita, dato clic non esistono le condizioni obiettive per realizzare, con mezzi più produttivi e con la mecca-»izrazio»*-, mT ecceder za dii ricchezze maggiori andre per il mercato. La società è interessata ad aiutare, con l’oppuirtuna politica dei crediti, le regioni agricole dove, con la meccanizzazione e il sistema della produzione agricola, si più elevare la produzione agricola, dove esistono condizioni favorevoli per gli investimenti socioii nel prosciugamento, nclPirrìgazione. nel regolamento delle proprietà agricole per l’uso di macelline, per lo sviluppo della viticoltura, della frutticoltura, dcllallevamento del bestiame, occ. Quando la società sarà in grado di fare ciò, lo ssi toppo dell' agri vii Iti ira genererà idi per sé stesso la formazione di mandopera eccedente che, entrando nelTindusttria. alleggerirà Tagrioollura stessa ohe diverrà maggiormente produttiva e con ciò riceverà una base economica solida per Televamento del livello di vita c del benessere nelle campagne. Tale processo però deve avvenire melila soedettà non con provvedimenti amministrativi, ma con una corrispondente poi,ittica economica che agirà sul contenuto della necessità economica e dclTiiilcrc.-samento, e stimolerà economicamente le varie forme, di cooperativismo agricolo e le forme superiori di coopcrazione fra i produttori agricoli. La loro coscienza sociale si eleverà in base allo loro esperienze pratiche c >iu base alla conoscenza dell’interesse. In tale direzione il contenuto del lavoro delle nostre, organizzazioni politiche nei villaggi sarà fondamcntalo nella loro attività politico — socialo, tecnico-economica c culturale. Ancora: è interesse generale che. il nostro sistema economico sia per il suo contenuto essenziale più semplice, affinchè la tečnima dcll^aipplicaizione non sia comprensibile soltanto agli specialisti econ orni co din an zi ari. ma sia invece, fino ad un certo punito, comprensibile anche a.lToperaio di cultura mèdia, in modo da permettere alla più larga cerchia possibile di persone nelle fabbriche, nei consigli operai e specialni ente nelle camere dei produttori distrettuali e superiori di avere una visione chiara dei problemi economici e dei .problemi della gestione economica sociale. In quanto‘si tratti, in riferimento a ciò, della torto che le nostre organizza/ioni dovrebbero dare per il perfezionamento di questo sistema, per un’aiuto efficace, è necessario, in primo luogo, che queste abbiano J« più larga conoscenza dei problemi economici : è necessario che si approfondiscano nell'azione elementare economica insopprimibile della causa e del-l effetto che nelTeronomia agisce come legge ferrea; è necessario che comprendano le fondamenta materiali necessarie al soddisfacimento dei bisogni e dei desideri individuali, locali e generali della società : è necessario che tengano conto delil' nostre condizioni econoinleo-geincnali —- insufficerate grado di sviluppo delle forze produttive — a causa delle quali dobbiamo affrontare parecchi sacrifici per creare • nuove e maggiori rapacità di produzione; è necessario che diano suggerimenti su un tale sistema, che avvicini quanto più possibile T,interesse deli produttori diretti e della comunità locale per la loro iniziativa creativa ; è necessario che si approfondiscano sulle finalità dell’economia politica che sarebbe utite condurre e che si dovrebbe esprimere principalmente soltanto nell» prescrizioni generali economiche .e nelle decisioni; è necessario ohe richiamino llatitienriione sulle doificemzc delle prescrizioni che offrano la possibilità di malversa zlomi e di privilegi a danno della società. In breve, nelle nostro ougfanizaazioni si dovrebbe sapere come sia un ben*» per Feconomia sociale il fatto dhe il singolo /o il collettivo 'impieghi raziona lm« ntc il valore irearto con fa propria fatica. Noi disponiamo di sniffi* ecmCi esempi positivi e negativi ciré illustrano qtueistVsperienza generale di vita. Prendiamo qualche escnrpio della, vita in-dividirale dei frugoli. Uno che si è fatto del denaro facilini ente, cioè con la spcscnlaziocae o in altra maniera a danno [della società, non lo sa valutare c lo dissipa incoscieirteanente. Un altro invece, elle ha ricevuto il denaro quale giusto compenso tiriJ‘impiego di fatiche Ira hitFadt.no rapporto nei confronti del stw> guati agno. (Eppure prendiamo din» csejinpi dei nostri collcttivi di lavoro: il collettivo «he ha realimato utili con il proprio lavoro e con Feconomia razionale è legato molto più iirti irtamente al suo guadagno c giudica molto più ponderata-irrentc su*l corno impiegarlo onde assicurare il progresso della sua impresa nrel senso della riproduzione allargala oppure per bisogni sociali «Bsàislten zlati o culturali piai urgenti. D’altra parte, invece, in un col fattivo ohe abbia realiziralo degli utili 10 varili deli’abilità dei suoi oosnmercrialisti o in virtù di una posizione eccezionale di monopolio dei suoi prodotti sul raer* «»«alilo, o in virtù di 1 m1insuifffaente gravame di coniriturti sociali, non vi è tale intimo legame dei lavoratori nei confronti dell utile realizzato, una si tratta piuttosto di una cosa riiguamdaote la direzione, della impresa che disporne più o meno indipendentemente dell’iutiile stesso. In tali imprese avviene die il fondo paghe si elevi senza pensarci lauto e nello stesso tempo si pone la protesa di avere datazioni sociali per l‘allargamento dei mezzi fondamentali di produzione. A questo esempio si aggiunga anche quello delle imprese clic si allargano e si costituiscono con Fa into di dotazioni sociali. Più o urcno è regola .generale che, Fattuale sistema di sovvenzionarli onto statale, degli obiettivi del l’edificazione chiave per mezzo del bilancio, in genere non dimostrano snf fi cente ponderatezza ìreMimiptiego di mezzi sociali. Tutta la pedanteria degli organi di aimministrazione. statali non fu siuffioemte ad impedire iti dissipamento di tali fondu’ sociali^ per impedire che nei piani, progetti e calcoli non si nascondessero molte riserve che poi venivano impiegate a scorni che non «odono la priorità. A questa categoria di rapporti pegat ivi nei confronti dei mezzi sociali va aggiunta anche, la disgraziata politica sociale ad ogni costo, che ha gravato la nostra società di tanto peso e che è stata la fonte anche di molte malvcrr-sMizioni, lasciando indifferenti le nostre organizzazioni in quanto consideravano non cosa loro i mezzi dissipati. TI perfezionamento del nostro nuovo sistema economico è necessario anche per multare dalle fondamenta il sistema delle assicurazi'on.i sociali. Il mutamento fondamentale a • tal ri-co ardo dovrà consistere nel fatto che il peso di tali assicura* rioni «da assunto direttamente dai collettivi dii lavoro 'affinchè 11 fondo paghe dei collettivi stessi porti il peso dello «/fruttami cm to esiaigerato dei diritti alle assicurazioni generali, come ha già indicato il camp agno Kardelj ; consisterà nel fatto che bb^oigna sottoporre alla revi si one le pensioni conc|e««c ir-Ile circostanze in cui il diritto alla pensione sia dubbio. Ciò dovrebbe essere in primo luogo un affare deeli organi basilari che amministrano le assi cu r azioni sociali nei distretti e nei comuni. La stessa cosa dovrà esser a fatta anche per ouanto riguarda nari sussìdi sociali permanenti o occasionali, eliminando 'dal bilancio la voce col p a sciame 1 Onore al distretto e. a*! comune. In tal modo gli organi diretti del potere e ihlFamimmistrazionc sociale, dell’impresa di fondi sociali e di altri, amministreranno e disporranno di tali fondi con “roagsrìoTr. pedanteria e con una maggiore vabrtazion*» dei diritti degli assicurati e della criticità della loro situazione. Naturai* mHnte, rmeeita è arrcibe Fumica mani era per eliminare le ingerenze delfa lurroe.ra/fa nell ’a muri uh tra iTnrm e statale e per assi-»* curale lVfferttiva anrrnrufalrazione socialista. In tal maniera gli orfani diretti del Potere popolare e della bestione sociale meni collettivi, dei fondi sociali e simili am-ìui’rmV.-treraimo o disporranno di tali fondi con maggior coscienza o con una visione più diretta della situazione degli assioli-■nati. Qur*str» è poi l’unico mezzo per eliminarre le ingerenze drdlVmmrm-rravion'^ Imrocratiica statale ed assicurare una gestione srsora.lisrta. L’IMPORTANZA BEL FATTORE SOCIALISTA COSCIENTE liTIirione soci aclista non può occuparsi dei problemi dcl-Fecopomra e delila sua gestione isodale. Noi non possiamo coneeprirr la nostra democrazia in generale e speeialmeut» la rieMfrione sacrale senza il ruolo del fattore cosciente socialista, eroe non lasciamo le cose al corso spontaneo. Se noi lasciassi -mo tl.a uost-ra società. Tutto 11 pro~c**o storri<-o dim ostra «he fa o-i,nà è all’avamgpandia rispetto alla campagna e fa trascina in r-T-nsfo sviluppo. Ciò vale in mofTo particolare nella no«.frn realtà. «»«ion, perché la nostrr classe operaia è fattore dirigent« nel nroeesso di tirai«iforma rione «ocnalisitn orgnnlzz'»^'' jsnlln base economica iti associazioni di liberi prodiTtttori. Ciò evi (lenite* T Ölen te non »ignifiiea kolare le n ostre organizzazioni politiche in questi centri da quelli rurali, ma, di contro, sii pone la ne-«•essila del ma ggior aiuto poli tico e cu ltura le de le organ i zza-zlomi cimi ad ime devono dare a quelle rumali, il senso della tras* forni»alone d'eli Fronte .di Liberazione ini ' Unione Socialista sta appunto nel fatto che non è «socialista)) soltanto per le città. Essa deve trattare i (problemi dell amminiistrazione socialista, i rapporti economico-sociali fra i propri membri aiutandoli p.trchè siano iu grado di far affeinimare i loro diritti e di sviluppare le loro capacità nell * anindùistr azione sociale, non soltanto nelle città e nei centri industriali, anta amebe nelle campagne. Dato che la maggior parte delle competenze deH’auimi-uiwlraz.ione sodale sono già passate alle umiltà sociali basilari imprese e coUumii dobbiamo almeno in breve riflettere sui probi ani dei nostri distretti, città e centri industriali. Questo orientamento aumenterà amooir di più con il perfezionamento ilei sü&temiia economico. Gli organi superiori del 'potere tratterranno allora per se soltanto queireccodenza del plus lavoro, ‘necessario per il m an tentòmentio della iresttamte annm in istr azione alatale sulpreania, per la difesa niaiziouale, i mezzi necessari alle dotazioni per lo sviluppo dei mezzi dii produzione nelle repubbliche ei nei 'distretti meno sviluppati e per i bisojgni di carattere sociale igen era le, 'assistenziali, sanitari, e culturali, e solo quelle compel cinzie dirette necessarie per assicurare l’o-r lentam vinto socialista del nostro sviluppo politico, economico, sociale. EisanTiufiianio per esempio la ipo litica del Lamini in istraziono del phislavoro sociale, che il nuovo sistema lascia a disposizione deli distretti, imprese e cornami con prescrizioni sulle varie marniere di tassazione dello stesso. Per quali fini verranno impiegati questi mezzi, quali sono le condizioni naturali, materiali ed altre per la proibizione allargata che acconsenta un va/ntiaigigioso impiego di tali mezzi? La politica dell’impiego < lei L ammortamento idei mezzi fondamentali e del fondo alloggi t la isoliuzione di problemi comunali urgenti, del traffico, sanità ri ed altri impilanti, il problema della sanità, cultura, turismo, problemi agricoli, dei quali ho già parlate e verranno particolarmente trattati nel terzo punte deH’ordine del gioirlio. L’IMPORTANZA ECO?*OMICA DECIDE SULLA PRIORITÀ’ DEGLI INVESTIMENTI Oggi nei distretti in generale si conoscono i bisogni ed esiisitonio pure i piani di costruiziene, che ipeirò nella maggior parte dei rasi dipenderne da dotazioni e soiwenzieni c solo ini minor misura si riferiscono a mezzi propri perchè si cercano poco le fonti per aumentare i propri mezzi. E proprio in ciò consiste il problema centrale. Dove trovare i mezzi necessari che sono insufficenti per soddisfare tutti i bisogni, da dove incominciare per aumentare liafißlusso dii tali mezzi. in cesa investirli, quale produzione aumentare perchè socialmente più necessaria, e per la quale esistono le condizioni locali, fin quanto «gravare resistente produzione con contributi locali perchè possa mantenersi e svilupparsi ulteriormente ? Bisogna cercare di armonizzare gli interesni dei eolietirimi! di lavoro con Tiin-Irre-so del coniarne. L'ordine di priorità degl'investimenti tanto nella produzione quanto per gli altri bisogni sociali sia attiuato per ondine d importanza economica e funzionale. La soluzione dei problemi dii orientamento e di sviluppo dèlia produzione agricola, atti a liberare il produttore agricolo dalla sua posizione con servali rice, portili alLell inni nazione delle possibilità e delle tenclenze speculative e sfruttatrici. Sia dato il massimo aiuto per lo sviluppo delle forme ocmp era ti vistiteli e nella produzione agricola eoe. eoe. Tutti questi e simili proibirmi non «devono èssere trattati soltanto dalla cerehia ristretta di funzionari del ipotere e di specialisti economisti. Da questi dobbiamo pretendere che essi portino questi problemi a conoscenza, allo studio e alFanalisi critica 'delle organizzazioni ‘politiche e sociali e deHopinnone pubblica in generale. Non ci sono affatto, o son rari, i motivi di segretezza. Le nostre organizzazioni dovrebbero condurre una lotta decisa contro tendenze corpora riviste e simili, cioè •contro i singoii che hanno un tale atteggiamento come fossero 'insostituibili ed inanrorvibili e ostacolano 1 ’ abilitaci one teloni -ea degli altri per scongiurare il controllo critico sul loro lavoro professionale. L elevamento di quadri, special mente del ramo economico e politico r 1 ab ilillazione in generale del massimo numero dii persone (aiM’amministrazione sociale e al controllo critico sulla gestione tecnica, è della massima importanza per F efficace sviluppo deH’ecanoimiiia socialista. IL RUOLO DEI SINDACATI Tnaiitainido ancora del ruolo dei sindacati in quest’opera, ritengo ehe i problemi sociali attuali siano tali da non coliseli tire una distinzione fra i compili dei sindacati e quelli dell’Unione socialista. Se noi abbiamo messo in primo piano la resp'on Sabih it à dieJTUnione socialista e della Lega dei comunisti, quali fattori sociali soggettivi politici, con ciò non intendevamo minimamente misconosceire T importanza del lavoro delle organizzazioni sindacali. Reputo però che il nostro sviluppo abbia già raggiunto un tale grado peir cui locrgauiz-zaziione sindacale, eoi suo ruolo e significato in questi problemi attuali non si distingua più sostanzialmente daH’Unione socialista quale organizzazione politica. Ciò vale, secondo me, sopra!uitto per la città ed i centri industriali dove i sindacati davrebbero essere parte fondamentale delTUiniione Socialista e in tale qualità svolgere la loro attività. Sarebbe grave orrore se l’Unione socialista rimali esse estranea nella discussione di tali problemi, se lasciasse che gli stessi siano trattati diai sindacati alla veecliia maniera eoTporatfivista. Fondamentale è larmonia, il completamento delle due onganizzazioni, Piumone nell oriontamenlo socialista e pel metodo di soluzione died problemi. E’ importante che J’Uniione socialista lotti contro la burocrazia negli OTgani sindacali e ned propri organisani dirigenti; è importante che il suo lavoro sia orientato nel .senso socialista dell’amministrazione sociale e dell’abili nazione dei produttori per una razionale e democratica amministrazione. I comunisti hanno il compito particolare e la cura di svolgere la loro opera quotidiana nelPUniione socialista, nei sindacati e nelle oltre organizzazioni sociali, in base alle decisioni del VI Congresso su iniziativa del C. C. e, personalmente, dal eomip. Tito. 1 comunisti devono dimostrarsi veramente tali, devono arricchire il loro sapere per trasmetterlo alle larghe masse del popolo lavoratore, per acquistarsi con la loro opera, esempio ed i loro consigli, la fiducia delle stesse-, devono trarre esperienza della lotta pe,r destare * nelle larghe masse una fattiva iniziativa per la realizzazione delle mete socialiste. Compagni e compagne! So che questa relazione non è staila completa. I problemi su questo tema sono molteplici ed è difficile abbracciarli in un discorso. E’ mio desiderio di far sorgere in coloro ai quali questi problemi interessano e preoccupano il vivo bisogno di discutere sulle tesi enunci a te. E con ciò sarà raggiunto anche il fine dèi congresso. Sarà raggiunto specialmente «c il risultato di questo lavoro sarà la compatite zza dei membri dell’Unioinc socialista, su questo orientamento socialista fondamentale del nostro sviluppo sociale; se questa coscienza pire dominerà nella soluzione di tutti i problemi dell ’amministrazione sociale; se con ciò verrà porlo aiuto alla massa dei nostri oggi liberi prodottomi per la loro affermazione costruttiva' ed efficace nella nostra democrazia socialista. Con tale coscienza delle masse combatteremo vittoriosamente contro tutti gli oppositori del nostro progresso socialista. La relaziono dal compagno Boris Kraigher I COMPITI DELL’UNIONE SOCIALISTA NELLE CAMPAGNE Dopo aver accennato all'ini portanza dclVattività dell Unione socialista nelle campagne e alla fcomplessità (del problema, il compagno Kraighqr è passato \alV analisi delle opinioni affiorate durante ia discussione. e. dei. compiti che attendono le nostre organizzazioni. A tale riguardo egli ho detto : Per i rapporti delle organizzazioni dell’Unione Soci ah sta verso la nostra politica sono caratteristici due estremi. Da una parte la tendenza, ossia Popinione che le nostre cooperative siano state costituite sotto determinate pressioni. Penso ohe il punto di vista di coloro i quali credono alla propaganda eh« mole le cooperatóre di lavoro costituii e. sotto bielle pressione aia un esagerazione. E’certo ohe in un paese coirne il nostro, socialista e democratico, non sarebbe stato possibile organizzare, mediante pressioni, tante cooperative di lavoro quante sono state organizzate. Il problema delle pressioni è stato affrontato -con precisione dal compagno Kardelj, quando ha scritto che non si tratta idi pressioni al momento ideila formazione di tali cooperative. Queste erano una necessità di quell'epoca e il contadino le costituiva perché gli erano indispensabili. Si tratta, invece, degli osiamoli amministrativi e dei freni posti ai contadini per farli rimanere in queste cooperative idi lavoro al «tempo in cui si notava presso alcuni di essi la tendenza a ritirarsi da esse, al tempo in cui, con il passaggio al nuovo sistema economiico, si aprivamo idi nuovo agli occhi del piccolo e del medio contadino le possibilità di vita alla proprietà agricola individuale: per tale motivo ài man ifesttavano tendenze più forti ad uscire dalle cooperative di lavoro. Lesi remo, dimostratosi in relazione a ciò, nell’atteggiamento delie nostre organizzazioni verso 1 problemi del viliaiggio, iron sta quindi nel]‘opinione e nella tendenza di mantenere in vita a qualsiasi cosi lo le cooperative di produzione, ima nel itrasciuraire ciò che il nostro Fronte di Liberazione, il nostro Partito e anche i nostri dirigenti politici hanno più volte sottolineato : cioè il fatto che le cooperative di lavoro rappresentano soltanto una delle strade verso il socialismo, soltanto un anello della catena nella lotta per il consolidamento dei rapporti socialisti nelle campagne. LE COOPERATIVE SONO SOLTANTO UNA DELLE VIE DEL SOCIALISMO (Non appena riterremmo che queste cooperative di lavoro siano un anello base dèlia lotta ipeir il social bìrcio; non appena riterremmo che il compito basilare delFUntione Socialista sia quello di forzare le cooperative di lavoro, e con ogni possibile mezzo ipropagan distico. influire sui contadini perchè essi aderiscano alle coopera live di lavoro; non aDUpeni» riterremmo che soltanto attraverso le cooperative di lavoiro si rrafforza i rapporti socialisti urellc campaigrce, allora le nostre 'organizzazioni sconfinerebbero alFes/tremo. Questo estremo esisteva comunque da tempo nelle nostre organizzazioni, nel concetto delFoperato del mostro attivo e fra alcuni nostri quadri nei villàggi. Come ho detto, simili concetti non banuo mai fatto parte della nos tra linea politica,, non sono stati mar F opinion e formale, uff iena] e del Fronte di Liber azione, F opinion e ufficiale della Leiga dei Comunisti. Ciononostante dobbiamo constatare il permanere di un certo timore che la nuova ordinanza e tutta la nostra politica, particolarmente in Slovenia, dando ai contadini la possibilità di ritirarsi dalla cooperative di lavoro, significhi una qualche rinuncia nella lotta per il socialismo. Simili concetti, che qua e là pur sempre esistono, costituiscono, a mio parere, un estremo. L’altro estremo è rappresentato dal] Opinione opposta che : coti Ile sole cooperative agricole generali: icon i soli provvedi-menti amministrativi per una giusta messa in pratica della politica economica nella campaign a, premendo sullo sviluppo delle forze produttive nel villaggio, premendo sullo sviluppo delFindust ri a, spicci al men te di quella «riproduttiva supplementare; con la costitirzione delle aziende di pubblico interesse-utili alla nostra economia agricola, tutto ciò in ispe eie attraverso le cooperative agricole general i ; che con questo soltanto possiamo risolvere il problema della lotta per il socialismo nelle campagne. Penso che sotto questa opinione si nascondano delle tendenze economisti eh e c che amebe ad esse non dovremmo permettere di affermarsi. Nelle relazioni di alcune iiostre organizzazioni politiche sul lavoro nelle campagne, lette da me recentemente, per il fatto che il cooperativismo agricolo generale ha abbracciato la gran parte delle masse contadine; per il fatto che le. ma&se contadine hanno dimostrato negli ultimi tempi un grande interesse per il nostro cooperativismo agricolo igeo c rale, pe.r il fatto che le assemblee ati mi-ali delle cooperative, agre ol e generali hanno registrato un «[rande afflusso-; per il fatto che il contadino ha dimostrato io queste assemblee un grande interesse per il cooperativismo neuer a le, si riscontrano spesFo delle tendenze a concludere che, per questo solo fatto, stiamo iritr ipir.idorcd ì una nuova ria, che «i garantisce lo campagne. Penso necessiti essere beo coscicniti che, amiche attraverso le cooperative agricole generali, non potremo mai raggiungere le mete desiderate se non accompagneremo quesito lavoro aid ima larga attività politica della nostra Unione Socialista, ad un forte lavoro politico anche nelle sole cooperative agri,cole generali : ss non mitigheremo quesito lavoro con u» educazionie svilu-npo delle forze sociali«!»' nelle w. j matematica e metodica del noatro OQntadmo nello spirito delia coscienza socialista. Questa co-scienza socialista si sviluppa, sopr a tutto, con un a p olitica economica giusta, e con urna giusta compnenisiioinie di questa politica nelle campagne, come pure nella nostra economia in generale. Questa coscienza socialista si sviluppa non solo con la persuasione, ma andre con una conseguente lotta per lo sviluppo socia li,s ta, contro le tendenze nemiche del socialismo, man\if ertiantisi anche giornalmente nelle nostre cooperative ajgricole igeneirali. Del fatto ohe nelle cooperative di lavoro si creino simili opinioni, si giunga a slimili estremi; del fatto che Fopinione pubblica non sempre sia presente nella lotta essenziale, nella lotta per rendere attivi i nostri contadini, nella lotta per il socialismo è causa in parte pure un certo «grado dii scetticismo nei riguardi del vero din te resse «del contadino allo sviluppo dei rapporti socialisti, dello sviluppo del sodali.smo. Tale estremo trae origine, in parte, anche dalFopfinione che Fo-pe-raio per primo sia chiamato a condurre la lotta per il socialismo e che in questa lotta egli, in un certo senso, trascini il contadino nella propria scia. Nostro compito fondamentale è innanzitutto trovare i mezzi led i metodi adatti a rendere attivo il contadino nella lotta per il socialismo nel nostro paese, nella lotta per il consolidamento -dei rapporti socialisti nel villaggio e per sollevare Finteresse individuale del contadino, ónde questi lotti per til consolidamento dei rapporti socialisti. Le tendenze, manifestatesi da noi nei rapporti verso il contadino, nel senso di costringerlo a certe forme argauizzattiive di (produzione agricola, traggono origine dalla scarsa fiducia, esistente fra le nostre stesse file, che il contadino sia interessato alila lotta per il socialismo. Il contadino non è «intcres-saio soltanto perchè noi gli diciamo essere il socialismo nel suo interesse, ma sopratutto perché è urna necessità ed una legge sociale, dato che lo sviluppo di sempre più larghe capacità individuali dei contadini, avviene soltanto nel socialismo. Le medesime cause originano anche .l’altro estremo, l’altra tendenza errata, esprime intesi nell’op invi one che necessiti oggi concentrare tutte le forze nelFedifica rione delFiudustria socialista, nell’ edificazione dleJla nostra economia socialista, mentre lo .sviluppo dèi socialismo nelle campagne farà da se la propria -strada; nell’opinione che se condurremo una simile ooliitica i rapporti socialisti nella campagna inizieranno a svilupparsi più o meno ispontanea/meute attraverso le cooperative agricole generali. Tale opinione è anche conseguenza di una poli«fica indispensabile, condotta nell villaggio negli ultimi anni, in ispecie negli anni degli sforzi più grandi dell’edificazione degli obiettivi «chiave «della mostra industria socialista. Negli anni dèi ,maggior sforzo per il concentramelito di tutto le forze «nella realizzazione del piano quinquennale, siamo stati costretti a «condurre, nelle campagne, una politica che aveva in gran parte carattere amministrativo. La politica degli ammassi aveva abituato le nostre organizzazioni politiche a guardare ai loro compiiti nelle campagne attraverso il prisma dai provvedi meniti amminiisir alivi, cioè a mezzo di misure più o meno costrittive nella lotta per il socialismo. Ciò ha lasciato delle traeeie nelle nostre organizzazioni nei villaggi e la tendenza alFaittività hurrocmitica, ed ha determinato un affievolimento nella fiducia della nostra gente svlFesisteirza e sulla forza degli elementi socialisti nelle campagne die. ha, per conseguenza, la concezione che l’operaio debba svolgere la propria politica nelle «campagne con provvedimenti più o meno coercitivi. LA RIFORMA AGRARIA SOCIALISTA HA LIBERATO IL CONTADINO Deve essere chiaro che la maggioranza della popolazione rurale da noti è costituita da contadini laboriosi direttamente interessati a! progresso. Non è difficile constatare che, da noi, esiste uno stirato molto .limitato di grossi contadini e anche questi non si con tradditìtingfimno per 'delle vafste proprietà terriere, ma per lo sfruttamento della. forza lavoro nella propria economia agricola. Questi contadini -non possono di per «e stessi desiderare la realizazione di rapporti socialisti. Un’altro strato nemico del socialismo nelle camp-a-gne è costituito dagli elementi speculatori, che «fruttano la dipendenza del piccolo e del medilo contadino dlal mercato per i loro fini speculativi. Nella lotta per rendere attivo il contadino laborioso, nella lotta per il socialismo, dobbiamo In primo luogo separare gli elementi «speculatori e sfruttatori nella produzione agricola da quegli: strati che sono il nostro «alleato naturale nella lotta per il socialismo. Senza dubbio il contadino laborioso è un «deciso combattente per ili socialismo. Il socialismo ha liberato« ,il contadino laborioso da quei fattori ohe nella società capitalista' ostacolarono le sue forze, produttive, che lo opprim,erano • òhe ortacolavamo le sue capa,cita. La nazionalizzazione dell’mdustrra e delle bancha, la orea- zione del oommeircio socialista, rappresentano senza, dubbio S procedi menti fondamentali della società socialista che, in effetti, lijnino liberato il contadino laborioso, dando alle sue foraci ogni possibilità dii sviluppo. Nell’anteguerra il nostro contadino era soggetto alla famosa politica dà prezzi a farbi« aperte, a favore deU’in'dustria e a danno dei lavoratori delle campagne. Dalle statistiche si rileva ehe nei paesi capitalisti, dopo la [guerra, le forbici dei prezzi persistano a rimanere aperte a danaro del contadino lavoratore mentre dia noi, in particolare negli ultimi tempi, le forbici dei prezzi mostrano la tendenza a chiudersi. Se prendiamo io considerandone, in primo luogo, i prodotti industriali più necessairi per lo sviluppo ideile forze produttive agricole, per l'aumento della produttività del lavoro, rileveremo cite la nostra società socialista ha dato dei grandi vantaggi all contadino. Se paragoniamo, ad esempio, i prezzi dei concimi chimici in Jugoslavia con quelli dei paesi capitalisti, constateremo che, da noi, sono sensibilmente favorevoli per il contadino, che appunto nella questione di tali prezzi la nostra economia socialista è particolarmente favorevole al contadino lavoratore. Con la nazionalizzazione della banche abbiamo stroncato la possibilità di sviluppo a oigtnfi forma di capitalismo usuraio nelle campagne, liberando cosi i contadini e mettendoli in grado di respirare liberamente. Tutte queste cesie sono a noi ben chiare. Non le esponiamo per convincere noi stessi'. Credo sia iperò necessario constatarle (piando si parili della nostra politica nelle campagne per il motivo che le rileviamo imsuffioentemente e troppo poco le illustriamo nella nostra attività politica 'quotidiana nelle campagne. Spesso ii 1 nostro contadino, e persino il nostro attivo, dimentieann cosa avesse significato il capitalismo e che cosa sigtii'fiichcrebbe on qualsiasi masso aill’indietro. Relativamente n eiio è necessario sottolineare ohe soltanto il soeiaiHsmo ha potuto attuarre una riforma agraria, che ha realmente liberalo il contadino. Ultimaménte ho letto un articolo, nel quale si affermava elle la riforma agraria: non è un provvedimento decisivo della società sociaiìii-la. che," anzi, provoda rapporti capitalisti nelle campaign«. Credo che. tale opinione sia parecchio unilaterale. Non dobbiamo scordare òhe la storia dimostra, e la prassi mar-vista lo conferma, che il capitalismo, da noi, non fu mai in grado dii realiizizaire una riforma agraria conseguente. E non soltanto per la paura di menomare la fiducia nella proprietà privata. ehe, è una delle condizioni per l’esistenza del sistema capitalista, ma non volle attuarla anche perchè intendeva limitarla a un munito per lui vantaggioso. In un paese, come la Jugoslavia dell’anteguerra e ohe poteva considerarsi un paese semi-coloniale, la borghesia non poteva attuare la riforma agraria anche per altri molivi, indipendèntemente dalla paura 'di menomare la proprietà privata capitalista. Non poteva realizzarla ,in ispecie, perchè in un paese semi-coloniale, il capitale straniero non aveva interesse alcuno allo sviluppo dielle forze prtÄJlittive nelle campaign«. Noi sappiamo che nei paesi semi-coloniali, dove .predomina un forte capi tal e strani ero. onesti è interessato -opra in 11 n allo sfruttamento delle, riòchezze naturali e della forza lavoro a basso orezzo, quindi non è interessato e non desidera sviluppare le forze produttive nelle, campagne. "Possiamo constatare in ni odo assoluto elle la verdi " a Jugoslavia non d imostrava. in effetti, alcun interesse allo sviluppo delle forzo produttive nelle eampàgne, e se oueste si .sviluppavano fino 'aid1 un certo jreado, lo fecero nella loro lotta contro lo sviluppo capitalista dell» vecchia Ju [rosi liria. Sono 'dri parere òhe per tutte uueste ragioni la riforma nwaria in Jugoslavia sia un provvedimento 'essenzialmente so-ré-vliwta e sia stata effettuata nella maniera in culi soltanto il ■">"1,1 Jfemo può attuarla. Il fine della nostra riforma agraria er,-i di instaurare tali' rapporti agricolo — patrimoniali pelle campagne da limitare al massimo ogni possibilità di «frutta-"rata della forza lavoro altrui. Dev’ésserci riitia.ro che la riforma agtraria eoUiitwisee. nell’essenza, lo sairi,giona,men to ded oroeetstso dr p rn et razli one dei rappt orti socialisti nella nostra eco-munta aigricolai, e non piriano considerarla ouin.Hii soltanto come, atto elle rientri nel quadro dei ve eli i schemi delle rivoluzioni .dem ceratico borghesi. Da noi la riforma agraria è sfata effettuata con la precisa prospettiva di di struggere il sistema dello sfruttamento dell’uomo siiil’uemo, ossia per limitare le possibilità di sfruttamento della forza lavoro altrui nella produzione agricola. Questo era il nostro intento nel-il’attuare la riforma «erari» c un tale fine poteva esser» rag-rinmto soltanto con lai riforma agraria socialista. La nostra ml-r-mn agraria ha liberato effettivamente il nostro contadi« o laborioso ed hn agevolato l’ulteriore sviluppo dei irapporti di n- ciu/iiuir' nellai produzione agri-coln. Ttl socialismo ha aperto alla nostra e/eiranomiia, in generale, illimitate possibilità per Tultariore sviluppo della forze produttive, io particolare ore-aorio dèlio nuove possibilità per altri investimenti, par lo «viluppo della nostra industria e della nostra produzione agricola. E sono appunto le larghe possibilità d'investimento «ina condizione per lo srilujipo agricolo, condizione ohe, oggi, viene data dal nostro sistema economico. Infine, per lo sviluppo delle forze socialiste, per lo sviluppo delle forate produttive dell'intiera nostra economi a. è u emessati rio anche iil potere socialista, sono necessarie le forme democratiche, socialiste del nostro potere potpolatre. Tutto ciò, a mio parere, viene, illustrato insuffk-entrinente nella lotta per rendere attivo di contadino nella lotta per il socialismo, viene sottolineato ancora iosuffiecntementc il ruolo del potere popolare, olle da noi si rafforza sempre più e che si manifesta soprattutto con le sempre maiggiori e sempre più larghe [mssi Ili lit ;i d'imi zlativa e di libera attività degli organi basilari dèi noetno- tpo-tere, dei comi,tati popolali comunali e distrettuali. 11 nuovo [potere .socialista, in -primo luogo, dà le maggiori possibilità di sviluppo a una larga mraraliiva del contadino nella lotta per il socialismo e lo leiga maggiormente allo «viluppo socialista dell'intera nostra società. IL SOCIALISMO SPRIGIONA ENERGIE E FORZE NELLE CAMPAGNE Io sò che tutto quanto esposto a noi tutti è molto chiaro ; ritengo comunque necessario che ciò sia sottolineato e che in particolare sia considerato dalle organizzazioni dell’Unione Socialista dei lavoratori nei villaggi, allo scopo di rafforzare la fiducia nella possibilità chi sviluppo della lotta per il socialismo nella cam pagna, se na turalmente ci renderemo conto delicti orme valore ohe ha per noi il contadino lavoratore nel suo in-Sietne; se asoliamo gli element.» antisoeialiisti e nello stesso tempo autioontadini e antipopolari, che ancora esistono nella nostra economia agricola; se isoliamo tali elementi possiamo subito constatare che il socialismo sprigiona enormi forze ed energie e dà ogni possibilità di interessare veramente il contadino alla lotta pCT il socialismo assieme alla classe operaia. Relativamente a ciò credo si debba illustrare 'Chiaramente la questione del eosidletto ruolo dirigente della classe operaia nella lotta per il socialismo. Deve essere chiaro che il ruolo dirigente della classe operaia non si basa forse sul concetto che al con Indino non interessi il socialismo e ohe quindi bisogna costringerlo alla lottai per il socialismo, ma poggia sul fatto rii« Toperaiio è piti accessibile alla oompreuisione completa della necessità dello sviluppo socialista della nostra 'società; che l'operaio, da questo punto di vista, sia chiamato a dirigere la massa lavoratrice nella lotta per il socialismo. Tuttavia egli è chiamato a svolgerne questo ruolo nel senso di in-tereissatre il contadino e non già adoperare qualsiasi mezzo per costringere il contadino alla lotta per il socialismo. D’altra parte deve essere chiaro «he non voglio in alcun modo sminuire il significato di (pici compito, cari Iranno accennato nella loro relazione i compagni Brecelj e. Marinko, quando hanno posto il problema della necessità per i nostri operai dii non credere che tutta la loro attività sia limitata alle organizzazioni sindacali, alla lotta per lèi sviluppo del* l’industria socialista, ed hanno posto il problema del come rendere maggiormente attivi i nostri operai nelle Campagne.. Credo che, in fondo, quanto ho esposto sia la medesima cosa di cui hanno parlato i compagni. Si tratta soltanto di vedere in quale maniera gli operai devono agire nelle cani paglie, nei nostri comitati comunali, ecc., nella lotta por rendere più attivo il contadino. Credo òhe, proprio a causa dii alcune concezioni superficiali sul ruolo della lotta cosciente per il socialismo nelle campagne, abbiamo «ubito, negli ultimi tempi, certi insuccessi. Le ultime elezioni nei comitati comunali hanno dimostrato nella loro struttura unta certa diminuzione della percentuale degli operai a favore dei contadini. Tale percentuale non sta io giusto rapporto col numera degli operai. Essa dimostra un certo diisin.teressamen.tiO idei nostri operai per la politica comunale, per il lavoro dei comitati comunali, indica una certa convezione secondo dui — con il nuovo sistema i lavoro nelle campagne, con coti vogliamo portare i contadini ai rapporti socialisti per mezzo del cooperativismo agricolo generale — mudUedamo una certa politica di disiartetressamento per il potere popolare. Dobbiamo constatare òhe, specialmente in Slovenia, tale concezione della nostra politica comunale non ha alcuna giustificazione, poiché la proporzione fra la popolazione rurale e quella indiistriale, fra questi due ranni fondamentali della nostra vita sociale, è tale, per cui la rappresentanza operaia in questi comitati comunali dovrebbe essere, in ogni caso, maggiore di quanto lo sia oggi. Credo che ciò sia una conseguenza deJTaver trascurato un pò il problema; di esserci la- «ciati ptandor;« alquanto dalTiUusàone di poter portare eoo aitali mczud il contadino al socialismo; di esserci abbandonati allìillusiome elle il potere popolare non svolga più, in questa lotta• per il socialismo, il ruolo ohe svolgeva finora; di orientare a concentrare tutte le itosi re forze nell'opera Lq dei consigli dei produttori — il che significa da una parte, nell’opera di' gestione delle nostre imprese 'economiche e, dal-1 altra, nel lavoro deU’a mutiti ist razione delle oooperalnve aigri-cole generali —; dimenticando così il grande ruolo ohe paio svolgere il nostro potere popolare. I nostri comitati popolari comunali potranno svolgere hene il loro ruolo se esprimeranno i veri rapporti di forze nei nostri comuni e sul terreno. Se vogliamo porre chiaramente il problema del come rendere attiro il nostro contadino nella lotta per il socialismo, credo si debba porre chiaramente anche il problema delle cause che trattengono il contadino, frenando lo sviluppo della sua coscienza socialista e la sua attività nella lotta per il socialismo. A tale riguardo dobbiamo constatare che la causa prima e fondamentale sta nel fatto che la mostra produzione agricola sia rimasta di molto arretrata rispetto al l’industrii) e rispetto a tutti gli altri rami della nostra economia; ohe la nostra agricoltura sia rimasta lontana dal progresso tecnico generale, raggiunto dalle forze produttive agricole ned paesi tecnicamente più sviluppati nel mondo. Questo risulta come conseguenza del fatto che la vecchia Iugoslavia capitalista eira lun paese semi-coloniale, in cui i capitalisti stranieri avevano uno speciale interesse a frenare lo sviluppo delle forze produttive nella mostra agricoltura. Contrariamente ad essi noi ci siamo messi subito decisamente sulla via dello sviluppo delle forze produttive nell’agricoltura ; tuttavia è chiaro che non poliremo venire a capo di questa enorme arretratezza dla un giorno all’altro, perciò tale arretratezza nelle forze produttive agricole rappresenta ancora per lungo tempo mi forte ostacolo allo sviluppo del socialismo. Dobbiamo tener nelle debite 'considerazioni questo stato di esse e perciò uno dcii compiti essenziali è proprio quello di sviluppare le forze produttive e di perseguire una politica atta a sviluf|iparle nonché modernizzare e far progredire la nostra agricoltura. L’altro motivo è determinato dalla circostanza ohe ancora durante il vecchio regime capitalista iti Jugoslavia i nemici del socialismo sono riusciti a terrorizzare il contadino con la spauracchio della confisca della: terra. Stono dell’opinione che abbiamo alimentato tale paura proprio con i provvedimenti amministrativi nella lotta per mantenere le cooperative di lavoro. Proprio l’ultima ordinanza sulla sistemazione dei rapporti di proprietà nelle cooperative di produzione significa un forte 'appoggio ail consolidamento della coscienza che il socialismo non rappresenti alcun pericolo per la proprietà terriera in quanto, non si è trasformato in mezzo dii lavoro individuale, in mezzo dii sfinii t am cinto di mano d’opera esterna. La nostra costituzione riguardo a tale problema presenta una formulazione completameli te chiara. La costituzione garantisce la proprietà privata dei mezzi di produzione individuali, cioè, mend di produzione nella piccola e media azienda agricola, dove il contadino è in grattilo di lavorare la terra con la sola fonta della sua famiglia, oltre ai mezzi di produzione nel-l'artigianato. Dato che la proprietà privata di tali mezzi è garantita dalla costi.turione penso ohe sia molto dannoso il permettere a qualsiasi dubbio in proposito dii svilupparsi liberamente nelle nostre campagne. Ciò è tanto più dannoso perchè abbiamo in mano argomenti per dimostrare che siamo proprio noi a difendere il piccolo contadino, mentre il Iapi -tulismo non faceva die soffocarlo con le ipoteche, privandolo alla fine della terra che diventava così proprietà delle banche e del capitale finanziario, di quella terra die per il contadino non poteva essere altro che un mezzo di produzione individuale. L’arretratezza culturale delle nostre campagne rappresenta un altro ostacolo per lo sviluppo della coscienza socialista. Proprio contro questa mentalità iretrogranda dobbiamo mobilitare Te nostre fòrze perchè* essa è il frutto del lavoro intenzionale e sistematico del vecchio regime capitalista ohe aveva tentato di monopolizzare tutto il lavoro culturale du associazioni clericali. La tendenza clericale verso il monopolio di ogni attività culturale nelle campagne, spinta nel passato agli estremi speme in Slovenia, e che rappresenta ancor oggi la ragione essenziale per i dissensi tra la chiesa romano-cattolica e il nostro Stato; tale monopolio culturale rappresenta, appunto. uno dògli ostacoli maggiori alla penetrazione del pensiero progressi Sta nelle campagne. In questo -eli so in Jugoslavia, specie nella Jugoslavia capitalista, il cleric aliamo rappresentava un complotto fra le handle, gli usurai del paese e la chiesa diretta contro il contadino. Oltre a questa mentalità retrograda, contro la quale bisogna impegnare una lotta e foajdò, frenano il nostro contadino nella sua attivizzarione nella lotta per 'il socialismo anche alcune, eousegnenae dell’epoca dei provvedimenti amministrativi di cui ebbi già a dire. Tale epoca determinò in alcuni nostri quadri dirigenti tendenze a risolvere i problemi a tavolino, u ricadere negli errori molto frequenti del passiate in questa lotta contro il clericalismo. Dobbiamo aver ben chiara in mente la netta dii«tinrione esistente tra la fede e IVttWltà religiosa della A- n &a da una pari», « lo sfruttamento della fede religiosa per fini politici e antisocialbaS, come pure la di Minzione esìntrmtc tra fpi cista serie di iprofbknnli ed il problema della lotta che la chiesa conduce per riavere i privilegi acquisiti durante fil feudalesimo e messi, più tardi, al servizio del «apitalitsmo e che ora più volte offre al socialismo in cambio di una specie di compromesso. Ad un compromesso simile a quello concluso tra la chiesa feudale e il capita.lismo non si potrà mai arrivare tra essa e il socialismo. Noii siamo per la «epa rari on e conscguente fra la chiesa e lo stato e pretendiamo che la chiesa si limiti aH adewpimento dici suoi doveri religiosi, allVdiircazùooe dei credenti ; siamo però fermamente decisi ari impedire ogni sfruttamento dei sentimenti religiosi o dell’appartenenza a questa o quel-l’altra religione per fini antiisocialisti o per impedir© la pc-net razione del libero pensiero, della vera scienza e della scuola socialista nelle campagne. Queste sono le nostre richieste va relazione ai nostri rapporti verso la fede e la chiesa. Ritengo' però che in questa lotta gli diagli siano piuttosto frequenti e «i dimentichi la necessità idi una cimile politica, confondendo il problema della fede, della chiesa e del prete col problema dello sfruttamento della fede, delia chiesa e del prete contro il socialismo, con i conseguenti pTowedim«vnli contro la fede e taluni sacerdoti. Tali episodi non sono frequenti e di essi si (può parlare soltanto come eccessi.. Tuttavia tali eccessi esistono e non parlo di loro per la sola necessità di un accordo con la chiesa, ma per la necessità di un metodo kM dotta dell’Unione Socialista nelle campagne tale dà permettere una sempre maggiore, attrazione del contadino alla lotta per il socialismo © da impedire a chiiunqane lo sfruttamento del sentimento religioso per fini auti serial isti. Con tali eccessi si offre ai nemici del socialismo l’ofpnortuuità di sfruttare i sentimenti religiosi contro iti socialismo e contro la nostra linea politica nelle campagne. Tabi eccessi vanno classificati alla stregua di quelli di cui piarla Engels nell’Anti Diihring in cari sostiene che qualsiasi persseicurion© è il mezzo migliore per diffondere convinzioni errate. Dobbiamo renderci conto che le nostre idete non sono dannose, sono anzi espressamente progressiste e neirinteresse del contadino stesso e che perciò non occorre imporgliele, e che riusciremo a trasmetterle all’agricoltore .soltanto con una libera convinzione e con una libera1 accettazione del nostro punito di rista. Qualsiasi presa di posizione violenta nei riguardi ideila fedb e della chiesa, e in qualsiasi forma, può essere pili di danno che di utilità. Ciò«, niatuiralmente, non vuol dire che dovremmo ritirarci a segnare il passo nella lotta contro quella parte reazionaria del clero che ancor oggi esisto e tenta di sfruttare chiesa e fede nella lotta contro il socialismo e che calcia da noi le orme della politica anti socialista dei circoli del Vellicano. Bisognerà fare una netta distinzione tra il clero iscritto nella società Cirillo e Metodio e quello che ritmane fuori di essa. Il primo oggi condanna il clericalismo. lo sfruttamento della chiesa a fini politici ed c leale verso il socialismo e l’autorità popolaire. Penso che sacerdoti del genere non esistano soltanto nelle file dii questa associazione ma anche fuori dii essa per il semplicissimo fatto che questi sfacendoti sono perseguitati con tutti i mezzi dal Va ricamo e dalle alte gerarchie eeeleriastiche e. perciò esiste senz’altro ancora un grande, numero di sacerdoti che non osano definire la propria posizione nei confronti del socialismo c del potere popolare. Ritengo che nella lotta contro il clericalismo riamo riusciti a scindere le tendenze clericali dai pirobldmi della fede, del-1 ’adernpirncinto dei doveri religiosi dei credenti e della libera attività della chiesa, in quanto agisca come organizzazione di credenti, dedita all’adempimento di riti religiosi. Siamo ri-usciti cioè a creare una distinsi one tra i problemi di qtre»to /genere ed il problema dello sfruttamento della chiesa e della fede e dei sacerdoti per fini politici e antisocial isti. Oggi vi sono già molti sacerdoti che non vogliono reci fair e più la parte del noto parroco nel «Kralj na Retaijnovii» dni Carikrar, servo degli sfruttatori e speculatori antisocialiisti nel villaggio. Naturalmente bisogna tenere nel debito conto tali fatti nella lotta contiro tali degenerazioni politiche e contro lo šfrutta-nrento della chiesa per fini reazionari. Se non con rider eremo i fatti di cui «oprai finiremo per bloccare ai nostri danni il fronte della chiesa e del clero contro il socialismo senza alcun bisogno, r rendere sempre più difficile anche al clero onesto da oon«H<*nitre dei risultati nella sua lotta Contro le tendenze reazionari e dei Vaticano c del l’alta gerarchia ecclesiastica, che \uple sfruttare la ehima niella lotta contro il socialismo. E1 chiaro che la lotta contro le tendenze rearionarie nell,© fili* della (hies a è ancora hm&a poiché tutto «fa a lindicare che è neirinteresse delle forze reazionarie «vll’estero di' mobilitare eri attiri »»are I» chièsa in Jugoslavia eontiro l» nostr a natta «xcialisrts. te ciò bob fW1 fàgìotói dii priwjipJd, täte i»et’ la necessità di creare uaia psicosi di guerra, disordini e s£i-dneia nelle forse interne e nella capacità di resistenza della nuova Jugoslavia in quanto sa vuole indebolire il molo della stessa nel mondo, nella lotta .per il somalismo. la pace e la democrazia* Dovremo naturalmente eontìnuare com questa lotta; tuttavia penso ohe debba essere oompito dell’Unione Socialista di passare a forme di lavoro politico migbrari ohe nel passato nella sua lotta iper rendere più attivo il contadino per il socialismo cara* del pari dovremmo cercare forme più adatte nella lotta contro lo sfruttamento della chiesa e delia fede, tali da non offrire alcuna (possibilità al nemico di poter aizzare i credenti onesti contro il socialismo e contro lo sviluppo socìa&ia nelle oattìifiaigitte. Tottaéàò, insiemi?, tegli argOrUenti in nostro possesso, servirà di base per la discissione sui compiti essenziali dell'Unione Socialista nella nostra lotta per lo sviluppo del socialismo, e per l’attivizzariomc cosciente, del contadino nella lotta per il socialismo. Non dobbiamo dichiarerei soddisfatti se gran parte della (popolandone contadina tollera il socialismo ovvero cercai, nei limiti dello stesso, soltanto le possibilità al proprio sviluppo individuale. Dobbiamo perseguire una politica in cui lo sviluppo individuale potrà integrarsi soltanto nello sviluppo delle forze sonialiste ed in cui il contadino potrà renderai conta che il suo sviluppo individuale dipende dal progresso delle forze socialiste in genere e. dal progresso delle forze socialiste nella produzione agricola in particolare. LE RISOLUZIONI FINALI SUI COMPITI NELLA GESTIONE SOCIALE DELL’ECONOMIA Il IV. Congresso dell’Unione Socialista dei lavoratori della Slovenia constata i grandiosi successi raggiunti negli anni passati con l’amministrazione sociale dell’economia, che si riflettono in una sempre maggiore attività della libera iniziativa creativa e nella crescente coscienza socialista dell* giostre masse lavoratrici. Un grande progresso nella trasformazione socialista del nostro paese è stato raggiunto con la conseguente attuazione della linea politica dei nostri dirigenti, con alla testa il compagno Tito. Ii IV. Congresso ha esaminato l’attività politica sinora svolta dalle nostre organizzazioni per lo sviluppo della gestione sociale nella nostra economia e, in base alle relazioni ed alle discussioni generali, constata: 1. La gestione delia nostra economia da parte dei produttori diretti, la politica socialista nell’intero sistema economico e l’elevamento della coscienza socialista costituiscono, oggi e nel prossimo futuro, una questione della massima importanza, cui le nostre organizzazioni devono dedicare la più grande attenzione. In relazione a ciò è necessario in particolare : a) Portare a conoscenza delle più larghe masse dell’Unione Socialista i problemi della nostra economia in genere; con le discussioni, con la critica e con i consigli, aiutare i produttori diretti nella gestione; favorire l’iniziativa, dare consigli e proposte agli organi responsabili del potere nella loro attività per il perfezionamento del sistema economico, per l’eliminazione delle tendenze burocratiche e di ogni superfluo legame amministrativo che comunque ostacolano l’iniziativa creatrice dei collettivi di lavoro. b) Le organizzazioni dell’Unione Socialista debbono sviluppare costantemente la conoscenza delle elementari leggi economiche nello sviluppo della società. Con la conoscenza di qneste leggi dev’essere garantito lo sviluppo più efficace della nostra collettività socialista. Le nostre organizzazioni distrettuali e comunali debbono, in particolare, chiarire ed esporre i fini della nostra politica economica che, con la conoscenza approfondita delle leggi economiche, incrementa la produzione agricola, guida e indirizza verso nuovi rapporti di produzione socialista nelle nostre campagne. e) Dimostrare con argomenti economici, che soltanto una produzione allargata ed elevata, che soltanto l’aumento della produttività del lavoro, sono gli unici e veri mezzi per soddisfare le necessità materiali e culturali del lavoratore, come pure per il progresso socialista di tutta la società. 2. Il Congresso salnta ogni sferzo finora fatto e i provvedimenti tesi all’eliminazione dei rimasugli del vecchio sistema amministrattivo di gestione nell’economia, che ostacolano l’ulteriore sviluppo delle forze di produzione e il cammino vittorioso delia convivenza sociale socialista. Una solidi coscienza sociale socialista del libero produttore, del singolo, del collettivo di lavoro o della collettività locale oonsiste nell’edificazione basata sulla conoscenza delle fondamentali leggi eeonomiche dello sviluppo sociale. L’aspirazione soggettiva al progresso socialista devo tenere conto delle nostre attuali possibilità materiali e, partendo da esse, realizzare i principi della convivenza socialista, che determinano i doveri e gli impegni, i diritti e gii interessi di ogni singolo, in modo da impegnare tutte le nostre possibilità creative e garantire la più giusta suddivisione dei beni secondo il principio socialista «ad ognuno secondo il suo impegno e il suo contributo alla collettività». 3. II burocratismo rappresenta una continua minaccia alio sviluppo dell’economia socialista e della vera coscienza socialista. Le manifestazioni burocratiche sono tanto più pericolose in quanto cercano con ostinatezza di affermarsi se nei loro confronti non si conduce una lotta decisa. Tutta l’attività delle organizzazioni dell’Unione Socialista dei lavoratori deve svolgersi nella coscienza che l’ulteriore sviluppo della democrazia socialista può essere garantito soltanto da una lotta conseguente contro ogni manifestazione burocratica. Contemporaneamente necessita lottare contro ogni tendenza localpatriottica e particolarista, che rappresentano praticamente, assieme ai resti burocratico — statali, tutto un insieme, danneggiando nella stessa misura l’ulteriore sviluppo dei rapporti socialisti. 4. Gli organi della gestione operaia si attivizzano troppo unilateralmente, cioè nella direzione operativo-ammini-strativa delle aziende; nelle loro decisioni tengono troppo spesso in considerazione soltanto gli interessi unilaterali, dimenticando con ciò lo sviluppo dei rapporti socialisti e. l'educazione della coscienza socialista dei produttori diretti. Negli organi della gestione operaia s’inseriscono e operano vari resti della burocrazia; i diritti democratici dell’intero collettivo vengono accaparrati da singoli o da gruppi di dirigenti, funzionari politici, tecnici e dell’amministrazione, che fanno uso di svariete forme di pressione sugli altri lavoratori, come ad esempio : licenziamenti, minacce di licenziamento, trasferimento di singoli lavoratori a posti di lavoro peggiori, rapporti antisocialisti e dannosi alla società nei riguardi dell'occupazione della manodopera femminile, ecc. Una critica ristretta, una deficente iniziativa economica e l’assenteismo politico dei lavoratori, sono una conseguenza logica di tali atti. Simile atmosfera crea o facilita anche un rapporto negativo verso il lavoro, verso la proprietà sociale, il che porta a falsificazioni, furti e. altre azioni dannose per il socialismo sotto ogni punto di vista. Il Congresso segnala, pereiò tali manifestazioni antisocialiste e dannose all’ulteriore sviluppo dei rapporti socialisti e della gestione sociale, che si manifestano negli organi dell’amministrazione operaia. Le organizzazioni dell’Unione Socialista debbono impegnare, nella lotta contro tali manifestazioni tutto il collettivo e l’intera opinione pubblica, sottoponendole ad una critica socialista e a una condanna sociale generale. 5. In alcuni collettivi e presso singoli si manifesta ancora la concezione capitalistica della proprietà, che non ha nulla in comune con il nostro sistema sociale. Relativamente a ciò, l’Unione Socialista deve elevare nei propri membri la coscienza, ebe i mezzi di produzione sono una proprietà sociale, e sviluppare l’interesse per l'intero sviluppo della nostra società; il che non significa considerare soltanto i diritti del collettivo di lavoro, ma anche i suoi doveri verso la collettività. E’ necessario perciò, con mezzi economici e politici, operare affinchè gli interessi della collettività si armonizzino giustamente con gli interessi dei singoli, «1 Necessita persuadersi che la gestione sociale dei-il’economia non è, e non può rimanere limitata soltanto ad un settore ristretto di singole unità economiche di base, ma deve abbracciare più ampie e naturali collettività territoriali. Eo sviluppo obiettivo naturale crea le .basi materiali per l’unione cosciente dei produttori diretti, che si esprime nella collettività socialista del comune. La concezione, che intravvede nei collettivi di lavoro soltanto unità separate, operanti come fine a se, è estranea al nostro concetto dello sviluppo sociale. E’ proprio lo sviluppo della comune, e nel suo ambito, dei singoli collettivi di lavoro, che rappresenta la forma organizzativa democratica che deve favorire maggiormente e, in genere, incrementare la formazione di una sempre più profonda eoscienza socialista nei produttori diretti, la conoscenza dei loro interessi più vasti e la loro partecipazione cosciente nel far fronte ai loro doveri verso la collettività socialista. Bisogna provvedere affinchè, accanto ai mezzi per il soddisfacimento delle necessità sociali in genere, i produttori diretti amministrino, attraverso gli organi delle collettività comunali, sempre più il pluslavoro. 1. Dobbiamo essere coscienti dei danni provocati dalla mentalità meccanica che, quà e là, tende ad affermarsi e nega alla forza politica organizzata e cosciente l’importanza e il ruolo che le competono nella nostra democrazia socialista. Una limile mentalità può essere pericolosa se le nostre organizzazioni non la scoprono in tutte le sue forme manifestative e se non rendono attivi i propri membri nell’eliminazione conseguente di tale mentalità dalla nostra società. La democrazia non significa libertà, nel senso che essa conduca al dissolvimento e all’anarchia. La democrazia socialista non sta, in particolare, nell’assenza della lotta contro le varie forze antisocialiste. Nella forma democratica della gestione sociale il ruolo dele forze socialiste sta nell’essere coscienti degli intenti perseguiti dallo sviluppo della società, nell’arricchire con questi intenti la eoscienza dei lavoratori, convincendoli della loro giustezza e rendendoli capaci di lottare contro le forze che si oppongono allo sviluppo socialista. Compito delle forze socialiste è il condurre e lo stimolare l’iniziativa creatrice fra le masse lavoratrici per il raggiungimento delle mete socialiste. La maturità di una forza politica cosciente si esprime anche nella sua attitudine a trarre insegnamento dalle esperienze vitali della lotta, a porre rimedio e conformare Il proprio metodo di lavoro al grado di sviluppo e di maturità delle masse popolari, portatrici del progresso sociale. SULL A« NELLE CAMPAGNE IL Congresso dell’Unione socialista dei lavoratori ha discusso sulla situazione politica ed economica e sul ruolo dell'Unione Socialista in tutta la vita sociale constatando ancora una volta che nel periodo trascorso, nonostante varie deficenze, sono stati conseguiti grandi successi nella edificazione della nostra società socialista; che, relativamente, lo sviluppo economico, culturale e politico del villaggio rimane ancor sempre indietro. Al fine di incrementare nel futuro lo sviluppo socialista della campagna, il IV. Congresso dell’Unione Socialista dei lavoratori della Slovenia approva le seguenti decisioni: 1. L’attuazione del programma e dei principi dell’Unio-ìne Socialista, in primo luogo la lotta per il nostro elevamento economico, politico e culturale in genere, e la lotta per l’eliminazione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, è nell’interesse della collettività e del singolo, quindi anche nell’interesse dei lavoratori delle campagne. Questa realtà offre alle organizzazioni dell’Unione Socialista nei villaggi la possibilità di rinsaldare ulteriormente le proprie file e di attrarre alla collaborazione tutte le persone oneste nelle nostre campagne, che finora per qualsivoglia motivo non si isono incluse nell’attività dell’organizzazione. Una più intensa attività e l’aumento numerico dei membri dell’Unione Socialista è uno dei nostri compiti .principali, per il fatto che i successi conseguiti nell’ambito del settore socialista della nostra economia rendono possi- bile e richiedono, appunto, un più rapido sviluppo nelle campagne. Le nostre organizzazioni ed i loro membri devono aprire al contadino lavoratore, oon maggior efficacia di prima, la prospettiva dello sviluppo del villaggio, devono scoprire le cause che frenano questo sviluppo e dimostrare che lo sviluppo generale del villaggio è nell’interesse della collettività come anche dei contadini stessi. Nell’eseenzione pratica di tali compiti dobbiamo essere coscienti che soluzioni amministrative e metodi coercitivi possono arrecare soltanto conseguenze nocive al nostro sviluppo. Potremo adoperare simili metodi solo allorquando sarà necessario eliminare lo sfruttamento capitalista, quando cioè sia necessario difendere anche gli interessi del contadino lavoratore stesso. Il compito principale per lo sviluppo ed il consolidamento dei rapporti socialisti, in primo luogo per lo sviluppo delle forze produttive nell’agricoltura, deve venir svolto, per generale interessamento dell’Unione Socialista, da una giusta politica sociale dei Comitati popolari comunali. Con questa attività l’Unione Socialista orienterà effettivamente la vita politica, culturale ed economica nel villaggio. In tal modo l’Unione Socialista si rafforzerà quale organizzazione politica delle masse lavoratrici delle città e dei villaggi, unita da un comune interesse: la lotta per il socialismo. La elasse operaia che, per le condizioni storiche e sociali, è la sola in grado di condurre una conseguente lotta per la distruzione completa del sistema capitalista e per il socialismo, avrà, tramite l’Unione Socialista, il suo ruolo direttivo nelle campagne sòltanto nella misura in cui, col proprio lavoro, di fronte all’organizzazione tutta e di fronte alle masse lavoratrici, saprà dimostrare, anche nel villaggio, di essere il più conseguente, il più capace, il sincero e il più cosciente combattente per il socialismo.' La condizione per una lotta più decisa per il socialismo nei villaggio è innanzitutto, una lotta più accentuata del (piccolo contadino contro lo sfruttamento capitalista nelle campagne; sostenere e organizzare la lotta del contadino lavoratore con tutti i mezzi economici e politico-sociali è uno dei compiti fondamentali dell’Unione Socialista nelle campagne. 2. Per superare la grande arretratezza dei nostri villaggi e onde poter eliminare con successo, nello sviluppo delle forze produttive, la sproporzione fra città e campagna, è necessario, accanto all’elevamento della coscienza politica ,e culturale dei contadini, assicurare mezzi materiali più efficaci per l’edificazione delle basi economiche, condizione essenziale per il mutamento di rapporti di produzione nel Villaggio, per la vittoria dei rapporti socialisti nell’agricoltura. Per il conseguimento di questo scopo, i mezzi, forniti nelle coudizioni attuali della nostra agricoltura, sono troppo modesti; ad ogni modo dobbiamo sfruttarli al massimo. I futuri piani dello sviluppo agricolo stabiliscano l’entità dei mezzi, che verranno forniti, allo scopo ed a condizioni opportune, dalla nostra società socialista. L’aiuto deila società socialista nel superamento dell'arretratezza del villaggio deve rafforzare l’iniziativa nella ricerca e nell’impiego dei mezzi propri delle campagne. 3. Il principio della volontarietà nell’adesione alle cooperative e nel ritiro dalle stesse è condizione essenziale di un sano e fruttuoso coopearativismo socialista. Soltanto quelle cooperative che sorgeranno su tali principi, siano vesse cooperative agricole di lavoro o cooperative agricole generali, potranno influire più efficacemente sull’aumenlo della produzione agricola e sul superamento dell’arretratezza, come pure sull’introduzione, lo sviluppo c il consolidamento dei rapporti socialisti nelle campagne. Senza dubbio il cooperativismo agricolo generale ci apre larghe possibilità di un immediato e rapido sviluppo delle forze di produzione e dei rapporti socialisti nell’agricoltura, e diviene così uno dei più importanti fattori politici ed economici nel villaggio. Questo ruolo è proprio del cooperativismo agricolo generale, in quanto esso, nelle forme più svariate e numerose, collega le piccole economie contadine col settore socialista e, permettendo la più completa democraticità di gestione da parte dei contadini stessi, li unisce tutti nella comune aspirazione ad elevare la produzione, senza intromettersi nei rapporti di proprietà privati. Il cooperativismo agricolo generale è dunque uno dei metodi politico-organizzativi essenziali per l’ulteriore sviluppo del socialismo nelle campagne. In futuro le organizzazioni dell’Unione Socialista e gli organi di base del potere popolare dovranno curare che queste forme di cooperativismo agricolo si sviluppino con maggior «ar«, Questo compito dcll’tfnioue Socialista e degli organi del potere popolare è urgente in particolare per il (atto che uno sviluppo spontaneo del cooperativismo non può portare ancora al socialismo, in particolare se consideriamo che già ora, e anche nel futuro, i vari residui del passato ed i nemici del socialismo cercheranno di affermarsi nel cooperativismo agricolo. Contro questi, accanto alle più svariate forme di cooperativismo e di proprietà agricole socialiste, un mezzo decisivo è costituito, in primo luogo, da una politica economica socialista adatta, in particolare dalla politica dei prezzi, dei erediti dalla politica tributaria, da quella dell’industrializzazione e da tutti gli altri provvedimenti economici che liberano il contadino lavoratore dalla necessità di vendere la propria forza lavoro agli sfruttatori capitalisti nella campagna. 4. In attività educativa culturale generale deve avere un ruolo più decisivo nel progresso del villaggio. L’elimini-nazioue dell’arretratezza culturale, il collegamento del villaggio con la eittà e una lotta più efficace contro il clericalismo, faciliteranno un più rapido sviluppo socialista. Hisogna perciò rafforzare l’attività culturale-educativa e sfruttare a tale scopo tutti i mezzi cooperativistici disponibili. In particolare bisogna adattare opportunamente a tale sviluppo un sistema di istruzione agricola primaria e secondaria, collegandolo maggiormente alle necessità della popolazione agricola. Particolare importanza assume a questo riguardo l’attività degli esperti agricoli che divulgando 4 metodi di economia agricola più progrediti e le più svariate »(coperte scientifiche* contribuiscono ;ad elevare lai produttività del lavoro e a distogliere la popolazione dei (villaggi dall’arretratezza e dalle superstizioni. Particolare cura dovrà essere dedicata all’elevamento culturale delle donne contadine, la cui arretratezza e ri-strettezza di vedute sono ancor più grandi. Al fine di rafforzare l’attaccamento del contadino al socialismo, l’Unione Socialista deve sviluppare una forte attività contro il clericalismo, quale piattaforma degli elementi antisocialisti e capitalisti nel villaggio e quale tendenza a sfruttare la religione, i sentimenti religiosi e la chiesa a scopi antisocialisti; contro i tentativi dei resti del clericalismo di ostacolare la libera penetrazione del pensiero progressista e socialista nelle campagne, come pure contro le posizioni di privilegio dell’anteguerra rimaste al clericalismo, che, sotto il manto religioso, aveva cercato di monopolizzare sistematicamente tutta l’attività culturale. In tale attività le organizzazioni dell’Unione Socialista devono impedire qualsiasi rapporto settario nei confronti della religione e impedire qualsivoglia attacco che dia la possibilità ai nemici del socialismo di sminuire, con la propaganda sulle persecuzioni religiose, la collaborazione dei contadini nella lotta per il socialismo, sollevando in loro dei dubbi sull’indispensabilità dello sviluppo socialista della società moderna. T Se riusciremo ad impedire conseguentemente che si possa far abuso dei sentimenti religiosi per scopi antisocia-ilisti, che il clericalismo possa affermarsi nel villaggio, impediremo contemporaneamente ogni impressione di persecuzione della religione e avremo con ciò contribuito essenzialmente ad una maggiore partecipazione del lavoratore dei campi alla lotta per il socialismo. Il continuo elevamento politico della popolazione rurale, la costante alimentazione della fiducia nell’avvenire socialista del contadino e dei lavoratore in genere, l’approfondimento della fiducia nelle prospettive socialiste, da noi e all’estero, e nella immancabile vittoria delle forze del socialismo e della democrazia nel mondo, il rafforzamento della convinzione che solo la vittoria delle forze socialiste sia garanzia di pace nel mondo, la divulgazione della per-‘suasione di una sempre maggiore penetrazione dei rapporti socialisti fra i singoli popoli e i paesi, tutto eiò è la condizione prima del successo dell’Unione Socialista dei lavoratori nei suoi sforzi per la più grande attrazione delia popolazione rurale alla lotta per il socialismo. SUI PROBLEMI POLITICO-URBANIZZATIVI La situazione politica in Slovenia registra una sempre maggior compattezza delle masse popolari in base al programma e ai fini del Fronte di Liberazione —- l’Unione Socialista dei lavoratori, — compattezza manifestatasi in tutta Utià serie di avvenimenti nel periodo da! Ili al IV. Coli' gresso. I nostri lavoratori, i contadini laboriosi e gli intellettuali popolari hanno fatto propri e applicato incessantemente i principi della vera democrazia socialista. Ciò si manifesta in primo luogo nella sempre più larga e sempre più diretta amministrazione della vita economica, politica e culturale del paese da parte delle masse lavoratrici. I nostri lavoratori, contadini laboriosi ed intellettuali popolari, si sono opposti con successo a tutti i tentativi di far deviare il nostro sviluppo dalla via ben delineata, riconfermando in ogni circostanza la loro dedizione alla causa comune, di tutti i popoli della Jugoslavia, alla lotta per il socialismo e alla nostra direzione politica e statale con alla testa il compagno Tito. Dobbiamo qui constatare la marcia trionfale della democrazia socialista nella sua lotta contro la burocrazia, il completo insuccesso del cominform, sia quale agente deU’imperialismo sovietico, sia quale espressione delle aspirazioni burocratiche nella nostra realtà. Analogamente sono svanite tutte le speranze che l’approfondimento della democrazia socialista avrebbe portato al graduale ritorno al vecchie e alla restaurazione del capitalismo. Sono svaniti, particolarmente, i tentativi delia reazione clerical-vatieana quale principale sostenitore delle aspirazioni reazionarie di una restaurazione borghese. In base a tutti questi fatti ed in base alla discussione sulla relazione politica ed organizzativa, prendendo quale base i risultati dello storico IV. Congresso dell’Unione socialista dei lavoratori della Jugoslavia del 22 febbraio 1953 a Belgrado, e specialmente la sua dichiarazione programmatica e lo statuto, il IV. Congresso dell’Unione Socialista dei lavoratori della Slovenia, ritiene ehe le organizzazioni dell’Unione socialista debbano, nel loro lavoro quotidiano fra le masse, prestare una particolare attenzione a quanto segue : 1. L’Unione Socialista del popolo lavoratore deve mantenere la tradizionale larghezza del Fronte di liberazione. Nelle sue file unisca tutti coloro che accettano i principi fondamentali del suo programma: lotta per la pace e per la convivenza dei popoli su basi .dell’uguaglianza del diritto per ciaseun popolo a decidere liberamente sull’ordinamento politico e sociale nel proprio paese; l’edificazione del socialismo e il rafforzamento dei rapporti socialisti, quale principio di lotta per la libertà dell’individuo, in difesa dallo sfruttamento di qualsiasi genere. Necessita perciò respingere ogni tentativo tendente al restringimento dell’Unione socialista. La precedente appartenenza politica, la concezione scientifica e la convezione religiosa non debbono rappresentare un ostacolo per l’appartenza all’Unione Socialista, quando si tratti di gente che ha rapporti fondamentalmente positivi nei confronti delle nostre finalità sociali. L’Unione socialista valuta le persone in base alla loro attività, ai loro effettivi rapporti verso la società, lo stato, il consimile. Nella lotta contro l’opportunismo e la tolleranza tuteleremo la dirittura politica dell’Unione Socialista e con essa rafforzeremo l’unità diele masse lavoratrici della Slovenia, preoccupandoci di rendere possibile la collaborazione a tutti coloro che, per il costume di vita e per il loro lavoro, appartengono alle nostre file. 2. L Unione socialista nel suo insieme, e ciascuna delle sue organizzazioni, deve diventare il centro della vita politica nell’ambito del proprio territorio. Il suo compito fondamentale è l’edificazione socialista, Io sviluppo ed il rafforzamento della coscienza e dei rapporti socialisti in tutti i campi della nostra vita sociale. L’Unione socialista deve diventare la piattaforma di vivi e proficui scambi di idee, nella quale i suoi membri si eleveranno politicamente e si educheranno. Sia reso possibile ad ogni lavoratore della nostra terra di dire la propria ponderata parola in seno aH’Unione socialista sui singoli problemi sociali e con ciò contribuire alla loro soluzione. L'Unione socialista è politicamente responsabile dell’attività degli organi del potere popolare, dello sviluppo efficace delle imprese economiche, istituzioni e cooperative. Con tutte le forze deve appoggiare l’opera costruttiva delle organizzazioni sociali e della società. Svolga però il suo compito esclusivamente con mezzi politici e non per mezzo di interventi amministrativo-burocratici. Deve preoccuparsi perchè la stampa, la radio e tutti gli altri mezzi di influenza ideologica sulle masse servano a tale fine. 11 molo dei comunisti e delle loro organizzazioni nella vita politico, economico, culturale, educativo o di qualunque alieno all’Unione socialista è stato determinato dal VI Congresso della Lega dei Comunisti della Jugoslavia. Secondo tali decisioni non vi è, e non vi può essere, alcun problema politico, economico, culturale, educativo o di qualunque altro genere, di. cui non debbano discutere e decidere i membri dell Unione socialista. Necessita orientare l'attività dei membri in modo da non limitarla alla sola democrazia interna dell’organizzazione, ma farla divenire il fattore politico che, con l’iniziativa, le proposte e la critica, sia in grado di far rafforzare democraticamente le loro posizioni negli organi del Jjotrere popolare, come pure in quegli enti sociali che hanno il compito di svolgere concretamente l’attività amministrativa, economica, sanitaria ed altro. Necessita incoraggiare la libera discussione e la libera esposizione del pensiero, non solo sui problemi locali ma anche su quelli di politica estera, interna e su ogni altro problema sociale. Bisogna lottare decisamente per concezioni larghe, progressiste, socialiste; rigettare e combattere le a-spirazioni dannose, strettamente particolariste ed egoiste, ovunque si manifestino. Nella lotta per lo sviluppo della democrazia socialista bisogna combattere decisamente anche le deviazioni anarchiche dai principi base della democrazia. 3. L’Unione socialista dei lavoratori della Slovenia, a-vrà anche in futuro la massima cura per le minoranze nazionali rimaste fuori dalle frontiere. Le sue organizzazioni e le masse in esse incluse seguono con tutta la comprensione gli sforzi delle minoranze slovene per collaborare coi movimenti progressisti, socialisti, democratici negli stati vicini ed altrove e per combattere le dannose tendenze nazionaliste e quelle reazionarie entro le loro file. In armonia con lo stabilimento e l’approfondamento di buoni rapporti internazionali, che guidano la nostra politica estera statale nella sua attività, l’Unione socialista dei lavoratori appog-gerà la politica estera del nostro stato, che rafforza tutte le condizioni positive per una giusta soluzione della questione delle minoranze, come si presenta, ad esempio, in Austria. Analogamente condanna, però, decisamente la politica, che in contrasto al trattato di pace, ai principi del diritto internazionale e ai diritti umani, l’Italia conduce nei confronti della nostra minoranza nazionale. 4. Affinchè le organizzazioni dell’Unione socialista diventino il fattore politico determinante nel loro territorio, la classe operaia non solo deve collaborare in esse, ma deve rappresentare l’effettiva sua forza dirigente. Le organizzazioni sindacali dei lavoratori non possono sostituirsi alle organizzazioni dell’Unione socialista. A tal riguardo l’Unione Socialista deve continuare le tradizioni del Fronte di Liberazione, la cui creazione e il cui sviluppo sono indissolubilmente legati alla coscienza rivoluzionaria, all’attività della classe operaia e del Partito Comunista. L’Unione Socialista dei lavoratori deve essere il centro politico della pitì larga affluenza della classe operaia e non solo nel lavoro delle sue organizzazioni, ma anche nell’attività di tutti gli organi del potere e di tutta la nostra vita sociale. 5. Educare la gioventù in senso politico e morale è uno dei compiti fondamentali dell’Unione Socialista. A tal fine non è sufficente che le sue organizzazioni trattino di tempo in tempo questo problema, ma devono, con un lavoro politico tenace, lottare incessantemente per l’educazione socialista della nostra gioventù, nella scuola e fuori. Perciò de- vono, efficacemente e direttamente, porgere aiuto alle organizzazioni giovanili, culturali, ginniche ed altre e, in modo particolare, devono curare l’associazione degli amiei dei giovani, offrendo tutto l’appoggio morale, organizzativo e materiale. L’Unione Socialista deve opporsi decisamente alle concezioni piccolo borghesi, decadentiste, fra la gente e, nella sua opera fra i giovani, deve lottare particolarmente per 1» formazione di una figura elevata dell’individuo della società socialista. 6. In collegamento ai compiti futuri dell’Unione Socialista ed in base al suo nuovo statnto, bisogna effettuare senza indugio le elezioni dei comitati di base, comunali, distrettuali e cittadini dell’Unione Socialista. Nei comitati siano elette le persone che sinceramente sostengono il programma dell’Unione Socialista e rappresentano effettivamente l’intera vita politica e sociale del luogo. Questi comitati siano espressione di unità, il ebe non deve significare però, che su basi programmatiche di principi uguali, non vi siano scambi di diverse vedute sui singoli problemi. Bisogna assicurare la capacità e l’attività ai comitati, perchè senza tali presupposti non si può concepire un'opera efficace dell’Unione Socialista. I comitati dell’Unione Socialista devono essere strettamente collegati alle masse dei membri, tener conto delle loro iniziative, proposte e critiche, rendere possibile la più larga attività politica. I comitati devono essere una forza vitale diretta, non limitata soltanto alle riunioni, ma che si sviluppi nelle forme più svariate. A tal fine bisogna porgere tutto l’aiuto alle organizzazioni politiche di base, affinchè possano svolgere la loro normale attività, trovare i locali, rifornirsi della stampa e degli altri mezzi di lavoro politico. 7. In armonia con le decisioni del W. Congresso dell’Unione Socialista della Jugoslavia le nostre organizzazione devono applicare dèi metodi di lavoro che permetteranno lo sviluppo della massima autonomia degli organi del potere, dei consigli operai, delle organizzazioni e delle società. L’attività delle organizzazioni dell’Unione Socialista non va ristretta da prescrizioni dettagliate organizzative di qualsivoglia speeie. La base per l’attività di tutte le organizzazioni dell’Unione Socialista è lo Statuto, che è unitario, ma che non -può essere di freno alle organizzazioni nel risolvere in autonomia i singoli problemi e nell’assumere le misure organizzative, richieste dalle necessità locali. Presso i comitati distrettuali e cittadini si formino al-l’occorrenza, in aiuto ai comitati stessi, delle commissioni culturali, che non devono però trasformarsi in corpi operativi, di coordinamento o burocratico-direttivi. Manifestandosi la necessità di istituire delle commissioni, che siano di aiuto nella soluzione dei problemi collegati alla partecipazione delle donne alla vita pubblica e politica, i comitati distrettuali, rispettivamente cittadini, istituiscano anche tali commissioni. Però le organizzazioni dell’U. Socialista nel loro insieme devono affrontare nel loro lavoro pratico, i problemi che si riferiscono al ruolo della danna nella vita politica, economica e socialo, come problemi generali e parti inscindibili della propria attività politica generale. A tal fine queste commissioni, che logicamente non sostituiranno gli organi del Fronte delle donne antifasciste, non possono trasformarsi in organi direttivi autonomi delle appartenenti all’Unione Socialista e alle sue società, ma solo di aiuto ai comitati dell’Unione Socialista. t e» IS