tednik Slovencev videmske pokrajine ČEDAD / CIVIDALE • Ul. B. De Rubeis 20 • Tel. (0432) 731190 • Poštni predal / casella postale 92 Poštnina plačana v gotovini / abb. postale gruppo I bis/70% • Tednik / settimanale • Cena 1000 lir St. 43 (450) • Čedad, CGtrtek, 24. MOV GII! I ) Fct 19S8 ESI novi INCONTRO DI PETRICIG E GRUDEN DELL’ISTITUTO PER L’ISTRUZIONE SLOVENA CON IL MINISTRO L’on. Galloni dice: perchè no? Presenti anche il provveditore ed il presidente del consiglio scolastico provinciale EMIGRANTI SLOVENI L’Ues 20 a L'Unione Emigranti Sloveni del Friuli Venezia Giulia ha compiuto ventanni. Un traguardo che, da Orbe in Svizzera dove è nata, lungo le tappe di crescita e di maturazione, ha superato l'adolescenza ed è arrivata alla maturità. Prova ne sia l'attività che svolge in ogni parte del mondo in cui vi sia emigrazione slovena, tanto da potersi sedere alla pari delle organizzazioni nazionali dell'emigrazione italiana (ACLI, FILEF, UN AIE, UCEI, ecc.) tra i delegati chiamati a rappresentare il mondo dell'emigrazione di questo Paese alla seconda Conferenza Nazionale dell'Emigrazione che si celebrerà a Roma alla fine del mese. Da piccolo nucleo di emigranti che trovava nell'associazionismo un mezzo per resistere alle sfide del lavoro e della vita nei Paesi ospiti, da organizzazione di emigranti della Benecia, l'Unione diventa ora interprete e difensore delle rivendicazioni di tutta la comunità degli Sloveni in Italia. E non solo. Trova agganci e collabo-razione con il mondo degli Italiani "fuori d'Italia" e stabilisce rapporti con il mondo dell'emigrazio-’egli Sloveni d'oltre confine. in effetti in sede di seconda Conferenza nazionale dell'emigrazione i rappresentanti dell'Unione, non si limiteranno a rivendicare gli specifici diritti dell'emigrazione slovena. Non chiederanno soltanto una profonda riforma degli istituti italiani di cultura, per trasformarli in enti di promozione di tutte le culture presenti sul territorio italiano; non si limiteranno a chiedere una loro rappresentanza in seno al Consiglio generale degli Italiani all'estero, da istituirsi presso il Ministero degli Affari Esteri; non si limiteranno nemmeno ad invitare le forze politiche più sensibili a non dimenticare, nella legge di tutela degli Sloveni in Italia, una particolare attenzione ai problemi dell'emigrazione, ma si porranno di fronte agli oltre duemila delegati, ai partiti politici, ai sindacati, alle forze sociali, economiche e culturali del Paese, al Governo stesso quali interpreti delle più sostanziali rivendicazioni di tutta la comunità slovena in Italia argomentando la leggittimità delle richieste che la comunità stessa sta ponendo da oltre quarant anni democraticamente a tutti i livelli istituzionali della Repubblica. Su questo largo respiro, su questa panoramica più vasta delle competenze dell'Unione si è impostato il dibattito svoltosi in occasione dell'ottavo congresso dell’Unione a Mendoza, in Argentina. Là sono emerse nuove esigenze e soprattutto la necessità di rispondere in modo nuovo, qualificato ed adeguato alle sfide del mondo dell'emigrazione italiana (e al suo interno, slovena) così come si presenta oggi. Il congresso infatti ha approfondito ulteriormente le linee politi- segue a pagina 5 20 LET ZVEZE SLOVENSKIH IZSELJENCEV FURLANIJE-JULJISKE KRAJINE Priloya od str. 5 do str. 8 Pripravila jo je ZSI In occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Udine presso l'Istituto To-madini, il ministro della Pubblica Istruzione, on. Giovanni Galloni, ha avuto un incontro con il presidente prof. Paolo Petricig e la direttrice Živa Gruden dell'Istituto per l'Istruzione Slovena di S. Pietro al Natisone, accompagnati dal senatore Stojan Spetič e dall'on. Silvana Schiavi. Alla riunione hanno preso parte anche il provveditore agli Studi dott. Giurleo ed il presidente del consiglio scolastico provinciale dott. Gamboz. Il prof. Petricig ha esposto i problemi dell'istruzione slovena nella provincia di Udine e quelli del centro bilingue di S. Pietro al Na- La scuola come fattore atto a stimolare la convivenza tra le genti, in particolare nelle zone bilingui. Su questo tema si è svolto sabato scorso, nell'Auditorium della scuola media statale De Rubeis" di Cividale, un convegno di studio organizzato dal Circolo ■ ulturale "Ivan Trinko", al quale sono intervenuti studiosi e rappresentanti di varie zone mistilingui. Nella presentazione del convegno si è posto l'accento sull'insoddisfa-/.ione, come sloveni, della struttura scolastica, della non-presenza dell'istruzione slovena nella provincia di Udine. L'iniziativa privata viene in qualche modo bloccata, anche se proprio recentemente il Ministro della Pubblica Istruzione Galloni ha promesso il suo interessamento sulla questione. Si sono poi susseguiti gli interventi. La dott. Albina Nečak Luk, dell’Università di Lubiana, parlando della realtà bilingue ungaro-slo-vena, ha ricordato l'obiettivo di creare condizioni di parità di diritti per chi appartiene alle mino- Le polemiche sulla legge delle aree di confine, acuite dalle prese di posizione della giunta della Regione Veneto, del vice-presidente del consiglio De Michelis, e dalla reazione immediata dei rappresentanti politici del Friuli-Venezia Giulia, stanno rischiando di affossare un progetto che potrebbe diventare uno strumento indispensabile allo sviluppo della nostra regione. A questo proposito si è svolto venerdì 18 novembre a San Pietro al Natisone un dibattito pubblico organizzato dal PCI al quale sono intervenuti il consigliere provinciale Giuseppe Bla-setig e l’on. Arnaldo Baracetti, presidente della commissione del comitato regionale del PCI per la cooperazione internazionale. Blasetig nella sua introduzione, dopo un breve richiamo sugli elementi del dibattito politico, ha ri- tisone, al quale è stato ripetuta-mente negato il riconoscimento come istituzione privata. Per questo il Centro ha formulato il ricorso gerarchico contro il provvedimento e si attende una parola definitiva dal ministero. Il ministro Galloni in un primo intervento si è mostrato addirittura meravigliato che non si sia realizzato l'insegnamento dello sloveno almeno in qualche comune di questa provincia. Essendogli stato chiarito che la legge del 1961 sull'istruzione slovena era limitata alle province di Gorizia e di Trieste, ha espresso l'opinione che sarebbe da prendere in considerazione la possibilità di attuare ranze, ovviando a qualsiasi forma di discriminazione e cercando di garantire possibilità di sviluppo soprattutto a livello sociale. La scuola, in questo contesto, ha un ruolo preminente. Ai bambini dovrebbe essere assicurata la scuola nella lingua madre con l'introdu- Fachin cordato come il PCI abbia lanciato, alla vigilia delle elezioni del nuovo consiglio regionale, una sfida affinchè si arrivasse ad ottenere un'approvazione della legge sulle aree di confine entro i termini della campagna elettorale, perchè quello era il momento favorevole. La legge, approvata alla Camera, non è però ancora passata al Senato. Ora, dopo le varie proposte modificative che si sono susseguite in questi ultimi tempi, il clima che regna è quello dell'incertezza. L'on. Baracetti ha tenuto a dire, nel suo intervento, che il problema nasce da una mancanza di impegno del Governo; in questa ultima legislatura il Parlamento ha infatti lavorato soltanto per ridur segue a pag. 4 | l'insegnamento della lingua slovena come sperimentazione in qualche direzione didattica. Su questo punto si sono trovati d’accordo anche i rappresentanti della minoranza slovena, pur essendo a conoscenza delle difficoltà che la proposta incontrerebbe nell'attuazione concreta. Proprio queste difficoltà sono la ragione dell'istituzione del centro bilingue di S. Pietro. Per quanto riguarda il riconoscimento del Centro, il ministro Galloni si è detto disponibile ad una soluzione positiva, a meno che non esistano ostacoli di natura legislativa. Nel caso ci fossero, Galloni è disposto a sostenere una proposta di legge in merito. Il ministro ha quindi in- zione della seconda lingua (slovena, in questo caso). Il principio del bilinguismo è molto importante per l'intera società: l'educazione dei ragazzi alla reciproca conoscenza è il suo obbiettivo principale. L'accettare la condizione di scuola bilingue si riflette positiva- caricato il provveditore agli studi di studiare la soluzione possibile in collaborazione con i responsabili dell'Istituto per l'Istruzione slovena. A conclusione della riunione il prof. Petricig e la prof. Gruden hanno consegnato al ministro un promemoria sull'attività dell'Istituto nel campo dell'istruzione materna ed elementare, dell'educazione musicale, delle attività di aggiornamento e dell'educazione per degli adulti, ecc. Il sen. Spetič e l'on. Schiavi infine hanno preso accordi con il ministro per un approfondimento del problema anche a Roma allo scopo di giungere ad una rapida soluzione. mente anche al di fuori della scuola stessa, serve infatti a preparare i giovani all'inserimento nella società. La prof. Nelida Milani, della Facoltà di Pedagogia dell’Università di Pola, ha ricordato che le esigenze delle scuole croate e slovene sono le stesse della scuola italiana; nonostante l'incremento numerico costante nelle iscrizioni alle scuole di questi ultimi anni, ai ragazzi mancano le situazioni socio-culturali per restare o diventare bilingui: mancano gli operatori e le strategie adatte, mentre si continuano a perpetuare schemi mentali di temi passati. Teodor Domej, dell'Istituto Scientifico Sloveno di Klagenfurt, ha analizzato la situazione carin-ziana, dove all'inizio del nuovo anno scolastico è stato avviato il nuovo ordinamento del sistema scolastico minoritario, quinta riforma nella scuola austriaca. Negli ultimi Michele Obit segue a pag. 3 CONVEGNO DEL PCI SULLE AREE DI CONFINE Il Friuli deve rimanere unito, il governo faccia la sua parte V nediejo na Liesah Kulturna jesen ’88 Kulturno društvo Rečan iz Lies nas vabi na kulturno jesen, ki bo v nediejo 27. no-vemberja ob 15. ur v telovadnici na Liesah. Tela manifestacija je že postala tradicija, saj je že to pete lieto, ki pozno v jesen se vsi ušafamo v lieški telovadnici za pregledat ka' so ustvarile naše slovienske društva, pa tudi posamezniki, v lietu. Vsako lieto se je predstavilo tudi kieki novega. Začel smo lieta 1984, ko je kulturno društvo Rečan predstaviu knjigo "Pustita nam rože po našim sadit" v kateri so ble zbrane vse piesmi predstav- ljene na Sejmu beneške piesmi v desetih lietih. Lietos bo na varsti Rezija, s predstavitvijo nove kasete skupine Rezia Iti din. Ansambel Rezia, ki ga sestavljajo Rino Chinese, njega brat Giovanni an njih kunjad Giovanni Di Lenardo, je zlo poznan med našimi ljudmi, saj že vič liet predstavlja svoje piesmi na Sejmu. Kajšan krat je tudi duobu. V kaseti Iti din so posnete pru nekatere piesmi, ki so bile prestavljene na Sejmu, pa tudi druge, ki jih nismo še slišali. Po predstavitvi kasete skupine Rezia nekateri avtorij Sejma zapiejejo njih piesmi. Al convegno è intervenuta in veste di relatrice anche l'on. Schiavi IMPORTANTE CONVEGNO ORGANIZZATO SABATO SCORSO A CIVIDALE DAL CIRCOLO IVAN TRINKO La convivenza si costruisce già a scuola Confronto con studiosi sui diversi ordinamenti scolastici nella comunità Alpe-Adria RAZISKOVALNO DIELO SO PREDSTAVILI V PETAK V ČEDADU Zda poznamo Tavotjano Ketiš Študijo so napravli otroc 2. an 3. razreda, sekcija D, srednje šole I. Nievo IN MARGINE ALLA LEGGE SULLE AREE DI CONFINE Regione F-VG: quali le prospettive economiche Al more bit šuola povezana s te-ritorjam. Al morejo otroc obogati-et njih znanje an le v tistem cajtu študijat po šolskih programih? Ja, vse tuole se more narest an še z velikim uspeham, z zadovoljstvom njih an učiteljev. Pokazal so kaj se more naredit, ker se šuola odpre teritorju v katerem je an odkoder so šuolarji, učenci drugega an tretjega lietnika, sekcija D, srednje šuole Ippolito Nievo v Ribi-njaze. Pod vodstvom dvieh profesorjev, Magde Gruarin an Maura Pascolini, so napravli zanimivo študijo o nekaterih vasi tavorjan-skega komuna an same vasi Ta-vorjane. Njih dielo, ki je šlo napri-ej dvie lieta, so takuo lepuo nar-dil, de so jim ga publikal an v pe-tak zvečer so ga predstavili javnosti v prostorih šuole. Pred velikim številom ljudi, učiteljev, predstavnikov šolskih an komunskih oblasti, bivše ravnateljice šuole, ki je seda deželni ase-sor, Paolina Lamberti Mattioli, sta v soboto dva profesorja poviedala, zakaj so nardil tako dielo, kuo je potiekalo, kateri so rezultati, kaj je prišlo na dan an seviede, kaj so se otroc navadli. Na začetku niso UMARU JE 22-LETNI PUOB Huda nesreča v Sovodnjem Huda nesreča na dielu v sovo-denjskem komunu v četartak 17. novemberja popudan. Pod debelim drevesom, ki ga je žagu je umaru mlad fant iz furlanskega kraja Precenicco. Imeu je samuo 22 liet. Eros Gobbato, takuo se je nesrečni puob klicu, je dielu za no furlansko podjetje, ki tele dni rije miez hosti za narest no gozdno pot, pisto interpoderal. Še ni jasno, kakuo je do nesreče prišlo. Kar pa se je velik ma-sesan zvarnu na puoba, so mu hitro parskočil na pomuoč sam gaspodar an druga dva dieluca. Zgodilo se je, de se je ranu tudi sam gaspodar, ki se zdravi v špi-talu v Latisani. Poklical so rešilce iz čedajske-ga spitala, ki so hitro paršli na miesto nasreče. Za mladega puoba pa ni bluo nič vič za narest. še v pamet imiel idejo o knjigi. Razisakava pa jim je iz dneva v dan rasla pred očmi. Sami učenci pa so bili sami do sebe nimar buj zahtevni, želiel so nimar buj poglobit vprašanja. Vsi so dielal dobro, tudi tisti, ki so priet an potle imiel težave, an 18 tabli, kjer je bluo na koncu zbrano raziskovalno dielo so sami nardil. Profesorja sta jim bla na strani, vodila sta dielo an jim par-pravjala bibliografijo. Paršla je na dan celovita fotografija Tavorjane, zanimivi podatki, v parvi varsti pa so se otroci naučili, kakuo se tako dielo pe'je napriej, naučili so se metodologijo, ki jim pride hnucu od sada napriej pri vsakem dielu. Pomen diela je tudi v tem, de takuo otroc ohranijo njih zgodovinski spomin (memoria storica), začnejo drugače gledati an spoštovati bogastvo njih kulturne tradicije, je zaključu profesor Pascolini. Tuole dielo je na zgodovinska-geografska rekonstrukcija Tavorjane. V parvi tabli je prazgodovina (5000 - 186 a.C.); v drugi an tretji so rimski cajti, kjer so med drugim predstavljeni toponimi; v Kompetentni organi, naj spet odprejo mejni prehod, konfin na Solarjeh. Tala je prošnja, ki jo je nardi-la dreška komunska aministraci-on v petek 18. novemberja, ko je biu na razpotju občinski konselj. Delibero so spariel z votam od vseh konsilijerjev. Drugo rieč, ki so deliberai, an so bli tudi telekrat vsi za tuo, je napisat prošnjo na Deželo za de da kontribut za narest pri Trin-ku, kjer je bila ankrat šuola, po-lifunkcionalen center za stare ljudi. Kak bi muoru bit tèi center? Dežela je nardila an poseben leč (44/85) za take iniciative. Tu naj bi se zbieral zatuo, de dobijo zdravniško an drugo asistenco tisti stari ljudje, ki jo imajo po-triebo. četarti pridejo na varsto Langobardi; v peti an šesti je Patriarhat; v sedmi so lieta Beneške republike; v osmi so Napoleonova lieta; v deveti an deseti je avstrijsko obdobje; v 11. je začetek telega stoletja; v 12. so nekatere stare fotografije; v 13. so katasterke mape starih nekaterih krajev komuna; v 14. je Via de luchs; v 16. cierku; v 17. so mlini; v 18. stare kimetuške hiše. Še adna mapa predstavlaj pa vse dielo. Na petkovem srečanju je o dielu, ki lahko služi kot model ne samuo za druge šuole pa tudi za druge ustanove, guorila profesorica na videmski univerzi Bianchetti. Ona je še posebno potardila, kuo je potrieba, de kamuni, dežela lepuo poznajo niek teritorji za potle naredit dobre leče, za potle programat vse potriebne diela. Na koncu srečanja so spreguoril še šindak tavorjane Marseu, predstavnik proveditorja Lobaido an deželni ašešor Paolina Lamberti Mattioli. Zaries lepuo an pametno pa tudi hnucu za naše otroke bi bluo , če bi podobno iniciativo nardil tudi na sriednjih šuolah v Špietru an Sv. Lienartu. Tak center pa rata lahko tudi tist prestor, kjer se — čez dan — ušafajo kup ko prijatelji stari ljudje iz cielega dreškega komuna. Pa ne samuo oni. Takuo, ki pravi šindak Mario Zufferli, naj bi biu tel center odpart an za stariš ljudi iz vsieh naših dolin. O telem načrtu pruzapru niso dost guoril. Bo pa v kratkem parložnost za, de ga buj na tan-kuo pregledajo an preštudijajo. Dreška aministracion parprav-ja an zatuole Pervi praznik starih, ki bo v nedieljo 11. dičem-berja glih pri Trinku. Takrat naj bi bila parložnost za se pomenat tudi z ljudmi o telem centru, ki bo muoru služit v vic namenu. Praznik začne z mašo ob 11.30, potle bo pozdrav oblasti an rif-rešk, ki ga organiza komun. Pos-karbjeno bo tudi za veselo atmosfero an za muziko. Il Friuli-Venezia Giulia sembra • operare, come regione autonoma, secondo schemi innovatori che affondano le loro radici nelle capacità di trasformazione della gente che si sente fortemente impegnata e motivata. Lo dicono e lo affermano molti e quasi tutti ne sono convinti, per cui viviamo in una società progressivamente avanzata. Non accettiamo supinamente questi luoghi comuni, analizziamo la nostra realtà e allora comprenderemo che siamo ancora molto legati, forse troppo, ad un passato dedito ancora all'agricoltura, che produce relativamente poco, se legata alle leggi di mercato. Viviamo forse in un contesto sociale, creato da alcuni, che vogliono farci credere che i migliori siano coloro che intellettualmente producono poco e offrono a buon mercato le loro braccia laboriose, mentre nella realtà rimangono sempre emarginati. Una legge globale per la tutela delle minoranze, di tutte le minoranze, che non crei assolutamente privilegi, ma salvaguardi coloro che, pur essendo intraprendenti e preparati, vengono in parte sacrificati ai mercati internazionali, sembra dimenticata. Lo diciamo a chiare lettere, non vogliamo assistenza che non giova a nessuno ed in modo particolare alle minoranze, vogliamo solamente, in questo momento storico, particolarmente favorevole, contare di più, essere giustamente valorizzati per quello che siamo in grado di costruire. Vogliamo confrontarci con gli altri, sviluppare il potenziale di gente di confine, che per le sue storie, le sue lotte, le sue capacità, ha sempre dimostrato di saper cogliere il lato più positivo delle varie soluzioni. Ora più che mai ci proiettiamo in queste nuove aggregazioni economiche, convinti di poter agire con competenza per superare le difficoltà che ancora strutture sociali e politiche diverse, offrono. Stiamo attenti a non cavalcare, impreparati, simili situazioni economiche, c'è il rischio che alcuni gruppi, guidati da persone più preparate e disponibili dei nostri uomini politici e operatori, prendano in mano la situazione, relegandoci ad un ruolo secondario. Ho l'impressione che la regione non sia pronta a recepire questo discorso, manchi di qualcosa che la metta in condizione di operare in modo incisivo ed efficiente. Perchè affermiamo queste cose e temiamo le naturali conseguenze? E’bastato che il vice primo ministro, il socialista De Michelis abbia espresso alcune valutazioni negative sulle leggi che riguardano le zone di confine, perchè tutto il castello costruito in questi anni vacillasse. De Michelis, come uomo politico, può e deve poter esprimere ciò che pensa, è invece estrema-mente negativo che la Regione e i suoi amministratori più qualificati si trovino sconvolti e impossibili-tati ad operare. Se le cose stanno a questo punto, stiamo agendo su un terreno estremamente fragile, legato più ad opinioni personali che su dati oggettivi e quindi soggette all'umore di qualsiasi uomo politico importante. Quando a suo tempo scrivevamo che la regione aveva bisogno di buoni politici, preparati e competenti e non di portaborse, avevamo forse ragione, dal momento che attualmente solo poche persone sono in grado di far valere la loro capacità. Troppi personaggi eletti a Trieste sono solamente apparati di partito, legati a questa o a quella ideologia, a questo o a quel potere, privi di una concreta personalità che permetta loro di operare al di fuori di schemi stereotipati. Vivere alla giornata può essere estremamente salutare per la sopravvivenza politica, non lo è invece per il progresso dì una regione, tanto più se vuole svolgere un ruolo internazionale e dinamico. I tempi sono cambiati, sono mutate determinate regole, i nostri uomini politici dovranno recarsi, in un prossimo futuro, a Mosca e a Washington, come persone capaci di far valere la loro politica economica di lungo respiro. Saranno capaci di svolgere questo compito? La nostra impressione, fondata su dati di fatto, sembra essere fortemente negativa, e le dichiarazioni del vice primo ministro lo testimoniano. Purtroppo i miracoli, così narra la cronaca, avvengono a Farra d'Isonzo e in qualche altro paese della nostra penisola, non avvengono mai a livello politico-economico. Per raccogliere buoni frutti bisogna sapientemente seminare a tempo opportuno. D.P. IZ ZADNJEGA KOMUNSKEGA KONSEJA V DREKI Naj odprejo prehod na Solarjeh an center za te stare v Trinku Gospodarstvenikom Per gli operatori Tokrat vas ne bomo opozarjali na vse zapadlosti, saj jih je v naslednjih 15 dneh bore malo. Le vnovič vas opozorimo, da 30. novembra zapade rok za plačilo akontacije davkov IRPEF, IRPEG in ILOR na podlagi predvidenega dohodka za leto 1988, Kdor namreč predvideva, da bo letos zaslužil kolikor je v preteklem letu, bo moral poravnati akontacije po novih stopnjah (IRPEF in ILOR 95%, IRPEG 98% lanskoletnih davkov). Questa volta non abbiamo praticamente nuove scadenze da segnalare; ne riparleremo fra 15 giorni. Vogliamo solamente rammentarvi che entro il 30 novembre dovremo provvedere al pagamento dell'acconto delle tasse IRPEF, ILOR e IRPEG in merito al reddito previsto per il 1988. Chi prevede di avere un reddito pari o superiore a quello del 1987 dovrà pagare un acconto di tasse in base ai nuovi parametri (IRPEF e ILOR 95%, IRPEG 98% delle tasse pagate per il 1987). V zadnjem času je mnogo govora o novih davkih, ki naj bi bili dokončno potrjeni s strani vlade in odgovarjajočih parlamentarnih komisij. Predvsem je govor o novih dajatvah, ki jih bodo predpisovale posamezne občine. Ta zamisl o dodatnem občinskem obdavčenju je bila zelo aktualna že pred dvema letoma: odlok je bil objavljen a ne potrjen, občinske uprave so že pripravljale vse predračune, a vse skupaj je padlo v vodo. Tokrat izgleda, da bo le obveljala ta nova obdavčitev. Vladni krogi oziroma odgovorni ministri so ugotovili namreč, da ne morejo zaustaviti nesorazmernega porasta stroškov, da ne morejo zaustaviti davčnih utaj in tako je postalo nujno, da se uvedejo nove dajatve. Samo sedaj ne bodo več predpisovale davkov osrednje oblasti ampak krajevne uprave za kritje lastnih stroškov. Ce bodo krajevne uprave, torej občine, pazljivo in smoterno uporabljala sredstva bomo morda dejansko dosegli cilj, da bo nekaj storjenega za krajevno prebivalstvo. Seveda, bo prišlo tudi do disproporcev med bogatejšimi in revnejšimi občinami, saj bodo davki odmerjeni le gospodarskim organizacijam vseh vrst. Zaostale občine se bodo verjetno ravno tako znašle v težavah, le kjer se je gospodarstvo v zadnjih časih razvilo bo novi dotok denarja gotovo koristil. Najnovejši predlog govori o obdavčitvi vseh delovnih prostorov in tudi odkritih površin, ki služijo v gospodarske namene. Poleg tega bo prišel v poštev tudi ustvarjeni promet in prav od tega bo odvisen davek na kvadratni meter. Zgodilo se bo torej, da bodo visoko aktivna podjetja plačala več na kvadratni meter kakor šibkejša. Davek bodo morali plačati vsi razen kmetov: industrijci, obrtniki, trgovci, gostinci, profesionalci in umetniki. Nekateri člani komisije ugotavljajo, da je preverjanje višine dajatve dokaj zapleteno in da bi morali le ponoviti davek a vendar se vsi strinjajo s tako odmero davka. Nihče se sicer ne sprašuje, če bodo krajevne uprave zmožne pripraviti vse izračune oziroma če bodo zmogle vse to opraviti z enakim osebjem. Povečanje števila osebja bi lahko imelo za posledico zelo skromen davčni priliv, kar bi izničilo koristnosti pobude. O vseh podrobnosti dajatve bodo obvestili naši čitatelji čim bodo znani točni pogoji a vse izgleda, da se bo to zgodilo v najkrajšem času. In questi ultimi tempi non si fa che parlare di nuove tasse che dovrebbero essere decise dal gover- no o dalle competenti commissioni parlamentari entro brevissimo tempo. Si sente dire con insistenza che le nuove imposizioni verranno conteggiate e versate direttamente ai comuni. L’idea di attivare nuovamente l’imposizione comunale era stata proposta già alcuni anni fa: infatti si parlava di una tassa sui servizi che vengono offerti dal comune, quella volta furono fatti tutti i calcoli, fu fatta una grande massa di lavoro, ma poi il decreto decadde e tutto rimase come prima. Questa volta invece pare che il governo sia fermamente deciso e che la proposta sarà approvata e diverrà legge dello stato. Non ci stancheremo mai di ripetere che il governo e i ministri responsabili, constatando che non riescono a frenare le spese e che non sono in grado di estirpare l'evasione fiscale, sono costretti a creare nuove tasse per coprire i vari disavanzi. Questa volta è stata trasferita ai comuni la competenza di provvedere da soli ad aumentare le proprie entrate. Se gli amministratori locali sapranno usare bene i mezzi così acquisiti esiste la possibilità che queste somme vengono impiegate effettivamente per migliorare le condizioni di vita nel comune. Sorgerà però il problema fra i comuni ricchi e poveri e questo potrà portare all’aumento delle disparità già esistenti. Saranno infatti tassate tutte le attività produttive ad esclusione dell'agricoltura: industria, artigianato, pubblici esercizi, vendite all'ingrosso e al minuto, liberi professionisti ed artisti. I piccoli comuni dove si sono ultimamente sviluppate delle attività produttive potranno trarre dei grandi vantaggi per i propri bilanci. La tassa verrà conteggiata in base alla superficie dell'azienda, incluse le aree scoperte. La tassa base al mq verrà fissata anche in base al reddito aziendale. In questo modo si potranno avere delle disparità di costo per mq e pagheranno di più quelli che sapranno o potranno sviluppare maggiore reddito in uno spazio minore. Nessuno si domanda se le autorità comunali saranno in grado di far fronte ai nuovi impegni con il personale attualmente a disposizione. Un aumento delle persone occupate porterebbe ad una riduzione dei vantaggi che si potrebbero ottenere dai mezzi così raccolti. Sarà nostra cura informare i lettori nei dettagli non appena le leggi saranno approvate. (ok) IMPORTANTE CONVEGNO ORGANIZZATO SABATO SCORSO A CIVIDALE DAL CIRCOLO CULTURALE IVAN TRINKO La convivenza si deve costruire già a scuola Confronto con studiosi ed esperti sui diversi ordinamenti scolastici nella comunità Alpe - Adria segue dalla prima pagina anni, tra l'altro, duri attacchi delle forze politiche austriache hanno creato un grande divario tra la comunità austriaca e quella slovena. Il sistema scolastico della Carinzia, ha detto Do-mej, ha molte lacune-, esiste, ad esempio, un solo asilo bilingue gestito da enti pubblici, contro i 5 asili gestiti da istituzioni slovene; l'Austria non fa nulla per avvicinare culturalmente e socialmente austriaci e sloveni, e le maggiori differenze si rivelano poi nelle scuole medie e superiori, e in seguito nel mondo del lavoro. Il prof. Franz Lanthaller, docente della scuola media superiore di Merano, è poi intervenuto illustrando la si- tuazione della minoranza tedesca in Alto Adige. Parlando della realtà sociale e scolastica a cui appartiene, Lanthaller ha detto che si stanno sprecando occasioni che favorirebbero l'educazione e la convivenza; esiste una forma di autocensura degli addetti ai lavori: nessun preside o insegnante fa qualcosa, tutti hanno paura di provocare o temono reazioni politiche. La gente comune, per fortuna, è diversa: ragazzi italiani e tedeschi si stanno unendo, loro a questo gioco non ci stanno più. Come prospettiva occorre innanzitutto cercare di far crescere questa convivenza; la scuola è fonda-mentale, per insegnare la storia e la lingua, quella comune e quella che ci separa dall'altro gruppo. E' intervenuto quindi il dott. Fabio Chiocchetti, dell'Istituto culturale ladino di Vigo di Fassa (Trento), il quale si è soffermato sulla posizione di minoranza, ma anche di ruolo ponte tra la cultura italiana e quella austriaca, della comunità ladina. Il problema scuola, in questo ambito, risente di suddivisioni provinciali e regionali; la scuola ladina è fondamentalmente trilingue, trilingui sono gli insegnanti, con effetti di carattere psicologico (non sono consentite identificazioni sotterranee con questa o quest'altra cultura). Solo un salto di qualità può portare in direzione di una scuola che renda un equilibrio tra lingue italiana e tedesca, rivalutando però anche la lingua ladina. Alcune indicazioni di carattere storico sono state fatte dal prof. Pavel Stranj, dello SLORI di Trieste. Superato il tempo delle guerre mondiali, del fascismo, dei primi grandi accordi internazionali, ancora molte cose vanno però cambiate; il ruolo della scuola nella convivenza è importante ed è un obiettivo da perseguire, cercando contatti effettivi tra i rappresentanti della minoranza e della maggioranza. Il ruolo tradizionale della scuola deve essere ritoccato, con nuove aperture per la pacifica convivenza: contatto fisico tra i rappresentanti delle 2 comunità (manifestazioni sportive, gite, ricerche), convivenza attiva, con conoscenza della lingua di minoranza da parte della maggioranza, collaborazione. Se si vuole lo sviluppo, occorre però una preparazione e un coinvolgimento da parte delle autorità e degli operatori scolastici. La speranza è che in futuro si arrivi allo sviluppo di queste possibilità, guardando anche come incentivo alla scuola bilingue di S. Pietro al Natisone. Ha concluso gli interventi la prof. Silvana Schiavi Fachin, dell'Università di Udine, la quale, con profonda conoscenza, ha analizzato la situazione dal punto di vista strettamente linguistico. In tempi di grande trasformazione, ha detto tra l'altro, anche il sistema linguistico sta vivendo momenti di turbolenza sistemica. Il ventaglio delle possibilità comunicative umane si è ampliato, si è arricchito di un'infinità di registri. In questo contesto l'uomo soffre di una notevole riduzione della sua competenza d'uso della lingua, che, arricchita nella sua potenzialità sta diventando defunzionalizzata. La tendenza è quella di una restrizione dell'uso della lingua, sia orale che scritta, con l'individuo sempre più sottoposto ad una attività di comprensione, ma raramente di produzione. II problema della lingue di minoranza diventa, in questo caso, un problema di recupero; se si creano condizioni per cui si usano lingue che cercano di riprodurre nella scuola i legami con la realtà esterna, si possono mettere le basi per la convivenza e per un'educazione bi-plurilingue. Nel complesso, questo convegno è risultato una tappa importante per il chiarimento dei rapporti tra la scuola e convivenza e per un possibile ulteriore sviluppo di queste due entità. Michele Obit Beneška galerija - S. Pietro al Natisone sabato 26 novembre alle ore 16 inaugurazione della personale di •w Stane Zerko di Škofja Loka Mostra di acquarelli e xilografie Porterà il suo saluto Giuseppe Chiabudini presidente della Comunità montana delle Valli del Natisone Presenterà la mostra il critico Jožko Vetrih La mostra rimarrà aperta fino a giovedì 8 dicembre 1988 Orario: 10.30 - 12.30; 17 - 19 (tranne la domenica) RAZSTAVA V GALERIJI SAN GIOVANNI EVANGELISTA DO 17. DECEMBRA Jože Plečnik iz Milana v Benetke Ob koncu, 12. in 13., študijski posvet beneških in slovenskih znanstvenikov V soboto, 12. novembra, so v galerijskem prostoru San Giovanni Evangelista v Benetkah odprli razstavo o slovenskem arhitektu Jožetu Plečniku. Razstava, ki je potovalna različica pariške in ljubljanske predstavitve, je prišla v Benetke po uspešnem sprejemu v Milanu. V navzočnosti številnih gostov sta jo odprla predsednik deželnega odbora dežele Veneto Carlo Bernini in predsednik slovenskega izvršnega sveta Dušan Šinigoj. Dežela Veneto in SR Slo- venija sta, skupaj s francoskim nacionalnim centrom umetnosti iz Milana, skupščino mesta Ljubljana, tudi organizatorici razstave, finančno pa so jo omogočile številne slovenske delovne organizacije. Razstava bo odprta do 17. decembra. Ob koncu, 12. in 13. decembra, bo v Benetkah študijski simpozij Dve kulturi za jutrišnjo Evropo, ki ga skupno pripravljajo slovenski in beneški znanstveniki. OTROCI! V ponedeljek, 28. novembra, ob 15. uri, v Dvojezičnem šolskem centru v Spet-ru, mladinska skupina iz Ankarana predstavi igro Miklavž prihaja Vas čakamo! mimmm JL —v ’ pr * Mestno pokopališče Žale v Ljubljani, delo arh. Plečnika V SOBOTO 26. V OBČINSKI DVORANI V SPETRU Giulio Chiandetti s kitaro v devetnaj Kitara v 19. stoletju, to je naslov zanimivega koncerta, ki ga Glasbena matica in Glasbena šola prirejata v soboto 26. novembra v občinski dvorani v Špetru. Predstavil se bo prvič pri nas znani kitarist Giulio Chiandetti. Zaigral bo naslednje skladbe: M. Giuliani, Variacije na Han-dlovo temo op. 107; F. Sor, Uvod in variacije na Mozartovo temo op. 9; N. Paganini, Velika sonata v A-duru, Allegro risoluto, Romanza in Andantino variato. V drugem delu koncerta bo Chiandetti predstavil skladbe G. Regondija Reverie (Nokturno} op. 19, Prima Aria variata op. 21, Uvod in Capriccio op. 23. Giulio Chiandetti je diplomiral na tržaškem konservatoriju, izopolnjeval se je nato v Franciji pri Bethu Davezacu za študij kitare in pri Xavieru Hinohosi in Hopkinsonu Smithu za staro glasbo. Dobil je veliko priznanj in nagrad in vsak njegov koncert v Italiji in v tujini — nastopal je v Franciji, Jugoslaviji in Združenih državah Amerike —je naletel na odobravanje kritike in publike. BENEŠKO GLEDALIŠČE PRIPRAVLJA NOVO IGRO “Preklet komputer” Smo paršli na take cajte, de vsi emo, ka'je an komputer. Vsi ga ucajo, vsi ga hvalijo, pari, de rez njega ni moč vič iti ankamar. a, al je zaries takuo? Zaries kom-uter na nikdar fali, nam povie so resnico? Odgovor na telo vprašanje ga orno imiel miesca ženarja, na 'nevu emigranta, kar Beneško ledališče nam predstavi svojo ovo komedijo, ki se kliče pru Preklet komputer". Napisu jo je idriano Gariup iz Preseriji, ki ta-uo se parlože dugi varsti doma-ih avtorju naših dolin, ki so napi-al diela za naše gledališče: Izidor redan-Dorič, Bruna Dorbolò, ddo Clodig, Marina Cernetig, uciano Chiabudini, Lidia Zabri-szach an Maria Primosig. 'Preklet komputer" je na kome-ija, ki pa je tudi nomalo tragediji ki pravi o niekem kamunskem konseju. V miez se utaknejo tudi nieke čudne družinske težave... Vaje so že začele. Naj vam povemo, de regist je Aldo Clodig, igrajo pa naši "stari" parjatelji Renzo Gariup, Mario Bergnach, Bruna Chiuch, Graziella Tomase-tig, Roberto Bergnach. Pomagajo jim Marko Predan, Luigi Chiabai, Antonella Bucovaz, Teresa Trus-gnach, Franco Qualizza, Danilo Dorbolò. Parložejo se jim še drugi novi igrauci, pa o tem bomo še pisali. Sigurni smo, de se bota vsi zabavali an smejal, kajšan krat tudi premišljoval, saj se vam bo parielo zapoznat vič ku kako stvar, ki se gaja tle par nas že od nimar. S telo novo igro se vam Beneško gledališče spet predstavi v gledališču Ristori v Čedade, ki lahko bi jal je videu rodit telo našo priljubljeno skupino. Un cartellone di richiamo Per la stagione teatrale e musicale al teatro Ristori di Cividale Sono già iniziate con successo al teatro Ristori a Cividale la stagione teatrale e quella musicale, organizzate dall'assessorato alla cultura della cittadina ducale con la collaborazione dell'Ente regionale teatrale del FVG. Guardiamo ora quali sono gli appuntamenti teatrali in calendario. Domenica 29 novembre, Una zingara m'ha detto... di Terzoli e Vaime, con Gino Bramieri e Paola Quattrini regia: Pietro Garinei. Giovedì 8 dicembre, il Teatro stabile di Bolzano presenta II barbiere di Siviglia di Beau-marchais, con Giustino Durano, Gianni Galavotti, Patrizia Milani e Alberto Fantuzzi regia: Marco Bernardi. Mercoledì 21 dicembre, il gruppo Plexus T presenta Mercanti di bugie di David Mamet con Luca Barbareschi, Massimo Dapporto e Nicoletta Gaida,-musiche di Andrea Centazzo regia: Luca Barbareschi. Sabato 7 gennaio, l'Associazione teatrale Baraban di Udine presenta La mandragola di Niccolò Macchiavelli, musiche del Gruppo sperimentale Dram-sam regia: Italo Tavoschi. Domenica 15 gennaio, ritorna il gruppo teatrale Plexus T con Fiore di cactus di Barillet e Grédy con Ivana Monti e Andrea Giordana adattamento e regia: Giorgio Àlbertazzi. Domenica 22 gennaio il Doppio teatro presenta La vedova scaltra di Carlo Goldoni con Maria Malfatti, Fiorenzo Fiorentini e Nando Gazzolo regia: Giancarlo Cobelli. Martedì 14 febbraio, lEffebipi teatro presenta Anna Mazza-mauro in Raccontare Nanna-rella regia: Aldo Trionfo e Franco Però. Domenica 5 marzo, è di scena Tradimenti di Harold Pinter con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia regia: Furio Bordon. Per quanto riguardo invece il ciclo di concerti sul '700 strumentale italiano, va detto che c'è in programma soltanto un incontro ancora: giovedì 24 novembre concerto de I musicisti veneti assieme all'oboe solista A. Baccini. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21. Tra il pubblico anche i direttori didattici Londero e Coos CONVEGNO DEL PCI A S. PIETRO AL NATISONE SULLE AREE DI CONFINE La regione FVG rimanga unita, il governo poi faccia la sua parte segue dalla prima pagina re la portata finanziaria del provvedimento. Quest'ultimo, si è ricordato, nasce dopo che nè il trattato di Osimo (che prevedeva l'istituzione sul Carso di una grande zona franca industriale mista ita-lo-iugoslava, con costituzione di società a capitale misto e fornitura di tecnologia avanzata a paesi dell'est e dell'ovest), nè altre proposte per poter creare una situazione di sviluppo e di cooperazione avevano avuto esito felice. La legge sulle aree di confine propone quindi contributi per il sorgere di aziende a capitale misto, agevolazioni fiscali, fondi per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, un sostegno ai traffici commerciali con paesi esterni aiuti alle attività artigianali e contatti con le università di Udine e Trieste, lo sviluppo della montagna; tutto questo, ha detto Baracetti, in riferimento alla collocazione geo-po- litica del Friuli, che fa di questa regione un centro adatto alla cooperazione economica con i paesi dell'est europeo. Il Veneto ha chiesto un allargamento dei privilegi, chiedendo anche per sè una serie di provvidenze, insistendo particolarmente sulla disparità istituzionale esistente tra le realtà venete e friulane, dovute alla specialità dell'ordinamento del Friuli-Venezia Giulia. La presa di posizione di De Michelis ha creato ulteriori polemiche. A questo punto, secondo Baracetti, si deve discutere su una linea che non stravolga la legge e che non porti aH'annullamento del provvedimento. Il PCI si sta attivando nelle Camere di Commercio per indire un convegno internazionale con le Camere d'Eco-nomia dei paesi dell'Est, chiedendo la presenza dei rappresentanti dei governi, in modo che si possa fare il punto sulla collaborazione economica con Austria, Jugoslavia, ecc. E' importante, comunque, per superare le attuali difficoltà, che il Friuli rimanga unito e che il Governo giunga al più presto all'approvazione della legge, mantenendo una visione completa dell'importanza che questa ha nella nostra regione. All'intervento dell on. Baracetti è seguito un dibattito pubblico nel quale si è tra l'altro rilevato come le condizioni storiche per cui al Friuli è stato dato lo Statuto speciale non sono mutate; la soluzione positiva del problema riguarda tutte le forze politiche friulane, che unite devono fare opera di convincimento sul Governo. Ricordando gli aspetti stretta-mente legati alla situazione dell’e-marginazione delle zone di montagna, si è anche rilevato che alla crescita della regione è connessa anche una crescita ed uno sviluppo delle nostre valli. Michele Obit Letos 17 tečajev slovenskega jezika Kulturno življenje Slovencev videmske pokrajine se je v zadnjih letih močno obogatilo. Rodile so se nove iniciative na polju izobraževanja v slovenskem jeziku. Buj vesoka an glaboka je ratala narodna, nacionalna zavest. Go na vse tuole pa imajo Benečani an vsi drugi Slovenci naše pokrajine velike težave, za se parbližat slovenskemu knjižnemu jeziku. Lie-pa parložnost je Seminar, ki je vsako polietje v Ljubljani. Še ni-mar pa v glavnem valja pravilo, de muora vsak sam, z branjem an s študijo, poglobit njega znanje. Ena od tistih iniciativ, ki jih že lieta an lieta organizavajo slovi-enska kulturna društva an Zavod za slovensko izobraževanje so: tečaji. Pogledmo, kje bojo lietos. Špeter v Dvojezičnem centru (s sodelovanjem Štud. Centra Ne-diža) dva tečaja, za začetnike in nadaljevalni, vsak torek od 17.30 do 19.; učiteljica: Mi/a Krajnik. Špeter na podjetju Hobles (v sodelovanju s podjetjem), tri tečaji, v ponedeljek od 17. do 18.30. Lesa v sodelovanju s KD Rečan tečaj za začetnike v ponedeljek od 19. do 20.30.; učiteljica: Antonella Bucovaz. Nadaljevalni v petek od 19.30 do 21.30; učitelj: Jože Štucin. Lekcije bojo v občinski dvorani Luščak. Začetek te- čajev v Špetru an na Liesah 28. novembra. Bardo v sodelovanju z domačim društvom tečaj za otroke. Bo vsako soboto od 15. do 17. Učiteljica: Luisa Cher. Tečaj začne v centru Stolberg od 14. januarja. Rezija Tečaj bo v župnjiški dvorani od 11. januarja 1989, vsako sredo od 18.30. do 20. Učitelj: Salvatore Venosi. Žabnice - v župnij ški dvorani v sodelovanju s Slovenskim klubom. Tečaj za otroke, ki poznajo narečje an iz mešanih zakonov v petek od 14. do 17. ure. Učiteljica: Irena Šumi. Tečaj za odrasle v soboto od 20. do 22., ki je že začel 23. septembra. Uči: Salvatore Venosi. Ukve v prostorih osnovne šole 2 tečaja za odrasle in otroke vsak petek od 14. do 17. Uči: Salvatore Venosi. Čedad v sodelovanju KD Trinko na sedežu tečaj za začetnike v ponedeljek od 19. do 21. Uči: Mija Krajnik. Začetek v pondeljek 28.11, Konverzacija v četrtek od 20. do 22. Vodi jo: Marino Vertovec. Videm v ponedeljek 28. se začne tečaj v prostorih Orient/Ex-press. Začetni tečaj v ponedeljek od 17.30 do 19. Nadaljevalni od 19. do 20.30. Uči: Marino Vertovec. II i RAZSTAVA MOTORJEV SEJMIŠČE V PORDENONU 19.-27. NOVEMBER 1988 URNIK: delavniki 17.00 - 23.00, sobota in nedelja 9.00 - 23.00 Avanti con i buoni! Da sabato 26 novembre a sabato 10 dicembre verrà distribuita la seconda parte dei buoni per la benzina a regime agevolato previsti per l'anno 1988 (ricordiamo che hanno validità fino al 30 aprile 1989). Tali buoni potranno essere ritirati come la volta precedente, salvo alcuni cambiamenti resi necessari dalla troppa affluenza la volta precedente (è il caso di Cividale), presso la sede della Comunità montana Valli del Natisone per i comuni di Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro, Sa-vogna e Stregna; presso il comune di Cividale anche per il comune di Pre-potto. Nuova sede di distribuzione è il comune di Moimacco, che provvederà anche per i comuni di Premariacco e Torreano; comune di S. Giovanni al Natisone, anche per Corno di Rosazzo e Manzano e presso le sedi comunali di Resia, Lusevera e Taipana per i rispettivi comuni. Per quanto riguarda i turni di affluenza per il ritiro dei buoni, ogni sede di distribuzione stabilirà le giornate e gli orari che verranno resi pubblici tramite manifesti. IMENOVAN JE BIU VELIK VITEZ DELA IN REPUBLIKE Priznanje Benečanu Prejel ga je Albino Koglicjou iz Debenijega Če človek skrbno dela toliko let, je prav, da dobi tudi visoka priznanja, kot jih je dobil naš Albin Tomasetič-Koglicjov iz Debenijega. Rodil se je v Debenijem občina Dreka, dreški kamun, 7. marca 1924.1eta. Rodil se je v družini, kjer je bilo polno otrok, a samo on je podedoval žilico trgovca po očetu Toninu, ljubezen do našega materinega jezika pa od matere Angele, ki je bila doma od Bajtarjev. Oče Tona je vozil za sabo po vsem vzhodnem Primorskem še malega Albina in ga učil, kako se po vaseh in družinah prodaja 'gvant" - platno za obleke in druge družinske potrebe. Stari Tona Koglic je bil namreč krošnjar - ambulant, ki je prodajal gvant od vasi do vasi, od hiše do hiše. Kadar sta ga starost in leta spravile v kot, je njegovo delo prevzel sin Albin. Prehodil, ' preguziral' je vse beneške vasi, a predvsem vasi na drugi strani Soče, kjer so ga ljudje lubili, cenili in spoštovali, pa vseeno njegovo delo za kruh ni bilo vedno lahko. Vojna ni pustila mladega Albina doma, kot ni pustila tisoče naših mladih fantov. Za kratek čas je opravljal službo karabinierjev in po kapitulacii Italie se je vrnil domv in kadar mu je bilo mogoče, je opravljal delo svojega očeta. Po vojni se je oženil na Lesah (občina Grmek), s sedaj pokojno Mario Vogrig - Konšorjevo po domače. Kmalu potem je postavil v Klodi-ču trgovino za prodajo gvanta, obleke (abbigliamento), kjer je bil približno 15 let. Nato se je preselil v Čedad, kjer je odprl v središču mesta, v Corso Mazzini, luksuzno trgovino tekstilnih izdelkov in že pripravljenih oblek. V Čedadu je delal 25 let. Albin je bil kot rojen za svoj poklic, za svoj meštier. Prijetno ga je bilo srečati v njegovi trgovini in po čedadskih ulicah. Za vse je imel odkritosrčen pozdrav, vljudnostni poklon in lep nasmeh, torej mož posebne vljudnosti, gentile, kot pravijo Italijani, ali gentleman, kot pravijo Angleži. Albin je zmeraj eleganten mož, prijazen gospod. Ta prijazen in eleganten gospod, ki je bil nad dvajset let predsednik sekcije karabinierjev v pokoju v Čedadu, ima številne prijatelje tudi na drugi strani Soče, kjer je že kot otrok prodajal gvant. Mnogi se ga s hvaležnostjo spominjajo in spomnil se ga je tudi predsednik italijanske republike Cossiga, ki je imenoval našega Albina za kavalirja republike 2.junija letos. Trgovinska zbornica (Camera di commercio) iz Vidma mu je dala 1977.leta zlato medaljo za 40 let dela, lansko leto pa je dobil največjo priznanje v Italii: "Maestro del commercio", za nad petdesetletno delovanje. Dali so mu zlato medaljo z diamantno zvezdico. Seveda je Albin ponosen na ta priznanja. Ponosni smo tudi mi, saj so s tem priznali dèlo in inteligentnost našega človeka, sposobnega, moža iz naših dolin. Albino Tomasetig je šel sedaj v zaslužen pokoj. Živi v svoji ultra-moderni vili v Čedadu, kot eden od redkih beneško slovenskih gospodov. Vprašal sem ga kakšne besede bi bil spregovoril svojim številnim klientom, če bi jih imel zbrane pred sabo, v trenutku, ko je zapustil svojo trgovinsko aktivnost. Odgovoril mi je na kratko, a s položeno roko na srce: «Vsem mojim odjemalcem, prijateljem in klientom, prav tako vsem njihovim družinam voščim vse dobro, polno zdravja in sreče v življenju. In ker smo zdaj pred koncem leta, tudi voščila za najlepše božične in novoletne praznike.» Doric 110 E LODE PER LA TESI DI LAUREA IN PEDAGOGIA DI NICOLETTA MARINIG La Benecia ha bisogno di gente come te Tema: La rappresentazione grafica delfambiente nel bambino in età scolare cui gli elementi del paesaggio influenzano notevolmente il modo di vivere l'ambiente”. In questo lavoro di ricerca è stata seguita in particolare dalla prof. Loredana Czerwinsky Domeniš e per prepararlo Nicoletta ha impiegato un anno e mezzo. Chi la conosce sa quanta fatica le è costata e a quante cose ha dovuto rinunciare per concentrarsi bene in quello che stava facendo. Ma la mattina dell'otto novembre il suo lavoro ha avuto una giusta ricompensa perchè tutti i relatori le hanno fatto i complimenti, apprezzando lo studio e l'indagine da lei fatta in merito a tale argomento. Quel giorno sono stati in molti a festeggiarla al suo ritorno a Cle-nia e penso che per la sua mamma la "signora maestra" Vilma Venuti sia stato e rimarrà un giorno indimenticabile. Se ne fanno di sacrifici per i figli, ma che gioia quando vengono queste soddisfazioni! A Nicoletta diciamo ancora brava facendole gli auguri perchè ora possa fare di questa laurea qualcosa di bello e utile per lei e per la nostra comunità; la Benecia ha bisogno di gente giovane ed in gamba. Nicoletta, contiamo anche su di te. Luisa Battistig Le congratulazioni della commissione dopo aver discusso la tesi di laurea Nicoletta Marinig è nata nel 1964 a Clenia, ha frequentato l'Istituto magistrale di San Pietro diplomandosi nel 1982. L'anno successivo si è iscritta all'Università di Trieste scegliendo la facoltà di Magistero, corso di laurea in Pedagogia. Si è laureata l'otto di questo mese. La sua tesi in psicologia pedagogica ha avuto come argomento "La rappresentazione grafica dell’ambiente nel bambino in età scolare". Ho chiesto a Nicoletta che mi spiegasse in breve in che cosa consiste la sua ricerca. "La tesi di laurea è articolata in una parte teorica ed una sperimentale che ho realizzato nelle scuole elementari di San Pietro al Natisone e di Sa-vogna. Lo studio aveva come scopo quello di capire i meccanismi attraverso i quali i bambini vivono e rappresentano l'ambiente che li circonda. Particolari spunti sono emersi dalla particolarità dell'ambiente delle Valli del Natisone in SO let Zveze slovenskih izseljencev UES: portavoce di tutta la comunità segue dalla prima pagina che che l'Unione si era data in occasione del Congresso di S. Pietro al Na-tisone nel 1980 e confermandole ha evidenziato l'esigenza di potenziamento delle strutture operative della stessa. Ciò anche in considerazione dell'emergente necessità di rafforzare il collegamento con gli Sloveni emigrati dalle province di Trieste e di Gorizia, nonché con gli emigrati già residenti nei territori italiani passati alla Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia in forza del trattato di pace e degli accordi di Osimo (art. 30 L.R. 51 del 27 ottobre 1980). Tutto ciò nella prospettiva di dare a queste componenti di migranti il posto che stetta loro nella costruzione del cosidetto Comune Ambito Culturale Sloveno (Slovenski skupni kulturni prostor). L'ottavo congresso ha accentuato con maggior forza l'esigenza di un più profondo e puntuale collegamento con le nuove generazioni, la necessità di un rafforzamento organico dei rapporti con l'emigrazione italiana. Inoltre è giunta l'ora di far emergere, coordinare, far fruttare l'affermazione degli Sloveni nel mondo sociale, culturale, politico ed economico del Paesi nei quali sono ospiti, da protagonisti, i nostri emigranti. Tutto ciò esige che, sia a livello propositivo generale che per quello che riguarda la qualità dei servizi, dell'immagine e dei contenuti culturali che vanno proposti, e indispensabile un livello altamente qualificato, poiché gli interlocutori non sono più solamente alcuni ristretti nuclei della nostra prima emigrazione, bensì le nuove generazioni ed i partners locali delle nostre comunità a tutti i livelli. Per poter realizzare tutto ciò è indispensabile che le strutture dell'Unione diventino strumenti operativi efficienti e siano veramente in grado di agire autonomamente ed in sintonia con le delibere congressuali. In quest'ottica d'insieme, nello sforzo di rispondere alle nuove sfide che provengono da queste nuove comunità, non vanno tralasciati coloro che oggi ancora si trovano a confrontarsi con problemi di sopravvivenza. Comunque la struttura tradizionale di assistenza, il patronato, va reinventata per assumere funzioni e capacità che soddisfino le nuove dimensioni delle esigenze di sempre. Alla luce di tutto questo occorre riaffermare che la problematica degli Sloveni che vivono al di fuori del territorio di insediamento storico — sono la maggioranza, — non può più essere considerata marginale, settoriale, distaccata dalla vita della comunità slovena nel suo complesso, bensì deve divenire un elemento centrale che ne può condizionare lo sviluppo. Devono essere, quindi, tutte le strutture organizzate della comunità slovena in Italia a dare delle risposte precise, concrete e qualificate agli stimoli che provengono da questa parte centrale e vitale della comunità. Non rendersi conto di questo significa accettare disarmati il processo di assimilazione, rinunciando alla parte più dinamica della comunità anche se linguisticamente meno agguerrita. Lo Sloveno del 2000 avrà forse una competenza linguistica minore dello Sloveno degli anni 50, ma il livello della sua coscienza etnica sarà certamente superiore, poiché non più dipendente da una visione ideologica della sua appartenenza etnica. In questo senso si allargherà il numero degli Sloveni coscienti della propria appartenenza ed il loro collegamento sarà reso più facile, più completo ed immediato con le possibilità offerte dalle tecnologie delle comunicazioni di massa. Non più, dunque, nucleo che si autoconsuma nel considerare la purezza della propria lingua, ma una società mondialmente articolata che costituisce, al di là delle dimensioni spaziali, un corpo unico che si sviluppa attraverso la crescita armoniosa delle sue singole membra. Ferruccio Clavora Leta 1978, tretji kongres Zveze v Grmeku ob prisotnosti župana Boninija in deželnega odbornika Tomè TRETJA GENERACIJA IZSELJENCEV IZ REZIJE IN SLOVENSKE BENEČIJE Boleč beneški paradoks V začetku petdsesetih let je italijanski ministrski predsednik De Gasperi reševal problem odvečne domače delovne sile z geslom, oziroma vabilom: »Naučite se tujih jezikov, pojdite na tuje«. Pozneje so njegovi apologeti trdili, da je to bil začetek »evropskega duha« v italijanski politiki. V resnici pa so se valovi izseljevanja iz Furlanije-Juljiske krajine začeli že veliko prej, skladno pač s potrebami industrijsko razvitih dežel srednje in severne Evrope po nizko kvalificirani delovni sili. Na videmski železniški postaji se je dolga desetletja ponavljal prizor delavca s kovčkom iz lepenke, za silo zvezanega z žico. Ko je zadnjič objemal ženo in otroke, so mu v mislih odmevale grenke note preklete pesmi nezaželenega slovesa. »Oj Božime...« ki se zdaj oglaša na koncertih beneških pevskih zborov... Iz izseljenega vala prvih povojnih let, ko so vojaške obveznosti in politične odločitve preprečevala razvoj Beneške Slovenije in Rezije in praznile njihove doline, so se vrnili le posamezniki, pogosto težko bolni s silikozo... Večina pa jih je ostala na tujem, kjer se je rodila generacija izseljenskih sinov in hčera. Tam so se jim pridružili novi izseljenci, tokrat brez kovčkov iz lepenke in strganih plaščev, pač pa z izkaznico kvalificiranega delavca v žepu. Na evropski socialni lestvici se se že povzpeli nekoliko više, laže in hitreje so se vključevali v družbeno dogajanje novega okolja. Izkušnje večnarodnih držav, kot so Švica in Belgija v Evropi, po svoje tudi Kanada in Argentina, so v njih pregnale občutek manjvrednosti, ki so ga Slovencem vcepljali v italijanskih potuj čevalnicah. Spoznali so pomen svojega jezika in znanja. Na teh novih izkušnjah in spoznanjih je pred skoraj dvema desetletjema zrasla najprej v Švici nato v Belgiji, sedaj pa na vseh celinah delujoča Zveza beneških izseljencev, zdaj Zveza slovenskih izseljencev iz Frulanije-Juljiske krajine, katere vpliv je močno čutiti tudi v domnačih dolinah. Tehnološka revolucija v razvitih evropskih državah, po svoje tudi potres v Furlaniji pred desetimi leti, sta omogočila marsikateremu slovenskemu izseljencu vrnitev v domače kraje. Na tujem pa se je bistveno spremenila njihova vloga. Mezdnim kvalificiranim delavcem so se pridružili tehniki, vodilni delavci, programerji, inženirji, arhitekti, odvetniki, umetniki, pa obrtniki in trgovci... Tako... danes smo priča "beneškemu paradoksu': zaradi neugodnih političnih razmer doma rastejo gospodarstvu in družbenemu razvoju potrebni kadri na tujem, kjer razni pritiski ne zavirajo njihove podjetnosti. Tretja generacija "izseljencev" iz slovenske Benečije in Rezije ne gleda več na svoje rojstne kraje skozi bolečo kopreno domotožja, pač pa z realizmom in željo, da bi pospešili razvoj domačih krajev. Slovenske organizacije, predvsem Zveza slovenskih izseljencev, pa povsem logično poskušajo izrabiti tudi te nove moči, pri čemer izhajajo tudi iz novih razmer desetletja, ki je sledilo potresu in osimski pogodbi med Italijo in Jugoslavijo. (izvleček) Stojan Spetič DA ORBE A MENDOZA: IL CAMMINO PERCORSO DALL'UES-ZSI I nostri primi 20 anni Probabilmente non è superfluo approfittare del supplemento che il più diffuso periodico sloveno della provincia di Udine ha proposto in occasione del convegno La Slavia Friulana verso il 2000, realtà o prospettive", realizzato dall'Unione Emigranti Sloveni del Friuli-Venezia Giulia - Zveza Slovenskih izseljencev iz Furlanije Juljiske krajine in Argentina, per cercare di far conoscere almeno a grandi linee la storia, le attività e gli scopi dell’UES. Non è superfluo perchè, escludendo i dirigenti, i soci dell'unione e pochi altri addetti ai lavori, la più grande associazione della Benecia è per la maggior parte della nostra comunità un'istituzione di cui spesso si parla, non sempre con cognizione di causa, e di cui poco si conosce. Il convegno organizzato in Argentina fra gli altri ha avuto anche lo scopo di ricordare con grosso impegno che proprio quest'anno l'associazione compie 20 anni. Il tema, impegnativo, del convegno ha voluto sottolineare che l’Unione Emigranti Sloveni è da tempo uscita dalla fase della gio- vinezza ed ormai opera da entità adulta, matura, la quale si impegna in settori nei quali l'approssimazione, il pressapochismo, la mancanza di dibattito e di riflessione sono stati d'animo e soprattutto metodi di lavoro privi di cittadinanza. Il cammino iniziato nel 1968 ad Orbe in Svizzera è ormai lungo e, senza falsa modestia, piuttosto carico di buoni risultati. Erano gli anni in cui i nostri paesi si svuotavano giorno dopo giorno a causa dello stato di sotto-sviluppo economico della nostra terra. Questo non poteva che far piacere a quanti caparbiamente volevano cancellare l'identità slovena del nostro territorio. Se infatti non è stato possibile far diventare italiani gli sloveni la pro- spettiva di veder emigrare tutti gli sloveni si presentava come un' occasione da non perdere. Questo disegno è stato smascherato e fatto fallire da quella parte della nostra gente che, vivendo all'estero in assenza di troppo pesanti pressioni ed intimidazioni, ha riaffermato la propria slovenità ed ha iniziato la battaglia per la rinascita delle Valli e la loro uscita dal sottosviluppo e dall'emarginazione. In vent anni molte persone hanno portato il loro contributo alla costruzione di una associazione sempre più grande ed efficace, a tutti questi oggi deve andare il grazie di tutti i soci e di tutti gli sloveni che vivono in Italia. Rileggendo le prime dichiarazioni e le prime richieste formulate, risulta oltremodo chiaro che la creazione di questa unione non era assolutamente casuale e che essa invece è stata preceduta da riflessioni, da analisi e da valutazioni ben più profonde che comprendevano in sè l'analisi del passato, del presente e che intravedevano per il futuro due possibilità: la morte o la crescita della comunità slovena. La morte stava diventando sempre di più una possibilità reale da due punti di vista: l'abbandono del territorio da parte della maggioranza delle forze attive a causa della programmazione del sotto-sviluppo e dall'altra parte la morte culturale dovuta alla dispersione geografica degli sloveni emigrati ed alle pressioni psicologiche e politiche poste in atto dal "potere" saldamente in mani o ita- liane o comunque avverse alla realtà slovena, storicamente ed inequivocabilmente presente nelle Valli. Proprio da questa duplice problematica è nata la ZSI-FJK: da una parte salvaguardare l'identità etnica e culturale delle Valli e dall'altra renderle luogo di possibile residenza senza per ciò dover fare i conti con condizioni di vita inaccettabili per un popolo che volesse definirsi civile ed europeo. Conseguentemente le richieste, le pressioni vertevano su iniziative volte da una parte a creare posti dì lavoro realmente remunerativi nelle Valli o in prossimità di esse, dall'altra si chiedeva rispetto per la propria cultura, sì chiedeva la fine di provocazioni e prevaricazioni ed in positivo si puntava alla legge di tutela degli Sloveni in Italia come mezzo attraverso il quale lo stato si impegna a rispettare le sue stesse leggi. La richiesta, basata sui dettami della Costituzione della Repubblica italiana, di poter accedere al-lalfabettizzazione nella propria segue a pag. 7~] :F *pl svmj8o mi «Marije* embhhe ' fl| L L etnic, ■ m« Decembra 1971. leta na manifestaciji v Vidmu tudi velika skupina slovenskih emigrantov IL PROGRAMMA POLITICO TRACCIATO DALL’UNIONE EMIGRANTI SLOVENI A 5 ANNI DALLA SUA FONDAZIONE Emigranti come tutti si, ma sloveni Prvi kongres Zveze v švicarskem mestu Orbe, leta 1968 Cari delegati ed ospiti, dopo cinque anni di esistenza della nostra associazione, abbiamo organizzato questo congresso con 10 scopo di fare un'analisi del lavoro fatto e, soprattutto, per parlare dei futuri obiettivi... All'inizio, 11 nostro desiderio era di riunire i nostri emigrati che lavoravano vicino a noi, avere un'organizzazione che avrebbe avuto diversi scopi: 1 Avere un’associazione grazie alla quale la nostra gente possa lavorare in maniera organizzata senza sentirsi isolata, e allo stesso tempo sentirsi parte della stessa realtà dalla quale siamo usciti. 2 Occuparci dei problemi del- la nostra gente, sia sul piano sindacale che su quello economico, ed anche su altri punti. 3 Collegarci con le altre asso- ciazioni similari di emigrati del Friuli-Venezia Giulia e d’Italia, quale "partner" a uguali diritti, ma con i nostri specifici problemi. 4 Elevare la nostra coscienza sociale ed economica quali uomini costretti, a causa delle cattive condizioni economiche, a lasciare i propri paesi; fare tutto quello che è in nostro potere per aiutare dall'estero la nostra gente che è a casa, affinchè possa prendere coscienza della nostra propria nazionalità e delle possibilità di sviluppo delle proprie zone. 5 Lavorare per poter ritornare nella Slavia friulana ed ivi lavorare quali Sloveni e quali buoni lavoratori... In seguito abbiamo visto, quando abbiamo iniziato ad essere presenti un po' ovunque, che avremmo potuto diventare l’associazione di tutti i lavoratori della Slavia friulana in Svizzera, sulla base di un programma aperto, senza limitazioni sul piano politico e religioso...Ci siamo organizzati sulla base di due principi: che siamo Sloveni, e che lottiamo per migliori condizioni sociali ed economiche. Questa caratteristica comune ci ha uniti; tutto il resto ci avrebbe divisi e limitati nella nostra attività. Proprio per questo l’associazione si è ingrandita e si è organizzata in tutti i Cantoni della Svizzera...Siamo stati riconosciuti dalle autorità svizzere (come pure dai rappresentanti italiani di questa zona) ed anche nella Regione Friuli-Venezia Giulia. Ci siamo collegati con tutte le associazioni di emigrati della nostra regione e abbiamo partecipato alle comuni riunioni, sottolineando che siamo di nazionalità slovena e che lottiamo per gli stessi obiettivi delle altre associazioni. Abbiamo precisato che la nostra azione esige qualcosa di più, a differenza di altre associazioni che non hanno gli stessi problemi: che ci riconoscano la caratteristica della nostra minoranza e che ci diano i diritti che le minoranze nazionali dovrebbero avere con l’applicazione dell'articolo 6 della Costituzione italiana. Proprio a causa della complessità della nostra attività, siamo arrivati alla constatazione che bisognava organizzare l’associazione in diverse sezioni autonome, e che queste operassero ovunque si trovassero i nostri corregionali. Per questo abbiamo ampliato la nostra associazione anche fra la nostra gente del Nord Italia, creando sezioni a Milano e in Belgio, organizzando i nostri lavoratori in Germania, in Francia ed anche fuori dall'Europa. Dobbiamo precisare che le nostre rivendicazioni le abbiamo presentate con documenti (che sono stati pubblicati nel nostro bollettino 'Emigrant ) a tutte le riunioni ed assemblee alle quali abbiamo partecipato, alle conferenze e manifestazioni di Udine, alle giornate dell’emigrante a Ci-vidale, alle manifestazioni di Ca-stelmonte e Matajur, alle nostre feste di Subit.. Ad un determinato momento, ci siamo accorti che un'associazione come la nostra...doveva perfezionare il suo modo di lavoro per meglio collegare i soci. Era di assoluta necessità avere un bollettino che rappresentasse un mezzo non soltanto politico, ma anche organizzativo. Benché non disponessimo di adeguati mezzi finanziari, abbiamo iniziato la pubblicazione del nostro giornale "Emigrant" ed abbiamo cosi potuto informare meglio la nostra gente, tenerla unita e darle la consapevolezza che siamo una sola e stessa famiglia. Un altro obiettivo della nostra azione, grazie alla nostra forza numerica ed alla nostra attività, è stato quello di portare la nostra influenza sulle nostre condizioni a casa...Abbiamo ottenuto di essere rappresentati nella Consulta Regionale dell'emigrazione del Friuli-Venezia Giulia, di essere invitati a tutte le manifestazioni ufficiali, di ottenere un determinato sussidio (che non è grande, ma che dimostra il riconoscimento della nostra esistenza) e di esprimere la nostra opinione. La nostra visita all'Ambasciatore d'Italia in Svizzera, nell'anno 1972, è stata di grande importanza, poiché gli abbiamo consegnato il nostro memoriale, con le richieste che il governo italiano dovrebbe realizzare sul piano etnico e sul piano socio-economico per il miglioramento delle condizioni degli emigranti, delle nostre zone a casa, per realizzare i nostri diritti nazionali assieme a quelli del Triestino e del Goriziano. A tut-t’oggi non possiamo affermare che la nostra visita abbia provocato dei risultati concreti, anche se ci è stato promesso che le nostre richieste sarebbero state trasmesse al governo centrale... Unendoci alla vita ed attività delle associazioni di Friulani ed Italiani all'estero (azione indispensabile se volevamo arrivare a dei risultti concreti) il nostro obiettivo era anche l'unione con le associazioni ed organizzazioni slovene della Slavia Friulana. Per questo abbiamo sempre avuto, e cercheremo sempre di avere, i migliori contatti con queste associazioni ed organizzazioni poiché solamente in questa maniera potremo sviluppare il nostro lavoro a casa. Crediamo che questo sia il miglior modo di lavorare poiché cosi potenziamo la nostra associazione ed allo stesso tempo collaboriamo alle attività degli altri nella Slavia friulana. Perciò abbiamo cercato di organizzare le nostre manifestazioni e feste in collaborazione con le altre associazioni ed abbiamo sempre partecipato alle loro feste e manifestazioni con il nostro sostegno. Ci è estremamente chiaro che l'unità è la sola strada per la soluzione dei nostri problemi... Essendo all'estero, abbiamo anche potuto constatare che siamo parte della comunità nazionale; che oltre noi della Slavia friulana esistono ancora gli Sloveni triestini e goriziani e quelli della Val Canale. Non abbiamo potuto rimanere isolati. Se abbiamo capito che dovevamo unirci con le associazioni di emigrati in Svizzera e della nostra regione, era importante che una volta o l'altra ci unissimo con le altre associazioni slovene. ...Per un'alleanza organizzativa con i rimanenti Sloveni in Italia, abbiamo dovuto scegliere una tale organizzazione, o gruppo, che ci possa irrobustire lasciandoci una grande autonomia, e che allo stesso tempo non sia politicamente colorata. Questa organizzazione è l’Unione culturale ed economica slovena (SKGZ) che raggruppa nei principi di lotta per i nostri diritti nazionali e sviluppo degli Sloveni in Italia, molte altre associazioni ed organizzazioni, e dove lavorano uomini di ogni tendenza politica sulla base della comunità slovena... Anche se da più di cento anni non lo si voglia riconoscere, noi facciamo parte del popolo sloveno. La nostra lingua esiste da centinaia d anni nelle nostre vallate; per centinaia d anni abbiamo conservato la nostra parlata, i nostri usi, costumi e tradizioni, la nostra storia. Non ci siami mai annegati nel mare della pianura. E questo non è soltanto la conseguenza del nostro isolamento, come qualcuno dice, ma la nostra appartenenza al popolo, che contro tutte le avversità, è rimasto vivo. Per questo guardiamo agli Sloveni oltre confine come ai nostri fratelli, dai quali aspettiamo aiuto morale e materiale. Perchè dovremmo vergognarci di questa appartenenza? Il vero democratico, Friulano o Italiano, deve riconoscere che siamo cittadini leali, e che abbiamo sempre fatto il nostro dovere di cittadini. Però, ciò non vuol dire che dobbiamo rinnegare le nostre matrici e la nostra nazionalità. Oggi ancora, alla nostra lealtà, ci rispondono mostrandoci la strada dell'emigrazione. Quali leali cittadini abbiamo spesso disciplinatamente sanguinato, ma ciò non ci è valsa la giusta ricompensa; ci hanno buttati all'estero, lontano dalle nostre case. Ci guardavano con diffidenza se si parlava la nostra lingua. Non ci hanno dato nè scuole, nè cultura, nè sviluppo economico. Molti, prima, durante e dopo il fascismo, ci spaventavano ed hanno provato a prenderci la nazionalità. Ma se chiedevamo, come ancora lo chiediamo, il rispetto della nostra nazionalità ed i mezzi per lo sviluppo come Sloveni, ci rispondevano che non volevamo essere cittadini leali. Non è vero. Noi siamo leali. Ma lo saremo ancora di più quando ci lasceranno sviluppare come vogliamo e quando potremo rimanere a casa e lavorarvi come facciamo per gli stranieri all'estero... Dopo 5 anni dobbiamo però constatare che la nostra attività è diventata così grande, che non possiamo più lavorare come abbiamo fatto finora...Dobbiamo diventare l’unione delle sezioni o dei circoli, Unione che raggrupperebbe ancor di più le nostre genti e che potrebbe oranizzare tutti i lavoratori della Slavia italiana nel mondo e, allo stesso tempo, collegare le loro famiglie a casa e nel mondo. E se dei nostri lavoratori ritornassero a casa, collegarli con noi che siamo ancora all'estero. Gli obiettivi di questa Unione dovrebbero essere molto chiari: 1 — Collegare i nostri lavoratori all'estero fuori casa. 2 — Coltivare presso di loro la coscienza degli obiettivi comuni, della nazionalità e dell'appartenenzta alla nostra terra. 3 Lottare per i loro diritti sul lavoro e nella vita all'estero, sia sul piano sindacale come su altri piani. 4 — Coltivare la nostra cultura e la nostra lingua, e per questo organizzare dei corsi, manifestazioni ed anche scuole. 5 Allearsi con tutte le organizzazioni di emigrati per il miglioramento delle nostre condizioni all'estero, per il miglioramento delle condizioni della Slavia friulana. 6 - Collegarsi con tutte le asso- ciazioni slovene della Slavia friulana per la conquista dei nostri diritti a casa. 7 Collegarsi con le organizzazioni slovene del Friuli-Venezia Giulia, per continuare a coltivare la coscienza dell'appartenenza alla stessa nazionalità. 8 Diventare attivissimo socio della nostra organizzazione al vertice (SKGZ), per la conquista dei nostri diritti. 9 Lottare per la realizzazione delle condizioni per il ritorno. Questo sarà possibile solamente con l'arresto dell'emigrazione forzata e con lo sviluppo socio-economico della nostra zona. 10 Continuare la nostra lotta per il conseguimento dei diritti costituzionali assieme agli altri sloveni, affinchè ci lascino la libera associazione, che ci aiutino finanziariamente se ci organizziamo, che ci diano le prime forme di scuola con l'insegnamento della lingua slovena nelle scuole attuali e con le prospettive della creazione di scuole slovene a tutti i livelli. Questo sia brevemente il programma per il nostro futuro... Marko Petrigh (Dalla relazione al 1 congresso dell'Unione emigranti sloveni, nel 1973). ■L. 'MSP Srečanje v Berni z italijanskim ambasadorjem septembra 1972 Pozdravta use Benečane 'Ne dvie liet od tegà so parèli sam v Kanada očja an mat od moje žene an so tiel prit nazaj preča. Se jin je mudilo, an so gu-oril, de na mor jo bit vic ku tri miesce. San nimar pravu, de naj so vic cajta tanija. Oni so nomalo že star an san viedu, de jih na bo vic zliepa tau Kanadà. An zatuo san jin tolo poezijo naredu priet ku so šli. Lepuo vas zahvalmo ki gledat sta nas paršli, se na mai na vas pozabmo. Zaries de sta barki, je trieba kuraža od mladih j udi,] iti po luhtu usak se boji. Mat je bla vesela, kar je hčera objela, pa očja se je smejal an težkua sej' odsopal. On prave, de nija migu takua lahkò, iti po luhtu an takua vesokò. Tri miesce je malo, an na naglin je pasalo, sta mogli tle še bit, van bo težkua nazaj prit. Pozdrav me vaše snuave an vaše hčera, se smisnem na nje ku deb jih videu učera. Pa Primuna an Graziela, deb bla nimar vesela, an naj bo puabic al čičica, za me bo liepa novica, nononi veselo pogledajo to male an Grazielo. Pa Primo smeje jin prave de jih bo še, an Petar veseu bo zaurisku an zapeu, an moj mal ga bo pogledu an mu nesu koledo. Pozdravtame usè Benečane, an parjateljne Friulane, an mojo sestro an nje družino, an renzega brata Rodovino. Za te renče pa molen an prosen za nje, jih viden po gostu, ma so samuo sanje. Enzo Oriecuia, Thunder Bay Inaugurazione della sezione di Seraing con l'assessore Muriaux ed i consiglieri provinciali Chiabudini e Petricig PISMO SENATORJA STOJANA SPETIČA OB 20-LETNICI ZVEZE Izseljenci in Evropa Prav te dni sem doma pospravljal staro šaro in našel kratek film, ki sva ga z Nadjo Kriščak posnela med videmsko manifestacijo izseljencev pred skoraj dvajsetimi leti. Po Vidmu so tedaj prvič v veliki emigrantski manifestaciji šli tudi transparenti z gesli ' Pravice za Slovence v Benečiji" in Hočemo hiše in delo doma". Film je kakovostno slab, vendar vam ga rade volje podarim. Spominjam se dveh zim, ko smo ob Božiču hodili po beneških vaseh, v snegu in ledu, da bi organizirali skupščine emigrantov, ki so se vračali k svojim družinam. Koliko nezaupanja smo morali premostiti, pa tudi razne provokacije domačih zaslepljencev in policije! In koliko veselja in petja do po- zne ure ob kozarcu vina in zvoku harmonike, koliko upanja in navdušenja. Potem so nas pota organiziranja beneških izseljencev peljala v Švico in Belgijo, v tovarne in delavnice, na gradbišča in k rudnikom. S pokojnim Šiškovičem sva pripravljala sociološko anketo o profilu beneškega izseljenca. Sodelovali smo v diskusijah o tem, ali naj se Zveza priključi SKGZ, urejali smo prvi, ciklostiliran "Emigrant". Življenje me je pozneje napotilo v poklic časnikarja in iz tega zornega kota sem še naprej spremljal življenje in delo Benečije in naših emigrantov, njihovo narodno in politično osveščanje najprej v tujini, nato pa doma... Končno me je usoda spravila na mesto senatorja italijanske republike, v komisijo za zunanjo politiko in emigracijo, v pripravljalni odbor za drugo konferenco o izse-ljeništvu. Zagrizel sem se v te probleme, ki mi niso tuji in ki jih čutim kot bistvene pri reševanju tudi našega manjšinskega vprašanja... V združeni Evropi bomo imeli Slovenci središčno vlogo povezovalca kultur in gospodarskih tokov. V tem okviru se tudi emigranti spreminjajo iz preprostih izseljencev zaradi kruha v dejavnike povezovanja in sodelovanja. V tej vlogi vam želim še največ uspeha in še enkrat vam čestitam. (povzetek) sen. Stojan Spetič Foto di gruppo alla Seconda conferenza regionale dell'emigrazio ne (il primo da sinistra è Marko Petrigh) Nel municipio di Seraing con Guy Mathot, sindaco e vicepresidente del consiglio dei ministri del Belgio DA ORBE A MENDOZA: IL CAMMINO PERCORSO DALL/UES-ZSI I nostri primi 20 anni segue da pagina 5 _ lingua madre era, lo è tuttora, richiesta prioritaria della neonata associazione che voleva andare oltre le pure e semplici richieste di assistenza e tutela del lavoratore emigrato, per farsi promotrice della crescita di tutta la propria comunità. Si comincia a parlare di rientro di nostra gente residente all'estero, di creazione di nuove realtà produttive a partire dall'esperienza dei lavoratori emigrati. Le istituzioni devono prendere atto della presenza di una realtà associativa determinata e portatrice di proposte non ulteriormente rifiutabili a priori. A guesto riconoscimento si è arrivati senza alcun cedimento sulla natura slovena della Zveza, basti ricordare la raccolta e la consegna al senatore Garibaldi, presidente del comitato ristretto della commissione affari costituzionali del Senato, di circa 1300 cartoline firmate da emigrati, ex-emigrati e gente delle Valli, con cui si chiedeva il varo della legge di tutela degli sloveni in Italia. E’ necessario sottolineare il fatto che, oltre che nello statuto, nella pratica quotidiana l'associazione non si richiama nel modo più assoluto a nessun partito, a nessuna posizione ideologica ed a nessuna confessione religiosa. L'unico cemento che tiene unite varie migliaia di soci è l'essere sloveni ed il voler continuare ad esserlo, il voler essere cittadini italiani ed il pretendere da questo stato il rispetto delle sue stesse leggi. Non che all'interno della Zveza non siano presenti le più varie tendenze ideologiche, tuttavia nel quadro complessivo la solidarietà ad esse finisce sempre con il cedere il passo a quella che è la solidarietà primaria: essere lavoratori emigrati di lingua slovena. Dopo i primi anni durante i quali spesso si pensava a come far rientrare i nostri emigranti, oggi lo sforzo maggiore è quello compiuto per mantenere vivo nelle seconde generazioni lo spirito che animava quelli che in Benecia sono nati e cresciuti. L'organizzazione e la gestione di soggiorni culturali per i figli degli emigrati è, in questo momento, una delle attività primarie dell’associazione al fine di far vedere, di far calpestare ai giovani il suolo dei paesi dei loro padri, al fine di far loro toccare con mano la realtà culturale da cui provengono, al fine di far loro comprendere le condizioni in cui vivevano i genitori ed il perchè essi sono dovuti emigrare. Non si deve pensare che tutto questo significhi visita ad una specie di museo. L’intenzione è quella di gettare una rete, nella convinzione che in alcuni di questi giovani si risvegli l'interesse, l'amore per la propria terra e che in seguito ad essa dedichino parte dei loro sforzi e delle loro energie. E’ infatti ormai chiaro che non esiste la possibilità di essere sloveni da noi, non esiste la possibilità di programmare e gestire uno sviluppo etnicamente connotato tralasciando quella parte degli sloveni della nostra comunità che vivono stabilmente all'estero. Naturalmente se l'attività volta alle nuove generazioni ed al futuro è preminente, non bisogna dimenticare che la Zveza promuove iniziative di carattere "assistenziale" nei confronti di tutti gli emigrati e soprattutto degli emigrati anziani. Sempre attraverso la Zveza è stato creato a Cividale, già parecchi anni addietro, il Patronato INAC che si fa carico di tutte le pratiche relative all'assistenza sociale e ad altri settori divenendo nel contempo luogo di incontro, di aggregazione della nostra gente emigrata, ex-emigrata e qui residente. La Zveza si preoccupa inoltre di far giungere ai nostri emigrati tutte quelle informazioni che riguardano la vita quotidiana nella nostra regione e soprattutto quelle che li possono aiutare ad usufruire delle leggi regionali e nazionali a loro rivolte: provvidenze per i figli che volessero studiare o approfondire la loro preparazione in Italia, provvidenze per chi volesse rientrare definitivamente e così via. Se la determinazione e l'unità degli emigranti sloveni ha portato al riconoscimento da parte delle istituzioni dello stato italiano, non minore è stato il lavoro della zveza all'interno delle organizzazioni slovene. Da piccolo gruppo costituitosi in Svizzera essa è diventata la più grande associazione slovena della nostra provincia. Durante gli anni, con l'apporto di tutti quanti dell’associazione hanno fatto parte e tuttora ne fanno, gli emigranti sloveni sono diventati non più interpreti bensì registi, ideatori della strategia della nostra comunità in Italia. Il pluralismo reale ci ha fatto incontrare e conoscere persone ed idee diverse. Di tutto questo sono testimoni i successi, chiamiamoli pure politici, che hanno portato alla nostra associazione ad essere interlocutore del governo italiano dopo esserlo stato di quello regionale. Non ci nascondiamo che questo cammino è stato irto di difficoltà ed ostacoli. Ostacoli posti da quanti non vogliono rendersi conto della realtà ed ancora vogliono negare a noi sloveni delle Valli il diritto di esistere. A queste diffidenze ed a questi attacchi, provenienti dai circoli nazionalisti e conservatori la Zveza è abituata, fino al punto di non ritenerli degni di considerazione. Alla crescita reale e riconosciuta della Zveza nei confronti delle istituzioni italiane si è accompagnata una crescita altrettanto reale all'interno delle organizzazioni slovene, crescita non sempre valutata per la sua reale importanza. La comunanza dei fini ed il pluralismo delle scelte politiche ed ideologiche dei singoli soci fanno da lievito al dibattito interno che perciò diventa sempre più ricco e fruttuoso non solo per quanto riguarda la problematica migratoria, ma anche e soprattutto riguardo il presente ed il futuro della nostra comunità e del nostro territorio. Rientra nell'ordine naturale delle cose che non sempre e non tutti concordino con le affermazioni, le prese di posizione ed il metodo di lavoro di una associazione. Non sembra però altrettanto logico e naturale che all'interno delle strutture della minoranza trovi spazio una linea politica testardamente conservatrice che tende a contrastare le novità, novità estremamente fruttuose per tutti, di cui la Zveza si fa portatrice. E' una situazione non più tollerabile in quanto questo modo di agire paralizza le attività di tutta la nostra comunità, toglie credibilità all'azione di tutti e blocca quel rinnovamento indispensabile se davvero vogliamo rimanere inseriti nel mondo attuale. Riteniamo che il dibattito debba essere portato sul campo dell'autentica azione politica, sul campo delle analisi e delle proposte. Se queste si riveleranno più adeguate di quelle finora poste in atto dalla nostra Zveza ben vengano, da esse, dal confronto su di esse, tutti noi non potremmo che trarne giovamento. Tutto il resto altro non è che piccinerie di chi non sa e non può comprendere e governare una situazione che probabilmente sta mutando con una velocità superiore alla sua possibilità di comprensione. Renzo Mattelig KRATEK ODLOMEK IZ ROMANA "ZADNJA DOLINA" BENEŠKEGA AVTORJA Biti tujci na svoji zemlji Danes moram odpotovati in tokrat morda za vedno. V grlu me stiska in rad bi se zjokal. Prvi žarki oživljajo vse, kar me obdaja, jaz pa v duši umiram. Ponoči nisem spal. Slišal sem vse udarce v cerkveni uri, ki bije vsako četrt v Gornjem Roncu. Z lesenega ganka stare hiše gledam proti dolini. Jutranja sapica prinaša od tam doli mrmranje Nadiže. Reka teče bistro, opisuje širok ovinek, potem se izgublja daleč tam spodaj. Na drugem pobočju, oprijete na breg, kukajo iz bujnega zelenja razpršene vasice Čela, Vrh in Ofijan; nekoliko niže je videti Landar s svojo skalno steno, v kateri se opira Landarska jama. V dolini, zastrte z rahlo meglico še spijo vasice Laze, Tarčet, Bjače, Lipa in druge. Na kraju Špeter in skoraj na obzorju Most sv. Kvirina, nad katerim se dvigajo razvaline starega gradu Gronumberg. Slišim svojo ženo Danijelo, kako se obrača v postelji in suho koruzno ličkanje na ležišču zašelesti ob vsakem gibu. Ponoči sva dolgo šepetala, da bi ne zbudila sina... V kratkem ju bom moral zapustiti, kdo ve za koliko časa! Tesnoba se je umaknila upanju, toda nemir ostaja. Četudi ne manjka močnih rok, naša zemlja ne daje toliko, da bi lahko od nje živeli. Država ne napravi ničesar za naše ljudi. Pomagati si moramo sami. V naših dolinah se čutimo zapuščene, odrinjene od ostale Italije. Mogoče zato, ker govorimo drug jezik? Občutek imamo, da smo na svoji zemlji tuijci.. Roman Firmani Rene Marzolla, presidente della federazione australiana con il presidente Walter Drescig al congresso di Resia LA SECONDA E LA TERZA GENERAZIONE Dl EMIGRANTI ED IL LORO RAPPORTO CON LA TERRA D’ORIGINE Non trovarsi a 20 anni senza storia Un'amica, nata e vissuta in Argentina per oltre vent anni, originaria delle nostre valli, durante la partita Argentina-Italia al Mun-dial di calcio, per quale squadra fa il tifo? La domanda è banale, ma non è che l'espressione di una serie di problemi molto più profondi e seri, legati all'identificazione, al senso d'appartenenza e di solidarietà che l'emigrato ha nei confronti delle due realtà: quella del Paese d'origine e quella del Paese d'adozione. La terza conferenza regionale dell'emigrazione ha approvato all'unanimità una mozione che al primo punto richiede al Governo nazionale "una radicale modifica della normativa che regola il mantenimento, la perdita e la riacquisizione della cittadinanza italiana, auspicando che si arrivi al godimento della doppia cittadinanza ", Le richieste della mozione si articolano in oltre venti punti che toccano i vari aspetti della problematica legata all'emigrazio- ne, ma ciò che denota il cambiamento sostanziale dell'ottica nei confronti di questo problema si esprime appunto in quel primo articolo. Gli emigranti non più merce di scambio, non più solo fornitori di "rimesse ", ma protagonisti e fattori di un nuovo tipo di rapporti e di scambi tra il Paese d'origine ed il Paese d'emigrazione. E' questo il senso del "made in Friuli, che la Camera di Commercio provinciale promuove su tutti i mercati del mondo. Gli emigranti, dunque, come punto di riferimento; non persone lavoratori e cittadini di serie B sia nel paese di origine che in quelli d'adozione, ma imprenditori, ma-nagers, operatori turistici e commerciali. Il problema che si pone, nella politica regionale verso l'emigrazione, non è più legato solo ai vecchi schemi orientati eventualmente ai rientri, al reinserimento degli emigrati (ed in particolare dei loro figli) nel tessuto sociale di provenienza (problema tutt'al-tro che risolto) ma diviene un salto qualitativo tendente a dare all'emigrante italiano - sloveno, ogni possibile aiuto perchè possa mantenere, in emigrazione, la sua identità; a pieno titolo cittadino di due Stati, o perlomeno cittadino di uno Stato ma che non ha dimenticato i legami con la sua terra d'origine. Ciò vale in particolare per la seconda e la terza generazione di emigranti. In effetti è tra questi, - nati in un paese diverso da quello a cui appartengono etnicamente, - che il rapporto con la propria terra d'origine non è di un contenuto puramente sentimentale, perchè non legato ai ricordi diretti, ma piuttosto di desiderio conoscitivo, di curiosità, di riscoperta. Per questo, in quanto più riflesso, più in-telletualizzato, è di una potenzialità molto più vasta. Da qui consegue la validità dell'iniziativa regionale di far ritornare, magari per un solo mese, nei paesi d'origine dei genitori, decine e decine di giovani per soggiorni culturali. Il futuro si costruisce infatti non sulla nostalgia e sul rimpianto, ma sul senso cosmopolita di giovani che, per una naturale doppia, o tripla, appartenenza han più di altri la coscienza di appartenere ad un mondo in cui le contrapposizioni tra Stati e tra Etnie è un retaggio da consegnare alla storia una volta per tutte. Un figlio di cittadino italiano, divenuto cittadino australiano, legato culturalmente ed etnicamente alla sua origine slovena, tanto da parlare abitualmente lo sloveno in casa a Sidney, avrà un atteggiamento mentale che non può non rifarsi in qualche modo a questo suo vissuto esistenziale. E' lui che si chiede ad un certo punto il senso e la definizione della propria identità; perchè ognuno di noi non può rimanere senza precisi punti di riferimento sociale, pena sentirsi un apolide, uno sradicato, uno senza legami, un dissociato. E' tra questi ultimi, ad esempio giovani inurbati privati dal nuovo anonimo contesto sociale di sicuri punti di riferimento, di valori che avevano significato profondo solo nel contesto sociale del paesino d'origine, di legami affettivi gratificanti, che spesso si avverte il disagio della devianza fino ai limiti della criminalità. Trovarsi a 20 anni senza storia, come senza passato è come sentirsi coi piedi sul terreno infido, come nuotare in acqua senza in-travvedere appigli, come vagare senza meta: perchè è difficile, nella vita, sapere dove andare se non si sa da dove si viene, se non si conosce i passi già compiuti da sè e dalla propria famiglia. Oggigiorno il fenomeno sociale per cui interi gruppi minoritari ri- salgono con fatica, ma con tenacia, alle proprie origini, alla propria immagine storica, ai valori peculiari che li hanno differenziati nei secoli, in fondo, e solo l'elevamento a potenza di riscoperte individuali, di bisogni di singoli, di crescita d'autocoscienza e di ristrutturazione di identità, che diventa autoriproduttiva come una sezione a catena. E' sulla strada giusta, quindi, il giovane che si pone domande circa il senso delle proprie origini e del proprio futuro ad esse stesse collegato. E'sulla strada giusta il suo gruppo etnico d'origine a fornirgli gli strumenti, il più largamente possibile, affinchè egli possa procedere nella riscoperta della sua vera identità e del suo senso di appartenenza e di solidarietà. Questo è un dovere che la nazione madre è tenuta ad assolvere verso i lontani, perchè questo giustifica la speranza in un futuro migliore per tutti. Riccardo Ruttar 1987, soqqiorno culturale per qiovani: un qruppo di fiqli di nostri emigrati in Australia FRANCA MARIA BERRÀ RISPONDE AL CORRIERE DI SAN PAOLO Sono italiana e parlo sloveno Alla conferenza a Roma una slovena rappresenta gli italiani in Brasile Il comitato direttivo dell’UES di Berrà è la seconda da sinistra Franca Maria Berrà, una nostra emigrata a San Paolo in Brasile, è stata eletta come membro del Comitato emigrazione italiana (Coemit) in quel paese. Si tratta di un organismo che affianca l'ambasciata italiana per affrontare i problemi dell'emigrazione. Ora, in occasione della Conferenza nazionale dell'emigrazione che si terrà a Roma nei prossimi giorni, è stata eletta quale rappresentante del Coemit di tutto il Brasile. Ma la sua elezione a qualcuno non è piaciuta e sul Corriere degli Italiani di San Paolo è uscito un articolo in proposito. Ecco la risposta di Franca Maria Berrà. Signor direttore, rispondo al signor Salvatore Morici che, nel numero de "Il Corriere" del 3 ottobre, nella San Paolo in Brasile. Franca sua colonna “Punti di vista”, tesse commentari, chiamiamoli così, poco simpatici sul fatto che sia stata eletta a rappresentare la mia regione alla seconda conferenza nazionale dell'emigrazione. Credo tuttavia che l'illustre e illustrato giornalista commetta un grosso, se non madornale, equivoco. Io, secondo lui, dovrei rappresentare la Slovenia e in questo sono d'accordo con il Morici: la Slovenia non esiste fra le regioni italiane. Succede però che io rappresenti gli emigrati italiani, ripeto italiani, che parlano pure lo sloveno dato che sono nati in una zona di frontiera. Vorrei anche ricordare all'illustre giornalista che non sono solo i friulani ed i veneti ad avere questa peculiarità bilingue, ce l'hanno anche i siciliani - greco ed i pugliesi - l'albanese. Ve l’immaginate il senatore della repubblica italiana Stojan Spetič sentirsi dire dal giornalista Salvatore Morfei che per il fatto di essere bilingue non ha il diritto di sedersi sugli scanni di Palazzo Madama? Riderebbe o piangerebbe? Riconosco che il nome della nostra associazione è un poco infelice dato che può indurre in errore i lettori sprovveduti. Lettori sprovveduti si. Potremmo anche comprendere, ma il discorso cambia quando questo errore è commesso da chi si dice giornalista e come tale informa (in questo caso potremmo dire disinforma) l'opinione pubblica. Non le pare "giornalista" Salvatore Morici? Ad ogni modo per chiarire definitivamente vorrei sotto-lineare il seguente: sono italiana anche se sono nata in Brasile, a meno che non si voglia cambiare le disposizioni costituzionali. Parlo pure lo sloveno. E con questo? Per caso diminuisce il mio essere italiana? A proposito, parlo pure il friulano. Credo di aver esaurito l’argomento e aver chiarito macchie d'inchiostro che penne male impugnate hanno senza volere fatto. Cordialmente Franca Maria Berrà 1986, a conclusione del soggiorno i giovani dal Canada con il vicepresidente del consiglio regionale Tonel • IUULI- VLWU1IM UIUL RADICI AD COSTRUTTIVO COftM^ TERRA DORI VILLA Gdor. GAIVE®».ROSARIO, <2r<3 0 Ustanovitev federacije Zveze slov. izšel, za Latinsko Ameriko Settembre 1972, all'inaugurazione della sezione di Tamines in Belgio da sinistra Antonio Lauretig, Dario Canalaz, Alfredo Cici-goi, Marko Petrigh, Dino Del Medico e Silvio Feletig VI obcmzbo? DON MAURIZIO E DON RINALDO PRESENTANO LA VAL RESIA OGGI ATTRAVERSO LA LORO ESPERIENZA “Sentitevi dei nostri” e così è stato L'impegno pastorale, il predicare la parola di Dio non può essere programmato soltanto in teoria perchè è strettamente legato alle caratteristiche, ai problemi, alla realtà della comunità in cui si svolge. In questa chiave si può interpretare il lavoro svolto da don Maurizio Ridolfi e don Rinaldo Gerussi, due giovani sacerdoti arrivati nella Val Resia oramai 4 anni fa. Il primo proveniva da Tarvisio, il secondo da Moggio. Si conoscono da molto tempo ed avevano chiesto al vescovo di rimanere nella zona, ma di poter lavorare assieme. La loro proposta è stata accolta e così sono arrivati a Resia. Con loro abbiamo parlato nei giorni scorsi per cercare di presentare la Val Resia oggi, dal loro punto di vista. Il discorso ha preso le mosse dall'istituzione della cooperativa Delet ukop, sorta quest'estate e che ha iniziato a lavorare il 15 luglio scorso. E' collegata con l'azienda Seima ed offre attualmente lavoro a 8 persone. I ragazzi hanno lavorato sodo, dice don Rinaldo, ed ora la cooperativa funziona. E proprio i due sacerdoti hanno avuto un ruolo determinante affinchè questa iniziativa economica nascesse a Resia. Come mai, abbiamo chiesto. Nella risposta si completano a vicenda. Abbiamo notato, dicono, un certo disimpegno degli amministratori da una parte, dall'altra invece come il problema della disoccupazione sia centrale qui in valle. Come è possibile tenere in piedi una Chiesa, una pastorale, ci siamo chiesti, se i giovani sono costretti ad emigrare, ad andarsene. Come si può parlare in queste condizioni di futuro, di salvaguardia di una comunità con un patrimonio culturale e linguistico ricchissimo. Da qui il nostro impegno affinchè si creasse questa occasione di lavoro. Come siete stati accolti dalla comunità? Molto bene, la gente Don Maurizio... ha stima di noi che cerchiamo d'altra parte di portare avanti un discorso iniziato già da don Alfonso. Certo, i primi due anni abbiamo soprattutto fatto dei tentativi a livello pastorale, cercando di capire questo mondo che è molto diverso dal nostro: ogni realtà ha le sue caratteristiche. Tant'è vero che quando da qui vado a Dogna, dice don Rinaldo, ho quasi l'impressione di dover indossare un'altra veste per mettermi in sintonia con quella comunità. Siamo arrivati qui con molto entusiamo, non certo con l'idea di fare grandi cose, ma di vedere che cosa fosse possibile costruire con la gente di qui. Si è trattato, insomma, in primo luogo di capire. Da qui poi nasce e prende corpo il discorso religioso, sociale, culturale. Tante volte ci siamo sentiti dire: 'Bravi, soltanto voi avreste potuto fare la cooperativa ". C’è qui a Resia, purtroppo, questa impostazione e cioè che le cose si possono fare soltanto se c’è qualcuno da fuori che spinge e si impegna. Una mentalità comprensibile, visto che le hanno sempre prese nel corso della storia. Un at- ...in don Rinaldo teggiamento che indica però un certo senso di inferiorità da una parte e dall'altra un atteggiamento fatalistico, accompagnato da una grande capacità di adattamento nel bene e nel male. Per questo la cooperativa è secondo noi, proseguono don Maurizio e don Rinaldo, il segno che se si vuole si può tentare, che si possono fare delle cose assieme. Resia ha delle grandi capacità, potenzialità di cui i resiani sembrano non rendersi conto. Pensiamo soltanto alla capacità imprenditoriale che i resiani hanno dimostrato nel corso dei secoli, sia pure per la maggior parte dei casi al di fuori della valle, oppure alla loro capacità di imparare con grande facilità le lingue. Se gli abitanti di questa valle riuscissero a mobilitarsi con tanta foga come fanno in alcune occasioni, per esempio per spostare il monumento a Prato, si potrebbe fare davvero molto. Un' occasione persa, dice don Maurizio, sono state le celebrazioni per i 150 anni del gruppo fol-kloristico. Avrebbe davvero potuto essere una grandissima festa, la festa di tutta la valle. Purtroppo non è stato così. Don Maurizio e don Rinaldo stanno cercando di capire Resia anche attraverso la sua musica, il suo ballo, stanno cercando di imparare il resiano ed anche lo sloveno. Ma il resiano si parla anco- ra? Certo, anche i bambini lo parlano tranne, in molti casi, i figli di mistilingui, oppure lo si parla di meno a Prato dove ci sono delle famiglie immigrate. Ma oltre che in famiglia, dove si sente il resiano?, abbiamo chiesto. In chiesa, rispondono, dove vengono lette in resiano le letture. In questo ci ha aiutato Silvana Paletti che le ha tradotte. Qualco-sina in resiano si trova anche sul bollettino parrocchiale All'ombra del Canin/Pod Tjanynowo sinco. Intanto quest'anno per la prima volta ci sarà nella Val Resia, e precisamente nella sala della parrocchia a Prato, un corso di sloveno a cui potranno partecipare i resiani interessati assieme a quei friulani che lo avevano seguito già l'anno scorso a Tolmezzo. Ma torniamo al giornale Pod Tjaninowo sinco. E' proprio dalla lettura di questo bollettino, che esce 4 volte all'anno, che si ottiene un'immagine interessante sia della vita religiosa della comunità, sia della sua vita in generale. Qui viene espressa con chiarezza anche la linea pastorale dei due sacerdoti. L'impegno per la pace o meglio per una nuova cultura della pace è tema di un recente articolo rivolto alla locale sezione Ana. Ma non hanno taciuto nemmeno su un altro provvedimento, la benzina agevolata, uno zuccherino per far star buona la gente, come l'hanno definita, un esempio di assistenzialismo invece di un serio piano di sviluppo economico, sociale e culturale. Sia don Maurizio che don Rinaldo fanno parte del gruppo di sacerdoti 'Glesie locai" e hanno scelto come terreno di impegno una "parrocchia scomoda '. Due sacerdoti che hanno accolto comunque in pieno e nel modo più vero l’invito rivolto loro dal presidente del consiglio pastorale a nome di tutta la comunità il giorno del loro arrivo: Sentitevi dei nostri, (jn) Poleti so delali za obnovitev cerkve in zvonika na Ravanci, zdaj je delo že pri koncu V ZADNJIH LETIH VEČ GOSPODARSKIH POBUD V REZIJANSKI DOLINI iva pekarna na Ravanci (iz verskega lista Pod Tjanynowo sinco) Dolina Rezije je dolina velikih protislovij. Eno izmed teh je izredno veliko duhovno bogastvo, ki se odraža in izraža v jeziku, v kulturnem izročilu na eni strani in revščina oziroma veliko Pomanjkanje na področju ekonomskih dejavnosti na drugi strani. Vendar se je tudi v tem Pogledu položaj Rezije začel, čeprav počasi, spreminjati. Prvo Znamenje novih časov je bila zadružna pobuda na področju krnetjistva, ki je imela velik po-hien predvsem zato, ker je dokazala in v prvi vrsti Rezijanom, da je tudi v dolini pod Kaninom tnogoče kaj ustvariti. Potem je leta 1985 nastalo v Qsojaneh podjetje Mir, ki zelo uspešno deluje in zaposljuje domačo delovno silo. Velike zasluge ima zato pesnik in kulturni delavec Renato Quaglia, ki je pred leti predstavil svoje načrte, kot nekaj ki se je porodilo iz sanj, ki povezuje sanje in domiš-lijo z rezijansko "dušyco" in torej razvojni načrt z resnično, globoko stvarnostjo Rezije. In na tej osnovi je bila rezijanska dolina leta 1985 vključena v program Evropske Gospodarske Skupnosti za boj proti revščini. Načrt zaobjema obdobje 1985-89 in prvi njegov sad je zadruga "Sodelovanje in razvoj", ki ima dva sedeža v Karniji in enega v Solbici. Nameni zadruge so jasni in po dveh letih ustanovljena shodilo? je namreč bila septembra 1986 — so danes v Reziji že vidni prvi rezultati. Prav s pomočjo in spodbudo zadruge, kjer je zaposlena mlada Rezijanka Luigia Negro, ki ima svoj sedež v župnjišču v Solbici in torej lahko računa tudi na sodelovanje domačega župnika, je nastala zadruga Delet ukop. Danes zaposluje desetino mladih. Februarja letos je bila ustanovljena družba Stella alpina (Planika), ki je povezana s podjetjem Mir in daje delo doma petim ženskam. V vseh primerih gre za manjše obrate, kjer je zaposleno omejeno število ljudi. Vendar je prav taka oblika drobnega gospodarstva tista, ki ima trdnejše temelje in predvsem odgovarja strukturi teritorja. Vsekakor pa naj dodamo, da so ob teh gospodarskih enotah zrasle še druge v zadnjih časih. Tako recimo na Ravanci je mlada družina ponovno odprla pekarno, potem ki je bila zaprta več kot 10 let. Sezidali so dve koči, v Koritu so odprli novo gostilno. Problem zaposlovanja mladih in oživitev gospodarstva je v Reziji kljub temu še vedno pereč. Da pa sé je dolina začela prebujati je jasno. In na tej osnovi je možno še graditi s pomočjo pristojnih ustanov in hkrati tudi z angažiranjem samih Rezijanov , ki morajo še bolj odločno vzeti v svoje roke lastno usodo. V SREDO 23. NOVEMBRA V OBČINSKI KNJIŽNICI Wr Baudouin v Čedadu Knjigo “Materiali IV” je predstavil profesor Frau Gospodarstvo bo Prof. Liliana Spinozzi Monai v občinski dvorani v Špetru med prof. Matičetovim in Ado Tomasetig na desni, Markom Kravosom in Živo Gruden na levi. Spodaj posnetek številne publike na predstavitvenem večeru Po uspešni predstavitvi v Špetru dialektološkega in etnološkega gradiva, ki ga je Jan Baudouin De Courtenay zbral v Nadiških dolinah, pred več kot stoletjem, sta avtorja dela prof. Liliana Spinozzi Monai in Milko Matičetov predstavila knjigo Materiali IV tudi v Čedadu. Srečanje je bilo v prostorih občinske knjižnice in ga je odprl prof. Frau z videmske univerze. 20 SCHEDA STORICA Monarchie, Comuni e Signorie Alici fine del 1200 in Europa solo 4 città superano i 100 mila abitanti La peste aveva colto l'Europa al culmine di importanti trasformazioni politiche. Fra queste vi fu la decadenza delLImpero Germanico e la formazione degli stati nazionali, cioè comprendenti popoli della stessa nazione, accomunati dalla stessa lingua e dalla stessa cultura. Lingue e culture ormai ben formate in tutte le grandi regioni europee. Le monarchie nazionali ebbero il sopravvento con la scomparsa del grande imperatore tedesco Federico II di Svevia (una regione germanica): il quale aveva stabilito la sua corte in Sicilia. Come mai? La casata di Svevia era riuscita, grazie ad un matrimonio, a impadronirsi dell'Italia meridionale compresa nel Regno di Sicilia. Cent'anni prima, nella loro rapida espansione per mare vi si erano insediati i Normanni, Uomini del Nord, altrove detti Vichinghi. L'intenzione di Federico II era quella di fondare un nuovo grande impero con l'unione delle tradizioni romane, germaniche, greche e arabe. Fu ostacolato dal Papa, e fallì. Si rafforzarono le monarchie, prima di tutto quella di Francia. Il re accentrò il potere limitando |v: •*> JM Città comunale italiana: San Gimignano. Le torri, decine e decine, erano iì simbolo del prestigio delle famiglie borghesi quello dei feudatari, organizzò un suo esercito e istituì le prime forme parlamentari; fece amministrare la giustizia dai suoi funzionari. Un'altra importante monarchia fu quella d'Inghilterra. I baroni inglesi lottarono e spesso vinsero contro il re d'Inghilterra ed ottennero diversi privilegi per sè e li fecero scrivere nella 'Magna Charta". Così facendo però permisero al re di stabilire delle regole che valevano per tutti. I re seppero giovarsi di queste regole e utilizzarono il consenso dei borghesi. Nel Parlamento venivano eletti non solo i nobili, ma anche i borghesi, ormai ricchi e potenti. Altri regni furono quelli del Portogallo, di Navarra, di Casti-glia e d'Aragona in Spagna. Ad oriente avanzava l’Impero dei Turchi ottomani. Nelle steppe russe si stava formando il Principato di Mosca, l'Orda d'Oro dei mongoli giungeva al Mar Nero. Dal processo di formazione degli stati nazionali rimanevano escluse la Germania, sede dell'Impero, e l'Italia, sede del Papato. In Germania predominavano i signori feudali, in Italia settentrionale prevalevano i grandi Comuni. Bisogna tener conto che alla fine del 1200 solo quattro città in Europa raggiungevano i 100.000 abitanti: Milano, Venezia, Genova e Firenze. Erano dei veri e propri stati, piccoli ma potenti e ricchi. Quando nelle lotte politiche interne delle città prevalse una famiglia sulle altre, allora i Comuni si trasformarono in Signorie. Fra le città italiane brillò anche Venezia, una delle repubbliche marinare. Dalle isole della laguna e Grado un pò alla volta Venezia avveva ampliato il suo dominio Con le monarchie non scomparvero le guerre. Nel corso della guerra dei cent'anni gli inglesi usarono per la prima volta i "cannoni" durante l'assedio delle città francesi. In questa guerra c'è da inserire la storia di Giovanna d'Arco, che finì bruciata come strega a decine di città costiere dell'Adriatico, in Istria, in Dalmazia, in Albania, in Grecia, a Creta ed in Asia Minore. Lì costruì i suoi mercati e le sue fortezze, guardate dalla sua potente flotta. Partecipò alle Crociate e contrastò l’espansione turca. Con quelle genovesi, le navi veneziane. navigarono perfino nel Mar Nero, fino in Crimea. La ricchezza di Venezia era basata sul commercio e sulla finanza. Diventata ormai una potenza europea, Venezia cominciò la propria espansione anche sulla terraferma, cioè sulle terre appartenenti ai signori confinanti. M. P. n M mimala ur PENE SEVERE PER LE INFRAZIONI COMMESSE Il patriarca e le leggi Si va dalla violazione di domicilio allomicidio Violazione di domicilio Chi per forza entrerà nell'altrui casa sia irremissibilmente obbligato alla Corte in lire 30 schiavonesche di 8 denari per lira, per l'entrata e altrettante per l'uscita. Proprietà contestata Quando due allegheranno possesso sopra una cosa, tutti e due nel termine di giorni 20 provino le ragioni loro, nè si possano produrre più che testimoni 25 per parte. Il vinto paghi al vincitore le spese, e lire 50 per il bando della Corte. Abuso di potere, ecc. Il comandatore pubblico ritrovato in fraude, un giorno intero vergognosamente stia alla colonna con la catena di ferro al collo. Vendita fraudolenta Chi venderà a più persone una cosa immobile sia condan- nato a lire 25 di denari, chi una mobile in una marca, e duramente carcerato non esca fuori se prima non soddisferà così ai primi come ai secondi creditori. Falsa testimonianza Il falso testimonio in qualunque caso sia punito di lire 200 di moneta di Aquileia, le quali se fra 15 giorni non pagherà, gli sia tagliata la lingua, ma pagando, la metà vada al pubblico, l'altra vada alla persona della quale ha empiamente e falsamente testificato. Omicidio I beni di un omicida non siano carpiti da altri, nemmeno confiscati dal principe, ma all'omicida, se la giustizia lo prenderà, sia tagliata la testa e la proprietà vada agli eredi, o se fuggirà, patisca un perpetuo bando con piena disposizione dell'aver suo. (prima parte) (da G. D. Ciconi) ri cnntt Aue LUu* .ret)Kpi£ < til>crI)oiiio cìyi\c"iif i u he. :cic Patriarcato: le monete allora in uso Denaro aquileiese d'argento (1 grammo) di 12 soldi; dopo il 1250: 14 soldi fit|> cuni tir P l£- itbilfotieEiUirii^.MlOr.UtrVtUV) etui iiceluR citta inineimif t■ ih p 1 At.\^ mimmi fl ravvi tu jJnVo aCCiYt" fa, W'i^elcfoy iSLtifoScarno Su /i>mo K'qiu nolivi ’ÒtjK iòN Denaro argento Ducato 3,559) Grosso (g. 2,18) veronese, di rame e d'oro veneziano (g. d'argento veneziano «o Manto. La "Magna Charta" ovvero la Costituzione scritta in latino del re d'Inghilterra Giovanni Senzaterra (1215) Vianensis d'argento, coniato a Vienna Fiorino d'oro di Firenze Cividale: gli Ebrei Il giorno 2 dicembre 1326 Jacopo di Carraria, canonico di Cividale, dichiarò di aver ricevuto il mandato del signore nostro Reverendissimo in Cristo padre e signore Bertrando Patriarca aquileje-se di accedere alla casa degli Ebrei di Cividale, nella quale volevano fare una Sinagoga. Nella casa c era un dipinto su tavola della Beata Vergine e croci fatte di pietre. Col detto mandato del Rev. patriarca incaricò Giovannino muratore di Prema-riacco di togliere dalla casa con riverenza quelle pietre e di consegnarle al signor Filippo de Portis e di lasciare le altre sul posto per la costruzione della Sinagoga. da "Guida storica di Cividale” Strazzolini, 1899 Un altro frammento di cronache feudali Ed ecco la cronaca di una delle battaglie condotte dal conte Enrico di Gorizia contro il Patriarca Ottobono: Nelle ore pomeridiane del 15 novembre 1309 il traditore Albi-nutti aprì al nemico la porta di Graziano, ora interiore, gettandone, quasi presago dell'avvenire, le imposte nel gorgo vicino onde libera rimanesse all'entrata ed anche alla sortita. Gli Udinesi avvertiti dalle grida di allarme e dal calpestio de' cavalli, tosto corsero alla difesa: sulle piazze, alle crociere accorrevano gli armigeri e i cittadini armati; sovra i tetti alle finestre gl'inermi e le donne...La pesante cavalleria de’ gentiluomini impegnatasi in anguste contrade, bersagliata e ricinta d'ogni parte, divenne impotente al combattere e al fuggire, tanto più che tutte le altre porte erano chiuse. Le donne dalle finestre molto contribuirono alla vittoria: degli invasori cinquecento restarono uccisi, fra questi Gualtierpertoldo di Spilimbergo con altri tredici cavalieri; i prigioni sorpassarono il migliaio; 150 cavalli caddero nelle mani degli Udinesi; Ricciardo da Camino stesso corse gravissimo pericolo, essendogli morto sotto il destriero, ma un soldato cedendogli il proprio a lui collo scampio die' la vita, a sè tolsela restando a piedi. Cessato il trambusto, calmata la foga guerresca, e viste le proprie perdite insignificanti, gli Udinesi trionfatori accorsero al duomo, dove l'aquileiese pontefice ringraziò ben di cuore l'Eterno che preservato avevaio col suo gregge dalle zanne del lupo. da G. D. Ciconi TUT TO SPORT VSE O ŠP l risultati Alberto Pierigh, Giovanissimi Valnatisone 1. CATEGORIA Valnatisone - Pro Fagagna 1-2 2. CATEGORIA Audace - Buonacquisto 2-0 Bressa - Savognese 8-3 3. CATEGORIA Alta Valtorre - Riviera 2-4 Atletico Udine Est - Pulfero 1-3 UNDER 18 Pulfero - Virtus Tolmezzo 1-5 Olimpia - Valnatisone 1-0 GIOVANISSIMI Fortissimi - Valnatisone 0-3 ESORDIENTI Audace - Gaglianese 0-1 Riposa Valnatisone Prossimo turno 1. CATEGORIA S. Daniele - Valnatisone 2. CATEGORIA Savognese - Donatello; Torre- anese - Audace 3. CATEGORIA Alta Valtorre - Atletico Buie-se; Stella Azzurra - Pullero UNDER 18 Valnatisone - Pro Osoppo; Riposa Pulfero GIOVANISSIMI Valnatisone - Serenissima Le classifiche 1. CATEGORIA Serenissima, Gemonese, Flumi-gnano 14; Pro Fagagna 12; Julia 11; Percoto, Lauzacco, Cividalese 9; Fortitudo, Ponziana, San Daniele 8; S. Sergio 7; Spilimbergo 6; Valnatisone, Sangiorgina, Maianese 5. 2. CATEGORIA Tricesimo 13; Arteniese 12; Audace, Gaglianese, Tarcentina, Rea-nese, Corno, 11; Buonacquisto 10; Forti & Liberi, Pro Osoppo 9; Tor-reanese, Donatello 8; Bressa 7; Olimpia 5; Buttrio, Savognese 4. 3. CATEGORIA - Girone B Treppo Grande, Riviera 14; Pro Tolmezzo 12; S. Gottardo 10; Nimis 9; Atletica Buiese, Rizzi 8; Alta Valtorre, Pro Venzone, Chiavris, Bearzi 6; Colugna, Ciseriis 5; L'Arcobaleno 3. 3. CATEGORIA - Girone E Comunale Faedis 13, Savorgna-nese, Azzurra, Rangers 10; Pulfero 9; Celtic, San Rocco, Stella Azzurra 7; Manzano 6; Fulgor, Asso 5; Ancona 4; Atletico Udine Est 3, UNDER 18 Virtus Tolmezzo 13; Reanese 12; Pro Osoppo, Ragogna 10, Julia 9; Rizzi 8; Ciconicco, Chiavris, Buonacquisto 7; Valnatisone, Riviera, Mereto Don Bosco 6; Olimpia 5; Pulfero, Azzurra 2. Azzurra e Valnatisone una partita in meno. Chiavris, Ragogna, Reanese, Pro Osoppo, Rizzi, Julia, Virtus Tolmezzo hanno riposato. GIOVANISSIMI Serenissima 17; Buonacquisto 16; Paviese/A 13; Gaglianese 12; Nimis 11; Valnatisone, Manzanese 10; Torreanese 9; Olimpia 8; Azzurra, Cussignacco 6; Fortissimi 5; Comunale Faedis 2; Fulgor 1; Savorgna-nese/B 0. Fulgor , Savorgnanese/B, Olimpia, Nimis, Manzanese, Paviese/A, Azzurra, Valnatisone hanno riposato, ESORDIENTI Gaglianese 13; Buonacquisto 11; valnatisone 10; Manzanese 8; S. Gottardo/B 7; Audace, Comunale Faedis 4; Azzurra 2, La Valnatisone deve riposare. N. B. - Le classifiche delle giovanili sono aggiornate alla settimana precedente. VITTORIE DI AUDACE, PULFERO E GIOVANISSIMI m------------------------------ Domenica nera Sconfitta per tutte le altre nostre squadre La Valnatisone si vede sfuggire in un finale "giallo" un meritato pareggio. La beffa all'ultimo minuto, quando il direttore di gara concedeva un calcio di rigore agli ospiti invertendo un fallo commesso ai danni del portiere Veni-ca. Il secondo tempo è durato 35 minuti in quanto la gara era stata sospesa per dieci minuti a seguito di un incidente a Zogani (6 minuti) e l'espulsione di un giocatore ospite (4 minuti). Ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni. L'Audace con le reti di Federico Terlicher e Adriano Stulin liquida con il più classico dei risultati il Buonacquisto, rilanciandosi così verso le zone alte della classifica, pronta in seguito ad approfittare delle battute di arresto altrui. Savognese travolta a Bressa da otto reti ed anche stavolta costretta a giocare il secondo tempo in dieci in seguito all’espulsione di Bruno Periovizza. Le tre reti siglate da Juretig, Rot e Szklarz hanno ridotto le distanze, ma non sono bastate per portare la Savognese in parità. In terza categoria l'Alta Valtorre nell’incontro casalingo col Riviera, capolista del girone, ha subito un'altra sconfitta per 2-4. Un risultato questo che forse penaliz- za in maniera troppo pesante la squadra di Del Medico. Il Pulfero invece, dopo la giornata di riposo, ottiene un risultato positivo espugnando il campo dell'Atletico Udine Est per 3-1. Dopo aver rimontato lo svantaggio iniziale a seguito di una sfortunata autorete di Manzini, Marino Si-monelig dopo aver superato in slalom tre avversari concludeva calciando perentoriamente il pallone in rete. Presa fiducia nei propri mezzi la squadra allenata da Valter Barbiani passava in vantaggio con Guerra e quindi arrotondava il punteggio con Scara-vetto con due belle conclusioni dai sedici metri. Under 18 due sconfitte per le nostre squadre: il Pulfero in casa, la Valnatisone in trasferta. La Virtus Tolmezzo ha vinto così vistosamente grazie a tre reti segnate in netto fuorigioco. Mentre la Valnatisone giocando male ha perso con l'Olimpia. I Giovanissimi della Valnatisone hanno vinto contro i Fortissimi con reti di Dreszach e Matteo Crucil (due). Alla fine della gara l'amara sorpresa del furto di due orologi ai danni dei nostri ragazzi. Gli Esordienti dell’Audace sconfitti di misura dalla Gaglianese. La formazione Under 18 del Pulfero SABATO SCORSO A S. PIETRO AL NATISONE Le due squadre prima della gara Sabato pomeriggio si è giocata a S. Pietro al Natisone la gara fra Polizia, Finanza e Carabinieri della fascia confinaria italo-jugosla-va. L'incontro è stato un ulteriore passo di amicizia e reciproca stima che contraddistingue in ogni campo le due comunità. Alla gara ha assistito un pubblico numeroso ed entusiasta e ha visto il successo di misura della rapprentativa di Stupizza nei confronti di quella di Robič, col risultato di tre reti a due. Il prossimo anno la rivincita a Tolmino. Polisportiva Grimacco Ogni lunedì e mercoledì alle ore 20.00 presso la palestra di Liessa Corso di ginnastica presciistica e di mantenimento con il prof. Franco Rudi Ti aspettiamo PETO NAGRAJEVANJE NAJBOLJŠIH ŠPORTNIKOV Z OBEH STRANI MEJE BO LETOS V ZGONIKU Praznik slovenskih športnikov Giorgio Rudi, prvi z leve, najboljši športnik Benečije leta 1986 Združenje slovenskih športnih društev v Italiji (ZSŠDI) se je pred petimi leti dogovorilo s prijatelji iz jugoslovanske strani Primorske, da se pripravi koncem leta posebna prireditev in da se nagrajujejo najboljši športniki in športni delavci (trenerji ali odborniki). Prva prireditev je bila v Trstu, druga v Tolminu, pred dvema letoma v Gorici, lani v Izoli in letos bo ponovno v tržaški provinci in sicer 26. decembra v vasi Zgonik, kjer je občina zgradila novo telovadnico. Združenje je pritegnilo k organizaciji in k izbiri športnika tudi časopise in radio. Med časopisi sodelujejo Primorske novice iz Nove Gorice, Primorski dnevnik iz Trsta in tudi naš tednik; pomagajo še Radio Trst, Radio Opčine, radio Koper in televizija Koper. Ljudje se bodo vprašali zakaj skupni praznik? ... Moramo še nekaj povedati. Naj-boljše športnike izbiramo vsak zase, mi v deželi Furlanija-Julij-ska krajina in Jugoslovani za Primorsko, ker ne moremo primerjati uspehov in rezultatov na obeh straneh. Ko vsaki izbere svoje se pripravi skupno prireditev, ki je enkrat pri nas in drugič na drugi strani meje. Znano je namreč, da govorimo na obeh straneh meje isti jezik in da se kot ljudje prav dobro razumemo. Večkrat na leto imamo športna srečanja, imamo veliko prijateljev, prirejamo turnirje, tekmovanje v smučanju in podobno. Meja ne ovira tega našega delovanja saj smo ljudje popolnoma enaki na obeh straneh meje. In prav zaradi tega je pravilno, da skupaj praznujemo, da se vsaj enkrat v letu srečamo in izmenjamo misli. Taka proslava ne nastane kar čez noč, ljudje se morajo počasi navaditi na pomen takega srečanja in prepričani smo, da bo prišel čas in to zelo hitro da bo tak praznik tudi v dvorani v naši dolini in ne samo v Trstu ali Gorici. In prav v Gorici je bil pred dvema letoma nagrajen tudi naš športnik Giorgio Rudi. Mislimo, da je prišel čas, da se naši športniki boljše orgnizirajo, da ustanovijo svoja društva. Pred leti smo imeli Beneško planinsko društvo, ki je bilo dolgo časa aktivno a sedaj je popolnoma izumrlo. V okviru večje tovarne bi lahko ustanovili športne odseke in tako bi razvili to ali drugo športno panogo, saj ne obstoja samo nogomet. Moramo misliti tudi na punce, saj recimo namizni tenis (ping-pong) ali odbojka ne zahtevajo mnogo prostora ali denarja. Take in podobne misli se porodijo, ko govorimo o prazniku. To je praznik mladih in pravilno je, da skrbimo tudi za naše mlade. Pomagali bomo z vsemi močmi samo potrebno je le malo volje in tudi mi bomo vsako leto prisotni z našimi mladimi na takih praznikih. (mž) Incontro Italia-Slovenia: vince sempre l’amicizia Un momento delle premiazioni Stran 12 WÌBTaTH BELGIJA Tamine s Sonja an Milan sta jala “ja” Nomalo dni od tega naš parja-teu iz Taminesa, Marsinac Fausto Gosgnach, nam je pošju pismo v katerem nam je napisu lepo novico, ki pru zvestuo publikamo. V saboto 6. vošta sta se Sonia Gosgnach an Milan Bizjak obljubila venčno zvestobo. Poročila sta se v Tamine, pa njih koranine so iz Nediške doline an iz bližnje Slovenije. Sonja je hči Fausta Gosgnach iz Marsina, Lukeju po domače, an Giannine Floreancig. Giannina se je tudi ona rodila v Tamine, pa nje tata je biu Toni Kokocu iz Hostnega, nje mama -ki seda živi ta par nji - je pa Vittoria Crisetig - Bucolajova iz Pod-laka. Tata an mama od Milana sta Jožef an Rozika Bizjak iz Para (Maribor). Sonja je profesorca od kitare, Milan je pa v konservatorju učitelj za trombeto. Sonji an Milanu želmo, de bi se jim v njih skupnem življenju ninnar ' dobro godlo'. B) Oblike (forme) sodelovanja 1) Ukrepi vojaškega značaja. Z namenom, da se sodelovanje edi-nic, odvisnih od obeh komand, učinkovito izpopolni, se ustanovi mešana, paritetična slovenko-ita-lijanska komanda za koordinacijo. Ta komanda se bo imenovala: Mešana operativna komanda za sodelovanje v obmejnih in narodnostno mešanih krajih (conah). Koordinacijska komanda: bo morala biti smatrana, tako za slovenske, kakor za italijanske formacije, hierarhično nadrejena komandi italijanske brigade in komandam Odreda slovenskih edi-nic, toda brez izključitve komand brigade in Odreda od svojih višjih nacionalnih komand. GRMEK Remanzah Se je rodila Tamara Zadnje dni otuberja se je v videmskem spitale rodila liepa čiči-ca, kateri so dal ime Tamara. Nje srečna mama je Sandra Gabrieu-cig iz Remanzaga, srečan tata pa Roberto Feletig iz Premarjaga. Roberto je sin Lina Trebežanove-ga iz Lies, ki že vič liet živi v Pre-mariaze. Mali Tamari, ki bo živiela z mamo an s tat v Remanzage, želmo veselo an srečno življenje. Platac Umaru je Aldo Žuanu Premlad nas je za venčno za-pustu Aldo Vogrig-Žuanu iz Platea. Imeu je samuo 37 liet. Aldo je biu tan doma, kar se je slavo počutu. Njega parjateu Doro Korošinu mu je naglo parskoču na pomuoč, z makino ga je teu pejat v špitau, ko pa so kumi paršli pod vas Aldo je umaru. Zadeu ga je infarkt. V veliki žalost je pustu ženo, otroke, tat, mamo, sestro, brata, kunjade, navuode an vso drugo žlahto, pru takuo puno par-jatelju. Na njega pogrebu, ki je biu v torak 22. novemberja go na Liesah puno judi mu je paršlo dajat zadnji pozdrav. Vloga, funkcije te komande se bodo razvijale za: 1) kombinirane in mešane akcije; 2) rekvizicije in zaplembe (confische); 3) politična aktivnost; 4) obveščevalna (informacijska) služba,- 5) prehod, zamenjava partizanov ene narodnosti v vojaške formacije druge. (Naprimer: če so se italijanski partizani borili v slovenskih edinicah, so lahko prestopili v italijanske formacije. Isto je veljalo za slovenske partizane, ki so se borili v italijanskih formacijah. To je skupna komanda tudi propagandirala, svetovala, priporočala in omogočala. Ur. op. Petra Matajurca). C) Specifikacije - podrobnosti 1 ) Kombinirane in mešane akcije. Mešana komanda za koordinacijo, v predvidevanju potrebe in takojšnje koristnosti v boju, za pospeševanje razvoja borbe proti skupnim sovražnikom, bo angažirala celotne slovenske in italijanske formacije v kombiniranih akcijah. Bo vzela v pregled že od prvih sestankov načine in plane za njih večjo in učinkovito realizacijo v najkrajšem času in bo določila plan za intenzifikacijo DREKA Barnjak Liepa an vesela ojcet Liepa ojcet je bla v nedieljo 20. novembra na dreškem kamunu. Poročila sta se Graziano Ber-gnach-Mežnarju iz Barnjaka an Zoraida Caicedo iz Colombie. Puno žlahte an parjatelju se je stisinlo okuole noviču an kupe z njim se veselil. Grazianu an Zoraidi želmo puno puno veseja an sreče v življenju, ki ga imata pred sabo. SVET LENART Kosca V starosti 76 liet nas je za venčno zapustu naš vasnjan Valentino Cernotta. V žalost je pustu družino an žlahto. Njega pogreb je biu v Kosci v saboto 19. novemberja popudan. akcij, ki jih bodo izvršile majhne, mešane edinice. 2) Rekvizicije in zaplembe (confische). Koordinacijska komanda bo preštudirala in določila način, kako obvezati prebivalstvo obeh narodnosti za čimvečji svobodni (1) ekonomski prispevek partizanskim formacijam, določila, ki bodo obvezne za obe strani. Za rekvizicije bo morala mešana komanda določiti, primer za primer: a) imena lastnikov,- b) način procedure; c) količina zaplenjenega blaga. Rekvizicije ne bodo smele biti nikoli izsiljevalnega značaja (... non avranno mai forma ricattatoria), (2) zaplenjeno blago bo moralo biti plačano, vedno kadar bo to mogoče, v slučaju nemožnosti, bo moralo biti izdano potrdilo, odnosno "bon-buono Zaplembe (confische) se bodo izvršile samo do izdajalcev domovine (kakšne domovine, ur. op.), kadar bo ugotovljeno od mešane komande njih izdajalska krivica. (Lahko se sporazum o izdajalcih domovine interpretira tudi na tale način: slovenski partizani imajo, odnosno lahko kaznujejo kot izdajalce domovine vse izda- Sveta Barbara, pomočnica an svečenica vsieh rudarjev je že tle. Kot vsake lieto, tudi lietos sekcija bivših rudarjev Zveze slovienskih izseljencev je za telo parložnost organizala liep praznik, ki bo v nediejo 4. decembra. Za se vpisat imata cajt še do petka 2. decembra an se muor-ta obarnit al na sedež Zveze (ul. IX agosto, 8 - Čedad) al pa na patronat Inac (ul. Manzoni, 25 -Čedad). □ □ □ Il patronato Inac informa che sabato 3 dicembre, alle ore 8.30, sarà presente presso il suo ufficio una delegazione proveniente dal Belgio guidata dal presidente della Centrale Syn-dacale des Mineurs FGTB di Liegi. Sono invitati a partecipare tutti coloro che abbiano dei problemi pensionistici o altre informazioni riguardanti altri problemi da richiedere. jalce na katerim področju se borijo slovenske in italijanske, odnosno garibaldinske edinice. To velja tudi za drugo stran. Enostavno povedano: slovenski partizani lahko kaznujejo izdajalce italijanske, italijanski pa slovenske domovine. Če bi ta moja ugotovitev ne veljala, bi se lahko mislilo samo na eno domovino, kar je v nasprotju z drugimi najvažnejšimi točkami dvostranskega dogovora. ur. op.). Majhne količine blaga in denarja, ki jih dobijo, kot prostovoljne prispevke, kot rekvizicije in zaplembe, ostanejo edinicam, ki izvedejo akcijo. Velike količine, po odvzemu (pridržanju) takojšnje potrebe bataljonom, ki so se udeležili akcije, bodo izročene Gospodarski komisiji. Z njimi bo razpolagala po potrebi vseh edinic, ki so odvisne od mešane komande, ne glede na njih nacionalnost. Vseeno pa se bo moralo upoštevati vse večje potrebe slovenskih edinic, ki izhajajo iz hude, destruktivne triletne vojne, ki jo je prenesel herojski slovenski narod. Upoštevati se bo moralo tudi dejstvo večjega števila slovenskih partizanov. (se nadaljuje) Vas pozdravlja vaš Petar Matajurac Urniki miedihu v Nediških dolinah DREKA doh. Lucio Quargnolo Kras: v torak od 14.15 do 14.45 v petak od 15.30 do 16.00 Debenje: v petak ob 13.30 Pacuh: v petak od 14.00 do 14.30 Trinko: v torak od 14.45 do 15.15 v petak od 15.00 do 15.30 GARMAK doh. Lucio Quargnolo Hlocje: v torak od 16.00 do 17.00 v sriedo od 11.00 do 12.00 v petak od 16.00 do 17.00 doh. Rosalba Donati Hlocje: v pandiejak od 11.30 do 12.30 v sriedo od 15.00 do 16.00 v soboto od 10.30 do 11.30 Lombaj: v sredo od 16.15 do 17.00 PODBUNIESAC doh. Vincenzo Petracca Podbuniesac: v pandiejak, torak, sriedo, četartak an petak od 9.00 do 12.00 v soboto od 10.00 do 12.00 doh. Giovanna Plozzer Podbuniesac: v pandiejak, torak, sriedo, petak an saboto od 8.00 do 9.30 v četartak od 17.30 do 19.00 SOVODNJE doh. Pietro Pellegrini Sovodnje: od pandiejka do petka od 10. do 12. ŠPIETAR doh. Edi Cudicio Špietar: v pandiejak, sriedo, četartak an petak od 8.00 do 10.30 v torek od 8.00 do 10.30 in od 16.00 do 18.00 v soboto od 8.00 do 10.00 doh. Pietro Pellegrini Špietar: v pandiejak in sredo od 8.45 do 9.45 v petak od 17. do 18 SRIEDNJE doh. Lucio Quargnolo Sriednje: v pandiejak od 10.30 do 11.30 v sriedo od 14.00 do 15.00 v saboto od 10.00 do 11.00 Gor. Tarbi v pandiejak od 12.00 do 12.30 v sriedo od 15.15 do 15.45 Oblica: v sriedo od 15.45 do 16.15 doh. Rosalba Donati Sriednje: v torek ob 11.30 v petek ob 13.30 Gor. Tarbi: v torek ob 12.00 v petek ob 14.00 Oblica: v torek ob 12.20 SV. LIENART doh. Lucio Quargnolo Gor. Miersa: v pandiejak od 16.00 do 18.00 v torak od 10.00 do 12.00 v sriedo od 16.30 do 17.30 v četartak od 10.00 do 12.00 v petak od 10.00 do 12.00 v saboto od 11.00 do 12.00 doh. Rosalba Donati Škrutove: v pandiejak in torek od 9.00 do 11.00 v četartak od 17.00 do 18.30 v petak od 11.00 do 12.30 v soboto od 8.30 do 10.00 Dežurne lekarne Farmacie di turno OD 26. NOVEMBRA DO 2. DECEMBRA Sovodnje tel. 714260 Čedad (Fontana) tel. 731163 Manzan (Sbuelz) tel.754167 Tavorjana tel. 712181 Ob nediejah in praznikah so odparte samuo zjutra, za ostali čas in za ponoč se more klicat samuo, če ričeta ima napisano »urgente«. Mešana operativna komanda za koordinacijo bo sestavljena od političnega komisarja in komandanta bataljona Mazzini”, od političnega komisarja in komandanta "Briško-Beneškega Odreda”. Mešana komanda se bo redno sestajala enkrat na teden in vsa-kikrat ko bo prišlo do zahteve z ene od dveh strani. Odgovorni urednik: JOLE NAMOR Fotostavek: ZTT-EST Izdaja in tiska KITIT Settimanale - Tednik Reg. Tribunale di Trieste n. 450 Naročnina - Abbonamento Letna za Italijo 20.000 lir Poštni tekoči račun za Italijo Conto corrente postale Novi Matajur Čedad - Cividale 18726331 Za SFRJ - Žiro račun 51420 - 603 - 31593 «ADIT» 61000 Ljubljana Kardeljeva 8/II nad. Tel. 223023 letna naročnina 6.000 din posamezni izvod 200 din OGLASI: 1 modulo 34 mm x 1 col Komercialni L. 15.000 + IVA 19% TV J -U- __ U _fc, Lepo presenečenje za vse nas v pandiejak zjutra ko smo pokukal skuoze okno. Povsierode od varha Matajurja do Čedada an okolice je bluo vse bielo. Padu je parvi snieg lietošnje zime. Snežilo je pru zaries, ku kar je prava zima, tudi čez dan. Za vse, male an velike, puno veselja an majhana skarb: kaka zima nas čaka? PIŠE PETAR MATAJURAC m 64 — FAŠIZEM, MIZERIJA IN LAKOT Mešana operativna komanda