* ORBANO DELL'UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno VI* - No. 314 Redazione - Amministrazione CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei- 128 * * Martedì 29 settembre 1953 Prezzo: 5 din. - 20 lire ABBONAMENTI: T.L.T- Zona Jugoslava e R.F.P.J. annuo din. 250. semestr. din. 130 Spedizione in c.c-p. ■»>»«* Vtmertoils Officio parrocchia!« Caraas# Si coaunioa *. Cod,’/«a,Officio,p«r opportuni infoiatolo«« «ach« di tutti gli altri aac»rdoti aiovertl Intereasmti, oh« 1* Sacra Congregtolona h* riapoato all« àoaahda p* esiti foaa« oooo«aaa 1« facoltà di suaclniotrare la s.Cresima ad un altro sacerdote: »flOS CPSCBSS», ■ - • ■ ohe devono essere eraalaati Dalla Curia Trieste, 16 i \LvÌ^wvolf. S1INTIH bob si sanie Non molto tempo fa il vescovo usurpatore Santin si è rifiutato di concedere ai fedeli sloveni di Capodistria una messa alla settimana nella loro lingua. In o-maggio al suo odio per gli Sloveni e i Croati e per tener fede alla sua «missione» di agente dell'imperialismo italiano, si è rifiutato pure, qualche settimana fa, di affidare ai francescani sloveni il convento di Capodi-slria. Il tutto, naturalmente, per «difendere la religione e la civiltà cristiana». Per gli stessi «fini», il Santin ha opposto un rifiuto ad una domanda dell’Ufficio parrocchiale, di Krkavče per ottenere il permesso ad un sacerdote sloveno di somministrare la cresima sul luogo. Il documento fotografico che riportiamo non ha bisógno di commenti. In questi giorni il Santin, per non smentire se stesso, ha convocato a Trieste i sacerdoti sloveni della nostra zona, minacciandoli di ulteriori rappresaglie qualora non assumano un atteggiamento consono ai suoi desideri di «pastore dell’Anticristo», nei riguardi del nostro ordinamento sociale e del nostro Paese, esigendo una maggiore «energia» nell’opposizione al po. tere popolare e tacciandoli di «opportunisti» e «pusillanimi». UN DISCORSO DEL COMPAGNO TITO SU,LA QUESTIONE AGRARIA ALLE CELEBRAZIONI DI RUMA C La nostra economia agricola oderna e progredita L’intervento dei Segretario di Stato agii Esteri, i€oéa Popovič ail’O.N.U. Parlando domenica scénsa al grande raduno di Ruma, nella Vojvodina, In occasione ded X. anniversario della fondazione delle brigate partigiane della regione dello Srem, il Presidente della repubblica Maresciallo Tito, dopo aver rievocato la lotta eroica dei partigiani della regione, ha parlato diffusa-mente sulla questione agraria in Jugoslavia. Il compagno Tito ha innanzitutto illustrato i motivi per cui il problema agricolo sia stato in un primo tempo trascurato. «Dovevamo per prima cosa — ha detto egli — gettare le fondamenta della nostra industria, per poter a-vere un punto di partenza per lo sviluppo ulteriore, e ricostruire ciò che la guerra aveva distrutto. Donde potevamo allora trarre i mezzi per la costruzione di nuove fabbriche? Ci hanno dato forse i Russi, con i quali a quei tempi eravamo in rapporti molto buoni, le macchine ne-cessarle? No! Ce le hanno date forse gli occidentali? Neanche! Poiché commettevamo l’errore di confidare soltanto nei Russi, abbiamo dovuto contare unicamente sulle nostre forze. Ma dove potevamo trovare i mezzi? Nelle banche non c’era oro e noi avevamo nulla. Chi era in grado di darci un primo aiuto? I contadini e i nostri lavoratori nelle poche fabbriche che avevamo, il po- I gli altri aac«rdoti Sarà quindi neooanario prendere accordi con il Revmo Kons,Proposito Capitolar« Cuponi-stria per condurre in quella Cattedrale i figllell Vescovile agosto 1953» polo lavoratore nei cantieri di costruzione.» Dopo aver ricordato le difficoltà delia politica agraria negli ultimi anni, .il compagno Tito ha dichiarato che non appena è stato possibile, l’odioso ed impopolare Sistema dell’ammasso obbligatorio è stato abolito. «Questa misura — ha affermato il compagno Tito — è stata attuata a tempo opportuno e i risultati sono già oggi enormi. Se la gente ha da dare, dà, e se uno non ha a suf-ficenza è sbagliato privarlo di ciò che ad esso serve per vivere. L’abo. lizione dell’ammasso è stata di grande stimolo per l’ulteriore sviluppo della nostra agricoltura e della nostra economia in generale, Immediatamente dopo la guerra abbiamo attuato una radicale riforma agraria. Questa prima riforma ci iia consentito di dare l’indispensabile ai senza terra. Quella misura però non fu suffi-cente, nè poteva risolvere il problema dell’alimentazione del nostro paese. Di conseguenza, recentemente abbiamo dovuto creare un nuovo fondo terriero. Gli altri 200 mila ettari di terreno saranno principalmente dati in usufrutto ai senza terra, mentre con il rimanente saranno create nuove aziende agricole. Questa misura, naturalmente, ha colpito quelli che avevano più terra poiché a costoro è stato lasciato un massimo di 10—15 ettari. Dovevamo far questo. Abbiamo creato le cooperative agricole di lavoro. Dapprima di 3 e poi di 4 tipi. S’è dimostrato che avevamo cominciato male. Si voleva far troppo presto». Il compagno Tito ha rilevato quindi gli svantaggi di un'economia, agricola spezzettata in piccolissime proprietà appena bastanti a sé stesse. Ha ricordato ohe in Jugoslavia il 68 per cento dei poderi è composto di proprietà sino a 5 ettari di terreno, coin una media di 4 ettari. Significa 100 ettari su 101 abitanti delle campagne. Negli altri paesi dell’Europa orientale la media è di 66 abitanti per ogni 100 ettari. «Con le piccole proprietà — ha sottolineato il Presidente della repubblica — non si può dar vita ad una agricoltura intensiva, moderna, quella cioè a noi necessaria». Ha ricordato in seguito che la struttura della popolazione va sempre più mutandosi nel senso che aumentano gli operai nelle fabbriche e diminuiscono i contadini. Deve mutarsi quindi anche la politica agraria. «Avevamo circa 6 mila cooperative, comprendenti il 17 per cento delle proprietà agricole — ha affermato il compagno Tito — ora il numero delle cooperative supera di poco le 2500 unità. Abbiamo poche cooperative, ma quelle che sono rimaste hanno là possibilità di svilupparsi. E’ rimasto però un e-norme numero di piccole proprietà individuali che noi tuttavia non abbandoneremo a sé stesse. E’ necessario produrre Un numero molto maggiore di macchine agricole, concedere crediti perchè la nostra a-gricoltura possa svilupparsi. Abbiamo bisogno di mezzi e oggi siamo in grado di produrli. Mentre prima della guerra avevamo 2500 trattori, L'AIAMBICCO Galera o manganèllo Non a caso il creato più grave», che ha contraddistinto i 45 giorni del governo Badoglio nel Friuli, è stato quello perpetrato dall’operaio Brosio dello impresa Mangiarotti di Codroipo, il quale si era permesso cantare «Bandiera Rossa» lungo una strada di campagna e che perciò venne subito arrestato e sonoramente schiaffeggiato, alla presenza dei suoi compagni di lavoro, dal capitano Furio Matteotti (indegno fratello del martire antifascista, Giacomo) appartenente alla famiglia del «Corrière della Sera», che poi lo fece tradurre ammanettato e sotto scorta armata, trattandosi di un «.pericoloso sovversivo» macchiatosi di quel «grave reato», nelle carceri di Udine. Non a caso Mussolini, fatto resuscitare da Hitler dopo il crollo del fascismo, riservò proprio al «Corriere della Sera» la pubblicazione del suo «Il bastone e la carota» nel quale esprimeva un giudizio non certamente lusinghiero degli italiani che per oltre un ventennio lo osannarono. Non a caso i gialli di Maria Pa-quinoli sulle «foibe» e sullo «barbarie» della Nuova Jugoslavia trovarono già nel 1944 larga diffusione sulle colonne del aCorriere della Sera». Infatti è di questi giorni una nuova luminosa conferma dei principi o concetti sociali, squisitamente re- azionari e fascisti, ai quali si ispira l’organo dei miliardari Crespi e della grande industria italiana, il portavoce ufficiale di palazzo Chigi. Questa conferma la offre uno fra * più quotati inviati speciali dello stesso quotidiano, Indro Montanelli, il quale, dopo aver ironizzato e fatto del sarcasmo per tre lunghe colonne sulla ventilata «apertura a sinistra» del governo di Roma a seguito delle elezioni del 7 giugno u. s., così chiudeva il suo articolo, scagliandosi contro gli operai che un sabato, tornando stanchi dal lavoro, si erano permessi, a Domodossola, introdursi anche negli scompartimenti di 1. e di 2. classe, in cerca di un posto e che perciò erano stati subito sloggiati dalla Celere da quegli Scompartimenti per essi tabù: «Galera ! .,. La galera ci vuole per questi scostumati! Altro ohe galera, signori miei !... Manganello !... Manganello !.. .»• Lo stesso Montanelli, pronunciandosi sulle varie classi sociali in Italia, proclama nel numero del 23 COTT. del suo giornale che «umica classe seria della Nazione è la borghesia ambrosiana, la quale potrebbe, quindi, dominare l’Italia, dandole con i suoi prodotti industriali, il suo costume idi vita, il suo senso sociale, i suoi giornali, tutto». Ebbene il Montanelli appartiene alla «creme» di quegli inviati spe-ciali a cui attinge il «Corriere della Sera» per le «missioni all’estero con piè di lista» qui da noi e se viene apposto il «non gradimento» alla loro visita, allora il mondo viene som- oggi ne abbiamo già 9.50C. Questo è già un notevole progresso. Ce ne occorrono però almeno 45 mila per poter modernizzare i nostri sistemi di coltura». Il mareisciallo Tito ha quindi rivelato che tra breve l’industria jugoslava sarà in grado di produrre macchine agricole in misura molto maggiore. Concludendo la sua analisi della situazione agricola -nel Paese,.il Maresciallo Tito ha proclamato che all’agricdltura sarà necessario concedere ogni priorità nel bilancio dello stato. * Prendendo la parola venerdì mattina nell’oittava seduta dell’Assemblea Generale dell’ONU, il Segretario jugoslavo agli Esteri, Koća Popovič, ha tenuto un importante discorso. «Negli ultimi mesi — ha detto il capo della delegazione jugoslava—-, s.è molto parlato deiH’allenitamento della tensione internazionale. Senza dubbio la ragione è da attribuirsi al cambiamento dei metodi nella politica delTUniione Sovietica, il che, fra l’altro, dimoistra che al Governo russo va la maggiore responsabilità della passata tensione-internazionale. «Guardando dal punto di vista degli interessi della collaborazione internazionale fra i popoli grandi e piccoli, dobbiamo constatare con amarezza che i maggiori Paesi si rifiutano di riconoscere nella maniera più radicale un limite al loro patere, limite che invece nella storia contemporanea, sottointendendo qui l’ONU, potrebbe essere uno dei più positivi risultati. No|i non riteniamo che la guerra fredda sia finita; sinceramente parlando, difficile è contestare la responsabilità di ognuno dei grandi Paesi nei più grossi problemi internazionali. Ma tuttavia le conseguenze dei loro errori possono essere particolarmente pericolose. E siccome in mezzo al contrasto fra i grandi si trovano problemi di larga importanza, questi andrebbero risolti con la collaborazione delle nazioni minori. Secondo noi, questa è una delle più valide ragioni che giustificano l’esistenza e la missione di organizzazioni come quella delle Nazioni Unite. Il pericolo sta dunque nella possibilità che si rinnovino le tendenze dei grandi Paesi a risolvere i loro contrasti a danno e senza consultazione degli altri popoli interessati. «Infine, senza prendere in considerazione li rapporto fra regime sociale e politica estera dei governi, noi commetteremmo un grave errore se volessimo arrogarci il diritto di pesare la azione all’estero di un Paese a seconda del regime politico-sociale di esso. L’unica politica che va respinta, condannata e contro la quale bisogna battersi, è. quella dell’aggressione, indipendentemete dalla parte da cui giunge. «Giungiamo cosi-di nuovo al problema della guerra ideologica, che i rappresentanti della Jugoslavia, miei predecessori, hanno tra gli altri già condannato da questa tribuna. «Attribuire a un at,to di aggressione o a una politica di aggressione un significato ideologico, significa alla fine dare a sè stessi ili diritto a condurre l’aggressione contro ogni altra diversa e contraria ideologia Il capo della delegazione jugosla^ va, Koča Popovič si è quindi dilungato sui problemi che formano oggetto di contrasto fra i vari Paesi. Alla fine si è dichiarato certo che l’Organizzazione delle Nazioni Unite vorrà portare ancora avanti la sua azione volta alla conservazione della pace e allo sviluppo della collaborazione internazionale. COMODA ESCA merso dalle valanghe delle accuse di «genocidio degli italiani» contro la Jugoslavia che ha subito le peggiori conseguenze del manganello venerato ed invocato da Indro Montanelli. (Attento, proto, non Manganelli, ma Montanelli!) Un profugo tonacato modello Nulla da meravigliare se nella «Italia dei santi e degli eroi» stanno versando fiumi di lacrime persino le Madonne di gesso della lontana Sicilia quando si consideri come si comportano certi elementi del clero, votato alla castità e alla pratica di tutte le «virtù», facendo «sacrificio delle proprie carni». Un esempio classico in materia è dato da don Giuseppe Pizzinato il quale, constatato che qui da noi «i preti, perseguitati perchè fari luminosi della italianità», incontrano maggiori difficoltà ad appagare le loro turpi concupiscenze, ha ritenuto rimediare a ciò trasferendosi nella «culla della civiltà» circonfuso dall’aureola di profugo giuliano, «miracolosamente scampalo dall’ inferno titino». Come tale, egli è stato sorpreso nella stazione di Rimini mentre slatta compiendo atti osceni in pubblico ai danni di un bambino dodicenne. Arrestato e giudicato per direttissima il g. 21 con. dal pretore di Rimini, il prete immondo è stato condannato a 4 mesi per alti osceni in pubblico ed a 8 mesi per corruzione di 'Non è arbitrario nè «tendenzioso l’accostameinto tra le dine questioni indicate nel titolo. Tira esse vi è anzi un legame «di ouii bisogna parli aire, dii ouli bisogna dennnoiaire la natura in quanto indicazione, lira le ■piivi significative, degli ofiemtamenli reazionari della classe dirigente italiana,. D’altra parte i’aouitliizzaziioinc diellle lotte sociali è rann degli elementi essenziali della situazione interna dell’ltal'ia. così come l’atteggiamento verso ila questione di Trieste è il.’elemento piò caratteristico degli orientamenti del governo di Roma in politica estera e, fra le dlue questioni, vi è il logico rapporto, sempre esistente, tea la politica interna e quella estera di un paese. Il compatto sciopero generale dii giovedì scorso idei seit milioni di lavoratori delll’Inldustria e di altee categorie minori e ile agitazioni sindacali, annunciate iper i prossimi gì ormi, hanno duramente richiamato l’atltanziione sulle gravi condizioni dii vita delle masse popolari italiane, e sullla serietà della situazione economica generale del paese. Nello stesso tempo hanno confermato per il prossimo avvenire la previsione dii acutizzazione dei conflitti sociali, provocata dalla politica della classe dirigente, ohe, per salvare i suoi privilegi , è oggi costretta ad accentuare la pressione e lo sfruttamento dalla classe lavoratrice. La manifestazione di protesta di giovedì ha dimostrato ancora una volta che i problemi di fondo lin Italia sono quelli dell lavoro e dell pane per milioni di famiglie, sono .quelli creati dallorientamento economico dei governi succedutisi dal 1945 ad oggi-che ha fatilo i ricchi sempre piò ricchi e i poiveri sempre pira poveri, sono quelli determinati dalle attuali condizioni dell’ordinamenito capitalistico che hanno creato nella penisola «una situazione caratterizzata da sei milioni di persone che vivono in ma miseria paurosa e d'a milioni dii operai con retribuzioni pari a meno delila metà ddll’effet-tivo fabbisogno indicato dalle statistice ufficiali per una famiglia tipo, L’esisteniza di tatti i gravi problemi derivanti da una sfamile situazione è naturalmente pericolosa per la classe dirigente, la quale, incapace di affrontare e risolvere queati problemi interni senza perdere la sua posizione di predominio, si è decisamente orientata verso dii tentativo di mobilitare Ila maisse attorno ad una politica estera di aperta revanche e di rivendicaizionli cosidette nazionali, per scoraggiare l’azione dei lavoratori, che dovrebbero accantonare le loro questioni di vita e lasciar mano libera ai detentori del poitere, lin nome dii presunti interessi superiori della nazione. Esempio tipico di questo orientamento è la poilitica del governo di Roma nei confronti della Jugoslavia e del problema di Trieste. La retorica patriottarda e la demagogia sciovinista con cui il problema triestino e quello dei rapporti litalo-jugoslovai vengono presentati dalla classe dirigente italiana a'il’opinione pubblica del paese dovrebbero servire a distogliere le masse popolari dalla soluzione dei loro vitali problemi interni per indirizzarle verso un problema che riflette solo gli interessi particolari del capitalismo italiano. Trieste, nei calcoli del governo dii Roma, dovrebbe essere una valvola dii 9fotgo del giustificato malumore dei lavoratori e nello stesso tempo un freno alle loro di vendi dazioni economiche e -alile agitazioni sindacali che vengono presentate come fattori idi perturbamento nel momento in cui la nazione dovrebbe essere totalmente impegnata attorno ai temi e agli obiettivi linidicaiti dalla classe dirigente. E’ questa una manovra di diver' alone non nuova «che non può in gannare nessuno. Tanto meno i la voratori della penisola, sui quigl gravano ogni giorno, in modo più pe sante, i problemi veramente nazio nali che Ila grassa borghesia all po tere è incapace di risolvere. I sei milioni di lavoratori ohe giovedì hanno incrociato le braccia, proprio nel periodo in cui Infamia catara nazionalista organizzata dalla classe 'dirigente attorno alla questione di Trieste si accentua pericolosamente riportando a galla tatti i resiti del passato fbscfista «sia negli uomini che nei metodi, nel periodo in cui si accentuano anche le provocazioni contro lo stato operaio jugoslavo, dicono che le masse popolari italiane non sono affatto disposte ad accantonare le questioni del pane e del lavoro e a rinunciare alla soluzione iddi loro vitali problemi per / consentire alla grossa borghesia di .rafforzare il suo regime reazionario aill’interno e di proseguire all’esterno nei suoi piani imperialisti di riconquista. DALLE MANOVRE DELLA. P. J. Le grandi manovre dell’A. P. J., conclusesi qualche giorno fa, hanno dimostrato le grandi capacità delle truppe e dei quadri comandanti nella condotta di guerra, nel maneggio delle armi e dei mezzi più moderni^ la grande resistenza e combattività del soldato jugoslavo, destando altresì l’ammirazione delle delegazioni' militari estere presenti sui campo deile manovre. Nonostante il maltempo e nonostante gli organici delle unità impegnate fossero costituiti dai 75°/o di ufficiali e militari della riserva, il successo più «pieno ha arriso alle operazioni che, neirimpostazione dei temi tattici e strategici come anche nella loro esecuzione, hanno avuto un carattere dì grande realismo, dimostrando al mondo che il nostro Paese possiede una forza armata in grado di garantire la nostra indi-pendenza e la pace in questo settore dell’Europa da ogni aggressione, da qualsiasi parte provenga l’assalitore. Fra gli ospiti stranieri, hanno presenziato alle manovre il Maresciallo Montgomery (nella foto sotto mentre stringe la mano al compagno Tito) e il Capo di Stato Maggiore dell’esercito britannico, sir Jahn Harding (nella foto a destra). Sir JOHN HARDING Il compagno Tito saluta il Maresciallo Montgomery Il Comandante Supremo dell’A. P. Maresciallo xito, na ispezionato le truppe durante le esercitazioni Un gruppo di genieri all’opera nella costruzione di un ponte sn un fiume della Croazia DALLA RELAZIONE MARKIČ ALL'ASSEMBLEA DEL CÀPODISTRIANO IL COMMERCIO ESTERO Sebbene il commercio estero si svolga quasi invisibile agli occhi dei consumatori, salvo per le merci che vengono messe din vendita, esso nella nostra economia assume un’importanza notevole non solo per l'importo globale con il quale partecipa alla nostra attività economica, ma sopratutto perchè rappresenta la fonte d’acquisto di prodotti ed utensili ohe il mercato na-zonale non è ancora lin grado di fornire. Tale è la sua funzione oggi. A questa, in un non lontano domar ni, dovrebbe aggiungersi, da quanto fa ritenere la discussione che si svolge in campo nazionale sulle nuove misure da adottarsi nell’economia in generale, anche nel commercio estero, la funzione calmie-ratrice dei prezzi delle merci di produzione nazionale. La ventilata abolizione del cambio ufficiale e l’introduzione del mercato borsistico della valuita, come pure l’abolizione dei coefficenti per le merci importate ed esportate, porterebbero praticamente il nostro commercio estero anche a questa funzione, oltre che a un notevole potenziamento dello stesso. Comunque, tralasciando gli aspetti futuri che il nostro commercio estero assumerà dopo l’introduzione delle nuove misure, anche se ciò risultasse interessante, riteniamo doveroso soffermarci, in base alla relazione del compagno Markič, su quello che c’è stato. Il piano annuale delle esportazioni dovrebbe raggiungere l’importo di 500 milioni di dinari, con prodotti diretti principalmente verso Trieste e l’Austria, meno verso altri paesi. Nel primo semestre di quest’anno si sono e-sportate merci per un valore di 210 milioni e merci a titolo di compensazione per un valore di din. 65.312.000. Complessivamente sono state esportate merci per un valore dii 50 milioni, in più dello stesso periodo nello iscorso anno. Fra le diverse merci esportate è apparso Sin primo piano il pesce conservato attraverso la azienda «Delamaris» di Isola che ha realizzato, fra compensazione ed esportazione, il 39 % del piano totale di esportazioni del distretto di Capodistria. Seguono la «Fructus», con le frutta e verdura, la Società per il commercio lin genere e la «Vino» che raggiungono, ciascuna, il 15— 20% del totale complessivo. Con un importo di circa 50 milioni di dinari sono stati raddoppiati in confronto al I. semestre dello scorso anno i proventi valutari derivanti dai servizi e cioè dal turismo e dai trasporti. E’ un risultato molto lusinghiero tanto più se si tien conto che nel primo semestre di quest’anno il turismo è stato fortemente ostacolato dalle avverse condizioni atmosferiche. Nell’importazione è stata data la prcedenza .ai materiali di riproduzione e alle macchine, i cui aoquisti hanno raggiunto un valore di 170 milioni di dinari mentre il corrispettivo delle merci esportate in compensazione è stato impiegato per l'acquisto di merci di largo consumo, vendute anche fuori dei territorio del nostro (distretto, dato il loro rilevante quantitativo. Complessivamente le importazioni del primo semestre di quest’anno hanno raggiunto un valore di 300 milioni di dinari, superando di molto quelle dello scorso anno. Causa la mancanza dii alcuni generi alimentari quali olio, riso, pasta ed altri, anche questi sono stati oggetto d’importazione in quantitativi notevoli. Il fatto che sul mercato interno i prezzi di alcuni prodotti siano superiori a quelli esistenti sul mercato mondiale renda indispensabile un’azione di rimborso a quelle aziende esportatrici che di fatto vendono i loro prodotti all’estero al disotto del prezzo d'acquisto. Da ciò derivano variazioni al corso legale della lira a seconda delle merci e-sportate. Si va così da din. 0,48 per la lira, derivanti dal turismo, ad oltre 1 din. per gli ortaggi e per il vino, salendo fino a din. 1,40 per il pesce in (scatola. Ciò significa che l’esportazione del pesce in scatola, del vino, degli ortaggi e dei mattoni è per noi la meno conveniente per- Elezioni suppletive e Pirano In base agli articoli 13 e 88 delia legge della RP della Slovenia sulle elezioni e la rèvoca dei delegati dei Comitati Popolari, estesa al distretto di Capodistria con l’ordinanza del Comandante deU’Ammini-strazione Militare dell’APJ, N. 33/52, il (Comlitato popolare del comune della città di Pirano alla propria seduta in data 30. VII. 1953 emana il seguente decreto con cui vengono indette elezioni supplementari : 1) Vengono indette le elezioni supplementari nell’unità elettorale N.3 della città di Pirano, essendo cessato 41 mandato di Ture! Mario, delegato del Comitato popolare del comune di Pirano, eletto ih questa unità elettorale, in seguito alla sua richiesta dii dimissioni presentata a questo Comitato popolare in data 2. VI. 1953. 2) Le elezioni avranno luogo domenica 18 ottobre 1953. 3) Il presente decreto entra in vigore immediatamente e viene pubblicato nella Rassegna ufficiale del CPD di Capodistria, nonché, secondo le usanze del posto, nell’unità elettorale N.3. che la lira vale più del dinaro. Per la frutta ed il latte il valore della lira è inferiore .a quello del dinaro. Naturalmente il commercio valutario più redditizio è quello rappresentato dall’industria alberghiera, dai cambia valute e dai trasporti. L’esportazione dei prodotti agricoli, data la buona annata, poteva avere proporzioni maggiori, ma alcune cooperative situate sulla litoranea Capodistria—Sicciole hanno preferito vendere i prodotti primaticci alle aziende 'del buiese e a quelle dell’interno offerenti superiori prezzi piuttosto che alla «Fructus», incaricata dell’esportazione nella nostra zona. •Lj> - % “*■ _________________ ___________ I! castelliere preistorico di Zaz’d appartenente aU’ultima epoca del bronzo SUI DECLIVI E LE PIANE DEL BUIESE INIZIATA LA VENDEMMIA Un lieve aumento sui prezzi dell’uva precedentemente fissati I primi carri con le botti cariche di uva cominciano già a traballare lungo le strade del buiese per portare nelle cantine e nei tini i primi biondi grappoli giunti a maturazione. Tra i filari (di viti si vedono intanto le schiene curve delle donne, degli uomini e dei ragazzi intenti al taglio dei grappoli. La vendemmia è ai suoi primi approcci poiché la maggioranza dei viticoltori attenderà ancora sino alla prossima settimana per iniziarla, nella speranza che l’ultimo sole settembrino dia ancora un po’ di zucchero al raccolto, piuttosto abbondante. Proprio in considerazione che l’attuale raccolto, pur essendo quantitativamente uguale a quello dello scorso anno, contiene invece una media di zucchero inferiore, la Camera del Commercio è venuta nella determinazione di aumentare i prezzi precedentemente fissati per rammasso dell’uva che erano uguali ai prezzi dello scorso anno. Ecco i nuovi prezzi per grado di zucchero : Uva nera comune da. 1.40 Uva bianca comune din. 1.50 Malvasia din. 1.60 Refosco din. 1.60 Borgogna din. 1.60 Semignon din. 2.— Cabernet din. 2.— Pinot din. 2,— Moscato din. 2.— Questa volta è stata eliminata una lacuna ai prezzi precedente-mente fissati, cioè è stato fissato anche il prezzo del mosto nella misura dei 10% in più dei corrispettivi prezzi dell’uva. Naturalmente lacune esistono ancora e sono rappresentate dalla mancanza dai prezzi del vino sia di quello nuovo che di quello vecchio però, per quanto riguarda il mosto, si evitano le speculazioni di certi grossisti che qua e là cominciano già a manifestarsi. E’ indispensabile comunque fissare i prezzi del vino, anche di quello vecchio, poiché è proprio la grande differenza tra il prezzo attuale del vino (che si mantiene, contrariamente alla logica, . alla stessa altezza) e 1 prezzi fissati per l’uva che genera un senso di sfiducia tra gli agricoltori. Gli stessi sono di conseguenza restii a consegnare l’uva alle grandi cantine, poiché non hanno la certezza che i prezzi del vino nell’anno futuro si mantengano nei limiti del ragionevole. Passiamo però assicurarli che anche per il vino i prezzi verranno fissati con gli stessi criteri e le stesse sanzioni per l’acquisto dell’uva. Perciò, vendendo la propria uva alle cantine, non corrono il rischio di subire delle perdite sulla differenza prezzi, perdite che, Viceversa, potranno subire lavorando l’uva nelle proprie cantine con mezzi e metodi antiguati. In ogni caso, per eliminare i timori degli agricoltori anche per quanto riguarda un eventuale, ma improbabile successivo aumento dei prezzi e per evitare le perdite derivanti soprattuto dall’inacidirsi del vino nelle cantine non adatte e nei tini dei singoli viticoltori, le grandi aziende quali la «Vino» e la «Vi-noprodukt» intendono applicare un metodo nuovo per l’acquisto dell’uva, quello del conto aperto. Poiché queste grandi aziende non possono avere un conto aperto direttamente con i produttori lo avranno con le loro cooperative di tipo generale. La vendita avverrà su ordine delle cooperative, rispettivamente del produttore diretto quando essi lo vorranno e ai prezzi che In quel momento vigeranno sul mercato. In base a questi prezzi, gli agricoltori riceveranno l’importo per una parte o per tutto il vino venduto, detratte naturalmente le spese per la lavorazione del vino, che però vengono in effetti compensate «tal maggiore rendimento dell'uva lavorata coi mezzi moderni nelle grandi cantine. Le grandi cantine ottengono infatti ii rendimento del 76% mentre gli agricoltori, con i loro mezzi rudimentali, possono giungere a un massimo del 70%. QUANDO UN LATTE BUONO VA ACIDO CATTIVA IMPOSTAZIONE di un corso professionale Un tuffo nei tempi remoti... La visione del Carso che dista da Capodistria una decina di chilometri, è maestosa. La roccia calcarea distesa per chilometri talvolta alta fino 150 metri, cade verticalmente nella Valle del Risano. I paesi di Zanigrad, Podpeč, Besaviza, Predlo-ka, črnikal, Socerb, Osp, ecc. si protendono come nidi d’aquile sótto il selvaggio picco del Carso. Già a prima vista, sorge spontanea la domanda: Come si formarono queste rocce, e i paesi? Che cosa è successo nelle epoche remote su questo interessante pezzo di terra? Non è diffidile indovinare come si sono formate queste immense scalinate. Carmminando ed arrampicandosi fra queste rocce, si può trovare spesso qualche lumaca marina impietrita, qualche conchiglia o residui di pesce. Di ciò che successe dopo lunghi secoli sulle terrazze coperte di cespugli e boschi nella valle sottostante, 1 libri non parlano. A prima vista appare che questa domanda mai avrà risposta, ma non è così, poiché anche le rocce... parlano. Uno strétto sentiero ci conduce presso il traforo, sopra črnikal. Già Siamo sul Carso e, al suo margine, procediamo verso sud-est. Alla nastra destra c’è un’abisso, mentre lontano, a sinistra, si eleva la corona montagnosa della Čičarija con le sue vette. Sopra Fredloka, Bezavi- A PROPOSITO DI «I quartieri li do a chi voglio io!» A proposito della lettera pubblicata nel nostro n. 311 a firma di Veršič Ante, impiegato delia direzione per le entrate del C.P. D. di Buie, abbiamo assunto alcune informazioni dalle quali risulta che ai Veršič è stato assegnato un quartiere di due stanze, cucina e accessori nella piazza Tito di Buie. Nelle sue lettere quindi il Veršič ha intenzionalmente sottaciuto questo fatto che cambia sostanzialmente la questione, come anche il particolare che egli si è impuntigliato ad ottenere un quartiere proprio nelle case nuove la cui costruzione è testé terminata. L’assegnazione dei quartieri nelle case nuove è stata fatta da ima commissione composta da circa 40 persone che ha seguito, oltre tutto, il principio di assegnare una data percentuale di quartieri ai richiedenti locali tra i quali figurava il buiese Piero Moro. Il Veršič voleva ad ogni costo il quartiere assegnato a questo cittadino e a tale scopo s’era presentato al C. P. Ö. non due, ma parecchie volte, sordo ad ogni spiegazione tendente a dimostrargli che non era affatto «più bello» di Piero Moro per assegnargli 11 quartiere di quest’ultimo. E’ umano che, dopo tante ingiustificate ed inutili insistenze, il presidente gli abbia risposto, per liberarsene una buona volta, in termini un po’ bruschi. Ad ogni modo il presidente 'del C. I. c. afferma di mai essere uscito con la frase. «I quartieri li dò a chi voglio io». Un tanto per la verità. Lapide mortuaria rom’ana ca, Podpeč e Zazid scorgiamo delle muraglie, semirotonde e lunghe qualche centinaio di metri, che s’affacciano apertamente suU’orlo dell’abisso. I muri sono larghi fino a dieci metri. Gli abitanti di quei paesi li chiamano «gradišče» o «ka-štelir». Fra le rovine troviamo numerosi frammenti di ceramiche da cui si può dedurre che ivi erano situate delle colonie fortificate nell’epoca del bronzo e, più tardi, in quella del ferro (l’epoca del ferro iniziò circa 1200 anni prima della nostra era) nelle quali furono gli miri ad abitare questi castellier. La forza difensiva ed offensiva degli Illiri la esperimentarono anche i Romani che dovettero ritirarsi, duramente sconfitti, dalla prima incursione guerriera nell’lstria libera. Anche i castellieri sopra il Risano diedero un contributo significativo in questa dura lòtta. Pure ì romani hanno lasciato le tracce della loro dominazione. Sulla chiesa di Predloka, a sinistra dell’entrata è immurata la parte superiore d’una lapide sulla quale sono scolpite le figure di un uomo e di una donna. Questo monumento appartiene alla metà del secondo secolo della nostra era. Dietro l’angolo, ad occidente, si trova invece immurata una piastra con una scritta latina che risalirà propabil-mente, allo stesso secolo della lapide. Più in basso della chiesa, verso Čemikal, i contadini rinvengono, arando i campi, i resti d’un selciato stradale che chiamano «Laška cesta». Presso al lastricato vi sono delle urne sepolcrali romane. La chiesa di Fredloka è circondata da campi nel quali si trovano molti resti di materiale edile romano, frammisti a sepolcri con scheletri che risalgono all’alto medio evo. I resti di ceramica che Si trovano accanto agli scheletri, parlano della loro origine slavo antica. L’impero romano tramontò e su questa terra si affacciarono altri popoli, prendendovi stabile dimora solo gli slavi assieme ai superstiti romani delle città. Già che abbiamo dato uno sguardo a fondo ai dintorni della chiesa, diamone un’altro al suo interno. Entriamo. Subito a sinistra dell’entrata, all’altezza di 2 ,5metri, è im- murata una piastra di pietra nel campanile con segni stranamente incisi: è una iscrizione glagolitica, che nel testo originale dice: ČU-MA 1461. «Va vrime poštovanoga oca i gospodina gospodina antona gopa bisèupa èneza tržačkega i gospodina premihla piovana te crkve i prepavla nega vikarina i koneštab. la Lukeša kneza s potpeča i tonca hridina i pročeh deželan i toi fore mojstri Jališe i benko is sogerga Jezus isus pomagaj aiimin — Stefn. Da essa risulta quindi che la chiesa è stata fondata nell’anno 1461 ai tempi del vescovo triestino Antonio Gopa, del parroco domestico Pre-mlhel, del connestabile Lukež da Podpeč ecc. L’iscrizione stessa venne incisa da un certo Štefan. Nella chiesa, dietro l’altare, c’è un magnifico ciborio, in stile gotico, con iscrizioni glagolitiche. Per la sua particolare fattura, esso suscita ammirazione. Predloka è interessante. Sulla breve distanza che (separa il Carso da Risano, sono incisi cinque millenni di storia, considerando anche le grotte sopra črnikal, abitate nell’epoca neolitica. Gli storiografi dovrebbero venire ad imparare la storia in questi luoghi, specialmente quelli che la vietano. Questo porto, sul quale si è forse svolto il noto «placitum» di Risano, parla chiaro: accanto alla popolazione Romana della costa, prosperavano qui e raggiunsero un’alto livello culturale gli slavi che vissero e vivono in questa terra ininterrottamente, dai primi tempi della colonizzazione nell’alto medio evo. E di questa fraterna convivenza di ambedue i popoli, testimoniano i dintorni vicini e lontani. La direzione dei servizi postelegrafici locali aveva deciso, a suo tempo, di sottoporre tutto il personale ad un corso di perfezionamento, seguito da un esame di idoneità. Il programma veniva allora svolto in tutto il Circondario e la settimana scorsa le commissioni procedevano agli esami con risultati logicamente vari. Se differenze, dovute alle impari capacità individuali, potevano esser comprese ed in parte ammesse — a nostro avviso — altrettanto non si può dire delle conseguenze disastrose derivate da una pessima impostazione del programma sin dall’inizio. Intendiamo con ciò alludere sopratutto al preoccupante caso del pe/sonele di Pirano. A differenza ai altri centri, l'annuncio del corso trovava qui un dis.iiltiesse veramente incompren- Leggete e diffondete LA NOSTRA LOTTA šibile, se si tien conto che il corso era stato indetto nell’interesse ed a vantaggio dei dipendenti. Perchè tale noncuranza nociva? A chi attribuire la responsabilità del naufragio agli esami della totalità dei dipendenti piranesi? Questa dovrebbe essere una questione da appurare, sopratutto in vista della seconda sessione di esami, alla quale tutti i candidati dovranno ripresentarsi. Nell’intento di contribuire ad un sereno giudizio in materia, esponiamo la risultanze dii una nostra indagine volta a determinare le rispettive posizioni del personale e della direzione. Per quanto riguarda la direzione, la sua posizione può venir così riassunta : a) Pervenuta la disposizione ed il programma, nessuno si è curato di svolgere, un lavoro preparatorio richiesto dalla logica più elementare. b) I temi originali, redatti in lingua slovena, non sono stati tradotti nè in lingua italiana nè in lingua croata, mettendo in serie difficoltà il personale a conoscenza di queste sole lingue (non serve che la direzione adduca la scusante che ì dipendenti potevano farseli tradurre per proprio conto, poiché, in materia tanto impegnativa, unica attendibile è la versione ufficiale). c) Essendo il personale costretto aH’autodidattäsmo, non è stata loro offerta una qualsiasi assistenza culturale. d) Gli stessi testi di insegnamento sono risultati insuffilcenti, sia per numero che per materia. Come si vede, questi quattro punti appaiono sufficenti ad attribuire gran parte della responsabilità alla dirigenza piranese, salvo quest’ul-tima non possa scagionarsi con le manchevolezze di organismi superiori. Anche in questo caso, però, molto sarebbe da ridire sul suo operato poiché è dovere denunciare qualsiasi azione che porli danno ai lavoratori, e ciò in tempo, affinchè poissano venir adottati tempestivamente i provvedimenti necessari a rimediare la situazione. Da quanto ci consta, a Capodistria, per il medesimo esame, il corso preparatorio è durato nove mesi. Perchè non è stato fatto altrettanto a Pirano? Perchè non è Stato seguito l’esempio dei bancari che, con serietà e consapevolezza, hanno ottenuto nella stessa Pirano risultati brillantissimi? A queste domande può rispondere solamente la direzione piranese e, se le sue ragioni risulteranno giuste, saremo noi i primi a darne atto. j E’ un problema che urge, data l’imminenza degli esami di riparazione, e sopratutto, perchè le cose procedono ora nella medesima maniera dei mesi precedenti. Il personale di Pirano attende con grande preoccupazione ravvicinarsi della nuova prova. Speriamo che questa attesa si trasformi quanto prima da ansiosa in serena. qpihwlM {MlriiEI irihX^3iuullM>ilHitilv0llHP fyW Wi «snosite (V)g?i uro wm sw ontoiwamr UMBft 4 \ è Lapide in caratteri glagolitici, adoperati dai popoli alavi verso la fine del Medio Evo, La lapide è stata scolpita uri Mti C AON ABIETTE CITTANOVA BUIE Questa volta anche l’Ufficio dello Stato Civile cittanovense ha fatto qualche registrazione e precisamente quella dell'accasamento di Elena Tujak, la solerte impiegata del comune, che è andata sposa del meccanico Munda Ante. Ai due sposi novelli gli auguri nostri e di chi ci ha fornito questi dati. Fiori d’arancio anche in casa della ventitreenne casalinga Matelič Maria, impalmata dall’operaio Di Matteo Salvino, di 31 anni. Udovičič Viktor, a-gricoltore, di 47 anni, ha sposato la casalinga Babič Marija, di anni 50. Due lutti per la morte di Lucon, nata Demitri, Maria, casalinga e di Sinkovič Giovanni, agricoltore, entrambi di 85 anni. VERTENEGLIO Decessi 4, dei quali 3 avvenuti a Trieste e precisamente di Beninić nata Deibello Santina, anni 56; di Brljavec, n. Gregorovié Eufemia, anni 53 ; di PaWian n. Danelon Caterina di anni 68 e Milanovič n. Bas-sanese Ivanka, di anni 80, tutte casalinghe. E’ nato Calcina Flavio, di Božo e Zogović Letizia. Il disegnatore triestino Zimola Elio, di anni 33, s’è sposato con la vertenegliese Barnabà Beatrice, di anni 27. Anche l’ambulatorio locale, oltre alle malattie e le graffiature, ha avuto il suo da fare per l’infortunio toccato a certo Novacco di Fernetiči. Il fucile da caccia dei Novacco ha combinato un brutto scherzo al suo padrone poiché, invece di sparare, dalla parte anteriore sulla lepre, ha operato a posteriori su chi lo adoperava. Fortunatamente non è successo l’irreparabile ed il Novacco si è prodotto una brutta ferita alla mano destra. Il venticinquenne o-peraio della «Mirna» Valentič Aurelio è caduto invece da un muro alto due metri. Disgraziatamente nel fango si nascondeva una tavola con un chiodo che gli penetrava nella pianta del piede destro. UMAGO Sono nati: Frank Nerio di Enrico e Stupar Fedora; Radesić Lucio di Silvano e Kìobot Gisella. Sono morti invece gli ottanta-treenni, agricoltori, Markovič Ettore e Fipacco Pietro. Il macchinata ventiseienne Matelič Giorgio ha impalmato la casalinga Benvegnù Giuseppina, di anni 19. Molti infortuni si sono avuti presso la sezione (locale dell’Impresa e-dile «Primorje». Registriamo solo i più gravi, quello di Aigner Frane, di anni 56, che si è prodotto la frattura del piede destro, quello di Tirello Roman, di anni 39, che ha riportato una grave contusione alla mano destra e quello di Perič Gioacchino che ha riportato contusioni sul dorso del piede sinistro. PIRANO Matrimoni: Bartole Antonio, marittimo, di anni 25, con Beltrame Nilda, casalinga, di anni 22. PORTOROSE Morti: Gardina Giovanni, agricoltore, di anni 70. Matrimoni: Ivancic Guido, agricoltore, di anni 22, con Bartole Nives Maria, casalinga, di anni 19. LA «FRUCTUS» RISPONDE In data 19 corrente l’impresa «Fructus» dii Capodistria ci invia u-na lettera del seguente tenore : «Le migliori espressioni che avete usato nel vostro lungo articolo verso la nostra azienda, la quale assolve il suo lavoro di esportazione fra molteplici difficoltà, sono «speculatori» e «sfruttatori.» Vi informiano che noi non speculiamo con nessuna merce; e se pensate che noi siamo pessimi commercialisti, possiano dirvi che nell’annata 1952-53 abbiamo svolto nel modo migliore il nostro compito. Ci sembra che nessuna azienda del distretto abbia fatto il suo lavoro meglio di noi. «Vi invitiamo a dimostrare nel corso di otto giorni quali sono i prodotti da noi rivenduti a prezzi due e tre volte maggiori a queli di acquisto. Qualora non possiate documentarci quanto richiesto, vogliate pubblicamente scusarvi con la nostra azienda. In caso contrario affideremo la cosa al Tribunale,» Ci sembra che la «Fructus» non abbila letto l’articolo in questione con la dovuta attenzione, altrimenti si sarebbe accorta che le espressioni «speculatori» «lavoro da sistema capitalista» non sono nostre, ma delle varie cooperative. L’abbiamo espressamente avvertito là dove scrivevamo ohe i guadagni della «Fructus» sono in parte venuti fuori «koristeći gužvu», e anche là dove dicevamo del malumore che circola fra le cooperative. Ci dispiace di non poter essere d’accordo con la «Fructus» che si autodefinisce la migliore azienda del Distretto; noi ci siamo limitati a riportare con fedeltà di cronisti quanto si pensa e dice della «Fructus». Quanto a documentare le operazioni della «Fructus» a prezzi due e tre volte maggiorati, rimandiamo ancora all’artioolo. Ci citiamo: «Al coro delie lamentele devono aggiungersi certi fatti che alle cooperative non vanno giù in nessun modo. Il 5 agosto ,ad esempio, la cooperativa di Strugnano inviava alla «Fructus» un camion di pomodori. Il prezzo corrente all’ingrasso era di 10 dinari al Kg., e invece la «Fructus» ne offriva soltanto 5, «oppure riportarlo indietro». Da notare che certi commercianti di Trieste avevano attorniato il camion e volevano acquistarne il carico, offrendo un prezzo ben maggiore. La «Fructus» mise il veto, ricordando che era l’unica azienda autorizzata a trattare con lo estero. Il carico fu ceduto al prezzo Imposto dalla Nati: Jugovac Giuliano di Augusto e Radin Maria; Furlan Roberto di Bruno e Védonis Maria; Vi-sintin Dario di Augusto e Pavan Mira. ISOLA Natii: Delise Daniele di Bruno e Acquaviva Gioia. Matrimoni: Mejak Bruno, agricoltore, di anni 29, con Jelioić Luciana, casalinga, di anni 20; Oivran Giovanni, fuochista, di anni 22, con Vascotto Maria, operaia, di anni 19. All’Ospedale sono stati ricoverati : Benzo Pietro di anni 33, autista del-l«Adria» che, cadendo, si è prodotto uno slogamento della mano sinistra per cui dovrà portare il gesso per sei mesi: Bevk Slavko di anni 44 da Giusterna che è stato malmenato da uno sconosciuto in modo tale da riportare ferite lacero contuse al capo e la commozione cerebrale ; Furlanič Giuseppe, da Capodistria, di anni 48, che è caduto sulla mano sinistra fratturandola. Orehek Milka, da Salvore, con la frattura della tibia sinistra, Jakomin Silvano, da Giusterna dì anni 11, con la frattura dell’avambraccio sinistro. La bicicletta, o meglio ii suo manubrio spezzatosi improvvisamente, ha procurato il ricovero all’Ospedale a Skerlić Vladmlr di anni 37 da Cedole che ha riportato vaste e-scoriazioni al viso e frattura dell’anulare sinistro. Un’ennesima disgrazia vespistica è toccata a Hrvatin Ottavio, di Capodsistriia, con conseguente commozione cerebrale. La disgrazia più grave della settimana è toccata a Rožnik Jože di 47 anni, da Sesana, vittima di un involontario colpo di fucile lasciato partire da un compagno durante u-na partita di eacoia. I medici hanno dovuto amputargli le gambe. Anche Peroša Anna, trentaduenne, da Risano, è stata investita dal solito vespista imprudente ohe le ha causato una contusione alla regione parietale destra con rottura del cranio e commozione cerebrale. Dorsi Giulio, di 28 anni, autista, ha lasciato cadere la motocicletta sul piede producendosi una frattura malleolare sinistra. Di una caduta e rimasta vittima Chelleri Francesca, capodistriana, di anni 48. Ha riportato la frattura del radio sinistro. Il quarantenne, meccanico, Pertić Enrico, da Grisignana, è rimasto vittima di un incidente analogo con frattura della clavicola sinistra. šturman Zorko non è ricorso all’ospedale per aver litigato con la moglie come erroneamente annunciato nel nostro num. 312, ma in seguito ad una caduta in casa durante una crisi nervosa. CAPODISTRIA Sono nati : Benvegnù Lucio di Pietro e di Govednìk Carolina, nato morto. Valenta Marinella di Bruno e Tripaz Silvia; Glavina Doris di Slavko e Volk Silvia; Kogovšek Milan di Giovanni e Sirotič Vilma. Bartolič Anna di Marcello e Brajko Beniita; Cecolin Morena di Mariano e Crisman Alma ; Vidmar Laura di Ferdinando e Deponte A-nita; Petrinja Zdenko di Franc e Grižon Jolanda; Deponte Edoardo di Giovanni e Grando Maria, Božič Zorka di Miroslav e Podviz Pavla; Snaìer Mauro di Giuseppe e Zanella Paola, Vescovo Nevenka di Mario e Niero Silvana. «Fructus», la quale lo rivendette poi a un prezzo tre volte superiore». Ripetiamo che noi ci siamo recati dalle varie cooperative e abbiamo riferito quanto ci è stato detto: di questo rimangono ancora gli appunti deli’ìnterviste, eseguite fra l’altro da due cOlleghi insieme. Del resto le cooperative stesse non avranno nessuna difficoltà a confermare i fatti. Se errore c’è, non c’è certo da parte nostra, gelosi della nostra funzione di stampa democratica e insospettabile di parzialità. La «Fructus» voglia crederci e considerarci a sua disposizione per quanto riguarda ogni eventuale schiarimento. E’ stato celebrato a Capodistria il processo nei confronti di Pečarič Ivan da Capodistria, Babič Emil e Antonio da S. Canziano, Prelog Ivan e Prelog Bogomila pure da S. Canziano, tutti imputati di commercio illecito e di correità. I primi tre del gruppo eseicitava-vano la loro losca attività da parecchi anni. I due Babič fungevano da ricettatori della merce che veniva contrabbandata in zona B dal Pečarič, facendo la spola fra Trieste e la nostra zona. Da parte loro, i due Prelog, secondo l’accusa, permettevano che i primi tre nascondessero la merce nel loro fienile. II compendio dell’attività della combriccola è così riassunto: 70kg. di tabacco, 12 biciclette, 150 kg. dt riso, 10 kg. di caffè, decine di paia di calze nylon ed un quantitativo imprecisato di articoli di largo consumo. Solamente i due Babič, in una ripresa, hanno guadagnato 150.000 dinari. L’imputata Babič Antonia ha e-sercitato anche il traffico illegale di valuta, cambiando complessivamente 200 mila dinari verso il corrispettivo di 220 mila lire. Data la entità e la complessità del materiale da esaminare, li collegio giudicante ha atteso due giorni a pronunciare la sentenza che condanna: Pečarič Ivan, Babič Emi la 6 mesi di carcere; Babič Antonio a 8 mesi con la condizionale di 2 anni, Prelog Giovanni e Bogomila a ÌO.OOO din. di multa. , tdkàt atta udaziant Da! campo delle grandi manovre dell’ Armata Popolare Jugoslava CORRISPONDENZA IN UNIFORME (Nostro serv’zio) Questo articolo e i disegni che lo accompagnano sono dovuti alla penna del collega Edo Dermit. Con lui, nostro corrispondente da Zagabria, è il secondo corrispondente che le manovre delTAPJ ci vestono in uniforme... se va di questo passo, addio i nostri servizi. Scusateci la divagazione : volevamo annunciare la prossima pubblicazione di una corrispondenza sulla conclusione delle manovre. Charles Chaplin P. M. 3678/p. f. — Settembre. La manovre militari sono una piccola guerra incruenta. Avversari, i «rossi» e gli «azzurri». Non so quale sensazione provino gli «azzurri» ad essere «azzurri». Noi. «rossi» ci sen tiamo a nostro agio nello parte di chi rintuzza le mire dell’aggressore Gli «azzurri» non scherzano però Forse per vendicarsi del disagio in cui li pone la loro parte di aggres-sore ce la mettono tutta per rende re dura la vita ai «rossi». Ce li tro viamo ogni tanto nelle retrovie, sot to forma di reparti guastatori, e due occhi delle sentinelle sono po chi per non farsi prendere di sor presa e sventare gli attacchi agli o spedaletti, ai magazzini, al parco ro tahile. Se l'attacco riesce, l’ospeda. letto viene dichiarato distrutto e noi prigionieri. E noi non ci sentiamo disposti a subire uno scacco simile. Non siamo in molti, noi della Posta Militare 3678/p. f.; ma quando alziamo le nostre cinque grandi tende-ospedale, le tende piccole per Ultimi raccolti in Vojvodina (Dal nastro corrispondente) Novi Sad — Settembre. Si terrà a giorni a Ruma, cittadina dello Srem, la celebrazione del decennale delle Brigate partigiane della Vojvodina. Migliaia di combattenti, sopravvissuti, ritorneranno per l’occasione nei luoghi che furono teatro delle loro lotte sanguinose contro gli occupaitori fascisti.e i traditori locali. Questa sarà la festa di tutto il popolo della Vojvodina, già preparato a celebrarla nel modo più solenne. Da tutte le località della regione si annuncia lo arrivo di migliaia di cittadini, desiderosi di assistere alla celebrazione che si terrà alTaerodromo dell’Unione dei paracadutisti di Ruma. L’interesse per l'avvenimento è grande, special-mente nei paesi adiacenti a questa cittadina, che diedero il maggior numero di combattenti alle brigate della Vojvodina. E’ previsto che gli ex-combattenti si accamperanno in diverse località dove ferve la preparazione per accoglieri, per ospitarli come al tempo della lotta. Nelle varie località i comitati delle celebrazioni hanno formato gruppi artistico-culturali, col compito di eseguire rappresentazioni che ricordino i giorni della Lotta di Liberazione nazionale. I comitati dell'Unione dei combattenti e dell’ Associazione degli Ufficiali di riserva organizzano anch’essi speciali rappresentazioni. * La Fiera autunnale di Novi Sad si terrà dal 4 ail’ll ottobre. I preparativi volgono alla fine. Già al 10 del corrente mese si sono chiuse le prenotazioni degli espostori, dato che lo spazio a disposizione si è in breve esaurito. In questi ultimi giorni potranno essere ammessi solo gli espositori, le imprese industriali, ad esempio, la cui attività è strettamente legata allo sviluppo dell’agricoltura. La Fiera sarà una rassegna generale deli’agricoltura nella Jugoslavia. Fra i produttori agricoli che partecipano alla Fiera il maggior numero è rappresentato dalle cooperative agricole, ma numerosi sono anche i singoli espositori. Figureranno tutti i rami dell’agricoltura; un posto saliente occuperà il bestiame da allevamento. In seguito all’esposizione del bestiame, si è giunti nella determinazione di tenere un «fie-rino» per la compravendita dei capi premiati. L’Unione cooperativi- stica della Vojvodina accorderà un credito di circa 70 milioni di dinari per consentire alle cooperative di acquetare bestiame da allevamento. Per la premiazione degli espositori-produttori agricoli, il Comitato esecutivo federale ha assegnato alla direzione della Fiera 3 milioni di dinari. Altri 1 milione 500 mila dinari sono stati offerti dalla direzione generale della «žitaprometa» (commercio granario) per la Serbia. La direzione delle Ferrovie e dei trasporti aerei hanno concesso la riduzione del 25% ai visitatori della Fiera di Novi Sad. « L’airuno economico volge alla fine e si raccolgono le ultime sementi. L’annata è stata propizia e i raccolti possono soddisfare gli agricoltori della Vojvodina. Il grano ha fruttato quanto non si vedeva da molti anni. Il taglio della canapa è già ultimato e in gran parte spedita alla lavorazione. Il raccolto medio di canapa per ettaro catastale è di 35—40 quintali. In Singole parcelle ha toccato anche 70 ql. per ettaro. I 15 ql. per ettaro dell’anno scorso erano considerati un buon risultato. E’ in corso ora la campagna per la raccolta e la lavorazione del girasole e delle barbabietole da zucchero. Essendo 11 raccolto copioso, si prevede molto lavoro per le nostre fabbriche. Lo zuccherificio di Vrbas ha già dato inizio alla nuova campagna. Il girasole darà quest’anno un raccolto che batte il record del dopoguerra. Numerosi produttori raccoglieranno 15—20 ql. di girasole per ettaro, il che corrisponde a 40—50 mila dinari per ettaro. La fabbrica oli «Domača» di Vrbas ha deciso di aiutare i coltivatori nella sgranatura del girasole, fornendo tre sgranatrici maccaniche che sono all’opera. Altre macchine entreranno in funzione a giorni. Il raccolto del girasole assicura il lavoro della fabbrica oli fino a primavera. Potranno essere così ridotte le spese di regia e aumentato il margine di utile. L’influenza sai mercato si concreterà nei ribasso deli prezzi dell’olio e dei cascami dell seme, usati come foraggio. C. VIDAKOV la truppa, quando dalla cucina si leva il fumo accompagnato da quel tal odorino simpatico, e quando col ronzio del generatori si accendono le lampadine in tutte le tende, ebbene, sembriamo una piccola città. Una piccola città di tela impermeabile che sorge còme per incanto in meno di 90 minuti, completa, pronta ad accogliere cento malati ed a curarli. Una città che sa scomparire in meno di 50 minuti, senza lasciar traccia alcuna. Ce n’è voluto però di esercizio per conseguire questi tempi! Quante sudate, quante esercitazioni, quanti al larmi di giorno e di notte, quanti carichi e scarichi di tutto il materiale (e ce n’è, parola d’onore!) sui camions e dai camions. La prima volta che ci siamo trovati davanti alla prima grande tenda impacchettata in tre grandi balle, è stato un tira e molla, un baccano, un consigliarsi a vicenda, un via vai a non finire. E la tenda, rizzata a tempo di lumaca, pareva più un aerostato mezzo agonfiato che non una tenda ospedaletto. Oggi, otto uomini la rizzano, senza scambiare una parola, in soli quindici minuti. Se tutto va bene, anche in meno. In una tenda abbiamo un apparecchio Röntgen da campo, un gioiello. La prima volta ci siamo trovati davanti alle casse metalliche che la contengono in una decina, tutti pieni di buone intenzioni e di consigli. S’è impiegato un paio d’ore a montarlo. Oggi, due persone lo montano in dieci minuti! Ed è così con tutto. Tre settimane di esercitazioni a spron battuto e ognuno di noi ha imparato a fare in silenzio, con assoluta precisione e rapidità, li lavoro al quale l’Armata l’ha destinato. E si prova tanta soddisfazione in questo. Ci si muove di notte, s’arriva a destinazione all’alba, e in un batter d’occhio, là dove c’era erba e qualche gallinella vagabonda, eccoti sorta la nostra piccolp città di tela, coi suoi laboratori, col suo ambulatorio, con la sua farmacia e con i suoi reparti candidi di lettini allineati. E nella nostra piccola città di te-la si vive come nelle città vere. Quando non si lavora, si legge, si ascoltano conversazioni sui tèmi più disparati (storia, politica, religione, cultura generale, mediciana) si assiste a proiezioni cinematografiche (un cine-volante vagabonda di reparto in reparto) a spettacoli d’arte varia. La maggior parte dei soldati del nostro reparto, a casa propria, non ha avuto nè tempo nè possibilità di assistere in un anno intero a tanti films e rappresentazioni come qui, in divisa, in poco più di un mese e mezzo. Ma c’è dell’altro che vale la pena di dire. L’atmosfera che si respira tra le file dell’Armata Jugoslava costituisce un’esperienza particolare. Gli ufficiali prima d’essere ufficiali sono compagni. La disciplina si consegue prima formando una coscienza umana e sociale, sviluppando il senso del dovere, del cameratismo e della fratellanza che non applicando misure disciplinari, E queste due caratteristiche, nuove LARTICOLOINCRIMINATO DALLA MAGISTRATURA MILITARE ITALIANA “L’armata “' 99 L’articolo che qui pubblichiamo apparve a firma Renzo Renzi su una rivista di studi cinematografici diretta da Gnido Aristarco. Il Tribunale Militare di Milano credette di ravvisare in esso il reato di vilipendio delle Forze Armate, e ordinò l’arresto dei due giornalisti. Immediatamente Si è levato un. vigoroso coro di proteste contro ques-t’ennesimo tentativo volto a soffocare la libertà di stampa. L'Associazione nazionale della Stampa italiana, l’Associazione dei Circoli del Cinema e altre associazioni culturali si sono fatti promotori di -una richiesta di scarcerazione dei due Galleghi e di un’azione intesa a portare la cosa davanti al Parlamento. Decine e decine di personalità del mondo della cultura, delle arti, della politica hanno firmato e diretto una lunga lettera di protesta al settimanale «Il Mondo». Altre mozioni di protesta Si sono avute nelle varie città. Nella lettera pubblicata dal «Mondo» si dice che l’arresto dei due giornalisti calpesta la Costituzione e richiama in vita le leggi e il malcostume fascista. Più oltre si nota che mentre si processano ingiustamente i combattenti-della Resistenza si vuole evitare la condanna di pagine infamanti come quelle della stoltezza fascista in Grecia. «La guerra contro la Grecia — è detto nelle lettera — fu una brutale guerra di aggressione, voluta dalla dittatura e non dal popolo... Che cosa si vuole dunque? Riabilitare i colpevoli di tante sciagura?» Ci duole che lo spazio non ci consenta dii pubblicare l’articolo per intero, ma il lettore potrà ugualmente rendersi conto che il collega Renzi ha una sola colpa: quella di aver detto la verità. Di film e documentari a caratte- durre di nuovo, come ai bei tempi : re militare se n’è cominciati a prò- Penne nere, Fiamme verdi, Il cai- mano del Piave, Il Piave mormorò, ecc. Naturalmente, per i produttori di questa roba, d’esercito è intoccabile, l’eroismo militare una cosa sacra in ogni modo. Tutto ciò, oltre che servire alla propaganda di una particolare politica, nasce dal concetto che la guerra è sacra perchè fatale e inevitabile nella storia degli uomini ; e quello che le appartiene non va in ogni caso discusso, perchè consacrato dal sangue dei morti: anche se la discussione potrebbe servire a evitare nuovo sangue e nuovi morti. E’ una mostruosità che vuole perpetuarsi, appagandosi di se stessa. Il sottoscritto, che ama l’accademia e ha tempo da perdere, in un simile clima, tenendo conto che l’Italia è un Paese libero e democratico, ha pensato a un film proibito, ben certo che un articolo glielo avrebbero lasciato scrivere. Il film, dedicato alla nostra occupazione in Grecia, potrebbe essere con- Dalli!'Ita »Mille,.LA LAMPADA di ALADINO-7. Mie EfFETTtVAMENTE PADRONE WVNA danna della guerra e insieme un atto di fratellanza verso un popolo come quella greco, nei confronti del quale abbiamo molti debita. Il titolo: L’armata s’agapò («s’agapò» in greco significa «ti amo»; la definizione, felicissima per la sua verità, veniva usata dalla propaganda inglese ned confronti delle nostre truppe di occupazione, tutte intente a sedurre -le donne del luogo, prese per fame). L'azione dovrebbe cominciare sui monti di Albania. Il nostro -esercito, con gravi perdite, non riesce a battere l’eroica resistenza del piccolo popolo aggredito. Il duce in persona va a dirigere le operazioni, credendo nel proprio mito. Ma non si passa. E’ storia conosciuta. Alla fine i tedeschi irrompono alle spalle dello schieramento avversario e noi ci troviamo a recitare la parte dei vincitori, senza avere vinto. La Grecia, in imo stato pauroso di fame, si appresta -a subire il regime di occupazione. Dalla -tragedia dei dei monti di Albania, al grottesco della nostra situazione di falsi vincitori, all’operetta, alla farsa. Ciò che avvenne. Accadde, infatti, che gli alti comandi, depositari dell’iniziativa di guerra (per cominciare l’operetta basterebbe musicare il dialogo sulla preparazione della campagna riportata nUn’opuscolo II bastone e la carota, attribuendo all’autore. Mussolini, la parte del tenore) cercassero di mantenere in piedi un’impalcatura imperiale che aveva -una base concreta soltanto nel prestigio militare degli alleati tedeschi e nei loro metodi terroristici. I soldati i-taliani non rispondevano; nè capivano, l’Impero, la loro parte di conquistatori. Molti giovani ufficiali-, dal canto loro, allevati dal fascismo, assistendo allo spettacolo operettistico, incapaci di rovesciare il giudizio nel senso di una condanna della guerra e delle sue delittuose ragioni storiche, attribuivano alle truppe la responsabilità di non essere alTalteÈza della «missione imperiale-». Insamma, accadde che il fante, l’artigliere, giustamente incapaci di comprendere una guerra assurda, dettero sfogo a un caratteristico istinto nazionale: il «gallismo». Gli episodi che racconteremo serviranno soltanto a documentare un poco il discorso. A Nauplia, a esempio, -presso le clittà murate di Argo e Tirinto, -partecipai a un corso per ufficiali, dove si insegnava il comportamento imperiale nei riguardi della popolazione: camminare li-n mezzo alle strade, non cedere mai il passo, non fraternizzare, avere sempre ragione. Intanto ufficiali e sòldati -andavano giorno e notte, in (Continua al prossimo nnmero) RENZO RENZI nella prassi e dei collettivi militari, estremamente progressive, creano un’atmosfera piena di comprensione, di cameratismo, di reciproco rispetto ch’é eumene incontrare altrove. Un’atmosfera che cemen. ta gli animi e gli uomini del collettivo e porta ad un alto livello il loro morale e affianca al loro spirito combattivo una coscienza civica e militare, un senso del dovere, una tiiità di farci prendere un raffreddore dormendo all’aperto al di quà del confine, in faccia alle truppe di Pella, è stata la risposta e l’unico commento dell’Armata Jugoslava al via vai in grigioverde allestito dal governo italiano alla nostra frontiera. Dopo la sfilata che coronerà la fine delle nostre manovre, rimet-teremo l’abito borghese e tornere- Edo Dermit: Ospedale da campo letizia di vita che, io credo, non ha riscontro in nessun altro esercito. Le manovre volgono alla fine. Ci siamo raccolti peT imparare a difenderci. E abbiamo imparato molto. Leggiamo sui giornali che le divisioni di Pacciardi passeggiano ai nostri confini. Abbiamo ascoltato per radio il discorso del nostro Comandante a Spalato. E la cordiale risata con cui abbiamo sottolineato la battuta del Maresciallo sull’inu- mo al nostro lavoro pieni di nuove utili esperienze e di graditi ricordi. E anche i villaggi che abbiamo attraversato si ricorderanno di noi, delle nostre tende dalla croce rossa, dei nostri medici in divisa che han-no effettuato tante visite, dato tanti consigli e distribuito tanti medicinali tra i nostri contadini. E’ per questo che la Nostra Armata si ch’ama Popolare. ______SUI NOSTRI SCHERMI_ LUCI DELLA RIBALTA di CUcutcs CUdfftUn Quando oggi si dice Chariot, Tim-magine che prima viene alla mente è il finale di tutti i films di Charles Chaplin: la piccola figura dell’eterno vagabondo che si allontana lungo una via assolata, fiancheggiata da siepi bianche di polvere. Intorno a questa figura di vagabondo, l’espressione più tipica del mondo chapliniano, durò molti anni un’accanita polemica. Apollinaire, il famoso poeta francese, -scrisse: «Io ho molto frequentato Chariot e -prego credere che egli è il solo poeta dei nostri tempi capace di contemplare la vita sotto un a-spetto costantemente coraggioso. C’è più stile nel gesto più insignificante di Chariot che in tutte le o-pere riunite di tutti gli istituti francesi e della cultura tedesca da 100 anni a questa parte». Lo scrittore Ma-urois aggiunge: «Chariot è un grande poeta arcaico». E il caustico commediografo Bernard Shaw non può che ammirarlo: «Chaplin rappresenta una specie di ridere e-speranto comunicabile ai popoli di cinque continenti, per mezzo del quale la torre di Babele non sarebbe rimasta certo incompiuta.» Altri sostennero al contrario che Chaplin sciupa «la sua giovinezza a portare in giro la sua opulenta inutilità». Alia fine André Gide tagliò corto alla polemica proclamando Chariot un artista ohe onora l’umanità. E questa definizione rimase, universalmente accettata. Di Chariot, ossia di Charles Chaplin, appare in questi giorni sui nostri schermi l’uitimo suo lavoro: «Luci della ribalta». Quanto detto sopra farebbe supporre da parte nostra un lungo discorso, e sarebbe legittimo. Ma lo spazio non ce lo consente e dovremo limitarci a dare una idea sommaria del film. «Sono 39 anni, dal 1914, che il mondo piange e ride di fronte all’eroe degli anti-eroi — scrive Rondi —■ al mite vagabondo senza affetti -nè casa, vittima generosa e rassegnata della cattiveria degli uomini. I-n «luci della ribalta» questo e-roe torna a noi nelle vesti della vittima, ma questa volta a perseguitarlo è una ineluttabilità cui ogni uomo deve soggiacere: la vecchiaia. Il «personaggio» Chaplin è infatti un vecchio clown, il signor Calvero: un giorno era stato la gioia e l’entusiasmo di tutta Londra; oggi nessun teatro 'lo vuole e al vecchio in attesa di scritture non resta altro che sognare i trionfi di un tempo. Un giorno gli capita di salvare dal suicidio una ballerina che, paralizzata alle gambe -da una malattia nervosa, dii fronte al crollo della sua carriera aveva ceduto a una crisi di disperazione e aveva aperto i rubinetti -del gas. Tutta la forza e la fiducia che ormai mancavano a lui, Calvero. la infonde alla ragazza e, poco per volta riesce a guarirla. Riconoscente, la ballerina si adopera a sua volta a rinfrancare Calvero e a sostenerlo anche quando, scritturato da un piccolo teatro, va incontro a un lugubre insuccesso. A un certo punto, anzi, i sentimenti di gratitudine e di tenerezza sembrano tramutarsi nella ragazza in un amore devoto cui Calvero, turbato all’idea di legare ai suoi capelli bianchi tanta giovinezza, tenta di sottrarsi. Lo stesso giorno in cui Ha ballerina esordisce in un importante teatro, Calvero scompare silenziosamente dalla sua vita, e, spenta ormai in lui anche la speranza di resistere al suo tramonto, si -dà per vivere a fare il cantante girovago. Per un caso fortuito, però, la ballerina torna a lui e a Calvero si presenta la possibilità di una grande «rentrée» di fronte a un pubblico d’eccezione Il vecchio clown accetta. Accetta per sè, per la sua arte? Forse, ma sopratutto accetta per la ragazza che, probabilmente, senza dirlo, e-gati. Ma perde la battaglia con la gl.-elo rivela. Accetta per dimostrare a ohi aveva avuto -da lui forza e fiducia che nel suo cuore non c’è posto per la disperazione. Vince, ma vince la battaglia con il teatro, raccogliendo nuovamente quegli applausi che da anni gli venivano negati Ma perde la -battaglia con la vita, quella che ormai, dopo la prova vinta, non gli importava più di perdere; e muore. Chaplin-Cal-vero aveva quindi un solo nemico da combattere : il tradimento. L’amore per il teatro e l’amore per una donna, due amori che il tramonto non consentiva più di realizzare, rendevano anche più drammatica l’angoscia dii una fine, l’angoscia di tutta un’intera condizione umana. Anche questa volta sconfitto, Chariot sa tuttavia darci una lezione di umanità, vincendo la battaglia della professione solo per il -bene che poteva venirne agli altri. Com’è nella sua tradizione. Esemplari di una razza inglese d'agnelli a una grande mostra a Blackpool FASCISTI SCULTURA Non meniamo scandalo dell’opinione dei fascisti sulla cultura italiana. Sono infatti note la scarsez-za di comprendonio e l’ottusità di cui diedero prova i gerarchi nel «ventennio». Solo vogliamo indicare alle autorità e alla opinione pubblica verso chi dovrebbe rivolgersi l’attenzione dei «patrioti» governativi, quando vanno in cerca di «antinazionali». Ecco un brano significativo di un corsivo del «Secolo». «Libertà per libertà, anche noi vogliamo scendere ih campo; anche noi vogliamo essere arrestati per un reato che speriamo sia presto contemplato dal Codice. Co me si reclama la libertà di poter of fendere l’esercito e il popolo it ali a no, noi vogliamo la libertà di offen dere la cosiddetta cultura e la co siddetta arte dei cosiddetti resisten zialisti, dei vari Moravia, Patti, Za vattini, De Feo, Zampa, Calaman drei, Brancati, Talarico, ecc. Vo gliamo la libertà di affermare ca tegoricamente e solennemente che tutta la produzione letteraria, artistica, cinematografica, teatrale, mu sicale di questo ultimo decennio ci fa veramente schifo e che le cana glie alle quali essa si deve, sono de gli esseri abbietti, rigurgiti di fo gne, nostalgici del più lurido putrì dume straniero, servitori sciocchi di quanti offrono una buona mancia. Va bene così?». BRANIK - AURORA 2-1 (1-1) MERITATA AFFERMAZIONE DEGLI OSPITI I RISULTATI CAMPIONATO JUGOSLAVO I. Lega BSK — Radnički 3-2 Crvena Z. — Rabotnički 3-0 Proleter — Partisan 2-3 Spartak — Dinamo 1-2 Sarajevo — Vojvodina 1-6 Hajduk — Lokomotiva 2-1 Vardar — Odred 4-0 II. LEGA Mačva — Šibenik 1-1 Budučnost — Napredak 2-0 Lovčen — Zagreb 1-1 Borac — Branik , 2-1 Železničar — Velež (rimandata) LAMPIONAIO ITALIANO Serie A Inter — Spa) 4-2 Bologna — Torino 2-0 Juventus — Fiorentina 0-0 Napoli — Atalanta 6-3 Novara — Lazio 2-1 Palermo — Legnano 3-3 Roma — Udinese 3-0 Sampdoria — Milan 2-1 Triestina — Genoa 1-1 LEGA INTERREPUBBLICANA SLOVENO-CROATA Ivladivar — Tekstilac 2-2 Quarnero — Split 2-2 Korotan — Isola 1-0 (sospesa) Sloboda — Segesta (rimandata) Slaven — Lokomotiva 3-1 Železničar — Metalac 2-2 CAMPIONATO REPUBBLICANO Girone occidentale Aurora — Branik 1-2 Železničar — Domžale 3-0 Krim — Slovan 3-1 Pir ano — Jesenice 1-0 Postojna — Odred 2-2 SOTTOLEGA Dl FIUME Nehaj — Orient 2-0 Crikvenica — Abbazia 2-0 Idroclektra — Borac 1-2 Mladost — Scoglio O. 5-1 Albona — Jedinstvo 1-2 Torpedo — Naprijed 3-2 Rudar — 3 Maggio 4-2 CENTRO CALCIO POLA Rovigno — Verteneglio 5-4 Cittanova — Umago 2-3 Dignano — Buie 1-0 Pulcini Rovigno — Verteneglio 4-1 Digano — Buie 1-1 Umiago — Cittanova 3-0 (P. f.) LA CLASSIFICA CAMPIONATO JUGOSLAVO I. Lega . Dinamo 6 5 X 0 16:4 11 Hajduk 6 5 0 1 15:7 10 Crvena Z. 6 4 2 I 11:3 10 Vojvodina 6 3 2 1 20:10 8 Spartak 6 4 0 2 11:9 8 Partizan 6 3 1 2 10:8 7 Vardar 6 2 2 2 13:10 6 B. S. K. 6 3 0 3 16:12 6 Radnički 6 1 3 2 7:7 5 Proleter 6 1 3 2 10:13 5 Rabotnički 6 I 1 4 5:22 3 Lokomotiva 6 0 2 4 5:10 2 Sarajevo 6 1 0 5 5:15 2 Odred 6 0 1 5 6:18 1 IL LEGA Zagreb 5, Veles 4, Budučnost 4, Mačva 3, Lovčen 3, Šibenik 3, Železničar 2, Branik 2, Borac 2, Napredak 0. LAMPION ATO ITALIANO Serie A Napoli 3 3 0 0 11:4 6 Internazionale 3 3 0 0 8:2 6 Fiorentina 3 2 1 0 4:1 5 Novara 3 2 1 0 6:3 5 Juventus 3 2 1 0 6:2 5 Bologna 3 2 0 1 5:4 4 Roma 3 2 0 I 7:2 4 Palermo 3 1 0 2 7:6 3 Sampdoria 3 1 1 1 4:4 3 Triestina 3 1 1 1 5:5 3 Milan 3 0 2 1 8:4 2 Legnano 2 0 1 2 5:6 2 Spai 3 1 0 2 6:9 2 Lazio 3 0 1 2 2:5 1 Torino 3 0 1 2 1:5 1 Udinese 3 0 1 2 2:7 1 Genola 3 0 1 2 2:8 1 Atalanta 3 0 0 3 4:10 0 LEGA INTERREPUBBLICANA SLOVENO-CROATA Quarnero 2 11 0 4:2 3 Slaven 2 11 0 5:3 3 Kladivar 2 0 2 0 3:3 2 železničar 2 0 2 0 3:3 2 Split 2 0 2 0 4:4 2 Tekstilac 2 0 2 0 4:4 2 Lokomotiva 2 10 1 4:5 2 Sloboda 10 1 0 2:2 1 Metalac 2 0 1 1 4:5 1 Isola 10 0 1 0:2 0 Korotan 0 0 0 0 0:0 0 Segesta 0 0 0 0 0:0 0 CAMPIONATO REPUBBLICANO Girone occidentale Pirano 3 3 0 0 9:3 6 Železničar 3 1 2 0 5:2 4 Bran'k 3 2 0 1 8:9 4 Odred B 3 1 1 1 7:6 3 Postojna 3 1 1 1 7:6 3 Jesenice 3 1 0 2 7:8 2 Krim 3 1 1 1 8:7 3 Aurora 3 1 0 2 5:6 2 Slovan 3 1 1 1 3:4 2 Domžale 3 0 0 3 2:10 0 SOTTOLEGA DI FIUME Crikvenica 3 3 0 0 11:4 6 Scoglio Olivi 3 2 0 1 6:5 4 Mladost 3 2 0 1 12:7 4 Jedinstvo 3 2 0 1 8:6 4 Rudar 3 2 0 1 10:7 4 Torpedo 3 2 0 1 6:8 4 Abbazia 3 111 9:3 3 Orient 3 0 3 0 3:3 3 Naprijed 3 10 2 8:6 2 Albona 3 10 2 5:6 2 Idroelektra 3 0 2 1 4:6 2 Borac 3 10 2 4:11 2 3 Maggio 3 0 12 8:11 1 Nehaj 3 0 12 1:13 1 AURORA: Dobrigna, Perini, Santi,n; Nicheli, Mele, V attornili ; Tut-čino'vič, Favellio, Sabadin, Valenti, Zetto. BRANIK: Peontoit, Oblak II, Pavlin, /.gubin. Črnigoj, Brajnik, Rusija, Degano, Bevčič, Oblak I, Marušič. ARBITRO: Logar di Lubiama. MARCATORI: al 16’ Favento, al 32’ e al 73’ Degano. L’Aurora ha subito 'domenica la seconda sconfitta consecutiva che non era 'certamente nelle attese e nelle previsioni dèi rproipri sostenitori. La disillusione de:i tifosi è stata però tanto più 'grande dm quanto la scialba prova sostenuta dalla squadra ea-podiut.riami, contro um avversario dii modesta levatura tecnica e rimasto esso pure 'meravigliato del proprio successo1, è Indice di una situazione che incornimela a preoccupare un pò Topjniome pubblica sportiva. Gli appassionati del calcio capodi strani, abituati nell passato ad avere dalla propria squadra ben altre soddisfazioni, sj chiedono cosa stia succedendo du casa giallo - blu in quest’inizio di campionato. Tutti ballino potuto notare infatti die, a parte la mancanza di preparazione più o meno igtiustificabile, la squadra en pod ist ri aria ha dimostrato un’insuf-fieente spirito «igoiniiisltico e una mancanza dj disciplina tanto evidenti da determinare im campo una gran confusione e apatia, deimoralizzatndo anche quegli atleti Ohe cercavano di fare coscientemente i'1 proprio dovere. II gesto aut 'asporti vo e scorretto dii Valenti, che si allontanava ostentatamente dal campo per non dare ascolto ai consigli dell’aillenatoire, è un sintomo grave idi quanto detto e non fa certamente onore allo sport nostrano. Altre considerazioni si potrebbero fare, ma non 'crediamo sia il caso di precipitare nel pessimismo. ; j i"~t £3 Concludendo con l’augurio ohe l’Aurora sappia presto risollevarsi da questo disagio iniziale e affrontare con onore ile prove «he ancora l’aittenldono, rivolgiamo ad atleti e 'dirigenti l’appello idi tuffiti gli sportivi a porre un rimedio efficace alla situazione, ricorrendo magari a qualche giovane promettente del vivaio per rianimare lo spirito agonistico della squadra. Korotan - Isola sospeso L’inconitro Koratan-Isola, disputatosi a Kranj è stato sospeso all’inizio «telila ripresa, poiché durante il riposo, parte del pubblico aveva aggredito colpendo con vari pugni in faccia e sui corpo i giocatori Mo-scolin e Deli,se. L’initervento della D. P. e dei dirigenti locali! allontanava iglii scalmanati. Ma nonostante ciò, la squadra isolana, temendo per Tiincoilumiità dei suoi componenti, ha deciso di non continuare la partita. L’iinciidente sembra abbia avuto origine da un fatto accaduto al 20 del primo tempo, quando cioè in seguito ad uno scontro con un giocatóre isolano, la mezz’ala destra Božič, del Korotan rimaneva a terra privo d; sensi. Al momento della sospensione il Korotan conduceva per una rete a zero. Molto probabilmente questo fatto auitiisp.ortivo causato sia da parte del pubblico di Kranj, che da parte degli isolani, avrà un seguito presso la commissione di gara della lega interrepubblioana. — Triestina - TRIESTINA: Nuciari, Bélloni, 'Maldini, Petagna, Ganzer, Dorigo, Valenti, Trevisan, Ispiro, Curti, Soe-rensen. GENOVA: Franzosi, Cardoni, Bec-•cattini, Corrente, Gremese, Cattaui, Dal Monte, Larsen, Pravisamo, Ben-niike, Dellpino. Arbitro: Jommi di Macerata. Spettatori 15.000 circa. Brutta partita quella dii domenica a Trieste e delusione completa dei numerosi spettatori presenti. Ma ormai gli spettatori triestini non sono più abituati, da un pò di tempo a questa parte, a vedere del bel gioco. Non sappiamo veramente quale sia stata la peggior squadra in campo, perché nessuna delle due ha fatto vedere qualcosa che somigliasse almeno da lontano al bel gioco. La Triestina ha premuto di più, ma la sua pressione non le ha fruttato che qualche arruffata mischia in area del Genova, rimasta sempre infruttuosa. L’attacco della Triestina non va, manca di scatto e velocità, sono troppo vecchi per combinare qualche cosa di buono, anche se tutti si impegnano, tuttavia non resistono a 90’ di gioco tirato. Abbiamo visto un Trevisam peggiore delle altre volte, un Curti poco 'impegnato, Valenti e Soerensen lenti a mettersi in azione. L’unico a salvarsi è stato capitan Ispiro, ohe ha fatto imbizzarrire l’esordiente Corrente, sempre superato idalTan-ziano centroattacco nei contatti diretti. Il migliore reparto della Triestina è stata la mediana, che ha disputato una onesta partita. Buoni Nuei ari e Maldini, di una linea inferiore e Bellomi il quale, assieme a Trevisan, è stato il giocatore più scorretto in campo. Di fronte ad una Triestina arrancante, il Genova non ha saputo cogliere che un pareggio. Basta questo per dare un’idea della squadra Degli ospiti bisogna dire per forza berne. Partiti con la modesta speranza di rendere dura la vita ai padroni di casa, i rossoneri idei Branik hanno saputo infondere al loro gioco energia e spirito combattivo, che hanno supplito alle deficenze tecniche d eirasaieme e, alla distanza, prevalso nettamente. Per la cronaca diremo in breve «he I’Anrora è partita discretamente 'min a coi andò più volte la rete di Pertot. Tuttavia il goal aurorimo è 'giunto appena al quarto d’ora, su calcio di punizione dal limite tirato da Pavento, a concretare un’evidente 'superiorità. Da quel momento e fino a un quarto d’ora dalla fine, quando TAurora lue cercato affannosamente, ma senza riueeinvii, di ristabilire le distanze, isi è assistito a un coat ante 'calare di tomo dei capodiàtrianii e a urna eorrisponldente 'ripresa degli ospiti, che alla mezz’ora hanno ristabilito le sorti della partita con un bel goal, di Degano. Lo stesso 'Degano, dopo un breve sprazzo offensivo auliranno agli inizi del II. tempo, ha portato a dlue le reti all-Tattivo dei propiti colori, suggellando così Fesito di un incontro privo idi qualsiasi attrattiva e povero di contenuto tecnico. L’arbitro Logar di Lubiana ha arbitrato con qualche defieenza. j. e. DIGNANO • BUIE 1-0 BUIE: Radončič, Bonetti, Pesek, Bontolin, Vukovič, Gianolla I Pe. lin, Priizan, Gianolla IL Mistrovie, V ascolto. DIGNANO, A tuie, Ronetlan, Dal-zato, lllutie, Ferro, G.iaehii, Polni, Vernier, Borei, Lonzarié, Disici. MARCATOR : Lonzarié al 34’. E’ bastata una sola rete al Dignano per assicurarsi l’intera posta a spese del Buie. E’ stala impresa facile per gli ospiti, causa i continui vuoti lasciati dalla squadra avversaria poco 'preparata e assolutamente priva idi mordente all’attacco. Il I. tempo è stato equilibrato e il Dignano ha saputo sfruttare megli» il contropiede. Nel secondo tempo, i budesi si sono lanciati all’attacco in cerca del pareggio, ohe non è venuto per l’imiprecisione dei suoi attaccanti. Di gioco non se n’è visto, ignorando le due squadre la tecnica dei passaggi e degli attacchi in linea. II Dignano, dopo la rete, si è chiuso in difesa, respingendo con sicurezza le incursioni aiwersarie. Il solo a salvarsi died locali è stato Mistrovie, giocatore di classe che non ha potuto rendere più degli altri causa la mancata collaborazione dei coimipaignii di squadra. Per gli ospiti, ha retto bene ia difesa 'H blocco. Nel primo tempo il gioco è stato alquanto equilibrato con attacchi dall luna all’altra parte. Al 34’. su azione di. contropiede, Lonizariè batteva imparabilmente Radončič, segnando coisì Tunica rete della giornata. Nella ripresa, il Buie si portava all’attacco, ma non riusciva a oltrepassare la difesa avversaria. Al 14, Mistrovie coglieva un palo a portiere battuto;- la stessa prodezza veniva ripetuta da Disio! pochi minuti dopo. Al 22’, lo stesso Disio! sparava una fucilata da sinistra a destra impegnando il portiere in una brillante parata. Poi, siino alla fine, altri attacchi dell Buie, sempre infruttuosi. Genova 1-1 ospite, piuttosto leggera nell’insieme e composta da giocatori di classe media, tranne Larsen e Beeattini che, per «lasse, sono superiori dii una spanna ai rimanenti. All’inizio nessuno credeva ad un mezzo smacco della Triestina, tanto era prepotente e sicuro il suo gioco. Firamizosi già al 3’ era costretto a chinarsi per raccogliere il primo pallone in fonldo alla propria rete. L’azione partiva da Ispiro natila metà campo del Genova. Egli, pressato da Corrente, allungava intelligentemente a Petagna, il quale, intravisto Curii ben piazzato gli poggiava il pallone sull piede. Due passi e staffilata prepotente delTargentino nel-il’anigolino alto, sulla sinistra dii Firanizosi, ohe altro non poteva se non guardare il pallone insaccarsi in rete- Su quest’azione finiva la parte più interessante della partita. Nel primo tempo, al 23’, situazione pericolosa per la porta triestina con salvataggio di piede in extremis di Nuciari. Continuava quindi la pressione d«l Genova, il quale, due minuti dopo, usufruiva di un angolo, rimasto infruttuoso. Al 26’ tirava forte Dal Monte su 'calcio di punizione dal limite. Bel tuffo di Nu-oiari che riusciva a respingere, riprendeva Larsen, ma il tiro finiva contro il palo e ai perdeva sul fondo campo. Nella ripresa, nulla idi notevole tranne la rete del pareggio, segnata al 19’ da Dal Monte, dii quale riprendeva un passaggio dii Pravisano e segnava imparabilmente da 15 metri. Cinque minuti prima della fine, in una pericolosa mischia sotto l’area genovese, Curti spingeva il pallone in rete, ma Tarhitxo annullava giustamente per carica al portiere. P. CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO _________SERIF A ---------— Sudatissima vittoria dei piranesi PIRHNO - JESENICE 1-0 ČAJKOVSKI, dei «Partizano, selezionalo «europeo» PIRANO : Fonia saro, Rosso, Sai-vestrini, Bonifacio, Doidine, Ernestini, Saintomairco, Segala, Piieruzzi, Razza, Dapretto. JESENICE : Koraniler, Gospić, Sprejic, Godec, Janežič, Gašperin, Mlakar, Hafner, Brun, Knific, Tri-plat. ARBITRO: Savino di Lubiana. La vittoria dei piranesi è stala meritatissima, sebbene il finale facesse prevedere il contrario. Ddffalti i piranesi hanno attaccato per 85 minuti consecutivi e sono riusciti a pervenire al successo solamente al 44’ della ripresa, quando sembrava che rincontro si chiudesse in parità. Gli attacchi a catena portati da 7 uomini nell’aera di Koranter, sembrava non dovessero riuscire a forzare .la muraglia difensiva dello Jesenice, i cui giocatori si sono prodigati sino all’estremo pur di chiudere rincontro in parità. I tiri di Segala, Razza, Pieiruzzi, Santomareo, Dapretto venivano bloccati o de- ■ŽŠSSS viali dn angolo d'ai bravo portiere ospite, oppure finivano a lato, radendo i montanti. Sembrava quasi ohe la porta dello Jesenice fosse stregata, quando, al 44’ veniva concesso iun calcio d’angolo. Tirava Segala, alito nel centro dell’area. Nel gruppo di giocatori ohe saltava, si faceva luce Pieru//i «he. con un preciso colpo di testa, spediva la sfera di cuoio nelTanigollino deatro della rete dii Koramter, il quale, con un gesto dii sconforto la 'raccoglieva spedendola a lceutro, quando veniva dato il segnale di chiusura. Del Parano, la squadra in blocco merita un cenno d’elogio. Di contro fra .gli ospiti, si sono distinti per la loro maiuscola prova, il popolare Knific, ed il portiere sopra citato. Il centromediano Janežič dello Jesenice ha dovuto abbandonare il icamipo all’ll’ della ripresa, avendo riportato una frattura intercostale in uno scontro con Pi e ruzzi. L’arbitraggio di Savine non è stato troppo oculla-lo, spècie nel primo tempo. ATLETICA LEGGERA Domenica mattina nello stadio «I Maggio® di Capodisltria si è svolto rincontro di atletica leggera fra la squadra delTAurota e quella della sezione atletica del gruppo «Svoboda® di Vič (Lubiana). La squadra ospite ha vinto per 14.705 puniti contro i 13.962 totalizzati daj locali, (il conteggio è stato fatto secondo la tabella svedese). Le misure ed i tempi migliori sono stati ottenuti da Zetto nel salto in lungo con metri 6215 e nei 100 metri piani con 11” 6/10. La Porro ha vinto i 100 metri piani femminili peircomremgo la 'distanza in 14”. 1 risultati tecnici: 100 m.: 1. Zelilo (A) 11,6; 2. Loigor (L) 12 — 1500 m.: 1. 'Pogačar (L) 4’ 35”, 2. Janežič 4’ 37” 8/10. — 4x100 m.: 1. »Svoboda« 48”, 2. Aurora 48”. — Sulto in alto: 1. Cernivani 1,65, 2. Škerjanc 1,55. -— Salto in lungo: 1. Zet-lo (A) 6,25, 2. Logod (L) 5,88. — Lancio del peso: 1. trance (L) 10,85, 2. Križmane id (L) 9,75. — Lancio del disco: 1. France (L) 33,09, 2. De Carli (A) 29,76. — Lancio del giavellotto: 1. France (L) 42.71. 2. Cria (A) 37,13. — Femminile 100 m.: 1. Porro (A) 14’, 2. Erman 14,4. — 4x100 femm.: 1. 'Svoboda 57,6, 2. Aurora 57,8. Rovigno - Verteneglio 5-4 CAMPIONATO JUGOSLAVO DI CALCIO l.LEGA ROVl'GNO : Braver, 'Orbanié, Garble, Privi leggio, Rannic, Brunella I, Malusà, Brunei li II, Fabris, Padli, Lesié. VEiRTEiNEGLIO : Bernardi», Spitz, Pavilešev'iić, Šajn, Fern eli ć I, Štur-man, Femetić JI, Barnaba, Gnezda I, Smiilović, Gnezda II. ARBITRO: Tomič da Pola. MARCATORI : per il Rovigno : Paoli all 13’, Brunella LI al 33’ e Falbris al 42’ del I tempo, Raunič all 12’ e Paoli al 24’ del III tempo, per ìiil Verteneglio : Gnezda Lino al 17’ del I tempo e al 32’ e a! 42’ della ripresa, Smiilović al 3’ della ripresa. Il Verteneglio ha iniziato sfortunatamente il girone di andata del Centro Calcio dii iPoila con una partita che poteva esse re anche un pareggio. Del resto, per via dei «sentito dire», li vendi di Smilovié scontavano igià in anticipo rincontro con la squadra della Manifattura tabacchi e forse questo li ha dragan- Cittanova - Istra 2-3 1 il I I A NOVA : Pintar, Zulič, Skro-petta, Radisloviič, Cucas, Sain, Pavat, Urhaz, Zulic II, Jelenič, Radin. «ISTRA»; Angelov, Bernič, Doc, Brtok, Leinarduzzi, Bose, Laschizza, C osi ovir, Lenardu&zi II, Jesenek, SmitLovich. ARBITRO : Onndič. E’ stata una partita povera per il ■gioco, per la tecnica e per combattività. Solo i locali hanno cercato di supplire con la buona volontà e la tenacia alla scarsa, se non nulla, preparazione, e avrebbero chiuso la partita con un senso di maggior soddisfazione, se un infelice arbitraggio non avesse ostacolato cd innervosito entrambe le squadre. L’Uma-go è stato al disotto delle sue solite prestazioni e per nulla ha dominato in campo, eccetto una parte del primo tempo in cui ha avuto degli spunti felici. Suo grave errore è stato quello idi adattarsi al gioco confuso degli avversari, non praticando invece un gioco più calmo, intelligente e d’assieme: infatti anche Jesen'ek, il migliore degli uma-ghesi, ha peccato di troppo personalismo. Gioco, equilibrato nel primo quarto d’ora, con azioni alterne, prima rete delTUmago per opera di Jesenek, pronta risposta del Citta-nova che pareggia con Zulič. Poi al 28’, seconda sorpresa per ,i locali ad opera di Lenardluzzi ohe, con un. fendente, batte in tempo il pur bravo portiere Pintar. I cittanove,si si protendono all’at-taoco, ed al 30’ benissimo assieme di Pavat e Zulič the, scartata ila difesa, infilano in rete: ma l’arblitro, inspiegabilmente, annullila per fuori gioco. Fischi ed urli dei tifosi che disapprovano. Ma nella ripresa i locali cercano il pareggio e sembrano dbmimare in campo, finché al 25’, su calcio d’angolo tirato da Pavat dn am assieme confuso di uomini, la palla finisce in rete, sembra però fallosamente, ad ogni modo l’arbi-trocouval id a il punto. Al 32’ fallo evidente in area del Cittanova, dove Laschizza viene gettato a terra, ma l’arbitro non riconosce. Al 33’ il portiere oittanovese, ormai battuto, cerca dii fermare una discesa personale di Laschizza, trattenendo per la mano il giocatore avversario, con il risultato di infortunarsi lui stesso, tanto da dover sospendere per alcuni minuti la partita, mentre la palla rotola in rete. L’arbitro annulla e decreta il calcio di rigore. Tira Ja.senek il quale segna l’ultimo punito ideila giornata. A titolo di cronaca, cl sentiamo in dovere di segnalare il comportamento antiispontiivo di certi tifosi nei confronti del giudice di gara, e ciò a scapito, logicamente, del buon nome della società sportiva locale. _ COMUNICATO Il Comitato Popolare Distrettuale di Capodistria, Segretariato per l’Istruzione pubblica e la cultura, avverte gli interessati che la Camera Idei commercio e quella dell’artigia-nato di Capodistria accettano le domande per l’ammissione agli esami di operaio e mastro artigiano. Informazioni più dettagliate vengono fornite dalle Camere Stesse. J Direttore LEONE FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. € JADRAN i Capodistria Pubblicazione autorinata nati portamidolli a un gioco notevolmente debole nel primo tempo e che i rovignesi non avevano difficoltà a concludere con un 3 a 1 in proprio favore. I ruvignesd, invece, partiti in velocità noi primo tempo, con- un gioco (tecnicamente ben impostato e veloce,-calavano notevolmemte di tono nella ripresa, segno evidente ideila loro mancanza di allenamento, per cui ■ vortenegliesi potevano raccorciare le distanze e avrebbero certamente raggiunto Tagognato pareggio se .ili fischio de'U’arbitro non avesse messo termine alTintercssante e cavalleresco incontro'. I rossi t a barelli n i pervrn ivano i primi alla segnatura ad opera di Paoli «he al 13’ metteva a segno di testa un ottimo passaggio. Il Verteil eglio pareggia al 17’ ad opera di Gnezda Lino «he raccoglie di testa un pallone rimbalzato da Braver che non era riuscito a trattenere un tiro di Fern elić li. Al 33’ è Brunei] i II ad aumentare le distanze con u,n lento tiro raso' terra che inspiegabilmente sfugge ail portiere verde. E’ la prima «gaffe» del portiere del Verteneglio poiché nemmeno la rete segnata da Fabris all 42’ e quella segnata da Raunič al 12’ della ripresa, erano imparabili. 11 realizzatore dèlia seconda rete verleneglie-se è Smilovié ohe raccoglie un breve passaggio di Gnezd« e insacca imparabilmente. Le altre idue retti del Verteneglio sono frutto di azioni personali di Gnezda Lino, il migliore del Verteneglio. Del Rovigno i migliori sono stati Brunella Bruno e Falbris. Impeccabile Tarbitraggio 'di Tomič. mb QUARNERO SPLIT : Jurič, M araso die, Boban, Radovnikovič I, Kirstullović, Varauo-vić, Ml adi,novic, Alujevič, Gtrubić, Bilič, Kuzmič. QUARNERO : Lovrimović, Legan, Mihovdlović, Borim. Mrvoš. Rožič, Zidarič, Živković, Kinkela, Varijen, Drakulič. ARBITRO : Mikmljam di Zagabria. MARCATORI : nel L tempo al 15’ Grabić per lo SpLb Kinlkela per il Quarnero al 36’; nel II. tempo al 7’ Kinkela per il Quarnero e al 32’ Grabić per lo Split. SPETTATORI : 2500 circa. Lo Split è riuscito a portare via un punto prezioso dallo Stadio di Camtrida, dimostrandosi superiore in linea tecnica nel I. tempo. Nella ripresa, invece, sono stati i quameri-ni ad attaccare di più, ma senza riuscire a concludere vittoriosamente una partita che nei secondi 45’ è stata tutta loro. Praticamente, gli ospiti hanno segnato due reti approfittando di altrettanti exroii della difesa quarmerina. Infatti al 16’ del I. tempo Legan avendo allungato troppo corto a Lov-rinovic, sul pallone si precipitava Grabić, che non aveva nessuna di-ficoltà a segnare. Solamente al 36 sii aveva ili pareggio del Quarnero: Živković alliunigaiva un bellissimo pallone verso il centro; su esso scattava Kinkela che, eludendo Ventrata del centromediano avversario, metteva in rete. Nella ripresa il Quarnero attaccava a valanga e al 7’, su cembro di Varijen Kinkela arrivava più in alto delle mani del portiere avversario, riuscendo in tal modo a portare la propria squadra im vantaggio. Belila parata di Lovrimoviič al 16’, ohe portava via il pallone dal piede di Alujevič e poi al 32’ il pareggio degli ospiti, scaturito da un malinteso tra Mrvoš e Legan. Era ancora Grabić ad approfittare segnando una rete capolavoro. In complesso, dei fiumani si è distinto Bozin, mentre Rožič, si è dimostrato incapace di PALLACANESTRO CAMPIONATO REGIONALE Aurora 5 5 0 225:162 10 N. Gorizia 3 2 1 90:70 4 Primorje (ritirato) Pirano 5 1 4 85:111 2 Isola (ritirato) La Dinamo sola al comando L'Oidred di Lubiana sta continuando la serie negativa, collezionando sconfitte su »confiIte, «lie non fanno certamente buon effetto sugli appassionati sostenitori e che pregiudicano la sua posizione in classifica. Domenica, in quel di Skoplje, ha lasciato i due punti con un passivo che non ammette dubbi: 4:0. Sono così quattro li punti che le squadre di Skoipllje gli haoino portato via in due domeniche. Se la direzione non penserà di correre ai ripari in tempo debito, saranno dolori che, alla fine, comporterà,uno la retrocessione nella seconda lega dell umica rappresentante della Slovenia. In testa alla classifica, intanto, le due fuggitive, Dinamo e Hajduk, stainno consolidando le loro posizioni. La Dinamo di Zagabria, Tunica squadra che mantiene ancor lo zero nella caselli a delle partite perdute, ha battuto lo Spartak in quel di Subotica. Lo scarto d’i roti è stato minimo, 2:1, ma ciò ohe conta sono i due punti ed il primo posto in classifica generale. Lo stesso valga per VHajlduk, «he è riuscito a malapena a superare la medioore Lokomotiva, grazie alla buoua prestazione della difesa, imperniala sull-IVeuropeo» Beara, il quale ha dimostrato di trovarci in uno sitato di forma splendente, per la qual cosa i selezionatori della rappresentativa auropea per Vineuntro con ITnghil- SPLIT 2-2 .ricotprire ili ruolo di mediano sinistro. Varlejin, è apparso troppo lento e Lovrtiruofvdé medioere. Degli ospiti, ottimi jil ic entro alitale o Gumbić, lala destra Mla/dinović, il terzino sinistro Boban e il portiere Juxic. 11 girone LEGA INTERREPUBBLICANA III. GIORNATA Locomotiva — Tekstilac (Z) Isola — Kladivar Tekstilac (V) — Quarnero IV. GIORNATA Kladivar —- Quarnero Locomotiva — Isola V. GIORNATA Isola — Železničar Split — Locomotiva Quarnero — Korotan VI. GIORNATA Sloboda — Quarnero Locomotiva — Tekstilac (V) Metalac — Isola VII. GIORNATA Isola — Slaven Quarnero •— Locomotiva Vili, GIORNATA Locomotiva — Korotan Železničar — Quarnero Tekstilac (Z) — Isola IN. GIORNATA Kladivar — Isola -Quarnero — Metalac Sloboda — Locomotiva X. GIORNATA Locomotiva — Kladivar Slaven — Quarnero Isola — Split XI. GIORNATA Tekstilac (V) — Isola QuarneTo — Tekstilac (Z) Železničar — Locomotiva Squadre partecipanti: 1 <• ' V Qnarnero e Locomotiva (Fiume), Kladivar (Celje), železničar (Lubiana), Metalac e Tek-stiiac (Zagabria), Sloboda e Tekstilac (Varaždin), Slaven (Borovo), Korotan (Kranj), Isola, Split (Spalato). CAMPIONATO SLOVENO Girone occidentale IV. GIORNATA Pirano — Aurora terra dovranno riflettere multo, prima di escluderlo dalla formazione. La squadra «he stupisce tintiti, tifosi e teeimoi, è però quella dell Proleter dì Osijek, «he regge molto bene il eoufrointo con le blasonale collegllo della prima lega. Molte squadre, che vanno per la maggiore, hanno dovuto chinare il capo di fronte ai pivelli, li quali domenica stavano per combinarne un’altra delle grosse a Belgrado nell' incontro con il Partizan. Alla fine del primo tempo, lil Proleter si trovava in vantaggio per 2:1. Soltanto la classe dii Bobek e compagni ha potuto rovesciare il risultato della partita negli ultimi minuti dii gioco. Comunque, malgrado ]a sconfitta, il Proleter è uscito dal campo a testa alta/ sicuro di fare una più che onorevole figura nel campionato in corso. Il Sarajevo è un’altra delle squadre «he stanino facendo a gara con 'l’Odred di Lubiana nel far ammattire i propri tifosi. Dopo la lidia figura fatta nel campionato passato, tutti ®i aspettavano dalla squadra di Sarajevo belle prestazioni, ed una posizione almeno al eeailro delia classifica. Invece “domani,calmenre piovono sconfitte disastrose, sia in casa «he in trasferta. Domenica è stata la volta della Vojvodina che, a Sarajevo, è ,riuscita addirittura a surclassare la smarrita compagine locale, infilandole la bellezza di sei reti, che da sole bastano a dimostrare la grave crisi in cui essa si dibatte attualmente. Nella stracittà,dina belgradese, il BSK si è 'imposto per il rotto della cuffia contro un Radnički quanto mai aggressivo e pieno di brio. La Crvena zvezda ha regolato, con un secco 3:0, il Rabotnički, squadra «he dovrà lottare streoiuamenie, se vorrà salvarsi dalla retrocessi,mn. S. d’andata V. GIORNATA Aurora — Jesenice Postojna — Pirano, VI. GIORNATA Pirano —Železničar (N. G.) Aurora — Postojna VII. GIORNATA Železničar (N. G.) — Aurora Krim — Pirano Vili. GIORNATA Pirano — Slovan Aurora — Krim IX. GIORNATA Slovìan — Aurora Domžale — Pirano Squadre partecipanti: Krim e Slovan (Lubiana), Branik e železničar (Nuova Gorizia), Aurora (Capodistria), Pirano, Postojna, Gregorčič (Je-senice), Domžale. L’Odred B (Lubiana) partecipa in qualità di ospite. VESEL1N PETROVIČ campione jugoslavo di ciclismo