ANNO Vili. Capodistria, 1 Aprile 1874. N. 7. LA PROVINCIA giornale degli interessi civili, economici, amministrativi DELL' ISTRIA, ed organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Atti ufficiali della Società agraria istriana. Due istrumenti indispensabili all' Agricoltore. Diciamo due istrumenti indispensabili, che l'aggiungere per terzo il termometro sarebbe caso d'offendere la suscettibilità dell' agricoltore, non mancando Bai esso.jn nessuna casa colonica. Tacciamo adunque sull' opportunità di questo terzo arnese, che crediamo loto urbi et orbi per parlare con maggior comodo del barometro e dell'igrometro. Oh! quanto foraggio ammulfa nel prato, quante ^ranelle deteriorano sull'aia, quant'uva si impregna l'acqua, quante operazioni campestri son lasciate in •abbandono pel sopraggiungere di una imminente ed ^aspettata pioggia, lungi d'essere stata preveduta dal coltivatore. E questi due accennati istrumenti hanno per l'appunto lo scopo di tenerci sul chi va là ogni jualvoUa alcun contratempo intende succedere. È bensì vero, che il pallido color del sole, la »randezza sua apparentemente maggiore, lo schiamaz-are e l'insolito razzolare affaccendato delle galline, il iquefarsi del sale, il gonfiarsi del legno delle imposte Iella casa, e tante altre cose di simil fatta s'inter-iretano per buoni indizi di imminente pioggia ; è bensì lero, che il sole piccolo brillante e che volge al suo [amonto a cielo affatto sereno, l'azzurro cupo del ielo, le bianche nubi semplici a leggerissimi strati, J altri indizi si ritengono per segnali di bel tempo, la in pratica risultano spesso bugiarde tali indicami; gli è quindi mestieri ricorrere a più veritieri rasi portati dalle avanzate sentinelle di messer Giove ìuvio o dell' illustre Febo. Il barometro può fare da 'itinella prima, ed a questa di scorta può stare assai ene l'igrometro. 11 barometro però anzi che essere diviso in tempo ariabile, bello, cattivo, procelloso ecc., dovrebbe avere na divisione su scala metrica, dopo d' aver conosciuta Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. la vera altezza del luogo in cui verrà posto l'istru-meuto, perchè il punto medio, o vario, varia nei diversi luoghi della terra, ed a seconda della sua elevazione dal livello del mare. — Il vero metodo da seguirsi nelle osservazioni barometriche per predire con probabilità il cambiamento di tempo consiste nel-l'osservare, se il mercurio sale o scende dal punto nel quale prima trovavasi anche di una o due sole linee o millimetri. Se sale, le probabilità stanno tutte per il bel tempo, se discende • inclina a piovere. Ma come mai questo salire e discendere a seconda del .tempo, della colonna a mercurio? In due parole la debita spiegazione. Sale quando l'aria secca, povera di vapori acquei per maggior peso preme sulla colonna barometrica, scende al contrario quando l'aria è pregna di umidità, e più leggera quindi, esercita poca pressione sulla stessa colonna. Noti però 1' agricoltore che le indicazioni sono puramente probabili e non mai certe, perchè trovandosi il barometro immerso nell'immenso mare atmosferico non dinota soltanto le variazioni dello strato d'aria, entro cui si compiono le perturbazioni atmosferiche, ma benanche quelle degli strati superiori. Alla superficie terrestre può regnare la massima calma a modo di esempio, ed in altissime regioni l'uragauo, ed il barometro subirà un forte abbassamento inconcepibile a taluno che tutto attorno è circondato da un giorno tranquillo e sereno. — La colonna barometrica inoltre subisce delle elevazioni e depressioni diurne che variano col cambiar di stagione; sono però sempre minime e non mai da confondersi colle variazioni che dinotano i cangiamenti meteorologici. — Da quanto si è detto, se esatte non posson tornare sempre le indicazioni avute dall' istrumento in questione, possono però sempre riescire più probabili che quelle date dalle semplici vulgari conghietture. E tanto più probabili poi risulteranno le osservazioni fatte, quando queste si metteranno in perfetto accordo coi principali pronostici del luogo e coi vari gradi di umidità segnati dall' igrometro, del quale vogliamo ora dire due parole. L'Igrometro segna in modo relativo non assoluto (che l'umidità del terreno può influire sull'istru- mento) la maggiore o minore umidità atmosferici, ed è basato sulla proprietà che hanno alcune materie organiche di allungarsi o dilatarsi più o meno, secondo il grado di umidità dell'aria stessa. Il frate cappuccino che si copre il capo quando havvi molto umido e che lo scopre quando 1' umidità è leggera, è specie d'igrometro abbastanza noto. — Il migliore forse è l'igrometro Saussure, che consta di un capello spoglio d'ogni untuosità appeso verticalmente pel suo capo superiore, e più basso avviluppato su di una puleggia, col capo inferiore gravato di un piccolo peso che serve a tenerlo teso. Generalmente viene diviso in 100 gradi, ritenendo per cento la massima umidità e zero la massima secchezza. È evidente, che segnando l'igrometro relativamente la maggiore o minore umidità atmosferica, può dare indizi relativi di sole e di acqua.— Vi sono però alcune osservazioni a fare su questo proposito, ma temendo di renderci importuni al lettore le tralasciamo, e terminiamo col raccomandare all' agronomo quelle serie considerazioni che ben possono meritarsi due strumenti indispensabili pel miglior indirizzo delle campestri operazioni. COKRISFOJTDEIiZE. Pisino 23 Marzo 1874. Convenendo in tutto quello che si voglia desumere dall' articolo di Pisino firmato Dr. C. inserito nel precedente numero della Provincia, credo che, prescindendo dai dati statistici, dalla logica delle cifre e relative operazioni di contabilità, si possa fare un'osservazione dal punto di vista tutto pratico, ed alle corte, aggiungere che col sistema attuale nelle scuole popolari i nostri figli non solo poco profittano, ma che corrono rischio di perdere anche 1' attitudine allo studio ; imperciocché 1' insegnamento superficiale e molteplice come viene impartito nelle medesime, col-1' intento di svegliare 1' intelletto, può bensì creare, perchè facile e vario, ma distoglie dall' applicazione, e dal farsi propri quegli elementi, indispensabili a costituire la base d' ogni ben condotta istruzione scolastica. Se il sistema d' insegnamento usato in addietro parve troppo semplice, e troppo lenta quella graduale istruzione, per cui un fanciullo fatte le prime quattro classi poteva tutt' al più sortire uua buona calligrafia, speditezza nelle quattro operazioni aritmetiche ; afferrare un concetto, ed esprimerlo grammaticalmente ; e se ciò venne ritenuto troppo poco per un dabben popolano, agricoltore od artigiano, onde si volle aggiungere qui due classi ed altrove quattro, affinchè i giovinetti non destinati a proseguire gli studi, apprendano nelle popolari anche un po' di geografia, di storiale che so io; niente di meglio, quando però avesse luogo cotest' istruzione dopo la quarta classe in su. Ma un fauciullo, parmi, avrà fatto quanto si possa pretendere da lui. se nelle prime quattro classi avrà appreso bene calligrafia, che vuole lungo esercizio : aritmetica, che richiede molta applicazione; e grammatica, che in quell' età è studio difficile, di cui anzi alcune parti, come sarebbero le conjugazioni, doversi apprenderle di tutto peso a memoria. Magari non solo gli artigiani, ma che tutte le persone più civili avessero eminenza in queste tre materie almeno. Io credo che 1' orario sia scarso di ore di calligrafia, perchè non si vedono belle scritture, a meno che il fanciullo non venga raddrizzato allo scrittoio del proprio padre. E sì che molti giovani di poco talento vanno debitori dell'impiego che potettero ottenere, alla buona calligrafia soltanto. La calligrafia è forse ritenuta un esercizio troppo materiale ora che 1' insegnamento è tutto intuitivo, scientifico e, relativamente all' età dei fanciulli, astratto. E per eccesso di logica si rese più difficile persino 1' abbaco ; il quale deve essere saputo a scatto di molla, e perciò imparato papagalmente e senza riflessione ; quindi nel modo più semplice, come è stampato nelle tabelle tedesche, proferendo prima la cifra minore poi la maggiore, ma non lo si permette: perchè dato caso che un tordo costi otto soldi e si voglia sapere quanto ne costino tre, devesi dire tre volte otto, ma se invece fossero merli a tre soldi 1' uno, per sapere quanto costino otto, devesi dire otto volte tre, col quale metodo logico le poste vengono raddoppiate a maggior rompicapo del fanciullo. Non accagiono i maestri affatto, da essi non dipende nè 1' orario nè il sistema ; anzi più d' uno, onesto e non presuntuoso, sarà martire a spiegare in buona coscienza ai ragazzi di terza, dell' età di otto ai nove anni, il caos contenuto nel libro di lettura, dove di storia naturale, di fisica e perfino di chimica e d' astronomia, ce n' è d' avanzo pei maestri stessi. E uon mi meraviglierei se qualch9 maestro per far j buona figura fosse costretto della scuola fare uu apparato da commedia. Ne mi meraviglio che molti genitori al vedere i fanciulli così di scienza infarinati,' se ne compiacciano : sono gente che mandano i loròj figli in iscuola, come mandasi materia greggia in fabbrica ; ma non posso capacitarmi delle persone di proposito, che chiamino responsabili i maestri se i fanciulli, posto che pizzicano di tutto lo scibile, non sappiano a bella prima e tutto e bene ; che se vi souo dei rari talenti precoci, e possano riuscire a bene per cura speciale della famiglia e dei precettori, ciò non è sì facile nelle scuole pubbliche ove 1' istruzione nou può impartirsi che a stregua. In fatto di organamento scolastico abbiamo qui a Pisino un ottimo provvedimento nell' amuf di corso preparatorio ; cioè quella classe stata intercalata tra la scuola popolare ed il ginnasio, e che molti erroneamente ritenevano essere una classe di soprappiù e quindi un anno perduto. Ma 1' anno non va perduto perchè in vece di fare la quarta popolare, si passa dalla terza nell' anno preparatorio e da questo nella prima ginnasiale ; e in questa scuola preparatoria i giovanetti ottengono l'istradamento necessario pello studio ginnasiale, nonché di lingua tedesca essendo questo ginnasio italiano-tedesco. Ma se anche scuole popolari e ginnasio fossero d' istessa lingua d' insegnamento andrebbe raccomandato il corso preparatorio, imperciocché il fanciullo che vuol proseguire-gli studi anzi che passare l'anno nella quarta e distrarsi con acquisire ogni sorta nozioni superficialmente, va nel corso preparatorio ad istruirsi per beue, soltanto in quelle poche materie che servono di base agli studi ginnasiali. E chi ritiene necessaria la conoscenza della lingua tedesca e conosca la grande difficoltà di apprenderla, converrà pure, che se nella terza classe popolare si possa arrivare a far che il fanciullo la sappia leggere e che nella quarta, di costa alle materie prescritte, se ne possa ben poco toccare la grammatica, converrà iella necessità di passare nel corso preparatorio dove l'istruzione della lingua tedesca prende la debita iniziativa. Per tali riflessi non è inverosimile che qui d'ora innanzi non saranno frequentate che le tre prime classi della scuola popolare, non essendo questa città abbastanza popolosa a dar tanti scolari, di cui sieno già predestinati taluni a continuare gli studi ed litri a passare nei mestieri ; sicché i pochi scolari del luogo stesso, fidando nei parenti o nella provvidenza, nella speranza se non altro a diventar preti, passeranno tutti nel corso preparatorio e nel ginnasio, dove per mal che vada, dopo tre anni compita 1' età d'obbligo, si ritireranno ad altre occupazioni. Quando ogni giusta osservazione su quest' argomento trovasse eco appresso tutte le persone colte della provincia, è certo che ciò ravviverebbe la richiesta energia di carattere di chi è preposto all' a-zienda scolastica, per approvare ed ordinare il meglic. Ci siamo procurati da un egregio nostro amico comprovinciale le seguenti notizie intorno ad una associazione per assicurare il bestiame bovino, la quale da molti anni funziona nel Comune di Valle, dove ha portati e porta ogni giorno grandissimi bena-fizii. Pur troppo nella nostra provincia, in più luoghi si lamentano furti e danni negli animali ; serva d'e-sempio ciò che hanno saputo fare i bravi possidenti di Valle ed applicando quanto la esperienza ha dimostrato di pratica utilità e correggendo a seconda delle condizioni locali e migliorando anche, quando si sappia, si dia vita a simili associazioni, nelle quali si potrebbe comprendere ogni sorta di animali ed assicurarli anche contro le epizoozie. I benefizii di taìi associazioni si estendono oltre a quelli che formano il preciso scopo dell'associazione stessa, cioè il rendere meno sensibili le perdite. Col mutuo aiuto, con la vigilanza di tutti, ciascuno pel proprio interesse, estesa agli interessi di tutti, si sviluppa il principio del rispetto alla proprietà altrui e si apre la via a quelli scambievoli aiuti, senza i quali non è possibile la vita sociale, la civiltà, e che pur troppo in molte delle nostre campagne sono assai poco esercitati. Valle, Febbraio 1874, I furti d' animali grossi in questo comune erano da tempi antichissimi all'ordine del giorno; ne assicurano i lamenti continui che facevano questi cittadini ai Rappresentanti la Repubblica Veneta, i Podestà, per implorare un provvedimento a tanto male, che gettava in avvilimento l'agricoltura con danno immenso di tutto il paese. Questi furti ed i conseguenti lamenti si trovano registrati nel così detto Libro Causila, che si conserva in questo Archivio comu-aale. Nè col cambiare il governo si è migliorata la condizione triste in tale proposito, cbè in causa della limitrofa Roveria, frazione del comune di Dignano, abitata da famigerati ladri, in ogni anno si potevano calcolare a 20 e più i capi d' animali grossi rubati. Per venire in aiuto ai poveri danneggiati e metterli in condizione di potersi provvedere d'altri animali in caso avessero a sopportare qualche furto, fin dall'anno 1856 si e costituita un' associazione in via di esperimento, la quale pagava al danneggiato un importo di fior. 60 per ogni animale mancato, che in seguito ed ancora al presente venne elevato a fior. 80, considerato l'aumentato valore di questi animali. Fatto buona prova questa associazione essa si è definitivamente costituita nell' anno 1860 con formale contratto, di cui unisco un esemplare, contando 85 membri attivi, e 184 capi d'animali assicurati. D'allora in poi andò sempre decrescendo i furti di questi preziosi e costosi animali che al presente si può dire cessarono affatto per le attive ricerche cho vengono fatte dei membri componenti la mutua, che di caso in caso di furto, divisi come sono in otto squadre di dieci uomini ciascuna, praticano, anche con lunghi viaggi, le più accurate indagini per ricuperare 1' animale rubato e scoprire gli autori del furto. Se queste ricerche nou- conducono a buon risultato, allora soltanto il Direttore della Società paga l'indennizzo di fior. 80 stabiliti per ogni bove. _ Simile associazione esiste anche in Rovigno, e per i molti socj che la compongono è divisa in due sezioni con differenti Direttori, ma con eguali statuti. Queste associazioni oltreché essere benefiche ed eminentemente patriotiche tolgono ai male intenzionati il barbaro piacere della vendetta, poiché il danneggiato non risente in fin dei conti quel danno che il suo nemico vorrebbe infliggergli col rubargli un bove. Se simili associazioni si estendessero in tutta la Provincia, ne deriverebbe sommo vantaggio ai possidenti agricoli, stantechè oltre ai furti vengono compresi gli animali mancanti per malattia. Faccio voti perchè ciò avvenga. Contratto di Società. Ad oggetto di assicurare la proprietà dei bovi da lavoro, e così togliere possibilmente, od almeno minorare i danni che provengono da rubameuti, taglio dei medesimi, o pericolati per cagione d'incendio, li sottoscritti d'unanime consenso sono divenuti a formare una società di assicurazione dei bovi da lavoro verso le seguenti : Condizioni : Art. 1. La società assicura i danni cagionati da ruba-menti dei bovi da lavoro, taglio dei medesimi o periti per ragione d'incendio. Se il bue sarà tagliato sopra il fondo altrui, la Società non si assume il pagamento del danno. All'incontro si assume l'obbligo del pagamento del danno se il bue assicurato sarà abbruciato tanto nella propria stalla o tugurio del proprietario, che nella stalla o tugurio di altrui proprietà. Art. 2. Entrano a formar parte della presente Società tutti li possidenti di bovi da lavoro domiciliati nel comune di Valle. Chiunque entra in questa Società è tenuto di pagare al primo momento che effettuerà l'assicurazione dei propri bovi da lavoro l'importo di soldi 60. V. A. Art 3. L'assicurazione diviene valevole appena dopo effettuato il pagamento del primo premio stabilito all' art. 2. Art. 4. Il pagamento del danno per la mancanza di un bue assicurato, come dispone 1' art. 2. viene stabilito in fiorini sessanta V. A. Art. 5. Ogni qualvolta mancherà un bue assicurato, la corrisponsione del premio da pagarsi per formare il fondo necessario a sopperire tutte le spese sarà determinata dietro riparto che verrà verificato giusto la somma da pagarsi. Il direttore della Società è tenuto di comunicare il risultato del riparto alli Capi-Squadra, perchè rendano consapevoli tutti li Soci loro subalterni per il pagamento della t^uota ad ognuno toccata. Il tempo stabilito per il pagamento delle rispettive quote è fissato di 15 giorni, da computarsi dal giorno della vocale intimazione. Trascorso un tal termine, l'assicurato decaderà dal beneficio del risarcimento. Art. 6. Chi si fa assicurare e chi perciò vuol entrare nella Società deve indicare il numero dei bovi da lavoro, i quali per essere assicurati dovranno avere 1' età di anni quattro compiuti e non altrimenti. Art. 7. Tutti li bovi assicurati dovranno essere bollati sopra tutte due le corna alla presenza di uno dei Capi della società e ciò con le iniziali B. G. (Beato Giuliano) e mancando di ciò eseguire il socio decaderà dal benefizio del risarcimento stabilito dalla Società. Art. 8. La Società terrà un Registro in cui saranno tenuti in evidenza tutti i Soci, coli'indicazione del numero dei bovi assicurati, e dei premi soddisfatti a seconda delle esigenze e ciò a garanzia della Società per l'adempimento dei vicendevoli obblighi assuntisi. Art. 9. Nel caso di rubamento di qualche bue 1' assicurato è tenuto : a) Di avvertire il Direttore della società entro 24 ore dell'avvenuta mancanza, ed omettendo di ciò fare decaderà dal benefizio del risarcimento. b) D'insinuare entro tre giorni la propria denuuzia presso il competente Tribunale. Art. 10. Tosto che sarà fatta al direttore della Società la denuncia del rubamento di un bue, il medesimo è obbligato di tosto rendere avvertiti li Capi - Squadra, affinchè dai medesimi venga disposto 1' opportuno pel rintracciamento del bue rubato. Le giornate da dedicarsi a questo oggetto verranno determinate dai medesimi Capi - Squadra. Art. 11. Ogni socio è obbligato di concorrere al rintracciamento del bue rubato a seconda che gli verrà ordinato dal rispettivo Capo-Squadra, e mancando di ciò fare pagherà ogui volta fiorini uno V. A. a titolo di multa. Mancando al pagamento della multa sarà escluso dalla Società. In caso di provata malattia sarà dispensato dall' intervenire al rintracciamento del bue rubato, esibendo al direttore un certificato medico, il quale potrà essere eseguito dal medico anche vocalmente. Art. 12. Perindo qualche bue o per essere stato tagliato, o per cagione d'incendio, il socio danneggiato dovrà rendere avvertito tosto il Direttore della Società, il quale in unione a due soci, si recheranno a riconoscere il bue danneggiato a garanzia della Società. È pure obbligo del danneggiato anche in questi casi, d'insinuare la propria denunzia presso il competente tribunale per le debite investigazioni. Anche in caso di rubamento il Direttore coi due Soci si recheranno ad assicurarsi sulla mancanza effettiva dal bove assicurato. Art. 13, Avvenendo in qualunque degli accennati casi di mancanza e danneggiamento di un bove, di ricuperare qualche parte della carne del medesimo, questa sarà vrnduta, ed il ricavato netto qualunque della medesima, o passerà nella cassa della Società o sarà rilasciato al proprietario del bove e calcolato nella somma di risarcimento, oppure sarà ripartita la carne stessa in frà li soci tutti, e ciò come sarà giudicato opportuno dal Direttore e dalli Capi-Squadra della Società riuniti. Art. 14. Insorgendo contese fra l'assicurato e la Società ed occorrendo intraprendere viaggi, scritturazioni per conto della medesima; come pure le mancie che verranno pagate per ottenere indizj per lo scoprimento del bue, e dell' autore del furto o del danno altrimenti cagionato, le spese tutte saranno sostenute dalla Società. Art. 15. Nel caso che qualcuno dei socj (il che si vuol sperare non succederà) avesse da far rubare il bue o buoi assicurati, oppure tarli abbruciare o tagliare, come pure nel caso che egli stesso furtivamente li vendesse, ovvero li tagliasse, e che ciò venisse scoperto e constatato ; oltre di essere escluso dalla Società si obbliga di pagare fiorini cento V. A. a titolo di multa. Art. 16. Il pagamento del danno seguirà in Valuta cor- rente con fiorini sessanta, giusta il disposto dell'art. 4, otto giorni dopo mancato il bue, o altrimenti perito, come accenna l'art. 1, ; che il Cassiere effettuerà verso esibizione di regolare quietanza. L' obbligo al pagamento non ha luogo avanti questa epoca. Art. 17. Tutti li diritti, e pretese che vantar potesse ] 1' assicurato in confronto del danneggiante per un risarcimento in caso che si venisse a scoprire in qualunque tempo, e sussistendo la Società, questi passeranno alla Società medesima. Art, 18. Lette le presenti condizioni a tutti li socj pre- ; senti, i quali le riconoscono adattate a regolare i doveri reciproci della Società instituita, si obbligano all' inalterabile osservanza delle medesime, firmando per ciò il presente contratto di Società alla presenza delli pur sottoscritti testimoni. Art. 19. Aggregandosi in seguito altri socj, verranno ai medesimi lette le presenti condizioni e firmeranno pure il pre- i sente contratto alla presenza di due testimoni. Art. 20. Essendo tutti li socj interessati per l'esatto adempimento delle presenti condizioni viene stabilito che ognuno dei medesimi è obbligato a vigilare, affinchè non vengano in alcun punto trasgredite, e ciò a garanzia della Società. Valle 7 Dicembre 1860. Tomaso Bembo, primo firmato ; seguono 86 firme. Per compiacere al desiderio manifestato da parecchi interessati possidenti nella valle del Cornalunga, pubblichiamo per intiero il progetto di legge, accolto dalla Dieta Provinciale nella seduta 15 Dicembre p. p. Progetto di legge. dei......... concernente la regolazione del torrente Cornalunga, detto anche Fiumicino, ed il conseguente prosciugamento della vallata da esso percorsa, posta nel Comune locale di Capodistria, ed in parte nel Comune locale di Paugnano, esposta a periodiche innondazioni. Sopra proposta della Dieta provinciale del Mio Margraviato d'Istria trovo di ordinare quanto segue: 1. La regolazione del torrente Cornalunga, detto anche Fiumicino, ed il conseguente prosciugamento della vallata da esso percorsa, posta nel Comune locale di Capodistria, ed in parte nel Comune locale di Paugnano, esposta a periodiche inondazioni, viene dichiarato oggetto d'interesse provinciale. 2. Dovrassi per conseguenza all'uopo formare un consorzio di possidenti, ai quali quest' opera riesce di considerevole utilità, o di difesa contro considerevole danno. 3. Tale opera, sarà eseguita in base al progetto 6 Maggio 1853 N. 708, fatto compilare dalla Podesteria di Capodistria, salvo le modificazioni eventualmente da introdurvisi d' accordo coli' i. r. Ministero d' Agricoltura. I lavori indicati nel progetto saranno da eseguirsi entro il periodo di tre anni, decombile dalla entrata in attività della presente legge. 5. Le spese per questi lavori, in quanto non venissero coperte da fondi pubblici, saranno sopportate dai possidenti interessati, ripartendone su di essi il pagamento in tre successive rate annuali. 6. La misura di concorrenza degl'interessati nelle dette spese verrà stabilita a sensi di quanto prescrive il § 63 della legge provinciale 28 Agosto 1870 sul-l'uso e la condotta delle acque, e delle opere di difesa contro le stesse. Notizie e documenti per la conoscenza delle cose istriane. Una lettera, dell' Aretino e «lue Consulti di Fra Paolo. "A. M. Luigi di Prato d'Istria,,. "Cosi mi è stato caro lo intendere, cbe 1'ufficio da me fatto con il Reverendiss. Legato in sodisfattio-ne dei Reverendi canonici di Pirano vostri compagni; come mi è piaciuto il presente dei frutti mandatimi a casa per due servitori del Cavalier' Rota compar' mio amorevole et padron' Vostro amicabile. Ho sospirato in vece di rallegrarmi nel vedere con che cuore buono mi havete et presentato, et scritto, honne sospirato dico, peroche tosto cb' io vidi il dono abondante et delle pesche, et dei moscatelli, et dei sali, corsemi il pensiero all'avaritia de i ricchi prelati, la quale si lascia vincere di cortesia dalla gentilezza d' un povero chierico pieno di quella carità religiosa di che eglino cotanto se ne dimostrano voti. Hora io goderò de le cose che meco ha compartito la liberalità di voi con il proprio piacere con cui son' certo che desiderate ch'io goda, con patto però che occorrendo che l'opra mia possa giovarvi in alcun' luogo, di lei disponiate nel modo che disporreste di voi medesimo. Et con il raccomandar me, che son' tutto loro, al resto de gli altri socij vostri, prego Iddio che vi conservi sano : et a me dia gratia di servirlo,,. "Di Agosto in Vinetia 1545,,. "Serenissimo Prencipe„ "Sopra quanto viene scritto da Capo d'Histria in lettere delli 13 Settembre et 7 Ottobre in materia del Collegio che Giesuiti fondano in Trieste, et del Seminario che quei di Capo d'Histria desiderano veder perfettionato in quella Città, diremo riverentemente che il Memoriale d' i cittadini di Capod' Histria non è scritto da persona che sia intendente di tal materia : essi ricorrono a Vostra Serenità per effettuar quello che tocca al Vescovo, et alli Preti loro. Ha commesso il Concilio di Trento ad ogni Vescovo di erriger almeno un Seminario nella sua Città, et datogli facoltà di tassar tutti li beneficij della Diocesi di qual si voglia qualità di quel tauto che si vegga esser necessario per le spese di esso; et di poterli unire li beneficij semplici della Diocesi per il tempo che vacheranno: et dove le Diocesi siano povere, ha dato similmente facoltà al Metropolitano con due delli Suffraganei di erriger un solo Seminario commune a più Città; per il che non appare che cosa possino desiderare le supplicanti da Vostra Serenità: hanno il Vescovo, che può fare la errettione, et la compartita della portione sopra i beneficij per farli la entrata, et che può anco applicare li beneficij intieri a quest' opera : et hanno il Patriarca d' Aquileja che bisognando può stabilirne uno commune a più Città d'Histria, se una non può supplir a quella spesa: per il che di auttorità per erriger il Seminario, et per applicarvi entrata non hanno bisogno. Ma se la Diocesi è così povera che non lo possi fare, et se anco le altre Città sono inhabili a questo, altra strada non si vede di supplire : Imperochè 1' applicarvi beneficij d'altre Diocesi non può farlo se non il Papa; et li Vescovi di altre Diocesi faranno sempre instanza, che il beneficio sia più tosto applicato al Seminario proprio ; onde le difficoltà sarebbono insuperabili. Il meglio di tutto sarebbe che il Vescovo di Capo d' Histria dasse principio facendo la compartita ; et se non può far un Seminario grande ne facesse una di poco numero ; se non può fabricare, pigliasse Casa ad' affitto, overo gli dasse parte del Vescovato per modo di provisione, che F opera principiata col tempo potrebbe ricever aumento. Quanto al Collegio di Trieste si vede che Giesuiti insidiano à questo Dominio col circondarlo de Collegij loro, ne hanno erretto uno in_____ hora se ne fonda uno in Trieste, et uno in Goritia, et à questo di Goritia più conviene tener l'occhio fisso per le cose del Friuli : Et il far osservar le persone che si metteranno in quei Collegij, et non li scordar mai di ben attender a tutte le operationi loro, sarà cosa necessaria per ovviare a tutte le insidie che saranno tramate. Qibì di Capo d'Histria non possono temere che li poveri vadano a Trieste, che Giesuiti non hanno tanta carità ; quei che hanno il modo potrebbero contribuir al Seminario di Capo d' Histria quello che spenderebbero in Trieste, et così aiuttar la fondatione di quello, il che è quanto habbiamo saputo raccordare in questa materia, essequendo il commandamento di Vostra Serenità, Gratie,,. Humiliss.i et Devotiss.i Servi E. PAULO di Vinetia Servilio Treo kr. consultor in iure. 30 Ottobre 1620.; (Continua). NOTIZIE. Festa pei* il centenario della nascita di ^Domenico Rossetti in Trieste. — Siamo tutti una sola famiglia, e quindi una festa in Trieste è una festa in casa, per cui avevamo diritto ed anche obbligo d'intervenirvi, anche non invitati. — Contro questo solennizzamento del centenario di Rossetti avevamo udito farsi obbiezioni; ma, ci sembra, non giustamente, che i passati vanno giudicati sotto le condizioni di vita dei loro tempi. Quando un uomo allora che visse si presentò patriotta coscienzioso, e s'adoperò per il bene della sua città nella misura acconsentita nella sua epoca, egli, come ebbe diritto alla gratitudine dei suoi contemporanei, ha diritto alla gra-titudiue pure dei posteri. E crediamo non s'abbia a lesinare nella ricompensa, crediamo non s'abbia dovere di proporzionare il ricordo strettamente alla grandezza dei meriti, e non anche al di là. Tributare pubblica onoranza ai morti che abbiano lasciato esempio di vita onorata ed operosa, non può essere che scuola di virtù per i viventi, e tra noi. dolorosamente, uon c' è tanta abbondanza di grandezze morte, uè di vive, che s' abbia a temere un imbarazzo di monumenti alla loro memoria. Ad ogni modo era tempo, era necessità che si dedicasse un momento ad un' illustre individualità paesana, dopo i parecchi monumenti eretti a gente straniera. E il modo della festa fu degno di Trieste. Con gentile pensiero fu decretato che il monumento ad onoranza di Rossetti verrebbe eretto diuanzi al giardino del suo nome, già a lui tanto caro. Per il giorno della solennità venne innalzata in quel luogo provvisoriamente un' elegante rotonda di legno, e a due lati vennero costruite due tribune. Sotto la rotonda fu collocato su piedestallo il busto in marmo di Rossetti, e tutto in giro del busto prese posto il Consiglio della città. Le tribune furono occupate dagli invitati e dalle Autorità, le quali, in verità, non ci parve fossero d'accordo cogli entusiasmi cittadini. Un sole splendidissimo aggiungeva animo all' allegro insieme che preseu-tava 1' enorme folla di gente, accalcata sino a grande distanza nella via e su per il declivio della collina. Furono tenuti due discorsi; l'uno detto dal magnifico podestà, e dei cui meriti, per non averne inteso parola, non ci è dato rilevare che questo, principalissimo per tutte le parlate fatte all'aria aperta, ch'esso fu breve ; il secondo fu letto dal consigliere avvocato Dr. Benco, e di esso, che si trova stampato nell' opuscolo distribuitosi gratuitamente per cui a del Municipio, possiamo dire ch'esso era ed è un interessante e sentito ceuno biografico del Rossetti, della cui vita letteraria e cittadina vi si fa bellissima descrizione. — E per riferire tutto che concorse ad animare, ad adornare la solennità, diremo che vi suonò la bauda della prosperosa Società ginnastica triestina, e che fanciulli e fauciulle cantarono uu coro, e 1' armonia di quelle dolcissime voci argentine non sarà stata certo il tributo meno accetto per lo spirito festeggiato. Se quello spirito aleggiava nel luogo che risuonava delle sue lodi, egli deve averne esultato, e deve essere poi ritornato al luogo eterno contento della grata memoria dei suoi concittadini. La Giunta Provinciale nella seduta del 26 febbraio p. p. Ha presa notizia della partecipazione del signor Luogoteueute del Litorale avere egli, in seguito a ricerca fattagli dalla Giunta Provinciale istessa, rassegnato proposizione al Ministero del commercio, che sia disposto affinchè i lavori della ferrovia istriana siano attivati in diversi punti, onde procurare guadagno ai bisognosi. Accordava alla Podesteria di Castelnuovo, per alcuni comuni censuarii, pel 1874, l'addizionale del 35 p. °/o a'le dirette compresa la straordinaria dello Stato. Rimetteva alla Presidenza della I. R. Autorità scolastica provine, pel Margraviato d'Istria, in Trieste il rapporto del Consiglio scolastico locale di Orsera sulla avvenuta attivazione della scuola popolare femminile in quel luogo, per 1' assegno dei già accordati f. 180 sul fondo scolastico provinciale a favore della medesima. Nella seduta del 5 Marzo : Assegnava al Comitato stradale di Piugueute per straordinari lavori eseguiti durante gli anni 1872 e 1873 una sovvenzione di fior. 400. Per mancanza di fondi disponibili non faceva luogo alla domanda dei comunisti di Gradigne, comune di Bogliuno, per ottenere una seconda sovvenzione in granaglie, leguami e patate. Rimetteva alla Podesteria di Pinguente dal fondo provinciale l'importo di fior. 300, onde li ripartisca sia in denaro che in granone, a seconda della convenienza, ai più bisognosi villici incapaci al lavoro dei Comuni censuarii di Draguch, Colmo e Marcenigla. Al comitato stradale di Dignano accordava un antecipazione di fior. 500 rifondibili entro il Settembre p. v. Deliberava di assumere a carico del fondo prov. il dispendio di fior. 721. 19 per opere d'arte e materiali d' un ponte sul confluente destro della Dragogna nella valle fra Trusche e Maresego, a condizione che da parte dei comuni interessati sia assicurata la concorrenza per manualità e carriaggi, e sia provveduto sul riattamento della strada Trusche - Capodistria. Accordava alla Podesteria di Umago una antecipazione di fior. 150, rimborsabile con trattenute sugli interessi di una Obbligazione d' esonero spettaute a quel Comune Prendeva notizia della costituzione del nuovo comitato stradale in Lussino. Il 24 Marzo si compiva il ventesimo quinto anno del regno di Vittorio Emmanuele II. e da tutte le parti d'Italia vennero presentati in Roma all'amato sovrano indirizzi di felicitazione e di omaggio. Fu sequestrato dalla I. R. Autorità in Trieste, uu opuscolo intitolato: "A Domenico Rossetti nel XIX marzo MDCCCLXXIV„ edito della Società di Minerva per l'occasione del centenario delta nascita dell'illustre storiografo. Ricordi Storici. Nel 1045 Oddone il Conte di Savoja, figlio di Umberto Biancamano pel matrimonio con Adelaide figlia ed erede di Olderico Manfredi unì ai suoi stati Torino, Asti ed Albenga. Tommaso I nel 1220 ebbe Piuerolo per dedizione spontanea, Carignano per guerra nel 1232, Moncalieri per guerra e la Viscontea di Chambery per compera. Si diedero spontaneamente Rivoli (1247) Ivrea ed il Canavese (1313), Chiesi, Mondovi, Savigliano (1347) Biella (1379) Cureo (1382) Nizza e Contado (1388). Il Vercellese (1427) per trattato con Filippo Maria Visconti la Contea d'Asti (1527) per dono dell' Imperatore Carlo V, il marchesato di Saluzzo (1588) per guerra Alba, Trino, Nizza della Paglia (1631) per trattato di Cherasco; Monferrato, Alessandria, Lomellina, Valesesia 1703 pel trattato di Torino; Sardegna 1718 pel Trattato di Londra in cambio del Regno di Sicilia, già assegnato nel 1713 a Vittorio Amedeo II con la pace di Utrecht; Novara e Tortona 1733 guerra e trattato di pace di Vienna; il Vigevanaseo, il Pavese tra il Po ed il Ticino e 1' alto Novarese (1743) ceduti da Maria Teresa col trattato di Worms, confermato nella pace generale di Aquisgrana. Nel 1792 la Savoja e Nizza furono occupate dalle armi Francesi. Ebbero la stessa sorte gli stati di Terraferma nel 1798. Carlo Emmanuele IV li ricuperò nel 1799, ma ne fu nuovamente spogliato nel 1800. Da allora in poi e fino all'ingresso degli alleati in Parigi, a lui rimase la sola Sardegna. Per trattato del 1815 ricuperò gli antichi Stati ed il Genovesato. Nel 1848 la Lombardia e la Venezia per dedizione si unirono alla Monarchia di Carlo Alberto, ma furono tosto perdute. Nel 1859 per la pace di Zurigo la Lombardia si univa al Regno di Vittorio Emmanuele e nel 1860 per plebiscito l'Emilia, la Toscana, le Romagne. Passavano però alla Francia Nizza e Savoja. Nello stesso anno i plebisciti riunivano le Due Sicilie, le Marche e l'Umbria, costituendo il Regno d'Italia, proclamato dal parlamento nazionale il 17 marzo 1861. La Venezia era restituita all'Italia nel 1866, Roma con le provincie romane nel 1870 mediante plebisciti .............. (Gazzetta di Venezia). BIBLIOGRAFIA. Sopra un nuovo trovato del Prof. Carpenè, consistente nelV utilizzare le feccie del vino per trarne altro vino. — Lettera di Nane Castaldo ai suoi amici. — Feltre: premiata tipografia sociale Panfilo Castaldi 1874. Diamo una lieta notizia ai nostri viticultari che sono in pari tempo, quasi tutti, fabbricatori di vino. Nane Castaldo, quel tale di cui la Provincia ebbe gradita occasione di intrattenersi altre volte, quando annunziava i Bicordi di Nane Castaldo : cenni di viticoltura ; lunario pel 1871, — libro oggi popolare in Italia; quello stesso Nane Castaldo, cioè sempre il Cav. G. B. Dr. Bellati in carne ed ossa, pubblicava di questi giorni un altro suo scritto, stampato in forma di lettera ai suoi amici, tra i quali ci onoriamo di appartenere. L' egregio autore col solito suo brio di frase e chiarezza d' espressione, ci fa conoscere un nuovo trovato del prof. Dr. Antonio Carpenè, direttore della Società enologica Trevigiana in Coneglia-no, per cui è dimostrato possibile e vantaggioso 1' u-tilizzare le feccie del vino per trarne altro vino. Il trovato è tanto bello e proficuo, e lo scopritore tanto rispettabile per scienza e pratica, e d' altra parte Nane Castaldo, che bada anche al sodo, lo raccomanda tanto per esperienza fattane, che non tardiamo un istante a pubblicarne la ricetta, onde, l'anno venturo possano i nostri fabbricatori di vino metterla in pratica. „Se," come briosamente si esprime Nane Castaldo, "non vi porrà in grado di fare letteralmente „il miracolo delle nozze di Canaan, vi insegnerà al-„meoo come aumentar^ il vino che avete in cantina, „così che di due mastelli che p. e. ne aveste diventerebbero tre.,, Ancora una parola : vorressimo che i nostri amici potessero leggere la lettera ai suoi amici dal Cav. Bellati, e se l'egregio autore, nulla avesse in contrario, la nostra intenziene sarebbe di pubblicarla per intiero e cominciare subito nel prossimo numero. Ed ora ecco la RICETTA per comporre il vino colle feccie (spessi, fondi) del vino. Avvertenze. l.a All' epoca degli ordinari travasi del vino, appena separate le feccie, si ripongano subito in bottaccino sano, che si dovrà poi sempre mantenere ben chiuso e colmo. 2.a Si attenda la fine di aprile, od il principio di maggio, per eseguire 1' operazione, la quale non potrà assolutamente riuscire a bene, ove la temperatura-ordinaria non superi i quindici gradi del termometro centigrado, ed ove non si conservi tale anche la notte. Dose per cento litri: Acqua litri 85 — Feccie, litri 15 — Zuccaro, chili 18. Devesi quindi : a). Sciogliere perfettamente lo zuccaro in una porzione degli 85 litri d' acqua. b). Intiepidire tutta 1' acqua, cioè portarla a 35 gradi centigradi. c). Rimescolare per due ore continue la miscela d'acqua, feccie e zuccaro. d). Coprire il tino. e). Svinare dopo dieci giorni circa. f). Aggiungere al vino quaranta grammi circa di tannino ben disciolto in mezzo litro di spirito di vino. Vocabolario figurativo pei fanciulli, libro per le scuole e le famiglie, compilato dal prof. Raffaele Altavilla. Tip. e Libreria editrice Giacomo Agnelli, Milano. Le fervide parole con cui lo illustre e non mai abbastanza compianto Alessandro Manzoni inculcava continuamente la compilazione di piccoli vocabolarii domestici e d'arti e mestieri onde nelle scuole, nelle famiglie e nel popolo diffondere 1' uso della buona lingua, ed i modi incoraggianti e benevoli con cui quel Grande accoglieva la dedica che l'autore facevagli del suo libro, onde tributar devoto omaggio a Colui, che, gloria e splendore dell' italiana favella, erasi fatto propugnatore zelante d' una lingua comune in Italia, ci hanno spinto a pubblicar per le stampe questo Vocabolario. Noi però non lo offriamo soltanto ai fanciulli ma anche alle famiglie ed al popolo. Che dalla lettura di esso immenso vantaggio debba trarre la tenera età non è da mettersi in forse; giacché essendo cosa incontrastabile che per i fanciulli sia assai più attraente e dilettevole il linguaggio della figura che quello della parola, si deve esser certi che la parola, accompagnata ed illustrata dalla figura, resterà nelle loro menti ribadita in modo da non isfuggire facilmente. A questa utilità sicura può aggiungersi l'altra che i fanciulli, mandando a memoria e ripetendo i brevi dialoghi, nella cui forma svolgesi tutto il Vocabolario figurato non solo apprenderanno le voci ed i modi di dire italiani di cui quelli riboccano, ma si eserciteranno ad un facile discorrere famigliare. Offriamo poi e raccomandiamo alle famiglie il nostro Vocabolario figurato, perchè gran parte dei dialoghi in esso raccolti comprendono la nomenclatura italiana di tutto quanto possa riguardare la vita domestica, e di tutti gli oggetti ed arnesi che soglionsi trovare in una casa. Al popolo infine raccomandiamo anche caldamente il nostro piccolo Vocabolario figurato, giacché in esso i figli del lavoro troveranno indicato con accuratezza il nome e l'uso di tutto quanto possa loro accorrere nell' esercizio delle loro arti e mestieri. Ditta Giacomo Agnelli Tip. e Lib. Editrice. VARIETÀ. LA DIFTERITE RIVISTA SOMMARIA del Dr. G. Pelaggi da Strangoli. ( Continuazione V. N. 6). Fu in amendue i casi una coincidenza o un fatto di casualità ? — L' animo ti resta fluttuante nel dubbio. Io conservo un' osservazione fatta su d' un fanciullo di due anni, nel quale, attecchendo la scarlattina e la difterite, minorava, in gravezza l'una quando l'altra esasperava, ed infine perì per grave colasso. Egli è indubitato che le manifestazioni di acute discrasie sulla pelle hanno un solenne riverbero sulle mucose, massime respiratorie, nè davvero, manca un fondamento anatomico. Su i sintomi fo a pie pari. L' Oppolzer ha ben delineato quadri di diagnostica differenziale e vorrei fossero ben noti, acciò nella confusione che da taluni si fa delle angine non si strombazzasse una lunga e gloriosa statistica. Solo fo notare come i nosografi oltre 1' albumiuaria marcano "di peggiore augurio l'estrema scarsezza di secrezione dell'urina e la completa soppressione quasi sempre letale,, (West). Ciò è noto fin da tempi remoti, e i nostri padri antichi vi tenean d'occhio in tutte le disgrazie avute "urina... „in his morbis maximo cum aegrotantis periculo superimi soleat„ (Waldschimdt).— Eppure, avvegnacchè in altri casi abbia riscontrato ve o un tal fatto, verificai tutt'il contrario in un fanciullo carissimo, la cui perdita mi addolora perennemente 1' animo. Dei tremendi postumi dell' angina difterica ognuno conserva più o meno osservazioni, ed io gli ho osservati quasi tutti, meno la mania e su questa vo fermarmi. Non è solamente in quest'infezione acuta che tanto può avverarsi. — Il Nasse registra molte manie per tifo, e, curioso, riferisce casi di manie guarite in seguito a vajuolo. Merigi, e Brocca non è guari ci hanno offerto simili osservazioni, ed il Lambroso descrive la mania per pellegra, senza tener conto delle tante storie cliniche di psicofatie per scarlattina, migliare, e malaria. Solamente non so acquietarmi all'opinione dell'illustre Lambroso, il quale vorrebbe ritenere la difterite che agisca latentemente sul sistema nervoso psitico senza manifestazioni locali. Venendo al punto più rilevante, la cura, qual metodo deve seguire? Lealmente è da convenire non esser-vene uno, su cui potesse giurarsi. Tutti, ch'informandosi ad una terapia, chi ad un'altra contano trionfi e disfatte. Io veramente preferisco i caustici locali, acidi, o nitrato d' argento, le pennellazioni di tintura jodica ed acido fenico, ed internamente la china, ed il clorato potassico. Non mi son fidato abiurare a questi per affidarmi allo zolfo, all'acqua di calce, all'alcool, mezzi che han pochi seguaci, non ostante l'esser proposti da più tempi. Ben si sa che l'uso dell'alcool viene insegnato dagl'Inglesi, e non solo in questo, benanche in altri rincontri, e che Albu, Steiner, Schaller, Kuchenmister hanno adoperato l'acqua di calce. Dando tutta quella virtù parassiticide che si voglia a questi espedienti bisogna pur convenire che non solamente è uopo uccidere i germi, ma modificare il terreno ove attecchiscono, e questo si ottiene eoi caustici. Basta, non cenno altri metodi. È uopo agire e con forte cura sulle località: "questa quando si possa farla la più sollecita, e la „più energica possibile è la soli' àncora di salvezza, o „almeno è la sola parte riserbata al medico,, (Tom-masi). Era in forse ove pubblicare una tal rivista; ma ho prescelto la Gazzetta Calabrese, e non un giornale assolutamente medico, sia perchè vi ha punti che possono appagare la curiosità di molti profani della scienza, e sia perchè questo periodico altre fiate si è interessato di articoli medici riguardanti il bene dei nostri paesi.