OROANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI ANNO Vili. - No. 420 Redazioni« a Amministrazione : CAFODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 MARTEDÌ’, 11 ottobre 1955 M ABBONAMENTI: Annuo din. 420. semestrale din. 226, trimestrale din. 110 Spedizione in o. o.p. BILANCIO E E’ trascorso un anno dalla firma del Memorandum d’intesa su Trieste, con il quale i Governi jugoslavo e italiano concludevano un realistico accordo sul problema triestino. Un anno che, se ben poco significa come unità di tempo in questa nostra dinamica era, permette tuttavia di tirare le prime somme. Lo permette in quanto la soluzione del problema triestino (quanto di più realistico ci si potesse attendere nelle circostanze) ha determinato — con l’eliminazione di un punto d’attrito particolarmente sensibile e pericoloso nei rapporti internazionali, in genere, e in quelli italo-jugoslavi in particolare — l’inizio di un nuovo corso politico fra i due Paesi vicini. Che sia così, a prescindere dal fatto che si è tolta di mano ai mestatori della politica di ogni colore l’arma più efficace della loro azione deleteria, lo dimostra tutta una serie di altri accordi fra le due parti sui problemi marginali, peraltro non meno importanti, che di quello triestino costituiscono il corollario inscindibile. Facciamo dunque questo bilancio. Dopo il Memorandum d’intesa e la sua graduale esecuzione, i rapporti italo-jugoslavi si sono arricchiti di molti elementi positivi con la stipulazione del trattato commerciale, che ha creato la base materiale per la collaborazione economica, e con la firma di una serie di altri accordi, da quello sul problema delle riparazioni dei danni di guerra a quello sul traffico di frontiera, conclusi o in via di esserlo, compreso l’annoso problema della pesca nell’Adriatico, ecc. Attualmente sono in corso trattative per raggiungere un accordo anche nel campo della collaborazione tecnica. Ce n’è, dunque, abbastanza per essere ottimisti sull’andamento delle cose, anche se la strada da percorrere per rimuovere tutti gli ostacoli al ristabilimento della tradzionale cordialità di rapporti fra l’Italia e la Jugoslavia, richiede ulteriori sforzi e buona volontà, che, da parte nostra, non mancano certamente in quanto, specialmente noi Italiani dellTstria, non meno delle altre genti della R.F.P.J., sappiano 61 servire così la causa della pace e della collaborazione fra i popoli e i Paesi. Lo sviluppo favorevole dei rapporti italo-jugoslavi non si è fermato comunque alla sola comprensione reciproca nella ricerca e nel raggiungimento di accordi di carattere, dirèmo così, più vasto. L’azione dei due Governi si è spinta con lodevole arditezza e larghezza anche in altri campi. Basti accennare a proposito al fatto che gii scambi commerciali fra i nostri due Paesi hanno superato, per ampiezza e importanza, ogni previsione. Nel primo quadrimestre di quest’anno, infatti, l’Italia detiene il primo posto nell’esportazione jugoslava e le prospettive, data la complementarietà delle due economie, sono ancor migliori. Quanto constatato sopra, è indubbiamente un buon bilancio, incompleto fin che si vuole nei confronti di una soluzione radicale e defi- nitiva di tutti \ problemi controversi, ma in ogni caso confortante, se visto nella prospettiva dello sviluppo ulteriore dei rapporti reciproci e, soprattutto, alla luce delle difficoltà superate. Inquadrati così, ! rapporti italo-jugoslavi servono gli interessi dei due popoli, e-saudiscono i loro desideri e possono costituire un elemento costruttivo della politica internazionale, o-biettivi oggi comuni aen'umanna intera, desiderosa di pace e benessere per tutti. Ma il bilancio non sarebbe completo se, accanto a quanto di positivo si è fatto con soddisfazione di tutti, non si aggiungesse anche ciò che si sarebbe potuto già eliminare, o meglio, dovuto evitare per non rendere più difficoltosa di quanto lo sia, l’opera che porta allo stabilimento di rapporti di buon vicinato. I comunisti sappiano combattere tutti i fenomeni negativi nel Paese La conferenza della Lega dei comunisti di Belgrado - Importante precisazione di Svetozar Yukmanovié sull’alimento: delle paghe Ha avuto inizio venerdì sera nell’aula magna della facoltà di giurisprudenza delFUndrversità dì Belgrado la conferenza annuale della Lega dei Comunisti della capitale. Alla conferenza, che si è conclusa domenica, presenziavano Mola Pi-jade, a nome dell’Esecutivo del Comitato Centrale della L. C. J. e Miloš Minic e Rista Antunovdć a nome dell’Esecuitivo del C. C. della L. C. della Serbia. Il compagno Tito ha fatto pervenire ai delegati un messaggio sul ruolo della Lega dei Comunisti nella società socialista, che riportiamo per intero in questa stessa pagina del giornale. iNella seduta di sabato ha preso la parola Potar .Stambolič, presidente della R. P. di Serbia. Egli ha ammesso che le organizzazioni della Lega dei comunisti hanno ottenuto risultati grandissimi relativamente ai compiti indicati dal sesto congresso, ma ha aggiunto che oi sono problemi che attendono ancora la soluzione. «Per quanto riguarda d nostri problemi interni —■ egli ha detto — in primo piano dobbiamo porre la lotta per l’unità ideologica dei coni generali dell’edificazione del so-munisti in merito a tutte le questio- RESTA IL GOVERNO FAURE M RMORRNZft CHE NON RISOLVE LI CIISI POLITICI FKIICESE Malgrado le sorti del gabinetto Fatue .fossero rimaste sospese ad un filo per tutta la durata del dibattito sul Marocco all’Assemblea nazionale francese, la forte maggioranza attenuta dal primo ministro non ha eccessivamente sorpreso gli ambienti politici intemazionali. Una maggioranza che, però, non risolve sostanzialmente la crisi politica della Francia 'in quanto essa è dovuta ad una serie di fattori contingenti più ohe ad una effettiva fiducia nella politica dell’attuale governo. Malgrado la decisione di Paure nell’e-spnimere la volontà di Ripristinare l’autoirità governativa gli sia valsa l’aippoggio dei socialisti, Faure sa di non poter contare su tale appoggio in modo duraturo, come, forse, dimostrerà iil dibattito che si inizia domani al parlamento parigino sulla questione algerina. Succeduto a Mendès-Franoe, e legato alla di lui politica quale suo vice-primamini&tro e ministro degli esteri, Faure costituì un gabinetto nè carne nè pesce che, accettando la linea di Mendès-France per la Tunisia, non si dimostrò in condizione di applicare coerentemente l’azione politica in Marocco, che, anzi, portò alle patenti contraddizioni della approvazione all’unanimità, in sede governativa, degli accordi raggiunti con gli elementi na-Z|ianal|isti marocchini ad Aix Les Bains e al Madagascar , dall’altro lato, al pratico sabotaggio della loro applicazione. Sabotaggio che, dagli insabbiamenti e bastoni nelle mote dei ministri ex gollisti, giunse fino all’aperta disobbedienza del residente generale francese in Marocco, generale de Latour, il quale, anziché passare alla costituzione del Consiglio del Trono, negoziò con Ben Arafa una delega dei poteri sovrani ad un cugino del sultano. Per non parlare dell’ambigua posi- GIOCHI DI BUSSOLOTTI «.Negli Uffici del rappresentante del Governo italiano a Capodistria si è lavorato e si lavora a un ritmo intensissimo: 'la procedura per la concessione del nulla osta italiano all’istriano che vuole esodare è rapida, talmente sbrigativa da meravigliare li! Igtiamahsta abituato a conoscere le lentezze della burocrazia nazionale... ili fenomeno dell’esodo dopo l’ottobre del 1954 va così inquadrato: fu ima decisione presa di slancio nel secondo tempo dell’occupazione jugoslava in Istria, quando tutto sembrava ormai perduto anche per quelli che avevano «collaborate» con i titàni. Infatti, gli stessi quadri dirigenti della politica «popolare» nella zona B si sguarnirono dii parecchi attivisti e ci fu una arisi perchè mancarono i sostituti: dovettero farli venire da lontano ed era gente poco pratica e altrettanto vicina alla «dntellighen-tìa» slovena, più 'accomodante e meno usa ai sistemi oppressivi instaurati nel litorale istriano. Oggi siamo al «terzo tempo» e con l’accordo di Udine, speriamo alla vi giba del «quarto». L’obiettività che ci siamo proposti ci impone di ripetere che noi stessi abbiamo constatato esistente in tutta ITstria (segnatamente nella parte ormai perduta, un po’meno forse nella zona B) una tolleranza che oggi contrasta con le nostre e le loro esperienze» (Da «Il Piccolo» del 28 u. s.) A prescindere da ogni considerazione sulla «rapidità con cui si svolge negli uffici del Rappresentante del Governo italiano di Capodistria la procedura per la concessione del nulla osta italiano all'istriano che vuole esodare» dalla ex Zona B, (stando a quanto ha scritto l’inviato di Rino Alessi), per cui è lecito dedurre che con tale rapidità di procedura abbiano trovato e trovino piena e volenterosa attuazione i delittuosi piani del CLN per V «esodo massiccio» degli Italiani dell’lstria; a prescindere, ripetiamo, da cotanto lodevole funzionalità e prestazione, era da prevedere che, al momento opportuno, gli organi di stampa, clerical-reaxionario-fascisti di Trieste e della Penisola, dopo aver un decennio cercato di imbonire le teste degli Italiani di Trieste e del-Tintemo coi gialli più sensazionali e con le menzogne più pacchiane sulle persecuzioni, sulla oppressione e sull’opera di snazionalizzazione di cui sarebbero vittime gli Italiani dellTstria, avrebbero fatto il gioco di bussolotti, in cui gli organi stessi sono maestri. Come si vede, quel momento opportuno è stato scelto subito dopo gli accordi di Udine per 1il traffico di frontiera, cioè quando è apparso evidente il pericolo che le menti imbonite di falsità degli Italiani di Trieste e della penisola potessero sincerarsi, venendo quii da noi, della verità diametralmente opposta a quanto aveva-tip sentito dalle radio e appreso da quei giornali sul contro nostro, sulla Situazione \in cui sempre ci siamo trovati e ci troviamo. Ecco così spiegato il perchè, oggi, sia il «Piccolo» come gli altri giornali che ad esso si ispirano, parlano di «quadri dirigenti più accomodanti» e di una «esìstente tolleranza in tutta VIstria» contrastante con «le nostre e le loro esperienze» di ieri. Con questo meschino gioco di bussolotti, nelle intenzioni di codesti fabbricanti di gialli, falsari e barattieri di professione, dovrebbe assurgere al ruolo di realtà obiettiva quanto hanno scritto ieri al pari di quanto scrivono oggi sulla situazione degU Italiani nell’Islria. Per l’occasione non ha esitato a sbottonarsi financo il grande e aulico consigliere De Castro, il quale prima ha definito «un fenomeno di psicosi» e, poi, un «errore storico» l’esodo degli istriani. Errore storico come quello in cui incorse Mussolini quando si affiancò a Hitler nella guerra di sterminio e di brigantaggio. Errore storico che rappresenta il marchio d’infamia con cui sarà bollato dalla storia il CLN per l’opera sua di snazionalizzazione dellTstria con la rovina e la dispersione degli istriani nel mondo, profondendo allo scopo i. miliardi estorti al popolo italiano. zione, mantenuta fino .all’ultimo, dal ministro degli èsteri Pinay. Eppure, malgrado tutto, nella notte fra sabato e domenica Faure riuscì ad ottenere all’Assemblea Nazionale una maggioranza di oltre 300 voti, nonostante le levate di scudi dei gruppi parlamentari delle due ali gollislte, 'dei icontadini, dei contadini indipendenti e il violento attacco del presidente dell’Assemblea Nazionale, di democristiano Schnei-ter. Situazione apparentemente strana ohe, pensiamo, ha bisogno di -trovare -la sua spiegazione in elementi di politica intemazionale che nulla hanno -a ohe fare con la questione marocchina. Sarebbe comprensibile che i parlamentari francesi non abbiano voluto aprire una crisi di governo, mentre la situazione militare in -Marocco è gravissima, richiedendo iniziative concrete ed immediate e non l’immobilismo pratico ohe sarebbe derivato -da una ragione del voto dell’Assemlblea Nazionale, per essere coerente, essa avrebbe dovuto avere la sua esplicazione in sede di dibattito. Il ohe non è avvenuto. Anzi si è verificato il contrario. -Sia con le manovre dei gruppi parlamentari cosi-detti moderati, -di centro, sia con gli attacchi contro la politica che veniva poi approvata con la maggioranza aitata. Induhbiame-n'te, per l’opinione pubblica, i richiami alla .posizione «forte» assunta dal .governo Faure di fronte al voto dell’Assemblea Generale dell’Onu sulla questione algerina, possono aver portato voti «na-zio-nalsentimentali» a Faure. Non soffiioenti però ad assicurargli la maggioranza di 337 vóti. Restano allora, come fattori determinanti, quelli della politica dntemazi-ona-le extra Marocco. Non và sottovalutato di fatto che in certi circoli atlantici ed atlantisti si era parlato di una probabile «carenza francese» in seno al Patto Atlantico e-d all’Unione Europea Occidentale, come conseguenza del voto deli’Onu e del-. rammentato prestigio della Germania Federale nell’Organizzazione Atlantica. Prestigio ohe aveva segnato parecchi punti per Bonn con il viag« gio di Adenauer a Mosca e la mancata visita nell’Unione Sovietica di Faure e Pinay. Mossa francese che, se poteva attirare a Faure le simpatie di circoli oltranzisti del -blocco occidentale, dava però ad Adenauer il vantaggio -di essere stato il solo a parlare a Mosca di problemi che interessano tanto la Germania -quanto -la Francia ned campo -della politica del blocco -occidentale. In -tale situazione, affrontare la conferenza dei ministri degli esteri il 27 ottobre a Ginevra in piena crisi ministeriale, o con un governo raffazzonato alla svelta, poteva essere per Parigi ma pericolo non lieve: quello di cessare di aver parte pratica nel coro delle grandi potenze proprio mentre in tale coro Adenauer stava riportando la Germania di iioinn. Inoltre, dare spettacolo -di una crisi politica oltre ohe ministeriale, poteva pregiudicare il plebiscito -della Saar fissato per il '23 ottobre. E’ comprensibile che, in tale situazione, -con il voto per Faure, i parlamentari francesi, a costo di .una contraddizione interna che riporterà presto al pettine i suoi nodi, abbiano scelto la via che rinvia la crisi a Parigi. .11 che sarebbe positivo solo se portasse ia passi -decisivi per la soluzione delle altre crisi che -travagliano -la Francia, in Marocco, in Algeria, .all’-Onu e nei suoi rapporti intemazionali. 1. V. in breve LONDRA —- Il doti. iSchefer Ministero -delle finanze della Germania ovest, è .giunto in Gran Bretagna per una visita di sei giorni. Egli avrà colloqui col Ministro degli Esteri Mac Milan e col Ministro delle finanze Buttler. * CATMANDU — Il Re del Nepal Mahem-dra ha indirizzato al popolo un massaggio, in cui asserisce che è sitata costituita la Commissione dei piani, ohe aseminerà dettagli per Felabozione del -piano economico, che si propone di rendere economicamente indipendente il paese e di innalzare il tenore di vita. * BUENOS AIRES — 27 persone hanno perso la vita nelle alluvioni che hanno colpito la provincia di Riojia, nell’Argent)ina settentrionale. Circa 200 persone sono rimaste senza tetto. Alle operazioni di salvataggio partecipano unità dell’Esercito ergentino. ci-al-ismo. Ciò vale anoh-e rispetto alla nostra partecipazione al movimento operaio intemazionale. Nel-la stessa misura che il socialismo conquisila irresistibilmente nuove -posizioni e si .ap-re -la vi-a al successo, si sviluppano nel mondo concezioni e .punti di vista differenti circa il suo sviluppo. Queste differenze non ci -sono d’inciampo per una sincera collaborazione con questi movimenti, ma esigano dal punto di vista ideologico -la massima chiarezza.» Passando poi 'a parlare del ruolo della Lega nell’amlbito del Paese, Stambolič ha detto che «nelle condizioni di un’ecooomia -ohe sta ap-ipena uscendo daH’ianjeltratezza» si può -a piena ragione andare fieri dei Consigli -operai. «Però noi abbiamo — egli ha soggiunto — una serie di deficienze nell’attività, -dei Consigli operai, -e fenomeni di sperpero e perfino di -violazione delle prescrizioni.» Riferendosi al messaggio del compagno T'ito, in .cui si parla delle debolezze delle nostre organizzazioni, Petar -Stambolič ha rilevato che quanto ne-1 messaggio è detto è specialmente vero per ciò che concerne le -differenti -vedute dei comunisti ' su -determinate questioni. Parlando alla riapertura dell’Uni-verstita operaia di Belgrado, la soor-sa settimana, il vicepresidente -del . Consiglio Esecutivo Federale Vuk-manovié-Temp-o ha affermato che con le decisioni prese di recente a una oonsuiltazione economica si conclude un periodo e se ne apre un altro nello sviluppo economico del Paese. «-Oggi — egli- ha detto •—■ le mete essenziali sono state raggiunte ' ed è necessario mutare anche la struttura organica delle forze produttive, sostituendo gl-i uomini con le macchine, che rendono di più e costano molto meno dell’operato. Se noi avessimo usato di più -le macchine, ora -avremmo un reddito nazionale ben più alto. Ciò non significa, come in alcune nostre città è stato interpretato, ohe verranno aumentate le paghe e ohe questo aumento patterà iah’jn£ljazi'Op.e. Tutti coloro che sono ricorsi -ai prestiti ■per aoqunsitare contingenti quanto maggiori di merci, si sono sbagliati di grosso: Fdnflazioine non c-i sarà li lavoro subirà -un rialzo di prezzo in conformità al fondo-merci disponibile e al mutato rapporto nella ri-partizione tra -gli investimenti e il consumo. Si avrà così un aumento del valore del dinaro già nell’anno prossimo, e specialmente fra due-tre anni. Ecco di che sii 'tratta. Coloro che ora si sono indebitati che hanno acquistato merci che -attualmente non erano 'loro indispensabili dovranno pagarle con il dinaro più caro dell’attuale. IL MESSAGGIO DI TITO alla conferenza della LC di Belgrado Cari compagni, ho ricevuto la vostra lettera, nella quale mi comunicate che nel giorni 7 e 8 ottobre avrà luogo la conferenza della L.C.J. per il distretto di Belgrado. Anche questa volta non mi è davvero possibile presenziarsi personalmente, per cui desidero rivolgervi per questa via alcune parole, Penso sia ottimo il fatto che voi darete alla conferenza carattere prettamente lavorativo, in quanto davvero vi sono molti problemi dei quali l’organizzazione belgradese deila L.C. deve occuparsi seriamente e prendere adeguate decisioni. Anzitutto penso si debbano esaminare seriamente vari fenomeni negativi nell’ambito della stessa organizzazione della Lega dei comunisti. Si capisce che vari fenomeni negativi non sono nella vostra organizzazione delle eccezioni, bensì essi trovano posto anche in molte organizzazioni della L.C.J. In che cosa si rispecchiano le manchevolezze nella L.C.J., e quali ne sono i motivi? Primo, possiamo spesso notare mancanza di disciplina e di responsabilità nei comunisti, e ciò non soltanto nei semplici membri, ma anche nei dirigenti responsabili. Secondo, in conseguenza di varie nostre manchevolezze e difficoltà oggettive o soggettive nello svilluppo economico e sociale in genere, vi sono critiche con tendenze molto negative, cosa in cui si rimane al più spesso succubi dell’influsso della malintenzionata propaganda di vari elementi nemici. Terzo, vi sono casi nei quali i comunisti sono disinteressati a quanto avviene attorno a loro, soprattutto nelle imprese e nelle varie istituzioni. Ci sono casi nei quali talvolta certi elementi sperperano il patrimonio popolare e compiono atti di criminalità a danno dello stesso collettivo e dell’intera collettività dinanzi agli occhi dei comunisti non vigili, eccetera. Quarto, ho in quest’ultimo tempo l’impressione che molti comunisti sottovalutino il proprio ruolo nello sviluppo della nostra società socialista, cht pensino sia passato ora quel tempo in cui erano gli alfieri deila Lotta per la realizzazione del socialismo. I comunisti temono che vari elementi, che desiderano approfittare della nostra democrazia e del nostro sviluppo democratico per il proprio lavoro distruttivo, non rinfaccino loro e non li accusino di frenare la democratizzazione eccetera. Proprio oggi, quando ci troviamo nel pieno fervore delia democratizzazione e del consolidamento del nostro sistema di decentralizzazione, del sistema delle comuni, è necessario più che mai che i comunisti siano combattenti instancabili per gli interessi della nostra collettività sociale, che essi siano combattenti risoluti contro tutte le tendenze localistiche e sciovinistiche. Coloro che diventassero succubi a concezione scioviniste e Iocaliste non possono far parte della Lega dei comunisti. Quinto, nel nostro paese si emanano molte leggi, ordinanze ed altre misure, che sono importantissime per il nostro sviluppo sociale, e debbo dirlo, i comunisti talvolta si impegnano troppo poco affinchè vengano applicate. Vari elementi negativi e speculatori cercano di consueto lacune nelle varie misure e leggi e ne approfittano a danno della nostra collettività, mentre i comunisti non sono sufficientemente vigili per sventarle e contribuire perchè tali elementi vengano messi nell’impossibilità di nuocere. Talvolta avviene che anche comunisti, e questo comunisti che ricoprono cariche direttive, perdano il senso della responsabilità e che invece di essere le sentinelle della legalità e dell’umanità siano essi stessi a violarle. Vi sono, ad esempio, casi del genere: alcuni cittadini inoltrano ricorso al Gabinetto dei Presidenti della Repubblica per essere stata loro fatta ingiustizia o chiedono qualche cosa, e quando dal Gabinetto si esige di rimediare o di aiutare la singola persona, qualche elemento prepotente del potere locale la richiama alla responsabilità e la redarguisce per essersi rivolto all’istanza superiore. Di solito tale elemento prepotente liquida la cosa con le parole: «Io sono il tuo maresciallo e se non ti aiuterò io, non ti può aiutare neppur lui». Io penso che, nel caso si tratti qui di un comunista, costui non sia degno non soltanto di essere un dirigente, ma neppure membro della Lega, in quanto in tal modo egli mina il prestigio della Lega dei comunisti e crea indignazione presso i cittadini. Questi siano comunisti o meno, hanno il diritto di fare ricorso e di esporre le proprie difficoltà e ingiustizie fino alla massima istanza, dove si decide se la rispettiva persona abbia ragione o meno, si capiste, previo accertamento sul terreno. Vi sono molte cose ancora delie quali si potrebbe qui scrivere, ma penso che voi abbraccerete e discuterete di tutto ciò che è necessario, perchè i comunisti si mobilitino e attivizzano come in passato nell’opera di realizzazione di quelle idee per le quali abbiamo combattuto: per il socialismo. Vi auguro molto successo nei lavori della conferenza e nella emanazione di decisioni utili e attuali. Con fraterni saluti JOSIP BROZ TITO ASPETTI DELL’ECONOMIA I SINDACATI E LE PAGHE (Il problema delle retribuzioni è il tema -predominante -delle -discussioni nelle organizzazioni sindacali. Gli scambi di idee sul nuov-o sistema e sui risultati -già raggiunti ii-n pratica è all’ordine del giorno delle riunioni della maggior parte delle organizzazioni sindacali. Anche l’ultima riunione plenaria del Consiglio Centrale dei -Sin-daca- Realismo in cammino Giorni or -sono il ministro degli esteri italiano, on. Martino, annunciò a .Montecitorio dhe dal 13 agosto erano in corso a Ginevra conversazioni ufficiose con i rappresentanti della Repubblica Popolare cinese. Venerdì il codsole italiano a ? GIORNI provata fede antiperonista. ili decreto in merito avverte che i «civili» possono anche assere sacerdoti o dirigenti -deli’azione -Cattolica. Con il che nessuna sorpresa se le «irregolarità» che le commissioni scopriran- popoli) camminano. Nella città del no saranno piuttosto rilevanti. Tan-Lema-no l’ambasciatore Wang Ping to più che F amministrazione pero-Nan ha 'trovato evidentemente ma- nisba non era 'troppo candii-d-a in oer- r,. » . T- , • teria per buon -lavoro. E non -resta te questioni. Come -dimostrano i con- Gniovra^ donar Ferrerò, ha precisa- ch{j augurargli che buon lavoro sia. tii aperti da Peron presso Banche Anche in quello che era il suo prdn- francesi e svizzere in vista di sue, qipale compito [ufficiale: ossia di più o meno volontarie, dimissioni, giungere ad una chiarificazione nei Però, per quanto i suoi maggiori rapporti oi-no-americani. Un bu-o-n depositi siano nella -Confederazione lavoro destinato a concludersi con la Elvetica, (dove ha fatto acquistare concretizzazione del realiis-mo 'in in questi giorni -una lussuosa villa) cammino ohe non può, fermarsi a me- Peron sembra voler mantenersi nelle tà. Cioè non può limitarsi ai- rap- vicinanze -della frontiera argentina, porti commerciali, ma dovrà passa- Neli’eventualità che le masse possa-re anche alla normalizzazione dei no, ad un certo momento, pensare rapporti politici con la Cina Popo- che «el taoon» .Lo-nardi, sia peggiore lare da parte dei vari paesi che sul del «.buso» Peron. Per questo il nuo-cammino del realismo stanno corn- vo governo argentino minaccia di piendo i primi passi-. to che le conversazioni continuano tra lui e l’amibasci-atore cinese a Praga, Wang Ping Nan, attualmente sulle rive del 'Lemano per i colloqui cine-americani. Il comunicato del console italiano a Ginevra precisa ohe oggetto delle sue conversa-zi ani con Wang è una normalizzazione dei rapporti fra la Repubblica Popolare Cinese e la Repubblica Italiana. Parallelamente, e contemporaneamente, -è stato reso noto che, sempre a Ginevra e sempre attraverso l’ambasciatore Wang, anche da parte francese sono in corso colloqui preliminari per un riallacciamento dei rapporti commerciali -tra Francia e Cina Popolare. Questo mentre si apprende che anche il -governo belga intenderebbe -seguire la stessa via e lo stesso esempio. C-i -si -trova dunque di fronte ad un rompere le relazioni con il Paraguai se .u-e'sto continuerà a -dare asilo al defenestrato generale Peron. -Segno che — qualificandosi — Lonardi pensa . .. come Peron. Ed allora me-genera-le lonardi stà compiendo le gito lontano il defenestrato dai desne prime -attività interne: riorganiz- fenestratori. Tanto più che alcune zazione della Confederazione Gene- migliaia di lavoratori hanno saputo Lonardi si qualifica Il nuovo governo argentino del rale del Lavoro (ossia d-efen-estra- sano realismo in cammino ohe preti- mento -dei vecchi dirigenti) e ripri- nuovo governo allontanasse -dai loro de il suo avvio -dai fattori economi- stino, a favore delia chiesa cattolici, ma ohe rappresenta la premessa cai del diritto feudale di non paga-per il riconoscimento dello stato di tasse. Diritto che era stato fatto ohe nessun paese può, perpe- abrogato da Peron, richiamando conciamente ignorare l’esistenza di u-n tiro di lui l’ira -delle parrocchie. Inol-popol-o -di 600 milioni! e di -un go- tre il governo ha deciso, a fini «muvamo, da tale popolo scelto, ed ac- ralizzatori», di -compiere un’inchiesta oettato, come suo unico r-appresen- in itutt-e le amminis-traizioni federatante in campo interno e interna- li, provinciali e comunali, intesa ad rionale. Un sano realismo che sol- accertare le irregolarità finanziarie che, se fù antiperonista, sembra non tanto sai mesi fà era auspicabile ma compiute -dal precedente regime, voler accettare, in nome d-e'lPantipe-Lasciava poco margine alle speranze Nelle commissioni nominate, a fiati- toWsmo, 'troppo bruschi ritorni a oonorete. Segno che i tempi (si chia- co di tie ufficiali superiori della ma- quello che Peron stesso aveva domino essi «spirito di Ginevra» o più rima, deUlaviarione e delFesertìito, vitto abbandonare per formarsi una semplicemente desiderio di pace dei sono stati indusii anche due civili- di base sociale ned descamiisados. impedire, con lo sciopero, ohe .il sindacati di categoria i vecchi dirigenti sindacali che, peronis'ti o nò, essi ritenevano migliori di quelli ohe voleva regalare loro il nuovo governo. Il che lascere'bbe supporre ohe «qualificandosi», il generale Lonardi arrischia di perdere dei punti. Anche presso il partito socialista ti è stato dedicata all’esame d'i que-f sto problema. Dalle conclusioni prese risulta che i sindacati hanno valutato come positiva l’influenza che i'1 nuovo sistema tariffario ha avuto sulla produttività del lavoro e sull’interessamento dei lavoratori alla produzione. .D'altra parte, si ritiene che l’esperienza finora acquisita abbia indicato pure le defioenze delle nuove disposizioni. E’ stato rilevato che dette deficenze possono venir risolte gradualmente e cou la collaborazione reciproca dei collettivi di lavoro, dei sindacati e degli organismi statali. Essendo chiamati ad approvare i regolamenti tariffari delle imprese, i Sindacati hanno oggi un grande ruolo nella formazione della paghe. Il nuovo sistema tariffario rappresentava Funjica soluzione possibile nell’intento di aumentare l’interesse dei lavoratori per una maggiore produttività. Questo obiettivo è stato raggiunto ponendo le retribuzioni in relazione diretta con il volume e la qualità dei prodotti, cioè con Feffe'tlbo di lavoro in base alle norme tecni-co-eoonomiohe. Oggi -i lavoratori nelle varie imprese hanno cura della propria produttività, ma l’iimpresa nel suo complesso non è sufficientemente stimolata, e questo si ritiene una delle .deficenze del nuovo sistema. Una soluzione parziale potrebbe venir .trovata •— rilevano i funzionari sindacali -collegando le paghe degli operai e dei tecnici al -successo del lavoro dell’intero reparto di produzione di una data impresa. La paga media del 1954 -è sitata presa quale .base di partenza per stabilire le nuove retribuzioni. Le paghe nelle -imprese ,possono venir aumentate sol-tanto nel caso che venga raggiunto un maggior effetto lavorativo. Però 'tale base non ha consentito una .giusta differenziazione nelle .paghe tra i singoli rami economici e le varie professioni. Ed oggi-, come anche già .prima, a lavoratori qualificati con un effetto lavorativo quasi uguale vengono corrisposte nei vari settori 'dell’industria paghe notevolmente differenti. E le organizzazioni sindacali non sono soddisfatte idi -tale situazione. Le osservazioni critiche dei sindacati riguardano il sistema delle premiazioni in quelle imprese 'in cui ‘non è Stato giustamente attuato. In base alle disposizioni di legge i premi vengono corrisposti dagli utili dell’impresa ai vari -operai o dirigenti che hanno conseguito un maggior successo nella produzione, ne hanno migliorato la -qualità, hanno attenuto un risparmio di materie prime. Frattanto, i fondi -premi che vengono detratti dagli utili dell’impresa sono -in linea generale minimi. E’ opinione dei Sindacati che tali fondi dovrebbero essere aumentati facendo rientrare le uscite a titolo di premi nelle spese materiali di produzione. Il Consiglio Centrale dei Sindacati ha formato ora una commissione che sta esaminando Fattuale sistema tariffario. -La commissione farà le sue proposte per la regolazione del rapporto retributivo tra -operai e tecnici di tutti i rami economici. Oltre a ciò dovrà proporre le misure atte a stimolare l’interesse collettivo dell’impresa all’aumento della produzione. Si ritiene che i Sindacati accerteranno a tale uopo in alcune imprese maggiori l’efficacia delle loro proposte relative alla determinazione delle paghe ed alla ripartizione degli u-til-i. Lü delazione russa in visita in Jugoslavia La delegazione del Soviet supremo del-FURSS, giunta nel nostro Paese 'la scorsa settimana, ha compiuto un largo giro in diverse regioni vdsitanto stabilimenti industriali e cooperative. Ovunque i membri della delegazione sovietica si sono interessati dei metodi di lavoro, cordialmente accolti dalle maestranze. Sindocalisti jugoslavi in Germania e Belgio La delegazione sindacale dei lavoratori dell’industria tessile e dei-ile pelli della Jugoslavia partirà alla fine di questo mese alla volta della Germania occidentale per una vìsita di dodici giorni. Successivamente -essa proseguirà per il Belgio, ove isi tratterrà una settimana. Martedì, 11 ottobre 1955 CONSIGLI DI STAGIONE LA VENDEMMIA NEL CAPODIS TRI ANO [HE FfiRE LA CAMPAGNA ACQUISTI ■Olmi «STI? della „Vino” di Capodistria Come ben si sa, la vendemmia per i viticoltori è un’opei azione gioconda, ma per molti anche quest’anno rappresenta una grave preoccupazione per il fatto che non tutte le uve senno bene mature e, in parte, muffite o guaste. Inutile spendere parole per dimostrare che tali uve non devono essere vinificate con quelle buone. I vini prodotti dalle uve guaste, muffite o in qualsiasi modo deteriorate, danno un vino 'di Sapore disgustoso o amarognolo. Il vino è spesso acido, facile a intorbidarsi ed a guastarsi. Per prevenire, almeno in parte, questi malanni consigliamo quanto segue: La vinificazione delle uve bianche deve essere fatta in bianco, cioè il mosto deve fermentare non più di 24 ore con le vinacce. In ogni caso non gisogna dimenticare prima della fermentazione, l'uso del metabiis'olfito di potassio. Che funzione ha questo neila fermentazione del mosto? Com’è noto durante la fermentazione si sviluppano nel mosto diversi fermenti, alcuni dei quali buoni altri cattivi. Questi ultimi sono molto sensibili all'azione dell’anidride solforosa (gats' che si sviluppano durante La disgregazione del metatarso] ■ fito di potassio). Noi sfruttiamo questa sensibilità per impedire lo sviluppo dei fermenti cattivi aggiungendo al mosto, prima della fermentazione, del bisolfito in proporzione da 5:10 grammi per ettolitro di mosto. Meglio s'arebbe ag giungere il metabisolfito al momento della deposizione delle Uve nei ■tini. L’anidride solforosa non ostacola lo sviluppo dei fermenti butini. mentre, per un pò di tempo, evita lo sviluppo dei fermenti dannosi alla vinificazione. Se le uve sono guaste, non mature o in qualunque modo danneggiate, soprabito se ammuffite, bisogna aggiungere al mosto del metabis'ofilto. Naturalmente, finché ci sia la possibilità di fare una scelta accurata dei pochi grappoli guasti o ammuffiti, c’è tutta la convenienza a fare questa scelta. Se invece l’uva è in gran parte ammuffntta e risulta ormai impossibile la scelta allora, fatta la pigiatura, se non si dispone di altre «ve sane, la miglior cosa è di spremere il mosto e metterlo a fermentare subito da solo per produrre un vino di uso domestico o per lo smercio locale. Patendo invece disporre di u-na certa quantità di uve sane, e se si vuol produrre vino rosso, al mosto, ottenuto con le regole initi-cate, si aggiunge un quarto almeno di mosto e vinacce di uve sane e mature, oppure sulle vinacce delle uve sane si fa fermentare il mosto delle uve deteriorate. In queisto caso, si attende di svinare il vino delle uve sane e sulle vinacce, non torchiate, si verserà il solo mosto de-erioraito, al quale saranno aggiunti in precedenza da 5 — 10 grammi di metabisolfito di potassio. Quando invece trattasi (casi che possono succedere) di mosti provenienti da uve grandinate, oltre alle cure copra indicate, necessitano ancora di essere corretti perchè imperfetti e, lasciati come sono, darebbero un vino non smerciabile. Non sono mai sufficienti le raccomandazioni concernenti la pulizia delle botti, degli arnesi e della cantina durante la ferme-ntazio- CAPODISTRIA, 8 — La vendemmia è in corso in tutta l’Istria. Dalla vite alla bigoncia e da questa alla «castellana», vanno i grappoli dolci, mentre le cantine, imbiancale di fresco, spalancano- le porte sulle viuzze e sulle calli. Uno ad uno i filari delle viti rimangono spogli dell’uva e soltanto i pampini restano a vestire i tronchi; poi a poco a poco anoh’eissi, secchi e rossag'ggianti, verranno staccati dal vento. Intanto i lenti buoi trainano il prezioso raccolto nei tini, dove comincia a -bollire il mosto violetto. Il succo dei grappoli viene affondato nel liquido torbido gorgogliante nell-e botti e tutta l’aria dei villaggi è impregnata di un caldo fiato dolciastro. Anche le pietre del selciato sono impiastricciate di vinacce e di mosto colato. Il decorso settembre aveva preoccupato non poco i nostri contadini col suo cielo nuvoloso che di tanto in tanfo si abbandonava a violenti acquazzoni. Dalla mattina alla sera i viticoltori stavano col -naso per aria alla ricerca di qualche indizio foriero di grandinate, o meglio nella speranza di non trovarne. Alla fine è prevalso il sole e, icori l’alleg-ria, dettata dalla tradizione, è incominciata la vendemmia. La vendemmia istriana costituisce il più bello e attraente spettacolo della nostra campagna. Tuf-ti sano mobilitati affinchè a.1 più presto possibile il frutto di lunghe fatiche sia messo al sicuro. In queste prime giornate autunnali, con il cielo ripulito dal primo «borino», lungo le «cav-edagne» vanno e vengono le «brente» ricolme di malvasia, moscato, borgogna in un’apoteosi di colori e di aromi. I bambi- ni hanno le gu-ancie spruzzate ed attaccaticce per l’ultima «sbafa:1 a» dell’anno. Qualche grappolo lo Piangeranno ancora, staccandolo poi dai chiodi infissi nelle travi della soffitta, poiché è -usanza delle massaie 'istriane mettere ad appassire- una scarta di uva da tavola, della migliore, da sgranulare dopo qualche mese. * Siamo andati a -curiosare alla cantina vinicola di Capoidistria. E-sauriti i preparativi normali di ogni anno, sano cominciati ad arrivare già il 26 dello scorso mese i primi quantitativi d’uva. Poi col primo d’ottobre Ravviava' in pieno la grande attività della stagione. La cani'ina di Cap-odis-tria ha una capacità di 300 vagoni considerando insieme i tini in cemento e legno. Notevole è anche la sua restante attrezzatura. Anzi è in fase conclusiva il montaggio di macchinari acquistati in Germania per i-1 lavaggio, la sterilizzazione, la riempitura e la -chiusura automatica di fiaschi e bottiglie d,i vino. Serviti da sole 5 persone, questi macchinari possono sigillare e riempire intorno a 800Ó bottiglie al giorno. Mia torniamo aiH’attivi?à di questi giorni della cantina. Si prevede che entro il 20 corrente, giorno di chiusura-, vi saranno convogliati circa 250 vagoni di uva. L’anno scorso la cantina ne lavorò di meno: 160 vaigoni. Nonostante le grandi piogge del mese di settembre, il vino avrà quesìt’anno un solo grado di meno rispetto al 1954. cioè 12 invece dii tredici. Ciò è dovuto anche al falò ohe la cantina ha acquistato certi quantitativi di uva nel Buiese, dove è notevolmente più dotata di zucchero, per mescolarli all’uva del Capodistria-no. I prezzi attualmente praticati sono i seguenti: dinari 1,80 per ogni grado di zucchero per quanto l’uva -comune bianca e nera; 1,90 per la 'malvasia, il refosco, i-1 borgogna e altre qualità. Inoltre la cantina paga. 5 dinari al kg. a coloro che le hanno venduto l’uva l’anno scorso in conto fisso. A DIVACA La I. mostra zootecnica del distretto di Capodistria DIVACA, 9 — Si è tenuta domenica scorsa la I. Rassegna zootecnica, cui hanno preso parte esemplavi appartenenti a numerosi allevatori del distretto di Capodistria. 'Promotrice del-l’miziativa era la Federazione cooperalljiVMIicä -distrettuale, che in -tal modo ha inteso continuare gli sforzi per -dare maggiore incentivo al miglioramento quantitativo del patrimonio zootecnico del distretto. Ai proprietari dei migliori esemplari saranno -assegnati cospicui premi in denaro. Prime inquadrature da fino ADDIO A UN’ESTATE POCO GENEROSA FOGLIE GIALLE A POLA A ISOLA Assemblea annuale del Circolo di Cultura ISOLA, 9 — Il Circolo italiano Assemblea annuale. I soci hanno stro Paese e ITtalda. d. di cultura ha tenuto giorni fa la sua potuto così discutere sul lavoro compiuto, sui risultati e sulle prospettive che, a giudicare da quanto esposto, sono da considerarsi senza altro soddisfacenti, basti dire che, soltanto negli ultimi tempi, si sono iscritti ben 130 nuovi membri. Da segnalare innanzitutto i risultati ottenuti nel campo artistiioo-cuitutalfe: 16 tjp.tfctacoÜi fElodtram-ma'tici, deii quali 6 a Isola e 10 in a-lltre località 'del C'a|p(pdistiiaino e del Buiese, oltre alle due trasmissioni di Radio Capodistria, cui ha preso parte il C, I. C. di Isola. Ai suddetti spettacoli, 'accanto ai filo-drammatici, hanno collaborate il coro, l’orchestrina oon i solisti e il balletto. Buono pure il bilancio del-l’atltitvlità svolta, in collegamento con la scuola, nel campo educativo e nell’allestimento della pantomima «Biancaneve e i sotte nani»’ che ha divertito grandi e piccini a Isola e fuori. Soddisfacenti amobe il fun-funzionamen'to e la frequenza della Biblioteca sociale e degli altri ambienti di ritrovo {sala bigliardo e 6ala di proiezione) nella comoda nuova sede di Palazzo Besenghi, il cui -adattamento a scopi culturali è un’altro dei risultativi positivi del CIC, che ha avuto la piena comprensione e l’Iinsente aiuto materiale degli argani -del potere popolare. Confortante pure la situazione finanziaria. Il resoconto presenta infatti, un saldo attivo di 37 mila -din, fra 877 mila din in entrata {di cui 480 mila di sovvenzioni dell’Uni-one degli Italiani e del G. P. C. di Isola) e 840 mila din in uscita. Molto si è discusso -anche del lavoro futuro, i.1 che dimostra come]; i soci del OIC di Isola non si ac-jj contentino di dormire sugli allori.'1 Si pensa innanzitutto al sollecito'| acquisto di -un apparecchio 'televisivo da installare nella -sede. I r-ap- ' porti com la souola per una ancor più efficace azione educativa saranno intensificati, come pure sarà intensificata, l’opera di elevamento politico ideologico, tramite ile forme più convenienti e 'adatte delTatti-vità culturale e artistica. Nel campo filodrammatico si proseguirà sulla stessa via, e così pure con il coro, l’orohestri-n-a e i solisti. Per intanto Si sta già allestendo la commedia pirandelliana «Pensaci Giacomino», che andrà presumibilmente in scena alla fine del corrente o all’iimiiizio del prossimo anno. Durante l’inverno s>i pensa, poi, di organizzare una serie di conferenze su temi politici, economici ecc. di attualità, la cui mancanza si è fatta sensibilmente sentire nel passato. A conclusione sono stati eletti il nuovo Comitato, la Commissione di controllo e ii delegati all’Assemblea dell’Unione degli .Italiani deU’Istria e Fiume. Sono staiti, inoltre, inviati due messaggi, rispettivamente ai compagni Tito e Marinko, nei quali i soci del QIC di Isola si impegnano a proseguire g.liii sforzi per l’edificazione socialista, per la fratellanza fra i popoli e per lo sviluppo dei buoni rapporti fra il no- POLA, ottobre —■ Le guardie comunali svolgono in pace il loro servizio. Son finite le resse attorno alle autocorriere dei bagni. Niente contrasti per poter ricevere una cabina a Stola. Tutto è calmo. A Stoia troviamo solamente i pescatori dilettanti. ' I J -] Siamo tornati nella atmosfera locale, senza centinaia di macchine dalle targhe etereagenee, senza la fioritura di tipi particolari, con a tracolla cinque macchine fotografiche, senza l’intrecciarsi di decine d indioni diversi. Qua e là un forestiero, ogni qual tanto, così per rinfrescarsi la memoria sul... contrabbando estivo di orologi, macchine fotografiche, accendisigari, ecc. A qualcuno piacciono le ferie a buon prezzo, deridendo ed offendendo, magari. E noi abbiamo qualche fi fesso che li guarda con venerazione [addirittura, stendendosi a terra per » vedere come sian fatte le loro mac- VITA DEI NOSTRI VILLAGGI GALLESANO E LA SUA GENTE GALLESANO, ottobre —• Qui non ci sono novità sensazionali. Novecento abitanti, duecento case, un bambino che nasce ogni due settimane, un matrimonio al mese, la vendemmia in corso. Ecco in breve Galle-sano. Quei gallesanesi che, sette, otto anni fa hanno abbandonato Ü proprio focolare per andarsene al di là del confine, quest’anno sono tornati, in molti; magari solo per pochi giorni, vinti dalla nostalgia, per sentirsi riempire il cuore dalla visione di questo paese solcato da due strade. Per rivedere parenti e amici. E gli amici, i parenti, quelli che su questa terra sono decisi a vivere ed a chiudere gli occhi, mostrano le cose vecchie e nuove del paese. * I paesani hanno una specie di culto per il bel canto popolare. Sono proprio bravi. Nel Festival della musica e delle canzoni hanno vinto, in gara con nove Circoli italiani di cultura, il terzo premio. Domenico Leonardelli e Pietro Turcovich, ad esempio, sanno farvi sentire i canti «a pera» ed alla longa. Cantare i vecchi motivi sanno pure Lorenzina ed Andrea Detoffi, e Giovanna De-petre. Il novantenne Pietro Leonardelli è un altro custode di canti, proverbi e leggende paesane. Lo chiamano «Menisi» e vive sempre fra le sua mucche, al bosco, eremita giocondo. In fatto di canto e di cori Gattesani, sempre attico, è Domenico Leonardelli. Incominciò nel 1915 al Circolo giovanile socialista, poi cantò nel coro alle stagioni liriche all’Arena di Pola, fino a raccogliere un repertorio di più epoche. Di sera, spesso, si riuniscono nella nuova Casa detta cultura il coro, la filodrammatica e molti giovani a trascorrere utilmente il loro tempo. L’hanno inaugurato quest’anno, magari (detto fra parentesi) contro la volontà del prete Antonio Garbili, il quale per distogliere le ragazze dal coro, una sera le ha invitate in parrocchia, facendo con loro baldoria e rinviandole a casa tardi, mezzo ubriache. . Scusate la parentesi. Torniamo per le vie del paese. C’è allegria ogni sera al caffè di Calle sano. Operai e contadini sono qui, dopo U lavoro. Fra un discorso e l’altro sulle monache spicciole del villaggio s’ode qualche risata sonora. Fanno ridere le barzellette pepate del popolare Antonio Capolicchio, detto Toni Pelissel. E se non cantano, se non raccontano barzellette, se non lavorano, fanno qualcosa d’altro: danzano, al suono di una zampogna, al canto di Giuseppe Tarticchio, un invalido del lavoro. Eppure dieci anni fa i tedeschi fuctlarano un giovane partigiano di Gattesano: Armando Capolicchio. Armando fu il primo caduto del paese ed il più giovane a sacrificar la vita. Dopo di lui caddero altri 24 su 120 combattenti, quanti ne ha dato Gattesano. Quest’anno i gallesanesi, ad eternare il ricordo dei Caduti, hanno eretto un cippo. Armando Capolicchio: il Circolo italiano di cultura porta il nome. * La più vecchia abitante di Gallesano si chiama Matticchio Caterina. Catino detta stazione, le dicono i paesani. Ha 91 anni, ma è ancor sempre arzilla, accudisce a tutti i lavori di casa. E’ vedova dall’età di 24 anni. Ricorda, quando era piccina, quando si macinava il grano con 10 «zerno» una macina a mano; quando si pestava l’orzo nel «zuc-co» con l’aiuto della «massocca» mossa con i piedi. Ogni giorno, nella sua gioventù, portava a vendere la legna caricata sulla soma del so-morello, sul molo di Pola. Quella volta il mare giungeva fino al Ponte, il ponte della malaria. E’ si coglieva la ginestra sulla riva del mare, là dove oggi, sorge il Parco Valeria. Nel mese di maggio i giovanotti innamorati portavano «el majo» atte ragazze. Ed era un albero di ciliegio infronzolato con frasche d’arancio. Se all’amore si sostituiva 11 dispetto, il giovanotto recava invece una testa d’asino che lasciava davanti atta porta della bella. Sono trascorsi taiipl annjiL Molte usanze non ci sono più a Gallesano. Ma sono rimasti i canti. Come quello della vendemmia: «Ti vignarè cu mi a la piantadela ti magnarà la uva muscadela.» INSUFFICIENTE tutela del lavoro Capodistria, 10 ottobre —• Nel distretto di Capodistria ci sono oltre un centinaio di imprese industriali, e artigiane, Purtroppo la tutela igienioo-san-iitaria in queste imprese lascia alquanto a desiderare nonostante che di tanto in tanto non siano mancati i richiami alla necessità di proteggere adeguatamente i lavoratori. Conseguenza di questo sitato di cose è il numero in continuo aumento degli infortuni sul lavoro: 951 nel 1953, 1064 nel 1954. Ugualmente elevata è la percentuale delle assenze a causa di malattia, che tocca nel -distretto la media del 6%. Il numero degli infortuni è particolarmente salito neH’indusitria, edilizia e -agricoltura. L’Ispettorato del lavoro è intervenuto ripetutamente a far -osservare le norme sulla tutela igienico-sani-taiii-a dei lavoratori e si crede die nel futuro il numero degli infortu-nu diminuirà. Sempre .grazie all’intervento del-Tispebtorato del lavoro sono state risolte numerose vertenze inerenti licenziamenti .arbitrari o a danno di donne in stato interessante è lavoratoli malati. Il 90% delle vertenze è stato risolto a favore degli interessati. Si apprende inoltre che alcune centinaia di 'lavor-altori provenienti da altre zone della Slovenia, hanno trovato impiego nel distretto. chine di sottol è E così, bene o male, con gli ultimi tentativi dell’estate di. fare buona figura, almeno a fine stagione, dopo il pessimo comportamento, è arrivato l'autunno. Foglie gialle, prime foglie gialle che un gran ventaccio spinge nella polvere, vetri che vanno in frantumi, ippocastani che perdono le lucide sfere marrone che vanno a finire rotolando lontane dal proprio albero, sospinte dal vento e a calci dai ragazzi. Sotto gli alberi rimangono solo due mucchi di cocomeri, quelli che Gino e Angelo non sono rimetti, nè riusciranno più, a vendere per cui sarebbe ora li facessero rotolare in mare ... Aria fresca, vento che fa cercare la bonaccia in faccia al sole. Giacche, maglioni qua e là, con qualche soprabito. E mani agli occhi per ripararli dalle nubi di polvere che si alzano dalle nostre vie, che quest’anno non sono state rappezzate dove era necessario. Rotte sì, invece. Appena si finisce la strada ci si accorge che qualche tubatura non è a posto, ed allora giù di piccone. Poi si ricopre la fossa alla meglio e... arrivederci chissà a quando. * Foglie, gialle, tristezza d’autunno. Foglie gialle che cadono a centinaia, come le chiacchiere della galoppante fantasia dei polesi,. Uno scivola sul marciapiede e si strappa il fondo dei pantaloni: colui che ha visto la scena la racconta con l’aggiunta: «Sa, go visto coi miei ori, come che et se ga roto la gamba ...». Alla fine la notizia si propala, con garanzia di verità, che tre uomini si sono presi a pistolate sul cornicione di una casa, ammazzandosi a vicenda. A terra un lago di sangue ... in ospedale tre morti... Ed in prigione nessuno? Già, lì bisognerebbe cacciare gli «inventori» di notizie false. Ma allora bisognerebbe pescarne parecchi, poiché non è polese che non sia dato, almeno una volta al mese, per ucciso, per suicidato, per disperso. E con un tassativo: «Te diga mi che xe vero, verismo; no xe ciacole de babe, me gà riferì mia moglie ...». Foglie gialle che cadono, ma qualcosa manca per fare un autentico autunno: la pioggia. Niente paura, l’abbiamo anche quella. Pioggia di milioni. «E dai che piova, allora!», verrebbe da esclamare. Piano. Son milioni persi, o buttati via. Intendiamoci. , L’inizio di questa storia di milioni dati in pasto alla ... bora, risale a qualche anno addietro, quando alcuni astuti si misero in testa che per lo sviluppo della città era «as solutamente necessario» allestire un «night club», cioè un bar notturno in grande stile. Inizialo il lavoro «urgentemente», è cominciata finche la «pioggia». Affreschi, che il pittore Katić ha certamente... regalato, luci fantasmagoriche, separò, sfarzosi divani, orchestre scelto (a-stuli anche quelli che le sceglievano) e quando tutto fu pronto, si attese l’arrivo degli «ospiti» datt’este-ro, sperando nella loro valuta e nei loro divertimenti nel nostro «Bar Arena». E’ finita con interminabili colonne di cifre che sfarfallano tristemente, come le foglio gialle, terminando il breve volo nel cestino contrassegnato a grossi caratteri del «deficit» ... Poi i battènti si sono chiusi, e sugli affreschi passeggiavano ì rangi, sui divani facevano siesta i ratti, i calcinacci del soffitto cadevano sulle Sedie nuove e la porticina di servizio, forzata, ha fatto fuori parecchia roba. Adesso il locale è in dotazione ai.. . pugili! Non sarebbe stato meglio consegnarlo loro prima di iniziare la grande pioggia di milioni? Milioni scioccamente sperperati. Già, ma bisogna considerare che a Pola, città di grande traffico mondano ed intemazionale, un «dancing notturno» era as- solutamente necessario ... La storia della pioggia continua. Oltre i 9 locali pubblici chiusi d’autorità per «troppi affari», noi abbiamo una gran betta dote, quella cioè di non lasciare che il tempo sgretoli nuove vetrine, insegne, ecc. Appena minaccia una scalfittura, bisogna subito spaccar tutto e cominciare daccapo. La grossa cornice di marmo nero in cui erano racchiuse le vetrine del negozio di tessili del-I’«Izvor» all’inizio del Corso 1. Maggio era già vecchia. Roba di circa 3—4 anni or sono. Fu naturalmente demolita per .. . rimodemizzare. Vi si lavora di gran lena, come pure su quella catapecchia di Via Libertà, che (mentre di sotto la stessa «Izvor» demolisce per fare grandi e ultramoderne «exposèes») si fende con pericolo di crollo. Anche qui ci scepperà qualche milioncino. poi, secondo il piano urbanistico, la casa verrà demolita. A ragione. E qualcuno ricomincierà a pianger i milioni buttati al vento, «governo pegola» — diranno. Ma, si sà, la pioggia, anche e specialmente quella di milioni, fa autunno. R. Farina A CITTAN'OVA IMPORTANTE PER IL COMUNE L'ATTIVITI' DEL MAGLIFICIO CITTANOVA, 8 ottobre — Il maglificio «Umberto Goria-n» tocca attualmente il record delle sue realizzazioni. Costruito, com’è noto, n,el 1953, raggiunse dal maggio alla chiusura di quell’anno un profitto di 25 milioni di dinari. Erano i primi passi e la nuova azienda di Cittanova li mosse spigliatamente, non contentandosi di que-1 primo successo, ma guardando al futuro. L’anno seguente, il 1954, il profitto del maglificio saliva a 82 milioni e si ritiene che quest’anno sarà di ben 150 milioni di dinari. E’ dia notare che l’azienda non è in grado di soddisfare tutte le ordinazioni che le pervengono. Nel 1954 ha dovuto rinunciare a fornire ulteriori 40 milioni di prodotti che le erano sitati commissionati, Anche quest’anno non potrà soddisfare altri 30 milioni di ordinazioni. 11 maglificio si è dunque rivelato di capitale importanza per la Comune di Cittanova, sul territorio della quale rapprestenlta uno dei maggiori obiettivi industriali e la più importante fonte di entrate. Ma anche sotto un altro aspetto Futilità di questa azienda non è da sottovalutare. La sua costruzione fu decisa specialmente oe-r dare lavoro alla manodopera femminile in eccedenza. Il maglificio assolve e-gregiamente anche questa seconda funzione. Il personale- è aumentato rispetto al 1953 del 250 per cento. La produzione è tuttora limitata a maglioni, scialli e maglie sportive ed ha incontrato largo favore nel Paese. Erano anzi corse voci che l’«U. Gorian» esportasse certi quantitativi di maglie in Turchia e Grecia, e perfino neirUntone Sovietica. Il direttore ha voluto invece smentire queste voci, confermando tuttavia che «ogni azienda ha interesse a piazzare i propri prodotti all’estero, cosicché 1 se le si offre il destro di trattare, tratta anche con mezzo mondo». Progetti per il futuro? Motti e tutti in gestazione. Non ci è dato s'apere niente di più. Trattandosi di progetti, il direttore si mastra abbonai is simo al massimo. «Quando ci sarà qualcosa di concreto» dice. BREVI -.-■tott .'-I' ' A - * A- -, Una veduta del Mandra echio di Cittanova QUA E LA' PER LTSTRIA Il nostro gruppo etnico in Istria ha intensificato in questa ultima settimana la propria attività. Le conferenze annuali dei Circoli Italiani di Cultura si sono svolte con successo a Pola, Rovigno, Urna-go ed Albona. Nella settimana in corso si svolgerà l’assemblea dei Circoli Italiani di Dignano e Parenzo. In tutte le scuole italiane dell’Istria — a quanto comunica il Consiglio per la cultura del Comitato Popolari Istriano — i quadri insegnanti sono al completo. A Pola ed Albona le scuole elementari italiane sono state elevate al grado di ottennali. * Tutte le istituzioni sanitarie dell’Istria sono state proclamate di carattere ' comunale. Fanno eccezione l’Ospedale generale di Pola e la Casa della salute della città, alle quali è attribuito un carattere provinciale. Sul territorio del distretto di Pola funzionano attualmente 4 Ospedali, 3 Case della Salute, 36 ambulatori, 12 stazioni sanitarie, 5 dispensari, 7 Case del Vecchio e 3 Orfanotrofi. * Dal giorno 2 al 10 ottobre si è tenuta la «Settimana della Gioventù» con una serie di manifestazioni. Solenni accademie e comizi giovanili si sono svolti a Pola, Rovigno, Pisino, Pinguente, Parenzo. * Si è formata a Pola una nuova società artistico-cùlturale operaia. Egsa rappresenta tutti i collettivi di lavoro e comprende un coro, un gruppo filodrammatico, due complessi mandolinistici ed un . complesso di fisarmonicisti. Tutte le società culturali operaie di Pola si sono associate alla Comunità culturale operaia, la cui costituzione ha avuto luogo domenica due ottobre. * Hanno avuto luogo a Pola, in tutte le unità elettorali, i comizi degli ©lettori. Essi si sono dedicati ai problemi scolastici. In questa forma la popolazione partecipa direttamente, accanto agli insegnanti e professori, alla gestione scolastica. E’ stato proposto di costituire un fondo finanziaro per le scuole. * Nella scorsa settimana il mercato polese è stato abbondantemente rifornito dì frutta e verdura. Grazie all’abbondante , raccolto, i prezzi sono sensibilmente diminuiti. La Camera del Commercio di Pola ha inviato la popolazione a rifornirsi di riserve invernali all’ingrosso allo scopo di svuotare una parto dei maggazini delle imprese, che dovranno conservare le riserve per tutta la città per quattro mesi. * La minima età registrata nei matrimoni a Pola è stata quella di 19 anni. 7 maschi e ben 70 donne di questa età si sono uniti quest’anno in matrimonio con persone di pari o maggiore età. A Pirano, il Tribunale ha condannato verta Kmetič Caterina, da Lubiana, a 1 mese di carcere, per commercio illecito. La Kmetič comperava, per poi ri-. vendere, vari oggetti (calze nylon, penne stilografiche, accendisigari ecc) dai turisti tedeschi. E’ questa la seconda volta che la donna viene proccessata per commercio illecito. Kobal Alessandro e Novič Danilo di Isola, si sono resi colpevoli del furto di ferro, del valore di dinari 2.000, ai danni dell’impresa «Arrigoni». Dopo aver venduto la «mejrce» alla «Otpad», i due hanno prežo il mare .nell’intento di raggiungere Trieste, ma sono stati arrestati al largo dalla nostra polizia. Sono stati condannati a 30 giorni di carcere, il primo, a 1 mese e 15 giorni, il secondo. Essi dovranno nioltre rimborsare all’«Arrigoni» il valore sottratto. * Alla pena pecunaria di dinari 2000è stato condannato Florjančič Boris da Lubiana, per aver provocato delle contusioni ad un compagno. Della stessa colpa si è reso reo Kocjančič Jože, da Crocebianca, che si è buscato 20 giorni di carcere. Skerlič Jordan, accusato di aver cacr ciato le lepri con le trappole, è stato condannato al pagamento di 6.000 dinari di multa. Per il furto di 8 travi perpetrato ai danni di certo Koslovič Srečko, Jarbin-šek Luigi e la di lui moglie Perpetua, sono stati condannati a 10 giorni di carcere. Per aver rubato 550 canne nélla vigna di Mikuš Ivan, Maršič Aurelio dovrà scontare 25 giorni di prigione. DcUteutagiafc CAPODISTRIA NASCITE: Nikolič Neda di Jovan e Rađošević Vera; Kokolj Vladimir di Jože e Korenič Jožica; Stefanovič Mirko di Jordan e Tasič Ratka; Buzečan Ondina di Josip e Šavrori Maria; Bužečan Lado di Josip e Šavron Maria; Savron Laura di Ernesto e Buzečan Angela; Zajc Metka di Josip e Rtrulec Sabina; Muženič Nadia di Silvestro e Mikac Romana; Inkač Darinka di Edoardo e Gustinčič Milena; Krevatin Milan di Carlo e Porosa Franca; Gvardjančič Eugenio di Silvano e Karer Annamaria; Lavrečič Iris di Josip e Kunc Dora. MATRIMONI: Hočevar Leopold di anni 22, elettricista, con Aljančič Veronica di anni 21, impiegata; Drnovšek Adoli di anni 42, operaio, con Uljančič Jocefa di anni 43, casalinga; Pavlič Rafael di anni 39, meccanico, con Pavlič Alojzj.i di anni 23, casalinga; Hrvatin Armelindo di anni 36, carpentiere, con Novakovič Milanka di armi 25, sarta; Križman Gino di anni 24, macchinista, con Rakar Antica di anni 23, operaia; Jelenc Jože di anni 27, automeccanico, con Bečaj Antonia di anni 26, cameriera; Barjaktare-vić Branko di anni 28, ufficiale, eoo Zadnik Božena di anni 20, commessa; Prices Jurij di anni 22, studente, con Zidar Marta di anni 20, impiegata. DECESSI: Floričič Frana di anni 63. ISOLA DECESSI: Bezjak Franc di anni 36; Jakac Jakob di anni 47; Mrau Anton di anni 64. PIRANO NASCITE: Hajđarevič Elida di Kcmai e Benedetti Vilma. MATRIMONI: Pištan Bruno di anni 20, operaio, con Sikur Emilia di anni 24, casalinga; Krešikla Jurij dj. anni 20, meccanico, con Sodomaco Melania di anni 20, casalinga; Sluga Bruno di anni 30, autista, con Debemardi Olimpia di anni 18, casalinga; Preuk Emilio di anni 23, assistente, con Jurinčič Rita di anni 26, parrucchiera; Zankola Egidio di anni 24, agricoltore, con Radojković Fiorentina di anni 23, casalinga. DECESSI: Dapretto Romano di anni 75; Marič Mate di' anni 20; Derossi Antonio di anni 65. BUIE NASCITE: Seme Edi di Mario e Mar-kešič Amalia; Fernetié Franco di Angelo e Sverko Vittoria; Martinčič Vesna di Aldo e Gamboc Nerina; Crevatin Ma-risa di Armando e Karbončić Irene; Benčič Mario di Giovanni e Makovec Alma; Rajko Marjan di Paolo e Savron Albira; Rađislović Silva di Mario e Radin Eleonora; Jurjevič Ondina di Michele e Sinkovič Maria; Tujak Edda di Giulietta; e Miloš Oriella di Bruno e Križman Bianca; Sepić Mariano di Giuseppe e Jugo-vac Virginia; Jurisevié Eddi di Vittorio e Bemardis Redenta; Sisot Sonia di Giovanni e Juresić Marcella. MATRIMONI: Zlàtié Edoardo di anni 28, agricoltore, con Saule Maria di anni 21, casalinga; Barbo Germano di anni 26, agricoltore, con Bassanese Ottavia di anni '22, casalinga; Petričević Krešimir di anni 29, impiegato, con Vrkljan Olga di anni 18, impiegata. UMAGO DECESSI: Kodilja Maria di anni 89. IN BREVE Per la bonifica della valle meridionale del Quieto, il Comune di Parenzo ha investito quest’anno 100 milioni di dinari. * Dopo quattro giorni di apertura, domenica 2 ottobre, si è conclusa a Dignano la prima esposizione agricola per il territorio dell’ex distretto e della ( città di Pola. Alla mostra hanno preso parte oltre 200 espositori di imprese statali, cooperativistiche e privati. * In concomitanza con l’esposizione agricola nella giornata di sabato, 1 ottobre, si è svolta al mercato del bestiame di Dignano pure la mostra zootecnica. Hanno partecipato oltre 70 espositori fra i qua- -li 4 imprese statali ed altrettante cooperative. Alla mostra figuravano tipici.e razze di animali da tiro e da lattò' istriani, nonché diversi esemplari stranieri, fra i quali la «Bruna Alpina», di importazione svizzera. Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso Io stabil, tipograf. «JADRAN» Capodistria PROBLEMI D’ÀTTUAUTA* FORME DELLA COLLABORAZIONE ielle terze socialiste nel mondo piti della classe operaia delle metropoli. La complessità ■ dell’at'itale situazi me si traduce anche nel ruolo che le vecchie colonie, divenute oggi Paesi indipendenti, hanno nelle relazioni in'ernazionali. Tale situazione ha permesso alia Jugoslavia, pur essendo es sa un piccolo paese, di salvaguardare la propria indipendenza, di continuare la propria edificazione socialista malgrado la pressione dei blocchi, e di prendere parte attiva alle relazioni internanti, sconosciute e impreve- ziona]i come fettone positivo. Questa situazione permette anche agli altri Paesi di giocare Pin ruolo più indipendente e positivo negli avvenimenti intemazionali. La situazione attuale1 costringe, da l’altra parte, le vecchie potenze coloniali a opporsi a certe tendenze del 1’ imp e r tal isimo moderno. Quanto alla classe operaia, l’evoluziome della situazione l’ha obbligata, in La conoscenza dell evolu- mom paesi, a esercitare una ione contemporanea riveste più fortè sui cinco- jn’impoTtamza basilare per i militanti coscienti del socialno, per lo sviluppo del icnsiero e della lotta sociala e, in ultima analisi, per a scoperta delle vie e delle iirme della collaborazione vile forze socialiste. E’ innegabile che, fra tut- L’evoluzione coinltempora-aja è accompagnata da tut-‘a una serie di elementi ca-..jtiit'ritìtici, prodotti da mu-ignenii qualitativamente ‘jjovi, che danno alla situazione attuale un aspetto spe-ifico, influendo in modo \en determinato sul presen-,e e sull’avvenire, e intro-jucendo negli avvenimenti ori-temporànei nuove compo- Di V. Vlahovič libili ancora 15 o 20 anni :a. Se si vuol comprendere odierna, situazione e le diret-;Iici dell’evoluzionie contem-joranea, è indispensabile, a-Rizzare dettagli,sitamente in tomo luogo, le trasformazio-,i sociali più recenti. Soltarv partendo da queste basi, ■i potrà int,ravvedere i’incE ’ìjzo futuro degli avven meniti. In tutte queste oontradiizio-ni dello sviluppo contemporaneo, è venuto a inserirsi un fai tore nuovo, estrsmamente importante ed efficace — ir scoperta dell’energia atomica e LI suo impiego a scopi pacifici. Si può affermare senza esitazioni che fu la macchina a vapore, o piuttosto il grandioso balzo da essa fatto compórre allo sviluppo delle forze produttive. a segnare la nascita della classe operaia. La scoperta dell’energia elettrica, poi 'impresse, fra 1’,altro, un potente impulso allo sviluppo disigli elementi socialisti in seno alla vecchia società, i-nauguirando l’era delte rivoluzioni proletarie e dei moti rivoluzionari. Eviden’emente l’energia atomica segna un nuovo e importante passo innanzi nello sviluppo delle forze di produzione della società e nello sviluppo de'-le forze socialiste spontanee e coscienti. Tutti questi nuovi elementi stìnse,nisc-cmo nel quadro li monopoliizzatoiri del potè- dell antica verità, secondo cui l'evoluzione somale con- re e suU’autorità dello Stato. Grazie a queftia pressione, tanto cosciente quanto spontanea, la classe operaia si assicura concessioni e posizioni che l’incitano, in quanto classe e senza riguardo all’asiislbenza di raggrup- : una serie di fenomeni nuo- pamenti politici diversi nell'evoluzione contempo-•snea della società e dei raporti in essa, e la spiegazio-■e teorica di questi fenom e-dal punto di vista marxi-ra-lsnimista, esista una cer-i connessione. Per ciò che concerne la {legazione dei diversi fenomeni e avvenimenti, il penero marxista s’è limi’ato isenzialmante al periodo di t-eparazione del movimento Ceraio alla conquista del tere, al periodo cioè dei separativi per inlraprende-L pràticamente Finstaurazio-te dei rapporti socialisti nella società. Nel processo d’accrescimiein- con le relative divergenze ideologiche, a continuare la loitia e rivendicare nuove concessioni. temporanea è i-1 riflesso della lotta sostenuta per piu decenni dall’umanità per scoprire nuove forme socialiste d'organizzazione sociale. La constatazione di Marx che Fumaniiità non vuol più vivere alla vecchia maniera, senza -sapere come sd viva alla nuova, è tanto esatta oggi, quanto lo era cent’anni fa. (Continua) TRADIZIONI CHE NON MUOIONO MAI E* BIANCA A CASTUA la prima domenica d'ottobre Caist.ua, ottobre. Come si sveglia ottobre e porta in gurali che finiscono suggel-braocio la. prima domenica, i late dai brindisi in tavolo ca,3tuani fanno festa. Una fe- comune. E sì, perché alla ba- spendere bene le parole au- virie che toccheranno Zamet, Castua, Mattuglie, Cos'tabel-la, Abbazia e Laurana, finiranno le salite e discese a sta, che i bisavoli del luogo vollero denominare «Bianca domenica», fojjse per dire che in quella data ogni lavoro an- se della «Bianca domenica» Stanno il mangiare, cantare e bere copiosamente, con 1’aggiunta del ballo popolare, dava sciopera'o, o forse per- sempre aperto dal decano del- chè in quella notte nessuno avrebbe chiuso occhio. Sia ciò che sia, j castuani sono stati fedeli continuatori di una tradizione nata secoli e la località. Cosciotti, porchetì li, «Iuganighe» slovene, bistecche di vitella, salumi, prosciutti, finiscono negli stomachi dei festeggiati e fe- secoli addietro, sempre ali- saggiatori, e così anche gli La via Bralhim Fetah nella pittoresca Casfoah di Algeri. I recenti moti anti-francesi del-l’Airioa settentrionale hanno avuto epicentri Rabat nel Marocco e Costantana in Algeria SULLA COSTA OCCIDENTALE DELLTSTRIA UN PALOMBARO POLESE ALLA RICERCA DI CISSA Calatosi a 28 metri di profondità, con l’aiuto di un gruppo di giovani esploratori, men'ata dall comune volontà di dare sfogo agli onèsti desideri di svago, di brio, di canto. Il Velebit è appena timidamente illuminato del primo chiarore della «domenica bianca» e, sotto, il mare dorme placido e senza sussulti; Abbazia, la cosmopolita, s"è appena coricata, da consumata nottambula, mentre a Vo-losca s'ode il vociare mattutino dei pescatori sulla riva. Solo Castua è desta, piena di calore, frizzante come l’aria che t'investe ora dal monte ora dal mare. Intorno al cocuzzolo che segna il confine della vecchia Castua, ogtoi posto ha qualcosa da dire, dà offrire, da rappresentare in nome della festa che comincia. Uomini e donne, vecchi e piovani castuani sono già fuori, in giro a curiosare a ficcare il naso dappertutto. Venditori d’agni specie di leccornie, di prodotti suini, di chincaglierie, di frutta, di vini; fanno i loro affari perchè oggi nessuno fa il tìrchio, nessuno contratta. Con lo spuntar del sole, Castua si moltiplica. Gente s’inerpica da Miattuglie, da agnelli che rosolano allo spiedo Mafc'Uiglie per prendere il treno. La stessa città di Fiume, avendo capacità* dì traffico, si estenderà verso le e-stremifà laterali, cioè verso Buccari e verso l'arco Castua — Mattuglie — Abbazia». Le tenebre stanno prendendo il Sopravvento. Lasciamo la festa, entrata, con l’av-vento del ballo, ne'la fa e Quanta gente? Impossibile culminante. S’accendono le contarla. Forse diecimila piuttosto di più che meno. Fuori dalle cantine escono i «domače». L’uva non c’è più nelle vigne: al posto di essa abbonda il vino. E che vino! 'Generoso e traditore, che ti taglia le gambe quando non te l’aspettó; che fa fare «il matto» pure atl’ottanten-ne «Gigio» de'to carioca. Cantano tutti perchè oggi anche le «stecche» sono ammesse e perdonate. Ma quando d’uma spanna s’alzano luci in giro, carme luccio1«. Ad ogni passo sentiamo, o’-toe alle canzoni che l’eco ci porta da Castola, la mirra chi si espande dalle care. Posti simpatici, puliti e ospitali, in giro a Castori Ceto che or. ottono per lo più lavoratori degli sitabitìme-nti todu-stridi di Fiume, i quali gl pomeriggio amano curare orti e campicelli.E che sono moderni lo si vede dagli arredamene interni, dalle radio, dal loro stesso conversare e vi- cari di Zamet e dii Piume a1- vere- Brav,a §ente e s"'na Sf- iora si zittisce, si ascolta e si applaude per poi riprendere per proprio conto. In uno spiazzo sotto la chiesetta c’è, per esempio, un gruppo di giovani che, disco unico, ricantano per l’eninesima volta «Maio'lca, . . . Mai-olcica». con facce da innamorati cotti. te che procede cosciente e serena sulla strada della rettitudine e della prosperità, frutto dell’onesto lavoro. latore . . . E come scende il livello Una signora di Chicago, tale del vino dalle bottiglie, sa- William Shorts, ha confessato le l’umore, si sciolgono le lin- „n „ „1. i , , „ .. .. ,, , . alla polizia che iper trattenere gue piu ritrose alla chiac- .. .. chierata. Nessuno sente il so- 1 marito in casa aveva preso le che picchia alto e forte e T«abitudine di nascondergli la Mihotìci; da ^Abbazia,5 da Vo- fa s^are' Si gl\ SC^T Samba artificiale». ’ gni dea ricordi, si paria di lavoro, delle speranze future. * Meni-go indica in fondo alla vallata una quercia: «E lì ,11 ««veglio infoia un lunche avevamo appuntamento gh;ISS,“o tunne’- Dopopoohi io e Nina. E come tremava quando le diedi il primo bacio . . .» Gli occhi gli brillavano alla pari di Frane che mostra i suoi averi. «50 anni or sono c’era soltanto u- los-ca, da Zamet, da Fiume. Fanno spola contìnua taxi e auto-corriere, con una Scia di polvere che s’ammanta sopra i rovi; però la maggioranza viene a piedi. E fanno, per un giorno, ritornare «principali» le stra-dicciole di S. Matteo, di Mu-cici, strade importanti e «strategiche» nei tempi in cui na casupola di legno e un Intra Castua e Volosca. non cor- me a petrolio. Adesso i ragazzi non .s’accontentano più della radio, vogliono la tele- secondi un corto circuito fulmina le lampadine degli scompartimenti e tutti restano al buio. Anche i fari della locomotiva si estinguono ed il macchinista rallenta, ad evitare disastri. lei processo d accrescimi™- i i n il * ' 1 . roi • , 1 11 1 1 delie forze socialiste, do- Angelo butkovic non vi ha trovato Lassa, vanto delle leggende rovignesi o la Rivoluzione d Ottobre. ^ ____ _ > reva buon sangue e il can- :è prodotta un’in'er- serie di (Nostro servizio) in innumerevoli leggende ro- gersi qui, in mare aperto, per si è persa negli abissi, tra il per accertare se la città spro- none ... di legno «tuonava» svenimenti di grande por- ottobre _ Trovare v^nes^ ^ Ver trovare Cissa, calcare le vie di una città di guizzare di pesci curiosi, sul- fondata si trova nelle acque facerndio un baccano del dia- ta per l’evoluzioine socia- ’ j della aualè «d P«n*o esatto indicato dai duemila anni addietro. Ades- la «Slava» capitan Berto egli istriane. Vorrei, dopo sta, la cui semplice en-urne- J' ; Veristenm é un cenni storici e dagli archeo- so tocca a me questo compi- altri attentamente hanno a- partecipato alla «cancellatu- ;zione sarebbe da sola suffi- • . • . .... tn _____ p» / „scoltato i racconti del pesca- ra» di Cissa dal fondo mari- . . rate per comprendere l’am- att° fortunato, che menta o- logt dei musei istriani, sono r ^ tore rovignese. Cento volte le no, poterla veramente ricon- luogo sono di prammatica le stua. «Castua fra dieci anni manda: «Ohe cosa succede?» :ezza dell’opera, cui devo- gm attenzione. Con una sco- ricorsi all arte di Angelo il swne che Angelo ci ha espres- ^ ^ d[ Rouf fe^are in qMe altw pun_ strette di marno. Stratte cor- sarà ancora più popolata. In gl0vane palombaro che tutta so m mento a quella sua im- g. sonQ impigUate neUa mura t0. // rintracciarla, sarebbe il diali e vigorose, con auguri a quell’epoca qui giungerà la che si trovano sotto la barca, secondo grande momento del- sazietà, tutti prosperosi. I filovia proveniente da Zamist far fronte la teoria e la Perta qualsiasi taluni si son trassi del movimento opera- fatti la fortuna. Scoprire in-i contemporaneo e dell’ulite- vece che una determinata cosa ore sviluppo delle forze so- S‘à scoperto, anni prima non esiste come ammonti ita dal primo scopritore, ma solamente nella sua fantasia, dovrebbe esser un’azione per niente inferiore alla prima scoperta. Interi libri sono stati scrit-arx, Engels e Lenin. Le due ti sul tema ohe oggi trattia-;!onie piu vasto — Cina e ">o, sulla città sommersa di idi a — s'i stanno integran- Cissa, che gli storici voleva-a al processo* deU’edificazio- 710 sprofondato, 150 metri a (e socialista. Molti altri po- sud-ovest del faro diS. Gioia, che ancora ieri si tro- vanni, dinanzi a Rovigno. givano in posizione coloniale "Cissa giace a 28 metri di semieoloniaiè, hanno con aver ... e poco danno. latu- Tra chi arriva e chi è del Carlo, operaio del «3ma§ gio», parla del fu’uro di Ca- Pola conosce e stima. Quando il controllore attraversa il vagone impugnando una lampadina tascabile, un viaggiatore nervoso gli do-asreraonegilvvmainjr. toavllàra «Un guasto alla luce». zaliste. Innanzitutto, l’attuale qua-10 della questione colonia-i non corrisponde più a jello, analizzato dettaglila^ intente nelle loro opere, da Un mattino, alla fine di lu- Alfine, avvitata, la calotta 28 metri più sotto, dove la SHo, una piccola e tozza mo- dello scafandro sul capo, il iuce fai £ una diafana tobarca di nome «Slava», si palombaro scendeva lenta- penombra verde, senza ru- dondolava sulle onde, 150 mente la scaletta di ferro, mori. metri a sud-ovest del faro di immergendosi a poro a poco. Q ^ mesa> m ri_ S. Giovanni. I sei esploratori, Dieci metri ogni mezzora, boUire acque segnala il un pescatore rovignese che scendendo e salendo. Non di ritorno di Angelo alla luce del «sapeva» il punto esatto in più, poiché il rapido cambio soie. cui giaceva Cissa, Angelo di pressione farebbe perire , . n . j . „ , . , . Ecco la sua dichiarazione: Butkmnc ed t suoi aiutanti I abitante dell enorme scafane «Appena sces0t ho messo pie. attendevano il momento di dro. deVVm una ^ecie di coUina iniziare l impresa. A bordo l’attesa era gran- scura, irta di cocuzzoli simili — «Mentre mi aggiustava- de. Mentre gli aiutanti di An- a mura. Questa collina ha un c _ ____ ^ no la tuta gommata, sentivo gelo lentamente giravano le diametro di circa 150 metri, . profondità,» scrivono gli sto- un po’ l’emozione del mo- grandi ruote d’azionamento ai j0(j tutto si perde nelle pro- la mia vita.. Auguri Angelo! ROMANO FARINA Luca, Toni, Mate, Carlo, Fra- dove è già stato ultimato Faine, Pepi, Jose, le Catiza, Ma- largamenito del tronco stra-riza, Loiisla, Rosa, esce, sanno dale. E con le vetture filo- «E perchè il treno marcia a questa velocità da lumaca?». Cerca le rotaie a tastoni. IL DRAMMA ITALIANO DI FIUME A CAPODISTRIA UN’INGRATA FATICACCIA per i bravi attori di „Nina” is’ato la loro indipenden- rlCi-s nazionale e partecipano, A iù o meno attivamente, agli wenimenti saturi di antago smi e di contraddizioni del- mento in cui avrei cammina- dell’aria condizionata, gli es- fondità. Avvicinatomi ai co- Con «Nina», tre atti comi-constatare che la cosa to con gli zoccoli di piombo Aplomtorì; accompagnavano il cuzzoli, mi sono accorto che ci di A Rouss’in, la campa- vere. Mentre due uomini discu- paci di autentici passione e sto suo personaggio varia-di veri sentimenti, incapaci menite e felicemente- a fuoco; X X C/l/1 l' II' l U'I O I/1 II/ L 1.7- l/l/U U n * * v — I I/ LI/ I II' — 7 ' I Ci Wl/VI/ 7 . . » ^ . . , • _ . _ J'IJ , non sta proprio così è stato sulle mura di. una città som- palombaro nella sua discesa, non si tratta di mura, ma so- gniia del Dramma Italiano dii tono tranquillamente, arriva di volerne qualcosa e di bat- a volta a volta impetuosa e * * 7 ... T -I 1. . C • IT 1 _____I r, rlniVnO Tn f VOTI/I O fi t .i For-C 1 n.QY* QiCClO Mol rtivn d i 1 r\ rr i /-l.n •-> fiTillnviln /-» nnnf« - 1 1 n t un nostro concittadino, simpaticamente noto ai polesì mersa Dono quel primo uo- muniti delle loro maschere, lamente di una strana confi- Fiume ha aperto mercoledì la donna. Intraprendente tersi per essa. Nel giro di --- che firn scoverta forse Per alcuni metri, s’intende, gurazione di grotte nere si- scorso a Capodiabria la serie carnè, essa aggiusta le cose due gromi hanno tentato as-y ; rt - -7. . r---------X..- 7T..IJ—X/, j: -----------4-1-----1; au* i.r./iiivi-z-zariiH.nilip im nn «mpn,a sasisini e suicidi giocando COil Umanità contemporanea come uno dei migliori nostri nessuno è venuto ad immer- Poi, quando la goffa sagoma mili a stalagmiti. Evidente- di spettacoli che verranno indirizzandole in un «mena 'ella stessa socie'/ capitali- calciatori del dopoguerra. An a, cioè negli Stati capitali- gelo Butkovic, simpatico, pa-!S più evoluti, il coloniali- cifico e bonaccione nella vita po classico diviene un frs- privata, comò taciturno e ir-tì e un impedimento all e- riducibile lavoratore. E non pansione del capitale. Del- ba certo un lavoro facile, unperialismo contemporaneo quando sopra la testa gli on-può dire che esso ha ab- deggiano, come una cappa indonato le forme classiche pesantissima, 20—30 metri '! colonialismo le1 che, al po- d’acqua marina. E’ il più ri-® th questo, invecchiate e cercato palombaro della zona Arate. cerca di introdurre e per questa ragione lo hanno introduce quelle più cor- richiesto i giovani studiosi di "pondenti alla situazione at- -ale, in primo luogo allo svi- state hanno intrapreso una Ppo economico comtempora- gmnde azione lung0 le coste ». Tale sviluppo si tradu- adriatìche. Si sono assunti un '■ sopratutto nell accresciuto compito storico, che hanno »lo dello Stato nella vita portato a compimento con »nomica e degli elementi buona fortuna, servendosi so-? capitalismo di stato nel- lamente degli apparati per la »onorata, che ci è dato ira- respirazione subacquea, quel-ntrare nelle diverse comu- sa adoperano per la pe- to e associazioni economi- sca con a fucde e ia freCcia. e, militari e politiche. E’ }janno coluto descrivere alla -Punto per questo loro in- perfezione le città sommerse l'omissione che sii manifesta- dell’Adriatico. Ira uo articolo e l’alo... mente il palombaro sceso ai dati in toiurmè per la -nuova ge-» a tre. Pràticamente la Pistole e veleni, si sono insul-tempi dell’Austria, nella fret- stagione in questo distretto. ta, ha scambiato le grotte per resti edili...» — Già, ed in La commedia è una tìpica cbmmedii-a finisce lasciando le case com'erano all’inizio, sen- , „ . -ili , «pochade» d’autore francese, za ohe niente, peraltro, sia base alle impressioni del fret- CQstretta nel classico «trian- successo. Da una «pochade» golo»-qnarito, moglie e amari- non ci si può attendere niente. Quest’ultimo, un tipo di foioso palombaro austriaco, Pietro Kandier e gli altri hanno scritto interi volumi sulla Cissa sommersa esatta posizione. Robert ,Smith di Saint Jo- pria moglie dopo le quattro seph, Michigan, ha óhiesto il del mattino, divorzio perchè sua moglie, ogni volta che si (recavano al Sulla linea Marsiglia—-Lio- vie, il popolare palombaro po-Zagabria che nella scorsa e- cinema-tografo, allapparne sul- ne un signore racconta ad vi- ^se, ha tolto il velo^ ad una ’ ’ - j- j „ . . .. . ■ • j i leggenda che si trascinava da lo schermo di -donne m oo- orni gli eroismi guerrieri del- d**mni> nella fanta- stame da bagno o, in cos u- ja sua famiglia: «Io ho fatto $ia popolare dagli studi degli me succinto, -lo costringeva ad ^tita l’ultima guerra; mio pa- storici. Esiste effettivamente usoke. ha fatto quell’altra in fan- CissaP Innegabilmente sì, ma e sulla'sua gaudente affatto originato, attende l’amante al solito con- vegno pomeridiano nel suo In un paio dorè dì pesan- «pìede-a-terre». Accade inve- te* di -piiù: il guaio è che i tre atti di Roussiin sono esclusivamente affidati al dialogo e alle diatribe fra i tre personaggi. E’ ciò, se è troppo tati e vezzeggiati, ma tutto senza una vera partecipazione. Essi in fondo appaiono vuote creature messe «in vitro». Questo è però un altro discorso; la commedia voleva essere urna «pochade» e tale rimanga con buona pace di tutti quanti. Gli attori hanno fatto del te immersione, Angelo^Butko- ce che gli si presenta, pisto- Per la pazienza del pubbli- i0!ro megii0 per teneie insie- co, è poco per reggere in me i tre atti. Il personaggio piedi la commedia, che le femminile era affidato alla autentica figura di un «mon- battute di spirito seminate brava Gianna Depoli. N-[ -te-si-eiur Travet» ormai ridotto Qua e là non riescono a rav- sto la figura della adultera la in pugno, il marnilo (tradito. Le intenzioni di costui, a nient’altro che a un deam- vivare. Lutante ufficio burocratico ______ ____o____ _ Semmai il lavoro di A. w . essa cessa di appartenere al- 11011 -sembrano passibili di e- Rousis-in ha un merito, se co- teria, imo tiglio combatte m ^ leggende rovignesi. Essa Quivaci: il seduttore della sì si può dire, a «rovescio»: , . _ ,. Indocina e mio nonno sii è si troVerà in qualche altro moglie deve morire. Al con- cii dà cioè, senza averne la la uepoil fta messo que- «Per voi signori», è il titolo battuto a Sedan nel 1870. Pos- punto dell’alto Adriatico. ira-rio, il gaudente diven.a minima in’enzione, un qua- era la meglio delineata:, forse ancora un omaggio del non mai spento «esprit» francese al gentil sesso. Fatto è leziosa, ardente e controllata, essa sii è guadagnata il consènso senza riserve del pubblico. Valorose indubbiamente anche le prestazioni di Nereo Scaglia nella parte del marito e di Raniero Bruitimi nelle vesti dell’amante. Scaglia ha tratteggiato incisivamente la figura de1 funzionario affetto di inocue manie e pignolo, guadagnandosi degli applausi a scena a-penba. Brumini è st'ito un compassato gaudente moko riuscito. Il pubblico, inter ènuto in discreto numero alla serata, non ha lesinato la sua attenzione alla fatica dei bravi attori anche s'e la commedia era quella che era. E non è stato neppure parco di applausi. «Adesso che ho cancellato un pezzo di storia — ci tendenze al dominio portico-economico, prodotte, («1 punto di vista ideologi-dallle forze politiche più -‘azionarie. Queste tendenze l’ri risparmiano nemmeno Prti organismi delle Naizio-• Unite, in seno ai quali Esistiamo allo scontro contilo dell’evoluzione progres-to di rafforzamento del ruo-I'; dei piccoli paesi, di ap-anamento delle con-tradizio-r asisteriii fra le regioni piluppate e quelle non sviluppate, con le altre benden-r che riflettono una lotta pT l’egemonia politica ed e-riomica. Tutti questi nuovi fenome-- esigo-no un'analisi scienti-ta .cioè marxista, e sèria, a per sviluppare la teoria, ■a per trarre conclusioni fatiche pér la lotti delle Ptoe socialiste coscienti. Il disintegramenin del si-rtona coloniale ha creato "a situazione nu -va per la lasse operaia delle vecchie »tenze colonialiste. poiché P colonialismo impediva non l'Io lo sviluppo dei popoli, vbaindonandosi a uno sfron-ato ladrocinio e allo sfrut-toiento spietato delle masse 'Peraie delle colonie, ma an-,'te lo sviluppo della stessa "’asse operaia dri le nietropo-I" Impedimenti di questo ge- airmico del marito «incorniciato» poiché costui non è mos- . ha dichiarato commosso An- so dalla §elosia 0 da autel'- gelo — voglio partecipare al- biche ragioni morali, ma da ---.-.-v ________le imprese che i giovani stu- 1111 vago e sterile amore per sa rappresentano i resti della t>ro contiene cento scuse va- «Che famiglia! Non andava- diosi zagabresi intendono in- «Lordine» che non esclude città antica che trova posto Hde per presentarsi alla pro- -te d’accordo con nessuno?» traprendere il prossimo anno, che anche Ramante pos'sa vi- Hanno voluto constatare co- di -un libro ohe sta ottenendo so dire che non abbiamo mai un grande successo in Svezia, smesso di batterci...» Sembra che la terza edizione Dal suo angolo, -un gi-ova-si-a già stata raggiunta. Il li- notto flemmatico osserva: dro, nella sua ingenuità ab-ba-sitanza feroce, dello sfacelo di certi ambiemi della società contemporanea. 1 due coniugi e -l’amante della moglie non -sono altro, m fondo, che pallide larve inca- IL CERCHIO DI E. WALLACE La sera seguente, mancavano tre minuti alle ventidue quando una automobile chiusa entrò in Steyne Square e venne a fermarsi all’angolo di Charges Street. Pochi minuti «Jopo, Anna Drummond giunse sullo Square dalla parte opposta. Ella portava un lungo mantello scuro, e il piccolo cappello che aveva in testa era tenuto fermo da un fitto velo annodato sotto il mento. Senza esitare, aprì lo sportello della vettura e vi salì. Si trovò completamente al buio, ma nondimeno potè scorgere indistintamente la figura del conducente. Questi non volse il capo, nè mise in moto la vettura, sebbene una spauaj ecj elja sentì ch€ sotto un morbido mantello egli portava incarnente. — Ma veniamo a noi. Anna Drummond, io metterò a vostra disposizione molto denaro e vi troverò un buon impiego. Permettetevi pure delle eccentricità nel tempo che avrete libero, ma abbiate sempre presente che il primo vostro dovere è di servire me, e solamente me. Capite? — Capisco. — Quello che saprete fare vi sarà pagato bene, ed io vi saro sempre abbastanza vicino da potervi aiutare . . . o punire, se tentate di tradirmi. Capite? — Perfettamente. — Il vostro compito sarà molto semplice — continuò lo sconosciuto. — Vi presenterete alla banca Brabazon, domani; Brabazon ha bisogno di una segretaria. —r- Ma mi accetterà? — chiese la ragazza. — Debbo presentarmi sotto un’altro nome? — Presentatevi pure col vostro nome — rispose 1 altro, con un pò di impazienza. — Non interrompetemi. Vi darò duecento sterline per i vostri servizi. Ecco il denaro. E le porse due biglietti di banca dal di sopra delle spalle. Ella li prese. In quell’atto, la sua mano inavvertitamente gli tocco mantenesse il motore avviato. — Ieri mattina voi siete comparsa dinanzi al tribunale di polizia imputata di furto — disse, senza preamboli, il conducente. '— Ieri nel pomeriggio avete inserito un avviso in un giornale, spacciandovi come di ritorno dalle Colonie, nell’intento di trovare un’altra occu-ipazione per poter continuare la vostra carriera di piccoli furti più o meno ingegnosi. indosso qualche cosa di resistente. — Una corazza contro le pallottole — disse ella tra poi continuò a voce alta. — Che cosa debbo dire al signor Brabazon se mi domanda delle mie precedenti occupazioni? — Non vi domanderà nulla e non avrete da dirgli nulla — rispose l’altro seccamente. — Riceverete le . necessarie istruzioni volta per volta. Non c’è altro. Andate. Pochi minuti dopo, Anna Drummond sedeva in un taxi che la — Tutto ciò è molto interessante — disse Anna, senza un tremito nella voce — ma lei non mi avrà mica fatto venir qui per raccon- riportava in Lexington Strett; dietro al suo, a breve distanza, veniva tarmi il mio passato. Quando ho ricevuto la sua lettera, mi sono un altro taxi che rallentava quando rallentava il primo, ma non lo detta che lei doveva aver pensato che io avrei potuto esserle utile . . . sorpassò mai, neppure quando si fermò dinanzi all’abitazione della e io non chiedo di meglio. Ma prima vorrei farle una domanda. fanciulla. Mentre essa girava le chiave nella toppa della sua porta, — Se mi parrà di rispondere, lo farò — rispose l’altro senza com- l’ispettore Parr era a non più di una dozzina di passi da lei: forse promettersi. ella si era accorta di essere stata pedinata, ma certo è che non lo — Questo va da sè — disse Anna, che sorrise nel buio. — Se aveva in nessun modo dato a vedere, avessi rivelato ogni cosa alla polizia e fossi venuta qui accompagnata Par, dall’altra parte della strada e sempre tenendo d’occhio quella lUalcosa nell’evoluzione del- dall’ispettore Parr, per esempio, o dal brillante signor Yale, che casa, attese ancora pochi minuti; poi, quando una luce apparve a Umanità versp il socialismo cosa sarebbe accaduto? una finèstra in alto, si volse e, cogitabondo, ritornò al cab che lo nella definizione dei com- — A quest’ora voi sareste già morta — rispose l’incognito laco- aveva portato fin lì. £re sono oggi spezzati. Que-'*o _ fatto deve significare Aveva già aperto lo sportello e stava per salire in vettura, quando si accorse £he sopraggiungeva sul marciapiede un individuo che egli subito riconobbe, malgrado camminasse rapido e cauto, e tenesse il bavero della giacca rialzato fino alle orecchie. — Principe! — Chiamò seccamente. L’altro si voltò. Era un giovinotto bruno, dalla faccia sottile, svelto; alla vista delPispcttore, rimase a bocca aperta. — Avrei bisogno di dirti due parole — disse Parr gravemente. — Vieni a far quattro passi con me? Barnet, detto il «principe» ebbe un brivido: era un invito di cattivo augurio e gli era già stato fatto altre volte. — Ci sarebbe ancora qualcosa contro di me, signor Parr? — domandò, esitando. — Ma niente, che diavolo! — gli rispose l’ispettore premurosamente- — Tu, ora fili diritto che è un piacere . . . Almeno, è quello che mi hai assicurato il giorno in cui sei uscito di prigione. — Ed è proprio cosi — ribattè Barnet. — Fiio diritto, mi guadagno la vita lavorando c sto per prender moglie. — E non me lo dici nemmeno? — disse il bravo signor Parr, con interesse. — E chi sarà mai la fortunata? Bella o Milly? — Milly — rispose Barnet, che dentTo di sè malediva l’ottima memoria dell’ispettore. — Quella ragazza tiene una condotta esemplare, e ora ha un buon impiego ... in commercio. — Diremo alla banca Brabazon, per essere esatti — aggiunse Parr; e poi, come se lo avesse colpito un improvviso pensiero mormorò tra fè: — Mi piacerebbe sapere se è proprio lei . . . — Oh, è una vera signorina, la mia Milly — si affrettò a spiegare il «principe». — Questa come la luce del giorno; non porterebbe via un orologio, nemmeno se l’ammazzassero. Noi due, ora, facciamo quello che si può dire una vita onesta. Il faccione di parr si aprì ad un sorriso: — Sono notizie che mi fanno realmente piacere — disse. — E dove si può trovarla, Milly, in questi giorni? — Sta dall’altra parte del fiume ... in una camera ammobiliata — rispose l’interrogato, con evidente riluttanza. — Lei non vorrà mica andare a rivangare qualche vecchio peccatuccio, signor Pair, è vero? — Per carità! — protestò Parr — vorrei solo scambiare qualche parola anche con lei. Caro Barnet, è stata una vera fortuna incontrarti. Costui non condivideva la soddisfazione dell'ispettore Parr; non- tempre elegantissima la redingote nera per le dimeno si sforzò di non lasciarglielo vedere. giovani sofisticate. signore e LA VI. GIORNATA DEL CAMPIONATO JUGOSLAVO DI CALCIO I. LEGA 3 DELLE „4 GRANDI" in testa alla classifica a Titograd ■ La millesima partita di F. Matošić Sconfitta della Dinamo I RISULTATI: Crvena Zvezda — Vojvodina 1:1 Proleter — BSK 1:3 Sarajevo — Velež 2:1 Zagreb — Radnički 2:4 Budućnost — Dinamo 3:0 Partizan — željezničar 3:1 Hajduk — Spartak 1:0 LA CLASSIFICA: Dinamo 6 4 11 11:4 9 Crvena zvezda 6 3 3 0 11:5 9 Partizan 6 4 11 10:6 9 Sarajevo 6 4 0 2 13:13 8 Velež 6 2 3 1 10:7 7 Radnički 6 2 3 1 13:11 7 Hajduk 6 3 0 0 13:8 6 BSK 6 2 2 2 13:10 6 Budućnost 6 3 0 3 13:15 6 Spartek 6 2 1 3 10:13 5 Zagreb 6 2 0 4 9:12 4 Proleter 6 1 1 4 9:15 3 Vojvodina 6 0 3 3 6:12 1 željezničar 6 1 0 3 6:13 2 Grandi sorprese ha portato la sesta giornata del massimo campionato di calcio jugoslavo, che ha visto la secca sconfitta della capolista -Dinamo in quel di Titograd per opera _ della matricola Budućnost. L’alfiere della classifica non può accampare scusanti, anche se è sceso in campo privo del perno difensivo Horvat, infortunatosi la domenica precedente neirincontro di Coppa con la Stella Rossa a Belgrado. La Budućnost ha svolto una partita semplice, veloce, si è battuta con cuore ed ha alla fine travolto la difesa della Dinamo, che ha .dovuto subire ben tre reti, senza ohe l’attaoco potesse realizzare nemmeno una. 'Non meno sorprendente risulta il pareggio imposto dal fanalino della classifica Vojvodina, alla lanciatis-sima squadra di Mitič e Toplak, la Crvena zvezda. La Vojvodina, che sino ad oggi non è riuscita a racimolare nemmeno un punto fuori campo, anohe se conta nelle proprie file 'ben quattro giocatori della nazionale jugoslava, ha scombussolato domenica tutti i piani della squadra belgradese, imponendole un pareggio, che avrebbe potuto anche tramutarsi in sconfitta, bastava che gli avanti della Vojvodina fossero stati un pò meno precipitosi nella fase conclusiva delle azioni. Vittoria per il rotto della cuffia pure della squadra detentrice del titolo di campione della Jugoslavia, Hajduk, che è riuscita a malapena ad imporsi, grazie ad un’indavinato passaggio di Vukas a Ljuštica, sulla modesa compagine dello Spartak di Subotica. Liunica cosa interessante vista a Spalato, è stata la semplica cerimonia, svoltasi prima dell inizio dell’incontro, per festeggiare la millesima partita dell’anziano capitano delTHajdiuk, Frane Matošić, il quale ha iniziato la propria carriera proprio sul campo di Spalato 21 anni fa, giocando contro la Sia via di Sarajevo. Nel suo primo -incontro, il popolare Frane, che è stato pure 16 volte nazionale, ha realizzato la bellezza di quattro reti. Nelle sue 1000 partite, Mdtošič ha violato la rete -delle squadre .avversario per oltre mille volte. Un bel primato, nulla da ridire, e molto difficilmente baitfcibile. Inattesa è giunta pure la netta vittoria conseguita dal Radnički a Zagabria, dove ha sepolto lo Zagreb sotto una catasta di quattro reti. -Dopo sei giornate, pure il sorprendente Velež è caduto. La sesta giornata ha registrato un’altra sconfitta »eterna dei Proleter, lasciato a bocca asciutta dalla squadra (belgradese -dello Sport club. Regolare ed atteso il successo dei Partizan, il quale si è imposto abbastanza facilmente, al cospetto idei proprio pubblico, sullo Železničar di Sarajevo. La classifica vede ora riunite a-1 comando tee delle quattro -grandi, Dinamo, Crvena zvezda e Partizan con 9 punti. Manca solamente la squadra campione dell'Hajduk, sesta in classifica con sei punti. La Vojvodina, grazie al pareggio conseguito a Belgrado, si è portata al penultimo posto iin classifica, cedendo il fanalino rosso allo Železničar di Sarajevo. BUDUĆNOST — DINAMO 3:0 (2:0). La capolista della classifica Dinamo ha conosciuto domenica la prima sconfitta a Ti ograd, dove, davanti ad un pubblico di oltre 15.000 persone, è stata nettamente battuta dalla matricola Budućnost. I padroni di casa si -sono bat-tuti dal primo all’ultimo, minuto da leoni. Alla maggiore tecnica del-l’avversario, hanno contrapposto una grande volontà e coraggio. La Dinamo, pur priva del centromediano Ivica Horvat, ha tentato un paio d:i volte dì reagire, ma non vi è mai riuscita-, accettando alla fine, rassegnata, 1’-imprevista e sonant" s- nfitta. La Bu&uč -ost è andata in vantaggio dopo soli 4’ di gioco con Vadovič, il quale ha battuto l’ottimo Kralj con un tiro imparabile da pochi metri. Lo stesso giocatore ha raddoppiato il vantaggio al 38’, anche questa volta da distanza ravvicinata. Il primo quarto d’ora della ripresa vedeva la Dinamo protesa all’attacco in cerca di rimontare lo svantaggio. Pur difendendosi, erano ancora i padroni di casa a segnare per la terza volta in un’azione di contropiede al 26’ con Radovič. I migliori nella s-quar-dra locale sono- sitati Popovič, Radovič e Pe.tro-vič. Nella Dinamo ha emerso su tutti i-1 sostituto di Hor-vì. ’-nkovič HAJDUK — SPARTAK l:f (1:0). Una rete, segnala al 27’ del primo tempo -dalla mezz’aia sinistra Luštica ha permesso ai campioni jugoslavi di imporsi sul duro a morire Spartak -di Subotica. L’incontro non è stato bello. Privo di o-gni attrattiva tecnica, è visisuto sui rari, ma ottimi spunti di classe del-rinsuperaibile Vukas, l’unico in campo che si è elevato sopra il grigiore generale. CRVENA ZVEZDA — VOJVODINA 1:1 (1:0). Contro ogni aspettativa, la Vojvodina, dopo una serie continua di insuccessi, è riuscita ad inchiodare la Crvena zvezda sul ri-■'ultato di parità. La partita è stata molto bella -e tecnicamente pregevole ed ha soddisfatto i 18.000 spettatori presenti m campo. La Vojvodina ha attaccato di più, ma i suoi giocatori non hanno avuto un piede felice al momento conclusivo -delle azioni. Malgrado la superiorità degli ospiti, è stata la Crvena zvezda la prima a portarsi in vantaggio al 32’ del primo tempo, grazie ad una bella rete, realizzata da quel volpone di Toplak. La Vojvodin-a ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie prima di raggiungere il pareggio. Infatti doveva aspettare sino al 18’ della ripresa, prirn-a dii violare la rete dei belgradesi con il mediano laterale della nazionale, Krstič. Oltre a Krstič, nella Vojvodina si sono disstinti Bo-škov e Rajkov. Nella Crvena Zvezda ottimi: Krivokuča, Ne-išov-ič e Rudinski. PARTIZAN — ŽELJEZNIČAR 3:1 (1:0). II Partizan si è affermato piuttosto facilmente sulla combattiva squadra di Sarajevo, che si è conquistata le -simpatie del pubblico belgradese per la gran combattività dimostrata in campo. C’è sta- LEGA REPUBBLICANA SLOVENA Divisione nel „derby“ I RISULTATI: Tabor — Postojna 5:0 Grafičar — Triglav 2:2 Mladost — Slovan 1:0 Capodistria — Isola 1:1 Krim — Ilirija 0:1 LA CLASSIFICA: Grafičar 5 4 10 14:9 9 Kt im 5 3 11 15:3 V Mladost 5 3 11 10:5 7 Triglav 5 2 2 1 20:8 6 Slovan 3 3 0 2 9:5 6 Ilirija 5 3 0 2 11:9 6 Isola 5 12 2 11:11 4 Tabor 5 10 4 12:14 2 Postojna 5 10 4 6:15 2 Capodistria 5 0 14 5:31 1 1 CAPODISTRIA — ISOLA 1:1 (0:1) CAPODISTRIA, 9 — 11 «derby» eapodistriano fra -tradizionali rivali s’è concluso con un risultato salomonico cthe, in verità, rispecchia almeno a un di presso, i valori visti in campo. L’incontro, disturbato da un forte barino, pur non essendo sitato ald’altezza delle non -lontane -tradizioni calcistiche, ha offerto comunque qualche motivo d’interesse, in to un momento in cui molti pensavano ad una possibile sorpresa. Infatti, alla prima rete del Partizan, ottenuta al 29’ del primo tempo da Borozan, lo Železničar ha risposto al 5’ della ripresa, pareggiando le (sorti con Kurtov,ič. Raggiunto il pareggio, gli ospiti hanno insistito all’attaicco, -tenendo in mano le redini dell’incontro per una decina di minuti, senza raggiungere però risultati concreti. Rifattosi sotto, il Partizan -segnava altre due volte, al 21’ su calcio di rigore con Mihailovič e, a un minuto dalla fine, con Lazarevič. SARAJEVO — VELEŽ 2:1 (1:0). Un tempo inclemente ha causato la prima caduta della neopromossa Velež -sul campo del Sarajevo, davanti ad Oltre 10.000 spettatori. L’incan-tro non è Slatto bello, ma ha isupplito a questa deficenza — del resto causata dal terreno fangoso — con la combattività dei contendenti di tu'tt-e- -e due le squadre. Il Sarajevo segnava già al 1’ di gioco con B-iograd-ič, ma veniva raggiunto ai 5’ della ripresa da uns rete di Mujič. A 9’ dalla fine, il Sarajevo riusciva a realizzare la rete della vittoria co-n, A-gofston. Fra d locali, i migliori iso-no stati Lovrič all’attacco e Stip-ič e Bio-gradič in difesa. Del Velež ottima impressione hanno lasciato Mujič ed i due terzini. RADNIČKI — ZAGREB 4:2 (2:1), Ii Radnički di Belgrado è riuscito a portar via ambedue i punti allo Zagreb in un’incontro poco interessante, disputatosi su un campo res'o pesante e sdrucciolevole dalla pioggia. La squadra‘locale iniziava bene, ed al 19’ si portava in vantaggio con una bella rete di Benčič. Causa un madornale errore della difesa dello Zagreb, il Radnički riusciva daprji-ma a pareggiare al 40’ con Ognjanovič, indi a portarsi in vantaggio al 44’ con Pe--takovié. Nella ripresa, segnavano ancora per il Radnički Petakovič al 14’ -e Prlinčevič a-1 44’. La seconda rete per lo Zagre-b veniva realizzata al 35’ da Benčič. BSK — POLETE,R 3:1 (2:0). Malgrado il netto punteggio, il risultato dell’incontro è reale e premia 1-a squadra che si è fatta di più valere in campo. Il Proleter è apparso irriconoscibile. Malsicuro in difesa ed. abullico aldìaifctacc-o, s-i è lasciato dominare -da un BSK in giornata felice. Al quarto d’ora, i belgradesi segnavano per la prima volta con Jelisavčič. Lq stesso gio-’ calore ripeteva la prodezza al 32’. Al 4’ della ripresa, il centroattacco Markovič realizzava la terza rete. Ormai sicuri del successo, i belgra-grad-esd rallemavano- la pressione, permettendo così allial-a destra locale, Bestina di realizzare 1-a rete della bandiera al 27’. della posta capodistriano primo luogo una certa franchezza che d padroni di casa hano rivelato e che -denota come la società oapo-distriana stia uscendo, magari lentamente, -dalla crisi ohe 1-a itorme-nta sin daH’iniiizio del campionato. (Non che I oapod-istoiani abbiano -dimostrato di -esserne completamente guariti, ma perlomeno si è potuto vedere un po’ più d’impegno e buona volontà ohe, con un po’ di fortuna, a-' vrebebro potuto procurare loro una vittoria, se una provvidenziale (traversa non avesse fermato nella ripresa un pallone a porta vuota ohe sembrava -già nel sacco. Della squadra c’è tuttora poco da dire. Il Caipodisitri-a è ancora alla ricerca di una formazione stabile, per cui di giooo d’assieme, -tranne qualche sprazzo nel secando tempo, non è il caso di parlare e probabilmente, per parlarne bisognerà attendere ancora qualche domenica. -I -guai maggiori si sono rivelati nella difesa e, in misura forse minore, all’at-tacoo, dove' due soli uomini — Nor-bedo e K-avalić IL —• hanno cercato di -dare -un tono al giooo, mal coadiuvati però dagli altri. Una -partita o-nesta è stata disputata dalla mediana, che ha avuto il suo -migliore uomo -in Santin, in particolare giornata di grazia. Gli ospiti si sono rivelati, leggermente migliori nel gioco -d’assieme, mentre come individualità non c’è sta-ta differenza di sorta. In -ogni caso s-ono staiti più -generosi e volitivi, qualità ohe ai capodis’triani — tolto Santin e Hočevar •—• sono quasi mancate. Della -cronaca rimane ben ipo-co da dire. L’inizio è di marca locale, -ben arginato peraltro da Sorgo e compagni. Il vento -a sfavore svantaggia poi i padroni di casa, che più volte vedono minacciata la loro area da-■ gli (insidiosi at-taccamiti -isolani. -In u-na di questa folate, grazie a una madornale papera della retroguardia capodis-br.iana, risola va in vantaggio per mantenerlo sino alla fine del primo tempo. -Nella ripresa, il gioco rimane alterno sino a circa un quarto d’ora dalla fine, quando i padroni di casa fanno un serrate alla ricerca del -pareggio, che arriva a pochi minuti d-al -termine per una parata difettosa di -Borojevič, ripresa e messa nel sacco da Bertok G. /• I risultati ottenuti dalla cap-o-distriaha «Nautilus» nella decorsa stagione sono stati abbastanza incoraggianti, malgrado potesse fax di più. Speriamo -in meglio, però, Pel prossima stagionel LA IV. GIORNATA DEL CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO — SERIE A OLII PAREGGI per la poca véna degli attacchi CALCIO MINORE -SOTTOLEGA ISTRIANA I RISULTATI: Fiorentina — Inter Genoa — Atalanta Lazio — Sampd-oria Vicenza — Padova Milan — Napoli Novara — Roma Torino — Juventus Pro Patria — Bologna Spai — Triestina 0:0 2:1 1:2 0:0 0:0 2:2 0:0 2:2 4:0 Triestina 4 112 2:6 3 Juventusg 4 0 3 1 3:7 3 ,Pro Patria 4 0 2 2 5:10 2 Padova 4 0 13 2:8 8 GENOA — ATALANTA 2:1 LA CLASSIFICA: Inter 4 3 10 8:0 7 Fiorentina 4 2 2 0 7:2 6 Spal 4 2 2 0 9:4 6 Torino 4 2 2 0 5:3 6 Milan 4 2 11 14:6 5 Bologna 4 2 11 9:6 5 Roma 4 13 0 10:7 5 Napoti 4 12 1 4:4 4 Sampdoria 4 2 0 2 5:10 4 Lazio 4 112 5:6 3 Atalanta 4 112 8:9 3 Novara 4 112 5:7 3 Vicenza 4 112 4:7 3 Genoa 4 112 7:10 3 (1:1). — Il Genoa ha avuto un inizio felice, ma ha sciupato due facili occasioni co-n Caxapellese. Dopo ia metà -tempo la Ata-lanta ha attaccato a fondo e al 30’ è andata in vantaggio con Bassetto, su rimessa laterale di Vitton-i. Il Genoa ha pareggiato al 38’ su rigore, per fallo di Zan-nier su Fonda. Il rigore è stato trasformato da Frizzi. Nella ripresa, l’Atalan-ta ha avuto una chiara supremazia per venti minuti, po-i è tornato alTa-trtacco il Genoa che, al S3’, ha ottenuto la seconda rete su a-zione di Carapellese, conclusa da F-ir-otto. Al 8’ TAtalanta ha usufruito di u-n rigore -per un fallo di mano -di un difensore, ma Gandolfi ha de-vi-ato il tiro di Bassetto -dagli un- SUPERATA LA «BARRIERA DELL DELL’IMPOSSIBILE»? L'uomo da battere Parlando in gergo sportivo, diremo che il 1955 ha fatto esplodere due grosse bombe: la «I» e la «K». Che, tradotte in lettere, diventano Iharos e Kuts e fanno ritornare alla memoria le stupefacente imprese dei due grandi fondisti sulla classica distanza dei 5000 piani. Il morido dell’atletica leggera, vale a dire quello che s’interessa della più pura e nobile «arte sportiva», sta convincendosi ogni giorno di più che uomini nuovi, Kuts, Iharos, Chataway, Tabori, Cromich, Rozsavolgy, sono decisamente usciti, dal sottopassaggio dell’atletismo per entrare a gareggiare. da padroni in quei campi che fino a due anni or sono sembravano d’assoluto e intoccabile dominio della «locomotiva umana», il cecoslovacco Zatopek. Oggi Zatopek è un uomo finito per i 5000 e forse, tra un anno a Melbourne, diremo altrettanto per i 10.000 che ancora lo vedono primatista mondiale. Il «White City» di Londra, il «Nepstadion» di Budapest, il «Partizan» di Belgrado, il «Maksimir» di Zagabria e il Pare de Prince» di Parigi sono stati, assieme agli stadi scandinavi, teatri di grosse battaglie. atletiche fissate sulle distanze dei 1500, 2000, 3000, 5000 e 10.000, corse che hanno allineato il fior fiore del mezzofondo mondiale, atleti che hanno superato nettamente quella che tutti ritenevano la «barriera dell’impossibile». Il famelico appetito dei vari Iharos, Kuts, Tabori e Chataway mutano compieta-mente la fìsonomia delle tabelle mondiali e fanno capire che altri «miracoli» sorgeranno a Melbourne e, fors’anche, mi periodo-preolimpionico. L’ultimo tonante squillo di tromba è venuto da Belgrado. Vladimir Kuts ha strappato all'ungherese Iharos la corona mondiale dei 5000, scettro che il maggiore s’era infilato sul capo appena otto giorni addietro, il 10 settembre, con il tempo di 13’50”S. Favorito dalle positive condizioni della pista e del tempo, Kuts, sorretto daWentusiamsmo di 25,000 spettatori, ha spezzato il filo di lana mentre «Kronos» faceva scoccare 10 sbalorditivo 13’46”8, quattro secondi netti di differenza dal precedente record. Di questo passo dove arriveremo? E’ questo Tinterrogativo del momento. Nel giro di un anno, dal 13’57”2 dì Zatopek (che sembrava tempo-limite possibilità umane, specie tenendo conto che lo svedese Haag per ben 12 anni aveva resistito con 11 suo 13’58”2) siatno scesi al 13’46” 8 di Kuts. Sembra quasi impossibile l esser riuscito un uomo spremere tanto fortemente il tempo dei 5000! Atleti che si chiamato Rozsalvoly e Tabori rappresentano l’ultimissima novità dell’atletismo per essere riusciti l’uno a migliorare il record dei 2000 (5’02”2) e l’altro ad affiancarsi a Iharos sui 1500 (3’40”8). Però quelli che stuzzicano più volentieri la gola degli sportivi sono: Kuts, Iharos e Chataway, la «triade d’oro» dei 5000. Per merito di essi, infatti, come nel 1922 e nel 1942 fecero Nurmi e Haag, tale spettacolare corsa è nuovamente assurta ai fasti della maggior notorietà e gli atleti alla eccelsa gloria. Perchè, oggi come sempre esorto i tempi che fanno epoca a una determinata distanza atletica. Analizzare questi tre assi dell’atletismo mondiale è un po’ difficile. .i brevi distanze di tempo, ognuno di essi ha segnato una certa superiorità sui rivali finché tale «altalena» è giunta a rivelarci un colossale Kuts. Un esame .. . anatomico si può fare, seppure con le dovute cautele. Il fulvo Chataway, per cominciare l’esame, è fisicamente il più prestante dei tre. Il dott. Roger Bannister (altra «meraviglia» sportiva) definisce «Chris» il «dominatore delle O-limpiadi di Melbourne». Con tutto il rispetto che portiamo al grande Bannister, osiamo avanzare dei dubbi, ed ecco il perchè. D’accordo che Chataway sia un grande atleta: però non corrisponde, alla taglia atletica, un’altrettanta grande applicazione allo sport. Ha la vocazione ma non lo spirito di sacrificio. Kuts, a Belgrado, subito dopo la vittoria, ha risposto con un calice colmo di limonata al brindisi che veniva alzato in suo onore. Chris, invece, è di tutt’altra stoffa. Lui, suole festeggiare le vittorie con un «magnus» di spumante e una serie di sambe, rumbe e fox-trot fino all’albeggiare del nuovo dì. E si fuma, in periodo di allenamenti, dieci, quindici sigarette di fila; senza dimenticare che non osserva alcuna regola di allenamento, ma fida piuttosto sulla sua forza e sulla classe. Chataway non vuol sentirne di sofferenze e sacrifici. Dice che li sopporta fin troppo in tenuta di corsa e «gira» con l’allenatore chino sul cronometro e pronto a fargli, i «segnali» dei passaggi. «La va o la si spacca», ecco, il più ap-proiato motto di Chataway. Iharos è ben diverso dall’inglese. Adora l’atletica, fino a rasentare l’idolatria. Pupillo del famoso allenatore Igloi, Sandar Iharos può dire di aver già fatto carriera mentre gli si contano 25 anni e misurano 1,81 di altezza e 60 kg. di peso. Dopo 7 anni, e dopo aver scartato l’idea di divenire quattrocentista, Iharos ha messo in vita tempi meravigliosi sui 1500 e sui 5000 (3’40”8 e 13’ 50” 8). Scintillante è stato pure il suo successo sui 3000, allora di proprietà di Reiff. Al «Nepstadion», il 14 maggio, Iharos «olava» verso le vittoria passando ì primi 1500 in 3’ 58”6 ed i secondi in 3’57”0 (tempo: 7’55”6) che volevano dire 3”2 meglio di Reiff. Altra gemma di Iharos gli 8’33”4 stabiliti sulle 2 miglia. Cos’è allora che ci fa preferire Kuts a Iharos sui 5000? Due cose: prima: Kuts è fisicamente più «tagliato» che non il «leggero» ungherese su tale faticosa distanza; seconda: Iharos, pur brillando sui 5000, sembra più portato per i 1500 e 3000. Comunque le nostre sono considerazioni che possono crollare in futuro per mano di Iharos, che segue Kuts come un’ombra, ed appare il suo «orco» o, come amano dire gli inglesi, il suo «boogy man». Kuts ai giornalisti ha dichiarato che il primato dei 5000 subirà altre variazioni nel 1956, appunto perchè siamo in un’epoca die dispone di grandi campioni. Però il successivo «scrollone» ai 13’46”8 dì Kuts non lo vediamo prima di Melbourne, e anche qui il «chissà!» è di prammatica. Ripetiamo: forse a Melbur-ne con una finale a quattro: Kuts, Iharos, Chataway e Tabori (o 'Cromich). Che poker d’assi, nevvero? E per finire, diremo che Kuts appare come il degno successore di Zatopek sui 10.000. Saremmo, anzi, pronti a scommettere che ancor prima delle Olimpiadi il russo Kuts sarà detentore del nuovo record. dici metri. Calci d’angolo 9:1 per TAtalanta. SAMT DORIA — LAZIO 2:1 (1:1). — Ha aperto la marcatura la iSampdoria all’ll’ di gioco con Conti. -La Lazio ha pareggiato poco dopo la mezz’ora oon Bettina. La Sampd-oria è tornata in vantaggio al 19’ della ripresa con -ima rete di F-irman-i. MILAN — NAPOLI 0:0 (0:0). — Il Napoli è riuscito a neutralizzare gli attacchi del Milan per la sua s-olida difesa e, traendo pro-ffitto dalla scarsa vena degli attaccanti rosso-neri. Il gioco è stato alterno. Entrambe le squadre hanno mancato alcune occasioni favorevoli. I partenopei si sono tenuti più guardinghi in difesa e i due laterali hanno lanciato sovente alTattaoco -gli uomini di punta, fra i quali si è messo in luce Vinicio. I Milan ha -praticato un gioco più in linea, ha premuto maggiormente, senza -tuttavia pervenire al successo. Al 7’ di -gioco, Schiaffino, con un colpo di testa, ha mandato -il pallone a sbattere sulla traversa. Nella ripresa, al 24’ una rete di Pes-aola è stato annullata per fallo di mano dello s-tesso. -NOVARA — ROMA 2:2 (1:2). — Due pali e -tre -belle parate del portiere romanista hanno concesso ai giallo rossi di chiudere in -parergio. Lo inizio è per gli azzurri, ma sono i giallo-rossi ohe vanno in vantaggio al 18’ su calcio d-i punizione, realizzato da Giuliano. -Piccioni ottiene il pareggio per -gli azzurri al 35’, su passaggio -di Arce, ma al 40’ Ghiggi-a porta la sua squadra in vantaggio, sfruttando un errore della difesa novarese. Al 9’ del secondo tempo, -Bronèe, con -un deciso colpo di testa, ottiene i-1 pareggio. Sino alla fine predominio degli azzurri, ma i pah e le ottime parate del portiere -giallo-rosso rendono vana la pressione della s-qùdra locale. -PRO PATRIA — BOLOGNA 2:2 (0:1). — I rosso blu -hanno -segnato al 4’ con La Forgia su azione di contropiede. Alla mezz’ora di gioco, Gimona ha fallito -un caldo dii rigore, concesso per fallo di mano di Greco. Nella ripresa la Pro Patria ha pareggiato al 5’ con -Podestà e si è portata in vantaggio al 19’ con un calcio -di rigore, trasformato da Toros. La massima punizione era stata concessa per iun fallo di mano di Ball-acci in area. Il Bologna ha pareggiato al 28’ su calcio di rigore, concesso per fallo di -mano -do Box-sani e trasformato da Ballacci. SPAL—TRIESTINA 4:0 (2:0). — Le due reti ferraresi del primo -tempo sono sitate segnate ai 24’ e al 36’ da Morin, su calcio di rigore e da Fontana per autogol. Nella ripresa, M-aoor ha realizzato al 34’ e, po-i, allo scadere del tempo. -Interessante particolarmente Tul-tima rete, realizzata -in seguito ad -un’azione di Novelli ohe, dovo aver sorpassato alcuni difensori giuliani, si è trovato -dinanzi a Soldan (in guardia. Invece di tirare, passava indietro a Maoor, che s-i portava alle spalle del portiere triestino e realizzava. FIORENTINA — -INTER 0:0. — La squadra viola ha sfiorato il successo nel primo -tempo con un -tiro di testa di Julinko, respinto dal palo. La superiorità dei viola si può esprimere anche -nella notevole differenza di calci -d’angolo a suo favore. PALLANUOTO Jugoslavia - Ungheria 3:1 Ragusa 9 — L’atteso incontro di pallanuoto fra le formazioni nazionali d’Ungheria e quella di Jugoslavia si è concluso con una chiara affermazione dei w-aterpolis-ti jugoslavi. L’energico inizio di -gara dei padroni di casa metteva subito in difficoltà il valente portiere ungherese Ambrus, i-1 quale dovette cercar aiuto nelle risorse della sua limpida classe -per contenere gli scatenati avanti avversari. Quando, dopo le travolgenti serrate degli ospitanti gli spettatori si attendevano la realizzazione di qualche rete, Bolv-ariy, in una veloce azione di contropiede sorprendeva con un forte tiro -i-1 nostro Kovačič portando così in vantaggio la siua squadra. La rabbiosa reazione dei nazionali -di casa veniva contenuta oon caparbietà -dai magiari. Nonostante ciò Roje si portava in posizione favorevolissima per pareggiare quando Mì-kl-os interveniva su -di 1-uii in maniera scorretta. Ro-je reagiva, ma veniva subito dopo espulso assieme a Miiiklos. Alcuni minuti dopo Gyarmati -commetteva un fallo marchiano ai danni -di (Stabula, proteso verso la rete. L’arbitro -decretava senza indugi 1-a massima punizione ed espelleva -l’ungherese. Il (tiro piazzato dello stesso Stabula, batteva finalmente Ambrus rimettendo in parità le sorti della partita. Nella ripresa, altra scorrettezza, questa volta delTattaocan-te Martin con la sua conseguente espulsione dal gioco. Poco dopo cannonata di Radonjič deviata -in angolo. -Punizione di Stabula e palla -dietro spalle dell’estexrefatto Ambrus in rete. Verso la fine palla a Radonjič che si libera del suo custode, -avvicinandosi con possenti -bracciate verso la porta magiara. A-mbrus rischiava il -tutto par tutto, ma, p-iù svelto di lui, lo jugoslavo glie la passa sopra la testa infilandola in porta. Altre occasioni di Jesié mancate, poi fischio di chiusura delTanbitro. Ungheria: Ambrus, Gyarmati, Ple-vesi, Karpati, Gyergy, Boìvary, -Martin, Miklos. Jugoslavia: Kovacic, Krcic, Stabula, Vu-ksanovjàc, Jezjio, -Radonjič e Roje. L’Incontro -tra le formazioni cadette si concludeva nel primo -tempo con il risultato di tre a uno -per la Jugoslavia. Nella ripresa, -gli ungheresi riusaiivano a pareggiare. Alla fine la partita si chiudeva con un quattro a quattro, ohe -premiava ambedue le squadre, davvero promettenti Nelle gare idi muo-to della pri-ma giornata, ‘tutti i primi posti sono stati conquistati dagli ungheresi. Agli jugoslavi le piazze d’onore con risultati soddisfacenti. AVIJATIČAR — A-LBONA 3:0 (2:0) AVIJATIČAR: Belan, Stefanovič, Duplaković, Djorđjević, Hula-t, -Markovič, Lesić, Koteski, Belović. MARCATORI : Djorđjević, Koteski e Lesić. ARBITRO: Tomič di Pola. POLA, 9 — Partito con il favore del pronostico, l’Allbona ha subito invece una secca sconfitta ad opera degli avieri, d quali hanno imposto agli abulici avversari una netta superiorità di gioco, anche se non di tecnica. La vittoria dei padroni di casa non fa comunque una grinza. POLA — RUDAR 3:3 (3:1) POLA: Mišković, Curgo, Soldo, Dj-uso, Knežević, Milačić, Gusvan, Stanišić, Brerrko, Beza, -Bujić. RUDAR: Almer, Miletič, Gobbo, Faraguna, Cvei-ner, iMalovac, Fono-vič, Pri vrat, Rajibovič, Ongaro I., Bajc. MARCATORI: al 14’ Ongaro I., al 28’ Rajkovič, al 34’ Cveiner autogol), al 61’ Mi-lačič, al 69’ Bxenko e al 71’ Fonović. ARBITRO: Maortinović di Pola. POLA, 9 — Il capolista della Sotto-lega è stato costretto alla divisione della posta dal modesto P-ola, che peraltro sembra in -netta ripresa. I minatori s-i sono lasciati sfuggire la vittoria per -una rete mancata banalmente su -rigore al 3’. Evidentemente hanno anche sottovalutato la forza dell’aversario, che -ha rivelato invece una vitalità del -tutto inaspettata. PI SINO — TRGOVAČKI 3:2 (1:0) PISINO: Braj-kavié L, Pilat, Bur-s-icć, Čuk, Brajković -IL, Mil eta, Dušic, -Ferenčič, -Pavlovič, Lesjak, Hre-Ija. MARCATORI: al 9’ Pavlovič, al 59’ Traveste (rigore), al 64’ Markovič, al 14’ e 86’ -Lesjak. ARBITRO: Čirič di Pola. PISINO, 9 — I padroni di casa hanno dovuto faticare abbastanza per piegare la resistenza degli ospiti, più di quanto lo indichi il punteggio. Il vol-itivo undici polese non si è mai arreso, difendendosi e attaccando sino alla fine. SOTTOLEGA DEL LITORALE TIRANO — JADRAN 5:2 (2:1) PIHANO: D-jurd-jević, Petronio, Salves-trini, Bonetti, Božić, Kaletić, Jakomin, Bonifacio, Hajderovi-ć, Stefani, Bukovec. JADRAN: Gregorič I., Obad, To-s-lcan I., Piciga, Kaligarič, T-oskan 11., Klinec L, Gregorič II., Gregorič 111., Della Grave, Klinec II. MARCATORI: Stefani, Bukovec (2) e Bonifacio (2) per- -il P-irano. To-skan H. e Klinec II. per lo Jadran. TORINO — JUVENTUS 0:0. — Partita senza reti, anche questa del primo derby stracittadin-o, nella quale Bacoi, nel primo tempo, ha colpito di palo. La Juventus è stata costretta a -giocare ii,n -dieci uomini per un’ora a causa deh’mfort-unio ohe l’ha privata di Boldi. BIRANO, 9 — Non essendosi presentato in campo il direttore di gara designato, le due squadre si sono accordate per disputare una partita a-miichevole. L’incontro, peraltro sempre interessante, non -ha dato luogo a particolari motivi d’interesse, essendo mancato l’incentivo della posta di campionato. Tuttavia è servito a rivelare la buona forma della compagine pnranese, che ha dimostrato di -poter aspirare senz’altro alla lotta per il primato e la conseguente promozione nella Lega superiore. CAPODISTRIA B — OLIMPIA 2:0 (1:0) CAPODRISTRIA, 9 — La seconda squadra del Capo-distria, composta nella stragrande maggioranza da elementi giovanissimi, ha piegato nettamente la quotata compagine di Bertoki, rafforzata -quest’anno da e-lementi di altre società. -L’incontro è stato combattuto con la massima eneTg-ia da ambo le parti. . Hanno vinto i migliori, quelli cioè ohe oltre alla tecnica hanno profuso nel -gioco maggiori energie. L’arbitraggio di Ščepanovič, pur non privo di pecche, è stato obiettivo. CICLISMO COPPI^BATTUTO! Milano, 9 — Al Velodromo Vi-go-relli, il campione del mondo del-rinsognimento- Messina -ha piegato agevolmente in una prova sui 5 chi-lotti-tri Coppi, che è rimasto staccato dii -una cinquantina di metri. Messina h-a percorso la distanza in 6’11”2 alla media oraria di chilometri 48,465 mentre Coppi ha (impiegato 6’14”4. Nella velocità chiara affermazione di Maspes, che ha vinto le quattro prove (battendo Platne? (Svizzera), Sacchi e Van Vliet (Olanda). La squadra dell’ Hockey club «Pola»