ORGANO MOJ/UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno Vili. - No. 423 Redazione • Amministrazione: CAPODISTRIA Via Ss-ntorio 28 - tel. 128 U ABBONAMENTI: Annuo din. 420. semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in e.e. p. PANORAMICA D’ATTUALITA’ Foster Dolles dal presidente dellaRepubMca Molte cose nel corso di Questa settimana a Brininel vicino e da affrontare lontano Oriente Ijdue statisti esamineranno^ questioni generali della politica internazionale Nella solita conferenza stampa del Venerdì, il portavoce del Segretario di Stato agli Esteri ha fatto una dichiarazione sulla visita in Jugoslavia di John Foster Dulleis, Segretario al Dipartimento di Stato americano. «Com'è stato annunciato con un comunicato ufficiale — ha detto il portavoce •— il signor Foster Dulles, segretario di Stato americano, visiterà1 il 6 novembre il Presidente della Repubblica Josip Broz Tito. In questa occasione si avrà uno scambio di opinioni su questioni d’attualità generali della politica internazionale. Il significato della visita si riflette anche nel fatto che questa è la prima volta ohe il Segretario del Dipartimento di Stato americano giunge in Jugoslavia. Noi siamo stati sempre favorevoli a contatti personali e a scambi d’opinione tra gli alti statisti, cosa che può essere soltanto di utilità per il consolidamento delle relazioni internazionali e per l’approfondimento della comprensione tra i Paesi. «Come abbiamo sottolineato, i colloqui fra il Presidente Tito e il Segretario Dulles 'non verteranno su alcune questioni concrete in pendenza, essendo es!se state risolte in occasione della recente visita del signor Murphy o per normale via diplomatica. Si avrà solo uno scambio di punti di vista in merito alla situazione politica attuale nel mondo». Interrogato se il signor Dulles giunge in Jugoslavia su iniziativa americana o jugoslava, Branko Dra-èkovié, portavoce del Segretariato agli Esteri, ha detto che l’iniziativa è partita dal Governo americano e costituisce l’espressione del desiderio di ambo le parti di approfondire la collaborazione tra i due Paesi. Foster Dulles giungerà il 6 novembre in aereo a Pola. Quel giorno egli sarà ospite a colazione del Presidente della Repubblica. Dulles rimarrà in Jugoslavia soltanto un giorno. Rispondendo a ulteriori domande dei giornalisti, Draskovic ha detto che per quanto riguarda la candidatura jugoslava al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, essa è stata avanzata da tutti i Paesi europei e da alouni altri che si prodigano per l’applicazione del principio geografico nella composizione del Consiglio di Sicurezza. «In effetti — e-gli ha proseguito — la Gran Bretagna ha per prima intrapreso dei passi volti a far accettare alla Jugoslavia questa candidatura di compromesso al fine di contribuire alla soluzione della situazione che s'era creata». La scorsa settimana il Vicepresidente del Consiglio Esecutivo Federale, Edvard Kardelj, ha fatto alcune dichiarazioni alla stampa dopo aver visitato la Mostra agricola della -Croazia. Egli ha detto che i risultati della Mostra confermano la bontà della tesi che le cooperative devono essere le organizzatrici economiche nel settore dell’agricoltura. Egli ha detto che negli ultimi anni si trascurava parecchio questo ruolo della cooperativa agricola generale e si manifestavano piuttosto varie tendenze dirette ad innalzare *3 l’agricoltura attraverso il commercio, la contrattazione delle fabbriche e grandi investimenti. L’ncre-mento dell’agricoltura non può venir raggiunto soltanto con sovvenzioni o con un investimento non controllato di mezzi finanziari nell’agricoltura. «Lo sviluppo può venir raggiunto se, parallelamente a-gli investimenti della società, si organizzano economicamente i mezzi delle cooperative». Il compagno Kardelj ha detto infine che l’incremento dell’agricoltura dovrebbe rafforzare contemporaneamente il settore socialista della produzione agricola. Questo è l’unico modo — egli ha sottolineato di rendere il contadino economicamente interessato non soltanto all’aumento della produzione, ma anche a organizzarla attraverso la cooperative. * 11 rappresentante jugoslavo alle Nazioni Unite, Janez Stanovnik, nel corso di un dibattito sullo statuto della Corporazione finanziaria ha detto che lo stesso contrasta con i principi fondamentali delle N.U. in quanto sorretto da atteggiamenti discriminatori nei confronti di certi sistemi economici. Lo statuto della Corporazione è stato eleborato tempo fa e per entrare in vigore dovrà essere firmato da trenta Stati. Il contributo complessivo dovrebbe non essere inferiore ai 75 milioni di dollari. Finora hanno apposto la firma venti Paesi e altri venti lo faranno nei prossimi giorni. L’ammontare del fondo a disposizione della Corporazione finanziaria salirebbe così a 90 milioni di dollari. Questa istituzione è ideata alla scopo di aumentare la produttività delle im- prese private e si limiterà ai Paesi membri della Banca internazionale che assommano tuttora a 58. La Corporazione dovrebbe assicurare certi investimenti in cooperazione con imprese private principalmente nei territori arretrati. Un folto gruppo di Paesi ritiene che la Corporazione presenti serie deficienze. Fra questi Paesi è pure la Jugoslavia. * Due delegazioni jugoslave dell’Unione Socialista dei Lavoratori s'i trovano attualmente in visita in Siria e in Danimarca. La prima delegazione è giunta a Damasco proven niente dal Libano. Al confine siria-no-tlibanese la Delegazione dell’US-PL è stata ricevuta dai segretari del partito socialista della Siria. Essa rimarrà in quel Paese 8 giorni e visiterà impianti industriali ed agricoli, opere pùbbliche e monumenti storici. La delegazione jugoslava in Danimarca è guidata da Veljko Vlahovič. In un incontro dei giorni scorsi con i rappresentanti del partito social-democratico della Danimarca si è accennato alle differenze nelle strutture sociali dei due Paesi, quindi alla democrazia nell’industria, alla situazione internazionale e al profolei-ma dei Paesi regrediti. Alla fine dell’incontro è stato espresso da ambo le parti il desiderio di giungere a una più stretta conoscenza reciproca ai fini di una più profonda collaborazione. Come era logioo ,ai margini della conferenza ‘di Ginevra stanno venendo ad pettini dei ministri, degli esteri delle quattro grandi /potenze problemi cihe non figurano nella già ricca agenda. Problemi ohe si pongono da soli all’ordine del giorno della politica internazionale con la forza delle cose ohe cercano un ordine ed una soluzione nel dima di distensione che riscalda i vecchi metodi diplomatici raggelatisi nella guerra fredda. E, naturalmente, i quattro «grandi» ministri non possono esimersi da ascoltare le voci dei loro colleglli più piccoli ma, so-pratutto, la voce dell’opinione pubblica mondiale che non si capacita di sentir parlare di distensione solo per quello che riguarda i grandi problemi della politica europea. Così a Ginevra, Foster Dulles, Molotov, Mac Millan e Piinay ricevono israeliani ed arabi mentre osservatori oi-nesi non se ne stanno con le mani LA CONFERENZA DEI MINISTRI DEGLI ESTERI A GINEVRA PER ORA QUASI SOLO SPERANZE e si attende la buona volontà I lavoratori indiani a quelli jugoslavi II Congresso nazionale dei Sindacati indiani ha inviato all’Unione dei Sindacati della Jugoslavia una collezione di libri, dono dei lavoratori di quel Paese a quegli jugoslavi. Nella lettera che acompagnava il dono, il vicesegretario deU’organiz-zazione sindacale indiana scrive che, pur trattandosi di una cosa modesta, essa è l’espressione dei sentimenti d’amicizia della classe operaia indiana verso la classe operaia jugoslava. La collezione comprende molte o-pere di varie epoche della storia, della cultura e della filosofia mehana, a cominciare dai tempi dei cicli nazionali del «Ramajana.» e del «Pancantranta». L'inverno in Jugoslavia L’angezia Tanjug comunica che la Bosnia centrale è stata investita da forti correnti d’aria fredda che hanno provocato un brusco abbassamento della temperatura. Ciò ha però disperso le nuvole e sono cessate le violenti pioggie dei giorni scorsi che minacciavano di rovinare la campagna e creare alluvioni, che in qualche località delle regione s’erano verificate con notevoli danni. Dopo cinque giorni di previsto dialogo fra sordi, la Conferenza dei 4 ministri degli esteri a Ginevra dovrebbe entrare, questa settimana, nel periodo di effettivo lavoro. Finora il dialogo è stato interlocutorio in quanto, come naturale, sia Molotov che Foster Dulles, Pinay come Mac Millan, altra preoccupazione non avevano che di dimostrarsi fedeli allo «spirito di Ginevra» e nel contempo illustrare all’opinione pubblica mondiale i rispettivi punti di vista sui problemi in questione. Naturalmente se la Conferenza si dovesse limitare ai Sorrisi ed all’esposizione delle tesi contrapposte, bisognerebbe convenire che i quattro potevano anche non disturbarsi a trasferirsi sulle rive déil Lemano. Non pessimisti alia vigilia della Conferenza, non ci sentiamo però nutorzzati a diver irlo dopo il «dialogo tra sordi». Conoscevamo le divergenze fra le tasi di Molotov e quelle degli occidentali e perciò scrivemmo che non ci s'i doveva attendere da Ginevra dei risultati s'ensazionali, ma solo un «passo avanti» sulla via deila distensione. Siamo ancora della stessa convin- NEL NOSTRO PAESE Dalla sua fondazione, avvenuta dieci anni fa, l’Associazione degli invalidi di Guerra della Jugoslavia è diventata una delle più grandi organizzazioni nazionali, com,prem dente oltre 320 mila associati. Essa celebra il proprio decennale, tra l’altro, con la solenne sessione plenaria del proprio jnassimo organo esecutivo, che si è iniziata domenica a Belgrado e con l’apertura della mostra «Gli Invalidi di guerra della Jugoslavia». -Subito dopo la liberazione gli invalidi, reduci delle guerre balcaniche e dalla Prima e Seconda guerra mondiale, sono stati oggetto di cure costanti e di attenzioni da parte della società. La loro posizione è stata regolata da numerose disposizioni come anche dalla legge sugli invalidi di guerra del maggio 1945. Contali disposizioni, la condizione di invalido di . guerra viene riconosciuta a tutte le persone ferite, infortunate o ammalatasi nel corso degli eventi bellici, in servizio militare attivo e ai civili occupati per scopi militari. Tali persóne godono del beneficio della pensione, sia personale ohe per morte di con- LA QUESTIONE DEL PORTO DI TRIESTE attende ancora una soluzione In osservanza all’art. 5 del Memorandum d’intesa di Londra il governo italiano ha convocato per questo mese a Roma la conferenza per un regime intemazionale del punto franco del porto di Trieste. Hanno aderito all’invito i governi di Austria, Jugoslavia, Cecoslovacchia, Ungheria, Germania federale e Svizzera. La conferenza sarà sostanzialmente una riunione di esperti economici e terrà perciò conto dei motivi di convergenza o di divergenza degli interessi delle economie e del commercio dei paesi partecipanti. Per la sua posizione Trieste ha sempre avuto una funzione di mediazione e smistamento nel traffico di transito per il centro Europa e parte dei paesi del sud-est europeo. Austria e Jugoslavia sono fra i paesi aderenti alla conferenza i due tipici esempi di cointeressenza a-dratica fra Hinterland e gli interessi di un regime intemazionale del porto' franco di Trieste. L’una per il volume dei suoi ‘traffici gravitanti per natura sull’Adriatico e l’altra in quanto agli interessi di immediato retroterra di Trieste, accumuna quelli di essere un paese adiiatico con porti e correnti di traffico che potrebbero utilmente collimare con quelli della funzione adriatica di Trieste. A condizione che là dove si potrebbe coll alborare a beneficio reciproco, non si ‘instauri la concorrenza a parziale svantaggio dell’uno ed a vantaggio dei porti del nord Europa «Im tMidiM a «brattar» dall’A- driatico la maggior massa possibile delle correnti di traffioo. Brema ed Amburgo ad esempio che alla conferenza saranno rappresentati dalla Germania federale, non hanno mai cessato di tentare di soppiantare i porti adriatici nel commercio con l’Austria, la Cecoslovacchia, l’Ungheria eoe. Dai due porti tedeschi che non hanno esitato a concludere alleanze tariffarie e di altro genere con Anversa, Rotterdam e Amsterdam si. può trarre l’insegnamento a tenere in Adriatico la concorrenza nei limiti ulili e trasferire sul campo della collaborazione tutte le ‘iniziative che mirino a salvaguardare la funzione dei porti adriatici ed il loro traffico di transito. Il problema non sarà semplice, ma è urgente. Particolarmente per Trieste. A questo proposito non va dimenticato che per gli operatori economici a formare i prezzi «buoni o non buoni» non contribuisce solamente al costo della merce da importare o esportare; ma* vi hanno u-na parte importantisima i costi dei noli marittimi, dei trasporti ferroviari; delle manipolazioni portuali e ferroviarie, delle mediazioni portuan e ferroviarie, delle mediazioni di transito, delle assicurazioni ecc. Minore importanza ha il fatto della distanza geografica che separa i due marcati che il traffico mette a contatto. La politica tariffaria concordata tra 1 porti dei nord Europa, malgrado le distanze ha attirato a «e una u* ùa«li£ferra>k» pact* «lai traili»» adriatioo austriaco. ‘Nel 1951 di traffico oltremare austriaco passò per Ü 64 per cento per l’Adriatico (la parte maggiore naturalmente da Trieste.) per d 39 pei cerio attraverso Brema ad Amburgo e per il 6 per cento per i porti del Benelux. Nel 1952 l’Adriatico scese al 60 per cento e i porti tedeschi salirono al 35 per cento. Nella sole esportazioni austriache il salto fu pauroso: 47 per cento ai porti nord-tedeschi, 44 per cento all’Adriatico e 9 per cento ai porti del Benelux. Alla conferenza internazionale peT il porto di Trieste s'aranno presenti dunque i rappresentanti dei porti adriatici, di quelli nord-europei e dei paesi del Hinterland adiiatico. Log;co che ‘gli esperti deìl’una e dell’altra parte non dimentichino gli interessi delle rispettive zone. Naturale ci sembra perciò auspicare ai. margini della conferenza proficui contatti .tra i rappresentanti dei porti adriatici e ‘gli esperti del Hinterland. Naturale e logico che le realtà si imponga e che invece di limitarsi a parlare di «funzioni» teoriche, basate sulla geografia, i rappresentanti dei porti adriatici parlino di costo dei noli, delle manipolazioni, delle tariffe ferroviarie e delle facilitazioni doganali. Prendendo esempio da Brema, Amburgo, Rotterdam ed Anversa, non solo parlino di tutto questo, ma concordino una linea d’azione comune perchè veramente Trieste e le correnti di traffico a-driatiche abbiano 1« loro rea1* fu in- giunti, senza alcuna considerazione circa la loro situazione patrimoniale o le altre eventuali entrate. Oltre a ciò, tutti gli invalidi di guerra hanno ricevuto il diritto a vita alle cure gratuite negli ambulatori, ospedali, sanatori, stazioni balneari e climatiche, come anche al trasporto del tutto o in parte gratuito sii tutti i mezzi di trasporto dello stato. Gli invalidi possono ricevere- oltre alla loro pensione, anche quella civile nel suo totale importo dopo isoli cinque anni di effttiva anzianità di lavoro. Nel corso dei dieci anni sono stati impie-gati rilevanti mezzi per la riabilitazione professionale :e medica degli invalidi negli speciali centri costituiti in tutte -le capitali delle se; republiche federali. Elevato di numero di quelli che annualmente fruiscono delle cure balneari e climatiche gratuite - e a tale scopo, solo nell’anno in corso sono stati spesi circa 260 milioni di dinari. Di attenzioni particolari sono oggetto i «grandi invalidi». Le loro pensioni mensili si aggirano dai 12 ai 18 mila dinari, superando la media normale. Oltre a ciò ricevono un sensibile aiuto in natura. Un elevato numero di «grandi invalidi» ha ricevuto in dono l’arredamento per la casa, biblioteche, -strumenti musicali, apparecchi radio, notevoli quantitativi di generi di abbigliamento. A tale scopo sono stati spesi oltre 60 milioni di dinari. Sensibile è stato pure l’aiuto offerto agli invalidi jugoslavi dalla Federazione Mondiale degli ex Combattenti, sottoforma di oggetti di svago e macchine da scrivere per ciechi, biciclette1 speciali ecc. I grandi invalidi più bravi hanno poi ricevuto dalla propria associazione, in collaborazione con lo stato, delle automobili speciali come protesi ortopediche. Riqualificazione e riabilitazione Gli sforzi tesi a riabilitare gli invalidi al lavoro e alla normale vita civile hanno dato risultati insperati. In alcune migliaia di corsi per telegrafisti e telefonisti, fotografi, bibliotecari, sarti, trattoristi, meccanici, calzolai, ecc. oltre 20 mila invalidi hanno conseguito l’abilitazione necessaria per poter rientrare nel ritmo normale della vita. Sono state costituite e si sviluppano alcune grandi ‘aziende che impiegano esclusivamente invalidi di guerra. Dopo la liberazione si era iniziato con la rivendita dei generi di monopolio, mentre già nel 1948 esistevano 2800 impres’e commerciali, 600 alberghiere e 270 industriali ed artigiane appartenenti agli invalidi. Il valore della produzione nel 1948 ammontava a 14 miliardi di dinari, per salire nel 1950 a 17 miliardi e mezzo. Dieci istituti ortopedici fabbricano le protesi per 45 mila persone. La Federazione mondiale degli ex combattenti ha accolto alcune mozioni jugoslave sullo scambio delle esperienze nel campo della ortopedia. zione. Anche perchè nessuno dei quattro ministri degli esteri si è assunta ila responsabilità di fare la «grinta dura» ed anzi da parte di tutti vi è stato uno sforzo manifesto nel dimostrare la massima buona volontà. Salvo, si intende, a non voler pregiudicare le proprie basi di discussione. Sul problema della riunificazione della Germania e su quello della sicurezza collettiva europea, i quattro hanno speso molte parole ed apparentemente non hanno concluso niente, per ora. Però vi è un progresso fra il reciproco «nò» detto a Berlino all’inizio dell’anno ed il «no» detto a Ginevra, ma temperato dall’ammissione che, se le posizioni sono ancora quelle di Berlino, la mentalità sembra non essere più la sites’sa. Cosa più che logica perchè nel frattempo ,si è avuto il viaggio di Adenauer a Mosca che, se non altro, ha aperto la via a discussioni dirette anche da parte .sovietica con i dirigenti di Bonn. Senza dimenticare che sotto i ponti allacciati può passare molta acqua del passato e sopra gli stessi ponti possono passare scambi di punti di vista per l’avvenire. Certo, prima di Ginevra Adenauer non aveva molto da dire o da ascoltare a Mosca. Non è detto ohe sarebbe ancora così se a Bonn ci si dovesse convincere che la riunificazione tedesca può essere compromes'sa da troppo rigide posizioni delle cancellerie occidentali. E un fallimento totale e completo di Ginevra potrebbe suggerire a Bonn sospetti in merito. Logico, dunque, che vi sìa chi, a Ginevra, si preoccupi per evitare considerazioni del genere. Cosi desiderato e con Foster Dulles acquiescente, si è avuto nelle conversazioni ginevrine un e-legante salto dal primo al terzo punto dell’ordine del giorno. Abbandonato per il momento il dibattito sul problema tedesco, riservato alla prossima .settimana quello sul disarmo, i quattro affronteranno nella settimana corrente la questione delle relazioni economiche e culturali fra Oriente ed Occidente. Il meno spinoso, ma non il meno importante. Con questo, pensiamo, i quattro ministri degli esteri restano nello «spirito di Ginevra» in quanto, se verranno fatti progressi (e tutto lascia credere che si faranno) sul tema delle relazioni fra Oriente ed Occidente si farà anche un ulteriore passo verso il consolidamento della distensione. Non si deve dimenicare che più gli stati sii renderanno conto della reciproca interdipendenza economica ed i popoli avranno modo di più imparare a conoscersi, più difficile sarà alle forze belliciste alimentare una propaganda di odio o, addirittura, di scatenare un conflitto. In fondo, affrontando prima il problema delle relazioni est-ovest, i quattro ministri degli esteri, anche se non troppo coscientemente e volentero-.samenbe1, altro non fanno che adattarsi alla vecchia saggia politica insita nell’adagio popolare il quale ammonisce che la casa si costruisce incominciando dalle fondamenta e non dal tetto. Non pregiudicato il problema tedesco e quello della sicurezza, ma avviato a soluzione quello delle normali e corrette relazioni economiche e culturali fra est ed ovest, si sarà incominciato a costruire le fondamenta anche per giungere al tetto risolvendo, in migliore atmosfera, gradualmente i problemi più .spinosi dell’architettura della casa .della pace. Anche, e sopratutto, perchè in clima di sempre maggiore distensione i popoli urgeranno sempre più sui governi affinchè attraverso gli accordi, la coesistenza pacifica diventi uiaa realtà. in mano. Ed in tal modo la spinosa situazione nel Vicino Oriente sii affaccia alla ribalta salto vari nomi, da quello della situazione ai confini fra Israele e stati arabi, a quello dei patti al đifuoii, o al di dentro della Lega Araiba. Al servirno o contro le grandi potenze. Ed assieme a quella del Vicino O-riente fà capolino anche quella del Uedio Oriente, dove l’Iran, aderendo al patto turco-iracheno, ha soddisfatto gli occidentali, ma ha scontentato gli orientali ed i popoli che in quel settore non vorrebbero veder infiltrarsi le interferenze alturi che, inevitabilmente, seguono la politica dei patti a tinta bloocarda. Inoltre, un po’ più in giù, nel quadro del cosidetto Piano di Colombo, tutta una serie di paesi vorrebbe veder risolte le vertenze locali, come quelle fra Afganistan e Pakistan, per i settori dii frontiera, e quella del Ka-shernir che dal 1947 turba le relazioni fra Paikistan ed India. Tutti problemi che, senza le interferenze della «grande» politica delle grandi potenze, si afferma, potrebbero trovare una loro soluzione conoordata nello spirito dii collaborazione e di coesistenza che permea un po’ tutti i paesi asiatici. Dal Medio all’Estremo Oriente il passo non è breve, ma la catena dei problemi si allunga con quelli anelli che proprio in questi giorni sono stati, oggetto di conversazioni «non ufficiali» a Ginevra fra Dulles, Mòlotov, Mao Millan e Pinay. Si tratta dell’Indocina, venuta alla ribalta con il plebiscito abbastanza addomesticato con il quale il primo ministro Ngo Diem, fatto deporre l’imperatore — burletta Bao . Day, si è fatto nominare presidente deia Repubblica del Viet Nam Meridionale. Si tratta della Corea, sempre alla ribalta per gli estemporanei discorsi del vecchio Sing Man Rhee, sognante marcie bellicose verso nord. Si tratta idei bubbone di Formosa, orati i periodici voli provocatori degli aerei di quel veochio arnese che è Chang Kay Scech. Si tratta, in ultima analisi, dei rapporti fra Cina Popolare e Stati Uniti, rapporti che i colloqui cino-ameri-cani di Ginevra in tre mesi non hanno approdato ad un porto concreto con il risultato di intralciare la normalizzazione delle relazioni con la Oina da parte di un sacco di altri paesi. Per non parlare dell’anacronismo di un popolo di 600 milioni di abitanti rappresentato all’Onu da i mal tollerati governanti di Formosa. Una panoramica di problemi che nessuno {e meno che meno i 4 di Ginevra) può ignorare. Tanto più die se alle frontiere fra Israele e gli stati arabi si spara ad intermittenza, in Indocina l’armistizio è rispettato si e no da Ngo Diem e simili, in Corea 'il fuoco può riprendere non appena Rhee si sentisse un po’ le redini libere e da Formosa si può sempre appiccare un incendio tremendo finché si lascia la micoia a» mano a Chang Kay Soeoh. Logico, dunque, ohe da Pekino, di fronte a tale panoramica, si sia lanciata l’idea di una conferenza intemazionale per i problemi asiatici. Logioo ohe tale idea abbia 'trovato uffioiosa simpatia in Asia ed anche logico che i paesi asiatici desiderino veder realizzata tuia tale idea» anche se in forme ancora non definite ed anche, possibilmente, il più larghe possibile. Ciò in considerazione del fa^to che la panoramica dei problemi dal. Vicino al Lontano O-riente forma, praticamente, una catena di anelli se non proprio inscindibili perlomeno molto interdipendenti. Se non altro perchè conseguenza di quella tensione fra le grandi potenze succeduta alla seconda guerra mondiale e ohe, per l’Europa come per Al resto del mondo (dunque anche per l’Asia), aveva pre*» Al nome di guerra fredda. Direttamente o per interposta persona dal Vicino fino al lontano O-riente i singoli anelli della catena sono stati portati a Ginevra ed « «quattro» li esaminano in conversazioni private si ma non per questo meno interessanti. Non resta che augurarci che essi si rendano conto che lo «spirito di Ginevra», per essere valido, deve valere per tutto il mondo e per 'tutte le zone dove ci sono frizioni di interessi o di potenza. Se ne renderanno conto allora fra i ri. sultati dell’attuale conferenza Gin«-vrina avremo, forse, intese ed accordi per altre conferenze. In modo che i singoli problemi verranno esaminati e discussi in sede 'intemazionale a prescindere al’ latitudine e dalla longitudine. Perchè 'la distensione, come la tensione, non conosc» latitudini geografiche e deve marciare di pari passo in tutto il mondo. Se no . . . La neutralità austriaca Il parlamento austriaco ha approvato la legge fondamentale sullo status di neutralità ‘del paese. L’Austria si è impegnata a non aderire a alleanze militari, a non permettere la creazione di basi militari straniere sul suo territorio. L’atto del Parlamento di Vienna non soltanto consolida l’indipendenza del paese, ma ha anche un largo significato internazionale. Poiché la proclamazione della neutralità non significa l’adozione di una concezione neutra-listiea, l’adozione di una politica di passivizzazione su piano intemazionale, ma al contrario, come ha tenuto a rilevare lo stesso cancelliere Raa'b, essa impegna l’Austria a partecipare attivamente alla vita internazionale, piarticblarmente in seno all’Organizzazione delle Nazioni U-nite. Indubbiamente, questa politica che garantisce all’Austria un posto al di fuori dei blocchi e dei raggruppamenti militari e restituisce il paese alla vita intemazionale come fattore attivo e indipendente, corti-sponde non solo agli interessi nazionali ,ma anche a quelli più vasti della comunità intemazionale. L‘Agenzia atomica Al comitato .politico dell’Assemblea generale dell’ONU, con i soli voci contrari delle sei delegazioni arabe, è stata votata una risoluzione che stabilisce la costituzione di una agenzia intemazionale per l’impiego dell’energia nucleare a scopi pacifici. La risoluzione votata rappresenta un felice compromesso fra quattro proposte di risoluzione: una sovietica, una anglo-americana, una jugoslavo-indiana e una filippina. Ciò che sopratutto differenziava la risoluzione anglo-,americana dalle altre era la concezione dei futuri rapporti dell’agenzia con le Nazioni Unite. La proposta anglo-americana prevedeva infatti ohe l’agenzia fosse indipendente da'll’ONÙ. Evidentemente dietro a questa proposta, si nascondevano le tendenze monopolistiche di quei paesi che nel campo déH’energia nucleare hanno le maggiori esperienze e dispongono dei maggiori mezzi materiali. Questa tendenza è molto nociva poiché il monopolio in un settore di così grande 'importanza, quale quello del futuro dell’energia nuoleare, significa forzare pericolose sproporzioni nello sviluppo economico mondiale, con gravi conseguenza, non soltanto sul piano economico, ma anche su quello politico. Era perciò di grande importanza che all’atto stesso di nascita dell’agenzia si impedisse l’adozione di una concezione così errata. La necessità dell’universalità «UU’agenaia • «tata ,particolarmente ne jugoslavo-indiana. La risoluzio- -oiziqoSTi ip Bjisodrad upau ujiBAopj ne, che è stata adottata a stragrande maggioranja di voti, garantisce in primo luogo di collegamento dell’agenzia con le Nazioni Unite e in secondo luogo la convocazione di una vasta conferenza, incaricata di definire lo statuto delTorganiismo. Concretamente, la risoluzione prevede la convocazione fra due o tr» anni .di una conferenza atomica del tipo di quella dell’agosto scorso a Ginevra e incarica i paesi atomici di elaborare una proposta di statuto da sottoporre successivamente alla approvazione di una oonfeienzà mondiale. Il segretario generale delle Nazioni Unite, infine, dovrà studiare le forane dei rapporti fra l’agenzia e 1 ONU. La discussione svoltasi al comitato politico e la sua febee conclusione, stanno ad indicare che oggi le .grandi potenze non possono più far «passare» all’ONU soluzioni che hanno carattere parti-colaristi-co. Ciò dimostra la maturità dell’organizzazione e il consolidamento del ruolo delle nazioni piatole e medie. La fiducia a Faure Per la terza volta in 20 giorni, l’assemblea nazionale francese ha concesso la fiducia alla politica del governo Faure. Sulla questione marocchina Faure si salvò con i voti dell» sinistre, indotte ad un .tanto non dalla fiducia nel governo, ma dal timore che il protrarsi delle indecisioni in Marocco avrebbe (potuto portare ad peggio. Le destre ed i conservatori salvarono invece 'il governo nel dibattito sull’Algeria. Anche qui non per fiducia, ma di contro alla paura che il problema algerino venisse in seguito affrontato in termini molto più sfavorevoli per i colonialisti. Il 28 ottobre Faure ritrovava una eterogenea maggioranza di centro che lo salvava per il rotto della cuffia. Non per la politica, ma per il fatto che Pinay, tornato da Ginevra per i voto, a Ginevra doveva tornare ancora in veste di ministro degli esteri non dimissionario. Nel nome del «prestigio» francese ,a Ginevra Faure è riuscito a superare per tre volte lo scoglio. Con ciò tuttavia i problemi ohe .travagliano la Francia non sono stati risolti, ma soltanto scavalcati e sarà molto difficile ohe Faure possa ancora disporre di una maggioranza all’assemblea quando la conferenza di Ginevra si sarà conclusa, o soltanto quando le posizioni alla conferenza dei ministri saranno già abbastanza dibattute per non esercitare più sui deputati francesi quel freno che ha agito nell« tee velie •oorse. JPAOTNA 2 LA NOSTRA LOTTA Martedì, 1 novembre 1955 NEL CAPODISTRIANO LO di SFOOTTH1EHTO DELLE FONTI materia prima per l'edilizia C AP ODI ST RI A, 30 — Il\prable-ma dello sfruttamento delle fonti di materia prima per l’edilizia nel distretto di Capodistria è apparso urgente soltanto dopo la Liberazione e liumiame alla R. F. P. J. per le necessità delTaumentata attività edile. Da quando Capodistria è il centro di un vasto territorio, sede di distretto, centro cioè politico, economico e culturale della parte sud del Litorale sloveno, itale problema si è fatto ancor più impellente. Per tale motivo i oirooli economici hanno incominciato a interessarsi più seriamente sul come sfruttare le fonti di materia prima più vicine, onde supplire alle necessità in continuo aumento. Dato che sinora questo territorio era costretti ali’amportazione da località lontane di ogni genere di prodotti industriali e di altro genere, in primo luogo, del materiale per l’edilizia. [Naturalmente, la lunghezza e la lentezza dei trasporti rincaravano notevabnente le varie costruzioni. Citiamo ad esempio che i mattoni importati da fuori vengono a [Costare 16 din al pezzo, e ciò appunto per il costo dei trasporti, mentre invece i mattoni di produzione della «Ruda» di Isola costano 8 diti al pezzo. Qualcosa di simile succede con la sabbia e la [ghiaia, prima legate all’importazione delle foci deh’Isonzo. Con l’unione alla R. F. P. J. e iSi * 1 Il non ancora regolati rapporti con l’Italia, devono essere importate dal lontano bacino della Sava, per cui il solo trasporto viene a costare dai 4 ai 5 mila din al metro cubo. Lo stesso vale per la calce, che si importa attualmente da Salcano, presso Nuova Gorizia. Già da quanto esposto appare quanto le costruzioni edili siano costose nel distretto di Capodistria. Ma il problema del rifornimento dei mattoni, della calce, della sabbia e della ghiaia s’è fatto ancor più acuto, allorché 'di anno in anno aumentavano gli investimenti per l’elevamento del tenore di vita sociale. Nel 1954 tali investimenti ammontavano infatti a 200 milioni di din, mentre quest’anno raggiungono, in tutto il nuovo distretto, quasi 1 .miliardo di din. Bisogna però considerare che nel prossimo avvenire, divenendo Capodistria un centro marinaro di sempre maggior importanza per la iSlovenia, il complesso degli investimenti sarà duplicato. Nei dintorni, infatti, stanno sorgendo nuove industrie e altre imponenti opere sono in previsione. Quali misure bisognerebbe adottare per fronteggiare tutte queste necessità? Nel distretto c’è una sola fornace per laterizi1, quella di Isola, la cui capacità produttiva annuale non supera però i 3 milioni di pezzi. Il consumo dèi distretto rappre- senta invece il quadruplo. Nelle località vicine alle fonti di rifornimento dei materiali da costruzioni, un appartaifnento a tre vani viene a costare al massimo 3,500.000 din, nel distretto di Capodistria lo stesso appartamento costa 4,500.000 din. Già l’ex CPD di Capodistria ha tentato a suo tempo dì risolvere il problema, progettando di .investire 90 milioni di [din per l’allargamento della fornace di Isola. CNel frattempo si è scoperto nei pressi di Qbrov, nel Comune di Hexpelje, un vastissimo giacimento d’argilla di alta qualità. Dal punto 'di vista economico, non solo è raccomandabile, ma anche urgente la costruzione in quella località di una fornace di maggiori capacità ohe sia in grado di soddisfare alle necessità del distretto e permettere altresi l’esporta-ziome. 1 rilievi e le analisi finora effettuati hanno dimostrato che l’argilla di Obrov è della qualità più indicata per la produzione dei forati e delle tegole di ogni specie, 'di mattonelle e di ogni 'genere di cotto ornamentale. L’argilla di Obrov, infatti, «[opporla temperature sino a 1.300 calorie, contiene cioè tutti gli elementi ohe la rendono adatta alla produzione, oltre che degli articoli summenzionati, anche di stufe da camera {del tipo Forlì), piastre per stufe elettriche eoe. Con una capacità produttiva di 10—12 milioni all’anno, la fornace di Oibrov potrebbe funzionare ben 5 secoli. Con la sua costruzione, la produzione in quella di Isola si orienterebbe soltanto yexso i mattoni e vari altri blocchi idi cotto. La prima, invece, produrrebbe soltanto forati e articoli di cotto più fini. [Siccome poi, Obrov è ben poco distante dai cèntri, dii consumo e fornita di quantità sufficienti d’acqua, d’energia elettrica, nonché vicinissima alla strada asfaltata per Fiume, le spese di trasporto diminuirebbero, apportando di conseguenze la diminuzione dei costi di produzione neil’edi-lizia. Inoltre nel capodistriano, esistono attualmente parecchie cave, la cui capacità è però modesta causa delle deficenze di mezzi meccanici e della 'dispersione. Le imprese sono perciò costrette a rooorrere anche all’importazione della ghiaia e della sabbia da località molto distanti. Questo problema si potrebbe risolvere, ad esempio, aprendo nei 'dintorni di Capodistria una cave centrale, modernamente attrezzata alla bisogna, che libererebbe il distretto dal gravame di una costosa importazione. I relativi 'investimenti sarebbero ben modesti, tenuto conto che si tratterebbe di concentrare i mezzi ora dispersi nelle cave piccole, completandoli soltanto con macchinari nuovi. La fornace di Obrov, ohe potrebbe venir costruita a tappe, coste- DAL PARENTINO ENTRATE IN ATTIVITÀ* NUOVE COMMISSIONI iPAREiNZO, ottobre — Anche a Parenzo si è riunito il Comitato Comunale, che ha preso diverse importanti decisioni d’interesse economico. Oltre ad accogliere lo statuto per la Comune parentina, i due Consigli hanno deciso la nomina di alcune commissioni e cioè per il turismo ,per l’invio sui posti 'di lavoro, per l’inclusione degli apprendisti nell’economia e per la distribuzione dei terreni di proprietà nazionale. Qiuest’ultima commissione ha avuto il compito di vagliare le condizioni dei terreni e di distriburli agli interessati. Tra le altre commissioni è stata pure formata quella dei bilanci per le Comuni di S. Lorenzo, Orsera, Parenzo e Torre. Parenzo ha ora anche la sua piccola stazione radio captafoile nel territorio della Comune ed anche oltre. La stazione ha assunto la caratteristiche di impresa autonoma e curerà anche le riparazioni di apparecchi radio ed attrezzature. Oltre a concedere un credito di 1 milione di dinari alla cooperativa a-gr'icola di lavoro «Fosoolino», i due Consigli hanno accettato la proposta dei collettivi degli Hotel «Paren-tina» e «Jadran» per la fusione delle due 'imprese. La cosa è stata ap- provata e la nuova impresa si chiama, dal 1 novembre in poi, «Jadran». i All irti iü POLA, — Il 45.enne Suram Pa-vao, da Parenzo già al tempo 'dell’Italia era stato condannato ad una lunga pena di detenzione per omicidio, scontata in diverse caroeri i-taliane. Nel 1952, quando venne liberato, pensò di 'guadagnarsi la pensione ed in accordo con Petar Černelča, agricoltore di .Buie (Lazari) precedentemente condannato per o-mlcidio a 22 anni di prigione, e Kailcic Sime, altro ex galeotto, preparò tutti i necessari documenti. I tre individui, a vicenda si sono fatti da testimoni per i «periodi di lavoro» trascorsi assieme. In effetti essi hanno così 'tentato di far apparire come «occupazione normale» il tempo trascorso nelle prigioni. Il Suran, per corruzione, è stato condannato a 5 mesi idi carcere, mentre Cemeka e Kalcic hanno avuto, con la condizionale di 1 anno, rispettivamente 3 e 5 mesi di reclusione. Il Pubblico accusatore ha inoltrato ricorso per là mitezza della pena. rebb© circa 100 milioni di din. Per la prima fase idei lavori sarebbero siufficenti 60, e la fornace potrebbe (già allora iniziare a produrre 5—8 milioni di forati annualmente. La fornace di Podgorje richiederebbe una spesa di 21 milioni e la cava centrale nei dintorni di Capodistria altri 10. Con questi 'investimenti le costruzioni edili del distretto diminuirebbero enormemente di costo, al minimo al 10%, senza tener conto del fatto che la costruzione con forati è molto più rapida. Altra possibilità per la riduzione dei . costi nell’edilizia nel Capodistriano. è data anche dalla opportunità sempre a causa dei costi del trasporto e degli elevati prezzi del legname, di usare materiali di cemento, come colonne di sostegno, piloni per linee elettriche, telefoniche eoe., prodotti sul posto da un’azienda la cui costituzione potrebbe postare al massimo 15 milioni di din. L’ASSEMBLEA DEL CIC DI PI RANO OCCORRE UNA NUOVA SEDE Domenica, 30 ottobre — Decisamente spira aria nuova al Circolo di Cultura di ‘Pirano. Uscito da quel torpore nel quale sembrava essersi assopito, il Circo-ilo «Giuseppe Tartini» ha iniziato, come già detto precedentemente nel nostro giornale, un’attività che, speriamo, possa dare presto risultati positivi. Oggi, mentre Pirano si scaldava ai tepidi raggi di questo desiderato sole d’autunno, i suoi a-bitanti di nazionalità italiana hanno tenuto la loro IV Assemblea in seno al loro Circolo. Naturalmente, erano presenti pure i soci dei Circoli di Sicciole e Strugnano. Il saluto che il compagno Giacuzzo ha rivolto ai compagni Andrea Benussi, Aga-rinis Nazario, membri dell’Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume, al presidente del circolo combattenti «Svoboda», compagno Saksida, e a tutti i presenti in sala, ha segnato l’inizio di questa quarta Assemblea del circolo «G. Tartini». Aspetti dell’autunno rustico A UMAGO DAL DESERTO diPUWTÄ DELLE VACCHE SORGE IL COMPLESSO DEL CEMENTIFICIO La relazione fatta dal presidente del comitato direttivo del Circolo, è stata più che altro una relazione di quanto non è stato fatto. Infatti, la mancanza di una sede adatta ad accogliere i soci, unita alla noncuranza di coloro cfie, nel passato, hanno diretto il Circolo, hanno fatto si che ben magri siano i risultati raggiunti finora. 4 rappresentazioni, il gruppo mandolinistico e la partecipazione al concorso di Radio Capodistria, sembrano riassumere l’attività di quest’anno. Avendo ora il Circolo al suo attivo 337.000 dinari, i suoi membri si propongono di u-sarli in modo da provvedere alle cose di maggior necessità quali raddobbo di una fiuova sede, l’acquisto di libri, giornali ecc. tele per la mancanza di sedi sia del Circolo di Pirano che di quello di Sicciole (glf italiani di Strugnano si riuniscono presso la Casa della gioventù), è intervenuto pure il presidente del circolo «Svoboda» il quale ha auspicato un mag-gipre collegamento tra gli italiani del «G. Tartini» e gli sloveni del suo Circolo. Il folto numero dei nuovi soci sembra dare adito a buone speranze per quanto riguarda l’attività futura. Sin d’ora si prevede: la formazione di un teatro di burattini (ottima idea, che non mancherà di riscuotere il plauso non solo dei più piccini, ma di tutta la popolazione), la riattivizzazione del complesso filodrammatico e dell’orchestrina, numerose conferenze di carattere politico e culturale e, come già detto, l’acquistoi di libri e giornali. Particolare attenzione verrà prestata all’educazione dei giovani e, a questo proposito, il còmpagno Tommasin Plinio ha rivolto un particolare incitamento alle numerose maestrine presenti in sàia. A UMAGO E ROVIGNO Regolato lo sfruttamento delle cave di bauxite POLA, ottobre — Su alcuni problemi economici cittadini, na di- UMAGO, 29 — All’altezza del piccolo cimitero di Umago, circa 300 metri fuori delia cittadina, s'i apre una strada che un anno fa non c lena. La strada punta diritta verso il mare, che raggiunge in una zona chiamata Punta delle Vacche- Evidentemente la località era un tempo adibita a pascolo: una landa desenta, dominio delle vacche dalle quali prese il nome. Imboccando ora la nuova strada tutt’altro aspetto ci presenta la zona. Verso il fondo, ài ergono contro il cielo minaccioso d’autunno le incastellature di legno degli edifici in coistnizione. Man mano che ci avviciniamo, scorgiamo il cantiere edile in tutta la s'ua imponenza. L’edificio destinato1 ad accogliere gli uffici del cementificio che pulserà sulla Punta delle Vacche è quasi finito. Attraverso le finestre che corrano lungo i suoi due pia- jStegmo s'i muove una specie di a-soensore circolare dentro al quale si innalza Parmatura Rei silos che viene riempita di cemento. Quando un tratto è finito, delle semplici leve sollevano l’aasicenisore» di altri due metri, e così via. Questo sistema é stato introdotto dalla «Primorij©» s'u disegno dei propri tecnici. Qualche centinaio di metri oltre il complesso del sorgente cementificio, sono all’opera operai della «Pomorska gradjevina», ossia di urià impresa fiumana di costruzioni marittime. Un largo tratto è stato tolto al dominio del mare che ora s’accanisce contro gli scogli a protezione della banchina sorta di recente e per un tratto ancora in costruzione. Dalila sua origine la banchina si spingerà nei mare per un tratto di 320 metri. Da questa estremità ripartirà poi un braccio per progetto per la costruzione di un vero e proprio porto industriale. I binari che serviranno il cementificio si spingeranno fino all’estremità del nuovo molo perchè la produzione possa trovare immediato imbarco. Grande, razionale, moderno sarà dunque questo complesso, che ricorrerà per la materia prima allè cave di Salvare e Verteneglio, . cioè in località abbastanza vicine. Non abbiamo indicazioni di sorta circa il volume che si presume la 1 produzione possa toccare, ma si dice che questo di Umago sarà1 u-mo dei maggiori cementifici della Jugoslavia. Intanto una squadra di tecnici sta prendendo rilievi e misurazioni tut-t’intorno: si cercano i luoghi più adatti per la costruzione di case di abitazione per i dipendenti del cementificio. Nel corso della riunione è stato eletto il nuovo comitato del quale entrano a far ■parte i seguenti compagni: Trento Antonio, Giacuzzo Riccardo, Giacchin Bruno, Langher Mario, .Bartole Ferruccio, Donda Irma, Razem Edda, Host Romeo, Paren-zan Antonio, Bartolini Davide e Barile Vincenzo. La commissione di controllo sarà formata da: Teliini Mario, Radivo Francesco e Ravalico Jolanda. In previsione della prossima Assemblea dell’Unione degli Italiani dellTstrìa e di Fiume, sono stati scelti pure dieci compagni che, alla stessa, dovranno rappresentare i Circoli di Pirano, Sicciole e Strugnano. Alla discussione piuttosto animata dalla quale trasparivano, principalmente, lamen- Gli incidenti della strada ni si vedono squadre di operai in- / tornare 'alla costa. Questo sarà il tenti alile rifiniture. Più avanti, posti in fila verso il mare, vediamo melFordine: il reparto per la fabbricazione delle balle dii carta e rispettivo magazzino, 3 silos in costruzione che dovranno raggiungere l’altezza di 32 metri l’uno, il reparto per l’imballaggio contenuto in un edificio a un piano, già ultimato, Sostenuto da agili ed eleganti colonne. molo operativo, la cui parte inferiore sarà ultimata quest’anno e la parte superiore entro la primavera deiranno prossimo. Le cattive condizioni del mare ostacolano notevolmente i lavori. Comunque questa è la prima tappa: suoces'siva-mente potrebbe anche maturare il Nella terra roislsa della Punta delle Vacche è rimasto qua e là qualche solitario albero: selvatico a testimoniare del passato abbandonato della zona. La campagna dilegua oltre la portata dello sguardo, ogni giorno di più respinta dal sorgente complesso industriale. Lungo quest’eddfici corre un profondo fosso entro il quale vanno su e giù attualmente vagoncini carichi di materiale edilizio, andò il complesso sarà ultimato, essi cederanno il posto a binari a scartamento normale per i vagoni che dovranno convogliare la produzione al porto del quale si stanno gettando le fondamenta / Dalla parte opposta del foss'o, cioè di fronte ai silos e alile costruzioni che abbiamo elencato, operai della «Primorje» di Fiume, filiale di Umago, stanno preparando il terreno per un grande edificio quadrato che dovrà contenere il reparto macchine. Lo spazio che le costruzioni, ultimate e no, occupano, è vastissimo. Dappertutto, fra le baracche per gli attrezzi e i depositi di materiale e-dile, si trovano mucchi di ghiaia e di mattoni. Domina il ferro per l’armamento .dèi cemento: a rotoli, a fasci, a gomitoli, che speciali macchine si incaricano di tagliare e spiegare nel modo voluto. Poi è tutto un inters'ioarsi di binarietti de-cauvi'lle, con vagoncini che1 vanno e vengono carichi dii materiale. Da una parte è stato aperto un grande cratere dal quale escono a ritmo continuo valanghe di pietra. L’Impresa «Primorje» ha affrontato la costruzione dell grande complesso del cementificio con metodi ©stremamente razionali. Un tecnico, Gorjan Albert, ci faceva notare con giustificato orgoglio la maniera nella quale vengono innalzati i silos. Intorno a delle colonne di so- LA CONSULTAZIONE A POLA per lo sviluppo del turismo IL RUOLO E I COMPITI dei Comitali Popolari locali Si sono concluse o si stanno concludendo in questi giorni nel Capodistriano e altrove in Istria le elezioni dei Cernitati popolari locali. Con la nuova sistemazione i Comuni, infatti, hanno assunto, oltreché maggiori competenze, anche una consistenza territoriale molto più vasta di prima, per cui l’attività dei loro organismi viene posta dinanzi a nuove necessità, una delle prime fra esse quella non solo di mantenere i contatti più stretti con il terreno e gli elettori, ma di potenziarli coerentemente ai principi e agli scopi della sistemazione comunale stessa. Uno dei mezzi per realizzare questo presupposto è appunto il buon funzionamento dei Comitati popolari locali, espressione dell’elettorato e del potere pubblico aai oasso, i quali non sono soltanto una buona scuola di gestione sociale m genere, ma per le loro competenze, affatto piccole, costituiscono la cellula base della nostra struttura politica, economica e sociale. Sarà bene pertanto parlare alquanto del loro ruolo e delle loro competenze. 1 Comitati popolari locali sono, dunque, organi dell’auto gestione comunale, formandosi essi nel territorio del Comune per quelle località o zone che costituiscono un’unità comunale ben delimitata di località 0 villaggio con tutti i problemi della vita e del lavoro della popolazione. I Comitati pooplari locali sono, in effetti, gli organi del potere popolare più vicini alla popolazione, 1 più direttamente interessati alla soluzione della problematica d’ogni giorno. Essi prendono in esame quei problemi che maggiormente interessano la località e il Comune, dando a questo suggerimenti e proposte e, valendosi anche, nei casi più importanti e urgenti, dell’appoggio dell’assemblea degli elettori. In base allo statuto del Comune di Capodistria, ad esempio, il Comitato popolare locale ha le seguenti competenze: cura gli obiettivi comunali del luogo, quali strade e vie, pubblici acquedotti e fontane, abbeveratoi, impianti elettrici pubblici, parchi ecc., amministra la pubblica proprietà, controlla l’adempi-inento dei doveri dei cittadini e la salvaguardia dei loro diritti, organizza i servizi pubblici antincendio e di difesa dalle alUuvioni ecc., emettendo allo scopo adeguate disposizioni. In genere, poi, il Comitato locale collabora nell’esecuzione delle leggi e delle disposizioni vigenti. A tale scopo porge muto agli organi amministrativi del Comune sul posto, informa la popolazione sulle ordinanze e disposizioni del Comune, controlla il lavoro dei dipendenti comunali, ecc. Il Comitato popolare locale si avvale, per l’esecuzione formale delle sue decisioni e dei sudi attiI dell’ammànistra\ione comunale, dì regola degli Uffici locali, appositamente aperti sul posto. Il Comitato locale popolare trae la sua vitalità dalla collaborazione più larga e dall’appoggio della popolazione. A tale scopo deve stare in continuo contatto con essa. Una delle forme di questo contatto, o meglio legame, è l’assemblea degli elettori, che viene convocata regolarmente almeno ogni semestre, potendolo essere, però, in qualsiasi momento qualora se ne presenti la necessità. Come appare, quindi, le competenze e il ruolo che ì Comitati popolari locali sono chiamati a sostenere in questa nuova fase evolutiva della nostra sooietà, sono di importanza capiitale , anche se a prima vista non lo potrebbe sembrare. E’ in essi che trova espressione più larga il principio della democrazia so-oialista. e. POLA, ottobre — In presenza di tutti i rappresentanti dii organizzazioni, enti, Comitati comunali, Camere del commercio, ecc. la Commissione Hepubblicana per il Turismo ha organizzato una consultazione sui problemi del turismo" ilei territorio deilljlstria. )I rappresentanti, della Commissione zagabrese hanno dichiarato che ristala è la miglior zona turistica della Repubblica di Croazia e che di anno in anno verrà migliorato il potenziale della nostra penisola, la quale oltre a possedere tutte le prerogative climatiche, naturali e storiche, gode di u-na posizione che la mette in posizione di favorita di frante agli altri tenitori! turistici nostri, grazie alla vicinanza con ì paesi centro europei e le facili vie di comunicazione di cui dispone. L’avvenire economico dell’Isitria deve avere una delle sue più forti pedine appunto nel turismo eid alcuni sui centri, quali Ro-vigno e Parenzo, dovranno in seguito potersi mantenere esclusivamente con esso. iNella consultazione è stato posto il compito al C. P. distrettuale di analizzare minuziosamente ogni possibilità dii miglioramento, rimnòva-mento e costruzione a nuovo di o-biettivi die si adattino alla bisogna. Un eventuale piano di sviluppo del turismo, istriano dovrà comprendere alcuni punti capitali che ancora frenano un franoo progresso. E questi sono in primo luogo la riparazione e manuntenzione delle esistenti vie dt comunicazione, un aumento degli automezzi per gite, nuove linee turistiche, speciali trattenimenti ed attrazioni sul mare, Fimimissio-ne di automotrici sulla linea ferrata Divača—Pola, una miglior propaganda e reclame delle nostre bej-lezze naturali partioolarmjente lungo le strade di maggior traffico, miglioramento dell’alberghiera, allargamento e specializzazione del-l’artigiamato. Sembra che finalmente verrà costituita la tanto decantata Scuola alberghiera, mentre il CP distrettuale dovrà avere un fondo per il progresso del turismo, fondo che sarà adoperato grazie all’opera delle Commissioni in via di formazione ad Umago, Cittanova, Momto-na, Parenzo, Roviigno, Pola ed Albana, a parte una propria Unione turistica, cessando di far parte dell’Unione di Fiume e Litorale Croato. In questo modo ci sii potrà adoperare molto di più per i nostri problemi, ohe sino ad ora erano regolarmente posposti a quelli del turismo fiumano e di quel litorale. L’Istria, lo sappiamo tutti, ha una grande possibilità 'di sviluppo economico. 'Necessita saperla sfruttare e potenziare nel modo più razionale e dinamico. CAPODISTRIA, 31 La settimana iscorsa si sono verificati sul territorio del [distretto di Capodistria parecchi incidenti stradali, due dei quali gravi. Giovedì .pomeriggio, nei pressi di Ilirska Bistrica, un bimbo di 6 anni, Miloš Brajkovič, è stato travolto e ucciso da un camion, mentre stava attraversando imprudentemente la strada. Venerdì mattina, invece, il 48.enne Frane Glesìc, da S. Michele, transitante in bicicletta sulla costiera è stato investito violentemente da un’automobile, riportando gravi ferite che hanno richiesto il suo immediato ricovero all’Ospedale civile di Isola. Altri incidenti, con consequenze fortunatamente lievi, sono occorsi a Postumia, dove un camion ha investito una vettura, scaraventandola fuori 'strada e nei pressi di Strugnano, dove un’autocorriera di linea della «Slavnik» ha investito la nostra macchina. Nel mese di ottobre si è registrata, poi, la punta massima degli incidenti stradali: ben 29 casi, due disgraziatamente mortali e parecchi feriti gravi, mentre i danni al materiale si aggirano sugli 8 miglioni di din. Ma ciò che più impressiona è il fatto che questa ecatombe è dovuta in massima parte a infrazioni alle regole del traffico e, da non trascurare, ben quattro sono i casi dovuti a ubriachezza degli autisti. scusso il Consiglio economico del C. P. del Distretto polese nella sua ultima sessione. In primo luogo è stata decisa la costituzione della Banca distrettuale per Pola, la quale dovrebbe dirigere anche tutte le attuali filiali dei centri minori istriani.^ Probabilmente verrà aperta un’altra filiale^ Buie. E stata in seguito analizzata la situazione dell’impresa «Boksit» di Umago e le prospettive future di questa. Da parte del Liro-piariifica -zioni del C. P. distrettuale è stato proposta la liquidazione della «Boksit», in quanto quest’ultima ha sfruttato i propri giacimenti e non dispone di capitali per poterne aprire di nuovi, i rappresentanti deli’im-presa hanno assicurato che ’il collettivo può lavorare sino la metà del 1956 con gli attuali fondi finanziari e sino a quella data ritengono di scoprire nuovi giacimenti. Con la ventilata possibilità di un assegnazione 'investitiva dal fondo repubblicano e federale, è čadu- I ta la proposta di liquidazione deda «Boksat», la quale dovrà invece chiarire i propri rapporti non troppo limpidi con de «Ba/uxiti Istriane» di Rovigno. Per l’attrezzatura e l’autoparco le due imprese hanno la necessità di collaborare, ma sino ad oggi non si è visto niente di tutto questo. Il Consiglio economico ha fissato i limati 'di sfruttamento territoriale per le due ditte; quella di Umago lavorerà lungo la costa nord-occidentale delMstria sjno al fiume Quieto, mentre quella 'di Rovigno avrà il suo «confine» settentrionale sullo stesso fiume. Ambedue i collettivi dovranno orientare la propria attività esclusivamente allo sfruttamento delle cave di bauxite, lasciando il vecchio andazzo di decentralizzarsi in produzioni collaterali. In questo errato modo di agire, non sono stati sistematicamente sondati i sottosuoli istriani, a danno v della produzione e dell’esistenza stessa dei due collettivi. Un’altra importante decisione del Consiglio è quella di assegnare l’e- : sldusività della manipolazione e rifornimento dei cereali per il Distretto al mulino «3 Gennaio» di Pola. In questo modo, sfruttando l’economicità ed il buon sistema di lavoro del mulino, si snellirà il rifornimento delle farine e scenderanno i prezzi del pane neii centri istriani, 'in alcuni dei quali si vendeva a 10 din. al kg. più caro che a Pola. I SVINATURA E TRATTAMENTO DEL VINO Alla fine è stato deciso, con soddisfazione dei presenti, che le tre Società per il turismo esistenti a Pola, Parenzo e Rovigno formeranno Nastro rosa La casa del nastro collaboratore e corrisponidieinte1 dia Fiume, Bruno Picco, è stata allietala dalla nascita d’una vispa e prosperosa femminuccia alla quale è stato posto il nome di Tiziana Alessandra:—Vesna. Padrini delia neonata sono il regista italiano dott. Allessando Bla-settj e la popolare attrice slovena Metka Gabrijelčič (Vesna). Alla neonata ed ai feljci genitori Rosa e Bruno Picco i nostri migliori au®uri. Pur essendo cosa risaputa ohe l’agricoltore istriano è un buon viticoltore, tuttavia esso incorre in gravi errori nella vinificazione e ne'!-a conservazione idei vino. .Nel passato erano richiesti vini colorati, cioè quelli le cui vinacce hanno ceduto al vino la dose di sostanze coloranti e tanniche, che il consumatore richiedeva. Oggi 'invece sono preferite i vini limpidi non aspri. Quanto più il mosto rimane e contatto coi graspi e le vinacce, tanto più aspro e Colorito diviene il vino. Tenendo i vini in contatto con le vinacce per lungo tempo, iil vino diventa grossolano e porta marcato ; il sapore di graspo e sostanze tanniche contenute nelle bucce. Quest’ anno molti agricoltori lasciarono in contatto il vino con le vinacce per un periodo di tempo eccessivo. La moderna enologia richiede una fermentazione quanto meno possibile in contatto oon le vinacce. Specialmente quando trattasi di uve bianche. Si raccomanda e consiglia di lasciare le -uve bianche in contatto con le vinacce non più di 24 ore. Il mosto deve essere travasato e, per continuare la fermentazione lenta, messo in botti pulite. Trattandosi di uve guaste, ammuffite e non bene mature, si è raccomandato di aggiungere al mosto, prima dell’inizio della fermentazione, del ibisolfito di potassio nella dose di 5'—10 gr per ettolitro di mosto. Per eliminare l’odore dello zolfo, il travaso si effettua con le brente, facendo in modo che il vino si trovi bene a contatto con l’aria, affinchè perda certi 'odori estranei (uva marcia, zolfo) che di solito possiede, e possa ossidarsi. Nelle- grandi cantine, per accelerare il lavoro, si fa uso della pompa. Già durante il travaso dalle botti nei tini di presa il vino deve essere sbattuto e rimescolato col passaggio dai tini alle botti. Il vino appena svinato, va messo nelle botti, le quali devono rimanere con circa 10 can 'di vuoto. Bisogna evitare la colmatura finché non è cessato Intórno periodo idi fermentazione tumultuosa. Dopo la fermentazione 'tumultuosa., ha inizio quella lenta. E’ di somma importanza.ohe la fermentazione lenta si svolga completamente, altrimenti, rimanendovi lo zucchero indeoomposto, il vine rimana dolciastro a pannane, una continua minaccia di una seconda fermentazione, molto pericolosa per la conservazione dei vino. La temperatura, durante la fermentazione lenta si deve aggirare attorno i 20 gradi C. [Se fà freddo, si badi che il vino non si raffreddi durante il travaso, per cui sarà necessario lavorare con celerità. ■Appena cessa la fermentazione lenta, le botti vanno colmate e chiuse ermeticamente. Di solito da noi si trascurano le colmature e, causa ciò, si forma sulla superficie del vino la fioretta, che è un indice sicuro delTinizio de'l-l’aeetosità. Il calo nei vasi di legno non si arresta ooU’invecchiare del vino. Esso dipende specialmente dalla temperatura del locale. Nelle nostre cantine, in cui la temperatura si mantiene abbastanza calda, la colmatura si dovrà fare nei primi tempi ogni due giorni per i vini giovani. In seguito bisogna ooknare ogni otto giorni. Il vino per le colmature deve essere possibilmente della stessa varietà. Mancando questo, si deve usare vino sano di altra varietà. Travaso dei vini. Il vino trovasi continuamente in moto durante la fermentazione e quando questa cessa, passa dei periodi di calma. Così d’invenM la fermentazione si arresta, ma riprende al sopraggiungere della bella stagione. Ogni volta dopo il ribollimento si depqsiita della feccia ohe deve essere esportata ,per evitare in seguito venga rimescolata di nuovo con grande danno del vino, al ridestarsi della fermentazione. Le tare del vino girato, amaro o comunque difettoso, sono cagionate appunto dalla rifermentazione delle fecce. Se per condizioni speciali non si potesse eseguire il travaso spesso, si dovranno almeno mantenere sane le fecce, specialmente trattandosi di vini ricchi di alibuminoidi, provenienti da uve giovani ed ammalate. Le feerie, anche se non si mescolano al vino, tuttavia gli nuociono nel sapore giacché contengono rimasugli di fermenti d’ogni genere, mescolati ad altri residui che sono tutte sostanze nocive dela defecazione. Quando il vino è giovane, l’anidride carbonica ohe possiede, impedito« l’altsraaione. dai depositi, ma in seguito coi travasamenti, esso perde questo gas e, in questo caso non potenddo effettuare il 'travaso, deve-si far uso del metabisolfi di potassio, adoperato nella dose di circa 4-—5 gr per ettolitro, seconda delie condizioni del vino. Travasando il vino giovane, ancora dolce, al contatto dell’aria, si ridesta la fermentazione ed il vino si ^perfeziona. Invece quand’è vecchio, l’aria gli nuoce, poiché ] alcool si può ossidare facilmente, trasformandosi in aceto. Coi travasamenti c’è sempre una' perdita di anidride carbonica, elemento che come detto, mantiene il vino sano. D’altro canto, scompaiono od almeno diminuiscono alcuni odori estranei, come quello di zolfo. Da quanto chiarito si deve concludere che sii dovrà travasare il vino con pompe in guisa da metterlo poco a contatto i collana, quando esso è debole. Invece si fà prendere molta aria al vino che ha odore di uova maroie (zolfo), muffa, al vino dolce filante ecc. Le nostre cantóne, come sono fatte sentono l’influenza di tutte le stagioni e perciò il vino trovasi in continuo movimento. Soltanto nei mesi in cui la temperatura si mantiene costante esso riposa ed allora devesi travasarlo. Si travasa il vino nelle giornate serene e fresche, cioè quando le fecce rimangono più facilmente a fondo. Quanto più ricchi di albumina sono i vini, tanto più di frequente bisogna travasarli. Se alla svinatura sono torbidi e dolciastri, sarà prudente travasarli in dicembre o gennaio; per gli altri vini sani, bene defecati, si può tardare fino a febbraio ed ai primi di marzo. Meglio è fare questi due travasi per qualunque vino. in luglio ed agosto si fa un'altro travaso. Una quarta muta è indicata nel mese di dicembre. Ad ogni modo sarà Indispensabile farla qualora si avesse omesso quella di agosto per tema di mettere il vino a contatto dell’aria troppo calda. Si baderà, naturalmente, di travasare soltanto il liquido perfettamente limpido. Se il vino è sano ed alcoolico, non occorre solforarlo neppure durante i travasi. Generalmente si pratica questa solforatura con la tiricela di solfo, « sta bone. (! PROBLEMI D’ATTUALITÀ’ FORME DELLA COLLABORAZIONE delle forze socialiste nel mondo IV diticare gradualmente il lo- A questo riguardo l’articolo ro atteggiamento attuale, pubblicato il 23 maggio scor- Partendo dai punto i viso dal «New York Timies» -.sta, che il socialismo che noi Sotto il titolo «I sindacati li- edifichiamo nel nostro pae-beri lottano contro l’invasio- gè, non si trova fuori d’.el ne titista» è estremamente tempo e dello spazio, che il caratteristico. «Negli ultimi nostro paese è parte inte-tempi — leggiamo nell’arti- grante del mondo che ci colo — gli Jugoslavi hanno—circonda, sappiamo pure che ottenuto sempre più successo noi dobbiamo vivere e agire tale qual lesso è suoi difetti e i nello stabilimento di relazioni con d .sindacati affiliati alla Federazione Mondiale dei Sindacati liberi. Ma essi . non hanno possibilità alcuna Idi poter effettuare uria rottura di fronte di grandi proporzioni in questo settore». Di V. Vlahovič Come si può constatane, l’autore dell’articolo riduce tutto il problema della collaborazione in seno al movimento operaio alla questione di de- ohe nel mondo con tutti i suoli lati buoni, e cercare logicamente le vie e i mezzi di collaborazione con tutti coloro che lo desiderano. Tuttavia questa collaborazione non ci fa nutrire illusioni che ci impediscano di vedere la maggior parte delle debolezze ideologiche che esistono nelle organizzazioni e nej partiti, con i quali col-laboriamo, o d’ascoltare con pazienza le critiche e le osservazioni degli altri, concernenti le nostre concezioni. La nostra ‘sperienza ci persuia-le nuove forme del- sario porre in evidenza il fatto che, nel movimento operaio, numerosi sono coloro che sentono il bisogno di tendere a uno stabilimento di legami s a un riavvicina-menrto più largo fra le orga-aizzazioni e i partiti operai. Tuttavia i tentativi di mettere praticamente in opera questa collaborazione procedono con i vecchi metodi, ormai superati e che perciò registrano inevitabili insuccessi. Questa constatazione si applica ai tentativi di collaborazione dei partiti comunisti e dei partiti socialisti, con cui si rispolvera certe forme risalenti all’epoca dalla costituzione dei fronti popolari, forme che a suo tempo hanno già provocato il dissolvimento dei raggruppamenti del fronte popolare. (Continua) ps&i Kp#» 1 NELLA CAPITALE SLOVENA NUMEROSI GLI ESPOSITORI ALLA 1 MOSTRA DI PELLAMI Lubiana, fine ottobre — Ha costruì a Borovo un forte ponde al trattamento in avuto luogo quest’anno, per la complesso industriale, l’indù- quanto inegualmente grossa, prima volta, a Lubiana, una stria slovena prosperava sem- Nella Slovenia è sorta re-grande mostra di tutti gli og- pre più e la qualità dei suoi centemente la prima fabbri-getti in pelle che vengono prodotti era tale da costrin- ca che impiega i ritagli del-prodoti nel nostro paese. Que- gore la «Bata» a diminuire i la pelle (finora vencfnti alla sta mastra non ' niente a prezzi per poterle fare con- Germania) dai quali si ricache vedere con la «Setti- correnza. la pelle (finora venduta alla mana delle’calzature» tenuta Nella seconda guerra, man- viene usata per la fabbrica-tempo fa a Zagahria. Essa è, diale, i partigiani stessi si zione delle suole, se così Si può dire, una s'pe- curavano di trasformare in Naturalmente non mancano eie di congresso di tutti i la- calzature, in maniera primi- je difficoltà, specialmente a voratori e produttori di pel- Uva, le pelli degli animali lami della nuova Jugoslavia, macellati per il loro man'.e-Non è a caso che tale espo- nimenta 1 combattenti ave-sizione ha luogo n-Ha Slove- vano blsogno di scarpe re_ nia. Questa repubblica, in- causa di varie deficenze dei nostri ammazzatoi, ed è pro prio per questo motivo che, spesso, siamo costretti a ven-sistenti ed è per questo che dere all’estero i vitelli vivi fatti, vanta in proposito un molti laboratori trasportabili Alila mostra in argomento passato iodevolissimo. La pri- sorsero un pò dappertutto. I partecipano 104 imprese no- ma fabbrica di pèlli dei Bai- ottimi combattenti, strane e straniere. 13» que- calzolai C&ui, fu fondata pro’fio nella Producevano scarpe che strap, ste, 55 sono slovene e 1* Slovenia, nel 1788. Qui si get- Parano elogi ad alcune com- croate. Gli espositori presentarono le basi di una vera e missioni russe ed inglesi. tano tutte le specie di calza-propria pr ’azione industria- ^ guerra finita, però, man- ture, oggetti in pelle ecc. le di scarpe al principio del cavano le fabbriche di scar- Contemporaneamente vengo- Nella foto (presa dagli archivi del Museo della LPL di Lubiana): alcun partigiani-calzolai in un laboratorio trasportabile di scarpe secolo in corso e, nonostante la comparsa dell’impreisa cecoslovacca «Bata», la quale pe, ma ben presto ne sorsero no tenute varie conferenze, proiezioni tere ecc. di films in carat- LTNIZIO DI UN DISCORSO FRA LA JUGOSLAVIA E L’ITALIA sapere chi inghiottirà l’al- la collaborazione delle forze tro in questa collaborazione, socialiste si apriranno una Ma la nostra collaborazione via indipendente dai deside-con le forze Socialiste e le ri e dalle concezioni di chic-organizzazioni operaie, par- chessia, e che più la neces-te da posizioni del tutto di- sità di questa collaborazio-verse. L’idea che noi tendia- ne si farà sentire rapidamen-mo a far esercitare dalle no- te e largamente, più l’inten-stre organizzazioni e dal no- s^a d' questa collaborazione stro movimento politico una impellente e vagitela iSulle organizzazioni e s*a’ intensità di questa sui movimenti politici che collaborazione aumenterà ra-collaboranio 0 intendono col- Piamente, più sollecita-laborare con noi, ci è del mente verranno a cadere IL „PONTE” SULLA JUGOSLAVIA Sdì nostri sellerai ostacoli che v isi frappongono. E’ molto importante chia- tutto estranea. Tale posizione ci lascia le mani libere, permettendoci di criticare (rancamente ciò che non ci rire le nozioni e le concezio- la nastra posizione geografi- piace affatto presso gli altri, tsenza timore -di vedere questa critica mal interpretata, o di dar ascolto, d’altra parate, a -una critica di principio, ben intenzionata degli altri. La futura collaborazione delle forze socialiste si svilupperà nella collaborazione tutte le organizzazioni, partiti e movimenti che lottano per il socialismo. Si verrà a creare cosi progressivamente la situazione prevista da Engels alla fondazione della pilima Internazionale «al» delle nuove in tutto il paese. Oggi la situazione è la seguente: 0,68 paia di scarpe all’amno per ogni abitante, mentre gli articoli in pelle di maiale, calzata e pellame in genere appaiono, con successo, su tutti mercati del mondo. La sola industria di pellami di Vrhnika guada- NEL GORGO DEL PECCATO gna all’anno (per gli oggetti Alberto Volli, dopo dieci che esporta) 600.000 dollari, anni di assenza, ritorna a cali numero 8-9 della rivi- tetti. poli, la mancanza ’i cono- NA ed ancora L’ESERCITO popolo italiano e quelli jugo- J1 Esportalo c^sè^una^donna™d^no^e sta mensile italiana di politi- IL PONTE porta in aper- scenza reciproca molte voi- POPOLARE JUGOSLAVO di slavi, senza nutrire affrettati ,. ,____________________ t-,_i_______________;------------------------j..__ ca e letteratura, IL PONTE tura il SALUTO ALLA NUO- te — ha causato false interpre - Djuro Lomčarević, I PRO- o troppo chimerici propositi: è stato dedicato al nostro pae- VA JUGOSLAVIA di Ferme- nazioni e'spiacevoli eccessi. Il BLEMI ECONOMICI DELLA «perchè — citiamo Pietro Ca- se. Già Soltanto la notizia ciò Parri. Il linguaggio delle pubblico italiano, infatti, — e JUGOSLAVIA di Jaša Davičo lamandrei è più difficile dell’uscita di questo numero sue righe non ci è nuovo, ep- 1° dice Ferruccio Parri ed altri vari articoli di auto- lanciare i ponti tra opposte de IL PONTE ha destato pure ci è caro per la sua sin- non è a giorno delle atrocità ri nostri, dedicati a vari pro- rive quando l’abbi&s’o tra es- grande interesse in Italia e in cerità, per il realismo della commesse dai fascisti italiani blemi sociali, economici, po- se è stato approfondito dal Jugoslavia, ma specialmente sua analisi e specialmente a* danni dei nostri popoli e litici e culturali. passaggio di una fiumana di nella nostra regione: giustifi- per lo spirito che lo informa non coriosce, 11011 sa Quale sia Da parte di penne italia- dolore.» cato interesse, dettato sia dal- e che è democratico, volonte- Ju&osiavi,a doggi, la Jugo- ne, oltre ai due articoli che Noi ci auguriamo che «il roso e distensivo slavia nuova, uscita vittoriosa abbiamo già citato, ce ne sono primo passo» segnato dall’i- Sempre nella parte di pre- dalla Suer'ra.di liberazione e degli altri, tutti, più o meno, iniziativa spontanea di alcuni sensazione della rivista, è in- da^a rivoluzione popolare. di analisi delle multiformi spiriti teressante un breve articolo Altri- articoli di alto inte- manifestazioni del nostro si- tramite IL PONTE pos'sa es- particolarmente di Rodoljub Colaković che il- resse per il lettore italiano., sterna sociale e statale. Inte- sere continuato con sempre all’allevamento del bestiame senza dubbio, ne le loro calzature in Polonia, Jermine. Poi incontra l’e-URSS, Belgio e Finlandia la legantissimo Filippo, che fabbrica «Planika di Kranj, Jermine aveva precedente-«Peèo» di Tržič, «Alpin» di mente piantato per seguire Ziri, mentre la «Bata» di Bo- Alberto. In questa occasione, rovo .smercia gran parte dei Filippo offre ad Alberto una propri prodotti in Turchia, ricca somma, ma s'i sente ri-L’Italia ci offre oggi kg di sponidere con un rifiuto. A-peile, prodotta nel meridio- vendo saputo ciò, Jermine si ne, per 1 kg della nostra pel- fa dare per sè il denaro dal- Prima-di aprire oneste ri- lustra in modo necessaria- sono, senza dubbio, ne IL ressante e vicinissimo al no- maggiore successo per far si e la qualità della pel e che si lessarla si è portati mente succinto la metamorfo- PONTE quello di Edvard Kar- sitro interesse, tra tutti, «L’I- che abbia termine e per sem- ricava e ottima. Nella Jugo- legigexia, e pariaui g. ^ delj su LA DEMOCRAZIA STRIA E LA SLOVENIA, pre quella spiacevole inimi- slavia del sud si stanno fa- SOCIALISTA NELLA PRAS- OGGI» di Aurelia Gruber cizia che, tra Italia e Jugo- cendo delle prove per la porti tra Italia e Jugoslavia SI JUGOSLAVA, quello di Benco. slavia è stata causata molto preparazione della pelle di con la volontà e con la spe^ Alež Bebler su POLITI- A .conclusione, il gesto de spesso — come abbiamo già bovini, con un metodo speranza che questi diventino CA ESTERA DELLA NUOVA IL Ponte è encomiabile: esso detto — oltre che da cause ciato, e se i tentativi finora stretti JUGOSLAVIA, quello di An- vuol essere veramente un maggiori anche dalla misco- non hanno dato risultati sodil direttore del mensile ita- ton-Vratuš dal titolo LA inizio di collaborazione mag- noscenza reciproca dei valori disfacenti, la colpa è proprio liano, Pietro Calamandrei, FRATELLANZA PARTI GIÀ- giore e di conoscenza tra il di un popolo. Sudóli Oscar della pelle, che non corns- m concernenti le forme di ca ohe dagli avvenimenti po-quesita collaborazione attra- litici e Storici passati e reverso una discussione sana e centi che ci hanno tocoati di principio. Questo scassa- così da vicino, mento del terreno deve inevitabilmente venire in con- vista e flitto con il dogmatismo, le inanzitutto ad una considera- forme stereotipate, i pre- zione di ordine — diremo -— paese, passa a parlare dei rap. giudizi e le posizioni teori- morato, la quale obbliga feli- camene -errate, come pure cernente a salutare con sodili ogni campo, nel collega- C0|n ; nisiu.lfcati della prassi disfazione l’uscita di questo .......... mento piu largo possibile di err0nea seguita finora. Tale numero dedicato alla Jugo- sel?/pf.e miSllorl e più : compilo e però ben lungi slavia. diaU’essere facile. Esso eisige Coin la lettura attenta, che la futura collaborazio- quindi, altri valori si scopro- ^ FRANCO COLLOQUIO, ne delle torze socialiste s a- no e principalmente program- 1 . , , ___. • „ , spiega le ragioni che hanno datti, nella prassi, alle for- matici, oseremmo dire — spe- -, . , ,, ,. - 1/v • , u j, « i ’ , “ * determinato la pubblicazione me esistenti dello sviluppo ranzoisamente — di buon au- sociali&ta. Tali forme di svi- spicio. Non ci è capitato, lorche nel seno dell associa- luppo esercitano già una for- infatti, ancora di vedere in zione intemazionale si tro- te pressione, non tanto nel trecentotrentatrè pagine un veranno socialisti di ogni senso della divisione delle così nutrito numero di im- sfumatura dell idea sociali- forze sociaistej quanto nel portanti fumé italiane e ju- ste». Ciò non significa affatto senso della loro unione; pure goslave sotto articoli che, da futUra collabo*azlonl8 tutta l’attività cosciente che una parte con sincera buona ™promSSolfaSma delIadivisio- volontà cercano di penetrare ^cip"raca buona'volontà,’alla a®’ econtrariaall°svll™8> nella nuova realtà -ociale del collaborazione e all’amicizia», le The faciliti La Tarsà f Confgaenza Rimata; al- nostro paese e dall’altra spie- Già dai due articoli di aper- collaborazione nelle diverte ^ rltlfata’ P°1C^è’ pur. dl' gano, senza intenzioni polemi- tura — di Parri e di Cala-diverse versej ie forme dello svilup- che, lo sviluppo della nostra mandrei - risulta eviden- 5 ’ PO' socialista sono tuttavia vita sociale, politica econo- te l’intenzione di spiegare la Per ciò che concerne la parte integrante d un golo e mica e culturale e special- Jugoslavia al pubblico italiano futura collaborazione delle unico processo. mente ne espongono e ne a- che ne ha bisogno, in quan- A tale proposito è nece-s- nalizzano le cause e gli ef- to, nel caso dei nostri due po- berberi dimostrane di adoperare con riluttanza. Preferi- te di vitello. Il clima della Slovenia è quindi, nel suo articolo intito- di un numero de , IL PONTE dedicato alla Jugasavia: motivi ispirati s’opratutto dalla volontà di «reciproca conoscenza e comprensione, .relazioni sempre più strette di buon vicinato: prima tappa di uin cammino che piuò p rtare, con RICORDI DI UN COMBATTENTE DEL RIFF GIUSTA E la lotta,per NECESSARIA I* indipendenza forze socialiste, ‘ certi elementi ci vengono dati dall'esperienza da noi acquisita finora e dalla nastra prassi, che ci inciraggiano sempre più a collaboirare con tutti i raggruppamenti e organizzazioni, non solo in seno al movimento operaio, ma anche con i movimenti politici che lottano praticamente per un’edificazione nel senso socialista. Nel passato abbiamo più volte inteso dire: «Vedremo se sarà il caso di ammettervi nella nostra compagnia». Le nostre organizzazioni politiche e sociali non lottano affatto per essere ammesse in compagnia di questo o di quello per la buona ragione che in questo mondo esistiamo anche noi, piacendo o non piacendo ciò, a qualouno. Noi non siamo affatto un mondo a parte, separato dal resto: noi siamo in questo stesso mondo. Partendo da tale’ principio, è evidente che dobbiamo cercare punti di contatto con le organizzazioni e i movimenti, in primo luogo operai, che fanno egualmente parte del mondo in cui veviamo. Le ne-ces-ità della situazione attuale impongono questa collaborazione, mentre lo svi-1 luppo degli avvenimenti co-f stringerà coloro che artificiosamente la evitano, a mo- lli. Tuzli. Agosto 1925. Qui ordine di tornarsene indietro non ne viene. Passiamo il tempo m escursioni, osservazioni e istruzione sulle «Saint Etienne» francesi che però i l’ex amante e la cosa porta a una lite tra lei ed Alberto. r'puo ,c Furiosa, Jermine vuole pian-favorevole tarlo per 5aggiunge,re Filip. po, meglio fornito di quattrini. Per intervento della madre di Alberto i due fanno la pace ed Alberto accetta il posto di capo-garage offertogli da Filippo. Un giorno, mentre sta andando a Napoli per incarico di Filippo, Alberto si accorge di avere nell’automobile una valigetta contenente stupefacenti. Nel frattemp , Filippo, dopo aver denunziato Alberto alla polizia, va da Jermine e le dice che Alberto è stato àrrestaito. La danna, che sospetta l’inganno, non crede alle parole dell’ex amante e rifiuta di fuggire con lui. In quel momento capita Alberto che, servendosi dei pugni, regola i conti col furfante. Il giorno seguente Jermine si reca da Filippo e |tenta di estorcergli una grossa somma minacciando di denunciare alla polizia il silo passato poco pulito. Alberto, avendo visto Jer- . ; ' scono i loro vecchi fucili e le scorribande a dorso di cammello o di cavallo. Mi sembra che ci disprezzino sempre più perchè noi cavallo ... niente e cammello meno ancora. Inoltre non condividono le nostre preferenze per il vecchio mauser tedesco. Dicono che bisogna ingrassarlo troppo spesso e poiché il grasso è di maiale le armi europee (Saint Etienne francesi, Breda italiana, Mauser tedesche, catenacci belgi ecc. ’eco.) per dei buoni mussulmani sono pressoohè intoccabili. Ci stiamo avvedendo che la realtà non è quella che ve- conca di Uzli si vede dalle i proprietari terrieri berberi promettenti». Però prima di colline un accampamento di vedono nella lotta per l’indi- partire passerà del tempo, un rjigUqio di tende. E’ pendenza solo un ritorno alle Avremo modo di fare altre l’harem con (a distanza di un tradizioni. Il popolo dei vii- osservazioni. Sarà tutto quel-centinaio di metri) le sei ten- laggi vi vede barlumi di be- lo che mi resterà della «cam-de di Abd el Krim e tutto in- nessere futuro; i nomadi., pagna del Rff». Assieme ad torno quelle dei 1500 herbe- vi vedono quello che vogliono un tatuaggio raffigurante la mine nella stanza di Filippo, roni.A loro non manca nulla ì Caid. Eppure questa lotta mezzaluna, la stella dell Africa la abbandona, ma quando lo e l’acqua viene portata a dor- per l’indipendenza è giusta e del Nord e gli altri aggeggi avvisano che sta per morire, so di somaro da altri 200 ber- necessaria. Solo che noi la ve- che compongono lo stemma corre da lei. Le cose si comperi fidati. Tutta gente spre- diamo da un altro punto di della Repubblica riffana. E plicano fino al punto che Alcala per la lotta. Come spre- vista. & ricordo del Riff e di una berto viene accusato di aver coti sono anche i 300 europei Jiauen. Settembre 1925. notte d’amore di una fanciul- tentato di uccideoi La di lui che non si fanno combattere Espulsi dalla Repubblica del la che fù la sola, penso, a non madre supplica Filippo di perchè il sangue di «rumi» Riff quali propagandisti e desiderare la nostra espulsio- salvarlo, ma viene uccisa dal non si mischi, magari per sba- «mestatori» comunistiI Abd el ne. Ma questo è un altro di- delinquente. Jermine, rimala glio con quello dei mussulma- Rrim e i Caid stanno cercan- scorso. miracolosamente in vi a, sv - - - ^ •- - T ” la, finalmente, la venta alla devamo da Parigi. Abd el re quello che ho visto, e ve- ni! Con questi concetti cè po- fi compromesso e voglio-ca speranza di battere i fran- n0 sbarazzarsi di amici «com- co-spagnoli. Armi inutilizzate, ______________________________ uomini inuitili e guardiani dell’hareml Veramente i riffani si battono bene. Ma a loro modo. Con i loro faciloni e con il loro fanatismo. Vivendo con loro, ci sembra di essere alla primitiva età del ferro. Eppu- L V. FINE polizia. PREMIO «CITADELLA» A UN LETTERATO DELLA MINORANZA ITALIANA MEDAGLIA D’ORO AD OSVALDO RAIWiOUS Lotte e tumulti turbano spesso la quiete dei tramonti africani Krim è semplicemente la figura di un signorotto del Medioevo. 1 Capi delle tribù i-dem. La popolazione lotta per la propria indipendenza ma ignora i problemi sociali, e guarda ai capi feudali come a dei santoni la cui autorità e ricchezza, non deve nemmeno essere discussa. Aldo ha arrischiato dì farsi sbudellare da dei fanatici per aver rilevato che, dopo la batosta avuta dai riffani sulla strada di Fez, i 1500 berberi ben armati (ma ... «guardiani dell’Ha-dem») si sarebbero dovuti mandare in linea infischiandosene delle donne! E’ veramente una vergogna. Nella Ad Osvaldo Ramous, già Tra le sue fatiche letterarie conosciute e premiate le sue noto come poeta per le liriche va annoverata la commedia liriche. Come egli stesso ha apparse nella stampa della in tre atti «Edizione straor-nostra minoranza e sulle dinaria», rappresentata con maggiori pubblicazioni jugo- successo ad pubblici ’'ella rai-.slave, è andato nei giorni noranza e tradotta anche in scorsi un alto riconoscimen- croato. Nel volumetto «Vento. Il premio di poesia «Cit- to sullo stagno», egli ha rae- „ . .. „ f tadella» gli ha assegnato la colto le liriche composte dal pollatati alle pendici delle al- d glia d,Q per la raccoi_ 1951 al 1952. prima ancora a-ture. Il resto pascete o agri- . „J= . .. pc-OT1, do, del Riff mi dice che siamo in un paese ricchissimo.. Sò che vi sono miniere di ferro„ zinco, fosfati ecc. ecc. ma quello che mi ha colpito è la ricchezza e l’ubertosità delle valli. Però si coltiva solo attorno ai Dour ap ta «Vento sullo stagno», pub- veva pubblicato un’altra rac-blicata due anni fa dalla ca- colta di versi dal itolo «Nel sa editrice EDIT di Fiume, canneto». Come tutti sanno, Ramous Sebbene il premio «Citta-svolge il s'uo quotidiano la- della», al quale hanno nar-voro nel Teatro del Popolo tecipato circa trecento con- dì Fiume, dove dirige il com- correnti, fosse riservato ai e dei latifondisti berberi è plesso del Dramma Italiano libri di poesia di cittadini intoccabile nel concetto del del quale sa essere all’occor- italiani stampati in Italia, fanatismo religioso. 1 capi t renza anche regista e attore. Osvaldo Ramous ha visto ri- coltura da nomadi. Il Marocco Spagnolo potrebbe dar da mangiare a dieci milioni di uomini e qui 720.00 abitanti muoiono di fame o vivono come possono ,solo perchè la proprietà feudale delte tribù IL CERCHIO Dl E. WALLACE Brabazon teneva gli occhi bassi, ma non un muscolo della sua faccia si muoveva. Marei tacque per un istante e, quando riprese a parlare, la sua Voce si era fatta meno aspra. — Lei non vuole aiutami — disse — e proprio in un momento In cui potrebbe più facilmente permetterselo. . . Lei sta per convolare ad altre nozze . . non si dice così, signor Brabazon? Il banchiere spalancò tanto d’occhi: — Che intende dire? — Evvia, non faccia lo gnorri . . . proseguì Marei, ammiccan- dogli grossolanamente. — Crede che non sappia dei suoi discreti appuntamenti, or qua, or là, nelle ore notturne? ... E chi era la misteriosa creatura . . . quella nell’automobile chiusa, che lei ha in- contrata l’altra sera in Steyne Square? E che bell’automobile, corbezzoli 1 Per la prima volta Brabazon diede segni di turbamento: impallidi e i suoi occhi divennero inquieti. — Vedrò di farle quel prestito — disse rapidamente. Non appena l’uscio si chiuse alle spalle di Marei, Brabazon vi J diede un giro di chiave e ritornò presso il suo scrittoio; prese dal suo portafoglio un cartoncino bianco, e intingendo la penna nell’inchiostro rosso vi disegnò sopra un piccolo cerchietto sotto il quale scrisse queste parole: Felice Marei ha sorpreso la nostra intervista in Stéyne Square. Abita al 79 Marisburg Place. Mise il biglietto in una busta e vi fece questo indirizzo: Signor Johnson, 23 Mildred Street, City. Il signor Marei doveva attraversare i locali della banca e, passando tra due file di sportelli dietro ai quali sedevano dattilografe e impiegati, dava occhiate a destra e a sinistra, senza peraltro scorgere traccia del bel visino che cercava. All’estremità del salone v’era una piccola cabina, i cui sportelli di vetro opaco, sempre abbassati, sottraevano alla curiosità del pubblico la persona che la occupava. Ma la porta della cabina era socchiusa; e Marei non appena arrivò a gettare un rapido sguardo attraverso l’apertura, riconobbe la persona ohe cercava e si diresse arditamente a quella porta. Anna Drumond alzò gli occhi in faccia a quel signore che le si era avvicinato sorridendole. — Molto da fare, signorina— chiese Marei. — Molto — rispose Anna. Non sembrava menomamente irritata daH’impertinenza di quell’intrusione. — Non ci si deve star molto allegri qui dentro . . . vero? — proseguì egli. — Oh, niente affatto —— rispose ancora la ragazza scrutandolo attentamente cò suio begli occhi neri, Uno svenevole odore di origano, una mano larga e molle e un paio di occhi lustri e fissi — ecco' le prime impressioni che Anna ebbe di questo personaggio. — Si accomodi, si accomodi, signorina Drummond — disse egli con affettata spigliatezza. — Cameriere, il tè. — Ecco Anna Drumond — disse la signorina Macroy, con una prammatica evidentemente superflua. — Non occorrono presentazioni — disse il giovanotto ridendo. --iMi chiamo Barnet . . . — Barnet, detto «il principe» — aggiunse Anna. Egli parve sorpreso, ma non dispiaciuto. — Ah? Anche lei ne ha udita qualcuna sul conto mio, non è vero? — Sa già tutto — intervenne Milly. — Ma quello che ora più importa è che lei comosce Marei e che stassera va a pranzo con lui. — BenissimoI — disse Barnet, facendosi più vicino. —• Milly ed io, da un paio di mesi, stiamo studiando la nostra brava banca Brabazon ... Ci sarebbe da fare un bel colpo sopra una grossa somma. — Sapeva Brabazon che Marei ti aveva invitata a pranzo? — domandò Milly. Anna scosse la testa. Barnet non diceva più nulla; appariva soprappensiero; si accarezzava il mento e fissava nel vuoto innanzi a sè. — Era una bella somma? — chiese alfine. — Sessantaduemila — rispose Anna. — E ora l’ha in casa? disse Barnet, rosso per l’emozione. — E lei questa sera, va da lui? . . . Ma, Anna, non ha mica in mente di menare per il naso quel vecchio per molto tempo? Anna taceva. — Ho già studiato il posto — continuò Barnet, seguendo il suo pensiero — è una palazzina nel quartiere di Kensington che gli costa un’occhio della testa, in Marisburg Place. —- Conosco già l’indirizzo — notò la ragazza. ■*-* Ha tre domestici — riprese l’altro — ma, di solito, statino fuori tutta la notte, quando gli capita di aver per casa qualche donnina che gli fa compagnia. Mi capisce? — Ma che pretende che faccia? che lo derubi? che gli metta dichiarato, ciò significa che «anche l’attività del-la minoranza italiana in Jugoslavia è seguita con interesse nei circoli culturali della penisola». Per l’occasione, nel porgere le più vive congratulazioni a questo nostro amico, ci piace ricordare alcune sue liriche di «Vento sulk) stagno». «Di quel mercato rumoroso non m’è rimasto che un vago suono di zufola. Oleandri fioriti sotto un balcone aperta e la pioggia una nube iridata Se ritorno fanciullo per pochi istanti, scrollo di peso che mi rattrista e varco il regno della fantasia con passo ondulante di donnola» ! Ma non è tutta qui la poesia dii Ramous, in questo cogliere liriche immagini di un paese, in questo, cantare la natura. poesia di Ramous -sa cogliere con viva forza gli aspetti più diversi di determinati momenti che escono dal quotidiano per diventare partecipazione generale. Si veda questa chiusa di una Ma non a spese della banca intendiamoci! a spese di uno dei suoi -amem Che direbbTi L"pranzetto, una di queste sere; con ma- clienti> di ‘äuell° che vi ha U deposito più rilevante: a spese di Marel. sotto n nas0 „n/p^ol* e gli gridi: «Fuori le vostre carte da* cento?» . dedlcata aI sacrili.- Anna arrioiò le labbra. — Lei si sbaglia — disse tranquillamente. — disse Anna, scherzando. libertà^ C°m 3 &n 1 gari un pò di teatro, dopo? . • . — Lei è un vecchietto scostumato — gli rispose Anna senza collera. — Fra guardi . . . per il pranzetto, ci starei. La faccia di Marei si spianò, e nei suoi occhi »smorti passò un breve lampo di soddisfazione. — Allora venga a prendermi a casa mia, Marisburg Place, Bayswater Road alle dicianove e trenta. C’è il mio nome sulla porta. — Non faccia la stupida — disse Bamet. — Lei non ha da far altro che cenare e venir via. Lo tengo allegro, lo faccia ridere . . . «Questo vogliamo: 11 resto spetta a me. E sopratutto, non abbia paura di niente: ci sarò liberar la carne anch’io, in casa; qualunque cosa avvenga, lei mi avrà li, sottomano, dalle leggi sorde del patimen- disse Anna, — Temo che sarà una cosa troppo difficile per me scrollando la testa. -r Uh! — fece Bamet, irritato — lei è pazza . . . Pensi che, al momento, lei ha ancora la possibilità di fare qualche bel colpo; ““ Col deposito di Marei, lei non mi compra nemmeno un bicchiere d’acqua. Egli la fissò incredulo; poi guardò Milly, accigliato. — Ma se tu mi avevi detto che gli mancava p*oco alle centomilla?... — E le ha — confermò Milly. — Le aveva —- la corresse Anna. *— Le aveva fino a oggi. . Quest’oggi Brabazon è uscito, e, al ritorno, io ho capito che doveva Il «Mulino Grigio» era Un locale piccolo, lungo,, stretto, che con essere stato alla Banca d’Inghilterra, perchè ha portato a casa tutti l’aiuto di alti specchi e il barbaglio di molte dorature si sforzava di biglietti nuovi; mi ha chiamato nel suo studio, e io li ho veduti li finora non ha dato molto nell’ocello alla polizia’ e non li ha tutti mascherare il meschino e il grottesco del suo splendore d’accatto.r sul suo scrittoio tutti ammucchiati. Allora mi ha detto che stava appresso . . . come me. Ma consideri che le buone occasioni sono Le tavole erano apparecchiate ma non v era nessun cliente, perchè chiudendo i conti di Marei perchè era un cliente con il quale non rare, e i cattivi incontri molto frequenti . . . Suvvia, mi dica che l’ora del pranzo era ancora lontana. voleva più avere a che fare; infatti, poco dopo, ha raccolto tutto quel lo farà Le due ragazze salirono ad un’altra sala da pranzo, al primo piano, denaro ed è uscito; credo che sia andato da Marei, perchè quando è dove un uomo, Che sedeva ad una delle tavole, si alzò premurosamente ritornato poco prima della chiusura della banca, mi ha consegnato per accoglierle. Era un giovanotto bruno, lucido, con bei capelli lun- una ricevuta da regstrare, e mi ha detto: