ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno VII. — N° 352 Redazione e Amministrazione: CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 MARTEDÌ’, 22 GIUGNO 1954 Prezzo 10 din — 20 lire ABBONAMENTI : T.L.T. Zona Jugoslava e R.F.P.J.: annuo din. 420, semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in c.c. p. OLTRE DIECI MILA PERSONE A CAPODISTRIA “Uniteti Company,, Chiuso » Festival giovanile |L OUATEMALA IN SANGUE In una settimana date 100 rappresentazioni con un pubblico di oltre 40 mila spettatori Con una imponente manifestazione, svoltasi in piazza Tito a Capodistria, si è concluso domenica il Festival della gioventù slovena e croata aperto il 13 giugno a Buie. Alle manifestazioni, protrattesi per l’intera settimana nelle cittadine e nei villaggi dei due distretti, ha preso parte pure la gioventù della nostra minoranza nazionale. Già sabato erano affluiti a Capodìstria da ogni parte delle repubbliche popolari della Slovenia e Croazia oltre 10 mila giovani ai quali si sono aggiunti quelli dei distretti di Buie a Capodistria. Alla ■manifestazione erano presenti anche i gruppi dei giovani sloveni della Carinzia e della Zona A del TLT. La manifestazione è stata aperta con un discorso del compagno Tine Remškar, presidente del Comi * i tato centrale della gioventù slovena. L’oratore ha sottolineato che durante la settimana del Festival i giovani hanno avuto modo non so-lo di visitare le cittadine e le località lungo la costa istriana, ma anche di conoscere il popolo di questa zona che fu per decenni oppresso daU’occupatore il quale non è riuscito a intaccare il prestigio di queste popolazioni, coscienti di essere parte integrante dei popoli della Jugoslavia. «Hanno conosciuto — ha affermato il comp. Remškar — un popolo che per decenni ha lottato per la propria libertà e indipendenza 2 che sa quindi valutare anche la propria cultura. Durante la settimana del Festival si sono svolte oltre 109 rappresentazioni culturali con la collaborazione di circa 4 mila giovani. I 40 mila spettatori sono invece la più LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA TRIESTINO DEFINITIVA O pmmwimmm, alta prova dell’ attaccamento che la popolazione di questi territori ha dimostrato per la gioventù e per il suo sviluppo culturale.» Nel rilevare che il festival della gioventù è stato pure una manifestazione di fratellanza « di unità dei nostri giovani, Tine Remškar ha detto che il Festival può considerarsi pure un grande contributo all’ulteriore avvicinamento della gioventù delle due repubbliche vicine. «Questa manifestazione — ha rilevato egli — ha dimostrato l’unità e la volontà della giovane generazione pronta a impegnare tutte le sue giovani forze per l’ed: libazione, di un migliore avvenire. Questa è la nuova generazione della Jugoslavia socialista — ha concluso il membro del Comitato centrale della gioventù della Slovenia - che sà valutare i sacrifici a gli sforzi compiuti dai popoli della Jugoslavia ed è sempre pronta a dare anche la propria vita per il progresso, l’indipendenza e la libertà». Hanno quindi rivolto parole dì saluto ai giovani: il presidente della gioventù della Croazia Antun Krajnović e il segretario del Comitato Distrettuale della Lega dei comunisti di Capodistria, compagno Julij Beltram. Per l’ultimo ha par. i La soluzione di compromesso di una controversia territoriale non può ; evidentemente soddisfare nessuna delle parti in causa. Un tanto è per-. fettamente comprensibile, chè altrimenti quella soluzione non sarebbe di compromesso. Ciascuna delle partì deve perdere qualcosa su cui rivendica i propri diritti e non può quindi Xealizzare 'integralmente le proprie aspirazioni. Vista così, la soluzione di compromesso non può ] essere definitiva nè per l’una nè per l'altra parte. Ciò non significa però che una soluzione di compromesso \ non possa costituire una soluzione e «de facto» e «de jure». Confondere questi concetti sarebbe infatti errato e non porterebbe risultato alcuno. E poiché nell’attuale fase di sviluppo del problema di Trieste ; ci sembra si faccia confusione di questi concetti e si cerchi di considerare la soluzione provvisoria con certe tendenze negative, riteniamo doveroso chiarire alcune cose. Molto si parla e soltanto dei sacrifici di una delle parti, mentre si finge di ignorare e si dimenticano i sacrifici dell’altra. Spesso si prospetta e si tratta la soluzione dì compromesso come provvisoria per l’una e definitiva per l’altra delle parti. Si ama parlare soltanto della disposizione d’animo nell’opinione pubblica italiana, mentre non si tien conto della nostra. A giudicare da ciò, a Roma si considera la soluzione di compromesso per Trieste come provvisoria per l’Italia e definitiva per il nostro- Paese. La si interpreta come un passaggio della zona angloamericana all’Italia, la cui provvisorietà si dovrebbe comprendere unicamente quale «realizzazione della prima fase» delle pretese su tutto il TLT. Logicamente una simile concezione, che implichi la provvisorietà della soluzione di compromesso per una sola delle parti, mentre per l’altra dovrebbe considerarsi definitiva, non può essere che errata. Come già detto, la soluzione di compromesso ■■ non può soddisfare integralmente ambo le parti e, Considerata dal punto di vista delle aspirazioni nazionali, non può essere nemmeno definitiva. Tuttavia ciò non deve costituire necessariamente un ostacolo a una simile soluzione, essendo i due concetti di cui sopra — nella loro essenza e nei presupposti di un sano realismo — pur sempre distinti. Infatti Vaccettazione di una soluzione in determinate condizioni non significa ancora la rinuncia alle proprie aspirazioni nazionali. Così, ad esempio, la Jugoslavia ha firmato il trattato di pace, benché esso non soddisfasse i suoi legittimi diritti e quantunque decine di migliaia di Sloveni siano rimasti fuori dei nostri confini. Con ciò non è detto però che il nostro Paese abbia rinunziato ai propri diritti sulla Benecia Slovena, sulla Val Canale, sulla regione di Gorizia e di Monfalcone e sugli altri territori abitati da Sloveni, ora sotto il dominio italiano. Il raggiungimento dì una soluzione «de jure» e «de facto» — qual’e il caso del trattato di pace con l’Halia —■ non rappresenta dunque una soluzione definitiva in rapporto alle nostre aspirazioni nazionali. Un tanto fu esplicitamente messo in rilievo da una dichiarazione depositata nel protocollo del trat-tattato di pace con l’Italia e nella quale è detto fra l’altro: «Il Governo della R.P.F.J. dichiara che i popoli della Jugoslavia, con la firma del presente trattato di pace, non rinunciano ai territori che etnicamente ad essi appartengono e con questo trattato rimangono fuori Qe* confini della R.P.F.J. e cne anche per l’avvenire rivendicano i propri diritti su questi territori, senza riguardo ad eventuali mutamenti etnici, che in seguito si verificassero quale conseguenza del dominio stra-nieroa su di essi». Lo stesso vale per la nostra posizione nei confronti del problema triestino. Noi abbiamo fatto enormi sacrifici per la conservazione e il consolidamento della pace. Abbiamo accettato che la città di Trieste, a determinate condizioni, sia annessa all’Italia, ma con ciò non abbiamo rinunciato e mai rinunceremo ai nostri diritti su Trieste. E’ chiaro che la nostra-opinione pubblica, i popoli jugoslavi tutti mai potrebbero rinunciare ai fratelli di Trieste, e che il nostro governo, fedele interprete dei nostri interessi, mai potrà tradire i nostri legittimi diritti. Tuttavia — e la prassi lo ha dimostrato chiaramente — ciò non ci ha impedito di ricercare, a, costo di gravissimi sacrifici, ima soluzione dì compromesso che, nelle attuali condizioni, sia essa provvisoria o definitiva, possa por fine alla controversia sul problema di Trieste. E’ naturale che altrettanto ci aspettiamo anche dall’Italia, poiché ora è proprio dall’Italia che ciò dipende. Premesso quindi che nelle attuali condizioni una soluzione reale del problema triestino non possa essere evidentemente una soluzione ideale, è logico che i nostri popoli non potranno considerarla definitiva in rapporto alle loro aspirazioni nazionali. Simile soluzione non presuppone infatti rinuncia alcuna alle proprie aspirazioni sia dall’una che dall’altra parte. In altre parole, una soluzione almeno tollerabile può essere raggiunta senza che si implichi per le due parti una rinuncia alle proprie aspirazioni nazionali e territoriali. Sul grado di provvisorietà e sul periodo della sua durata si può anche discutere, va da se però che un tanto deve valere in eguale misura e per ambo le parti. Se sul carattere provvisorio o definitivo della soluzione si verificassero pareri opposti, essi non sareb-ero più una semplice controversia fra le aspirazioni nazionali italiane p jugoslave, bensì tra gli interessi di una quanto maggiore stabilità della pace in questa parte del mondo e delle reciproche aspirazioni nazionali iugoslave e italiane. E’ naturale ouindi che sia nell’interesse comune delle due parti, come di quello generale, tener conto di questo significativo elemento per discutere sul periodo dì durata della soluzione da concordarsi. E nelle attuali contingenze è il meglio che si possa fare nell’interesse dell’una e dell’altra parte, come pure nell'interesse della pace. Il comp. Miha Marinko ha presenziato alla chiusura del Festival lato il segretario del Comitato centrale della Lega dei comunisti della Slovenia, compagno Miha Marinko, il quale ha dichiarato, fra l’altro : «Al termine della settimana del Festival che con la manifestazione in questa cittadina ha raggiunto il suo culmine, desidero ed intendo esprimere il massimo rico-ìnoscimento agli organizzatori e alle migliaia di partecipanti a questa grandiosa manifestazione culturale. I liberi popoli della Jugoslavia socialista forniscono con sim'li manifestazioni artiistico-culturali, organizzate in questi ultimi anni, un quadro del progresso culturale dei nostri popoli e dei loro sforzi tesi a sviluppare, in base alla creazione, anche le loro capacità intellettuali, per raggiungere un alto livello culturale. Questa manifestazione rappresenta pure un quadro della fratellanza e dell’unità dei popoli sio. veno e croato che convivono in questa zona con la popolazioni di nazionalità italiana. ■ Al termine dei discorsi di saluto si è svolto in piazza Tito nn ricco programma artistico-culturale con la collaborazione di vari gruppi gio. vanili delle due repubbliche, delia Carinzia slovena, di Trieste e della nostra zona. In Piazza Tito erano presenti alti rappresentanti del Po- Il miglior presidente «L Assemblea di Capodistria, presieduta dal col. Piero Almerigo-gna, ha- acclamato, dopu una esposizione sulla situazione politica fatta dal membro del C. L. N. Giorgio Cesare e dell’avv. Piero Ponis, un ordine del giorno. La mozione discussa lungamente, è stata approvata con un voto unanime. Essa tra l’altro dice: «L’Assemblea dei profughi capo-distriani dichiara che tutte le soluzioni prospettate sinora in sede diplomatica sono assurde, negatrici dei diritti italiani e non corrispondenti ad alcun criterio di diritto storico ed etnico, di convenienza economica o di opportunità politica, chiede pertanto al Governo ed al Parlamento una politica di attiva difesa della Zona B, ispirata ai principi enunciati dai legittimi rappresentanti istriani ed esige che qualsiasi soluzione del problema di Trieste sia approvata da parte delle popolazioni istriane». (Dal «Giornale di Trieste» del 18 con.) Come si vede, l’Assemblea dei profughi di Capodistria non poteva scegliersi un migliore, più degno e ravvresentativo presidente. Infatti il col. Piero Almerigogna, esercitando zelantemente le sue funzioni di presidente del direttorio del fascio di combattimento di Capodistria, tere popolare, delle organizzazioni di massa, tra cui il vicepresidente del Sabor della Croazia, compagno Nikola Sekulič, il comandante dell’amministrazione dell’Armata Popolare Jugoslava delia nostra zona, colonnello Miloš Starnatovi«:, i membri del consiglio esecutivo dell’Assemblea popolare della Slovenia, Jože Borštnar e Niko šilih e il generale Nikola Gažević, La guerra della «United Fruit Company» contro il Guatemala ha avuto i suoi primi episodi. Qualunque sia il risultato di queste prime avvisaglie armate, la guerra «delle banane» avrà un effetto contrario a quello che i monopolisti — ai quali piace trasformare in problemi intemazionali i loro problemi di bilancio e di profitti — si attendevano con questa avventura colonia-lista e schiavista. Intanto Mosca gongola ed ordina alla sua propa- tutto ha fatto e nulla trascurato per costringere la gioventù capodistriana a combattere su tutti i fronti ■— in cielo, sul mare e per terra — affinchè la loro cittàdina con tutta l’attuale zona B. formasse parte del-I’«österreichische Küstenland» di Hitler. Egli ha inoltre validamente contribuito acche i suoi camerati, fregiati con la svastica, aperassero la distruzione del monumento al «glorioso ed immortale martire capodistriano» che rifiutò sdegnosamente il prete, ma che imprecò contro gli «S’ciavi» così da meritarsi oggi i panegirici dei ministri del culto con le sante Messe celebrate in suo onore. Quasi ciò non bastasse, se oggi i profughi capodistriani possono vantare la loro appartenenza alla «aristocrazia» della seconda guerra mondiale e, come tali, rivendicare i diritti su queste terre che l’Italia irrimediabilmente ha perso, di ciò devono ringraziare il loro beneamato presidente. Esistono quindi tutte le premesse perchè Piero Almerigogna riprenda in Capodistria la presidenza del risorgente fascio di combattimento e perchè il Vescovo Santin impartisca di bel nuovo le benedizioni dal balcone della Casa del Fascio stesso, benedizioni che tanto hanno fruttato al suo gregge capodistriano. RISOLTA LA CRISI FPANCESE MENDES FRANCE PUNTA SODO AI PROBLEMI FRANCESI Ormai, praticamente finita la conferenza di Ginevra, è forse il caso di parafrasare un vecchio grido e rivolgere l’estremo saluto : «Lia conferenza è morta, viva Ha conferenza!:» Ottimismo?! Pensiamo -di no, anzi riteniamo Hi tratti soltanto di un giudizio obiettivo. Amiche perchè, uiteriormt ;te approfondiranno la cultura del nostro popolo. Fra i complessi artistico culturali ospiti, i maggiori successi sono stati mietuti dal componenti del gruppo «Joža. Vlahovič» di Zagabria, con di suo gruppo folcloristico di fama internazionale, dai giovani idi Maribor, Kranj e Lubiana. SA Nostra fotografica a Capodìstria In occasione del Festival giovanile sloveno-croato, a Oapodistrìa è stata aperta una mostra fotogra-. fica alla quale partecipano i migliori fotografi della Slovenia e della Croazia. ' Fra una settantina dì magnifiche foto esposte, ahi: .uno particolarmente notato que'.'e del tub anese Molly Jože, «Dos.loro» e «Portalettere», nonché quelle del suo concittadino Peter Kocjančič: «Koncert» e «Racconto». Per l’originale scelta del terna, brilla la «Sino al 13 piano» di Kontus Ivo di Fiume e quella del -suo concittadino, Matkovič Nardo: «Nella propria ca--Sf Ita». MOSTRA aeromodellistica Nella sala del palazzo comunale di Capodistria è stata aperta una Mostra di aeromodellismo che presenta un notevole interesse sia per i modelli esposti che per il vario materiale tecnico messo a disposizione dei visitatori. Interesse particolare suscita un modello di apparecchio dotato di motore a reazione c dei telecomandi che può sviluppare una velocità di 180 km. erari. La mostra è stata organizzata dal Comitato promotore dell'Unione Aeronautica di Capodistria in collaborazione con il comitato repubblicano dell’Unione stessa. E’ questo il primo passo fatto dal neocostituito comitato, di cui è iniziatore e animatore il compagno Su-ban della Jadran Auto, per propagare tra la nostra gente e tra i gio- vani in particolare l’amore verso le conquiste dello spaziò. Il Comitato promotore, oltre ai compiti organizzativi, consistenti in primo luogo nella raccolta di iscrizioni e quegli conseguenti di agitazione e propaganda, si ripropone di attuare alcuni compiti di elevata mole materiale, qual’è la costruzione di un aerodromo, dotato di un hangar, tra l’ex-stazione di Capodistria a la sede della «Slavnik». L’attuaz'one di questo compito sì presenta tanto più urgente in considerazione del fatto che la nostra Unione aeronautica già dispone, di un aereo a motore e di alruni alianti che attualmente sono a Lubiana. Mostra scolastica 'airistituto Nautico E’ sitata aperta giovedì scorso nei locali dell’Istituto Nautico di Pirano una mostra scolastica, nella quale sono- esposti i lavori ese-guiti dagli allievi dei due corsi (navigazione e macchinisti) durante Tamno scolastico' testé conclusosi. Suddivisa in tre aule, offre uno sguardo completo dell’attività pratica degli allievi e una documentazione efficace della loro preparazione e capacità. Ottima impressione destano n ispeicie i lavori del corso macchinisti e la macchetta del porto, eseguita in comune dagli allievi. Anche il reparto navigazione, per quanto incompleto, offre un quadro dell’abilità e della prepanaz'onie tecnica 'degli allievi. Le opere esposte danno in genere l’impressione della massima cura anche per la presentazione esterto-re e la rifinitezza del lavoro. 'Ho perduto mio marito, al C.I.C. di Siaciole Il Comitato ideila Gioventù Popolare idi succiole, in collaborazione icon il neo*costituito Circolo Italiano di Cultura, ha organizzato un vasto programma artistico-cultura-ile, in occasione del Festival Giovai pile -sloveno-croato', programma iche si è svolto il 13 c. m. Esso comprendeva varie, canzoni popolari, eseguite dal coro giovanile e ida'i solisti. Circa 30 giovani del coro misto italiano hanno' cantato per la prima volta dinanzi al pubblico e dinanzi al mlilcrofono, mietendo i più calorosi consensi. ,E’ seguita la commedia in tre atti «Ho perduto mio marito». Considerando ohe i. giovani filodrammatici apparivano per la prima volta sulla scena un elogio se lo meritano, come lo merita l’indefessa opera Ideila compagna Kandus Rosa, prodigatasi come regista, e il compagno Trento, quale organizzatore. Nonostante le grandi difficoltà imateriali e orgainikzative, incontrate durante il periodo dii preparazione, i giovani filodrammatici hanno dimostrato una ferrea volontà e desiderio di sviluppare la propria cultura, allietando eontempo-riameaimeintie la cittadinanza che non aveva avuto 'ancora la possibilità di vedere una rappresentazione in lingua italiana, presentata da compagni locali. Il neocostiituito circolo di cultura popolare italiana darà altre rappresentazioni artistiche anche fuori Sicciole. Dopo le fatiche della scuola si ri doreranno le forze in colonia Disagio fra i viticoltori Un senso di disagio seipeggia tra la categoria dei viticoltori, un disagio esagerato, a detta dei dirigenti 'economici dei 'due distretti, ma che ha, 'comunque, qualche base, sia considerando la situazione enologica in se stessa che comfrontado-la con quella degli scorsi 'anni, Tale disagio ha un’unica causa: il vino trova difficile ismeiricio e una parte di agricoltori si trova di fronte al pericolo di perderlo per malattie oppure di non trovare posto e botti per la conservazione del vino proveniente dalla nuova vendemmia. Psicologicamente il pessimismo che si fa trova la sua causa nel fatto che in tutti gli anni dopo la .liberazione IH mercato del vino era caratterizzato da una sibuaz'o-ine del tutto opposta, ossia dalla mancanza 'del vino e dalla conse- SINDACALISTI AUSTRIAC! In visita a Capodistria «La via dì sviluppo socialista, intrapresa dai lavoratori della Jugoslavia desta molto interesse fra i lavoratori austriaci» — ha dichia-tato il compagno Viktor Banndorff che era a capo della delegazione di 23 funzionari del movimento sindacale austriaco in visita alla nostra zona il giorno 18 u. s. Abbiamo incontrato i sindacalisti austriaci, nella maggior parte funzionari delle sezioni giovanili dei sindacati di Vienna, Graz e Kla-genfurt, mentre erano al bagno sulla spiaggia di S. Nicolò provenienti da S. Servo'o, dove erano stati accolti dai rappresentanti del nostro Consiglio sindacale distrettuale che li ha ospitati. Il compagno Banndorff ci ha parlato del movimento sindacale in Austria, delle posizioni delle varie correnti in seno alla federazione sindacale, dei problemi che assillano i lavoratori e il popolo austriaco. Riferendosi alla Jugoslavia, il sindacalista austriaco ha dichiarato che specialmente i giovani lavoratori in Austria esprimon i una ve'a ammirazione per la lotta rivoluzionaria dei nostri popoli. «Abbiamo avuto la fortuna di visitare Begunje, l’ospedale Franja ed altri luoghi st rici della Lotta partigiana. La nostra delegazione — egli ha detto ■ — ha riportato impressioni indimenticabili. A Jesenice, Kranj e Maribor abbiamo avuto poi. l’occasione di vedere oome si svolge l’opera dei vostri consigli operai, e di discutere con i vostri lavoratori sui principi della gestione sociale dei mezzi di produzione e di tutta la vita comunale. Constatiamo che la vostra via di edificazione dei socialis-lo è giusta e saià di grande aiuto al proletariato intemazionale. Noi siamo ancora lontani da tutto ciò, dato che il problema fondamentale per l’Austria è ancora quello della sua completa indipendenza per» la vostra esperienza ci sarà utile nel futuro.» Accompagnati dai compagni Rado Pišot - Sokol, Italo Deilore, di. Kovačič, Bitežnik delle Assicurazioni sociali e da altri rappresentanti del nostro Consiglio sindacale, i lavoratori austriaci hanno visitato la cantina vinicola di Capodistria, la cooperativa agricola ed il villaggio di Šmarje, il conservificio ex Ampelea proseguendo poi con una motobarca per Pirano e Portorose. La delegazione sindacale austriaca ha dimostrato molto interesse per i successi conseguiti dai lavoratori del nostro distretto ed ha espresso il Rassegna artistico-culturale al CIC di Pola Ottimo successo della sesta edizione Si è svolta recentemente a Pola la Rassegna artiistiicoculfcurale degli Italiani, che quest’anno è uscita nella sua sesta edizione. Gli spettacoli, organizzati dal Circolo Italiano di Cultura «Antonio Gramsci» e dalle Società Artistiche Cultural Operaie «Lino Mariani» e '«Livio Bottegaro», hanno avuto buon 'successo. Per la cronaca diremo che lo spettacolo di apertura ha avuto luogo nel pittoresco giardino del (Circolo, con la partecipazione di un folto pubblico. Ha cantato per primo il coro misto della «Lino Mariani» rimino nazionale. Indi si sono susseguiti sull palcoscenico gli allievi italiani della Scuola di musica, diretti dal maestro Marč.elja con alcune composizioni classiche di autori nazionali e stranieri, tema ripreso in seguito dal gruppo mandolimiistico, dire*.to da Jez Vittorio. Un altro genere di spettacolo-rivista, che il Circolo e la «Limo Mariani» stanino organizzando da alcuni anni, e che è seguito con simpatia da centinaia di connazionali, è stato dato nella sala interna del Circolo la seconda serata della (Rassegna. Si tratta della «Ora degli Italiani» organizzata dai bravi Ugo Romani, Romano Farina e altri. Lo spettacolo comprendeva un unico programma, alla cui esecuzione -hanno ooMabora-to il basso Guerrino Doz, il bar ri tono Eugenio Gumbac e il gruppo fisarmonicisti; sono seguiti poi altri numeri di fisarmonica a bocca, di violino, piano, canzoni folcloristiche locali e canzonette in voga, e, per terminare, un bozzetto umoristico. Allo spettacolo della terza serata hanno partecipato gli scolari ■delle elementari e nuovamente gli allievi della Scuola di musica, mentre il programma della quarta serata è stato sostenuto dagli studenti del Ginnasio «Leonardo da Vinci». Essi, con la briosa esecuzione di cori, balletti e recitazioni hanno lasciato una buonissima (impressione fra il pubblico. Molto bravi Uccia Russignoli, nel balletto, il numeroso gruppo co»-rale e i solisti che hanno partecipato alla esecuzione di alcuni «pezzi» detl’operetta «Poesia del bosco» del giovane maestro Nello Mi-lotti, e i .recitatori. Al Teatro del Popolo, per la quinta serata, la filodrammatica della «Lino Mariani» ha dato una buona prova delle sue capacità nella commedia «'Scampolo» dii Dario Nicoo-idemi. La commedia è stata bene tret»'tolta da ;Pail)mii|ra Pacchia,|alt. Oscar Sudoli, Guido Boiico, Anna Meguschan, Mario Beci, Bruna Mi-kovilavič, Libero Sirotič e Ugo Romani. Venerdì, sempre al Teatro del (Popolo, ha avuto luogo la serata conclusiva. Sul palcoscenico si esibirono ; migliori gruppi e i migliori solisti in uno spettacolo di varietà. E’ stata una bella serata. Nell’amibiito della rassegna è stata anche allestita nei locali della biblioteca del CIC un’esposizione degli studenti del Ginnasio «Leonardo da Vinci». Alla mostra erano esposti quadri a odio, acquarelli, diisegnii, lavori manuali di ogni sorta (cartonaggio, pirografia, intarsio, ricamo, ecc.) e collezioni di 'animali, quaderni esemplari, libri 'e pubblicazioni edite in Italiano in Jugoslavia. Dal C.I.C. è stato infine organizzato un referendum tra gli spettatori, che costituirà un buon materiale di orientamento per l’attività futura del Circolo e delle Società. A 'conclusione della Rassegna, ha avuto luogo anche la conferenza annuale del C.I.C. che ha discusso una serie di problemi di vita cittadina e regionale. RETTIFICA Per un involontario errore di trascrizione nella rubrica «Lettere alla redazione» della scorsa settimana, in uno scritto di Diqual Antonia sulle riduzioni ferroviarie sindacali figura inadempiente la eoo- , perativa di S. Lucia mentre si j j «Solari'». Il Rančić non si faceva tratta di quella di Sicciole. parere che tali visite sono di grande importanza per ravvicinamento dei lavoratori dei vari paesi che, conoscendosi, comprendendosi reciprocamente, possono svolgere una più efficace azione in favore della pace e del progresso. A. M. Controllo del vino e del latte Considerata la pessima qualità di vino avuto in vendita nella Trattario, nonché per quanto concerne alcuni cittadini ci hanno espresso qualche dubbio sull’esistenza e isuli/operato del'l'Ispe/atoirato sani-tario, nache per quanto concerne il controllo del latte, che, a detta di tali cittadini1, viene spesso venduto dalle singole produttrici o scremato o annacquato. Abbiamo voluto appurare queste voci, recandoci personalmente dal capo déllTspieizione sanitaria, compagno Rues Ugo e ai Tribunale per le trasgressioni, dove abbiamo potuto constatare ohe i casi lamentati dai sopracitati c-apoidisòrianJ sono quelli che sfuggono alile maglie abbastanza fitte tese đalUTspet-toraito Sanitario allo scopo di 'difendere il consumatore. Il vino ad esempio-, viene controllato quasi giornalmente nella cantina centrale deUTmpresa alberghiera cittadina. Sfugge, invece al controllo dell’Ispettorato (e non sempre perchè i controlli, vengono effettuati talvolta anche nelle osterie) quei -vini che rimasti nelle hottìgl'e le sera, vengono miscelati il giorno dopo con vini d'altra qualità e messi in vendita. Per quanto riguarda invece la vendita del latte questa è permessa alle latitivenidole fornite della regolare tessera sanitaria che le dichiara immuni da malattie infettive, loro e il bestiame. Ogni tanto poi vengono effettuati i controlli, -prelevando dalle laltivendole i campioni del latte ohe poi vengono analizzati.. Se il latte non contiene la percentuale prevista di grasso (3%) l’Ispettorato sanitario si reca a casa delila .lattivendolfa dove; prelevando direttamente il latte dalla mucca, lo confrontano con quello messo in vendita. Se è la mucca a dare il latte a una percentuale di grasso inferiore al 3% allora si consiglia la latti vend ola, a vendere il latte a un prezzo inferiore a 30 din. Se invece non è 'colpevole la mucca, ma la lattilvendola allora la stessa, viene denunciata al Tri-burraie per le trasgressioni dove abbiamo potuto constatare -che parecchi sono i casi giudicati e puniti. Ancora il grillotalpa Il grillotalpa, pericoloso parassita dei campi, continua a donneggiare le contivazioni di pomidoro del distretto di Buie, specie nella 'Valle del Quieto, e su scala tale che la sua distruzione deve costituire uno dei principali compiti di tutti gli agricoltori. La lotta contro il grillotalpa dovrà continuare anche negli anni successivi per cui bisogna che gli agricoltori adottino subito i prov-ved 'menti necessari per combatterlo, senza rimanere inerti, e sconsolati sui campi distrutti.. In uno dei numeri precedenti abbiamo dato alcune 'indicazioni sui mezzi occorrenti per combattere il parassita-, -ora me aggiungiamo altre: Nei buchi scavati dal grillotalpa si versa un pò d'i acqua- mescolata a nafta che provocherà il soffocamento del parassita; oppure si interrano sino all’orlo dei -recipienti con 'Tintemo liscio attorniati da tavolette sulle quali- il grillotalpa preferisce muoversi quando esce la notte, finendo nei recipienti, diai quali non può -uscire. In autunno sarà indispensabile scavare delle buche di una certa lunghezza e profondità nelle quali si depone, ■coprendolo- con terra, un pò di letame fresco ovino e equino, ohe durante l’inverno servirà di caldo Ini'do per i grillotalpa. A primavera questi, concentrati così in piccolo spazio, saranno facile nostra preda. Oltre a ciò i campì devono essere intensamente lavorati, specie con la rastrellatrice meccanica, procedendo in questo modo alla graduale distruzione dei parassiti. li fi fertagli per poi rivenderla ia Um-ar-go, inaturalmente a prezzo maggio-rato.' Invece ... è finito dinanzi al Tribunale accusato di commercio illecito riportando la condanna a ' 4 mesi da carcere. DUE AVVENTURIERI Due giovani, Kocijančič Valerio di Visignamo e Tertian Ortensio di -Fiume, entrambi domiciliati a Buie, dove erano occupati, stanchi di tutte le baldorie alle quali erano abituati, ma sopratutto di guadagnarsi onestamente il proprio pane, decidevano di imbarcarsi verso, lontani lidi in cerca di avventure. , Il colpo riusciva... ma non così la progettata partenza e i due finivano sul banco degli Imputati, accusati di tentato -espatrio clandestino, furto e detenzione abusiva d’armi per cui subivano la condanna >a 20 mesi di carcere ciascuno. BUIE Nascite: Rozman Majda, di Libero e Sivec Ivanka; Saivron Lidia, idi Martino e Stokovac Valeria; L momcic Giuliana, di Piero e Mo-ratto Anna; iStamarevič Jadranka, di Rade e Vojvodič Mara; Delbello iFùlvio, di- Antanto e Milanovi« Rosa; Smilavič Nella dì Umberto e Altin Filomena. Matrimoni : Amtonac Enrico, elettricista, dii anni 24 con Antonac Erminia, casalinga, idi anni 20 ; Ju-/govae Augusto, difensore, di anni 20, con Agarinils Maria, casalinga, di anni 17. VERTENEGLIO Matrimoni : Katunar Marino, a-gricoltoxe, di anni 20 con D-elbello Edda casàliinga di .anni 17. UMAGO Matrimoni: Mesari« Carlo, elettricista, di anni 29 con Kocijančič Armida, -impiegata di anni 21. Decessi: bjiurdjevič M-ariia, icasia-L-nga di anni 59 e Zattera Caterina, casalinga di anni 68. PIRANO Decessi: Maraspin nata Tamaro (Margherita, di anni 76 e Zudich Matteo idi anni 68. Matrimoni: Potesega Luigi di anni 28 con Omahen Daniela di anni 21 ; Perossa Rinaldo di anni 27, con Kuzma Ottavia di anni' 34. ISOLA Decessi : Dudine nata Pugliese Maria idi anni 73. Matrimoni: Erman Belter di antri 56, meccanico, con Vemobich Emma idi anni 48, casalinga. CAPODISTRIA Nascite: Muženič Sergio, dii Giuseppina; Turk Nelly, di Alessandro e Olivo Armida; Kr-miac Zvezdan di Massimiliano e Sabadin Alma; Jakomin Milan di Mafäldo e Tedesco Norma. guente corsa al rialzo dei prezzi, (mentre quella attuale giunge imprevista capovolgendo in pieno quella che ormai era diventata un’abitudine dei produttori e dei commercianti vinicoli : attendere comodamente che il compratore venga ad -acquistare il vino, imporgli il prezzo, anzi vedere più compratori gareggiare a chi paga di più. Interrogativi 'Come è venuta a formarsi questa situazione sul mercato vinicolo e quali le sue cause? Questo l’interrogativo posto a qualche -decina di persone, tutte direttamente interessate nella questione, ricevendone risposte talmente diverse da rendere difficile la ricerca del bandolo delia imbrogliata matassa anche perchè i -fattori che hanno influito sulla stasi nel mercato vinicolo sono molteplici sebbene, quelli- determinanti a-f^p-aiano di natura soggettiva, pur ammettendo che anche i fattori obiettivi esercitano la loro influenza. Fra questi ultimi citeremo il fatto che la produzione enologica delio scorso anno — non tanto nella nostra zona e in Slovei-nia dove si è mantenuta sulla medita — è stata superiore al normale specie in Serbia, Dalmazia e nelle parti nord-occidentaili della Croazia. Beninteso, questa non è l’unica causa del parziale congelamento -del mercato e tutte le altre, determinanti, sono state create in modo artificioso ed ora ogni colpevole è pronto a puntare il dito sulTaltrp mentre son pochi coloro che recitano il mea culpa, mentre, -per essere obiettivi, bisognerebbe mettere nello stesso sacco e produttori e cantine vinicole e tutti i commercianti sia grossisti che dettaglianti. Cantine piene Tutti, salvo qualche drigenbe della Camera del Commercio, non direttamente interessato, invece di partire nella valutazione del mercato dal fatto che la vendemmia nel 1953 si presentava molto diversa da quella degli -anni precedenti, data!Iaprodnziìcn'e!vtai':lcciIa(3up»rioi-re, hanno dei tutto trascurato tale fatto continuando a marciare sul vecchio binario anzi gareggiando fra loro, per qualche mese susseguente alla vendemmia, sìa negli acquisti che nel rialzo dei prezzi. Gii agricoltori più poveri hanno venduto la propria uva alle Cantine mentre una elevata percentuale, molto superiore a quella degli altri anni, ha preferito lavorare l’uva nelle proprie primordiali cantine, sperando si fosse ripetuta la anon male situazione verificatasi nell’estate idei 1953, quando i prezzi del vino salirono alle stelle. Non diversa la speranza illusoria delle cooperative e delle grandi cantine ohe rifiutavamo le vendite nella attesa di un continuo rialzo dei prezzi! Poi sono venute le disposizioni che mettono i crediti circolanti a concorso e le ditte commerciali, limitate nel credito, hanno cessato di im-magazzimiere di vino cosicché su] mercato vinicolo è cessata la domanda. E le cantine private, cooperativistiche e statali sono rimaste con le pive nel sacco, ossia, con le cantine piene. Espedienti Oggi gli agricoltori e le coopera^ itive urlano ai quattro venti, accusando la «Vino» di aver acquistato centinaia di vagoni di uva o d; mosto in Serbia e di venderlo — miscelato — come vino genuino istriano comprométtendo sia all’estero che -sul mercato nazionale i nostri vini. Si accusa la «Vinoex-porti» della stessa cosa con la aggiunta di aver fabbricato il vino. In omaggio al vero precisiamo che la «Vino» ha acquistato in Serbia 10, diconsi dieci, vagoni di vino, mentre la sua direzione smentisce categoricamente le chiacchiere, che l’accusiano di venderlo come vino istriano. Analogamente fa la «Vi-noexport» per i vini industriali da lei prodotti, i quali vengono venduti come tali. E che le due aziende siano ricorse a questo espediente, non possiamo fare loro colpa, poiché con 25 vagoni di uva quanta è stata consegnata dagli agricoltori, la «Vinoexport» certamente non poteva lavorare, oppure, pagare, data la superiore produzione nazionale, i prezzi esorbitanti pretesi dagli agricodtori. E nemmeno oggi, gli -agricoltori, specie nel distretto di Capodistria, sono propensi a ridurre i prezzi del vino. Diversa si presenta la situazione nei distretto di Buie, e nei distretti centrali dellTstria, dove l’agricoltore ha cominciato a ridurre i prezzi. Tale fatto porterebbe certamente a un maiggiore smercio del vino, se non ci -fesse ancora un ostacolo infrapposto dalla rete 'alberghiera la quale mantiene invariati i prezzi del vino al dettaglio. Cosa fare? Oggi l’agricoltore del Buiese vende il proprio vino a 5 dinari per (grado e a Draguccio, nel distretto di Pišimo addirittura a 4. Vediamo ' di conseguenza quale potrebbe essere il prezzo del vino a 12 gradi al dettaglio: Prezzo a-1 produttore (5 X 12) Din. 60 Dazio „ 15 Tassa sulla circolazione ,, 12 Trasporto „ 3 Calo e perdite „ 10 Totale „ 100 Calcolando anche il margine dell’impresa alberghiera, il vino ai consumatore potrebbe essere venduto a 120 dinari, mentre da noi è a 140 e a Bustumia e Lubiana addirittura a 180. L’uscita da questa situazione è data ;n primo luogo dal ribasso dei prezzi del vino sia presso i produttori che nella rete alberghiera. D’altro canto le singole cantine sociali devono muoversi, cercare loro stesse gli acquirenti, abbandonando il sistema di attendere ohe la manna cada dal cielo, poiché, nonostante la difficile situazione, la .possibilità di vendere il vino c’è, e ce lo dimostra la cantina sociale di Buie i cui dirigenti, in costanti viaggi, sono riusciti a smaltire in gran parte -le proprie giacenze ed ora procedano alla vendita dei vini prodotti dai propri soci. La Vinoexport di Umago dal gennaio alla fine di maggio è riuscita a vendere 146 vagoni di vino, acquistando nello stesso periodo dai produttori altri 65 vagoni. -Comunque sarà difficile ricuperare, nonoistante ila buona qual tà dei nostri vini, quanto si è rifiutato di vendere nei mesi susseguenti alla vendemmia. Al riguardo abbiamo raccolto alcune proposte — da noi riportate per dovere di cronaca —■ tendenti a ottenere un maggior limite di crediti dia parte delle cantine sociali per l’acquisto dei vini giacenti presso i produttori per dare agli stessi la possibilità di procedere in condizioni normali alla nuova vendemmia. M. B. Il sangue della Locatela La scorsa settimana il compagno Andrea Benussi, membro del Comitato Centrale della Lega dei Comunisti della Croazia e vicepresidente dell’Unione degli italiani per l’Istria e Fiume, ha tenuto una conferenza su vari problemi d’attualità. Tra l’altro, ha parlato del triste destino di coloro che devono emigrare in Australia in cerca del pane. In quel s’udì una voce canzonatoria e provocante: «Voi eravate alia partenza? Significa che voi potete andare a Trieste e noi no. Là è il mio sangue . . .» La voce anomina e provocatoria era di una certa signora Locateli!, mentre il (sangue, del quale parlava, è rappresentato da un noto fascista, ex proprietarrio del «Leon d’Oro» di Umago', KOslovic attualmente qj Trieste uno dei più accaniti irredentisti che si contraddistingue nei minacciare di randellate e di morte, — come da abitudine penetratagli nel sangue — la nostra gente quando giunge in quella città. TRE «SOREK» E UNDICI «SOLARI» Rančić Giuseppe, operaio dipendente dalla «Napredak» di Umaigo, 'recatosi un giorno a Zagabria, incontrava uno sconosciuto che gli offriva in vendita -tre orologi da potno «iSorek» e undici da donna e 1 scrupolo acquistando la merce of- wWnAtL INDUSTRIA OROLOGI - ZEMUN Cara Dušana 264 - Tel. 37-382 PRODUCE: Sveglie di vario tipo e orologi stilistici Interruttori automatici per /’ illuminazione delie scale e Orologi segnaletici per laboratori INTRODUCE LA PRODUZIONE DI : Orologi murali di precisione a carica di otto giorni e Interruttori automatici per le vetrine I prodotti INSA escludono l’importazione di questa specie di prodotti, coprono il fabbisogno nazionale, incontrando in ogni luogo la soddisfazione generale, e con-* quistano i mercati esteri. I prodotti INSA vengono fabbricali dalla nostra industria con materie prime nazionali, sono lavorati a perfezione, a prezzi favorevoli e di qualità garantita. s ujARTEDI’, 22 giugno 1954 ^--------------------------------------------—------------------------------ . ____________________ LA NOSTRA LOTTA PAGINA * Paese che vai, usanze che trovi LE NOZZE IN DALMAZIA seguono pure oggi belle tradizioni Paesaggio dalmata (Nostro servizio) Ohi conosce Spalato e Du-jfovnik non può dire di colere la Dalmazia. Chi consce lo note di «Tauro ina 5 o di «Plavi Jadran» J^n può dire di conoscere le ■ t3jzoni dalmate ... Chi, in-' jje, non ha avuto modo di gitare almeno qualcuno dei jjneroHi paesetti dell’intera iella Dalmazia, non co-J^ce 'Uisi e costumi ancora ■jgati «d antiche tradizioni JJnte, di generazione in generazione, ai giorni nostri, lo spazio e ^argomento «pestici ci impediscono di jffermarci in una descrive del villaggio che ab-fjajno avuto occasione di virare. Vi siamo capitati in % giorno dii festa, meglio incora in un giorno di noz-}, In Dalmazia, come del rego in altre località delila iugoslavi a, qu ando un giovile intende chiedere la mano di una ragazza, il più Èlle volte a lungo sospirali si presenta ai genitori di rie, se non incontra ostacoli, se la porta a casa, dove avvenimento è festeggiato t® un improvvisato ban-àetto. E il più delle volte rio accade a tarda sera. Praticamente il matrimonio è avvenuto. E seppure la legalizzazione in Comune ab-Jbia di solito luogo soltanto alcuni mesi più tardi, notn crediate che ciò tolga qualcosa alla serietà del vincolo contratto, serietà molto più rispettata e molto più radicata nel piccoli paesi che non nelle grandi città. Il matrimonio in Comune avrà luogo non appena le possibilità permetteranno di 'solennizzare degnamente l’avvenimento, ossia di imbandire una ricca mensa per quella cinquantina di invitati che la tradizione vuole. E poi ci sono i regali da distribuire ... Alla vigilia del giorno fissato, al calar deb sole, la sposa verrà accompagnata alla sua casa natale, dove dovrà passare l’ultima notte prima della formalità ohe le riconoscerà legalmente il titolo di «moglie», il mattino seguente gli invitati dello Eposo, iln corteo, tra canti ed allegri motteggi si recheranno a «prelevarla» per condurla a pronunciare il rituale «isii». Lei attende gli invitati sulla porta di casa accogliendo tutti con un simpatico bacio in fronte. Dopo un breve spuntino, il corteo, al quale si saranno aggiunti gli ospiti della sposa, si avvia al Comune. A cerimonia avvenuta avrà luogo ;l pranzo in casa della sposa. Giovani agnelli lallo spiedo, in umido, a lesso, prosciutti affumicati, polli gustosamente contornati. da patatine arrosto e fresche insalate sono i cibi tradizionali dei pranzi di nozze in Dalmazia. Seguono dolci, torte e bi- scotti, ciambelle e croccanti, il tutto innaffiato abbondantemente dal nettare di Bacco. Il contributo degii invitati al banchetto è di solita costituito da grandi cesti di La fortezza di Traù in Dalmazia [’ ritornata la stagione di un "poetico malanno,, HON FA TE ANNUSANDO / FIORI \ Parlare in questi mesi dei-j la febbre idei fieno è di gran-'4 attualità. E’ un male sec-» «tissimo ma nello stesso *%anpo poetico nelle sue ori-ini. Infatti esso nasce (nel-®mo predisposto, s’inten-ìei jiell’annufsare i fiori. Gli Individui che soffrono i questa malattia tutti gli ami — dai primi di maggio àio alia totale scomparsa ài fiori e mietitura del fieli - vanno incontro ad una »namcabile ricaduta. Un mattino ci sa sveglia con a noioso pizzicore al naso e ì starnuta, si starnuta una Ita, due, tre (un medico ne u contati 346 tutti idi sagui-;>i dopo idi che si sente scot-dal naso una secrezione fondante ed acquosa, fendi si lawerte un pruri-agli occhi con conseguen-i abbondante lacrimazione, te Più nulla : tutto sembra ■iìsre rientrato nella cornata normalità. Mia non sa-‘ä così : il mattino dopo tut-i ricomincerà da capo. Si è incriminato come rotabile di questa affezioni' il polline delle grammar "5* trasportato dal vento e Wore di certi fiori, come il loro polirne. Non so-) ma alcuni soggetti vengo-* addirittura influenzati ■tela vista di ‘alcuni fiori, j# esempio la rose. Si trat-evidentemente idi sogget- ti ipersensibili. Infarti è ‘to dimosltrato che la memora, pituitaria, che riveste ‘fosse nasali, è sede di in-•tti riflessi nervosi. numero dei raffreddori tonde anche da fattori di ■ime regionale: ne vanno particolarmente al- cuni popoli, come gli inglesi e gli americani del nord. L’intensità dei 'raggi solari, la siccità, i venti, concorrono alla propagazione -del raffreddore da fieno. 'Nè isi. può pensare che il maggior ro-Isponsabile sia proprio il fiìe-mo: spesse volte nei costitui-iscono la causa, come abbiamo detto, elementi provenienti dal polline dei fiori e dai boccioli di alcune piante. Talvolta questa affezione interessa persino ì viaggiatori dei treni, ed allora assume il nome di febbre ideile ferrovie. Altre volte ancora responsabili sono alcuni animali domestici, come i gatti ed il carni,. Perchè dunque alcune persane allFepoca della fioritura del fieno, presentano una ipersensibilità della mucosa 'nasale? Ripetiamo, lia scienza non hia 'ancora chiarito questo mistero per quanto si sia tentato. Si è persino tentato di far passar^ questo raffreddore come una malattia ereditaria, o addirittura lall’anemi'a. Taluni autori hanno creduto di individuare una tossina contenuta nel fieno e nelle gria-minacce, capace di irritare ,le Iteirmi.n,azioni nervose delle mucose nasali. Per quanto riguarda la cura idi questo' malanno tanto diffuso, sono stati suggeriti e sperimentati molti sistemi, ma sino ad oggi non si è mai riusciti in vìa assoluta a venire a capo dell’tef-fezione. Taluni hanno consigliato una crociera, ma im-iipendentemente dalia sua jfficacia, non può considerarsi una cura alla portata di tutti. Tuttavia senza portare le cose a questo estremo, bar sta talvolta starsene chiusi in casa per un certo tempo (dunque il contrario di una Crociera), evitando il- più possibilie di vivere a lungo all’aTiia laperta. Comunque, di tutti 1 metodi escogitati per far spar rire questo «poetico malanno» il più semplice e pratico consiste nell’isolare la mucosa nasale con una semplice pomata prima di uscir di casa e di evitare assoluiftar menite in questi mesi di fare i cretini annusando i fiori. Una mostra d' arte POHLEN AL RIDOTTO Questa è la terza volta, se non andiamo errati, che Pohlen espone nel giro di due anni. (Nelle precedenti occasioni avevamo fatto su di lui un discorso al quale occorre risalire. Avevamo detto che nei suoi lavori si notava l’allievo di Stmerdù, il celebre scultore sloveno’ la cui fama è legata in tutta Europa 'alla concettosa, personalissima realizzazione delia cosidetta «piccola plastica». Notammo 'allora che Pohlen calcava Forme del maestro sotto due aspetti, intimamente legati l’uno affi’ali-tro. Mentre da un lato, infarti, il nostro' giovane scultore mostrava la sua preferenza verso la «piccola plastica» allineando lavori di «piccole» proporzioni, dall’altro inclinava troppo apertamente a valori formali d’im-■confcndibile timbro smer-duiaino. Tornando ora a riesaminare le sue fatiche, anzi le sue ultime fatiche, ci accorgiamo che la gran parte di quelle osservazioni sono scadute perchè nel frattempo Po-Ihlan le ha superate. Se egli ama ancora la scultura di minute proporzioni, è solo un fatto d’«umore» personale che non infirma, affatto le realizzazioni sui p’ono formale. Infri iti lo scultore ci mostra ora una preoccupazione tutta propria per il gioco dei ritmi e dei volumi, che riesce a far approdare a una stillizzazione già robusta e smaliziata. Queste le sculture. Per contro, abbiamo a questa mostra 48 suoi disegni che sono un po’ una «pendant» in bianco e nero alla creta. Saremmo tentati di chiamarli studii per scultore se non avessero, come hanno, valore di vita propria.. Disegni e soulture sono nati da un dato comune, da uno stesso indirizzo di ricerca e approdano a identici valori formali, tutti raccolti, controlla-tissimi, Anzi in 'alcuni disegni Pohlen mostra una sicurezza nuova. E’ come se avesse raggiunto, appunto, un «margine di sicurezza»; e da questo margine è tentato a giocare, diremmo, d’audacia. I disegni «Locale notturno», «La negra/», «Le donne» e qualche altro — pur restando nei limiti assoluti dì quanto detto sopra — testimoniano di una maggiora franchezza e rappresentano il Pohlen più maturo. 'Concludendo, questa è la mostra di uno scultore che si è fatto le ossa e dal quale dobbiamo attenderci buone case. G. R. Evidentemente THatel Triglav si è assunto le mansioni ufficiose di galleria d’urte del distretto. E’ un’iniziativa però che torna a suo onore e ohe serve, in certo qual modo, a tener vivo lo spirito della nostra arte. Questa del pittore Birsa è la seconda mostra ohe apre i battenti della «hall» in breve lasso idi tempo. Che sia un buon auspicio? Un invito alle giovani, forze? Sarebbe altamente sperabile. Non è necessario che uno porti un nome noto, che faccia cioè parte di quel ristretto anello di artisti «pacificamente» piazzati, per avere il diritto di esporre, basta che la sua coscienza d’artista gli suggerisca il momento di rivelarsi. Può essere che fallisca, ma sarà pur sempre Dalla mostra del pittore Birsa nella hall del Triglav un tentativo degno di lode e servirà a rompere la monotonia delle belle cose risapute, sollevando quella polemica che costituisce la naturale cornice degli artisti di tutto il mondo. Ma, ritornando in carreggiata, diremo che Birsa non ha bisogno di presentazioni ; i suoi valori sono ben noti e del resto i suoi biglieti da visita, stampati in carattere inconfondibile, egli li ha appesi alle pareti lignee della sala d’esposizione. Ohe dire dell’estetica di questo artista? Molto. Ma prima di tutto della sua decisione nel disegno, di quel suo saper comporre l’immagine pazientemente, pezzo per pezzo, senza pentimenti. Difficilmente in Birsa si riscontrerà l’incertezza: il contorno è puro e la forma non falla. Evidentemente egli è l’antitesi del pittore di fattura, di quei pittori che per far sortire l’effetto passano e ripassano cercando col pennello il risultato che l’animo non ha saputo dettar loro. In Birsa questo difetto non c’è, e per noi questo è il suo maggiore pregio. A delinearlo, 'anzi a caratterizzarlo a-gli occhi del grosso pubblico v’è un altro elemento: il tono. Prescindendo dalla forma o dal motiva del quadro, guardando semplicemente il timbro del colore, molte persone qui da noi, sanno immediatamente riconoscerne la paternità. L’animo di Birsa tende al cupo, ma questo non lo fa mai degenerare nella monotonia, anzi i suoi colori, visti da vicino, presentano infinite e delicate sfumature. La sua maestria consiste appunto nel far apparire le tinte differenti dal come lo siano in realtà, e questo con una »empi ice ambientazione psicologica. ciambelle, prosciutti, agnelli, Ohe sostituiscono gli oggetti utili che in città si usa regalare alle coppie di sposi novelli. Nel pomeriggio si danza R kolo e si canta. I vecchi canti (tradizionali dalmati sono lunghe tiritere dalia melodia Continuamente ripetuta e la cui durata dipende dalla capacità d’improvvisazione dei cantori. Potrebbe sembrare piuttosto noioso 'ascoltarli ma seguendo con attenzione le parole non ci si stanca facilmente. Dopo la cena che verrà consumata prima del 'tramonto, l’allegro corteo raggiungerà la casa dello sposo dove la mensa attende dii nuovo generosamente imbandita. Poi la sposa distribuisce i regali agli invitati: fazzoletti, calze di lana, camicie -agli uomini; fazzoletti da capo, camicette, pan-tofòline di lana alle donne. Gli uomini sono obbligati dall’ uso a corrispondere per il dono ricevuto una somma in denaro, più o meno rilevante a seconda delle possibilità. Offerte molto minori avranno già deposto al mattino quando la madre della sposa ha distribuito i fiocchetti o i fiori da appuntare ai petto. Durante l’ultimo pasto della giornata risate scop- piano continuamente accogliendo con maliziosa allegria i .tradizionali scherzetti combinati alla giovane coppia: un piatto di code d’agnello presentato a lui, una grande ciambella che lei dovrà offrire allo sposo per misurarne la forza. La festa di solito continua il giorno seguente fra danze e canti che rendono più allegro tutto il villaggio dalle 'grige casette dj sasso con-fond'entes’i fra le rocce del Carso dalmata, macchiettato qua e là da piccoli vigneti verdi, campiceli! di grano 0 di patate, alberi' di ulivi, mandorli e fichi, unica ricchezza, oltre alle piccole greggi di pecore, di quella gente ospitale e laboriosa. Il corteo si disperde e i canti vanno sempre più affievolendosi con immenso dispiacere dei ragazzini che se ne restano sulle soglie delle case con le tasche piene di dolci, di cui i partecipanti alla festa hanno fatto larga distribuzione... S. M. PER GLI SCROCCONI Volete indovinare quanto denaro e quale età abbia un vostro compagno per farvi piagare la scommessa di un caffè o di un bicchierino? Non avete da far altro che ricorrere a un semplice trucco, una banalissima operazione aritmetica. Fate scrivere, dunque, al vostro compagno su un foglio di carta senza che voi possiate vedere l’importo ohe egli ha in tasca. Poi ditegli di moltiplicare quel numero per 4, aggiungere indi 4 al prodotto colsi ottenuto e successivamente moltiplicare il risultato della somma per 25. Aggiungere ancora a questo ■ultimo prodotto cento anni in meno dell'anno in corso e, infine, sottrarre il suo anno id|i nascita., Eseguite tutte queste operazioni, senza che Ivoil 'abbiate potuto vedere inulte, fatevi dire ;i risultato finale. Del numero ricavato, le ultime due cifre ri daranno l’età, mentre quelle precedenti vi indicheranno l’importo in denaro che il c.im-(pagno 'possiede. E voi potete ’.contare sul caffè ! Esempio : Ammettiamo che il compagno abbia con se 160 din. In questo caso il procedimento sarà il seguente: H50 X 4 = 600 + 4 = 604 (X 25 = 15.100 4- 1854 (cento anni in meno dell’anno in corso) = 16.954 — 1930 (am-mettiamo sia questo l’anno di nascita dell’amico) = 15024 (quindi, 150 din. e 24 Ianni). Fez. Ragazza araba alla fonte I MAGGIORI GENI DELL’ UMANITÀ’ non erano che vecchi decrepiti? La storia dell umanità ci dimostra che i geni diedero il meglio della loro opera neir estrema vecchiaia, "iu ancora non puoi sentire com'è hello avere settantanni,/ scrisse Longfellow Birsa espone al Triglav Esattamente 68 anni fa si presentava a dirigere l’Opera di Rio de Janeiro un giovane magro, dell’età di 19 anni, il quale doveva sostituire il dirigente vero e proprio, improvvisamente ammalatosi. Si dava l’Aida. Alle prime note dell’ouverture, questo giovane era del tutto sconosciuto, ma al calare del sipario alla fine del primo atto uno scrosciante battimani applaudiva il modesto giovane. Da quel giorno Arturo Toscanini — senza dubbio il massimo dirigente del nostro secolo — divenne l’idolo del pubblico, e degli stessi musicisti di tutto il mondo. Da quel giorno egli diresse un’ infinità di concerti, sempre senza note e senza il minimo fallo. L’ultima sua esibizione si è avuta alcune domeniche addietro, all’età dì 87 anni. Ma nonostante la sua età avanzata, Toscanini fu fino all’ultimo giorno un dirigente insuperabile che non ha mai perso nulla della sua grandezza titanica. Egli non è l’unico uomo che creò opere geniali a quell’età. La storia dell’umanità — la storia della scienza, dell’arte, della diplomazia — ci dimostra che molti geni diedero fl meglio della loro opera proprio nel periodo in cui altre personalità di speciale talento non erano altro che dei vecchi decrepiti. «Tu ancora non puoi sentire eom’è bello avere set-tant’annil», scrisse Henry Wadsworth Longfellow, accanto a Walt Whitman, il massimo poeta del secolo scorso. «Ti sembra quasi di arrampicarti sulle Alpi. Su u-na cima dalle nevi perenni osservi in basso la valle che si estende per chilometri e chilometri, mentre, ai tuoi occhi appaiono altre cime ancor più alte, alle quali forse riuseirài ad arrampicarti ancora, se he avrà! la forza. La vita ti offre una serie di occasioni per creare grandi opere». Così concepirono la vita molti grandi uomini dell’arte e della scienza. L’astronomo Galileo Galilei continuò i suol esperimenti anche do- po aver perduto la vista, cioè dopo i 73 anni di età. Il botan/co e agronomo americano Luthero Burbank, u-no dei pionieri della appli-cazionè pratica della selezione nell’agricoltura, creò molte pregiate qualità di frutti e dì fióri nella sua età' avanzata. Nato nel 1847, Thomas Alva Edison fu inventore sin dai primi anni della fanciullezza, e il lungo e prezioso e-lenco delie sue scoperte non Arturo Toscanini, un altro d egli uomini di genio che sfidano imperterriti l’età terminò nemmeno negli ultimi anni della sua vita. La maggior parte dei suoi ul-timi anni di vita Edison li trascorse cercando il metodo di produzione della gomma artificiale. E infine vi riuscì nel 1930, un anno prima della sua morte, quando compiva l’83-esimo anno di età. Accanto al maggior fisico d’oggigiorno, Alberto Einstein, che dopo aver superato il 75-esimo anno di età, ha pubblicato la sua maggior opera in cui ha esposto alcune aggiunte alla sua «Teoria della relatività» — il massimo contributo allo sviluppo della fisica da Newton ad oggi — che continua a lavorare instancabilmente per altre scoperte, troviamo Samuel Morse, al quale la scoperta del telegrafo ha fruttato gloria mondiale. In età avanzata Morse creò tra l’altro una macchina peT il taglio del marmo. «I primi quarantanni di vita ci danno il testo, e gli altri 30 il commento al testo». Così ebbe a dire il filosofo Arthur Schopenhaue.r Le pagine dalla storia della letteratura mondiale brulicano di opere create da nomini che hanno lasciato da lungo la loro «età matura», e che in base a tutte le leggi fisiologiche possano essere definiti vecchi. Nel periodo recente, il più noto era senza dubbio il drammaturgo Inglese George Bernard Schaw. Schaw rimase ottimo scrittore fino ad alcuni imesi prima della sua morte avvenuta a 94 anni! Mentre è meno noto che Lav Nikolajevič Tolstoj scrisse U suo romanzo «Rinascita» a 70 anni. «Io ho il mestiere di dire quello che penso» — diceva Voltaire, e tutto il mondo culturale di allora ascoltava con grande interesse quanto il suo sconcertante intellet-ito forniva. Internato nella famigerata Bastiglia già 23-enne, Voltaire dovette in seguito fuggire da Parigi per aver salva la vita. La sua penna geniale non si asciugò nè il suo animo titubò neppure nella più tarda età. La gente ingoiava addirittura ì suoi «pamflet», quando aveva 84 anni. Il grande scrittore tedesco Goethe apportò tutta la maturità del suo spirito nella creazione del «Faust», la sua 'opera più preziosa, portata a termine poco prima della morte, a 83 anni. Il grande politico indiano Mahatma Ganndhi dovette vantarsi che vi sono pochi uomini nella storia che con la loro personalità e le loro idee hanno influito su un si grande numero di persone come lui. Ben 400.000.000 di indiani lo ammirarono fino a 79 anni, quando cadde vittima di un attentato. La genialità è, quasi ai regola, privilegio della vecchiaia. Quando ebbe 70 anni, Socrate pubblicò la sua .filosofia immortale,, e allora preferì trangugiare u veleno, piuttosto che cedere alle calunnie. Da dove proviene agli uomini di genio tanta capacità di opporsi alla vecchiaia e al tempo? Il lavoro instancabile è quello che prolunga la durata della maturità spirituale e prolunga il periodo della creazione. Giunto .presso il reticolato di frontiera non ebbi difficoltà a scavalcarlo',, dopo a-ver convinto un sottotenente comandante di quel settore, calabrese e mio conoscente. Avevo fatto forse una cinquantina di passi in territorio jugoslavo, allorché incontrai il primo partigiano, un istriano, il capo coperto ida una bustina a tre punite ed armato di fucile. Mi accompagnò fino al villaggio di Sansone, nel territorio del Comune di Castola, alla sede 'del presidio partigiano. 'Qui fui accompagnato dal comandante della zona, una donna, di nome Sava, che attualmente si trova a Pola, funzionario al Comitato Popolare Cittadino. — 'Eccomi fra voi, oomibattero con voi — dissi. Quindi pregai che mi venisse assegnato un aiutante infermiiei-ne Ohe mi facesse nel contempo da interprete. Mi venne messa al fianco una ragazza, Stanka Bratenja, ex-commessa 'di una .tintoria di Fiume. Non .aveva cognizioni di infermeria, ma in compenso era volenterosa e coraggiosa. Divenne ben presto te mia inseparabile e preziosa collaboratrice. In alcune aule della scuola elementare del villaggio, sistemai il mio primo ambulatorio .partigiano e iniziai il lavoro. Nel frattempo giunse fra i partigiani un altro ufficiale italiano, un capitano della Guardia di Frontiera. Scambiando con questo ufficiale le mie opinioni, gli co- Le memorie di un colonnello medico italiano in Jugoslavia L'arrivo fra i partigiani Nel numero 350 del nostro giornale è apparso un articolo dal titolo «E’ napoletano il colonnello», breve rievocaizione delle circostanze e degli avvenimenti che condussero un ufficiale medico italiano ad entrare nelle file partigi'ane. Quell’ufficiale, ohe ora è ten. col. dell’Armata Popolare Jugoslava, ha dettato al nostro Scotti le sue memorie, che facciamo oggetto di alcune puntate. municai una certa idea che egli condivise pienamente. Ci mettemmo d’accordo cioè, di raccogliere i soldati fuggiaschi dolio ex-esercito italiano formando fra costoro, sulla base della più stretta volontarietà, una formazione partigiania .italiana. Ci mettemmo ai lavoro. Riuscimmo a mettere insieme 180 uomini con qualche sottufficiale ed un altro capitano. Il reparto italiano entrò in azione pochi giorni dopo la formazione con un attacco di molestia verso Fiume, tenuta dai tedeschi. Nel combattimento alcuni soldati vennero feriti ed uno dei (capitani, cadde colpito da una scheggia di mortaio tedesco che gli apri l’addome e lacerò il fegato. Il suo corpo è seppellito nel piccolo cimitero di S. Matteo vicino Sarsone. Vestito da contadino L’indomani i tedeschi sferrarono la loro offensiva. Per sfuggire al rastrellamento, ci ritirammo verso Studena e Clama e successivamente sulle montagne dove nasce l’Eneo. In quei giorni giunse a Fiume daU’Africa, di rinforzo, una divisione tedesca. Non seguii fino in fondo la marcia delle unità parti-gìane. A mezza strada mi venne ordinato di ritornare indietro per curare i feriti gravi rimasti nei dintorni dii Sarsone. Io, l’infermiera Stanka ed un altro partigiano seguimmo la pericolosa ed insidiata strada del ritorno. iSul cammino incontrammo dei partigiani che ci additarono la via del bosco. I tedeschi, lungo la strada, ci avrebbero scorti. Eravamo quasi giunti a Sansone, sul limite del bosco, quando ci venne comunicato che i tedeschi presidiavano il villaggio. Restammo nascosti nel bosco per tre giorni, in attesa. Fummo alla macchia senza toccar cibo. La fame si faceva già insopportabile quando una donna — fattasi strada fino a noi dal villaggio — ci recò ulna polentina 'del peso, forse, di un chilogrammo. Poiché nel frattempo al nostro gruppo Si era aggiunto un altro compagno, la polenta fu divisa in quattro. E con quel quarto di polenta nello stomaco riuscimmo a dormire... Con noi avevamo qualche arma e poche munizioni. La mia infermiera Stanka portava una pistola d’ordinanza ohe si era procurata non so come. Era una di quelle grosse pistole dei carabinieri italiani ohe cinta da lei, così piccola, le dava un aspetto tra il feroce ed il ridicolo. La bandoliera le arrivava fin sotto il ginocchio. Ai margini del bosco passavano le pattuglie tedesche. Stanka era sempre pronta con la sua arma; ma i nazisti non ci scorsero. Per entrare nel villaggio ILaisciiai lia divisa e iindos-i sai un vestito da contadino. Cosi penetrai nei paese presidiato dai tedeschi, portandomi di casa jn casa per curare i feriti ricoverati presso le famiglie rurali. Le mie visite si ripeterono per una settimana. Una notte, mentre mi tro- vavo ospitato in una casa al limite del villaggio', sentimmo bussare energicamente alla porta. Uno di casa andò ad aprire. Una donna era venuta ad avvertirmi: — Dottore, scappa, i tedeschi ti vanno cercando. Qualcuno ha fatto la spia. Per fortuna i tedeschi non sapevano in quale casa io fossi nascosto e perdettero un bel po’ di tempo nel frugare i vari casolari. Per mio conto, appena avuta la comunicazione, mi lanciai fuori e in breve fui in un boschetto vicino. In casa dei tedeschi V L’indomani la compagna Stanka mi raggiunse assieme iad Un commissario politico. — Qui non potete restare, compagno — mi disse il commissario. — Sapete dove potreste andare? — Non posso decìdere — risposi — Io vado dove è necessario. Decidemmo finalmente che sarei andato a Sussak. Riuscii a raggiungere la città. Dove, trovai rifugio jn una casa a Tersatto, ospite di membri del movimento partigiano. Nella stessa casa, 'della quale occupavo la cantina adattata a stanza da letto, abitavano degli ufficiali tedeschi. In cantina erano depositati vari arnesi da calzolaio. Così, per ammazzare il tempo, risuolavo scarpe.. GIACOMO SCOTTI (continua al prossimo numero) I RISULTATI 16 giugno: A Losanna: Jugoslavia — Francia 1:0 (1:0) A Ginevra: Brasile — Messico 5:0 (4:0) A Zurigo: Austria —Scozia 1:0 (1:0) A Berna: Uruguay — Cecoslovacchia 2:9 Svizzera — Italia 2:1 Inghilterra — Belgio 4:4 Germania — Turchia 4:1 Ungheria — Corea 9:0 19 giugno A Losanna: Brasile— Jugoslavia 1:1 (0:0) A Basilea: Uruguay — Scozia 7:0 (2:0) A Ginevra: Francia — Messico 3:2 (1:0) A Zurigo : Austria — Cecoslovacchia 5:0 (4:0) 20 giugno A Ginevra: Turchia 7:0 Corea A Basilea: Ungheria — Germania 8:3 A Berna: Inghilterra zera Sviz- ia A Lugano: Italia — Belgio 4:1 Le squadre qualificate per i quarti di finale sono le seguenti: Ungheria, Brasile, Jugoslavia, Inghilterra, Uruguay, Austria. Restano ancora da disputare gli incontri di spareggio tra le squadre Italia — Svizzera e Germania O. — Turchia. La FIFA ha pertanto comunicato il risultato del sorteggio per gli incontri dei quarti di finale, che saranno così disputati : Ungheria — Brasile Jugoslavia — vincitrice dello spareggio Germania — Turchia Inghilterra — Uruguay Austria — vincitrice dello spareggio Italia — Svizzera. Mentre in ci si appresta ad affrontare In seconde tappe delie C. (/. M. LA JUGOSLAVIA PIAZZATA PER Li QUARTI 99 Oggi lo spareggio tra ITALIA E SVIZZERA Jugoslavia - Francia 1:0 (1:0) volo 'dello stesso giocatore va a 'lalfco dii' (paco. JUGOSLAVIA: Beara, Stankovič, Crnkovič, Čajkovski, Horvat, Bo-škov, Milutinovič Bohek Mitič, Vukas, Zebec. FRANCIA: Remettre, Giancssi, Ka-elbel, Marcel, Jonquet, Penver-ne, Kopa, Glovacki, Strappo, Der-reudre, Vincent. (MARCATORE: Milutinovič al 14’. ARBITRO: Griffiths (Galles). LOSANNA, 16 — Circa 30 mila (spettatori hanno fatto cornice sugli spaliti dello stadio «Pootoisei» alla cerimonia d’apertura dei campionati mondiali di calcio per assistere alTtacontro inaugurale fra Campionato ragazzi PIRANO — ISOLA 2:2 (2:0) Contro un Pirano che nel primo temno ha condotto azioni degne di lode sia per tecnica che per volontà, è sceso in campo un’Isola piena di slancio. Sfruttando la mancanza di fiato dei padroni di casa, gli isolani hanno saputo nel secondo tempo portare a termine in parità un incontro che tutti davano per perduto. Infatti i piranesi sono immediatamente partiti all’attacco alla ricerca dele reti, valendosi di un Ernestini che spesse volte con le sue puntate metteva letteralmente lo scompiglio nella difesa ospite. iSTIL — ISOLA 0:7 (0:1) TORNEO DEI «MINORI» nella nostra zona Nel mese di luglio si svolgerà nel nostro territorio un campionato dei clubs calcistici non registrati. Vi prenderanno parte dieci squadre provenienti principalmente dai villaggi del distretto di Buie e della seconda squadra buiese. Il torneo viene organizzato dal Comitato della Sottolega calcio Pola che ha messo a disposizione una coppa da assegnarsi al vincitore. Di fronte ai. ^iù quotati isolani, i ragazzi ideila (Stili hanno dovuffó (subire per tutti i 90 minuti, ila netta superiorità dagli aspiti. Questi tuttavia, data la imprecisione della prima linea, riuscivano ad ottenere: (nel primo tempo solamente una rete per opera di Dagoisitiini al 25’. (Nella ripresa, gli ospiti si installavano iin area avversaria, segnando (altre sei reti nel seguente ordirne: (al 5’ con Uiličiigraj, al 6’ con Bologna, al 17’ e 19’ nuovamente con 'Ulčigraj, al 25’ con Bologna ed al 28’ con Dia,gostini. le nazionali idi Francia e Jugoslavia. Dopo i discorsi d’ocoaisiiooe, pronuncia,ti dall presidente della (F.I.F.A, Jules Rimet, al cui nome è intestata la coppa in pallio, e dal (presidente della Federazione calcistica svizzera, sono, entrate in campo applaudistiisisime le due squadre : i francesi in maglia blù !e i nostri (per decisione a sorte-gio) in maglia rossa. Al fischio d’iniaiio i nostri partono all'offensiva e già al 3’ il portiere francese, che poi si rivelerà in grande giornata, ha modo di prodursi in una bellissima parata su violento tiro di Bobek. Poi, grazie al buon gioco della mediana, gli avanti jugoslavi contilnuano ad attaccare perico,lasamente e al 14’, ,su una bellissima triangolazione Vu-lkas, Mi,tič, Milutinovič, quest’ultir mo segna l’umico goal della giornata con un dosatissimo e ,secco tiro inelTangollino sinistro ibasiso dii Rimetter. Fimo a,l 18’ i francesi non riescono ad impegnare nemmeno una volta Bearla. Pai tentano (alcuni sporadici attacchi, rimastili senza frutta e durante uno idei quali, ai! 19’, Beara interviene per la prima volita su tiro dell’ala sinistra Vin-(celnit. ,A1 20’ Bearla deve intervenire nuovamente, questa volta su violento tiro da lontano di Derreudre. Poi la rappresentativa jugoslava sii distende nuovamente all'attacco, ma gli avanti sono molto imprecisi pfer cui la rete francese non capitala. Vulvas e Mitič si parimeibto-mo addirittura 31 lusso di sbagliare igrossalamentie dtue facilissime occasioni. Nel frattempo Beara ha modo di distinguersi! in una gran pia-irata in due tempi, su tiro; di punizione dal limite e ripresa di Der-'reuidlre. II riposo trova le due squadre sempre isull’l :0 in favore ide-(gli jugoistevi. La ripresa ha iniziato can nuovi lattacohi dei nastri. Persino i terzini si spingono' nella metà campo, avversaria in appoggio agli avanti, (mia la difesa francese e più ancora l’impreiciisioine del nostro quintetto PANORAMA sportivo settimanale jugoslavo TUTTA L'ATTENZIONE CONCENTRATA sul Campionato mondiale in Svizzera Intensa preparazione dei nostri ginnasti per i Mondiali a Roma Innegabilmente, come del resto era prevedibile, tutta l’attenzione degli 'Sportivi jugoslavi è concentrata sul quinto campionato mondiale di calcio che sta attualmente (Svolgendosi in Svizzera. Ormai si è entrati nella fase culminante. La nastra nazionale, come noto, si è (classificata brinante,mente per i quarti di finale che avranno intero sabato 26 giugno. Altre squadre ammesse ai quarti, sono: Ungheria, Austria, Uruguay, Inghilterra e Brasile. Oggi si avranno due incontri di spareggio tra Italia e Svizzera, Germania e Turchia. Si da quasi per certa la vittoria sia dell’Italia che della Germania. Quest’ultima ha liin siuo, vantaggio te freschezza, poiché contro l’Ungheria ha fatto giiuocare le riserve, ben sapendo di non poter ottenere una vittoria. L'opinione che la stampa estera 'manifesta per la nostra nazionale ci riempie d’orgoglio. Lo partita giùoeata dai mostri contro una delie favorite per la conquista della coppa, ir! Brasile, è stata, a detta dei critici, un capolavoro di arte calcistica. Beara, Milutinovič, Čajkovski e Mitič sono statt unanimemente definiti giocatori delia più alta classe internazionale. Ci fa inoltre piacere l’aver dimostrato a Jules Rimet e compagni della FIFA quanto essi abbiano Sbagliato designando la Francia quale testa di serie E’ sperabile che in lavveinlire i concetti, della Federazione Intemazionale nei .riguardi della squadra jugoslava siano più obiettivi In ombra dunque gli altri avvenimenti: in campo atletico ferve attiva la preparazione per i.l prossimo incontro .intemazionale con la Finlandia, che avrà luogo a Helsinki. Sabato ni favorevoli e un- contropiede, che iBeara, ini uscita, stroncava di fon-za. La stessa musica continuava isilno alia fine idell’inoontro, che si concludeva così con una vittoria dei nostri colori, meritata sì, mai (non convincente per la sterilità cronica (dell'alt tacco. JUGOSLAVIA-BRASILE1-1(0-0) dopo i tempi supplementari SVIZZERA - ITALIA 2:1 (1:1) ITALIA: Ghezzi, Vincenzi, Gia-icomazzi, Neri, Tognon, Nesti,, Muc-cineili, Bioniperti, Galli, Pandolfini, Lorenzi. SVIZZERA : Pettier, Boicquet, Kernen, FlUeekiiger Castali, Balte-man, Vonianthen, Hulegi, Meier, 'F.atton. ARBITRO: Mario Viaria (Brasile). MARCATORI: I tempo: Balla-Iman ai 17’, Boniperti al 43’. II tempo : Hueigi all 32’. Tra la, delusione generale, farsan-che dello stesso pubblico 'svizzero, la nazionale italiana ha concluso la sua prima giornata con un, disastro. Ed è igijuisito esprimersi con Questo termine, quando si panisi'alila modesta reputazione. Ispoirttiiva diélTavversaria in. campo. Iniziata la partita con un gioco tecnicamente superiore, gli azzurri, dopo aver Subita la prima irete Iineiquivocafoì-le, hanno perso 1-e staffe per deigen nerare di minuto in minuto siino a icone,ludiere rincontro con una zuffa vera meni e poco edificante. Gli italiani hanno peccato del loro e-tarno idifatto: quello di ritenere il calcio un gioco da ballerine', non 'ammattendo mai che esso può presentare, per essere totere,ssiamte, anche i suoi lati di forza, fatti di leali cariche di fianco. E’ appunto in queste che ,l’atleta più forte, abile ip ben ©quii Prato riesce ad avere la, meglio tra la Undldisifaiz’anèi idei v,e-ri sportivi. Non Disegna infine dil-mènticare' che il calcio appartiene airatletica -e non alila 'coreografia. Gli azzurri hanno spesse volte dimostrato invece di ignorare tutto-ciò rispondendo alle cariche ammesse con mezzi sleali, quali sgambetti, .spinte e calci. Questo è successo giovedì scorso a Lioisiana. Quando ili commissario tecnico Ottorino Barassi, in una successiva intervista ha parlato di superiorità del gioco italiano hajdetto la pura verità, ma quando ha tacciato di anltilspoitiiviità la compagine elvetica si è reso semplicemente ridicolo di fronte all'opinione pubblica.. Egli ha, però dimostrato una co,sa : che il comportamento' in campo di una squadra dipende diretta-mente dalla mentalità, di chi la dirige. Su di un campo perfetto e sotto un isole .radioso', le 'squadre sona scese in campo nelle formazioni ,annunciate. Al sorteggio il campo viene vinto dai locali ohe si pongono ih favore di luce. Subito' entrano in azione gli azzurri che conducono nettamente il giòco'. Le loro azioni, fatte di coirti, ma ben Misurati passaggi, si infrangono però tutte sulla linea difensiva avversaria, che è stata per tetta la partita il migliore reparto in campo. Già 'al 3’ la porta elvetica viene massa in periioofo da una discesa di. Pandollfiinii, ima Perliier re-" Spinge con padronanza. Sino al 12’ continua la pressione italiana, 'sopratutto per merito 'del triangolo Neri—Pandolfini—Boniperti1. Ma a questo punto reagiscono gl elvetici in contropiede .iseniza tuttavia porre in serio pericolo Ila porta di Ghezzi. Al 17’ la prima linaspettata realizzazione. Lo svizzero. Pattai manda un 'allungo dinanzi alla porta avversaria, il terzino Vincenzi, poco in forma, respinge malamente, dando modo ,a Ballaman di mettere in rete di testa. La compagine azzurra, ito preda al primo nervosismo, reagisce dir sordìnatamente, incappando contii-ìniuamente nello schieramento difensivo avversario. Le .azioni violente isii susseguono una dietro f altra. E’ in seguito alla severa reazione idi un terzino svizzero, che Via-ma concede un calcio dii punizione in favore dellTtalia. Calcila Nesti, prontamente entra Boniperti che riesce ad insaccare. Siamo ad un minuto dalla fine del primo tempo. Anche la ripresa vede immediatamente gli azzurri aU’attacco. Al 2’ Galli sciupa una magnifica azione iniziata da Lorenzi, mandando da cinque metri un pallone a sbattere sul montante destro. Toccata, pochi minuti dopo, a Lorenzi sciupare infantilmente una meravigliosa azione sotto porta. Il nervosismo impera dannosamente nell’attacco italiano, mentre la difesa elvetica chiude sempre più 'saldamente le sue file. Al 20’ succede un vero pandemonio. Lorenzi, in posizione di fuori gioco, ricevuto un passaggio da Boniperti, insacca. L’arfoitro, rilevata la posizione fallosa non convalida il punto. Gesti, di rabbia e disperazione deli giocatori. Il capitano Boniperti, trascende, mettendo minacciosamente i pugni sotto (il naso del giudice in campo. Gesto molto inopportuno poiché gli altri giocatori seguendo l’esempio del capitano, si sentono autorizzati ad aumentare l'andamento scorretto del gioco. Le azioni idi f orza si seguono alterine sino al 32’ quando Giaicomaz-zi si lascia soffiare inconcepibilmente un pallóne dalTàte svizzera Huegi. Questi, sorprendendo Ghezzi, mette facilmente in rete da pochi piassi. Confusione massima nelle file 'azzurre, offese e rimproveri a non finire che fanno uscire il gioco dia ogni serio controllo,. Verso gli ultimi minuti, il terzino 'Giacomazzi e lo svizzero Huegi si prendano a pedate e vengono severamente 'rimproverati. In un’atmo-isfena da lotta libera, -il fischio finale sorprende lTt-alia duramente sconfitta e Ha Svizzera inaspettatamente vittoriosa. Il risultato è stata la logica conclusione del nervosismo italiano e dell’ottimo schieramento difensivo elvetico. Secondo torneo Internazionale giovanile di calcio Dal 14 al 18 luglio avrà luogo a Pola e ad Arsia il secondo torneo giovanile di calcio al quale parteciperanno per la Jugoslavia la «Dinamo» di Zagabria, il «Partizan», il «B. S. K.» e la «Crvena Zvezda» di Belgrado, l’«Hajduk» di Spalato, il «Proleter» di Osijek, la «Quarne-ro» di Fiume, lo «Scoglio Olivi» di Pola, il «Rudar» di Arsia, e una rappresentativa giovanile istriana. Per la Svizzera, l’Austria e l’Italia hanno dato la loro adesione: il «Bellinzona» di Bellinzona, il «Rapid da Vienna, lo «Sturm» di Graz, Venezia, e l’Udinese. Lo scorso anno il titolo è stato conquistato dalla «Dinamo» di Zagabria, classificatasi prima fra 8 squadre. Il torneo si svolge sotto il patronato del presidente del C. P. C. di Pola ed è dotato di numerosi premi, al vincitore. BRASILE: Castilho, D. Santos, N. Santos, Pinheiro, Brandaozinho, Bauer, Tulinho, Didi, Baltazar, Pin-ga, Rodriguez. JUGOSLAVIA: Beara, Stankovič, Crnkovič, Čajkovski, Horvat, Boškov, Milutinovič, Mitič, Zebec, Vukas, Dvomič, MARCATORI: Zebec al 4’ e Dich al 26’ della ripresa. ARBITRO: Faultless (Scozia). NOTE: Spettatori 40 mila circa. Terreno asciutto e tempo sereno. Essendo il tempo regolamentare dell’incontro scaduto con le squadre in parità, sono stati giocati due tempi supplementari di 15 minuti. LOSANNA, 19 — 120 minuti di gioco non sono riusciti a dare un vincitore neJl’incontro disputatosti allo stadio «Pontoise» fra le nazionali brasiliana e jugoslava. Ambo le squadre hanno guadagnato così l’ammissione ai quarti di finale, mentre Francia e Messico —■ le altre due del gruppo — sono state eliminate. La partita, tiratissima specialmente nel secondo tempo, ha offerto ai buongustai del calcio l’occasione di assistere ad un gioco di alta fattura tecnica e agonistica. Si sono viste sul campo due grandi squadre e dei grandi atleti. Gli jugoslavi, migliori lottatori dei brasiliani e questi ultimi autentici giocolieri della palla rotonda. L’attacco jugoslavo, ritoccato dopo la alquanto scialba prova offerta contro la mediocre squadra francese, ha rivelato maggiore incisività e potenza, anche per la grande giornata di Vukas, instancabile costruttore e intelligente distributore, Čajkovski è stato all’altezza della sua fama di fuoriclasse intemazionale, e Horvat, un inesorabile distruttore delle azioni avversarie e iniziatore di ottimi temi di gioco. In difesa, Beara ha fatto la parte del leone, ma anche gli altri sono stati all’altezza del compito. I brasiliani hanno riconfermato la loro fama sia come complesso omogeneo ohe come individualità. In porta, Castilho ha emulato degnamente Beara, salvando a più riprese la sua rete di goals che sembravano già fatti. La difesa si e rivelata un macchinismo saldo e compatto, mentre nella mediana ha eccelso Bauer che, con Čajkovski, può dividere alla pari la qualifica di fuoriclasse. L’attacco omogeneo, composto da elementi velocissimi, ottimi stoccatori e palleggiatori finissimi, ha costituito una perenne minaccia per la nostra retroguardia e si deve alla grande giornata di Beara il merito maggiore che la nostra rete non abbia dovuto subire altre danni. La cronaca richiederebbe molto spazio, tanto le vicende del gioco sono state .intense e attraenti, ma ci limiteremo ai fatti più salienti. Nel primo tempo la nostra rappresentativa ha saputo mantenere una discreta supremazia, ma i brasiliani non hanno affatto sfigurato. A momenti sono stati, anzi, pericolosissimi tanto da sfiorare più volte il successo. Occasioni da rete non sono mancate da ambo le parti. Al 15’ Matič sparava una cannonata da 16 metri, che un terzino deviava fortunosamente di testa. Alla mezzora lo stesso Mitič staffilava a un palmo dal montante, a portiere completamente spazzato. Al 37’ una cannonata di Didi, deviata da un nostro difensore verso l’ango-lo opposto da dove si trovava Beara, dava modo a quest’ultimo di compiere un fantastico volo attraverso tutta la luce della porta e deviare in corner, salvando un goal sicuro. La stessa prodezza veniva compiuta tre minuti più tardi da Castilho, su una cannonata di Milutinovič da circa 20 metri. Al 42’ Julinho sparava alto sulla traversa, a porta sguarnita per l’uscita di Beara. Allo scadere del tempo, era sempre Mitič a far trattenere il respiro agli spettatori con un’autentica cannonata da oltre 30 metri, che Castilho deviava faticosamente in corner. Il secondo tempo vedeva l’offensiva dei nostri e al 4’ essa era coronata dal successo. A conclusione di un’azione in linea dell’intero quintetto avanzato, Zebec controllava efficacemente la palla e, da 16 metri, sparava nell’angolo sinistro basso. La rete di Castilho, disperatamente proteso in tuffo, si scuoteva e il goal era fatto. Al 9’ Milutinovič sbagliava puerilmente da 6 metri, dopo aver dribblato Santos. Una simile situazione si ripeteva al 13’ sotto la nostra rete, quando Baltazar, solo dinanzi alla porta, si vedeva soffiare la palla da Beara, tuffatosi temerariamente ai suoi piedi mentre stava per tirare. Al 20’ Julinho colpiva violentemente la traversa e la nostra rete era ancora salva, ma sei minuti più tardi avveniva il fattaccio: Didi, ricevuto il pallone su rimessa dalla sinistra, susseguente un corner, insaccava di prepotenza dal limite dell’area. ' Dopo il pareggio, i brasiliani tentavano la via della vittoria, ma la nostra retroguardia sosteneva egre- , giamente la pressione, dando modo all’attacco e alla mediana di riorganizzarsi. Poi le azioni si equivalevano fino allo scadere del tempo regolamentare. I susseguenti due tempi supplementari non mutavano la si- ^ tuazione, soddisfacendo ambo i contendenti. 1 MANIFESTAZIONI SPORTIVE DEL FESTIVAL Le moto competizioni ed il meeting aereo IL CAMPIONATO DEL DISTRETTO DI BUIE Con la . pratecipazione della «Istra» di Umago, del «Buie», della «Zvijezda» di Verteneglio e del «Cittanova», si svolgerà nel mese di luglio un torneo calcistico per il titolo di campione del Distretto di Buie. Al vincitore verrà assegnata una coppa. Davanti ad un pubblico di circa 10.000 spettatori, si sono svolte nell'ambito idei Festival della gioventù, le gare motociclistiche di velocità sul percorso Capodistria—San Can-ziano—Semedella—Capodistria, cui hanno partecipato 36 corridori dei moto clubs di Zagabria, Lubiana, Trieste, Maribor, Fiume, Mattuglie, Postumia. L’interesse per questa manifestazione sportiva già alle prove era enorme ed al rombo dei motori si è accalcata ai lati del percorso una folla immensa. Alle ore 14.10 vien data la partenza delle cilindrate fino a 125 cui partecipano sei ITALIA - BELGIO 4:1 (1:0) Con questo secando dnc|ontro l’Italia ha riscattato la sconfitta subita dalla 'Svizzera. Scesa in campo con una formazione variata, — (grazie alFiilnoliusilotoe di Magnini, Prignani e Cappello — la compagine azzurra ha ooindott|o per tatti i 90’, concludendo con un risultato meritato. Dal canto loro ì Diavoli belgi hanno fatto di tutto per far sortire a Koro vantaggio l’incontro. Questa disputa,, a differenza della precedente, si è svolta senza nervosismi e scorrettezze, tanto' che l’artri-iro Steiner ha avuto un compito abbastanza facile. Gran .vantaggio hannfc) tratto gli italiani dall gioco misurato e conclusivo di Cappello, e si può ben dire ohe quasi tette le azioni da rete sono state intestate per (suo merito. Uguale l|ode v