ANNO VI —N. IO. Sabbato 8 Marzo 1851 Esce una'volta per 'settimana il Sabbato. — Prezzo anticipato d'abbonamento annui fiorini 5. Semestre in proporzione.— » 'IO i L'abbonnmentonon va pagato ad altri che alla Redazione. '3 ' Ji> -VslV ii ì .01 i; -.uh GIROLAMO ALEASDRO DELLA MOTTA NEL FRIULI, Arcivescovo di Brindisi, e Cardinale. (Continnazione e fine. V. N. antecedente.) Cesare Egessio Buleo nel suo Catalogo degli Accademici dell' Vili Secolo della Università di Parigi, lo. VI, pag. 940 ne fa menzione.con tali parole: Hierony-mus Aleander Nationis Germanicae Poeta Laureatus ejusdem Nati oni Procurator an. iòti. Rector univer-r sitatis electus US. Mpji. i 5 1 ? de quo. sic scribit Quae-tor Natiouis Germanicae in rationibus accepti, et ex-pensi. Item in duabus Proccssionibus Rectoris Illustrissimi ac meritissimi .D.. Hieronymi.Alpaiidri Poe tue, laureati, Sacrae Aulae Palatinae Comitis, ac publici utriusque linguae ad maximum nostrae Natipnis Germanicae or-namentum Interpretis eie..,....... Morto in Roma, 1' ultimo di Gennajo del]' anno 1542..... fu fatto seppellire con onorevoli esequie dai Nipoti nella Chiesa, di San. Qrispgonoj TitQ'o. del suo Cardinalato, dove si legge questo Epitafio, postogli dai Nipoti medesimi. H eronyn)0 Al<>andro Mottensi, e Comitibus Landri in Carnia, Petrae-pilqsae in Ris.tria oriundo, Titulo S. Chrysogoni S. R. E. Presbyteri Cardinali Brundusino..... Natus est Mottae in Camia anno MCCCCLXXX. Morìtur Romae. Heredes Patruo Amplissimo et Ottimo Mocstissimi P. C. Due versi Greci si avea egli medesimo composti per Epitelio, che furono tradotti in tal guisa in latino : Obii non invilus, quia requiesco, testis existens Mullorum, quae videre pejus erat morte. Fu poi, come scrive il Vittorelli, trasportato il di lui cadavere alla Terra della Motta in Friuli di lui patria, e fu riposto in Arca onorevole nella Chiesa di S. Nicolò prino'pa'e di quel luogo. Anche il suo nipote, istessamente Girolamo Alean-dro, nacque nella Terra medesima della Motta in Friuli, ebbe per pudre Scipione, il quale col fratello Francesco Arrivescovo di Brindisi visse un tempo in Corte del Cardinale Alessandro Farnese. Avo di questo Girolamo giuniore fu Vincenzio Cavaliere, e Conte Palatino, e fratello del Cardinale. Finì di vivere, avendolo accidentalmente assalito l'ultimo male in Casa del Cardinale f ^i' f^-bV .' ■ i • Cesi nella Parrocchia di S. Pietro io VaticanoY'e fa seppellito li 10 Marzo 1629, il giorno dopo la morte, nella chiesa di S. Maria Traspontina. Il Cardinale Francesco Barberini gli fece ergere un superbo deposito,'iniS. Lorenzo fuor delle mura di Roma con la seguente gloriosa Iscrizione: \ ; , . . : ■ : . S . •>• : D. O. M. HIER0NYMVS. ALEANDER. JVN. J. C. EX. COMITIBVS LANDRI PRAETER. EGREGIAM. FIDEM ET C. , Liruti. Notizie de'Letterati del Friuli, lo. 1. DELLE INCURSIONI DEI TURCHI NEL FRIULI. Le notizie che pubblichiamo sulle incursioni dei Turchi nel Friuli sono tratte dal Codice Farsetti, oggidì n* Ila Marciana N. LXXIX, e portano il nome di Giacomo Valvasoni di Maniaco. La lettera che le precede segna l'anno 1566, nota cronica che sembra contraddire all'altra del testo dove parlando della pace conchiusa fra Venezia ed il Gran Turco, o piuttosto della tregua di venti anni (che i Turchi non facevano paci) conchiusa nel 1479, dice che il duce turco era quel medesimo che ai nostri giorni fu oratore in Venezia per nome del Sultano, ciò che non può dirsi parlando nell'anno 1566. Ma comunque sia la cosa, a noi sembra che questa relazione sia di non lieve importanza per le indicazioni geografiche, e per le strade seguite dai Turchi nelle loro incursioni, movimento questo *be facilmente guida alla conoscenza delle antiche strade, che ancor duravano attraverso le dejezionl. del medio tempo. Diamo ora il testo non facendo commenti, che molti e bellissimi potrebbero farsi ; solo avvertiremo per le parti prossime a Trieste, che la Contea di Cothnic nel Contado di Trieste dovrebbe corrispondere a Schwarzenegg, nome questo di Cothnic, che non ci è nuovo, avendolo riscontrato in carte antiche, ma che noi cercavamo in altra regione. Ecco la lettera del Valvasoni, o la relazione sua. All'lll.mo Sìg.r Luigi Mocenigo Procura/ore Generale in terra ferma. Con 1' occasione dell' ultima incurzione de' Turchi a danni della Croazia et Carso, ridussi in breve sommario quelle che si fecero già nella Patria del Friuli, per il che ora le invio a V. S. Ill.ma a fine ch'Ella vedendone così vicini al furore di questa gente sì feroce et infedele, non solo discorra col suo intero giudizio d'intorno la fortificazione d' Udine, ma anco con 1' autorità sua la metta in esecuzione, massimamente essendo questa la Metropoli di tutta la Provincia, Città di grande circuito et cara per la fedeltà a lei et alla Ser.ma Repubblica, imitando in ciò li Romani, li quali fatti Padroni del Paese tantosto fabbricarono la grande Città d'Aqui-leja per frontiera de' Barbari, mediante la quale custodivano i Paesi di Lubiana, del Carso, et dell'Istria, rimasti più aperti degli altri solo per flagello di questa Patria et d'Italia tutta ancora; il che succedendo più securamente potremmo accrescerla et mantenerla ai servigi del nostro Principe con quella viva fede, con la quale per fin ora l'abbiamo servito. Et senza più, con ogni termine di riverenza me le raccomando, et con o-gni prontezza me le offero, pregandola ad accettar anche questo mio discorso in segno dell' osservanza eh' io le porto, et del gran desiderio ch'io tengo di giovar alla mia Patria, a gloria et servizio di questo eccelso Dominio. D'Udine ai 14 Settembre 1566. Di Vostra Sig.r Ill.ma Aff.mo Servitore Giacomo Valvasonidi Maniaco. Luoghi per li quali passarono già li Turchi partendosi dalla Bossina, per la Patria del Fùtili. Il primo luogo uscendo dalla Bossina è Bistrizza che ha CL. fuochi, et tiene la via sul Monte, e il Borgo in una valle discosta mezzo miglio per dove i Turchi facevano la massa, nel tempo delle prime incursioni. Il secondo è detto Bellai, primo luogo ne'confini di Croazia, situato in pianura sopra un monticello, eh' é di CC. fuochi, ettfuadel Conta Carlo Curiacovich di Croazia della famiglia de'Torquati, ma oggi è in mano dei Turchi, con buona parte delle sottoscritte Castella; questo è lontano dal primo; . . . . . . .Miglia 15. - - Il terzo chiamasi Boglai, posto sopra un'alta Montagna forte per sito, et per natura, fa da CCC. fuochi, et fu già posseduto dal Conte Bragni dei Frangipani di Croazia, discosto dal 2.do -.Iv v . . . Miglia 20. IL quarto è detto Seni, messo in Montagna che ha di sotto una larga et spaziosa pianura, fa da CC. fuochi, et fu già . deli Conte Pietro di Zrin . , Miglia 30. 11 quinto. Amai, pur'sopra il Monte, che ha da un canto una bella pianura, et fu già in potere del Conte Giovanni Frangipane, et è di C. fuochi .. . Miglia 36. Il sesto è Bisach, posto nel piano, sopra un grosso fiume, eh'è di CCCC. fuochi,, et già il Rè d'Ungheria lo tolse al Conte Angelo Frangipane .... Miglia .38. Il settimo è Soccol del medesimo Re che lo tolse al Conte Nicolò, questo è situato sopra un Monto con bella pianura d'ogni intorno fa L. fuochi, lontano da Bisach.....................Miglia 15. L' ottavo è Tersaz, posto in pianura, di cui n' era padrone il detto Conto Niccolò, fa CL. fuochi, et è cinto da un fiume, discosto da Soccol circa . . Miglia 50. Il nono chiamasi Zrin, messo sopra un Monte altissimo, eh' è di CCC. fuochi, et ha d'intorno la pianura, posseduto dal Conte Carlo.......Miglia 40. Il decimo è Prozor situato in alto Monte con acqua corrente d'intorno, questo ha la Rocca sola et fu del Co. Martino..........Miglia 10. L'undecimo chiamasi Ottocaz, luogo in piano circondato da molte acque, che fa CCC. fuochi, posseduto allora dal detto Conte Martino di Croazia; lontano dalla predetta Rocca...........Miglia 7. Il duodecimo è Brine sopra un'alta Collina, altramente in Campagna, eh'è di CL. fuochi, del Conte Angelo ..............Miglia 17. Il terzodecimo è detto Ledenizza posto sul Monte, che fa fuochi L. et fu già delli Conti Gerolamo, Stefano et Giovanni di Veggia....... • Miglia 8. 11 decimoquarto Novii situato in pianura jsopra la Marina, eh* è di CC. fuochi, del Conte Martino, vicino a Ledenizza.............Miglia 5. Il decimoquinto Bribir, messo in campagna tra due Monti, il quale è di fuochi CC., del detto Conte Martino ............. • Miglia 6. Il sestodecimo chiamasi Drivernich, fra i detti Monti, et la campagna che fa L. fuochi, del Conte Stefano, vicino a quest'...........Miglia 4. Il decimosettimo è Xreglin, situato sull' alio Monte sopra la Marina, che fà C. fuochi, del detto Conte Stefano ...............Miglia 15. Il decimotlavo è Buccari sopra un Monte in una valle lungo dalla Marina un tiro di Balestra, et è di C. fuochi, et fu già del detto Conte Martino; e lontano da Buccari.............Miglia 15. Il decimonono è il Castello di Crobnich del detto Conte Martino, fabbricato nella cima di un alto monte, con pianura di tre miglia da un canto, la quale ha nel mezzo un bellissimo lago, et un fiume, verso la terra di Fiume; Girone, che fà CL. fuochi: questo luogo al presente è posseduto per dote dal Conte Niccolò Trischi, dove S. M.ta tiene presidio di 40 Cavalli. In questa campagna oggidì i Turchi cominciano a far le incursioni la quale è lontana da Udine intorno a 40 Miglia, e da Buccari . . . . . ... . k . . . Miglia 6 11 vigesimo è Ciana Rocca posta sopra un alto Monte, et ha la villa nella pianura, la quale è l'ultimo fine della Croazia, et principio, del Carso*» et da pochi anni in qua S. M.tà la fa custodire da 25 Tedeschi. . . . . • • • ......- • Miglia 15. Il vigesimoprimo è detto Castelnaovo, posto sul Monte, luogo de' Sig.ri Veneziani^ discosto . Miglia 8. Il vigesimosecondo ò Metalizza sul contado di Tri-; este, luogo dell'Imperatore-:.". ..... Miglia 4» Il vigesimolerzo è una Contea chiamata Cothnio nel contado di Trieste, i «-tu . '<•> . .. . . i Miglia 13. Il vigesimoquarto chiamasi Prosecco, dagli antichi chiamato Pacino^ nobile'fler il vino che ivi nasce, discosto da Cotnich . . *.....V. Miglia 15. Il vigesimoqdmlo Duino posto sopra il mare, che confina con Friuli, et è 1' ultimo luogo del Carso, lontano da Prosecco ......... Miglia 10. Et il vigesimo sesto è la terra di Monfalcone, che ha la rocca sopra il Monte, custodita per nome della Ser.ma Signoria con presidio di 20 soldati; lontana da Duino .................Miglia 5. t i ; Et la bella Città d'Udine Metropoli del Friuli Miglia ....••..........20.. Questa strada verso la Marina (detta da quei popoli Vinodol) la quale per opinione di Alberto Duimo Vescovo di Veggia, uomo dotto, et pratico di quelle parli maritime. è cominoda et facile fino a D/ivenich, ma da indi a buon spazio, egli l'ha quasi per difficile ad un esercito di Cavalleria, rispetto all'asprezza d'alcuni Monti, sopraposti al mare; ma considerando io la natura dei Turchi, a me pare che nelle loro imprese superano o-gni difficoltà. La onde in quei tempi, non essendo patroni de paesi, nè delle fortezze di Croazia, come sono al presente d' una gran parte, et dovendo passare per ordine del suo Signore a danneggiar nella Patria, trovarono questa strada quasi derelitta, per la quale entrarono a guisa di ladri si tacitamente, eh' essi non ebbero alcun contrasto, o altro impedimento dai Conti Frangipani, li quali allora signoreggiavano tutto il paese circonvicino et erano patroni d' una grossa banda di cavalleria, 6i come dapoi l* ebbero nel ritorno da Cusol Torquato gran Capitano, et segnalato Cavalier in quelle parti, il quale gli svaliggiò, con tutti li bottini fatti nel Friuli, et con morte d'una gran parte di loro, appresso Castello di Croazia. Ma dapoi essendogli stato concesso il passo da Massimiliano Imperatore a' danni di questi Sig.ri, tenendo alcuna volta la strada più alta, et più lunga, per la Piuéca paese sopra l'Istria, entrarono nel Carso, et indi passando per lo Vipao, et per disotto la terra di Gorizia, scorsero nella Mainizza, luogo posto sul fiume Lisonzo, tré miglia discosto da Gradisca,' per spazio di 67 miglia, perciocché da Ciana a Pustoina, terra della Piucca detta da Latini Posthaema ci sono 25 miglia; »I Vipao miglia 25, a Gorizia 15, alla Mainizza meno di 4, et indi a Gradisca miglia 3. Questi potrebbero anche venir nella Patria per la Strada di sopra, cioè per Castagnavizza passo et fortezza di molta considerazione, posta sopra il fiume Ona, detto Krene, che mette capo nel Savo, la qual nel 1557 pervenne lor nelle mani per tradimento, et fu gran perdita, si di Ferdinando allora Rè de'Romani, rome anche di tutta Cristianitade. Da Castagnavizza si viene in Saga-bria, a Susimberch, a Novamista, Paniqua, Obloch, Cer-chinizza, Postoina, Vipao, et da Santa Croce a Gorizia, fin dove passano d'intorno a 130 miglia; ma finora non sono mai venuti da questa strada, per rispetto de' grandissimi buschi, dove con poca gente, si può impedirgli il passo. Ma bene gli anni passati entrarono per due altre strade nuove, che sboccano appresso il Castello di Loos, luogo assai forte, et posto oltre il detto Bosco di Santa Geltrude, scorrendo a Solcsechia, et più basso verso la Marina. Et ultimamente questo Febbraro come pratichi del paese, sono entrati anche per un'altra strada per appresso il Castello di Riminiza suddito a S. Maestà, passando per lo stretto passo di Clanis nella Piucca, -della quale incursione ne ragioneremo qui di sotto. ■ 'v:!-,;- • V;a.-.ii ;< ti ■ La prima incursione che fecero li Turchi nel Friuli fu li 21 Settembre 1470 con esercito di 8000 Cavalli, essendo lor Capitano Amerbecco, et Luogotenente della Patria messer Francesco Veniero, i quali scorsero fin sotto le mura d'Udine, dove fatti molti prigioni, di su-bito partirono, con infinito danno della Patria, donde oltre i bottini, se ne menarono anche buon numero di prigioni con loro. La seconda seguì medesimamente alti 21 di . Settembre 1472 essendo Luogotenente messer Benedetto Veniero, della quale non trovo alcuna memoria, solo ch'arsero le ville d'intorno a Gorizia, et Monfalcone,et che fecero infiniti bottini. Scorsero dopoi la terza volta, il dì penultimo di Ottobre del 1477 sotto messer Filippo Tron, mentre che egli era ridotto in Cividale per la peste. Questi arrivarono a dieci mila, guidati dal detto Armarbecco, i quali l'ultimo giorno del sopradetto mese vennero alle mani con le genti di questi Signori eh' erano nelle tré Cittadelle fabbricate da loro a questo fine 1' anno 1473, come fortissimi ripari et bastioni di questa Provincia, cioè Mainizza, Gradisca et Fogliano appresso il Ponte del Lisonzo, dove le dette genti Veneziane oltre la villa di Lu-cininso furono tolte di mezzo con un certo stratagemma, passando li Turchi quel fiume oltre la credenza de' nostri, et per lo più menate, parte per fil di scimitarra, et parte fatti prigioni, tra li quali fu Girolamo Novello Veronese Generale dell'Esercito ch'era di 5000 Cavalli, con buon numero di fanti, Giacomo Badoaro, Vettor Ma-iipiero Nobili Veneziani, Filippo Neucolono Cavalier Mantovano capo della fanteria, uomo di gran nome, cosi nelle armi, come nelle lettere, Giovanni Governo, Giov. Giacomo Piccinino, che fu figliuolo del Generale di questi Signori; questi tre ultimi riscattati con assai danari, ritornarono dopo alcuni mesi nel Friuli, Il Conte Antonio Turla et Anastasio Conte di Sant'Angelo Cremaschi, Ettore Malvezzi Bolognese, Giov. Antonio Caldero col figliuolo, Giorgio Galesio, et Giovanni Chiereggato Vicentino, tutti condottieri d'uomini d'arme, con molti altri soldati di rispetto. Trà quelli che si salvarono furono Zaccaria Barbaro ch'era Procuratore, Corrado Orsino, Giorgio Martinengo, et Taliano Pio da Carpi condottieri, insieme con Giovanni Quirini Patrizio Veneziano, la onde nffirmarono che nella detta stragge, et nella incursiond fatta dapoi, per tutta la Patria, tra morti et prigioni di ogni qualità, così de' soldati, come de' nostri Friulani passarono 8000 persone, et di Turchi restò ferito Armarbecco, con morte de'pochi de'suoi. Fatta la rotta, nella seguente giornata vennero sopra Udine, ma di subito si partirono con alcuni prigioni; ma dapoi il 2,do di Novembre successe, che Giovanni, Girolamo, et Bernardino Codroipi Nobili Udinesi, fuggendo da Gersanico loro castello, et venendo verso Udine con le donne, et figliuoli, et con tutta la famiglia, l'uno restò morto, et gli altri due furono presi, et condotti, fino a Costantinopoli, Bernardino al fine si riscattò con parto de'suoi, dopo lunghi stenti et con aver speso assai danari, et alti 6 del detto mese: Marco de'Nobili della Fratina, fu medesimamente preso sopra il fiume Tagliamento, et condotto nella dotta Città; ma dapoi essendosi liberato con buona somma di danari, ritornò alla Patria, nel qual giorno scorsero gran parte del paese, abbruciando più di 100 Ville, con stragge de miseri Contadini, et giunsero fin alle mura di Pordenone. Poi alli 9 di Novembre ritornarono verso Gorizia, et danneggiato che ebbero le Ville, et il territorio di Civida!e,si partirono li 11 del mese sopradetto con infiniti prigioni. La Quarta incursione successe il 5.o d' Aprile dell'anno seguente. Questi erano di 15000 li quali scorsi fino al Lisonzo fecero assai danni nel territorio di Mon-falcone, ma non passarono più oltre per terra delle genti Veneziano, ch'erano nelle sopradette Cittadelle al numero di 2000 uomini d'arme, et 8000 fanti, tra soldati pagati, et l'ordinanze della Patria ^allora chiamate cerni-de), per il chè non potendo far altro, consumati eh' eb-r bero 15 giorni nel Carso, ritornarono nella Bos-sina. Dapoi ammassati un'altra volta con Scanderio loro capo alli 22 di Luglio seguente ritornarono nella Patria, et passato ch'ebbero il Lisonzo s'azzufarono col Conte Carlo Montone Generale dell' esercito di questi Signori eh' era di 6000 cavalli bene armati nelle dette Cittadèlle, nel qual giorno dopo molte scaramucce fatte, i Turchi si ritirarono, con morte di pochi dall' una et 1' altra parte; per la qual cosa la Domenica seguente s'avviarono verso Caporeto per lo canal di Ronzina, per lo quale passa il fiume Lisonzo, poi per le porte di Plegro fra l'Alpi alla Tarvisa terra d'Imperiali, et calando nella Ponteccia conila di Germania, et di questj Patria, drizzarono il cammino nel canal d'Inchiaroi, per il luogo di Lanza, luogo della Carnia, discosto da Tolmezzo 14 miglia, et salendo a guisa di capre quelle alpi, penetrarono nella Zeglia paese di Tedeschi, posto in confin -della detta Carnia xerso. Tramontana, per luoghi molto aspri, et pericolosi di passare; et dalla Zeglia scorsero nel Contado di Ot-Jemburgo et in Corintia, ne',quali luoghi cosi difficili et strani fu loro fatto contrasto assai valorosamente dai Tedeschi, et da quei popoli detti Schiavi, con morte di molti, ma i Turchi uccisero assai più di essi Schiavi, per essere gente disarmata. Stettero molti giorni nella detta Zeglia,. per il chè la rovinarono a fatto, insieme col Contado di Ottemburgo, et poi che ebbero con barbaro furore anche distrutto il Cargno, finalmente con grosse et ricche prede, et prigioni innuinerabilj, P 8 di Settembre, ritornarono oltre la Culpa, fiume di Croazia, appel-» lato da Plinio, Colapis. Il-giorno poi 23 di Febbraro seguente, vennero lettere da Vinegia al Luogotenente in • V .i-ili ' t U ». i -u.- '..';•■ i ' «.il"Àj6f)M9f&''■ • « ; ' <(■<• )< f ' (Continua), ' ' f V- ' J"-Ji'i',i>. i : ' ' ;> ,i .. ( t, . 1 ». 11 « f..- t 1 i K ..! ' ■ 1 • ! Redattore 1»*. Handle* ' ■.:!>' ■'•) : > -s» ; ~ • ' Digitalna knjižnica Slovenije - dLib.si
NAPAKA - STRAN NI BILA NAJDENA


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