Processo verbale della seduta deli i l giugno. Radunatasi quest' oggi la Societa in Assemblea po-polare, venne preletto il Processo verbale del 3 giugno, che fu interamente approvato. Si noraino per 1' odierna seduta un presidente e due segretari. Presa la parola dal sig. Presidente, interpello la Societa se voglia occuparsi piuttosto deli' elezioni per il Parlamento di Vienna, o se meglio avvi interesse di trattare la questione di Francoforte. Per voto della maggioranza si passo alla discussione del secondo argomento. Pria pero di passarne alla trattazione propose alcuno che si dovesse nominare una Commissione col titolo di giunta elettorale, rispettivamente alle elezioni per il Parlamento Imperiale, la quale, maturando quanto credesse necessario, proponesse indi il suo elaborato alla Societa per 1' ulteriore disamina. Fu accettata la proposizione e nella prossima seduta si procedera alla nomina della giunta. II sig. Presidente indi fece lettura di una memoria rulativamente alla questione di Francoforte. Si trovava in essa opportuno che la Societa dei Triestini, intenta alla trattazione di tutti gli interessi della patria, dopo avere esposta la sua storia passata, si occupasse di una questione interessante e prima a presentarsele nella sua storia contemporanea, cioe la disamina deli' opportunita di una deputazione aH'Assemblea costituente di Francoforte, ed inferiva da cio che ella non avrebbe pero meno ad applicarsi ad una questione di estesa capacita, peroc-che avrebbe con cio assunta tale questione, che e insieme politica, nazionale ed economica, e che svolta in tulte le sue attinenze, esce legittimamente dai limiti entro cui sembra, a prima fronte, circoscritta. Accio poi in mezzo alla complessita del soggetto si distinguano alquanto i dilferenti punti che esso rac-chiude, stimavasi conveniente di fissare 1' attenzione sta-bilendo alcuni quesiti, che, come di mano in mano furono preletti e discussi, se ne dara ora un compendiato rap-porto. Per primo si chiedeva se Trieste potrebbe vedere con indifferenza una derogazione di quell' autonomia che il patto del 1382 tanto solennemente a lei garantisce, e confermata amplamente da altri atti Sovrani, escludendo la validita d' ogni contraria eventuale disposizione pre-cedente o futura; Secondariamente si domandava se Trieste vedrebbe con indilferenza lesa, comunque si supponga, 1' integrita della sua propria nazionalita, in un momento che le altrui nazionalita vengono rispettate anche da parti meno interessate a favorirle; E per terzo domandavasi se Trieste sola potrebbe essere fredda spettatrice di un pregiudizio qualunque alle • sue condizioni materiali, in mezzo agli sforzi che emer-gono da tutte parti per avvantaggiare le proprie? Alfermativamente 1'Assemblea rispose a questi tre primi quesiti. — In quarto luogo si domandava, se una piu stretta congiunzione colla Germania, nella tendenza di ricosti-tuzione nazionale, cio che effettud la riunione di un Parlamento costituente a Francoforte. possa ledere 1' integrita deli' autonomia politica e nazionale della patria nostra; e se la disposizione autorevolmente dichiarata dalla Germania a subordinare ai generali i privati interessi, solo che contraddiscano allo scopo di una Germania unica e potente; e se nella costituzione attuale dei rapporti commerciali di Trieste, considerate pure le sue impor-tanti franchigie, possa la condizione economica di Trieste essere pregiudicata, mediante piu intimo congiungimento colla Germania. Ouesto quarto quesito ha subito una viva ediener-gica discussione. Principalmente si osservo esser in grave pericolo il nostro porto-franco, fonte d' ogni nostra pro-sperita, ed altri chiamava periclitanti tutti gli interessi di Trieste, e come in grado eminente andrebbe a ledersi la nostra nazionalita; e qui il sig. Presidente appoggiava la questione facendo vedere come vi fosse pericolo cfc° 1' autonomia e la nazionalita ne scapitassero, non trovan-dosi garanzia sufficiente per la cosa nostra pubblica e politica, per cui non una pietra si dovesse portare aH' edi-fizio di Francoforte. E qua altro socio disse non esservi tanto pericolo di perdere la nazionalita, essendo che la costituente di Francoforte intendeva anzi rispettata la nazionalita e la lingua, ma dove vi sarebbe grave peri-^colo, ei credeva piuttosto nelle franchigie nostre e nei nostri diritti. Taluno avvisava poi, che non sarebbe stato mai atto di disobbedienza al Sovrano il rifiularsi aH' invito faltoci, essendo che un moto revoluzionario della Germania obbligava 1'Austria ad accedere al Parlamento costituente di Francoforte, e che il rifiuto da parte nostra in sostanza non sarebbe stato altro che concorrere alla volonta non subordinata del Sovrano me-desimo. Vi fu chi intendeva che Trieste dovendo stare ai destini dell'Austria, e in caso che essa troverebbesi necessitata di accedere a Francoforte, Trieste ne verrebbe di necessita involuta ai destini Germanici, quindi riteneva opportuno di protestare contro un cotale pericolo, fa-cendo conoscere, come grossa parte delle popolazioni Austriache in specialita Slava, non intenda aderire alla Dieta Germanica; che soltanto territori germanici devono apparlenere alla Germania senza involvere altre popolazioni non tedesche nelle loro mire, contro ogni loro volonta e contro il loro proprio interesse, per cui conchiu-deva che a Trieste necessiterebbe di fare una dichiara-zione esplicita che essa non intende per niun modo pren-dere parte ai desideri di Francoforte. II sig. Presidente voleva riservare questa questione di protesta per ultimo, approvando pero la massima, essendo che diceva di essere tanto piu necessaria, in quanto che anche le popolazioni sono talvolta despote, e vogliono in onta alla piu solenne garanzia di rispettata na-zionalita, togliere I' altrui terreno, purchž le mire e 1' interesse in acconcio le torni. Soggiunse taluno esservi opportuno, che con un atto adeguato si mostrasse la non volonta di Trieste, di aderire ali' aggregazione della Dieta Germanica, tanto piu che la protesta avanzala dai deputati di Trieste, non ebbe 1' onore che di essere posta fra gli atti, quindi desumeva da questo, quanto poco riguardo il predetto Parlamento costituente abbia per la nostra patria e pei nostri interessi e diritti speciali. — Ouanto fino qui venne discusso ha servito di ris-posta alla quinta domanda, in cui riconosciuto il pericolo, chiedevasi se Trieste avrebbe il diritto di rifiutarsi ali' invio di deputati a Francoforte; e se questo diritto fosse fondato nella sussistenza di sua peculiare condizione d' ente politico, condizione cui non fosse valevole ad alterare il subito aggregamento del 1815 alla Confederazione Germanica, considerandolo abusivo, contraddi-cendo P atto del 1382, e successive solenni conferme esplicitamente prevenienti qualsivoglia contraria disposi-zione. CVedi editto Carlo V del 1522). Ora considerate le conseguenze sull' opportunita d' inviare deputati a Francoforte, chiedeva lo scrittore in sesto luogo che nel caso supposto Trieste non avesse mandato deputati in Francoforte per non subire P autorita di un corpo politico, in cui non fosse legittimamente sub-ordinata, quale sarebbe stato il potere da cui ripetere la difesa dei propri diritti politici e nazionali e la tutela della propria economica prosperita? Trieste ricorrerebbe al naturale potere, rispose uno, al municipio suo, se uno ne avesse. — Altri intendeva che cio spetta al voto popo-lar.e espresso in forma di protesta, che si dovrebbe poi inviare al Parlamento in Francoforte. Ma non sembrava ad altro socio che il voto popolare potesse essere il potere deliberante, tanto piu che esso aveva avanzati i deputati cola. E qui nacque alcuna questione sulla piu 0 meno legalita della seguita elezione, che dopo alcuni pareri contrari, non si voleva opporre dubbio sulla piena legalita deli' atto, ma dubitavasi soltanto della sincerita e rettitudine deli' atto stesso. Conchiudevasi che il contra-ente ordinario sarebbe in ogni modo la sola Časa di Habsburgo. Seguitava ancora lo scrittore a domandare se P Atto di costituzione del 25 aprile, possa guarentire a Trieste 1 suoi diritti e la prosperita che da questi dipende, con- tro ogni possibile manomissione da parte della Germania; e se il carattere d' immodificabititd, d' irremovibilita e d' irrevocabilitd attribuito da taluno alla Costituzione, sia il vantato fondamento di sicurezza per Trieste in faccia al rimanente dello Stato Germanico nascituro. Appoggiava le sue ragioni sul § 50 dello stesso atto costituzionale del 25 aprile, sul rescritto del 6 maggio del ministero deli'interno a Vienna, e nel proclama Sovrano del 16 maggio, confermato dal ministero, e valido in tutta la sua pienezza. — Supposta che la garanzia dell'Atto costituzionale por i suddetti atti non ofTra la pretesa irremovibilita deli'atto stesso, chiedeva se Trieste possa ritrovarla nell'inviola-bilita del trattato del 1382, che atteso la natura sua legale di contratto, chiama responsabile il Sovrano verso Trieste della prevaricazione dei patti a danno di questa, qualora un' eccezione non seguisse per esplicito consenso d' ambe le parti, quindi 1' obbligo al Sovrano di difen-dere i diritti di Trieste derivanti da quel contratto con tutti i mezzi che stanno in poter suo. Per settimo punto domandavasi se senza ricorrere ai diritti fondati sull'integrita del potere obbligatorio del contratto del 1382, Trieste trova altra tutela per i suoi diritti e per le sue franchigie dali'Austria stessa, e voleva inferire tale garanzia dal dispaccio niinisteriale del 27 maržo a S. E. il Governatore Algravio di Salm, dichiarazione in-: direttamente confermata da un recente dispaccio, nell'as-sicurazione fatta ai Boemi dallo stesso ministro Barone de Pillersdorff: che P invio dei deputati a Francoforte non recherebbe pregiudizio ai rapporti di pubblico diritto della Boemia, come n«n ne porterd alle altre parti della Monarchia. Voleva qualcuno che un ordine o rescritto del ministro avesse poca o nessun' efficacia e che il ministro senza le camere nulla potesse disporre o promettere. Ed il sig. Presidente in appoggio di quanto fu esposto soggiunse che, per quanto sia a sua cognizione la provvisoria Commissione Municipale ricerco al ministro accio Trieste venisse risguardata come Provincia-Stato, su di che il ministro rispose essere una tale facolta unicamente attribuzione della camera. E in appoggio di questa deliberazione ministeriale, altri soggiunse che nulla var-rebbe la garanzia del ministro relativamente al non por-tare pregiudizio P invio dei deputati a Francoforte. Si domandava per ottavo punto, se 1' invio di una deputazione di Trieste fosse a risguardarsi come fatto compiuto, ed in appoggio di questa domanda esaminava la legge municipale del 38 accordata dali' Imperatore Ferdinando, dove, oltre agli interessi amministrativi era di sua attribuzione altri oggetti volti al benessere del Comune. Deplorava come dopo gli avvenimenti del maržo, la rappresentanza del Comune non se ne occupasse anche degli interessi estranei alla semplice amministrazione, e che si trascurasse di fatto la legge del 38 che pure vige ancora di diritto. E come nel momento importante delle elezioni per Francoforte si negligesse di chiamare alla coscienza di tutta la popolazione o il supposto diritto di Trieste ari-fiutar P invio, od avesse qualcuno accennato il bisogno di salutari antecipati provvedimenti contro possibili con- seguenze di un invio reputato necessario; e chi meglio, seguitava, che un municipio avrebbe potuto rappresentare la mente e la provvidenza di tutto il Comune? Che essendo rimasta la popolazione priva deli' unico mezzo legale a manifestare efficacemente le sue convinzioni, do-vette necessariamente da se sola agire e limitarsi nel momento a protestare col solo astenersi, come fece, dalle iscrizioni nelle liste elettorali, e riservarsi al momento che il legittimo organo si ricostruisca per protestare piu energicamente contro 1' operato di una tenue e meno previdente minorita. — Chiedeva per ultimo che per le avanzate ragioni, l'Assemblea dei Triestini si occupasse per un, indirizzo aila Costituente di Francoforte, accič, appena costituito il nuovo municipio, questo 1'opportuno provvedesse per le utili misure da prendersi sull' argomento, accio la trimestrale mancanza del municipio stesso non sia fonte aila patria, per la queslione di Francoforte, d' irreparabili guai. Fu trovato dali' Assemblea giustissima e salutare la mozione di un indirizzo o di una protesta, e lo dimostro per unanimita di voti. Nate essendo parecchie questioni sui modo come si dovesse effettuare questa protesta, ammetteva il sig. Presidtnte che chi non ha preso parte alle inscrizioni possa benissimo protestare; ma qualcuno diceva che la maggioranza non votante doveva subito energicamente opporsi, accio la minorita non sopraccaricasse il maggior numero. Un terzo soggiunse nulla ostare aila legalita deli' ele-zione il poco numero de' votanti, essendo che stava nell' arbitrio d' ognuno a prenderne parte o meno. Ri-presa dal primo la parola, opinava che senza esaminare scrupolosamente la piu o meno legalita del fatto, si dovesse unicamente basarsi sulle deliberazioni gia prese in Fracofort£, per richiamare, occorrendo, i deputati, e facendo loro pervenire categorica protesta. Ma le que-stioni andavansi incalzando svariatamente, quando si trovo a proposito che si nominasse apposita Commissione per la coinpilazione di una protesta o di un indirizzo. L'Assemblea .votava unanime aila proposizione e si formo tosto la Commissione nei soci presenti che accettarono 1' incarico. Nella prossima seduta, stabilita per li 14 corrente, la protesta o 1' indirizzo relativamente aila questione di Francoforte sara oggetto di discussione che si pone aH' ordine del giorno. E con cio si chiusero i dibattimenti deli' odierna tornata. Cenni per i Deputati. Non sempre 1' interesse cagiona 1' abuso nelle isti— tuzioni anche le piu saggie e dirette al pubblico bene, ma talora deriva dal non aver esattamente fissato le pro-prie idee, e stabilito quello che si desidera e si puo ot-tenere nell' ordine sociale. Le masse specialmente, non sempre riflettono e talora si lasciano trasportare da un primo, moto dando poi ai fatti e alle parole significati e spiegazioni del tutto contrari a quelli che loro devono attribuirsi. Liberta civile, non e che uguaglianza di diritti in faccia aila Legge. La Legge non e che il complesso di quelle regole o norme che un corpo sociale si stabilisce per il proprio benessere. La liberta civile invece da molti si prende pel diritto di fare cio che loro piace anche con pregiudizio altrui, e la Legge per la sanzione dei propri capricci. Vi e liberta civile ove i diritti dei cittadini sono tutti eguali, ove essi col mezzo dei loro rappresentanti formano le Leggi, stabiliscono le imposte e il modo d'im-piegarle, ove hanno il diritto di esaminare 1'uso delle medesime, e di chiamare a rendere conto coloro che le amministrano, e che fissano le ricompense dovute a chi si presta al pubblico servizio. Vi e liberta civile, ove ognuno puo francamente esporre i propri pensieri e sentimenti, infatti dove vi esiste liberta di parola e di stampa. Ma questa liberta di parola e stampa devono essere dirette al bene generale e non a suscitar torbidi, a sparger diffidenze, ad offen-dere e calunniare le persone. E qui io vorrei che la mia voce potesse non solo giungere alle orecchie, ma pene-trare nei cuori degli scrittori, e se avessi questa lusinga direi loro: — La parola e quel prezioso dono di Dio ch' essenzialmente vi distingue dai brutti, voi che avete ricevuto col genio il potere di comunicarla e renderla gradita, santificatela restringendola a quello che vi puo essere di utile e di buono per 1'umanita, sia essa pura al pari del vostro cuore, e prima di comunicarla pensate alle conseguenze dei principi che volete con essa dif-fondere. Nell' unione sociale gli uomini non possono aver avuto ne avere per oggetto che il comune benessere, e siccome questo loro riguarda e la massa generale, cosi essa deve adottare e stabilire le norme opportune per conseguirlo ed assicurarlo: ed ecco la Legge, che dalla nazione deve derivare ('). Ne sorge da quanto si e detto 1' errore di coloro che fra nazioni civilizzate e in civilizzazione crescente, avevano supposto di poter governare i popoli con potere assoluto e senza loro compartecipazione nel formare le Leggi. Gli abusi e le funeste conseguenze che ne de-rivano sono troppo palesi perche abbia a difondermi nel mio ragionamento. Tutto 1' edificio sociale si basava sulla cooperazione d' impiegati che avevano 1' incarico di comprimere colla forza la volonta generale; ora il nuovo ordine deve fon-darsi sui pubblico bene, e sull' amore ed interesse dei popoli di mantenerlo per proprio vantaggio. Maache, si dira, questi preamboli? Eccolo. Si av-vicina il momento in cui i Deputati anderanno a com-piere il piu geloso e santo degl' incarichi, ed io non šaro nel numero, ma amerei che vi fossero i miei sentimenti e i risultati delle mie meditazioni. In questa vista ho riuniti questi brevi cenni det-tati unicamente dal desiderio del pubblico vantaggio. Se fossi nell'Augusto Consesso direi a voce a coloro che saranno chiamati a corrispondere a tanti voti e desiderj, ed invece lo scrivo. — ' (') So che questa non e la definizione che si dava aila Legge, ma e il senso che io attribuisco a questa parola, e che mi sembra conforme alle idee presenti. « II solo vantaggio deli' intiero coipo sociale oc-cupi i vostri pensieri e diriga le vostre operazioni. Sein-plicila di amminislrazione, economia di spese. Vi sovvenga che solo ali' ombra deli' ordine e della tranauillita possono germogliare le saggie e liberali isti-tuzioni. Vi sovvenga che tutti gli uo.nini sono fratelli, ma che non si puo costruire un edifizio durevole, se non si rispettano e garantiscono la nazionalita e la lingua. L' uorno che rinega la propria patria non ha sentimenti di onore. La lingua poi e quel distintivo essenziale, a cui impunemente non si attenta; essa e quella che ci richiaina i vincoli piu cari, che in noi nsvegha i pni felici momenti deli' esistenza, e che anche da lungi ci trasporta sul patrio suolo, caro. e beato per chiunque nutre in petto un' anima sensibile O- Abbiate per ultimo sempre presente che su di voi sono rivolti gli occhi attenti della presente generazione e che non dovete anelare ad altra ricompensa che alle sue benedizioni e a quelle delle generazioni future. „ Dio, la vostra coscienza e il pubblico vantaggio sieno 1' unica guida dei vostri pensieri e delle vostre parole „. Rovigno li 15 giugno 1848. Giuseppe D.r Costantini. (i) La nazionalita e la lingua sono garantite dal § 4." della Costituzione. Pensieri su Trieste detiati nel 1785 da Antonio de Giuliani triestino. (Continuazione — Vedi il num. anteced.) cSituazione relativa.) — Se si vuol considerar la situazione della citta di. Trieste relativamente ali'interno dello Stato, convien accordare che ad onta di mille dif-licolta, vi sara' sempre una ragione, che la deve qualifi-car vantaggiosa, perche se il mare e un grande oggetto per la comunicazione e consumo esterno, e se lo spi-rito di commercio che si estende nelle provincie rico-nosce qualche dipendenza dalla vicinanza di un porto di mare, non avendo la parte meridionale della Monarchia altro porto che Trieste, ne segue che per necessita as-soluta egli verra sempre piu frequentato a misura che questo spirito occupera sempre piu la nazione. Avanti 1' apertura del porto di Trieste non si conosceva ne commercio, ne circolazione interna: tutto languiva. In oggi 1 quand' anche il nostro commercio esterno non sia tale qual egli potra essere col tempo, egli servi a togliere i popoli dali' inazione, ed a sostituire un felice movimento, che diede un' altra vita a tutte le condizioni. Se poi si vuole considerar la situazione di Trieste in rapporto ai paesi che la circondano, questa e tale, che la sua popolazione dovra sempre moltiplicarsi a spese altrui,.e qual-ora si sapesse prender partito, Trieste sarebbe al caso di divenire un asilo assai ricercato dagli stranieri. Da una parte si e vicini al despotismo, che nutre una folla di malcontenti, i quali giornalmente cercano un altro cielo ed un' altra patria, dove meglio ricoverare se stes-si e le loro sostanze sotto il manto della sicurezza. Dali'altra si confina con una Repubblica, che come tale ha la gloria di aver molto vissuto, e che gia si risente della sua caducita. La mancanza delle antiche risorse e pur troppo sensibile agli abitatori di sterili lagune, e la necessaria conseguenza sara quella di far passaggio dove verranno chiamati dalla lusinga di una vita meno sten-tata, e forse ancora piu libera. Non lungi seguono le contrade sin ora alimentate dalla superstizione, le quali piangono in oggi la fatal corruzione del secolo, ch' ebbe 1' ardire di scuotere il sacro giogo, su cui era fondato il piu ben inteso sistema delle finanze. Dacche spirituali tributi cessarono di provvedere al fasto ozioso, ed alle pompe di un lusso straniero, la classe degli artisti e dei manifatturieri sempre la prima ad accorgersi delle alte-razioni che nascono nell' opulenza di uno Stato, gia sente il bisogno di procacciarsi altrove il suo sostenta-mento. Tutti questi riflessi tendono a provare che si concorrera sempre volontieri a Trieste, dove il misero trova nutrimento, dove chi possiede trova liberta, sicurezza, e facilita di aumentar le sue fortune. (Circostanze de' tempi.) — Le circostanze de' tempi aggiungono nuova forza alle fatte esposizioni, che da taluno verranno forse considerate come sogni ingegnosi. Per garantirsi meglio da ogni ombra d' illusione, si porti solamente uno sguardo penetrante sopra 1' odierno prospetto di cose. Si prenda in considerazione 1' attual cambiamento di tutta la Monarchia: si osservino gli spi-riti mediante una felice rivoluzione gia inclinati ad un nuovo ordine d' idee, cessar di occuparsi delle chimere, che prima assorbivano tutte le nostre facolta fisiche e morali: 1' esame dello Stato e dei prodotti delle nostre provincie fa vedere non solo assicurata 1' indipendenza dalle altre nazioni per rapporto ai nostri bisogni asso-luti, ma ancora favoriti di un superfluo, che dovra fissare sempre piu una vantaggiosa comunicazione con gli stranieri: le scienze coltivate: il gusto delle arti, e delle manifatture risvegliato: il ministero che entro nelle massime politiche, per cui i nostri vicini arrivarono a quel grado di superiorita, al quale noi siamo incammi-nati: lo stato delle nostre forze interne, che seppe in-lluire a farci anco rispettar sopra il mare: il commercio, e la navigazione, che non si annunziano in luogo se non per dipartirsi da un altro: un Sovrano finilmente donato dalla Provvidenza per dare un nuovo aspetto alla sua Monarchia, tutto concorre a stabilire, che per ora non sono assegnabili i confini aH'ingrandimento della citta di Trieste, e della sua popolazione. Salire, e discendere fu sempre il destino delle nazioni; 1'uomo non si accorge se non dei risultati, e non vede 1' ordine delle cause, per cui la scena varia costantemente sul teatro del mondo. Se si conviene che in oggi osservasi fra noi un' attivita, ed un movimento, che prima non esistevano, e che de-vono acquistare sempre piu maggior estensione, di que-sto dovranno necessariamente risentirsi le altre nazioni, che ci tenevano nella loro dipendenza, la cui superiorita era pur troppo precaria, e fondata sopra i nostri bisogni. II commercio si acquista, il commercio si perde con in-sensibili gradazioni. Ogni diminuzione per quanto indif-ferente ella sia, e sempre fatale per chi deve solfrirla. Ogni piccolo aumento e sempre considerabile per chi in-comincia. Nelle presenti circostanze i nuovi guadagni di una nazione non possono essere se non le perdite di un' altra. Percid un paese nascente dev' essere un oggetto di gelosia, perche egli non si forma, se non a danno di un terzo, e col chiamare a se quelli che il commercio abbandona. (Sara continuato~)