Anno I. N. 15. Si pubblica il 1° e 16 d'ogni mese. Abbonamento aunuo Cor. 4.— ; Singolo numero Cent. 20. Era Nuova Organo del partito democratico istriano. Inserzioni a prezzi da convenirsi. Redazione ed Amministrazione : TRIESTE ViaS. Maria M.sup, N. 1 II piano. La line del litigio I giudiziosi compagni del Lavoratore, fra i tanti articoli nostri che s' indirizzano ai socialisti italiani dell' Istria, ne prendono uno, ci chiacchierano con molta disinvoltura, ci fanno sopra un po' di rettorica e conchiudono : voi avete torto perchè siete borghesi. La ragione non sembra a prima vista concludente tanto, quanto essa effettivamente è ; infatti, i partiti politici avversi usano di solito darsi torto per la ragione che il partito avversario deve necessariamente aver torto. Con un po' di maggior ragionevolezza delle parti si potrebbe conchiudere meglio ; ma quando mai, da Adamo in qua, gli uomini sono stati ragionevoli? Ciò del resto non entra nel cortese dibattito tra noi ed il Lavoratore, il quale prende più tardi in mano il nostro articolo successivo e, datagli un' occhiata, esclama : „ ma, guardate, come costui ci risponde ! Parla d'altro; dunque non discutiamo con questi democratici nazionali che non sanno rispondere iri altra materia ai nostri poderosi argomenti !" E il Lavoratore, che, forse per recondite ragioni sue, crede di aver diritto di ritenere, che gli altri giornali non possano avere altro obbiettivo che quello di leggerlo e di rispondergli a tempo, non ha neppur pensato che l'articolo nostro, al quale esso si riferisce, non fosse per avventura scritto nè per lui, nè contro di lui. Ma noi perdoniamo volentieri, anzitutto perchè quest' orgoglio manifestato così, senza ipocrisia, ci piace, e poi perchè nello stesso articolo in cui dichiara chiusa la discussione, il Lavoratore assicura che ci risponderà se noi tratteremo un argomento di suo gusto : la conciliazione, cioè, fra italiani e slavi. Tratteremo dunque quest' argomento. Il nostro compito è facilitato dallo stesso Lavoratore che ha avuto la compiacenza di anticiparci le sue idee in proposito, sebbene poche righe pfima avesse promesso di rispondere appena. E noi, pertanto, lo ringraziamo. II Lavoratore esprime la sua opinione in cinque periodi, che si possono chiamare cinque massime e che noi daremo, chiosate, per intero. Prima massima: ,,La possibilità di un armistizio nelle lotte di razza, quando i popoli si trovano nella più oscura ignoranza, è un assurdo." Ma precisiamo: armistizio o conciliazione ? Potremmo pretendere dai contradditori un po' di maggior precisione nelle idee, ma come pretenderla da loro, che sono nutriti ed imbottiti di rettorica? E va bene: sia pure assurda una conciliazione quando i popoli si trovino nella più oscura ignoranza, non si ammette la più oscura ignoranza del popolo nostro, nè la più oscura ignoranza del popolo slavo, e nel caso concreto si tratta di questi due popoli. Questa ignoranza, superlativamente oscura, non si ammette, perchè non esiste; e che non esista è provato dal successo che ha avuto la propanganda socialista fra noi; successo che sarebbe stato impossibile senza un grado di coltura nel popolo. A meno che, del resto, il Lavoratore non voglia sostenere che i socialisti, meno i capi, sono degli incoscienti ! Seconda massima: «Elevate moralmente ed economicamente il popolo e questo diverrà.... socialista; spariranno così tutte le lotte, tutti gli odi nazionali." Che, elevando moralmente ed economicamente il popolo, spariscano le lotte e gli odi nazionali può esser vero ; che il popolo, così elevato, diventi socialista, e che per far cessare le lotte nazionali bisogni che esso sia socialista, non è vero. Guardate la Svizzera; l'hanno fatta i socialisti? Eppure la Svizzera dà luminoso esempio del come tre nazionalità possano vivere l'una accanto l'altra in pace, rispettandosi a vicenda, progredendo ciascuna senza ledere i diritti dell'altra, contribuendo anzi ciascuna al progressivo sviluppo dello Stato. Terza massima: «Elevate una sola delle due razze in lotta e la più civile attirerà a sè l'altra, imbastardendola dapprima, confondendola dappoi e facendola alfine anche sparire. " E, vedete caso, proprio in Istria, dove si trovano in lotta due elementi, l'italiano e lo slavo, il primo assai più progredito dell'altro, tutto questo 11011 nasce. Gli slavi vivono da secoli accanto agli italiani e parlano l'italiano pei loro bisogni, ma, in tutto il resto, sono rimasti slavi. Perchè accada quanto vuole il Lavoratore non è sufficiente che uno dei popoli in lotta sia più progredito, ma è necessario che il meno progredito si elevi. Elevandosi, e 11011 trovando civiltà sufficiente presso di sè, esso assorbirà la civiltà più vicina, si snazionalizzerà per civilizzarsi. Ma se il popolo meno progredito resta attaccato alla terra, non attendete imbastardimenti di razza. Ed esempi di quanto asseriamo ci sono parecchi : il contadino slavo resta contadino ; suo figlio, che viva e studi in ambiente italiano, diventa e si sente italiano. Così anche — scusate l'esempio — il figlio del rinomato compagno Etbin Kristan, potrà, crescendo a Trieste, diventare un italiano, slavofobo fino alla midolla delle ossa ed alla radice de' capelli. Ma questi fatti singoli, che si compiono anche a vantaggio degli slavi, perchè un bambino italiano crescendo in terra slava si slavizza, che cosa significano? Il fatto è che due popoli diversi, 1' uno progredito l'altro no, possono vivere assieme per secoli senza che il primo modifichi essenzialmente l'altro. Quarta e quinta massima.... Ci manca il tempo di continuare. Il resto alla prossima volta. COSE AGRARIE Per porre un argine ai misfatti agrari, tagli di viti, incendi di fieno e paglia ecc. ecc., che sono all' ordine del giorno in tempi di elezioni nelle campagne istriane, senza che gli autori ne fossero stati mai scoperti, la Dieta dell' Istria votò, in una delle anteriori sessioni, una legge, ch'ebbe l'infelice sorte rivelata dalla seguente nota luogotenenziale, diretta alla Giunta provinciale : Sua Maestà I. e R. Apostolica con Sovrana Risoluzione del 1° maggio 1901 non ha trovato di impartire la Sovrana sanzione al disegno di legge, deliberato dalla Dieta Istriana nella sua seduta del 2 giugno 1899, in cui vengono aggiunte alcune disposizioni alia legge 28 maggio 1876 N. 18 B. L. P. concernente la tutela dei beni campestri; e modificati i paragrafi 24, 37 e 39 della legge stessa, autorizzando il signor ministro dell'agricoltura di partecipare alla rappresentanza provinciale i motivi di tale diniego. In seguito a ciò il signor ministro d'agricoltura con dispaccio 11 maggio 1901 N. 11600/2796 ha trovato di precisare questi motivi come segue: Coli' accennato progetto viene anzitutto ordinato che qualora in caso di danneggiamento dei beni campestri, l'autore o gli autori del misfatto non vengano eruiti entro 8 giorni, risponderà per l'indennizzo il Comune locale per conto ed a carico del romune censuario ove seguì il danneggiamento, salvo il diritto di regresso verso gli autori che venissero eventualmente più tardi eruiti (§ 16 a). Inoltre il § 44 a dispone come si procederà nell' elevare questa pretesa di risarcimento del danno, e fra altro viene pure stabilito che la Po-destaria debba ripartire in parti uguali l'importo d'indennizzo fra le famiglie del Comune censuario, ove seguì il danneggiamento. Scopo di queste disposizioni è di diminuire per quanto possibile l'avverarsi di danni campestri chiamando a responsabilità peli' indennizzo da prestarsi i più prossimi vicini ed usando in tal modo una pressione ihdiretta, acche esercitino una tal quale vigilanza sui beni campestri. Servirono di esempio le disposizioni analoghe della legge a tutela dei beni campestri per la Dalmazia del 13 febbraio 1882 N. 18 B. L. P. che nelle loro parti essenziali vennero accolte nel progetto di legge in discorso. In ciò non si ebbe però riguardo alla disparità fra l'organizzazione dei Comuni nella Dalmazia e quella dell'Istria. In virtù della legge comunale per la Dalmazia la frazione comunale ha una dirigenza propria statuita dalla legge ed una speciale rappresentanza, per cui si trova nella possibilità di veder rappresentati e tutelati i suoi interessi nel Comune localé ; a norma delle disposizioni del regolamento comunale per l'Istria invece al Comune censuario non ispetta alcuna funzione amministrativa (fatta eccezione per una speciale amministrazione patrimoniale eventualmente concessa) sicché non gli è accordata nessunissima ingerenza nella gestione amministrativa del Comune locale. Poiché, secondo le disposizioni del regolamento comunale, esclusivamente il Comune locale è chiamato a curare la sicurezza della proprietà e poiché al Comune censuario non è lecito di prendere alcuna ingerenza circa il modo in cui il Comune locale adempie tale suo obbligo legale, non è assolutamente ammissibile di chiamare a sì estesa responsabilità il Comune censuario per la eventualmente insufficiente sorveglianza che avesse causato dei danneggiamenti di beni campestri; Considerando poi che 1' importare dei danni campestri in molti casi è rilevantissimo e che singoli Comuni censuari sono abitati da popolazione povera ed esigua per numero, non si può reprimere il timore, che l'indennizzo da prestarsi da poche e povere famiglie possa costituire per esse un onere addirittura enorme. Il concetto della famiglia poi non apparisce definito con precisione dal progetto di legge più detto ; ed è questa una mancanza che potrebbe naturalmente causare non poche e varie difficoltà nella ripartizione dell'importo dell'indennizzo. Infine va eccepita anche la disposizione che a tenore del § 16 a spetta al Comune locale di fare valere il diritto di regresso. Il Comune locale in molti casi non avrà, cioè, il necessario interesse a far valere energicamente il diritto di regresso che gli spetta, se i cagionati danni campestri saranno rifusi dal Comune censuario. Però anche fatta astrazione dalle premesse considerazioni va osservato ancora che il richiamo fatto dalla Giunta Provinciale Istriaua alle analoghe disposizioni della legge dalmatina sulla tutela dei beni campestri dell' 11 febbraio 1882 N. 18 B. L. P. riferent.isi alla responsabilità delle frazioni comunali per danni campestri non regge, già per la semplice ragione che la menzionata legge Dalmatina non statuisce ex novo questa responsabilità, ma si limita a mantenere in vigore le vecchie disposizioni vigenti in Dalmazia, a tenore del Decreto governiale del 3 marzo 1836 N. 3416. Nel più accennato progetto di legge all' incontro questa disposizione, di carattere di diritto civile e contraria alle norme fondamentali del codice civile universale sull' indennizzo, viene accolta ex novo. L'accoglimento di una tale disposizione però iu una Legge provinciale è, in vista degli articoli 11 e 12 della legge 21 dicembre 1867 B. L. I. N. 141 sulla rappresentanza dell' Impero, del tutto inammissibile. Oltre a tuttociò il progetto di legge surricordato si appalesa difettoso anche in altri riguardi. Così nell' inciso primo del § 39 si deroga alla disposizione sul limite massimo, fino al quale la giurisdizione sul risarcimento del danno è sottratta al giudice ordinario, mentre nel secondo inciso del paragrafo stesso viene mantenuto inalterato il riferimento alla limitazione anzidetta. Nel § 37 non si ebbe riguardo alla valuta in corone. Se codesta Giunta Provinciale intendesse di ripresentare un progetto di legge sulla materia in discorso alla Dieta Provinciale, vorrà previamente comunicarmene il tenore, ond' io possa presentarlo prima della "pertrattazione in seno alla Dieta all'i, r. Ministero di agricoltura. Con ciò resta evasa la Sua nota 9 dicembre 1899 N. 3818. L'i. r. Luogotenente tìoess. DIETA PROVINCIALE DELL' ISTRIA Seduta del 17 settembre, ore 10 ant. Presiede il Capitano provinciale comm. Cam-pitelli ; sono presenti 19 deputati italiani e 7 slavi. Rappresenta il Governo, il cons. luogotenenziale cav. Fabiani. Dopo l'approvazione del verbale, l'on. Venier chiede di parlare riguardo una interpellanza presentata nella seduta antecedente dall'on. M. Trinaistic sulle condizioni di Crassizza. Nella sua interpellanza, l'on. Trinaistic, certo tratto in errore da false informazioni, asserì che Crassizza manca di strade, di medico, di levatrice e perfino di una scuola, beucliè le addizionali sieno state elevate dal 100 al 140 p. c. Nota che questo aumento fu dovuto appunto alla costruzione del cimitero, per la quale il Comune di Crassizza assunse un prestito. Quanto alla mancanza di strade dimostra che quella villa — che si trova sul margine della strada erariale — possiede una rete di strade estesissima. Tutti i comuni, poi, potrebbero chiamarsi fortunati se avessero il servizio medico di Crassizza. Riguardo la levatrice, nota ch'essa esiste bensì, ma le vil-liche non se ne servono, preferendo ricorrere a loro amiche e comari. La scuola poi esiste da otto anni ed è frequentatissima. Dott. Trinaistic, chiede di parlare. Presidente. Ma non è una discussione. Voci, dai banchi della maggioranza : Parli, parli. Dott. Trinaistic pronuncia qualche parola in croato. Il Presidente comunica che, inviate speciali condoglianze al console generale degli Stati Uniti, questi gli scrisse subito pregandolo di riugra- ! ziare la Dieta, per l'omaggio votato alla memoria di Mac Kinley. Comunica poi varie istanze, per aumento di pensioni; e una lettera di ringraziamento della Società d' archeologia e storia patria, per il valido concorso dato dalla Giuuta alla Società, per gli scavi a Nesazio. L'on. Jenco in una interpellanza dice che il Governo lavora ad italianizzare la provincia, che è in grande maggioranza slovena e croata. L'italianizzazione è estesa anche alla Commissione d'imboschimento del Carso. Questa Commissione, ■ composta iu grande maggioranza da funzionari governativi, esercita le sue funzioni esclusivamente in italiano, mentre la maggioranza del paese è slovena e croata Giorni fa la Commissione inviò alla Podesteria di Castelnuovo undici decreti da intimarsi a consorzi boschivi. I capi di quei consorzi, visto che i decreti erano in italiano, li respinsero. La Commissione, allora, ricorse al Governo, il quale dispose perchè fossero consegnati in via ufficiosa. Chiude col chiedere: È decoroso tale procedere? È disposto il Governo a impedire che il fatto si ripeta? Vengono presentate le seguenti mozioni d'urgenza : dell' onor. Costantini, perchè la Giunta sia incaricata di sollecitare dal ministero delle ferrovie, che la stazione di Pisino sia elevata alla seconda classe, aggiungendole un magazzino per le merci ; dell'on. Pizzi, perchè sia istituito in Pola un Liceo provinciale femminile, con lingua d'istruzione italiana; essendo il Comune disposto a fornire i locali per la scuola, e sostenere la spesa d'illuminazione e calefazione : dell' onor. Benatti, perchè la Giunta provinciale accordi un sussidio di carestia alla frazione Laura del comune locale di Maresego, fortemente danneggiata dalla grandine; dell'onor. Scampicchio, per altro sussidio della Giunta alle frazioni del Comune di Albona, specialmente a quella di S. Domenica, danneggiate dalla grandine; dell'onor. Venier, perchè in tale beneficio siano compresi i comuni di Momiano, Grisignana, Piedimonte e limitrofi. Le mozioni Bennati, Scampicchio e Venier vengono approvate all'unanimità; le prime due passeranno all'ordiue del giorno d'altra seduta. L'on. assessore Chersich riferisce, a nome della Giunta provinciale, sul disavanzo del preventivo provinciale 1901, colla seguente proposta: Piaccia all'ecc. Dieta deliberare che a coprimento del disavanzo derivante al bilancio dell'anno corrente e dei futuri per gli aumentati emolumenti dei maestri, venga — a datare dal 1° del mese successivo al giorno iu cui sarà conseguita la sovrana approvazione — levata 1' addizionale provinciale al dazio erariale di consumo sul vino e sulle carni dal 100 al 125%, stabilendo in pari tempo che quest' aumento abbia a durare soltanto sino a che o in seguito all'assunzione in propria regia delle imposizioni di consumo, o all' attivazione di un aumento dell' imposta erariale sulla birra a favore delle provinole, il fondo prov. dell' Istria abbia ad avere un reddito maggiore dell' attuale e pari all' importo che ora s'incasserebbe in esito al deliberato aumento dell'addizionale al dazio consumo. La mozione viene passata alla Commissione di finanza. Punto III e IV dell'ordine del giorno: Relatore l'on. dott. Vareton per la Commis sione politico-economica, si accoglie il ricorso di Antonio Piccoli e si respinge la domanda di Antonio Gianola, di istituire uu separato consiglio d'amministrazione per Momiano ; si respinge pure l'istanza di quei di Cuberton, per la costruzione di una strada. Votano per le relative proposte solo gli italiani. Punto V dell' ordine del giorno : L'on. dott. Bubba per la Commissione di finanza propone : Piaccia all'ecc. Dieta : 1. accordare la sauatoria ai sorpassi d' esito risultanti alle rabr. VI, X e XIII ; 2. approvare il conto consuntivo del fondo provinciale dell'anno 1900 che si chiude con un introito di cor. 2,359,646 61, con un esito di cor 2,423,824.99, compreso nell' introito e nell' esito anche il prestito provinciale ferroviario di cor. 1,400,000. —, e quindi con una deficenza in cor. 64,178.38, coperto coi civanzi delle gestioni anteriori ; 3. prendere a notizia che, coperta la deficienza indicata ad 2, il restante civanzo in danaro del fondo provinciale ammontava addi 31 dicembre 1900 all'importo di cor. 112,179.02 passato in aumento del patrimonio provinciale ; 4. approvare il seguito esito dei titoli 2 e 3 della rubr. VI del conto provinciale per l'importo di complessive cor. 48,550.— passato al fondo depositi e danari altrui per la futura esecuzione di spese stradali e provvedimenti d' acqua ; 5. autorizzare la Commissioni di finanza di apporre al conto la clausola di omologazione. Dott. Stangher. Parla iu islavo. Poi continua in italiano. Alla minoranza slava, dice, è impossibile ogni controllo o critica sull' amministrazione provinciale, perchè è esclusa da tutte le Commissioni e non può prendere in esame gli atti ed i libri. Essa non può far altro che protestare e votar contro Ai deputati slavi non è possibile nemmeno leggere le relazioni, perchè non vengon stampate nè diramate. All'uopo basterebbe tirarne alcune copie con un etnografo e non lo si fa. Così i deputati slavi, apprendendo il tenore delle relazioni appena quando se ne dà lettura iu Dieta, non sono in caso, nonché di esaminarle e studiarle, neppure di comprenderle esattamente. Ciò è contrario al regolamento ; ma bada forse ;1 presidente al regolamento quando si tratta degli slavi? Mandic : Non s' è mai visto peggior presidente ! Dott. Stangher: Del resto, non soltanto i deputati slavi souo trattati così, non soltanto sono esclusi dalle Commissioni contro ogni buona regola, anzi convenienza parlamentare, ma addirittura da tutta l'amministrazione provinciale. E non solo essi, ma tutti i contribuenti di parte slava, che sono pure la gran maggioranza del paese. Tutto il governo della cosa pubblica in Istria è nelle mani degli italiani. Nella Giunta la minoranza slava non ha alcun seggio.... Dott. Bennati: L'avevate! Dott. Stangher : Ne fummo esclusi in modo violento.... Spincic : Sì, colla violenza. ein GewaHact. Così 1' ha qualificato il capo della maggioranza, il dott. Bubba, nelle conferenze che abbiamo avuto a Trieste. Dott. Stangher : Così la campagna non è più rappresentata nella Giunta. Una voce: Lo è dall'on. Chersich. Spincic : Dovrebbe vergognarsi di sedere a quel posto. Dott. Stangher : Neil' istituto agrario pure nessun rappresentante della minoranza. I ragazzi non vi si ammettono se non sono italiani. Nei comitati stradali, pure, non si ammettono che persone fide alla Giunta. Si dovrebbe pensare che dovendosi nominare in quei comitati non politici, due delegati, uno ne dovesse per equità essere scelto per una nazionalità e l'altro per l'altra. Nossignori. Tutti e due italiani. E questa si chiama saggia, retta amministrazione. Nel comitato permanente del Consiglio agrario provinciale idem. Assess. Tornasi: Sicuro, perchè il Governo vi ha nominato due de' vostri. Dott. Stangher: E vero, ma il Governo l'ha fatto per giusto titolo di compensazione dopo che voi vi avevate nominato esclusivamente italiani. La stessa cosa avviene nel Consiglio scolastico provinciale. Appena di recente vi fu nominato dal Governo uno slavo contro dieci italiani, e che rumori non se ne fecero. Pareva dovesse cascar il mondo. Quando la Giunta ottenne tre seggi nel Consiglio scolastico provinciale, credeva che uno ne verrebbe dato alla minoranza. Mi illusi. Nei Consigli scolastici distrettuali idem, benché la legge prescriva che debbano esser composti di persone del distretto. Invece la Giunta vi manda a suoi rappresentanti gli assessori. Spincic : Vi vanno per viaggiare..... Mandic : E per mangiare. Dott. Stangher : Insomma deputati e contribuenti slavi sono esclusi dal governo della cosa pubblica. Questi i motivi per cui non possiamo controllare 1' amministrazione. In quanto alle cifre del bilancio in discussione, non possiamo, per i notati difetti di debite comunicazioni a tempo, riconoscerne o negarne l'esattezza C' è tra esse, però, la partita „spese per 1' amministrazione centrale" cor. 100,OOO, che mi sembra enorme. Spincic : Come si farebbe l'agitazione ? Come si pagherebbero gli agitatori ? Dott. Stangher : Nel capitolo „scuole" troviamo quella di cor. 27,000 per il Ginnasio prov. italiano di Pisino.... Spincich: Non necessario.... Dott. Stangher: .... non indispensabile, perchè per i bisogni degli italiani poteva bastare quello di Capodistria : e poi cor. 10,000 per sussidi a scolari poveri, che saranno certamente del Ginnasio italiano di Pisino. Spincic : Certo non per quelli del Ginnasio ■croato. Dott. Stangher : Con quei denari non si sussidiano gli scolari, ma si oomperano (rumori). •Conosco una famiglia che ricevette cento fiorini perchè inscrivesse un suo figliolo al Ginnasio italiano. Spincic : Cosi si fa. ,4ssess. Tornasi : Siete voi che fate così. Dott. Stanghei- : Non lo facciamo. Ma se lo facciamo, lo facciamo coi nostri denari, non con quelli dei contribuenti. Voi date i sussidi prima che avvenga l'iscrizione ! Così si reclutano gli studenti del Ginnasio italiano. Ho saputo da ottima fonte poi, che, quando si voleva dare l'appalto del dazio consumo alla federazione degli esercenti, sarebbe stato convenuto il canone di fior. 21,000 per la provincia e di fior. 3000 per un libello slavo a servizio degli italiani. Sarebbe tale enormità questa che, ad onta della serietà di chi me 1' ha riferita con ■ogni dettaglio, stento di credervi. Ad ogni modo il sistema deplorato è la negazione del parlamentarismo. Mi stupisco che il Governo sanzioni -questo modo di procedere (rumori degli slavi). Spincic : Il Governo approva tutto. Il presidente: Per quanto riguarda l'esame dei libri, quest'è diritto dei membri delle rispettive Commissioni. Se non si procede alla diffusione di certe relazioni, lo si deve un po' all'eccezionale situazione della Dieta, che viene convocata fuori della sua sede legale. Assess. Tornasi : Non seguirò l'on. Staugher su tutti i punti del suo discorso. Dirò solo che ciascuno segue la sua via. Quei signori (additando la minoranza) hanno certi obbiettivi che ci impongono la più assoluta intransigenza. Metterò a posto alcune delle cose dette dall'on. Stangher. Per esempio l'invio di delegati della Giunta nei Consigli scolastici distrettuali lo si fa unicamente per motivi d' ordine. Invece gli on. Spincic e Mandic dissero che i delegati vi vanno per mangiare e per viaggiare (rumori). Presidente : Se avessero detto ciò, li avrei chiamati all'ordine. Spincic: Ripeto „per viaggiare". Mandic: Ed io ripeto „per mangiare". Assess. Tornasi: Ebbene, la Giunta dà a questi delegati sette fiorini d'indennizzo e ne spendono dieci soltanto di carrozza ! Riguardo i sussidi scolastici, non è vero che si neghino a studenti slavi. Semplicemente non c' è nessuno studente slavo che li domandi. E ad essi, del resto, provvede il Governo. Bennati: Sicuro, per gli slavi pensa il Governo ! Assess. Tornasi : Agli studenti di legge, del primo anno, non si accordano sussidi, perchè generalmente il primo auno nemmeno frequentano l'università. Cito il caso del nipote d'un pezzo grosso sloveno, dell'ori. Laginja, che fu invitato a concorrere ad uno stipendio per il secondo anno, ma che non si mosse. In quanto alla faccenda del canone daziario e della sovvenzione ad un giornale, respingo l'insinuazione fatta a carico della Giunta. Respingo pure 1' accusa che si faccia una specie di bottega dei sussidi per gli scolari di Pisino. Può 1' on. Stangher provare le sue accuse ? Lo faccia! E giacché la minoranza ha parlato del Ginnasio italiano di Pisino come d' una spesa superflua, parlerò io un po' del Ginnasio croato. L' on. Lttginja profetizzò che il Ginnasio italiano di Pisino fra cinque anni non esisterà più. E il Ginnasio croato? Per farlo dichiarare effettivo il consigliere luogotenenziale Klodic fece un rapporto mirabolante. Secondo questo rapporto, gli inscritti furono 127, ma sarebbero stati assai di più se molti istriani non si fossero recati al Ginnasio di Sussak. Quei 127, dopo il primo esame, si ridussero a 102, tanto per creare la parallela ; poi si ridussero ancora ad 86, in fine a 70 ; e di questi erano croati appena il 30 per cento. Secondo il rapporto Klodic, questi ragazzi erano tutti figli d'impiegati, di capista-zione, di agiati contadini, la fine fieure croata, insomma. Invece si sa che l'inscrizione fu fatta unicamente con criteri politici. Si voleva avere scolari a tutti i costi. Ne furono assunti di quelli che non avevano nemmeno frequentato una scuola popolare, ed avevano ricevuto soltanto un'istruzione affrettata di quattro o cinque giorni, tanto perchè avessero un barlume di abecedano. E all' inscrizione venivano accompagnati non dai loro genitori, ma da preti. In un giorno capitarono a Pisino sedici preti! (uuuh!) Dott. Ghersa: E frati! (ilarità). Assess. Tornasi: Tutti questi figli di impiegati e capistazione erano invece vestiti di poveri abiti contadineschi. Mandic : Anche noialtri vestivamo da contadini e no se vergognemo. Dott. Ghersa : E li avete ancora addosso. Mandic : Cosa dice ? Assess. Tornasi : Non derido i poveri contadini, rilevo le falsità del rapporto Klodic. Il direttore del Ginnasio croato, a vedersi capitar quella gente s'era avvilito. Però ora tutto è cambiato, ma per opera dei Comitati di soccorso. In un giorno a Pisino si comperarono perfino 50 ombrelli per quei figli d' impiegati e d' agiati contadini. Riguardo il grado d'istruzione di questi scolari ho detto. Aggiungerò che lo stesso Klodic disse che sarà felice se cinque almeno di quei 127 faranno gli esami di maturità. Per cominciare, i professori hanno dovuto insegnar loro a leggere e scrivere e a far di conti. Altro che studi classici ! Di più per questi scolari croati si trascura l'osservanza d'ogni legge igienica e sanitaria. Sono male alloggiati e male nutriti. Alcuni dormono perfino nella scuola. Altri devono portarsi in ferrovia lontano dalla città. Del resto di Pisino fra quegli scolari ce n' è uno solo, il figlio del „nonzolo", che ne ha un altro al nostro Ginnasio (ilarità). E non c' è famiglia di Pisino che abbia preso a dozzina alcuno degli scolari croati. Noto poi che, riguardo la classificazione, ai professori del Ginnasio croato si racccomanda la massima indulgenza ; mentre da quelli di Capodistria si esige la più rigida severità. E di tasse scolastiche poi, quei croati non pagano un soldo. Dott. Ghersa : Sono agiati. Spincic : Non sono agiati. Dott. Ghersa: È Klodic che lo dice. Assess. Tornasi : Il Klodic ha taciuto anche sulla circostanza che a quegli scolari si devono insegnare perfino i primi rudimenti elementari del vivere sociale. Ma al Klodic premeva di ottenere 1' effettività per quel Ginnasio. In quanto alla profezia dell'ou. Laginja, spero che fra cinque anni si compia in senso inverso, cioè che il Ginnasio Reale inferiore divenga istituto superiore (applausi). Commissario imperiale : Protesto contro 1' asserzione che il cons. Klodic abbia sottaciuto scientemente le circostanze cui ha accennato l'on. Tornasi. Assess. Tornasi : Allora le ha sottaciute ingenuamente ! Dott. Stangher : Si parlava del consuntivo e non del Ginnasio croato ! Dott. Ghersa : Siete stati voialtri a tirarlo fuori ! Dott. Stangher: Gli appunti dell'on. Tornasi, però, equivalgono ad un' apologia. Sicuro : gli scolari sono male acquartierati, ma perchè si è voluto erigere il Ginnasio italiano, di cui non c'era bisogno. Lo si è eretto per salvare dieci o dodici ragazzi di Pisino dalla slavizzazione. Si capisce perciò la gratitudine dei cittadini di Pisino. Il Ginnasio croato non è per Pisino, ma per l'Istria. Dott. Bennati : Non c' era bisogno. Dott. Stangher : Per la campagna intendevo dire, non per le città. Riconosco che a Pisino il Ginnasio si trova a disagio.... Voci : Portatelo a Castua ! Dott. Stangher: ....la città è piccola, ma col tempo ! Rilevo che fu fatto carico agli scolari croati di essere poveri contadini. Dott. Ghersa : No. Furono rilevate le falsità del rapporto Klodic. Presidente: On. Ghersa, se vuol confutare l'oratore, chieda la parola e non interrompa continuamente. Assess. Tornasi : Respingo nuovamente l'accusa di aver fatto un torto a quegli scolari di essere poveri. Rilevo la contraddizione stridente fra la realtà delle cose e il rapporto Klodic. Osservo poi che al Ginnasio croato si accettarono scolari che non frequentarono alcuna scuola. Ciò costituisce una truffa alla legge (approvazioni). Rilevo con compiacenza che 1' on. Stangher ha riconosciuto che Pisino non è ambiente adatto per il Ginnnasio croato. Dott. Stangher : Non è vero, non ho detto questo. Dott. Costantini: Tempo fa si disse da un deputato slavo al Parlamento che il Ginnasio italiano di Pisino accoglie i rifiuti del Ginnasio croato. E una menzogna. Anche 1' altro giorno un contadino si presentò con suo figlio al Ginnasio croato, dicendo che l'on. Spincic lo aveva assicurato che gli avrebbe mantenuto completamente il figlio. Il direttore rispose che non gli avrebbero dato un soldo. Il contadino allora si recò ah irato al Ginnasio italiano, offrendosi di pagare 30 fiorini al mese purché gli prendessero il ragazzo. Ma fu respinto perchè non si accolgono i rifiuti del Ginnasio croato (bene). Spincic comincia a parlare in slavo (rumori). Glezer : Parlano slavo, per evitare che si risponda loro, sapendo che non li comprendiamo. Dott. Stangher: Ringraziate Dio che parla slavo. Se parlasse italiano, sareste imbarazzati a rispondergli. La minoranza si agita e apostrofa il pubblico che rumoreggia. Spincic grida: Venti secoli di coltura! Una voce tra il pubblico : E voi venti di agricoltura ! Spincic : Facchini ! (Spincic apostrofa il presidente che „non sa — grida — stare al suo posto e fare il suo dovere", mentre Mandic ripete più volte : „Non è un presidente, è una babba, non comanda lui, comanda la galleria"). Il presidente fa sgomberare la galleria. Mandic : Come al solito, fa uscire i caporioni della galleria da una parte e li fa entrare dall' altra. Spincic continua quindi indisturbato a parlare in slavo. Dott. Bubba : Nego che ai deputati sia tolta la possibilità di controllare. Basterebbe il confronto tra il preventivo e il consuntivo. Si citò sommariamente la cifra delle spese d' amministrazione ; e appunto su quelle si ebbe un ci-vanzo. Nego che manchi nella Giunta un rappresentante della campagna. Vi è una persona eletta appunto dai foresi, ed è 1' on. Chersich, persona onesta, capace e degna del posto che copre. Del resto, la posizione della minoranza è una conseguenza della reazione manifestatasi nella parte italiana contro le prepotenze slave, e per mantenere inalterata agli italiani quella posizione che compete loro per ragioni di storia e di diritto (applausi). Messo a voti, il consuntivo 1900 viene approvato dagli italiani. VI Punto dell'ordine del giorno : Il Dott. Bubba propone ancora per la Commissione di finanza : Piaccia all'ecc. Dieta approvare: 1. viene preso con soddisfazione a notizia lo stato del patrimonio del fondo provinciale dell' Istria ; 2. viene approvato il bilancio del patrimonio del fondo provinciale dell' Istria secondo lo stato del 31 dicembre 1900, che si chiude con un attivo di cor. 2,267,435.12 e con un passivo di cor. 1,497,621.18 e quindi con un' eccedenza dell'attivo sul passivo di cor. 769,813.94. La maggioranza italiana approva. Il presidente propone e la Dieta approva di passare al Punto IX dell'ordine del giorno : Per la Commissione di finanza, il dott. Pizzi chiede : Voglia l'ecc. Dieta, a modificazione della risoluzione già votata nella seduta VI del 1° agosto 1900 e che resta inalterata nel rimanente suo tenore, accogliere il punto I della detta risoluzione coli' inseritavi aggiunta come appresso : I. Nelle occasioni di alloggiamenti militari transitori in tempo di pace previsti dal § 2 della legge 11 giugno 1879 N. 83 B. L. I., sieno essi singoli o comuni, purché non avvengano in caserme o a caserme suppletorie, che vengono usate come tali dall' amministrazione militare, verranno corrisposte dal 1° gennaio 1901 in avanti ai rispettivi fornitori dal fondo provinciale, in aggiunta ai compensi loro spettanti da parte dell' amministrazione militare le seguenti aggiunte : a) per la stanza di un ufficiale cent. 30 al giorno ; b) per l'alloggio di un gregario cent. 6 al giorno ; c) per l'alloggio di un cavallo cent. 4 al giorno. Gli italiani approvano. Cosulich interpella il Governo sulle turbolenze provocate dal contegno del curato don Toso a Villanova di Parenzo. Questo don Toso abolì l'uso della lingua dei fedeli nelle funzioni ecclesiastiche, ponendosi così contro le disposizioni della pastorale dei vescovi. Impone come camerari persone di sua fiducia. Fuori di ohiesa partecipa ad escursioni che finiscono in risse. Le autorità non se ne danno per intese. Chiede al Governo se intende di metter riparo a quell' andazzo. (Grida : mistificazione, falso ! ). Proponente l'assessore Tornasi, si delibera rimettere alla Commissione agraria il progetto per la regolazione del Quieto. Il presidente, vista l'ora tarda, rimette a giovedì la continuazione dei lavori. CORRISPONDENZE -ti*- Muggia, 4 settembre 1901. Colla mia 8 agosto decorso vi diceva, non poter darvi, per mancanza di tempo, un esauriente racconto dell'ultima, seduta di questa spett. Rappresentanza — 7 agosto p. p. — e mi limitava a comunicarvi, aver essa acclamato l'on. Pier' Antonio dott. Gambini, nostro cittadino onorario. Se il patrio Consiglio con questa nomina volle, almeno in parte, assolvere un debito di vera, di sentita riconoscenza verso il benemerito assessore Gambini, vi deliberò altresì il provvedimento, come vi diceva, vivamente richiesto da questa popolazione. Data quindi l'importanza saliente della seduta, ve ne mando il resoconto. Ordine del giorno: 1. Lettura del P. V. della precedente seduta, 15 maggio p. p. — 2. Comuuicazioni officiose. — 3. Domanda di Maria ved. Iurissovich di ribasso d'affitto d'un magazzino comunale. — 4. Detta di Rodolfo Apostoli di Giovanni, Matteo Crevatin di Antonio e Giovanni Apostoli fu Giovanni, per l'autorizzazione a ritirare una taci-tazione dalla cassa infortuni. — 5. Detta di Nicolò Frausin fu Nicolò, di demolire e ricostruire a proprie spese il muro dell'attuale pescheria. — 6. Detta di Babich Antonio fu Matteo e Ve-gliack Antonio fu Giacomo, per essere assunti nel nesso Comunale. — 7. Proposta di fissare al santese della Chiesa di Plavia un anuuo stipendio. — 8. Nomina del segretario-cassiere comunale. — 9. Domanda di Maria ved. Bortoloni per un sussidio mensile — 10. Offerta in vendita di Dardi Antonio fu M chele d'una parte del Catastale N. 101 per l'allargamento della via del Cristo. ad 1. Il verbale dell' ultima seduta viene approvato. ad 2. Il podestà comunica i decreti 13 maggio e 19 luglio a. c. della Giunta provinciale, riflettenti l'attivazione dell'addizionale 32°/0 su tutte le imposte dirette, onde venire al pagamento delle somme dal Comune dovute alla Provincia, per tasse scolastiche, speso ospitalizie, e cor. 809,90 quale tangente spettante al Comune nella spesa di costruzione delle strade d'accesso alla ferrovia Trieste-Parenzo nelle stazioni di Zaule e Sooffie, per la rifusione a tempo debito dei rispettivi importi. Partecipa l'atto di ringraziamento della Direzione della locale Società Operaia la Fratellanza pei- il conchiuso 15 maggio p. p. dello spett. Consiglio, di concorrere nella spesa di mantenimento della istituenda Scuola frobelliana. Rammenta, che in obbedienza ad analoghi deliberati della Giunta amministrativa e della Rappresentanza comunale, la Deputazione si recò a preciso dovere d'investire annualmente e regolarmente cor. 1200, onde raccogliere i mezzi a coprire la spesa per convogliare in città l'acqua del Piaio e Costruirvi in adatta ubicazione una publica fontana che ricordi un lieto avvenimento sovrano. Invita la Rappresentanza a pronunciarsi sulla convenienza o meno, di collocara il manufatto proposto nella Contrada del Porto, siccome luogo più centrale e frequentato; a vista e portata di tutti ed anche il più decoroso, quando il Governo marittimo accordasse il permesso d'imbonire una parte del vecchio mandracchio, a ponente, di contro, cioèj all'attuale casa di ricovero. Avverte come il mandracchio si sia reso ormai pressoché inutile, per la mancanza quasi assoluta di barchereccio, mentre è riconosciuto oltre modo dannoso alla salute publica. Rileva ancora l'inestimabile beneficio par la cittadiuauza, d'avere l'acqua nel mezzo dell'abitato, mentre colle modeste opere progettate se ne avvantaggierà di molto la Contrada del Porto, frequentatissima per le quotidiane partenze ed arrivi dei vaporetti per il cantiere S. Marco e Trieste, di cui Muggia ben può dirsi divenuta oggi uno dei suoi più importanti sobborghi. Anche in vista di ciò è quindi doveroso, che tale località si presenti più decorosa assai di quanto 10 sia attualmente. La Rappresentanza approva la costruzione della fontana, il collocamento della stessa nell'ubicazione prescelta ed incarica la Deputazione d'instare presso le autorità superiori competenti per conseguire il permesso di colmare quella parte del vecchio mandracchio, che si rendesse necessaria allo scopo. ad 3. Si respinge e rimette l'instante, se crede, a tener fermo il contratto in scadenza. ad 4. Si autorizza gl'instanti di ritirare dall'Istituto d'assicurazione per gl'infortuni sul lavoro, la tacitazione condizionata riohiesta. ad 5. Accolta la domanda a patto che il lavoro in essa descritto venga eseguito a tutta regola d' arte, ad esclusive spese dell' istante ed 11 nuovo muro resti in proprietà promiscua col Comune di Muggia. ad 0. Data lettura delle due petizioni all'ordine del giorno, il Podestà comunica che la Deputazione ha trovato di non poter appoggiarle, ostandovi il disposto del § 2 della legge 5 dicembre 1896, Boll. 222; dichiara quindi aperta sulle stesse la discussione. L'on. dott. Carabaich fa in favore de' petenti una razionale e motivata proposta, la quale, combattuta dall'onor. conte Brutti, muove il consigliere onor. Tossich, ad invitare il proponente — ma indarno — a che la ritiri. Vene invece accolta la proposta delegatizia. ad 7. Le ripetute verbali istanze dei rappresentanti comunali di Plavia — dice il podestà-presidente — convinsero la Deputazione dell' e-quità di fissare al santese di quella Chiesa un annuo stipendio, in compenso delle sue prestazioni, chiamando a concorrervi, mediante una tenue tassa di cor. 2, all'anno per cadauno, tutti i proprietari di case aggregati a quella cappellata, i quali professano la religione cristiana cattolica.. Ne sarebbero esenti quelli delle frazioni del Comune di Monti, causa la tutrora perdurante questione del distacco. E dell' opinione, che tale tassa u sensi di legge, dovrebbe ottenere l'approvazione dell'autorità politica. L' onor. Michele Zock osserva, che sole alcune poche persone si sono esternate contrarie ài lieve contributo, mentre i più sono disposti volonteros a pagarlo, per cui esorta il Consiglio a volerlo deliberare. L' on dott. Carabaich si oppone alla proposta della Deputazione ed esprime 1' avviso non potersi obbligare al pagamento di detta tassa persone contrarie a corrisponderla. Il podestà osserva, non essere veramente tanto facile trovar individui, per quanto danarosi siano, i quali paghino volentieri le tasse e contribuzioni. Ma ove si manifesti impellente il bisogno di ricorrere ad esse, savio è al pari che consultò il farlo, però in quelle forme, modalità e misure, le quali rispondano rigorosamente al principio di una bene intesa giustizia distributiva. Insiste sulla proposta delagatizia, che messa a voti, è anche dal Consiglio approvata. ad 8. L'on. Andrea Marsich ed altri rappresentanti esternano il desiderio, che l'ottavo punto dell'ordine del giorno sia trattato per ultimo; La Rappresentanza annuisce. ad 9. Preletta l'istanza Bortoloni, il Consiglio trova di respingerla, in base alle leggi 17 marzo 1849 e 24 aprile 1859, per la ininterrotta dimora di oltre 50 anni della petente a Trieste, essa, avendo acquisita la pertinenza a quel Comune, viene invitata a rivolgersi allo stesso per l'invocato provvedimento. ad 10. Sovra proposta dell' on. Fontanot, si autorizza la Deputazione di acquistare a prezzo di stima la porzione di fondo esibita, oppure l'intera particella catastale, verso l'esborso dell' importo dal Dardi pagato al momento del suo acquisto. A questo punto il podestà, ad analoga domanda, dà la parola all'on. Giacomo Fontanot. Questi ricorda avere avuto il presidente ripetute volte l'occasione ed il gratissimo dovere di pronunciare nella stessa aula municipale il simpatico-e popolarissimo nome dell'on P. A. dott. Gambini per partecipare al patrio Consiglio ogni volta un nuovo benefìcio a mezzo suo ottenuto-alla città di Muggia. E viva in tutti noi — dice — la ricordanza della sua disinteressata solerte e sagace assistenza, del suo valido appoggia presso i competenti dicasteri di Trieste e Vienna a beneficio del nostro porto; son noti del pari tanti altri servigi da lui resi continuatamente al nostro Comune. In considerazione adunque delle molte benemerenze acquistatesi così dal dott. Gambini dalla città nostra e con riflesso a quelle da lui acquisitesi dal popolo istriano, faccio formale proposta, che il patrio Consiglio voglia acclamarlo cittadino onorario della città di Muggiar ed accordare 1' urgenza per la pertrattazione di tale proposta. Accordata 1' urgenza, il Consiglio, assorgendo, acolama cittadino onorario di Muggia l'onor. Pier' Antonio dott. Gambini di Capodistria ed incarica il podestà di dargliene immediata comunicazione telegrafica. ai 8. Il presidente comunica, che uudici sono i concorrenti alla carica di segretario-cassiere comunale di Muggia. Legge le rispettive suppliche e riassume il contenuto meritevole der documenti, che le corredano. A suo modo di vedere — che è quello della Deputazione — i qualificati sarebbero: Edoardo Vorano, Francesca Delfabbro e Giovanni Drioli. L'on Andrea Marsich considerando trattarsi di cose personali, opina sia esclusa la publicità e ne fa formale proposta. La Rappresentanza accede alle vedute del preopinante. Allontanatosi il publico, l'on. don Antonio Ur-banaz propone, che per le stesse ragioni si passi alla nomina del segretario-cassiere subito con ischede, senza previa discussione. Si oppone l'on. Fontanot a tale proposta, facendo presente, che esclusa la publicità della seduta, sono tacitate tutte le esigenze di convenienza personale e quindi non vede il bisogno di una votazione segreta, la quale, se vuoisi trovare consulta nel caso concreto, deve in massima sempre escludersi in affari di publico interesse. Chiamata la spett. Rappresentanza a votare separatamente le due proposte, quella Fontanot cade, invece la proposta Urbanaz è accolta a maggioranza di voti. Durante la distribuzione delle schede si allontanano dalla sala gli on.i rappresentanti Giacomo Fontanot, Eugenio Pangher ed Antonio Deluck. Raccolte, numerate e spogliate le schede, a mezzo del consigliere Giorgio Tossich, in concorso col podestà, recano: voti 13 per il concorrente Delfabro „ 5 n Drioli H 1 „ „ Vorano ed una scheda bianca. Ottenuta il Delfabro la prescritta assoluta maggioranza di voli, resta nominato segretario-cassiere del Comune locale di Muggia. Esaurito così l'ordine del giorno il podestà chiude la seduta. Orario dei piroscafi. Per Muggia (piroscafi „Epulo" o „Giampaolo") 8 ant. (postale), 12.15 mer. (postale), 2.30 poni., 4 15 pom. (toccando S. Marco), 6 pom. (eventualmente toccando S. Marco). Da Muggia 7 ant. (toccando S. Marco), 9 80 ant. (postale), 130 pom., 3.30 pom. (postale), 5.30 pom. — Giorni festivi per Muggia 8 ant. (post.), 12 nier., 3 15 pom., 4.30 pom., 6.80 pom-Da Muggia 7.15 aut., 9.30 ant. (postale), 2 pom., 3.45 pom. (postale), 6 pom. Per Capodistria 7.45 aut., 10.50 ant., 12.05 mer. (post.). 3 pom., 6 pom. Da Capodistria 6.05 ant , 7 ant.r 9 ant. 1 pom., 4 pom. (postale). — Giorni festivi per Capodistria 7.45 ant., 10.50 ant., 12.05 mer., 6 pom. Da Capodistria 6.05 ant., 7 aut., 9 ant., 5 pom. Per Isola-Pirano-Portorose (piroscafo „Istria" o ,.Por-tòfose") 11 ant., 4.10 pom., 5 30 pom. Da Portorose-Pirano-Isola 6.— ant., 6.45 ant., 1.15 pom. Giorni festivi : per Isola-Pirano 11 ant.; da Pirano-Isola 6 ant. Per Umago tutti i giorni, eccetto le domeniche 4 pom. Da Umago 6 ant. Per Rovigno ogni lunedi, mercoledì e venerdì alle 8 ant. Da Rovigno ogni martedì, giovedì e sabato alle 6.30 ant. Per Pola, toccando Pirano, Salvore, Umago, Cittanova, Parenzo, Orsera, Rovigno, Fasana, 6.30 ant tutti i giorni. Da Pola tutti giorni alle 6.30 ant.